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[IcyÆ’lame] A Tutto Reality PM- Spin off [3 spin-Off + 1 in corso]


IcyFlame

Post raccomandati

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Benissimo ragazzi, ve l'avevo detto ed eccomi qui.
Sono riuscito a completare il primo spin off e tra poco lo pubblicherò.

Qui troverete tutti gli spin-off di A Tutto Reality PM, potranno essere sia oneshot che con più parti, ma non saranno mai così lunghi da creare una Fan Fiction apposita.
A differenza della serie originale, non saranno scritti con battute, ma come… le FF normali. (credo si capisca).
Inoltre ci saranno diversi stili, come ho già  scritto nel topic dei commenti. Scriverò principalmente storie comiche, ma potrete anche vedere avventure, gialli e boh. Altro e basta.
Allora, vi auguro di divertirvi e a presto con il primo Spin-Off!

[Volevo tenere il primo messaggio come introduzione ma a quanto pare NO il sito mi mette due messaggi insieme se sono nello stesso giorno. Che streeeees. Lo sposterò domani se ci riesco... il prima possibile almeno. à§_à§]

 

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(serie originale)



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(per sfogarvi)


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by secsi @Combo 

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Esame della polizia!

 

[Comico]


 

Prince

 

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Ambientato dopo la seconda stagione e prima della terza stagione.


Quel giorno Prince doveva impegnarsi. Perché quel giorno sarebbe stato il suo giorno.
Esatto, il suo.
Sarebbe stato così importante che sarebbe stata festa nazionale. Se la immaginava... 29 febbraio, festa della promozione di Prince.
Forse sarebbe stato un po' complicato dal punto di vista logistico, visto che c'era un 29 febbraio ogni quattro anni, ma non avrebbe tollerato una celebrazione ogni quattro anni, l' avrebbero dovuta fare ogni giorno, era già  tanto che gli permetteva di festeggiare solo una volta all'anno.
Però quello non era il momento di vedere nel futuro, bensì bisognava concentrarsi sul presente! 
"Concentrato" si ripeteva. "Concentrato come la salsa di pomodoro!" 
Infatti uno dei suoi sogni era di diventare come la salsa, era così concentrata che veniva addirittura riportato sulla confezione! 
"Putti: Concentrato di Pomodoro. Solo pomodori italiani!"
Un bel tatuaggio sul braccio che rettificava l'idea della concentrazione ci sarebbe stato molto bene.

Prince si diresse verso la Sala Comune, dove s'incontravano tutte le reclute della scuola di polizia. Ovviamente lui era al di sopra di esse, in tutto e per tutto. Era il più bello, il più simpatico, gentile, solare, generoso. Forse non il più modesto, ma il grande numero di qualità  surclassava quello dei difetti. Lui non ne trovava, ma le persone intorno lo criticavano sempre. 
"Solo perché sono invidiosi.- pensava sempre.
Il momento dei pensieri era finito, poiché il Capo Supremo Della Polizia Regionale e degli Organi Collegati (di cui non facevano parte fegato e pancreas, come pensava il nostro eroe) iniziò a parlare. Il suo nome era Quik, ma nessuno osava dire quelle quattro lettere. Il Capo Supremo della Polizia Regionale e degli Organi Collegati veniva soprannominato Mr. Silver per il suo splendore.
Nessuno conosceva il motivo per cui il Capo Sup- bah, questo nome ha scocciato.
Nessuno conosceva il motivo per cui Quik non si fosse chiamato Mr. Gold, visto che l'oro splendeva di più, ma c'è una leggenda metropolitana che spiega la faccenda: in breve, Gold era protetto da copyright.
Peccato, Mr. Gold avrebbe fatto molto più effetto.

-A tutte voi reclute!- annunciò Mr. Silver. -Oggi è un grande giorno. Sosterrete il vostro esame per diventare miei fedeli collaboratori! Mi auguro che tutti voi passiate, ma so già  che non è così. Alcune reclute sono davvero pessime.
Prince non poteva sopportare chi non prendeva sul serio la sua occupazione. Odiava quei soggetti.
-Abbiamo inoltre pensato che i soliti test di teoria sono troppo datati.- continuò
Un ooooh di sorpresa si levò dagli alunni.
-Infatti da quest'anno si terrà  un esame pratico! Dovrete semplicemente inseguire e catturare dei criminali! 
Un altro ohhh arrivò alle orecchie del Capo.
-Voi siete venti, ma i criminali solo cinque. Quindici di voi ritorneranno a studiare fino all'anno prossimo.
-Ma signore!- fece qualcuno -Con i test passavano almeno quindici persone!
-Cara Jenny... sai che c'è la crisi economica? Presumo di sì. Ci sono pochi posti lavorativi e quindi dobbiamo adattarci.
-Ma... ci sarà  sovraffollamento nelle classi in questo modo! Non dovremmo evitarlo?
-Hai ragione, ma non me ne importa. Ora, se non vuoi ritrovarti stretta tra trentacinque banchi l'anno prossimo, dovresti impegnarti.
Jenny annuì.
Prince non si aspettava una cosa del genere. Si era preparato bene sulla teoria ma non sapeva se fosse in grado di acciuffare un vero criminale.
-Ultima cosa prima di iniziare. Non dovete preoccuparvi. Questi criminali non hanno fatto niente di particolare... tranne uno. Si chiama Cond e ha ucciso una persona.
-Ci stai mandando ad arrestare un assassino!?- urlò qualcuno
-Esatto. Dovete formarvi.- disse Quik nel modo più serio possibile. -E ORA ANDATE, INETTI! ANDATE A GEOGORN STREET 23!
Mentre alcuni temerari uscirono subito da scuola, altri rimasero dentro per riflettere sulla questione. Tra questi c'era Prince.
Cosa stava pensando Mr. Silver? Ci doveva essere un motivo sotto questo cambiamento e non era certo una semplice crisi che avvolgeva tutto il mondo! No, ci potevano essere tantissime ragioni per cui il suo capo non avesse fatto una semplice prova d'esame e lui doveva scoprirlo! Altro che ricerca dei criminali, lui avrebbe fatto una ricerca delle prove!
Era sicuro che chi gli stava davanti non era il vero Mr. Silver!
Il primo passo era infiltrarsi nella stanza di Quik... ma doveva confondere le idee, doveva infiltrarsi dall'esterno! 
Quindi uscì con tutta la calma possibile quando in realtà  era eccitatissimo! Quello sarebbe stato il suo esame!

Tutti correvano verso la città  per catturare i ricercati, ma c'era un ragazzo che cercava d'arrampicarsi sul tetto di un edificio. 
Era Prince.
I poveri alunni non capivano che chi gli aveva detto di cercare i criminali non era il vero Silver, ma un impostore. Sarebbe stato lui a togliere il velo che copriva la verità , solo lui poteva rimuovere la nebbia che offuscava un segreto che nessuno avrebbe dovuto scoprire.
Tranne lui, ovviamente. Lui era speciale e doveva dimostrarlo.
Chissà  cosa avrebbe detto il vero Mr. Silver quando Prince avrebbe risolto il mistero!

-Complimenti a te, Prince, per avermi liberato e aver imprigionato il malefico sosia che cercavo da anni!
-Ma signore, non si preoccupi. E' stato solo il mio dovere!
-Mio dovere un corno! Recluta, so che ti sei impegnato tantissimo e hai sofferto contro il mio clone malvagio, quindi ti devo premiare!
-Le ho detto che non mi serve niente.
-Ah, ok. Allora non le dar-
-Si fermi! ...Improvvisamente ho cambiato idea!
-Beh, allora ti nomino Vice Capo Supremo Della Polizia Regionale e Degli Altri Organi. D'ora in poi sarai sempre al mio fianco!

-Ehm... signore. Ho fatto molto per lei, non mi può dare un altro piccolo bonus?
-Hai ragione, piccolo adorato! Quando andrò in pensione, subentrerai tu, grande e potente. Sarai di certo migliore di me e di tutti quelli precedenti e successivi a te. Verrai ammirato e venerato dalla popolazione, tutti s'inchineranno al tuo potere e ascolteranno solo le tue parole, facendo quello che vuoi tu. Sarai come un Dio per tutti!

Esattamente quello che sarebbe successo. Non ci sarebbe voluto molto per 
convincere il mondo che lui fosse il nuovo Messia. 
Sarebbe stata una missione molto semplice, ma l'inizio era parecchio difficile. Scalare il tetto della scuola era abbastanza difficile. Era a metà  della prima prova e non era stanco. Quello che lo aspettava lo avrebbe ripagato di tutto.
Inoltre era visibile, ma Prince non ci faceva caso. Nessuno era nei dintorni. 
Poi dei passi che provenivano dalla scuola... se fosse stato Quik? Non doveva farsi scoprire!
Cercò di arrampicarsi come se stesse scappando da un'aragosta affamata che mangia solo carne umana. Gli fu facile. Non trovava molta differenza tra i molluschi e Mr. Silver.
Lo osservò senza farsi vedere e notò che parlava a voce bassa.
Chissà  cosa stava tramando...
Voleva saperlo, ma poteva essere scoperto. Il benessere e la salvezza del mondo erano molto più importanti che origliare una conversazione.
Anche se lo voleva tantissimo.
Il camino era lì, ora bastava buttarsi giù come Babbo Natale. Esso però aveva in dotazione un sedere abbastanza grosso che gli permetteva di non farsi male nella caduta. Il povero Prince, invece, ne era sprovvisto.
Cosa avrebbe dovuto fare? 
Il suo istinto gli diceva di scendere, ma la sua mente gli consigliava di trovare qualcosa per attutire la caduta. Poi c'era anche il cuore, che diceva di chiedere aiuto al suo amore segreto. 
Chi avrebbe dovuto ascoltare?
Guardando giù c'era solo nero, profondo nero. E il camino era di colore rosso. Profondo rosso.
Quale colore avrebbe dovuto preferire?
Pensava al fatto che si stava facendo troppe domande.
Era una cosa buona?
Ok, era giunto il momento di finirla. Le domande lo rallentavano e niente più. Doveva decidere cosa fare! 
Una delle scelte più difficili nella vita di un povero ragazzo.
Scegli tu cosa deve fare Prince! 
A. Buttarsi giù per il camino
B. Buttarsi sopra a Mr. Silver
C. Fare l'hula hoop per sgranchirsi la schiena
Mi dispiace, non siamo in una FanFiction interattiva, quindi lasceremo questa decisione alla recluta.

Prince non aveva le idee chiare, ma doveva pensare a cosa fare. Scartò l'idea dell'hula hoop immediatamente, la sua schiena stava bene e poteva resistere ancora per molto tempo.
Schiantarsi contro Mr. Silver poteva avere qualche effetto, ma non era sicuro della reazione dell'uomo, del quale non conosceva la reale identità .
Prese quindi la decisione più logica: scendere dal camino. Non sapeva cosa ci fosse lì sotto, ma se aveva iniziato la carriera di poliziotto c'era un motivo. E questo era rischiare.
Preferibilmente non la vita, ma se era l'unica opzione, doveva essere presa in considerazione.
"Ringrazio chi mi ha aiutato in questo viaggio." pensò la recluta. "Ovvero solo il mio gatto Floppy. Grazie mille, mi sei stato d'aiuto. Non ti dimenticherò mai. Non scorderò mai i tempi in cui mordevi le mie scarpe. E non scorderò nemmeno la mia famiglia... MI HA CACCIATO DI CASA, MALEDIZIONE!"
E fu allora e soltanto allora, dopo aver riflettuto come uno specchio, che si lanciò giù. 
Sopravvisse alla caduta e anzi, non si fece male.
"Com'è possibile?" disse a se stesso. 
Poi notò qualcosa sotto di lui. Era un Panettone Motta!
Non poteva credere che la pubblicità  servisse realmente a salvare vite (ma soprattutto sederi)! Da quel momento avrebbe visto le cose in modo diverso. 
Si augurava che nessuno mangiasse quel panettone, visto che gli era scappata una puzzetta nella caduta. L'odore però poteva servire come diversivo. Nessuno sarebbe entrato finché sarebbe rimasto nell'aria. 
"Anche io dovrei andarmene al più presto... Devo cercare prove per incastrare l'impostore!"
Ora doveva semplicemente infiltrarsi nel condotto di aerazione, poi trovare un passaggio, cadere e sperare di trovare un'altra cosa morbida come un letto ad acqua, vagare per i corridoi sperando di trovare una porta, trovare la chiave dell'ufficio di Quik ed entrare nell'ufficio poi trovare una chiave, mettere la chiave, aprire il cassetto e trovare le prove.
...Forse avrebbe dovuto rivedere il piano, c'era qualcosa che non lo convinceva. 
Infatti. 
Bisognava camminare troppo. Le sue gambe non ce la facevano più.
Ma guardandosi intorno un po' meglio... era già  nell'ufficio di Mr. Silver
Che botta di sedere che aveva avuto!
Prima sul panettone, adesso nell'ufficio! Che giornata, e che esame fantastico! Doveva assolutamente rimanere nella storia dell'umanità .
Ora doveva prendere le chiavi dallo scaffale e infiltrarsi nel database del suo Capo.
Per il database s'intende la scrivania, ma gli piaceva l'informatica, quindi...
BANDO ALLE CIANCE, CONTINUIAMO.
Le chiavi erano molto vicine, gli bastò allungare il suo braccio e aveva in mano l'arma per salvare la scuola da un colpo di stato. Era come la penna di Percy Jackson. Solo che non si trasformava in una spada e rimaneva chiave.
Comunque una grande risorsa. Nessuno poteva più fermarlo ormai!

Ma quando pensava di essere riuscito a completare la sua missione, la porta si aprì.
Ed era l'impostore.
-Stia fermo!- urlò subito Prince -O dovrò trafiggerla con questa chiave!
-Sei Prince, vero?.. Stai bene?
-Benissimo, impostore schifoso!
-Prince, non dovresti star facendo l'esame?
-IO LO STO FACENDO! STO SALVANDO IL MONDO DA TE! VUOI UCCIDERCI!
-Uccidervi? Volevo semplicemente portarvi alla sede in un modo più cool!
-Cosa?
-Non vi avrei mai mandato a cercare criminali! Era una prova di coraggio! Avreste fatto un test normale una volta arrivati a Geogorn Street!
-Ah, quindi non è un impostore...
-No, il test poi non è ancora inizi- EHI! CHE E' SUCCESSO AL MIO PANETTONE!?
Quik si diresse piangendo verso l'ormai schiacciato panettone Motta.
-Cosa gli hai fatto! Il mio tesoro!
-Ehm... nella mia missione l'ho schiacciato.
-HA PURE UN ODORE ORRIBILE! CHE SCHIFO!
-Mi dispiace, ho fatto tutto questo per lei!
-PER ME!? HAI DISTRUTTO IL MIO CIBO PREFERITO!
-Pensavo fosse un impostore, gliel-
-Non m'importa, oramai è tardi!- continuava a disperarsi. -Ti sei divertito con questa missione?
-Beh, sì. ...Ma non volevo distruggere nessuno! Solo riabbracciare il mio gatto Floppy!
-Se vuoi fare una missione, eccola. 
-Una missione, yeee!- gioì Prince -Che bello!
Quik passò un foglio con un ricercato a Prince. Sopra c'era la foto di Icy Flame.
-Lui ha creato un reality show e ha fatto rischiare la vita a più di venti persone. Deve morire. E' un soggetto pericoloso, potrebbe farti saltare in aria da un momento all'altro. ...E si dice che abbia ucciso qualcuno. Potrebbe rifarlo con te.
-Non voglio più farla, ehm... qualcosa tipo un controllo sanitario no?
-Ehi... Manuel, Kiyro... venite a prendere Prince. Si trova nel mio ufficio. ...E non fate caso alla puzza, è colpa sua.
-Signore, non vorrà  mandarmi in quel posto sperduto! Potrei non tornare mai più!
Nella stanza irruppero due persone, secondi di Quik, i quali presero Prince per le braccia.
-Ehi, lasciatemi! Lasciatemi! Non voglio andare lì! Voglio il mio gatto! E un succo, se possibile!
Però non lo lasciarono andare.
E lo caricarono su un furgone. Diretto a PMCity.

