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[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 51: cappuccetto nero Due precise Comete colpiscono il collo del Pokémon Tuono, spezzando di netto il collare rosso, che cade a terra con un suono sordo. Raikou rimane immobile, senza nessuna particolare espressione, come se avergli tolto quel dispositivo l’avesse in qualche modo mandato in confusione. Piano piano, mi avvicino a lui e gli passo una mano davanti agli occhi. - Che problema ha questo tipo? – chiedo. - Nessuno… - mi risponde la voce incorporea – Te l’avevo detto che non sapevo cosa sarebbe successo dopo averlo sottratto alla Rossocatena… è evidente che rimanere imbambolato così sia uno dei possibili effetti collaterali – Giro intorno all’immenso Pokémon, che ora sembra più una statua a dimensione reale che un essere vivente: quasi, mi sembra che non respiri nemmeno! - Cosa credi che dovremmo fare con lui? Nel senso, non so quanto sia logico lasciarlo qui, nel magazzino di una centrale elettrica controllata da un team malvagio… - dico, riflettendo. - Beh, se non vuoi lasciarlo qui, perché non cominci a mettertelo in spalla? Di certo non è nelle condizioni di camminare, quindi non credo ci siano molte altre possibilità! – dice la voce, con un tono che mi fa pensare che mi stia prendendo in giro. - Ok, ho capito… vorrà dire che lo lasceremo qui. Male che vada, lo cattureranno di nuovo, no? – chiedo, allontanandomi dal Pokémon Elettro. - Che l’avrebbero catturato di nuovo, è praticamente certo: ti sei forse dimenticato della profezia? Dice che “le Bestie redivive marceranno”: ciò significa che in un modo o nell’altro, sarebbe tornato a schierarsi dalla parte dei cattivi in ogni caso. Comunque, cosa ne diresti di lasciare questo posto prima che quelli dell’Omniverse vengano a prenderti? Di certo, non ci metteranno molto a capire che il loro cucciolo assassino è andato in corto circuito, quindi ti devi muovere, se non vuoi che prendano pure te! – Udendo quelle parole, tutto ciò che provavo mi piomba di nuovo addosso: in un attimo, quella fase quasi giocosa si interrompe. - Non posso andarmene – dico serio – Se sono qui, è perché la mia allenatrice doveva aiutare Bellocchio. L’hanno catturata ed io la devo salvare: non me ne potrei mai andare senza di lei! – La voce, udendomi, sta in silenzio, chiedendomi poi semplicemente, seria quanto me: - Sai cosa significa cercare di salvarla, vero? – - Indipendentemente da cosa questo comporti, lo devo fare – rispondo, incamminandomi. - Come preferisci – mi dice – Ma vedi di fare attenzione: quelli che stanno lavorando dall’altra parte, sanno essere… cattivi – Io rido: - È tutto qui quello che sai dire? Mi aspettavo di meglio, da un Pokémon Leggendario come te… non so, qualcosa come venire qui e stringermi la mano, farmi i complimenti per il coraggio e la fedeltà o, almeno, darmi una mano in qualche modo… - faccio notare. - Senti – mi risponde, punto sul vivo – Non posso farmi vedere: è già abbastanza pericoloso per te, quindi puoi immaginare come sarebbe per un ricercato come me… ma vedrò di darti una mano lo stesso. Considerando tutto ciò che hai fatto ed ancora di più quello che probabilmente farai, un piccolo aiuto te lo meriti! – Una luce dorata si accende sopra a Sfavillo, che sembra riprendere le energie poco a poco. - Cosa stai facendo? – chiedo sbalordito. - Non si vede? Di certo non puoi battere un intero team da solo e, dato che non posso intervenire direttamente io, ho pensato che avere un Pokémon in più dalla tua parte ti possa essere utile. Ad essere sinceri, avrei scelto l’Ampharos di prima, ma credo che ora sia un po’ tardi per lui… - afferma rattristato. Non mi sarei aspettato di vedere una cosa simile: che io sappia, una luce del genere può significare una sola cosa ed il fatto che Sfavillo stia recuperando le energie non può che confermare la mia ipotesi. - Stai davvero usando Curardore? – chiedo. - Così sembra… sai, per il leggendario Mesprit, è normale amministrazione! Perché lo chiedi? Forse non avrei dovuto? – mi risponde, con un tono più flebile di prima, segno che la mossa lo sta di fatto indebolendo. - No, cioè sì, ma… - balbetto, per poi riprendermi e dirgli chiaramente – Ti ringrazio, ma non era davvero il caso che dessi la tua energia per Sfavillo: lui si sarebbe ripreso in ogni caso e tu sei molto più in pericolo di noi, se sei uno dei Guardiani! – La voce ride: - Non ti preoccupare per me: per ora, sono abbastanza lontano ed è difficile che riescano a prendermi, senza poi contare che, ora come ora, credo che le forze servano molto più a lui che a me! – - Grazie… - mormoro. Prima che la voce abbia il tempo di dire ancora qualcosa, uno scatto ci segnala che qualcuno ha aperto la porta che dà sull’altra sezione dell’impianto Turbine ed i successivi passi ci fanno capire che, dato il loro numero, non è solo. La luce del Curardore si spegne immediatamente e la voce, tornando a suonare unicamente nella mia mente, mi urla con tutte le sue forze di nascondermi, mentre con i suoi poteri psichici vedo che protegge l’Uovo, facendolo volare lontano, nell’ombra di uno dei macchinari. Sfavillo, sebbene non del tutto guarito, sta chiaramente meglio e, sempre grazie al Pokémon Leggendario, si nasconde da qualche parte, in un punto su cui non mi focalizzo molto. Io, invece, non ho alcuna intenzione di fuggire: se è una delle reclute, potrebbe rivelarsi il nostro mezzo per accedere alla zona nella quale si trova la mia allenatrice. Mi posiziono dietro ad una gabbia, accucciato in modo tale che non venga visto, ma allo stesso tempo pronto per passare all’azione non appena il membro del team ed i suoi compagni saranno abbastanza vicini da essere colpiti con uno dei miei attacchi. Mentre aspetto, ascolto con più attenzione i passi… sento tre ritmi diversi, uno lento e pesante, uno veloce e leggero ed uno chiaramente umano, che risuona molto più degli altri. - Perché toccano sempre a me questi lavori sporchi!? – sento chiedere all’allenatore, probabilmente diretto ai due Pokémon che lo accompagnano. Nessuna risposta: mi sa che o questi Pokémon non sanno parlare, o gli comunicano qualcosa a gesti, sicuramente abbastanza eloquenti, perché lo stesso tipo riprende subito dopo a parlare. - Va bene, so perché toccano sempre a me: come ha sempre affermato Giovanni “Nun v’è nulla de megghiu du focu pì livare ‘i provii”… mi chiedo quando mai ho scelto di farmi chiamare “il soffio delle fiamme danzanti”… - I due Pokémon sghignazzano al sentire quelle parole. - Ehi – risponde l’altro, sentendo i suoi Pokémon – Guardate che non è divertente! Senza poi contare che dovreste fare attenzione: io rimango sempre e comunque il grande Flyn e potrei decidere quando voglio di cambiarvi con qualcun altro! - Mi sporgo leggermente, cercando di vedere meglio di chi si tratta, consapevole che quei tipi sono abbastanza impegnati per non accorgersi di me… o almeno lo credo. Facendo avanzare appena la mia testa, sbircio verso di loro e noto immediatamente che l’allenatore indossa una tuta del tutto diversa da quella che avevano gli altri. L’abito che indossa, è interamente nero, con grosse cerniere in diversi punti, guanti e stivali dello stesso colore che gli proteggono mani e gambe ed un enorme cappuccio, che gli copre interamente il volto. Chi è questo tipo? Non mi sembra di averlo già visto, né che faccia parte di un team… eppure, sembra diverso dagli altri… Insieme a lui, ci sono due Pokémon, un Magmortar ed un Houdoom, entrambi chiaramente poco intenzionati a stare ad ascoltare il loro allenatore. A giudicare dalle loro facce, non deve essere proprio il massimo, stare con un personaggio del genere, di cui non si vede nemmeno il volto, ma per qualche motivo allo stesso tempo sembra anche che lo apprezzino, che non siano così tristi di essere stati affidati a lui. Fai attenzione, mi dice ancora il Pokémon di prima, non so chi sia, ma da quello che riesco a percepire, non è un tipo con cui si scherza… ormai è troppo vicino per riuscire a sgattaiolare via senza essere visto, ma puoi sempre cercare di nasconderti in qualche modo! Ricorda solo questo: lo scontro diretto non è la scelta giusta! - Cosa intendi dire? – chiedo, leggermente infastidito dall’idea di scappare – A me non sembra così forte… probabilmente riuscirei a batterlo in men che non si dica! – L’improvviso suono di quella voce e l’ombra che si proietta su di me mi fa capire che sarebbe stato meglio stare zitto. - Guarda guarda… allo questo posto non è pieno solo di cadaveri… - ... e inizierà ADESSO: il tempo è giunto e nulla potrà più impedire la nascita della nuova era! in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 50: un piccolo aiuto Può davvero finire tutto così? Può davvero essere che il mio destino è finire sotto i violenti artigli del Pokémon che mi sta minacciando? Può davvero essere che io non abbia più modo di salvarmi, che la mia fine sia giunta? Sento la forma affilata delle unghie che mi si sono attaccate alle piume, un po’ per via dell’elettricità statica del Pokémon, un po’ per la pressione e per la forza che ci mette l’assassino, eccessiva per le mie dimensioni ridotte e che, probabilmente, sarebbe fin troppa anche per bloccare un Machamp. Vedo, davanti ai miei occhi terrorizzati, i suoi color magenta, impassibili e vogliosi di infliggere altro dolore, sebbene non comunicano tanto sadismo quanto pensavo. Noto che, nonostante sia un Pokémon Elettro, non mostra nemmeno un segno di questa sua caratteristica: a differenza di Sfavillo, ad esempio, che lascia fuoriuscire la propria energia, lui sembra controllarla completamente e tenerla nascosta, come se temesse che rilasciarne anche solo un po’ possa essermi fatale, come se temesse di farmi del male. È strano, quello che vedo. I Quagsire, realizzando che la loro immunità al tipo dell’assalitore potrebbe essere sufficiente a distrarlo e permettermi di fuggire, provano a lanciare i loro più potenti Pantanobomba, ma lui, dopo averne subiti due, blocca tutti gli altri con un potentissimo Extrasenso ed un ringhio che rimette i Pokémon Acqua al loro posto. - Non mi piace venire interrotto – dice, voltandosi verso di loro, che al solo vedere il suo sguardo, fuggono terrorizzati. È strano il modo in cui si comporta… sembra quasi che per lui, la caccia, l’uccisione della preda, il fatto che chieda le ultime parole prima di agire, tutto sia come un rituale. Ora, è tornato a fissarmi, coi suoi occhi pieni di un’emozione che non riesco a descrivere, ma che sono ancora più rossi del normale: attende qualcosa… attende le mie ultime parole. Forse, il fatto che agisce come se stesse seguendo un copione, potrebbe essere la mia via di fuga? Potrebbe essere che, se provassi a stravolgerlo, lui andrebbe in crisi? La mia fine sarebbe vicina in ogni caso, quindi non ho niente da perdere, tanto vale almeno provare: se la sua idea è di eseguire alcune azioni in un ordine prestabilito, forse basterà fargli saltare anche un solo pezzo del suo piano e mi darà un appiglio per fuggire. Per la prima volta, lo fisso negli occhi con tutta la forza che mi rimane, attendendo che lui riprenda a parlare, che accenni le sue intenzioni, mentre noto di nuovo quello strano bagliore. Cerco di fargli capire che non ho paura di lui, ma so anche che lui riesce a vedere oltre e che sa bene che è solo una facciata. Lui, accenna un sorriso sadico, che scopre ancora di più le enormi zanne che possiede. - Quindi non hai ultime parole? – chiede – In tal caso, sarà tutto molto più rapido… - Ok, devo ammetterlo, questo non me l’aspettavo. Emettendo una profonda risata, alza l’enorme zampa dal mio corpo e la riposiziona a terra. D’istinto, cerco di colpirlo con un Bollaraggio, ma prima ancora che riesca a lanciarlo, lui ha compreso le mie intenzioni e mi lancia contro una scossa elettrica, che riesco ad evitare miracolosamente rotolando di lato. Lui ride ancora: - Mi piaci, devo ammetterlo… di solito, le mie prede non cercano di ribellarsi, ma questo rende solo le cose più interessanti! – Di nuovo, Sfavillo tenta di mettersi in mezzo, saltandogli al collo e cercando di colpirlo con un Morso, ma non ci riesce, troppo debole per riuscire ad assalire e ferire seriamente un essere tanto possente come quello che mi sta davanti. Mentre cerca di avventarsi sul gigante elettrico, affondando gli artigli nel suo corpo per non venire sbattuto via, riesce a farlo voltare e per la prima volta noto qualcosa di strano attorno al suo collo, qualcosa che so non dovrebbe avere… - Credi di potermi fare del male, piccolo essere insignificante!? – chiede infuriato con Sfavillo, che scaccia rizzando tutti i peli e riuscendo quasi a folgorarlo – Non sono solito lasciare una preda a metà, ma questa volta non mi lasciate altra scelta… - mormora, scagliando lontano il Luxio, già indebolito dalla scossa precedente, ed evocando con un ruggito una nube temporalesca, nera e miracciosa, pronta a colpire da un momento all’altro. Con un gesto del capo, sembra dominare la nuvola, forzandola a condensare tutta la sua energia, che si mostra sempre più intensa tramite le scariche più frequenti che corrono sulla sua superficie. Non so davvero cosa fare… Sfavillo, di solito, non teme l’elettricità, ma nemmeno lui riuscirebbe a resistere ad un attacco così violento! Come posso aiutarlo? Cosa posso fare? Anche se provassi a colpire questo Pokémon con una delle mie mosse, non gli farei niente e finirei solo per attrarre di nuovo le sue ire su di me, con la differenza che ora non c’è più un Luxio pronto ad aiutarmi, quindi questa ipotesi è da escludere a priori. Con un forte rombo, la nuvola segnala di essere quasi pronta. Devo pensare in fretta… come posso fare in modo che quest’essere non ci attacchi più? La risposta, probabilmente è solo una e so già che mi pentirò di averlo fatto, ma la vita di un amico è più importante. Metto da parte ogni mio buon senso e provo ad attaccare la nube con un Bollaraggio, che riesce in qualche modo a disperdere parte dell’energia accumulata e riuscendo a rendere il seguente Tuono molto meno potente. Di certo, subire un colpo del genere, anche a giudicare dal verso emesso da lui, non ha fatto bene a Sfavillo, ma almeno non gli è stato fatale. Immediatamente, gli occhi magenta del colosso tornano a posarsi su di me, ma questa volta non sembra più intenzionato a seguire le sue regole: questa volta, vuole che tutto finisca in fretta. Non gli importa più quanto io gli sia stato simpatico come preda: il tempo dei giochi è ormai finito. Cammina lento verso di me… ancora due passi e mi sarà addosso. Non so come, ma quei pochi secondi, mi sembrano durare millenni e faccio in tempo a vedere, grazie ai lampi di luce dei fari proprio sopra di noi, ogni tratto del mio assassino, dell’ultimo essere che vedrò prima di andarmene per sempre. La coda, azzurra e dalla forma irregolare, è alzata, tanto da essere visibile sopra la sua testa, come se fosse un parafulmine pronto ad attrarre tutta l’energia statica che ancora pervade l’aria dopo il Tuono di prima e scaricarmela addosso. Il corpo, interamente coperto da un manto biondo decorato da disegni neri, è muscoloso e possente, tanto che ad ogni suo passo, mi sembra quasi di sentire il pavimento tremare sotto i miei piedi. Il volto, sul quale risaltano i due canini lunghi tanto quanto il mio intero corpo, è di colore chiaro, tranne che per la fronte e le orecchie, che invece sembrano ricoperte da una specie di struttura di colore scuro, con tre elementi posizionati l’uno dietro all’altro. Sul suo dorso, corre una chioma viola, la leggendaria nube che lo ha reso tanto famoso; al suo collo, un collare rosso. Non so che fare e riuscire a scappare è fuori discussione: non me lo permetterebbe mai. L’unica scelta che mi resta è… Un momento… da quando i Raikou hanno un collare rosso!? Improvvisamente, delle parole mi risuonano nella mente: “Quella è la Rossocatena: un terribile strumento che può costringere chiunque riesca ad avvolgere a seguire gli ordini di chi possiede il cristallo da cui è stata originata! È stata solo colpa nostra… non avremmo mai dovuto lasciare che Azelf venisse catturato… ma non è questo il momento di discutere su chi sia responsabile di ciò che sta succedendo! Ci sono solo due modi per liberare un Pokémon dal suo controllo: devi riuscire a distruggere o il suo collare o la pietra che lo ha generato, ma ci potrebbero essere dei problemi nel farlo… la Rossocatena quando formata con l’essenza di uno solo dei Guardiani, risulta abbastanza instabile ed è impossibile definire quale potrebbe essere la sua reazione una volta che il collegamento si sarà interrotto: da quello che sappiamo, potrebbe benissimo andarsene così come è arrivato, ma potrebbe anche essere preso improvvisamente da un istinto omicida e mangiarti!” Al sentire quella voce, improvvisamente incurante del fatto che un Pokémon Leggendario mi stia per sbranare, comincio a guardarmi attorno, alla ricerca di chi mi abbia parlato. - Chi sei!? Vieni fuori!! – gli strillo. Di nuovo quella voce si proietta nella mia mente: “non è così semplice, caro mio… “. - Beh, comunque sia, mi spieghi come posso riuscire a rompere quel collare!? Non so se ci hai fatto caso, ma non sono proprio in una bella situazione… - “Non è un problema mio” - Sì che lo è: se non volevi essere chiamato in causa, non dovevi farti sentire! Ora, piuttosto che fare tanto la voce da navigatore, vieni qui e aiutami!! – “E se mi catturano? Ci penserai tu a prenderti cura dei miei amici!? Non so se te ne sei reso conto, ma si dà il caso che io sia un Guardiano dei laghi, non certo il primo Pokémon che trovi per strada!” - Proprio per questo dovresti aiutarmi!! Se sei tanto forte, perché non vieni qui e questo colosso non lo togli di mezzo tu!? – Per qualche secondo, non sento più nulla e noto che Raikou mi sta guardando grattandosi una tempia, come se stesse improvvisamente temendo che io non sia del tutto sano di mente. Non so quanto sia una buona cosa, far credere di essere pazzi mentre si parla con una voce che nessun altro sente, mettendo in crisi un Pokémon Leggendario… ma almeno sto prendendo un po’ di tempo e non sono ancora morto! All’improvviso, la voce che parlava nella mia mente si ode ancora, ma questa volta non riesco ad udirlo solo io. - Va bene – concede – Ma solo per questa volta! – ... è più prossimo di quanto si possa immaginare... in viaggio: Dove siamo: -
[Commenti] Vita da Starter: le Cronache del Cacciatore
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Come sempre, mi fa davvero piacere che tu lo abbia già letto e commentato: grazie! -
[Commenti] Vita da Starter: le Cronache del Cacciatore
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Hai in mente quel momento in cui ti rendi conto di aver scritto un poema ma di non aver premuto invio alla fine e che quindi non l'ha letto nessuno? Beh, è più o meno quello che sto provando io adesso! Scusa se questa risposta ci ha messo tanto ad arrivare! -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 49: i generatori In un primo momento, troppo occupato a ridere con la mia streghetta, non noto che si trovano in loculi disposti in modo ordinato, ognuno bloccato nella propria posizione e forzati a produrre elettricità, ma appena sento quegli scoppi elettrici e quelle urla di dolore, mi si gela il sangue nelle vene e capisco che l’ultima cosa da fare in una situazione simile è proprio ridere. - Cosa credete stia succedendo qui? – chiedo, guardandomi intorno. - Non si vede? – mi chiede Bellocchio – Stanno usando questi Pokémon per produrre elettricità per il loro piano… devo ancora capire quale sia il loro obiettivo, ma di certo non ci metterò molto – dice, addentrandosi nella sala ed adocchiando una porta che permette di accedere ad una nuova zona, probabilmente quella alla quale si può accedere dalla porta principale. - Cosa vorresti fare? – chiede Mindy, avvicinandosi a lui. - Semplice: voglio andare a fare quattro chiacchiere con i signori dall’altra parte di quella porta e, magari, insegnare loro che i Pokémon sono esseri viventi, non generatori di energia! La mia idea sarebbe questa: dividiamoci e lavoriamo insieme per rovinare i loro piani, indipendentemente da quali essi siano. Io andrò di là, in modo da compiere la parte più difficile, quella più pericolosa, mentre voi starete qui e libererete più Pokémon possibile: non vi preoccupate, farò in modo che non lo scoprano prima che tutto si sarà concluso, quindi potrete muovervi senza preoccuparvi di non farvi notare. Qualche obiezione? – chiede, pur mantenendo il tono di un’imposizione. Né io né Mindy parliamo, sebbene so che entrambi temiamo che non sarà una buona idea separarsi, in particolar modo se dall’altra parte si trovano tutte quelle reclute che abbiamo visto prima e se ciò significa rimanere qui da soli. Bellocchio non sembra fare caso a questa nostra indecisione e, dopo averci lanciato un ultimo cenno col capo, si avvicina ad ampi passi alla porta e, dopo aver fatto abilmente scattare la serratura, sparisce dicendoci un’ultima volta: - Fate del vostro meglio per liberarli: al resto ci penserò io – Ora, siamo di nuovo soli. - Allora, Batuffolo – mi dice la streghetta, guardandosi un po’ intorno – Sei pronto a liberare questi Pokémon? – - Certo che lo sono! – le rispondo, correndo verso la gabbia più vicina, nella quale è contenuto un Ampharos, e cercando di aprirla a furia di Botte e Beccate. Subito, vedendo che non ci riesco, la mia allenatrice mette a terra l’uovo e cerca di aiutarmi, ma per quanto ci metta tutte le proprie forze e la propria buona volontà, non riesce a fare nemmeno la metà di quello che faccio io che, sebbene a ritmo decisamente lento, riesco a provocare dei danni che, a poco a poco, potranno deformare abbastanza le sbarre da permettere al tipo Elettro di uscire. Lui, che intanto si è accorto di noi, colto da una incredibile felicità e la consapevolezza di poter finalmente portare libero, si mette a colpire tra una scarica e l’altra le catene che lo tengono bloccato e lo costringono a produrre elettricità, mentre per la sala si genera un brusio ed un passaparola fa in breve circolare la voce che siamo arrivati. Accorgendomi che, poco a poco, il vociare si sta trasformando in un rumore sempre più forte, parlo alla mia allenatrice. - Spero che Bellocchio stia facendo un buon lavoro, perché sarà difficile non farci scoprire, se continuiamo a questo ritmo e loro continuano a strillare in questo modo! – le dico, dopo aver assestato un’ultima Botta che, finalmente, riesce a spezzare una delle sbarre che ho davanti. - Beh, che stia facendo un buon lavoro, puoi starne certo: lui è il grande Bellocchio dopotutto ed un suo fan come te dovrebbe saperlo bene! – mi risponde ridendo, dimostrando che nonostante la gravità della situazione, non accenna a perdere la sua allegria – Comunque, credo tu abbia ragione: forse è meglio cercare una mano in più! – Frugando nell’unica tasca che possiede, estrae una Pokéball e con un lampo di luce, fa tornare Sfavillo tra di noi. Come sempre, lui fa accendere la propria coda come una lampadina e, dopo avermi salutato con qualche scintilla, si mette a contribuire con i suoi potenti Morso e Scintilla. Credo sia la prima volta che, percependo l’atmosfera, non si lancia in una delle sue battute o non cerca di giocare… stranamente, questa volta sembra serio ed interessato unicamente al salvataggio dei Pokémon Elettro. Che sia perché li vede come suoi simili e non vuole che soffrano di più? Dopo aver assestato un’ultima Botta, che combinata colla seguente Scintilla di Sfavillo, spezza una nuova sbarra, provo a rivolgergli la parola. - Com’è che non hai ancora provato a fulminarmi? – gli chiedo – Hai forse finito la carica? – Lui come suo solito sghignazza: - No, non ti preoccupare: di energia, ne ho ancora abbastanza per fulminarti almeno una decina di volte! Molto semplicemente, non voglio finire pure io prosciugato come i poveretti qui dentro: non hai visto che tutta l’elettricità che producono, viene assorbita? Se provassi a liberare la mia più di quanto non stia già facendo con i miei attacchi, probabilmente le possibilità sarebbero solo due: o tutta l’energia che circola nelle strutture si riverserebbe su di me, o anche io finirei per perdere tutte le forze, esattamente come loro – - Wow, non pensavo ti preoccupassi tanto di queste cose… mi sei sempre sembrato uno che preferisce l’azione ai ragionamenti! Con questo, devo dire che mi hai sorpreso… - gli dico, guardandolo per la prima volta da quando Mindy lo ha fatto uscire. - Beh – mi risponde lui, talmente concentrato che quasi non si accorge nemmeno che mi sono fermato – Questo è più istinto di sopravvivenza che una vera e propria riflessione… anche tu, probabilmente saresti teso come me, se sapessi che una sola mossa sbagliata può significare venire utilizzati come una batteria vivente! – - Ecco: mi sembrava strano che tu avessi capito quant’è seria la situazione in cui ci troviamo… - - Ehi! – esclama lui, producendo qualche scintilla e guardandomi con un’espressione offesa – Guarda che io so SEMPRE quando una situazione può essere pericolosa, o triste, o comunque seria, ma preferisco comportarmi sempre così! Hai idea di come sarebbe viaggiare per te e Mindy se anche io mi deprimessi come voi? A volte, bisogna anche saper scherzare, sai? – Ancora una volta, devo ammettere che mi ha sorpreso… e tanto, anche! Prima che abbia il tempo di replicare, un violento Morso riesce a spezzare definitivamente l’ultima sbarra, permettendo all’Ampharos di uscire e ringraziarci con una forte stretta di mano. - Grazie! – esclama scuotendo prima me, poi Sfavillo – Grazie davvero per avermi salvato: non sapete quanto sia terribile essere rinchiusi lì dentro e costretti a produrre elettricità per caricare la loro macchina-delle-tempeste! Non so davvero perché due Pokémon piccoli come voi si trovino qui tutti soli e ci abbiano aiutato, ma davvero non so come avremmo fatto senza di voi… vi prego, accettate il mio aiuto: dobbiamo muoverci ad aiutare anche gli altri! – In un lampo, senza nemmeno attendere una nostra risposta, si fionda verso la gabbia adiacente alla sua e la colpisce con un violento Riduttore che, ribaltandola, permette ai Pikachu che contiene di fuggire, nonostante non riescano a spezzare le catene che li tengono imprigionati: ovviamente, non possedendo la stessa forza del Pokémon Luce, per loro sarebbe stato impossibile farlo. Sapendo che non c’è tempo da perdere, scambio un cenno d’intesa con Sfavillo ed entrambi cerchiamo di aiutare come meglio riusciamo i piccoli Pokémon Topo a liberarsi, mentre l’Ampharos si reca verso le sbarre successive, dietro alle quali questa volta si trovano alcuni Jolteon. Appena sono tutti liberi, i Pikachu ci ringraziano e ci seguono verso la meta successiva, aiutandoci con i loro Schianto a scardinare la porta dietro la quale sono imprigionati degli Electrode ed un paio di Quagsire, felici di essere salvati tanto quanto gli altri. Chissà cosa ci fanno, due Pokémon Acqua come questi Elettro… forse, è perché sono dei tipi Terra, quindi possono punire facilmente chi cerca di fuggire, ma in quel caso, non sarebbero stati tanto felici di essere liberati e, se fosse stato davvero per quello, avrebbero di certo scelto qualcuno ben più temibile… che sia legato al fatto che con la loro Umidità, gli Electrode non possono esplodere come sono soliti fare? Comunque sia, non è questo il momento di perdere tempo nel cercare di capire perché hanno imprigionato questi Pokémon al posto di altri: Mindy è stata assunta dal Dottore per lavorare insieme a Bellocchio e… In quel momento, ho un tuffo al cuore. Dov’è Mindy!? Perché non l’ho più vista né sentita da quando è apparso Sfavillo? Come ho fatto a non accorgermi che c’era qualcosa che non andava? Immediatamente, comincio a guardarmi intorno, alla ricerca della mia allenatrice, ma non la vedo da nessuna parte: l’unica traccia rimasta di lei, è l’Uovo che portava in braccio, ancora a terra dove lo aveva messo lei, ed il suo Pokédex, probabilmente perso da lei mentre… mentre cosa? Potrebbe essersene andata di sua spontanea volontà? Che avesse notato qualcosa di sospetto? No, è impossibile: in quel caso, non avrebbe mai lasciato il suo Pokédex a terra in quel modo! C’è solo una possibilità: deve essere stata catturata. Non faccio in tempo a farlo notare a Sfavillo: un allarme comincia a suonare, mentre dei lampeggianti rossi iniziano ad illuminare l’enorme stanza dandole un aspetto molto più macabro. - Cosa sta succedendo!? – chiede Sfavillo, cercando di soverchiare il baccano delle sirene. - Ci hanno scoperto, è evidente!! – gli rispondo io – Devono aver catturato Mindy!! – - Cosa!? – chiede spaventato il Pokémon Elettro – Dobbiamo andare a salvarla, e subito anche!! – Con un fortissimo rumore meccanico, una porta si spalanca ed una voce violenta e potente come un tuono irrompe nella sala. Le sue parole mi fanno raggelare il sangue nelle vene. - Che la caccia abbia inizio… - Chiunque sia, porta con sé una grande carica elettrica, che crea un corto circuito, tanto potente da far spegnere tutte le luci, che si riaccendono poi a ritmo dei suoi passi. Non appena gli altri, fino a quel momento indaffarati nell’aiutarsi vicendevolmente, odono quel rumore, corrono in ogni direzione, urlando terrorizzati e provocando ancora più fracasso di quello che già c’è. Io provo a mantenere la calma, a farla mantenere a chi mi circonda, ma è troppo tardi: la paura di ciò che sta per succedere li porta a non ragionare più. L’unico che ancora pare non essere impazzito è Sfavillo. Veloce come un fulmine, vedo un essere enorme sfrecciare da un punto all’altro, avvicinandosi ad ognuno dei Pokémon che corrono in ogni direzione e sbranandoli tutti, senza pietà. Dopo aver visto la fine dei primi due, non cerco più di mantenere la calma: vedo che mi adocchia, vedo nei suoi occhi usa furia assassina che non pensavo potesse esistere. Sfavillo, notando