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[Golden Christmas Run] Contest di Scrittura ~ Christmas Carol #4


-PeterPan-

Post raccomandati

Salve a tutti e benvenuti a questa nuova prova riservata ai partecipanti della Golden Christmas Run!

 

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Riservato ai 12 partecipanti  scrittori dei 12 Teams

 

Tracce:

 

Le tracce saranno 3. Ognuno di voi dovrà  sceglierne, ovviamente, solo una.

 

Le tracce sono le seguenti:

 

1) Realizza una poesia riguardante il Natale e contenente  almeno 3 delle seguenti parole: camino; abete, stella; doni; rosso; lieto; candore; neve.

Potrete adoperare qualsiasi tipo di metrica e rima. Ci sono poesie che vengono realizzate anche senza rima, ma  non è cosi semplice riuscirci.

 

2) "Una Vigilia di Natale alquanto movimentata". Realizzate un racconto, un diario o una pagina di giornale seguendo tale traccia. Sta a voi interpretarla nel modo migliore e riuscire a realizzare qualcosa di più originale possibile.

 

3) "Un Babbo Natale a corto di poteri". Realizza un racconto di avventura seguendo tale traccia. Sta a voi decidere come svilupparlo. Cercate di rendere il racconto il più originale possibile. Sfruttate tutta la vostra immaginazione!

 

 

Regolamento:

  • Assolutamente vietato ricopiare racconti e poesie di altri utenti
  • Assolutamente vietato ricopiare elaborati esistenti al di fuori del forum
  • Non c'è limite di righe. Potrete scrivere quanto volete

Quote

Nome: *Scrivere il proprio nickname*

Team: *Scrivere qui il nome della squadra di appartenenza*

Traccia: *Scrivere quale traccia è stata scelta*

 

*Elaborato


Commento(facoltativo): Scrivere un (breve) commento sul proprio lavoro*
 

 

Attenzione!
Qualora il partecipante violasse il regolamento, caso per caso,
i giudici si riservano la facoltà  di squalificare il lavoro.


 Io, Chube e Freak saremo i giudici di tale competizione.

 

:pokeball: Il primo classificato farà  guadagnare alla propria squadra 15 Christmas Points
:pokeball: Il secondo classificato farà  guadagnare al proprio team 10 Christmas Points
:pokeball: Il terzo classificato farà  guadagnare alla propria squadra 5 Christmas Points
:pokeball: Il vincitore del premio originalità  farà  guadagnare al proprio team 7 Christmas Points
:pokeball: I 3 vincitori del premio di consolazione faranno guadagnare
al proprio team 1 Christmas Point


 

Avrete tempo fino al 29 dicembre alle 23.59 per postare il vostro lavoro.

 

Per qualsiasi dubbio o problema, mandatemi pure un Messaggio Privato, o postate la domanda qui.

 

Detto questo, buona fortuna a tutti gli Scrittori!   :)

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Nome: Il-Grinta-17

Team: Elite Six

Traccia: 1)

 

Che strettino, 'sto camino
Ho di troppo un rotolino!
E che noia, questo abete
Qui mi blocca, ci credete?
Stavo comodo sulla mia stella
Tutto il dì a fare un nulla
Ma col freddo porto i doni
Che rottura di cogl...!
Rosso e bianco son vestito
Tutto uguale, a menadito
Ogni anno è un giorno lieto
Ma per voi, se mi spiego!
Tanta gente ama il candore
Ma ci pensa un po' al mio umore?
Dal carbone al gelo di neve
Io mi rompo, il passo è breve!
-
Che brontolone, 'sto Babbo Natale
Col suo umore, il freddo e la neve
Mangia di meno, brutto maiale
E tornerai presto leggiadro e lieve!
Cosa ci frega dei tuoi vestiti
Dell'alberello e del bianco candore
Dacci i regali e se siamo assonnati
Stai pure attento a non far rumore!
Non c'è più un attimo quieto
Tu ti struggi e ti lamenti
Ma 'ndo sta' 'sto giorno lieto
Ma li hai visti i miei parenti?
Che mio zio se non sparecchio
Si fa tutto rosso di rabbia
S'è guardato ad uno specchio?
Sembra un gorilla in una gabbia!
Poi ci chiedon la poesia
E non sganciano i soldoni
E che gioia, che allegria
Ma li scartiamo questi doni?
Caro Babbo sulla stella
Stattene a casa, senti a me
Il rotolino, questa è bella
Hai più panza di Platine' (tte)!
Tu le renne te le mangi
Non ci entri dalla finestra
Manco l'abete puoi aggirare
Quando ti iscrivi un po' in palestra?
Così la smetti con quel camino
Che sporchi in un giorno più di un anno
Sono io a pulirlo, Babbo carino
Ogni volta mi becco un malanno!
-
Lasciatelo stare, poverino
Le canne fumarie sono strette
Si è sforzato, il signorino
Buon Natale da Il-Grinta-17!

 

Commento: Mi andava di fare una cosa simpatica, senza alcuna pretesa in particolare, quindi ho solamente dato sfogo alla mia ironia più che alla fantasia. Piuttosto che utilizzare tre termini fra gli elencati, li ho usati tutti, prima in ordine di lettura e poi, nel secondo pezzo, in ordine invertito. Nella prima parte mi son dilettato con le classiche rime AA-BB, nella seconda ho fatto qualcosa di più ricercato raddoppiandone il contenuto e seguendo rime AB-AB. Spero vi lasci col sorriso :asduj1:

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Nome: ~Andry~


Team: The Vardens

Traccia: 3) "Un Babbo Natale a corto di poteri"

 

Nella fredda città  di Oslo, come nel resto del mondo, si avvicinano le feste natalizie, tanto attese dai bambini per regali e dolci. Un bambino in particolare, di nome Robert, credeva fermamente che il giorno dopo il suo decimo compleanno, sarebbe riuscito finalmente a vedere quella persona conosciuta da tutti come Babbo Natale. Viveva in una casa di medie dimensioni, con le mura dipinte di un marrone chiaro e nitido, con il fuoco sempre acceso nel camino a legna.Da fuori, nel tetto, si distingueva il bianco della canna fumaria, in mezzo all'arancione delle tegole, sulla quale era riposta una ghirlanda messa dal papà  di Robert, sotto sua richiesta, per accogliere Babbo Natale. Era inizio Dicembre, e le cose a scuola non andavano tanto bene per il piccolo Robert. A scuola tutti lo prendevano in giro perché diceva di credere in Babbo Natale. Babbo Natale, che conosce tutti i bambini del mondo, sapeva cosa stava succedendo e questo lo rattristava molto.. In quell'anno, dato che ormai tutti i bambini stavano perdendo interesse in Babbo Natale, pensando solamente alla nuova tecnologia e a tutto ciò che li circondava, Babbo Natale, i suoi elfi e le sue renne stavano perdendo tutta la magia, che da sempre era alimentata dai bambini che credevano in lui. Ormai era arrivato il 24 Dicembre, il giorno del compleanno del piccolo Robert, che attendeva impazientemente l'arrivo del giorno dopo. Appena sveglio, molto eccitato e trepidante di gioia, corse nel salotto, dove si trovava l'albero che aveva abbellito con i suoi genitori. Era molto alto, pieno di luci di un colore blu acceso, con tante palle rosse luccicanti con delle strisce di brillantini argentati, che si intonavano perfettamente con il colore delle luci, e per finire una stella a cinque punte in cima. Trovò un pacco, e si mise subito ad aprirlo. All'interno trovò un orsetto di peluche, ma restò molto deluso dato che lui aveva chiesto un trenino elettrico. Andò dalla madre piangendo e gli disse:

-Mamma, perché Babbo Natale non mi ha portato ciò che gli avevo chiesto?

-Robert vieni un momento qui, devo parlarti; devi sapere che Babbo Natale in realtà  non esiste. Quel regalo l'abbiamo comprato io e papà  per te, ma non potevamo comprare un trenino elettrico perché non abbiamo più molti soldi. Come puoi vedere, infatti, oggi, il giorno di Natale, papà  è andato a lavorare per cercare di portare qualcosa in casa. Scusaci se ti abbiamo mentito.


La madre non fece in tempo a fermarlo quando lui tornò in camera sua, lacrimando. Anche se tutto il mondo gli era contro, lui non demorse e continuò a credere fermamente che quel giorno Babbo Natale sarebbe venuto. Babbo Natale vedeva tutto ciò, e si rattristò di non poterlo aiutare, data la sua impotenza in quel momento. Sapeva che probabilmente avrebbe deluso quel bambino senza volerlo. Robert aspettava in attesa del suo arrivo. Il suo desiderio di vederlo era molto forte, ma non abbastanza da rimettere completamente in forze Babbo Natale. Ormai era tarda sera, la mamma gli disse di andare a letto, ma lui ignorò il comando e restò fermo a guardare il cielo stellato fuori dalla finestra. La mezzanotte stava arrivando e  lui non voleva demordere, ma era molto triste per il fatto che ancora Babbo Natale non si fosse fatto vedere. In quel momento gli scese una lacrima che gli falciò la guancia. Quello fu il momento in cui Babbo Natale riuscì a riacquistare le sue forze: Robert desiderava ardentemente vederlo, tanto che il suo unico desiderio riuscì a restituirgli la magia e i poteri. In quel momento Babbo Natale, creò uno speciale trenino elettrico apposta per Robert, si sedette sulla slitta e ordinò alle renne di partire per Oslo. Mancava un minuto a mezzanotte, e quando Robert sembrava perdere le proprie speranze, ecco che vide comparire lontane nel cielo sette piccole palline di un colore rosso acceso. All'inizio non riusciva a capire cosa fossero, poi avvicinandosi vide che in realtò erano i nasi delle sette renne di Babbo Natale e che lui stava arrivando sulla sua slitta. La felicità  che provò in quel momento Robert fu immensa. Iniziò a piangere per la felicità  e Babbo Natale gli disse:

"Tieni, Robert, questo è per te".

