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[Grovyle96] Another Journey


Grovyle96

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Prologo

La lega di Unima, un passo dal grande sogno di Ash Ketchum, un bambino di 10 anni: diventare un maestro Pokémon. Ad assisterlo ci sono i suoi compagni di viaggio, Iris e Spighetto, sua madre e il Professor Samuel Oak. Ash è riuscito ad arrivare in finale, battendo il suo rivale Diapo in semifinale. Il suo avversario è un allenatore che si è dimostrato il favorito dell’edizione. Riuscirà  Ash a vincere, dopo tanti anni, la sfida finale della Lega Pokémon?

Il fatidico giorno arrivò. Iris e Spighetto si ricongiunsero con Ash, che nel frattempo era andato a ritirare i suoi Pokémon dal Box.

“Ciao Ash†disse Iris sorridendo “Come ti senti oggi? E chi saranno i sei fortunati che lotteranno?â€.

Ash si girò e, ricambiando il saluto, disse: “Sono Snivy, Oshawott, Gible, Staraptor, Quilava e naturalmente Pikachu!â€.

I due amici si guardarono un po’ perplessi, perché aveva scelto una squadra totalmente inadatta al tipo d’incontro che doveva affrontare. Ma sorrisero nuovamente, perché credevano che il compagno avesse un’idea precisa in mente.

Il sole batteva forte sullo stadio e i tifosi dovevano mettersi una mano in fronte per vederci bene. Il cronista, accompagnato da Nardo e dall’organizzatore della Lega, presentò il rivale ed Ash, accolti da applausi e fischia.

“Ecco a voi Hoep da Johto! Ha sbaragliato letteralmente tutte le palestre e tutti gli allenatori per giungere qui!â€

“Vincerò, ce la metterò tutta†aggiunse Hoep.

Il cronista presentò brevemente Ash e diede il via alla lotta.

Il cuore batteva forte e le urla degli spettatori rendevano la scena molto confusa e caotica.

“Vai Hydreigon!†disse lo sfidante, mandando in campo un mostruoso drago a tre teste. Il suo ruggito raggiunse il viso del ragazzo, scompigliandogli i capelli.

“Vai Gible!†disse questo.

“Sono sorpreso, hai con te un Gible e non è nemmeno evoluto. La sfida sarà  più facile del previsto†disse ridendo il finalista.

Ash, arrabbiato, esclamò: “Il mio Gible non è uno qualsiasi, e te lo dimostrerò! Avanti, usa Dragobolide!â€.

La lotta cominciò e Hydreigon, senza fatica, mandò K.O. Gible, Snivy ed Oshawott. Staraptor riuscì a infliggere il colpo di grazia al drago con la mossa Zuffa. L’avversario scelse poi un resistentissimo Gigalith che, con Frana, mandò al tappeto Staraptor e con Terremoto Quilava. Rimase Pikachu che mandò K.O. con Codaccaio Gigalith.

“Bene, voglio finire qui. Vai, Chandelure!†disse.

“Attenzione, Chandelure sembra intenzionato a far fuori con ogni mezzo Pikachu. Ce la farà  Ash a ribaltare la situazione, o sarà  invece Hoep a vincere?†disse il cronista.

“Preparati†urlò il rivale “ Sarai ancora una volta secondo. L’amicizia e la fiducia verso i propri compagni è essenziale, non lo metto in dubbio, ma non sempre. Con questo atteggiamento non sarai mai primo, ricorda. Hai dieci anni da anni, oramai. Cresci, Ash, cresciâ€.

Quelle parole colpirono al cuore l’allenatore, facendolo sprofondare in un baratro nero e vuoto. Cosa significava che lui aveva dieci anni da anni? E chi era il nemico? La sua voce era talmente forte da sembrare “più vera delle altreâ€.Ash non ci vedeva più nulla, non capiva cosa stava succedendo. Non riusciva più a muovere le braccia e le gambe e non ce la faceva nemmeno ad urlare. Sentiva una voce femminile che pronunciava il suo nome. Con grande sforzo, riuscì a muovere un dito e riuscì a sibilare qualcosa che sembrava “Io… Io sarò primo, lo giuroâ€.

All’improvviso una forte luce colpì i suoi occhi e vide che sua madre, in lacrime, lo stava chiamando. Era una stanza verde acqua, con un grande letto dal lenzuolo bianco, dove era steso, circondato da apparecchiature e strani congegni elettronici. Aveva sul volto una maschera, probabilmente per aiutarlo a respirare. C’era una figura i camice bianco che, con una piccola luce, controllava i riflessi degli occhi di Ash. La madre stava sorridendo e, col viso tutto bagnato, tremava tutta. Cosa significava?

“Signora†disse lo strano signore, rivolgendosi alla madre “sono lieto di annunciarle che suo figlio, dopo ben quattro anni, si è ripreso dal comaâ€.

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Capitolo 1

Il ragazzo malinconico

Tutto ciò che Ash ricordava del mondo Pokémon… Tutto ciò in realtà  era solo una menzogna ben elaborata dal suo cervello, in quei quattro lunghi anni di coma. Tutto cominciò quando Ash ricevette il suo primo Pokémon, un Pikachu testardo e irascibile che non ascoltava mai gli ordini del suo nuovo allenatore. Vennero attaccati da un gruppo di Speraow sotto un acquazzone, dove Pikachu, per salvare tutti e due, usò un potente attacco elettrico che però degenerò la situazione: colpì in pieno Ash, facendogli perdere la conoscenza e mandandolo in coma. Venne ritrovato da Misty, la capopalestra di Celestopoli che era andato a cercare l’allenatore perché gli aveva preso la bicicletta. Trovò il corpo di Ash steso per terra, con Pikachu vicino e lacrimante, che cercava di rianimarlo piangendo. Si erano conosciuti da poco, ma con il gesto che l’allenatore fece, ossia quello di salvarlo dall’attacco dello stormo, si era guadagnato la piena fiducia del piccolo topo giallo.

