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Limbo12

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  1. Questo gioco ha bisogno di una patch al più presto. Non è possibile che ci siano ancora errori del genere che non si vedono dai tempi di Smeraldo dove in maniera simile a questo, i Pokémon incontrati sono sempre quelli dal momento in cui accendi il gioco
  2. La 10^ generazione sarà divertente ma non nel senso comune del termine...
  3. Tanti auguri Mana! ^^

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  4. Spesso quando si parla di remake si tende a focalizzarsi sull’aspetto grafico o contenutistico. La serie di Pokémon si discosta dalle altre anche su questo fronte, infatti il collezionismo è la ragione che sta dietro all’esistenza dei rifacimenti dei capitoli passati di questa serie. Durante il periodo della terza generazione è stato escogitato un sistema elaborato di videogiochi per poter permettere agli appassionati di completare il PokéDex Nazionale in modo da sopperire alla mancata possibilità di trasferire le creature dai giochi per il GameBoy Color a quelli dell’Advance. Si può discutere su come questa scelta fosse voluta ma ritengo plausibile la possibilità che i programmatori non fossero riusciti a trovare un modo per convertire il codice associato alle specie fittizie tra una console e l’altra, in un lasso limitato di tempo. Un fan sembra essere riuscito nell’impresa solo l’anno scorso, quasi vent’anni dopo l’uscita di Rubino e Zaffiro. Nonostante questa premessa, la coppia Rosso e Blu aveva davvero bisogno di una svecchiata, anche se erano usciti da meno di un decennio. I comandi del menù erano spartani, lo spazio limitato della borsa e del magazzino del Pc rendeva impossibile poter tenere tutti gli strumenti all’interno della partita, erano stati scoperti una quantità notevole di glitch che si incontravano andando solo poco al di fuori dei binari previsti dal gioco. Per non parlare del battle system sbilanciato che presentava meccaniche non funzionanti o che in seguito sono state rivisitate da zero perché erano troppo potenti. I colori erano quello che erano siccome il gioco è uscito in una console in bianco e nero ma anche quel poco che è stato aggiunto nell’edizione speciale Gialla sfigurava in confronto alla varietà presente nei seguiti più colorati. I remake intitolati Rosso Fuoco e Verde Foglia avevano tutto quello che c’era negli originali, eccetto la distribuzione dei Pokémon variata leggermente e l’assenza del minigioco segreto di Pikachu Surf della versione Gialla. In aggiunta questi rifacimenti possedevano dei contenuti aggiuntivi che ampliavano l’esperienza di gioco. Questi extra permettevano di dare un pizzico di novità a chi aveva già provato con mano il titolo vecchio, inoltre davano delle risposte ad alcune domande che la fanbase si faceva in quel periodo, trasformando il post-game in una sorta di capitolo intermedio fra le prime due generazioni. I rifacimenti di Oro e Argento non erano necessari quanto quelli di Rosso e Blu: una buona parte di quello che era presente nella serie fin’ora derivava da lì e l’introduzione del Parco Amici in Diamante e Perla aveva risolto tutti i problemi relativi al collezionismo. In ogni modo la grafica di questi giochi presentava grandi margini di miglioramento, la nuova classificazione delle mosse fisiche e speciali aveva rivoluzionato il battle system e la regione di Kanto avrebbe avuto la possibilità di non essere più rappresentata in una maniera castrata per le limitazioni tecniche della memoria della cartuccia, dando finalmente l’impressione di avere due regioni complete da esplorare all’interno di un singolo gioco. Come nei remake precedenti, anche HeartGold e SoulSilver ha migliorato quasi tutti gli elementi già esistenti introducendone molti altri inediti. Inoltre queste iterazioni hanno inserito anche le novità esclusive di Cristallo che non andavano in collisione con quelle di Oro e Argento. Il problema del livellamento è stato attutito (soprattutto nella sezione di Kanto) ma non rimosso per non eliminare un elemento cardine che rendeva questa rivisitazione più fedele all’originale. Alcuni enigmi sono stati facilitati e la libertà di esplorazione della mappa è stata limitata leggermente per approfondire i leggendari di copertina e il loro legame con le Kimono Girls. Tutto questo amalgamare tra il vecchio e il nuovo, un rispetto per la fonte unito a un desiderio sincero di produrre qualcosa che