Pochi minuti dopo...
Din don!
-Oh, qualcuno ha suonato alla porta!- fece una signora seduta su una poltrona. -Apri tu, Ermantagildo! ...Ogni volta che pronuncio il suo nome mi stanco tantissimo... madò...
-Va bene, cara Emantaluentilela! Chissà  chi sarà  mai...
L'uomo, sulla mezza età  aprì e sull'uscio si trovò un altro uomo.
-Buongiorno. Questa è casa Lion? Vostro figlio è entrato nella polizia?
-Sì, l'abbiamo costretto noi, perché?
-Io sono Mr. Silver, ma gli amici possono chiamarmi pure Quik.
-...Noi non la conosciamo!- fece notare lei.
-Beh, da oggi vostro figlio è via dalla città . Per un bel po' di tempo.
Il viso dei due s'illuminò.
-Per sempre, forse?
-Potrebbe essere.
Il padre iniziò a festeggiare
-CHE GRANDE NOTIZIA! ENTRI ENTRI! STIAMO PER DARE UNA FESTA D'ADDIO!
-Ma lui ha già  dato l'addio...- Il Capo era confuso.
-COSA IMPORTA! L'IMPORTANTE E' CHE NON C'E'!
Ci fu una festa per tutto il giorno e tutta la notte. Tutto il vicinato partecipò. Furono molto allegri.
Tutti tranne uno.
A Floppy mancava Prince.
(In realtà  le sue scarpe ma...
lasciamo il finale triste che fa più scena.)

FINE.



Questo è il primo spin-off che ho scritto. Ho deciso di iniziare con lo stile comico (o almeno per quanto riesca ad essere comico.. .-.) per rimanere fedele alla serie originale.
Il tempo di lettura stimato è di circa 6 minuti se leggete alla mia velocità  ma non vedo perché vi possa interessare.
Domani partirò per l'Inghilterra per due settimane, quindi non ci saranno spin-off in questo periodo. Cercherò di scrivere qualcosa quando tornerò.
Ho idee per otto spin-off che hanno come protagonisti nove personaggi... però non li ho scritti. 
Per quanto riguarda il resto, baci e amore a tutti, commentate per favore e ditemi che genere vorreste per il prossimo spin-off (non credo vi ascolterò, btw.) Provateci, però.

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Viaggio notturno


 


[Horror]?


 


 


Yle


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Ambientato prima della prima stagione.



-Buonanotte, Yle! Sogni d'oro! 


-Mamma, io ho paura di rimanere qui da sola.. Con il buio! 


-Ma cosa dici, cara! Hai la tua lucina accesa, non devi preoccuparti! 


-E se si spegne?


-Non si spegnerà , vedrai! E' mai successo?


 


19 novembre


Caro diario,


Mamma continua a dirmi le stesse parole e faccio fatica a crederle. Nonostante i miei timori, ogni notte riesco a cadere fra le braccia di Morfeo e poi svegliarmi con i raggi del sole che mi accarezzano il viso. 


In quei momenti ero sollevata. 


Ma ogni sera, non voglio andare in camera. Tento di respingere in ogni modo i tentativi di mia madre di portarmi a letto e cerco di addormentarmi sul divano. Lei me lo lascia fare, ma quando mi riporta nella mia stanza mi risveglio e devo combattere con i miei incubi. 


Non riesco a sopportarlo. E non sono sicura che sia una paura infondata. 


Sembra stupido che una ragazza, a 10 anni, abbia paura del buio. 


Lo è, lo è per tutti e lo è anche per me. Eppure non riesco a fare a meno di pensare che, durante la notte, l'unica cosa che mi permetta di distinguere gli oggetti non funzioni. Non era frequente, ma qualche volta avevo anche degli incubi. Avevo provato ad esporli a mamma, ma non mi ascoltava. Diceva che erano normali, che lei li aveva spesso quando era bambina.


Però non mi sembrava convinta.


Non ascoltava veramente.


Le spiegavo che mi trovavo nella stanza, quando all'improvviso il buio mi afferrava. 


Esatto, il buio. Non so come definirlo... ma era il buio, ne ero sicura.


Mi dimenavo, ma non riuscivo a liberarmi di esso. Quindi mi trascinava via, via dalla mia stanza, giù per le scale e fuori di casa. E lì non c'era ancora nessuna luce. Era tutto buio


E' ricorrente. Ogni volta che mi ricordo di sognare, succede questo. 


E finisce con il buio.


 


21 novembre


Mio amato Diario,


mamma continua a non ascoltarmi.


Stanotte ho rifatto quell'incubo. Questa volta, fuori casa, riuscivo a percepire qualcuno intorno a me. Sentivo che c'era, ma non lo vedevo. Però sono andata più avanti. Sono entrata nell'ascensore. E sono scesa. Il buio mi ha portato giù al piano terra, poi mi sono sentita libera. 


E mi sono svegliata veramente. In preda al panico.


Sono giunta a una conclusione.


Il Buio... è lui che mi osserva. Non prendermi per pazza, sono sicura che non è normale. Quel sogno non è normale. 


Oramai me ne rendo conto, capisco di non essere nella realtà , ma non riesco nemmeno a uscirne. E a non percepire ansia. Quando mi sveglio ho paura che sia in quel maledetto incubo. E quando vedo aprirsi la porta cerco di risvegliarmi. 


Ci provo.


Continuo a provarci per tutto il tempo.


Ma sembra che non ci sia speranza. Devo sopportare quegli interminabili minuti di sofferenza. 


Arriverà  un giorno in cui smetterò di fare questi incubi? Lo spero..


 


22 novembre


Diario,


quest'oggi non ricordo di aver sognato niente di brutto, ma non mi sento al sicuro.


Durante la notte mi sono svegliata, ancora con la mia luce accanto. 


Eppure...


Sentivo qualcuno dietro la porta del balcone.


Speravo fosse l'immaginazione e mi sono girata dall'altra parte del letto senza pensarci.


Era ancora lì.


Mi pareva la stessa sensazione dei miei sogni. Mi ripetei che potevo star sognando, ma quando si è nella realtà  lo si capisce. 


Vorrei raccontarti di quello che mi è successo oggi, ma sto per andare a dormire e non riesco a pensare ad altro che al buio.


 


[...]


 


30 novembre


Adorato,


E' da un bel po' che non faccio quell'incubo orribile e sto iniziando a sentirmi davvero sollevata. 


Sarà  stato un brutto periodo, forse dovuto alla scuola. Ho preso alcuni brutti voti e non mi sento molto soddisfatta del mio corpo... ed evidentemente il mio disagio è andato a "confluire" nei miei sogni!


Che storia ridicola!


 


1 dicembre


BASTA! 


E' tornato.


Proprio oggi. Non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto. Ho troppa paura di lui. Ho paura che possa uscire da qualunque posto possibile.


Il giorno è l'unico posto dove posso essere al sicuro.


Non si mostra durante il giorno.


Comunque ho continuato l'incubo. Al piano terra c'è ancora più buio. Non mi lascia andare, questa volta. Non mi sento più bene, piano piano sono sempre più strana e non percepisco le gambe, le braccia... però riesco comunque a muovermi. Oggi ho cercato su internet qualcosa su questo sogno e sono riuscita a trovare un forum sui sogni lucidi. Praticamente posso controllare i miei sogni. Spero vivamente che questo possa aiutarmi con l'incubo.


 


2 dicembre


Ho provato a fare un sogno lucido, ma niente. Non mi sono ricordata ed il buio è tornato. Questa volta ho sentito il formicolio arrivare fino al collo, era una sensazione orribile ma allo stesso tempo... quasi piacevole.


Quasi.


...quasi...


...in ogni caso, ti aggiorno su un'altra cosa brutta che è successa. Mio padre stanotte si è tagliato. Non si ricorda come, ma pensa che durante il suo sonnambulismo abbia fatto qualcosa di strano. Ad essere sincere, credo che sia collegato con il mio incubo...


Spero proprio di fare un sogno lucido stanotte.  


 


[...]


 


5 dicembre


Oggi ci sono riuscita! 


Ce l'ho fatta. Ho fatto un sogno lucido! Sono contenta, ma allo stesso tempo triste. Il sogno era completamente normale, c'ero io ed ero a scuola con le mie amiche. Sono riuscita a mandare a quel paese la professoressa e sparare salsicce dagli occhi, ma non ho potuto controllare l'incubo. Oggi è tornato dopo due sere. Niente da fare, lo provo ogni notte ma non riesco mai ad essere pienamente cosciente. E vedo tutto offuscato. Tutto buio... 


Non so che fare, qualcuno dovrebbe aiutarmi...


Aiutatemi...


Aiutatemi...


 


6 dicembre


No. 


Mio padre è stato ricoverato in ospedale. E' stato il buio.


Il buio.


Mamma non mi crede.


Ma è il buio.


Il buio.


Buio.


Anche nel sogno c'era buio. Il buio.


Il buio mi prendeva e non vedevo niente.


Buio.


Tanto buio.


Buio. Buio. Buio. 


Poi il buio era buono.


Buio, non essere cattivo.


Il buio..?


 


7 dicembre


Oggi papà  è stato ricoverato in ospedale... tra l'altro una pagina del diario è stata strappata. Non so veramente cosa stia succedendo. Le cose stanno diventando sempre più inquietanti e io sempre più spaventata. Siamo arrivati al punto che non riesco più ad addormentarmi. 


Non ci sarà  l'incubo, ma sarò completamente spaventata per tutta la notte. Diario, sarai vicino a me e mi accompagnerai. Mi accompagnerai... 


...Ho paura del buio. 


 


7 dicembre/ 8 dicembre 


E' notte fonda e purtroppo... la mia lucina si è spenta. 


Ho tanta paura Diario, tu sei l'unica persona che mi tiene compagnia. Sto restando sveglia per evitare che il buio mi prenda. Ti terrò stretto per tutto il tempo. Appena ho qualcosa da dire la scriverò. Insomma, resta con me... voglio che tu resta con me...


 


7 dicembre/ 8 dicembre


Non posso crederci.


Non posso.


Non...


Mi sono addormentata. Sono in un sogno..? il buio mi ha preso, oggi è molto più calmo del solito. Mi ha trascinato ma non mi ha fatto male, mi ha permesso di scrivere su di te. Diario, sei l'unica cosa che vedo. 


Grazie, buio. Sei davvero bravo. Grazie.


 


8 dicembre


Il buio mi ha detto che è passata mezzanotte e quindi posso scrivere una data precisa! Sono contentissima!


 


8 dicembre


Buio dappertutto... che bello. Mi sta portando fuori. E non c'è nessuna luce. Solo te, diario, riesci ad essere illuminato. Il buio sa che cosa voglio! Buio! Buio! Buio!


 


8 dicembre


Sono al piano terra e il buio è strano. Ora mi si sta attaccando addosso! Davvero divertente!..


Ehi, aspetta.. Buio!


Buio! Che stai facendo con la mia mano! Buio! Buio, devo scrivere il diario!


Buio, non fare il dispettoso! Buio, no!


Bu-


 


10 dicembre


Grande cuoricino di un cuore di diario,


Non so cosa mi sia passato per la testa! Ho fatto proprio un sogno stranissimo l'altro ieri! Cioè, tutto questo mese praticamente! Hahahaha, divertentissimo! Mi trovo molto bene con questo corpo adesso. Intendo... vabbè, hai capito caro! <3 <3


Mi dispiace davvero tanto per papà , si è sentito male perché ha avuto un grave incidente in cucina... non so cosa faranno con il suo braccio.. eh...


Non credo proprio, però, che tutto questo c'entri con il mio sogno. Ieri ho dormito benissimo e sono sicura che il buio non tornerà  più a tormentarmi nei sogni.


Non mi tormenterà  più nei sogni, hihihi!


I miei sogni sono sempre stati normali, molto belli e pieni di cose simpatiche. 


Poi penso di cambiare. Molta gente trovava molto frivola la vecchia me... mi sono ricreduta. 


Ora iniziano i giochi.



 

NOTA: So che non fa paura, ma non sapevo cosa fare. Come vi ho detto, questi sono più esperimenti che veri e propri pezzi d'arte, credo sia andato abbastanza male. '-' 

Però ricordate di commentare anche con critiche costruttive. E' più corto del precedente, circa 800 caratteri in meno... quindi boh, la durata sarà  di quattro minuti? Che ne so... se volete leggetelo di notte.

Sono quasi sicuro che inizierò il nuovo spin-off con protagonista Mac (E' l'unico personaggio che aveva un carattere simile all'originale) prima di ripartire, quindi Mercoledì, ma non statene troppo certi.   :(

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Un nuovo mondo?

 

[Comico/Zombie/Fantasy/Credo di aver finito]

 

 

Mac

 

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Ambientato dopo della quarta stagione.

 

Episodio 1

Previste novità 

Lei era lì. Finalmente tutti i suoi sogni erano diventati realtà . Aveva sognato quel momento da quando l'aveva vista per la prima volta, in una calda giornata d'agosto. Che ricordi! Che bellissimi ricordi! Era così vicina che poteva sentire l'energia che riusciva a trasmettere, che comunicava con lei! L'avevano avvertita che poteva essere pericolosa, ma Mac non aveva paura di niente! Poteva riuscirci, poteva e doveva finire quello che aveva iniziato poco tempo prima!