Gli consegnò un pacchetto, in cui trovò il regalo che desiderava tanto, un bellissimo trenino elettrico. Babbo Natale gli propose poi di salire con lui nella sua slitta e di fare un giro. Senza esitare, Robert accettò l'invito. Riuscì a vedere la città  illuminata dall'alto, e in quel momento la slitta iniziò a illuminarsi proiettando luce verso le case dei compagni di Robert. Tutti si affacciarono alle finestre e rimasero stupiti vedendo il loro amico su una slitta volante. In quel momento Babbo Natale ordinò alle renne di passare vicino alle finestre di ognuno dei compagni. Grazie alla magia, alla velocità  della luce passarono per ogni finestra lasciando un pacchetto di carbone ad ognuno con un foglio allegato, sul quale era scritto: "Se l'anno prossimo vi comporterete meglio, riceverete un bel regalo al posto del carbone". Dopo questo, Babbo Natale riaccompagnò Robert a casa, dicendogli:

"Se l'anno prossimo crederai ancora in me, tornerò con un regalo ancora più bello". In quel momento volò via nel cielo con la sua slitta lasciando dietro di se una lunga scia luminosa, come se fosse una cometa. Quella sera Robert andò a letto felice, con la mente proiettata al prossimo Natale per vivere un'altra magica serata.


Commento(facoltativo): Ho scelto questa traccia perché mi è sembrata la più carina. Non ho nulla di particolare da dire in quanto al testo; Ho cercato di dare una descrizione nelle cose per fare immaginare al lettore la scena nella sua mente, quindi nel modo più suggestivo possibile. 

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Nome: Rubber Strawhat


Team: Pizza, Pasta, Poképoints


Traccia: 3


Il Natale è da sempre ricordato per essere un momento di gioia per grandi e, soprattutto, piccini. Un’allegra ricorrenza da passare con i propri cari, accoccolati sul divano, davanti al camino o alla TV,e perché no, sorseggiando una cioccolata. L’allegria regna sovrana, insomma. O così pensano tutti. L’anno 2014 ha rischiato di donare all’umanità  un Natale non degno di questo nome.


 


Fa freddo in quel di Milano, mentre scrivo. Così come fredda è la Lapponia, dove un uomo anziano e paffuto piange in disparte, chiuso nella sua camera da letto, mentre fuori i fiocchi di neve scendono lenti, come le lacrime che rigano il volto del vecchio, stanco dal peso degli anni.


Piange, piange come se un caro amico fosse scomparso. In mano tiene una lettera, scritta con una calligrafia incerta, come di un bambino. O meglio, proprio di un bambino è la lettera, macchiato dalle salmastre lacrime del vecchio.


Babbo Natale, l’uomo che regala sorrisi ai bambini da generazioni, rotto dai singhiozzi.


 


*clak clak*. La porta è chiusa a chiave. Nessuno deve vedere Babbo Natale in quello stato. :<<Ehi, ma che succede ? Babbo ? Apri la porta !>>


:<<Va via, Ronald. Non è il momento adatto.>>


 


*clak*. Un suono secco nella serratura. Babbo Natale si girò di scatto, deciso a non volersi scoprire in un momento di debolezza. Goffamente, si fiondò sulla porta, richiudendola con il suo peso.


 


:<<Ma cosa ? Babbo, cosa ti prende ? Calmati ! Sono ore che tutti gli Elfi ti stanno cercando !>>


:<<Ronald, ti prego. Non insistere, non è il caso. Ascolta, ho un serio problema. Anzi, tutti noi lo abbiamo. Ma ora non sono in condizione di parlare. Passa tra dieci minuti, ti prometto che ti dirò tutto. Solo… Ti spiacerebbe passarmi la chiave sotto la porta ? Non voglio farmi vedere in questo stato.>>


 


Ronald era pensieroso. Non aveva mai visto Babbo Natale così. Cosa lo turbava a tal punto ? Come poteva il suo idolo essersi ridotto in quel modo ? Il desiderio di dire no a Babbo Natale era forte, nonostante non avesse mai disubbidito ad una sua richiesta. Ma Ronald fu forte e resistette. Pensò qualche secondo sul da farsi, poi un lungo sospiro precedette le sue parole.


 


:<<Ahhh. E va bene. Passerò tra dieci minuti, così avrai il tempo di ricomporti. Non fare pazzie, mi raccomando.>>


 


Ronald si scostò dalla porta e si chinò. La chiave colpì lo stivale di Babbo Natale, con un sonoro *ting*. Babbo Natale si chinò, prese la chiave e richiuse la serratura della sua camera.


 


:<<Grazie, Ronald. Non preoccuparti, non farò nulla di male. Ah, e quando torni, porta con te il tuo gemello Roland, il capo stalliere delle renne. Ho bisogno anche di lui.>>


:<<D’accordo.>>


 


Ronald si allontanò, e Babbo Natale rimase nuovamente solo con i suoi pensieri. Prese nuovamente in mano la lettera, le diede una rapida lettura e la buttò nuovamente sulla scrivania. Indi si stese sul letto, asciugandosi il viso, aspettando il ritorno degli Elfi gemelli. Dieci minuti dopo, spaccando il secondo, Ronald e Roland erano sulla soglia.


 


*knock knock knock*. :<<Babbo, siamo noi. Aprici, per favore.>>


:<<Oh, sì, sì. Eccomi, arrivo…>>


La serratura scattò nuovamente. I gemelli entrarono circospetti.


- Ben arrivati, ragazzi. Entrate, prego.-


 


I gemelli si accomodarono su due sgabelli che potrebbero sembrare a misura di bambino. Babbo Natale, chiusa la porta, andò a sedersi alla sua poltrona dietro la scrivania. I piccoli Elfi, premendo un bottone, alzarono di scatto la sedia di almeno un metro, sufficiente per permettergli di guardare il loro capo negli occhi. Roland stava quasi per cadere dalla sua sedia.


 


:<<Oh, oh, sta attento, amico mio. Non vorrai farti male.>>


 


Roland, goffamente riuscì a rimettersi composto. Dopodichè si rivolse a Babbo Natale :<<Allora… Mio fratello mi ha detto che volevi parlarci. Dunque, cos’è successo ?>>


Babbo Natale s’incupì all’improvviso. Prese la lettera e la allungò ai gemelli. :<<Qui c’è tutto ciò che vi occorre sapere.>> I due la lessero quanto più attentamente potevano. Arrivati alla fine, un’espressione colma di stupore misto a tristezza li colse in volto. A Ronald cadde di mano la lettera. Questa recitava così :


 


Caro Babbo Natale,


sono Jason, come stai ? io sono stato bravo quest anno, ma non ti chiedo nessun regalo. Ormai non servi piu, la mia mamma e il mio papà  mi comprano tutto quello che voglo.ieri mi hano comprato la play e un telefono nuovo, quello vechio che mi avevano comprato 2 mesi fa non mi piace piu.Domani invece la zia Kate mi ha promesso che lei mi compra un gioco nuovo, e non so cosa prendere. Devo decidere. Non passare dalla mia citta, tutti i miei amici si fanno comprare le cose, e dicono che a loro non gli servi.E poi il papà  ha detto che tu non esisti, pero io non ci credo, e anche se non mi servi ti ho scrito la lettera. Ciao ciao !


 


Roland non voleva credere ai suoi occhi. L’innocenza di un bambino aveva fatto crollare tutto il loro mondo.


 


:<<Ma… Babbo.. Questa lettera… E’ vera ? Voglio dire, non te l’avrà  scritta un adulto a cui non hai portato il regalo giusto mentre era un bambino ?>>


:<<No, Ronald. Innanzitutto, non abbiamo mai sbagliato a consegnare un regalo. Inoltre mi ricordo di questo bimbo, e scriveva proprio con questa calligrafia, e con tanti errori ortografici. Povero me… Ormai, i genitori non parlano più ai propri figli di Babbo Natale, il dolce vecchietto che porta loro i regali.>>


:<<Dunque…E’ per questo che ci hai chiamato, giusto? Trovare una soluzione al problema. Però purtroppo non possiamo farci nulla, se i genitori non parlano di noi ai più piccoli. Cosa possiamo fare ?>>


:<<Ancora non lo so,Roland- prosegui Babbo Natale – ma una cosa è certa, non abbiamo molto tempo. Di un po’, come stanno Rudolph, Lampo, Scintilla e tutte le altre renne ?>>


:<<Beh… Purtroppo lo sa, Babbo. Stanno perdendo il potere magico che permette loro di volare. In questi anni ne hanno perso sempre più, e la lettera di Jason è la riprova che i bambini credono sempre meno in noi.>>


 


Il viso di Babbo Natale e degli Elfi si fece sempre più scuro e cupo. A nessuno sembrava venire in mente una soluzione.