mette d’accordo sia neofiti che veterani, porta una buona fetta di fan a considerare ancora questa coppia di giochi i migliori della serie. La pratica dei remake, almeno nelle modalità con cui sono stati realizzati fin’ora, era sempre meno necessaria. Da allora il sistema di battaglia non ha subito sconvolgimenti rilevanti e l’unico miglioramento tangibile che si poteva ancora fare era il passaggio da una grafica bidimensionale a una tridimensionale. Nello stesso periodo in cui sono nate le rivisitazioni dei titoli più vecchi, le terze versioni sono diventate sempre più corpose a tal punto che Pokémon Smeraldo e soprattutto Platino possono essere definiti volgarmente dei mini-remake. Non solo, la coincidenza di questi periodi temporali mette in discussione la necessità di realizzare dei remake di giochi che avevano lo stesso stile dei vecchi remake. Da qui il rischio che questo modo di fare potesse diventare ridondante col passare degli anni, continuato per lo più come mezzo per ottenere un successo monetario sicuro più che come un’occasione per rivisitare un’opera con un certo standard. In base a queste premesse si sarebbe potuto prevedere una frattura di questo schema. Nonostante questo i remake di terza generazione sono stati dei buoni remake, non all’altezza delle aspettative stellari conferite dai suoi predecessori ma tutto sommato fedeli agli originali. L’assenza delle aggiunte e correzioni di Smeraldo e la semplificazione degli enigmi si è fatta sentire ma l’aggiunta dell’episodio Delta che richiama alla lontana la terza versione, ha avuto il coraggio di introdurre il concetto di multiverso all’interno della serie di Pokémon anche nel tentativo di contestualizzare la presenza delle megapietre e dei nuovi Pokémon all’interno di Rubino Omega e Zaffiro Alpha. Se solo più avanti questo spunto fosse stato sviluppato con criterio invece che alla rinfusa... Qualche anno dopo sono usciti LGPE che all’interno di questo discorso sono un vero e proprio caso a parte. A partire dalla loro natura di secondo (!) remake dei giochi di prima generazione, pubblicati per cavalcare l’onda di Pokémon Go più che per seguire una direzione vera e propria. Questo si intravede nella quantità di scelte strane che sono state adottate per questi titoli: c’è stato l’inserimento sensato dei soli Pokémon di prima generazione ma non sono state inserite le loro evoluzioni cross-gen quando erano presenti le loro forme Alola, una semplificazione eccessiva delle meccaniche per un gioco diretto ai fan cresciuti durante la Pokémania che hanno decretato il successo di Go ma quella più bizzarra era la presenza di Rosso, Blu e Verde, non quelli dei giochi ma le loro controparti del manga! Una componente del franchise Pokémon che si può dire di nicchia rapportata a quella composta dai videogiochi o dall’anime (questa è stata l’unica volta in cui c’è stato un riferimento a Pokémon Adventures in un gioco della serie principale). Nonostante tutto quello che ho detto, Pokémon Let’s Go Pikachu ed Eevee sono ancora i giochi con la grafica migliore grazie al loro stile tutto sommato delizioso che ai miei occhi supera quello di Spada e Scudo e, in base ai pochi trailer visti, anche quello di Scarlatto e Violetto. Il che è strano a rifletterci su come dei titoli usciti successivamente sembrano più vecchi di quelli precedenti ma non divaghiamo ulteriormente. I tanto attesi remake di quarta generazione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente hanno mostrato alla comunità tutti i limiti di un modello ormai datato che è stato utilizzato fin’ora. E quando il procedimento standard per realizzare i remake necessita di un... remake allora c’è un problema serio alla base. Come ho accennato brevemente nei paragrafi precedenti, Pokémon Platino aveva già uno stile molto vicino a quello dei remake di Oro e Argento anche per via del fatto che era uscito un anno prima quindi già di suo non aveva bisogno di una revisione fatta in quella maniera. Per non parlare della ripetizione delle stesse mancanze presenti nei remake di terza generazione. Anche DLPS non aveva le aggiunte apportate in Platino, per di più era addirittura una copia 1:1 dei vecchi giochi con tanto di problemi derivati da un gioco trasposto senza tenere conto delle differenze tra una mappa 2D e una 3D. Solo dal post-Lega in poi erano inseriti alcuni contenuti provenienti dalla terza versione e alcuni easter egg interessanti. Dal rilascio dei concept art legati al remake