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Zeb's Writing Contest - Tell Your Story


Zebstrika94

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Salve a tutti e benvenuti!
Come ben saprete con il contest di scrittura ufficiale si è chiusa la stagione estiva delle iniziative di Pokémon Millennium. Questo però non vuol dire che non possiate puntare a vincere ancora qualche PP in attesa di tutte le novità  che ci saranno prossimamente! Perciò eccoci qui!
 
Introdurrò brevemente l'iniziativa, spiegando anche perché io abbia voluto aprire un contest di scrittura. 
Ultimamente i Contest ufficiali di questo tipo sono stati trascurati, con temi che poco piacevano agli utenti, vedendo un calo delle partecipazioni dopo la grande affluenza dell'anno precedente. Per questo motivo ho deciso di inaugurare un contest di scrittura fuori dai canoni.
Ma prima una domanda: cos'è per voi un buon testo? 
Vedete, per chi scrive un buon testo è quello che riesce a trasmettere qualcosa, quello che quando hai finito di leggerlo ti lascia con degli interrogativi. Cosa è giusto? Cosa non lo è? Ma anche i diversi modi di vedere la vita. Un buon testo deve saperci far riflettere, non essere semplicemente una storia raccontata, altrimenti non è nulla più che una perdita del proprio tempo. Per trasmettere un messaggio si può però scegliere un solo tema su cui far agire i concorrenti? Ritengo di no, per tale motivo questa competizione avrà  tema libero.
Tutti hanno una storia da raccontare, una storia che non necessariamente sia vera, o che possa esserlo a tal punto da sembrare finta. Dentro di noi tutti cerchiamo di urlare qualcosa e questo io vi chiedo: raccontate ciò che volete, trasmettetemi i vostri pensieri! 
Gli elaborati verranno giudicati con i seguenti criteri:
  • Correttezza grammaticale (0-10): come tutti i contest di scrittura l'elaborato dovrà  essere scritto in modo corretto.
  • Originalità  (0-10): non c'è molto da dire, un testo può essere più o meno originale.
  • Fluidità  (0-10): quanto si lascia leggere un determinato testo? Sarà  noioso e pesante o scorrevole e piacevole?
  • Capacità  di trasmettere qualcosa (0-10): come scritto precedentemente un buon testo non deve saper semplicemente raccontare una storia ma deve riuscire a trasmettere qualcosa (gioia, dolore, amore, odio, tristezza, malinconia, freddezza, riflessioni, non ha importanza ma non deve essere una semplice storiella senza un fine). 
Una volta valutati i testi e compilate le varie categorie, verrà  eseguita la media aritmetica per ottenere il vincitore. La giuria che si occuperà  di ciò sarà  segreta, l'unico membro che vi è dato sapere prenderà  parte alla valutazione dei testi sono io. A fine contest, nell'annuncio dei vincitori gli altri giudici verranno rivelati. Posso assicurarvi che sono tutte persone in gamba. ;)
 
Passiamo però alla parte che più interesserà  la maggior parte di voi: i premi.
Non ci sarà  un podio, bensì un vincitore assoluto ed un premio originalità  che verranno decisi dalla giura come spiegato precedentemente. Inoltre vi sarà  una quantità  di premi non definita a discrezione unica dell'organizzatore, cioè la mia. Se un testo mi colpirà  particolarmente, anche non essendo il migliore potrebbe vincere qualcosa. 
Ricapitolando i premi sono:
  • Vincitore Assoluto (sì, ho preso il nome dai primissimi contest di PM  :asduj1: ): 15 PP e una magnifica targhetta!
  • Premio Originalità : 8 PP e una splendida targhetta!
  • Premi di varia dimensione a discrezione di Zeb.
N.B. Per una questione di rispetto, avviso già  da ora che il vincitore del premio assoluto non potrà  vincere altri premi (nemmeno quello Originalità  anche essendo il più originale).
 
Bene, credo di avervi detto tutto!
Il contest chiuderà  domenica 27/09/205 alle ore 23:59.
Ho voluto dare diverso tempo in modo che tutti potessero partecipare al meglio.
Ora andate e raccontate la vostra storia!
Un grande in bocca al lupo (dany non mi uccidere >.<) a tutti i partecipanti da parte mia e degli altri giudici! 
Saluti,

Zeb


Per qualsiasi dubbio e/o domanda inviatemi pure un messaggio privato o scrivete un messaggio in questa discussione!

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                           La vera storia di Phoenix Wright


                                                                                                                                                                                                                                                                             by -Manaphy


 


 


 


