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[HERO] Pokèmon Care:The Alice's Project (COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di Hero in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Beh, allora complimenti anche a @BigDima, che ha fatto davvero un bel lavoro . Sì, è giusto tenere un gergo adatto a tutti, ma io non lo terrei troppo basso: se provi a leggere la mia fanfic, anche io tengo un gergo adatto a tutti, ma ha comunque un certo livello... Appena avrò un po' di tempo, commenterò anche i prossimi! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Lo sarà -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Sì, anche io scrivo ed in effetti anche io ho sempre paura di sbagliare... Non per niente passo sempre tre quarti d'ora prima di pubblicare a dirti che il capitolo farà schifo e che non mi convince! Comunque, io sono sicuro che il prossimo capitolo, indipendentemente da quando arriverà, sarà stupendo come questi! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Non è la prima volta che scopri di riuscire a scrivere in uno stile che pensavi impossibile per te e come le altre volte hai dimostrato di essere davvero bravo! Mi chiedo perché ancora hai paura di scrivere capitoli che non riescano a piacere... Davvero non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Beh, mi sa che sbagliavi, perché a me è piaciuto davvero molto! Spero che ci saranno anche altri capitoli di questo tipo, durante le vicende di Johto: un capitolo calmo spesso aiuta a rallentare un po' il ritmo dopo eventi molto importanti o veloci! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Ecco che, come sempre, mi appresto al commento dell'ultimo capitolo (sperando questa volta di non scrivere un poema come l'ultima): di certo non mi è piaciuto come l'ultimo, ma devo dire che è davvero un capitolo stupendo, molto calmo e ancora una volta incentrato sull'approfondimento del carattere dei personaggi e del loro nuovo rapporto, cosa che ho apprezzato davvero molto Il racconto ci riporta immediatamente nel pieno dell'azione, facendoci riprendere dal punto esatto in cui ci siamo interrotti: Kevin e Anita stanno viaggiando verso Azalina, in cui avrebbero cercato nuove informazioni sulla profezia che tanto preoccupa il protagonista, ma ora non sono più così tesi come prima e sembra che, al contrario, stiano riuscendo a stare davvero bene insieme. La proposta di Anita di fermarsi a mangiare in un ristorante e, soprattutto, l'idea di Kevin di trasformare quello che poteva essere un semplice pasto in un primo appuntamento sono due cose che ho davvero apprezzato, segno che, come ho già detto, si stanno avvicinando sempre di più. Il carattere dei due personaggi sembra in un primo momento anche invertirsi, con la ragazza che sembra timida ed introversa, oltre che vogliosa di rallentare un po', ed un Kevin che è sempre più espansivo e, al contrario, sembra voler procedere più in fretta, sebbene poi affermi che quello sarebbe stato un perfetto modo per conoscersi meglio, come in effetti è. L'hai detto anche tu che è stato così e devo dire che questa scelta, di "invertire", in un certo senso, il carattere dei personaggi, è davvero geniale, facendo quasi sembrare che si siano legati tanto che ormai entrambi hanno dentro di se anche una parte dell'altro. Devo dire che, dopo un gesto forse un po' avventato e precipitoso come quel bacio appassionato, ci sta davvero molto bene una sequenza come questa! In più, questo forte legame con la ragazza, riesce per la prima volta a "rischiarare" Kevin, sempre concentrato sui propri problemi e arrabbiato con la vita e con ciò che stava provando: per la prima volta dal contrasto con i suoi genitori, sembra volersi riappacificare con suo padre, segno che effettivamente qualcosa è cambiato in lui. La leggenda del Pozzo Slowpoke è davvero una bella aggiunta, che contribuisce a dare bene l'idea di come sia l'atmosfera di Azalina, oltre che un bel modo per dare di nuovo modo ai due personaggi di dialogare. La felicità che entrambi provano nonostante quello sia solo un piccolo gesto, è davvero una dimostrazione fantastica di quello che provano l'uno per l'altra e sei riuscito, ancora una volta, a farmi percepire le emozioni dei personaggi senza nemmeno accennarle, usando solo brevi descrizioni che ne descrivono il volto. è davvero una capacità non da poco, una cosa che non finirà mai di stupirmi! Comunque, proseguiamo: i due allenatori viaggiano fino al centro Pokémon, dove incontrano una vecchia conoscenza di Kevin oltre che la figura centrale di una scena davvero particolare... leggere di Sabrina mi ha sorpreso e ancora di più mi ha sorpreso ciò che accade subito dopo! Le occhiatacce che si lanciano lei e Sabrina e la gelosia che si può percepire è davvero un tocco che non mi sarei mai aspettato, ma che dimostra ancora una volta la tua bravura come scrittore! La scena, poi, in cui Sabrina insegna Ipnosi a Espeon, con tanto di spiegazione sul suo funzionamento e di descrizione del comportamento di Anita (ancora fin troppo gelosa, caratterizzando ancora una volta il suo personaggio), mi è piaciuta davvero molto, dato che sembra quasi un ritorno alla prima parte della tua storia, al viaggio di Kanto, nel quale le lotte e le descrizioni delle lotte erano la parte più importante! Anche ora dimostri di non aver perso la mano con queste descrizione nonostante sia parecchio tempo che non ne parli. Il dialogo tra Kevin e suo padre, che ha luogo subito dopo, è davvero commovente... perfetto, direi. Queste semplici frasi riescono a mostrare tutti i loro sentimenti, tutto quello che provano... davvero una cosa stupenda!! Sull'incontro col capopalestra non mi dilungo più di molto: l'apice del capitolo è raggiunto con la telefonata al padre di Kevin e quest'ultimo paragrafo perde un po' importanza dopo aver letto il precedente! Davvero un ottimo capitolo! Spero che il prossimo non ci metta molto ad arrivare (ma nemmeno troppo poco: sto esaurendo le energie, con questi commenti!)! -
[HERO] Pokèmon Care:The Alice's Project (COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di Hero in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Un po' in ritardo, ecco che arriva il mio commento: scusa se ti ho fatto aspettare! Il capitolo, come il precedente, mi è piaciuto molto e devo dire che è davvero ben scritto! Per quanto nel precedente ci fossero piccoli errori, qui sembrano quasi interamente spariti, riducendosi notevolmente! In ogni caso, parliamo del capitolo vero e proprio: la narrazione riprende esattamente da dove si era interrotta nel capitolo precedente, con Alice che sta portando Bounsweet al centro Pokémon dopo che è stato ferito dal team Skull. Già all'inizio, devo dire che la descrizione che hai fatto di ciò che accade, il modo in cui sei riuscito a definire le emozioni della protagonista, il modo in cui hai indicato ciò che pensa... è tutto davvero ben fatto! Sei davvero riuscito a fare un buon lavoro, molto più di quanto mi aspettassi, e sei riuscito a far capire al lettore esattamente come si sta svolgendo la situazione. Ci sono alcuni termini, nella sezione subito dopo, che io non avrei usato, ma che comunque rendono bene l'idea... più che altro, io avrei usato termini un po' più raffinati di "pappetta", ad esempio! In ogni caso, va bene il modo in cui hai descritto il veloce soggiorno di Bounsweet al centro e ancora di più mi è piaciuto il modo in cui hai impostato il nuovo incontro della protagonista col Pokémon, che dimostra il carattere di quest'ultimo, oltre che l'incredibile capacità di Alice di riuscire a diventare amica di un mostriciattolo così spaventato in così poco tempo! Il nome Cherry, poi, mi piace davvero molto: l'hai scelto proprio bene! -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 26: Pedro la roccia Per quanto io sappia di avere un bel vantaggio, essendo un tipo Acqua, devo dire che in questo momento sono felice di non essere in campo al posto di Sfavillo: quello potrà anche essere di livello basso e potrà anche essere debole alle mie mosse, ma quello è sempre e comunque un’enorme ammasso di pietre lungo nove metri! Con un ruggito, il Pokémon Serpesasso cerca di intimidire il mio amico, ma stranamente non sembra riuscirci: a dir la verità, sembra quasi che dopo aver udito quel profondo verso, sia più carico di prima, e non solo in senso figurato. Senza perdere tempo, Sfavillo ha già iniziato ad accumulare elettricità con un nuovo Sottocarica, preparandosi al contempo a scagliare il suo potente Scintilla. - Pensi che basti così poco a farmi arrendere? – chiede il Pokémon Baleno – Più grossi sono, più rumore fanno quando cadono! – esclama lanciandosi contro il suo rivale. Faccio fatica a seguire i suoi rapidi movimenti, ma l’impatto dell’attacco sull’enorme volto del Pokémon è talmente ricco di forza che sarebbe impossibile da non notare. L’enorme campo elettrico che scaturisce dall’attacco è a dir poco impressionante e crea un polverone al contatto tra il corpo dei due, ma appena quello si dissolve, sembra quasi che non sia successo nulla: l’unica traccia della mossa è il respiro affannato di Sfavillo. - Pensi davvero che ti permetta due volte di usare lo stesso trucco? – ride Pedro – Mi spiace per te, ma Onix è a prova di elettricità! – esclama, ordinando al suo Pokémon di passare al contrattacco. Mentre il mio amico è ancora affaticato per l’ultimo attacco effettuato, il suo rivale gli tira una dura codata preventiva, che gli impedisce di reagine in alcun modo e scagliandolo in aria. Mentre lui si riprende dalla botta subita, riprendendo l’equilibrio prima di cadere, Onix si rivela molto più veloce di quello che pensavo, tirando una Sassata che lo colpisce in pieno e scavando subito dopo una fossa, nella quale si nasconde subito dopo. Il mio amico è ancora a terra, dolorante e pieno di graffi: è impossibile che riuscirà a resistere all’imminente attacco Fossa, ma nonostante ciò non sembra volersi ritirare. Lentamente, incurante del fatto che tra poco il nemico gli sarà ancora addosso e probabilmente non riuscirà mai a resistere al nuovo colpo, si rialza e, barcollando, comincia a drizzare le orecchie, come se potesse riuscire a sentire il rumore prodotto dal grosso Pokémon. Improvvisamente, lui salta di lato, riuscendo solo in parte ad evitare Onix, che per quanto non lo travolga con l’intero corpo, approfitta ancora della sua dimensione per colpirlo di nuovo con la coda, facendolo finire ancora più in fondo all’arena, a pochi passi da noi. È talmente vicino che riesco a vedere il suo manto spelacchiato e le tante ferite che gli ricoprono il corpo. Mindy, non so come, resta indifferente a quella vista, ma io no: senza pensarci due volte, entro nel campo e cerco di soccorrerlo, usando tutte le mie forze per cercare di sollevarlo, ma non appena lo tocco, lui inizia a parlarmi. - Cosa stai facendo…? – mi chiede, tentando di rialzarsi nuovamente da solo. - Ti porto fuori da qui: non puoi continuare a lottare in questo stato! – Lui ride: – Pensi davvero che io mi voglia ritirare per così poco? Non saranno certo questi graffi a farmi arrendere! – - Cosa stai dicendo? Non vedi come ti ha conciato!? – gli chiedo squadrandolo di nuovo da capo a piedi. - Te l’ho detto: sono solo graffi! E, comunque, non penserai mica che io non abbia un piano B nel caso fosse riuscito a mettermi alle strette? – mi chiede, rialzandosi e spingendomi con la testa verso la nostra allenatrice, ancora immobile all’interno del cerchio. - Cos…? – inizio a chiedere io, stupito per ciò che sta accadendo: Sfavillo sta cominciando a luccicare di luce bianca, che piano piano lo sta curando dalle ferite. - Ricordi cosa ti avevo detto? – mi chiede sorridendo. Dubbioso, ci rifletto un attimo, poi mi torna alla mente quella frase: “vedi di pensarlo anche dopo la prossima lotta”. - C’è bisogno che ti risponda? – gli chiedo ridendo – Tu sarai sempre tu, indipendentemente da cosa succederà! – Lui mi sorride mostrando i canini: - Sono felice che tu la pensi così – In un istante, la luce lo invade, rendendolo accecante ed impossibile da guardare. Dopo quell’immenso lampo, la luce comincia a farsi più regolare, staccandosi dal suo corpo e cominciando a vorticargli attorno, come se le particelle che lo compongono si stessero riassemblando sotto una nuova forma. La sua sagoma, ormai indistinta, si fa sempre più grossa e robusta, facendo arrivare la sua spalla a misurare almeno due volte la mia altezza ed il suo corpo si fa sempre più lungo, fino a raggiungere almeno un metro e mezzo esclusa la coda, la cui stella sta lampeggiando a ritmo regolare. Passano interi minuti prima che il processo termini e quando ciò accade, io non riconosco più il Pokémon che ho davanti: il colore nero che prima avevano solo la lunga coda e la parte posteriore del corpo è ora presente anche sul volto del mio amico, da cui si staccano due profondi triangoli che proseguono lungo tutta la parte anteriore degli arti davanti, oltre che tre voluminosi ciuffi di criniera dello stesso colore. Due fasce gialle e luminescenti gli sono comparse su quelle stesse zampe, su cui si distinguono grazie all’ampio contrasto con il resto del corpo, dal pelo azzurro. Il suo volto non ha più l’aria da giocherellone di prima, ma un’espressione carica di forza e volontà, che viene resa ancora più grave appena apre gli occhi, di un colore giallo molto chiaro e quasi fiammanti. Dopo avermi sorriso, per fortuna senza mostrare i propri denti, sicuramente ora molto più acuminati e pericolosi, si volta verso il suo rivale: - Vuoi continuare o preferisci dare la resa finché sei in tempo? – chiede emanando un’infinità di scintille. - Onix – dice semplicemente il Capopalestra – Non ti preoccupare per la sua Evoluzione: forse prima ci saremmo andati un po’ più piano, ma ora non è più necessario. Fagli vedere chi comanda. – Annuendo con il testone roccioso, si scaglia su Sfavillo con una furia mai vista, tempestandolo di colpi con la coda ed usando decine di attacchi Sassata, tutti prontamente evitati dal Luxio. Ora che si è Evoluto, i suoi movimenti sono decisamente più rapidi, rendendolo ancora più difficile da vedere. Mi sembra incredibile il modo in cui riesca a saltare e scansare ogni attacco, ma in qualche modo ci riesce: ogni volta che lui fa oscillare la coda, il mio amico spicca un salto talmente alto da farsela passare sotto le zampe, atterrando un secondo dopo senza fare il minimo rumore e quando cerca di tirargli una Sassata, riesce a schivarla con una capriola laterale. A dire la verità, a giudicare da come stanno andando le cose, però, non sono sicuro che questo cambiamento sia stato un bene per lui: consapevole che i suoi attacchi non hanno effetto sul rivale, continua a scappare, ma in questo modo rischia solo di far innervosire Onix! È possibile che non riesce a vederlo? Beh, in ogni caso, probabilmente anche se così fosse, l’evoluzione gli ha dato talmente tante energie che potrebbe continuare a saltellare da una parte all’altra per una settimana, quindi forse dovremmo cominciare a valutare l’idea di vincere per time-out o abbandono dell’avversario… - Avanti, Onix, è tutto qui quello che sai fare? Pensavo fossi molto più forte di così! – lo schernisce Sfavillo, evitando un’altra codata, questa volta proveniente dall’alto, ed evitata con un semplice gesto del corpo, che lo porta a trovarsi a pochi centimetri dal corpo del Pokémon. È incredibile il modo in cui una semplice evento naturale come quello che ha subito Sfavillo possa sconvolgere in questo modo la situazione: fino a pochi secondi fa, ero pronto a prendere il suo posto pur di non vederlo malmenato così, ma ora credo che, per quanto Onix sia ancora solo il secondo alleato di Pedro, non sarà neanche necessario che entri in campo. Roggenrola non è stato assolutamente un problema per il mio amico e apparentemente, nonostante sia svantaggiato, sembra che neanche il suo attuale sfidante lo sarà, ma c’è ancora qualcosa che non mi convince: mi sembra ancora che stia nascondendo qualcosa… Riflettendo, guardo in alto, verso Mindy, ancora ferma e concentrata sulla lotta, sebbene dallo sguardo assente e apparentemente non intenzionata a spiccicare una parola. Perché non fa niente? Perché è così inquietante? Perché non mi aiuta e perché non dà ordini a Sfavillo? Bah, questa streghetta è proprio strana… Improvvisamente, Onix si nasconde sottoterra, evitando un attacco Azione del mio amico, che prontamente si getta nella galleria con lui, inseguendolo e tentando di colpirlo con nuovi Azione, che in effetti, a giudicare dal rumore che si sente, vanno tutti a segno. C’è ancora qualcosa che non mi quadra, ma non riesco a capire cosa… Con un frastuono incredibile, Onix fuoriesce dal terreno, inseguito da Sfavillo, che gli sta avvinghiato al corpo con gli artigli tanto forte che per quanto lui cerchi di dimenarsi, niente sembrerebbe poterlo staccare. - Forza, non è più il momento di scherzare! – strilla il Capopalestra, decisamente arrabbiato. Onix, incurante del Pokémon che ora gli sta azzannando il collo, si volta verso il suo allenatore, come per chiedergli se è sicuro di ciò che dice. - C’è bisogno di fare una domanda del genere!? Sono il Capopalestra: non posso certo farmi battere da una mocciosa ed il suo Shinx assatanato! – Non ancora del tutto convinto, Onix fissa ancora il suo allenatore. - Piantala di fare quella faccia da Magikarp lesso e tira fuori un po’ di forza: abbiamo un titolo da difendere! – Ci mette parecchio tempo a reagire, ma alla fine decide di seguire gli ordini del proprio allenatore e cominciare a fare sul serio. Facendo vorticare le diverse sfere rocciose che lo compongono, si scrolla di dosso Sfavillo, iniziando quasi subito una nuova sequenza di colpi, ma decisamente più violenti e difficili da evitare. Stranamente, però, questa volta la sequenza di attacchi non sembra un semplice colpo di coda, ma una vera e propria mossa, tant’è vero che le ultime rocce del suo corpo si illuminano durante l’esecuzione, rilasciando un potere talmente grande che appena colpisce terra, crea una voragine. Sfavillo, dopo aver evitato l’attacco, sembra per la prima volta preoccupato dell’effettiva potenza di chi gli sta davanti, ma quell’espressione sparisce in poco tempo, sostituita da un sorriso di sfida. - Ecco, è questo quello che volevo! – esclama facendo fuoriuscire alcune scintille dagli artigli – Tira fuori tutta la forza e lottiamo come se non ci fosse un domani! – I suoi occhi sono pieni di energia, ma è un’energia diversa dalle altre volte: il suo sorriso non è simpatico, ma sadico, il suo sguardo non è divertito, ma assetato di violenza. Cosa gli è successo? Evitando un nuovo Codacciaio, Sfavillo salta di lato e colpisce Onix con un Azione talmente forte da scalfire per la prima volta il corpo del Serpesasso, che guardando prima la ferita, fissa il Luxio con rabbia. - Sei morto – dice con la sua voce profonda e spigolosa. In un attimo, le azioni diventano talmente rapide che è impossibile riuscire a seguirle. Onix, liberando la sua vera potenza salta da una parte all’altra picchiando la coda a terra e cercando di colpire con quei vigorosi Codacciaio il mio amico, per niente in difficoltà mentre evita tutti i colpi, e si lascia andare alla rabbia più profonda. - Forza, impegnati di più! – lo istiga Sfavillo – Non vedi che in questo modo non riesci neanche a prendermi? – gli chiede ridendo. - Stai zitto! – gli risponde il rivale, usando un attacco Sassata decisamente più potente, ma che lui evita senza fatica. - Perché dovr… - prima che riesca a terminare la frase, accecato dalla rabbia, Onix dà fondo a tutte le sue forze per malmenarlo come mai nessuno avesse fatto: ora non è più un semplice attacco Sassata che lancia, ma un vero e proprio Frana, che viene scagliato sollevando da terra le rocce prodotte con un colpo di coda e lanciandogliele addosso subito dopo. Sfavillo, finalmente preoccupato per ciò che ha fatto, sta cercando di evitare con tutte le proprie forze quegli attacchi, ma la pioggia è troppo fitta e veloce perfino per lui: in breve si trova letteralmente sepolto da quelle pietre, impossibilitato a scappare. Osservando il lavoro compiuto ma non ancora contento, Onix scava una Fossa dalla quale il mio amico non potrà mai scappare. Non passano che pochi secondi quando, con un gran fracasso ed altrettanti danni alla struttura, le rocce schizzano in ogni direzione, molte frantumate per la violenza dello schianto, e la stessa tocca tocca anche al povero Luxio, che è addormentato a diversi metri da noi. - Te l’avevo detto io di stare zitto… - dice Onix, osservandolo dall’interno dell’arena e annuendo vigorosamente. Senza pensarci due volte, mi fiondo