traspare una grande amarezza, una sensazione spiacevole che scaturisce dalle potenzialità che questo titolo avrebbe potuto avere se le energie che sono state spese per realizzare il coraggioso Leggende Arceus fossero state utilizzate per rendere quei disegni una realtà col quale interagire. Secondo me i remake possono ancora funzionare solo se gli sviluppatori sono in grado di cogliere le potenzialità date da un ambiente tridimensionale e da lì trovare un modo innovativo per convertire una mappa in griglia in un mondo più aperto di gioco, magari unito a un battle system che giochi con l’interazione degli elementi di gioco circostanti. Una fonte d’ispirazione può essere il filmato di presentazione di Pokémon Battle Revolution che prevedeva degli elementi mobili nello scenario che poi sono stati tagliati durante lo sviluppo per le limitate capacità tecniche del Nintendo Wii. Ho l’impressione però che il team di sviluppo sia ancora inesperto per fare un salto di qualità come questo, necessario per dare luce a una trasposizione adeguata. Vista la testardaggine di Game Freak a non voler collaborare con case più competenti e di sfornare giochi a ritmo annuale, in questo momento credo che a loro convenga lasciare da parte i remake per un po’ e di concentrarsi a rendere Leggende una serie stabile che accompagnerà i titoli della serie principale. Non sappiamo ancora se Pokémon Leggende Arceus rimarrà un gioco a sé stante o se sarà il primo capitolo di una sequela di videogiochi che diventeranno una presenza fissa ma sinceramente non vedo perché i creatori debbano lasciarsi sfuggire la possibilità di raffinare la formula di questo filone. I giochi Pokémon più recenti, nello specifico quelli a partire dalla quarta generazione, sono sempre stati infarciti di elementi di lore che poi gli ideatori hanno lasciato a loro stessi senza che venissero mai approfonditi. I Pokémon Leggende futuri possono essere un’occasione d’oro per riprendere quegli elementi che sono stati abbandonati per unirli in un contesto storico che abbia senso almeno all’interno della storia di quella regione, magari con meccaniche nuove e differenti fra un gioco e l’altro giustificate dalla varietà di ambientazioni tra il passato di una regione e l’altra. Per esempio Pokémon Nero e Bianco hanno dei rimandi a una storia millenaria dove Reshiram e Zekrom erano ancora uniti in un singolo Pokémon, da qui si potrebbe espanderla per collegarla alla trama dei capitoli di quinta generazione rendendolo una sorta di prequel della duologia. Siccome TPC e GF sono molto vicini a Nintendo, questa può essere un’occasione per la grande N di rilasciare BN e BN2 nello store del Nintendo Switch e addirittura inserire i codici per scaricarli gratuitamente all’interno della confezione del gioco Leggende ambientato nella versione antica di Unima per far avvicinare i neofiti a quei titoli proprio in mancanza di un loro remake (che non è necessario stando al discorso fatto fino ad adesso).
  5. In linea di massima i film basati sui videogiochi hanno sempre avuto la pessima fama di prodotti creati per fare soldi dalla dubbia qualità ma all'interno delle discussioni che girano attorno all'argomento un punto sul quale spesso si sorvola è la differenza culturale tra l'occidente e l'oriente o come meglio sottolineare tra USA e Giappone. Queste varietà hanno influito anche nel settore dell'intrattenimento e tutt'ora si sente questo contrasto nonostante sia stato attutito. Prendiamo i cartoni animati che sono uno degli esempi più eclatanti: quelli americano sono relegati a un pubblico di bambini o in alternativa sono visti un mezzo surreale per sperimentare alcuni generi, spesso in chiave comica, che non sono facili da riprodurre sul grande schermo con lo stesso successo. Per quanto abbiano perfettamente dimostrato di poterlo essere, gli anime tendono a non essere altrettanto bizzarri ma al contrario si trovano dei veri e propri prodotti seriali di vario genere che danno l'impressione di trovarsi di fronte a delle serie TV disegnate al posto di usare attori in carne ed ossa quando invece in occidente se possibile si tende sempre a evitare di usare il mezzo dell'animazione. Agli albori dei prodotti derivati dal mondo videoludico una delle influenze più grosse venivano dagli arcade. Prima della diffusione su larga scala delle console, gli arcade erano il mezzo più accessibile per poter giocare ai videogiochi. Inoltre lo stigma di prodotto destinato ai bambini non