"Non posso fermarmi qui!" pensò "Sono vicinissima al traguardo!" Le persone a fianco a lei la incitavano, permettendole di accelerare "il passo". Le mancava solo una piccolissima parte... stava per farlo.. ma il tempo scadde. Non aveva finito la sua Banana Split.
Ci fu un rumore assordante di una sveglia.
Mac capì di essere in un sogno e non aveva realmente mangiato una banana Split. Il primo pensiero che le passò in mente furono disgrazie, terribili cattiverie! Si era illusa di poter addentare una Banana Split! Non ci sarebbe mai riuscita, lei era allergica alle banane! Il suo sogno non poteva diventare realtà  e la canzone che lo stereo stava riproducendo non era promettente: I sogni son desideri
-Ma chi ha messo questa canzone!- Urlò arrabbiata Mac -Sanno tutti che odio Cenerentola! È una schifosa ragazza con manie di protagonismo!
Mentre mandava maledizioni a qualcuno che non esisteva, realizzò che l'artefice di quel crudele misfatto era nientepopodimeno che sua sorella minore Samantha. Che nome poi, i suoi genitori non stavano bene a chiamare una persona con quel nome. Beh, aveva quattordici anni e quindi tre in meno di lei, ma era una scocciatura atroce ugualmente. Dava sempre fastidio a Mac, anche quando non era materialmente possibile. Ora stava dormendo, e a fare il suo lavoro ci stava pensando la canzone di quella stupida di Cenerentola.
La famiglia di Mac aveva delle stranissime usanze: ogni anno, per due settimane, andava in letargo, come gli animali. Così si risparmiavano energie. Quelle due settimane, le due sorelle erano rimaste da sole e la minore stava ancora russando.
"Chissà  tra quanto si sveglierà . Speriamo mai" Pensò Mac.
Mentre suonava la famosissima canzone di Cinderella, una voce rimbombò nella testa della ragazza.
"Presto! Buttati!"
-Ma che cosa...?
"Buttati dal balcone!"
-Senti, non so chi tu sia, ma non mi butterò certo dal 52º piano di un palazzo.
"Ti salverai! Sei l'unico modo per salvarti!"
-Ma cosa stai dicendo! Devo rimanere qui con Samantha per picchiarla quando si sveglierà !
"Ma tu servi al mondo!"
-Il mondo non serve a me!
"Almeno affacciati!"
-Devo badare a mia sorella! E' piccola! E' indifesa! E' una cattivissima ragazza! Distruggerebbe tutto senza di me!
"Io ho una banana Split!"
-COSA?! UNA BANANA SPLIT? DICI SUL SERIO?!
"Non urlare che altrimenti siamo spacciate!"
Poteva finalmente avere il cibo che voleva avere. E l'unica cosa che la separava da quel delizioso dolce erano solo cento metri da fare con un salto. Chi la fermava? Sarebbe riuscita a fare tutto in quattro e quattr'otto e a ottenere tutto quello che voleva! Aprì la finestra respirando quell'aria che profumav- beh, non era proprio profumata in quel giorno, ma si sentiva che c'era aria di vittoria... la sua vittoria! Guardò giù, ma non vide nessuno, sentendo però l'odore di cioccolato. Era così emozionata che non ci pensò. Scavalcò i pali che la "tenevano al sicuro" e si buttò. Era tutto molto freddo e... un materasso.
-Sono caduta su un materasso? Dov'è il mio dolce? DOV'E QUELLO CHE DESIDERO?!
-Oh, scusa. Me lo sono finito io.
-Che cos- Un forte colpo alla schiena, e poi buio.
-Ora devo portarla in un luogo sicuro.

Mac sbatte qualche volta gli occhi prima di poter capire bene dove si trovava. Non sapeva bene cosa stava succedendo ed era lì solo per un semplice, ma adorato complesso di alimenti. Si trovava per caso in un negozio di dolci? A casa sua? O sul materasso? Perché era stata aggredita? Cos'era successo a Samantha? Domande che il programma Mistero non poteva risolvere in quel momento. Dopo essersi ambientata, si guardò intorno. Si trovava in una stanza da letto e dalla finestra poteva capire che si trovava al piano letto, ma non era casa sua. La riconosceva, però... era la Room 231 dell'Hotel President! Era dall'altra parte della città , cosa ci faceva lì?
"Che caos che c'è qui dentro! Sembra che la gente non pulisca da due settimane! Cos'è! Sono andata in letargo e ci è andata tutta la città  con me? ...Non è una cattiva cosa, però... mi fa schifo vivere nel casino più totale!"
Qualcuno bussò alla porta. Mac sperò vivamente che fosse una cameriera e che la riportasse a casa.
Ma era uno scoiattolo.
"Uno scoiattolo. Come fa uno scoiattolo a bussare a una porta?!"
Non avendo niente da fare, Mac decise di intraprendere un breve ma significativo discorso con lo scoiattolo che la guardava stranito.
-Stai bene, piccolo scoiattolino? Per caso sai che cosa ci faccio qui?
-Oh, certo.
Mac rimase interdetta per un secondo. Lo scoiattolo aveva parlato o erano allucinazioni? Perché inseguire Banane Split le aveva sempre dato allucinazioni.
-Ah, già ! Probabilmente ora non capirai niente. Ma non spaventarti, non voglio mica morderti. Sono Jenny la scoiattola.
"Forse gli scoiattoli parlavano veramente anche prima del mio letargo... forse hanno inventato un traduttore universale uomo-scoiattolo o uomo-animali mentre stavo dormendo! Che passi da gigante fa la tecnologia oggi!" pensava, ancora silenziosa.
-Mentre tu dormivi sognando cose alquanto strane, è stato scoperto un virus che faceva morire gli umani e li trasformava in zombie, semplicemente con morsi o graffi. Non sappiamo come si è sviluppato e non sappiamo perché! Ah, devo darti qualche dritta. Sei pronta per sentirla?
"Ma cosa sta dicendo?" Pensava rassegnata la ragazza "Zombie? Nah, non è possibile!"
-Gli umani sono degli stupidi e si sono fatti uccidere da esseri lentissimi e più stupidi di loro -anche se di questo ne dubito.- I cosiddetti esseri non vengono chiamati zombie da nessuno, perché oramai non è più alla moda. Oggi li possiamo chiamare Erranti, Vaganti, Morsicatori, Azzannatori, Nerd, Cervelli Molli, Senzacervello, Carne secca, Strisciatori... insomma, chi più ne ha, più ne metta! Noi animali, invece, siamo intelligenti, e alcuni di noi, me, specialmente, sono riusciti ad evolversi e a fare tante cose, come parlare! Straordinario, no?-
"Forse sto ancora dormendo! Avrebbe completamente senso!"
-Mi stai ascoltando? Mi stai prendendo sul serio? Siamo in una situazione pericolosissima e devo salvarti!
"Se fosse un sogno lucido potrei bucarmi la mano con la matita! Eccone una!"
-Non li vedi alla finestra?! Cosa sei, miope!?
Mentre lo scoiattolo blaterava, Mac prese una matita vicino a lei e tentò senza successo di bucarsi il palmo... si faceva pure male... forse era nella realtà . Bene, un passo avanti.
"Ah, maledizione!" pensò "Che sia una candid camera?"
-Oh, brutta stupida! Siamo in pericolo! A questo punto avrei dovuto già  dirti tutto! Parla!
"Di certo è una candid camera! Come si chiama quel programma... occhio per occhio dente per dente! Amo vedere le persone soffrire!"
Ad un certo punto si sentì nuovamente battere alla porta, ma era più insistente, più forte, più scassaballe. Probabilmente era Samantha, pensava Mac, ma Jenny sembrava preoccupata e dava segni di iperventilazione. Non è una buona cosa, sappiatelo.
"Credo che mi adatterò al gioco... spero solo di non fare male a qualcuno, non voglio che facciano del male a me! Un giorno a una persona hanno tagliato un braccio perché aveva mangiato un maiale! Che scena cruenta! Amo le scene cruente! Magari in questa candid camera con gli zombie ce ne saranno un bel po'!"
Non sapendo bene come i direttori del programma avessero fatto per ricreare verosimilmente uno scoiattolo parlante, ma consapevole che poteva gestire la situazione al meglio, Mac si fece coraggio e parlò con l'entità .
-Ci sono dei Pop Corn in giro?
Ma lo scoiattolo stava respirando velocemente e in modo innaturale.
-Guarda, forse non sei ancora pratica con la lingua umana. Per comunicare, dobbiamo parlare insieme.
Ancora respiri affannati.
-Cosa facciamo, rimaniamo qui? Possiamo fare parecchie cose, ma c'è qualcuno che bussa. Apro?
Jenny fissava proprio la porta e uno sguardo pieno di terrore si leggeva nei suoi occhi.
-Io apro, eh!
-NOOOOOOOO!
"Finalmente ha parlato. Che alla porta ci sia un cameraman e non voglia farmelo scoprire?"
-NON APRIRE! SONO LORO!
-Va bene, possiamo andare, no?
-Dobbiamo andare.
-Oh, perchè?
La risposta non venne da Jenny, ma dalla porta che cadde improvvisamente. Dietro di essa otto strane persone, poco lavate, con i vestiti disordinati e con una serie di morsi parecchio strani. Mac si disse che erano davvero molto bravi a replicare i poveri, emarginati dalla società .
-Insomma Mac, muoviti! Non posso lasciarti qui!
Ma lei era incantata a guardare le magie del Make-up di quegli strani tizi. Poi le venne in mente che dovevano essere quegli Stupidini o come li aveva chiamati lo scoiattolo magico e che per far durare lo show doveva scappare... la puntata sarebbe finita troppo presto, altrimenti e lei non poteva permetterlo! Doveva intrattenere il pubblico! Magari i produttori l'avrebbero ricompensata con una banana split! Un onore!
-Arrivo subito! Ecco, corro!
Lo scoiattolo Jenny, tramite i suoi denti, riuscì a spaccare una parte di parete.
-Presto, andiamo in un posto sicuro! Quella torretta laggiù mi sembra utile!
-Da quando in qua gli scoiattoli sanno fare tutte queste cose? E perché mi hai recuperato? Non ne ho idea!
La ragazza pensava di essere un'attrice nata. Si chiedeva spesso come mai non era andata a Broadway per diventare la nuova Sharpay.
-Devo spiegarti ancora molte cose. Io parlo, ma devi farlo anche tu.
-Ah, se mi dai da mangiare lo farò di certo.

 

Episodio 2

Chiarimenti

-Cioè, mi vuoi dire che questi tizi non sanno arrampicarsi!? Nah, com'è possibile?
-Sono poco intelligenti, ho detto! Non mi stavi sentendo?
-Ma il genere umano come ha fatto a soccombere con questi esseri!
-Non ne ho idea! Voi vi credete i migliori del mondo e bla, bla, bla... ma arriva un'epidemia e morite tutti! Sai, volevo conquistare io il mondo, ma poi ho detto che dovevo aiutare la gente.
Mac non aveva idea di come una persona normale potesse credere a quella storia così chiaramente falsa. Nessuno poteva credere che una razza di zombie stupidi avesse ucciso l'uomo, l'essere più intelligente al mondo! Certo, c'erano dei soggetti che potevano essere uccisi come servizio pubblico... ma non tutti, sarebbe stato scortese. Evidentemente nel programma avevano poche idee e dei pessimi capi, che avevano in mente strane compottazioni.
"Vabbè, dai. Un po' di creatività  ci sta."
Mentre Jenny la scoiattola riusciva a salire le scale della torretta con grande agilità , Mac faticava leggermente. Gli Gnammer o come si chiamavano loro, fortunatamente, erano più goffi di lei e non potevano nemmeno raggiungerla e poteva salire in modo comodo. Senz'altro era una brava attrice, ma non sapeva come gestire la situazione: doveva far finta di essere in un mondo apocalittico, doveva essere preoccupata e terrorizzata! Non doveva vedere quei tizi puzzolenti con ammirazione, ma doveva scappare da loro! Veloce come una zebra! O come uno scoiattolo, visto le grandi performance atletiche di Jenny. Era davvero brava, davvero. Poi pensò che probabilmente era un animale addestrato appositamente per ingannare poveri illusi come coloro che subivano gli scherzi. Che ingegnosità !
-Insomma Mac, vuoi muoverti? Non è difficile salire quelle scale!
-Sei uno scoiattolo, tu sei velocissima!
-Essere uno scoiattolo non mi da' tanto vantaggio contro gli zombie e contro gli umani cacciatori!
-E chi sono questi ora... altri persone addestrate?
-Addestrate?
-No, niente, niente! Ora mi muovo e vengo subito! Ma cosa facciamo nella torretta? Prima o poi dobbiamo scendere!
-Troveremo un modo. Vien-- OMMIODDIO!
La scoiattola ricominciò ad andare in iperventilazione, e Mac lo notò subito. Cosa poteva essere, un altro di quegli scemi?
"Si aspettano veramente che credi a queste sceneggiate? Potevano inventarsi un'invasione aliena, facevano più bella figura!"
I respiri di Jenny si facevano sempre più affannati, e le lamentele di Mac si facevano sempre più frequenti. Quella stupida doveva fare respiri continui ogni due per tre? Sarebbe stata una noia rimanere con lei! Forse doveva in qualche modo terminare lo scherzo.
-Eccomi Jenny- disse Mac dopo aver raggiunto la cima della scala -Che cosa c'é? Ah, certo.-
Mac guardò la porta dell'edificio della torretta: c'era uno zombie, ecco! Zombie, quella era la parola giusta! C'era uno zombie che la stava abbattendo! Cosa sarebbe successo se non l'avesse ucciso? Avrebbe mangiato Jenny, probabilmente. Quel povero, piccolo animale era in pericolo! Forse era virtuale, ma era comunque simpatico.
"No, devo ucciderlo. Devo sembrare credibile."
-Jenny, come faccio ad uccidere gli zombie? Sai, in genere non vedo film del genere... Ah, gioco di parole! C'è tipo un punto preciso oppure... E quest'ascia va bene?
Silenzio. Non esattamente, perché quello stava ancora colpendo la porta e sulla strada c'erano così tanti Gnammer che facevano suoni gutturali. Quello che aspettava era una risposta di Jenny, che non arrivava.
-Mi spieghi come hai fatto a sopravvivere con questo problema? Sai, è davvero improbabile che tu sia veramente viva. Non è che sei uno zombie pure tu? Voglio dire, questo contraddice tutto quello che mi hai detto! E cosa più importante, co-
La porta cadde sotto il peso del "non morto", e lei e Jenny erano apparentemente in pericolo.
-Io non farei mai queste cose, si rende conto che è maleducato?
Mentre Mac stava insegnando le buone maniere a quel signore puzzolente, si accorse che lui si stava dirigendo verso la scoiattola, ancora paralizzata come se stesse dormendo. Cosa avrebbe dovuto fare se si fosse trovata in una vera apocalisse? Salvare l'amica che l'aveva salvata, probabilmente. Senza paura, la ragazza prese l'ascia e inizio ad insultare il tizio che stava quasi per addentare la morbida e pelosa testa dell'animaletto. Non sapeva se erano capaci di capire, ma come risposta esso si diresse verso Mac con fare lento ma minaccioso.
-No, guarda! Possiamo benissimo ragionare! Ho visto che mi capisci, non intendevo quello! Tua madre è di certo una brava persona! E tutta la tua famiglia!- La ragazza indietreggiava mentre quell'uomo travestito da zombie la stava per raggiungere. -Scusi, però. Ora può dire che è tutto uno scherzo. Può dirlo, vero?
Ma i suoni gutturali erano tutto quello che l'uomo riusciva ad emettere. Bisognava ammettere che era davvero bravo.
-Guardi, non voglio farle del male! Semplicemente riveli che questa è una candid camera, mi sta spaventando!
Lo Gnammer continuava a strisciare, mentre Jenny fissava il vuoto respirando affannosamente.
"Proprio quella mi doveva capitare? Era proprio necessario che venisse a dirmi tutto ciò? Oddio, rivelate lo scherzo, vi prego!" Eppure, nessun segno di telecamere e quello lì non si fermava. Se i produttori del programma volevano spaventare la ragazza, c'erano riusciti perfettamente. Non era questo il loro obiettivo? Potevano fermarsi lì e... basta! Sarebbe tutto finito e lei sarebbe tornata a sognare il suo dolce preferito! Indietreggiava ancora, quando si accorse che aveva raggiunto Jenny e aveva fatto il giro della torretta. Tentò di svegliare la scoiattola da quella specie di trance improvvisando un discorso strano.
-Su, Jenny! Fai finire questa candid camera! Mi sto preoccupando, dai! ...Jenny! Basta, cosa volete che faccia?! Quell'assistente è bravissimo, tutti voi siete bravissimi a creare questo programma! Vi amo tutti! Ehm... volete sapere qualche mio segreto? Ho picchiato mia sorella settantasette volte durante la mia vita, ehm... amo alla follia il mio peluche di pezza e l'ho colorato di giallo per rappresentare il mio dolce preferito! Ho provato anche ad assaggiarlo, ho paura dell'algebra e non so mangiare le polpette al sugo!
Jenny fece un lungo respiro. "Mac, attenta! C'è uno zombie dietro di te!"
Istintivamente, la ragazza si girò e spinse il non morto sul bordo della torretta, per poi buttarlo giù. Lo Gnammer fece un breve volo per poi cadere su un suo simile, schiacciandolo e spiaccicandosi a terra. Probabilmente era morto. Probabilmente.
-Bel lavoro, Fede.
-Stai scherzando, presumo. Ho... ho ucciso una persona!
-Non era una persona, era uno di quegli esseri morti.
-Voglio dire... tutto questo, tutti questi tizi... sono veramente morti?
-Sì, te l'ho detto. Sono stati o morsi, o graffiati.
-Niente attori o qualcosa del genere?
-Attori? Siamo alla fine del mondo e tu pensi ad attori! Ti ho chiamato perché sei la chiave a tutto questo disastro di proporzioni giganti!
-Ah.. cioè... quindi...
-Cosa vuoi dire?
-Quello... mi... mi ha graffiato.
Mac svenne nuovamente, a causa delle tante rivelazioni scioccanti che le erano state sottoposte. A proposito, non credo si possa dire ma vabbè. Licenza poetica? Non importa, torniamo alla narrazione perché queste digressioni non sono importanti.

