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Sicurezza informatica: la password non si scriverà  più, si penserà 


Cristian89

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Sicurezza informatica: la password non si scriverà  più, si penserà 

9 aprile 2013

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Controllare un computer usando il pensiero può sembrare fantascientifico, ma è in realtà  facilmente realizzabile nel presente. Per esempio, l'azienda statunitense NeuroSky ha in vendita MindSet, un dispositivo che costa 199,99 dollari, somiglia a un paio di cuffie per Skype, ma al posto del microfono ha un sensore di onde cerebrali posizionato sulla fronte. Può essere usato per inviare via Bluetooth le proprie onde cerebrali a un software in grado di farne uso. Esistono altri dispositivi simili, come Emoc di Emotiv.

Nel corso una conferenza internazionale sulla crittografia a Okinawa, il professor John Chuang della School of Information di Berkeley ha presentato i risultati di una ricerca, secondo cui dispositivi del genere potrebbero avere un luminoso futuro nel campo della sicurezza. Le password alfanumeriche sono considerate ormai insufficienti per garantire la sicurezza informatica: troppo semplici da rubare o da indovinare. Sono molto più sicuri i sistemi biometrici, che riconoscono le persone da dettagli fisici come le impronte digitali, la retina, i connotati facciali o la voce. Nessuno di questi sistemi, però, ha raggiunto i livelli di affidabilità , economicità  e facilità  d'uso necessari per un'ampia diffusione. Secondo Chuang i lettori come il MindSet potrebbero essere la soluzione.

Nel corso della ricerca, a varie persone è stato chiesto di immaginare di compiere azioni generiche (come muovere un dito da sinistra a destra) o specifiche (come cantare una canzone di propria scelta). In tutti i casi è stato possibile usare le loro onde cerebrali per identificarle in modo univoco e accurato. Non è improbabile, quindi, che in futuro per accedere ai nostri dati ci limiteremo a pensare un "passthought" nel segreto della mente.

Applicazioni simili sono già  numerose. Per esempio l'italiano Ruggero Scorcioni, fondatore della startup BrainYno, ha di recente presentato, presso l'AT&T Innovation Showcase a New York, l'app sperimentale per smartphone Good Times, che è in grado di dedurre dalle onde cerebrali se l'utente è nel "momento buono" per una telefonata. Se risulta invece troppo occupato, oppure addormentato, fa scattare la segreteria.

Invenzioni simili guardano a un futuro in cui tecnologie "indossabili" come i Google Glasses saranno comuni: la prospettiva affascinante e inquietante è che saranno in grado di leggerci nel pensiero per capire da soli le nostre necessità .

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/

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Cavolo, davvero fantastici, mi preoccupo solo per le onde magnetiche che potrebbero entrare nel nostro cervello, già  si dice che le onde dei cellulari fanno male, figuriamoci queste...

Speriamo che con andare col tempo faranno sempre meno male anche per noi....

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