da lui, correndo a perdifiato per liberarlo dalle rocce, ma molte sono troppo grandi per me ed i calcinacci che hanno fatto cadere sbattendo contro pareti e soffitto non contribuiscono a migliorare la situazione. Vedo che nonostante il colpo che ha preso, si sta già riprendendo, cercando di muoversi sotto l’ammasso che lo blocca. - Stai fermo – gli sussurro io, accelerando – Hai lottato anche troppo per oggi: almeno adesso lascia che ti aiuti – Il suo corpo è pieno di lividi e graffi, impolverato e rovinato da ciò che ha subito: il suo manto nero-azzurro è sporco e pieno di terra. Lentamente, apre gli occhi con una smorfia sofferente, poi, vedendomi, ride: - Tu che mi aiuti? Wow, non pensavo che gli imperatori si abbassassero ad effettuare tali lavori manuali! – - Ti sembra il momento di scherzare!? – gli chiedo arrabbiato – Quel coso ti poteva uccidere! – gli faccio notare. - No, non credo… non penso sia così cattivo da fare una cosa del genere. In ogni caso, è anche stato meglio di come mi aspettavo: la lotta sarebbe stata noiosa se avessimo continuato solo a colpirci a vicenda senza usare a pieno le nostre forze! – - Hai uno strano senso del “noioso”, sai? – gli dico. - Beh, cosa ti aspettavi da uno come me? – mi chiede sorridendo, ma facendo una grande fatica – Teoricamente, dovresti avere paura: ora che mi sono evoluto, ti potrei anche folgorare a morte per scherzo! – Sorrido anche io: - Non penso lo faresti mai… - gli dico, rimuovendo la pietra che gli bloccava una zampa davanti – Credo che, per quanto tu possa essere scatenato, un minimo di intelligenza ce l’hai! – - Dovrebbe essere un complimento? – mi chiede tentando di muovere la zampa ferita, ma riuscendo solo a cacciare un terribile urlo di dolore. - Forse è meglio se mi lasci qua e vai ad aiutare Mindy… la lotta non è ancora finita, dopo tutto. – mi sussurra, scacciandomi con la coda. - Ti pare che potrei farlo!? – gli chiedo stupito. Prima che lui mi possa dare una risposta, un fascio di luce rossa lo fa sparire e le sue ultime parole rimangono a fluttuare nell’aria senza una precisa provenienza. Fagliela pagare… Tutto qui quello che devo fare? - Batuffolo – mi chiama la streghetta, ancora completamente assente – Entra in campo. – Sembra quasi sonnambula… è il caso di svegliarla o di farle qualche domanda? Non sono del tutto sicuro che stia bene, ma da quello che ho potuto vedere nelle situazioni precedenti, basterà far terminare la lotta in fretta per farla tornare normale. Con un salto, mi metto nella metà campo che ci appartiene e attendo che Onix dia inizio alla lotta. So che sarà un nemico difficile, ma almeno ho un vantaggio: l’ho già visto lottare, quindi so che attacchi e strategie usa. Gli attacchi che possiede sono Sassata, Fossa, Codacciaio e Azione: sapere questo mi dovrebbe dare già un vantaggio sufficiente per batterlo senza subire troppi danni. - Quindi sei tu il nostro prossimo sfidante, eh? – chiede Pedro – Beh, dato che sembri tanto piccolo e carino e non ti sei ancora evoluto, ti garantiremo di giocare un po’ prima del colpo finale, va bene? – chiede guardandomi come si guarda una fetta di torta. - Io non sono qui per giocare – dico, scagliando immediatamente un attacco Bolla, che colpisce Onix scalfendogli appena la dura corazza rocciosa. - E così sei anche tu un combattente… beh, in tal caso, ti riserveremo un trattamento speciale… - dice guardandomi con uno strano sorriso. Con un sibilo, il Pokémon si scaglia contro di me, mentre io attendo e rifletto su quale sia la scelta migliore… devo solo aspettare che sia abbastanza vicino, poi riuscirò a batterlo senza problemi. Ci mette poco tempo ad arrivare, ma nonostante ciò quei pochi secondi a me sembrano un’eternità e li vivo quasi al rallentatore: vedo tutto come se fosse un film. Strisciando sul suolo, comincia a girarmi attorno, circondandomi con in lungo corpo e cercando il punto migliore da cui colpirmi. La sua testa si ferma alle mie spalle, da cui comincia a preparare un attacco Sassata che, se effettuato da questa distanza, sarebbe letale per chiunque. Io, vedendolo con la coda dell’occhio, salto di lato e, voltandomi, gli lancio addosso una serie di Bolle, che lo colpiscono in pieno volto e lo fanno agitare come un ossesso. - Ehi, Onix, stai calmo: sono solo delle bolle, niente di più! Non ti spaventerai mica per un attacco del genere? – chiede il Capopalestra osservando esterrefatto il suo Pokémon che scuote violentemente tutto il corpo, impossibile da calmare. - Forse è meglio se per ora lo ritiri… - gli suggerisco io – Non ti preoccupare: una randellata te la tengo da parte apposta per lui – Un po’ innervosito sia da me che dal suo amico troppo spaventato per seguire i suoi ordini, estrae due Pokéball, con la quale fa uscire momentaneamente uscire di scena il Serpesasso e facendo apparire il suo ultimo combattente. Il piccolo corpo grigio e blu, le tozze zampe davanti, le zampe dietro forti e saldamente ancorate a terra, la coda corta, gli occhi rossi e la grossa cupola colorata che gli ripara la testa mi tolgono ogni dubbio: quello è un Cranidos. Con un acuto ringhio, il Pokémon attiva la sua Abilità, che mi fa improvvisamente sentire come se una parte di me venisse improvvisamente addormentata, come se da questo momento in poi non potessi più fare affidamento al mio Acquaiuto. Avevo già sentito parlare di Rompiforma, ma non l’avevo mai provata sulla mia pelle… devo dire che è una sensazione abbastanza strana, come se si venisse spezzati in due ed una parte di sé venisse praticamente rimossa. Beh, devo dire che il nome l’hanno proprio azzeccato… - Avanti, Cranidos, fagli vedere di cosa sei capace con Bottintesta! – strilla Pedro, indicandogli come agire. Subito il suo amico obbedisce, lanciandosi a passo di carica verso di me. Come è possibile che questo qui non ci impiega neanche mezzo secondo prima di agire? Non cerca di trovare una strategia? Anche se volessi provare a chiederglielo, probabilmente ora che comincio a parlare, lui ha già smesso di ascoltare: a occhio e croce, direi che tende ad agire prima di pensare, ma ciò non deve per forza essere una cosa negativa. Dato che di solito tendo a riflettere ed esaminare bene il caso prima di agire, questa volta sarà difficile batterlo per il semplice motivo che non posso pensare: già ora è la terza volta che lo scanso ed è la terza volta che lui fa avanti e indietro per l’arena, continuando a cercare di colpirmi sempre allo stesso modo. Qualcosa mi suggerisce che l’unico modo per fermarlo è colpirlo, quindi non mi resta altro che sparare Bolle a caso, sperando che siano sufficienti a bloccare la sua folle corsa. Dopo aver schivato l’ennesimo Bottintesta, lo seguo con gli occhi e gli piazzo davanti un muro d’acqua sul quale va a sbattere non appena fa dietrofront. Ferito dallo scoppio di quelle, si ferma come avevo previsto, lamentandosi per il dolore, dandomi il tempo di reagire e colpirlo con un nuovo Bolla, che per mia sfortuna è l’unico attacco che possa sortire un qualche effetto, ma il risultato non è quello che speravo. Ad ogni colpo subito, la sua rabbia aumenta di più, come se riuscisse magicamente a tramutare il dolore fisico in forza e rabbia. Vedendo i suoi occhi rossi accendersi di fuoco, comincio a preoccuparmi, quindi cerco di prevenire un nuovo assalto, probabilmente questa volta troppo difficile da evitare, con un muro di Bolle ancora più robusto. Con mia grande sorpresa, lui tira un fortissimo pugno elettrificato, le cui scintille fanno scoppiare la barriera, che crolla come un castello di carte. Vedendo il mio sguardo spaventato, lui si concede un sorriso felice, che tuttavia non cambia lo sguardo infuriato, mantenuto da lui anche ora. Faccio un passo indietro, cercando di evitare il colpo seguente, ma lui è più veloce di me: in un attimo, mi è addosso, facendomi cadere a terra con un Tuonopugno, che nonostante mi sfiori appena, mi fa sentire la sua elettricità in tutto il corpo. Improvvisamente, mi sento come se tutti i miei muscoli o quasi fossero bloccati, sento quella scarica in tutto il corpo e non so più cosa fare. Con un balzo, sento che il Cranioso mi sale sullo stomaco e inizia a saltarmi sopra, come se volesse usarmi come un tappeto elastico. Ogni volta, i nostri venticinque chili di differenza si fanno sentire di più. Con una smorfia di dolore, opponendomi con tutte le mie forze alla paralisi, gli lancio addosso un attacco Bolla, che lo colpisce in pieno volto. Neanche a farlo apposta, l’attacco, che riesce solo a farlo sbilanciare, lo fa arrabbiare ancora di più: in preda all’ondata d’ira, inizia a prendermi a testate e saltare ancora più forte su di me, facendomi dolere tutto il corpo. Dopo tre colpi, comincio a sentirmi svenire. Un martello continua a pestarmi, ma il dolore si fa sempre più lontano. È strano... mi sembra quasi di avere già vissuto questa situazione… Sarà solo un’impressione… In lontananza, sento il Cranidos che esalta e festeggia per essere riuscito a battere un Pokémon contro il quale era in svantaggio. Ci sono degli applausi e, tra essi, una voce risalta: è quella del Capopalestra. - Hai visto che non era il caso di sfidarmi? – chiede ridendo – I tuoi Pokémon non hanno speranza contro i miei tipi Roccia! Pensavi che con l’Evoluzione di quello stupido felino elettrico tu saresti riuscita a battermi, ma invece non è stato così: è un miracolo che siete riusciti a battere Roggenrola e dovreste ringraziare che ho deciso di ritirare Onix, altrimenti non avreste nemmeno avuto la possibilità di vedere il mio mitico Cranidos! – Sento dei passi… troppo pesanti per essere della mia allenatrice. Passandomi accanto, proseguono fino a poco dietro di me, seguiti poi da altri tonfi più leggeri. - Scusami tanto, bambina, ma credo proprio che tu non abbia le capacità per fare l’allenatrice e che i tuoi Pokémon non abbiano le potenzialità per lottare – dice in tono di scherno – Forse è meglio se torni a casa, prima che ti prendano a bastonate più di quanto ho già fatto io! – Non ascolto tutta la frase. Già quando dice “non abbia le capacità”, sento qualcosa dentro di me che mi fa riprendere in un attimo. Riesco a contrastare la paralisi, riesco a riprendere i sensi, sebbene non sono completamente lucido. Sento uno strano legame, come se qualcuno mi stia forzano a rialzarmi, ma ciò non mi dispiace, quindi lo assecondo. Con un paio di passi, mi porto alle spalle dei due. Le mie ali diventano d’acciaio. Tutto quello che succede dopo è fin troppo frammentario: con un colpo alle spalle abbatto Cranidos… in un attimo, mi sono già accanito anche contro Pedro, che chiama Onix a proteggerlo… salto e con un frastuono immenso ed un gran polverone, anche il Serpesasso crolla… riprendo a colpire Pedro, la cui tuta da lavoratore è ridotta a brandelli… Un nuovo essere mi blocca… Il vero Rampardos, è stato lui… Lotto, ma con una Zuccata finisce tutto. in viaggio: VS Dove siamo: -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Mi fa piacere che il mio "COMMENTO IN SOSPESO..." ti sia piaciuto! Inizialmente volevo mettere un semplice "work in progress", ma sarebbe stato troppo main-stream: molto meglio un tocco di stile all'italiana! Spero che per il resto del commento non ti faccia attendere troppo e che sarà all'altezza di quello che è già stato scritto, ma soprattutto che lo apprezzerai nonostante sia venuto fuori lungo quanto tutti i libri de "il Signore degli Anelli" messi insieme! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Sebbene un po' in ritardo, ho letto l'ultimo capitolo e l'ho trovato semplicemente fantastico! è così pieno di sentimenti, così profondo e i personaggi riescono a presentarsi così bene che dire che sembrano reali è riduttivo. In ogni singola riga, fin dal primo momento, mi sono sentito come se fossi all'interno della narrazione e sono riuscito a condividere col protagonista ogni dubbio, ogni perplessità, tutto dall'inizio alla fine. Forse sarà perché mi sento molto come lui, forse perché anche io spesso mi faccio troppi problemi e mi preoccupo per gli altri anche quando non serve, forse per qualcosa che nemmeno so, ma questo capitolo mi ha fatto sentire... strano. Non so esattamente come, ma so che mi è piaciuto moltissimo. Il rapporto tra Kevin e Anita, che qui viene approfondito, è semplicemente una delle cose migliori di cui io abbia mai letto: è così realistico, così pieno di sentimenti, così ben descritto da farti capire ogni singola parola e fartela entrare dentro, coinvolgerti nei loro dialoghi e farti gioire per loro ogni volta che riescono a stare l'uno accanto all'altra. Ora, però, forse è meglio cominciare a parlare un po' più approfonditamente del capitolo in sé, perché sto rischiando di fare una premessa più lunga del commento vero e proprio! Partiamo dall'inizio: L'introduzione riprende gli ultimi eventi, tratto particolarmente utile dato il lungo tempo nel quale non abbiamo avuto nuovi capitoli e capace di rinfrescare la memoria dei lettori meno attenti, oltre che di ravvivare quelle sensazioni che i lettori più attenti hanno già provato leggendo per la prima volta quei capitoli. Questo breve riassunto, lungo solo poco più di tre righe, riesce in pieno nel suo scopo e fin da questo punto ho capito che, nonostante la lunga pausa, non avevi perso la mano e il capitolo sarebbe stato fantastico come al solito! Fino alla grotta, dove si svolge uno dei punti più importanti del racconto, possiamo poi ammirare di nuovo una delle ultime conquiste del protagonista, ovvero lo splendido Espeon che si è evoluto dall'Eevee che aveva fino a due capitoli fa, oltre che lo Starter di Anita, che pur non essendo il mio preferito di questa generazione è di certo una valida comparsa! Da quando i due arrivano al termine del percorso 32, inizia la parte migliore, che vede un completo cambiamento rispetto alla sezione precedente, fino a rendersi quasi completamente composta da dialoghi e in grado di trasmettere i sentimenti dei personaggi in maniera magistrale: giunti alle porte della grotta, Anita si rende conto dei segni della lotta tra il suo compagno di viaggio e Zapdos, sembrando quasi sorpresa da quella vista e facendosi rispondere da Kevin in un modo che io ho trovato un po' scorbutico, ma perfetto per presentare ancora una volta il suo carattere tetro, in contrapposizione con quello solare di Anita. Con questo dialogo di poche battute, sei riuscito a far entrare nei lettori i tuoi personaggi e a rappresentare i loro caratteri alla perfezione: un giorno o l'altro mi dovrai spiegare come fai! In ogni caso, proseguiamo! Kevin, turbato dalla profezia e dal fatto che per la prima volta si trovava lontano da casa il giorno del suo compleanno (evento che gli riporta alla mente i suoi genitori, con i relativi conflitti ed i difficili sentimenti contrastanti che prova in quel momento), decide di proseguire il viaggio e smettere immediatamente di parlare, mostrando il suo conflitto interiore e la sua grande sofferenza, la sua consapevolezza di essere debole ma al contempo forte grazie a quei sentimenti. Ha paura e sa che qualcosa è cambiato in lui, che prova sentimenti che non aveva mai provato, ma che lo fanno stare male. Tutto questo è semplicemente fantastico: sei riuscito a renderlo reale, a farlo apparire come se fosse davvero un eroe, come in effetti è. Lui si considera malvagio, colmo solo di oscurità, che esprime col proprio comportamento, ma in realtà non sa che quello che lui considera il buio più assoluto è una luce ardente che riesce ad irradiare tutti quelli che lo circondano. Anita ora è una delle sue nuove preoccupazioni e l'unica cosa che gli interessa è riuscire a proteggerla, indipendentemente da cosa ciò possa comportare. Non ho parole per esprimere questo sentimento... davvero. Non so cosa dire. Queste poche frasi portano troppe sensazioni, troppe emozioni: niente di tutto questo si può esprimere a parole. Le sue domande, il suo conflitto sul ruolo che poteva avere Anita nella sua vita e nel suo viaggio, sono domande concrete, che chiunque si sarebbe fatto nella sua stessa situazione e che dimostrano ancora una volta la sua luce: ha paura di coinvolgerla. Proseguendo, i due entrano nella grotta e, anche qui, le semplici azioni, per quanto ben descritte, vengono eclissate dai dialoghi e dai sentimenti: mentre Umbreon e la sua luce guidano i due, tra di loro si sviluppa un nuovo scontro dovuto al fatto che un pensieroso Kevin non è intenzionato a parlare e lo dice chiaramente ad Anita, che pare capirlo e che quindi si esaurisce immediatamente, segno che sono profondamente in sintonia. Poi, una sola frase di questo paragrafo sintetizza l'intero tema del capitolo: "stammi vicino". Questo è tutto quello che vuole Anita e, sebbene cerchi di nasconderlo, questo è anche quello che vuole il nostro protagonista. Il passaggio nella grotta non è particolarmente lungo ed è molto scorrevole, facendo in modo che si passi immediatamente al successivo dei punti salienti, ovvero il nuovo dialogo tra i due, quello che hanno appena usciti e che riesce di nuovo a presentare perfettamente i caratteri dei personaggi e far sentire al lettore tutte le loro sensazioni con accuratezza. In ogni caso, di questo breve viaggio ho davvero apprezzato il particolare di Anita che, spaventandosi per il rumore prodotto da una stalattite, afferra il braccio di Kevin e lo stringe forte, ma ancora di più mi è piaciuto leggere di quel povero Zubat che, "assalendo" la ragazza, si è preso un Neropulsar di Umbreon: per quanto sia un particolare insignificante, la rapidità con cui agisce Kevin ed il suo semplice accenno al "stargli vicino" sono ottimi modi per evidenziare ancora una volta il suo carattere da cavaliere nero e pieno di preoccupazioni. Una volta usciti dalla grotta, come ho già accennato, c'è un nuovo punto davvero interessante, in cui i due personaggi si confrontano e che io ho trovato semplicemente magnifico: un punto in cui le emozioni dei personaggi si incrociano, in cui ognuno dei due dichiara qualcosa che non avrebbe mai dichiarato in un altra situazione e che, sebbene si tratti di una discussione, dimostra ancora una volta quanto contano l'uno per l'altra. L'atteggiamento di Anita, per la prima volta arrabbiata per il comportamento del protagonista, è completamente diverso da quello che ha negli altri capitoli, decisamente più solare ed estroverso, mentre qui si dimostra capace di lottare tanto quanto Kevin, che per la prima volta sembra quasi esserne intimorito. Fin dall'inizio Kevin nota che lei ha qualcosa che non va, ma pare non volerle chiedere nulla perché è già abbastanza preoccupato per i suoi problemi per farlo, cosa che ovviamente la compagna di viaggio non capisce ed è proprio da questa incomprensione che inizia tutto, dando ancora una volta un tocco particolare a tutta la sequenza successiva. La ragazza grida all'altro tutto ciò che pensa, gli fa notare quanto sia ingiusto con lei, quanto non riesca a farsi capire, quanto riesca ad essere in contraddizione con se stesso in alcuni momenti e ciò la mette in crisi, perché non riesce a capire chi è davvero la persona che conosce. Solo per questo dubbio, che sei riuscito ad esprimere superbamente, ti meriteresti il nobel per la scrittura e almeno 150 like. Se poi consideriamo anche tutto il resto del dialogo, le risposte di Kevin e le controbattute di Anita, questo testo è ancora più ricco: il ragazzo stesso dice di non sapere nemmeno lui chi è veramente, forse solo per evitare di darle una risposta, forse perché la sua crisi interiore lo porta davvero a non riconoscersi più e a non capire chi è veramente, ma riuscendo di nuovo a condensare in un'unica frase tutto il senso del personaggio e a trasmettere con queste semplici parole tutte le sue emozioni contrastanti. A questo punto, è di nuovo il turno di Anita, che afferma apertamente quello che ho sempre sostenuto anche io nei miei commenti, ovvero che per quanto Kevin possa dirsi perso, oscuro, maligno, per quanto tema se stesso ed il male che potrebbe fare a chi ama, in realtà non ha motivo di provare tutto ciò, perché in realtà è un eroe, è coraggioso come pochi e ha un forte senso della giustizia e del dovere. Lei riesce a dirgli tutto quello che è veramente, tutto quello che lui dovrebbe sapere ma che non vuole considerare di sé: come afferma ella stessa, lui è troppo duro con sé stesso, ma non lo dice come se fosse un dato di fatto negativo, ma invece per quello che è. Lei per la prima volta considera questo tratto di Kevin per quello che è veramente, ovvero una smisurata bontà d'animo, un'incredibile volontà di proteggere gli altri. Si vuole isolare dal mondo, ma non è certo questo il modo giusto per riuscire nel suo intento e trovare se