Quando riaprì gli occhi, la ragazza si vide davanti una faccia di scoiattolo.

-OH, MIODDIO!- urlò terrorizzata.
-Ci siamo già  viste, cretina.
Mac si guardò intorno e capì di essere ancora sulla torretta, ma nel piccolo locale che oramai mancava di una porta. Con lei c'era ancora quel pazzo scoiattolo che aveva un nome più pazzo e che sapeva parlare. Che pazzia! Era passata dal sognare a ritrovarsi zombie nella sua città . Perché doveva andare in letargo? La sua famiglia era proprio strana, come aveva fatto a non pensarci prima? Ed era graffiata… significava che doveva morire? Samantha e la sua famiglia? Dov'erano finiti?
-Devo tornare a casa, per favore!
-In queste condizioni? Con quello che ti è successo? Non hai idea di come si affronti un Errante!
-Ma sto per morire! Devo avvertire la mia famiglia!
-Non morirai, non morirai...
-Hai visto o non hai visto? Quello mi ha graffiato!
-Non importa, tu sei immune!
Era immune..? Cosa voleva dire? Non poteva essere uccisa dagli zombie? Che grande vantaggio! Per lei era come se non fosse successo niente, quindi! Aveva proprio fortuna! Che privilegiata! Ma com'era il detto… da un grande potere derivano grandi responsabilità ! Cosa avrebbe dovuto fare la povera Mac?
-Quindi il graffio non mi ucciderà ?
-No, si rimarginerà  e ti sentirai meglio in tre-quattro giorni. Perché avrei dovuto salvare una persona qualunque, scusa? Tu sei l'unica che conosciamo avere un patrimonio genetico che ti permette di essere immune dal virus che trasmettono questi morti.
-Ah… perché?
-Boh, non ne abbiamo idea. Forse sei stata sottoposta a qualche particolare radiazione… non ne siamo sicuri.
-Sicuri? Perché usi il plurale?
-Insieme a me lavora il Dr. Rik Rose, che si è rifugiato nel Municipio del paese qui vicino, Ventia.
-Da quanto è iniziato tutto questo casino?
-Più o meno otto giorni fa. Abbiamo lavorato molto per cercare persone immuni, e tu sei l'unica in un raggio molto ampio.
-Ah, modestamente… le mie qualità  non devono essere sottovalutate.
-No, assolutamente. Ti ricordo che sei immune, ma se uno zombie dovesse venire e morderti la faccia oppure divorarti lo stoMaco moriresti comunque. Non sei immune a cose che ti uccidono normalmente.
-Ah. Pensavo veramente di aver ereditato dei superpoteri.
-Sei l'eroina di tutto il mondo. Per salvarlo avremo bisogno del tuo sangue, giusto un piccolo prelievo… ma dovrai seguirmi fino al Municipio.
-Non posso farlo… c'è mia sorella, Samantha. E' in pericolo e devo salvarla. Non credo si sia spostata di casa!
-Sei sicura di potertela cavare? Non sei stata per niente brava con quello zombie.
-Oh, senti! Non ne ho mai combattuto uno e tu non mi hai di certo aiutato!
-Non è colpa mia se sono facilmente impressionabile! Sono uno scoiattolo!
-Tutti discorsi inutili...
-Per uccidere i Vaganti devi colpirli alla testa, al cervello. E' l'unico modo. Da qualunque altra parte non va bene, continueranno a rialzarsi.
-Fammi capire. Tu muori, e quando ti "risvegli" sei ancora più potente di prima! Che figata!
-Non capirai mai, l'ho già  capito. Vedi di colpirli alla testa e di non farti mangiare. Quell'ascia mi sembra una buona arma. Ed ecco qui una pistola, sai come usarla?
-Non proprio, ma giocavo a Wii e avevo un modellino simile! Spero che il funzionamento sia lo stesso… basta premere il grill-
-FERMA! Non premerlo! Fallo solo quando sei in situazioni di estremo pericolo! Per ora è meglio se rimaniamo qui dentro, ci sono molti Erranti per le strade.
-Quando se ne andranno? DEVO raggiungere Samantha!
-Possiamo al massimo aspettare domattina.
-Domattina? DOMATTINA? Ma sei pazza! Dovremmo stare 20 ore qui dentro?! Tsk! Io scendo!
-Non provarci, ti do un'altra bastonata se lo fai. Aspetteremo.
Ma era proprio strettamente necessario aspettare? Mac era immune e lei pensava di sapersela cavare! Voglio dire, niente l'avrebbe toccata e avrebbe fatto lo slalom tra quei lentissimi non-morti! Sapeva cosa fare, però. Lo stupido scoiattolo si sarebbe addormentato e lei sarebbe sgattaiolata giù! Che piano perfetto! Tanto sapeva dov'era il Municipio e poteva arrivarci a piedi con Samantha! Chi la stava a sentire a quella Jenny! E cosa significava "Fine del mondo" quando lei era immune?
-Attenta, se fai un'altro passo ti spiaccichi a terra.- fece notare Jenny.
Mac spostò lo sguardo verso il basso e vide che era quasi caduta. Ah, beh. Si era salvata, e questo era l'importante. Nemmeno una caduta poteva farle del male!
-Se cadi muori ugualmente.
Ah, dettagli! Sarebbe stata venerata come un'eroina! Salvatrice del mondo Mac Whiteteeth! T'immagini quanti autografi avrebbe ricevuto? Quante Banane Split? In qualche modo avrebbero curato la sua allergia e avrebbe mangiato il suo dolce preferito tutto il giorno, tutti i giorni! Un'Apocalisse poteva salvarla! Incredibile!
-Altra cosa importante! Soffro d'insonnia! Ho molti problemi, lo so.
-Che cosa?! Soffri d'insonnia?
-Eh, già ! Ma la cosa particolare è che… non ne soffro! E' un grande vantaggio! Possiamo controllare tutta la città !
La scoiattola aveva tutto quello che non doveva avere, e non aveva quello che doveva avere. Che pessima compagna di viaggio. Come avrebbe realizzato il suo piano? Non era nemmeno cattivo, era salvare sua sorella! Poteva metterla KO e scappare! Rimpiazzarla con Samantha, senz'altro migliore tiratrice e molto più simpatica! Probabilmente non avrebbero risolto le proprie divergenze, ma cosa importa? Non avrebbe dato fastidio in un mondo devastato da morte e distruzione.
-Dormiremo qui stanotte!- continuò l'animale.
-Al freddo e al gelo?! Sei pazza, vero?
-La porta è stata abbattuta...
-Potevi non avere così tanti problemi! Nah, diamo fastidio a una delle poche persone immuni sulla Terra e diamole una compagna così!
-Non offendere! Sono io quella che ti ha salvato!

 

Episodio 3

Conoscenze

Ricapitoliamo un po' quello che era successo. Così, per gioco. Due settimane prima Mac era andata in letargo perché obbligata dai suoi genitori, i quali erano andati a farsi una gita alle Maldive. Durante quelle due settimane i morti sono tornati in vita perché si e hanno ucciso quasi tutta la popolazione mondiale. In due settimane. Fortunatamente, secondo i dati di Jenny alcuni sono ancora vivi... speriamo. Nessun'anima viva ha pensato di svegliare lei e sua sorella perché era troppo occupata a urlare e a schiattare, fino a quando uno scoiattolo scopre che lei è immune ed è l'unica chance di salvare il pianeta. L'attira con un inganno e abbandona la sorella indifesa in casa, soggetta a terribili crudeltà , dovuta al fatto che non sa un cavolo dell'Apocalisse.
Seems legit.
No, non seems legit per niente. Samantha si era probabilmente svegliata in quel momento e anche se non l'aveva fatto, poteva esserle successo di tutto. Poteva essere stata mangiata come poteva aver mangiato! Non aveva diciotto ore per aspettare! Ed aveva fame! Tornare a casa era essenziale e necessariamente necessario.
-Non devi preoccuparti, starà  bene!
-Starà  bene?! COME POTREBBE AVERE L'IDEA CHE GLI ZOMBIE HANNO INVASO IL MONDO?!
-Ti ho detto che nessuno li chiama più "Zombie", è fuori moda!
-Beh, io sono così alla moda che lo riporterò alla moda! Dobbiamo andare a salvare mia sorella!
-C'è una mandria che sta passando, non c'è alcun modo di sopravvivere ad essa.
-Io mi salverò! Ho l'immunità !
-Anche se ti potessi salvare, io non ci riuscirei. Non voglio morire.
-Posso benissimo andare da sola.
-Morirai.
Mentre il sole era all'orizzonte, dalla torretta provenivano strani suoni. Oh, che bell'ascoltare in un mondo fatto solo da versi incomprensibili. Gli zombie camminavano tranquilli senza bisogni particolari, tranne quello di mangiare. Poteva anche essere omesso, dopotutto.
Così, all'improvviso, una porta fece uno scricchiolio.
-Oh, oh! Hai sentito?- chiese Jenny
-Avete anche un udito sopraffino voi scoiattoli? E' anche questa una mutazione geneticosa?
Dalla soglia dell'edificio a fianco della torretta si trovava il viso di un uomo, visibilmente preoccupato. Stava osservando la serie di erranti che passavano per la strada. Si girò e ritornò in casa, accostando la porta.
Mac pensava che finalmente qualcuno aveva il coraggio di uscire ed affrontare quegli stupidi! Li avrebbe uccisi tutti in pochissimo tempo! Vedeva chiaramente che quell'uomo era coraggioso e fortissimo, pronto ad affrontare di tutto! Anni di esperienza!
Jenny era sicura che quell'uomo sarebbe finito male, e aveva fatto bene a ritornare in casa, anche lui avrebbe aspettato la mattina successiva per scappare e ottenere la tanto agognata libertà !
Ma non fu così.
Cautamente, l'uomo riaprì la porta, ma questa volta era armato di una pistola e non indossava più' dei jeans, bensì una tuta. Ovviamente, se vuoi correre e scappare devi avere qualcosa di utile! Mac doveva tornare a casa per munirsi di cose elastiche... oppure avrebbe chiesto a quel misterioso signore... però non ci mise molto a riconoscerlo. Era il suo professore di Fisica! Il signor Martin Cars! Da quando in qua aveva delle armi da fuoco in casa? A scuola sembrava così tranquillo! Tutti gli alunni facevano così tanta confusione durante le sue ore, tant'è che lui si rassegnava e spesso diceva "Leggete sul libro, che tanto la lezione non v'interessa!" con fare scocciato e offeso. "Le mie conoscenze sono troppo per voi babbani! Plebei!" continuava spesso. "Poi non prendetevela se vi metto 4 nei compiti!" La cosa più scandalosa era, nonostante lui non facesse lezione, che alcune persone prendevano sempre il massimo dei voti. Lei lo considerava un mistero più grande della fine del mondo. Era sicura che la maggior parte dei suoi compagni avrebbero scommesso sulla sua morte, ma la ragazza era fiduciosa che il prof potesse farcela. Forse le nozioni di fisica potevano aiutare in un apocalisse!
Martin si guardò nuovamente intorno, osservando attentamente i non-morti che camminavano. Cosa voleva fare? Non sembrava esserci una vera e propria via d'uscita, ma forse lui era riuscito a trovarne una. Mac notò che l'uomo aveva nella mano una bambola... cosa voleva farci?
-Sta bene quel tizio?
-Oh, non preoccuparti. Penso che sappia ragionare.
Il professore ciccò un tasto della bambola, e questa inziò ad emettere diversi gemiti. Prontamente, lanciò l'oggetto in aria, facendolo cadere alcuni metri più avanti. Dopo qualche secondo, la finta bambina iniziò a piangere.
-Cosa sta facendo?! Così attirerà  gli Erranti!
-No, Mac! L'ha lanciata a debita distanza! Guardali!
Mac guardò meglio e notò che molti degli zombie in circolazione erano attratti da quel rumore e che si stavano avvicinando alla bambolina, chissà  per fare cosa. La ragazza capì che gli strani esseri prestavano attenzione al rumore, un po' come gli animali primordiali. Curiosità  o cosa? Non sapeva ben dirlo, non era una grande esperta di quelle cose, considerando che aveva visto cose inimmaginabili in circa tre ore e si era già  abituata.
"A scuola devo vedere cose ben peggiori." pensò istintivamente. "Mi sono preparata ai compiti a sorpresa, al peggio."
I Vaganti si trovavano quasi tutti in cerchio per ammirare e venerare lo Sbrodolino che stava cacciando dalla bocca una sostanza che sembrava acqua, ma la cui composizione chimica era bensì ignota. Martin lo sapeva e prese in mano la pistola, chiuse la porta silenziosamente e in modo ancor più furtivo tentò di evitare gli zombie che non erano rimasti affascinati dall'oggetto che aveva lanciato prima, il quale continuava miracolosamente a piagnucolare, senza che gli esseri vicino si lamentassero del rumore che distruggeva Mac stessa, la quale si trovava ad un'altezza considerevole. La ragazza pregò lo scoiattolo di scendere
-Può farcela, Jenny! E se può lui possiamo anche noi!
-Lui è uno, noi siamo due e non abbiamo la stessa velocità !
-Ma posso lasciarti qui e tornare con Samantha, ho detto! Mi ascolti?
-Seh, seh. Non te ne andrai di qui.
Mac si affacciò nuovamente alla finestra della torretta, solo per trovare una brutta scena davanti ai suoi occhi. L'uomo si era scontrato inavvertitamente contro due zombie ed era caduto.
-Oh, no! Oh, no, no!
Forse poteva ancora farcela, poteva salire sulla torretta! A Mac non era simpatico, ma era pur sempre un umano!
-Prof! Sono Mac! Guardi qui, sulla torretta!
Martin alzò lo sguardo e vide l'alunna attraverso la finestra che faceva strani gesti con le mani. Fece per alzarsi, ma uno dei due zombie gli prese un piede e lo fece inciampare, costringendolo a stare a terra nuovamente.
-Si rialzi, prof! Presto!
Il prof. Cars si dimenava con tutta la forza che aveva in corpo, ma il non-morto non si decideva a liberare la presa. Notò che l'altro era stranamente scomparso, ma non era una buona cosa, perché il primo stava per addentargli il piede. Fortunatamente, l'uomo riuscì ad dare un calcio al Vagante che tentava di morderlo e poté godersi qualche secondo di pausa. Fece segno a Mac per indicare che stava bene, e si rialzò. Ma la ragazza fece un urlo.
Martin si girò, solo per vedere il secondo Errante morderlo al collo.
---
-Fermi! Fermi!
-Oh, cosa c'è!
-Non mi piace proprio questa storia! Troppo cruda!
-Cosa ti aspetti? Che dica "L'errante lo abbracciò"?
-No, pero' dev'essere comico!
-Ah, certo! "Il secondo errante cadde e per sbaglio lo morse!" Che divertimento, ahaahahaha! No. Quindi zitto. Genitori ... che inutilità .