La mia avventura è nata con pokemon verde foglia e.....NO.Questa è la storia di un avvocato,un principiante che non era mai entrato in tribunale,o almeno,non dalla parte della giustizia.Phoenix ricorda ancora quel terribile incidente avvenuto quando era all'università .Era un ragazzo tranquillo,simpatico,con una bellissima ragazza....e poi...un cadavere,quello di Doug Swallow.All'improvviso fu trascinato in tribunale,ma non come testimone,come imputato.La sua accusa era quella di omicidio,secondo il procuratore aveva ucciso Doug con un cavo elettrico,ma c'era una persona che lo credeva:Mia Fey.Grazie a lei e alla sua brillante dote nel scovare la verità ,Phoenix fu assolto,ma fu condannata a morte quella che credeva la sua anima gemella:Dahlia Hawthorn,che in realtà  era una perfida assassina.Mia ricorda ancora tutte le volte che è sfuggita alla giustizia,quando ha ucciso sua sorella e ha indotto al suicidio un innocente.Ma mentre Phoenix ripensa a tutto ciò il procuratore Payne lo chiama infuriato,è ora di lavorare Wright!-ripete scuotendo quel poco che  rimane dei suoi capelli.L'avvocato ritorna alla realtà  e si ricorda che doveva difendere il suo amico Larry Butz dall'accusa di omicidio,e ci riesce,grazie a Mia.Phoenix continua a risolvere casi sempre più difficili.Però,una terribile notte quest'ultimo va a trovare il suo mentore nell studio legale,ma...sente un odore,l'odore di sangue,infatti poco dopo trova il cadavere di Mia,con una ragazza vicino:lei e Maya,la sorella di Mia,la stessa che dovrà  difendere nel processo per l'omicidio del brillante avvocato.Phoenix risolve il caso e,accompagnato ancora da Maya,continua la sua carriera.Riesce a risolvere il caso di Will Powers,e poi dovrà  difendere il suo nemico,Miles Edgeworth,per poi scavare nel suo passato e scoprire chi ha ucciso suo padre.L'ultimo caso però è stato il più difficile della sua carriera,poichè non era accompagnato da nessuna Fey,solo da una ragazzina sorella dell'imputata.Ancora un a volta l'avvocato ha dovuto scavare nel passato dei testimoni e dell'imputato per scoprire la verità .Purtroppo però a causa di un processo in cui le prove erano false,Phoenix perse il suo lavoro e adottò una bambina,Trucy.Inoltre prese sotto la sua ala protettiva un giovane ed emergente avvocato,Apollo Justice.La avventura di quest'ultimo continuò a lungo,d'apprima con casi abbastanza semplici,per poi continuare con quelli d'importanza maggiore.Ed infine Apollo fece luce sul passato di Wright,di Trucy,del procuratore Gavin, del falsario che aveva tradito Wright e della sua vera madre:Thalassa,che aveva avuto 2 figli,Apollo e Trucy,con 2 uomini deceduti.In questo modo Wright ottenne il suo distintivo e ricominciò la sua avventura con Apollo e una nuova allieva,Athena Cykes,anche lei dal passato malinconico e misterioso.


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La Larva

 

 

 

Il sole entra di prepotenza tra le fessure delle tapparelle della mia camera. Dritto dritto negli occhi, un unico fascio luminoso sufficiente a disturbare il mio sonno.
Eccolo che arriva, quell'attimo di coscienza che subentra appena il cervello realizza di essersi svegliato. Ancora intorpidito, spunta il primo tremedo pensiero del giorno; nel mio caso "voglio ancora dormire.".
Mi rigiro dall'altro lato, mi butto sotto le coperte ed infilo la testa sotto il cuscino. Ma oramai il cervello si è svegliato, inizia a macinare e a carburare, le prime idee del mattino, le più sprovvedute: ci si sveglia e crediamo per davvero di fare tutto ciò che ci viene in mente.

Dico, è davvero bello illudersi così? Per esempio, l'altro giorno, sarà  stato mercoledì, non appena sveglio mentre mi rigiravo nel letto mi ero fatto un bellissimo schemino di tutta la mia giornata, avevo pianificato un pranzo salutare, una passeggiata nel primo pomeriggio ed anche una birra con gli amici. Chissà , contattare anche Melodiet. Non era mercoledì, mercoledì è il giorno della pizza e non è arrivata nessuna pizza, nella spazzatura che ho buttato non c'era il cartone.
Da quant'è che non sento Melodiet? Sarà  passato un mese. L'ultima volta che la incontrai si era tinta i capelli di azzurro. Non le donavano un granché ma ovviamente non gliel'ho detto, aveva speso 70 euro dal parrucchiere. Solo un maleducato alla luce di ciò si sarebbe permesso di dire che stava male. Se compri un cellulare da 700 euro pretendi come minimo che non ti facciano notare che avresti potuto spendere meno per comprartene uno più nuovo. Ci eravamo salutati dicendoci di sentirci presto, che se volevo e le potevo dare una mano col trasloco, l'avrei resa contenta. Avrà  già  spostato tutto?
Devo spostare il frigo. Dietro c'è ancora l'osso di gomma del cane di mia sorella. Mi ha pure chiamato ieri per dirmi che lo voleva assolutamente indietro. Non era ieri. O era ieri? Quanti scarafaggi che staranno lì annidiati, ho anche le pantofole nuove, spiaccicarli mi spiace un pò. Ma tanto a lei che importa. Vuole solo il suo stupido osso di quel suo ratto di cane; che vuoi che se ne freghi delle mie pantofole nuove. Era venuta, ha visto la casa in disordine, i piatti accatastati, e lì li ha rimasti. Ha il suo appartamentino in centro, no giusto, la sua mansardina e ha un compagno ed un cane che le riempiono il letto, la mattina lavora, sparla un pò con le amiche e ruba lo stipendio. Poi torna e si fa mettere a quattro da quel nero. Chi sta meglio di lei? Che caz.zo gliene frega di me. Pure i piatti sporchi mi ha lasciato. Stro.nza. Che si strozzi quel topo, l'osso non glielo prendo.
Quanto tempo è passato? Mi alzo, l'abitudine mi porta con il cellulare in mano, pigio il tasto centrale: 12.28 ; una notifica. Messaggio vocale: " Ehi mate, ti aspettavo per l'ultima, mi hai appeso così." Inizio a battere le dita sullo schermo :"Avevo troppo sonno, stavo per dormire sulla tastiera."
Mi sembra un buon messaggio, invio.
La casa è un ces.so. Inizio a sistemare un pò, tolgo la biancheria per terra, la butto su una sedia, inizio a coprire il letto col lenzuolo a mò di parvenza decente, mi sembra abbastanza. Caz.zo, che fame. Le stoviglie sono ancora sporche, e poi ho il frigo vuoto.
Ad un certo punto la mia vista si mette a fuoco: un paio di piantine morte rinsecchite accanto alla finestra. Chi me le avrà  regalate? Da quanto tempo sono là ? Il loro terriccio è umido, sono state bagnate ieri; ma a loro non importa, loro sono morte.

