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[Contest di scrittura] Keyword Contest ~ I colori dell'autunno


Snorlax

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Salve, scrittori!

Siamo tornati, dopo alcuni mesi, con un nuovo contest. L'ultima volta avete parlato dell'estate, ora è il turno dell'Autunno, con uno speciale Keyword Contest! Le parole chiave sono Autunno, Colori e Passato.

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Di seguito troverete il regolamento del contest:

  • Tematica: Potete scrivere un qualsiasi elaborato a tema Pokémon e non, ma dev'essere basato su una delle parole chiave. Si può anche scrivere un testo in cui appaiono più parole chiave, ma dovete specificare su quale parola chiave si basi principalmente.

  • Struttura: Il racconto/poesia dev'essere inserito nei commenti, specificando il titolo e l'autore come nell'esempio:

*Nome dell'autore*

*Parola chiave*

*Titolo*

*Elaborato*

  • Lunghezza: Non c'è un limite di lunghezza a ciò che i vuole scrivere. Il testo dovrà  essere composto da una sola parte, dunque non si potranno scrivere fanfiction a puntate.

  • Premi: I premi sono dei PokéPoints. Saranno assegnati tre premi: il Premio assoluto, assegnato all'elaborato più votato dai giudici e il Premio Parola chiave, per l'elaborato che riesca ad esprimere meglio il concetto di "autunno", "colori" o "passato".

18 PokéPoints per il Premio Assoluto ~ Primo posto

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10 PokéPoints per il Premio Assoluto ~ Secondo Posto

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6 PokéPoints per il Premio Assoluto ~ Terzo posto

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12 PokéPoints per il Premio Parola Chiave

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*Le targhette saranno personalizzate con il nome del vincitore*

  • Giudizio: I vostri lavori saranno giudicati da quattro giudici: Lance94, Grovyle96, Vinnie e una new entry... Kiyon!

Il contest si chiuderà  Domenica 7 Ottobre alle ore 12:00. I risultati saranno pubblicati, eccetto problemi, la sera stessa. Per qualunque domanda o dubbio, potete chiedere allo staff nella discussione apposita, tramite MP o sull'account "Vinnie PM" su facebook.

N.B. Visto che sono particolarmente ansioso, abbiate pietà  e non postate tutti all'ultimo momento causandogmi un attacco di cuore. Grazie :3

Detto ciò, partecipate in molti!

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Snorlaz ha ascoltato la mia chiamata òò. Prima di provare a leggere, sappuate che fa pena à§_à§l

Vulpah

Autunno

Memories

Una campana intona malinconicamente il suo inno alla pace.

Don, Don, il suo scampanellio intenso ridona al mio cuore la serenità  perduta.

Le foglie indossano un vestito diverso dal solito, e sono pronte a volare verso la libertà .

Gli scoiattoli corrono freneticamente tra gli alberi, inconsci del destino che l'inverno stava per riservargli.

C'è qualcosa di diverso nell'aria.

Autunno.

Stagione di malinconia.

Desiderio di lasciarsi trasportare dall'armoniosa melodia che riveste il paesaggio.

Autunno.

Stagione di colori.

Come la tela di un pittore, che rimescola sapientemente le tonalità  a disposizione per trasmettere un'emozione.

Autunno.

Stagione di cambiamenti.

Come una farfalla che aspetta di uscire dal suo bozzolo, per mostrare al mondo la sua antica bellezza.

Autunno.

Stagione crudele.

Che silenziosamente, portò via il soffio di vita dalle tue candide membra.

E adesso, sotto la terra nera, forse qualcuno ti starà  ascoltando.

Ma c'è solo il pianto di un passero, che sa già  che al termine di questo malinconico incanto,

forse, ti farà  compagnia.

E insieme a te ricorderà  l'autunno,

stagione di silenziosi rimpianti.

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Ci provo! Avvertite un medico prima di leggere questo elaborato à§.à§

Marko99

Colori

La Rossa Stagione

Rosse le foglie che si dileguan festose.

Rosse le cortecce di alberi di antico fusto.

Rosso il perpetuo Sole quando cala a Ponente.

Rossi i prati colmi di frutti autunnali.

Vento, che impetuoso ti scagli sulle vittime immobili.

Vento, che glaciale raffreddi gli animi nostalgici.

Vento, che intoni possente il tuo canto libertario.

Vento, che porti e dilegui speranze e rimpianti.

Autunno, tu, che tanta malinconia porti.

Autunno, tu, che brami assieme alla stagione glaciale.

Autunno, tu, che tanta gioia estiva rimuovi dai cuori umani.

Autunno, tu, stagione malinconica, mite, che tanta speranza porti via.

Autunno, tu, che passasti alla storia

come rossa stagione.

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Guest Reshiram Giovi 3

reshiram giovi 3

la pace e l'autunno

La pace e l'autunno

Un giorno un bambino disse alla sua mamma quando e che ci sarà  finalmete la pace nel mondo >.

