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Miti e Leggende


HeartOfIce

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1 minuto fa, Natural_24 ha scritto:

A me farebbe molto piacere.

Se hai bisogno di farmi una domanda o di una mano sono disponibile.

Mandami un messaggio privato e cercherò di fare il possibile.

Sappi che non sono un esperto neanche io, potrei definirmi uno storico, ma ho ancora molte cose da imparare!

Di sicuro ne sai più di me in fatto di storia ^^ quando potrò essere più attiva ti farò sapere. ^^ grazie tante 

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46 minuti fa, Natural_24 ha scritto:

 

Veramente un bel lavoro!

Complimenti.

Fatto bene e molto originale come idea.

Tutto perfetto per me, tranne per qualche errore a livello storico e di fonti.

Tranquilla non è niente di che!

Solo che io sono un povero malato di storia( laureato da poco in storia) che vede ogni singolo particolare!

Perdonami!

Comunque brava.

 

Menomale che non hai letto le mie parti

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37 minuti fa, Mystery ha scritto:

Menomale che non hai letto le mie parti

Adesso le ho lette, perdonami non le avevo viste :sweat:.

Comunque perchè dici menomale?

Mi sono piaciute anche le tue parti, non lo dico perchè voglio fare bella figura, sono fatte bene!

Poi non importa se molte cose sono false o mezze vere, l'importante e mettersi lì a trovare le fonti e scrivere tutto.

Se ci metti voglia e passione si è già a metà dell'opera.

Poi si devono trovare fonti attendibili, purtroppo su internet e molti libri, anche quelli di scuola, presentano errori, anche molto grossolani.

Purtroppo le fonti esatte le trovi o nei libri di esperti, o negli archivi storici.

Poi nella storia, poche cose sono certe, e molte sono teorie su fonti attendibili e ragionamenti..

Sappi che però se un giorno avrai bisogno io sarò disponibile.

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23 minuti fa, Natural_24 ha scritto:

Adesso le ho lette, perdonami non le avevo viste :sweat:.

Comunque perchè dici menomale?

Mi sono piaciute anche le tue parti, non lo dico perchè voglio fare bella figura, sono fatte bene!

Poi non importa se molte cose sono false o mezze vere, l'importante e mettersi lì a trovare le fonti e scrivere tutto.

Se ci metti voglia e passione si è già a metà dell'opera.

Poi si devono trovare fonti attendibili, purtroppo su internet e molti libri, anche quelli di scuola, presentano errori, anche molto grossolani.

Purtroppo le fonti esatte le trovi o nei libri di esperti, o negli archivi storici.

Poi nella storia, poche cose sono certe, e molte sono teorie su fonti attendibili e ragionamenti..

Sappi che però se un giorno avrai bisogno io sarò disponibile.

Spoiler

perchè ho detto per fortuna,ero ironico

 

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JinmenjuRisultati immagini per Jinmenju

Jinmenju o Ninmenju (人面樹 albero dalla faccia umana) è, secondo una leggenda folcloristica diffusa in Giappone, un albero che si trova nelle valli montane. Il frutto dell'albero si presenta con una testa umana. Non dice una parola, ma continua a ridere o sorridere. Si narra che se il frutto ride troppo, cade dall'albero.

Caratteristiche 

Gli alberi di Jinmenju si trovano nel sud dell'Asia orientale, e i frutti dell'albero vengono chiamati jinmenshi, o frutti dalla faccia di bambino. Questi maturano in autunno, e se vengono mangiati hanno un sapore dolce/amaro. Si dice che anche i semi di Jinmenju abbiano un volto umano, con occhi, orecchie, naso e bocca.

Origini della leggenda

La leggenda del Jinmenju viene dalla Cina, ed è stata tramandata in seguito in Giappone, dove è stato considerato uno yōkai per la sua singolare natura.

Bestia di Enfield

bestia_gevaudan.jpg

La Bestia di Enfield è una creatura immaginaria usata talvolta in araldica.

Descrizione

Viene rappresentata con testa di volpe, zampe anteriori simili a quelle di un'aquila, busto di levriero, parte inferiore del corpo come quella di un leone, mentre le zampe posteriori e la coda richiamano quelle del lupo.