Il primo boccone caldo e suona il telefono.
-Pronto?-
-Mate, dove sei?-
-Sto mangiando qualcosina.-
-Caz.zo, ma ti sei scordato che ora dovevamo metterci ad allenarci?-
-Ma è l'una, che caz.zo di allenamento c'è mai stato all'una?-
-Santo Dio, e ieri? Cosa ci avevamo detto ieri?-
-Emh, immagino che ci saremmo allenati dall'una. Senti, caz.zo, ma che vuoi? Mi sono svegliato da poco, stavo morendo di fame ed in più me n'ero dimenticato.-
-Muoviti, ci facciamo una partita con Xuan al tuo posto nel frattempo.-
-Cosa? Con quello? -
-Hai problemi?-
-Certo che ne ho, state buttando questo Xuan da due mesi, non sono un idiota, ma io non mi faccio buttare fuori per Xuan.-
-Datti una mossa.-
 Xuan, quel cog.lione. Non riesce a concludere nulla nemmeno dopo mezz'ora di assist. Ma poi quella sua faccia, quegli occhietti stretti che fissano lo schermo, e fa quella disgustosa posa con la bocca, neanche stesse baciando il cu.lo di una vecchia. Mando giù tutta la scodella di spaghetti in due bocconi, mi vanno anche di traverso. Non mi faccio cacciare per Xuan, per nessuno al mondo. Per essere andato a mangiare degli spaghetti in brodo merito di essere fatto fuori dalla squadra? Ripenso alla telefonata, gli dovevo far sprecare più credito, pezzo di mer.da. Mi chiama e fa con quella sua voce da finoc.chio "Vieni, te ne sei dimenticato? Ma come, lo avevamo detto ieri. Dov'eri ieri?". A farti vincere, cog.lione.
Senza neanche accorgermene sto quasi correndo, quel passo odioso a metà  tra camminata e marciata.
Gli indecisi che vedevo da piccolo facevano così. Camminavano/correvano quasi avessero un appuntamento ma che nel mentre ci ripensavano e dicevano "ma ci devo proprio andare?". Poi arrivavano sul ponte che affaccia sul fiume ad ovest della città , e si buttavano giù.
Li vedevo la mattina, verso le 6, quando andavo all'elementari. Secondo me lo facevano di buon tempo perchè così i loro corpi li avrebbero trovati dopo, così c'era meno gente per strada che avrebbe potuto fermarli e domandare "ma perchè vai così? o corri o cammini.".
Un giorno piovigginava, io passavo per il quartiere Giallo, e vidi una donna che usciva di casa. Non riuscì a vederla in volto molto bene, ma ricordo che aveva degli occhi molto tirati, doveva averceli stretti. Ricordo la sua schiena: un montgomery beige molto doppio adornato da dei lunghi capelli neri, completamente lisci. Alle prime luci del mattino erano quasi lucenti, chissà  quanto dovevano profumare quei capelli appena lavati. La luce che si rifrangeva sui lustrini appesi alle lanterne fuori dai ristoranti cinesi davano a quella chioma dei riflessi argentei che mi ipnotizzavano. Senza accorgermene la seguivo, e fu per un caso divino che facesse la mia stessa strada, o per meglio dire, che mi stava portando per quella strada che mi avrebbe condotto alla scuola elementare. Aveva delle gambe molto magre, c'era un abisso tra una gamba a e l'altra, ma aveva un modo di camminare molto elegante. Ad un certo punto dopo aver svoltato a sinistra si fermò, io mi fermai a mia volta, distante una ventina di metri, e poi incominciò.
Passo svelto, le ginocchia che si piegavano a mò di corsa.
Io iniziai subito a muovermi dopo di lei, ma non potevo correre, altrimenti avrei fatto rumore, si sarebbe accorta di me, mi vergognavo, quindi finì col crearsi una certa distanza ed uscito dal quartiere non la vedevo più. Però vidi quella chioma splendente solo per un'istante che scendeva giù.