La mamma gli rispose < tesoro, questa cosa nn si puo' sapere, ma l'importante e che in famiglia ci sia pace ,amore,allegria,non solo in questa famiglia tesoro, ma in tutte le nazioni del mondo>.

Il bambino vedendo la mamma piangere gli chiese < mamma perchè piangi ??>.

E la mamma con un sorisso gli rispose < tesoro io non te lo ho mai detto ma tua padre propio in questa stagione di autunno mori , e ogni volta che lo penso il mio cuore ricorda i momenti passati insieme a lui e , tutte le goie e i dolori vissuti prima che t arrivassi . Tu si che hai risvegliato la famiglia e il mio dolore , tu per me sei come la foglia più bella di un albero che non cade mai propio perchè , sei tu la più bella li in cima tra tutte le altre>.

Il bimbo triste e malinconico della morte del padre , anche se non lo hai mai visto ,gli rispose alla mamma < mamma quindi per te l'autunno e una stagione di ricordi belli e brutti ??? >.

La mamma con un sorriso smalliante gli rispose < si stella mia propio cosi' , e per questo che ho deciso di raccontarti questa breve ma lunga storia piena di emozioni >.

Il bimbo gli rispose < grazie mamma per i tuoi complementi che mi hai fatto , mi hai fatto emozionare cosi tanto che ora quando vado a casa ti faccio un bellissimo disegno dove dentro racchiudo i sentimenti e le emozioni sentendo questo bellissimo racconto>.

.

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IkuraDance

Autunno, colori, passato

Le foglie di Autunno

Il tempo si è fermato,

fermato per pochi secondi,

pochi secondi non bastano,

a versare una lacrima,

una lacrima triste, come le foglie di Autunno.

Il tempo è cambiato,

cambiato per troppi volti,

volti dai colori spenti,

come quella notte,

una notte rossa, come le foglie di Autunno.

Il tempo è volato,

volato verso paesi lontani,

lontano come i petali morti,

come quel passato,

un passato morto come le foglie di Autunno.

Il tempo è scappato,

scappato dal fuoco ardente,

ardente come quel dolore,

di un'umanità  che cade,

che cade come le foglie di Autunno.

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Dopo molto ritorno a scrivere per un contest (mancava una poesia orribile e ci ho pensato io) .

HyperSamurott

Passato

Non si può tornare indietro

Ultimamente mi viene da pensare

ad una stagione che recentemente ho visto terminare.

L'estate mi ha portato tante cose

in particolare dolori, persone gelose e riposo

ed altre cose per me irritanti che dire non oso .

Ho odiato questa stagione

ma non avevo una vera ragione

e di rimediare ho avuto l'occasione

ma mi son reso conto che era tutta una finzione.

Il passato è passato

e non può più tornare

le cose stupende accadute le posso solo ricordare.

Soprattutto mi son ricordato

di avere un grande amico fidato

di avere un talento celato

e che spesso sono inappropriato.

Sebbene tanto l'abbia giudicata,

vorrei rivivere questa stagione da me odiata.

Le cose provate non accadranno nuovamente

o, almeno, non lo faranno tanto facilmente.

Con la fine dell'Estate

quante cose son passate,

quante cose son terminate

e quante sono ricominciate.

Dopo molto riposo si torna a lavorare

e, i ragazzi come me, tornano a studiare.

Le persone non più spesso si possono frequentare

e, purtroppo, non si può indietro tornare.

Non si può tornare indietro,

oramai questa cosa è appurata

ma sono sicuro che mi aspetterà  altro

quando quella stagione speciale sarà  ritornata.

Intanto l'Autunno è arrivato.

Con se, il freddo ha portato

e le giornate ha abbreviato.

Oh Autunno, ti prego ora che sei tornato

di darmi un periodo formato da

tanta gioia e felicità .

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IcyFlame

Qui inizia l'Autunno

Autunno

Aspettando il grande freddo,

arriva l'Autunno.

Portando via il caldo,

arriva l'Autunno

Vento allontana via la felicità ,

arriva l'Autunno

Ed ecco la vendemmia,

arriva l'Autunno

Dal verde che speranza infonde,

ai mille colori delle fronde

La fiamma estiva spenta

Non più allegria,

Si lascia posto alla malinconia.

Dal verde che speranza infonde

al grigio triste delle nuvole vagabonde

Presto arriveranno i fiocchi bianchi,

Ma ora, aspettando il gelo

Cadono lacrime dal cielo.

La gioia forse se ne è andata,

Ma la nuova stagione è arrivata

C'è chi l'accoglie ridendo,

Chi lo fa piangendo.

L'Autunno eccolo qua,

Per un pò con noi resterà 

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by secsi @Combo 

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Spada99

                                                                        Passato,Autunno,Colori

                                                                     Ricordo di una foglia

Il vento che spira leggiadro nell'aria,

l'ultima foglia di un albero,

aggrapata ad uno dei rami più alti,

spira il vento,

lentamente la foglia scivola ondeggiando verso terra,

i ricordi vivi di un passato rovente dai verdi colori,

e ora gialla e ormai vecchia,

la foglia cade dolcemente a terra,

tutto tornerà  se il destino vuole,

tranne il passato.

