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Divergent in Tabula ~ Piazza Centrale


-Lord

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Guest Gingaehlf

Vabbè guys do la goodnight a tutti e che gli Ood possano essere con voi a farvi un the inglese senza bustina.


Imparatemi a fare le fragole all'uncinetto plz


 


E rispondete a Dany SEMPRE CON "Zitta Jeanine"


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-3


Vabbè guys do la goodnight a tutti e che gli Ood possano essere con voi a farvi un the inglese senza bustina.

Imparatemi a fare le fragole all'uncinetto plz

 

E rispondete a Dany SEMPRE CON "Zitta Jeanine"

 

Zitto falso mago <3

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Guest Gingaehlf

-3

 

Zitto falso mago <3

 

Sei troppo tenero così <3

Spero che il lupus smetta così la smetterò di essere così cattivo.

Intanto:

 

Zitta Jeanine 

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Forse Zeb l'ha contattato prima di morire.

Probabile.

sempre se non era un bluff quello di zeb, se si calcolano 2 lupi in commissione

too:caleb

say:abnegante

dany:lupo

ora l'ultimo lupo è tra gilga e zeb

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Fine giorno 5


 


Un altro di loro è stato eliminato, Luke88 li aveva lasciati, senza dire nulla.


Oltre a Luke il giorno prima anche il malato Zeb era stato ucciso, per non parlare poi del tragico episodio di Genny e della fuga di Hypnos. Una guerra contro il tempo, ecco cosa vivono tutti i giorni: più tempo si passa in questa Piazza degli orrori più il senno tende a dissociarsi dall’individuo, lasciando solamente un guscio vuoto di pure atrocità  che rafforzano il proprio controllo sulla persona ogni volta che essa assiste a scene come il cadavere di Twat o quello di Luke, Zeb, Moon e tutti gli altri.


In quest’ultima giornata, però, sembra maturare in loro una certa consapevolezza che, inverosimilmente, riesce a rinchiudere per un poco la loro ferina identità  in qualche remoto angolo dell’io. Ma da dov’era nata questa vera e propria manna del cielo? Incredibile dirlo, ma essa era spuntata fuori dall’attenta osservazione dei cadaveri: i cittadini, comparando i resti di Twat e di Luke agli altri morti, non hanno potuto fare a meno di notare che i primi erano stati non solamente uccisi, ma martoriati dentro, in quanto di per sé una morte di quel tipo non solamente non è ben voluta, ma se ad essa viene aggiunto l’irrispettoso trattamento del corpo, allora la sofferenza viene quadruplicata… Probabilmente, in qualsiasi luogo si trovino adesso, Twat e Luke sono carichi d’odio verso quei mostri.


Gli altri, hanno osservato, sono morti rapidamente e, ad eccezione del cadavere di Moon che presenta alcuni fori, dopo la morte non è stato più fatto loro altro, anzi, uno di loro sembrava quasi felice. Ecco allora che i cittadini si sono illuminati: sono due entità  distinte quelle che, rispettivamente, o agiscono prevalentemente durante il giorno tramite una morte rapida o che agiscono durante le ore notturne, accanendosi sulla vittima. Alla luce di questi fatti pensano tuttavia che esse continuino ad essere in qualche modo collegate, ma non se ne curano più di tanto, poiché anche loro in un certo senso sono uniti agli assassini, condividendo tutti lo scorrere dello stesso tempo nello stesso luogo.


Grazie a quel barlume di ragione, l’incarnazione dell’isteria se ne stava andando, pian piano. I cittadini dialogano tra loro in un modo pacifico che da tanto non si vedeva in quell’angolo di Chicago. Non mancano accuse ed alzate di voce, ma gli episodi di violenza e pura follia dei giorni precedenti non sono presenti: finalmente, seppur si stia comunque decidendo di uccidere qualcuno, l’essere umano può essere quasi definito tale.


Sporadicamente nella Piazza vengono udite le voci di Cocco e degli altri fuggitivi. Il giorno addietro avevano permesso ad un candidato per l’Hancock di andarsene, ma, ripensandoci alla luce di questo nuovo trionfo della ragione, i cittadini si convincono di avere sbagliato, ma comunque pensano che in quel momento non si poteva fare altrimenti, mentre adesso che possono contare su una nuova, si spera, duratura alleata le cose andranno sicuramente meglio e nessuno più scapperà , non con cotanta facilità , almeno.