che sarò io il prossimo obiettivo, tenta di mettersi in mezzo, di colpire quell’essere mastodontico che ci vuole sterminare tutti, ma prima ancora che riesca a rendermene conto, viene scaraventato via da un’enorme zampa artigliata e mi ritrovo davanti un volto che trasmette solo pura sete di sangue. - Se hai delle ultime parole, questo è il momento per fare testamento – Io chiudo gli occhi e spero che tutto finisca in fretta. ...il momento della rinascita... in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 48: l'Impianto Turbine - Fin dal primo momento in cui ho visto il suo soprabito, ho capito di chi si trattava: quando poi ho notato l’incredibile eleganza che lo distingueva, non era più necessario che parlasse oltre, ma lui lo ha fatto lo stesso, quindi ecco che siamo qui… non vorrei essere frainteso, ma avrei preferito mille volte altri modi, per incontrare una persona come lui - - La situazione è davvero così grave? – chiede Mindy, fissando l’uomo che ci accompagna, a sua vota chinato e nascosto nella vegetazione. - Non lo so ancora… di certo non è nulla di buono, ma non ho dati sufficienti per capire quanto effettivamente pericolosa possa essere – dice, non accorgendosi della mia frase e cercando di sbirciare oltre i cespugli per capire cosa stanno dicendo le numerose reclute che ci passano davanti e che portano avanti ed indietro informazioni su qualche evento che sta per accadere – Comunque sia, stammi bene a sentire, bambina: se le cose si mettono male, scappa senza mai voltarti. Questi non sono i tipi che si lasciano intenerire da qualche lacrima e non hanno nemmeno un po’ di dignità: se ti dovessi trovare tra le loro mani, stai pur cerca che non esiterebbero a farti del male – Mindy annuisce, capendo che nonostante le parole dell’uomo, la situazione è tutt’altro che pacifica e che sarà dura riuscire ad uscirne indenni. - Cosa possiamo fare per aiutarla? – chiede di nuovo la mia allenatrice, guardando a sua volta oltre gli arbusti e seguendo con lo sguardo una recluta, che porta con sé una scatola piena di fusibili e componenti elettrici – Qui sembrano tutti ben preparati e non sarà facile entrare… senza poi contare il fatto che noi da qui possiamo vedere solo il viavai all’esterno, ma ci scommetterei che all’interno ci sono altrettanti uomini se non di più! – L’uomo, dopo aver dato un ultimo sguardo complessivo alla situazione, retrocede di qualche passo, nascondendosi meglio ed accennando a noi di fare lo stesso. - Prima di iniziare la missione vera e propria, devi conoscere qualche semplice regola… prima regola: non darmi del lei! Siamo colleghi ora e odio le formalità, quindi dammi del tu e chiamami semplicemente Bellocchio. Seconda regola: chi lavora con me, non si getta nella mischia e non cerca di usare la forza per ottenere ciò che cerca! Spesso, l’unico modo che si ha per venire a conoscenza di certe cose, è lo spionaggio e la capacità di non farsi notare, quindi vedi di ricordartelo, quando proveremo ad entrare… a modo mio. Terza ed ultima regola: non dimenticate mai che non siete soli e che, nel caso in cui le cose vadano male, io e gli altri faremo del nostro meglio per tirarvi fuori da lì, ma non è richiesto il contrario, quindi se io dovessi venire catturato, non provate nemmeno a liberarmi e fuggite. L’esperienza in questi ambiti conta e per voi sarebbe pericoloso improvvisare una missione di salvataggio su due piedi e senza conoscenze pregresse su come fare! – Mindy, ancora una volta, non fa altro che annuire, per poi farmi cenno di seguirlo ed incamminarsi verso il retro dell’edificio che prendeva il nome di Impianto Turbine. Ora, quel posto non ha niente a che vedere con la centrale elettrica che era fino a poco fa: a caratterizzarla, non sono più le enormi pale che, mosse dal vento, forniscono energia a tutta la regione, ma un enorme apparato che sembra convogliare l’elettricità in un’antenna che, a ritmi regolari, produceva qualche lampo di luce e faceva correre delle folgori sulla sua superficie. Oltre all’impianto eolico, ora si notano immerse nel corso d’acqua dietro la centrale enormi ruote, volte a loro volta alla produzione di energia. Attorno ai locali, sono appollaiate decine di Honchkrow, con altrettanti Murkrow al proprio seguito, nonché un enorme numero di altri Pokémon Volante ed Acqua, tutti dal fare aggressivo e benintenzionati quanto i loro allenatori. Questo posto, si è trasformato in una fabbrica di qualcosa di terribile… peccato che non sappia cosa. Come sempre, ogni volta che sto per avere una risposta ad una delle domande che mi tormentano, succede qualche cosa che mi impedisce di avere ciò che cerco e anche questa non poteva fare eccezione: l’unico dilemma che mi assale ora è se le cose riusciranno sempre ad andare di male in peggio come ora… Ci è voluto davvero poco a stravolgere la situazione: un attimo prima, il Capo, o “Dottore”, come ha deciso di farsi chiamare ora, mi stava spiegando cosa mi attende nel prossimo futuro, di Mindy, del fatto che probabilmente lei ha viaggiato tra le dimensioni, sebbene non ricorda nemmeno quando, mentre un attimo dopo, dalla porta entra questo bell’imbusto che, con fare noncurante, comunica all’altro uomo che il Team Omniverse è tornato all’attacco e che si trova poco distante da loro, proprio all’Impianto Turbine. Ovviamente, come stavo dicendo alla mia allenatrice, io ho sempre adorato Bellocchio, l’ho sempre trovato geniale, ma non ha proprio tempismo… senza contare che sembra quasi non vedermi nemmeno!! In effetti, mi chiedo cosa abbia spinto il Dottore e River a lasciarci insieme a lui, che ha sempre lavorato da solo… loro hanno detto che è “perché è molto abile e non possedendo Pokémon, sarà poco probabile che cerchi uno scontro diretto con i generali del team”, ma io credo che sia solo perché in questo modo loro due sarebbero stati più liberi: altrimenti, per quale motivo sarebbero scomparsi dentro la loro cabina magica subito dopo averci lasciato le minime informazioni indispensabili? Beh, indipendentemente da cosa ci abbia costretto a partecipare a questa pericolosa missione, ormai ci siamo e non possiamo più tirarci indietro… Ogni pochi passi ci fermiamo, temendo che qualche recluta avvicinatasi troppo possa intuire la nostra presenza, ma il percorso verso l’entrata posteriore dura comunque molto poco, a causa delle dimensioni ristrette dell’edificio. In breve, siamo lì, a qualche metro dalla porta, esattamente di fronte alle due guardie che controllano chi entra e chi esce. Bellocchio, ci fa cenno di rimanere dove siamo, ci dice di fidarci di lui e poi, attendendo che anche l’ultimo gruppo di ronda voltasse l’angolo, esce dalla vegetazione e cammina con calma verso i due vestiti con la tuta di patchwork, compiendo qualche gesto per salutarli e far capire loro di essere inoffensivo. - Ma cosa sta facendo!? – esclamo io – Non dovevamo rimanere nascosti!? – Mindy, vedendomi così spaventato, quasi arrabbiato con quel tipo dal lungo soprabito, mi guarda e mi risponde con tono comprensivo. - Spesso, oltre che essere bravi a nascondersi, bisogna anche essere bravi a fingere, per essere degli ottimi agenti – mi dice con un sorriso – Bellocchio è sempre stato uno dei migliori anche per questo: nessuno riesce ad infiltrarsi e camuffarsi bene come lui! – - Ma… loro non sanno che lui è dell’Interpol? Nel senso, Bellocchio è il membro più conosciuto ed esposto che esiste al mondo: chi non riuscirebbe a capire che ha davanti una persona del genere? – chiedo, ma appena mi volto, capisco che quell’uomo ha davvero doti soprannaturali e che, forse, non è così semplice riuscire a resistere alle sue doti… Mindy, vedendo la mia faccia sbalordita, ride e mi stringe a sé con un braccio, mentre con l’altro continua a tenere l’Uovo. Per quanto non sia proprio il momento perfetto, adoro sentire il suo caldo abbraccio: anche se non me lo dà con tutte le sue forze, anche se l’altro braccio è occupato nel sostenere quel piccolo Pokémon non ancora nato, riesce a trasmettere tutto il suo affetto e a farmi sentire decisamente meglio, rifornendomi di coraggio ed energia per la missione che stiamo intraprendendo. Dopo esserci lanciati uno sguardo d’intesa, torniamo a fissare l’uomo, ancora occupato con le due guardie, con le quali parla compiendo ampi gesti. - Smettetela di farmi perdere tempo e fatemi entrare: non ho certo tempo da perdere, io!! – esclama, sbraitando – Io sono il grande Bellocchio, l’unica spia doppiogiochista così doppiogiochista che nessuno sai mai per chi sto doppiogiocando davvero! Ora, piantatela di stare lì impalati: se scopro che state cercando di fare i doppiogiochisti con me e che state doppiogiocando col più grande doppiogiochista vi assicuro che non doppiogiocherete mai più per il resto della vostra vita!! - I due, che non sembravano comunque i più svegli del mondo anche per il motivo che li hanno messi lì a fare i pali e perché non sembrano essersi accorti del fatto che la metà delle parole pronunciate dall’uomo che sta davanti a loro siano in realtà un tentativo di condizionarli, sembrano essere ancora più confusi e, dopo tutta la manfrina di Bellocchio, sembra che l’unica cosa che hanno registrato è la parola “doppiogiochista”, tanto che cominciano a dubitare l’uno dell’altro. - Se io sono un doppiogiochista… - chiede il primo – come faccio a sapere per chi sto doppiogiocando se non mi hanno mai detto che dovevo doppiogiocare? – - Ma il verbo “doppiogiocare” esiste davvero? - chiede l’altro, leggermente più sveglio, ma non abbastanza per resistere a Bellocchio – Non credo sia possibile essere doppiogiochisti senza saperlo… a meno che la persona per la quale lo stavamo facendo fosse doppiogiochista a sua volta e quindi non ci avesse detto che dovevamo esserlo perché stava facendo il doppiogioco con noi? – Con poche, semplici parole, l’uomo devia definitivamente la loro attenzione e ci permette di entrare senza essere notati. - Sentite… io non voglio essere cattivo con voi e non voglio che veniate declassati perché mi sembra siate dei bravi ragazzi, ma qui mi state facendo perdere un sacco di tempo, senza contare il fatto che in pratica non state controllando la porta, dato che state parlando con me! – I due, si guardano spaventati, temendo che ciò che ha detto l’agente si possa avverare. - Ma oggi mi sento buono, quindi vi propongo un patto – continua lui – Se mi fate passare ora insieme ai miei due aiutanti, chiuderò un occhio e non vi farò rapporto. Cosa dite? – I due annuiscono vigorosamente, spalancandogli la porta e permettendogli di entrare senza ulteriori sforzi. Io e Mindy fatichiamo a non scoppiare a ridere per quei due, in particolar modo quando Bellocchio ci indica di raggiungerlo e camminiamo tra di loro, che ci guardano con fare timoroso. Una volta che la porta si chiude dietro di noi, ci lasciamo andare, facendo rimbombare l’eco delle nostre risa in tutta la sala, completamente deserta se non per decine di Pokémon Elettro. Si sta avvicinando... in viaggio: Dove siamo: -
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Certo: con questa, si vedranno dei lati di Decidueye del tutto nuovi, a partire da cosa lo ha portato ad essere il Pokémon che si conosce in Vita da Starter: vedrai che se ne vedranno delle belle! -
[Commenti] Vita da Starter: le Cronache del Cacciatore
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Mi fa piacere che tu le abbia lette: sapendo quanto ti è piaciuto Decidueye in Vita da Starter, speravo l'avresti fatto al più presto, come in effetti è stato Ancora la sua avventura non è nemmeno iniziata, ma ho intenzione di far partire la storia in quarta, quindi vedrai che ci metterà davvero poco ad ingranare! Spero che la fanfic ti piaccia e che riesca a rendere giustizia al personaggio, che spero di riuscire a farti piacere anche in questa sua versione! -
[Commenti] Vita da Starter: le Cronache del Cacciatore
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Questa, come credo si possa capire dal titolo, è la sezione commenti della fanfiction "Vita da Starter: le Cronache del Cacciatore": come ho spiegato anche nella mia prefazione alla storia, vorrei provare uno stile nuovo e ogni commento, ogni idea, ogni consiglio è ben accetto purché sia motivato e ben argomentato! Ovviamente con questo non voglio dire che bisogna essere William Shakespeare per scrivere un commento: per me, un "mi è piaciuto perché..." o "non mi è piaciuto perché... " è più che sufficiente! Ricordate sempre che anche il minimo contributo in una fanfic è fondamentale: se volete dire qualcosa, ditela e basta, senza timore, perché sono qui per far divertire e per imparare a scrivere sempre meglio, non per sentirmi dire quanto sono bravo! Accetto volentieri critiche e consigli di ogni genere, quindi, ancora una volta, non fatevi problemi! Dopo questa premessa, vorrei introdurre due nuove idee che ho pensato per la fanfic, ovvero uno sviluppo un po' migliore della descrizione dei personaggi e la possibilità di porre domande anche specifiche sulla storia. Riguardo alla prima, l'idea è semplicemente di mettere in questo primo messaggio uno spoiler con all'interno i dati, aggiornati capitolo dopo capitolo, dei personaggi ricorrenti, in cui verranno annotati anche gli eventi principali a cui prendono parte. Forse come idea è un po' strana, ma l'ho pensata prima di tutto per coloro che arriveranno, magari, dopo un po' che la fanfic è iniziata e che, vedendosi davanti decine di capitoli da leggere, deciderebbero di non iniziare nemmeno a leggere perché consapevoli che non riuscirebbero mai a mettersi in pari. Funzionerà? Beh, non ne ho idea: anche su questo, vorrei sapere cosa ne pensano i lettori e agire di conseguenza! Riguardo alla seconda, invece, pensavo di dare la possibilità a tutti di porre domande o a me, come autore (e quindi come personaggio super-partes che riporta gli avvenimenti oggettivamente), o a uno dei personaggi che compaiono (che risponderanno a seconda del loro punto di vista). Non ho pensato ad una maniera particolare per strutturare la domanda: per me è sufficiente che sia comprensibile! Anche qui mi sono dilungato abbastanza: buona lettura! Spero che la storia sia di vostro gradimento e che commenterete in molti Personaggi: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 47: la verità può attendere Siamo seduti su una comoda sedia imbottita, davanti ad una scrivania fuori posto in una camera di albergo come quella in cui ci troviamo, ma che sembra far sentire più a suo agio lo strano tipo che ci troviamo davanti che, per quanto lo conoscessi già, mi sembra avere un aspetto completamente nuovo. È lì, di fronte a noi, con un sorriso stampato sul volto e gli occhi che sembrano aver visto l’universo intero che scattano veloci in ogni direzione. Dopo essere rimasto per un po’ appoggiato al tavolo di legno, si sistema il papillon e si accomoda sulla sedia dall’alto schienale su cui si trova seduto. - Allora… - inizia, smettendo di fissare noi e focalizzandosi sulla donna che ci ha portato da lui – Come vi è sembrato il mio “effetto sorpresa”? Non ve l’aspettavate che il misterioso “committente” di quel Decidueye, nonché allenatore di quell’Alakazam, fossi io, eh? – - Spoiler!! – lo richiama subito River – Ti pare il momento di scherzare!? Avrai tutto il tempo del mondo per giocare quando tutta questa storia sarà finita: non puoi perdere altri preziosi minuti proprio ora!! – L’uomo ride, chiudendo gli occhi e dondolando sulla sedia, come se lo aiutasse a scacciare qualche pensiero che il suo timido sorriso sta evidentemente nascondendo. - Strano a dirsi, sono l’uomo che ha il tempo in mano ma che al contempo non riesce mai ad averne abbastanza… - dice, ridendo tra sé - comunque sia, hai ragione, River: prima di tutto, dobbiamo informarla, sia sul nostro conto che su qualche altra cosetta che riguarda lei ed il suo viaggio… da dove dovremmo partire? – chiede. La donna, ancora dietro di noi, scuote la testa e gira ridendo attorno alla scrivania, sedendosi poi su di essa dall’altro lato rispetto a noi, poco distante da quel tipo dall’aspetto così giovane e vecchio allo stesso tempo. - Tu sarai sempre così, vero dolcezza? – chiede a lui, voltandosi poi verso di noi e parlando al suo posto, più seria che mai. - Cominciamo dalle presentazioni – dice – Io, come già sapete, sono River Song, archeologa, studiosa e moglie del Dottore, che sarebbe il tipo seduto qui vicino a me – - Aspettate un attimo – li interrompe Mindy – Ma tu non eri il “Capo”, l’ultima volta che ti abbiamo visto? Hai deciso di tornare al tuo vecchio nome? – In effetti, devo dire che anche io ci avevo pensato: quello, era il Capo, non il Dottore! Lui, con molta semplicità, ci risponde: - non mi piace fingere: se l’ho fatto, è stato solo perché era strettamente necessario che mantenessi un profilo basso. Io sono il Dottore e basta: questo è tutto quello che dovete sapere – Beh, diventare il capo di un’agenzia spionistica internazionale non lo chiamerei proprio “mantenere un profilo basso”, anche perché Phoebe ci ha detto che è stato il Capo ad accoglierla, quindi hai ricoperto quel ruolo per parecchio tempo… Insomma, io non mi fido di lui e direi che faccio anche bene, ad occhio e croce! Mindy annuisce ed il Dottore riprende a parlare: - Io, come la mia qui presente compagna, sono un viaggiatore: ho visto tutto di ogni luogo conosciuto e di ogni epoca che ogni civiltà ha mai conosciuto. Grazie al mio TARDIS, ho visitato ogni epoca in ogni meandro e ho conosciuto e toccato centinaia di popoli… finché non siamo giunti qui. È successo per errore e da quando siamo arrivati, non siamo più riusciti ad uscirne: abbiamo atteso decenni il vostro arrivo e alla fine, eccovi qua! – Ancora una volta, la streghetta sembra confusa e devo ammettere che anche io lo sono: perché tutti devono sempre raccontare la propria storia a metà, tralasciando qualche particolare!? Per fortuna, River se ne accorge ed integra il discorso dell’altro: - Noi non veniamo da questo universo, ma da un altro, in cui la Terra non è popolata da Pokémon ed in cui un giovane ha deciso di salvare il mondo con una cabina blu ed un esercito di compagni di viaggio che avrebbero fatto di tutto per lui. Un giorno, mentre visitavamo l’universo come tante altre volte, un’anomalia si è aperta davanti ai nostri occhi: non sapevamo che fare, era la prima volta che vedevamo una cosa del genere... molto semplicemente ci siamo avvicinati col TARDIS e… puff! Ci siamo ritrovati qui! – - Nel caso in cui ve lo steste chiedendo – afferma tutto orgoglioso il Dottore – il TARDIS è la mia macchina del tempo: Tempo E Relativa Dimensione Nello Spazio*. È dotata di un congegno di mimetizzazione così complesso che è praticamente impossibile da riconoscere ed è la migliore amica che ogni viaggiatore potrebbe desiderare! In più, pensate che ha anche il vantaggio di essere più grande all’interno, quindi non occupa praticamente nulla, solo la dimensione di una normalissima cabina telefonica! - - Aspetta… vuoi forse dire che quella cabina blu là fuori, quella più grande all’interno in cui siamo entrati prima, è una macchina del tempo!? – chiedo io sbalordito: in effetti me lo sarei anche potuto aspettare, data la complessità di quella console, ma chi è che si sarebbe mai sognato che poteva davvero esistere una cosa del genere? Il Dottore sembra stupito tanto quanto me, sebbene per un motivo del tutto differente, ma prima che possa aprire bocca, River interviene di nuovo: - Già, proprio così! – esclama – È per questo che mi chiedevo come avete fatto ad entrare: di solito, nessuno ci riesce! Comunque sia, non è questo il momento di discutere di simili problemi: invece, dobbiamo spiegarvi perché vi abbiamo invitati qui! – Di nuovo, è il Dottore a prendere la parola: - Il motivo per cui siete qui, è che crediamo che voi abbiate viaggiato tra le dimensioni almeno una volta e che quindi sappiate come farci tornare a casa, sebbene ci sarebbero diversi problemi… l’ultima volta che ho avuto a che fare con un’altra dimensione, non è stato piacevole ed un certo fiore non perde mai l’occasione di ricordarmelo… - - Noi… avremmo viaggiato tra le dimensioni? – chiede Mindy, confusa da una simile affermazione – Come lo avremmo fatto e quando? Io non ricordo assolutamente una cosa del genere… ho sempre vissuto insieme a mia sorella, non mi sono mai spostata dalla città nella quale sono nata se non per iniziare questo viaggio ed andare a scuola, ma anche in questi casi sono certa che il Noctowl che mi accompagnava non abbia fatto deviazioni… - - … per poi non parlare del nostro viaggio, che sono sicuro sia sempre stato solo a Sinnoh! – continuo io. I due temporeggiano, parlando tra loro, come se non sapessero esattamente cosa dire, come spiegarci ciò che intendono… è possibile che la nostra situazione sia così complessa? È possibile che ogni volta che ci dovrebbero dare delle risposte, in realtà non fanno altro che porci altre domande? I due viaggiatori si lanciano uno sguardo d’intesa, poi River si alza e si avvicina a Mindy, appoggiandole una mano sulla spalla. - Cosa ne diresti se ti facessi vedere il TARDIS? Se non sbaglio, tu adori la scienza e le cose più grandi all’interno! – Al solo sentire quelle parole, alla streghetta si illuminano gli occhi. Alzandosi di scatto, corre fuori seguita dalla donna, felicissima di poter passare ancora un po’ di tempo in mezzo a tutta quella magica tecnologia. Io accenno qualche passo, come per seguirla, ma il Dottore mi blocca prima che ci possa riuscire. - Non è il caso che tu la segua: da quello che so sul tuo conto, tu e la tecnologia non andate proprio d’accordo… e ho ancora un paio di cose da dirti. La tua allenatrice è molto più sensibile di quanto credi e ha vissuto esperienze così terribili che fanno concorrenza alle mie… lei sa più di quanto sembra, molto di più – mi dice, serio come mai prima d’ora. Io, che sono quasi arrivato alla porta, mi volto e torno a fissarlo: - cosa intendi? – gli chiedo. Lui si mette più comodo sulla sedia e, mentre si sistema di nuovo il cravattino, cerca di spiegarmi come riesce la questione: in effetti, comincio a pensare che quel gesto, in qualche modo, riesca a tranquillizzarlo… - Come credo tu già sappia, io posso viaggiare nel tempo e ho visto ogni cosa dall’inizio alla fine del tempo stesso, quindi so anche cosa è successo a lei. Hai visto che più di una volta si è “addormentata”, ma non sai a cosa è legato questo fenomeno… invece io sì: è tutto legato al suo passato, al fatto che lei ha viaggiato tra le dimensioni. Mindy, per quanto ora sembri del tutto ignara, ogni volta che è sotto pressione fa riaffiorare dei ricordi di quegli avvenimenti e sono questi che la portano lontano, perché per esseri più potenti lei non deve sapere – Ancora una volta, sento la rabbia montarmi dentro: perché ci devono sempre essere di mezzo queste “entità superiori” che ci vogliono usare come marionette!? - Perché me lo dici? Cosa posso fare io? – chiedo apatico. Lui, sempre serio, mi risponde con semplicità: - Quello che hai fatto fino ad ora: stai con lei e riportarla indietro ogni volta. Ancora non abbiamo abbastanza informazioni su come succederà, ma ci aiuterete a tornare nel nostro mondo, oltre che a sventare i piani di quell’organizzazione che avete già avuto modo di incontrare e che prende il nome di team Omniverse – Per quanto le informazioni che mi ha già dato siano molte, ne voglio avere ancora di più. Non uso mezzi termini: parlo e basta. - Tu sai perché ho questo collegamento con Mesprit e con la mia allenatrice, vero? – Lui lentamente annuisce, ma non sembra intenzionato a rispondermi, tanto che, appena provo ad incalzarlo, lui sorride e mi dice con fare amichevole: - Che gusto c’è a vivere un’avventura conoscendone già il finale? Fidati di chi conosce la fine di ogni storia: un po’ di mistero ci vuole sempre, perché è quello che ci spinge ad investigare e ad andare avanti! – Io annuisco a mia volta, capendo che non ha tutti i torti e sapendo che, probabilmente, presto troverò le risposte a queste domande da solo. Gli sorrido, capendo per la prima volta che forse questo tipo è sì strano, ma anche gentile e che, tutto sommato, non è così male, facendogli ricambiare il mio gesto con uno identico. Il Dottore, dopo qualche secondo che passiamo nel silenzio più assoluto, fissandoci e basta, si alza dalla comoda poltrona ed accenna all’idea di raggiungere la streghetta che, in compagnia di sua moglie, sta visitando la macchina del tempo, ma prima che ci riesca, la porta dietro di me si apre di scatto e, tutto trafelato, appare un uomo dal lungo soprabito, che tra un respiro affannato e l’altro, mi fa capire che la prossima medaglia dovrà attendere ancora un po’. * TARDIS = Time And Relative Dimension In Space; la definizione (Tempo E Relativa Dimensione Nello Spazio) è la traduzione letterale di quella inglese, data dal doppiaggio italiano della nuova serie (BBC, 2005) curato dalla Rai. in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 46: il misterioso committente Va bene che, a quanto pare, le cose più grandi all’interno vanno tanto di moda, di questi tempi, ma non è possibile che ogni volta che ci infiliamo in uno sgabuzzino per fuggire da qualcuno che probabilmente ci vorrebbe morti, ne troviamo una! Non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa del genere e, considerando la reazione di Mindy, nemmeno lei, che ora si guarda tutt’attorno incantata. - Batuffolo – mi dice euforica – Hai idea di che posto sia questo? – Io la guardo dai miei modesti quaranta centimetri di altezza, chiedendomi se fosse seriamente una domanda, ma lei sembra non notare la mia espressione, quindi le rispondo. - Ovviamente no: non so tu, ma io non sono esperto di cabine blu più grandi all’interno… - le dico, seguendola con lo sguardo mentre si avvicina a quella che sembrerebbe essere una console dei comandi molto complessa, dotata di numerosi pulsanti, schermi e leve, oltre che di una quantità industriale di lampadine che si accendono e spengono. - Nemmeno io sono particolarmente esperta di queste cose, ma un macchinario del genere è davvero impressionante! – dice, toccando con una mano l’enorme cilindro trasparente posto al centro esatto della sala, nel quale si può notare una specie di pendolo di vetro ed un’incredibile luce proveniente sia da sopra che da sotto la struttura – Senza poi contare, che questa è solo una, delle tante stanze che si nascondono tra i suoi quattro muri di legno: chissà quante altre ce ne sono e quante cose interessanti nascondono! – Onestamente, io non sono così sicuro di volerlo sapere e, se fosse per me, potremmo già uscire, dato che non si odono più passi, fuori di qui, ma probabilmente lei non sarebbe mai d’accordo… almeno, mi consolo con il fatto che almeno Sfavillo è dentro alla sua Pokéball: se fosse stato libero, probabilmente in questo momento mi troverei in chissà quale cunicolo in chissà quale strana dimensione per cercare di riportarlo a casa! In ogni caso, forse le dovrei ricordare che noi ora siamo qui non tanto per divertirci, ma più perché qualcuno voleva incontrarci: dopotutto, dovrebbe saperlo anche lei, dato che è stato Decidueye a portarla fino a qui… Prendendo fiato e gridando più forte che posso per sovrastare il rumore prodotto dagli aggeggi che ha attivato con i tasti della console, cerco di convincerla ad uscire. - Scusa se te lo ricordo, ma noi non siamo qui per piacere, ma per dovere! Ti sei forse dimenticata del motivo per cui il tuo nuovo tipo Erba ti ha portato qui!? Forza, torna qui e usciamo: avrai tutto il tempo di divertirti quando avremo finito con questo “committente” del quale ci hanno parlato Decidueye e Alakazam! – Lei sembra rattristata all’idea di dover interrompere la sua esplorazione, oltre che sempre più contraria all’idea di andarsene sul serio. Io, non posso fare altro che cercare di nuovo di convincerla, per quanto sappia che sarà difficile. - Avanti, non credo che ci vorrà molto e sicuramente dopo aver incontrato quel tipo, saremo di nuovo liberi che fare quello che più vogliamo! Ci vorranno pochi minuti, non di più, e non credo che una cabina blu come questa possa scappare! – - A dire la verità – dice una nuova voce – Ci può riuscire eccome: se non l’ha ancora fatto, è solo perché le state simpatici o, più probabilmente, crede che vi spaventereste se volasse via così all’improvviso. Lei adora i bambini, sapete? – Non appena sento quella voce, proveniente da una porta all’altra estremità della sala, cerco di capire di chi possa essere, ma proprio non ci riesco, per quanto mi sembra di averla già sentita prima… È una voce di donna… per quanto non possa vedere di chi si tratta, almeno di questo sono sicuro. Mindy, vedendo chiunque sia questa nuova arrivata, sembra ancora più allegra: - Lei è… - mormora – Lei è davvero chi credo che sia? – - Non lo so – risponde l’altra ridendo – Purtroppo, non leggo nel pensiero! In ogni caso, io credo di sapere chi siete voi: Spoiler ha fatto un bel po’ di ricerche sul vostro conto e dice che siete soggetti interessanti… manco fosse un professore! – Pensavo che la scelta migliore fosse sempre rimanere vicino alla porta, anche per una questione di sicurezza, dato che non mi fido per niente di questi marchingegni, ma la curiosità mi assale sempre con più forza, quindi decido di raggiungere la mia allenatrice e vedere la persona con cui sta dialogando. Nel mentre, lei riprende a parlare: - Lei è la moglie del Capo, non è vero? – chiede prendendo coraggio per fare una domanda che le sembrava tanto difficile da pronunciare, quasi come se si trattasse dell’uomo più importante dell’universo. - Sì, cara: io sono quella che tutti chiamano “la moglie del Dottore”, o “la moglie del Capo” o, anche, Melody… dipende tanto dall’universo di riferimento. In ogni caso, per te sono River, va bene? – - C-certo signora River! – esclama Mindy stringendo per l’emozione l’uovo che tiene tra le braccia, tanto che credo stia per