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Alcino

Passato,Autunno

Autunno di ricordi alla torre di latta

Ricordo ancora quel giorno; vicino alla torre di latta

Ero lì;guardavo cadere quelle foglie così tristi quanto vivaci...

Esse sembravano voler danzare prima del tocco fatale...

Non mi accorgei subito che una di esse non voleva danzare con le altre

I suoi colori erano ancora di un verde malinconico...

Non volli più osservarla; per non pensare alla fine imminente di una felice estate

Oggi sono tornato e quei ricordi, quel primo gelo, quegli alberi sembrano aver assunto nuova forma

Una nuova danza le fa volteggare;ma il loro destino non cambia...

Noto, come un ricordo mi balenasse, che v'è una foglia...

Una foglia verde,anch'essa;come allora;non vuole partecipare a quella danza fatale...

Una goccia d'acqua pura attraversòa ora il mio viso

Torno a casa; con una malinconia; anch'essa presto danzerà ...

-Fine-

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Avrei potuto fare di meglio ma... A me piace!

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Neku»

Autunno & Colori

L'ultima foglia

Cade l'ultima foglia dall'albero.

Una foglia giallastra e marroncina, come una vita consumata sino alla fine dei suoi giorni, che poi si è definitivamente spenta.

Volteggia nell'aria trasportata dal vento come se con tutte le sue forze lottasse per non cadere a terra ed esalare il suo ultimo respiro.

Alla fine tocca terra. Non c'è più speranza per lei.

Passa un bambino, e vedendo la bellezza dei colori dell'autunno la raccoglie e la mostra alla madre come un tesoro prezioso.

Si accorge che tutt'intorno la natura sta morendo, ma non è così.

Sta solo andando in un profondo letargo,

proprio come uno scoiattolo che si nasconde nell'albero accogliente e aspetta la stagione fredda mettendo provviste da parte.

Questo è l'autunno. La stagione del riposo dopo un lungo anno di duro lavoro.

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Sho»

Colori e autunno

Uno strano fatto

In una mattinata di ottobre,

Affacciandomi al balcone vidi questo strano incendio,

tutto giallognolo, rosso a marroncino.

Questo fatto mi incuriosisce molto,

sembra che il mondo stesse finendo,

degli alberi non ci son più foglie.

Tutto è morto.

Ma scendendo dalla torre mi accorgo che è arrivato l'autunno,

in verità  nulla è morto,

è solo un riposo che a marzo finirà ,

da allora tutto tornerà  come prima riaccadendo come ogni anno.

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TGiuseppe94

Colori

I quadri dell’Autunno

Dentro il gran rumore del mio calpestar,

concentro i pensieri ai caldi colori

di aranci foglie, alle quali gli amori

dei tronchi stanno andando lenti a sfumar.

Oh Autunno, devi i quadri tuoi ben guardar,

niente eguaglierà  i tuoi capolavori:

riescono a scacciar dell’uomo i timori,

come un bambino che si lascia cullar.

Rosse sono degli alberi le chiome.

Rossi sono sulle strade i tappeti.

Rosse sono del ponente le gote.

Autunno, le tue tele son ben note;

Autunno, riscaldar i cuor non vieti;

Autunno, rossa stagion è il tuo nome.

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bè, partecipo. avrei potuto far di meglio, mi sa, ma il tempo è quel che è :/

Flamiya

parola chiave: Autunno

Ed ecco che Settembre riportò l'Autunno

“Anche quest’anno è arrivato Settembre†Pensò Giada, mentre camminava nel parco. Lei era solita passare dal parco di Piazza Venezia, per tornare a casa. Ma oggi, una brezza più fresca del solito le scompigliava i capelli, smuoveva le fronde degli alberi e increspava l’acqua dei laghetti. Fu proprio quella brezza a farle alzare gli occhi verso i rami dei grandi alberi del parco: le foglie, prima verdi e rigogliose, si stavano ingiallendo, diventavano vecchie, si staccavano come se gli alberi si fossero stancati di portare lo stesso vestito, dopo averlo indossato per quasi sei mesi. Sui rami non si intravedevano più le rondini, erano già  partite per il loro annuale viaggio verso luoghi caldi, lontani e indefiniti, e, come se tutti gli uccelli si fossero intristiti per la loro partenza, non si sentivano più molti cinguettii gioiosi, il coro del parco non intonava più la sua melodia,, lo spettacolo di lirica era finito. In alto il sole giocava a nascondino con le nuvole, trasformando insieme a loro il cielo, che fino a pochi giorni fa era azzurro e limpido:ora era un grigio mantello di nuvole portatrici di pioggia, che inumidiva l’aria e copriva il paesaggio, rendendolo tutto un po’ più grigio, un po’ più spento, un po’ più freddo. Invece in basso, nei cespugli, i papaveri nelle siepi iniziavano ad appassire, come degli anziani fiori rugosi, che ormai avevano deciso di lasciare, con un sorriso, questo mondo, lasciandosi dietro l’eredità  dei loro neri semi, nell’attesa di una nuova estate, l’anno prossimo.