 


*


 


Forse la ragione aveva troppo preso il sopravvento su di loro, forse anche ciò alla fine sarà  un male. Gran parte della giornata è passata ed ancora non sono arrivati ad una conclusione che soddisfi tutte le condizioni necessarie per far sì che si stia condannando con certezza un traditore. La notte sta calando, le ombre iniziano ad allungarsi per poi confondersi con l’imbrunire. Non hanno ancora un nome.


La parte ferina di qualcuno di loro inizia ad avanzare ipotesi: “e se fosse questa ragione il nostro nemico?†“se non dessimo retta a tutte queste baggianate avremmo già  il mortoâ€


Un tremito, una persona, un certo  Guinzo scalpita: << Si può sapere cosa diamine stiamo facendo? Altro che ragionare, qui state delirando peggio di prima! >>


La folla si allontana da quell’essere, schifata. Lo squadrano dall’alto verso il basso, si scordano totalmente che il giorno addietro avevano toccato il più basso gradino dell’esistenza. << Ragioniamo, vuoi forse che ci rimetta qualcuno di buono? O forse guadagni da ciò? >>


<< Cosa? >> Guinzo li guarda, è stizzito per il comportamento degli altri cittadini << Spiegatemi in che modo lo fate, perché io vedo solamente gente che parla di gente, ma nonostante ciò qualcuno avesse fatto un nome… Niente… Non sarete mai sicuri di qualcosa, non così, mi spiace. Possiamo avvicinarci terribilmente alla verità , ma finché i fatti non confermano la versione non c’è niente da fare. >>


<< Vuoi quindi agire come un animale?! >> un “oh†si alza << Come dovrebbe confermarsi la vicenda, con quali fatti? >>


<< In assenza di prove l’Hancock, direi. >>


L’Hancock. I cittadini si scambiano delle occhiate fugaci, qualcuno bisbiglia: ecco, ecco cosa ha la pura ragione che non va. Il cerchio attorno a Guinzo va stringendosi, adesso finalmente appare tutto chiaro ad i cittadini, i nessi logici sembrano divenire visibili: quell’infimo essere voleva spingerli ad uccidere uno di loro. E’ cattivo, va eliminato.


Con un movimento repentino Guinzo viene bloccato e gli vengono legati i polsi. E’ incredulo: cos’ha fatto? Perché lo hanno legato? Subito gli viene in mente l’Hancock. Sul serio? Sul serio il loro ragionare estremo li aveva portati a ciò? E’ questa la ragione? Andare contro una sua estremizzata parte che oramai ragione non può più chiamarsi è illogico? Non smette di domandarsi ciò finché non si trova di fronte al baratro dell’Hancock.


Lo slegano, poi lo spingono fino al cornicione, in attesa che salti. E’ accerchiato, a meno che non spunti qualche altro fumogeno o accada qualche miracolo è costretto a procedere andando avanti, ma davanti a lui non c’è nulla, se non il vuoto. Si sporge un poco, è ancora possibile vedere al macchia rossastra lasciata da Genny. Guinzo si guarda attorno, per un’ultima volta: osserva con attenzione lo spazio circostante attorno a lui e gli esseri che lo occupano.


Finito di analizzare quella fetta di mondo fa un bel respiro, poi decide di procedere sulla strada che gli è davanti, l’unica percorribile.


Ed ecco a voi la nuova identità  della follia.


 


*


 


Sta per buttarsi, manca davvero poco, ma una voce lo blocca, di colpo: << Fermatevi! >> sente. E’ possibile udire un crescente rumore di passi provenire dalle scale, qualcuno sta avvicinandosi << Penso di avere le prove della sua bontà , concedetemi un giorno, ve ne prego! >> tutti guardano la porta, una figura se ne sta nella penombra, guarda verso il condannato, decisa. La folla scruta con attenzione la figura, cercando di capire se crederle o meno. Perché dirlo solamente adesso? Che prove ha quell’essere che a loro sono sfuggite? Il barlume logico impone di credergli, la loro parte folle no. Mentalmente vi è un dibattito tra ragione ed istinto, nessuno vuole darla vinta all’altro. Passa del tempo imprecisato, Guinzo rimane immobile, non osa fare nulla per non fare innervosire gli altri. Alla fine, finalmente, riescono ad arrivare a capo dell’enigma: optano per un compromesso. Quella giornata nessuno sarebbe morto, il giorno seguente se non fossero stati convinti Guinzo sarebbe stato ucciso e, chissà , forse con lui anche il suo “avvocatoâ€.


 


*


 


L’unica cosa certa di questa giornata? La costante mancanza di certezza, scoglio purtroppo apparentemente insormontabile.