I ricordi di Ash erano solo menzogne, ben elaborate dal cervello. Non si stancò mai di ripeterlo nel suo più profondo dell’animo e ciò era molto triste. Tutto il suo viaggio era solo frutto di tutte le informazioni studiate nella sua scuola quando era piccolo: infatti lui era uno degli allievi più brillanti, anche se non sembrava. Da allora Ash non fu più lo stesso.

Dopo due anni, dopo due maledetti anni di riabilitazione, riusciva a camminare normalmente e fare tutte le attività  che faceva anche sei anni prima. Era diventato silenzioso e aveva sul volto una faccia triste, che sembrava assonnata e priva di sentimenti felici. Ogni sera si recava sulla costa e ammirava il mare tinto d’arancione. Una sera si sentì toccare la spalla da una grande e rugosa mano calda. Si girò e vide una figura familiare, anche troppo. Il professor. Oak, quello vero.

“Ash, caro mio. Oh, scusa, mi sono dimenticato che non vuoi più essere chiamato con il tuo soprannome. Red, caro mio, volevo parlarti di una cosa. Ti ricordi di Pikachu, vero?†disse il professore.

Quel nome fece spalancare gli occhi del ragazzo.

“Pikachu… Sì, me lo ricordo†rispose con una voce all’apparenza malinconica.

“Lo sapevo†rispose l’uomo “beh, lui adesso si è nascosto all’interno del Bosco Smeraldo ed appare ai giovani allenatori che passano, con la speranza che tra questi ci sia tu. Te la senti di incontrarlo?â€.

“Perché mi chiede questo, professore?†domandò Red.

Il professore allora sbuffò e lo guardò in faccia. Era diverso dal solare vecchietto che si era immaginato: aveva due stanchi occhi neri, resi marroni dal sole che tramontava, una faccia piena di rughe che segnavano il suo volto e i capelli grigi pettinati ordinatamente.

“Appena ti ho visto quel giorno, nel mio laboratorio, mi ricordasti me stesso nel fiore della giovinezza. Quando io ricevetti il primo Pokémon… Scusa, ma ricordare il passato mi mette tristezzaâ€.

Red sorrise. Erano diventare rare le volte in cui lui sorrideva, e ciò era un segno positivo.

“Metta caso io volessi recarmi da Pikachu, come farei?†disse incrociando le braccia.

“Vieni nel mio laboratorio domani mattina e ti affiderò un Pokémonâ€. Disse il professore, andandosene.

“Ci conti†rispose Red.

Il sole si levò e Red uscì da casa, abbracciando la povera madre che per anni era stata affianco a lui.

Arrivò, dopo qualche minuto, nella casa del professore: era una villa con un grande giardino, dove qualche Pokémon correva e giocava felice. Una grande pala eolica forniva energia pulita alla casa. Red entrò e vide che il professore lo stava attendendo. Si recarono nel laboratorio, dove su un tavolo c’erano delle PokéBall, tre per la precisione.

“Non era come ricordavo†disse Red, mentre si guardava attorno.

“Ho levato il superfluo†disse l’uomo.

“Qui ci sono i Pokémon che io consegno agli allenatori in erba. Qui c’è Bulbasaur, il Pokémon Seme. Qui invece c’è Charmander, il Pokémon Lucertola. Infine qui c’è Squirtle, il Pokémon Tartaghina. Scegli quello che più ti piaceâ€.

Red prese la Pokéball di Charmander e si ricordò il suo finto Charizard.

“Scelgo questo†disse infine.

“Bene. Ascolta Red, io devo dirti una cosa. Ti ho fatto scegliere un Pokémon non solo per andare a trovare Pikachu, ma per farti mettere finalmente in viaggio. Sei stato in coma a sognare e adesso perché non puoi finalmente vivere per davvero tutto quello che hai immaginato? Tua madre… Vedi, è stata tua madre a voler farti partire. Ma la scelta è solo tua. Dimmi, Red, accetteresti questo Pokédex e partiresti?â€

Il volte del giovane divenne sorpreso. Sentiva uno strana sensazione, che non provava da tempo. Era la felicità , la felicità  che il suo grande desiderio si poteva avverare.

“Certo, professore†disse poi e subito corse fuori dalla casa per andare da sua madre.

Arrivato a casa, la vide con uno zaino in mano e una lacrima di gioia sul volto.

“Tieni Red†disse porgendogli lo zaino.

“Mamma, senti… Non vorrei risultare sgarbato, ma io voglio indossare altri vestiti. Spero che tu capisca. Non voglio assomigliare ad Ash, la mia finta controparte. Voglio essere una persona diversa quando affronterò il mio viaggio per Kanto e chissà , per altre regioni. Mamma, voglio partire con questi vestitiâ€.

Era vestito abbastanza comunemente, un paio di pantaloni beige, una maglietta rossa con le mezze maniche e il colletto bianchi. Aveva ricamata una PokéBall bianca sulla schiena. Sotto portava una t-shirt nera. Prese un cappello rosso e bianco e se lo mise in testa.

“Mamma, stai certa che ti chiamerò spesso, per ricambiare tutte le attenzioni che mi hai dato in questi anni. Grazieâ€.

La madre non resistette e scoppiò in un grande pianto, abbracciando sulla soglia di casa il figlio, temendo di perderlo ancora una volta.

“Vai, corri!†disse questa, tirandogli una pacca sulla schiena.

Red era finalmente partito ed era pronto ad affrontare la vera vita.

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