 


:<<Beh, ragazzi, è inutile stare qui a cincischiare. Ronald, torna pure a dirigere la costruzione dei giocattoli, e tu, Roland, va a prenderti cura delle renne. Io mi farò venire in mente qualcosa.>>


 


Detto ciò, Babbo Natale uscì di corsa fuori dalla sua stanza, e da lì andò dritto fuori, al freddo, avventurandosi nel nulla artico. Roland però sembrava aver notato qualcosa.


 


:<<Ehi, Ronald… Ma a te non è sembrato che Babbo… Abbia sorriso, uscendo fuori ?>>


:<<Dici ? Non l’ho notato. Speriamo in bene.>>


 


Per due giorni e due notti Babbo Natale camminò nella neve, arrancando e facendosi strada a stento, ma finalmente giunse alla meta. La casa del suo anzianissimo padre.


 


:<<Papà , sei in casa ? Papà  ?>>


 


Sulla poltrona in salotto, davanti a uno scoppiettante fuoco color arancio vivo, sedeva tranquillo un uomo anziano, ben più di Babbo Natale. Stava tranquillamente coccolando un gattino, addormentato sulle sue gambe.


 


:<<Oh, figliolo, bentornato, bentornato !>> disse con voce arzilla Nonno Natale.


:<< E questo gattino ?>>


:<< E’ un regalo di una mia lontana cugina, l’ho chiamato Neve.>>


-  Senti papà , vengo subito al dunque. Devi sapere che…-


 


Così, Babbo Natale raccontò a Nonno Natale tutta la storia. Quest’ultimo, finito il racconto del figlio, scoppiò in una sonora risata. Babbo Natale, di primo acchito, non capì il motivo di tanta gioia.


 


:<<Mah… Papà , ti sembra il momento di ridere ?>>


:<<Oh,oh, scusami figliolo. Vedi, il fatto è che non sei il primo Babbo Natale a cui succede quest’evento, né sarai l’ultimo. E’ un grande ciclo : con il tempo, le condizioni di vita migliorano, e i bambini non sentono più il bisogno di Babbo Natale. E allora, occorre ricordare al mondo che esistiamo, figliolo, e occorre farlo in fretta.>>


:<<Ma.. quindi è successo anche a te ?>>


:<<A me, a mio nonno, al nonno di mio nonno e a tutti coloro che hanno avuto il nostro ruolo.>>


:<<E… Come avete risolto la faccenda ?>>


:<<Beh, vedi, figliolo… Spesso, la soluzione del problema, è la sua radice. Quel bambino ti ha scritto, e ha fatto emergere il problema, non è vero ? E allora tu va dal bambino, parla con lui, e forse capirai.>> disse saggiamente Nonno Natale :<<Ma ora va. Non hai più molto tempo.>>


 


Dopo ben 4 giorni, il vecchio fece ritorno. Tutti gli Elfi lo aspettavano preoccupati. Babbo Natale li liquidò in fretta. Aveva bisogno di Roland, e subito.


 


:<<Roland, preparami subito la slitta. Devo fare una visita a qualcuno di molto speciale.>>


:<<Ma come ? Sei già  in partenza ? Dove vorresti andare ?>>


 


Babbo Natale tirò fuori la lettera, e si rese conto di non sapere dove abitasse Jason. Sfogliò a lungo il libro dei bambini buoni, e alla fine riuscì a trovare l’indirizzo di Jason : Kensington Church Street, Londra, vicino a Hyde Park. Leggendo il cognome, Babbo Natale si ricordò del padre del bambino : da ragazzino era stato povero, ed era un vero pestifero e combinaguai, tanto da finire sulla lista dei cattivi. Covava un rancore enorme verso Babbo Natale, poiché non gli aveva regalato il pallone da calcio della sua squadra preferita. Ma non era il momento di pensarci. Ora doveva trovare Jason, e alla svelta. Così, preparate le renne, Babbo Natale partì alla volta di Londra.


 


:<<Babbo, sta attento. Le renne non hanno molta magia in corpo, quindi non potranno fare la traversata fino a Londra veloci come un tempo. Ci metterete sei ore, e dovrai sbrigarti. Dopo domani è Natale, ricordi ?>>


:<<Lo so bene, Roland. Saluta tuo fratello e tutti gli altri, e fammi trovare pronti tutti i regali. Dopo tutto, devo pur fare il mio lavoro.>>


 


Uno schiocco alle redini, e Rudolph si alzò in volo, seguito a ruota dai suoi compagni.


Dopo sei ore, Babbo Natale giunse a Londra, in piena notte. Si rimpicciolì, e giunto nell’appartamento di Jason, cercò in punta di piedi di giungere in camera del bambino. All’improvviso, però, tornò alla sua dimensione normale : la magia era svanita. Inciampò, e cadde rumorosamente sul pavimento.


*gneeeek*. Un cigolio lo spaventò. Una porta si era aperta. Babbo Natale trasalì. “Sono frittoâ€, pensò. Ma dalla stanza non venne un rumore di passi pesanti, da adulto. Bensì, due piccoli piedini facevano squittire il parquet. Il piccolo Jason era sveglio.


 


:<<Chi è ? Papà , sei tu ?>>


 


Babbo Natale era nascosto dietro l’angolo del muro. Jason lo vide, e stava per gridare di gioia, quando Babbo Natale, con agilità , gli tappò la bocca con una mano. Un gridolino soffocato uscì dalla gola di Jason. La madre si rigirò nel letto. Per fortuna non si era svegliata.


 


:<<Jason, non urlare. Sono Babbo Natale. Mi hai riconosciuto ?>>


 


Il piccolo Jason annuì felice.


 


:<<Piccolo, perché mi hai scritto quella lettera ? Sai, ci sono rimasto molto male.>>


:<<Io non pensavo veramente quelle cose. Me le ha dette papà , e così ho scritto una lettera.>>


:<<Il tuo papà  non è a casa oggi, vero ? Come non era a casa ieri, e il giorno prima.>>


 


Jason annuì nuovamente. Sembrava alquanto triste dell’assenza del genitore.


 


:<<Allora sai cosa facciamo ? Andiamo dal tuo papà , e gli porto qualcosa di speciale.>>


 


I due risalirono sulla slitta, e velocemente si innalzarono in volo, nella notte londinese. Il piccolo Jason urlava di gioia : il sogno di ogni bambino era reale, lo stava vivendo. Giunsero a The Shard, il più alto grattacielo della capitale, dove lavorava il padre di Jason. Entrarono di soppiatto nel suo ufficio, e Jason corse incontro al papà .


 


:<<Papà , papà  ! Ciao !>>


:<<Jason ! Cosa fai qui, nel pieno della notte ?>>


:<<Sono venuto con Babbo Natale !>>


:<<Non essere ridicolo, Jason, ti ho già  detto che Babbo Natale non esiste.>>


 


Mentre pronunciava quelle parole, il vecchio entrò dalla porta. Il padre si stupì a tal punto che stava per cadere a terra.


 


:<<Lucas. Sono passati 35 anni. Mi dispiace di non averti portato il pallone che desideravi tanto, ma sai bene che non sei stato un bambino modello, e sei finito sulla lista dei cattivi.>>


 


Lucas gli donò uno sguardo colmo di rancore.


 


:<<Ma mi farò perdonare. Guarda cosa ho qui.>>


 


Babbo Natale tirò fuori da un piccolo sacco dei regali una pacco sferico. Gli occhi di Lucas si illuminarono, e per un istante tornò bambino. Scartò freneticamente il pacco, e il suo viso si illuminò di un grande sorriso.


 


:<<Non posso crederci. Il pallone originale del Manchester United della stagione 1979/80… Che ricordi. Babbo Natale, mi dispiace di averti odiato per tanti anni. So che sono stato molto cattivo da bambino, e non meritavo questo pallone. Scusami anche per aver insegnato al mio bambino tante bugie.>>


:<<Lucas, voglio che tu la smetta di comprare a tuo figlio tutto ciò che vuole, lo stai viziando fin troppo. I bambini non hanno bisogno di oggetti materiali, ma di un padre che li ami e che giochi con loro. Educa tuo figlio secondo questi valori.>>


:<<Lo farò senz’altro. Come posso scusarmi per tutto ciò che ho fatto ?>>


:<<A dire il vero un modo ci sarebbe. Sai, sto perdendo credibilità  agli occhi dei bambini, quindi vorrei che…>>


 


Babbo Natale spiegò la sua idea a Lucas. Definiti tutti i dettagli, Babbo Natale partì. Era tutto nelle mani di Lucas. L’indomani era la Viglia di Natale. The Shard era molto noto ai turisti, così Lucas lanciò una pubblicità  virale che attirò moltissima gente sotto il grattacielo nella notte della Vigilia. All’improvviso, all’attenzione di centinaia di persone, The Shard si illuminò di mille luci, diventando l’alberò di Natale più grande di Londra. Decine di giornalisti mandarono in onda servizi sull’accaduto, intervistando Lucas.