Una mano fredda mi blocca il braccio, mi girò con l'indignazione pronta ad essere sputata in faccia ad il passante che mi ha fermato.
- Hey, non mi hai proprio vista.-
 Melodiet, appena l'ho vista dimenticandomi dell'indignazione guardo i capelli, sono neri.
-Emh, si scusa. Mi hai salutato?-
-Ho anche attraversato.-
-I capelli verdi?-
-Erano verde acqua, non verdi. Comunque mi avevano stufato.-
Inziamo a camminare per chissà  quale luogo comune. E' sempre stato così con lei, si avvia ad un certo punto della conversazione, e non puoi fare altro che seguirla ma in un modo che nemmeno ci fai caso. Non credo che abbia una vera meta fissa, cammina e basta.
-Cosa stai facendo in questo periodo?-
-Io? Mah, niente di che, il solito.-
-Dico ma, un lavoro lo hai trovato?-
-Ma come faccio, secondo te, ad avere il tempo di lavorare?-
 Mi giro e la guardo negli occhi, chissà  se ci vede dell'ostilità . Forse sono stato un pò troppo brusco?
-Non lo so.-
Mi interrompe, continua a guardarmi negli occhi. Melodiet non ha paura di niente e di nessuno, potrebbe guardarti negli occhi anche se tu fossi un vecchio e lei ti frega l'unico posto a sedere; continuerebbe a guardarti, senza provare alcun cedimento, forse penserebbe "Che cosa sto facendo? E' solo un vecchio." ma questo non le farebbe abbassare lo sguardo sui suoi piedi.
-Beh, è tu? Ti sei ambientata nella nuova casa?-
-Sì, il gatto approva, e se approva lui, è tutto ok!-
E si lascia scappare una risata.
-Diventerai una gattara!-
Rido anche io.
-Senti, hanno aperto una caffetteria qui vicino, ti va di andare a vedere?-
Accenno di sì con la testa. Dopotutto già  ci eravamo avviati per la direzione giusta. Parliamo del più e del meno, di lei che segue i corsi all'università , di sua sorella che tra poco partorisce, del gatto castrato.
-Chissà  come si deve sentire.-
-Perchè?-
-Insomma, è pur sempre un uomo privato della sua virilità !-
Ridiamo insieme. Povero gatto, sempre soggetto delle mie burle.
Ci fermiamo di fronte la stazione della metro.
-Ma dobbiamo prenderla? Io non ho il biglietto.-
-Si, la caffetteria sta alla prima fermata, ci conviene. Non preoccuparti...-
Si avvicina verso il mio orecchio destro e mi sospira "Neanche io ho il biglietto!".
Il contatto del fiato sulla cartilagine dell'orecchio mi fa venire un brivido. E' caldo, mi avvolge completamente. Inizio a pensare al caldo del piumone invernale, quando fuori è umido. Sotto quelle coperte. Melodiet le userà  quando fa freddo delle coperte simili? Ci si infilerà  completamente sotto, senza lasciare neanche la sommità  della testa fuori. Si avvinghierà  come mi avvinghio io? Le braccia che si rincontrano, stringono, emanano tepore. Il calore umano. La carne che respira all'unisono. Fuori c'è la pioggia, il tintinnio delle gocce che si infrangono sul corrimano della balconata. Rumore delle porte che sbattono per il vento, si insinua anche nella stanza col piumone, ma la carne si sta unendo.
-Vedi? Nessun controllore. Passiamo sotto, ce la fai?-
-No, io passo di sopra.-

Il treno è abbastanza affollato. Sarà  che di controllori non se ne vedono, a stento siamo riusciti ad entrare.
-Odio i luoghi affollati.-

Nel momento in cui pronuncio queste parole mi rendo conto che non riuscirà  a capire per il troppo rumore circostante, mi preparo a ridirglielo a voce più alta. Oppure nell'orecchio. Un fremito mi prende mentre ci penso.
-Come?-
 Mi blocco per un istante, poi con tono più alto di voce:
-Odio i luoghi affollati.-
 La metrò si ferma, la nostra stazione, scendiamo facendoci largo tra gli anonimi.
-Che puzza che c'era in quel treno, un pò d'aria!-
-Sei tu che ce lo hai fatto prendere.-
 Accenno ad un sorriso canzonatorio.
-Si ma non credevo che lavarsi la mattina fosse un optional per questa città !-
-Ma non è più mattina, la gente suda come pazzi.
-Odio l'inverno, ti costringe a farti vestire pesante e poi a sudare come un turco.-
Che ore sono? Frugo tra le mie tasche alla ricerca del telefono.
Caz.zo. La partita.
Sarà  passata un ora, mi avranno provato a richiamare. Staranno giocando da un pezzo. Mer.da, mi ero pure raccomandato di correre. Non avrò sentito il cellulare? Questa volta mi cacciano. Mer.da, mer.da, caz.zo.
-Cosa c'è?-
-Non trovo il cellulare.-
-Caz.zo, se lo sono fatti nel treno.-
-Penso di sì.-
-Era un modello buono.-
-No, una schifezza, ma porca put.tana avranno provato a chiamarmi. Devo...-
-I tuoi? E' successo qualcosa?-
Mi fermo e la guardo. Mi ha appena domandato se è successo qualcosa di grave alla mia famiglia.
Quanto posso sembrarle ridicolo, penoso?
Questo mondo ti fa dimenticare tutto. Quanto può essere importante fermarsi per fare una chiacchierata con un'amica? Spostare il frigo e prendere il giocattolo di un cane? Uscire per mangiare un pranzo in un take away?
Cosa si nasconde dietro questa pantomima?
Mi sembrano gesti finti, recitati, guidati da un marionettista. Una parte di me è costretta a fare questo contro voglia, ma lo fa perchè è pur sempre nel sistema, vive in una società . E' perchè sono costretto che caccio il cu.lo fuori di casa, pago le bollette, faccio la spesa e i piatti. Anche se non me ne frega un caz.zo.
Quanto è falsa questa vita che sto vivendo?
Mi rendo conto della nullità  delle cose che mi circondano.
Sono vuoto quanto un barattolo dove si ha lo spazio per infilarci le mosche.
Guardo Melodiet e di nuovo mi sento umiliato, mi sono di nuovo accorto di quanto può essere penosa la vita di uno che di fronte alla domanda "E' successo qualcosa di grave?" risponde "Devo correre a giocare ai videogiochi."
-Scusami, io... io non .-
-Non preoccuparti. Me lo dicevi prima.-
 Non riesco a dirle le cose come stanno. Faccio schifo. Sono un fallito. Mi crogiolo in una vita che puzza di spaghetti lasciati in ammollo nella pentola da giorni.
Come sono finito qui? Vorrei scappare.
Lei capirà ?
Ti prego, dimmi che hai capito cosa c'è, cosa c'è che non va.
Melodiet, chiedimi di scappare, chiudimi in una casa di cura, tirami con la forza per questa nuova caffetteria.
Ti supplico, dimmi che hai capito.
-Se devi andare, vai.-
-Sì.-
Usciamo insieme dalla stazione, io mi volto verso destra, la direzione di casa.
-Chiamami, non fare lo stro.nzo che non ci sentiamo per mesi e poi ti devo fermare per caso in mezzo alla strada.-
Mi giro per guardarla. Mi sorride, ha capito? Avrà  capito?
-Ciao.-
E se ne va.