stesso: per quanto cerchi di spiegare ad Anita per quale motivo dichiari di essere così malvagio, per quanto elenchi i pochi momenti in cui ha dimostrato di possedere molta oscurità dentro di sé, lei non si convince e continua a parlargli a fargli capire che nessuno è solo luce e nessuno è solo oscurità, che perfino gli eroi hanno dei momenti in cui l'oscurità li richiama e che la loro forza sta proprio nel riuscire a tornare sulla retta via dopo aver cambiato strada. Da qui in poi, è poesia pura: nessuna parola può riuscire ad esprimere quello che voglio dire. Mi limito a dire che quelle parole mi hanno letteralmente commosso e... niente, non so davvero che dire. Davvero, non so che dire. "[...] Non potrei mai sopportare di ferire qualcuno, piuttosto preferisco tenere la gente a distanza. Tu mi hai colpito un un modo che non mi aspettavo e mi spaventa perché è una cosa che non avevo preventivato [...]" Questa è forse una delle frasi più profonde del tuo personaggio ed una delle migliori che tu abbia mai scritto in generale: prima lui ammette la sua debolezza (che è al contempo la sua forza), poi ammette la strana sensazione che gli ha trasmesso lei, il modo in cui quel sentimento lo spaventi, non sappia cosa fare e che non avrebbe mai pensato che sarebbe potuto accadere. Il modo in cui cerca di nascondere i sentimenti dietro ad una fredda constatazione come "è una cosa che non avevo preventivato" non è altro che un inutile tentativo: la ragazza ha già capito tutto ed anche lei prova la stessa cosa. Anche qui, davvero non ho parole... Kevin non è un mostro, ma al contrario è quello che tutti chiamerebbero eroe. Lui ammette i suoi sentimenti e ti assicuro che da qui ho fatto fatica ad andare avanti a leggere: lei è troppo importante per lui e questo è semplicemente il migliore sentimento che potessi riuscire a trasmettere. I sentimenti non si possono esprimere a parole, quindi spero non ti dispiaccia troppo se mi fermo qui con i commenti. Il bacio non è altro che l'ultimo tassello mancante per rinsaldare il loro legame tanto forte quanto improvviso. Non ho parole, esattamente come prima. Entrambi provano forti sentimenti e, mentre l'uno vuole cercare di nasconderli ed allontanarli per paura di ferirla, l'altra vuole andare avanti, sentirli esplodere dentro di sé, sentirsi riempita da quei sentimenti. "[...]La vita è fatta sia di luci che di ombre, non può mai esserci solamente una di queste due componenti ma soffrire è parte della vita, quello che conta è sapersi rialzare più forti di prima [...]" questa è un'altra frase da oscar che si merita molto più di un semplice commento. Non ci sono parole per dire quanto realismo c'è qui dentro, quanto significano queste semplici righe... Per concludere, dico solo questo: tra tutti i regali di compleanno che avrebbe potuto avere il nostro protagonista, questo è il migliore di tutti. I loro ultimi commenti non sono altro che una prima considerazione dell'idea di stare insieme, il lungo abbraccio di Kevin un segno di affetto che probabilmente non sarebbe mai riuscito a fare senza di lei. Come è stato giustamente detto: si completano e si rafforzano a vicenda, nulla li potrebbe mai separare ed ora che sono uniti, saranno più forti che mai. Davvero un bel capitolo, forse il migliore che tu abbia mai scritto (farei una conclusione più lunga, ma credo di essere già stato abbastanza esauriente)! voto: 15/10 -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 25: un Piplup curioso Devo dire che di solito mangiare mi piace molto, ma vedere quello strano tipo che ci osserva da lontano mi fa andare ogni boccone di traverso… è possibile che non abbia nient’altro da fare se non stare lì a guardarci? Capisco che tra poco dovremo affrontarci in una lotta, ma non per questo è il caso di guardaci come se fossimo appena sbarcati dalla luna! Che sia talmente preoccupato da noi che cerca di studiarci ed elaborare delle tattiche ancora prima di iniziare? Beh, di certo non dovremo attendere molto per scoprirlo… - Batuffolo, com’è che ora te ne stai così zitto? Dov’è finita tutta la tua curiosità di prima? – mi chiede Mindy sorridendomi e strofinandomi la mano non impegnata a sostenere il trancio di pizza alla mozzarella di Bouffalant sulla schiena. Non so esattamente cosa risponderle: in effetti, tra tutto quello che avevo immaginato potessero dirmi, l’ultima cosa è proprio la verità. Ora ho capito perché sembravano tanto imbarazzati anche al solo nominare l’argomento… ma non sono del tutto sicuro che sia realmente così. Non può essere realmente così. Quindi vuol dire che… e le femmine… no, è impossibile, non può essere che… e i maschi… no. Semplicemente non ci posso credere. Non ci voglio credere. Anche per i Pokémon funziona allo stesso modo? Onestamente, spero tanto di no, perché se così fosse dovrei aggiungere le Pensioni Pokémon alla lista dei posti in cui non devo entrare… però Ryu ha detto che non bisogna essere per forza in una pensione per fare in modo che tutto questo accada… ora nessun posto è sicuro. Adesso che ci penso, forse sarebbe stato meglio continuare a credere che i piccoli allenatori vengono portati dai Delibird e che le Uova vengono prodotte in serie da una macchina… - Ehi – mi richiama Phoebe, agitandomi una mano davanti agli occhi – Ti abbiamo sconvolto così tanto, rispondendo alla tua domanda? – mi chiede. - Beh, come ti sei sentita tu quando te l’hanno detto per la prima volta? – le chiede Ryu, azzannando un altro pezzo della sua pizza, già quasi finita. - Normale, credo… di certo non mi sono sentita come lui! - ammette lei. - Non siamo tutti uguali: quello che per te è normale, per un altro può essere sconvolgente! Lascialo stare per un po’ e vedrai che gli passerà. – dice lui, continuando a mangiare senza alcun problema. - Scusa se mi preoccupo per lui! – esclama la ragazza, riferendosi a quello che gli sta seduto accanto. - Non c’è problema: è giusto preoccuparsi per gli altri, ma non in casi come questo. Alla fine, sei stata tu a sconvolgerlo. – continua lui. - Sì, ma su tua proposta: sei stato tu a dire che era giusto che sapesse e che in questo modo forse ci avrebbe lasciato mangiare in pace! – dice infuriata lei. In un attimo iniziano a battibeccare, ma Mindy interviene immediatamente sedando il conflitto e cambiando argomento nello stesso momento: - Non serve che litighiate: avete ragione tutti e due, dopotutto. Ryu ha fatto bene a dirti di spiegargli tutte le cose come stanno – dice riferendosi alla ragazza – E lei ha fatto bene a non cercare di illuderlo con qualche gioco di parole e a dirgli come va la natura – Improvvisamente, lei si fa seria, poi prendendo un lungo respiro, un po’ di coraggio e un leggero rossore sulle guance, riprende a parlare: - Alla fine, ho da poco compiuto dodici anni e sono una femmina. Se non l’avesse scoperto ora, probabilmente l’avrebbe scoperto più avanti in un modo più…concreto. Molto meglio che gliel’abbiate detto voi: per me sarebbe stato davvero difficile riuscirci! – dice, guardando Phoebe come per cercare un po’ di approvazione almeno in lei. Certo che a volte deve essere difficile viaggiare solo con due maschi, se preferisce lei ai suoi due unici Pokémon… Phoebe le sorride leggermente, comprensiva, mettendole una mano sulla spalla: - Adesso questa cosa ti spaventa ed è ciò che ha sconvolto così tanto Batuffolo, ma vedrai che un giorno ne sarai felice. – - Speriamo… - mormora lei. È increbile come a volte io riesca ad incasinarmi con le mie stesse parole… però almeno ora so che non bisogna mai fare domande quando si cena, mai e poi mai. Tutto è partito da una domanda di Ryu… e da lì la situazione è solo riuscita a degenerare! - Dov’è Sfavillo? – chiede curioso Ryu. - Ad occhio e croce, penso sia insieme al Capopalestra: non vi preoccupate, sarà da noi tra pochissimo! – dice Mindy – Invece i vostri due Pokémon? Loro che fine hanno fatto? – I due si lanciano uno sguardo d’intesa un po’ imbarazzato, chiedendosi l’un l’altra cosa dire, continuando ad ordinarsi a vicenda di fare qualcosa. Alla fine, stranamente, la vince il ragazzo, facendo in modo che, sebbene arrossendo visibilmente. Phoebe inizi a parlare: - Ecco… loro sono… in un bel posto! – dice concludendo con un sorriso troppo forzato, evidente prova che spera che quella risposta ci basti. Se pensa veramente che ci accontentiamo di quelle tre parole, ci conosce proprio male! - Tutto qui quello che hai da dire? – chiedo io – Così non ci dai spiegazioni, ci incuriosisci di più! – - Beh, non è che sia così semplice spiegare dove sono… - dice lei, guardando Ryu, come a sperare che lui riesca ad inventarsi qualche scusa decente. - Loro… sono andati a fare una passeggiata! – dice lui. - Ah, sì? E dove? - chiedo io dubbioso – Non è che ci sia chissà che cosa fuori città e se fossero qui intorno li avremmo visti! – - Ma io infatti non ho detto che sono in città! – continua lui, sempre più imbarazzato – Dopotutto Gardevoir è in grado di teletrasportarsi, quindi potrebbero essere dovunque! – - È impossibile: sono vostri Pokémon quelli! Come farete ad usarli se sarà necessario? – chiedo io sempre più certo che stiano cercando di svicolare. - Beh, non è che abbiamo in programma di lottare: siete voi che dovete conquistare le medaglie, non noi! – riprende Phoebe intervenendo prima che Ryu abbia il tempo di dire qualcosa. - Già – conferma l’altro – E poi se anche dovessimo lottare non credi che avremmo comunque Pokémon abbastanza forti e numerosi per poter battere chiunque? – - In effetti… - rifletto io: entrambi hanno in squadra quattro Pokémon, tutti sicuramente almeno di Livello 80, e non c’è nessuno qui che li ha ad un livello così alto. Il loro ragionamento non fa una grinza. - Ok, può anche essere che non vogliate lottare – dice Mindy – Ma questo non spiega perché ci teniate così tanto a non dirci che fine hanno fatto Gardevoir e Gallade: per caso sono in missione segreta al posto vostro? – chiede curiosa. - Certo che no! Vi pare che li useremmo in questo modo!? – esclama Phoebe – Ricordi cosa ho detto prima, quando li abbiamo fatti uscire? – chiede alla streghetta. - Sì, mi sembra avevate detto che era una buona occasione per “farli stare da soli” o qualche cosa del genere – risponde con semplicità la mia allenatrice. - Ecco: questo è quello che dovete sapere. Sono da soli da qualche parte, dove nessuno li potrà guardare – pronuncia fermamente, come per chiudere il discorso e far capire che non va riaperto. Improvvisamente quelle ultime parole mi illuminano: - “Dove nessuno li potrà guardare”… non è che li avete rinchiusi in una Pensione per farli accoppiare? – chiedo io, con un’intuizione da perfetto Sherlock Holmes. - Sht… non parlare così forte di queste cose! – esclama Phoebe, imbarazzata. - E perché mai? Ormai è normale per voi allenatori fare cose del genere! Mai sentito parlare di “Breeding”? – chiedo io un po’ stranito. - Certo che ne ho sentito parlare, ma… non è proprio l’argomento migliore da trattare al momento, tutto qui. – conclude lei. Per alcuni secondi c’è il silenzio assoluto, ma dopo poco io mi decido e continuo a porle domande: devo capire meglio che fine hanno fatto quei due. - Quindi… - riprendo io – Li avete messi in una Pensione? – - No, non sono in una Pensione. – mi risponde freddo Ryu, forse un po’ stanco della mia insistenza. - Ma allora dove sono? E come fanno a fare le Uova? – - Beh, non è che devono per forza essere in una Pensione per avere un Uovo! – esclama Phoebe. - In che senso? Che io sappia, è da lì che vengono! – - Mai pensato che l’unico motivo per cui le Uova si trovano solo nelle Pensioni è che è l’unico posto dove i Pokémon possono stare da soli in pace? - - Ma le Uova appaiono dal nulla: cosa c’entra il fatto che i Pokémon sono da soli? – chiedo io incerto. - Batuffolo, rifletti prima di parlare: quali sono le condizioni per avere un Uovo alla Pensione? – mi chiede Phoebe. - Beh… ci devono essere due Pokémon che vanno d’accordo. – rispondo semplicemente io. - No, non è solo quello: secondo te basta che vadano d’accordo o ci vuole qualche cosa di più? – mi chiede. - Adesso che ci penso, in effetti, mi sembra di aver letto che i due devono appartenere allo stesso “Gruppo Uovo” o qualche cosa di simile… - rifletto. - Già, e ciò presuppone che sia possibile avere un Uovo anche da due Pokémon di specie diverse: da cosa è determinato la specie del nascituro? – - Se non sbaglio, è lo stesso della femmina… - dico. - Quindi sei arrivato ad un’altra condizione: i due lasciati alla Pensione devono essere un maschio e una femmina. – - Ok, quindi ricapitolando, per avere un Uovo servono due Pokémon, un maschio e una femmina, che vanno d’accordo tra di loro e che appartengono allo stesso Gruppo Uovo… tutto qui? – - Beh, che ti aspettavi? Che ci fosse bisogno di chissà quale Strumento? – chiede Ryu. - A dire la verità, sì: le Uova da dove vengono fuori? Io pensavo che fosse la Pensione a produrle con un oggetto particolare, ma voi avete detto che possono comparire anche fuori da lì. Come fanno ad apparire? E perché ereditano sempre qualcosa dai genitori? – Le due spie si guardano male a vicenda, con un’espressione a metà tra il preoccupato e l’estenuato: - Te l’avevo detto, che era meglio non dire niente… - dice lui. - Ma sei stato tu ad inventarti che erano a fare una passeggiata! – lo rimbecca lei – Se non avessi cercato di arrampicarti sugli specchi e avessi lasciato parlare solo me, non ci troveremmo in questa brutta situazione! – - Beh, sempre meglio inventarsi una semplice bugia che inventarsi lunghissimi modi per aggirare la verità… - risponde lui. - Quindi mi rispondete o no!? – li richiamo io. Loro hanno le risposte alle mie domande e non possono certo lasciarmi a metà così! - Uff… se ti rispondo poi ci lasci in pace? – sbuffa Ryu, ora solo arrabbiato. - Certo, parola di imperatore! – gli rispondo sorridendo io. - Bene, allora stai bene a sentire – inizia. Pronto ad ascoltare tutte le sue spiegazioni, io mi metto più comodo. - Nella produzione delle Uova non c’entrano niente le Pensioni: a deporle sono i Pokémon femmina. È per questo che la specie è sempre quella del suddetto Pokémon. Il motivo per cui ereditano sempre qualcosa dai genitori è che… - temporeggiando leggermente, alla fine mi dà una risposta accettabile – È che le Uova leggono nel pensiero! – - Beh, questo spiega tutto… - dico. - Quindi hai finito con le domande? – chiede Phoebe. - Sì! – rispondo io finalmente soddisfatto. Prima che i due abbiano il tempo di dire ancora qualcosa, torna il Capopalestra tenendo Sfavillo per la collottola, accorgendosi per la prima volta che Mindy non è da sola, nonostante anche prima fossero lì con noi… si vede che era troppo concentrato sugli ordini per notarli! Il Pokémon che tiene con una mano si agita da una parte all’altra, cercando di opporsi senza risultato al ragazzo dai capelli rossi. Con un rapido gesto, lancia il felino nella nostra direzione, facendolo poi fuggire sotto le gambe del tavolo a cui siamo seduti, da cui soffia furioso. - Vedo che non sei qui da sola! – dice rivolgendosi a Mindy – E devo dire che hai trovato anche dei commensali molto… particolari – dice squadrando i due che ci stanno davanti dalla testa ai piedi, rimanendo un po’ stupefatto dagli abiti che indossano. - Sì, in effetti hai ragione! – risponde la mia allenatrice ridendo - Ma ti assicuro che sono molto simpatici: si chiamano Ryu e Phoebe! – dice indicando prima l’uno, poi l’altra. - Piacere di conoscervi! – risponde lui con un inchino e afferrando poi una mano della ragazza – Il mio nome è Pedro e, se poi hai un po’ di tempo, potremmo passare un po’ di tempo insieme. Cosa dici? – le chiede con un sorriso. - Dico che lei è già occupata – gli risponde Ryu, afferrandogli il braccio e rimettendoglielo a posto. - Beh, è un peccato, sarebbe stato divertente… - afferma con un vago cenno di tristezza ed andandosene subito dopo. Mindy solleva Sfavillo, ancora infuriato, cercando di calmarlo con qualche coccola. Io, prima che la lotta abbia inizio, vorrei che un mio ultimo dubbio venga accontentato, quindi mi muovo per un’ultima domanda: - Scusate se ve lo chiedo, ma penso proprio che voi possiate darmi una risposta che cerco da tanto… - All’udire quelle parole, tutti mi guardano zitti, attendendo di sentire la mia domanda: Phoebe e Ryu mi guardano con un’espressione decisamente arrabbiata, ma nonostante ciò non protestano. Mindy, continuando ad accarezzare dolcemente Sfavillo, mi guarda curiosa. Dopo qualche secondo, pronuncio la domanda: - Come nascono gli allenatori? – Dalla faccia stranita della mia allenatrice, capisco che sarebbe stato meglio stare zitto. Ecco: è così che mi hanno sconvolto. Solo una semplice domanda, niente di più. Non credevo che le cose potessero andare davvero così e, a dire la verità, non so più se dovrei essere spaventato, confuso o cosa… so solo che non ne voglio più sentir parlare per tutto il resto della mia vita di questa storia! Non ho più intenzione di parlare: probabilmente non farei altro che risollevare l’argomento e questo è l’ultima cosa che voglio fare. Ora ci dobbiamo concentrare solo sulla lotta che sta per iniziare. Lentamente, comincio a guardarmi intorno, notando che Ryu ha definitivamente finito di mangiare, a Phoebe manca poco, Mindy sta finendo di rossicchiare le ultime croste, poi riposte ordinatamente al centro del piatto e Sfavillo sta cercando di leccarsi la faccia per rimuovere le ultime tracce di salsa al pomodoro. Controllo di nuovo il mio piatto e vedo che ne è rimasta più di metà. Non so perché, ma non ho più fame. Sarà colpa del discorso delle due spie? Oppure sono nervoso anche io per la mia prima lotta in Palestra? Indipendentemente da quale sia la risposta, decido che non posso certo reggermi in piedi senza magiare, quindi decido di prenderne ancora un po’, in modo tale da prendere anche ancora tempo. Passano pochi minuti da quando finisco di mangiare quell’ultima fetta a quando il già noto proprietario del locale viene da noi a prelevare i piatti e lo spettacolo ha inizio. - Allora, Mindy, sei pronta per guadagnarti la prima medaglia? – chiede Ryu sorridendole leggermente. - Non lo so… - risponde lei, seguendo con gli occhi il tipo dai capelli rossi, che si è fermato sulla porta della cucina a parlare con un suo dipendente, che ora annuisce e comincia ad armeggiare con un complesso sistema di fili, dal quale estrae un microfono. - Pensi che sarà difficile? – chiede Phoebe. - No – risponde semplicemente lei – Credo solo che non devo essere io a lottare. – Prima che uno dei due abbia il tempo di controbattere, il minatore col microfono inizia a parlare, facendo rimbombare per il locale la sua voce profonda. - SIGNORE E SIGNORI, OGGI ABBIAMO UNO SPETTACOLO SPECIALE! – esclama, richiamando il pubblico – OGGI, IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE, IL NOSTRO PEDRO LOTTERÀ SOLO PER VOI CONTRO UNA NUOVA ALLENATRICE! – Al solo sentire quelle parole, la folla è già in delirio: da quant’è che non si fa una lotta qui? Mentre il tipo parla, narrando qualcosa a proposito del fatto che quella è una palestra, Mindy guarda prima me e poi Sfavillo, chiedendoci se siamo pronti. Entrambi annuiamo con sicurezza: in momenti del genere, le parole hanno poco valore, sono molto meglio semplici gesti. - Divertitevi. – dice la streghetta ai due commensali, alzandosi ed avviandosi verso il presentatore, sentendosi richiamata. - In bocca al lupo! – esclamano in coro i due. Mentre corriamo per seguire la nostra allenatrice, mi volto e con un sorriso rispondo loro – Crepi! – Siamo esattamente al centro della sala, dove tutti ci guardano e parlano tra loro, commentando con le loro impressioni sugli sfidanti. - SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI LA SFIDANTE! – esclama indicando Mindy. Tutti ci applaudono, cessando il coro appena dalle porte della cucina esce il ragazzo dai capelli rossi. - SIGNORE E SIGNORI, QUESTO È IL NOSTRO CAPOPALESTRA, L’INCREDIBILE, L’IMBATTIBILE, IL FORTISSIMO…PEDRO LA ROCCIA!!! – Godendosi l’acclamazione degli spettatori, lui passa in mezzo ai tavoli, stringendo mani e salutando, come se fosse una celebrità. Alla fine, si ferma di fianco a noi. - Allora, ragazzina, sei pronta a perdere? – ci chiede con un sorriso di sfida. - Certo che sono pronta – le risponde lei ricambiando lo sguardo – Ma non sarò certo io a perdere! – - Vedremo… - risponde Pedro, schioccando le dita. A partire dal momento in cui lui esegue quel semplice movimento, il pavimento comincia a vibrare, facendo entrare in risonanza tutte le stoviglie, che producono un sottile tintinnio, mentre ogni tanto si ode un bicchiere scoppiare. Il Pavimento sotto ai nostri piedi si sta