Giada notò anche che nell’area giochi del parco non c’erano più i bambini che giocavano, nell’aria non c’era più il suono cristallino delle loro risate. Era solo la brezza leggera, ora, a muovere giostrine ed altalene.

Il parco era passato, in pochi giorni, dall’essere vivo, caldo, verdeggiante, all’essere deserto, freddo e bruno, come se avesse voluto cambiare colore, fare una strana sorpresa ai cittadini di Trento, cambiando aspetto. E ora, con l’arietta fresca che le carezzava il viso, Giada si rese conto una volta per tutte che, anche quest’anno, la giocosa Estate se n’era andata, lasciando il posto all’accorto Autunno, che tanto era bravo e previdente, nel fare i preparativi per il cupo e freddo Inverno.

“Eh già , alla fine l’Autunno è arrivato un’altra volta…†pensò Giada, stringendosi il colletto del maglione per tenersi più calda, mentre usciva dal parco accompagnata da tante foglie secche che danzavano nella brezza.

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flamiya complimenti meglio molto meglio della mia

Questa discussione è solo per postare gli elaborati, non per altri commenti.

Pregherei gli altri utenti di non rispondere, se non per altri elaborati. grazie. :)

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Partecipo anch'io. Forse è un piccolo sfogo, ma spero vi piaccia.

Nijugo

Autunno

Pensieri sospinti dal vento

Autunno. La stagione di passaggio, in cui la natura si assopisce. E' d'autunno che le foglie cadono, gli uccelli migrano e la pioggia batte. Considerata stagione triste, più dell'inverno. I cambiamenti che sconvolgono le foreste, scuotono l'anima della gente, suscitando tristezza e nostalgia. L'ambiente rispecchia le persone. Ma non per tutti è così. L'autunno può essere ritenuto una stagione molto deprimente, anche se non la trovo affatto così. La pioggia che picchietta sui vetri, i soffi di vento che smuovono le foglie e perfino i gruppi assonati di studenti che si dirigono malavoglia a scuola, rendono questa stagione magica. Le nuvole si accumulano nel cielo, ingrigendo il paesaggio e portando il maltempo e gli alberi, come preparandosi al peggio si ritirano: le larghe foglie, ormai inutili vengono lasciate cadere, ricoprendo il paesaggio di meravigliosi toni gialli e rossi, stupendo le persone abituate ad un paesaggio verde, i rami, che nei mesi passati si sporgevano curiosi per le strade, si ritraggono impauriti dal grigiore, malinconico ma stupefacente, che sprigiona il cielo autunnale. Molti abbinano la stagione alla morte, alla fine dei raggi di sole che illuminano e riscaldano vivacemente le giornate, alla fine del periodo di vacanze.

Ma non è cosa da fare: non è morte, è l'inizio di una nuova vita, perché nessuno muore, semplicemente, s'addormenta;

non è la fine del caldo, è l'inizio del periodo freddo che da un equilibrio alla natura, l'inizio della pioggia e del vento, l'inizio delle tempeste, che, in futuro, come è sempre successo e si ripete ogni anno, porteranno la neve, il gelo e il tempo trascorso a casa, con la famiglia, davanti alla più vicina e labile fonte di calore, latte caldo o camino che sia;

non è la fine delle vacanze, è l'inizio di una nuova avventura a scuola, tra amicizie vecchie e nuove, consolidamento di legami recenti o separazione di conoscenze più mature e, chissà , addirittura nuovi amori, o forse nuovi disprezzi. L'autunno è la stagione del cambiamento, dove tutto si capovolge, pur restando comunque abituale e comune. Forse è proprio questa la paura della gente. Non è l'autunno ad essere triste, è l'estate ad essere troppo allegra, in confronto agli abitudinari giorni dei mesi freddi, dove la routine quotidiana è sempre la stessa e la gente, annoiata dallo stesso percorso giornaliero, maledice il tempo che passa troppo velocemente, riportandoci alla dura realtà . Ma la stagione autunnale rimane incantata, siamo noi che con piccoli gesti, ogni giorno, possiamo renderla ancora più bella, molto più di quanto non sembri e non sia già .

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Fen

Principalmente "autunno", supportata nel contesto da colori e passato.

Nuovo Autunno

La mia vita era come una notte d'autunno.

Buia, con qualche stella,

che faticosamente mi indicavano la strada da seguire,

ma era un cammino senza gioia,

un semplice trascorrere del tempo.

Trascinandosi, arrancando,

una vita vuota, vissuta nel passato.

Quando ormai le stelle cominciavano a sparire,

e il buio incombeva, ho visto sorgere un nuovo giorno.

L'autunno, stagione del cambiamento.

Cambiano i colori, cambiano le emozioni,

le persone, gli animali,

in un circolo vizioso inarrestabile, al quale mai ti opporresti.

Non c'è volontà  in tutto questo, così deve essere.

Tutto cambia.

Tutto può diventare luce,

tutto può diventare colore, i colori dell'autunno.