Ho perso il cellulare. Forse me lo hanno rubato sul treno. Devo comprarmene un'altro al più presto, forse l'ho lasciato sul bancone del take away dopo che mi hanno chiamato. Lo andrò a riprendere domani, ho già  perso troppo tempo.
Aprò la porta, il solito odore mi investe appena metto piede dentro. Mi tolgo il giubbino, mi sfilo le scapre che sono così usate che non ho neanche bisogno di slacciarle e vado nella mia stanza, accendo il computer.
Guardo l'ora nel display: le 18.02, ho benissimo 7 ore per recuperare l'allenamento di oggi. Inserisco la password ed entro. Nella lista amici vedo che stanno giocando, li contatto in chat: "Ci sono, finite questa, vi aspetto.".
Fisso le parole sullo schermo, poi mi arriva la risposta, :"Ok, poi parliamo.".
-Ok, poi parliamo.-
Mi state dicendo che sono fuori? Per aver passato un pomeriggio con una ragazza? Ma siete ridicoli. Come fate a vincere il torneo del GameCon senza di me quest'anno? Ma non vi fate schifo quando vi guardate allo specchio perchè non sapete muovere neanche due dita su una tastiera? Celebrolesi, handi.cappati, siete un branco di menomati mentali, due bottoni da schiacciare e non lo fate neanche bene.
Guardo l'ora sul display: le 18.17 Mi hanno risposto dieci minuti dopo quei cog.lioni. Figli di put.tana, tutti quanti.
Ho bisogno di un caffè. Mi alzo, in cucina ne trovo un pò dell'altro giorno. L'ho fatto ieri, giusto? Lo bevo freddo e buono.
Il mio sguardo si posa sulla vista che la finestra della cucina dà  sulla via laterale del quartiere. Una donna sta buttando la spazzatura, eppure è presto, non si butta più tardi? Forse in quella sacchetta c'è un cadavere, un animale morto, magari ha ucciso il figlio infante e se ne vuole disfare il prima possibile. Lo ha sgozzato, perchè piangeva troppo, perchè non riusciva a farsi sco.pare dal marito con quella lamentela nelle orecchie.
Lo ha fatto cadere dal seggiolone, gli ha dato il cucchiaio con la pappa, ma lo ha tenuto fuori dalla portata del bambino; lui preso dalla fame si è sporto per prenderlo e BAM è caduto, morto. Se non è morto così, lo ha calpestato, o gli ha dato un calcio.
-Ora dovrebbe essere morto.-
Si sarà  detta.
E lo ha buttato, così stasera dormirà  finalmente dopo mesi.
Vado al computer, avranno finito ora, che *censura*. Lo schermo si è spento, stanby. Do qualche colpo di tasti per far riattivare la macchina. Nulla.
Mi sale il panico.
Ma cosa caz.zo? Ho messo la scheda video nuova! Spegno l'alimentazione, la riaccendo, ma la macchina non parte. Lo schermo nero mi fissa. Cosa caz.zo guardi? Ma por.ca tro.ia!
Ma perchè a me. Ora sono fuori. Stavo per giocare, toccava a me, è da ieri, no, è dalle 2 che non gioco. L'ultima l'avevamo persa, avevo una voglia matta di farne un'altra invece sono crollato a dormire, e mi sono svegliato con la voglia di vincerne una. Sta mer.da proprio ora si doveva rompere!
Inizio a piangere.
Che vita di mer.da.
Che vita di mer.da.
Guardo l'orologio sul comò, le 20.54
Mi guardo attorno.
Che schifo di stanza, tutta la casa puzza e fa schifo.
Sono le 22, sono in astinenza, sono in un circolo vizioso di me.rda.
Non ho il cellulare, il pc non si accende, avranno provato a contattarmi e si saranno detti:
-Che stro.nzo, lo fa apposta.-
-E avete ragione, sono uno stro.nzo. Guardatemi, vi sembra una vita degna questa? Sono come un fantasma, vivo dei miei incubi e delle mie disperazioni. Senza quelle, vado in panico. Mi aggiro trasparente per il mondo, no, per il perimetro di questa stanza, in circolo, in costanza. Il mio è un vero rituale, evoco i demoni, li ospito tutti dentro di me.
Lo faccio apposta, avete ragione, mi addormento pensando a domani, ma domani sto 8 ore a giocare. Dov'è, dov'è? Cosa devo firmare per far smettere tutto questo? Cosa devo fare? Perchè mi sembra tutto così divertente, soddisfacente, quando ammazzi l'avatar nemico, guadagni punti, porti a casa la vittoria; ti senti bravo, il migliore della tua regione, fai i tornei. Come può una cosa che ti fa star così bene, ti fa sentire così importante e bravo, essere così velenosa? Perchè se sono il migliore della mia regione, mi sento un fallito? Perchè se vinco i tornei, ora mi sento un verme, un ameba, una schifosa larva che striscia ed urla -AIUTO AIUTO.- e si dimena fra i pianti che trasudano angoscia.
Non respiro, apro la finestra, la busta, il bambino nella spazzatura, la larva che grida, che strepita, che piange, guardo in fondo, mi alzo sul corrimano.
Mi vedete? Sono una larva!-