muovendo, facendo spazio al suo centro per un grosso campo di battaglia, composto semplicemente da una vasta area terrosa su cui sono disseminati alcuni massi senza un apparente schema logico. - Cosa aspetti? – chiede il Capopalestra, camminando fino alla zona delimitata da un cerchio bianco dall’altro lato della zona – Prendi posto ed iniziamo la sfida! - Con pochi passi decisi, lei esegue. - CHE LO SPETTACOLO ABBIA INIZIO!! - Immediatamente, Pedro lancia in aria la sua sfera, dalla quale fuoriesce un Pokémon non nativo di Sinnoh, ma un Roggenrola, proveniente dalla lontana Unima. Da quand’è che qui vengono usati anche loro? Pensavo che dovessero usare solo Pokémon catturati qui, ma tanto alla fine non è che sia tutto questo gran problema: un tipo Roccia, resta un tipo Roccia, indipendentemente dalla regione di provenienza! Per quanto io sia già pronto a lanciarmi in campo, attendo che Mindy finisca di esaminare il Pokémon con l’aggeggio che le ha regalato il Capo, facendole capire che il nostro nemico non sarà certo un problema. - Batuffolo – mi dice riponendo il cacciavite sonico - Credo che questo sia un lavoro per te. Hai voglia di lottare? – - Ci puoi scommettere! – le dico felice che abbia scelto me. Prendendo un po’ di rincorsa, mi fiondo in campo, ma prima che io abbia il tempo di superare la linea che delimita la zona occupata dalla mia allenatrice, qualcuno mi si para davanti, soffiando furioso. Non bisogna essere dei geni per capire di chi si tratta, ma nonostante ciò ne rimango sorpreso: perché Sfavillo mi dovrebbe soffiare contro? - Ehi, cosa ti è saltato in mente!? – gli chiedo rialzandomi. - Lo devo battere io! – mi strilla, rizzando i peli sulla schiena e mostrandomi i canini in un ringhio. - Non c’è bisogno di arrabbiarsi in quel modo… - gli dico facendo alcuni lenti passi all’indietro. - Sì, invece: non hai idea di cosa mi ha fatto quel tipo! Ora è arrivato il momento della vendetta e non ho intenzione di farmelo scappare per nessun motivo! – grida infuriato. - Sicuro di volerci provare? – chiede preoccupata Mindy – Tu saresti svantaggiato sul loro tipo, quindi potrebbe essere una vera sfida per te! – - Non mi importa: devo farlo per principio! – detto ciò, guarda il volto della nostra allenatrice, attendendo una sua reazione. Dopo qualche secondo di riflessione, lei sorride: - Ok, allora entra in campo e fatti valere! – - Grazie – sorride lui producendo alcune scintille. Sapendo che probabilmente dovrò attendere molto perché arrivi il mio turno, mi siedo vicino ai piedi della mia allenatrice, mentre il mio amico Shinx entra in campo, deciso a dare una lezione al Roggenrola ed al suo allenatore. - E così è lui la tua prima scelta, un Pokémon Elettro? Scusa se te lo dico, ma mi sa che devi ancora imparare un po’ di cose, prima di sfidarmi! – la prende in giro Pedro. - Vedremo… - gli risponde lei lanciandogli uno sguardo fulminante, che lo fa scoppiare a ridere. - Roggenrola, vediamo di non tirare le cose troppo per le lunghe: usa Bottintesta e metti KO quello Shinx iperattivo! – Con un cenno di assenso, il Pokémon Placca si lancia contro Sfavillo, che scansa il colpo senza battere ciglio: - Ci vuole ben altro per battermi, sai? – dice lui, schernendo il rivale. Innervosito, il tipo Roccia si scaglia con un nuovo attacco, nuovamente evitato dal mio amico. - Ancora per quanto vuoi continuare così? – chiede lui – Guarda che mi sto annoiando: non dovevi essere un Capopalestra? – termina con una risata un po’ inquietante, che conclude con una scarica di elettricità da far accapponare la pelle. Sempre più arrabbiato, Roggenrola pesta i piedi a terra, lanciandosi di nuovo in una sequenza di Bottintesta che lo fa saltare da una parte all’altra del campo, ma mai gli permette di colpire Sfavillo, troppo veloce per lui. - Ehi – esclama il Capopalestra ad un certo punto – Non lasciarti distrarre da lui: ti vuole solo confondere! Usa un Turbosabbia per confonderlo e poi continua a tempestarlo di colpi come stai facendo adesso! – Fedele al suo allenatore, il Pokémon esegue, correndo con tutte le proprie forze verso lo Shinx e sfregando con forza per terra, sollevando terra e polvere, che finisce dritta negli occhi del mio amico. Con un miagolio strozzato, Sfavillo si lamenta per il colpo subito e cerca di pulirsi il volto, ora impastato col fango prodotto dalle lacrime che l’attacco gli ha fatto produrre. La sua vista, a giudicare da come si muove, deve essere assai offuscata, perché si muove a sinistra e a destra come se fosse ubriaco, spesso scambiando una semplice roccia per il suo rivale, che per tutto il tempo non ha fatto altro che saltare e girargli intorno per confonderlo. È sicuro che quando Roggenrola si lancerà all’attacco, Sfavillo non potrà fare altro che incassare il colpo. - Sfavillo, attento! – esclama Mindy, vedendo il nostro rivale che si prepara ad un nuovo attacco, ma purtroppo, esattamente come avevo previsto, il Bottintesta va pienamente a segno, facendo anche parecchio male al mio amico, che viene sbalzato verso il fondo del campo. Con un verso di dolore, lui cerca di ancorarsi con gli artigli al terreno, ansimando poi mentre cerca di riprendersi dalla dura botta subita. Strofinandosi una zampa sugli occhi, si osserva tutto il corpo, come per assicurarsi di essere ancora tutto intero, per poi guardare il Roggenrola con aria furiosa. - Questa te la sei cercata… - mormora cominciando a tendere ogni muscolo presente nel suo corpo, accumulando elettricità. Sbaglio o sta usando Sottocarica? Ma non dovrebbe attendere gli ordini della nostra allenatrice, per attaccare? Solo ora alzo gli occhi e vedo che lei è stranamente concentrata, ma al contempo non emette un fiato, come se stesse riflettendo sulla mossa da ordinare. Come è già successo con le altre lotte, dietro alle lenti i suoi occhi hanno perso un po’ della loro solita luce, ma nonostante tutto ora sembra meno assente… chissà cosa le è successo! Con un rombo di tuono, dopo aver schivato un’Azione, Sfavillo si lancia in un attacco Scintilla talmente potente da fare terra bruciata e talmente veloce che sarebbe impossibile da schivare perfino per un Ninjask. Con un colpo secco, un pezzo di roccia scura si stacca dal corpo del Pokémon del Capopalestra, che poi crolla a terra stremato. Lampeggiando di elettricità, Sfavillo sorride e agita felice la coda: - Adesso hai capito che non bisogna scherzare con me? – chiede a Pedro, che ora sta facendo ritornare nella Pokéball il suo primo lottatore, pur mantenendo un’espressione abbastanza calma. - Guarda che è ancora presto per cantare vittoria. – gli risponde sorridendo – i miei Pokémon sono tre e ti assicuro che i prossimi non saranno tanto semplici da sconfiggere! – Frugando nelle tasche, alla fine estrae una nuova sfera, che lanciata in aria fa fuoriuscire un’enorme Onix, la cui sagoma rocciosa si riconoscerebbe tra mille. Il brontolio che produce il Pokémon non è affatto incoraggiante ed il sorriso sadico del Capopalestra ci fa capire che con lui non sarà facile come lo è stato per Roggenrola. La vera sfida ha inizio solo ora. VS Dove siamo: -
Qual è il vostro Pokémon preferito in assoluto?
Nevix ha risposto a una discussione di Hammy in Discussioni Pokémon
Empoleon forever! -
[HERO] Pokèmon Care:The Alice's Project (COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di Hero in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Beh, proprio lunghissimo non direi... confrontato agli altri, non è neanche la metà! Comunque, è davvero un bel capitolo: la perfezione sta negli errori presenti nei primi capitoli dell'altra fanfic e che qui non ci sono, oltre che nella capacità di riuscire a dire tanto con poche parole, cosa che sei riuscito a fare perfettamente! Sono sicuro che i prossimi capitoli saranno fantastici tanto quanto questo! -
[HERO] Pokèmon Care:The Alice's Project (COMMENTI)
Nevix ha risposto a una discussione di Hero in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Ho appena finito di leggere il primo capitolo e devo dire che mi è piaciuto davvero molto! Per quanto sia un capitolo abbastanza breve, è stracolmo di avvenimenti e riesce perfettamente a dare l'idea di come sarà la protagonista e come si svolgerà la storia: spero che il nuovo capitolo arriverà presto, perché questo l'ho semplicemente adorato! L'idea di un personaggio così carino e gentile, pronto a tutto pur di difendere i deboli, poi, mi ricorda molto il protagonista della mia fanfic, Mindy, che ho trovato molto simile alla tua Alice sotto questo aspetto. Tao mi piace molto come Pokémon ed ancora di più il suo modo deciso di fare, che si dimostra con la velocità con la quale esegue l'ordine della sua allenatrice e la violenza con la quale sconfigge le due reclute del Team Skull! Purtroppo questa volta il commento non è lungo tanto come gli altri, ma non c'è molto da dire davanti ad una simile perfezione! Davvero un bel capitolo, continua così! PS Se Bonsweet diventa un Pokémon di Alice, sappi che approvo: è uno dei Pokémon che più mi sono piaciuti di questa generazione, nonché il secondo di tipo Erba, subito dopo Decidueye! -
Un nuovo personaggio di Pokkén Tournament verrà rivelato il 1° dicembre!
Nevix ha risposto a una discussione di -PeterPan- in Notizie
Empoleon Mai una scelta fu più azzeccata: spero proprio che questa volta lo mettano sul serio! -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 24: la pizzeria dei minatori Non mi è mai piaciuto volare e, dopo questa terribile esperienza, penso che non mi piacerà mai: durante tutto il viaggio, in cui Ryu ci ha tenuto stretti per assicurarsi che non venissimo persi durante il percorso, ho continuato a sobbalzare tra le braccia della mia allenatrice, obbligata a fare su e giù seguendo l’onda dell’enorme Pokémon Stratosfera. Devo ammettere che, però, è stato veramente una cosa mitica assistere alla MegaEvoluzione di un Leggendario direttamente dall’interno della sfera di energia che si è venuta a creare attorno a lui! È vero che dopo aver assistito all’incredibile evento, siamo partiti così velocemente da superare perfino la velocità del suono, ma tanto il mal d’aria ce l’avrei avuto lo stesso… Almeno, in questo modo mi posso consolare un po’ per quello che ho provato. Solo ora mi accorgo che è stata proprio una fortuna che non ci siamo fermati a cenare prima di partire: in caso contrario, in questo momento probabilmente starei per vomitare… Con un abile gesto, il ragazzo salta giù dal dorso del Drago che ci ha portato, porgendo poi una mano a Phoebe e facendola scendere. - Grazie Rayquaza! Senza di te non saremmo mai riusciti ad arrivare così presto! – dice la ragazza, accarezzando delicatamente il fianco del Pokémon, che sorride felice. - Beh, cosa ti aspettavi? È da anni che ci alleniamo: volare dalla base fino a qui in cinque minuti netti mi pare il minimo! – esclama Ryu. - Forse per te sarà normale, ma io ho percorso molto meno spazio in decisamente più tempo! Ho-oh non corre certo come voi! – risponde lei, cercando di rimettersi a posto i lunghi capelli corvini scompigliati dal vento. - Ehm… non per interrompervi, ma noi siamo ancora qui! – dico io, facendo notare ai due che io e Mindy siamo ancora bloccati dal mantello nero che il ragazzo ci ha dato per proteggerci dal vento. - Scusa – dice subito Phoebe, avvicinandosi e togliendoci il pesante panno di dosso – Non pensavo aveste così fretta… - - Io non ho fretta: ho solo fame! – le rispondo. La streghetta ride: - Certo che basta davvero poco per farti arrabbiare! – - Non è vero! – le rispondo io stizzito – Io non mi arrabbio con poco: semplicemente mi arrabbio quando è necessario! Mai sentito il detto “imperatore arrabbiato, sempre accontentato”? – - A dire la verità, secondo me te lo sei appena inventato… - ride Mindy – Ma non fa niente: io ti voglio bene anche se ti offendi sempre! – dice stringendomi tanto forte da farmi mancare il fiato. Le due spie ci guardano e sghignazzano tra loro, commentando qualcosa che non capisco ma che sicuramente non è un complimento, attendendo poi che la mia allenatrice si decida a lasciarmi andare per poi sollevarci di peso e metterci a terra, permettendo a Rayquaza di volare via in un nuovo lampo di luce, dopo il quale rivedo il Pokémon con i suoi tratti classici, resi più evidenti dopo la perdita di tutti quei disegni luminosi sul corpo. È strano, ma solo ora mi accorgo del posto dove ci siamo fermati: questa non è la città in cui ci dovevamo fermare, ma uno spiazzo distante dalle luci che iniziano ad accendersi più a valle, contornato da una fitta vegetazione, che viene interrotta unicamente da un largo sentiero, vicino al quale ci sono due cartelli. Da qui non riesco esattamente a capire cosa c’è scritto, ma a giudicare dall’insegna, quello che indica verso sud, porta a Mineropoli, mentre quello che indica dalla parte opposta serve per segnalare la direzione per il Monte Corona. - Perché ci siamo fermati qui!? – chiedo io un po’ innervosito – Non dovevamo andare a mangiare!? – - Certo, ma non puoi certo pretendere che atterriamo in mezzo alle case con un Pokémon leggendario di dieci metri! Ci pensi a cosa avrebbero potuto fare gli abitanti se ci avessero visto piombare improvvisamente giù dal cielo? È vero che ora siamo fuori servizio, ma rimaniamo sempre e comunque delle spie! – - Mi spiace dirtelo, Batuffolo, ma mi sa che ha ragione Phoebe… in ogni caso, dovresti essere felice di fare questa passeggiata: in questo modo Sfavillo potrà tornare a tenerti compagnia e camminando ci verrà ancora più appetito! – dice mettendomi a terra ed estraendo la Pokéball di Sfavillo, dalla quale lui fuoriesce producendo qualche scintilla. - È da un po’ che non ci vediamo! – mi sorride mostrando i canini appuntiti. - Beh, sono passati pochi minuti da quando sei rientrato nella Pokéball: io non lo considererei proprio “un po’”… - gli rispondo io, avvicinandomi e porgendogli un’ala in segno di saluto. - Non ci provare… - mi dice lui, scansandosi e toccandomi con la coda. Ancora prima che abbia il tempo di dire una parola, lui caccia una risata leggermente inquietante ed il mio corpo si accende come un albero di Natale. - Fallo ancora e quella coda te la stacco… - mormoro io riprendendo fiato, mentre lui si sganascia dalle risate. - Davvero? Quasi quasi ti tiro un’altra scossa solo per vedere se ci riesci veramente… - ride lanciandomi uno sguardo di sfida, che però insieme al sorriso che gli si disegna sulla faccia contribuisce solo a darmi l’idea che nel tempo che ha passato da solo con Ryu è diventato ancora più pazzo e scatenato di com’era già. - Non riesci proprio a non guardarmi in quel modo, vero? – rabbrividisco io. - In che modo intendi? Questo? – dice lanciandomi un Fulmisguardo. - No, questo non è neanche inquietante la metà di quello di prima! – - Capito! – esclama facendo fuoriuscire delle scintille dalle guance – ti riferisci a questo! – Concentrandosi, chiude gli occhi e prende un’espressione seria, per poi rilasciare quello che dovrebbe essere una mossa ma che io ritengo solo la cosa più inquietante e macabra di sempre: civettando, il Pokémon sta facendo luccicare gli occhi giallo acceso in maniera innaturale, condendo il tutto con il sorriso più gentile che gli ho mai visto fare. - C-cosa dovrebbe essere!? – gli chiedo io balzando all’indietro. - Come, non si vede? – chiede lui, cessando l’attacco – È un nuovo attacco che mi ha insegnato Ryu: si chiama “Occhioni Teneri”! Non ti sembra il massimo?? – - Mah, onestamente ho sempre trovato molto meglio le mosse offensive… ma penso che alla fine anche un attacco del genere possa avere il suo perché! – Lui ride come ha sempre fatto e mi tira una nuova scossa: - Sei strano, sai? – mi chiede. - A me sembra che qui l’unico strano sei tu… - gli dico io. - Beh, forse hai ragione… in effetti ora che sono un Livello 14 comincio a sentirmi un po’ diverso, ma non penso sia stranezza… - riflette grattandosi il mento. - Non è importante cosa è o non è… strano o non strano, tu sei sempre tu! – - Davvero lo pensi? – mi chiede stranamente serio. - Certo! – gli rispondo, serio come lui. - Beh, vedi di pensarlo anche dopo la prossima lotta! – mi sorride, correndo poi avanti ed indicando ai tre allenatori di seguirlo. In che senso, “vedi di pensarlo anche dopo la prossima lotta”? - Ehi, mi sa che tu mi devi qualche spiegazione! – gli strillo correndogli dietro. Dopo non so quanto tempo dall’ultima volta, compio tutto il percorso per arrivare in città di corsa, giocando e scherzando con Sfavillo, che ogni tanto si ferma per prendermi in giro o mette di traverso la coda per farmi inciampare. Non presto particolarmente attenzione all’ambiente intorno a noi, ma in fondo non è una gran perdita: troppo impegnato con il mio amico, non mi accorgo né della distanza che si accorcia né del lungo tempo che passa né della fame che fino a poco fa mi divorava lo stomaco. È incredibile come quel Pokémon riesca a trasmettere allegria e vitalità… io non penso ci riuscirei mai! Quando manca poco alla città, Sfavillo rallenta, facendomi fermare a mia volta, indicandomi subito dopo di voltarmi. Non passa un secondo di più che il mio amico è già scoppiato a ridere, dicendo tra una sghignazzata e l’altra che non ha mai visto niente di più comico. Non sono del tutto convinto che quello che a lui sembra comico, lo sia veramente, ma mi volto lo stesso, più che altro perché se non lo facessi probabilmente finirei folgorato. Ridendo leggermente anche io, guardo nella direzione che ha indicato, sperando di non offenderlo, ma quello che vedo mi fa immediatamente cambiare idea. Come fa a pensare che una scena del genere è divertente… io la troverei quantomeno strana e un po’ troppo sdolcinata. Molto più indietro rispetto a noi, due coppie stanno passeggiando tranquillamente tenendosi la mano e guardandosi negli occhi, mentre dietro di loro sporge appena la testa della mia allenatrice, che cerca con tutte le sue forze di superarli per raggiungerci. Sebbene una coppia sia formata da Pokémon e l’altra da umani, il loro comportamento è fin troppo simile: in entrambe le situazioni le loro mani sono strette l’una all’altra e mentre la femmina appoggia la testa alla spalla del maschio, lui la guarda negli occhi come a comunicarle l’affetto che prova, troppo difficile da esprimere a parole… Se avevo un po’ di fame, vedere una cosa del genere me l’ha fatta passare… Senza che me ne accorgessi, Sfavillo mi tira un’altra scossa, scoppiando a ridere ancora più forte di prima. - Perché mi hai fulminato di nuovo!? Ti stavi già divertendo abbastanza a guardare loro, non c’era bisogno di usare pure me come intrattenimento! – gli dico io. - Scusa! – esclama rotolandosi a terra per il troppo ridere – La prossima volta quando ti vedo incantato ti lascerò lì dove sei! Chissà che magari in questo modo Mindy si dimentica di te e ti lascia qui… - - Ehi, lei non lo farebbe mai! – gli rispondo leggermente innervosito dalla sua idea. - Certo che non lo farei mai e ora andiamo: non sapete che è cattiva educazione fissare due giovani innamorati? – dice la streghetta, che è finalmente riuscita a scansare l’ingorgo facendosi strada tra i cespugli, che gli hanno disseminato tutta la parte inferiore del completo di foglie, sollevandomi e forzandomi a guardare verso le porte della città che stanno davanti a noi. - Loro non mangiano con noi? – chiede Sfavillo saltellandoci in mezzo ai piedi. - Certo che mangiano con noi, ma hanno detto che prima vorrebbero stare un po’ da soli! Non vi preoccupate: non ci metteranno molto… o almeno spero! – risponde Mindy addentrandosi in città unicamente con noi due. Intanto, riesco a girarmi nuovamente tra le sue braccia e sbirciare di lato, vedendo che, mentre Ryu e Phoebe guardano l’orizzonte stando appiccicati l’uno all’altra, i loro due Pokémon sono posizionati esattamente al centro del percorso: mentre Gallade è inginocchiato davanti a lei, Gardevoir si copre la bocca con le mani, mostrandosi in un delicato sorriso un po’ stupefatto. Chissà da cosa deriva quell’espressione… che le abbia chiesto qualche cosa di strano? - Ehi, non hai sentito quello che ho detto? – mi chiede la mia allenatrice, che mantiene il suo tono allegro e spensierato anche quando mi sta sgridando – Non guardarli e aiutami a leggere questa cartina! – dice picchiando due volte il dito sulla superficie metallica del nuovo Pokédex, che subito mostra una rappresentazione olografica dell’intera città, in cui ogni edificio di qualche rilevanza è segnalato da una didascalia che ne spiega l’utilità. Immediatamente, vedo che proprio nel mezzo del disegno immateriale, c’è un’enorme insegna con la scritta “Pizzeria La Pala”: se non servono la pizza lì, non la servono da nessuna