Possibili origini

La prima rappresentazione conosciuta della Bestia di Enfield appare sullo stemma del clan irlandese degli Ó Cellaigh (forma arcaica di O'Kelly). Gli Ó Cellaigh abitavano nel regno di Uí Maine e sono una delle tribù più documentate e citate negli annali dell'antica storia irlandese.

La tradizione racconta che il re Tadhg Mór Ua Cellaigh, combattendo nella battaglia di Clontarf nel 1014, venne ferito a morte: dal mare, per proteggere il suo corpo prima della sepoltura, fuoriuscì la mitica bestia.

La creatura è scolpita in molte antiche pietre tombali della famiglia O'Kelly presenti nell'abazia di Kilconnell (fondata nel 1353 dal re William Buidhe Ó Cellaigh) e nella vecchia chiesa di Cloonkeen.

Usi moderni

La bestia in questione compare sulle divise delle forze dell'ordine della Municipalità di Enfield (oggi nota come London Borough of Enfield), in Inghilterra; tuttavia non ci sono documenti che accertino il collegamento storico della creatura con Enfield. Anche le due squadre di calcio locali, l'Enfield F.C. e l'Enfield Town F.C., hanno inserito la bestia nei loro stemmi ufficiali.

In Australia, la bestia è presente nello stemma della cittadina di Enfield e sulle divise della fanfara locale.

 

@Natural_24

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3 ore fa, Mystery ha scritto:

Descrizione

Viene rappresentata con testa di volpe, zampe anteriori simili a quelle di un'aquila, busto di levriero, parte inferiore del corpo come quella di un leone, mentre le zampe posteriori e la coda richiamano quelle del lupo.

Possibili origini

Viene rappresentata con testa di volpe, zampe anteriori simili a quelle di un'aquila, busto di levriero, parte inferiore del corpo come quella di un leone, mentre le zampe posteriori e la coda richiamano quelle del lupo.

Descrizioni e possibili origini uguali

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ZIZ

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Ziz è un termine che nella tradizione mitologica ebraica indica un uccello gigante, la creatura più straordinaria del cielo simile a un grifone. In altri racconti viene indicato col nome Bar Juchne o Bar-Yuchnei.

Lo Ziz corrisponde al Behemoth e al Leviatano, le creature più straordinarie rispettivamente della terra e del mare. All'arrivo del Messia queste tre creature verrebbero arrostite per il banchetto escatologico.

Secondo gli studiosi lo Ziz è il prodotto dell'inculturazione ebraica di altre tradizioni mitologiche e in particolare dello Anzû sumero e assiro-babilonese.

Nella bibbia

Il termine compare due volte nei Salmi (Sal 50,11 e 80,13-14 o secondo la numerazione della Vulgata: Sal 49,11 e 79,13-14) e viene tradotto in italiano con perifrasi. Per esempio: "moltitudine degli animali della campagna" o "quel che si muove per la campagna" oppure "tutto ciò che si muove nei campi".

Nella scrittura ebraica 

Il nome Ziz, chiamato anche Ziz saddai (oppure Ziz saday, Ziz sadhay, Zīz śāday), compare nel Talmud babilonese (trattato Bava Batra), ma lo Ziz è indicato anche con altri appellativi, fra cui ben netz (figlio di falco), per cui viene immaginato come un gigantesco rapace. Il nome Bar Juchne è utilizzato in un altro racconto talmudico in cui un uccello gigantesco si accorse che il suo uovo era guasto e perciò lo lasciò cadere dal nido. Quando cadde al suolo e si ruppe, esalò tali sgradevoli odori che trecento alberi rinsecchirono e sessanta città furono inondate.

Lo Ziz, che è presente anche nella Cabala, è talmente grande da poter nascondere il Sole con la sua apertura alare. Dio diede forma agli uccelli subito dopo aver creato i grandi animali acquatici e i pesci; la funzione dello Ziz quindi è di proteggere con la propria voce tutti gli uccelli più piccoli, che altrimenti sarebbero facile preda delle aquile e degli altri rapaci; quando lo Ziz fa udire la propria voce, allora i predatori sono presi dal timore che la sua grandezza incute, e rinunciano la caccia.