farlo esplodere. I passi che mi separavano dalla streghetta non erano poi così tanti, ma li ho fatti tutti con assoluta calma e ancora più timore di pigiare chissà quale pedale che azionasse chissà quale strano meccanismo, ma per fortuna ora, dopo quello che mi è sembrato peggio di un percorso ad ostacoli, sono di fianco a lei e posso vedere nella sua interezza la sua interlocutrice. Non è particolarmente alta, ma per qualche motivo riesce lo stesso a mettermi in soggezione, molto più di quanto non facessero quelle due spie, estremamente più appariscenti di lei. Indossa un completo interamente di jeans, formato da un paio di pantaloni ed una giacca, sotto alla quale spicca una camicia bianca, mentre ai piedi si notano semplici scarpe di pelle, in perfetto abbinamento con la cintura, alla quale è appesa una fondina con all’interno uno strano oggetto metallico, di cui posso vedere solo un’estremità che sembrerebbe essere una specie di impugnatura. Intorno alla sua testa, un’immensa criniera di capelli biondi rende la sua espressione ancora più simpatica, ma per qualche motivo sento che non dovrebbe davvero essere così, come se avesse qualche cosa di terribile da nascondere. La donna, udendo le parole di Mindy, scoppia di nuovo a ridere: - Chiamami semplicemente “River”, va bene? – - Ok – risponde la streghetta, annuendo vigorosamente. A sua volta, l’altra annuisce, poi si avvicina facendo risuonare i propri passi sul pavimento metallico della cabina blu. Quando arriva a pochi centimetri da noi, nota che la mia allenatrice non è sola, quindi si abbassa per guardarmi più da vicino. Io, d’istinto, mi nascondo dietro le gambe di Mindy. - Avanti, non sono così orribile da far fuggire via terrorizzati! – esclama, richiamandomi indietro. Io sporgo la testa oltre la mia allenatrice e vedo che lei mi sta porgendo una mano. Non sono ancora convinto che sia una buona idea, ma la streghetta è convinta che siamo del tutto al sicuro, quindi mi suggerisce di accontentare questa River, che appena mi vede fare un passo avanti, mi stringe con forza un’ala e la agita su e giù, come per una stretta di mano. - Per me è un piacere conoscerla, messer Piplup l’Imperatore: io sono River Song – - Come fai a sapere chi sono? – le chiedo, diffidente. - L’ho già detto: Spoiler ha fatto diverse ricerche su di voi, quindi ovviamente so anche io come ti chiami e da dove vieni! – mi risponde con un sorriso amichevole, cercando di convincermi a fidarmi di lei come ha già fatto la mia allenatrice. Io, però, non ho alcuna intenzione di assecondarla: potrà anche essere la persona più buona del mondo, ma rimane sempre e comunque una sconosciuta! Capendo le mie intenzioni, lei non spreca un istante di più e torna a dedicarsi a Mindy, che le sorride e sembra pendere dalle sue labbra… la capisco sempre di meno, quella bambina… Non so come, ma non riesco a cogliere niente di quello che la strana donna dice subito dopo, sussurrato ad un tono troppo basso per essere udibile dalla mia distanza, e mi ritrovo come per magia nella tanto attesa stanza numero quattro, nella quale River ci ha convinti ad entrare con troppa facilità, considerando quanto Mindy abbia ignorato ognuna delle mie richieste… Lo devo ammettere: un po’, comincio a sentirmi geloso… ma l’importante è che finalmente ci siamo e le risposte non tarderanno ad arrivare! in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 45: la sicurezza La freccia sibila nell’aria per meno di un istante, correndo rapida davanti agli occhi di tutti, ma non riesce a colpire il bersaglio come era stato previsto dal cecchino: poco prima che la sua traiettoria riesca a completarsi, una nuova figura si posiziona davanti all’Alakazam a tutta velocità, facendogli da scudo ed incassando il colpo al posto suo. - Te l’avevo detto che sarebbe arrivata la sicurezza… - mormora il Pokémon Psico, azzardando una leggera risata compiaciuta. Decidueye fissa terrorizzato colui che ha emesso il colpo, capendo che avrebbe dovuto prevederlo che avrebbero mandato per contrastarlo qualcuno verso cui sarebbe stato debole. Il Pokémon Fuoco che gli è comparso davanti non sembra minimamente preoccupato del dardo che gli si è conficcato in una spalla e, sprezzante del dolore, la afferra con le possenti fauci e la estrae come se nulla fosse, fermando immediatamente l’emorragia con una ondata di fuoco che, partendo dal suo dorso, gli ricopre l’intero corpo per spegnersi pochi secondi dopo, lasciando come unica traccia una serie di scintille a mezz’aria e il pavimento piastrellato pieno di bruciature. Con un forte latrato, il Pokémon dal pelo arancione a strisce nere e dalla folta criniera color crema tenta di intimorire Decidueye, che fa un passo indietro sentendo quel frastuono e vedendo una nuova ondata di fuoco percorrere il corpo di quell’essere enorme. Devo essere onesto: non avevo mai visto un Arcanine prima d’ora, ma non mi sarei mai aspettato che potesse essere così grande, né che potesse avere un atteggiamento così fiero. Intanto, nuovi Pokémon Fuoco arrivano e prima che possa capirlo, l’Alifreccia si ritrova circondato: oltre all’Arcanine, ora attorno a lui ci sono decine di altri esseri ben diversi tra loro, ma accomunati dal fatto che ognuno abbia a disposizione almeno quindici modi diversi per incenerirlo. Tre Magmortar lo hanno già identificato e hanno già preso la mira su di lui, caricando i cannoni, pronti a fare fuoco al suo più piccolo movimento, mentre due Talonflame sono entrati a tutta velocità e lo sorvegliano dall’alto, ricoprendosi di fuoco in attesa di poter scatenare uno dei loro potentissimi Fuococarica. - E così sono costretto a fuggire come vigliacco… - mormora Decidueye, in dubbio sulle effettive possibilità che avrebbe potuto avere in uno scontro diretto con tutti quelli che lo circondano. Con lenti ma vigorosi passi, l’Arcanine si avvicina al Pokémon Erba, che non attende un attimo di più e mette in pratica la sua strategia. Scomparendo ad una velocità sorprendente tramite uno Sbigoattacco che riesce a portarlo a pochi millimetri dalla faccia di Alakazam, gli sussurra in faccia poche ma chiare parole: - Io avrò la mia vendetta, Kazam il Magnifico, e stai certo che non sarà l’ultima volta che sentirai parlare del Respiro della Foresta! – Una forte onda di calore pervade l’aria ed un’immensa fiammata proveniente dalle fauci del Pokémon Leggenda si dirige verso Decidueye che, calcolando ogni cosa il millesimo di secondo, si scansa nell’esatto momento in cui la Vampata sta per colpirlo ed impedendo in questo modo ad Alakazam di proteggersi. Prima ancora che qualcuno riesca a capire come, lui è sparito, lasciando dietro di sé come unica traccia della sua presenza una vistosa bruciatura sul volto del Pokémon Psico ed una “D” incisa sulla parete della hall, con tanto di penna utilizzata per creare quel semplice graffito. Per quanto nessuno lo dica apertamente, tutti vogliono che tutto torni alla normalità al più presto e continuare il loro soggiorno come nulla fosse, ma ancora di più sembrerebbero volerlo i Pokémon Fuoco della sicurezza, i cui allenatori arrivano subito dopo la sparizione del Pokémon Alifreccia. Ogni loro movimento è rapido e non riesco a seguirli con molta attenzione: spostandosi da una parte all’altra, prendono appunti su vari taccuini, mentre i loro aiutanti escono ordinatamente, nello stesso modo in cui sono entrati all’inizio. Da quello che ho capito, stanno interrogando vari testimoni, per capire come si sono svolti i fatti, ma al contempo non sembrano davvero interessati a quello che chiedono, ma al contrario lasciano intendere che lo stanno facendo solo per dovere professionale. Per fortuna, Mindy è solo una bambina e come tale, la ignorano completamente, preferendo intervistare soggetti più adulti e quindi, secondo loro, meglio preparata a rispondere alle loro domande, quindi prima ancora che se ne siano andati tutti, lei mi raggiunge ed insieme sgusciamo fuori dalla hall, seguendo le indicazione di Alakazam e dirigendoci verso la fatidica stanza numero quattro. Prima di uscire definitivamente dalla sala dove è stato commesso il misfatto, il Pokémon Psico ci ferma, mentre sta cercando faticosamente di rialzarsi aiutato dall’Arcanine. - Credo che ora tu abbia capito perché non mi fidavo di Decidueye… - mi dice, richiamando a sé uno dei due cucchiai grazie ai suoi poteri psichici. Io non gli rispondo, incerto se sia davvero il caso di dire qualcosa. Lui, riprende subito, capendo al volo: - Comunque sia, non è il caso che restiate qui più del dovuto ed è meglio che troviate chi vi ha invitati prima della polizia: per ora, sono riuscito ad utilizzare i miei poteri per farvi passare inosservati, ma è questione di tempo prima che ci riescano in ogni caso. Ho sentito che prima alcuni uomini dicevano che sono arrivate altre unità e che stanno perlustrando l’intero albergo alla ricerca di Decidueye: come dovreste ben sapere, qui la polizia è la migliore che esiste e per loro è un grave disonore l’essersi lasciati sfuggire un ricercato… se hanno modo di credere che voi sappiate qualcosa, potete scommetterci che non ci penseranno due volte prima di catturarvi e portarvi alla centrale – ci dice. - Faremo attenzione – gli rispondo, facendomi seguire poi da Mindy oltre la porta che conduce alle altre stanze, mentre lo sguardo attento dell’Alakazam ci fissa, convinto probabilmente che non riusciremo mai davvero a non farci notare. Considerando che ci stiamo portando dietro Sfavillo, che fino ad ora è rimasto stranamente calmo, probabilmente ha anche ragione, ma ci penseremo a tempo debito… Non appena varchiamo la porta del corridoio che conduce ai vari locali, notiamo tutti e tre un silenzio assoluto e quasi religioso, al contrario del vocio continuo della sala precedente, oltre che una luce decisamente più fievole, in contrapposizione con quella intensa presente prima grazie ai numerosi vetri che permettevano ai raggi del sole di entrare senza alcuna difficoltà. Nel fondo del corridoio, si nota una scala a chiocciola che conduce al piano superiore, dalla quale sta scendendo qualcuno. Nel silenzio risuonano i suoi passi. - Credi che ci dovremmo nascondere? – mi chiede Mindy, abbassandosi per portare il suo volto vicino al mio – Noi, almeno teoricamente, non dovremmo essere qui e, considerando che hanno appena tentato di arrestare il nostro accompagnatore, non so quanto sia sicuro farci vedere… senza poi contare quello che ha detto prima il tuo amico con i baffi! - Io ci rifletto per un attimo, quanto basta a capire che non ha tutti i torti e che, in effetti, è un miracolo se ancora non ci hanno fermato, quindi provo a dirglielo, ma prima che ci riesca, Sfavillo torna a fare una delle sue affermazioni. - Nascondersi non è un opzione e, se mai ci vorranno, noi lotteremo con le unghie e con i denti per non farci prendere! – esclama, saltando nel bel mezzo del corridoio e mettendosi in posizione di attacco, come se fosse già convinto di dover lottare. - Sfavillo – gli dico – so che sei un felino esaltato, ma ti pare il caso di fare così? Ma non capisci che rischi solo di farci beccare e peggiorare le cose!? – - Ma di che parli? Dov’è finito tutto il tuo coraggio da Imperatore!? – mi chiede, emettendo numerose scintille dalla coda e dagli artigli – La ritirata non è un opzione e nascondersi è da perdenti: noi, dobbiamo lottare! – ripete lui, minaccioso. Intanto, i passi si fanno sempre più vicini e, avendo sentito il suono della voce di Sfavillo, hanno accelerato, capendo che ci fosse qualcuno al piano di sotto. So che me ne pentirò, ma dobbiamo pensare ad una cosa per volta e ora l’essenziale è uscire da questa situazione ed entrare nella sala di questo misterioso committente senza che ci vedano, quindi cerco, come ho già fatto tante altre volte, di ignorare ogni buon senso ed afferro Sfavillo per la coda, strattonandolo indietro e, non sentendo le terribili scosse che mi tira e cercando di esercitare più forza di quanto non faccia la resistenza dei suoi artigli sul pavimento di legno, portandolo verso l’estremità opposta del corridoio rispetto a quella dove sono situate le scale. Mentre mi accendo come una lampadina intermittente, faccio segno anche a Mindy, rimasta lì a guardarmi tutto il tempo, di seguirmi e lei, improvvisamente, tira fuori una Pokéball e fa scomparire Sfavillo proprio davanti ai miei occhi. Lei mi si avvicina e, vedendo la mia espressione allibita, mi sorride: - Così è stato più semplice, no? – mi chiede. Onestamente, mi chiedo per quale motivo non ci ho pensato prima… mi sa tanto che, dopo tutte le scosse che mi ha dato, ci ho quasi preso gusto e ora cerco di averne anche quando non serve… Lei, in un primo momento attende che io mi riprenda dallo shock, poi capisce che probabilmente se lo facesse sul serio non ci sarebbe abbastanza tempo per nascondersi, quindi opta per una nuova strategia ben più funzionale: notando che poco distante da noi c’è una piccola cabina blu, tenendo l’Uovo con un solo braccio, mi afferra per un ala e mi tira a sé, spingendo poi la porta di legno con una spalla ed addentrandosi nello strano sgabuzzino colorato. Non appena Mindy vede il suo interno, l’unica cosa che riesce a dire estasiata è: - Wow… - in viaggio: Dove siamo: -
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Capitolo 44: il saggio ed il cacciatore Mi sta fissando con i suoi occhi malefici, con un atteggiamento contemplativo, come se sapesse già tutto ma allo stesso tempo volesse sapere cosa sta per succedere. È strano, molto strano… direi quasi inquietante. - Ti ho fatto una domanda: perché non mi rispondi? – chiede l’essere, continuando a rimanere immerso nell’oscurità. - Io... – mormoro – Io… non lo so – Lui mi guarda, mantenendo una calma incredibile. - Ma non mi dire… - mormora a sua volta lui – Quindi non sai nulla? – - Io… io non lo so – ripeto. - Beh, in tal caso dobbiamo rimediare… il mio allenatore l’aveva detto che era meglio non fidarsi di Decidueye e che era meglio lasciar fare il lavoro a me, ma c’è sempre qualcuno che si oppone. Per te, è stata una fortuna che fossi venuto lo stesso e ti stessi aspettando – dice. Ok, questo è ufficialmente troppo: - T-tu… mi stavi aspettando!? – chiedo spaventato – C-chi sei!? – - Io – replica lui, scandendo le parole – Sono uno degli aiutanti di cui ha bisogno colui che sorveglia l’universo. Tu, mi puoi chiamare Alakazam o, se preferisci, il grande Kazam il Magnifico – Dopo aver pronunciato quelle parole, si avvicina levitando, mostrandosi interamente. Non appena vedo la lunga barba ed i cinque cucchiai che gli levitano intorno capisco che se è “il Magnifico”, un motivo c’è: se riesce a restare nella sua forma MegaEvoluta anche così distante dal suo allenatore, deve di certo essere molto forte! Prendendo ogni briciola di coraggio che posseggo, gli rivolgo di nuovo la parola: - Cosa vuoi da me, Kazam? Ma, soprattutto, chi è il tuo padrone? Perché dici che per me è stata una fortuna averti incontrato? – Lui mi guarda e noto che il gioiello sulla sua fronte lampeggia, proprio come ho visto fare a quei computer potentissimi nel laboratorio di Rowan, a ritmo variabile, finché non si spegne completamente e lui enuncia la nuova frase appena elaborata. - Scoprirai tutto a tempo debito: Decidueye era stato incaricato di portarvi fino a Giardinfiorito e sarà lì che avrai le tue risposte. Per ora, ti posso solo dire che io da te non voglio nulla: sono qui solo perché mi è stato chiesto di sorvegliare sull’operato del Pokémon che vi accompagna e nulla di più. Il mio padrone non vuole che il suo nome venga rivelato e, onestamente, anche se volessi non ti saprei dire qual è quello vero, di tutti quelli che ha assunto. È una fortuna che tu mi abbia incontrato perché, pur sapendo che solo lui potrà darti certe informazioni, io conosco passato, presente e futuro e mi sento in dovere di avvisarti – Qualsiasi cosa lui stia per dire, so già che non mi piacerà nemmeno un po’, ma so anche che, forse, è arrivato il momento di avere qualche risposta… il punto è quali mi saranno date. So già che il nostro futuro non sarà il più felice del mondo e so anche di essere finito in una situazione più grande di me, so che delle persone che abbiamo incontrato, molte stanno lottando per mantenere in equilibrio il nostro mondo, mentre tante altre stanno cercando di stravolgerlo. Poi c’è Mesprit, con il quale entro in contatto molto di frequente senza saperne la reale ragione e che so essere in pericolo tanto quanto me. Il Pokémon Psico mi fissa dall’alto in basso, giocando con i cucchiai che gli levitano intorno, poi, dopo avere la certezza assoluta che io sia pronto per ascoltarlo, inizia a parlare. - Tu non sei stato scelto per caso: io non sono l’unico che può vedere nel tuo futuro ed esseri ben più potenti di me ti hanno adocchiato fin dal momento in cui sei nato, attendendo che la tua strada si incrociasse con quella della tua allenatrice. Un grande destino ti attende, così grande che non credo tu possa immaginarlo: presto, incontrerete di nuovo coloro che vogliono creare un nuovo mondo e lì scoprirete che la vostra missione sarà dura, ma non impossibile. Ovviamente, la tua allenatrice non capirà nulla, non sentirà il pericolo che sta correndo e sarà compito tuo tenerla all’oscuro di tutto: il suo passato è già stato abbastanza tormentato… meglio che almeno il presente, lo viva con serenità – Chissà come mai, lui diceva che avrei avuto delle risposte, ma invece mi sento la testa ancora più piena di domande… perché sono stato scelto? Cosa ho di particolare? Cosa significa tutto quello che ho visto? È davvero la realtà? Prima che possa solo aprire bocca, l’Alakazam riprende a parlare, come se fosse riuscito a leggermi nel pensiero. - L’unico motivo per cui sei stato scelto è che eri nel luogo giusto al momento giusto, niente di più. Cosa credevi, che dei Pokémon Leggendari avrebbero scelto te perché sei “l’Imperatore più forte mai esistito” o qualcosa del genere? – mi schernisce lui – Se avessero voluto che il loro paladino fosse stato un essere potente, avrebbero di certo eletto come tale uno come me, pienamente evoluto, dalla incredibile intelligenza e dalla forza ben oltre ogni immaginazione. Tu sei solo una pedina nelle mani di qualcuno o qualcosa di superiore e come tale, sei stato scelto perché sarai facilmente eliminabile nel caso ti rivoltassi – Questa volta, parlo ancora prima di avere il tempo di pensare a cosa dire: - Cosa vorresti dire con questo!? Io… io sono solo una marionetta, che per volontà ancestrali sarà sempre debole per renderla più semplice da spazzare via!? Il mio destino lo decido io e nessun altro! – gli grido contro. - Vedi? – dice lui, dalla voce atona – È per questo che loro ti vogliono mantenere confuso, spaventato, preoccupato per ogni cosa: tu sei troppo propenso alla ribellione. Hai già rovinato i loro piani deviando leggermente la tua strada, ma alla fine ti hanno sempre ricondotto dove dovevi andare. Il fatto che non ti volessi Evolvere, ad esempio, è stato un imprevisto, perché nessuno si sarebbe mai immaginato che ti saresti attaccato così tanto alla tua allenatrice e allo stesso modo nessuno si sarebbe aspettato che quelle visioni ed il collegamento con Mesprit ti avrebbero reso più forte. Comunque sia, parliamoci chiaro: tutto quello che hai visto è la realtà... sempre che tu non riesca a cambiare qualcosa. Ci sei già riuscito e non sarà un problema farlo di nuovo… ma potrebbe essere pericoloso: gli esseri potenti non amano scherzare – - Ma…? - cerco di chiedere io, ma lui mi interrompe prima che io possa finire la frase. - Ti ho già detto abbastanza: è stato scritto che tu non dovessi sapere nulla e ho già violato uno dei punti della tua linea temporale, dicendoti tutto ciò che hai sentito. Non ho intenzione di proseguire, per ora: è meglio ritornare a Giardinfiorito, dove la tua allenatrice ti sta già attendendo – Avvicinandosi ulteriormente a me, comincia a far levitare i cinque cucchiai attorno a tutti e due i nostri corpi, poi si porta due dita alla fronte e, con un rumore improvviso, vedo il mondo che gira, per fermarsi un attimo dopo e mostrarsi completamente diverso rispetto a prima. Immediatamente, compio un giro su me stesso, osservando l’ampia sala nella quale ci troviamo, che evidentemente si trova nella città che aveva nominato l’Alakazam, data l’ampia presenza di quadri ritraenti fiori di vario genere e l’alto numero di Pokémon Erba e Coleottero che camminano in ogni direzione e che vedo muoversi fuori dalle finestre, intenti ad aiutare i propri allenatori. Non appena annuso l’aria, sento un’ampia gamma di profumi molto diversi tra di loro, ma che, per quanto si confondano e si mischino l’uno con l’altro, si mantengono tutti perfetti, se non addirittura migliori di come sarebbero normalmente. Di certo, non siamo in chissà quale base segreta, a giudicare dal viavai di persone e Pokémon, che quasi nemmeno si accorgono di noi. Ad occhio e croce, ci troviamo molto semplicemente in un albergo, più precisamente nella hall, a poca distanza dal bancone dietro al quale si trova un giovane uomo che sta consegnando ad una coppia la chiave di una stanza. - La sua stanza è la numero 4 – dice Alakazam, che levita verso una porta, che, a giudicare dalle indicazioni, permette di accedere alle varie stanze, ma prima che possa farlo, un lampo verde mi passa davanti agli occhi e con un rumore sordo, vedo che si scaglia sul Pokémon Psico. - Tu, brutto…! – dice, minacciandolo con una piuma affilata, pervasa dell’energia di un potente Fendifoglia, e schiacciandolo contro al muro. Non sapevo che i Decidueye potessero essere così veloci… e allo stesso modo non mi aspettavo che potessero arrabbiarsi talmente tanto e che potessero essere così stupidi da sfidare un Pokémon potente come questo Alakazam! Sento che qualcuno ha gridato qualcosa riguardo il “chiamare la sicurezza”, oltre che la voce della mia allenatrice, che guarda con orrore la scena, sperando che non finisca male. Forse dice qualcosa pure a me, ma sono troppo concentrato su quei due per prestare attenzione anche al resto. – Calmati – gli risponde il tipo Psico, fissandolo con uno sguardo di disprezzo ma mantenendo un tono freddo e distaccato – Se ti sei lasciato sfuggire una delle tue “merci”, l’unico con cui te la devi prendere, sei tu – - Cosa stai blaterando!? – chiede Decidueye – Lui, imbranato com’è, è riuscito ad inciampare nei suoi piedi e a cadere e tu sei accorso immediatamente per prenderlo e portarlo qui! Cosa credi, che non ti abbia visto mentre gli parlavi!? – Sempre più aggressivo, affonda ancora un po’ la piuma e alcuni peli bianchi cadono a terra, senza però causare una risposta da parte dell’Alakazam. Lui, con assoluta nonchalance, dice semplicemente: - Sai che la sicurezza sta per arrivare, vero? – - Sai che per quando arriverà sarai già morto, vero!? – replica l’altro, usando ancora più forza nella sua minaccia, tanto da sbattere il gracile corpo dell’essere che gli sta davanti contro il muro e da fargli perdere la sua forma MegaEvoluta. Il tipo Psico annaspa per il colpo preso, perde entrambi i cucchiai, che volano da qualche parte nell’atrio, ma ancora non si arrende. - Credi di spaventarmi? – chiede con un filo di voce. - No, io non credo di spaventarti: credo solo che sia il caso di fare giustizia. Tu volevi sono arrecarmi un danno, niente di più! Tu mi hai sottratto la mia merce credendo che in questo modo la ricompensa sarebbe stata tua, ma ti sbagliavi… E ORA DEVI PAGARE!! – Spiccando un balzo all’indietro, Decidueye ripone la penna simile ad una sciabola ed estrae un dardo, alla cui estremità si lega subito una lunga corda di oscurità, pronto per scagliare una potente Cucitura d’Ombra. I suoi occhi, in ombra per via del cappuccio di foglie, sembrano quasi lampeggiare di rosso, mentre prende la mira, per poi spegnersi una volta scagliato l’attacco. Tutti i presenti si mostrano in espressioni molto differenti tra di loro, alcuni lanciano anche un grido terrorizzato, ma tutte riportano ad un pensiero comune: tutti temono per la sorte dell’Alakazam, che cerca di proteggersi con le braccia, sebbene sia consapevole che non sarà sufficiente ad impedire alla mossa di ferirlo. Mindy chiude gli occhi, come se il non guardare la convincesse in qualche modo che quell’atrocità non sta davvero per mettersi in atto. in viaggio: Dove siamo: -
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Capitolo 43: un destino terribile Lei mi sorride ed annuisce a sua volta, poi riprende a guardare quei due che ci stanno davanti. Insieme, hanno appena distrutto l’ennesima pupa, o teenager, come si fanno chiamare ora, e lei sta ritirando i poveri Pokémon che si trovano distrutti e svenuti a terra, mentre Sfavillo sta festeggiando insieme al Pokémon Erba per la straordinaria vittoria, preparandosi già a sfidare un bullo poco distante. - Senti, Batuffolo… - mi dice, richiamando la mia attenzione – Io stavo pensando: tu cosa ne diresti se chiedessimo a Decidueye di entrare in squadra? Di certo è un Pokémon molto forte e ci potrebbe aiutare! Tu e Sfavillo siete i Pokémon migliori che avrei mai potuto desiderare, ma non posso pretendere che facciate tutto voi… in più, con lui aggiungeremmo due tipi in squadra esattamente come sarebbe successo col tuo amico Jimmy, quindi credo che potrebbe essere un valido sostituto! – Io la guardo male: come fa a credere che un pennuto mezzo pianta possa sostituire uno dei miei più cari amici? Non potrebbe mai essere la stessa cosa! - Ehi, non frainterdermi! – si giustifica subito lei – Io non ho mai detto che potrebbe diventare il tuo nuovo migliore amico: io ho solo detto che per la squadra potrebbe essere un valido acquisto! – Io ci metto un attimo a risponderle… bisogna rifletterci bene, prima di fare un offerta del genere: non è certo roba da tutti, poter entrare a far parte della squadra di Mindy! - Io, ad essere sinceri, non sono così certo che ci sarebbe d’aiuto… come ti ho già detto, qualcosa in quel tipo non mi convince… - - Sì, lo so, Batuffolo, me lo hai già detto, ma non credi che prima di dire di no dovresti almeno dargli una possibilità? D’altra parte, anche Sfavillo all’inizio non ti andava a genio, ma ora siete grandi amici! – - Su questo non posso darti torto… - le dico, riprendendo a riflettere. Mentre penso a cosa dirle, vedo ancora una volta il mio amico elettrico che festeggia con Decidueye, a cui batte il cinque per l’ennesimo Pokémon battuto con un solo colpo combinato dei due, mentre il povero bambino prende in braccio il suo Magikarp, svenuto dopo quella Scintilla-Fendifoglia. Non si può negare che, probabilmente, quel tipo sta simpatico anche a Sfavillo, quindi forse sono io che sospetto troppo… Mindy, vedendomi ancora in dubbio, tira fuori una nuova idea, che approvo in pieno. - Non sei ancora certo che sia affidabile, non è vero? – mi chiede, aspettando che io annuisca per proseguire. Io lo faccio dopo alcuni istanti, nei quali lei mi fissa con uno strano sguardo indagatore, come se cercasse di leggermi nella mente. - In tal caso – dice – Perché non usiamo il Pokédex? Se ha qualcosa di sospetto, di certo lo noterà! – Ancora una volta, io annuisco, pienamente d’accordo con lei: questo nuovo aggeggio che le è stato donato, poi, sembra essere ancora più raffinato del precedente, quindi sarà praticamente impossibile che riesca a nascondere qualcosa! Lei lo tira subito fuori, entusiasta all’idea di poterlo usare nuovamente. Osservandolo prima un attimo e ripassando mentalmente i comandi che le erano stati insegnati, lo punta verso il nostro accompagnatore, ora seduto su una pietra a pochi passi dall’entrata della grotta che ci condurrà nella seconda metà del percorso. Con un ronzio e un lampo di luce blu proveniente dalla lampadina posta al termine del dispositivo, il Pokémon d’Erba viene analizzato ed in pochi secondi viene proiettato davanti ai nostri occhi uno schermo digitale col resoconto di tutto ciò che è stato scoperto. Mindy lo legge subito ad alta voce, ma si capisce che non sa bene cosa pensare. - “Dati originari corrotti: analisi in formato .dex impossibile da realizzare. Prodotta analisi scientifica al suo posto”… non so tu, ma a me questa frase non dice niente… a dire la verità, mi confonde abbastanza: da quando le analisi del Pokédex hanno un formato? – - Non ne ho idea – le rispondo – Ma probabilmente c’è anche qualcos’altro: hai detto tu stessa che c’è scritto che è stata prodotta un’altra analisi al suo posto! – Lei annuisce e con un gesto del dito sulla superficie della proiezione passa ad una seconda facciata, strapiena di righe scritte in un carattere così piccolo che quasi nemmeno riusciamo a leggerle. - “Grallistrix orion juniperus, Sagitta Calamus Pokémonum, genus Strigidae/Cupressaceae. Sagittam et ignes ab pennas alae eius cum tanta cura, ut non penetrent ad distantias per calculum centum cubitorum”… non so tu, ma io credo che ci sia qualcosa che non va – legge Mindy. - Sei sicura che sia la sezione giusta? Non è che hai sbagliato nello scegliere qualcosa, o nel cambiare schermata? – Le chiedo. Lei mi guarda male. - È vero che non me la cavo così bene con la tecnologia, ma non sono nemmeno così imbranata! – mi dice, riprendendo ad armeggiare sul Pokédex finché, premendo un tasto, non provoca uno strano trillo e sulla pagina olografica non compare una scritta a caratteri cubitali. - “Dati originari corrotti: ricalcolo”… secondo te cosa significa? – mi chiede lei, confusa. - Non ne ho davvero idea! – le rispondo – Ma se sta ricalcolando, qualsiasi cosa tu abbia fatto, si direbbe che hai trovato la soluzione al nostro problema! – Dopo qualche secondo, in cui attendiamo pazientemente un nuovo responso, un trillo identico a quello di prima ci segnala che i dati iniziali sono stati ripristinati e che quindi il documento che è stato elaborato è di nuovo leggibile. Subito, la streghetta legge le informazioni del Pokédex. - “Nuovi dati generati: N° #724, Decidueye, tipo