 


:<<Bambini di tutto il mondo – disse nell’intervista – domani Babbo Natale verrà  a casa vostra ! Credete in lui, e domani potrà  volare con le sue renne e portarvi tanta felicità  !>>


 


Milioni di bambini in tutto il mondo videro l’annuncio di Lucas. Babbo Natale arrivò in Lapponia, appena in tempo per poter prendere i regali e compiere il giro del mondo. Più andava avanti, più le renne correvano veloce. I bambini credevano ancora in lui. Alla fine, un altro anno aveva portato il Natale in tutte le case del mondo.


 


Pochi mesi dopo, in casa di Babbo Natale, arrivò una lettera molto speciale. Babbo Natale la lesse davanti a tutti gli Elfi.


 


Caro Babbo Natale,


come va la vita in Lapponia ? Londra è molto caotica, ma noi viviamo come una vera famiglia felice ora. Se non mi hai riconosciuto, sono Lucas ! Volevo solamente ringraziarti per tutto ciò che fai per i bambini del mondo. Jason è molto felice, ora passo molto più tempo in famiglia. Sto facendo ciò che mi hai detto, sto educando meglio mio figlio. Grazie ancora per tutto, al prossimo Natale.


Lucas


 


Babbo Natale sorrise dolcemente. Ce l’aveva fatta. Era molto stanco quando, la sera, rincasò. Stava per andare a dormire, ma nel posare la lettera, gli cadde. Raccogliendola, notò una piccola scritta incerta, con qualche errore ortografico, sul retro della lettera di Lucas.


 


Caro Babbo Natale,


ciao ! Sono Jason. La mia mamma mi a fatto questa foto, e volevo mandarttela. Ciao


 


Una piccola foto fatta con polaroid era sul fondo della busta. Vi erano ritratti Jason e suo padre, a Hyde Park, giocando con un pallone del Manchester United, stagione 1979/80. Alla fine, tutto era andato bene.


Commento: la fatica per scrivere questo racconto è stata immane. La traccia non mi ha ispirato particolarmente, ma spero di aver fatto un buon lavoro. Ringrazio inoltre The Mighty Mawile, mio compagno di squadra, per avermi dato un'idea da cui partire per la trama.


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Nome: ZarRomanov

Team: Team Snowmen

Traccia: 1) Realizza una poesia riguardante il Natale e contenente  almeno 3 delle seguenti parole: camino; abete, stella; doni; rosso; lieto; candore; neve.

Potrete adoperare qualsiasi tipo di metrica e rima. Ci sono poesie che vengono realizzate anche senza rima, ma  non è cosi semplice riuscirci.

 

Elaborato

 

Il 24 dicembre, che magica nottata,

ci si abbuffa coi parenti fino all’ultima portata;
la neve che scende, a riscaldarci un camino,
il cuore si accende, e io mi sento ancora un bambino
in attesa dei suoi doni, per quel magico finale
che ci rende tutti più buoni in attesa del Natale.
Una lunga strada, iniziata l’8 dello stesso mese,
ciò che più mi aggrada, la prima tra le feste attese;
ricordo ogni singolo anno, la famiglia si riunisce,
tanti giorni passeranno, ma questo è quello che rapisce.
Apriamo i nostri cuori, decoriamo il nostro abete,
dimenticate i dolori, per ogni cosa sorridete!
Non c’è sensazione migliore che stare tutti uniti
ad osservare il candore degli occhi ormai rapiti
da quel rosso colore che ci lascia sempre stupiti.
Un altro magico Natale si sta nuovamente avvicinando,
era da ormai un anno che lo stavo davvero aspettando;
può sembrare un eresia, ma non c’è niente di più lieto
che volare con la fantasia guardando le palle di vetro.
Un altro magico Natale, ormai purtroppo è già  passato,
un altro magico Natale che ci ha lasciati senza fiato.
Io mi ritrovo qui, più vecchio di un altro anno,
con la MIA Toukuccia aspettando il nostro primo capodanno,
tra tutti i regali lei è certamente stato il migliore,
non c’è regalo più grande di ciò che vien chiamato amore. (<3)
La poesia è finita, il vostro ZarRomanov vi saluta,
ci ho messo dentro la mia vita, spero sia piaciuta.

 

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Nome: -Flame


Team: The Slow Platypus 


Traccia:  Realizza una poesia riguardante il Natale e contenente  almeno 3 delle seguenti parole: camino; abete, stella; doni; rosso; lieto; candore; neve.


Potrete adoperare qualsiasi tipo di metrica e rima. Ci sono poesie che vengono realizzate anche senza rima, ma  non è cosi semplice riuscirci.


 Elaborato:  Meglio non andar a giocare


Sostare sotto il camino


In attesa del Babbo Natalino.


Non tiratevi la neve,


Anche se il periodo è breve


Non prendetevi un raffreddore bambini!


Piuttosto mangiatevi dei biscottini.


Il periodo riempie gli animi di candore


Non si sente parlare di guerre e dolore,


Quelle son riservate a te, 26


Giorno nel quale mai uscirei.


Nella piazza domina il grande abete


Sotto il quale è presente un ariete,


Accanto il bambin Gesù


Con il quale fai la foto proprio tu!


E sempre qui avviene lo scambio di doni


Dove si perde anche il ruolo di animali e padroni


Verde bianco rosso


Voglio farti un regalo, posso?


Sotto la cometa stella


Trascrivo quest’allegra novella


Molto mi son divertito


E presto pubblicherò lieto e dolce spartito.


 


 


Commento: E' la prima volta che faccio una poesia e.. mi sono divertito un mondo *°* . Son sicuro che non sia la migliore (Zar ha un dono) ma son contento di quello che ho reso :3 . Buona fortuna a tutti!


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Nome: Pokémonmaster98

Team:
The Great Unifiers

Traccia: 1) Realizza una poesia riguardante il Natale e contenente  almeno 3 delle seguenti parole: camino; abete, stella; doni; rosso; lieto; candore; neve.

 

Si leva un coro che canta di loro:

Neve scende dai tetti per le strade,

Impronte nel bianco manto e d’oro

Le luci nelle urbane contrade.

 

 

Arde il fuoco quando finisce il gioco,

Dal camino scalda nelle nottate.

I bimbi chiudon l’occhi dopo poco,

Li culla il pensiero di renne alate.

 

La stella il solitario accoltella,

Rammenta al colpevole l’altra vita,

I sorrisi lieti della sorella:

 

Canta colui che la prigione abita,

Canta gioia a lui tolta dalla cella,

Canta per sanare la sua ferita.

 

 

Commento(facoltativo):  Ho composto un sonetto classico con la sola eccezione che i versi delle prime due strofe non sono tra loro in rima perfetta, ma in assonanza. Per il resto ho usato lo schema classico. Ci tengo però a dire qualcosa sul contenuto per evitare fraintendimenti. La traccia non diceva di raccontare un evento felice del Natale, infatti io ho raccontato il pensiero di un carcerato, che metaforicamente potrebbe avere un significato ben più ampio rispetto a chi ha commesso un crimine e perciò deve scontare la sua pena. Quest'uomo canta per cercare conforto nella sua solitudine, riportando alla mente dei ricordi della sua vita passata e di come trascorreva il Natale. Mi fermo qui altrimenti non è più un commento breve :sweat:

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Nome: LittleMudkip

Team: The braviary team 

Traccia: 2) "Una Vigilia di Natale alquanto movimentata". Realizzate un racconto, un diario o una pagina di giornale seguendo tale traccia. Sta a voi interpretarla nel modo migliore e riuscire a realizzare qualcosa di più originale possibile.

24 dicembre 2014 Ore 21:00

Caro diario;

Oggi sono successe cose molto,troppo,strane.Iniziamo subito:

Dopo essermi svegliato presto,credo alle 7:30 circa,ho accompagnato mamma a comprare i regali per i parenti fino alle 12,poi alle 12:30 abbiamo mangiato.In quell’istante è successo il botto.Mamma si è accorta che il giocattolo comprato per Roberto,il  mio cuginetto di 5 anni, si era rotto.Forse era già  difettoso ma in realtà  mamma l’aveva fatto sbattere e puf si è diviso in tanti pezzetti.Nei negozi era finito e non sapevamo come fare.

Subito mamma ha provato a ripararlo,ma non avevamo colla, così abbiamo aspettato le 15:00,orario in cui aprono i negozi,e l’abbiamo comprata in un negozio chiamato "Da Ugo il riparatutto". A questo punto fino alle 17:30 siamo stati a ripararlo incollando le ali al "rottame" dell'aereo,per poi attaccare la coda e mettere insieme i pezzi del muso dell'aereo,che abbiamo infine incollato al resto.Poi alle 18:00 mi sono sentito male e con tutta la famiglia siamo andati dal medico che ci ha detto di andare al pronto soccorso perché potevo avere un’appendicite.Siamo andati e lì ho fatto una visita dal pediatra che ha escluso l'appendicite ma ci ha detto di fare altri controlli e così siamo andati a fare un emocroma per escludere totalmente l'appendicite che ci ha tranquillizati.Poi la mamma è andata a fare tutta la parte delle carte ecc. alle 20:30 abbiamo finito e mi hanno dato medicine per guarirmi perché era solo il virus.
Così eccomi qui a scrivere il tutto.Che Vigilia strana!