era ancora venuto fuori, quello è venuto a galla dopo con l'avvento di Nintendo per poter vendere i suoi prodotti negli USA, dove c'è stato un periodo in cui il settore era in crisi. Se non fosse stato per il fatto che questo pregiudizio era già radicato nel mondo dell'animazione occidentale c'è la possibilità che sarebbero potute uscire delle serie destinate a un pubblico più adulto. Personalmente non ci avrei sperato troppo lo stesso perché gli anime legati a essi erano sparsi anche se era possibile la presenza di una continuità, a differenza di quelli occidentali come il cartone di Pac-Man prodotto da Hanna-Barbera, primo cartone basato sui videogiochi in assoluto fra l'altro. È necessario sottolineare che la predominanza di serie episodiche non è da vedersi come un aspetto negativo, si tratta addirittura di una scelta scelta sensata se si va a vedere il materiale originale da dove sono tratti. I videogiochi di allora, molto più che adesso, non avevano trama e se veniva accennata era un pretesto per dare il via al gioco vero e proprio. Se proprio erano presenti degli elementi di storia più approfonditi, questi venivano relegati al manuale d'istruzioni o in guide da acquistare separatamente. Quindi per tale scarsità d'informazioni è più che comprensibile se gli autori delle serie animate abbiano inventato di sana pianta degli elementi, dopotutto se non dovevano seguire delle direttive dall'alto, avevano accesso a fare quello che volevano per riempire gli ampi buchi lasciati dalle serie videoludiche. Ci sono vari esempi eclatanti ma per comodità mi limiterò ad esporre quello della serie di Super Mario. Oltre a tenere il primato come franchise di videogiochi che hanno ricevuto il primo film dal vivo in assoluto, questa serie ha avuto anche il primo film basato su di essi in assoluto, un lungometraggio uscito nel 1986 e mai rilasciato al di fuori del Giappone (anche se si può guardare su YouTube), un anno dopo l'uscita di Super Mario Bros. sul NES/Famicom. Questa pellicola narra delle origini di Mario e suo fratello e di come si sono trovati nel Regno dei Funghi per la prima volta, un po' come il film in uscita ha intenzione di fare. Il motivo per cui può interessare guardarlo ancora oggi è la presenza di numerosi elementi della serie che oggi diamo per scontati ma che allora non erano ancora ben definiti oppure che non esistevano proprio. Tanto per elencarne alcuni Mario e Luigi non sono idrauilici ma cassieri di un supermercato, il Regno dei Funghi qui è una realtà facente parte di un videogioco, Luigi indossa una tuta blu e gialla anziché quella verde che tutti più o meno conoscono oltre a molte altre che non sto qua ad elencare sia per non fare notte, sia per non rovinarvi del tutto la sorpresa. Tutto sommato non è un brutto film, più che altro andando per un attimo al di fuori della serie di Mario si può notare che gli adattamenti animati giapponesi di serie videoludiche giapponesi in genere sono state accolte più o meno positivamente, mi viene in mente il cartone di Kirby, abbastanza fedele al gioco da cui è tratto seppur con qualche differenza che comunque ci può stare per darle una sua identità. La maggior parte delle lamentele che mi è capitato di leggere proviene dagli adattamenti occidentali. Riprendendo quelli della serie di Mario, nonostante la libertà concessa da un mondo del genere i cartoni americani erano più bizzarri rispetto a quello del film giapponese: fra sketch dal vivo degli idraulici alternati da mini-episodi animati, una serie con il Re dei Koopa verde che nell'adattamento italiano si chiamava Attila e quella di Mario World ambientato in un mondo ispirato alla preistoria e l'età della pietra, questi cartoni al giorno d'oggi vengono ricordati di più per essere stati usati come materiale per parodie su Internet tipo le YouTube Poop più che per la loro qualità... carente. L'apice di tutto ciò è giunto con il film di Super Mario Bros. sul grande schermo, un lungometraggio che con la serie originale non ha niente a che fare salvo dei nomi e le tute degli idraulici. Un film che per farselo piacere bisogna accettare la sua natura trash ma che a causa di ciò ha generato timore nei fan di videogiochi di vedere altre trasposizioni nel grande schermo, una paura che sopravvive fino ai giorni nostri. Va sottolineato che le trasposizioni americane di opere videoludiche create da team di sviluppo occidentali hanno avuto un po' più di fortuna. Non si tratta di una differenza drammatica