Erba/Spettro, Selvatico. Livello 78, Abilità: Distacco, Strumento: Deciduenium Z, Mosse: Fendifoglia, Cucitura d’Ombra, Baldeali, Sbigoattacco. Natura Gentile. Fa attenzione ai suoni” – Tra tutto quello che ha letto, due cose attraggono la mia attenzione, forse anche tre… Prima di tutto, non mi è chiaro come possa essere uno Starter con l’Abilità che si ritrova: non lo sa che gli starter devono avere obbligatoriamente un’Abilità di supporto al proprio tipo, quindi Erbaiuto, Aiutofuoco o Acquaiuto? Come fa a dirci di essere uno Starter in un caso simile? Crede davvero che non ce ne saremmo accorti? Poi, se non consideriamo questo, ci sono comunque altre due cose che non tornano: il fatto che lui sia di natura Gentile, cosa di cui dubito, e che è un Pokémon selvatico, per quanto lui abbia detto più di una volta che apparteneva ad un’allenatrice chiamata Luna! È possibile che si possa spingere a tanto pur di avere la nostra fiducia? È possibile che tutta quella storia di Mindy che assomiglia ad una sua vecchia amica a cui voleva molto bene è solo una montatura? - Non so tu – dico alla mia allenatrice – Ma io dopo aver sentito quello che aveva da dire il Pokédex sono ancora più sospettoso… non sembra anche a te che qui c’è qualcosa che non torna? – Lei guarda i due, che ci aspettano proprio davanti all’imbocco della galleria, che vedendola mentre le osserva, ci fanno segno di raggiungerli. Torna per un attimo a guardarmi: - No, a dire la verità non ci vedo niente di male in lui: è solo un Pokémon che ci vuole aiutare, niente di più! Mi spiace dirtelo, ma non puoi essere così sospettoso con tutti quelli che incontriamo: sia che tu lo voglia o no, gli proporrò di unirsi a noi. Di certo sarà un ottimo aiutante per me e col tempo vedrai che farete amicizia! – Io cerco di risponderle, ma prima che abbia il tempo di farlo, lei si è già messa a correre verso Sfavillo e Decidueye, che le sorride in maniera poco rassicurante. Dicono qualcosa, ma non riesco a capire cosa… Pian piano, camminando tra l’erba alta e le numerose vittime degli assalti di Sfavillo, li raggiungo e più mi avvicino, meno mi piace la scena che sto osservando. Mindy sta parlando col Pokémon Alifreccia, che sorride ed annuisce, mentre il povero Sfavillo, sentendosi messo un po’ da parte, continua a saltare attorno a quei due per farsi notare. Non bisogna essere dei geni per capire di cosa stanno parlando: è logico che la streghetta ha appena chiesto a lui se vorrà unirsi a noi durante il nostro viaggio e che lui ora sta annuendo proprio perché ha accettato la sua proposta, tesi avvalorata ancora di più dal fatto che, una volta che li ho raggiunti, Mindy mi sorride raggiante come sempre, come se avesse avuto ciò che voleva, mentre Decidueye, come sempre, si fa serio e riprende a parlare con un tono del tutto differente, questa volta rivolto anche a me. - Guardate – dice, indicando l’orizzonte, nel quale a breve distanza si scorgono alcuni tetti e, sopra di loro, una strana nuvola dal colore rosato – Quello, è uno dei segni distintivi del villaggio nel quale ci stiamo dirigendo: Giardinfiorito è il luogo dove vengono prodotti quasi tutti i profumi esistenti al mondo, sapete? In più, è anche stracolmo di fiori di ogni genere! - - Se lo chiamano “il regno dei fiori”, ci sarà anche un motivo, no? – dico io, interrompendolo e attirando su di me due occhiataccie. In ogni caso, Decidueye continua come se nulla fosse, riprendendo però ad ignorarmi. - Comunque sia, non è per questo che stiamo andando lì: come ho già detto, mi è stata promessa una ricompensa se fossi riuscito a portarvi fino a Giardinfiorito indenni, quindi come prima cosa dovremo trovare i miei committenti. Purtroppo non li ho mai visti in volto, ma mi hanno assicurato che voi li avreste riconosciuti e che sarebbe stato abbastanza semplice riuscire a trovarli… - Mindy fa spallucce, come se non sapesse cosa dire né fosse del tutto sicura della veridicità di ciò che le era appena stato detto. Il Pokémon Erba, capendo al volo, chiude il discorso e si rimette in marcia: - Qualcosa mi suggerisce che il lavoro non sarà concluso tanto presto… spero almeno che nessuno di sia allergico al polline, perché quel posto potrebbe essere l’ultimo in cui mette piede e non credo che riportarvi in preda a chissà cosa a causa del polline faccia parte del “portali fino a qui indenni”… - Immediatamente, scompare nella grotta che ci porterà alla seconda parte del percorso, seguito da Sfavillo che ci illumina la via. Dopo un cenno di Mindy, pronta subito dopo Sfavillo, anche io mi metto a camminare, facendolo quasi come se fosse un riflesso spontaneo, senza guardare nemmeno dove vado. Chissà, forse mi sono sbagliato: dal discorso che ha fatto, sembrerebbe ancora intenzionato a lasciarci qui e a non tornare mai più… Qualcosa mi suggerisce che dipenderà tutto da questo misterioso committente: non ho la minima idea di chi possa essere, ma a giudicare da come ne ha parlato l’Alifreccia non può che essere una persona poco amichevole e che odia sporcarsi le mani… Mentre rifletto, l’ultima cosa a cui bado è dove metto i piedi, finché, ad un certo punto, non inciampo su una roccia e cado pesantemente a terra, rotolando giù per un pendio e sporcandomi dalla testa ai piedi. Quando mi rialzo, dopo essermi spolverato e ripulito alla bell’e meglio, mi guardo intorno e capisco di essere nella zona sbagliata. Per fortuna, almeno, questo posto non è buio come le altre grotte, ma nonostante ciò, mi sembra che ci sia qualcosa che non va… Nello specchio d’acqua che si trova poco distante da me, vedo qualche movimento ed all’improvviso una voce mi parla. - Ti sei incrociato con un destino terribile, non è vero? – in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 42: il percorso 204 Non so se è stata davvero una buona idea, lasciar andare Jimmy da solo a conquistare il mondo: nel senso, potrà anche essere il Pokémon più forte del mondo, potrà anche essere che questo è l’unico modo che ha per conoscere se stesso, ma è comunque solo un Livello 20! Non sarà in pericolo, in questo modo? Beh, se anche fosse, ormai è troppo tardi per tornare indietro. Subito dopo la sua riflessione, ha deciso cosa ne sarebbe stato del suo futuro e, accompagnandomi prima verso l’uscita nord di Giubilopoli, è sparito da qualche parte, dicendo solo che ci saremmo rivisti, un giorno. Tutto sommato, questa potrebbe anche essere una consolazione, ma per qualche motivo sento che non sarà affatto semplice, quel giorno: se si è sentito così male solo perché è rimasto solo qualche settimana, chissà a cosa lo porterà una solitudine di mesi, se non anni! In ogni caso, non posso dire di non capirlo: come mi ha detto lui stesso nelle nostre chiacchiere mentre tornavamo dalla mia allenatrice, poco dopo che Mindy è venuta a prendere me, un’altra allenatrice è venuta a prendere Terry, il mio amico Turtwig, e lui è rimasto completamente solo per qualche giorno. Da quando sono arrivati i nuovi Starter, lui ha cominciato a sentirsi sempre più triste, oltre che sempre più preso in giro dai nuovi arrivati, superbi nei suoi confronti. Nella sua situazione, probabilmente pure io avrei deciso di scappare… Comunque, è andata così e ora dobbiamo solo guardare al futuro! Quello che mi chiedo, è se un giorno rivedrò pure il mio altro compagno di avventure di Sabbiafine… probabilmente sì, considerando che è partito dopo poco di me: se poi consideriamo anche che ci siamo fermati per parecchio tempo a Mineropoli, è ancora più probabile che si trovi intorno a noi, da qualche parte! Continuando a riflettere su queste cose, riprendo a guardarmi intorno, osservando i miei attuali compagni di viaggio: io sono l’ultimo della fila, quello che, un po’ per pigrizia, un po’ per stanchezza e un po’ anche per le sue modeste dimensioni, non riesce a tenere il passo degli altri, e davanti a me si trovano i miei due amici ed il nostro “tutore”. Sfavillo sta saltellando da una parte all’altra, dilettandosi a cercare di catturare qualche Starly selvatico che distrattamente cerca di catturare a sua volta un Wurmple, spesso l’unica vera vittima della catena, dato che il mio amico si limita a sfiorare solo la preda, catturandola e scoppiando immediatamente a ridere talmente forte da fargli venire le lacrime agli occhi e permettere al Pokémon Volante di volare lontano spaventato. Davvero non riesco a capirlo del tutto quando fa così: capisco che si debba scaricare in qualche modo e che adori stare all’aria aperta, ma se comincia così già adesso che siamo solo poco fuori da Giubilopoli, all’imbocco del Percorso 204, cosa farà quando arriveremo alla Via Vittoria? Onestamente, preferisco non pensarci… conoscendolo, anche il peggio che potrei pensare, sarebbe comunque troppo poco per lui! Poco più avanti, passeggiano chiacchierando Decidueye e Mindy, che porta ancora in braccio l’uovo. A differenza del Luxio, loro seguono la strada battuta e camminano al centro del sentiero, parlando di qualcosa che non riesco a capire, ma che probabilmente è davvero divertente, perché la mia allenatrice sta ridendo ed il nostro accompagnatore pure, cosa alquanto strana, considerando che io l’ho sempre visto musone come pochi! Per quanto il Pokémon Erba sia molto meno scatenato di Sfavillo, trovo pure lui alquanto bizzarro: come fa a cambiare atteggiamento in questo modo? E come fa ad essersi già affezionato così tanto alla mia allenatrice? Capisco che gli ricorda, come ha detto lui stesso, una sua vecchia amica, ma ha anche detto che lui la vuole dimenticare, quella persona, che fa parte del suo passato! È possibile che, ancora una volta abbia cambiato idea? Beh, anche se fosse, non è che sarebbe così strano, visto che tipo è… Prima, quando Jimmy mi ha accompagnato di nuovo da loro, ho atteso qualche attimo prima di farmi vedere, perché ho notato che stavano chiacchierando di qualcosa di molto interessante, che sarebbe stato meglio ascoltare ed, in effetti, non posso dire di aver avuto torto: lui e Mindy, stavano parlando di una certa Luna, che da come ne parlavano, doveva essere davvero una bella allenatrice, oltre che davvero molto brava. Tuttavia, le deve per forza essere successo qualcosa di brutto: non ne avrebbero parlato così, altrimenti! In realtà, non è che stessero parlando chissà di cosa… semplicemente, Decidueye stava raccontando alla mia allenatrice della sua avventura, che esattamente come la mia è iniziata per conquistare l’intera regione e diventare i campioni indiscussi, ma sono certo che il tono del Pokémon Alifreccia avesse un che di nostalgico, come se adorasse rivivere quei vecchi tempi ma allo stesso modo soffrisse nel farlo… Ad essere onesti, non posso dire che mi dispiaccia sapere che Mindy riesca a far sentire meglio pure lui, ma una cosa del genere mi rende oltremodo geloso: lei è la mia allenatrice, non la sua! Se lui se l’è fatta scappare, non è certo colpa mia ed il fatto che non abbia più nessuno non è un buon motivo per rubarmi la persona a cui voglio più bene al mondo! Improvvisamente, come se lei si fosse accorta dei miei pensieri, si volta e mi sorride, fermandosi proprio vicino al cartello che indica il numero del percorso. - Hai visto, Batuffolo? Finalmente siamo riusciti ad arrivare al Percorso 204! Tra poco, riusciremo anche ad arrivare a Giardinfiorito, che si trova subito dopo quella collina! – mi dice, indicando la strada di fronte a noi – Non sei eccitato?? – mi chiede con gli occhi luminosi. - Certo che lo sono! – esclamo, scacciando istantaneamente tutti gli altri pensieri e correndole incontro per raggiungerla – Non vedo l’ora di scoprire cosa ci attende nella nostra prossima meta! – - Beh, prima di tutto – dice Decidueye, col suo solito tono distaccato – Lì mi aspetta la mia ricompensa, quindi state pur certi che chiunque sia il committente, vi avrà già preparato un degno benvenuto… a sentire da come parlava di proteggervi, deve tenere davvero molto a voi tre! – - A proposito di tre – si ricorda solo ora Mindy – Dov’è finito Sfavillo? – chiede guardandosi attorno, alla ricerca del suo Pokémon. - Qualcuno mi ha chiamato? – chiede una voce proveniente da un cespuglio poco lontano da noi, da cui poi emerge un Luxio decisamente… particolare. Io fatico a non scoppiare a ridere: - Da quand’è che i Pokémon Elettro hanno le piume? – gli chiedo. - Da quando esiste Zapdos – mi risponde lui, tirandomi immediatamente una scossa e facendomi perdere ogni accenno di sorriso che avevo. Mindy, che invece non si è trattenuta in alcun modo, ora si sta sganasciando dalle risate. - Piantala di ridere! – esclama Sfavillo – Non è stato affatto divertente! – dice mettendole il muso. - Beh, forse non sarà stata divertente la tua avventura, ma il tuo nuovo aspetto lo è molto! – dice la streghetta – Come hai fatto a combinarti così? – chiede, squadrandolo di nuovo dalla testa ai piedi, cercando di scorgere tra l’immensa mole di piume che lo circonda, la faccia del suo Pokémon. - È difficile da spiegare… - riflette un attimo lui – Diciamo che ho visto una preda più grande delle altre e ho pensato che sarebbe stato divertente provare a catturarla… peccato che poi si è rivelata TROPPO grande! Voi siete mai riusciti a confondere uno Starly gigante con un Unfezant? Beh, io sì, e non è stato per niente piacevole… - - Di grazia – interviene Decidueye – Come si può confondere un Pokémon alto trenta centimetri con un Volante di un metro e venti e per di più pure completamente diverso? – - Beh… hanno lo stesso colore – risponde con semplicità Sfavillo. - Poveri noi… - mormora ancora il Pokémon Erba – Se confondi un Pokémon per un altro solo per il colore, ora di Giardinfiorito potresti già essere morto schiacciato da uno Snorlax pensando che fosse un Murkrow… senza poi contare che credo tu sia leggermente daltonico, sai? – - Io non sono dalto-quellocheè: io ci vedo benissimo! E poi non sono così stupido da confondere uno Snorlax con un Murkrow! – - Però hai confuso un Unfezant con uno Starly e la differenza tra quei due è la stessa che c’è tra uno Snorlax e un Murkrow! – gli faccio notare io. - Nessuno ha chiesto il tuo parere! – mi strilla, producendo le sue solite e sempre più preoccupanti scintille, segno che un’inevitabile nuova scossa sta per arrivare. Mindy, per fortuna, interviene prima che le cose peggiorino ulteriormente. - Va bene! – esclama – Comunque sia, l’importante è che ora siamo tutti qui e pronti per attraversare l’ultimo percorso che ci separa da Giardinfiorito! – Tutti e tre non possiamo che darle ragione, poi, guidati da Decidueye, che dice di poterci aiutare e pensa di “liberarci la strada” eliminando preventivamente gli allenatori che ci attendono lungo la strada e che stanno viaggiando come noi verso una meta che li porterà a diventare più forti. Io non sono del tutto sicuro che sia davvero una buona idea lasciarlo lottare al posto nostro, anche perché deve di certo essere di un livello abbastanza alto, considerando la sua forza e la sua abilità, ma prima ancora che io abbia il tempo di esporre i miei dubbi, ha già ingaggiato la lotta con un Pigliamosche, che schiera un Metapod terrorizzato. - Aspettami! – strilla Sfavillo, correndo da Pokémon Erba – Anche io voglio lottare con te! – Non so se i poveri allenatori che attraversano questo percorso sono davvero abbastanza bravi e posseggono Pokémon abbastanza forti da poter gestire l’azione combinata di quei due, che sembrano anche in sintonia, ma tanto sarebbe impossibile fermarli… Almeno, in questo modo ho ancora la mia allenatrice tutta per me: cosa potrei volere di più? Restando leggermente indietro rispetto agli altri due, camminiamo tranquillamente consapevoli che non ci aspetta nulla di più di una semplice passeggiata. Lei guarda i nostri due compagni di viaggio che lottano, sempre stringendo tra le braccia l’Uovo che le è stato donato, poi si volta verso di me e mi sorride. Io faccio lo stesso: devo dire che sono un po’ geloso di quel Pokémon non ancora nato, ma so già che non appena uscirà da lì, Mindy lo metterà in una Pokéball e io tornerò a viaggiare molto più comodamente! Basterà solo attendere: quanto ci potrà volere per un Uovo per schiudersi? - Mi è dispiaciuto molto che il tuo amico ti abbia detto di no, sai? – mi chiede Mindy, con la sua solita espressione amichevole. - Anche a me… è davvero un peccato che lui abbia deciso di non volere allenatori, ma di viaggiare da solo! Oltre che essere davvero un forte combattente, sarebbe anche stata una valida aggiunta per la tua squadra, che in questo modo avrebbe potuto vantare ben due tipi in più! – le dico, forse facendo sembrare che mi importi più di aver perso un alleato che un amico. - Già, è proprio quello che stavo pensando anche io! – mi risponde, come se nulla fosse – In più, devo dire che sembrava davvero simpatico ed ero cerca che sarebbe stato un ottimo amico anche per Sfavillo… insomma: sarebbe stato proprio divertente poter viaggiare con lui! In ogni caso, devo dire che ammiro la sua scelta: non è certo da tutti decidere di avventurarsi tutti soli per una regione grande come Sinnoh! – Già! – esclamo subito io – A me sembra già abbastanza spaventoso dover compiere il viaggio insieme ad altre due persone… di certo sarebbe stato terribile farlo da solo! – Lei ride: - Beh, per tua fortuna, tu non sei mai solo! – esclama con un enorme sorriso gentile. Prima che riesca a chiederle qualche chiarimento su cosa intendesse, la risposta mi viene data. Noi staremo sempre insieme, no? Io annuisco con forza. Questo è fuori di dubbio: noi staremo sempre insieme, io e la mia allenatrice, indipendentemente da chi altro ci sarà intorno! in viaggio: Dove siamo: -
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Capitolo 41: riflessioni - Cosa ci fai tu qui? – mi chiede qualcuno, tirando poi su col naso, come se avesse pianto fino a pochi secondi prima. Io comincio a guardarmi intorno, alla ricerca del mio amico, ma la sua voce proviene da un punto imprecisato tra gli alberi, in cui non riesco a distinguere la sua figura per la luce fioca, ma al contempo, mi fa notare immediatamente la fiamma sulla sua coda. - Dovresti saperlo: io sono qui perché siamo amici, perché dobbiamo stare insieme! Anche io so cosa vuol dire essere soli e… - - Tu non sai cosa vuol dire essere soli! – mi interrompe lui, continuando a rimanere nascosto tra le piante. - Sì che lo so: anche io l’ho provato, sai? Non hai idea di tutto ciò che è successo… - - NON MI IMPORTA COSA TI È SUCCESSO!! – sbotta, ripendendo a piangere – Sono rimasto solo per così tanto tempo… non sai nemmeno quanto ho sofferto, da quando voi siete partiti! Vedere tutti quegli allenatori che passavano, mi vedevano e… e poi sceglievano un altro! – - Jimmy… - mormoro, rattristato dalla sua storia. - Non chiamarmi più con quel nome! Io ora sono solo un Monferno come tanti altri, scappato alla ricerca del suo destino, ma sai qual è la verità? Io del mio destino non so proprio niente! Non ho nemmeno un posto dove andare!! – - Ti sbagli! – gli dico, prima che riprenda a piangere – Ho parlato con Mindy e dice che se vuoi puoi venire con noi! – - Io… posso venire con voi!? – mi chiede sbalordito, ma apparentemente felice della scoperta. - Certo che puoi! Viaggeremo insieme e diventeremo i più forti che esistono al mondo! Mindy ti darà un bel soprannome e staremo insieme tutto il tempo! Imparerai a conoscere Sfavillo, il Luxio di prima e ci divertiremo un mondo insieme! – - No… - mormora lui dopo un po’ – Io non potrei mai seguirvi: io sono solo un debole Monferno, uno che non ha nemmeno rispettato il suo dovere di Starter ed è fuggito dal laboratorio, in più! Come potreste volermi con voi? – Io rido: - Cosa credi, che ci formaliziamo tanto? Nessuno è perfetto e bisogna imparare a convivere con i propri errori e con i propri difetti! Noi ti aiuteremo! – Lui tira di nuovo su col naso, ma non mi da una risposta, come se ci stesse ancora meditando su. Improvvisamente noto che si muove e dopo qualche istante, è piombato con un balzo proprio di fronte a me. - Quindi vuoi dirmi che viaggiare con voi mi aiuterà a crescere? – mi chiede, guardandomi dritto negli occhi. - Certo! – gli rispondo io con un sorriso – E nessuno ti dirà mai nulla per la tua scelta di fuggire! – - Ma… - mi fa notare lui – Tu non sei cresciuto. Tu sei ancora un Piplup: tu sei rimasto piccolo. Perché? Non hai detto che viaggiare fa crescere? – - Io… veramente io… - mormoro: non so davvero che dire. Lui fa un paio di passi in avanti, avvicinandosi tanto a me che riesco a sentirne il fiato caldo. - Se viaggiare fa crescere – mi dice, guardandomi ancora dritto negli occhi, dall’alto verso il basso – Allora cresciamo insieme! – con un gesto rapido, ancora prima che me ne accorga, lui afferra la Pietrastante e, con uno strattone, strappa la corda che la tiene legata al mio collo. Sento il mio corpo che inizia a luccicare, sento che l’energia dell’Evoluzione mi sta riempiendo completamente. Spaventato, mi guardo le ali e vedo che sono interamente bianche, tanta è la luce che emanano. Non è il momento degli indugi: non posso permettere che accada! Normalmente non mi comporterei così con un mio amico, ma non posso lasciare che tutto questo succeda! Mi tornano in mente le parole di Ryu, mi ritorna alla mente tutto ciò che mi aveva detto: se mi toglierò la Pietrastante, il potere che scaturirebbe dalla mia Evoluzione sarebbe talmente dirompente che sarebbe difficile per me sopravvivere. Lui mi guarda con fare serio, stringendo con entrambe le mani la mia pietra. Prendendolo alla sprovvista, gli lancio un Bollaraggio che lo fa retrocedere, oltre che perdere la presa sul mio strumento, che afferro al volo e mi rimetto attorno al collo prima che l’evento abbia inizio. Appena la Pietrastante tocca il mio corpo, la mia luminosità diminuisce, affievolendosi un po’ per volta, fino a scomparire del tutto. Tiro un sospiro di sollievo, sentendo che tutto torna nella norma. - Tu mi hai colpito! – esclama Jimmy col tono sconvolto. Io solo ora mi rendo conto che forse ho un po’ esagerato, considerando quanto lui soffre gli attacchi di tipo Acqua. - Jimmy, tu mi hai preso alla sprovvista, non me l’aspettavo e mi stavo per Evolvere! Scusa, non volevo farti del male! – cerco di spiegargli. - TU MI HAI COLPITO!! – Con un tremendo Pugnorapido, il Monferno mi colpisce e capisco che pur senza l’intenzione, ho dato inizio alla lotta e che lui non sembra intenzionato a perdonarmi tanto facilmente. Io, comunque, non ho intezione di prenderle e basta, quindi cerco di parare come riesco il successivo attacco Sfuriate e contrattacco immediatamente con un nuovo Bollaraggio, sempre a distanza talmente ravvicinata da rendergli impossibile evitarlo. Lui, decisamente più veloce di me, però, riesce ad elaborare una controstrategia in un lampo, sfruttando un Ruotafuoco che riesce a parare almeno parzialmente il colpo che gli tiro addosso. La sua velocità è un grosso vantaggio ed è praticamente certo che il mio vantaggio di tipo non sarà sufficiente a compensare la differenza di potenza dovuta al fatto che lui è Evoluto e io no, ma non mi posso tirare indietro né arrendermi: almeno sono resistente ai suoi attacchi, quindi dovrei riuscire a sfruttare, se non qualche strategia particolare legata alle mie statistiche, una incentrata sul contrattacco al momento giusto e sulla mia alta resistenza. Subito dopo aver dissolto il mio Bollaraggio, lui riprende il suo assalto con un nuovo Pugnorapido che mi fa retrocedere, ma non desistere: il colpo, infatti, lo lascia scoperto e mi permette di preparare un nuovo attacco d’Acqua, che riesce a colpirlo in pieno volto, provocandogli non pochi danni. Dolorante per il colpo subito, lui si infuria ancora di più, tornando ad attaccarmi con il suo Sfuriate, che a mia volta certo di evitare. Per quanto entrambi non siamo particolarmente forti, per quanto i nostri attacchi non sono molto potenti, non ci arrendiamo e, forse, proprio questo fatto ci fa tirare la lotta, che continua con le nostre strategie che si ripetono una volta dopo l’altra, molto per le lunghe. Passano quelle che a me sembrano ore, durante le quali le nostre enegie si riducono attacco dopo attacco, finché le nostre rispettive abilità si attivano. Da quel momento, tutto diventa molto più interessante. Consci che ora i nostri attacchi saranno decisamente più potenti, ci prepariamo per il colpo finale. Io lancio un Bollaraggio, il più forte di sempre, mentre lui si lancia con un impressionante Ruotafuoco verso di me: l’impatto tra i due elementi fa scaturire una grossa esplosione che coinvolge tutti e due. Entrambi siamo stanchissimi dopo la lunga lotta. Sia io che lui abbiamo dato il meglio di noi e ora è dura capire chi sarà il primo a crollare. Io fatico a rimanere in piedi e lui anche. Si muove con difficoltà e sembra che possa cadere da un momento all’altro, ma continua a far oscillare gli arti, si appoggia su un braccio ma non vuole ancora desistere. - Hai lottato bene, sai? – mi dice con un sorriso. Dopo quella frase, lui si lascia andare ed il tonfo successivo mi fa capire che ho avuto la meglio. Ce l’ho davvero fatta. Stremato, crollo a terra pure io. Ci metto un bel po’ a riprendere fiato e lo stesso vale anche per lui: dopo esserci ripresi almeno un po’, entrambi ci sediamo, guardandoci da lontano, un po’ disorientati e incerti su cosa fare. Improvvisamente, rimettendosi in piedi, Jimmy si siede di fianco a me e inizia a parlare. - Secondo te è così difficile diventare speciali? Io ho sempre voluto essere qualcosa di più di un semplice Monferno e di certo continuerò a provarci, ma mi chiedevo… è davvero possibile riuscirci? Sono moltissimi i Pokémon che, al fianco di allenatori coraggiosi e leali, hanno combattuto per sconfiggere i team nelle regioni! Quindi se loro ce l’hanno fatta, perché noi no? È tutta questione di volontà: se ce l’hai, riesci ad essere sempre un passo agli altri e niente riuscirà mai a fermarti! - Non sono sicuro di aver capito bene, ma comunque ho intuito dove vuole andare a parare. - Quindi è questo il tuo sogno? Vuoi diventare speciale? Vuoi essere come quegli eroi che hanno salvato il mondo più di una volta? – gli chiedo. - Non lo so… - mi risponde – Non sono certo di sapere più chi sono con esattezza, ma presto lo scoprirò. Di certo, inizierò a viaggiare come hai fatto tu, ma lo farò da solo: è l’unico modo per andare incontro alle mie paure e riuscire a debellarle, è l’unico modo per diventare forte! Grazie a te, a questa lotta, credo di aver aperto gli occhi: ho scoperto una nuova realtà in cui niente è impossibile! Guardando al futuro, ora so che troverò la mia strada, perché il fuoco del mio coraggio arde più che mai! – Mentre dice quelle parole, vedo che la fiamma sulla sua coda divampa sempre di più, mentre un improvviso lampo di fuoco blu gli attraversa tutto il corpo. - IO VINCERÒ IL BUIO DENTRO DI ME! – La sua risolutezza, nata così all’improvviso mi sorprende talmente tanto da farmi rimanere a bocca aperta, immobile. Lui mi sorride e io faccio lo stesso, poi insieme guardiamo il cielo. Con un lampo di luce verde, vediamo MegaRayquaza, probabile segno che Ryu e Phoebe stanno ripartendo. - Sai cos’è quello? – mi chiede Jimmy. Io non so se dovrei dirglielo o no… forse non bisognerebbe rivelare i misteri di quelle spie! - Beh, che tu lo sappia o no, ti posso dire questo: quella è stata la luce che mi ha guidato per tutto il tempo! Quello, il Drago dalle sfere luminose, mi ha fatto da guida nei periodi più bui. Anche tu hai qualche dubbio sul futuro, no? Beh, forse dovresti parlarne a lui: vedrai che riuscirà di sicuro ad aiutarti! – Lui mi guarda con un sorriso, come se attendesse che io lo faccessi veramente. Onestamente, non sono del tutto sicuro che l’amico di Ryu possa essermi di qualche aiuto e non voglio certo deludere Jimmy proprio ora che l’ho ritrovato! Chiudo gli occhi e pronuncio quelle semplici parole che mi ha suggerito. - Drago dalle sfere dorate, qual è il mio destino? - in viaggio: Dove siamo: -