Rosso come le foglie,

che pigre cadono in terra, dal loro albero ormai spento.

Giallo come l'erba,

che ricopre il mio nuovo cammino.

Verde come le piante che mai appassiscono,

Nemmeno quando il gelo tentarore le assale.

Lillà  come il cielo d'autunno,

che guardi apprensivo, come se potessi inghiottirti nella sua infinità .

Arancio come il tramonto,

segno della fine de giorno,

ma portatore di un nuovo inizio.

Ora il cielo d'autunno è luminoso, risplende.

Le stelle si sono moltiplicate,

un moto inarrestabile,

ma non sono gli astri ad illuminare i miei passi.

C'è un sole nella notte, che infuoca, arde.

Un sole di ghiaccio, straordinariamente simile alla luna.

Un sole chiamato speranza,

che cinge il mio cuore in una stretta di ghiaccio.

Autunno, stagione della speranza.

Stagione dove tutto cambia.

Posso cambiare anche io.

La mia vita è come una notte d'autunno.

Luminosa, con tante stelle,

che fiduciosamente mi indicavano la strada da seguire,

ed era un cammino sperenzoso,

un semplice sentimento che ti scalda il cuore.

Camminando, correndo,

una vita nuova, vissuta nel presente,

vissuta in autunno.

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(ps. è piccola... XD )

SantinoBlack Rosso-NHG

autunno

21 settembre

Oggi è il primo giorno d’autunno.

In questo periodo i Deerling cambiano aspetto e diventano color arancio.

I Parasect e gli Amoonguss iniziano ad uscire fuori dopo giornodipioggia continui.

I Seedot nascono fiorenti vicino agli Shiftry.

Il quintetto dei roditori và  in letargo insieme ai Teddiursa e agli Ursaring.

I Weedle, i Caterpie e i Wurmple diventano bozzoli per diventare più forti.

Pidgey, Hoothoot, Taillow, Starly e Pidove vanno in regioni più calde per l’inverno.

Kyogre inizia a usare l’abilità  piovischio tutti i giorni.

Questo è l’autunno!

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Lightning

Passato

Tutto svanisce, tranne il ricordo

Camminavo lentamente, a testa bassa, assorto nei miei pensieri. Quanta strada percorsi? Non ne ho idea. Il sole era alto nel cielo; le ultime rondini volavano libere verso mete lontane, solcando il cielo terso. Il rumore delle onde, che si frangevano sulle rive del lago, era l'unico udibile nel raggio di parecchie miglia. La forte brezza mi sferzava il viso.

Mi sedetti sulla solita panchina, cercando di distrarmi, ma il pensiero di lei, di tutti quei mesi passati assieme, mi investì di nuovo con la forza di un uragano, trapassando la mia anima affranta. Come era possibile che, dopo tre anni, ancora non fossi riuscito a dimenticarla? Perché la sua figura non si era dissolta in una nuvola di ricordi, come le precedenti?

*

- E tu... Sei?

- Sara, lieta di conoscerti.

Non mi sono mai sentito così. E' come se tutta la bellezza, la magnificenza, lo splendore del mondo si sono riuniti in un'unica persona. Il mio cuore inizia a battere più velocemente, il respiro accelera... Io semplicemente ricambio il sorriso.

*

- Tuffati! E' più facile di quanto tu possa credere!

- Certo che no! Sai che non sono brava, a nuotare!

Sono passati quasi due anni dal giorno in cui l'ho conosciuta. Ma ciò che provo per le non è cambiato minimamente. Forse sono impazzito, forse mi sto illudendo, o forse... E se lei non ricambia questo sentimento? Come farò a vivere, sapendo che l'avrò persa per sempre?

*

- Devo... Devo dirti una cosa. Una cosa... Che non ti piacerà .

- Oh... Spero con tutto me stesso non sia quello che penso.

Speranze vane. Quattro anni sono trascorsi, eppure a me non sembra sia passato nemmeno un giorno. Quattro anni fantastici, da sogno e, proprio come un dolce incubo, era inevitabile che, prima o poi, tutto sarebbe finito. Non ho mai creduto nell'amore, ma questa sensazione di vuoto, di triste malinconia mai provata prima, a che altro potrei ricondurla? Riuscirò a girare pagina, a passare oltre? Ancora non lo so. Temo che solo il tempo, potrà  darmi una risposta.

*

Riaprii gli occhi. Le nuvole rosa incorniciavano quella tempesta di rosso e oro. Era il tramonto: evidentemente mi ero addormentato. Mi alzai e guardai la superficie blu increspata dal vento: in quell'istante, rividi Sara, la sua pallida immagine riflessa nelle acque. E capii che dovevo riprendermi, che dovevo andare avanti, che non potevo rifugiarmi in quel piccolo antro nella mia mente scordandomi di vivere.

Mi voltai di scatto e presi a correre, lasciandomi alle spalle quel luogo intriso di delicati ricordi. Mi sbagliavo, quindi: l'amore non sarà  eterno, ma esiste, e lascia una traccia indelebile nel cuore e nell'anima di ognuno di noi.