ma per esempio il film di Lara Croft (interpretata da Angelina Jolie) è stato uno dei primi film ad essere stato accolto positivamente, considerato almeno la natura del prodotto, al punto da aver ricevuto un seguto. Va anche detto però che tra questi due film era già passato un decennio e la percezione del videogioco stava già mutando. E questo a mio vedere è il punto più focale di questo discorso perché di fatto se un film sul grande schermo basato su un videogioco fa schifo o meno non frega niente a nessuno, eccetto i fan dell'opera originale in questione. Ne avevo già accenato prima ma fino all'inizio del decennio scorso essere un appassionato di queste cose ti faceva etichettare come Nerd, una figura che nell'immaginario collettivo non faceva una bella figura. Siccome la maggior parte dei videogiocatori più grandi tendevano a essere visti da loro coetanei come degli sfigati, in un contesto sociale come quello un film come quello di Mario degli anni '90 faceva rappresentare il suo interesse in modo ridicolo agli occhi di coloro che ignoravano o sminuivano questi interessi. Questi adattamenti li ha fatti infuriare per diverso tempo, almeno fino a quando il genere di prodotti che consumavano è stato normalizzato gradualmente. Poi è chiaro che sono rimaste delle tracce più o meno marcate del pregiudizio verso questi appassionati che sopravvivono ancora oggi ma il fatto che questi hobby sono stati sdoganati ha dato un contributo prettamente positivo. Chi è appassionato può finalmente vedere la sua passione rappresentata fedelmente, chi non lo era può usufruire di questi film come occasione per scoprire qualcosa di nuovo e da qui non mi soprende affatto di vedere l'aumentare di adattamenti cinematografici dai videogiochi. Personalmente il trailer del nuovo film di Super Mario mi ha colpito positivamente e sono curioso del risultato finale. Quel poco che si è visto hanno mostrato molto di più di quello che pensavo che ci sarebbe stato. Non mi aspetto nulla di più anzi, vista la storia travagliata che ho raccontato sono già contento solo con questo trailer. (:
  6. Condivido quasi tutti i punti evidenziati dagli utenti che mi hanno preceduto, per tale motivo preferisco far ruotare il discorso sulle ragioni per cui la campagna marketing sia mal recepita dai fan di questa serie. Tanto per cominciare prendiamo in esame due dei trailer più recenti. Quello dove viene presentato Wigglet si presenta come un documentario, un'idea che presa singolarmente è interessante. Una delle componenti che rendono questo franchise quello che è sono le creature che portano il nome di questo gioco, per ciò ogni occasione per studiarle più da vicino è sempre accetta. Nel video ci viene detto che è un Pokémon simile a Diglett ma che non è imparentato con lui oltre a qualche altra informazione di base ma non ci viene detto molto altro. Non vengono mostrate nemmeno le interazioni che egli ha con il mondo che lo circonda, coi suoi simili, come convive con le altre specie, quale rapporto ha con esse e altre curiosità che potrebbero starci con il tema del documentario. Come esempio possiamo consulare il trailer sulla nuova Capopalestra. Già di suo trovo interessante far ruotare una pubblicità per un gioco in uscira su un personaggio del genere; questi individui in genere svolgono il lavoro di sottoporre gli allenatori ad un esame e se questi lo superano, i capi li danno una medaglia che funge da certificazione di aver passato il test. Spiegata così la faccio sembrare una cosa piuttosto noiosa ma non è distante da quello che vediamo nei giochi. Sono poche le figure di questo calibro che vengono approfondite e ben venga che un video ufficiale ci mostri un dietro le quinte di questi personaggi, sopratutto dopo che è stato dichiarato che ci saranno più modi per completare l'avventura principale all'interno di Scarlatto e Violetto, una promessa che dà la possibilità che venga data maggiore attenzione alla trama (e si sa, quando si è legati a una serie ogni speranza che ha un minimo di probabilità di avverarsi viene presa in considerazione). Ma il personaggio che ci viene presentato non ha nulla di distintivo rispetto ai suoi colleghi se non il fatto di essere una VTuber. Potrei andare avanti ad analizzare tutti i trailer mostrati fino ad ora ma ormai credo che si sia capito che manchino di mordente. Li manca qualcosa di speciale che dia l'idea di trovarsi di fronte a qualcosa d'inedito e mai visto. Non deve essere per forza