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Capitolo 40: il migliore amico - Wow! – esclama lui – Quindi mi riconosci ancora! – - Certo che ti riconosco ancora: non penserai mica che potrei confondere quel tuo aspetto da imbranato! – - Ehi, io non sono imbranato! – sbotta lui, agitando i pugni e guardandomi male. A vedere quell’espressione, mi viene da ridere e questo non fa altro se non renderlo ancora più furioso. - Piantala di ridere!! – mi dice facendo divampare a più non posso la grossa fiamma che si ritrova ora. - Perché dovrei? – gli chiedo continuando a sghignazzare – Non ti ricordi forse del mio vantaggio di tipo? – gli chiedo. - Certo che me lo ricordo, ma non è un buon motivo per fare così! – dice cominciando a calmarsi – Io sono sempre e comunque il tuo migliore amico, no? – Al sentire quelle parole, sento gli occhi di Sfavillo puntati su di me, come se stesse per chiedermi delle spiegazioni, il che mi fa capire di essere in una brutta situazione… Non so che dire, quindi mi limito a temporeggiare un po’, non dando una risposta né all’uno, né all’altro, mentre entrambi mi guardano con espressioni sempre meno incoraggianti. - Senti, Jimmy, io non è… ecco… - - Piantala di cincischiare: parla e basta – mi dice, agitando la lunga coda, che per quanto non sia elettrica come quella di Sfavillo, con quella fiamma sembra altrettanto pericolosa. - Già, parla e basta – concorda Sfavillo, che si mette esattamente vicino a lui. Ora non posso più sfuggire allo sguardo di nessuno dei due. - Io… ecco… - dico di nuovo. - Mindy – ordina Sfavillo – mettilo a terra. Questo è un conto in sospeso tra Pokémon e gli allenatori non devono intervenire – Povero me… sono già morto: non riuscirò mai a sopravvivere a entrambi. - Cosa c’entri tu? – chiede Jimmy al Pokémon Elettro – Questa è una storia tra me e il mio migliore amico! – - No, ti sbagli: lui è il MIO migliore amico! Giusto Batuffolo? – mi chiede emettendo le sue solite scintille dalle guance. - Batuffolo!? Ma tu non sei il mio amico Francis? – chiede il Pokémon Fuoco un po’ confuso. - Sì che sono il tuo amico! – sbotto io – Non ti ricordi che la mia allenatrice mi ha soprannominato Batuffolo per colpa di quel genio di Joey? – - A dire la verità… no. Ma fa niente: Francis o non Francis, io sono comunque il tuo migliore amico, no? – mi chiede di nuovo, guardandomi con degli occhioni languidi che non credevo potesse avere. - A dire la verità… - comincio. - A dire la verità, il suo nuovo migliore amico sono io! – dice Sfavillo, terminando la mia frase e dando uno spintone a Jimmy, che cade a terra. - Ehi, come ti permetti!? – chiede rialzandosi subito. - Nessuno può mettere in soggezione il mio migliore amico: solo io posso! – esclama, tentando di folgorarlo. Con una rapida mossa di lotta che non credevo fosse capace di fare, si rialza e tira un forte calcio sulla mascella dell’altro, che manca il colpo e retrocede di qualche passo. Jimmy ride: - Non crederai che un Luxio come te mi metta paura o che mi possa fare del male? Non lo sai che i Monferno come me possono battere dei mostriciattoli come te in quattro e quattr’otto? – - E tu non sai che le mosse di tipo Volante come l’Acrobazia che hai usato proprio ora non hanno molto effetto su di me? – risponde il tipo Elettro, ridendo – Dovresti ripassarti un po’ debolezze e resistenze, mi sa! – Appena ode quelle parole, che si vede che lo pungono nel vivo, Jimmy ricomincia a guardarmi, con uno sguardo di rimprovero. - Davvero quello sgorbio è tuo amico? – mi chiede – Ma tu non odiavi i Pokémon del suo tipo? – - A volte si cambia nella vita, sai? – gli rispondo. - Ma quale vita e vita!! Sei partito da un mese, non da dieci anni! È solo da poche settimane che non ci vediamo! – - Beh, in poche settimane può cambiare molto. Non crederai mai a tutto quello che mi è successo… – - E, ad esserne sinceri, non voglio nemmeno sentirlo! – strilla – Non posso credere che sia diventato amico di quello che dicevi essere il tuo peggior nemico! – - Ehi, io non sono il peggior nemico di nessuno! – interviene Sfavillo. - Sta’ zitto, una volta tanto! – gli ordina il Monferno, riprendendo poi a parlare con me, guardandomi con disprezzo: - Devi essere proprio cambiato, da quando quella bambina ti ha portato via… - - Certo che sono cambiato… ma in meglio! Ho imparato molto da lei! – - Davvero? Cosa, esattamente? A farti chiamare “Batuffolo” e a bloccarti l’evoluzione con una Pietrastante? – mi chiede adocchiando la pietra che porto al collo, che riconosce immediatamente. Io d’istinto la stringo tra le ali. Lui, improvvisamente mi tende una mano: - Avanti, piantala di fare quello piccolo e carino per fare felice quella lì e vieni con me: ti porterò in un posto fantastico dove potrai Evolverti in pace e dove non ti troverà mai nessuno, così finalmente potremo tornare a stare insieme! – Io non accetto. Non posso accettare. La sua mano rimane in attesa per un po’, poi capisce che non lo accontenterò mai, che non lo seguirò, allora l’aria scherzosa che almeno un po’ rimaneva in lui, scompare del tutto. - Quindi non vuoi venire con me? – mi chiede, attendendo una mia risposta. Io ci metto un po’, ma alla fine gliela do: - No, Jimmy: io ora appartengo alla mia allenatrice e non ho alcuna intenzione di lasciarla – Lui si infuria. - Come puoi dire una cosa del genere!? Dov’è finito il tuo sogno di diventare un Empoleon!? Dov’è finita tutta la nostra amicizia!? – chiede pestando i piedi. - C’è ancora tutto: non ho mai detto di non essere più tuo amico! Sogno ancora di diventare il più grande Imperatore di sempre, ma… ci sono altre cose più importanti: è per questo che non mi voglio Evolvere! Non è lei che me lo ha impedito: è stata una mia scelta! – Lui continua a guardarmi male, come se non credesse ad una sola delle parole che ho detto: - Ti sbagli – pronuncia furioso – Tutto questo è colpa della tua allenatrice: da quando l’hai incontrata sei cambiato, quindi non può che essere colpa sua – Prima che io abbia il tempo di vederlo, lui spicca un balzo e, superandomi, cerca di colpirla. Io mi volto, ma so già che non riuscirò mai ad arrivare in tempo. Vedo l’espressione spaventata di lei, vedo che, non appena si accorge del pericolo, cerca di scansarsi, ma è troppo lenta: non riuscirà mai ad evitarlo. Non posso lasciare che finisca così… ma cosa posso fare!? Noto con la coda dell’occhio che Sfavillo è disorientato tanto quanto me, ma al contempo sento un rumore provenire proprio dalla posizione della mia allenatrice e un istante dopo, vedo il mio amico Jimmy che vola sopra di noi. - Scusami davvero, ma non posso permettere che tu la ferisca – dice Decidueye, facendo oscillare la lunga penna, ancora colma dell’energia del suo Fendifoglia – Il contratto parla chiaro e non posso permettermi di violarlo – Il Pokémon fuoco, ora a terra, si rialza a fatica e, guardando male tutti e tre, poi torna a focalizzarsi su di me. - Tu non sei più il mio amico – dice con disprezzo. - No – gli rispondo io – Sei tu ad essere cambiato – Lui pare colpito dalla mia risposta, che gli fa assumere un’espressione colma di dolore, ma nonostante tutto non parla. Stiamo lì per un po’, non so bene quanto, a fissarci negli occhi, nessuno che fa una mossa, mentre Decidueye ci sorveglia attento e Sfavillo osserva preoccupato la nostra allenatrice, ancora scossa per l’attacco che le era stato lanciato. Nel mio mondo, ora ci siamo solo io e lui: in breve, eclisso tutti gli altri. Lui, alla fine, sembra mimare con le labbra alcune parole, ma non riesco a capire quali, poi se ne va con gli occhi pieni di lacrime. - Mi dispiace… - mormoro io, seguendolo con lo sguardo, mentre fugge tra i palazzi di Giubilopoli. - Non ti devi dispiacere – mi dice Sfavillo, cercando di consolarmi – Uno come quello non si merita di essere tuo amico – - Non sai quanto ti sbagli - gli rispondo – Lui è stato il mio più caro amico quando ero al laboratorio, ma è evidente che qualcosa è cambiato in lui. Non è più felice come una volta – - Beh, felice o non felice, quello è matto da legare, te lo dico io! – mi risponde ancora Sfavillo, tornando dalla nostra allenatrice, che ci guarda un po’ confusa. Io mi volto e vedo che sembra capirmi, nonostante l’espressione confusa, come se sapesse che le manca qualcosa per avere un quadro d’insieme ma comunque avesse provato un’emozione come la mia. Senza dire una parola, vedendomi così triste, mi solleva e mi abbraccia, sussurrandomi qualche parola all’orecchio. - Tenevi molto a quel tuo amico, vero? – mi chiede – Se tu senti la sua mancanza e tu senti la sua, perché non lo vai a cercare e gli chiedi di venire con noi? Di certo non sarebbe un problema fare spazio ad un nuovo compagno di viaggio! – Io la guardo, come per chiederle se dice su serio: lei, capendomi, annuisce: - Decidueye ha detto che se vogliamo possiamo fermarci per qualche ora: io volevo andare a fare rifornimento al Pokémon Market, ma tu puoi andare a cercarlo! Io non ho di certo intenzione di lottare e con Decidueye non sarò di certo in pericolo: per me, basta che ci raggiungi prima che partiamo di nuovo – - Grazie – le dico, attendendo poi che mi rimetta a terra, pronto a seguire Jimmy o, almeno, a provare a raggiungerlo: veloce com’è, ora potrebbe già essere arrivato dall’altra parte della regione, ma il mio sesto senso mi suggerisce che non è così… Lei, anche dopo avermi rimesso in piedi davanti a lei, continua a guardarmi, probabilmente preoccupata per me, o forse semplicemente in attesa che faccia qualcosa. Dopo qualche secondo, comincio ad allontanarmi sotto lo sguardo dei tre, che una volta che sono abbastanza lontano, si voltano a loro volta e spariscono in una strada laterale. Ora sono solo in una città che non mi è mai piaciuta particolarmente, anche perché ad ogni svolta mi sembra di vedere quello stesso Centro Pokémon nel quale mi hanno rinchiuso per quel lunghissimo giorno e sto cercando un Monferno che ce l’ha a morte con me, che tra l’altro non so nemmeno dove si possa trovare, sebbene una vaga idea io ce l’abbia… Lui ha parlato di un luogo pacifico, nel quale mi sarei potuto Evolvere senza problemi, e ne ha parlato quasi come se fosse un posto speciale per lui: si potrebbe trovare lì! È poco probabile che sia in città, ma è altrettanto poco probabile che si trovi molto lontano da qui… Gli unici posti che mi vengono in mente, sono il Lago Verità ed i boschi che circondano Giubilopoli. Beh, non so proprio da dove cominciare, ma è sempre meglio muoversi ed andare a tentativi che stare qui fermi ad aspettare che tutto si aggiusti da sé! Immediatamente, mi incammino verso l’uscita sud della città, quella dalla quale siamo entrati per la prima volta io, Mindy e Sfavillo, sperando che Jimmy si trovi davvero in questa direzione. Non ci metto molto ad addentrarmi nel percorso antecedente la città e ad oltrepassare quella prima linea di alberi ed arbusti che delimita il sentiero, ritrovandomi dopo pochissimo tempo tra le radici di alti alberi che quasi impediscono anche al sole di filtrare. Ad un certo punto, mentre cammino, noto una luce, come un fuoco tra le fronde, e capisco di aver trovato la direzione giusta da seguire. in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 36: un nuovo accompagnatore Quelle parole, in un primo momento, mi erano sembrate davvero minacciose, ma, ora che ci rifletto meglio, avrei dovuto capire che non poteva essere così male come sembrava… nel senso, se uno ci salva, deve essere nostro amico, no? Sì, deve essere per forza così: nessuno che ce l’abbia veramente con noi ci avrebbe salvato! “Voi mi dovete un favore”, è questo che ha detto, solo questo. Subito dopo, ci ha semplicemente portato fuori senza dire una parola di più… già quando l’avevo visto la prima volta avevo capito che doveva avere qualche problema, questo tipo, e ora ne ho avuto la conferma: nessuno completamente sano di mente si sarebbe avventurato in una grotta buia, dove non è possibile vedere ad un palmo dal proprio naso, solo per salvare una completa sconosciuta ed i suoi Pokémon, mettendosi poi a lottare con un aggressore che per di più ha anche un vantaggio di tipo. In ogni caso, non è che questo mi dia particolarmente fastidio: ora come ora, dubito di aver conosciuto davvero qualcuno con tutti i Klink al loro posto… - Quindi tu ci vuoi aiutare? – chiede improvvisamente Mindy, rompendo il silenzio della notte, prima interrotto raramente solo dal vago rumore di un gruppo di ciclisti sulla via sopra la nostra testa. - Cosa ti sembra che stia facendo, bambina? – chiede, senza staccare per un attimo lo sguardo dal lavoro che sta compiendo. - Beh, stai ricucendo lo strappo del mio maglione – dice semplicemente lei. - Appunto: ora sto sistemando il tuo abito e prima ho curato il tuo Luxio. Di certo non ho intenzione di farvi del male, non ti pare? – - Beh… sì, mi sembra che tu abbia ragione… - mormora Mindy, provocando una leggera risata nel Pokémon. - Mi ricordi molto qualcuno che ho conosciuto molto tempo fa, sai? Lei si cacciava sempre nei guai, esattamente come te. Anche se ero sempre un po’ burbero con lei, in realtà ero felice di poterla aiutare: l’ho salvata così tante volte che ero quasi diventato il suo eroe… - - Quindi… tu ci stai aiutando perché ti ricordo questa tua amica? – chiede la mia allenatrice, curiosa di conoscere un po’ di più il nostro salvatore. Al solo udire quelle parole, lui si fa più scuro in volto, ritornando all’atteggiamento che già avevo conosciuto: - No. Assolutamente no. Ormai lei fa parte del mio passato, non lo sto facendo per questo. Il solo motivo per cui lo sto facendo è che hanno cambiato i termini dell’accordo e se voglio avere la ricompensa che mi spetta, devo portarvi sani e salvi fino a Giardinfiorito. Da lì in poi, le nostre strade si separeranno e non ci rivedremo mai più. Se ho curato i tuoi Pokémon e ti sto ricucendo la manica, è soltanto perché riportarvi con anche solo un graffio significherebbe una riduzione della ricompensa – Lei sembra un po’ rattristata dal sentire quelle parole: forse pensava che sarebbe potuto diventare nostro amico, ma più probabilmente non è quello il vero motivo della sua espressione. Da quel poco che posso vedere, lei sembra più affranta per aver capito che quel Pokémon prova un grande dolore al solo sentire quei ricordi, che perché si comporta in modo così distaccato con noi. Di nuovo, ci ritroviamo nel silenzio assoluto. Dopo alcuni minuti, nei quali la streghetta sta con gli occhi ancorati a terra, chiedendosi cosa fare, il tipo Erba, concluso il lavoro, le appoggia sulle spalle il maglione e rimette la minuscola piuma che ha usato tra le altre che compongono le sue ali, allontanandosi poi da noi e cominciando a girarci attorno, muovendosi velocemente da un’albero all’altro e lanciando corde e frecce in ogni direzione. Al termine del lavoro, spicca un balzo ed esce dalla portata della trappola che ha costruito. - Non è per voi – dice prima di andarsene – Il mondo può essere pieno di pericoli, ancora di più quando il sole non è ancora sorto: io devo andare a prendere alcune cose e questo è il modo migliore per tenervi al sicuro – Mindy annuisce, come se capisse, poi lo guarda mentre si allontana e alla fine si distende vicino a me. Non è proprio il massimo, dormire nel bel mezzo di un percorso, ad almeno un paio d’ore dall’alba dopo un giorno così intenso come quello della nostra nuova partenza, ma d’altra parte sarebbe stato troppo bello che tutto andasse liscio… Ora Sfavillo, dopo essere stato curato da Decidueye, dorme profondamente e io dovrei fare lo stesso, ma dopo questi eventi, ora che nuove domande sono tornate ad affollarmi la mente, l’ultima cosa che sarei mai riuscito a fare era proprio quello: infatti, in un primo momento ho provato ad addormentarmi, ma dopo essermi girato e rigirato qualche volta, ho lasciato perdere e mi sono limitato a fingere per non preoccupare Mindy e non destare sospetti nel Pokémon Erba. In questo modo sono riuscito ad ascoltare tutto, dall’inizio alla fine, senza che si accorgessero di me e ho avuto alcune delle informazioni che cercavo, sebbene le domande rimangano ancora molte… chissà come mai, tutti sembrano aprirsi davanti alla mia allenatrice. Fin da quando siamo usciti dalla grotta, guidati dall’Alifreccia, lui ha cominciato a darci informazioni su se stesso e su tutto quello che è successo, su come ha fatto a trovarci e su come è meglio proseguire: a quanto pare, ci ha seguito fin dal primo momento in cui abbiamo lasciato Mineropoli, convinto che avremmo sbagliato strada esattamente come è stato, sia per darci il motivo a cui ha accennato successivamente che perché, a quanto pare, è stato incaricato da Pedro in persona di consegnarci la Medaglia Carbone, prima prova delle capacità di un allenatore e dimostrazione che una delle Palestre è stata battuta. Io, ad essere sinceri, non sono del tutto sicuro che quella medaglia sia davvero da parte del Capopalestra, anche perché tecnicamente noi la Palestra non l’abbiamo propriamente battuta, ma non credo che sia il caso di tornare indietro a restituirla e se mai ci dovessero dire che quella medaglia non è valida, noi ci limiteremo a ripetere ciò che ci è stato detto, ovvero che “la Palestra non è stata battuta, ma il suo direttore ha rilevato nello sfidante una grande destrezza e per questo lo ha insignito del titolo di vincitore”… o almeno così credo ci abbia detto: io sono sì un imperatore, ma non uso mai un linguaggio così raffinato se non quando mi trovo in una situazione particolare che lo richiede, quindi non è che riesca a capire fino in fondo un Pokémon forbito come quello! Comunque sia, ci penseremo a tempo debito: ora, è meglio focalizzarsi sul presente e sul nostro viaggio giorno per giorno, anche perché, nonostante sembra che per il momento stia bene, non si sa quando potrebbe presentarsi una nuova crisi. Per quello che sappiamo, il nostro viaggio potrebbe concludersi anche domani, quindi è meglio godercelo il più possibile. Odio questo genere di pensieri, cerco di scacciarli, ma non ci riesco mai completamente, come se rimanessero sempre incollati da qualche parte, come se si legassero ad ogni altro ricordo e facessero in modo che ogni mio ragionamento alla fine mi riporti proprio lì, a pensare a quanto tempo ci resta… ma allo stesso tempo so anche che non ci dovrei riflettere così tanto, perché farlo andrebbe contro il principio del “vivere giorno per giorno”… mi sento in conflitto con me stesso. Improvvisamente, Mindy mi fa rotolare sul fianco, facendoci trovare faccia a faccia. - Credevi davvero che non mi sarei accorta che non dormivi sul serio? – mi chiede con un sorriso. - Io… - dico, ma lei mi ferma subito. - Non serve che ti giustifichi: è stata una giornata molto intensa e posso capire che hai molti pensieri per la testa che ti impediscono di addormentarti. Anche per me è così, sai? So che è difficile, ma dobbiamo dormire almeno un po’, se no non avremo mai le forze per viaggiare come si deve! – - E se arrivasse qualcuno? – le chiedo – Siamo nel bel mezzo del percorso, con Sfavillo che si sta ancora riprendendo dalle botte e dal veleno e un fragile Uovo da proteggere – Lei sembra capire le mie preoccupazioni, ma mi sorride e mi dice che non serve preoccuparsi: - Non hai visto la trappola in cui ci troviamo? – mi chiede – L’ha costruita prima Decidueye e se qualcuno dovesse anche solo provare ad avvicinarsi, dubito che riuscirebbe a fare un singolo passo – - Sì, è vero – le rispondo – Ma non mi piace questa cosa… mi sento come un’esca e non è che quel Pokémon mi stia particolarmente simpatico: secondo me ci nasconde qualcosa! – - Davvero credi possa essere pericoloso? – mi chiede, come se avessi appena espresso un dubbio remoto e neanche vagamente realistico – È logico che nasconde qualcosa, ma non mi sembra che ci voglia fare del male: ci ha portato la Medaglia, ha curato Sfavillo, ti ha dato l’ultima Vitalerba che gli era rimasta, ci ha scortato fin fuori da quella grotta, ha controllato che l’Uovo stesse bene e mi ha ricucito il maglione. Di certo non è cattivo! – - Sarà… ma io continuo a non fidarmi – le dico, sperando che capisca ma sapendo al contempo che lei ha una fiducia nel prossimo davvero disarmante e che non riuscirà mai a sentire le stesse preoccupazioni che ho io. Prima che lei abbia il tempo di replicare, un fruscio tra le fronde di un albero richiama la nostra attenzione e notiamo entrambi una figura che ci fissa dall’alto della chioma del giovane sempreverde che si trova vicino a noi. In particolar modo, da come ci guarda, sembra aver notato l’Uovo, incustodito vicino a quella palla di pelo elettrica che è il mio amico, abbastanza addormentato da non essere una minaccia. Con uno strillo, si fionda verso la sua preda, ma prima ancora che io abbia il tempo di intervenire, qualcosa scatta e una valanga di piume-frecce lo colpisce, bloccandolo sulla corteccia dell’albero dal quale era partito, nella quale i dardi si sono conficcati. - Visto? – mi chiede Mindy – Te l’avevo detto che Decidueye ha pensato a tutto e che siamo al sicuro! - Mi spiace ammetterlo, ma forse ha davvero ragione… per quanto comunque io continui a non fidarmi del tutto di lui, forse ci aiuterà davvero e fin quando ce l’abbiamo intorno, siamo davvero fuori pericolo! Io confermo, facendo di sì con la testa, vedendola finalmente felice: lei sa che io mi preoccupo sempre, anche quando sembra l’esatto contrario, quindi sembra davvero rallegrarsi all’idea che finalmente anche io riesca a riposare in pace senza che altri tristi pensieri mi affollino la mente. Peccato che io abbia sempre qualcosa che mi affolla la mente. Le sorrido, mentre lei si gira e rigira sul soffice manto erboso, cercando una posizione più comoda, stringendomi poi a lei, sperando che le sue calde braccia riescano almeno per un po’ a tenere lontane le preoccupazioni. Lei chiude gli occhi e, dopo pochi istanti si è già assopita: lo stesso faccio io, ma so già che il mio sonno non sarà calmo come il suo. - E così sei di nuovo qui? – sento che mi chiede una voce. Mi osservo le ali e vedo che sono di nuovo un Empoleon, poi alzo rapidamente lo sguardo, alla ricerca di chi mi abbia posto quella domanda. Pur facendo un giro intero su me stesso, non vedo nessuno: attorno, solo l’oscurità assoluta. - Chi sei? Cosa vuoi da me? – chiedo io in risposta. - Non è importante chi sono io… ciò che conta, è che avevo promesso che non l’avrei toccata la prima volta, ma lei non sarebbe più tornata. Lei è il male – dice ancora una voce, come composta da un coro numeroso, ma talmente ben coordinato da sembrare un unico fortissimo suono. - Lei? Chi è lei? Cosa vuoi dire con “lei è il male”? – chiedo di nuovo. - Tu.. – mormora la voce, mentre decine di entità incormporee cominciano ad apparire e scomparire attorno a me, producendo un suono macabro, fulminandomi con la loro essenza inquietante. Se c’è qualcuno o qualcosa che può rappresentare il male, sono di sicuro queste creature! - Tu sei colui che l’ha condotta qui. Non sarebbe mai dovuta tornare… - continua la voce, questa volta identificata con un essere che si pone di fronte a me. Provo a resistere, ma non ci riesco: sento la rabbia montare dentro me, sento la confusione, sento la paura… tutto quello che ho già sentito, ora elevato all’ennesima potenza. Sento di dover agire e prima ancora che abbia il tempo di pensare, capisco di aver colpito quell’essere con un fortissimo attacco Acciaio che nemmeno riesco ad identificare, che tuttavia non pare nuocergli. Vederlo ancora lì, impassibile, non fa che aumentare la mia ira. Lo colpisco ancora e ancora, sempre più forte, sempre più veloce, cercando di ferirlo, pur non conoscendo l’esatto motivo per cui debba farlo. Alla fine, stremato dalla lunga serie di attacchi, mi fermo e la presenza, fulminea, mi colpisce talmente forte e con tanta precisione da farmi crollare al suolo paralizzato dal dolore con un solo colpo, mentre una nuova ombra mi passa accanto. Ancora lei. Me lo dovevo aspettare: chi poteva essere se no? Chi poteva incarnare il male meglio di lei? Cerco di muovermi di nuovo, ma non ci riesco. - Noi abbiamo mantenuto la nostra promessa: lei è tornata indenne; voi, però, non avete mantenuto la vostra e questo è il prezzo. Il male deve essere annientato: nulla lo potrà evitare e questo è l’unico modo che abbiamo per sopravvivere – Lei continua a camminare, fino a portarsi di fianco all’essere misterioso. A quel punto, si volta, guardandomi con un paio di occhi inespressivi ed una voce atona. - Tu lo sapevi: l’hai sempre saputo. Sei stato tu a convincermi e per questo siamo qui. Come pensi che riuscirai a vivere, con un senso di colpa che ti attanaglierà per il resto della vita? – - Io… - mormoro, sputando a fatica quella singola parola. Non so davvero cosa dire: non so nemmeno cosa è successo, non so perché siamo qui, non so perché, tra tutti, lei è il male… come posso averla portata qui!? Perché l’ho fatto!? Come ho potuto esporla ad un simile pericolo!? Tutt’a un tratto, la rabbia che provavo si tramuta in tristezza e calde lacrime scorrono sul mio volto. È tutta colpa mia: se io non l’avessi convinta… - Tu non riuscirai mai a vivere… - mormora piena di disprezzo la sua voce – Tu vivrai per sempre una vita a metà, morto da un lato e vivo dall’altro. Tu vivrai solo per coltivare un inguaribile codardia ed egoismo senza pari, finché capirai che tutto ciò che tu hai sempre amato, è anche la causa della tua distruzione. Da quel momento, perderai ogni voglia di vivere e ciò che ti divorerà dall’interno diventerà il mio nutrimento. Io avrò la mia vendetta – Quelle parole non le capisco nemmeno del tutto, troppo confuso dalla stanchezza per l’assalto all’essere e per il colpo che ho subito, ma mi piombano ugualmente addosso come macigni. - Io… io ti venderò per egoismo!? Per paura!? – chiedo terrorizzato. - Sì, Batuffolo: tutto succederà solo a causa tua – mi dice mantenendo quel tono pieno di disprezzo. Al sentire quelle parole, provo un incredibile vuoto dentro di me, sento tutto il mondo crollare, sento il cuore che mi si ferma, tutto comincia a girarmi attorno. Quasi riuscito ad alzarmi, cado di nuovo pesantemente al suolo, faccia a terra. Nuove lacrime mi bagnano il volto e questa volta non riesco a trattenere i tremiti. Senza che me ne accorgessi, lei mi si avvicina e, con un calcio, mi fa girare su un fianco, poi con quello seguente mi fa sdraiare nuovamente a terra, questa volta pancia all’aria, in modo tale che la possa vedere. - Non ti preoccupare – mi dice con un sorriso che non è da lei – È vero che tutto questo succederà a causa tua, ma è anche vero che in questo modo salverai il mondo: cosa vuoi di più? – Te. Ecco cosa voglio di più: solo poter stare con te, saperti al sicuro. Cerco di muovermi, ma è ancora impossibile. Io continuo a non dire una parola e, anche se volessi, non ci riuscirei mai. - E così ancora non dici nulla? Continui solo a piangere? Dov’è finito il tuo “spirito da imperatore”? – mi deride lei, pensando di riuscire a riscuotermi in qualche modo. Io rimango fermo, ma provo a pronunciare nuove parole, per quanto so che non verranno mai udite e che non riuscirò mai a dirle sul serio. - Tu… - biascico – Tu non dici la verità… io so che non farei mai ciò che hai detto: tutto questo è solo una farsa per farmi cedere, ma non succederà mai! Io non potrei MAI fare una cosa del genere! – Sento nuova forza dentro di me: sento scorrere un potere che non conosco, ma che assecondo e che mi porta ad alzarmi di nuovo e a puntare un’ala contro quei due. - Tu non sei la mia Mindy – le dico. Lei ride, di una risata sadica, malefica, poi riprende a fissarmi con quell’aria truce: - Ne sei sicuro? Quindi mi vuoi ripudiare come tua allenatrice? Davvero avresti il coraggio di farlo? Io non sono nessun altro se non la Mindy che hai sempre conosciuto, solo che ora ho capito la verità… io ho capito qual è il mio posto, ovvero questo! – dice, indicando con le braccia l’oscurità che ci circonda. - No, non è vero! Tu appartieni al mondo dei vivi, non a quello dei morti! – le grido io. - E chi ha mai detto che questo è il regno dei morti? – mi chiede lei, mantenendo quel sorriso spaventoso – Questo, è il luogo da cui provengo. Questa è la mia casa – - No, non lo è! Tu non puoi stare qui! Tu devi tornare con me! – le dico ancora io. Lei ride: - Batuffolo, non ti devi preoccupare: io sarò sempre con te… - dice, guardomi con un sorriso e fissando i suoi occhi nei miei – Non crederai che ti possa lasciare via di qui senza nemmeno un souvenir? – Schioccando le dita, uno di quegli esseri si trasforma in lei come l’ho sempre vista nei miei sogni, col lungo vestito bianco, ma non sembra viva… sembra solo un pupazzo a grandezza reale, ma assolutamente vuoto. Non appena tocca terra, la Mindy dal visto bianco si accascia e cade in avanti con un tonfo, la tinta bianca e gli occhi senza luce. - Guardala, questa è la tua Mindy! – mi dice l’altra – Non avevi detto che l’avresti per sempre tenuta con te? Beh, ora puoi! – Cacciando una nuova risata inquietante, lei ricomincia a retrocedere seguita dall’altro essere che era lì con noi, mentre l’oscurità che ci avvolge si fa sempre più opprimente. Un coro si alza, intonando parole che già conosco, che già ho sentito. - Buona notte, Batuffolo… - mi dice Mindy, sovrastando per un attimo il coro. Dopo ciò, il vuoto assoluto. - E così il principino si è finalmente svegliato… - mormora una voce maschile. - Beh, è giusto che dorma: dopo tutto questo tempo, dopo tutti questi avvenimenti, è normale che sia stanco! Ha fatto proprio bene a dormire! – le risponde un’altra voce familiare, che ride come al solito. - Beh, forse ha fatto bene per te, ma pensa che si è perso tutto questo viaggio a piedi! – dice una terza voce – Io di sicuro non sarei mai stato felice di perdermi un divertimento del genere! – - Beh, non è che tutti si divertano come te… - dice la seconda voce. - Questo lo dici tu! Andiamo, chi non adora elettrizzare i Mareep che passeggiano e vedere che si gonfiano come dei palloncini!? - - Fidati, non è mai un gran divertimento – lo interrompo io, aprendo gli occhi – Forse sarà divertente per te, elettrizzare, ma per chi viene elettrizzato non è così bello… - Lentamente, comincio a guardarmi intorno. - Beh, se lo dici tu che lo hai provato così tante volte, non possiamo che fidarci! – esclama Mindy, ridendo e stringendomi forte come sempre. Io le sorrido, ma subito qualcosa dietro di lei attrae la mia attenzione: perché siamo di nuovo qui? E lui… cosa ci fa da queste parti? Lui, vedendo che lo sto fissando, mi guarda a sua volta: - Guarda un po’ chi si rivede… - mormora – Ora non mi sembri più forte come prima, sai? – Io gli lancio uno sguardo di sfida: - Anche io sono felice di rivederti, Jimmy! – in viaggio: Dove siamo: -