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Bè, spero vi piaccia ^^

Saphira

Principalmente colori, ma anche autunno e passato

Il fascino dei colori

Si svegliò di soprassalto, con il cuore che le batteva a mille. Il ritmico ticchettio della pioggia attorno a lei le faceva compagnia e le piccole gocce cristalline sul suo viso la rinfrescavano. Era sdraiata a terra, bagnata fin dentro i calzini di lana. si mise a sedere e si guardò intorno: vedeva solo alberi, tanti alberi fino all'orizzonte, come se non finissero mai. Avevano dei colori meravigliosi che andavano dal giallo acceso al rosso sangue. Uno sconfinato paesaggio di una semplice e pura bellezza. Quando si alzò in piedi le sue scarpe fecero uno strano rumore, e questo la fece sorridere. Non si ricordava né quando né come fosse arrivata lì e neanche dove fosse il lì. Ma non si fece prendere dal panico; Katherine era sempre stata una persona calma e non aveva fretta di tornare a casa, dovunque fosse. Quel luogo le trasmetteva una gioia immensa, nonostante fosse bagnata e infreddolita. Si godeva ciascuna di quelle fragili foglie colorate che la circondavano. Dopo un minuto o due, o forse un'ora, decise di tornare da dov'era venuta. C'era solo un piccolo problema: non sapeva che direzione prendere. Iniziò a camminare dritto davanti a sé, lentamente, quasi come se le sue gambe fossero riluttanti a lasciare quel luogo magico. Mentre camminava le tornarono in mente alcuni ricordi del suo passato: ricordava una bicicletta, la sua bicicletta di un arancio acceso. Il colore dell'autunno, il suo colore preferito. Ricordava un leggero venticello fresco che le scompigliava i capelli color castano. Ricordava di pedalare in fretta e di raggiungere il cuore del bosco dove si trovava in quel momento. Ricordava una voce, la voce di sua madre, che le raccomandava di non uscire con quella febbre altissima. D'un tratto smise di piovere e il sole uscì timidamente da dietro le nuvole scaldando il viso di Katherine. Lei si fermò ad ammirare ancora quella vista colorata, ora illuminata dai raggi del sole. Nel cielo si poteva ammirare un meraviglioso arcobaleno che spuntava da dietro le cime degli alberi. Quanti colori... la facevano ricordare. La sera prima era uscita non curante delle raccomandazioni di sua madre. Ricordava di aver lasciato la bicicletta sul limitare del bosco, dove sarebbe tornata a prenderla in seguito. Sfortunatamente aveva iniziato a piovere e lei, già  malata, si era sentita la testa girare. Poi sentì un tonfo. Qui finivano i suoi ricordi. Uno scoiattolo la fece tornare al presente: com'era grazioso. La sua morbida pelliccia bagnata risplendeva come di luce propria. Il largo sorriso di Katherine svanì di colpo, si sentiva la testa scoppiare. Decise che era meglio affrettarsi, prima di svenire nuovamente. Iniziò a correre più che poteva, mentre i cespugli e gli alberi colorati le sfrecciavano accanto. Dopo quelle che le parvero ore arrivò al limitare del bosco. Cercò con lo sguardo la sua bicicletta e la intravide dietro a dei rovi. Mentre pedalava in direzione della sua casetta calda e accogliente notò che il paesino era totalmente ricoperto da un tappeto di luccicanti foglie bagnate. Che spettacolo! Magari avesse avuto con sé una macchina fotografica... Finalmente arrivò a casa. Quanto l'avrebbe sgridata sua madre? Katherine avrebbe scommesso su frasi del tipo "Sei in punizione per tre anni, signorinella!". La sola idea le faceva venire i brividi. Si arrischiò ad entrare: era terrorizzata. Contro ogni aspettativa appena la vide sua madre le corse incontro piangendo e la abbracciò così forte da toglierle il fiato.

"Oh, bambina mia! Quanto ero preoccupata! Temevo che...che..." S'interruppe.

"Mamma, sto bene!" Almeno quasi pensò.

"Ma perché sei uscita nelle tue condizioni?!"

"Mamma, lo sai che non so resistere al fascino di tutti quei colori."

"Almeno stai bene" Le rivolse un grandissimo sorriso. Aveva ancora gli occhi lucidi.

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- chris23 -

Passato

- RITORNO -

Era una bella giornata.

Il sole illuminava basso l'orizzonte, mentre alcune nuvole velavano il cielo grigio di un tardo pomeriggio autunnale.

Il ragazzo era davanti alla porta, ma ancora non aveva apoggiato la mano sulla maniglia. Sembrava fosse in attesa che succedesse qualcosa, o che arrivasse qualcuno, invece stava soltanto pensando al passato.

Si era fermato il tempo: la scena era ferma, nulla più si muoveva, neppure i fili d'erba del prato attorno all'edificio.

Quante cose erano accadute, quante parole, colori e silenzi avevano attraversato quel luogo. Qualcosa scorreva nella mente del ragazzo, ma non erano solo ricordi. C'era di più.

«Oh beh.»