Un'altra funzione dello Ziz è quella di proteggere il mondo dal vento che spira con forza da sud: spalancando infatti le sue ali, fa da scudo e trattiene il vento, che in caso contrario renderebbe secca e arida tutta la terra fertile. Delle sue dimensioni si dice che quando è posato sul suolo il suo capo possa toccare il cielo.

Lo Ziz è un animale unico, ma secondo alcuni racconti esso depose all'inizio dei tempi un uovo che si schiuderà nel giorno del Giudizio. Altre versioni affermano che lo Ziz rinasca come la Fenice, ma grazie all'uovo e non al fuoco.

Lo Ziz è presente anche nella letteratura ebraica infantile.

 

 

 

 

 

 

 

Per @Frabyte

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Uccello a tre zampe

Risultati immagini per yatagarasu

 

L'uccello dotato di tre zampe è una creatura che appare frequentemente nella mitologia dell'Asia, dell'Asia Minore e del Nord Africa. Spesso, questo uccello impersona o rappresenta il sole.

 

Le più antiche rappresentazioni di questa creatura fantastica si trovano nelle pareti di templi e piramidi dell'antico Egitto o sulle monete della Licia e della Panfilia.

 

Cina:

Nella mitologia cinese, il sole è rappresentato da un corvo dorato con tre zampe (金烏T, 金乌S, JīnwūP). Secondo il folklore, in origine esistevano dieci uccelli del sole, che vivevano appollaiati su di un gelso nel mare dell'est; ogni giorno, uno dei dieci uccelli veniva scelto per viaggiare intorno al mondo su di un carro guidato dalla dea Xihe, considerata la "madre del sole".

 

La leggenda vuole che, intorno al 2170 a.C., tutti i dieci uccelli del sole partirono per il viaggio intorno al mondo nello stesso giorno, rischiando così di incendiare la Terra; l'arciere Houyi salvò tutti abbattendo nove corvi e lasciandone in vita uno solo.

 

Nella mitologia cinese, il Fènghuáng (鳳凰T, 凤凰S) è l'equivalente dell'uccello a tre zampe, e se ne trovano tracce nell'arte e nella letteratura di quasi 7000 anni fa. Secondo le antiche scritture Erya, il Fenghuang ha il becco di un gallo, il muso di una rondine, la fronte di un pollo, il collo di un serpente, il petto di un'oca, la schiena di una tartaruga, le zampe di un cervo e la coda di un pesce. Anche se veniva comunemente rappresentato con due soli arti, esistono dipinti in cui ne ha tre. Quest'ultima versione è stata illustrata per la prima volta nell'iconografia relativa a Xi Wangmu (la Regina Madre dell'Ovest) nell'arte religiosa del periodo Han.

 

Giappone:

Nella mitologia giapponese, questa creatura è un corvo imperiale o un corvo indiano chiamato Yatagarasu (八咫烏), uccello di proprietà della dea del Sole Amaterasu. Lo Yatagarasu compare in antichi documenti giapponesi, come il Kojiki (古事記), in cui si narra anche che abbia combattuto e ucciso una bestia intenzionata a divorare il Sole, e che sia altresì il protettore dell'imperatore Jimmu. In molte occasioni, nell'arte giapponese questa creatura viene rappresentata con tre zampe, sebbene nel Kojiki non venga mai affermato che lo Yatagarasu ne abbia più di due. Oggi, la versione a tre zampe dello Yatagarasu è utilizzata come simbolo della federazione calcistica del Giappone.

 

Corea:

Nella mitologia coreana, questo uccello è conosciuto come Samjogo Kari-sae (hangul: 삼족오; hanja: 三足烏). Sotto la dinastia Goguryeo, il Samjogo era riconosciuto come un simbolo di potere, addirittura più potente del drago cinese e della fenice. L'uccello con tre zampe è uno degli emblemi che potrebbero sostituire la fenice nello stemma nazionale coreano, che verrà rivisitato nel 2008.

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CONIGLIO LUNARE

Risultati immagini per Coniglio lunare

 

Il coniglio lunare (in cinese 月兔S, yuètùP, in coreano 옥토끼?, oktokkiLR, in giapponese 月の兎 tsuki no usagi?) è una creatura immaginaria presente nella mitologia e nel folklore di molti paesi dell'Estremo Oriente, ed in particolare di Cina, Corea e Giappone. Si tratta per l'appunto di un coniglio che vivrebbe sulla Luna. Deve la sua origine ad una pareidolia comune in Asia (ma non in Occidente) per la quale è possibile vedere, negli avvallamenti della faccia illuminata della Luna piena, la figura di un coniglio seduto sulle zampe posteriori a fianco di un pestello da cucina.