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Capitolo 35: i pericoli del buio Non ho mai camminato così tanto… certo che è proprio stancante! È da quando siamo usciti dall’ospedale di Mineropoli che ci muoviamo e non ci siamo fermati nemmeno un momento: sia Sfavillo che Mindy erano straconvinti che stavamo prendendo la direzione giusta e che dovevamo correre se volevamo arrivare prima che facesse buio alla prossima città. Peccato solo che si sbagliavano. In effetti, devo dire che anche altri avrebbero commesso il loro stesso errore, ma di certo non con una cartina con tanto di illustrazioni e descrizioni che ti dicono che stai sbagliando strada! È vero che nell’ultimo periodo, i navigatori satellitari tendono a fare le bizze e sembrano ossessionati da quel loro noiosissimo “ricalcolo”, ma se ne stai usando uno si presuppone che tu sia intenzionato a seguirne le indicazioni, non ad ignorarle e fare comunque di testa tua: a cosa serve un navigatore, se no? Comunque sia, ora siamo qui, nella “Grotta Labirinto”, e voglio proprio vedere come faremo ad uscire… Stiamo continuando a girare in tondo da almeno mezz’ora e mi chiedo ancora quanto tempo ci metteranno a convincersene quei due! - Sei sicura che quella sia la direzione giusta? – chiede Sfavillo. - Certo che lo sono: qui di direzioni ce ne sono solo due e se quella di prima è sbagliata, questa deve essere per forza quelle giusta! – risponde Mindy, con un espressione che probabilmente dovrebbe essere vagamente nervosa, ma che non riesco a vedere per la completa oscurità che ci circonda. - Quindi andiamo di qui? – chiede di nuovo Sfavillo. La streghetta annuisce e io faccio lo stesso, riprendendo poi a marciare seguendo la stella che ci fluttua ed ondeggia davanti: l’unica cosa che ci fa capire che davanti a noi c’è il Pokémon Favilla. Manco a farlo apposta, sembra che, dopo aver svoltato altre tre volte, ci ritroviamo al punto di partenza. - Sentite – dico io, impedendo che riprendano a battibeccare come l’ultima volta – Perché non usiamo una Fune di Fuga e la facciamo finita così? – - Mi spiace dirtelo, Batuffolo, ma io proprio non ce l’ho un oggetto del genere: non pensavo sarebbe necessario usarla avento un Pokémon che può vedere al buio! – mi risponde Mindy, con un accenno nemmeno troppo velato al nostro amico. - Sentite… - cerca di difendersi lui – Non è colpa mia se qui è strapieno di Pokémon che mi fermano e mi fanno perdere l’orientamento e se questo posto è un labirinto! – - Beh, cosa ti aspettavi? Se questa si chiama “Grotta Labirinto”, ci sarà anche un motivo! – replico io. - Sì, ma a tutto c’è un limite! Va bene che deve essere difficile uscire da qui, ma si sta esagerando! Questo posto è talmente buio che non vedo neppure io del tutto chiaramente e le pareti sono di uno strana pietra che riflette ed assorbe l’elettricità, quindi vedo tutto come se fossimo in mezzo ad una folla di Electrode nel pieno della loro produttività elettrica! – strilla Sfavillo, facendo rimbombare la propria voce e diffondendo l’eco in ogni direzione. Io vorrei replicare di nuovo: con questa nuova affermazione ha dichiarato ufficialmente che neppure lui sapeva dove stavamo andando e se c’è un momento in cui rimproverarlo è proprio questo! Peccato, però, che prima che io abbia il tempo di farlo un urlo acuto mi perfora i timpani e subito dopo la grotta stessa inizia a vibrare. - Ditemi che non è vero… - mormora Mindy preoccupata. - Cosa sta succedendo qui? – grido io, cercando di sovrastare il fracasso della scossa. - Sono gli Zubat! – mi risponde la mia allenatrice – Sapevo che un giorno o l’altro avrei dovuto incontrarli di nuovo… ma speravo che quel momento non arrivasse così presto! – Una nuova scossa ci fa muovere la terra sotto i piedi, facendo cadere la streghetta, che si lamenta per aver pestato il sedere. - Cosa facciamo? – chiedo, mentre sento che lei tente di rialzarsi. - Cosa vorresti fare!? – interviene Sfavillo – CORRETE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!!! – Ad una velocità che non credevo possibile, vedo la sua stella sparire dopo essersi allontanata di parecchi metri. Perfetto… ora non solo stiamo per essere travolti da uno stormo dei Pokémon più odiati di sempre, ma abbiamo pure perso l’unica quasi-guida che avevamo e l’uno possibile biglietto di uscita: non potevo proprio desiderare di meglio… - Forse dovremmo seguirlo! – esclamo io alla mia allenatrice. - Come? – mi chiede lei – Ti ricordo che io sto portando un uovo: se corro al buio, rischio di inciampare e fare una frittata! Cosa direbbe Phoebe se il Pokémon che mi ha regalato scomparisse così? – Io ci penso un attimo, riflettendo su cosa potrebbe realmente dire e, onestamente, mi viene da ridere: sarebbe proprio una scena divertente da vedere! - Non sarebbe divertente! – mi risponde Mindy ancora prima che io possa aprire bocca. Comincia a diventare noiosa questa storia: come farò a raccontarle qualche barzelletta se lei saprà sempre come vanno a finire ancora prima che io le dica tutte? Ho sentito parlare di allenatori che hanno usato dei caschi artigianali di alluminio per proteggersi dai Deoxys che provavano a leggere loro la mente… chissà che non funzioni anche per le streghe! - Forse non sembrerà divertente a te, ma per me lo è molto! – le dico io. Una nuova scossa e tanti stridii si diffondono per il corridoio di pietra. - Divertente o meno, non è questo il momento in cui metterci a parlarne: hai sentito anche tu quei versi! – mi risponde preoccupata. - Certo che li ho sentiti, ma non mi sembra il caso di scaldarsi tanto: cosa vuoi che siano un po’ di Zubat? – Neanche a farlo apposta, un primo gruppo, svegliato dalle nostre voci, si lancia fuori gridando e sbattendo le ali a più non posso e per poco non ci travolgono. Io mi accovaccio a terra, cercando di farmi più piccolo per evutare di essere colpito e sento che Mindy fa lo stesso. - Visto cosa intendevo? – mi chiede con la voce spezzata – Non solo siamo bloccati nell’oscurità più completa, ma siamo ancora fin troppo vicini a quei bruttissimi Pokémon Veleno! Lo sai che la loro mossa peculiare è Sanguisuga? Se rimaniamo qui, ci mangeranno vivi! – esclama terrorizzata. Io cerco di rimanere il più calmo possibile e tranquillizzare anche lei: nemmeno a me piacciono i Pokémon Veleno ed il buio, ma non possiamo abbacchiarci così! Se lo facciamo, non usciremo mai di qui! - Prima di tutto – le dico – Stai calma e ricorda che finché stiamo in silenzio, loro non si accorgeranno di noi, quindi basterà parlare senza alzare troppo la voce, come d’altra parte abbiamo fatto fino ad adesso, per non farsi notare e poi… - cerco di pensare a qualcos’altro di incoraggiante da dire, ma non mi viene in mente nulla. - E poi? – mi chiede Mindy tirando su col naso. - E poi, se anche quei Pipistrelli dovessero provare ad assalirti, ci penserò io a difenderti! – dico. - Davvero? – chiede di nuovo lei. - Certo! Sono il tuo Pokémon e mi sembra il minimo! – Un nuovo acuto perfora l’aria, facendo spaventare la streghetta, che caccia un urlo terrorizzato forse più acuto di quello del Veleno stesso, che vola via passando a poco spazio da noi, tanto che riesco a sentire l’aria mossa dalle sue ali. Subito dopo, altri esseri volano nella nostra direzione e io cerco di mantenerli alla larga sparando dei Bollaraggio alla cieca, ma finisco solo per essere colpito e sbattuto contro una parete della grotta. Spolverandomi, mi rialzo e una mano mi afferra e mi solleva, stringendomi poi forte. Sento sotto i miei piedi le sue gambe e contro la mia schiena il suo petto: davanti a me, a tenermi ancorato a lei, entrambe le braccia, che mi fanno sentire come il Teddiursa di pezza di una bambina spaventata dai mostri notturni. Non dico nulla perché so che ho mentito: non riuscirei mai a proteggerla ed il massimo che posso fare è questo. L’unica speranza che abbiamo di uscire è che un altro allenatore passi di qui e ci aiuti. - Secondo te Sfavillo tornerà? – mi chiede Mindy ad un certo punto. - Certo che tornerà! Deve farlo! – le rispondo – Anche lui tiene molto a te e non ti lascerebbe mai in una brutta situazione come questa! Vedrai che è andato a cercare aiuto e che sarà qui a minuti! – - Sarà, ma io da quando mi sono svegliata l’ho trovato… diverso – mormora, stringendomi ancora. Non so per quanto tempo stiamo lì in silenzio, ma so per certo che, quando quella situazione termina, lo rimpiango: a passo di carica, un Pokémon si avvicina a noi. Non serve sforzarsi per capire di chi si tratta: solo lui ha una stella così ben riconoscibile. - Te l’avevo detto, io – dico a Mindy, non appena il Pokémon elettrico è abbastanza vicino da illuminarci. - Avete sentito la mia mancanza? – chiede ridendo. - Non esattamente… - gli rispondo io – Senza di te c’era molto più silenzio! – - Uff… certo che non riesci proprio a darmi un benvenuto caloroso tu… - mormora facendo luccicare due fili di elettricità sul suo volto – Ma d’altra parte è anche logico che sia così: tu non sei mai felice di vedermi… ma ti farò cambiare idea! Senti qui! – esclama. Prendendo fiato, caccia un forte ruggito, così tanto che fa vibrare le pareti e farne diffondere l’eco in ogni dove. - Tu… - mormora Mindy, che ora ha gli occhi stralunati ed un’espressione più terrorizzata che mai. - Vi è piaciuto il mio Boato? L’ho imparato prima mentre battevo l’ennesimo Bronzor selvatico: non è mitico!? – chiede con gli occhi che gli luccicano per la gioia. - Tu… - ripete la streghetta. - Io? Cosa? Vuoi dirmi che sono mitico? Non serve: lo so già! – ride. - No, tu… - dice ancora lei. - io cosa? Avanti, non fare tanto la misteriosa e parla! – esclama. - TU SEI UN GENIO!! – strillo io – MA NON LO SAI CHE COSÌ SVEGLI TUTTI GLI ZUBAT!? – gli chiedo arrabbiatissimo. - Oh – mormora lui – Ecco cosa avevo dimenticato… - Con una nuova scossa e una quantità di stridii inimmaginabile, uno stormo di Pokémon attraversa il cunicolo, infilandosi in ogni dove e rischiando di ferire sia me, che Mindy, che l’uovo, mentre colui che ha provocato tutto ciò sembra quasi divertirsi ad abbattere le sue prede una Scintilla dietro l’altra. La streghetta ha chiuso gli occhi e mi stringe fortissimo, sperando che tutto finisca in fretta. L’orda imperversa, ma il numero di Pokémon che ci si avvicina è sempre inferiore, abbassato notevolmente dai continui scatti elettrici del nostro amico: grazie ai suoi lampi, riesco anche a vedere l’immenso numero di corpi svenuti e paralizzati dai suoi attacchi e, per qualche oscuro motivo, sento una strana sensazione… sento come se qualcosa di più grande stesse per accadere. - Batuffolo? – mi chiede la mia allenatrice, allentando leggermente la presa – Non sembra anche a te che ci sia troppo… silenzio? È già finito tutto? – Io attendo qualche secondo prima di risponderle, che mi prendo per ascoltare con attenzione ogni eventuale suono che possa riportare a quegli odiosi Zubat, ma l’unica cosa che si ode sono alcuni ringhi strozzati e acuti versi di dolore, di qualche Pokémon ferito e dolorante, ma non abbastanza da aver perso i sensi come tutti gli altri. - Sembrerebbe di sì: Sfavillo li ha sbaragliati tutti. – le rispondo. - Non tutti – mi risponde lei – Non senti questa specie di pianto? – - Un pianto? No, io non sento nulla – le dico, provando ancora ad ascoltare l’eco della grotta, ma sentendo di nuovo solo leggeri lamenti e qualche suono emesso dal felice tipo Elettro, che ride per l’incredibile risultato ottenuto. - Prova ad ascoltare meglio… non so chi, non so dove, ma qualcuno sta chiedendo aiuto… qualcuno sta chiamando i rinforzi e non ci metteranno molto ad arrivare. Ce ne dobbiamo andare da qui! – esclama terrorizzata Mindy, alzandosi in piedi di scatto e facendomi rotolare a terra. Io cerco di rialzarmi immediatamente e, dopo aver afferrato l’uovo, che trovo tastando il pavimento, chiedo a Sfavillo di illuminarci la via per potercene andare, ma ciò è un’arma a doppio taglio. Esattamente come mi permette di vedere la strada da seguire, mi permette anche di vedere la strage che è stata commessa e che mi lascia impietrito. Con qualche indeciso passo sento che lei comincia a muoversi, ma prima che abbia il tempo di allontanarsi di solo una decina di metri, ciò che ha detto si avvera: uno stridio molto più forte degli altri ci fa gelare il sangue nelle vene. - Guarda guarda… - mormora il Pokémon Elettro, facendo scorrere la solita elettricità su tutto il corpo, come se riuscisse in lontananza a vedere colui che ha prodotto quel verso. - Cosa c’è? – gli chiedo – Non dirmi che sta arrivando un nuovo gruppo di Zubat! – lo imploro, terrorizzato come la streghetta. - No, niente Zubat – mi risponde subito lui – Se fosse stato così, non sarebbe stato il caso di preoccuparsi: questa, al contrario, sarà una sfida molto più interessante! – - Di cosa stai parlando!? Che sfida? Noi dobbiamo solo riuscire ad uscire da qui! Noi, in questa stupida grotta, non ci saremmo nemmeno dovuti arrivare: abbiamo solo sbagliato strada e l’unico nostro obiettivo è riuscire ad andarcene indenni, non quello di affrontare sfide! – Lui ride: - Ti sbagli: il nostro obiettivo è battere tutti i Capipalestra e quale può essere il modo migliore di facilitare le cose se non aumentare il nostro Livello? – - Cosa c’entra adesso il fatto che dobbiamo salire di Livello!? Senza poi contare che siamo già a buon punto: se non sbaglio, tu sei già al 25, mentre io sono al 19, quindi non abbiamo certo bisogno di diventare più forti! – - C’è SEMPRE bisogno di diventare più forti! – mi dice, voltandomi le spalle per prepararsi a fronteggiare questa nuova minaccia – E poi non sarà così terribile come credi: voglio solo divertirmi un po’, niente di più! – - Sfavillo, ti sembra questo il momento di mettersi a giocare? – chiede Mindy, ancora molto spaventata e certa che non succederà niente di buono – Capisco che tu ti sia Evoluto e che ti piaccia molto questa nuova forza, ma non ti pare troppo presto per farlo di nuovo? – Lui si volta, stupefatto che lei sia riuscita a capire le sue intenzioni: - Come fai a sapere che mi voglio Evolvere di nuovo? – - Beh, non è che ci voglia molto… in generale, nessuno vuole diventare forte in poco tempo, perché poi le sfide diventano noiose: se vuoi salire di Livello, è logico che lo fai perché sai che in questo modo otterrai qualcosa che ti interessa! – - Davvero è così logico? – chiede. - Sì, davvero: tu… - inizia la streghetta, ma un improvviso battito d’ali e un nuovo verso acuto, molto più vicino del precedente, la interrompono. - Ne parliamo dopo! – interviene Sfavillo – Ora devo riuscire a battere questo nuovo Pokémon, poi vedremo cosa fare! – Ad una velocità impressionante, quello che si direbbe un Eterelama ci passa vicino, sibilando e provocando un taglio netto nel vestito di Mindy, dal quale fuoriesce anche un filo di sangue, come se fosse stata ferita. - Senti, non è questo il momento di lottare! – lo chiamo di nuovo io – Piuttosto, avvicina quella tua luce e aiutami a vedere la ferita della nostra allenatrice è grave o meno – - Non ti preoccupare – dice subito lei – È solo un graffio: non è il caso di preoccuparsi così! – La luce è flebile, ma comunque sufficiente a vedere che la sua espressione non è del tutto d’accordo con quello che ha detto: di certo quella ferita deve bruciarle parecchio. In un attimo, un nuovo attacco ci passa accanto, ma questa volta è il mio turno di essere ferito, mentre sia Sfavillo che Mindy riescono ad evitarla per un soffio. Il colpo è luminoso, di un colore viola pulsante e ha la forma di una croce, che sebbene mi sfiori unicamente, mi fa sentire tutto il potere del veleno che contiene. - Non pensavo saresti riuscito a schivare anche un Velenocroce come questo… - sibila una voce molto vicina. Il battito d’ali non è più un rumore lontano: è dietro alle mie spalle e con la coda dell’occhio riesco a vedere un corpo in continuo movimento, dotato di quattro appendici che continuano a battere a ritmo sostenuto. - E io non pensavo che ti saresti arrabbiato tanto solo perché ho abbattuto qualche Zubat – gli risponde Sfavillo – Ce n’erano fin troppi: qualcuno avrebbe dovuto ridurne il numero in un caso o nell’altro – - Come osi dire una cosa del genere!? Tu, piccolo stupido Elettro, pensi di poterti prendere gioco di me solo perché hai un vantaggio di tipo!? – - Io non mi sto prendendo gioco proprio di nessuno: io dico solo la verità! – ride lui – Non è certo colpa mia se voi appestate le caverne! – - BASTA! – esclama il Pokémon Veleno – Non ho intenzione di lasciarmi prendere in giro oltre! – Questa volta, rispettando quello che ha detto, si lancia all’assalto, ad una velocità talmente sostenuta che quasi non lo vediamo nemmeno. L’unica cosa che capisco prima che anche la flebile luce di Sfavillo si spenga è che il mio amico viene assalito e, con una forza ed una violenza senza pari, il Pipistrello affonda i canini acuminati nel collo del mio amico, prosciugandolo di tutte le sue energie. - Batuffolo! – mi strilla Mindy – Devi fare qualcosa! Non puoi lasciare che finisca così! – So che ha ragione ma… cosa posso fare? Già adesso so che Sfavillo non ha più speranze e che io, anche volendo, non riuscirei mai ad aiutarlo per il solo fatto che siamo nel buio più assoluto. In più, se anche ci provassi, l’unica sorte che potrei avere sarebbe la stessa che ha avuto lui. Sento i suoi occhi che mi fissano, che attendono di vedere un bagliore che dimostri che mi sto muovendo, ma non riesco a fare nulla. Sono immobilizzato dalla paura e dalla consapevolezza che questa probabilmente sarà l’ultima volta che vedo questo Luxio. - Batuffolo… - lo sento mormorare. So che è sbagliato, ma non posso lasciarlo finire così! Improvvisamente, mi tornano alla mente le parole di Ryu: “Contieni un’energia pressoché infinita”. Io posso fare cose che nessuno si sarebbe mai immaginato e ho accesso ad un potere maggiore rispetto a quello che hanno tutti i miei simili. Io posso riuscire a battere quel Crobat. Cerco di concentrarmi e di tornare alla situazione nella quale mi trovavo: mi sento in pericolo, sento che la mia allenatrice ha bisogno di essere protetta, sento che senza di me nulla andrà bene… ma non scatta niente. Non funziona. Perché non funziona? Forse lo so: non è che devo usare Ferrartigli? Sì, può essere, ma come devo fare? Io non conosco quella mossa… o almeno non credo di conoscerla. Mentre rifletto, si ode un nuovo sibilo ed uno schianto. Cosa è stato!? Mi volto, certo la fonte di quel rumore, ma per via del buio assoluto non vedo niente, nemmeno un minimo movimento. Di nuovo dei rumori, rumori di una colluttazione, poi di nuovo quei versi striduli e acuti, ma con un tono del tutto diverso, quasi come se stesse soffrendo. Per ultimo, un verso forte, acuto, dai toni talmente alti da far male alle orecchie, poi più nulla. Due occhi rossi spiccano nel buio e io capisco che, qualsiasi cosa stia succedendo, non è nulla di buono. Le parole di quell’essere, però, mi suonano familiari: - Voi mi dovete un favore – in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 34: gli ultimi preparativi - Era davvero necessario fare così? – chiede Sceptile a Ninetales. - Riflettici – risponde lei – Decidueye voleva lottare con me, ma tu ti sei messo in mezzo e nessuno dei due mi stava ad ascoltare: tu cosa avresti fatto al posto mio? – chiede continuando a trotterellare al nostro fianco, senza nemmeno voltarsi a guardare il suo interlocutore. - Beh, di sicuro non avrei lanciato un Marchiatura all’ennesima potenza cercando di abbrustolire entrambi… - replica. - Mi spiace, madama, ma devo concordare con Sceptile: nessuno si sarebbe comportato come lei! – rincara l’altro tipo Erba. Lei non sembra particolarmente felice di quei commenti, ma nonostante tutto riesce quasi a nasconderlo grazie al suo comportamento altezzoso: - Io ho ottenuto il massimo risultato col minimo sforzo e ho pure preso due Pidove con una fava: sono sia riuscita a fermarvi che a farvi capire che non mi serve che qualcuno lotti per me! – - A dire la verità – interviene Gallade, che fino a questo momento è stato zitto – Io non ho mai pensato che tu avessi bisogno di essere difesa – - Davvero? – chiede sbalordita la Volpe – Beh, se anche fosse, è sempre meglio mettere le cose in chiaro e ripetersi, anche a costo di dire qualcosa che è già risaputo. È duro stare in una squadra di soli maschi, sapete? – A quel commento, i tre Pokémon scoppiano a ridere, ma io non capisco esattamente perché… forse è che sono troppo concentrato e ho troppe sull’immediato futuro per riflettere sulle loro battute. Dopo che Decidueye ed il misterioso difensore del tipo Fuoco, che si sono rivelati rispettivamente Sceptile e Ninetales, hanno cominciato a duellare a colpi di Fendifoglia, lei ha cercato di fermarli con metodi non proprio convenzionali e, poi, ha collaborato con Gallade al fine di convincere me e l’Alifreccia che ci potevano portare da Mindy e che ci avrebbero scortato, piuttosto che lottare con noi. In un primo momento non ci avevo fatto caso, probabilmente perché li avevo visti sì e no una volta, ma appena ho visto Gallade ho capito che quelli non erano Pokémon qualsiasi, ma tre dei componenti della squadra di Ryu, segno che se c’era qualcuno disposto ad aiutarci ed in grado di farlo, quelli erano proprio loro. Ci hanno messo un bel po’ a convincere il mio cacciatore spettrale che non avrebbero mai cercato di sottrargli la preda o la ricompensa che gli sarebbe stata consegnata, ma alla fine il buon senso e le doti da politico del Pokémon Lama, nonché capo del gruppo, ci sono ampiamente riuscite. Ora, non devo fare altro che attendere di raggiungere la sala dove mi attende la mia allenatrice: non dovrebbe mancare molto e per fortuna coloro che mi stanno accompagnando si muovono davvero in fretta, consapevoli che non vedo l’ora di riunirmi con i miei amici. Dopo neanche dieci minuti, ci troviamo a svoltare un ultimo angolo e a bussare ad una porta a vetri, strutturata in maniera tale che sia possibile distinguere solo le sagome abbozzate di chi si trova dall’altra parte, come se il materiale fosse stato modificato apposta per dare quello strano effetto. Sceptile bussa ed un’altra vecchia conoscenza ci apre: - Era ora che arrivaste! – esclama la Delphox di Phoebe. - Scusaci – risponde Sceptile guardandomi male – Ma un certo Pokémon Pinguino si è divertito di nuovo a fare l’esploratore – Io rido imbarazzato, non sapendo esattamente cosa dire: è già abbastanza brutto essere al centro dell’attenzione ed il fatto che sono il più piccolo e mi guardano tutti dall’alto in basso non migliora la situazione. Uno per volta, entriamo nella sala, in cui si nota un’aria completamente differente da quella di tutto il resto della struttura, come se si respirasse un’allegria giocosa e divertita che non provavo da moltissimo. In quella sala, però, non c’è solo quello: si sente anche uno strano calore, che suggerisce la parola “casa”, ma anche un chiacchierare di sottofondo che ricorda quello di un gruppo di amici… è questa la parola giusta, anche se un po’ riduttiva. Si sente affetto. È una sensazione fantastica. Mi fermo a pochi passi dalla porta, dalla quale posso ammirare la scena in ogni più piccolo dettaglio: sebbene tutto vada a formare un unico complesso, in perfetta armonia si intrecciano diversi eventi, ognuno che coinvolge solo pochi soggetti, che ampliano in maniera incredibile quelle sensazioni. La prima cosa che attrae la mia attenzione, è la situazione che si verifica tra due vecchie conoscenze: era da un po’ che non li vedevo e quello che noto ora è la chiara dimostrazione che avevo ragione. Avevo fatto caso fin da subito che Gallade portava uno strano anello dorato, ma non avevo pensato che esso potesse essere un simbolo così importante… Con una luce che non avevo mai visto negli occhi, sta parlando con Gardevoir, che a sua volta lo guarda in un modo talmente talmente intenso e pieno di significato che le parole non bastano a descriverlo. Tra le braccia, porta un uovo, che stringe con affetto e a cui sorride insieme a Gallade, che lo solletica a sua volta con una delicatezza che non pensavo potesse avere un Pokémon Lotta come lui. Sembrano felici, molto più di quanto probabilmente potrei immaginare, e provano l’uno per l’altra un affetto indicibile, rafforzato ancora di più da quel cucciolo non ancora nato a cui stanno già dedicando tutte le loro attenzioni. In un angolo, sdraiata su un tappeto, c’è Ninetales, che si sta riordinando le lunghe code mentre chiacchiera con Delphox ed un altro Pokémon, una Florges, di argomenti che non riesco a captare, ma che le portano spesso a ridere e a guardare con la coda dell’occhio uno o più dei loro compagni di squadra, come se si trattasse di pettegolezzi. A loro volta Sceptile e Skarmory stanno chiacchierando e ridendo, mentre Victini cerca di infiltrarsi nella loro discussione, per quanto le sue piccole dimensione gli rendano ciò difficoltoso, costringendolo a limitasi a fluttuare sopra di loro sbattendo le fragili alette ed ascoltando il loro dialogo senza prenderne parte, con un dispiacere così grande che sarebbe impossibile rimanere indifferenti. Dopo poco, infatti, le donne lo chiamano e lui, felicissimo si fionda da loro. Le risate permangono, ampliandosi ancora di più quando i due gruppi, infine, si riuniscono in uno solo: chiusi in un cerchio, chi seduto come Delphox e Sceptile, chi sdraiato come Ninetales o Skarmory, chi fluttuante come Florges e Victini, si stringono e parlano del più e del meno. Ciò che fanno non è particolarmente divertente, né qualcosa di straordinario, ma mi sembrano comunque felici come se sentono che quel momento è prezioso e non va sprecato, come se stessero cercando di goderselo il più possibile. Accovacciato nell’angolo più buio, alla mia destra, nell’unico punto in cui la luce proveniente dalle finestre non riesce ad arrivare, c’è la mia ultima conoscenza: Decidueye, stretto tra le sue piume, guarda con aria assenta tutto quello che accade, esattamente come sto facendo io, ma lui sembra provare strani sentimenti… forse sarà colpa della luce fioca, forse sarà un gioco di ombre dato dal suo cappuccio, ma mi sembra che i suoi occhi siano lucidi, come se vedere così tanta gioia gli riporti alla mente ricordi lontani e felici, ma che ora sono stati eclissati da una sventura senza pari. Quando si accorge che lo sto fissando, mi fa segno con la testa di voltarmi, verso l’ultima situazione, che ho deliberatamente lasciato per ultima. Ho pensato moltissimo, mentre venivamo qui, a come sarebbe dovuto succedere, ma ora non ricordo più nulla. Non so se mi voglio voltare, né come lo dovrei fare. Ho paura, ma al contempo provo felicità: da quant’è che non ci vediamo nel mondo reale? Un paio d’ore al massimo, direi, ma io mi sento come se fossero passati secoli e, in un certo senso, è anche così. Non devo esitare troppo, perché se lo facessi, dimostrerei insicurezza ed un vero imperatore non dovrebbe farlo mai, quindi mi volto e basta. Davanti ai miei occhi, ci sono i suoi color nocciola. - Ciao – mi dice – Sei pronto per partire? – Io non so che risponderle esattamente: - Credo di sì… - mormoro. Lei ride: - Com’è che sei così insicuro? – mi chiede – Pensavo non vedessi l’ora di ripartire! – - Sì, è vero. In effetti, è così: ci siamo fermati per moltissimo tempo e sono felicissimo che stiamo per tornare a viaggiare, ma… - - È per me? – chiede con un sorriso. - Io… - non riesco a sostenere il suo sguardo, nessuno ci riuscirebbe… o, almeno, nessuno che ha visto quello che ho visto io. Lei mi fa risollevare il volto con una carezza: - Batuffolo, io sto bene – mi dice – Non succederà più nulla, mai e poi mai. Ora siamo tutti al sicuro e nessuno tenterà più di portarci via – Le sue parole mi lasciano allibito: cosa vuole dire con “nessuno tenterà più di portarci via”? - Io… - mormoro. - Andiamo, piantatela voi due di fare tanto i misteriosi e muovetevi! Capisco che avete tanto da dirvi e che il fatto che avete “un legame particolare”, che avete dormito insieme, che siete collegati e ciance varie, ma non possiamo passare tre ore qui senza fare niente! – Io lo adoro, quel Pokémon iperattivo che è Sfavillo, ma a volte non riesce proprio a capire che è meglio stare zitti… se c’è qualcuno che riesce a smantellare con una frase un’atmosfera tesa come questa, quello è lui… ma non deve essere per forza un difetto: non per niente, grazie alla sua affermazione priva di tatto, riesco a liberarmi da quell’affermazione d’impaccio. Lei mi guarda, dopo che entrambi abbiamo guardato male il Luxio e gli abbiamo fatto capire che era meglio stare muti, e mi dice semplicemente: - Ne discuteremo dopo, va bene? È già tardi ed è meglio se ci muoviamo, se vogliamo partire prima che faccia buio! – Fatto ciò, si alza e torna dalle ultime due persone presenti nella stanza. Io la fermo prima che raggiunga la metà del cammino, chiamandola: lei si volta e mi chiede cosa c’è con un sorriso. Io no le rispondo: semplicemente corro verso di lei e spicco un balzo, che lei sfrutta per prendermi al volo e stringermi in uno dei suoi abbracci spezza-ossa che da tanto non sentivo. Il sonno le ha giovato, perché riesce ad operare una forza ancora maggiore, ma nonostante tutto a me piace. Sento il suo calore, sento il suo affetto, sento che tutto quello che ci saremmo potuti dire non poteva essere sintetizzato e trasmesso in modo migliore di questo. Chiudo gli occhi e cerco di stringerla a mia volta, per quanto le mie piccole dimensioni non me lo permettano. - Non importa cosa succederà, io sarò sempre lì per proteggerti - penso. Lo so. Io farò lo stesso per te. Niente ci separerà mai. Sento la sua voce come se avesse parlato ad alta voce, ma le sue labbra non si sono mosse, ne sono certo. Lei ha sentito me e io ho sentito lei. Il nostro abbraccio si conclude, mentre lei, senza lasciarmi andare, cammina verso le due spie, che le chiedono se è finalmente pronta. Lei risponde di sì. Stiamo per ripartire. Felicissimo, Sfavillo fa i salti dalla gioia, emettendo scintille da ogni parte del corpo e circondandosi di un inquietante alone di energia, che quasi impedisce di vederlo. - Finalmente partiamo! – esclama, saltando su e giù dal divano sul quale erano seduti Ryu e Phoebe, che ora gli stanno aprendo la porta per farlo schizzare via veloce come un Ninjask. Non è certo una novità che quel Pokémon è fin troppo pieno di energie, ma devo dire che ogni volta che lo vedo, mi sembra che ne abbia ancora di più e che, spesso, più si stanca, più energico diventa… Forse è dovuto, ancora una volta, al fatto che non riesco quasi a credere che tutto sta tornando nella norma, ma non mi dispiace così tanto vederlo comportarsi così: mi fa piacere vedere che sia davvero di nuovo tutto… normale. Dopo alcuni passi, sento che lei si ferma e, distendendo le braccia, mi allontana da lei per guardarmi ancora una volta negli occhi. - Ci ho pensato parecchio tempo, sai? Cioè, proprio parecchio no, considerando che è passata solo una settimana da quando mi sono svegliata, ma hai capito cosa intendo! – dice – Questo deve essere un nuovo inizio, quindi pensavo… secondo te a Sfavillo dispiacerà dover attendere qualche