Note e Commenti personali:
§ Mate, da teammate, compagno di squadra, parola usata sopratutto nei giochi online per appellare i propri compagni di partita.

§ Per le parolacce, di qui questo brano è pieno, ho scelto di mettere un . in mezzo, in modo tale da evitare la censura. Seppur antiestetico e fastidioso, era la scelta migliore per non deturpare totalmente il racconto.

 

Tematiche trattate:

-dipendenza dai videogiochi, paragonabili ad una vera e propria droga, di cui questo millennio deve avere a che fare. Problematica molto grave sopratutto nei paesi orientali, dove sfondare in un gioco online attorno al quale girano tornei milionari è una delle poche possibilità  di riscatto.

-La depressione e la morte in tre fasi: le piante rinsecchite ad inizio brano, il ricordo della donna che si butta dal ponte, l'infante nella spazzatura.

-La disparità  di tono tra gli altri/Melodiet, anche in riferimento al cane della sorella/gatto di Melodiet.

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Comunico che il contest viene allungato di una settimana con lo scopo di raggiungere la quota di almeno dieci partecipanti. Se ciò non avverrà  il contest chiuderà  comunque con la premiazione degli scritti in gara ma a premi ridotti (10PP per il primo e 4 per l'originalità ).

Grazie mille a tutti e partecipate numerosi. ;)

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Insomnia ~

- E così hai rinunciato di nuovo. Non mi sorprende.
- Non dire così. Sai anche tu che quello che mi hai chiesto non era facile.
- Tutte scuse. Avevi il tempo. Potevi farlo.
- Non si può cambiare da un giorno all'altro.
- E tutto quello che dicevi? Tutti i buoni propositi e le intenzioni?
- Non è così semplice.
- Balle. Se non hai voglia di fare le cose ammettilo e fine della storia, ma almeno smettila di dire c*****e. Sono stufo di sentirle.
- Io credevo in quello che dicevo. Volevo cambiare.
- Non mi importa nulla di quello che vuoi. Ti sei arresa.
- Ma io -
- Vattene. Non voglio più avere a che fare con te.

Mi sveglio di soprassalto. Fuori è ancora buio. Sento l'orologio sulle scale ticchettare, i miei al piano di sotto russare e da fuori il cane dei vicini abbaiare indispettito, colpa forse di qualche gatto randagio.
Allungo la mano per prendere il telefonino. Guardo l'ora: le quattro e mezza. E sì che mi sono addormentata nemmeno due ore fa.
Lo metto via sbuffando. Provo a richiudere gli occhi, sforzandomi di spegnere il cervello. Passano i minuti, ma fra rumori e pensieri non c'è pace. Sbuffo di nuovo, più affranta. Mi aspettava una nuova notte in bianco, l'ennesima questa settimana.
Mi giro su un fianco. L'occhio cade sul tomo che sta sul comodino, consigliatomi mesi prima e solo ora iniziato, giusto per far passare più rapide le giornate. Ripenso alle ultime pagine che ho letto, che invece di conciliare il sonno mi avevano impedito ad addormentarmi.
Stupido libro.
- Non è un libro stupido se ti fa riflettere su quanto sei stupida.