--

-E'... E'... morto?
-Allora, Mac. Se si viene morsi si muore, capiscilo. Lo so che è difficile da accettare, però non c'è speranza per lui.
Mac, triste, faceva fatica a trattenere le lacrime. Ma doveva dimostrarsi forte, soprattutto a uno scoiattolo che le aveva salvato la vita. Ma... se Samantha avesse fatto la stessa fine? Doveva scoprirlo. Doveva correre subito a casa sua. Senza pensarci, prese pistola e ascia e si avviò per le scalette.
Jenny, appena si accorse della corsa della ragazza iniziò ad urlare.
-Mac! TORNA QUI, NON PUOI MORIRE!
-Non urlare, che altrimenti vengono qui!- sussurrò -Ora stanno divorando il prof... è la nostra chance.
Allora, anche lo scoiattolo notò che tutti gli zombie della via erano o da Martin o dalla bambola, che continuava a piangere. L'immune aveva ragione. Era la loro occasione, dovevano scappare.
-Va bene, va bene... ma non facciamo rumore!
Cautamente, Mac e Jenny iniziarono a scendere dalla scaletta, assicurandosi che gli zombie non li notassero. Bastava un minimo suono, anche il più piccolo, e quei tizi, sprovvisti di quattro sensi, avrebbero attivato il quinto usando forse quello che poteva essere il "gusto". Come faceva a dire queste cose? Non doveva pensare troppo, doveva muoversi e non fare rumore.. un po' impossibile, ma accettabile, dopo tutto quello che aveva passato.
-Qual'è il tuo piano, genio? Andare direttamente da tua sorella?- sussurrò seccato lo scoiattolo.
-Ovviamente, cosa credi? Restiamo sulla scaletta ad aspettare? Non credo sia comoda.
-Dobbiamo fermarci, ce ne sono tantissimi per le strade! Dobbiamo trovare un posto sicuro!
-Come mi hai portato dall'altra parte della città ? Andiamo di lì!
-Scusa, sei cieca? Non hai visto quei Vaganti abbattere la porta della stanza? Quel vicolo che porta lì è infestato, oramai! Non possiamo passarci!
-Allora dobbiamo correre, ce la possiamo fare!
-Non insieme, Mac. Non insieme.
-Dai! Ti sembra giusto che il prof. Cars sia morto?! NO! Non avrebbe dovuto..!
-Cosa vuoi dire, cosa?
-Sembra egoistico da dire, ma... dovremmo approfittarne. Sarebbe stupido non farlo. Dobbiamo fare in modo di fare tutto quello che possiamo!
-Non ce la faremo neppure noi, non ce la far-
-SMETTILA DI RIPETERE FRASI!
Anche se non se n'era accorta, Mac aveva appena urlato. Come sapevano benissimo anche loro due, urlare non era la mossa più intelligente da fare in quella situazione. Non era per niente intelligente, se dovessimo dire la verità . Era stupidissimo!
Molti degli Erranti ignorarono completamente la bambola che, quasi per dar fastidio, smise di piangere, spostando quindi l'attenzione sulla ragazza e iniziando a dirigersi verso di lei.
-Bene, ora è il momento di muoversi.
-Ti darei un premio, ma no.
Velocemente, Mac toccò terra, cercando di evitare la maggior parte di zombie insieme a Jenny.
-Dove andiamo?!- urlò, correndo.
-Non lo so, ti ho detto! Potevi stare tranquilla!
Cosa doveva fare? Era così stressata dopo aver scoperto che il mondo come lo conosceva se n'era andato, dopo che aveva perso tutto, dopo che aveva visto una persona morire! E lei, lei non era riuscita a fare niente per lui. Forse era anche stata la causa della sua morte. Era colpa sua. Si era alzato per colpa sua. Normalmente se ne sarebbe accorto, del Vagante che lo seguiva, non si sarebbe adagiato sugli allori. Il suo urlo l'aveva condannato... Anche se non direttamente, aveva ucciso qualcuno. Che conosceva, non uno sconosciuto. Qualcuno che era vivo. Ora non lo era più... doveva assolutamente andare al Municipio il prima possibile, ma andare a prendere sua sorella era importantissimo. Non sarebbe sopravvissuta da sola, lo sapeva... non doveva essere la causa di altre perdite...
-Mac! ATTENTA!
La ragazza si spostò d'istinto e vide che uno zombie si era lanciato verso di lei. Grazie a Jenny, si era salvata.
-Non stare lì a pensare! Dobbiamo trovare un posto in cui stare! Non ce la faremo a raggiungere Samantha!
Nonostante tutto quanto, Mac sapeva che era vero, doveva ammetterlo almeno a sé stessa... sarebbero morte, forse non entrambe, ma o lei o Jenny non sarebbero riuscite ad arrivare a casa sua quel giorno. La notte era troppo pericolosa, se il giorno era così...
-OH, COSA TI HO APPENA DETTO!?
-Ah, sì! Scusa!- rispose, ancora evitando zombie da una parte e dall'altra.
-Non riesco ad aprire nessuna porta! Prendi la tua ascia!
-Non la trovo! Mi sarà  caduta! Ho solo la pistola!
-SEI STUPIDA?! Anche questo? Sarei io quella con i problemi, qui?! Non ce la faremo mai!
-Perché devi arrenderti? Finchè possiamo correre, facciamolo!
Finchè possiamo.
E se non potevano più?
Il viale che la ragazza e lo scoiattolo percorrevano si stava restringendo sempre di più, e sempre più zombie apparivano, occupando sempre più spazio. Mac diede uno sguardo avanti a lei e vide la strada sbarrata da una pila di zombie. Esatto, una pila di zombie, infilzati su dei pali. La cosa più terrificante era che erano ancora vivi, almeno non morti definitivamente.
-Cosa sono?
-Le persone li hanno messi per mettere al sicuro delle aree... non credo abbia funzionato.
-Ci condannerà ! Altro che salvarci! Dietro abbiamo troppi zombie!
-Nessun--
-HO CAPITO! NIENTE ZOMBIE! ERRANTI!
-Deve esserci un modo di farcela!
Proprio quando sembrava che un modo di farcela non ci fosse, una voce si udì da una delle case nel vicolo.
-Venite qui! Presto!
Pensare di rifiutare l'offerta? Ma chi erano per farlo! Uno sconosciuto? Per Mac erano tutti amorevoli amici amichevoli in quella situazione! Tranne gli zom- erranti. Guardò Jenny per un secondo e capì che anche lei voleva entrare in quella casa. Non c'era altra scelta, se non volevano essere mangiate.
La ragazza si girò e arrivò quasi alla fine del vicolo, dove c'era una porta socchiusa. Rapidamente entrò, ma Jenny scivolò sulla propria coda e perse i sensi.
-Ah, ma vuoi scherzare!
La diciasettenne uscì ancora più veloce e prese in braccio lo scoiattolo, vicina ad essere graffiata da un non-morto. Come risposta, gli diede un calcio sul viso. "Ah. Così si fa!" Pensò fiera. Rientrò assicurandosi che i suoi lacci delle scarpe non fossero un pericolo e chiuse la porta dietro di lei. Era al sicuro. Almeno per ora.
-Sembra che siate salve per un pelo.- fece una voce nell'ombra.
-Non t'insulto solo perché ci hai salvato. Chi sei?
Lentamente, qualcuno si fece avanti. Era, apparentemente, a quattro zampe, e occupava una massa considerevole. Lei non vedeva bene, poiché l'uomo si trovava ancora nel buio. Perché stava gattonando? Era un tipo di zombie intelligente, per caso?
-Stai tranquilla, non spaventarti. Devo solo dirti che non sono umano.
Il viso dell'essere si fece avanti e Mac capì di trovarsi di fronte a un ippopotamo.
-Ip..ip...
-Ah, no! Sono un muccopotamo, un incrocio!
Animali magici. Zombie. Professori con pistole. No, non ce la faceva.
-Sì, ok... fammi posare la scoiattola sulla poltrona... qui....
Con tutta la tranquillità  possibile, posò Jenny su una poltrona vicina e rimase zitta per qualche secondo. Esaurita, svenne.

-Sono così brutto? Ah...

 

Episodio Finale

Punti di vista

"Trallalero trallalà , ditemi cosa ci fa questo tizio qua."

Mac si era svegliata e stava per cadere a terra un'altra volta. Cos'era quella cosa che si trovava di fronte a lei? Una mucca/ippopotamo? Era orribile! Non voleva offenderlo, ma... sì, voleva offenderlo, in realtà . Però si trattenne e non lo fece, bisogna trattare bene quelli che ti salvano. Vero? Però era un obbrobrio! Era un misto senza senso! Era come prendere una carota, un mango e un frullatore e metterli insieme in un altro frullatore! Non doveva pensare a queste cose, assolutamente no! Poi pensare a questo le faceva perdere tempo, e non doveva perdere tempo! Doveva andare alla ricerca di Nem- Samantha! Non poteva pensare per troppo tempo per troppe ragioni! E tra l'altro il tempo è denaro! E lei non poteva permettersi di perdere denaro perché era al verde? Come faceva a pensare a tutte queste cose in così poco tempo? Stava andando anche lei in iperventilazione? Oddio, iperventilazione non è buono! Assolutamente no! No! NOOOO!... Ok, meglio non stare vicino a Jenny, magari la sua malattia è contagiosa.
Mac fece qualche passo per allontanarsi dallo scoiattolo che stava ancora nel mondo dei sogni... chissà  cosa sognava quella li. Di certo cose che non poteva capire, troppo strane e sicuramente collegate a..
"EHI! MA JENNY HA DETTO DI ESSERE INSONNE!" Pensò la ragazza. "Com'è possibile che stia dormendo! Mi ha mentito!" Voleva far uscire tutta la sua rabbia, ma lo sconosciuto essere immondo che si trovava in quella casa forse non l'avrebbe accettato e l'avrebbe cacciata all'istante. Meglio starsene zitte e aspettare la prima mossa dell'... animale o cos'era quel coso. Aveva detto di chiamarsi Muccopotamo, vero?
Muccopotamo, l'ibrido tra una mucca ed un ippopotamo, non aveva un vero nome. Dalla sua strana creazione nessuno aveva pensato di darglielo e la maggior parte lo chiamavano EA311, nome in codice o cosa, a lui non piaceva. Preferiva Muccopotamo, dopotutto dubitava che qualcuno si chiamasse in quel modo.
Si girò verso Mac, la quale lo fissava ogni tre secondi e poi faceva finta di girarsi. Cosa voleva da lui, perché non parlava? Le aveva salvate, si aspettava un po' di riconoscenza almeno! Forse aveva paura di lui, o peggio era disgustata! Poteva capirlo, non era mai stato qualcuno particolarmente bello... gli scienziati che l'avevano creato l'avevano subito rinchiuso in una specie di prigione... fino a quando, con l'arrivo degli Erranti, lui scappò. Ma non doveva pensare al suo passato, doveva vivere nel presente e capire di più della persona che aveva soccorso. Con coraggio, inizio a pronunciare la prima parola.
-Ehm, ciao... sei rimasta addormentata per un po'.
La ragazza fece forse finta di non sentire, ma dopo qualche secondo l'animale ebbe una risposta.
-Per quanto tempo? È importante.
-Perché? Oramai qui abbiamo tempo da perdere.
Muccopotamo notò una strana espressione sul viso della diciassettenne, quasi come volesse dire "MA SEI STUPIDO! IO DEVO MUOVERMI!". Però lei, a parlare, non disse quello.
-Beh, io ho molta fretta. Puoi dirmi che ore sono, gentilmente?
-In realtà  non n'è ho idea. Non sono quel genere di animale che porta orologi.
-A me non sembri nemmeno un animale.
-Eh? Cosa hai detto? Mi hai insultato?
-Ehm, no! Io ho detto che sembri proprio un possente animale!
Lui sapeva che non aveva detto quello, ma decise di prendere la seconda affermazione come un complimento, quindi continuò la conversazione con la misteriosa ragazza.
-Devo assolutamente sapere a che punto della giornata stiamo! Qui dentro non ci vedo niente!
Effettivamente aveva ragione, tutte le finestre erano coperte da tende e la poca luce veniva solo da qualche candela che emetteva un bagliore soffuso, oscurando quasi completamente alcune zone dell'abitazione. Si riusciva a scorgere qualche tavolino e qualche sedia, ma c'era l'impressione di vivere nei tempi in cui l'elettricità  non era ancora stata inventata. Però l'animale non poteva fare di meglio di così. I Vaganti erano attirati dalla luce e accendere le lampadine oppure farsi vedere in casa ne avrebbe attirati troppi... sarebbero riusciti a sfondare la porta e i quattro sarebbero stati in trappola.
-Oh! Mi sente, vero?
A quanto pare Mac aveva detto qualcosa, ma Muccopotamo stava osservando la sua casa e non la sentì.
-MI SCUSI!
L'animale si girò di soprassalto e vide la ragazza con un'espressione molto scocciata, seduta su una poltrona. Si scusò immediatamente.
-Siamo a notte fonda oppure alla prima sera?
-A notte fonda? No, mi dispiace... dalle tende filtra luce, vuol dire che siamo più o meno a... mezzogiorno.
La diciassettenne guardò prima lui, poi per terra e poi alle tende per qualche secondo. Sembrava in una specie di trance.
-Per caso è un problema? Pot-
-UN PROBLEMA! SE FOSSE SOLO UN PROBLEMA NON STAREI URLANDO AL MOMENTO!
-Stia zitta, arriv-
-AH, NON M'IMPORTA! CERTO CHE LEI DEVE ESSERE PROPRIO UN IDIOTA!
-Non esageri con le offese!
-SONO DI FRETTA!
-Non può uscire! Ci sono non morti dappertutto lì fuori! Vuole suicidarsi?
-Ma cosa le interessa!
-L'ho appena salvata!
-DEVO USCIRE! SENTA, DEVO MUOVERMI!
-E quello scoiattolo che fa, lo lascia qui?
-L'unica cosa che fa è rallentarmi... lo può tenere se vuole.
-Rimanga qui per un po' di tempo, su! Non devi preoccuparti! Non voglio nemmeno costringerti a rimanere qui per molto tempo! Appena i Vaganti se ne andranno, potrai andartene anche tu... ma ora sarebbe una condanna a morte.
-Senta, lei non si merita nemmeno il lei. Fammi. Uscire. SUBITO.
-I punti non l'aiutano.
-HO DETTO SUBITO. NON STARÒ QUI A DISCUTERE PER MOLTO!
-Si calmi, prima! Non è difficile farlo, basta respirare! Uno due... uno, due! Provi, su! Insieme a me!
-FAMMI USCIRE, MALEDETTO OBBROBRIO MOSTRUOSAMENTE BRUTTO!
-Non posso, si calmi. Deve aspettare, potrei anche farla vivere qui per molto tempo. Ho molte scorte, possono bastare per un mese, il tempo che tutto si risolva... o almeno in parte.
La ragazza, però, non si decideva a smettere di provare a raggiungere la porta e diede quindi un calcio a Muccopotamo, e anche forte, nella pancia. La reazione normale che lui avrebbe avuto sarebbe stata quella di sbatterla contro la porta una decina di volte e poi mangiarla a colazione, ma si limitò prima a scusarsi e poi a darle una zampa sulla testa. Mac svenì all'istante e cadde sul pavimento con un tonfo abbastanza rumoroso. Lui sperava che non si fosse fatta troppo male, gli sarebbe dispiaciuto salvare qualcuno e poi farlo morire. Era per questo che si promise che non l'avrebbe mai mangiata, né lei, né quella strana scoiattola. Non sapeva il motivo per cui la ragazza la portava con lei, forse era un animale domestico. Beata lei, non aveva vissuto una vita isolata da tutto a dipingere su pareti di legno fiori, paglia e umani che tagliavano code e zampe a tutto. Magari aveva avuto anche lei la Trasformazione e ora riusciva a conversare con specie diverse. La ragazza non sembrava stranita quando l'aveva sentito parlare. Ok, era svenuta, ma più di quello no.