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Inizio giorno 6


 


Il gruppo guarda la vittima buttata a terra, rotolarsi e contorcersi in preda alla paura. Non pensavano che quel siero potesse essere divertente finché non decisero di usarlo: volevano provare qualcosa di diverso, se dovevano affrontare il peso di quelle morti sacrificate alla loro causa dovevano far sì che queste in un certo senso si scindessero. Pensavano che lo stesso modus operandi altro non facesse che accrescere l’ombra di un determinato individuo nelle loro menti, essendo l’immagine di uno specifico corpo senza vita ripetuto più volte. Ecco quindi che ricorsero a qualcosa di insolito ma che, dovevano ammettere, gli piaceva.


 


***


 


Per evitare inconvenienti sgattaiolarono come loro solito nella stanza del bersaglio, cercando di fare meno rumore possibile. Lo trovarono disteso nel centro della stanza, dormiente. Era abbastanza rilassato, così cercarono di fare piano per non farlo agitare, evitando così di fare saltare la loro copertura: lo presero delicatamente, dopodiché lo legarono e lo imbavagliarono, portandolo in un vicolo. Durante il cammino si svegliò (come anche era normale che fosse, dopo averlo fatto cadere per le scale un paio di volte) ed iniziò ad agitarsi.


La vittima lottò con tutte le sue forze per liberarsi, ma essendo in evidente superiorità  numerica alla fine dovette arrendersi. Gli fecero bere il siero, il quale dapprima sembrò non sortire alcun effetto, ma dopo cinque-sei minuti si scatenò: il malcapitato iniziò a toccarsi la gola, a graffiarla. Prese a contorcersi toccandosi gli occhi, infine iniziò ad urlare, in preda al panico.


Ed adesso è ancora qui, urlante. Il gruppo ride, non può fare altro. Guarda il cittadino contorcersi e correre in tondo gridando mamma, salvami! Non riesco a scendere dal letto a castello!. Si tiene la testa tra le mani, alza gli occhi al cielo ed urla: Â«QUALCUNO MI SALVI! NON LASCIATEMI DA SOLO! MAMMA!» Continua così per circa venti minuti, chiama persone a caso ma non ricevendo ovviamente risposta si dispera e chiede perché?. Qualche membro del gruppo, sadico, gli risponde cose come scendi da solo tesoro, sei grande ormai, oppure sei grande, è ora che tu risolva i tuoi problemi da solo, addirittura uno gli dice che sua madre aveva deciso di partire, che tutti avevano deciso di andarsene. A quelle parole si porta le mani al petto, trema. Inizia a piagnucolare, continuando ad urlare nella speranza che qualcuno lo salvi dal letto a castello. Purtroppo i suoi sforzi sono vani.


Alla fine, dopo una lunga agonia, cade, sfinito: il suo cuore ha smesso di battere, era letteralmente morto di paura. Il suo corpo emette un tonfo quando si scontra con l’asfalto, ma alle orecchie del gruppo è impercettibile. Stanno ancora ridendo, addirittura uno di loro imita la vittima correndo su e giù per la viottola. Gli altri lo assecondano, si divertono come mai gli era capitato da un po’ di tempo a questa parte, quasi si dimenticano del morto che viene lasciato a giacere in mezzo alla via mentre loro se ne tornano nelle loro stanze, sorridenti.


Un siero temendo, non c’è che dire, ma in fondo urgeva impartire una lezione a chi aveva osato scappare alla loro sentenza già  una volta.


 


 


 


La piazza è aperta!


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Avanti, non lo capite dal testo? Scampato alla morte, paura dell'altezza... :asduj1:

Sì, in effetti è morto quello con la paura meno divertente.

Lo preghiamo di non commentare oltre, appena capisce di essere morto. Se entro 5-10 minuti non l'avrete capito, ve lo dirò io.

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Non mi ricordo chi ha paura dell'altezza... Lo aveva scritto ieri ma ho un vuoto di memoria ewe

Io no u.u

Comunque molto probabilmente oggi non sarò presente, volevo avvisarvi ;)

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Avanti, non lo capite dal testo? Scampato alla morte, paura dell'altezza... :asduj1:

Sì, in effetti è morto quello con la paura meno divertente.

Lo preghiamo di non commentare oltre, appena capisce di essere morto. Se entro 5-10 minuti non l'avrete capito, ve lo dirò io.

Quattro nel libro ha paura dell'altezza.

era Mario?

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Siccome chi doveva capire ha capito, non vi dico il nome. u-u

 

Parlo a nome di Stitch: ci ha chiesto di avvisarvi che oggi non potrà  esserci fino alle 18.

Forse ho capito ma... Non puoi lasciarci con il dubbio à‡.à‡
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