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Guarda come s'è fatta i capelli.
La voce viene da dentro, è quella cosa che sta inside ognuno di noi e che parla con una voce che è la nostra ma non del tutto. Omino del cervello, coscienza, umpa-lumpa, Mario: ognuno lo chiama nel suo personalissimo modo.
Il mio si chiama "Il Despota"; è malevolo, pungente, e tende a guardare sempre e solo due cose quando va in giro: le auto e le donne.
Amen.
Oh! Guarda come s'è fatta i capelli ti dico!
Interrompo il sollevamento pesi sulla sfangatissima panchetta della palestra.
Di solito il Despota è ipercritico e molto molto saccente, ma stavolta nel Suo tono sento una decisa punta di stupore.
Possibile?
Rivolgo lo sguardo dove Egli sta indicando freneticamente (indicando per via immaginaria, ovvio), e riconosco una delle frequentatrici abituali della palestra, non so il nome, una ragazza molto esile, pallida, dallo sguardo gattesco. Gattico. Da gatto.
Sbatto due-tre volte le palpebre. Ma è lei? Sul serio?
Al posto dell'anonima capigliatura castana, la suddetta sfoggia un'improbabile e abbacinante cascata di treccine rosso vermiglio con sfumature autunno in Narnia. Mai vista dal vero una roba del genere.
Che ne pensi? Eh? Che te ne pare? Eh?
"Non lo so", replico a mezza voce, "Sono confuso".
Già prima era una pischella non male, ma ora, cazzarola, ora... ora...
"Dai, Despota, lassa perde. Tanto lo sai che ste cose non possono funzionare".
No, no, no, no, tu ora vai lì e ci attacchi bottone con una cagata qualsiasi.
"Tipo?"
Le chiedi per quanto tempo non laverà quei capelli per non perdere la pettinatura.
"Ma sei pir.la? E che ti aspetti che risponda?"
Non è importante: è importante che stiate limonando duro entro 15 minuti.
"Dio santissimo."
Ignoro la ragazza e mi volto dall'altra parte per continuare il curl.
Guardala. E' una roba spettacolare.
"Tanto non la guardo."
Dovresti. Pallida così e con sto rosso in testa è un bijoux.
"Non deconcentrarmi."
Se non ti giri a guardarla faccio una cosa che coi pantaloncini da allenamento tutti vedono subito.
Panico. "Non oserai!"
Guardala.
"No."
Guardala.
"Dio, Dio, che piaga."
Mi volto di nuovo. La vedo lì, con le cuffiette, assorta allo shoulder press. L'effetto visivo che turba la mia già turbata anima è grossomodo questo.
Non è la roba più incredibile che tu abbia mai visto?
"Beh... sì... cioè... bella è bella... ma... siamo in un ambiente ad alto tasso di componente maschile sudata e ormonica, come pensi di..."Ci penseremo. Sai chi è quella?
"N-no... perché, la conosci?"
Negativo. La conoscerai tu, per me.
"T'ho appena detto che la palestra è il luogo più sbagliato del mondo per fare certe cose."
Zitto. Sai chi è quella?
"No, cribbio. La vediamo da alcune settimane, è carina, ma bon, per me è sempre finita lì."
Te lo dico io chi è: la futura madre dei nostri figli.
"Ma Dio, Dio, Dio santissimo. Non sappiamo neanche quanti anni ha."
Zitto. Ho appena elaborato un piano. Tu ora vai lì e le chiedi dove ha comprato quella maglietta deliziosa.
"Ma è rosa! No, no, senti, io il deficiente non lo faccio per causa tua. Trova un aggancio migliore."
Allora dove ha comprato le cuffiette.
"Ma si prendono in qualsiasi negozio dei cinesi!"
Allora le scarpe.
"Senti, qui marca malissimo, hai visto il proprietario della palestra, sì? Quello che guida l'Hummer con le gomme da un metro di diametro e il suo bicipite è PIU' GROSSO di quelle gomme?
Se quella va a lamentarsi che la importuniamo sai dove ci ritroviamo? A sostituire la plafoniera del neon qua sul soffitto, intendo con la nostra persona fisica. Quindi lascia perdere questa follia!"
Silenzio.
Il Despota non rimane mai in silenzio a lungo, e ciò è strano.
"T'ho convinto?"
Sto elucubrando.
"Ti prego, no, no, no..."
Trovato.
"Ti prego, no, no, no, no, no..."
Ora tu vai lì e le chiedi...
"No, no, è una caz.zata, lo so, di fisso, la peggiore di tutte."
...se i capelli sono finti.
Perdo un respiro.
"Non puoi dire sul serio."
Mai stato così serio.
"Ti detesto."
Sbrigati: si sta alzando.
"Madonna, madonna."
Sbrigati.
"Mi sento già una plafoniera."
Muoviti.
Mi alzo con la lentezza dei morituri. Mi avvio al passo cadenzato del plotone d'esecuzione.
Immagini furibonde di serpenti rossi, sguardi di ghiaccio e limonate selvagge (intendo spremute di limone di foresta incolta) tormentano la mia psiche instabile.
Lei è lì, composta e ignara di tutto.
Mi avvicino.
Prendo il respiro più difficile della mia vita.
"Ciao," scandisco con la voce che sembra quella di un velociraptor di gomma.
"Io..."
[to be continued...]
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OK! In cantina dovrei avere ancora qualche hot wheels in buono stato XD @Vangel
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