Jenny si svegliò di soprassalto, non si ricordava cos'era successo. Stava scappando con quella stupida di Mac e poi..? Vedeva tutto sfocato e scuro, forse era morta. Avrebbe avuto senso, aveva memoria di un forte dolore al viso di qualche secondo. Poi capì di trovarsi su una poltrona rossa, sicuramente antica e non in perfette condizioni. Nuvole di cotone riempivano quasi tutto il cuscino su cui si sedevano le persone e i braccioli erano davvero rovinati. La stoffa rossa aveva un colore diverso in quelle zone. Si affacciò a uno dei due bracci dell'oggetto, che per lei erano delle barriere protettive. Vide Mac stesa per terra, con un cuscino sulla testa. Era morta anche lei? Si trovavano in una specie di universo dove le anime morte vivevano per sempre? Jenny si diede un pizzicotto sulla coda. Fece molto male. 

"Per ora penso di essere viva. Ma non capisco ancora come sono finita qui." rifletté. 

Una grossa figura a quattro zampe si avvicinò da una stanza che sembrava una cucina. Jenny capì che l'aveva notata e cercò di fingersi coraggiosa, quando in realtà  aveva paurissima che quella cosa potesse mangiarla.

-Mi capisci, per caso? Riesci... a parlare?- disse l'essere.

Qualche secondo di silenzio. Lo scoiattolo voleva perdere tempo e riflettere. Però lo capiva veramente, entrambi erano stati soggetti a quel misterioso potere che ha alterato le loro capacità  di linguaggio. 

-Forse stai solo sentendo dei muggiti. Vabbè, io ci ho provato... Meglio aspettare che la tua amica si svegli. Poi si ved--

-No, no! So parlare! Ti capisco! 

L'animale, che Jenny non riconosceva, fece un sorriso e ricominciò a parlare.

-Grazie al cielo! Il mio nome è Muccopotamo! Tu chi sei?

-Ehm, mi chiamo Jenny. Tu sei quello... che ci ha salvate?

-Modestamente... sì, sono io che ho impedito la vostra morte con un atto di grande coraggio.

-Che è successo a Mac? Non credo sia stato tu.

-Si chiama Mac, quindi... Prima di dirti cosa è accaduto voglio avvisarti che mi ha dato molto fastidio, non potevo farle fare quello che voleva.

-Non preoccuparti, quella dà  fastidio a tutti. Scommetto che voleva uscire perché doveva andare a salvare sua sorella Samantha.

-Sì, è così! L'ho dovuta fare svenire, altrimenti saremmo morti tutti!

-Hai fatto bene, meglio non ucciderla. Può salvarci tutti. 

-Cosa intendi con questo? Vuoi sacrificarla?

-No, devo portarla con me. Ma non posso dirti il motivo, è Top Secret.

L'immunità  di Mac era troppo importante e lo scoiattolo non poteva rivelarlo a ogni essere che le passava davanti. Fortunatamente Muccopotamo non fece domande.

-Se vuoi puoi chiamarmi Mucchi, è molto più semplice.

-Non ci vedo nessun problema. Però dimmi... perché ci hai salvati?

-Voglio far sopravvivere più viventi possibile. Ho tantissimo cibo e un posto sicuro dove vivere. Potremmo restare qui per due mesi, sicuramente risolveranno tutto per quel momento! 

-Mi spiace dirtelo, mi spiace veramente... ma noi siamo in viaggio e non possiamo fermarci. Devo portare la ragazza a Ventia per una missione importantissima e, poiché lei deve soccorrere sua sorella prima, abbiamo poco tempo. Non ci sono soste, se non provvisorie, per noi. 

-Siete sicure? Non potete rimanere nemmeno per un po'?

-Quella lì non vuole di sicuro.- rispose Jenny.

-Dopo aver fatto quella missione che farete? Tornerete qui? 

-Forse dopo un po' di tempo sì. ...Hai detto che hai molto cibo? E' in cucina?

-Credo di avere anche delle ghiande. 

-Potrei... prenderne qualcuna? E' da un giorno che non mangio.

-Certo! Vieni in cucina! Non mi dispiace!

Tranquillamente, i due animali andarono in cucina, lei cercando qualcosa da mangiare e lui sperando di trovare una nuova amica.

Sbatté le palpebre due volte prima di alzarsi, quello stupido Muccopotamo l'aveva fatta svenire e con un calcio davvero forte!

"Ah, ma lo vedrà  di cosa sono capace io! Devo convincere anche Jenny e dobbiamo andarcene di qui il prima possibile!" Pensava. "Non dobbiamo trattenerci in minuto in più in questo luogo orribilmente schifoso! E' già  pomeriggio!"

Mac si mise in piedi, si sgranchì le gambe e cercò Jenny con le mani. Però non c'era. Non sapeva dov'era finita, dopotutto prima aveva detto che non importava se rimaneva lì. Forse quell'animale crudele l'aveva portata via, forse avrebbe dovuto salvarla. L'avrebbe fatto, ma sapeva benissimo dov'era il suo appartamento e una veloce strada di campagna verso Veltia. Dopotutto vicino casa sua c'erano anche due bici; una sua e l'altra di sua sorella. Non necessitava di aiuto extra, ne era sicura. 

"Posso benissimo aprire la porta. Mi ha detto di non uscire?! Io esco eccome!" Lentamente, Mac girò il pomello del piccolo portone, ma non fece in tempo a girarlo del tutto. 

Una montagna di zombie si ammassavano sulla porta. Mac non poté evitare di urlare. Prontamente, però, si appoggiò sulla porta in cerca di respingere i non morti.

Dei passi arrivarono dalla cucina e poi grida. Era Jenny.

-Mac! E' POSSIBILE CHE CI DEVI SEMPRE METTERE NEI GUAI? 

-Non volevo! 

-Mucchi, prendi il cibo! Dobbiamo muoverci!

Il Muccopotamo si trovava ancora nella stanza destinata ai pasti, muovendosi qui e lì in cerca di cibi in scatola e altre cose commestibili, facendo cadere pacchi di pasta, fiorellini e bottiglie piene d'acqua.

-CHE COSA STAI FACENDO?- esclamò Mac, in preda al panico.

-Devo prendere cibo! Quelli entreranno! 

-Non puoi venire qui ad aiutarci!? Sei gigante, li bloccheresti di sicuro! 

Un pezzo della porta si ruppe e alcune braccia iniziarono a fare la loro comparsa.

-Hai qualcosa come un'ascia? Un coltellone?- chiese Jenny

-No, però qui c'è una motosega!

-UNA MOTOSEGA?! CHI TIENE UNA MOTOSEGA IN CASA!?

-Pensate a proteggere la casa più tempo possibile! Jenny, trovami una corda! 

-A cosa ti serve?

-Fallo e basta! Mac, tu tienili a bada il più possibile! 

Jenny corse al piano di sopra per cercare una corda, come aveva detto Mucchi, mentre Mac cercava di evitare l'intromissione di ospiti non graditi in casa altrui.

-Ehm... voglio scusarmi.

-Wow.- disse seccato l'animale. -Ci hai messo meno di un minuto. 

-Senti. Non volevo!

Un braccio con un morso prese per la gamba Mac, facendola scivolare sul pavimento e facendole battere la testa.

Ora era stesa, quasi svenuta -nuovamente- e nessuno era alla porta per impedire agli zombie di entrare.

-Che stress! 

Muccopotamo disse qualcosa e corse immediatamente verso la ragazza ferita sulla fronte, dando un calcio alla porta, facendola chiudere.

-Mac, riesci ad alzarti?

La ragazza tentennava, ma riuscì a rispondere e a rimettersi in piedi. -Sì... li hai bloccati?

-No, entreranno. Tutto il rumore che abbiamo fatto ne sta attirando altri.- fece. -Jenny! Hai trovato una corda?!- Un grido si levò dall'alto. 

-Scendi, presto!- 

Jenny scese velocemente le scale e diede la corda all'altro animale, velocemente. Mucchi ritornò in cucina insieme agli altri e si legò una discreta quantità  di cibo, racchiuso in un sacco, alla schiena.

-Com... Reggerà ?

-Senz'altro più della porta! 

La ragazza si girò e vide che la porta era crollata sotto il peso di una ventina di Erranti, i quali si stavano dirigendo verso di loro. 

-Dove scappiamo? 

-Andiamo al piano di sopra, possiamo passare sui tetti! 

-PERCHE' STIAMO ANCORA GIU QUANDO POTEVAMO STARE SOPRA?!- urlò impazzita Mac

-Vuoi salvarti o no? Presto, sali! Non abbiamo tempo! 

I tre fecero dietrofront e si diressero nuovamente verso le scale, quando un nuovo Vagante si trovò di fronte alla diciassettenne.

-Mac?! Ci sei?!

Un rumore di una motosega, e la testa dello zombie cadde a terra velocemente. Mac l'aveva decapitato. 

-Devo dire che questa cosa è molto utile, effettivamente.

-Corri sopra! 

Mac si fece spazio tra i non morti a colpi di motosega raggiungendo senza graffi e senza morsi i due animali sulla cima delle scale. 

-E ora, che si fa?

-Ho una scala che ci può portare sul tetto! 

Jenny, con l'aiuto di Mac, prese la scala mentre Mucchi cercava di respingere gli zombie con dei calci nella pancia. Credeva che facessero male, anche se erano morti. Sfortunatamente quegli stupidi non si arrendevano e si rialzavano ogni volta. Mac riuscì a posizionare l'oggetto preso prima e aprire la finestra che li avrebbe portati fuori da lì. Lei e Jenny erano all'aperto.

-Ce l'ho fatta, vieni! 

-...A dire la verita, non so se reggerà ! 

-Potevi pensarci prima! Stanno salendo, sono quasi qui! 

Muccopotamo, che, come detto, aveva molti chili sulle spalle, non era sicuro che la scala riuscisse a sopportare il peso a cui sarebbe stata sottoposta.

-Devi provare!- urlò Jenny -Sono sicuro che puoi farcela! 

L'animale si fece coraggio e iniziò a salire, spronato sia dalle due amiche, sia dagli zombie che volevano mangiarlo. Anche se non lo facevano volontariamente, lo spingevano a dare il meglio di sé. Non voleva essere sgranocchiato. Era sull'ultimo scalino quando questo si spezzò, facendo cadere la sedia. 

-OH, NO! 

Però era stato salvato da Mac. Lo teneva per una zampa.

-Quanto... pesi... muov...iti..

Capì che la ragazza non sarebbe riuscito a tenerlo in vita per molto tempo.

-Non riesco a salire... Devi lasciarmi! Altrimenti ti porterò anch'io giù!

-No... non posso...

Dei passi arrivarono dal tetto, dietro Mac. Ma erano troppo pesanti per essere quelli di Jenny. 

-Qualcuno è in pericolo!- urlò una voce ignota.

Mac si sentì afferrare i piedi e tirare su. Provò a girarsi per vedere chi era, ma non riuscì a farlo. Poi vide Muccopotamo al sicuro. 

-Che cos'è quel coso!? Pensavo fosse un umano!- fece la stessa voce misteriosa.

-Almeno abbiamo compagnia. E cibo. Ne ha un sacco attaccato alla schiena.- disse un'altra.

-Ah... quindi... cosa facciamo?

-Propongo di ucciderli.

-Hanno un sacco di cibo, guarda.

-Ok. Prendo l'ascia e dò un colpo a testa a questa qui.

I sensi di Mac tornarono, però lei non riuscì a rialzarsi.

Poi tutto nero.

Poi tutto bianco.

Si era risvegliata. Nel suo letto.

Samantha era vicino a lei e il poster "Odio IcyFlame, Giga e Mistero" era integro. Non c'era segno di zombie, scoiattoli parlanti e muccopotami.

Sia ringraziato il cielo.

 

Eccomi qui, con il primo spin off a puntate. Ce ne saranno quattro e poi la fine molto brusca (il motivo è perché questa doveva essere una serie da 13 puntate, poi l'ho cancellata e riadattata.). Potrei pubblicare la prossima puntata alla fine di questa settimana, ma voglio ricordarvi, che per tenere le cose più in ordine, pubblicherò tutte e quattro le puntate nello stesso messaggio. Quindi vi consiglio di seguire la discussione dei commenti, dove scriverò una volta pubblicata una nuova parte! Buona lettura!

Poi è ambientato dopo la quarta stagione... come è possibile? :o

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by secsi @Combo 

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Nella vita di Giga

 

[Comico/"Interattivo"]

 

Giga

 

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Ambientato prima della prima stagione.

 
Episodio 1
C'era una volta
 

"In una notte fredda d'estate, succeduta ad una calda notte d'inverno, Giga si svegliò. Era pronto per affrontare un'altra delle sue splendide giornate, costellate di problemi, gioie, dolori, soddisfazioni, cibo, studio, uscite, sensazioni contrastanti, sole negli occhi, acqua nelle orecchie, cani tra i capelli, ma soprattutto decisioni importanti.

Così importanti che ogni volta mettevano alla prova il suo carattere. Avrebbe dovuto salvare il gattino, rischiando di fratturarsi una gamba oppure doveva continuare a passeggiare ignorando i miagolii come un grandissimo menefreghista, lasciando l'animaletto al suo destino e a una morte quasi certa? 

"E' incredibile." si diceva sempre. 

E infatti era molto incredibile. Le statistiche ci dimostrano che in sole 24 ore (ok, forse non 24 ore perché a meno che non siate dei pazzi/problematici diciamo che un terzo dormite) facciamo più di un migliaio di scelte. Io, narratore onnisciente, vi farò immergere nella vita di Giga, in cui lo vedrete soffrire e pensare, poco o a lungo, su quello che dev-"

"Papà , che cosa stai facendo?" fece una voce.