Tese una mano verso la maniglia della porta, ma quando fece per afferarla, si bloccò ancora, e quasi ritrasse la mano.

Un filo di vento sospinse una foglia arancione sulla soglia, ma dopo alcuni attimi rotolò qualche centimetro più lontano.

«Andiamo.»

Distese il palmo della mano, ma invece di toccare la maniglia, l'appoggiò appena al legno irregolare della porta, e diede una leggera spinta. La porta si aprì.

- Dling-dling - fece il campannellino d'ingresso. Il ragazzo fu accolto da una luce tiepida e rilassante, mentre l'aria frizzante dell'esterno lasciava posto ad un'atmosfera decisamente più calda.

Aveva tenuto lo sguardo basso sin dal momento in cui era entrato nel locale ed aveva fatto giusto qualche passo in avanti, quando alla sua destra vide un cucciolo di San Bernardo che mordicchiava un giocattolo di gomma.

«Ehi bello! Come te la passi?»

Di risposta, il cucciolo posò il giocattolo e inclinò la testa, fissando con i suoi dolci occhi castani il ragazzo che si era accucciato proprio davanti a lui.

- Arf arf - guaì di felicità  il cucciolo, quando una mano amica lo grattò sul capo.

Â«È bello rivederti, amico mio!»

Si rimise in piedi, e quasi urtò contro un tavolo e una sedia nell'alzarsi. Ma fu solo un attimo: riprese a camminare dritto verso il fondo del locale, fino ad arrivare di fronte ad un bancone lucido. Appoggiò quattro dita sul bordo, e le fece scivolare piano piano, saggiando il marmo liscio al tatto. Mentre lo faceva, camminava a lato, giungendo all'apertura che consentiva al barista di recarsi dietro al bancone per servire i clienti.

Di nuovo tutto si fermò.

Solo la mente del giovane si muoveva, intenta a ripercorrere i ricordi, le memorie e le sensazioni; poi gli tornarono in mente i saluti, le grida, le fragorose risate, i pugni sbattuti sui tavoli.

Infine ricordò le persone, quelle persone che gli avevano riempito le giornate, che riuscivano a trasformare una sforfia di tristezza in un sorriso, quegli amici che coloravano le giornate ingrigite dalla noia del momento.

Il ragazzo sospirò profondamente, e diede un'occhiata a quello che era sempre stato il suo banco da lavoro: era tutto in ordine, giusto un po' di polvere, ma ogni cosa era rimasta esattamente dove l'aveva lasciata.

Al toccare con mano i boccali di vetro, le tazze, il suo vecchio grembiule da barista, si sentì la malinconia morire in gola.

Si era gettatto il passato alle spalle, dopotutto. O almeno, pensava di esserci riuscito.

Ma quel pomeriggio d'autunno, il passato ha deciso di bussare alla porta. È così: noi possiamo correre via, saltare, nasconderci in qualsiasi modo, ma come un'ombra, il passato sarà  sempre con noi, a ricordarci chi siamo e da dove veniamo, e può capitare che guardando indietro, guardando la nostra ombra distendersi al calare del sole, torni in noi quella forza che un tempo ci aveva fatto brillare.

- Woof - il cucciolo di San Bernardo drizzò le orecchie e guardo verso la porta.

- Dling-dling - la portà  si aprì di nuovo, e nel bar entrò un gruppetto di ragazzi.

«Ehi bello!» si accucciarono di fronte al cucciolo e iniziarono a coccolarlo.

Poi uno di loro si rimise in piedi e volse lo sguardo verso il ragazzo dietro al bancone.

«Sei tornato.†si limitò a dire camminando verso di lui, mentre sul suo volto compariva un sorriso.

«Così sembra…» rispose il giovane barista, sorridendo all'amico. «Che cosa vi servo ragazzi?»

L'amico si voltò verso il resto del gruppetto che aveva preso posto a sedere, e con un rapido scambio di sguardi, tutti annuirono contemporaneamente. Allora l'amico si rivolse al ragazzo dietro al bancone: «Il solito!» dichiarò, sbattendo il pugno sul tavolo.

Fu allora che il giovane ragazzo, guardando l'amico negli occhi, scoppiò in una fragorosa risata, che lo liberò da tutti i pensieri malinconici del passato.

«Grazie.»

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Pokèmonmaster98

Liberi nel vento

Colori

Una folata di vento alzò quelle foglie brune, oscurandomi la vista. Ero perso nel vuoto, camminando nel bel mezzo di quel tornado di colori. Un passo, un piccolo e insensato passo, e il vento cessò. Le foglie si posarono dolcemente a terra, attratte dalla forza gravitazionale, come seguendo una sinuosa danza. Sembravano guidate da un grande maestro, il miglior maestro mai esistito; improvvisamente un dolce canto inondò la sperduta valle, e le foglie sembrarono essere guidate dalla melodiosa voce, bella e fragile allo stesso tempo, pronta a spezzarsi alla prima esitazione. Una canzona talmente affina all’ambiente che sembrava provenire da quei rari canti elfici, che riuscivano a farti vivere tutta la magia che la più piccola forma di vita poteva offrirti; quei canti che si innalzavano nei meandri dei boschi, in quelle località  nascoste a tutti gli occhi umani, tranne a quelli dei divini cantanti. Quegli amanti della natura, belli e forti, che sapevano rendere attraente un qualsivoglia elemento della natura, anche il più triste come una foglia spezzata che ricade al suolo.