parte! - Beh, non è che ci voglia così tanto per trovare quello che cerchiamo… - le rispondo un po’ incredulo, mostrandole con l’ala la costruzione non molto lontana. - Scusa se non ci vedo… - mi risponde lei, riponendo l’oggetto. - Lo so che non ci vedi, ma gli occhiali li hai messi proprio per quello! Ho visto che in città c’è anche un ottico, non è che dobbiamo fare un salto pure da lui? – le chiedo pungolandola con il gomito. - A Mineropoli c’è anche un Centro Pokémon, sai? Forse sarà meglio che ti porti da quelle brave Chansey, così ti controllano per bene: stai diventando un po’ troppo insolente, in questi giorni… - Dal modo in cui ride Sfavillo e dal modo divertito in cui mi guarda la mia allenatrice, capisco di avere proprio l’espressione terrorizzata che sapevo avrei preso al solo pensare a quel terribile gruppo di infermiere assatanate. Scuotendo la testa scaccio quei terribili pensieri e dico ad entrambi di andare avanti, mostrandomi nell’espressione più arrabbiata e severa che mi viene, ma che la streghetta fa sparire subito, stringendomi ancora forte e dicendomi che non mi devo preoccupare, perché non ha intenzione di portarmi da nessuna parte: secondo lei, se anche mi dovessi ferire, ha una scorta di pozioni industriale, sufficiente a curare un intero esercito. Fatto ciò, ancora sorridenti e allegri, i due camminano seguendo la strada indicata dalla cartina, mentre io mi riposo e ammiro la piccola città nella quale ci stiamo inoltrando seduto sopra le braccia ossute della mia allenatrice. Devo dire che, alla fine, questo posto è molto diverso da come lo pensavo: che io sapessi, doveva essere una specie di villaggio allestito per permettere ai minatori di vivere con le proprie famiglie in prossimità del cantiere, ma a vederlo così sembra più una città in festa. Non c’è traccia dei nastri trasportatori che portavano in ogni direzione il carbone estratto ed il rumore che veniva prodotto dai macchinari all’opera è completamente sparito, sostituito dal tranquillo vociare delle persone che vagano senza meta, passando da un negozio all’altro e sparendo molte volte all’interno di uno dei ristoranti che riempiono le vie. Dopo aver svoltato un nuovo angolo, davanti a noi si para l’enorme insegna del locale che stavamo cercando: illuminata con luci al neon quasi accecanti, proprio sopra la porta a vetri spicca un’enorme pala, sul cui manico sono fissate le lettere leggermente scolorite dal tempo e dalla pioggia delle parole “la Pala”. Il locale non sembra particolarmente raffinato, ma nonostante ciò c’è un continuo viavai di gente, che entra con niente ed esce con un numero variabile di scatole di cartone, tutte di colore bianco e fumanti. Mentre noi camminiamo verso l’edificio, un uomo ci passa accanto con uno di quei contenitori, inondando le nostre narici con un profumo squisito, proveniente proprio da una di quelle cose che tiene in mano. - Avete sentito? – ci chiede estasiato Sfavillo, annusando l’aria – Non so cos’è questa cosa, ma è a dir poco squisita! Forza, corriamo! – esclama facendo un salto con capriola e fiondandosi verso le porte del ristorante, rischiando di far inciampare alcune persone che stanno uscendo in quel momento ma riuscendo ad infiltrarsi indenne. - Ma è possibile che quello non riesce proprio a trattenersi!? – chiedo io a Mindy. - Non mi sembra abbia fatto qualcosa di male! Mi aspettavo l’avresti seguito pure tu, ad essere onesti: non dicevi di avere fame? – mi risponde. - Sì, ma in qualità di imperatore ho una dignità, io! Non mi lascio certo condizionare da bisogni infimi e primari come il mangiare! – Lei ride, poi mi guarda, mi stringe ancora tanto forte da farmi mancare il fiato e alla fine mi dice: - Forse tu sarai troppo nobile per sederti ad un tavolo e mangiare, ma io no: cosa dici se raggiungiamo Sfavillo? – Ancora prima che io gli abbia dato una risposta, lei si è già messa a correre verso l’entrata, superando velocemente la porta a vetri e portandoci nella sala, che a vederla così ha l’aspetto in tutto e per tutto di una miniera, con tanto di minerali e lanterne appese ai muri. Praticamente tutti i tavoli sono occupati da qualcuno intento a mangiare uno strano cibo piatto e tagliato a spicchi, da cui cola una sostanza bianca e vischiosa, apparentemente anche molto calda, a giudicare dal fumo che emana. È quello il contenuto delle scatole che portavano via tutte quelle persone? Prima che io possa porre la domanda, noto che su un bancone in fondo alla stanza, c’è un cameriere nerboruto che sta infilando con una pala da minatore il cerchio fumante in un contenitore, mentre un Machop servizievole fa il giro dello stesso e lo consegna a chi l’aveva ordinata. In fila indiana tre Graveler, ognuno portando un piatto con ogni mano, escono dalla stanza attigua, servendo dodici affamati clienti in tempo da record. Facciamo qualche passo avanti e sentiamo l’uomo del bancone gridarci qualcosa: - Ehi, voi! Prendete un tavolo e cominciate a decidere cosa ordinare: sarò da voi in un lampo! – Deve essere veramente un posto pieno di lavoro, perché il tipo scompare subito nella stanza vicina, lasciandoci da soli. Mindy, come ha già fatto altre volte, non presta particolare attenzione a dove si siede, appoggiandomi sul tavolo di legno e togliendosi lo zaino dalle spalle, ma non fa in tempo a sedersi che già qualcosa di nuovo attrae la sua attenzione: - Batuffolo, secondo te cosa significa quel cartello? – mi chiede indicando un foglio di carta logorato su cui spicca il disegno di una medaglia di colore scuro. - Non lo so... a vederlo così, sembrerebbe qualcosa simile ad una promozione: “ogni dieci ordinazioni una medaglia omaggio”… mi sembra strano.- le rispondo, osservando a mia volta il foglio ingiallito. - Non so tu, ma io voglio vederci chiaro qui… il dubbio mi era già venuto vedendo che sulla cartina non era segnata la Palestra, ma non pensavo potesse essere realmente così! – dice lei, sollevando di nuovo lo zaino e dirigendosi ad ampie falcate verso la stanza in cui è sparito il cassiere. - Ehi, aspettami! – le strillo, saltano giù dal tavolo e zampettando da lei. Appena varchiamo la porta, tutto nella stanza si ferma. - Ehi, ma quella è una bambina! – strilla spaventato uno di loro, puntando il grosso dito verso di noi. Al solo sentire la parola “bambina” si scatena l’inferno. Mindy prova a richiamarli, ma nessuno la sente, rendendo inutile ogni suo sforzo di superare il fracasso che stanno provocando. Sia io che lei rimaniamo immobili, indecisi su cosa fare, ma per fortuna dopo neanche pochi minuti appare un ragazzo abbastanza giovane, che riesce a calmarli solo mostrandosi. - Cosa sta succedendo qui? – chiede. - Ehi – strilla improvvisamente uno di loro, dall’aspetto terrorizzato – Ma quello è il capo! – Tutta la banda, si gira nella direzione indicata dal tipo, strillando impauriti e mettendosi a correre ai loro posti iniziali con una velocità incredibile, mettendosi poi sull’attenti e aspettando un ordine. - È possibile che ogni volta che mi allontano qui succede qualcosa? Prima quella banda di straccioni che mi volevano comprare la miniera e la Palestra, poi quello Shinx iperattivo e ora una bambina… però certo che potreste cercare di essere un po’ più coraggiosi! – li rimprovera il giovane. - C-ci scusi capo, la prossima volta cercheremo di non spaventarci in questo modo… - dice il tipo che prima stava alla cassa. - Sì, non vi preoccupate! – dice alla fine ridendo lui – È giusto così: alla fine, se non ci fossero problemi, a cosa servirebbe un capo? Ora tornate al lavoro: il popolo affamato ci acclama e noi lo dobbiamo accontentare! – - SISSIGNOR PEDRO SIGNORE!!! – esclamano in coro tutti i minatori, rimettendosi a lavorare. Ora che tutto è tornato alla normalità, il ragazzo, entrato da una porta secondaria, si avvicina a noi con un sorriso. A differenza di tutti gli altri, questo oltre ad avere parecchi anni in meno, non ha muscoli particolarmente sviluppati e sono solo pochi i peli che gli ricoprono il volto, presenti soprattutto sul labbro superiore e poco sotto il mento, dove si notano piccole chiazze di color magenta. I suoi capelli sono lunghi e perfettamente ordinati in una bassa coda, oltre che dello stesso colore degli occhi e dei primi accenni di barba. È strano, ma sembra che l’unica cosa che renda evidente che pure lui fa parte di quel gruppo di minatori-pizzaioli è che indossa una tuta da lavoro, le cui maniche sono raccolte in due grossi risvolti, e l’elmetto completo di lampadina incorporata, rispettivamente di colore grigio e rosso. Un po’ esitante, alla fine si decide a parlarci: - Allora, bambina, cosa ci fai qui? Non lo sai che non è un posto adatto per giocare? – le chiede. - Io non sono qui per giocare: io sono qui per quello! – dice seria, mostrandogli l’avviso di poco prima. - Ah, quindi sei una nuova allenatrice! Beh, non so che dirti… prenota dieci pizze e appena saranno pronte avrai la tua medaglia! – dice estraendo dalla tasca posteriore un taccuino e una penna, che fa scattare immediatamente per prendere nota – Quindi cosa prendi? Io ti consiglio una pizza alla mozzarella di Bouffalant, oppure una ai Minifungo! Sono entrambe veramente squisite! – - Non voglio una pizza: io voglio lottare! – dice lei, mostrandomi a lui. - Uff… senti, non sei la prima che mi dice che una palestra così non va bene, ma cerca di capirmi: quanto ci guadagno da una lotta? Anche io ho una vita, sai? Non posso pagare tasse, affitto e mangiare con quel magro stipendio che ci danno come Capipalestra! In questo modo ho unito l’utile al dilettevole, cosa c’è di male? – dice riponendo entrambi gli oggetti. - Beh, sì, su questo ti posso anche capire, ma non credi che sarebbe ingiusto regalare le medaglie in questo modo? In fondo, hanno un significato molto particolare e così lo perdono! – protesta ancora la streghetta. - Potranno avere tutto il significato che vuoi, ma la filosofia non mi dà certo il pane da mettere in tavola! – risponde ancora lui. - Ehm… scusa se mi intrometto, ma tu sei il Capopalestra, quindi le miniere dovrebbero essere tue! – - Magari lo fossero: purtroppo mio padre le ha vendute alla città, quindi ora sono demaniali… ci ha ricavato moltissimi soldi ed è sparito insieme al suo conto corrente… dalle ultime notizie, sembra si sia trasferito ad Alola: non per niente, ora che lui se n’è andato e quella stupida bambina di nome Vera ha soffiato il titolo di Campione a Rocco, è lui il Capopalestra di Canalipoli! – dice triste. - No, aspetta… COSA!? – chiedo io sbalordito. - Sì, hai capito bene: ha venduto tutto quello che avevamo ed è sparito… sì, lo so che è una storia triste… - dice tirando su col naso. - No, ma che vai blaterando? Io non stavo parlando di quello: io parlavo di questa Vera che si è presa il titolo di Campione! Rocco Petri si è veramente fatto battere!? – - Certo, cosa c’è di strano? Lui usa solo Pokémon di tipo Acciaio e Roccia, quindi lei si è portata dietro Groudon, che per ringraziarla dopo tutta la faccenda del Team Magma ha deciso di aiutarla alla Lega… dovevate vedere la faccia di Rocco e del suo MegaMetagross quando si sono visti spuntare quel colosso: credetemi, per lui non è stato affatto piacevole… - - Non ho parole… - mormoro io: Rocco è sempre stato uno dei Campioni più importanti, secondo solo a Camilla e Blu! - Già, anche a me dispiace molto… - riprende lui, abbassando la testa. Per alcuni secondi nessuno parla, rendendo più evidente il silenzio rotto unicamente dai rumori prodotti dai pizzaioli, a loro volta silenziosi a causa della nostra presenza. Poi Mindy, non ancora convinta che comprare semplicemente queste dieci pizze sia la cosa migliore, torna alla carica: - Quindi non hai intenzione di lottare? – chiede. - Scusami tanto ma no: non è abbastanza remunerativo! – dice lui impassibile. - Ma tanto tu sei qui a far niente! Potresti lottare con noi! – - Guarda che io ora non sto lavorando solo perché fino a dieci minuti fa ho lottato con uno Shinx che stava devastando la cucina! Se non fosse stato che subito dopo di lui siete arrivati voi, mi sarei già rimesso a spalare carbone per tenere il forno acceso! – - Beh, in tal caso, mi pare che i tuoi impiegati se la cavino benissimo anche senza di te: potresti dedicarti ad altro, anziché aiutarli! – - Non ti arrenderai mai, vero? – chiede lui un po’ stanco di noi. - No, mai! – sorride Mindy. - Allora facciamo così: se ti porti via quello stupido Pokémon Baleno e mi compri almeno cinque pizze, ti sfiderò ad una vera lotta in Palestra, va bene? – - Certo! – risponde lei saltellando per la felicità. - Bene allora – dice lui, estraendo di nuovo il taccuino – Cosa ordini? – chiede nervoso. - Ehi, un po’ di calma! Prima di scegliere, se non ti dispiace, vorrei vedere tutto il menu! – risponde lei sorridendo di nuovo. - Allora non stare lì impalata e vai nella sala a trovarti un tavolo! – dice spingendoci fuori dalla cucina e strillandoci che arriverà da noi in un minuto insieme allo Shinx che tanto odia. - Certo che poteva essere un po’ più gentile… - protesta Mindy. - Forse lo sarebbe stato se tu non avessi insistito così tanto! – le faccio notare io. - Ma anche no: mai sentito dire “il cliente ha sempre ragione”? E poi questa è sempre e comunque una Palestra! – Vorrei cercare di convincerla che forse il povero Capopalestra non ha tutti i torti, ma tanto sarebbe inutile… Mentre lei si accomoda ad un tavolo poco distante, io mi sbraccio per farmi notare da Ryu e Phoebe, appena entrati nel locale. - Guarda un po’ chi si rivede! – esclamo – Avete finito con le vostre smancerie? – - Vi chiediamo scusa per avervi fatto attendere, ma avevamo bisogno di un po’ di tempo… solo per noi due. – mi dice guardandomi con aria truce Ryu. - Ehi, calmo! – gli dico – Stavo solo scherzando! – Chissà come mai, quando dicono una cosa del genere Sfavillo o Mindy, tutti capiscono che è solo un gioco, invece quando lo faccio io si arrabbiano peggio di un Mightyena: un giorno mi dovranno spiegare perché con me va sempre a finire così… - Non vi dovete scusare! – dice subito la streghetta, salvandomi dalla terribile situazione – L’importante è che ora siete qui anche voi e che possiamo finalmente cenare insieme! – esclama. I due, sorridendole, si accomodano sulle due sedie di fronte a lei, afferrando due menu e cominciando a sfogliarli. In breve, Pedro torna da noi per prendere gli ordini, ma è molto più conciso, come se stesse già cominciando a provare la tensione per la lotta. Non ho mai fatto una lotta in palestra, ma di questo sono certo: non sarà tanto facile. in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo 23: il capo - È così terribile, questo “capo” di cui parli? – chiede Mindy, mentre seguiamo la ragazza lungo i corridoi, inoltrandoci nella zona più profonda di quello che, ora, non sembra più lo stesso edificio di prima. Questa zona non è colorata, allegra e piena di vita come la precedente, ma pulita, ordinata e praticamente deserta. Phoebe, mentre cammina rapida, ci risponde: - No, non è così male, ma odia aspettare… è per questo che stiamo correndo. – La streghetta fatica a starle dietro, ma nonostante ciò, la ragazza non accenna a rallentare. - Ma non mi sembra che ci abbia dato un appuntamento! Cosa cambia arrivare un minuto prima o dopo? – chiedo io. - Fidatevi, per lui ogni minimo millisecondo è importante, quindi è meglio non fare domande e correre, quando lui chiama. – Devo dire che non mi piace il modo in cui lo sta presentando… lo fa sembrare molto severo, quasi spaventoso. Siamo sicuri che sia una buona idea andare da lui? Nel senso, se preoccupa una come Phoebe, chissà cosa potrebbe fare ad una bambina come Mindy! Sempre di corsa, giriamo un angolo e ci fiondiamo sempre più giù lungo una scalinata di pietra, situata vicino ad un giardino nel quale, attraverso la porta a vetri, si possono vedere le magnifiche piante ed alcune statue, ritraenti degli angeli. Non sono in posizioni particolari, ma la raffinatezza maniacale di quelle sculture è quasi inquietante. Nessuno dice una parola: probabilmente, anche Mindy è troppo impegnata a stare dietro all’allenatrice e riflettere su chi potrebbe essere questo “capo”. I bassi tacchi di Phoebe, che indossa ancora lo stesso costume da recluta di quando l’abbiamo incontrata per la prima volta alla Giubilo TV, producono un forte rumore, che viene aumentato ancora di più di volume dall’eco che si forma grazie alle scale. In poco tempo, giungiamo al termine della rampa, dalla quale proseguiamo correndo fino in fondo al corridoio, che conduce verso un’unica porta di legno con un etichetta scribacchiata con una penna bic malfunzionante appesa col nastro adesivo. In bella calligrafia, rovinata dalle sbavature dell’inchiostro, c’è scritto “il Capo. Non disturbare se non volete essere disturbati. A chi entra non è garantito di uscire”. Beh, è… poco incoraggiante? Non saprei come definire una scritta del genere… Giunta ad un passo dalla porta, la ragazza si volta, raccomandandoci di rispondere alle sue domande con la massima raffinatezza e di non farlo arrabbiare. Fatto ciò, torna a guardare la porta e, respirando profondamente, bussa quattro volte. - Cosa vi ho detto sul bussare quattro volte!? Va bene qualsiasi numero ma non quattro! È possibile che, con tutti i numeri che esistono, dovete sempre scegliere questo!? Ora, se volete entrare, bussate di nuovo e, per favore, non quattro volte! – Un po’ intimorita, Phoebe bussa di nuovo, ma questa volta picchiando solo due volte. - Avanti! – strilla l’uomo all’interno. La ragazza apre lentamente la porta, entrando e dicendoci di seguirla. - Questa è la bambina che abbiamo trovato. La lascio qui e torno alle mie mansioni. – dice, andandosene immediatamente chiudendo la porta dietro di sé. Sia io che Mindy ci voltiamo, chiedendoci perché ci abbia lasciato così, ma non facciamo in tempo a parlare che il tipo ci ha già risposto: - Non vi preoccupate: quando avrò finito con voi, la farò chiamare nuovamente. – Nella stanza davanti a noi c’è solo una scrivania ed una comodissima sedia imbottita, in questo momento con lo schienale voltato verso di noi. Dandosi una forte spinta con le gambe, l’uomo fa girare la sedia rivelandosi molto più giovane di come pensavo. Entrambi lo guardiamo straniti. - Cosa c’è di strano? I fez sono forti! – ci dice sollevando con una mano il cappello rosso che indossa. Dovrebbe essere questo il “capo”? Non doveva fare paura, essere severo? A me sembra solo un tizio molto molto molto strano… - Beh, cosa aspettate? Sedetevi! – dice mettendosi più comodo e indicandoci una delle sedie di fronte a lui. Mindy esegue, attendendo qualche secondo e chiedendo: - Quindi… sei tu il capo? – Il tipo si guarda un po’ intorno, si sistema il cravattino e poi inizia a giocherellare con uno strano aggeggio, che teneva nella tasca interna della giacca. - Onestamente, non sono sicuro di essere chi sono. Ho avuto tanti nomi durante la mia vita… William, Patrick, John, Tom, Peter, Colin, Sylvester, Paul, Christopher, David, Matt e altri ancora… fino a ieri tutti mi conoscevano come “Bellocchio”, ma ora penso che “il Capo” suoni meglio. – - Cavolo… questo tipo ha più nomi di me! Deve essere proprio importante! – dico io alla streghetta. - Beh, cosa ti aspettavi? I capi devono essere importanti, se no che capi sono? – - In ogni caso – comincia Mindy zittendomi un attimo prima che riesca a replicare – Perché ci hai chiamato qui? – - Come vi ho già detto, per me essere il capo è una cosa nuova. Dovreste chiederlo a Bellocchio, non vi pare? – dice ridendo e sistemandosi la giacca di tweed. - Ma… tu ci hai chiamato solo qualche minuto fa. Eri già “il Capo”… o almeno credo. Non è che mi sia tanto chiara questa cosa dell’”eri Bellocchio ma ora sei il Capo”. – Gli faccio notare io. - Sicuri che vi abbia chiamato solo pochi minuti fa? Mi sembrava fosse passato più tempo… in ogni caso, cosa direste di spiegarmi lo stesso cosa è successo? Chissà, magari mi aiuterà a ricordare perché vi ho chiamato… - chiede confuso, rimettendosi in tasca l’oggetto meccanico. - Come vuoi. – risponde Mindy, raccontando per l’ennesima volta per filo e per segno tutto quello che è successo, ma per fortuna questa volta si limita a parlare degli avvenimenti all’interno dell’edificio, saltando completamente tutto quello che è successo prima. Quando arriva a parlare della fuga, però, viene interrotta dal Capo. - Hai visto qualcosa, vero? – chiede interrompendola. - In che senso? – chiede Mindy, confusa – Certo che ho visto qualcosa: ho già detto che eravamo lì con N, che abbiamo visto Darkrai e abbiamo ascoltato tutti i loro discorsi. – - No, non intendo quello! Tu hai sognato qualche cosa di strano? – - No, non mi sembra. – risponde