nuovo, basta giusto che il prodotto sia raffinato al punto da dare l'impressione che lo sia. Perché per quanto sia stato ribadito che la comunicazione di Game Freak e di The Pokémon Company faccia acqua da tutte le parti, parte della colpa è da attribuirsi al prodotto che si vuole pubblicizzare. È l'impressione generale che ho da tutto questo insieme è che gli autori di questa serie non sono in grado o non vogliono uscire da una stagnazione che ormai va avanti da più di un decennio. Si può discutere sul momento in cui il periodo di stasi sia cominciato ma per un buon lasso di tempo anche se la formula era sempre quella, gli sviluppatori tentavano di ricavare il meglio da essa. Anche se la lore non è mai riuscita a stare in piedi da sola sin dalla prima generazione e per sistemarla si dovrebbe riscrivere tutto dalle basi, il gameplay era più che soddisfacente e nel migliore dei casi ha offerto un'esperienza di gioco appagante per quello che è stato in grado di offrire a partire dalle regole di gioco stabilite. Ormai non si prova più nemmeno a far ciò nella modalità a giocatore singolo a parte qualche eccezione relegata al post-game. Ma riguardo a questo argomento in particolate preferisco fermarmi qui perché ci si ricollega all'argomento dell'alienazione dei fan che è già stato trattato da altri in questa traccia, piuttosto preferisco tornare ad approfondire il discorso della stagnazione riprendendo i trailer che ho citato all'inizio del discorso. Non sarebbe stato difficile rendere più accattivante il video dedicato alla nuova Capopalestra. Dopo una breve introduzione per mostrare che tipo di persona ci troviamo davanti, si sarebbe potuto mostrate un dietro le quinte di quel che fa la ragazza mentre non gira i video. Magari mostrandola a firmare contratti che lasciando intendere degli elementi di trama che potrebbero accendere speculazioni sul quel che succede tra i vari personaggi non giocanti. Sarebbe stato più difficile migliorare il video su Wigglet perché quello dipende dal modo in cui il gioco è stato programmato alla base. Per renderlo più efficace gli sviluppatori avrebbero dovuto diversificare le azioni del Pokémon con l'ambiente circostante. Usare un filmato in CGI poteva essere più facile da produrre ma con minor successo dato che non avrebbe rispecchiato l'esperienza di gioco. Per concludere ne approffitto per collegarmi al gioco Pokémon Leggende Arceus, il primo passo vero e proprio che è stato fatto per uscire dal problema trattato. Questo è meglio di niente ma si tratta di un prodotto che poteva avere un'impatto maggiore di quello che ha avuto anche solo se il comparto grafico fosse stato superiore a quello offerto, magari uno in grado di offrire maggiori interazioni col mondo circostante. Oppure magari a decidersi di dare una sistemata alla lore una volta per tutte ma su questo non ci sperò più ormai. Ci ho rinunciato a trovare un nesso logico su questi meandri e pure a discutere sul forum dell'argomento in questione, anche se nel farlo in passato posso essere stato un po' saccente nel modo di pormi ( ._.)
  7. Mi è piaciuto il trailer e il modo in cui è stato introdotto Bowser. Il film promette bene! (: Forse è durato poco ma tutto sommato ci sta
  8. Per me è il viso che me lo fa sembrare strano Sono curioso di vedere il trailer
  9. Tanti auguri Lyndon! (:

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    1. Lyndon

      Lyndon

      Grazie! 😁

  10. F come... fate vobis
  11. Limbo12

    [Alemat] Pixelmat!

    Questa è proprio bella, complimenti! Carina anche questa
  12. @Combo a tutti
  13. Nick: LimBo12 Secondo te perché dovrebbero votarti?: * Boh Non lo so No, dico sul serio. Perché dovrebbero votarmi? La candidatura troll l'ho fatta nel 2021. Non ho fatto alcun video divertente per l'allegato. Fra l'altro la fase delle candidature l'ho superata l'anno scorso Ma allora perché ho deciso di candidarmi senza una valida motivazione? ...forse è tutto un pretesto per divertirmi a giocare con la scala di grigi qui sul forum. XP Allegato:
  14. Tanti auguri NoJokesInc.! (:

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  15. Tanti auguri Icy! (:

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  16. Tanti auguri Riolu! (:

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  17. Immaginavo che non sarebbe arrivato, questo battibecco tra leaker mi fa sorridere (:
  18. Tanti auguri IlPerico! (:

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