Mario

 

Commento(facoltativo): molto semplice cercando di sfruttare la pagina di un diario.Ringrazio i membri del mio team a cui ho chiesto tanti consigli e che mi hanno corretto.

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Nome:Mio-Sama
Team: The Black Snovers of the North

Traccia: 1

 

Tutti festeggiano

e io,

sola penso a te.

 

Ricordo quando

mi alzavi

per appendere

la stella in cima

all'abete.

 

Sei sempre stato

così forte...

eri tu il principe

delle mie fiabe.

 

Ridevi sempre

di me,

quando giocando

tra la neve

le guance rosse

diventavano.

 

Il candore delle nuvole

mi ricorda

i tuoi occhi,

azzurri, quasi bianchi.

 

E' già  ora

di scambiarsi

i doni.

Li portavi tu

vestito da Babbo Natale

allora.

 

Ma non

sarà  più un lieto

natale per me.

 

Vorrei solo riaverti

qui papà ...

ti aspetto vicino

il camino.

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Nome: Zebstrika94
Team: AlphaChristmasBiscuits
Traccia: 2
Elaborato: A cosa associ il significato del Natale?
Io una volta lo associavo a gioia, serenità , spensieratezza.
Era l'unico momento dell'anno in cui tutti erano felici, si volevano bene, facevano del bene. Eppure non posso fare a meno di usare il passato. Non è facile raccontare quello che è successo, per niente. Tuttavia mi hanno consigliato di farlo. Dicono faccia bene. Dicono che tenere un diario sia un buon modo di prendere coscienza di quello che ci sta succedendo. Ma perché io devo prenderne coscienza quando, invece, vorrei solo scappare? Scappare perché la vita è ciò che di più prezioso abbiamo e perderla non può farci bene, in nessun modo.
Quanto vorrei che valesse quella regola che si vede nei film, quella secondo cui l'amore può tutto. Ma l'amore non può sconfiggere la morte. Niente può.
Comunque, per questa volta, ho deciso di ascoltare gli altri e mettermi a scrivere. Ogni emozione, ogni sensazione sarà  da me trascritta in questo diario. Tutto.
Ma una promessa la faccio lo stesso, un briciolo di testardaggine che si ostina a non morire mai, nemmeno quando sto morendo io. Quindi qui lo dico, e testimone mi sono la penna, il quaderno, la stanza in cui sono, vuota ma allo stesso tempo piena, pesante: "Io mai scriverò 'caro diario'". Bene, ora possiamo cominciare con quel 24 dicembre, inizio e fine di tutto.

Febbraio 2007
Si dice che la Vigilia di Natale si passi alla strenua ricerca degli ultimi regali, correndo a destra e a manca alla ricerca di qualcosa di bello e originale. Perché a nessuno piace fare un regalo scontato. E così feci anche io in quella giornata, nonostante dei dolori alla schiena che mi avevano portato a fare una radiografia pochi giorni prima. Probabilmente un'ernia che avrei dovuto operarmi ma niente di preoccupante. Insomma la mia è stata una vigilia movimentata passata nella più piena euforia delle feste. D'altronde non ero di certo l'unico.
Dopo questa frenetica giornata mi aspettava il cenone a casa dei nonni. Ogni anno il programma era lo stesso vigilia dai nonni e pranzo di Natale a casa dei miei. E questo nonostante ormai vivessi a Trento. Avevo provato a scamparla ma quando la mamma ordina non si può che ubbidire. Ma non sorvoliamo in dettagli superflui, altrimenti scriverò un romanzo non un diario.
Mentre stavo arrivando a casa pieno di pacchetti mi era squillato il telefono. Finalmente erano arrivati i risultati dei raggi, quindi feci una deviazione per l'ospedale a ritirarli. Arrivato a casa misi il dischetto sul pc senza nemmeno guardare il referto. Volevo vedere con i miei occhi. E così lo vidi, vidi un osso scheggiato, niente di più niente di meno. Il referto lo confermava.
Cosi mi avviai a percorrere le due ore di viaggio in macchina che mi separavano da una cena a base di pesce deliziosa al solo pensiero. Tuttavia mentre mi trovavo ad imboccare lo svincolo autostradale non potei fare a meno di notare una macchina contro il parapetto che sembrava non dare segni di vita. Vuoi perché era la Vigilia di Natale, vuoi perché me lo sentivo dentro, non potei fare a meno di fermarmi a controllare in che stato verteva il conducente, non essendovi presente nessun mezzo di primo soccorso.
Detto fatto mi accostai senza pensarci due volte. Una volta sceso potei constatare che la conducente, una bellissima ragazza dai capelli rossi, era priva di sensi. Il suo nome come scoprii in seguito era Anna. Quella notte non arrivai mai al cenone della Vigilia ma preferii accompagnare quella sconosciuta all'ospedale. Come ho saputo poco dopo lei era sola e quindi decisi di telefonare a casa per spiegare che non sarei tornato perché dovevo fare compagnia ad una tizia conosciuta in macchina.
I miei stranamente capirono e mi dissero che da me non si sarebbero aspettati nulla di diverso. Sapere che non se l'erano presa per me era già  una rassicurazione.
Mentre aspettavo che Anna si svegliasse decisi di andare a prendermi un caffè. Alla macchinetta trovai il radiologo che si era occupato delle mie lastre. Lo salutai, facendogli gli auguri e lui mi rispose con un enigmatico "Si faccia forza, a Natale i miracoli possono accadere". Quando gli chiesi spiegazioni il mondo mi crollò addosso. Le lastre che mi erano arrivate non erano le mie, io non avevo una semplice scheggiatura bensì un tumore delle ossa. Si potevano già  vedere i primi segni di decadimento.
La notizia mi devastò. Quando tornai da Anna lei si era appena svegliata e aveva finito la visita con il dottore. Quando entrai lei si girò verso di me e mi sorrise. Forse il dottore aveva ragione. Forse a Natale i miracoli succedono.
E così, Mario (devo pur dartelo un nome se voglio scriverti senza lasciare sul foglio parole come "caro diario"), io ed Anna ci siamo conosciuti e adesso festeggiamo due mesi insieme. Il cancro procede ma io ho speranza. Speranza che vada bene. Speranza che queste storie un giorno possa raccontare queste storie ai miei figli e ai miei nipoti.

25 dicembre 2007
Ieri è stata la Vigilia di Natale, e ne sono successe di tutti i colori. Innanzitutto scusa se non ti ho più scritto in tutti questi mesi ma ho avuto molto da fare e il cancro progrediva sempre di più fino a trasformare questo diario in qualcosa di doloroso da scrivere. Rappresentava la mia speranza di guarigione, il mio contatto con il mondo dei vivi e il progredire della malattia mi ha portato a rifiutarti quasi come mi avessi illuso. Ma ieri, o meglio oggi, visto che sono circa le due di notte ora che scrivo, il mondo è crollato e tu sei l'unico appiglio che mi impedisce di cadere nel baratro della disperazione. Ok, te lo dico. Senza troppi giri di parole. Anna è morta. Le hanno sparato mentre compravamo i regali. I dottori mi hanno mandato a casa con la forza dicendomi che non c'era più niente da fare. L'ora del decesso è intorno alle 17:00 esattamente un anno dopo che l'avevo conosciuta. Resterà  per sempre nel mio cuore. D'ora in poi scriverò in questo diario solo la Vigilia di Natale, in memoria di lei.
Come se non bastasse mi ha telefonato mio padre comunicandomi che mio fratello è partito per il Medio Oriente. Si è arruolato. Prego Dio che lo abbia in fede, almeno uno dei due deve vivere.

24 dicembre 2008
Tante cose accadono in un anno ma niente che valga la pena raccontare. Stranamente la Vigilia di Natale continua ad essere il giorno più strano dell'anno.
Mio fratello è tornato a casa finendo l'anno di servizio militare. Fortunatamente è tornato tutto interno. Anzi, con qualche parte in più: si è sposato. Sono contentissimo per lui, anche se avrebbe potuto dircelo. Ha deciso di mettere la firma e continuare la sua carriera nell'esercito. Non potrei essere più fiero di lui.
Io dal canto mio ho trovato un gatto per strada, questo un paio di settimane fa, e, sembrandomi addomesticato, mi sono messo subito alla ricerca del suo padrone. Alla fine oggi l'ho trovato, si chiama Daniel ed è un ragazzo di una casa famiglia. Aveva dovuto abbandonare Micio (se questo nome gli ha dato cosa ci posso fare io?!) quando lo avevano scoperto. Purtroppo non potevano tenere animali. Il gatto è ciò che gli rimane della sua famiglia ed io ho deciso di tenerlo per prendermene cura. Inoltre ho avviato le pratiche per l'adozione. In poche parole diventerò padre.