Continuai a camminare lungo l’unico sentiero che mi si poneva davanti inseguendo quella voce divina, senza riuscire a capirne l’ubicazione. Il tortuoso sentiero sembrava non aver fine, come infinite erano le brune fronde che ne limitavano i confini. Il tempo sembrava non passare mai, finché non raggiunsi un promontorio che si stagliava sull’orizzonte, e ciò che vidi sulla sua estremità  mi lasciò affascinato: una ragazza incantevole più di quelle presenti in ogni leggenda che sia mai stata narrata, ed era proprio lei l’autrice di quel canto magico e ameno. In pochi secondi riuscii a comprendere il significato del suo canto. Non era un canto felice, ma bensì un canto molto cupo , che però mi attirò stranamente verso di lei. Volevo scoprire perché non riusciva a comprendere la bellezza di tutto ciò che la circondava, e solo quando le arrivai vicino potei capire cosa la turbava.

Stava scrutando l’oceano, quell’infinita distesa celeste chiaro; era una mare cristallino, come mai se ne erano visti in tutto il mondo in oltre cinque milioni di anni. Un mare che ti faceva sognare, che ti spingeva a raggiungerlo e a tuffarti in quella distesa trasparente, a scoprire ogni singola particolarità  che esso poteva rivelare al genere umano.

Feci un passo verso di lei per stringerle la mano, ma urtai sbadatamente un sassolino e lei se ne accorse immediatamente: si girò verso di me, e in quell’istante capii il motivo della sua profonda tristezza. Era circondata da un mondo perfetto, dove l’acqua era limpida e non vi era il minimo segno di inquinamento, la natura era incontaminata e si esprimeva in tutta la sua magnificenza. Ma era sola, l’unico essere vivente presente in miliardi di chilometri quadrati. Quando mi vide sorrise, e tra di noi non ci fu bisogno di parole: sapevamo di aver trovato l’unico vero amore della nostra vita, l’unico amore possibile in mezzo a quella natura selvaggia.

Il suo volto mostrava chiaramente le sue intenzioni e, come un’unica mente, ci prendemmo per mano e saltammo insieme da quel promontorio che si spalancava sopra l’oceano. Ma non stavamo precipitando verso quel limpido mare. Stavamo bensì volando in quel cielo sereno, dove il sole splendeva altro sopra di noi.

Continuammo a volare traspostati dalle correnti aeree, sempre mano nella mano, percorrendo leghe su leghe in mezzo a nuvole dalle forme fantasiose. Riuscimmo a scorgere più volte alcune che sembravano essere creature mitologiche, come Cerbero, le manticore, le arpie e i centauri. Ma ve ne erano anche di più semplici, ma una di esse era diversa da tutte le altre, e emanava una luce dorata. Aveva la forma di uno di quei grandi portali dell’antichità , ma quando vi arrivammo davanti esso si spalancò dinanzi a noi.

Non si riusciva a scorgere cosa vi fosse al di là  di quella gigantesca nuvola, ma io e la mia compagna ci tuffammo dentro di essa, e cominciammo lentamente a scendere. Ma non stavamo più sorvolando quell’oceano: sotto di noi si estendeva una grande terra desolata, o almeno così sembrava visto l’alta altitudine a cui ci trovavamo.

Man a mano che ci avvicinavamo al terreno ci accorgevamo che tutto ciò che era sotto di noi non aveva alcuna forma definita, ma sembrava essere fatto di luce, abbagliando i nostri occhi. Quando atterrammo in quella sperduta località , dove tutto era splendente e irradiava luce, non esisteva nient’altro se non io e lei. Eravamo pronti a vivere per sempre insieme in mezzo a quella strana terra splendente, come un’unica anima, quando una foglia verde ci passò davanti. Ci aveva seguiti attraverso le correnti del cielo, e continuò a seguirci sempre negli anni avvenire, in ogni singolo luogo puro e luminoso in cui passeggiavamo per sempre uniti dall’amore, divenendo il simbolo della nostra vita.

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Non capisco per quale arcano motivo non riesco a togliere le sottolineature.

comunque è solo una poesiola e leggermente affrettata, ma secondo me è adatta al tema

^^

•Ari†mà¸â€¢

Autunno

Il grande pittore

Un eccellente pittore

e arrivato in questi giorni,

sta spargendo il suo colore

proprio nei dintorni.

Scrolla gli alberi

dagli abiti vecchi,

decorando le strade,

con quei fogliami secchi.

Avverte gli animali

dell’imminente gelo,

e stacca i fiori

dal loro sottile stelo.

Ed è così che l’autunno

il mondo rimette

in perfetta armonia,

lasciando però nelle persone

tanta nostalgia.

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