la mia allenatrice. - Ne sei sicura? – chiede l’uomo con aria diffidente. - Certo. Avrei dovuto sognare qualche cosa? – - No, niente di particolare… Pensavo che tu fossi quella giusta, ma è evidente che non è così. – dice sorridendo, ma è solo un modo per celare la malinconia. - Mi spiace. – dice Mindy – Forse non sarò quella giusta, ma se c’è qualche cosa che posso fare, chiedilo e ti aiuterò con piacere! – - Certo, te lo chiederò sicuramente. – dice lui, continuando a mantenere quell’espressione. Passano secondi interminabili in cui nessuno parla, probabilmente perché effettivamente gli argomenti si sono esauriti abbastanza in fretta. Il Capo ondeggia sulla sedia, ruotando a destra e sinistra, mentre Mindy, tenendomi seduto sulle sue ginocchia, continua a grattarmi nervosamente la nuca. Alla fine, la situazione, per fortuna, si riprende. - Cosa ne pensi del mio fez? – chiede lui, ridendo e indicandolo tutto fiero. - È carino, ti dà un tocco particolare! – esclama ridendo la streghetta –Però, devo ammettere che stona un po’ con il resto dei tuoi vestiti! – - Beh, non ti aspetterai mica che vada in giro con un vestito lungo solo per accompagnare un cappello! No grazie, se devo scegliere tra un cappello ed il mio fantastico abito da professore, scelgo senza alcun dubbio il secondo! – Estraendo di nuovo l’aggeggio che tiene in tasca, prende il cappello e lo lancia in aria, puntandolo poi con quella specie di penna, che emana una leggera luce verde ed un forte ronzio. Il fez non fa in tempo a toccare terra che è già finito disintegrato. - Cos’è quello? – chiede curiosa Mindy, che a differenza di me non sembra per niente sbalordita da ciò che è appena successo. - Questo? – chiede l’uomo picchiettando con un dito sulla superficie metallica. – Niente di particolare: un cacciavite sonico. È sempre utile averne uno, sai? – - Ma quindi sei un meccanico? – chiedo io. - A dire la verità non ne sono sicuro… può essere. Durante la mia vita ho riparato tante cose, si può quasi dire che ho la manutenzione dell’universo. – dice ridendo. - Ma… esattamente a cosa serve? Non mi sembra che abbia l’unica funzione di avvitare e svitare. – dice Mindy. - In effetti – conferma l’uomo – Può fare parecchie cose. Non so neanche io quante, ma so per certo una cosa: non funziona col legno. Penso che un giorno o l’altro dovrò cercare di risolvere questo problema… - - Sembra interessante… potrei vederlo più da vicino? – chiede ancora la mia allenatrice. - Non sono molte le persone in grado di usarlo, quindi fai attenzione. – dice facendolo ruotare e porgendolo alla streghetta, che lo afferra tutta eccitata con entrambe le mani. - Ma… questo coso ha solo un pulsante! – esclamo io, vedendolo. - Certo: uno basta e avanza: è a controllo psichico! – dice il Capo. - Quindi è per questo che dici che solo tu puoi usarlo… per riuscire ad attivarlo bisogna avere il tuo stesso cervello. – - Già, ed in quasi duemila anni di vita ho trovato solo tre persone intelligenti come me. – - Cosa succede se premo il pulsante senza pensare? – - Niente, cosa potrebbe succedere se no? Se vuoi, provaci pure! – Sempre molto nervosa, Mindy punta il cacciavite verso una finestra e, chiudendo gli occhi, preme il pulsante. Producendo nuovamente il ronzio ed illuminandosi, quella specie di bacchetta magica tecnologica fa esplodere un vetro, facendo spaventare il Capo. Facendo un salto di tre metri sulla sedia, che quasi lo fa cadere a terra, strilla spaventato: - Ti pareva il caso di fare una cosa del genere? Va bene che ho due cuori, ma così rischi di farmene fermare uno! – La streghetta ride allegra: - Scusa, non volevo rompere la finestra. Però devo dire che nonostante tutto sono felice: anche io potrei usarne uno! Giusto per sapere: può anche essere usato per analizzare i Pokémon? – - Certo e non solo quelli: ha al suo interno un database con tutte le formule chimiche di tutti i materiali esistenti in questo universo fino alla fine dei tempi, un archivio con tutte le forme di vita aliene e non, e qualsiasi altra cosa che ti potrebbe mai venire in mente. Ovviamente, non analizza il legno. – Risponde il Capo. - Perfetto! – esclama felicissima Mindy, stringendo ancora più forte l’aggeggio – Non è che esiste un manuale di istruzioni per costruirlo? Mi piacerebbe tanto averne uno! – - Beh, forse costruirlo sarebbe un po’ difficile, per una bambina come te, ma penso che io abbia qualcosa che fa al caso tuo… alla fine, lo dovresti usare solo al posto del Pokédex, giusto? – chiede aprendo un cassetto della scrivania e cominciando ad armeggiare con qualcosa al suo interno. - Sì, esatto! – risponde. - Allora, cosa dici di usare uno di questi? – chiede sbattendo sul tavolo un’infinità di oggetti simili a quello che la mia allenatrice tiene in mano. - Davvero ne posso prendere uno? – chiede la mia allenatrice, che ha quasi le lacrime agli occhi per la gioia. – Certo, io non li uso più in ogni caso! Personalmente, ti consiglio questo – dice indicando un cacciavite dall’aspetto resistente e con una lampadina blu alla sua estremità, oltre che una strana superficie in vetro che mostra tutti i circuiti interni – La struttura è abbastanza nuova e resistente, inoltre è dotato di un proiettore interno, in modo tale che ti risulti più facile leggere le descrizioni. Almeno all’inizio, è difficile capire le informazioni tramite messaggio psichico, quindi forse è meglio se cominci con qualcosa di più semplice. – Alla fine, ce lo porge, sorridendo con aria allegra, mentre Mindy gli restituisce il suo. La streghetta lo fissa con aria incantata, guardandolo sotto ogni inclinazione e alla fine, stringendolo in mano, come se qualcuno potesse sottrarglielo da un momento all’altro. - Cosa aspetti? Provalo! – la incalzo io. Molto lentamente, tenendo l’oggetto con entrambe le mani, lo punta verso di me, premendo il tasto e sperando che accada qualche cosa. La luce blu lampeggia per tre volte, producendo quello strano ronzio, ed una scheda olografica viene proiettata direttamente davanti a noi. Il suo contenuto è esattamente come quello del Pokédex, rendendo sempre più felice Mindy, che sorride sempre più forte, facendomi domandare come faccia a non farle male la faccia. - Non serve che mi ringrazi. – dice il Capo prima che lei lo possa fare effettivamente. Mindy si alza, senza badare al fatto che io sono seduto sulle sue gambe e che in questo modo mi fa precipitare a terra. Un po’ intontito per la caduta, mi rialzo e le chiedo: - Perché…? – Non faccio in tempo a chiederglielo che lei è già corsa dal Capo stringendogli forte una mano con entrambe le sue e ringraziandolo in tutte le lingue del mondo, mentre lui si vanta. - Di niente bambina: dopo tutto io sono il Capo! – dice estraendo un biglietto da visita, su cui si distingue chiaramente la sua faccia ed una serie di scritte, come se fosse la Scheda Allenatore. - Ma… lì c’è scritto “Dottore”. Tu sei un dottore? – - Cosa!? – chiede, voltando immediatamente la carta verso di sé, sorpreso – tu vedi… me? – - Sì, cosa c’è di strano tu sei… - - Non dire il mio nome o ti cancello la memoria! – la minaccia. - Come vuoi… Spoiler! – esclama ridendo la streghetta. - Cominci a preoccuparmi, sai? – dice il Capo riponendo tutti i cacciaviti nel cassetto da cui provengono e rimettendo in tasca il proprio. - Meglio: bisogna sempre essere temuti! – L’uomo ride: - sai che è la stessa cosa che mi hanno detto parecchio tempo fa? “Bisogna temere quando l’uomo buono va in guerra”. Da allora tutti hanno paura di me. – Anche Mindy ride, guardando ancora allegra il cacciavite sonico che gli ha regalato. - Phoebe vi sta aspettando: è meglio che andiate, se volete godervi ancora un po’ questa splendida giornata. – dice aprendo la porta con quello che a me sembra un incantesimo. Mindy si mette il cacciavite in tasca e mi solleva da terra, chiedendomi scusa per avermi fatto cadere. Insieme, ringraziamo il Capo e usciamo dalla porta. Prima di chiuderla alle nostre spalle, però, la streghetta si volta e fa un’ultima domanda: - Scusa se te lo chiedo, ma… tu hai detto di essere il Capo, ma in realtà sei il Dottore, e questo mi può anche andare bene: non sei certo l’unico che mente sulla sua identità ma… dottore chi? – L’uomo ride più forte di come abbia mai fatto: - Un giorno lo scoprirai. – Con un nuovo colpo del suo aggeggio sonico, chiude la porta. Nonostante il legno che ci separa da lui, si può udire chiaramente ciò che accade all’interno. - Spoiler, perché le hai dato quel cacciavite sonico? Pensavo che solo io e te ne potessimo avere uno! – dice una voce di donna. - Andiamo, mi dovresti conoscere abbastanza da sapere che non so dire di no ad un bambino! – esclama lui, alzandosi dalla sedia. - Nonostante tu sembri sempre più giovane, ti comporterai sempre come un vecchio… - mormora ridendo lei. - Ebbene sì. Forza River, dobbiamo provare ancora: quella bambina mi ha dato molte preziose informazioni. Ormai ci siamo vicini! – Con uno scricchiolio e qualche passo, le voci spariscono sostituite da un suono strano, come se fosse un lento e costante respiro, che poco a poco va a scemare, fino a lasciare attorno a noi solo il silenzio assoluto. in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
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Capitolo 22: una piccola deviazione Sono ancora in quel prato, strapieno di fiori e piante profumate di ogni tipo, ma l’aria è completamente diversa. Non sono più un Piplup, ma un Empoleon. Non ho neanche bisogno di vederlo: questa sensazione, dopo due volte, si riconosce. - Batuffolo, cosa fai ancora lì? Forza vieni con noi! – mi chiama Mindy, che si sta sbracciando su una collina insieme a quel Luxray che ormai ho capito essere il mio amico Sfavillo. Appena si accorgono che li ho visti, corrono via, fiondandosi dall’altra parte del prato. Intorno a me decine e decine di Pokémon Erba danzano felicemente al sole, raccogliendo ogni più piccolo raggio cada su di loro. Corro verso i miei amici, ma sembra che ancora non sia del tutto pronto per usare questo corpo: sono decisamente più pesante e lento rispetto a come sono normalmente, dovendomi portare dietro tutta questa bardatura d’acciaio, ma nonostante ciò, so di essere decisamente più forte. Dall’altra parte del prato la mia allenatrice, che sembra quasi attrarre l’attenzione di ogni forma di vita presente, si sta divertendo ad insegnare a fare le capriole ad un gruppo di Pokémon, ridendo con loro ogni volta che compiono qualche movimento sbagliato. Intorno a lei, ora, non c’è più solo Sfavillo, ma anche altri Pokémon di diverse specie. Un Roserade guarda attento un gruppo di Budew che cercano di imitare la streghetta, finendo solo per ribaltarsi e finire uno sopra all’altro. Ad un certo punto, un Cherubi troppo impegnato ad osservare il cielo per accorgersi di chi gli sta intorno, urta con la bacca che si trova dietro la sua testa un piccolo Hoppip, che subito si mette a piangere. Non passa neanche un secondo che una Gardevoir è intervenuta, consolandolo. Non mi sembra di conoscerla, ma in qualche modo il suo volto è familiare, con alcuni tratti che sono sicuro di aver già visto… - Era ora che arrivassi! – mi grida Sfavillo, sorridendo e facendo ondeggiare l’enorme coda – Forza, vieni qua anche tu ad istruire le nuove generazioni! – Senza dargli una risposta, mi avvicino, mettendomi tra lui ed un altro Pokémon, un Florges dall’aspetto gentile. Sento che il mio amico mi sta chiedendo qualcosa, ma non riesco ad afferrare cosa dice. La mia allenatrice ha qualche cosa di diverso ed, al momento, questa è l’unica cosa che mi preoccupa. È incantevole, con il vestito che porta, ma è chiaro che il significato di un abito del genere è solo uno. Mentre aiuta un Machop a fare l’ennesima capriola, una delle larghe maniche scorre sul suo braccio, rivelando che al polso porta un bracciale con una pietra incastonata al centro, ma non è uguale alle pietre che sono abituato a vedere… è ben più particolare. Subito, la streghetta si sistema nuovamente il vestito, tornando a nascondere l’oggetto. Chissà per quale motivo, anche quello è bianco, donandole un aria ancora più sacra. Mindy, dopo aver aiutato l’ultimo Pokémon a rialzarsi, torna in postura eretta e cammina verso di noi. I piedi nudi e leggeri non fanno il minimo rumore sull’erba, facendo quasi sembrare che stia volando. Il sottile vestito ondeggia al ritmo della sua camminata, mosso leggermente dal vento. I suoi occhi sono luminosi e allegri, oltre che molto più visibili, dato che non indossa gli occhiali. Un sorriso gentile le si disegna sul volto, che appare più giocoso grazie alle numerose lentiggini. - Batuffolo, sei felice? – mi chiede. - S-sì, certo che lo sono. Io lo sono sempre, quando sono con te. – Le rispondo. Ride, anche se in un modo più sottile e meno bambinesco, come se fosse cresciuta di colpo: - Anche io sono felice di stare con te, ma non è questo che ti ho chiesto. Ti senti felice? – - Non credo di aver capito la domanda… - ammetto, grattandomi la nuca. Lei ride ancora: - Non cambierai mai, vero? – mi chiede, perdendo per un attimo quell’aria adulta, ma che riappare quasi immediatamente – Sai cosa sta per succedere. Sai che io non sarò altro che un ricordo. Sai che tra poco tutto questo finirà. La mia domanda è: sei felice? – Improvvisamente sento montare dentro di me la rabbia: - No, come potrei esserlo! Io non ti voglio lasciare! Mai e poi mai! – - Sapevo che avresti reagito così – dice ridendo – Ma a volte devi capire che c’è qualcosa di più grande oltre a noi e che spesso un piccolo sacrificio può salvare milioni di vite. Non essere triste per chi se n’è andato, ma felice per chi continua a vivere, portando sempre il ricordo di chi ti è caro nel cuore. Questa è l’unica cosa che voglio e questo è tutto ciò che devi fare per me. Ho accettato il mio destino, ormai, e tu dovresti fare lo stesso. – Continuando a sorridere, comincia a camminare all’indietro, verso l’oscurità che ha cominciato ad apparire attorno a noi. Io la voglio fermare, ma i Pokémon che mi stanno intorno mi bloccano, Sfavillo compreso. Non mi importa se è solo un sogno. Non mi importa se tutto questo non è reale. Non mi importa se la sua decisione è di andarsene così. Se lei vuole farlo, allora io andrò con lei. Stringo la pietra che ho al collo, che mi dà il potere di proseguire. Con un potentissimo colpo d’ala, sbaraglio l’intera schiera di mostriciattoli, raggiungendo Mindy. Senza pensarci due volta, mi getto addosso a lei, abbracciandola tanto forte quanto lo faceva lei con me. - Non ti lascerò mai – le sussurro all’orecchio. Insieme, scompariamo nell’oscurità. Lentamente, apro gli occhi, strofinandomeli ancora insonnolito. - Era ora che vi svegliaste! – mi dice Phoebe, che è seduta sul letto vicino a quello su cui dormo io – È mattina già da un pezzo e il capo vi vuole vedere. Mi dispiaceva farvi alzare, ma ora che vi siete svegliati da soli, penso di potermene andare. – dice, alzandosi. - Nel caso in cui abbiate fame, mangiate pure tutto quello che volete al bar al piano di sotto: offro io! E, prima che mi dimentico, se volete farvi una doccia, ditemelo che vi faccio vedere dove sono i bagni: purtroppo ancora le stanza non ne sono dotate, quindi bisogna usare quelli in comune. – continua una volta arrivata sull’uscio fermandosi a controllare che abbiamo sentito e sparendo subito dopo. Che posto è? Sembra quasi una stanza d’albergo… Mindy dorme ancora, completamente vestita ed avvolta nella calda coperta, quindi decido di iniziare la mia esplorazione da solo. La stanza è un monolocale di piccole dimensioni, dotato giusto di un paio di letti ed un tavolo, oltre che di un piccolo guardaroba e una libreria stracolma di libri di ogni genere, probabilmente usati da molta gente, dato che solo pochi appaiono ancora nuovi. Creando una scala con un comodino, una sedia e il tavolo, mi arrampico fino alla finestra, dalla quale posso vedere l’enorme chiostro posto sotto di noi, con tanto di cortile ciottolato e portico nel quale delle persone stanno discutendo. Proprio al centro dello spiazzo, due ragazzi si stanno preparando a far lottare i propri Pokémon, gridandosi qualcosa da una parte all’altra della zona, mentre un folto pubblico si viene a creare attorno a loro. Da quanta gente è venuta a guardare lo scontro, i due sfidanti devono essere proprio importanti! Chissà che Pokémon decideranno di schierare… Vedo che entrambi stanno cercando una Pokéball particolare, ma il vetro impedisce di udire ciò che dicono, quindi afferro con un salto la maniglia e muovo, facendo scattare il meccanismo e liberando le due ante, che si aprono senza problemi. Nell’intento, mi sono perso il primo schieramento, dato che ora in mezzo al chiostro si può facilmente notare un Tyranitar, ma per fortuna sono arrivato in tempo per assistere al secondo. - Pensi che basti così poco a spaventarmi? – chiede il rivale – Beh, credo proprio che tu non hai idea di chi ti sei messo contro! – Alzando una mano al cielo, il ragazzo strilla: -Rayquaza, scelgo te! – La terra comincia a tremare, mentre nel cielo appare una meteora, che, con un rombo, si arresta proprio a pochi centimetri dal terreno. - Ehi, ma così non vale! Tu usi un Leggendario! Se tu puoi usare lui, allora io userò tre Pokémon per volta! – strilla arrabbiato il primo allenatore. - Come preferisci: almeno in questo modo la finiremo più in fretta. – dice facendo spallucce il secondo. Non posso credere che ci siano così tanti allenatori con un mostro del genere in squadra: pensavo che N fosse un eccezione, ma sembra che siano molti i Pokémon delle leggende che decidono di riporre la loro fiducia in un umano… davvero non riesco a capire cosa ci trovano, di tanto interessante in quei cosi. In ogni caso, devo dire che… - Batuffolo, cosa ci fai lì sulla finestra? Non lo sai che è pericoloso!? – Dalla voce sembra davvero preoccupata, ma non credo ce ne sia bisogno. Un attimo prima che lo scontro abbia effettivamente inizio, le possenti braccia della mia allenatrice mi sollevano e mi riportano all’interno della stanza, impedendomi di godermi lo spettacolo. - Ehi, rimettimi dov’ero! Voglio vedere quei Pokémon che le prendono da Rayquaza! – protesto. - Nossignore – mi risponde – Non ti posso permettere di stare lì e correre il rischio di cadere! – - Ti sembro così imbranato da cadere? – Le chiedo, dopo che mi ha depositato sul tavolo. - Beh, non ne sono certa… ma è sempre meglio andare sul sicuro! – esclama, chiudendo la finestra. - Ma… - cerco di convincerla io. Una serie di meteoriti che piombano dal cielo, il frastuono che provocano e i conseguenti applausi e acclamazioni mi fanno capire che lo scontro, fin troppo breve, è già terminato. - Lasciamo perdere… - dico alla fine demoralizzato. Va bene che è la mia allenatrice, ma forse si preoccupa un po’ troppo. Non sono certo come Sfavillo, io! - Ci tenevi così tanto a vedere Ryu che bastonava quel ragazzo? – mi chiede, vedendomi mogio. - Come!? Quello era Ryu!? – - Certo, chi pensavi che fosse? Questa notte non lo hai visto mentre volava via? – mi chiede ridendo. - Beh, certo che l’ho visto, solo non pensavo che quel Pokémon che ha richiamato fosse il mitico Leggendario di Hoenn! – - Come, non lo hai riconosciuto? Quelle decorazioni luminose non sono molto comuni: anche un bambino di tre anni le saprebbe riconoscere! – - Io no! Si dà il caso che non mi sia mai mosso da questa regione, quindi mi pare logico che non conosca tutti i Pokémon! – - Ma come? Fino a ieri ti vantavi di essere un tuttologo! – mi dice ridendo. - Non è vero! – le dico io innervosito – Non ho mai detto di sapere tutto: ho solo detto di sapere più di te! – - Beh, su quello non posso che darti ragione, ma a volte può capitare di non sapere qualche cosa. Non dovresti offenderti in quel modo! – mi dice sgridandomi. Non sono del tutto sicuro che sia effettivamente così, ma se quelle due spie mi hanno insegnato qualcosa, è che alla fine le femmine vincono sempre, quindi è meglio piantarla qua: nonostante abbiamo passato così poco tempo con quei due, mi sembra che la streghetta abbia imparato fin troppo da Phoebe… - Va bene – borbotto, cercando di sbollire la rabbia – La prossima volta vedrò di ricordarmene. – Lei mi sorride, felice che io abbia capito, cominciando poi a guardarsi intorno, esattamente come ho fatto io appena svegliato. - Tu sai dove siamo? – mi chiede. - No, come potrei saperlo? L’unica cosa che mi ha detto Phoebe è che, se abbiamo fame, possiamo scendere al bar del piano di sotto e che se hai voglia di farti una doccia, devi solo dirglielo, così ti fa vedere dove sono i bagni – le riferisco. - Beh, sempre meglio di niente: è stata davvero gentile, non ti pare? Io mi stavo proprio