Una nuova voce che si affolla con le altre nella mente. O forse viene dall'armadio? Mi costringo ad alzarmi per andare a vedere. Inciampo in una delle scarpe da ginnastica, per poi calpestare la maglia che avevo indossato quella mattina.
Apro l'anta dietro la quale ritenevo si nascondesse la persona che aveva parlato. Mi ritrovai davanti lo specchio, con il mio riflesso che ghignava.
- Ancora fra i vivi, bella bambina?
- Andiamo. Abbiamo già fatto questa scena in passato.
- Eppure siamo di nuovo qua.
- Non è stata una mia scelta.
- Davvero? Mi sembrava che fossi abbastanza cosciente quando hai deciso di ignorare tutto, di nuovo.
- Ti prego. Lasciami stare.
- Vuoi scappare dalla verità per sempre?
- Quale verità?
- La verità che ti stai letteralmente buttando in un cassonetto.
- Oh beh! - di questo passo, con questa crisi, ci andiamo tutti, nel cassonetto.
- Era una battuta? Dovrei ridere?
- Fai come ti pare, ma lasciami dormire.
- Ma no, è divertente vederti litigare col materasso nel tentativo di prendere sonno.
- Per te forse. Non per me.
- Buffo. Io lo adoro. Siamo davvero diverse, eppure siamo uguali.
- Se non hai altro da dire oltre a questi discorsi pseudo-filosofici, me ne tornerei a dormire. E se puoi farmi un favore, resta in silenzio.
- Ma sì! Ignora i problemi. Tanto ti viene così facile.
- Non li sto ignorando. Solo rimandando a un orario più adatto.
- E quando arriverà l'orario più adatto rimanderai al giorno dopo. E dal giorno dopo alla settimana. E dalla settimana -
- Ho capito il concetto, grazie. Non c'è bisogno che me lo ripeti ancora, visto che è lo stesso ribadito ogni dannatissimo giorno da qualche mese a questa parte.
- E quando pensi di rimediare allora? Quando? Hai perso fin troppo tempo.
- Non ho voglia di parlarne adesso.
- Avevi delle scadenze, e non le hai rispettate. Avevi dei programmi, e l'hai mandati in fumo.
- Non ora. Lasciami in pace.
- Dicevi di voler fare di tutto, e invece non hai combinato niente. Cristo, sei solo brava a dire menzogne. E dove ti hanno portato? A restare sveglia nel ben mezzo della notte a parlare con uno specchio! E poi ti chiedi perché gli altri se ne vanno.
- Smettila.
- Parli e parli, ma poi non combini nulla. Quando ti deciderai a concretizzare davvero qualcosa?!
- HO DETTO BASTA!

Il mio interlocutore si zittisce. Sono finalmente riuscita nell'intento. Potrei finalmente provare a dormire... ma mi è passata la voglia.

- Pensi davvero che non abbia provato a concretizzare? Pensi davvero che non abbia cercato di raggiungere qualche obiettivo? Ho tentato e ho fallito. Ho ritentato e ho fallito di nuovo. Mi son chiesta perché non riuscivo, credevo di avere la risposta e tentavo ancora, ma sempre ad un fallimento sono arrivata. Così è stato per mille volte e mille ancora. Che senso ha provare dell'altro!? Tanto vale gettare la spugna!
Perché ti ostini a propormi di fare cose, ancora adesso? Vuoi vedere come fallisco stavolta? Ci godi davvero così tanto a vedere la mia inettitudine? Non ho capacità  né scopo, l'hanno capito tutti ormai! Anche le ultime persone che si illudevano fossi buona in qualcosa hanno capito il loro errore e sono andati! Accettalo e se puoi vattene anche tu, oppure taci!

E la rabbia si trasforma subito in lacrime di frustrazione. Mi copro il volto con entrambe le mani.
Che nessuno mi senta piangere.
Che nessuno venga a vedermi ora.
Che nessuno guardi quanto sono caduta in basso.
Lasciatemi sola. Fate come se non esistessi. Sarà  più facile così, se nessuno sa che ci sono.
Se nessuno sa della mia esistenza, a nessuno importerà  quello che faccio, giusto?

Ma allora perché, se voglio fuggire dal resto del mondo, sento ancora il bisogno di un abbraccio?

La mente va indietro di un paio d'ore, a quando ho preso il libro. Leggere una bella storia senza pensare a quanto ho intorno, non volevo altro.
Lui l'eroe, lei la sua guida. Poi la profezia che cambiò tutto. Lo tradirai, le era stato detto, e lei sapeva che ne aveva le capacità . Non voleva accadesse. Non poteva permettere che succedesse. Fece di tutto per scappare, ma lui la tratteneva. Cercava di rassicurarla, di farle proseguire il cammino ripetendo di non dare peso a quel che aveva saputo, ma lei si calmava giusto per un paio d'ore e poi tentava di nuovo la fuga. La cosa andò avanti per giorni, finché lui non ne poté più. La ragazza cercò di giustificarsi, ma la replica fu durissima.
Non mi importa nulla di quello che vuoi.
Ti sei arresa. Vattene. Non voglio più avere a che fare con te.

E in quel preciso istante i veri protagonisti smettono di esistere. L'eroe che si infuria con la guida non c'è più. Nella mia testa prende forma tutt'altro scenario.

Io davanti a tutti. I miei genitori e gli altri parenti. I colleghi di lavoro e i compagni nella sfera privata. Gli amici di lunga data e le conoscenze più recenti. Li vedo fissarmi con occhi pieni di disapprovazione. Il mio respiro accelera.
- Non mi importa nulla di quello che vuoi.
Capisco perché siete arrabbiati. Avevo detto che avrei cambiato le cose. Non ci sono riuscita.
- Ti sei arresa.
Lo so, ma perché proseguire oltre? Ho paura di sbagliare di nuovo. Di deludervi di nuovo.
- Vattene.
No. Vi prego, questo no.
- Non voglio più avere a che fare con te.
Che ne sarà  di me, una volta che ve ne sarete andati? Non posso andare avanti, non ne sono in grado! Lo avete visto anche voi, no? Cosa dovrei fare ora!?
- Solo perché tu pensi che sia vera, non è detto che effettivamente la profezia si realizzi.