minuto in più? Prima, mentre Ryu ed i suoi Pokémon ti stavano cercando, io sono rimasta qui con Phoebe e l’ho trovata molto favorevole all’idea. Insomma, credi che sarà un problema se prima di partire farò un veloce cambio d’abito? – Io ci rifletto un attimo, squadrandola nei più minimi particolari ed osservando che in effetti i suoi abiti non sono proprio il massimo della qualità, per quanto siano forse comodi e semplici. - Beh, non penso si lamenti… dopo tutto, ha dovuto aspettare già molto: un’ora in più o in meno non farà certo la differenza per lui – affermo. - Sapevo avresti detto qualcosa di simile! – mi risponde ridendo lei. Ryu, insieme a tutti i suoi Pokémon, mi conduce fuori, sottraendomi alla stretta della mia allenatrice ed affermando che “è meglio lasciar fare alle donne”… come se i maschi non sapessero niente di moda! In ogni caso, non mi sembra il caso di protestare, quindi lascio fare loro e vedo la porta dalla quale siamo entrati chiudersi alle mie spalle. Non ci mettono molto tempo, ma nonostante ciò, quando esce, sembra un’altra persona: il suo volto, sul quale risaltano i brillanti occhi nocciola, è incorniciato da lunghe ciocche di capelli neri, tenuti in ordine da un fermaglio a fiori, che insieme al dolce sorriso concludono quel quadro perfetto che le dà un’aria davvero simpatica e delicata. Il vestito che indossa ora non ha niente a che vedere con quello che aveva poco tempo fa: non porta più quel fin troppo semplice set composto da pantaloncini e t-shirt decorati da una Pokéball, ma un completo complesso e raffinato. Forse sarà solo una mia idea… ma mi sembra che le stia molto meglio! - Allora, Batuffolo? Come ti sembra? – mi chiede fancendo un giro su se stessa e mostrandosi interamente. Io la osservo meglio, dando poi il mio verdetto: - Sei magnifica! – dico. - Grazie! – risponde Phoebe – Sapevo che l’ultima volta che l’avevo aiutata a farsi un completo non avevo fatto proprio un bel lavoro e, sebbene sul momento mi fosse sembrato ben riuscito, dopo poco mi sono accorta che potevo fare di meglio… insomma, sono felice che anche a te così piaccia molto di più! – esclama ridendo. Sentendo quelle parole, Ryu ride scuotendo la testa, come a dimostrare ancora una volta che la sua amica è incorreggibile, quando si parla di vantarsi; Mindy, che si copre la bocca con una mano a mascherare il sorriso, fa lo stesso, illuminando il corridoio come non faceva nessuno da quella che mi sembra un’eternità. Non del tutto convinto che possa essere davvero la realtà, squadro tutti quelli che mi stanno intorno ancora una volta, focalizzandomi poi sulla mia allenatrice, della quale ammiro ancora una volta lo splendido abito: indossa una maglietta sottile di colore scuro, con un disegno che ricorda vagamente un Pokémon che mi sembra di aver già visto, coperta quasi interamente da un maglione di lana viola, dalla trama sottile e dai ricami che decorano gli orli, oltre che dalle maniche fin troppo lunghe, che quasi le coprono entrambe le mani. Oltre a quel caldo indumento, che tiene con i soli due bottoni centrali allacciati, porta una gonna blu piena di pieghe e pizzi, lunga fino a poco sopra il ginocchio, della quale noto immediatamente una strana particolarità: in un punto apparentemente casuale, c’è una piccola tasca, di cui non capisco l’esatta utilità… ma probabilmente non la devo neanche capire. Le streghe hanno sempre avuto i loro segreti e questo deve essere sicuramente uno di quelli! Per ultimo, proseguendo, indossa un paio di lunghe e sottili calze, che da quello che posso vedere le copre interamente entrambe le gambe, e un paio di scarpe di tela rossa, le stesse che portava anche prima, oltre che una borsa molto di colore rosa a fiori, dalla cinghia nera e dall’aspetto abbastanza fragile, nonostante sappia che probabilmente non lo è e sia un’altra delle sue magiche cose “più grandi all’interno”. È tutto vero. Deve esserlo. Dopo aver smesso di ridere, accorgendosi che la sto fissando, la streghetta mi si avvicina e mi prende in braccio, chiedendomi se c’è qualcosa che non va. Io, ovviamente, le rispondo di no, che è solo il fatto che stiamo per partire che mi emoziona, ma lei capisce che c’è ben altro: non so come, ma lei sa che in realtà, per quanto mi piaccia il suo nuovo aspetto, non lo ritengo proprio idoneo alla sua età. Non è che io sia particolarmente esperto di moda, ma a vederla così mi pare molto più… grande, più adulta, più vecchia di come dovrebbe essere: è davvero un completo adatto a lei? Beh, comunque sia, lei riesce a leggermi nel pensiero ancora prima che possa esporre i miei dubbi: la sua tesi non è che mi convinca del tutto, ma di sicuro è impossibile da contestare… se molte altre allenatrici, che hanno iniziato il loro viaggio anche quando erano più giovani di lei, potevano viaggiare con vestiti ben più attillati e provocanti, perché lei non dovrebbe compiere il suo viaggio con quelli che ha al momento? Prima che possa controbattere, non che comunque volessi farlo, lei conclude il discorso chiedendo a Phoebe dov’è la sua sorpresa. - Giusto! – esclama la ragazza pestandosi una mano sulla fronte – Sai che me ne stavo quasi dimenticando? Vado subito a prenderlo! – Detto ciò, sparisce di nuovo, seguita unicamente da Delphox, mentre tutti gli altri Pokémon rimangono con noi e Ryu, che ci accompagna all’uscita. Questa volta, forse perché l’atmosfera è ben diversa, forse perché camminiamo davvero più in fretta, il percorso mi sembra molto più breve, tanto che in un lampo già ci troviamo nella hall, dove ci sta aspettando uno Sfavillo nervoso e strapieno di elettricità, pronto a fulminarci da un momento all’altro per l’eccessiva attesa a cui l’abbiamo costretto. - Noi non dovevamo partire!? – chiede producendo nuove scintille dalle guance. - Sì, Sfavillo – risponde immediatamente Mindy – Ma come puoi vedere prima ho voluto cambiarmi d’abito: piuttosto che lamentarti, spera che sia di buon auspicio e questo sia davvero un nuovo inizio! – - Di buon… cheee??? Senti, capisco che hai dormito per molto tempo e quindi ti devi ancora riprendere del tutto, ma cerca di parlare come mangi, va bene? – chiede con un tono che ricorda vagamente un ordine ma che tradisce un certo divertimento, come se tutta la sua furia elettrica si sia già esaurita. Saltando giù dalla poltrona sulla quale si era accomodato, corre vicino a noi e si posiziona esattamente in mezzo alle gambe della mia allenatrice, sulle quali poi comincia a strofinarsi, riempiendo i tessuti di cotone di elettricità statica, talmente tanta che la sento pur stando ad una buona distanza da lui. - Ehi! – esclamo io – Cosa stai facendo? Non lo sai che in questo modo rischi di fulminarci tutti e due? – Lui ride: - Lo so bene, ma purtroppo è l’unico modo che ho per darti una bella scossa: è da troppo tempo che non lo faccio e mi devo pur scaricare in qualche modo! Se poi c’è in mezzo pure la nostra allenatrice… beh, non hai mai sentito dire “il fine giustifica i mezzi”? Se ti devo fulminare, fine buono e giusto, e ciò richieda di usare come mezzo lei, non ti pare che sia una condizione più che accettabile? – - Onestamente, trovo che potresti impegnare tutte queste tue energie in maniera migliore… ad esempio, non hai mai pensato di metterti a correre in una ruota da Bidoof? Saresti un ottimo generatore e produrresti abbastanza elettricità da illuminare tutta Mineropoli per il resto della sua esistenza! Adesso che ci penso, in effetti, non sarebbe nemmeno una cattiva idea lasciarti qui… - - Batuffolo! – mi richiama Mindy – Vorresti davvero lasciare qui il tuo migliore amico? – - Beh, proprio il mio migliore amico, direi proprio di no… se lo fosse, non proverebbe a fulminarmi ogni volta che mi vede! – - Come no? Ma non lo sai che è il suo modo per dimostrarti affetto? – mi chiede, stringendomi. - Affetto o non affetto, in questo modo lui mi abbrustolisce e basta! Se continuiamo così, finirò peggio di un Blaziken arrosto! – Entrambi ridono, come se avessi detto la cosa più divertente del mondo, facendo poi ridere anche tutti gli altri nostri accompagnatori. È incredibile quanto la mia allenatrice riesca a diffondere ogni suo umore tra chi le sta intorno… In ogni caso, dopo pochi minuti, torna correndo Phoebe, che porta in mano un oggetto impossibile da non riconoscere. Dopo essersi fermata un attimo a riprendere fiato, porge a Mindy un uovo dal classico colore a chiazze verdi, ma con uno strano simbolo impresso, probabilmente tramite una specie di timbro, che ricorda la forma di un fiocco, sotto il quale è scritto un numero: il 378. Lei, mettendomi a terra, dove niente mi salverà dalla scossa che sta preparando con un sorriso sadico Sfavillo, lo afferra e ringrazia, chiedendo di chi si tratti. La ragazza ride: - Sarà una sorpresa! Ora non ti dico nulla, ma vedrai che non ti deluderà! – - Non ne dubitavo – afferma subito la mia allenatrice – Ma mi chiedevo… dove lo hai trovato? È anche questo un uovo di Gardevoir? – chiede. Al solo sentire quelle parole, il Pokémon rabbrividisce e stringe più forte il suo uovo, come se temesse che qualcuno glielo potrebbe sottrarre da un momento all’altro. - Non dire una cosa del genere davanti a lei – sussurra Phoebe – Non hai idea di quanto bene voglia al suo piccolo: non accetterebbe mai di doverlo dare via… a differenza di altri soggetti! Vedi il numero che è stato scritto? Quello sta ad indicare che prima di lui ce ne sono stati altri 377: è quello che viene chiamato “scarto”, uno di quei Pokémon non ancora nati ma abbandonati dai loro allenatori perché non posseggono le qualità per essere i migliori. È una brutta storia quella di quell’uovo, ma sono sicura che con te sarà felice! – dice sorridendo. Ancora una volta, Mindy ringrazia e finalmente, dopo lunghissimi saluti e la promessa di rivederci, usciamo dall’edificio, lasciando le due spie: loro dovranno rimanere a Mineropoli per alcune indagini, mentre il nostro viaggio deve proseguire. Quando partiamo, mi sembra di scorgere un’ombra che ci segue, ma nonappena mi volto, essa sparisce, non dando neanche più traccia di esserci stata… C’è qualcosa che non mi convince, ma lascio perdere e continuo a camminare lo stesso: è da troppo che aspetto di viaggiare di nuovo e siamo indietro sulla tabella di marcia. L’ultima cosa che voglio è perdere ancora tempo. La nostra prossima meta è Giardinfiorito, dalla quale potremo raggiungere la seconda Palestra: ora che abbiamo anche un uovo da portarci dietro, purtroppo dovrò camminare, ma pensando a tutte le avventure che ci aspettano…devo dire che ne vale proprio la pena! in viaggio: Dove siamo: -
[IDEA] Fanfiction / Racconto a Staffetta
Nevix ha risposto a una discussione di gvtsu in Fan Fiction e Dintorni
Grazie per l'invito: come idea mi sembra molto interessante e mi piacerebbe partecipare, ma non credo che ci sarò molto nelle prossime settimane, quindi non so se potrò davvero essere utile in qualche modo In più, di certo sarà una bella sfida riuscire ad elaborare una trama comune e far funzionare bene la narrazione, considerando che i vari scrittori che si sono detti disponibili hanno stili completamente differenti... Se per voi non è un problema, mi piacerebbe provare, ma non garantisco un risultato eccelso... -
commenti [Modality] Obscurian Adventures (SEZIONE COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di gvtsu in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Non ti preoccupare: per me non c'è fretta! -
commenti [Modality] Obscurian Adventures (SEZIONE COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di gvtsu in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Wow, che velocità! Anche questo breve pezzo mi è piaciuto molto: così, cominciamo a vedere che non avevo completamente torto nel dire che era un sogno premonitore, ma non avevo nemmeno ragione, perché Frogadier ha effettivamente ricevuto un cristallo Z... Sono sempre più curioso! In più, trovo anche che tu sia riuscito a caratterizzare molto bene Frogadier nonostante le poche righe, quindi... davvero complimenti! -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 32: una lunga chiacchierata Noi due siamo uno. Vivremo una lunghissima avventura… - Guarda un po’ chi si è svegliato! – esclama lui lanciandomi un sorriso come non faceva da tempo. Io non so esattamente come replicare, dopo quello che è successo l’ultima volta che l’ho visto: - Già: chi non muore si rivede! – gli rispondo freddo, sottolineando particolarmente il tono ironico. - Ehi, com'è che sei così scorbutico oggi? – mi chiede ridendo – Mi sa che dormire troppo ti ha fatto male, sai? – - Perché sei ancora qui? Non ci vuoi più abbandonare? – gli chiedo. Lui scoppia a ridere: - Perché mai dovrei? Ho passato intere settimane ad attendere di poter riprendere a viaggiare e non ho intenzione di perdermi il prossimo treno per niente al mondo! – Ora si trova a pochi passi da me, i suoi occhi si riflettono nei miei, mentre mi guarda dall’alto in basso. È in momenti come questi che vorrei essermi già Evoluto: piccolo come sono è difficile reggere il suo sguardo fiero. In ogni caso, faccio del mio meglio per rinfacciarmi tutto quello che mi ha detto: - Ora non ti sembriamo più due morti viventi? Non dovevi andare a vivere da Pokémon selvatico perché noi ti avremmo solo fatto soffrire? – gli chiedo serio. Lui mi guarda in modo strano, come se stesse cercando di cambiare discorso e cercasse in me un appiglio per farlo. - Ma voi non mi siete mai sembrati due morti viventi! – mi dice – Era solo che… - cerca di prendere tempo, ma io lo interrompo prima. - Niente scuse – gli dico – Tu ci volevi abbandonare – - Non è vero: sono pure tornato, cosa vuoi di più? – mi dice facendosi per la prima volta serio. - Beh, non posso dire che non mi sarebbe piaciuto che tu non te ne fossi mai andato, ma è andata così… - Lui fa un verso di esasperazione: - Senti, tu non sai cosa vuol dire essere nella situazione in cui sono stato io, avere le convinzioni che ho avuto, pensare di potervi perdere da un momento all’altro… ho solo avuto paura! Non credi che l’avresti avuta pure tu? – mi chiede. - Ad essere onesti, credo di no. Come sai, mi sono svegliato prima di Mindy, ma quando ho scoperto cosa era successo, pur sapendo di avere ancora vita breve, non sono scappato: al contrario, sono rimasto qui e ho fatto del mio meglio per salvarla – gli rispondo. - Io e te non siamo la stessa persona – mi dice lui, guardandomi in cagnesco – Tu forse non avresti avuto paura, ma credo che possa capire lo stesso ciò che ho provato – Sembra stranamente triste, nonostante il suo sguardo rabbioso, come se gli pesasse dover ammettere la propria debolezza. Anche se può sembrare poco, non posso dire che non mi faccia piacere la sua confessione, quindi sorrido e lo perdono: - Certo che lo capisco: è proprio per questo che non te ne faccio una colpa – gli dico col tono può amichevole che ho. - Non sei arrabbiato? – mi chiede sbalordito. - Certo che no! Perché dovrei? Hai ammesso le tue colpe e sei tornato: capita a tutti di sbagliare, l’importate è sempre capirlo e rimettersi in riga! – gli dico ridendo. Lui mi guarda triste: - Beh, io non è che mi sia proprio “rimesso in riga”… più che altro è stato Ryu a venirmi a cercare e riportarmi qui. Se non fosse stato per lui, sarei ancora nella Cava Mineropoli a litigare con i Geodude… - - Non è importante – gli dico cercando di risollevargli il morale – Tu sei tornato e tanto mi basta! – Lui, vedendo che non sono effettivamente arrabbiato, sorride a sua volta e mi si avvicina di più, strofinando le sue guance elettriche su di me, facendo drizzare ogni singola piuma che mi ricopre il corpo. - Ehi, non serve che fai così! – gli dico colpendolo sulla testa per farlo allontanare, purtroppo non riuscendoci. Lui ride di più, strofinandosi ancora più forte, facendomi il solletico con i peli e le leggere scosse derivate dall’elettricità statica che mi ha trasmesso e che ora ci legano l’uno all’altro, passando veloci tra di noi. Dopo un po’ lui si sposta e torna a ridere come faceva una volta, con un tono più sadico, come se la sola idea lo facesse . - Batuffolo, adesso che ci penso… - dice agitando la coda, la cui stella si illumina di un giallo inquietante – Non è da un po’ che non ti elettrizzo? – mi chiede – Secondo me, sei ancora mezzo addormentato: sicuramente una bella scossetta ti farà riprendere del tutto! – Scoppiando a ridere, mi fulmina come sempre, scatenando più elettricità di quanto farebbe un MegaAmpharos in una notte di nebbia. - Ne sentivo proprio la mancanza, sai? – gli chiedo con la voce abbrustolita. Lui, ovviamente, si rotola dalle risate, faticando a rispondermi e pronunciando parole che non hanno apparentemente un senso compiuto. Passiamo parecchio tempo così, ridendo e scherzando, prendendoci in giro a vicenda, parlando del più e del meno in attesa che dalla porta dietro di noi venga fuori questo “Doc”, divertendoci anche. Era da moltissimo tempo che non mi sentivo così e, nonostante ciò che mi ha detto prima di ricominciare a dormire, prima di provare a salvare Mindy, mi sento davvero felice che sia qui con me e che sia ancora il Pokémon giocherellone che era prima di Evolversi: non capirà mai quanto mi fa piacere vedere che l’essere un Luxio non ha influito per niente su di lui! Ma ad un certo punto l’argomento volge in una direzione che non mi sarei mai aspettato potesse prendere, ancora di meno perché è proprio Sfavillo ad indirizzarci lì. - Ehm… scusa se te lo chiedo, ma… tu cosa ti ricordi di quello che è successo? Nel senso, so che, in qualche modo ti sei addormentato di nuovo e hai svegliato Mindy ma… come hai fatto? – mi chiede curioso. - Premetto che non ho dei ricordi chiari, ma credo che sono riuscito in qualche modo ad entrare nel sogno che la teneva imprigionata e a fermarlo o qualcosa del genere – gli rispondo, riflettendo attentamente sulle parole da usare: non è così semplice descrivere quello che è successo. - Tutto qui quello che hai da dire? – dice un po’ infastidito – Avanti, hai dormito complessivamente per più di due settimane: non puoi ricordarti solo questo! – - Io cosa!? Ho dormito davvero per due settimane!? – gli chiedo stupito. - Già: diciassette giorni, per l’esattezza! – mi risponde – Ma ora non siamo qui per parlare di questo: forza, rifletti di più! È impossibile non ricordarsi nulla di un evento così importante come quello in cui ti sei ritrovato tu! – Io ci penso su un attimo, poi gli propongo un patto: - Facciamo così: io cerco di raccontarti qualcosa di più e tu mi aiuti a fare mente locale e capire meglio come è trascorso il tempo ma, soprattutto QUANTO è trascorso il tempo! – Lui acconsente con le sue solite scintille, quindi, dopo averci pensato su per un altro po’, riprendo a parlare. Inizialmente non sono del tutto sicuro che sia il caso di condividere con qualcuno le mie esperienze oniriche né che Sfavillo sia in grado di capirmi, ma d’altra parte è sempre utile dividere qualche fardello con un amico. Non tratto tutto nei minimi particolari, ma a grandi linee gli spiego cosa è successo nel sogno di Mindy e, già che ci sono, accenno alla strana visione che ho avuto riguardo ad Azelf e Mesprit, ma tralascio completamente tutte le altre: se si è spaventato solo all’idea che ce ne potessimo andare da un momento all’altro, chissà cosa farebbe se sapesse che la scomparsa di Mindy è quasi una certezza… Lui mi ascolta attento in ogni singolo passaggio, drizzando le orecchie e facendo qualche verso ogni tanto, come per confermarmi e farmi capire che mi sta seguendo. Al termine del discorso, un po’ scosso dal racconto, fa solo un “mmh…” fin troppo eloquente. - Ti senti bene? – gli chiedo. - Sì, certo: è solo che è tutto così… strano. E poi tu sei stato davvero coraggioso a prestarti per una simile missione: io alla sola vista della nostra allenatrice, se fosse stata davvero come mi hai detto, sarei scappato a gambe levate o sarei stato talmente colpito da rimanere immobile. Non sarei mai riuscito a farle da luce come hai fatto tu, sebbene si possa dire che “luce” è il mio secondo nome… - dice facendo lampeggiare occhi, fasce sulle zampe e stella della coda del giallo più acceso che gli viene. Onestamente, non credo che abbia capito fino in fondo cosa si intende per “essere la luce di qualcuno”, ma non credo nemmeno che sia il caso di spiegarglielo… - Beh, non credo di aver fatto così tanto… - gli dico grattandomi la nuca un po’ imbarazzato, più per la sua mancata interpretazione che per i complimenti. - Io invece credo di sì! Non tutti sarebbero stati coraggiosi come te! – esclama il mio amico, rilasciando alcune scintille – In ogni caso, devo dire che c’è una cosa che non ho capito… quindi tu, a parte questi strani sogni in cui incontri Mindy in un mondo fantastico, sei anche riuscito a diventare un Pokémon Leggendario? – - Beh, non so se sono davvero “diventato” un Pokémon Leggendario: più che altro, credo che in qualche modo sono entrato in sintonia con loro e quindi ho potuto vedere nelle loro menti… o forse sono stati proprio loro a volere che io vedessi ciò che stava succedendo loro: magari vogliono che li aiutiamo e questo è il modo più semplice per farcelo capire… - mormoro io, riflettendoci. Lui mi distrae subito riprendendo a parlare: - A mio parere, comunque sia, non dovresti prestare troppa attenzione a questi sogni: può essere che loro vogliano il tuo aiuto, ma tu sei solo un piccolo Piplup che viaggia insieme ad un Pokémon Elettro ed una bambina. Non potresti mai riuscire a salvarli! Io, se fossi in te, mi concentrerei prima di tutto sul presente e sul viaggio che stiamo per riprendere: tutto il resto verrà dopo – mi dice, convincendomi quasi della veridicità di ciò che dice, ma nel profondo so che non è così, come so anche che quelli non erano semplici sogni. Di sicuro un giorno o l’altro mi troverò al loro cospetto, solo che non ora. Almeno su questo Sfavillo ha ragione: è meglio cominciare a pensare al presente, perché se qualcosa dovrà succedere, succederà in ogni caso, e prima che sia così, devo godermi tutto il tempo che ho a disposizione. Se qualcuno sta dando loro la caccia, di sicuro la darà anche a noi se cerchiamo di proteggerli. - Ehi, non è che stai tornando a dormire? – mi chiede lui passandomi una zampa davanti agli occhi. - No, certo che no: stavo solo riflettendo – gli dico, scuotendo preventivamente la testa e cacciando ogni rimasuglio di quei pensieri. - Ne sei sicuro? Perché stavi facendo una faccia da zombie… - dice mimando col volto un’espressione assente, dallo sguardo vacuo e disperso nel nulla, con la bocca semiaperta. - Ehi, io non faccio mai una faccia così! – protesto. - Tu non ti sei visto mentre dormivi, perché la tua espressione era proprio quella! – dice ridendo e rilasciando di nuovo scintille. Io gli tiro una Botta amichevole, ma non appena lo tocco, l’elettricità che scorre tra i peli del suo manto mi fulmina, facendolo ridere ancora di più. Ci metto un attimo a riprendermi dallo shock, ma dopo di che, dopo averlo guardato mentre si rotola dalle risate ed aver osservato il mio corpo abbrustolito, scoppio a ridere pure io. - Mi sono mancati questi momenti, sai? – mi dice, cercando di riprendere fiato. - Andiamo – gli rispondo io – Non è passato così tanto tempo! E, poi, da quant’è che siamo in viaggio? Onestamente, credo di aver perso il conto dei giorni, ma non credo che sia passato così tanto: tu ti saresti mai aspettato che saremmo riusciti a diventare così amici in così poco tempo? – - A dire la verità, io ho sempre saputo che saremmo diventati amici, fin dal primo momento in cui ti ho visto e ti ho dato la prima scossa! – dice lui ridendo – Comunque, se hai perso il conto del tempo, certo che hai proprio una memoria corta! Davvero non riesci a ricordarti quanto tempo è passato? – - Io no: all’inizio non posso negare di essere stato abbastanza geloso di Mindy, in un primo momento, ma poi credo di aver imparato che lei non fa preferenze e ci vuole bene allo stesso modo – gli dico con un sorriso, cercando di celare nel modo migliore possibile che ciò che sto dicendo non lo penso davvero: anche lui mi è sempre stato simpatico, ma non posso certo dirglielo così! Che figura farei? E, poi, quale imperatore fa suoi amici i comuni mortali con cotanta velocità? Ci sono delle cose che è meglio non far sapere mai… In più, devo dire che forse ho mentito anche sul fatto di non essere più geloso: io lo sarò sempre e comunque, ma devo dire che dopo essermi accorto che io ho un legame con lei che lui non avrà mai, questo sentimento si è un po’ affievolito… - In ogni caso – riprendo io – Probabilmente avrò davvero una memoria corta, perché non ho proprio idea di quanto tempo sia passato… ma potrei provare a capirlo: aspetta che ci rifletto un attimo! - Lui fa un giro su se stesso e si accomoda, come se credesse che i miei calcoli siano uno spettacolo imperdibile. - Prenditi pure tutta la calma che ti serve – mi dice. Io, giusto perché così potrò avere una costante conferma da parte sua, rifletto ad alta voce: - So di per certo che, dopo aver iniziato il viaggio con Mindy, ci siamo fermati a Sabbiafine per quattro giorni, poi ci siamo diretti verso Giubilopoli, sulla cui strada abbiamo incontrato anche te, quindi da qui in poi la storia dovresti conoscerla pure tu – Lui conferma con un gesto del capo, dicendo di non avere niente da obiettare. Io, quindi, vado avanti: - Quando siamo arrivati a Giubilopoli, abbiamo passato una mattina a scuola e, dopo la lotta, io sono finito al Centro Pokémon, nel quale sono rimasto un giorno – - Fai anche due: se non fosse stato per la tua fuga, saremmo potuti andarcene molto prima… - mi interrompe lui. - Ok, quindi siamo ad un totale di sei giorni. Dopo essere usciti dal Centro, abbiamo passato una giornata normale, tra la visita a Komor ed una passeggiata con l’amica della streghetta ed il suo Rockruff, ma quella sera stessa tutto ha cominciato a cambiare e rendersi più complesso. Sembra stranissimo, ma tutto quello che è successo nella sede di Giubilo TV, è successo in una notte. L’incontro con le spie e con N, l’esplorazione della base, la riunione e la fuga… tutto è successo in poche ore – - Già – conferma lui – In effetti è strano vedere quante cose possono succedere in così poco tempo! – Io continuo: - La mattina successiva, nel settimo giorno del nostro viaggio, ci siamo svegliati nel quartiere generale delle spie e quella stessa sera, dopo una giornata molto intensa tra racconti ed incontri con strani capi, siamo arrivati alla palestra di Mineropoli, da cui è partito tutto quello che ci ha portato fino a qui… in sostanza, sono passati sette giorni più altri diciassette giorni nei quali ho dormito: ventiquattro in totale, meno di un mese. Ti sembrerà strano, ma pensavo fosse passato molto meno tempo… - - Forse – ipotizza lui – Ciò deriva dal fatto che hai dormito molto, quindi non ti sei accorto dell’effettivo scorrere del tempo! – - Sì – confermo io – Mi sembra un’ipotesi plausibile: deve essere per forza così! – Con quest’ultima frase, un nuovo discorso si conclude e ne cominciamo un altro: chiacchieriamo senza problemi, nonostante sempre più spesso ci chiediamo quanto tempo sia passato e ancora quanto ne debba passare perché il dottore finisca con Mindy e ce la restituisca, esaurendo un argomento dietro l’altro fino a che il silenzio non occupa più spazio delle parole, segnando che è meglio se ci dedichiamo ad altro. Il punto è: a cosa? Beh, devo dire che, sapendo cosa stiamo aspettando, non è così difficile trovare qualcosa che ci accomuni da fare insieme… in più, abbiamo anche passato qualche giorno con un paio di spie: avremo anche imparato qualcosa! Ci lanciamo uno sguardo d'intesa, che ci fa capire che stiamo pensando la stessa cosa: dopo di che, la nostra operazione ha inizio. La procedura non dovrebbe essere particolarmente complessa: basterà riuscire a sbirciare dentro la stanza senza che se ne accorgano, dopo tutto. Appena sono uscito, chiudendomi la porta alle spalle, il Doc è intervenuto facendo fare un giro alla chiave ed impedendoci in definitiva di tornare indietro, quindi probabilmente per riuscire ad avere qualche informazione sulla nostra allenatrice basterà o trovare un modo per arrivare alla finestrella rotonda posta in cima alla struttura di legno laccato di bianco o riuscire ad aprirla. Ovviamente, Sfavillo si oppone per principio alla seconda, quindi non possiamo altro che tentare la prima: lui è molto più grosso e forte di me, quindi accordiamo fin da subito che io starò sopra, in punta di piedi, mentre lui mi farà da sgabello grazie ai suoi novanta centimetri di altezza. Non sono del tutto sicuro che lui sia davvero felice della sua posizione di alza-Pokémon elettrico, ma d’altra parte non si è nemmeno lamentato: come si dice, chi tace acconsente, no? Mentre mi arrampico, lui fa strani versi, ma io non ci faccio troppo caso, anche perché se dovessi, probabilmente mi accorgerei che mi sta insultando perché gli ho fatto male… Quando finalmente sono giunto ad appoggiare entrambe le zampe posteriori sulla sua schiena pelosa ed ossuta, noto che non sono comunque abbastanza in alto per vedere qualcosa ed è proprio da lì che mi viene il colpo di genio: non ho mai adorato i felini, ma anche loro avranno qualcosa di utile, no? Nel senso: cosa fanno tutto il giorno? Dormono, mangiano, si mettono in mezzo nel momento sbagliato e si siedono su qualsiasi cosa tu stia leggendo, indipendentemente da cosa stiano facendo. Forse, l’unica cosa utile è che spesso sono molto indipendenti, quindi rischi di non vederli molto spesso. Ancora mi chiedo chi li abbia inventati… Comunque, ho sbagliato: fino ad oggi pensavo fosse così, ma ho capito che i felini hanno qualcosa di utile: sono dei perfetti trampolini! Vedendo che è distratto, mi guardo intorno e poi gli strillo: - Guarda, c’è un Rockruff! – Lui, sorpreso e troppo distratto per accorgersi che quel Pokémon non c’è veramente, soffia ed inarca la schiena, cercando con gli occhi furiosi il suo nemico naturale. Sfruttando il suo movimento ed assecondando l’energia che mi imprime, spicco un balzo molto più alto del normale e riusco ad aggrapparmi al volo alla finestra, dalla quale finalmente posso avere ciò che cerco: ringrazio Sfavillo e cerco di convincerlo che la sua nemesi non c’è, per quanto lui non ne sia del tutto convinto e continui a guardarsi intorno in continuazione, poi guardo dentro. Il mio amico, distrattamente, mi chiede se ho trovato qualcosa di interessante, ma dal suo tono si capisce che è ancora impegnato in altro: comunque sia, io gli rispondo. - È difficile da descrivere… - gli dico, cercando nella sala qualche cosa di più interessante, che però non trovo. Non sembra esserci qualche traccia del tempo che ci metteranno per uscire da lì, ma ad essere onesti nemmeno del dottore: l’unica cosa visibile è una Mindy un po’ infreddolita e timida come sempre, distesa sul letto unicamente con la biancheria che indossava sotto la lunga vestaglia. Ancora non ho capito del tutto per quale esatto motivo prova così tanta vergogna nello stare senza abiti (anche perché, ad essere onesti, di abiti in realtà ne ha eccome!): non credo ci sia nulla di male, ma per qualche motivo lei sembra davvero nervosa e, dalla faccia che fa, spera che si possa rivestire il prima possibile… quand’è che imparerà a fare come me e capire che i vestiti danno solo fastidio? Se la conosco bene, probabilmente non lo capirà mai… In ogni caso, senza badare molto alla mia allenatrice che si stringe le braccia attorno al corpo sia per coprirsi che per tenersi calda, torno a cercare qualche traccia del dottore, sebbene sia evidente che lì non c’è. Si vede sopra ad una sedia, la borsa stracolma di attrezzi che ha depositato appena è entrato, mentre su un’altra la veste di Mindy, ma a parte quello niente attrae la mia attenzione: non è che la lunga dormita mi ha fatto male? Sembra quasi che non riesca più a focalizzarmi su un particolare o, meglio, che non riesca a capire su quale particolare mi dovrei focalizzare… - Quindi? – mi chiede Sfavillo, notando che ho lasciato la frase a metà – Hai trovato qualcosa che ci possa dire tra quanto tempo hanno finito? – Io gli rispondo istantaneamente, quasi d’istinto: - No, ancora nulla – dico, continuando a cercare di focalizzarmi su qualcosa che so di aver visto ma non aver notato. È possibile che so che c’è un dato importante ma non lo abbia realmente considerato? È possibile che, magari, tutto questo sia proprio nell’unico elemento che ho deliberatamente deciso di non considerare? Non è che è proprio la streghetta ciò che dovrei considerare di più? Torno a guardare la stanza e noto che è scomparsa pure lei. Non faccio in tempo a scendere né ad accorgermi di cosa sta succedendo che sento la porta che si muove: riesco a non cadere per un miracolo, reggendomi con entrambe le ali e facendo leva con le zampe di sotto. Sento qualche passo ed un'unica frase: - Dov’è quello blu? – Probabilmente non è intenzionale, ma con quell’unica domanda il dottore scatena una nuova fase di ridarella in Sfavillo, che per poco non muore soffocato dalle risate. - Senti tigre, va bene che non sarò proprio l’uomo più sveglio del mondo e spesso non capisco le cose al volo, ma non per questo è il caso di ridermi in faccia, sai? – Detto ciò, sento ulteriori passi che si allontanano, indicando che il tipo se ne sta andando. - Grazie! – esclama la mia allenatrice con un sorriso, salutandolo con ampi gesti. - Riceverai la mia parcella! – grida quello, già infondo al corridoio. Anche a lei viene da ridere, ma in un modo ben più limpido e pulito della risata sguaiata del mio amico elettrico. Era da molto che non la sentivo ridere così… o almeno credo. - Forza Sfavillo, dobbiamo andare a riprendere Batuffolo: spero non si sia cacciato nei guai, perché sono appena tornata in forma e non mi andrebbe proprio di dover passare ancora decine di giorni in ospedale per colpa sua! – esclama, incamminandosi a sua volta e facendo segno a Sfavillo di fare lo stesso – Ora, prima troveremo il nostro adorato imperatore, poi… di nuovo in viaggio! – Non faccio in tempo a dire una parola, ad indicarle in qualche modo dove mi trovo, che è già partita di corsa lungo il corridoio, seguita da uno Sfavillo fin troppo divertito, che mi lancia uno sguardo che sta a dirmi “Mindy è mia!”