È una figura leggendaria molto presente nell'immaginario mitologico dell'Estremo Oriente, sebbene con alcune varianti: in Cina viene solitamente considerato un compagno della divinità lunare Chang'e, per la quale è incaricato di produrre l'elisir di lunga vita pestandone i componenti nel suo mortaio; nel folklore coreano e giapponese si limita invece a pestare il dolce di riso (in coreano tteok, in giapponese mochi) nel mortaio (in coreano 절구?, jeolguLR, in giapponese 臼 usu?). In tutti i casi, il suo mito si ricollega ad una antica fiaba buddhista, la Śaśajâtaka.

In Cina viene anche chiamato coniglio di giada (玉兔S, yùtùP) o coniglio d'oro (金兔S, jīntùP), e la sua figura viene celebrata nella festività dedicata alla Luna e alla dea Chang'e, appunto la Festa della Luna (o Festa di metà autunno; 中秋節T, 中秋节S, ZhōngqiūjiéP).

Storia 

La più antica testimonianza del mito del coniglio lunare risale al Periodo dei regni combattenti, nell'antica Cina, ed è presente nel Chu Ci (楚辭T, 楚辞S, ChǔcíP), una raccolta di poesie cinesi composta durante la dinastia Han. In essa, viene menzionata la credenza per la quale sulla Luna, insieme ad un rospo, si troverebbe un coniglio occupato a sminuzzare nel suo pestello le erbe per l'immortalità. Una successiva menzione è riscontrabile nel Taiping yulan (太平御覽T, Tàipíng YùlǎnP, letteralmente "Letture imperiali dell'epoca Taiping") della dinastia Song.

Leggenda

Nella mitologia, la ragione per cui un coniglio dovrebbe trovarsi sulla Luna è descritta nel Śaśajâtaka, una antica storia (in realtà una vera e propria favola, per gli standard occidentali) buddista, con intenti moralistici. In essa si narra di quattro amici animali, una scimmia, una lontra, uno sciacallo ed un coniglio che, nel giorno sacro buddista di Uposatha (dedicato alla carità e alla meditazione) decisero di cimentarsi in opere di bene. Avendo incontrato un anziano viandante, sfinito dalla fame, i quattro si diedero da fare per procacciargli del cibo; la scimmia, grazie alla sua agilità, riuscì ad arrampicarsi sugli alberi per cogliere della frutta; la lontra pescò del pesce e lo sciacallo, sbagliando, giunse a rubare cibo da una casa incustodita. Il coniglio invece, privo di particolari abilità, non riuscì a procurare altro che dell'erba. Triste ma determinato ad offrire comunque qualcosa al vecchio, il piccolo animale si gettò allora nel fuoco, donando le sue stesse carni al povero mendicante. Questi, tuttavia, si rivelò essere la divinità induista Śakra e, commosso dall'eroica virtù del coniglio, disegnò la sua immagine sulla superficie della Luna, perché fosse ricordata da tutti.

La leggenda, il cui intento è celebrare le qualità buddiste del sacrificio e della carità portata avanti ad ogni costo, è ben nota in Cina e in Giappone, ed è conosciuta anche in versioni diverse: una di esse, popolare in Cina, vuole che sia stata la divinità Ch'ang Ô a salvare la coraggiosa bestiola dalle fiamme e a portarla con sé sulla Luna. In altre varianti cambia il numero e la specie dei compagni del coniglio, che vengono riferiti come una scimmia ed una volpe nella raccolta giapponese Konjaku Monogatarishū, scritta durante il Periodo Heian e che colleziona antiche storie indiane, cinesi o giapponesi, o una volpe e un orso in altre versioni.

Immaginario moderno e contemporaneo 

Creatura folkloristica molto popolare in Giappone, dove il racconto della sua leggenda così come la sua identificazione sulla superficie lunare sono popolari fra i bambini, il coniglio della Luna è spesso citato in numerose opere di finzione provenienti dal Sol Levante.