chiedendo se era possibile fare colazione…- - Sì, in effetti anche io ho fame. – ammetto – Andiamo al piano di sotto? – - Certo! – esclama, afferrandomi per un ala e correndo fuori dalla stanza, senza badare a rifare il letto o al fatto che sta lasciando incustoditi tutti i suoi averi, contenuti nello zaino a fiori depositato a terra vicino al tavolo. Lascia la porta spalancata, senza fermarsi un attimo e precipitandosi giù per le scale, fino a raggiungere l’immenso cortile al piano di sotto. Da una parte, si vedono i resti semicarbonizzati dello scontro, mentre dall’altra, per metà sotto l’ombra del portico, si notano alcuni tavoli, ai quali sono sedute delle persone, alcune intente a studiare, altre che dialogano tra loro e altre ancora che giocano a carte ridendo. - Forse è un po’ tardi per la colazione… - dico io, osservando il sole, già quasi a metà della sua attraversata nel cielo. - Ma no! Alla fine, è un ordinazione come un’altra. Non penso che il gestore si offenda se anziché chiedergli un panino come tutti gli altri, noi prendiamo un caffelatte e una brioche! – mi risponde lei, fermando la corsa e facendomi sedere sul suo avambraccio. Con calma, cammina fino all’entrata del monolocale che fa da tavola calda, aprendo la porta e venendo immediatamente salutata da un uomo di mezza età decisamente allegro. - Ciao! Sei tu la bambina che hanno portato ieri Ryu e Phoebe, vero? Mi hanno parlato molto di te, dicono che sei particolare e che ti hanno trovato in uno scantinato del team Omniverse! Cioè, io queste cose non le dovrei sapere, dato che sono top secret, ma come penso tu abbia capito sono amico di tutti e spesso, quando hanno qualcosa che non va, ne vengono a parlare a me. In ogni caso, benvenuta! Io sono… beh, il mio nome non ha importanza: per te sarò solo il Barista! Cosa vuoi ordinare? – Ok, questo tipo è proprio strano, oltre che un po’ logorroico. - Ehm… salve! – dice la mia allenatrice incerta – Il mio nome è Mindy ed è davvero un piacere conoscerla. Se non le dispiace, vorrei ordinare un caffelatte e due croissant alla marmellata. – - Certo, te li porto subito! Intanto, accomodati pure ad un tavolo! – dice l’uomo, afferrando una tazza e pulendone l’interno con il grembiule. Come le ha proposto il tipo, Mindy si siede sullo sgabello più vicino, appoggiandomi su quello di fianco a lei. - Ti piacciono le brioche, vero? Non ho pensato di chiedertelo, prima di ordinarle, ma tanto a tutti piacciono! – mi dice ridendo. - Beh, a dire la verità, non è che io ne abbia mai provata una, essendo un Pokémon, ma se tu dici che sono buone, presumo che dovrei almeno provarne un po’. – - Bravo, Batuffolo, così si fa: bisogna sempre essere pronti a provare qualcosa di nuovo! Però, adesso che ci penso, forse non avrei dovuto lasciare Sfavillo da solo nella stanza… – riflette la streghetta. - Beh, era ora che ci arrivassi! Non è certo una scoperta che, se arrivasse un ladro, non sarebbe in grado di fermarlo! – - Ma no! Io non intendevo quello! – mi risponde – Io intendo che in questo modo non potrà provare anche lui questi dolci! – Intanto, con un sorriso, l’uomo ci porta tre piattini, che appoggia davanti a noi. - Ecco a te! – dice, porgendo alla mia allenatrice la tazza, ora riempita di latte fino all’orlo, e una delle due brioche, mettendo l’altra di fronte a me. - Mi scusi, non è che potrebbe portarcene un’altra? Purtroppo mi sono dimenticata l’altro mio Pokémon in camera e credo che anche lui abbia fame! – chiede Mindy. - Certo! Te la porto subito! – dice andandosene nuovamente. Mindy, guardando felice ciò che le sta davanti, strappa un pezzo del dolce, mettendolo in bocca. - Che fai? Non la assaggi? È deliziosa! – - Ne sei sicura? A me non sembra niente di particolare… - dico toccando con la punta di un ala la morbida pasta di cui è composta e facendo fuoriuscire da un lato la marmellata di baccarancia che contiene. - Certo che ne sono sicura! – mi dice, prendendone un altro grosso morso – Forza, assaggiala! – - Come vuoi… ma se poi mi sento male, sappi che sarà tutta colpa tua! – Non sono del tutto sicuro che sia buona… onestamente, mi sembrano molto meglio i soliti Poffin, ma forse dovrei almeno darle la soddisfazione di vedermi assaggiarla. Molto lentamente, ne prendo un morso, sentendone il dolce sapore, decisamente migliore di come pensavo. Devo ammetterlo: penso di essermi appena innamorato. - Come hai detto che si chiamano questi cosi? – le chiedo prendendone ancora e assaporando la marmellata che contengono. - “Croissant”. Sono buoni, eh? – dice ridendo. - Sì, forse anche troppo! – le rispondo io. - Ero sicura che alla fine ti sarebbero piaciuti! – Insieme, facciamo colazione, ordinando poi anche un bicchiere di succo per me e divertendoci a guardare fuori dalla finestra, verso gli allenatori intenti a svolgere le azioni più disparate. Può sembrare una cosa stupida, ma cerchiamo di capire cosa dicono, imitandoli e dicendoci l’un l’altra cosa stanno pronunciando per noi. È davvero divertente: anche la cosa più banale, in questo modo diventa esilarante! Passiamo un tempo lunghissimo seduti al tavolo, continuando a chiacchierare ben oltre il tempo necessario alla consumazione. Il gestore del locale, in quel momento poco impegnato, ci guarda in modo allegro, probabilmente pensando che deve essere una cosa bellissima essere ancora bambini… peccato che io non ne sono del tutto certo. In ogni caso, Mindy, dopo essersi pulita i baffi di latte con una mano, decide che è ora di tornare in camera, almeno per dare da mangiare anche al suo altro Pokémon. Passiamo dalla cassa, chiedendo il conto, ma il Barista dice che si è divertito così tanto ad ascoltarci che per questa volta offre lui, consegnandoci poi una busta di carta contenente la brioche per Sfavillo. Entrambi ringraziamo, uscendo e risalendo le scale fino alla stanza in cui ci siamo svegliati. La porta è accostata e al suo interno, completamente riordinato, c’è ancora la ragazza. Sta leggendo un libro, ma appena si accorge di noi, lo chiude ed esclama: - Ciao! Era ora che tornaste! So che forse vi vorreste divertire ancora un po’, ma purtroppo prima dovreste fare un lavoro per me. – - Ok, non c’è problema. – dice Mindy, appoggiandomi a terra – Di cosa si tratta? – - Niente di particolare… - dice Phoebe, ruotando gli occhi e chiarendo che sta mentendo - Il capo vi vuole vedere. Subito.- in viaggio: Dove siamo: -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo S4: la danza dei Pumpkaboo (speciale di Halloween) parte 4 La testa mi gira… mi sento come se fossi appeso per le ali e ci fosse qualcuno che mi sta tirando per le zampe… Perché ho questa strana sensazione…? Dovrei aprire gli occhi? Mi sento stanco, tanto stanco… non so se riuscirei a stare in piedi… Annuso l’aria e sento che c’è un odore forte di chiuso e di umido, come se mi trovassi in una catacomba… Non voglio aprire gli occhi e scoprire che sono di nuovo in una situazione peggiore di quello che avrei mai potuto pensare. In un certo senso, però, mi sento felice: se sono qui, vuol dire che non avevo del tutto torto! Ancora, sento che qualcuno o qualcosa mi strattona per le gambe. Cosa sta succedendo? Non mi fa male: ormai probabilmente sono appeso da molto tempo, dato che non mi sento più gli arti superiori, ma mi dà comunque fastidio, quindi, senza aprire gli occhi, tiro un calcio con una zampa, come per indicare a chiunque mi stia tirando che è meglio se mi lascia stare. Probabilmente, dato il luogo in cui mi trovo, sarà solo uno di quei Mundibuzz da segrete che crede sia già morto: muovermi lo convincerà che, se mi vuole, è meglio che attenda un altro po’. Per qualche oscuro gioco del destino, quando lo faccio sento un urlo da ragazzina e un tonfo, come se chiunque stesse cercando di strattonarmi fosse caduto. Una nuova voce dice qualcosa e a giudicare dal ringraziamento dell’altra, l’ha aiutata a rialzarsi. - Ehi, ma ti pare il caso di trattarmi così? – mi chiede la voce, che si trova a pochi passi da me – Ho rinunciato alla festa e sono venuta a vedere come stavi e tu è così che mi ripaghi? Mi devi ancora un favore per aver usato la Pietrachiave e averti fatto MegaEvolvere, quindi vedi di non fare tanto il superiore! – Cosa sta cianciando? Io non ho fatto proprio niente: ho solo cercato di difendermi dall’assalto di quel Volante malefico! Improvvisamente, sento che il Pokémon è tornato all’attacco, quindi lo caccio ancora, ma il risultato è simile a quello di prima, con la differenza che questa volta la voce di ragazza pare decisamente più arrabbiata e vagamente dispiaciuta: - Batuffolo, hai visto cosa hai fatto!? Guarda il vestito! Me l’hai sporcato tutto! Lasciamo perdere il fatto che, come al solito, sei stato scorbutico, ma potevi benissimo evitarti di farmi cadere due volte! – strilla. - Beh, cerca di capirlo – dice l’altra voce, più profonda – È rimasto per tanto tempo chiuso qui: probabilmente il buio gli ha dato alla testa! – - Lo so che ha sempre odiato il buio, ma non è lo stesso una buona ragione per trattarmi così! Sono la sua allenatrice e gli ho sempre voluto bene: non è che se per una volta non approvo quello che fa, allora lui ha il diritto di prendermi a calci e buttarmi per terra! – Esclama arrabbiata. - Ehi, calma: guarda che siamo noi che dobbiamo proteggere te, non il contrario! Non ti dovresti preoccupare così tanto per lui – dice ridendo la voce maschile. - Come fai a dire che non mi dovrei preoccupare così tanto? Lo hanno appeso in una segreta buia e polverosa, non ti pare abbastanza per essere preoccupati per lui!? Senza poi contare il fatto che arrivare fino a qui è stato fin troppo facile, cosa che non mi convince per niente… - replica ancora lei, pestando i piedi per sottolineare di più ciò che dice. - Wow, brava la nostra streghetta: non avrei mai pensato che te ne saresti accorta! – dice la seconda voce, con un certo tono ironico – Comunque, è meglio se lo tiro giù io, vero? - - Primo, piantala di chiamarmi “streghetta”: ho quindici anni, sarò anche abbastanza grande per essere definita una strega vera e propria! Senza poi contare che dovresti sapere che, in qualità di grande fan della scienza, non credo nella magia. Secondo, se pensi di riuscirci, fai pure. – Con una risata, sento dei leggeri passi che si muovono verso di me, poi un forte clangore e la terra sotto ai miei piedi. - Visto? Non ci voleva tanto! – Chiunque fosse il proprietario di quella voce, ha appena tranciato di netto le catene, facendomi cadere a terra sulle gambe, che però non mi reggono. Pur non aprendo gli occhi, sento una forte luce che punta sul mio volto. - Sfavillo, secondo te sta bene? – chiede preoccupata la prima voce, accompagnando le parole il delicato gesto delle mani, che mi prendono il volto e me lo sollevano, come per far incrociare i nostri occhi. Io, finalmente, decido di aprirli e guardare chi mi sta davanti. Non ci credo: come ho fatto a non riconoscerla prima? Era così chiaro: ci potevo arrivare che era lei! Con la voce spezzata e un po’ intontito dall’Ipnosi di prima, cerco di dire qualcosa, ma mi escono solo strani versi. - Non ti sforzare – mi dice la mia allenatrice – Hai combattuto da vero campione: è normale che tu ti senta ancora molto stanco. – Lei comincia a frugare nella tasca, che come sempre conterrà di tutto e di più grazie al marchio di fabbrica di tutte le tasche che ha mai usato: l’essere “più grande all’interno”. Ancora mi chiedo come faccia a dire che la magia non esiste avendo a sua disposizione una dimostrazione del genere… Dopo qualche secondo estrae una manciata di Revitalizzanti e qualche Iperpozione, cominciando a spruzzarmi il contenuto dei flaconi su tutto il corpo. - Sei sicura che sia sufficiente a farlo ripigliare? – chiede l’altra voce, che per forza di cose apparterrà a Sfavillo. - Non lo so, ma almeno ci dobbiamo provare. Non possiamo certo lasciarlo così. – risponde senza un particolare tono, troppo impegnata nel lavoro che sta concludendo. - Beh, se vuoi solo farlo tornare sveglio come prima, dovresti sapere che la scelta migliore è sempre la buon vecchia scossa! – dice lui, avvicinandosi e mettendo a contatto della mia pelle la sua coda. Con un forte rumore elettrico ed un vago odore di bruciato, vedo le stelle, ma al contempo mi sento decisamente più vicino alla terra che mi sta sotto ai piedi. - Non so se ti dovrei abbracciare o uccidere… - mormoro diretto allo stesso Pokémon che mi ha appena scatenato tutta la sua energia su di me. Mindy ride: - Io propendo per la seconda: se provassi ad abbracciarlo, mi sa che finiresti solo per venire elettrizzato di nuovo! – - Beh, anche se provasse ad uccidermi, credo che la fine a cui arriverebbe sarebbe la stessa – ride lui. Entrambi ridono, ma io non riesco a capire esattamente per quale motivo… probabilmente sono ancora un po’ sotto l’effetto dell’Ipnosi. Lentamente, mi alzo ed allontano Mindy, temendo che le mie gambe non riescano ancora a sostenermi. Per fortuna, per quanto la testa mi giri molto, ciò non accade. Finalmente Sfavillo si decide ad abbassare l’intensità della luce che emana la sua coda, oltre che puntarla in una direzione che mi permetta di non finire acciecato, ma mantenendola comunque abbastanza forte da permettere almeno di vederci l’un l’altro. Per qualche secondo c’è un silenzio imbarazzato, ma intervengo subito per interromperlo: - Cosa… cosa ci fate qui? – chiedo alla streghetta. Lei ci mette un po’ a rispondermi, come se fosse difficile trovare qualcosa di adeguato da dirmi: - Diciamo che… ho capito che avevi ragione – replica frettolosa, abbassando lo sguardo. - Cosa intendi? Vuoi dire che al piano di sopra… - chiedo preoccupato. - No, Batuffolo, niente di tutto ciò – mi risponde Sfavillo ridendo – Stanno ancora tutti ballando come se nulla fosse successo. – lui fa una lunga pausa, poi riprende a parlare – O meglio, quasi tutti. – dice accennando alla nostra allenatrice. Sembra triste, ma qualsiasi cosa le sia successa, lei cerca di dimenticarla, cambiando argomento: - Sentite, non è importante perché siamo qui. – afferma decisa – L’importante è che siamo tutti insieme e che ora possiamo tornare a casa, ma soprattutto che non vi lascerò più da soli per andare ad una festa. Una volta mi è bastata: una seconda non ci sarà, se dovrà essere ancora un ballo – Detto ciò, si avvicina a Sfavillo e si accomoda sul suo dorso, alto giusto quanto le serve per non toccare terra, picchiandogli poi una mano sul fianco e facendolo dirigere lentamente nella direzione da cui sono arrivati. - Forza, dobbiamo uscire di qui: avanti… march! – esclama lei, facendogli aumentare il passo. Io, essendo come sempre abbastanza spaventato dal buio, cerco di fermarli, ma la risposta di Sfavillo è sempre la stessa: - Meno chiacchiere, più camminare! Andiamo, è da quando ci siamo conosciuti che nel buio ti ho fatto da guida: ormai dovresti riuscire a seguire la mia coda anche ad occhi chiusi, non ti pare? – Come se fosse così semplice… un giorno o l’altro, dovrebbe provare lui ad essere me: non è così semplice seguire semplicemente un vago bagliore in un mondo di oscurità! Provo a fare qualche passo e stargli vicino, ma il terreno delle segrete è irregolare e spesso inciampo: per me è impossibile seguire il loro ritmo. Odio farlo, ma credo di non avere altra scelta, se voglio arrivare fuori di qui indenne o, quantomeno, raggiungerli. Quando lo faccio, non solo mi sento molto strano, come se guardassi qualcosa che non mi appartiene, ma so anche che sono completamente scoperto, perché mi estranio dal mondo che mi circonda… ma tanto qui non c’è nessuno, quindi non dovrebbe essere un problema. Chiudo gli occhi, stringo la pietra che porto al collo e mi concentro. Mi bastano pochi secondi per cominciare a vedere quello che vede lei e cominciare a scavare nei suoi ricordi, in modo tale da seguire i suoi stessi passi. Affidandomi completamente all’Empoleonite, mi lascio trascinare, ascoltando quello che si dicono lei e Sfavillo e, non avendo niente di meglio da fare, vagando tra i suoi ricordi: non è la prima volta che lo faccio, ma è passato così tanto tempo da quando ho avuto l’ultima volta la possibilità di farlo così approfonditamente, che mi sembra quasi un’altra persona. Ora non tutti i ricordi sono felici e allegri come prima, senza poi contare che in molti di essi io non ci sono nemmeno: devo scavare moltissimo per tornare a quei ricordi felici che mi hanno accompagnato per moltissimo tempo e che ora per lei non sono che un lontano passato, ma non li trovo comunque tutti. Come è possibile che lei li abbia seppelliti sotto tutti quegli altri? È possibile che per lei non io non sia più così importante come prima? È possibile che… si sia dimenticata di me? Di alcuni dei bei momenti che abbiamo passato insieme? Capisco che è cresciuta, ma non avrei mai pensato che la sua vita potesse cambiare così tanto, che noi potessimo passare in secondo piano. In più, noto che, nella vasta gamma di ricordi, alcuni appaiono come bloccati: anziché essere composti da un’immagine animata, sono solo un icona statica e in bianco e nero. Non ricordavo che lei avesse delle memorie di questo tipo… non ho idea di cosa siano e ciò mi incuriosisce ancora di più, convincendomi che devo provare a sbloccarli. Con la mente, provo a zoomare su uno di essi, sul più vicino, su quello che presumo essere il più recente, ma appena lo sfioro, questo si allontana, come se volesse essere dimenticato. Improvvisamente sento una voce: - Batuffolo, guarda che io ti sento. – mi dice Mindy, che mi sembra a pochi passi pur essendo in realtà già quasi due piani più avanti di me – Sai bene che non mi dispiace se guardi qualcuno dei miei ricordi, ma ce ne sono alcuni che è meglio che non vengano toccati, ok? – mi chiede. Io annuisco, ma il fatto che preferisce non vengano toccati mi convince che li devo guardare: cosa posso essere di così terribile da tenermeli nascosti? Noi siamo come una persona sola: tutto quello che so io, lo sa anche lei e allo stesso modo vale il contrario. Non è possibile che mi vuole tenere fuori dalla sua vita. Ancorando il pensiero su quello stesso ricordo che mi è scappato, provo ad avvicinarlo di nuovo e questa volta ci riesco. Lo blocco in un angolo delle sua mente e un po’ per volta lo trascino nella mia, dove lo posso nascondere tra i miei pensieri e lei non avrà modo di trovarlo. Non voglio privarla di quella memoria per molto, ma solo per il tempo necessario a guardarlo con attenzione: nel senso, se ha voluto oscurarlo o qualcosa del genere, vuol dire che non le importa così tanto… di certo non le cambierà la vita se ne rimane privata per qualche minuto. Riprendendo il possesso del mio corpo, mi guardo intorno, notando che sono ancora in un corridoio antico, simile a quello di una segreta e con diverse fiaccole appese alle pareti: grazie ai ricordi che ancora mi affollano la mente, continuo a camminare mentre lavoro sul misterioso elemento bloccato. Ora che è nella mia mente, è molto più semplice aprirlo: sono concentrandomi su di esso, le immagini appaiono meno sfocate e cominciano a prendere colore. Focalizzandomi completamente su esso, le immagini si muovono ed il ricordo è completamente accessibile. Sono nella sala da ballo… Sono un po’ più basso di quanto ricordavo, ma tutto sommato non sto così male… Mi sento molto più leggero, più delicato… davanti a me, si trova un ragazzo che capisco essere Lino. Stiamo ballando, muovendoci a ritmo di musica. Pur non vedendolo, sento che Sfavillo mi osserva da lontano, nascosto di nuovo in qualche angolo nell’oscurità che gli è amica. Sento i suoi occhi puntati su di me, sento che in segreto mi sta sorvegliando. È da quando gli Spettri hanno fatto sparire Batuffolo che si è messo a scrutare ogni singola parte: sono riuscita a scorgere il vago bagliore dei suoi occhi, ma solo un paio di volte. Chissà cosa sta facendo… - Sei felice? – mi chiede improvvisamente il ragazzo, facendomi perdere la concentrazione, che mi fa pestare un suo piede. - Sì, credo di sì - gli rispondo io, imbarazzata per l’errore commesso. Esattamente non so cosa intende, ma sento che se mi chiede una cosa del genere è perché ha brutte notizie. La musica continua a suonare, mentre lui continua a danzare con me come se nulla fosse. - Beh, ne sono felice… - dice lui – Perché io sono davvero onorato che tu abbia scelto me anziché quel tuo amico di Kalos. Nel senso, mi conosci da molto meno tempo di quanto conosci lui: non pensavo avresti mai potuto dirgli di no. – - Si vede che non mi conosci abbastanza – rido io – Io e lui siamo solo amici, niente di più: io non l’ho mai visto come nulla di diverso e lo stesso vale per lui. Poi non hai visto quanto spesso litighiamo? Lui è troppo