24 dicembre 2009
Mio fratello continua a vivere sano e salvo (ok, forse salvo è eccessivo) ed io continuo a peggiorare. I miei non sanno niente di tutto ciò ma probabilmente cominciano a sospettare qualcosa. Ma questo non cambia come stanno le cose, anche se preferisco non fargli avere preoccupazioni. Gliene ho già  date troppe.
Passando ai fatti questa volta ho qualcosa da raccontare. Non mi hanno voluto concedere l'affidamento di Daniel, il ragazzo di cui ti parlavo l'anno scorso, a causa della mia malattia. Dicono che non posso garantirgli un futuro.
Naturalmente non mi sono arreso e mi sono affidato ad un avvocato. O meglio ad un'avvocatessa. Si chiama Giulia e mi sta aiutando tantissimo con le pratiche per Daniel, anche se sembra non ci sia niente da fare. Tuttavia grazie a questo abbiamo passato molto tempo insieme, imparando a conoscerci, ad amarci. Eh sì, a quanto pare il mio cuore non è morto con Anna. Oggi ho chiesto a Giulia di sposarmi. In questo modo riusciremo ad ottenere l'affidamento di Daniel, anche lei ha imparato ad amarlo come un figlio. Ci sposeremo domani, abbiamo organizzato un matrimonio lampo. Spero solo di riuscire a stare in piedi, quando ho delle brutte giornate faccio addirittura fatica ad alzarmi dal letto.

25 dicembre 2010
Ripartiamo da dove ti avevo lasciato. Il Natale del 2009 mi sono sposato riuscendo a stare in piedi senza problemi. Giulia era una sposa bellissima, il suo abito bianco (non oso sapere come abbia fatto a trovarlo in meno di 24 ore) risaltava sui suoi ricci capelli corvini. Il suo sorriso è la cosa più bella che abbia mai visto. Se fossi un romanticone probabilmente sarei convinto che è quello a tenermi in vita.
Nonostante ci fossimo sposati però non siamo riusciti ad ottenere l'affidamento di Daniel, almeno fino ad oggi. Infatti la comunicazione è arrivata oggi. E non è stata la sola.
Dopo qualche mese Giulia ha scoperto di essere incinta, due gemelli ha detto il dottore, un maschio ed una femmina. E così è stato.
Oggi pomeriggio mentre stavamo caricando le cose di Daniel in macchina - è voluta venire anche Giulia, pazza testarda, bensì dovesse partorire in questi giorni - le si sono rotte le acque. Siamo corsi al pronto soccorso e una volta lì volevano far aspettare Daniel fuori. Giulia ha voluto rimanessi con lui, non voleva che restasse solo. Dio quanto amo quella donna. così alle 19:53 e alle 19:57 Andrea e Marta sono venuti al mondo. Non so come, ma hanno entrambi dei bellissimi occhi azzurri, nonostante sia i miei che quelli di mia moglie siano neri.
Sono diventato tre volte papà  in una giornata. Natale è arrivato con un giorno d'anticipo quest'anno.

24 dicembre 2011
Mario, cartaceo amico mio, non mi sento per niente bene. Peggioro sempre di più ma non posso mollare, devo resistere per loro, Giulia, Daniel, Andrea e Marta. Loro sono la mia vita. Finché ci sono loro io vivrò.
Quest'anno mi piacerebbe dire che la Vigilia di Natale sia stata tranquilla come il resto dell'anno che a parte il mio peggiorare è scivolato via come l'olio. Invece lei ci mette sempre lo zampino. Si dice che il Natale porti miracoli (se non si fosse capito dopo tutte le volte che te l'ho scritto) e questa volta si è proprio impegnato. Oggi pomeriggio ho rivisto Anna. Lo so, doveva essere morta ma invece era solo dovuta fuggire, o meglio entrare nel Piano Protezione Testimoni anche se qui l'FBI centra davvero poco. Un discorso di mafia e di cose che lei non avrebbe dovuto vedere. L'hanno fatta passare per morta per proteggerla fino a quando, stamattina non avevano completamente sgominato il clan con cui aveva avuto a che fare. Appena ricevuto il via libera lei è corsa da me. Ed io ho pianto come un bambino. E dopo aver visto la mia reazione Giulia ha pianto. Abbiamo litigato prima, anzi lei mi ha urlato contro che io amavo ancora Anna. Io più che balbettare un per niente credibile "no" non ho fatto. Ma chi amo io?
Ho il diritto di pormi questa domanda?
Ormai solo Micio è qui accoccolato sulle mie ginocchia a tenermi compagnia, Daniel è rimasto sconvolto, mi spiace aver fatto crollare il suo mondo, mentre fortunatamente Andrea e Marta sono ancora troppo piccoli.
Accarezzando Micio ti saluto. Buon Natale e ci sentiamo l'anno prossimo.

24 dicembre 2012
Sento che la mia ora si sta avvicinando. Quest'anno è stato a dir poco terribile, sotto ogni punto di vista. Faccio fatica ad uscire da casa ma Marta e Andrea con la loro vivacità , con la loro vita che sprizza da tutti i pori, mi danno la forza di andare avanti. Daniel mi ha perdonato, così come Giulia, anche se il processo per tornare ad essere una famiglia non è stato per niente facile. Ho dovuto dire addio ad Anna, al mio passato e a tutto quello che significava per me. Ho perso una parte della mia persona quest'anno e non sono stato l'unico a risentirne. Micio si è ammalato: cancro alle ossa. La cosa potrebbe essere ironica se non fosse che ci ha lasciato oggi alle 17:06. Mi mancherà  quel gatto.
Inoltre ho ricevuto una lettera di Anna, mia moglie non lo sa, in cui mi scriveva che rimarrò sempre nel suo cuore. La cosa mi fa piacere se non fosse che alla fine delle lettera mi diceva addio perché era andato male il processo in cui era coinvolta e avevano rilasciato due indiziati. Oggi sarebbe partita per una destinazione a me ignota.
È incredibile come quella ragazza compaia e scompaia dalla mia vita causando uno tsunami di emozioni ogni volta.
25 dicembre 2013
Eccomi giunto anche quest'anno a raccontarti la mia vita. Probabilmente non saprai più nemmeno cosa io mi possa inventare. Eppure la Vigilia di Natale continua a combinarmene di tutti i colori. Ma procediamo con ordine.
Mio fratello quest'anno è stato congedato con onore dopo essere stato ferito ad una gamba cercando di salvare i bambini di una scuola da un attacco bomber. Finalmente starà  al sicuro, anche se probabilmente sono egoista a dire ciò visto le migliaia di persone che muoiono ogni giorno per colpa della guerra. Ma perché farsi la guerra? La vita è così breve seppure così magnifica. Le emozioni che riempiono i nostri giorni fanno sì che entriamo in contatto con altre persone divenendo parte di questa grande umanità . Noi siamo chi siamo, cita una delle mie canzoni preferite. E in fondo è vero ma questo non ci impedisce di amare ogni altro singolo essere vivente su questo pianeta.
Questione complicata l'amore. Quando amiamo?
Questa è una domanda che oggi mi sono posto infinite volte. Cosa significa amare? Significa tutto o niente. Significa dare la propria vita per un'altra persona, indipendentemente da sesso, colore, religione e qualsiasi altra categoria che ci si possa inventare. Significa piangere, ridere, brontolare insieme. Amare significa non essere più soli, perché senza amore anche in mezzo a centinaaaah centinaia di persone se non si ama si è soli. Significa anche condividere il dolore, dolore che ormai mi impedisce persino di scrivere. Mi sento male, mi sento solo. Sono solamente l'ombra dell'uomo che ero una volta. Credo non ci saranno altri diari ma prima devi sapere perché anche questa vigilia è speciale.
In questa vigilia ho detto a mia madre e mio padre della mia condizione, non potevo più rimandare. Ho visto morte e disperazione nei loro occhi, così come li ho visti negli occhi di Giulia quando le mie gambe hanno ceduto facendomi crollare come una torre di Pisa troppo pendente. Oggi, per la prima volta, ho capito che quando morirò io non proverò un vero dolore. Il vero dolore lo proverà  chi rimarrà  qui, vivo. Ho pianto quando l'ho capito.
Addio, forse, Mario.

24 dicembre 2014
Incredibilmente sono qui a scrivere anche quest'anno.
Incredibilmente oggi è stata una giornata tranquillissima e senza strani avvenimenti. Del resto ne sono già  successi abbastanza durante l'anno. Questo marzo ho avuto il momento peggiore, le miei ossa si stavano sgretolando. Sono stato rinchiuso in ospedale tra la vita e la morte per più di sei mesi, fino ad ottobre, quando mia moglie ha deciso di provare l'ultima disperata mossa: rintracciare Anna. L'ha trovata davvero, non so come abbia fatto ma lei riesce sempre in queste missioni impossibili. Dev'esserle costato davvero molto sapendo quello che c'era stato tra noi. Eppure l'ha fatto, l'ha fatto perché mi ama. E io la amo, anche se forse non quanto mi ama lei.
Quando è arrivata Anna tutto è sembrato migliorare, il suo sorriso, la sua voglia di vivere. È riuscita a conquistare anche i miei bambini, tranne Daniel che continua a non vederla di buon occhio. Sta di fatto che ora mi sento come nuovo, ormai sono a casa e queste due donne meravigliose vanno d'accordo solo per permettermi di guarire. Tutte le cure che avevo provato non avevano fatto niente, forse quella regola a cui non credevo sette anni fa esiste davvero. Forse l'amore può tutto.
Non ho altro da raccontarti amico mio, ci vediamo tra un anno ma prima voglio chiarire uno dei dubbi più grandi sull'amore. Tutti dicono che l'amore è senso unico, che non si possono amare due persone. Io dico che si sbagliano tutti. Io amo queste due donne e quando non ci sarò più vivrò nel loro amore, in quello di entrambe.