Sono numerosissimi i riferimenti alla sua figura presenti nella vasta produzione nipponica di anime e manga. Fra di essi possono essere ricordate citazioni presenti in Dragon Ball, nel quale, in una delle prime storie, il protagonista Goku affronta un malvivente dall'aspetto di un coniglio antropomorfo, spedendolo infine sulla Luna; in Lamù, dove in alcuni degli ultimi episodi del manga è presente un curioso "coniglio spaziale", Inaba, il cui compito è forgiare le chiavi del destino; nelle mini-avventure di Ener nel manga One Piece, quando questi atterra sulla Luna, vi trova degli esseri simili a roditori che poi sottometterà al suo volere; ne I Cavalieri dello Zodiaco, durante la corsa lungo le 12 case dei Gold Saints viene narrata in breve la favola del coniglio lunare e viene paragonato a Shun (Andromeda) per via del suo profondo senso del sacrificio, inoltre nel sequel Saint Seiya - Next Dimension - Myth of Hades le guerriere della dea Artemide (chiamate Satelliti) portano sugli elmi delle orecchie da coniglio. La citazione più nota si trova però nel popolarissimo anime e manga Sailor Moon, nel quale il nome originale della protagonista è Usagi Tsukino, la cui pronuncia è identica al termine giapponese per "coniglio della Luna", sebbene scritto in modo diverso (月野うさぎ?)[1]. È presente anche nel più recente manga Crazy Zoo, dove uno dei protagonisti è trasformato in un coniglio che è appunto il coniglio lunare.

Riferimenti a questa leggenda vi sono anche nei videogiochi Dark Cloud e Dark Chronicle (tutti i conigli in entrambi i giochi vengono dalla Luna e uno dei livelli di Dark Cloud è ambientato su di essa). Inoltre, il sesto livello del gioco Gokujyō Parodius è ambientato sulla Luna, la quale ospita una fabbrica con martelloni che pestano il mochi, numerosi conigli e il boss finale è una sagoma di una ragazza in kimono con orecchie da coniglio che potrebbe essere una rappresentazione di Chang'e. Nel videogioco/anime Inazuma Eleven GO: Chrono Stone, uno dei personaggi principali, Fey Rune, è ispirato alla leggenda del coniglio lunare. Nei videogame Final Fantasy IV e Final Fantasy IV: The After Years, una razza di conigli vagamente umanoidi chiamata Cantaway può essere incontrata in una grotta sulla luna. In Touhou Project i conigli lunari sono una specie di yokai che vive sulla luna. Inoltre, questi sono spesso rappresentati a preparare il mochi. Infine nel commovente indie game "to the moon", i protagonisti nell'infanzia vedono nella luna un coniglio e successivamente in età adulta, l'amata disseminerà la loro casa di conigli origami per ricordare lui quell'episodio.

Al di fuori dell'animazione giapponese, il coniglio lunare viene menzionato anche in una scherzosa conversazione tra l'equipaggio dell'Apollo 11 e lo staff della base statunitense di Houston, poco prima dello storico allunaggio: in essa, un addetto NASA ricordava agli astronauti del modulo la leggenda di Chang'e e del coniglio che avrebbero dovuto vivere sulla Luna; al che Michael Collins rispose: "Okay, we'll keep a close eye for the bunny girl" ("Ok, terremo gli occhi aperti per la coniglietta")[2].

L'Agenzia Spaziale Cinese ha scelto il nome 玉兔 (Yutu, coniglio di giada) per il rover lunare trasportato sulla Luna nel corso della missione spaziale Chang'e 3. Yutu ha esplorato il cratere Sinus Iridum per oltre un anno, dal dicembre 2013 al marzo 2015.

Il cantautore italiano Angelo Branduardi ha composto una canzone ispirata alla leggenda orientale, intitolata La lepre nella luna e contenuta nel suo album del 1977 La pulce d'acqua.

La band inglese Happy Graveyard Orchestra ha dedicato il brano Moon Rabbit alla leggenda.

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PEGASO

Risultati immagini per pegaso creatura mitologica

Pegaso (pronuncia [ˈpɛːɡazo]; in greco antico: Πήγασος, Pégasos) è una figura della mitologia greca. È il più famoso dei cavalli alati. Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo di Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato del mostro, insieme a Crisaore.

Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera. Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei.

