Vai al commento



[Traduzione] Dangerous Secrets - The Story of Iduna and Agnarr [CONCLUSO]


Snow.Queen

Post raccomandati

Epilogo

 

Iduna

 

 

 

 

 

IL VENTO RIPRESE A SOFFIARE, CREANDO UN’ONDA violenta che è andata a sbattere contro la fiancata della nostra nave, facendomi quasi cadere dal letto. La mia vista era sfocata e mi ci è voluto qualche momento per capire il perché. Poi lo capii.

         Stavo piangendo.

         Sto singhiozzando, in realtà.

         Mi giro verso Agnarr, cercando le sue mani. Le stringe nelle sue, il suo viso turbato, cercando di assorbire tutto. Avrei dato qualsiasi cosa per conoscere i suoi pensieri. Tutto era successo così in fretta. Non abbiamo avuto la possibilità di parlare veramente fino ad ora.

         “Mi dispiace di non averti raccontato tutto fin dall’inizio,” dissi, la mia voce era a malapena udibile a causa della tempesta che infuriava.

         Agnarr spinse indietro i copriletti, alzandosi in piedi. I suoi occhi incontrarono i miei e mi sorprese vedere la fierezza che riflettono. “Non scusarti di nuovo,” disse. “Hai fatto quello che dovevi fare per sopravvivere. E a causa di questo, ho potuto passare la mia vita al tuo fianco. Non c'è altra vita sulla terra che avrei preferito vivere.”

         Non mi piace il passato che aveva già iniziato ad usare. Ma so nel mio cuore che non aveva torto. La tempesta infuriava, peggiorando con ogni momento che passava. Qualsiasi cosa avessi voluto dire, questo era il momento. Anche in questo caso, molte cose sono rimaste in sospeso.

         Ma ti amo è tutto quello che riesco a dire. Sono le uniche parole che riescono a superare le mie labbra tremanti.

         “Anche io ti amo,” mormorò. “Davvero tanto.” Mi tirò fra le sue braccia. “E te lo prometto, non c’è segreto al mondo che possa distruggere quell’amore.”

         Mi appoggiai a lui, assorbendo la sua forza. È caldo e forte come sempre. Ma ancora non sono in pace. “Le nostre ragazze,” mormorai. “Cosa faranno?”

         Quando non ci saremo più, è la parte che lasciai inespressa.

         “Faranno quello che dovranno fare,” disse delicatamente Agnarr. “Come una volta abbiamo fatto noi.”

         Sapevo che aveva ragione. Ma non volevo accettarlo. Non volevo che le mie figlie soffrissero, tutte sole.

         “Alla fine hanno l’un l’altra,” mi ricordò Agnarr.

         “Ma non è vero!”urlai, improvvisamente arrabbiata. “Loro a malapena si conoscono.” La mia voce si ruppe. “Forse abbiamo fatto uno sbaglio a separarle. Forse avremo dovuto—”

         “Abbiamo fatto quello che pensavamo fosse la cosa migliore,” Disse deciso Agnarr. “Per la nostra bambina. Solo il tempo ci dirà se fosse giusto o sbagliato. Ma io ho fiducia in loro. Sono giovani. Ma sono già molto forti. E se qualcuno può aiutare Elsa, è Anna.” Sorrise dolcemente. “Non c’è molto che quella ragazza non possa fare.”

         “Hai ragione,” replicai, scuotendo la testa mentre pensavo amorevolmente alla mia figlia più giovane. “Il suo amore potrebbe sorreggere il mondo.”

         Agnarr fece un cenno con la testa. “Quando arriverà il momento, sono certo che faranno la cosa giusta.”

         “Per Arendelle?”

         “No.” Scosse la testa. “L’una per l’altra.”

         Il pensiero mi spezzò. La mia mente pensava a Elsa, in piedi in fondo alle scale, con la paura che le attraversa gli occhi. Pensai ad Anna, che aspettava all'infinito, speranzosa, alla porta della camera da letto della sorella.

         Avrebbero mai avuto la possibilità di diventare le sorelle che erano una volta, prima che le separassimo? E potrebbe essere possibile che un giorno trovino la felicità e l'amore come abbiamo fatto io e Agnarr?