Tolgo le mani dal volto e guardo di nuovo lo specchio. È lì l'ultimo che ha parlato. Il ghigno è sparito, così come l'atteggiamento aggressivo. Ora vedo... compassione? Consapevolezza? Non saprei dire.
- Cosa intendi? - chiedo confusa, tirando su col naso.
- Ti sei soffermata a vedere il modo in cui l'eroe ha reagito, ma non perché si sia infuriato tanto. Perché la profezia dovrebbe concretizzarsi? Magari la compagna dovrà  tradirlo per poter completare la loro missione. Oppure si tratta di una bugia fatta per separarli, cosa che tra l'altro sta anche riuscendo. O forse invece si realizzerà  nonostante sia falsa, perché le azioni di entrambi, troppo spaventati da una simile prospettiva, faranno in modo che si concretizzi. In tutti i casi, la verità  si manifesterà  solo col passare del tempo.
Tu ti stai comportando nella stessa maniera. Hai trasformato una possibilità  in una profezia e ti sei autoconvinta che sia vera a prescindere. E allora ogni tua azione ti porta a concretizzare davvero il tuo timore, quando invece basterebbe solo cambiare atteggiamento.

Smettila di dire che non ce la farai: è proprio questo a bloccarti e a farti fallire. Gli altri sono delusi perché vedono e vorrebbero aiutarti, ma insistendo nel ripeterti che tanto lo cose finiranno male niente può cambiare. Credi in te. Abbi fiducia nelle tue potenzialità .
- E se dovessi fallire ancora? Se non dovessi farcela comunque?
- Ti ho appena detto che è proprio lì il tuo errore. Sei convinta che quella è l'unica strada. Non è così. Potresti fallire, è vero, ma potresti anche riuscire. Non precluderti questa possibilità . Quel che sarà  potrai vederlo soltanto una volta che raggiungerai il domani, ma se rinunci a priori non saprai mai davvero quello che poteva essere. L'ho detto prima e lo ripeto: la verità  si manifesterà  solo col passare del tempo. Può far male o può essere una piacevole sorpresa, ma tu prova, sempre. Puoi farcela.
Ma adesso basta parlare. È tempo di svegliarsi. E sii te stessa, al meglio.

Riapro gli occhi. Li sento un po' umidi, ma non ci do troppo peso. Piuttosto mi guardo intorno per capire cosa sia successo. Sono nella mia stanza, sdraiata nel letto. Sotto le tende iniziano a farsi strada i primi raggi del sole, illuminando la stanza a sufficienza per vedere i contorni dei vestiti sparsi a terra e l'anta dell'armadio chiusa. L'orologio ancora ticchetta, mi sembra che qualcuno stia ancora russando, mentre il cane pare sia riuscito a placarsi.
Mi metto in posizione seduta, tirando a me le coperte per rimanere al caldo.
Ripenso al sogno. Ripenso a quanto mi sono detta.
Mi asciugo con una mano gli occhi, mentre con l'altra prendo il libro. Mi soffermo sul titolo, scritto elegantemente e a caratteri dorati.
La spada della verità.
Accendo la lampada e sfoglio velocemente fino a raggiungere il punto in cui mi sono fermata stanotte.
Di dormire ora non se ne parla. Piuttosto c'è tempo per una nuova lezione di vita.

~ Veritas

 

ndT:
Non una storia, ma uno sfogo, spero non troppo confusionario.
Non aggiungo altro se non: leggete libri, sempre. Molti delle storie in essi contenuti sono in grado di far riflettere e insegnare qualcosa di importante. :')

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Con un po' di amarezza chiedo ai mod di chiudere.

Io e gli altri giudici ci aspettavamo decisamente più partecipazione, visti sia il tema sia i lauti premi.

Visto il numero esiguo di partecipanti non ce la sentiamo di proclamare un vincitore, anzi crediamo che su tre testi sarebbe anche ridicolo.

Tuttavia ci teniamo a ringraziare chi ha speso il proprio tempo per partecipare.

Per tale motivo ad ogni concorrente verranno donati 2 PP con il ringraziamento per aver preso parte all'iniziativa e le immense scuse da parte nostra per com'è andata a finire.

Alla prossima, Zeb.

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Con un po' di amarezza chiedo ai mod di chiudere.

Io e gli altri giudici ci aspettavamo decisamente più partecipazione, visti sia il tema sia i lauti premi.

Visto il numero esiguo di partecipanti non ce la sentiamo di proclamare un vincitore, anzi crediamo che su tre testi sarebbe anche ridicolo.

Tuttavia ci teniamo a ringraziare chi ha speso il proprio tempo per partecipare.

Per tale motivo ad ogni concorrente verranno donati 2 PP con il ringraziamento per aver preso parte all'iniziativa e le immense scuse da parte nostra per com'è andata a finire.

Alla prossima, Zeb.

grazie a voi, è stata una splendida opportunità  per rimettermi in gioco dopo molto tempo che non scrivevo nulla.

Spero che possiate nonostante tutto trovare il tempo di leggere i testi e darcene un vostro parere, sarebbe una soddisfazione per me!

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grazie a voi, è stata una splendida opportunità  per rimettermi in gioco dopo molto tempo che non scrivevo nulla.

Spero che possiate nonostante tutto trovare il tempo di leggere i testi e darcene un vostro parere, sarebbe una soddisfazione per me!

Certamente! Già  nei prossimi giorni vi farò avere in MP i giudizi dei giudici, almeno quello ve lo dobbiamo. :')
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