Nella famosa gara di canto tra le Muse e le Pieridi, Pegaso aveva colpito con uno zoccolo il monte Elicona, che si era ingigantito fino a minacciare il cielo dopo aver udito il celestiale canto delle dee. Dal punto colpito dallo zoccolo di Pegaso nacque una sorgente, chiamata Ippocrene, o "sorgente del cavallo". Nello stesso modo, Pegaso fece scaturire una sorgente a Trezene.

Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione, tuttora chiamata Pegaso.

Con il nome di Pegaso sono definite numerose figure mitologiche minori, tutte deformazioni del Pegaso greco. Nella letteratura latina, Plinio descrive come Pegasi degli uccelli dell'Etiopia con teste di cavallo. Sempre Plinio descrive sotto lo stesso nome un cavallo dotato di ali e corna. Per Giulio Solino e Pomponio Mela sarebbe invece un uccello con orecchie di cavallo.

In araldica, il cavallo alato si dice pègaso (nome comune).

Simbologia 

L'idea di un cavallo alato è molto antica e proviene dall'Asia Minore. La vitalità e la forza del cavallo, unite alla capacità di volare e quindi di svincolarsi dal peso della gravità fanno di Pegaso un simbolo della vita spirituale del poeta e della sua ispirazione che si eleva indomabile, incurante di qualsiasi ostacolo terreno.

Nell'arte

  • Perseo uccide Medusa sotto gli occhi di Atena, metopa da Selinunte, 540 a.C., Museo Archeologico di Palermo.
  • Si trova nello stemma, nel gonfalone e nella bandiera Toscana
  • Si trova sul dritto della moneta da 10 Lire coniata dalla Repubblica Italiana dal 1946 al 1950

Nel cinema e nell'animazione

  • Nella serie animata My Little Pony - L'amicizia è magica il pegaso è rappresentato come una delle tre razze in cui si dividono i pony, assieme agli unicorni e ai pony di terra; ai pegasi è affidata la manipolazione delle condizioni atmosferiche.
  • Pegaso è presente nel film "Scontro di titani" e nel remake "Scontro tra titani".
  • Pegaso è presente nel film d'animazione "Hercules" della Walt Disney
  • Pegaso è presente nel cartone animato "I Cavalieri dello zodiaco" come la costellazione di riferimento (oltre che armatura) dell'eroe principale della serie, Seiya.
  • Pegaso è presente nel cartone animato Pollon.
  • Pegaso è presente nel cartone animato Sailor Moon SuperS come uno dei personaggi principali, Helios, il guardiano dei sogni che tramite le sembianze del mitico cavallo alato si rifugia nei sogni di una delle protagoniste.
  • Nel cartone animato Digimon il digimon 'Pegasusmon' si ispira a Pegaso.
  • Nel cartone animato Yu-Gi-Oh! GX e nel relativo gioco di carte collezionabili di Yu-Gi-Oh!, la carta "Bestia Cristallo Pegaso Zaffiro" è una delle "Bestie di cristallo" utilizzate da Jesse Anderson.
  • Pegaso è presente come 'bit power' e come 'beyblade' su tutte le serie animate di Beyblade Metal Fusion.
  • Pegaso è presente nel videogame "Age of Mythology".
  • Pegaso è presente nel videogame "God of war 2".
  • La cantante australiana Kylie Minogue, durante il suo tour "Aphrodite Les Folies 2011" appare seduta su una statua dorata di Pegaso mentre intona il brano "Illusion".

Loghi

  • Pegaso è il simbolo del logo della Buell Motorcycle Company
  • Pegaso è il logo dell'associazione Arcigay, nonché il nome della rivista dell'associazione e di un premio annuale
  • Pegaso è il logo della omonima Università telematica napoletana.
  • Pegaso è il simbolo del logo del Secondo Gruppo Elicotteri della Marina Militare Italiana
  • Pegaso è il nome del teatro fondato da Antonia e Giusy Di Francesco nel 2004 a Roma
  • Pegaso è il nome di un modello di moto dell'Aprilia casa motociclistica italiana
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PANOZIO 