         Non sopportavo più i pensieri che mi girano per la testa. Camminai verso la porta e iniziai a salire le scale fino al ponte superiore della nave. Non volevo passare quelli che potevano essere i miei ultimi minuti sottocoperta—tutto al buio e con aria viziata. Sono una Northuldra. Noi siamo il popolo del sole.

         Potrei non vedere mai più l'alba. Ma mi rifiutavo di morire nell’oscurità.

         Sentii Agnarr che mi seguiva sulle scale e mi sentii sollevata. Non l’ho mai forzato a seguirmi. Ma sono contenta che abbia scelto di farlo.

         Uscii sul ponte. La nave dondolava furiosamente e dovevo aggrapparmi a un albero per stare in piedi. I marinai stavano correndo a metà strada, controllando le vele, ma potevo dire dai loro volti che avevano già perso la speranza. Non ci sarebbe stato nessun salvataggio dell’ultimo minuto.

         E se tutto quello che ci rimaneva era questo momento, non volevo sprecarlo.

         Camminavo sul fianco della barca, fissando il mare arrabbiato. Le onde erano enormi e l'acqua vorticava in forme immense e tortuose. Mi fece pensare al Nokk d’Acqua—lo Spirito dell’Acqua della mia infanzia di tanti anni fa. Un forte dolore di rimpianto mi colpisce allo stomaco.

         Non sarei mai più tornata a casa.

         Abbassai lo sguardo verso l’acqua, la mia vista offuscata dalla pioggia battente. Con mia sorpresa, un'immagine vacillante sembra emergere dalle profondità del mare.

         Una ragazza, che rideva e danzava nel vento.

         Ero io? Ma no… sembrava più…

         Mi girai e chiesi ad Agnarr. “L’hai visto?” Ma era già andato a conferire con il capitano.

         Mi girai di nuovo verso l’acqua, alla disperata ricerca di un altro sguardo. Ma ora anche la ragazza se n'era andata. Al suo posto ora si trovavano due donne. Una vestita in un abito bianco brillante con i capelli biondo platino che le scendevano lungo la schiena. L’altra—dai capelli rossi—vestita di ricchi verdi, neri e viola, con una corona dall'aspetto familiare in cima alla testa. Entrambe le donne stavano sorridendo.

         Si sorridevano a vicenda.

         Il mio respiro si è bloccato. Le lacrime mi scorrevano negli occhi. Poteva essere? Potevano queste due meravigliose donne essere le mie figlie? Non come sono adesso… ma come saranno?

         Solo Ahtohallan lo sa… sembrava sussurrarmi una voce all'orecchio.

         Le acque si agitavano di nuovo e la visione svanì. Gridai in allarme, facendo correre Agnarr al mio fianco. “Cosa c’è?” chiese frettolosamente.

         Ho scosso la testa. “Niente,” dissi. “È solo… pensavo di aver visto qualcosa nell’acqua.”

         Era una visione di Ahtohallan? O semplicemente il desiderio sincero di una madre su un'onda? Non lo saprò mai per certo. Ma comunque, ho scolpito quell'immagine delle mie belle ragazze nel profondo          della mia anima. I loro ampi sorrisi. Gli sguardi gioiosi nei loro occhi. Sembrava un futuro impossibile.

         Eppure…

         Perché non poteva essere? Erano forti, erano intelligenti. Sarebbero state in grado di plasmare il proprio destino. Percorreranno la loro strada come Agnarr e io abbiamo fatto una volta. Troveranno il proprio ‘per sempre felici e contenti.’

         Spero solo che lo trovino insieme.

         Agnarr mise le sue braccia attorno a me. Mi accoccolai contro di lui, provando uno strano senso di pace che mi percorreva mentre infuriava il mare. Non saremo sopravvissuti a questa notte. Ma alla fine non importava. Perché il nostro amore aveva creato un’eredità. Una vera magia tutta sua che vivrà nelle nostre figlie. E, si spera, nelle loro figlie e nei loro figli.

         Arendelle e Northuldra, uniti ancora ed ancora, In ogni battito di cuore a venire.

         Alzai il mio viso al vento. La mia voce si alzava nel canto.

         Ah ah ah ah...

 

 

 

-Fine

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

Visitatore
Questa discussione è stata chiusa, non è possibile aggiungere nuove risposte.
  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...