. Non so come mai, ma credo che un giorno o l’altro lo strangolerò, quel felino elettrico e iperattivo… È tutta questione di priorità: prima scendo di qui, poi raggiungo la mia allenatrice e per ultimo, magari mentre dorme… avrò la mia vendetta! Capitolo 33: viaggio al centro dell’ospedale Per la prima volta, mi sono sentito felice di aver incontrato una di quelle Chansey assassine: non credevo che il fatto che facessero la ronda potesse tornarmi utile, ma è stato così. Certo che a volte la vita è davvero piena di sorprese… Già quando l’essere diabolico è a decine di metri da me, nelle profondità del corridoio che porta alla zona nella quale si trova la stanza che apparteneva a Mindy, sento risuonare il suo canto un po’ macabro, che cerca costantemente di mascherare con un tono melenso ed una voce acuta con uno scarso successo, ondeggiante allo stesso ritmo del tintinnio del carrello che sta spingendo. Con questo segno inconfutabile che sta svolgendo le sue solite mansioni, ho la conferma che per scendere da qui non devo fare altro che attendere che passi sotto di me e lasciarmi andare: l’ho già fatto e non dovrebbe essere tanto difficile riuscirci di nuovo, no? Al massimo, se proprio dovesse andare così male, finirà come l’ultima volta e dovrò solo mettermi di nuovo a fuggire da una folla di Pokémon-infermiere-assassine urlanti: in somma, niente di spaventoso, considerando tutto quello che ho dovuto affrontare… e poi farei di tutto pur di poter tornare a viaggiare! Conto fino a tre, attendendo che la Chansey sia proprio sotto di me, poi mi lascio cadere, rimbalzando sulla sua testa morbida e rotonda. Non attendo nemmeno di vedere una sua reazione: sfruttando l’elasticità della pelle del Pokémon, spicco subito un nuovo balzo e mi fiondo giù per il corridoio, nella stessa direzione in cui si sono incamminati Mindy e Sfavillo. - Ehi, ma tu sei quel Piplup pestifero! – sento esclamare alle mie spalle. Non mi volto indietro né accenno a farlo: non credevo fosse possibile riuscire ad incontrare di nuovo una di quelle stesse pazze che mi avevano inseguito a Giubilopoli, ma è evidente che la fortuna non sia mai dalla mia parte, in questi tempi Sento dietro di me dei leggeri passi di corsa, ma non mi volto e continuo a scappare, sperando che la direzione che ho preso sia quella giusta, dato che non ho la benché minima idea di quale sia realmente quella esatta e stia più che altro andando ad intuito. Supero una’angolo dietro l’altro, cambiando anche spesso direzione e cercando di accelerare per seminare quell’infermiera assassina, notando sempre più spesso un particolare che mi fa capire come orientarmi e giungere proprio dove voglio arrivare. Ogni volta che faccio un metro in più, noto che le pareti cambiano colore e che i cartelli si fanno sempre meno seri ed intimidatori, fino ad arrivare ad un tono quasi scherzoso quando arrivo alla zona dalle pareti arancioni, sulle quali ad intervalli regolari spiccano delle finestre che lasciano intravedere la strada presente all’esterno. Mi sento come se fossi finalmente riuscito ad uscirne, come se per una volta fossi riuscito ad evitare di rimanere incastrato in una gabbia di matti, ma ecco che ancora una volta tutte le mie sicurezze vengono spente dall’evidenza che la vita del ricercato non fa proprio per me. - Attenzione! – sento esclamare da qualcuno agli altoparlanti – Un soggetto, Piplup, bassa statura, caratterizzato da una Pietrastante legata al collo, è fuggito ed è tutt’ora ricercato. La sua allenatrice lo sta attendendo nella hall e deve essere riportato da lei, VIVO O MORTO. Ripeto: messaggio a tutte le forze disponibili, deve essere riportato alla sua allenatrice VIVO O MORTO. – Non ho neanche il tempo di registrare la cosa che già una folla di Chansey e Blissey sta per piombarmi addosso, per fortuna fallendo miseramente e finendo per inciampare nei suoi stessi moltissimi piedi, che fa rotolare via i miei inseguitori ovali dando luogo ad una scena ai limiti del ridicolo. Quasi quasi mi fermerei anche a ridere loro in faccia e a prenderli un po’ in giro per la magra figura, ma non è certo il caso di sprecare un’occasione tanto ghiotta: senza attendere un secondo di più, faccio dietrofront e, salutandoli con un gesto teatrale, torno a correre verso una nuova direzione, sperando che per quanto mi allontani dalla zona arancione, riesca comunque a raggiungere Mindy. Riprendo a svoltare un angolo dietro l’altro, incamminandomi sempre più in profondità, evitando ogni volta gli incontri con le Chansey e le Blissey che tentano di tendermi agguati e battendo di tanto in tanto le Happiny, che tra l’altro mi danno anche abbastanza esperienza per guadagnare un paio di livelli ed imparare una nuova mossa, che mi risulterà di sicuro utile. Sta diventando abbastanza noioso, tutto questo vagare senza meta, ma non ho altra scelta se voglio uscire di qui vivo: se solo mi fermassi per un attimo, darei sicuramente modo a quei demoni di organizzarsi e catturarmi, cosa che non voglio di certo. Tutto sembra andare relativamente bene, finché per la prima volta non vedo per i corridoi una tipologia di Pokémon diversa, una che non ricordo di aver mai visto. Mentre sto attraversando un corridoio, mi sento improvvisamente osservato e prima che io abbia il tempo di voltarmi, un dardo mi colpisce di striscio. Quando mi volto, vedo solo una rapida ombra che scopare nell’esatto momento in cui la vedo. Dalla dimensione, è ovvio che sia un Pokémon, ma non ho davvero idea di chi si possa trattare: guardandomi ancora intorno, cercando qualche traccia su dove si potrebbe essere potuto cacciare quell’essere, mi abbasso e raccolgo il proiettile che mi era stato lanciato, ancora conficcato a terra. Lo maneggio con attenzione, cercando di capire di che si tratta: la sua forma è davvero strana e la sua composizione ancora di più, facendomi chiedere ancora una volta a chi potrebbe mai appartenere, perché non ho mai visto nulla del genere. Sembra una piuma, ma è completamente diversa da quelle che posseggo io, morbide e dalla forma irregolare, e non mi sembra nemmeno simile a quelle di un qualunque Pokémon Volante… Attaccato alla punta sottile ed affusolata, si trova un gambo apparentemente di un materiale simile al legno, alla cui estremità opposta c’è un altro paio di piume, sempre con le stesse caratteristiche di quella che ho già esaminato, ma con una forma leggermente diversa, più arrotondata. Se non sapessi che è impossibile, direi quasi che si tratta di una freccia… Comunque sia, decido di tenermela, così che appena ne avrò l’occasione chiederò a quel nuovo Pokédex di esaminarla e darmi qualche informazione in più, sollevando lo sguardo dall’oggetto e riportandolo sul corridoio. Appena lo faccio, un enorme volto rotondo e per metà coperto da un’ombra mi appare davanti al becco, facendomi sussultare. - Tu sei il Piplup che tanto cercano, nevvero? – mi chiede, strizzando gli occhi e guardandomi di traverso, girando il capo da una parte e dall’altra, osservandomi poi con sguardo attento nella mia interezza. Io faccio un passo indietro: - Dipende… - rispondo – Chi lo chiede? – Faccio un nuovo passo indietro, prendendo anche l’occasione per osservare meglio lo strano soggetto: l’avevo detto io, che quella piuma non poteva provenire da un Pokémon che conoscevo. L’essere è alto almeno quattro volte me, per quando la sua posizione ricurva lo faccia sembrare più piccolo, e di lui risalta la figura quasi interamente avvolta in un mantello di piume marroni che credo siano le sue ali, che lasciano visibili del resto del corpo unicamente una piccola porzione delle zampe, bianche come il latte. Oltre a quella copertura, di lui risalta l’enorme cappuccio di foglie che avvolge il capo, dotato di una grossa piuma bianca e chiuso poco sotto il collo con un papillon composto da quattro foglie dal caratteristico colore autunnale e da due liane, che oscillano ad ogni suo movimento. Gli occhi, di colore rosso e fatti risaltare ancora di più dal paio di occhiali che sembra indossare, si muovono rapidi e gli danno un perfetto aspetto da cecchino. Di che tipo sarà mai? A vederlo così, deve essere un tipo Erba e Volante, dato il suo chiaro aspetto di volatile, ma d’altra parte mi pare strano che un Pokémon di questi tipi sia in grado di muoversi tanto velocemente e così in silenzio… beh, in ogni caso, è sicuramente un tipo Erba ed è proprio questo che conta: indipendentemente dal suo secondo tipo, mi trovo in una posizione di svantaggio e ciò non è sicuramente un bene. - Io, caro Piplup, sono solo un’ombra del bosco venuto qui a tenere d’occhio il proprio allenatore: nessuno che voglia farti del male. – mi risponde – Nel mio popolo, venivo chiamato “il Respiro della foresta”, ma ormai mi chiamano tutti semplicemente “Decidueye”, come tutti gli altri esponenti della mia specie – - Quindi tu saresti un Decidueye? – chiedo – E, esattamente, da dove verresti? Non ricordo di un Pokémon con questo nome… che numero sei? – - Io vengo da un mondo lontano che chiamano “Alola”, quindi è probabile che non mi conosci: io sono il numero 724, l’evoluzione finale di un tuo collega di tipo Erba. Io sono l’Evoluzione finale di Rowlet – mi risponde calmo, continuando a fissarmi, ma questa volta rimettendosi dritto in piedi. Ok, questo non me lo sarei mai aspettato: sapevo che ad Alola c’era un Pokémon di nome Rowlet, ma non avevo mai visto la sua Evoluzione finale… beh, una cosa è certa: così è decisamente più intimidatorio che nella sua forma base. Non sarà facile trovare un modo per scamparla e lui non sembra affatto ben intenzionato. - Ok, quindi tu sei uno Starter esattamente come me – gli dico, cercando di sembrare il più amichevole possibile – E dovremmo essere amici giusto? – - Su questo non ne sono del tutto sicuro… diciamo che teoricamente non dovremmo essere nemici – mi risponde, riflettendoci e mantenendo il suo sguardo penetrante fisso su di me – Ma, come dovresti sapere, anche io devo pur vivere ed hanno offerto una corposa ricompensa per chi ti porterà vivo o morto alla tua allenatrice. Non ti voglio fare del male, ma allo stesso tempo non ho intenzione di lasciarmi sfuggire un’occasione del genere – A sentire quelle parole, mi viene improvvisamente voglia di scappare, ma appena ci provo facendo dietrofront e correndo via, lui mi appare di nuovo davanti. - Essere un tipo Spettro dà alcuni vantaggi, sai? – mi chiede continuando a fissarmi col suo sguardo truce. - Cosa mi vuoi fare? – gli chiedo senza mezzi termini. - Te l’ho detto: ti porto dalla tua allenatrice e mi prendo la ricompensa. Dopo di che, non ci vedremo mai più per il resto della nostra esistenza – mi risponde impassibile – Ora, vuoi seguirmi di tua spontanea volontà o ti devo trascinare con la forza, magari procurandoti un acuto dolore che ti ricordi di non comportarsi male con chi è più vecchio e a non sottovalutare le debolezze a cui ti espone il tuo tipo Acqua? – - Credo che propenderò per la prima – gli rispondo abbassando il capo in segno di resa- - Allora seguimi e vedi di mantenere il passo – mi dice voltandosi e cominciando a sbattere le ali, volando verso la direzione da prendere. Non si volta e procede rapido: io attendo qualche tempo, mi assicuro che lui non dubiti di me, lo seguo per un po’, poi, quando mi sembra il momento più opportuno, sfrutto la nuova mossa che ho da poco appreso. Lancio un Bollaraggio verso il soffitto, non tanto causando veri e propri danni, ma facendo esplodere al contatto con le pareti e creando una specie di cortina che disturba la visibilità, correndo poi nella direzione opposta a quella in cui si sta dirigendo lui. Non sarà certo quella l’unica strada per arrivare da Mindy e lui non mi sembra particolarmente affidabile, in quanto, da come parla e dalla freddezza del suo comportamento, non esiterebbe un secondo se qualcosa lo dovesse portare a farmi del male. Questo posto brulica di Chansey e Blissey, tutte impegnate nella mia ricerca, e ci scommetto la mia Pietrastante che lui, esattamente come loro, sarebbe disposto a tutto pur di avere la sua ricompensa, anche uccidermi. Scappo più veloce che posso, ma è evidente che non è abbastanza: non ho nemmeno il tempo di fare due passi che una penna simile a quella che aveva fatto conficcare nel terreno, che aveva usato come distrattore per avvicinarsi senza che io ci facessi caso, mi passa davanti compiendo una strana traiettoria, che fa in modo che cominci a ruotarmi attorno, facendo un semicerchio danti a me e compiendo un ulteriore semicerchio alle mie spalle. Vedo che un filo scuro mi ha circondato, la cui estremità è proprio incollata alla coda della freccia e non appena sento con un rumore netto che il dardo ha concluso il suo lavoro cadendo a terra inanimato, esso viene stretto da un improvviso gesto del Pokémon, che mi fa mancare il fiato. Cerco di opporre resistenza, ma tanto è inutile: lui è troppo forte. Con pochi strattoni alla corda d’oscurità che mi ha lanciato, mi ha già riportato ai suoi piedi. - Prima regola da rispettare con i Decidueye: mai scappare. Non lo sai che siamo dei cecchini inimitabili, anche migliori Kingdra? – mi chiede giochicchiando con l’altra estremità della corda, che tiene stretta tra due dita completamente ricoperte da piume, rapide a farla passare tra di loro ad una velocità incredibile -In ogni caso, per questa volta passi, ma prova ancora a scappare e vedrai che la mia Cucitura d’ombra sarà più… incisiva – staccandosi una nuova freccia dall’ala sinistra, la fa roteare in aria e la afferra prendendola per la coda, avvicinandomela poi al petto e premendo per graffiarmelo con la silhouette affilata. Non fa così male come credevo, ma il significato della croce sanguinante che mi ritrovo decisamente sì: questa volta è stato gentile, ma la prossima non sarò così fortunato e le sue capacità di tiratore le ha già dimostrate. Vede il modo in cui lo guardo e per la prima volta accenna un sorriso, che cancella quasi immediatamente non appena riprende a volare verso la sua meta, legandosi prima il filo d’oscurità ad una zampa per assicurarsi di non perderla. Io lo seguo senza protestare, venendo spesso strattonato da lui e venendo costretto a chiedergli di rallentare il passo, salvo poi ricevere una tirata ancora più forte come risposta, completa di annesso scherno e commento sul fatto che non è il caso di sfidarlo. Diverse volte inciampo e cado, ma per fortuna la mia forma tondeggiante mi permette di rotolare senza farmi troppo male: per quanto dovesse dare più fastidio a me, questo fatto, sembra in realtà volgere la situazione a mio favore… o quasi. Dopo che cado qualcosa come cinque volte, il Decidueye capisce che se continua così, ci metterà molto più del previsto, perché per quanto io possa essere leggero e lui possa essere pienamente Evoluto, sono comunque troppo faticoso da trasportare in questo modo ed ogni volta che cado, il mio corpo lo trattiene. In sostanza, non ci mette molto a fare due più due ed afferrarmi direttamente con i duri artigli per trasportarmi direttamente, anziché trascinarmi, riuscendo in questo modo anche a sorvegliarmi meglio. Purtroppo, per lui peso molto, quindi ogni tanto gli scivolo e per mantenere salda la presa, affonda di più gli artigli nella mia carne, che in un primo momento brucia, ma poi diventa stranamente insensibile e io preferisco guardare il lato positivo: è vero che ora mi è praticamente impossibile scappare e che se continua così, mi ritroverò senza ali, ma almeno non devo camminare! Il nostro cammino continua, zona dopo zona, corridoio dopo corridoio, passo dopo passo, ma a me sembra quasi che stiamo girando in tondo: ogni volta che svoltiamo un angolo, cerco di memorizzare qualcosa che caratterizza il nuovo percorso intrapreso, ma niente fa in modo che io ci riesca. Ogni corridoio è simile al precedente e niente sembra lasciar trasparire quanto tempo manchi davvero. Ad un certo punto, mi stanco di volare e gli chiedo semplicemente: - Manca ancora molto? No, perché non vorrei sembrare scortese, ma stiamo volando da moltissimo tempo e comincio a pensare che ci stiamo muovendo in tondo… in più, comincio a pensare che non sappiamo davvero dove stiamo andando. Sbaglio forse? – dico guardando in alto, verso il volto di quel Pokémon tanto calmo. - Se ci stiamo mettendo tanto tempo, non è certo per colpa mia – mi risponde – Sei tu che continui a rallentarmi, non certo io che non so dove andare. Se non fosse che inciampavi ogni due passi, ti rimetterei a terra: almeno potremmo volare più in fretta, ma dato che non sembri capace di stare in piedi, non c’è molto da fare… - Non distoglie lo sguardo dalla strada che sta percorrendo nemmeno per un secondo e continua a sbattere violentemente le ali, concentrato per non sbagliare percorso. È incredibile il modo in cui riesca a parlarmi ma allo stesso tempo sembra quasi che mi stia ignorando… - Quindi vuoi continuare a portarmi in questo modo per tutto il tempo, anche se ci metteremo molto di più? – - Come ho già detto, posso fare altrimenti? – mi chiede. - Beh, in realtà, potresti… - non faccio in tempo a finire che un’improvvisa virata mi fa mancare il fiato. - COSA STAI FACENDO!? Mi vuoi far venire un infarto!? – gli chiedo. Lui non risponde, lasciandomi andare e correndo rapido oltre l’angolo da poco superato. Richiudendosi le ali come un mantello attorno al corpo mi chiede: - Non hai sentito niente? – - Dovevo sentire qualcosa? – replico io. - Non hai sentito quella corrente d’aria? E quell’improvviso aumento di calore? Nemmeno quello? – - A dire la verità, no… - gli rispondo. Lui fa uno strano mugugno, poi mi afferra ancora con una zampa e mi tira dietro di lui, dicendomi di stare fermo ed attendere che controlli la via prima di proseguire, dato che gli sembra che ci sia un pericolo incombente. Io non è che possa fare molto altro, quindi accetto, guardandolo sbirciare appena, ritraendo la testa non appena averla sporta ed evitando appena in tempo una stella di fuoco che si va a schiantare a pochi passi da noi. - Sembra che io non sia l’unico a volere quella ricompensa… - mormora Decidueye, estraendo rapido una delle sue frecce ed incoccandola, oltre che preparandosi a tendere l’arco per sferrare uno dei suoi attacchi. Un nuovo attacco viene lanciato, ma questa volta è di un tipo diverso, probabilmente Psico, perché sebbene non sia diretto a me, sento come se lo spazio intorno a noi si alterasse, cominciando a vibrare e produrre onde d’urto. Il mio accompagnatore, a differenza di me, sembra esserne invece rimasto ferito, ma non tanto da fargli perdere la concentrazione, che impiega immediatamente per apportare una piccola modifica al dardo che sta per scagliare, a cui taglia e rifinisce la punta. Senza attendere un attimo di più, tende di nuovo la liana e lancia l’attacco, che svolta l’angolo e poi comincia a vorticare seguendo un traiettoria irregolare. Dal verso di dolore che sento, è chiaro che ha centrato il bersaglio, oltre che, chiunque abbia colpito, ha anche fatto abbastanza male. Non ho idea di chi sia, ma a sentire i guaiti che produce, deve essere un Pokémon come Rockruff o Fennekin, una specie di canide. Vorrei provare a vederlo, in modo da avere la certezza matematica che sia chi credo possa essere, ma non appena faccio un passo, il mio accompagnatore mi spinge nuovamente indietro con un calcio. - Stai indietro! – mi strilla – Quello stupido torcetto vivente ti vuole e io non ho intenzione di lasciarti andare senza lottare. Quella ricompensa mi serve e l’ultima cosa che voglio è che tu ti metta in mezzo per farti catturare! – - Guarda che io ti sento! – replica l’altra voce, quella del Pokémon Fuoco – E non è affatto gentile da parte tua chiamarmi in quel modo! – Nell’esatto momento in cui Decidueye si sporge, una nuova vampata a forma di stella viene lanciata, impattando contro la parete poco distante da noi e prendendo solo di striscio il Pokémon Erba, che interviene immediatamente per spegnere quel principio di incendio che gli ha appiccato una gamba. - Senza poi contare – continua il nemico – Che io sono una femmina!! – - Mi scusi madama, non era mia intenzione offenderla – replica allora l’Alifreccia – Ma purtroppo ho una commissione da terminare e lei mi intralcia il cammino, quindi sarei lieto di vederla spostarsi e lasciarmi terminare il lavoro senza doverle in alcun modo nuocere! – A sua volta, lancia una nuova freccia in direzione del tipo Fuoco, ma mancandola, data l’assenza di rumore. - Com’è che ora sei così cavalleresco? – chiede ridendo lei – Credi forse che se fai tanto il galante, io ti lasci passare? Guarda che non ho certo paura e se vuoi portare quel Piplup dalla sua allenatrice, dovrai prima passare su di me! – - Mi scusi madama, ma davvero non comprendo… vuole davvero lottare? – chiede gentile lui. - Ti pare che sto scherzando!? Vieni fuori e lotta da uomo! – strilla di nuovo lei, lanciando un nuovo attacco, che fa terra bruciata. - Signora – risponde Decidueye – Ricordi che è stata lei a volerlo – Detto ciò, estrae una piuma più lunga delle altre dal lungo mantello delle sue ali, tenendolo per l’estremità per la quale era attaccata al suo corpo e vibrando qualche colpo per aria, come per misurarne le capacità. La forma di quella penna è a dir poco particolare, a partire dalle dimensioni, che sono praticamente le stesse della sua altezza o quasi, per poi non parlare della forma stranamente affusolata a tagliente, sebbene vicino all’impugnatura la forma sia più squadrata e rozza, ma anche più resistente, come se insieme alla piuma avesse asportato anche una specie di parte lignea. Guardandosi velocemente attorno, nota alcune strutture sul soffitto, ma prima che abbia il tempo di fare qualcosa, un forte rumore di passi lo sorprende, costringendolo ad agire in fretta. L’orda di Chansey si sta avvicinando, strillando con le loro vocine stridule che hanno finalmente ritrovato il ricercato, ma prima che possa anche solo provare a toccarmi, il Pokémon Erba interviene muovendosi alla velocità della luce: in un attimo, riesca conficcare la penna a terra, prenderne una nuova, questa volta a forma di freccia, preparare un nuovo attacco Cucitura d’ombra, incoccarla e lanciarla al soffitto, nella quale si blocca, producendo la caduta di alcuni calcinacci. Nell’esatto momento in cui le infermiere assatanate passano sotto la sua trappola, lui tira la corda e l’intero soffitto cade su di loro, completo dell’arredamento del piano superiore. Per fortuna sono Pokémon molto resistenti, altrimenti dubito che sarebbero riusciti a resistere a così tanta violenza… comunque sia, almeno questo problema è risolto: ora rimane solo l’altro. Tornando alla situazione precedente, colui che mi tiene in ostaggio risolleva la spada ricurva, che concentrandosi alza al cielo, facendone illuminare il filo di un colore tendente al verde, che pian piano si espande sempre di più, fino ad occupare quasi tutta la lama. Pensavo che questo fosse un Pokémon da Attacco Speciale, ma a giudicare da questa mossa, sicuramente un Fendifoglia di alto livello e tecnica, forse mi sbagliavo… - Dove eravamo rimasti, madama? – chiede Decidueye, lottando questa volta a viso aperto, senza giochi né attacchi furtivi. - Stavamo discutendo su quanto fosse da codardi continuare a scappare come stavi facendo – risponde sbadigliando lei – Ma, a dire la verità, con “lotta” non intendevo questo. Io pensavo più ad uno scontro in campo aperto, dove potessimo sfruttare al meglio le nostre abilità, non certo un corpo a corpo! – - Madama, o così, o nulla. Non ho intenzione di tirarmi indietro proprio ora che ho accettato - - In tal caso, mi dispiace dirlo ma dovrai accettare una mia resa – dice semplicemente il tipo Fuoco. - La resa non è un opzione. O lei lotta con me, o sarò costretto a violare uno dei miei più sani principi – dice con tono severo. - Fai pure: non ho certo paura di te. Male che vada, finirai abbrustolito – ride lei. - l’ha voluto lei, madama – Con uno scatto, Decidueye scompare dalla mia vista, ma dal rumore che percepisco subito dopo, le cose non sono andate come aveva previsto. Il suo attacco non ha colpito un Pokémon, ma qualcosa di altrettanto resistente, che ha prodotto un forte cozzare. - Non lo sai che una signora non si tocca neanche con un fiore? – sento dire ad una voce che mi sembra di aver già sentito. - Tu! – esclama Decidueye, balzando di nuovo indietro – Tu sei… sei… sei un traditore del nostro tipo! Come puoi proteggere quella tipo Fuoco!? – strilla furioso, mettendosi in posizione di guardia. - Te l’ho detto: una donna non si tocca nemmeno con un fiore. Io non sono un traditore del tipo Erba: sono un cavaliere tanto quanto te, forse anche di più! – Con un verso di frustrazione, Decidueye strilla poche parole e si lancia di nuovo all’attacco: - E così vuoi davvero difenderla!? In tal caso… cadrai insieme a lei! – Nuovi schianti rimbombano per i corridoi, segno che la lotta imperversa senza esclusione di colpi tra l’Alifreccia e il misterioso difensore, che sembrerebbe essere abile tanto quanto l’altro. Lo scontro continua, sebbene io non riesca a capire esattamente cosa sta accadendo, ma il passaggio successivo lo distinguerebbe chiunque: quel rumore è talmente tipico ed impressionante che nessuno potrebbe mai dimenticarlo. in viaggio: Dove siamo: -
commenti [Modality] Obscurian Adventures (SEZIONE COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di gvtsu in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Bene! Sono felice che tu abbia tante idee! Poi, beh, lo stile "breve ma intenso" non è proprio nelle mie corde, ma forse per questo lo apprezzo ancora di più!