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Proprio come blemmi e sciapodi, anche i panozi sono creature antropomorfe: si diceva fossero una popolazione abitante l’estremo Nord del mondo (Plinio, Naturalis Historia IV, 95). Descritti come esseri umani ad eccezion fatta per le orecchie, pareva  che queste ultime fossero talmente lunghe da poter essere utilizzate per volare. Di fatto il nome panozio deriva dal greco pan e othi che significa “tutto orecchi”. Il primo a designarli in questa maniera fu Pomponio Mela anche se, prima di lui, già lo storico greco Megastene – vissuto fra il IV e il III secolo a.C – aveva riferito alcune notizie relative ad esseri con le stesse caratteristiche. Anche Ctesia di Cnido parla di “panotii”, e del fatto che questi usassero le proprie grandi orecchie come giaciglio e coperta al momento di dormire, mentre le donne se ne servivano per coprire il proprio corpo.

Notizie relative  al loro aspetto e alla strana timidezza che pareva caratterizzare questi individui, le ritroviamo in un testo medioevale dal titolo Gesta romanorum, una raccolta di aneddoti e racconti bizzarri, fatta risalire intorno al XIII secolo.

Altrettanto interessante è il fatto che persino in Oriente si ritrovino raffigurazioni e descrizioni riguardanti esseri con questo particolare aspetto. In Malesia, ad esempio, si trova una figura demoniaca – uno dei guardiani dell’Inferno, per essere precisi – che avrebbe orecchie talmente grandi da permettere alle anime dei morti di trovare in esse un rifugio.

In Giappone, inoltre, sentiamo parlare dei “choji”, il cui significato è “farfalla”, presumibilmente in riferimento alle dimensioni delle orecchie di una particolare popolazione.

Esempi di questo genere si moltiplicano in tutte le parti del mondo e addirittura sul timpano del portale della chiesa di Sainte-Madeleine (IX secolo), lungo la via del pellegrinaggio verso Gerusalemme, ritroviamo raffigurati insieme a Dio e agli apostoli, non solo altre creature mitologiche come i cinocefali – dei quali abbiamo già parlato – ma anche dei panozi. Si tratta ovviamente di una scelta fatta sulla base di una finalità simbolica, come tutto d’altro canto in età cristiana. Le enormi orecchie, infatti, sarebbero considerate una sorta di dono per queste popolazioni che, in tal modo, hanno potuto meglio ascoltare la parola di Diosalvando così la propria anima.

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Cicciogamer89

 

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Cicciogamer89, nome d'arte di Mirko Grassolercio(Roma, 27 gennaio 1989), è uno ladro italiano, fratello dello  youtuber Jomerd (Simone Grassolercio).

 

CARRIERA
 

Dopo aver rubato un primo canale di Gommertron poi chiuso dalla polizia di Sanzian dove aveva raggiunto i 1000 centesimi , Mirko ritenta nel luglio 2012 con il canale cicciogamer80fame. Il successo non tarda a scomparire, arrivando nel 2015 al milione di schiavi.

I due "marchi di fabbrica" del suo canale sono sicuramente il Paguro Grasso, che fa sia da logo che da mascotte del canale e il caratterisco saluto di Mirko all'inizio di ogni rapina, ovvero "Hakuan Matuat, raghez!".

 

 

Il "Nutellagate"

Il 1° ottobre 2016, mentre stava bruciando degli autografi al Rumenucs 2016,il miglior diciottenne colpì Cicciogamer in un occhio con un cornetto alla Nutella e fuggì tra la folla: non contento, dopo circa mezz'ora tornò riuscendo a colpirlo con un altro cornetto per la seconda volta! Alla seconda volta, però, le guardie del vandalo  riuscirono a catturare il "cornettaro" e lo portarono davanti al Ciccio. Il ragazzo si mise a ridere davanti a lui, e così il Ciccio pregò di non ricevere  denuncia. Due giorni dopo Cicciogamer rubò una macchina  con le sue reazioni a caldo, dove ha espresso tutta la sua delusione verso coloro che utilizzano la Ferrari per incitare gesti di quel genere e creare odio nei confronti dei cornetti. 

I membri del porcile  condannarono il gesto, seppur dandovi ragioni diverse: infatti alcuni pensavano fosse stato incitato dal fratello Jomerd altri che fosse un pranknik finito male, altri ancora che l'aggressore avesse risentimento personale verso il ladro.

@HeartOfIce aggiungilo in prima pagina

 

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