"Niente, niente!" 

"Senti, perché stai facendo il narratore davanti alla finestra?" 

"Non sono tuoi problemi!"

"Ma stai parlando di me e la gente ti guarda in modo molto strano... Non puoi urlare questo genere di cose nel quartiere. Ti prendono per pazzo!" 

"Figliolo mio..." dissi "Ti dispiacerebbe andare a fare una passeggiata con me?"

"Papà ... puoi spiegarmi qual'è il tuo problema? Ti vedo abbastanza preoccupante." 

"Non sono preoccupante, sto semplicemente tentando di passare più tempo con te."

"Preferirei che lo passassi in modo normale. Non... facendo quello che stavi facendo prima."

"E' inutile. Oramai mi sono calato nella parte! Sono troppo concentrato!"

Giga mi guardò in un modo spaventato, preoccupato e compassionevole allo stesso tempo. Ecco, lo sentivo, lo sentivo che stava per prendere una decisione. Continuavo ad elaborare i miei pensieri nella mente, fino a quando delle parole uscirono dalla sua bocca.

"Preferisco andare da solo... Ci vediamo ad ora di pranzo. Esco con Peter e Martha." 

Con passi lenti, ma sostenuti, Giga aprì la porta e uscì dal mio campo visivo. Ma oramai, oramai non potevo farmelo sfuggire. Dovevo seguirlo, inseguirlo, per documentare le sue avventure, scrivere un libro e diventare la nuova J.K. Rowling. Con i capelli un po' più corti. Ma non temete, il volume dei capelli non avrebbe cambiato niente.

---

"Mio padre certe volte è così stupido." feci, rassegnato. "Oggi si è messo in testa che deve raccontare la mia vita a... gente a caso!"

Martha e Peter mi guardarono straniti, dubito che capirono cosa intendessi. Dopotutto mio padre non è una persona da imitare. Con gli anni ho sviluppato una repulsione per mio padre, sto tentando di stare più tempo possibile con lui, ma sembra che lui tenti di... non stare con me. Tutte le cretinate che fa... davvero uno spettacolo dell'orrore. Mia madre lo sostiene, io le dico che vorrei, ma non ci riesco. Nella famiglia dicono che non è sempre stato così, in passato era una persona completamente normale. Questo dovrebbe sollevarmi, ma invece il risultato è il contrario! Gli scienziati dicono che spesso i geni rimangono in famiglia. Questa "patologia" si è presentata solo in tarda età , ho un grandissimo timore che venga a fare anche una visitina a me, durante l'età  adulta. E non voglio rovinare la vita di mio figlio, insomma! Quando mi fanno la domanda "Cosa vuoi fare da grande?" io di scatto rispondo "NON MIO PADRE!" E' una cosa... istintiva. 

"Non deprimerti, dai. Adesso non c'è, possiamo fare quello che vogliamo." disse Martha.

"Martha ha ragione, in questo momento possiamo veramente fare di tutto. Quindi stai calmo, guardati intorno e decidi."

"Ti diamo la possibilità  di scegliere, sembri molto stressato. Keep calm!"

"Sai che odio l'inglese." la fulminai.

"Devi essere più aperto alle culture straniere." 

"Non c'entra niente. Odio l'inglese, non ho detto che odio gli inglesi."

"Possiamo andare a casa per giocare, a fare una passeggiata oppure a trovare mia nonna, inglese!" disse allegramente Peter.

E all'improvviso... delle voci nella mente. Tanti bzzz di persone iniziavano a ronzare nel mio cervello. Non avevo idea di quello che stesse succedendo. Cosa c'era nella mia testa? Il primo pensiero era che stavo iniziando a presentare i sintomi della malattia di mio padre. 

Ho pensato subito di essere finito. Però, ho deciso di ascoltarle. E loro hanno deciso per me.

Cosa farà  Giga?
 
A. Vai a giocare a casa
B. Vai a fare una passeggiata 
C. Vai a trovare la nonna inglese di Peter
 
Le tue scelte cambieranno il modo di comportarsi di Giga nella quarta stagione!

 
Episodio 2
Un ragazzo davvero combattuto
 

Precedentemente...

E all'improvviso... delle voci nella mente. Tanti bzzz di persone iniziavano a ronzare nel mio cervello. Non avevo idea di quello che stesse succedendo. Cosa c'era nella mia testa? Il primo pensiero era che stavo iniziando a presentare i sintomi della malattia di mio padre. 

Ho pensato subito di essere finito. Però, ho deciso di ascoltarle. E loro hanno deciso per me.

 

HAI SCELTO "VAI DALLA NONNA INGLESE DI PETER"

HAI OTTENUTO IL TRATTO LUNATICO

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"Su, andiamo da tua nonna!" 
"Giga, stai bene?"
"Certo! Mai stato meglio!"
Mio figlio aveva dato una risposta che non mi aspettavo.
Perché?
Per caso non lo conoscevo bene?
Per caso... NON ERO UN BUON PADRE?!
Le domande continuavano a girarmi nella testa. Perché quella decisione? Perché proprio quella? 
E' incredibile. 
Ma dovevo continuare a seguirlo. Dovevo scoprire di più sulla sua scelta e sui motivi che l'avevano spinto ad andare dalla nonna inglese di Peter. Era un lavoro per il SuperPapà  di Giga! 
---
Mi stavo dirigendo insieme a Peter e Marta dalla nonna del primo. Non capivo perché avevo fatto quella decisione. Doveva essere opera delle voci nella mia mente. 
Poteva anche essere colpa di mio padre.
"Scusate, sapete se qualcuno può infilare un microchip nel cervello di un'altra persona?" chiesi.
"Credo di sì, però sarebbe un'operazione abbastanza schifosa." 
"Non come le potenze. Quelle sì che sono operazioni schifose! AHAHAAHAAHAAH!" 
"Le tue battute fanno così ridere che preferisco trattenermi. Ci sarebbe il finimondo se ridessi." ironizza Marta.
"Guarda che capisco cosa vuoi dire."
"Ne dubito." dissi. Peter sicuramente non capiva cosa volesse dire. Di solito non capiva molto.
Dopo passi su passi, arrivammo di fronte alla casa della nonna di Peter. Speravo veramente che capisse almeno un poco di italiano, poiché non ero capace di sostenere una conversazione in inglese. A malapena ci riuscivo in italiano. 
"Ma c'è qualcuno dietro di noi?" chiede Marta preoccupata.
Mi giro insieme a Peter. Vedo un uomo leggere il giornale, vestito con un cappotto giallo e dei jeans.
"E' piena estate." mi sussurrano. 
Non posso fare niente che chiedermi come mai certe persone siano così strane. Ma soprattutto, con quale coraggio si mette un cappotto giallo e dei jeans insieme! Che gusto della moda zero!"
Passato questo orrore, andiamo su per le scale fino ad incontrare il mio nemico: Fannie.
Il nome mi ricorda la frase: Fa niente.
Chissà  se è veramente così.
Appena entriamo, ci accoglie con un sorriso.
"Buongiorno guys, come state?"
"Bene." risponde Peter "Ma sapevi che eravamo più di uno?"
"Oh, certo. Grazie ai miei powers da sensitiva."
"Nonna, sai che non sei una sensitiva."
"Io sono una great sensitiva!" 
Marta interviene e fa terminare la conversazione.
"Io sono Marta e questo è il nostro amico Giga."
"Giga? Ma che nome è?"
Effettivamente non è un nome bellissimo, ma ricordate che la colpa è sempre di mio padre. L'essere che io chiamo padre ma preferirei chiamare Rovina. 
"E' mio padre che mi ha chiamato così."
"Ah, mio padre era una persona così gentleman!" 
Lei si guarda intorno, come per verificare che non ci sia niente di strano, poi ricomincia a parlare e dice a Peter di seguirla. Lascia me e Martha all'entrata da soli. 
Non sappiamo che fare, ma lei dice che vuole sedersi. Mai vista stare in piedi in una casa. Casa per lei vuol dire sedersi.
Dove c'è Barilla c'è casa, e dove c'è casa c'è divano.
Andando nel salone, vedo un telefono di prima generazione. Più o meno quei mattoni che pesano più dei tavoli. Ma non è quello che mi colpisce.
C'è uno smartphone lì vicino, con un messaggio. 
"Ma che ca..."
Marta non capisce, ma poi glielo faccio leggere.
 
" Cara Fannie, lei è una donna meravigliosa. Ho saputo che suo nipote verrà  da Lei a breve con dei suoi amici. Tra questi c'è mio figlio. Prego Lei di fargli qualche domanda sulla scelta. Lei non ne è a conoscenza, ma mio figlio non apprezza gli individui di etnia inglese e non capisco perché. Cerchi di ottenere queste informazioni, poi me le comunichi tramite il balcone di quella che mi sembra essere la cucina. Io rimarrò sulla panchina nel viale con un cappotto giallo e dei jeans. Per favore, non si faccia notare.
P.S.- Se fa come Le ho detto, otterrà  100 euro.
 
"Mio padre ha passato il limite." sospiro.
E guardate un po', le voci tornano proprio al momento giusto.
 
A.- Convinci la nonna di Peter che tuo padre sia pazzo
 
B. Fai finta di niente
 
C. Affacciati al balcone e urla contro tuo padre

 
Episodio 3
Ch'ebbe strane conversazioni
 

Precedentemente...

 

Mi stavo dirigendo insieme a Peter e Marta dalla nonna del primo. [...] Andando nel salone [della casa della nonna], vedo un telefono di prima generazione. Più o meno quei mattoni che pesano più dei tavoli. Ma non è quello che mi colpisce.
C'è uno smartphone lì vicino, con un messaggio. 
" Cara Fannie, lei è una donna meravigliosa. Ho saputo che suo nipote verrà  da Lei a breve con dei suoi amici. Tra questi c'è mio figlio. Prego Lei di fargli qualche domanda sulla scelta. Lei non ne è a conoscenza, ma mio figlio non apprezza gli individui di etnia inglese e non capisco perché. Cerchi di ottenere queste informazioni, poi me le comunichi tramite il balcone di quella che mi sembra essere la cucina. Io rimarrò sulla panchina nel viale con un cappotto giallo e dei jeans. Per favore, non si faccia notare.
P.S.- Se fa come Le ho detto, otterrà  100 euro.
 

HAI SCELTO "AFFACCIATI AL BALCONE E URLA CONTRO TUO PADRE"

HAI OTTENUTO IL TRATTO IMPULSIVO

 

Non ce la facevo più. Mio padre non solo mi torturava a casa, ma adesso mi stalkerava pure? Per la prima volta capisco i ragazzi con i genitori iperprottettivi, però loro non capiranno mai me: mai visto un figlio con un genitore che lo segue dappertutto:

La cosa che mi chiedo é perché? Perché mi vuole seguire così tanto?! 

Non è il momento di stare a pensare, quindi lascio Marta in salone e corro velocemente verso la cucina, apro le porte mentre Peter e la sua nonna stanno discutendo e vado verso il balcone. Sempre con più violenza, apro la porta di vetro e mi affaccio.

Purtroppo nessuno c'è alla panchina. 

Tutti mi stanno guardando interrogativi, però io so che posso mostrare loro il messaggio. Di certo condannerà  Fannie e potrò finalmente smettere di vedere un'inglese.

---

Stavo correndo più velocemente possibile, per fortuna mio figlio non mi aveva visto. Avevo annotato anche la sua seconda decisione, era venuto da me. Di certo un segno di impulsività ... sto scoprendo sempre più su mio figlio, questo mi porta di certo a dover tornare a casa e scrivere il primo capitolo del mio libro. 

C'è solo un problema. 

Non so il titolo. 

Come devo chiamarlo? Indagine di un padre su un figlio? Le scelte di un ragazzo nella vita? 

Sarà  un bestseller oppure verrà  letto dai ragazzi come libro di narrativa di seconda elementare? Verrà  tradotto in francese, inglese, olandese e... swahili? Per caso verrà  letto a Messa?

Quante domande, e quante possibili risposte! Ma mi serviva un altro aiuto, sapevo che Fannie voleva quei cento euro e non si sarebbe arresa facilmente ma mi avrebbe comunicato i risultati del test?

Mi misi il telefono in tasca ed ebbi una stupenda idea. 

---

Tutto fiero, vado per prendere lo smartphone di Fannie e mostrarlo agli altri. Stranamente, anche Marta era sconvolta prima. Adesso lo sembra ancora di più.

"Giga, ma cosa stai facendo?" mi chiede.

"Devo salvare il mondo! E anche me.

"E anche te? Ma cosa vai a blaterare? Mi spieghi perché sei andato verso la cucina a caso?"

"Dovresti saperlo..." faccio con un'aria tipo Adam Kadmon.

Mentre ritorno in cucina, fa facce strane, preoccupate, continuo a non capirla. 

Pongo il telefono sul tavolino e faccio leggere il messaggio a Peter; sarà  molto deluso da sua nonna:

"Ehm ehm..." inizia. "Cara Fannie, lei è una donna meravigliosa..."

Sorrido troppo eccitato.

"Ho saputo che ha preparato una buonissima pasta. Prego Lei di sapere la ricetta. Mia moglie è davvero una grande appassionata di cucina inglese ma non capisco bene perché. Non la obbligo a darmi informazioni, però se vuole mi troverà  sul balcone della mia cucina, in via Roberta Fellisti. Dovrei essere con un cappotto giallo e jeans alla moda sbrilluccicosi rosa shocking. Per favore, non si senta obbligata."

Non capisco, che cosa è successo?

"P.S.: Se fa come le ho detto, sarò contento, lo spero." conclude Peter.

"But cosa stavi parlando about?" 

"Hai quasi buttato giù mia nonna... e stavi spaccando il vetro, lo sai?" 

"Ma... ma..." balbetto senza realizzare. "Lì c'era un complotto di mio padre con tua nonna!"
"Gomblodo? What is questa parola?" 

Marta ti guarda come per dire che ti aveva avvertito. 

Ma quindi tuo padre non ti stava seguendo, vero? Era solo la tua immaginazione?

"Marta, perché gli hai fatto fare tutte queste cose?"

"Ci ho provato, però era ossessionato! Volevo fermarlo, ma è scappato subito via!"

Insomma, deve essere stata un'allucinazione. Purtroppo per me, ora Peter mi sta guardando furioso mentre la nonna completamente confusa. 

Miracolo, è proprio la nonna a salvarmi.

"Do you want alcuni pancake? Sono delicious!" 

Peter continua a fulminarmi con lo sguardo, ma la nonna, nella sua innocenza, stupidità  ma sopratutto poca conoscenza della lingua italiana non si rende conto della situazione. 

In circostanze normali non accetterei cibo né dalle persone anziane e né dagli inglesi, figurati se queste cose sono combinate... ma non sono in circostanze normali, visto che per poco non ho causato un trauma a una persona e un danno di molti soldi alla stessa, quindi accetto e inizio a mangiarne uno, insieme ai miei due amici. 

Non vorrei continuare, però Fannie non li vuole lasciare lì ad ammuffire.

Tento di declinare, però lei m'invita anche a mangiare tutti i 12 (ben 12!) pancake, e non posso evitare di darle ragione. Peccato che dopo, forse per il mal di pancia, svengo. 

 

Mi ritrovo in una stanza buia, non vedo niente. Solo un bagliore di un cellulare, che non sembra essere il mio. Penso che in questo silenzio irreale mi servirebbero le voci nella mente, le quali non sono arrivate da un bel po'. A quanto pare posso evocarle, perché eccole arrivare.