25 dicembre 2014
Ho scoperto il diario di mio padre qualche anno fa, ma ho preferito tenere per me questo segreto. Lui si sbagliava, ho letto cosa ha scritto ieri sera, che la Vigilia non aveva dato nessun fatto strano. Il fatto sconvolgente c'è stato, solo che lui non se l'aspettava. Non hanno voluto dirglielo.
Lui è morto, morto perché non era affatto migliorato ma solamente imbottito di antidolorifici potentissimi per evitargli una morte triste in ospedale. Questo è l'amore, fingere per tre mesi che tuo padre non sta per morire. Fingere per tre mesi che sia tutto una *censura*, mentre dentro stai piangendo, mentre vorresti urlare, impedire in qualsiasi modo che l'uomo che ti ha tolto dall'orfanotrofio e che ti ha amato come solo il migliore dei padri può fare muoia sotto i tuoi occhi. Questo era mio padre, l'uomo migliore che abbia mai conosciuto e così deve essere ricordato. Questo diario finirà  con il commento di mia madre e di Anna in sua memoria. Addio padre.

Mio marito era una persona meravigliosa, l'ho conosciuto mentre cercava di adottare un bambino. Semplicemente non ho mai conosciuto nessuno come lui e mi rende felicissima sapere che mi amava. Avrei solo voluto che me lo dicesse di più. Per sempre nel mio cuore, ti amo, Giulia.

Tocca a me finire questo diario. Tocca a me che questo diario l'ho fatto iniziare. Io l'ho amato dal primo momento. Lui era il mio eroe, il mio cavaliere bianco. L'ho cercato sempre e sapere che anche lui mi ha sempre amata mi rende felice. Io non credo nel destino, non credo nel vissero per sempre felici e contenti. Però so che è morto felice. E lui se lo meritava.
Lui era il tipo di uomo che si ferma ad aiutare una sconosciuta e se ne innamora. Uno su mille.
Solo questo posso dire.
Ti amerò per sempre, anche dopo la morte, Anna.

Commento: Mi si era cancellato ho dovuto riscriverlo oggi dalle sei. Scusate il ritardo. È una storia d'amore tormentata e con un finale strano. Forse non proprio natalizia ma da Cell non ho potuto fare di più. ;)

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* Mi dispiace non aver postato, ma mia nonna si è sentita poco bene, siamo stati da lei ieri sera e sono tornato a casa molto tardi, non so se varrà  lo stesso ma io lo posto comunque, scusate ancora per il ritardo*


 


NOME: Shiny Mew


NOME DEL TEAM: Winter Shard


TRACCIA: 2



E’ arrivata la vigilia! Si sente aria natalizia in ogni dove. La nostra storia comincia ad Albanova. Il giovane Mike dorme tranquillo nel suo letto, ma qualcosa disturba il suo sonno, brutti sogni si propagano nella sua mente: fiamme, fiamme, fiamme ovunque! Non riesce a scorgere nulla, solo fuoco e fumo, in quell’orrore qualcosa spicca: una voce incomprensibile, che tenta di cercare aiuto, di comunicargli qualcosa. Tutt’un botto si sveglia, ancora scosso da quelle orribili visioni che gli rimbombano nella testa. Tuttavia è la vigilia, cerca di non pensarci troppo e di godersi quel meraviglioso giorno. Ah che bella la casa tutta addobbata, le luci, i festoni, l’albero, per un attimo Mike si ferma, tanti ricordi riaffiorano nella sua mente, tutto lo porta a giorni lontani, giorni di cui sentì la mancanza durante il suo viaggio. Ripreso contatto con la realtà , si diresse al tavolo dove era poggiata la lista della spesa, esattamente due anni prima, in quel punto si trovava un regalo, regalo che mutò radicalmente la sua esistenza: una pokeball! Quella pokeball conteneva un Bagon, regalatogli dallo zio fanatico dei pokemon drago, con l’augurio di partire presto per un nuovo viaggio e di far diventare quel Bagon il più forte tra i Salamence. Da allora Bagon fu sempre con lui, insieme affrontarono ogni sfida aiutandosi l’uno con l’altro, e crebbero insieme. Il suo pokemon, ora un Salamence, lo accompagnò ovunque, da Albanova alla Lega pokemon, dal covo del team magma allo spazio. Di solito Mike non dà  troppa importanza ai ricordi, preferisce vivere nel presente e volgere lo sguardo al futuro, più che perdersi nel passato, eppure in un giorno come quello tutto è possibile. Afferrò velocemente la lista della spesa, dato il considerevole ritardo e uscì di casa. Decise di andare al centro commerciale di Porto Alghepoli, per comprare il cibo per il cenone e fare gli auguri a Vera prima della sua esibizione live di Natale all’Arena delle Virtù. Purtroppo il traghetto mattutino di Porto Selcepoli era già  partito e il prossimo sarebbe arrivato soltanto per le 12:30, in preda al panico, si ricordò dei numerosi viaggi fatti con Latios nei cieli di Hoenn, così, estrasse la pokeball e salì in groppa a Latios. La luce della Mega Evoluzione brillava nel cielo come la più bella delle stelle, e i due volavano spensierati. La sensazione di calore però interruppe quel bel momento, in effetti faceva proprio caldo per essere il 24 di dicembre. Mike, tutto preso dalle faccende da sbrigare e dai flashback natalizi, non si accorse dell’aria afosa che c’era in giro. Ad un tratto Latios si fermò, qualcosa attirò la sua attenzione. Mike si accorse subito che il suo pokemon guardava in direzione dell’orizzonte. Un puntino bianco si avvicinava a passo spedito e con man mano che prendeva terreno, aumentava con lui anche il caldo. Era ormai incontrollabile e stava per andare addosso ai due, Latios era immobile, come se qualcuno lo avesse bloccato, non osava muoversi e non rispondeva ai comandi dell’allenatore. Un qualcosa di tremendamente grosso li sorvolò, e con lui arrivò un’ondata di caldo così potente da farli indietreggiare. In quell’istante a Mike vengono in mente le fiamme dell’incubo della notte precedente. Tra il sogno e quello strano incontro c’era un nesso, e questo era ormai chiaro al nostro protagonista. Porto Alghepoli risultava un po’ diversa, tutta la gente era radunata intorno alla riva, così Mike decise di andare a dare un’occhiata. Notò subito un gran caos, era successo qualcosa di davvero brutto, pensò il ragazzo, e non si sbagliava. Chiese a molte persone cosa fosse successo, ma come risposta ottenne soltanto: “Un mostro, è stato un mostro “. Mike si sentì chiamare da dietro, era Rocco, lo prese in disparte e gli spiegò la situazione: “Un oggetto non identificato ha attraversato i cieli di hoenn questa mattina e con sé ha portato anche un’imponente folata di aria calda, così forte da far ribaltare il traghetto partito da Porto Selcepoliâ€. Mike trasalì, poiché aveva preso quel traghetto anche Vera, così chiese: “Ci sono dispersi?†e prontamente Rocco rispose: “No, tutti i passeggeri si trovano nell’hotel Alga per poter riprendersi. Mike so che sei preoccupato per Vera, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto per capire cosa sta succedendo, ti aspetto al centro spaziale di Verdeazzurropoli, lì potremo discutere meglio†e andò via. Mike sapeva che stavano per confrontarsi con qualcosa di più grande di loro, ma Hoenn aveva bisogno di lui . Si diresse subito al centro spaziale, dove tutti lo aspettavano. Il ragazzo spiegò fin nei minimi particolari il suo incontro ravvicinato con “il mostroâ€. Alla fine del racconto uno scienziato intervenne dicendo: “Stiamo registrando temperature troppo alte già  da un po’, ma il picco lo abbiamo avuto oggi con l’arrivo del mostro. Stando alla tua descrizione e ai dati riportati dai computer, siamo riusciti a risalire ad un solo pokemon: il leggendario Reshiram. Ora tutto era chiaro, un’enorme creatura bianca che emette calore non poteva essere altro che lui. L’unica cosa da capire era perché si trovava ad Hoenn e perché era così infuriato. Il suo comportamento non corrispondeva a quello di nessun’altro in natura, un drago difficilmente abbandona la sua tana. L’unica soluzione era che fosse stato manipolato da un umano. Ormai era come fare 2+2, così Mike esclamò: “IL TEAM MAGMA!â€.  “Proprio così!†si sentirono dire da dietro, il team magma era spuntato dal nulla! “Ci avete fermato una volta, ora non succederà  più, Groudon è il passato, ora puntiamo più in alto. Non tentate di metterci i bastoni fra le ruote oppure farete la sua fine†disse il capo indicando un individuo legato fuori dalla finestra che chiedeva aiuto. Ecco di chi era quella voce nel sogno! Reshiram scese dal cielo e si accinse ad usare Dragospiro sul povero ostaggio, Mike abilmente sfondò il vetro della finestra e andò in aiuto del ragazzo, prendendolo e coricandolo sul suo Salamence, salì anche lui e cercò di distrarre l’enorme pokemon volandogli intorno. Avendo intuito che Reshiram ribolliva dalla rabbia, e quindi non ragionava, salì in cielo, entro i suoi limiti e sparò un portentoso Dragobolide, Reshiram che li seguì insistentemente, fu preso dalla luce del Dragobolide e si allontanò seguendo essa. Il pericolo era scampato, così tornarono rapidamente a terra, intanto il team Magma era furtivamente fuggito. Il ragazzo non era in buone condizioni, così lo portarono al centro pokemon. Dopo circa mezz’ora si svegliò, nella sua camera ad aspettarlo c’erano Mike e Rocco. Appena in piedi ringraziò per l’aiuto e si presentò: “Sono N e vengo dalla regione di Unima, non molto tempo fa ero il capo del team Plasma, una malvagia organizzazione criminale che aveva lo scopo di catturare il pokemon leggendario Reshiram, e di questo non vado fiero, ma ho riconosciuto i miei sbagli, diversamente dal team Magma. Da quel giorno sorveglio la mia regione scrupolosamente, cercando di renderla ogni giorno migliore. Ora mi trovo qui perché non posso permettere che quegli sconsiderati facciano del male a Reshiram, se dovesse succedergli qualcosa io non potrei mai perdonarmelo. Grazie ancora dell’aiuto, ma da qui in poi devo proseguire da soloâ€. Prima che N potesse uscire dalla stanza intervenne Mike: “Aspetta! Non vedi com’è andata l’ultima volta che hai cercato di fare qualcosa? Sei finito in un letto di ospedale, accetta il nostro aiuto, Reshiram non approverebbe questa tua scelta di rischiare inutilmente la vitaâ€. A questo il ragazzo dai capelli verdi non rispose, in effetti aveva ragione, da solo non avrebbe risolto nulla, così, accennò un sì con la testa. “Perfetto! Ora dirigiamoci tutti al Centro Spaziale†esclamò compiaciuto Rocco. Una volta arrivati gli scienziati li bombardarono di nuove notizie. “La presenza del leggendario potrebbe causare l’evaporazione acquea della maggior parte dei mari di Hoenn†bastò questo per far impallidire i tre allenatori. “E quale sarebbe la soluzione?†chiese Rocco, “Nessuna!†rispose N. A questo Rocco guardò lo scienziato e ottenne solo un gesto di approvazione. “L’unico piano che possiamo tentare sarebbe quello di portare ad hoenn Zekrom, il drago rivale di Reshiram, solo lui può eguagliare la sua potenza e calmarlo una volta per tutte, tuttavia, se lo scontro dovesse essere troppo accidentale, non si avrebbe altro che enormi danni†disse N. “Insomma, o risolviamo la situazione o la peggioriamo inesorabilmente, se non ho capito male†disse Mike, e gli sguardi disperati degli amici erano una risposta più che sufficiente. Interruppe il silenzio Rocco dicendo: “Dobbiamo tentare, attireremo Reshiram nella parte sud, sud-est della regione e lì i due leggendari si scontreranno. Tu N sai come invocare Zekrom?†“Si, solo che non so dove risvegliarlo†disse mostrando la scurolite che aveva nella borsa. In quel momento parlò Mike: “Sulla Torre dei Cieli! E’ lì che ho incontrato Rayquaza!â€. “Bene, voi due andate sulla Torre dei cieli e riportate in vita Zekrom, io procederò facendo sgomberare il Resort Lotta†disse Rocco ai due prendendo il comando. Intanto gli scienziati stavano tornando a lavoro, le conseguenze erano già  abbastanza evidenti: l’acqua iniziava a surriscaldarsi e la flora locale a seccarsi lentamente. Dovevano agire immediatamente! N e Mike corsero immediatamente, ma qualcuno alla torre dei cieli li aveva preceduti, il team magma era già  lì e le reclute spuntavano come funghi. Sconfissero facilmente tutte le reclute con la loro esperienza, ma una volta arrivati in cima c’erano i due Magmatenenti Rossella e Ottavio. “Me ne occupo io, tu va a risvegliare Zekrom†disse N a Mike dandogli la scurolite. “So che puoi farcela, hai già  salvato Hoenn più di una volta, e puoi farlo ancora, tu ne hai le capacità , ora vai, tutti contano su di te†continuò il ragazzo. Le parole di N risuonavano nella sua testa, e ogni volta sentiva più forti gli ideali che lo legavano alla sua regione, ideali che non tardarono a richiamare Zekrom. Il pokemon era lì fermo, come se si volesse inchinare al cospetto di Mike, ragazzo dall’animo puro. Zekrom si lasciò cavalcare e insieme si diressero verso resort lotta ormai vuoto. N non ci mise molto a battere i Magmatenenti che se ne andarono imbronciati, così egli potè ammirare con quanta maestria quel giovane allenatore guidava un pokemon tanto grande quanto potente e pericoloso. Erano circa le 14:00 quando Mike chiamò Rocco per informarlo del suo avviso, ma la chiamata fu interrotta dall’arrivo di Reshiram. Il pokemon aveva gli occhi rossi di rabbia e il suo ruggito fu così forte da provocare una gigantesca onda. Rocco capì quello che stava succedendo e con N raggiunsero il posto in groppa ai rispettivi pokemon, Rocco con Skarmory e N con Braviary. Per Mike era arrivata l’ora di lasciare Zekrom alla sua lotta così si unì ai due compagni in volo e con Latios seguì la lotta da lì. Lo scontro procedeva a furia di    Incrofiamme, Incrotuoni, Fulmini, Fuocobombe e via dicendo, con un meccanismo continuo destinato a continuare all’infinito. Ad un certo punto ci fu un minuto di silenzio, i tre non riuscirono a capire se uno dei due avesse ceduto o se si stavano semplicemente preparando ad un attacco ancora più micidiale, purtroppo per loro fu la seconda opzione, perciò corsero ai ripari. Reshiram preparava un Fuocoblu, mentre Zekrom un Lucesiluro. “Sono le loro seconde mosse peculiari e sono ancora più pericoloso delle prime†spiegò N. Quando il colpo fu sferrato, non si vide altro che una luce abbagliante e subito dopo venne il freddo. Qualcosa di straordinario stava scendendo del cielo, tanto da fermare anche i due draghi lottare. La neve era ormai passata in secondo piano rispetto a quello che stava accadendo ora, un terzo elemento si aggiunse alla lotta, ma non si riuscì a capire chi fosse, finchè il suo ruggito non fece sparire la nebbia attorno a lui. Era Kyurem, il terzo leggendario di Unima. Per un attimo Rocco rivide la scena tra Kyogre, Groudon e Rayquaza. Kyurem sembrava più furioso dei due messi insieme, così lanciò loro un tempestoso Gelamondo che arrivò perfino dalle parti di Mike, Rocco ed N.  Quella mossa bastò per stemperare gli animi dei due pokemon a tal punto da riportarli sotto forma di chiarolite e scurolite. Kyurem li aspettava al Resort Lotta, o meglio, quello che ne rimaneva. N capì che era ora per lui di andarsene, allora prese la chiarolite e la scurolite, salutò Rocco e Mike augurandogli Buon Natale e partì per Unima con il pokemon. “Giusto! E’ ancora la vigilia e devo fare la spesa†esclamò Mike frettolosamente prima di andarsene. Rocco rimase lì ancora un po’, a riflettere, “Chi è davvero N? E quale legame ha con i pokemon?†continuava a ripetersi. Molti fatti su di lui rimanevano ignoti, ma come disse Mike era ancora la vigilia e voleva passarla serenamente. Mike si diresse ancora una volta a Porto Alghepoli e fece finalmente quella famosa spesa, passò da Vera per tranquillizzarla e infine tornò a casa, dove la mamma lo aspettava impaziente. “Dove sei stato tutto il giorno? E perché ci hai messo così tanto?†gli chiese con un tonò abbastanza arrabbiato, a questo il ragazzo non seppe rispondere, non poteva certo dirle quello che era successo. “Sei perdonato solo perché è Natale, ora vieni ad aiutarmi†gli disse la madre. Rocco invece andò dal padre per brindare insieme al pericolo scampato, lui fu stato costantemente aggiornato fin dal primo momento, mentre N infine, tornava ad Unima, nel suo castello per festeggiare insieme ai suoi pokemon. Vi chiederete che fine abbia fatto il team Magma durante tutto questo, beh, dopo l’arrivo di Zekrom, Reshiram fu incontrollabile, così Max lo lasciò andare a lottare con lui, in seguito visti gli innumerevoli danni da lui causati, sciolse il team e alla fine, andò a casa di Mike ad augurargli buone feste. Il ragazzo, dispiaciuto, lo invitò a restare, in fondo era Natale, e lui era cambiato. Questo sta a dimostrare che anche le due personalità  più diverse possono convivere insieme. Sembra irrealizzabile, ma come ho già  detto, in un giorno come quello tutto è possibile.



 


COMMENTO: Volevo scrivere qualcosa in onore di ORAS e in memoria di Bianco e Nero, infatti la storia è a tema pokemon. Il team magma finalmente capisce i suoi sbagli e gli ideali sbagliati, fallendo per la seconda volta. E tra Max e il protagonista alla fine c'è una tregua, in puro stile natalizio, primo passo per una nuova amicizia.


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