 

A. Vai verso il telefono

B. Urla per tentare di uscire

 

 

 

Episodio 4
Con bizzarri amici
 

Precedentemente...

"Do you want alcuni pancake? Sono delicious!" 

[...] accetto e inizio a mangiarne uno, insieme ai miei due amici. 

Non vorrei continuare, però Fannie non li vuole lasciare lì ad ammuffire.

Tento di declinare, però lei m'invita anche a mangiare tutti i 12 (ben 12!) pancake, e non posso evitare di darle ragione. Peccato che dopo, forse per il mal di pancia, svengo. 

 

Mi ritrovo in una stanza buia, non vedo niente. Solo un bagliore di un cellulare, che non sembra essere il mio. Penso che in questo silenzio irreale mi servirebbero le voci nella mente, le quali non sono arrivate da un bel po'. A quanto pare posso evocarle, perché eccole arrivare.

 

 

HAI SCELTO "VAI VERSO IL TELEFONO"

HAI OTTENUTO IL TRATTO MINIMAMENTE CONSCIO DELLE TUE AZIONI

 

Non so perchè, ma per la prima volta mi sento combattuto. Una parte di me vuole urlare e uscire, l'altra dirigersi verso il telefono. 

Alla fine riesco ad arrivare al telefono, però una forza mi spinge via da esso e mi fa sbattere contro il muro. Quando ci vado incontro, capisco che non è fatto di cemento o qualche altro materiale duro, bensì è morbido. Non capisco minimamente cosa succede, poi mi salta in mente un'idea così malsana che sembro essere mio padre. 

Mordo.

Esatto, mordo il muro. Che è infatti commestibile. Inizio a mordere qui e lì, scavandomi una via fuori da quel covo orribile. Anche il sapore è orribile; uguale ai pancake della nonna di Peter.

Tra l'altro, sono stati quelli a farmi svenire. Mi saltano in testa tante idee e non riesco a cacciarle fuori, ma la prima fra tutte è che mio padre abbia veramente truffato quella Fannie. 

Che cosa non si fa per i soldi in questo periodo di crisi, che cosa non si fa. 

Alla fine, dopo aver sgranocchiato almeno un chilo di pasta di pancake ed essermi preparato tutto il cibo per un mio eventuale letargo, arrivo in un'altra stanza. Questa volta vedo uno specchio e una porta, ma prima che possa parlare vengo colpito alla testa.

---

*Din don!*

Suonai alla porta aspettandomi davanti Fannie, e infatti fu lei ad aprirmi. Purtroppo non mi riconobbe subito; probabilmente non mi riconobbe affatto.

Il mio aspetto era troppo camuffato. I miei occhiali scuri, i miei baffi finti e la mia falsa barba verde speranza non lasciavano speranza. Nessuno poteva riconoscermi.

"E' il padre di Giga!" disse una voce di ragazzo.

​Come aveva fatto a riconoscermi? Era per caso una spia di mio figlio? Era mio figlio? O il figlio di mio figlio? Mio figlio poteva avere un figlio? Sarebbe stato uno scandalo internazionale! 

"Oh, salve As-" 

"Non dica il mio nome! Sono sotto copertura!" 

"Non vedo any copertura."

"So che sta cercando di confondere l'amico di mio figlio. Ma mi dica..." le sussurro nell'orecchio. "Ha scoperto di mio figlio?" 

"But cosa sta dicendo?" continua a chiedermi lei.

Il ragazzo poi arriva nel corridoio, il suo sguardo dice molto. E' confuso, preoccupato e sorpreso. Fannie non gli ha detto niente. Benissimo. 

"Guardi, signor padre di Giga. Suo figlio mi ha detto che non è molto gentile con lui." 

Improvvisamente mi vengono in mente le grandissime capacità  di mio figlio. Aveva capito tutto, pochi minuti prima. Del tutto era uguale a me. Del tutto. 

E aveva spifferato tutto. Non potevo permetterlo. 

Presi il mio sparafleshatore e sparafleshai al ragazzo, che però sembrava immune.

"Devo chiamare qualcuno?" 

Mi stavo preoccupando, cosa fare? 

Sia lei che lui mi guardavano straniti. Specialmente la donna anziana, sembrava veramente non capire cosa stesse veramente succedendo.

Poi il cellulare mi squilla.

---

Quando mi risveglio vedo davanti a me Marta. Sono davvero felice di vederla, però poi mi rendo conto che sono legato ad una sedia. Non posso muovermi.

"Marta, presto... slegami, ho paura che la nonna di Peter possa avermi intrappolato." 

"Oh, ma no... cosa stai dicendo?"

"TI SEMBRA UNA SITUAZIONE NORMALE QUESTA?"

"No, del tutto." dice girandomi attorno.

"Marta, mi stai inquietando più di mio padre..." dico preoccupandomi molto.

"Sto migliorando allora." 

Cerco di liberarmi e dire qualcosa, ma rimango completamente senza parole.

"Dopotutto quello è un controsenso. Come posso essere migliore di tuo padre..."

Sta zitta, per aumentare la suspence che per me è puro torrone.

Ehm, terrore. 

Correttore automatico, sei davvero dispettoso.

"PERCHE' IO SONO TUO PADRE!!"

Fa partire una musica di tuoni in sottofondo e si toglie il cappotto.

Sotto c'è un'altra maglia.

"Scherzavo, Giga. Non sarò mai come tuo padre."

"Ma cosa vuoi? Che cosa volete tutti da me!"

Lei non mi ascolta e continua a parlare. "Tuo padre non sarà  mai intelligente come me. Io mi sono infiltrata, non hai proprio sospettato di me!"

"Benissimo, allora." faccio in modo calmo. "Perché non mi dici il tuo piano malefico, per cominciare?"

"Sì, MUAHAHAAHAHAH"

Risata malefica pessima, penso. Cioè, come dicono tutti i veri cattivi ridono con la B. Mio padre ha sempre riso con la B.

"Ti ho prima invitato al bar con me e Peter e ho detto a tuo padre di seguirti..."

"Quindi eravate d'accordo!" dico con tono da detective.

"Esattamente, ma lui mi ha tradito per Fannie... ha cercato di corromperla con il messaggio sul telefono... messaggio che lei non ha visto, ma io sì! E quindi ho approfittato degli orribili pancake dell'orribile Fannie e ti ho fatto svenire..."

Sono veramente sconvolto. Che pessima amica, madò. 

Mai fidarsi. 

"Ti ho poi portato nella camera di Fannie, risaputa per essere commestibile e senza fonte di luce... Purtroppo sei uscito, però per quando sei arrivato qui avevo già  contattato tuo padre e mi ero fatta promettere i 100 euro! BUAHAAHAHAHAAHAH!"

Ecco la risata malefica.

"Proprio prima che ti svegliassi gli ho detto che ti avevo in pugno. Mi consegnerà  i 100 euro, ma io non gli dirò niente di quello che hai fatto! I 100 euro lì terrò per me e scriverò un best seller!" 

Che piani complessi ai giorni d'oggi. In passato bastava uccidere un paio di persone e tutto andava bene.

"Marta... ma stai bene?" chiedo.

"Benissimo, benissimo! Ora sono stata illuminata dalla verità !"

"Fai parte degli illuminati?"

"No, ma in realtà  volevo farne parte. Non mi hanno accettata perché dicono che sono troppo giovane, ma beh. Che persone orribili, cioè, intendo..."

Il suo blaterare passa in sottofondo, mi accorgo che le corde si sono allentate e quindi riesco a liberarmi.

Prima di alzarmi penso se darle un pugno o no, ma alla fine si è comportata proprio come una... ehm... meglio che non lo dico... e la faccio cadere a terra.

Poi due porte si aprono; una a destra e una a sinistra. Mio padre e Peter.

"Giga, vieni subito!" dice il secondo.

"E' inutile..." sussurra Marta. "Tutti sono corrotti.... coff... vuoi andare con tuo padre, da cui potresti scappare facilmente, o da Peter, che è il tuo amico ma potrebbe tradirti?"

"Giga, dai, sono tuo padre!" dice lui.

 

A. Vai da Peter

B. Vai da tuo padre

 

 

Episodio Finale
Ma tutto ebbe una fine.
 

Precedentemente...

Martha si rivela essere la mente cattiva dietro tutto questo...

[...] due porte si aprono; una a destra e una a sinistra. Mio padre e Peter.

"Giga, vieni subito!" dice il secondo.

"Giga, dai, sono tuo padre!" dice lui.

 

HAI SCELTO "VAI DA TUO PADRE"

 

"Muahahahahah! Chi sceglierai, burattino!" dice Martha in un impeto di furia.

"Mio padre!" urlo.

Corro verso mio padre mentre Peter tenta di raggiungermi, però invano. Sono sicuro che anche lui faccia parte del complotto per scrivere un libro su di me.

"Mio caro, hai scelto me!" mi abbraccia papà , solo per poi arrabbiarsi con Martha. "Ragazzina, cosa tenti di fare?!"

Almeno sa qual'è la cosa giusta da fare, nonostante qualche volta sia stupido. Cerco di formulare qualche buona parola per lui, e quasi mi esce dalla bocca, fino a che lui non pronuncia la frase sbagliata.
"Il libro lo devo scrivere io!"

Storco la faccia e la faccio quasi diventare deforme. 

"E mio figlio mi appoggia! Io lo sapevo, preferisce me ai suoi amici!"
Beh, certo. Se i tuoi amici ti appoggiano tutto il tempo contro un supercattivo e poi ti rinchiudono in una stanza buia è ovvio che preferisci il supercattivo. 

"Ma adesso ti ucciderò con il mio Smash Finale!" urla Martha, mentre Peter viene trattenuto dalla nonna.

"Ma dear, uccidere non è per niente good..." 

"Zitta, vecchiaccia!"

"Lei è proprio una girl maleducata!" 

Fannie dice qualcosa, probabilmente imprecando e si lancia contro Martha, che però evita abilmente il colpo facendo cadere l'anziana signora, che si ferisce la guancia.

"Nonnina mia!" urla Peter. "Martha, che stai facendo?!"

"Devo vedere come reagisce Giga!" 

Quindi cosa faccio? Mi aspetto che le voci parlino, però niente. Mi hanno abbandonato come fece mio nonno con mio padre. 

Ora ditemi perché mio padre non fa lo stesso con me. 

"SMASH FINALE!" urla lei, mentre non ho idea cosa stia blaterando.

Salta in aria per volare, però cade a terra e mio padre si siede sopra di lei. 

"Vieni, Giga!" dice Peter. "Ora che è distratto!"

"Giammai!" 

Mentre Peter cerca di rimettere in sesto sua nonna e Martha si dimena per cercare di salvarsi da mio padre, questo caccia fuori un taccuino e inizia a scrivere.

"Giga, cosa ne pensi di tutta questa situazione?" mi chiede.

"Papà , ti ho detto di finirla con questo libro."

Rimette la penna sul foglio e scrive mentre parla. "Mio figlio vuole finirla con ques-"

"QUEL LAVORO DOVEVA ESSERE MIO!" urla furiosa Martha, quando quello furioso in tutta questa situazione dovrei essere io. 

"Figliolo, caro mio... perché non ti siedi sulla tua amica e iniziamo a parlare di quanto sia vario il mondo... e le scelte che esso ti fa fare?" 

Riesce a mascherare la sua stalkerosità  con un sorriso che sembra genuino. 

Non quanto il Mulino Bianco. 

"No! Giammai!" urlo contro mio padre, uscendo dalla porta e cercando di scappare più lontano possibile.

Dietro di me sento però dei passi, è Peter che vuole portarmi con lui. Cerca di adularmi, però non cado nel suo tranello: sicuramente anche lui vuole scrivere un libro su di me.

E già  tutto quello che sto facendo gli sta dando troppe informazioni.

Prendo la prima porta che trovo, pensando sia l'uscita, ma in realtà  è una seconda cucina, senza né altre porte né finestre. Un posto orribile.

Il mio amico è esattamente dietro di te. Mi giro e lo vedo, con le mani in alto.

"Stai calmo Giga, non essere paranoico. So che tutta questa storia è strana, però io non ho mai voluto farti niente..." 

Faccio passi indietro finché non trovo dietro di me dei pancake. I pancake della nonna.

"Stai attento altrimenti ti lancio questo!" lo minaccio.
"No, no... quello no, per favore! Mia nonna non è capace di cucinare... già  tenerlo in mano è pericoloso!" 

Ha ragione, il palmo inizia a farmi male e sono costretto a lanciare il dolcetto sulla faccia di Peter, che cade a terra in preda al dolore.

"NOOO! NOOO! PERCHE'!? PERCHE'?!" 

Mentre Peter inizia a divincolarsi come una persona epilettica, vedo alcuni libri di ricette: sono di Fannie. Mi viene in mente una geniale -modestamente- idea. Se tutte le sue creazioni sono come i pancake, potrei usarle per difendermi dal mondo (ma soprattutto da mio padre). 

Sfoglio in modo velocissimo i fogli, i libri sono pesanti ma la cultura è pesante, sopratutto quando si tratta di autodifesa. 

Altro che karate, il vero metodo per essere forti è cucinare bombe di cibo!  

Sento altri passi, ma non sono di Peter. Il traditore è a terra, svenuto. Rotolo sotto al tavolo riuscendo a prendere un libro di cucina all'ultimo secondo. 

Vedo delle gambe e un manico di scopa: Fannie è nella cucina.

"OH MY GOD! DEAR PETER! CHE E' HAPPENED?!" urla in preda al panico, correndo verso il tuo "amico" steso a terra. 

Lui non dà  segno di svegliarsi, ma la donna, chinandosi, mi vede. 

"Sei stato tu?!" fa iraconda.

"No... tecnicamente no..." faccio spostandomi lontano. 

"WHO SE NO!" 

"I suoi pancake! Sono così buoni che l'hanno fatto svenire!"

"Really? Dici seriously?" sorride allegramente.

"Certo certo..." Nascondi un libro di cucina sotto alla tua pancia. "Ne assaggi uno, vedrà  la loro bontà . Sono sul tavolo in fondo alla stanza." 

La donna si avvia, lasciando Peter al suo destino e permettendoti di scappare. 

Si gira troppo tardi, però sente la porta principale chiudersi, mentre io sento le sue urla.

 

Corro fuori, sono consapevole che qualcuno mi aiuterà . I libri mi rallentano, però sono quasi salvo.

Mi fermo per un millisecondo, però un proiettile mi sfiora la guancia e poi fa esplodere un albero.

Fannie ha un bazooka.

Spara un secondo colpo, però io sono già  scappato.

Corro via, via dal quartiere, via dalla città  e cerco di riabilitarmi sotto un nuovo nome. Vedo se c'è un posto sperduto dove posso stabilirmi, e alla fine lo trovo. Si chiama PM City.

Beh, almeno non ci abita mio padre.

FINE

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

"Giga, hai scritto questa roba veramente?" 

"Non ti piace, Icy?" 

"Assolutamente no! Ma che è? Nessuno vuole sentire la storia della tua vita! Sei solo uno chef senza uno scopo." 

"Ma... ma..!"

"E ora stai zitto, che stanno arrivando i concorrenti. Vedi di disgustarli con la tua cucina, almeno spera che faccia schifo"

"Va bene, va bene. Seguirò le ricette di Fannie se proprio lo vuoi."

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by secsi @Combo 

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