diverso da me: non andremmo mai d’accordo nel modo che intendi tu! – - Ne sei sicura? A me è sembrato che tu fossi ben più in confidenza con lui… - mi sussurra mentre si lancia in una mossa più ardita delle altre. Io gli riporto le mani al loro posto. - No, te lo assicuro: siamo solo amici. – rispondo io con un sorriso, continuando a seguire i suoi passi. Da quel momento, lui comincia a farsi più scuro in volto. Balliamo, ma lui sembra avere perso energia… qualcosa mi suggerisce che non sta bene. Per sicurezza, gli chiedo se vuole abbandonare la sala, andare in un posto più calmo dove possa riprendersi. Lui mi dice di sì, affermando anche che gli basterà bere un po’ d’acqua e riposarsi per un attimo in una delle camere al piano di sopra, dove potrà starsene tranquillo senza che qualcuno si preoccupi per lui. Io non ho niente in contrario, ma sento che c’è qualcosa che non va… In ogni caso, faccio come dice e lo porto di sopra, lasciandolo da solo per poco tempo, giusto quello che basta per prendere un po’ d’acqua e portargliela. È strano… prima, quando ci stavamo ancora preparando, c’era un viavai immenso, con camerieri che si occupavano di ogni cosa possibile e immaginabile, ma ora non c’è nessuno su questo piano… Non ci faccio troppo caso e continuo a camminare, fino ad arrivare ad un bagno di servizio: riempio una delle bottiglie che mi porto dietro da quando ho iniziato a viaggiare con dell’acqua di rubinetto. Non sarà certo la più buona che esiste, ma se sta così male come sembra saprà anche accontentarsi… Tornando da lui, mi sembra di scorgere tra le luci che affollano i corridoi alcune ombre dalle figure umane, ma è evidente che non può essere realmente così. O almeno credo. In breve, arrivo alla sua stanza, nella quale c’è una luce accesa e si sentono delle risate. Mi accosto alla porta, cercando di sbirciare all’interno: appena vedo cosa sta succedendo, ne rimango sconvolto. Nella stanza Lino è insieme ad un’altra ragazza, che non mi pare di conoscere, e la sta baciando appassionatamente. Mi ha tradito… Mi viene da piangere, mi sento distrutto… In preda alla rabbia, estraggo il mio Pokédex e blocco la serratura: se vuole stare con lei, tanto vale che ci stia per sempre… Fatto ciò, torno al piano di sotto, dove Sfavillo mi sta aspettando. Ecco perché. È questo il motivo per cui era un ricordo oscurato: non voleva nasconderlo a me, ma semplicemente dimenticare. Non ho mai provato un'esperienza simile, ma non deve essere la migliore della vita... Improvvisamente, uno strano rumore mi riscuote dai miei pensieri: sembra una specie di botto, ma da cosa potrebbe provenire? Torno a seguire i miei pensieri: probabilmente sarà stata solo una corrente d'aria che ha fatto sbattere la porta, niente di più. Cerco di nuovo di raggiungere con la mente Mindy, in modo tale almeno da tirarle quel terribile ricordo: non sono sicuro che lei sarebbe felice di sentirne ancora la pesantezza, ma conoscendola, riterrebbe che rimanerne privata sarebbe una terribile perdita, che ne modificherebbe la personalità. Ancora ricordo cosa mi ha detto una delle prime volte che, seppure per errore, ho cancellato una sua memoria: "noi non siamo altro se non ciò che ricordiamo", mi ha detto, " e anche solo un'esperienza in meno può provocare un completo cambiamento di personalità. Per questa volta non fa niente, tanto ne ho moltissime di memorie sulla neve, ma la prossima volta ricordati di fare più attenzione". È sempre stata molto gentile: non si meritava ciò che le è successo... ma allo stesso tempo, so che non si sentirebbe più se stessa senza. Stringendo la megapietra, lascio volare via il ricordo, confidando che le arrivi, ma qualcosa non va come deve. Il collegamento pare essere interrotto. Ci provo di nuovo: è impossibile che sia davvero così. Dì nuovo, indipendentemente da quanta forza usi, l'unica cosa che sento è il nulla più assoluto. Cosa sta succedendo? Un urlo irrompe nei miei timpani, superando muri e pavimenti. Risuona nell'intero maniero. Il mio collegamento è presto fatto: se non riesco a sentirla, le sarà successo qualcosa di terribile! Non prestando più attenzione ai ricorsi sulla strada da seguire, mi fiondo più veloce che posso su per le prime scale che trovo, supero tutti i corridoi, non mi fermo mai, neanche quando, in una gabbia, mi sembra di vedere Gallade. Mi dispiace per lui, ma per ora l'unica cosa importante è raggiugere la mia allenatrice. Sorpasso decine di celle simili alla sua, finché non mi ritrovo pure io imprigionato dietro alle sbarre che tanto paiono affollare quel posto. E ora come esco di qui? Provo a colpire le sbarre, per vedere se possano essere in qualche modo intaccate, ma purtroppo il risultato è pressoché nullo: l’unica speranza che mi rimane è tornare indietro e cercare un’altra via d’uscita. In quell’esatto momento, ritornando sui miei passi, torno anche a guardare nelle celle e, tra le tante, proprio vicino a quella di Gallade, ancora appeso per i polsi e svenuto dopo la batosta che ha preso, si sta svolgendo una strana scena: all’interno della cella adiacente si trova un Manectric che, forte delle sue potenti mandibole, tenta di tranciare le catene che gli bloccano una zampa, ma riscuotendo lo stesso successo che sono riuscito ad avere io con le sbarre di prima, mentre una Sneasel dallo strano copricapo lo osserva con un sorriso divertito. Io, giusto per sicurezza, mi abbasso e cerco di nascondermi meglio nell’oscurità: voglio proprio capire cosa sta succedendo. La Sneasel si trova dentro la gabbia insieme a lui, ma per qualche motivo non sembra prigioniera… anzi, per qualche motivo, sembra che sia a suo agio nell’oscurità e che stia aspettando che qualcuno si accorga di lei. Notando che nessuno lo fa, lei si schiarisce la voce, facendo sobbalzare il Manectric, che dopo aver fatto un balzo, comincia a ringhiarle contro. - Finalmente ti ho trovato! – esclama con un sorriso. Lui, fremendo per la rabbia, continua a ringhiare, senza dire nemmeno una parola. - Ehi, ma non mi dirai che ti ho spaventato? – continua la Pokémon – Guardati: hai degli occhioni enormi e lucidi! Non è che stai per piangere? E poi guarda come tremi! – ride lei – E dire che pensavo di aiutarti… - Udendo quella parola, “aiutarti”, lui improvvisamente si calma, mettendosi seduto e scodinzolando, come per dire che lei ha riscosso la sua attenzione. - Bravo cagnolino, così si fa! Ciò che più caratterizza voi allenatori è la sincerità! – esclama avvicinandosi con fare ambiguo – Oh, giusto, quasi dimenticavo: tu non sei più un allenatore, tu sei un mostriciattolo proprio come me! – ride ancora con la sua voce sottile. Lui, in un nuovo attacco di rabbia, tenta di morderla, ma lei sfrutta la sua agilità per evitare con nonchalance l’attacco. - Ehi, non è il caso di mordere! – dice mantenendo quel suo sorriso che mostra il canino troppo lungo in proporzione con gli altri componenti della dentatura irregolare – Ora stai a cuccia che ti aiuto, va bene? – chiede. Senza attendere una risposta, si concentra un attimo e si lancia in un potentissimo Nottesferza, col quale spezza di netto la catena, producendo un rumore che ed un effetto che lascia increduli tutti quanti, prima di tutto il Manectric, che si guarda la zampa prima bloccata e prova a muoverla, come per assicurarsi che tutto funzioni a dovere. - Non te l’aspettavi, eh? – chiede continuando a ridere – In ogni caso… - dice saltando e superando con agilità la barriera della cella – Sai dove siamo? – Lui la guarda stranito, un po’ per la domanda particolare, un po’ per ciò che è appena riuscita a fare. - Proprio no, eh? – chiede – Beh, facciamo un patto… se riesci a raggiungermi, ti do un indizio! – dice sbadigliando ed indicando con un gesto della mano all’altro di seguirla. Per fortuna non mi ha notato, ma ora la Sneasel si trova proprio a pochi passi da me: sarà difficile riuscire a rimanere inosservati… ma forse posso usare ciò a mio favore. Nel senso, io sono un Pokémon pienamente evoluto e lei è solo una Sneasel di tipo Ghiaccio: quanto può essere difficile riuscire a batterla? Ho pure il vantaggio di Tipo! Comincio a elaborare come muovermi, ma prima che abbia il tempo di farlo, Manectric ci ha già raggiunto, impedendomi di mettere in atto il mio piano… o forse no. Nell’esatto momento in cui, usando un attacco Fossa, il Pokémon Scarica riemerge dal nostro lato della barricata, la Lamartigli si volta verso di lui e, con un balzo, gli salta in groppa: - Ehi, allora non sei così stupido dopotutto! – È questo il mio momento: se voglio provare ad attaccarli, ora o mai più. Di certo un vantaggio di Tipo mi sarebbe utile contro Sneasel, ma non contro Manectric, sebbene qualcosa mi suggerisce che sia lei la leader, quindi se anche riuscissi a battere solo lei, forse potrei avere il dominio anche sull’altro. Non so perché, però sono molto indeciso sul da farsi: ci sono troppe incognite, troppi elementi da considerare… beh, che posso sfruttare quei due è sicuro, ma se mi voglio imporre forse è meglio andare sul sicuro e cercare prima un alleato in più. Li controllo ancora e, mentre lei, saldamente ancorata al dorso del Pokémon Elettro, gli illustra chi comanda tirandogli le orecchie, io sgattaiolo oltre la cella da cui provenivano e sveglio Gallade, a cui suggerisco subito di fare silenzio per non farci scoprire. - C-cosa è successo? – mi sussurra attraverso le sbarre, guardandosi le braccia legate con le catene al soffitto di pietra. - Credimi, vorrei dirtelo, ma io ne so tanto quanto te… l’unica cosa che so, è che ci troviamo nelle catacombe dello stesso palazzo di prima e che al piano di sopra stanno succedendo strane cose, ma per riuscire a tornare ho bisogno del tuo aiuto e quello di un altro paio di Pokémon chiusi qui con noi. – gli rispondo, facendo salire di nuovo in me tutta la paura che avevo provato quando ho sentito che il collegamento con Mindy si era interrotto, quando ho sentito quella ragazza gridare. - E cosa vorresti fare esattamente? – mi chiede – Non so leggere nella mente, ma vedo cosa provi, sento la presenza di altri due esseri: siamo un Empoleon spaventato, un Manectric confuso, una Sneasel malefica ed un Gallade sconfortato e realista. Fin dove pensi che potremmo arrivare? Io non so neanche come uscire di qui, come pensi che ti possa aiutare? – - Beh, prima di tutto, potresti provare ad essere un po’ meno realista: cosa ti fa pensare che non uscirai mai da lì? – gli chiedo. - Il fatto che ho le braccia bloccate e tu non riusciresti mai a tagliare le sbarre della cella? – mi risponde con una nuova domanda lui. - In effetti non ha tutti i torti – rifletto io – Ma non possiamo lasciare che tutto accada così, senza fare nulla! – - Pensaci un attimo – dice lui – Ryu sa che sono qui, eppure non è venuto ad aiutarmi. Perché? – - Sai bene che lui crede molto in te: magari si è semplicemente limitato a non venire perché pensa che riuscirai a liberarti da solo! – gli espongo io. - O, più semplicemente, siamo tutti spacciati perché nemmeno lui è riuscito ad opporsi a quello che è successo di sopra. Se non c’è riuscito lui, che è uno degli allenatori più forti che abbia mai conosciuto, come possiamo riuscirci noi? – Prima che io possa replicare, un nuovo grido irrompe nell’aria, ma questa volta non è come il precedente: è decisamente più tetro, da far accapponare la pelle. Improvvisamente, una visione affolla la mia mente. Sono nella sala da ballo, vicino a me Sfavillo, che è in posizione di attacco, pronto ad assalire chiunque provi anche solo lontanamente a toccarmi. Siamo appena entrati, richiamati dal grido, e ciò che abbiamo visto ci ha lasciato sconvolti: al centro della sala c’è Paride con i suoi spettri che sta blaterando qualcosa mentre sistema la sua signora, svenuta e sdraiata sul terreno. Gli invitati, colpiti da qualche evento particolare che deve essere appena accaduto, sono accasciati a terra. Alcuni piangono terrorizzati, altri tentano di mantenere un contegno e non farlo, ma sono tutti increduli tanto quanto me. La casa ha un aspetto completamente diverso da come era prima… la luce si è decisamente ridotta ed il maniero ora si mostra per quello che è: un castello spettrale, con tappezzeria sgualcita e mobili sporchi ed impolverati. Ad un certo punto, il maggiordomo parla più forte: - Il momento sta arrivando… i Pumpkaboo stanno arrivando… con loro, tutti noi verremo portati in un nuovo universo dove potremo vivere felici insieme per l’eternità… - Con una risata da pazzo, alla fine si alza e comincia a parlare all’intero gruppo degli invitati: - Finalmente il momenti sta arrivando!! – esclama – Finalmente, potrete vivere per sempre con la vostra anima gemella e niente vi separerà mai! Ora, dovremo solo scegliere tra noi i due eletti che creeranno il portale verso il mondo del Persempre, poi niente ci fermerà più! – strilla facendo passare i suoi occhi su tutta la folla, in preda ad una vastissima gamma di sentimenti differenti. - Chi, di tutti voi, si vuole offrire per il bene comune? Non vi preoccupate: anche se morirete in modo orribile e doloroso, vi ricorderemo come i nostri salvatori. Chi non vorrebbe avere un tale onore? – - Io, razza di…! – esclama N, che zittisce Camilla poco prima che possa cercare di fermarlo. Prima che possa fare anche un solo passo in più, gli Spettri del maggiordomo lo bloccano e, afferrandolo per braccia e gambe, lo trascinano fino al centro della stanza, dove lo fanno inchinare di fronte al loro padrone. - Guarda guarda… il primo dei nostri salvatori sarà il grande re Natural Harmonia Gropius… beh, in effetti me lo sarei anche dovuto aspettare: i grandi sovrani sanno bene che bisogna sempre mettere prima il popolo di se stessi! – afferma cacciando ancora la sua risata più inquietante – E, ora, non ci resta che trovare il secondo componente del portale… - dice facendo scorrere di nuovo lo sguardo tra i vari invitati, ma poi si ferma ed indica in una direzione del tutto diversa: - Sarai forse tu quella che cerco? – La visione termina esattamente come è iniziata, lasciandomi senza parole. Sono felice, ma al contempo sono spaventato come non mai: so che la mia allenatrice è ancora sana e salva, ma al contempo so anche che lo sarà ancora per poco… e non so neanche quanto. È davvero un gran problema, quello di non sapere mai quando succederà quello che vedo, ma almeno mi dà un grande aiuto per sapere come intervenire. Ora, devo pensare a come liberare Gallade, poi arriverà tutto il resto. - Batuffolo, c’è qualcosa che non va? – mi chiede il Pokémon Lama, vedendomi scosso dalla visione. - No… niente di particolare… - mormoro – Ma ci dobbiamo muovere… dobbiamo uscire di qui. – - E così non siamo soli… credevo che questo Manectric se lo fosse inventato, ma invece ci sono veramente altri due Pokémon qui! – esclama una voce che ho già sentito, che conclude la frase con una risata acuta. - Chi siete voi? – chiede Gallade. - Chi siamo noi? – ripete la Sneasel – Chi siete voi, piuttosto! – - Noi siamo solo dei poveri carcerati, niente di più – risponde lui. - Beh, io non ne sarei così sicura se fossi in voi… - mormora sdraiandosi sul dorso della sua cavalcatura – Se foste davvero semplici prigionieri, a questo punto sareste già spariti! – ride. - Cosa vuoi dire? – le chiedo io. - Uff, fate troppe domande sapete? Ora è il mio turno, non vi pare? – risponde lei. - Come facciamo a sapere che ci possiamo fidare di te? – le chiedo. Lei ci riflette un attimo, poi mi risponde: - Mettiamola così: o vi fidate, o non uscirete mai da qui. La scelta non mi sembra tanto difficile… comunque, direi che sarebbe un buon inizio per avere la vostra attenzione liberare quel poveretto che è ancora appeso per i polsi. Di solito non sono così gentile e non mi piace chiedere aiuto agli altri, ma se non si può farne a meno, tanto vale sfruttare a pieno tutti i mezzi a disposizione, no? – chiede ridendo. Con un balzo, scavalca anche le sbarre che ci separano da Gallade, tranciando poi le catene con un Nottesferza e ritornando da noi con la stessa agilità di prima. Con un tonfo, il Pokémon Lama cade in ginocchio, ma si rialza subito e distrugge le sbarre che lo imprigionavano con una violentissima serie di Zuffe ed uno Psicotaglio. - Ci voleva tanto? – mi chiede mettendosi al mio fianco ed ascoltando con attenzione tutto ciò che la Sneasel ha da dire. Mentre ascoltiamo, io suggerisco di cominciare ad incamminarci verso la via d’uscita, che lei pare conoscere bene. Ascolto con attenzione, ma la mia mente è occupata in altro. Vedo un grande futuro davanti a noi: tanti pericoli e tante sfide, ma sento che, se resteremo uniti, tutto finirà bene. Al piano di sopra i Pumpkaboo, coloro che scortano le anime nell’altro mondo, sono ormai arrivati. La loro danza sta per condurre tutti dall’altra parte. Vedo che solo un gruppo di Pokémon può riuscire a fermare tutto questo, ma sarà difficile… Improvvisamente, con decine di risate malefiche, appaiono i nostri carcerieri e so che dobbiamo iniziare a lottare. Vogliono spaventarci, ma non ci riusciranno. È ancora troppo presto per andare dall’altra parte. in viaggio: Dove siamo: -
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Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Di niente, mi fa piacere che tu le abbia apprezzate: molti spesso le reputano come un'assalto alla propria persona, ma spesso vogliono solo essere un modo per aiutare chi scrive; sono felice che tu le abbia intese così. Il capitolo mi è piaciuto davvero tanto: spero che, dopo questo in cui non sei riuscito a centrare in pieno il bersaglio, proverai a produrne degli altri, perché come stile mi piace molto -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Ho appena finito di leggere il nuovo capitolo e devo dire che non mi è sembrato così male! In confronto agli altri, anche grazie al diverso tipo di narrazione che hai utilizzato, è forse un gradino più in basso, ma non per questo meno degno di essere letto! In ogni caso, procediamo con ordine: il capitolo parte subito gettando il lettore nel pieno dell'azione, con la famiglia appena salvata che porta all'infermiera il nostro protagonista ed i suoi Pokémon, sfiniti dopo essere riusciti a portare al sicuro quelle persone ed essere rimasti sotto la struttura della casa che crolla. Solo l'inizio trasmette una tensione molto alta, che però non sei riuscito a mantenere per tutto il resto del racconto, facendola diminuire drasticamente liquidando l'intera sequenza successiva con commenti semplici e forse troppo brevi: a mio parere, è questa la pecca più grande, ovvero il fatto che non hai mantenuto alta la tensione per tutta la narrazione ed ogni volta che poteva esserci l'occasione per aumentare l'intensità della situazione, l'hai lasciata sfumare, passando a quella successiva, che a sua volta non è stata approfondita. In pratica, a mio parere, è un po' come se tu non ti fossi voluto sbilanciare nella scrittura, non arrivando a toni sublimi come quelli del dialogo sulla spiaggia di Kevin e Anita o a quelli carichi di tensione del capitolo precedente, ma neanche scendendo troppo in basso nella qualità, che è più che buona. Subito dopo, c'è di nuovo una dimostrazione di quello a cui ho appena accennato: hai vagamente descritto quella che poteva dimostrarsi una perfetta scena in cui Anita e Kevin si avvicinavano ancora di più, ma hai fatto scemare l'aria piena di affetto in poche frasi, nelle poche battute che pronunciano, per dedicarti all'arrivo del Capopalestra. L'apparizione di Valerio mi è piaciuta, esattamente come il modo particolare in cui hai deciso di rappresentarlo, utile, tra l'altro per dimostrare ancora una volta il carattere del protagonista, che si rivela sempre più a metà tra luce e oscurità (appena incontra il Capopalestra è furioso, ma ciò deriva dal fatto che è preoccupato per la sorte che poteva avere la città). La serie di descrizioni e dialoghi presenti tra questo evento e quello successivo, poi, non mi sono sembrati particolarmente incisivi, quindi passiamo direttamente al fulcro dell'azione: la lotta con Zapdos. Il fatto che il Leggendario appaia all'improvviso, in piena notte, è decisamente ben pensato e devo dire che quelle poche battute prima dell'effettivo inizio del combattimento mi sono piaciuti abbastanza, ma è con lo scontro vero e proprio che si raggiunge la vetta della qualità di questo capitolo! Come ci avevi già abituato con la saga di Kanto, la lotta è ben pensata e ricca di azione, con strategie fantasiose e descritte in modo ottimale! L'unica cosa che forse si può considerare negativa è che è abbastanza breve e, anche qui, non sei riuscito a raggiungere il livello che hai raggiunto in capitoli precedenti, ma nel suo complesso è davvero un'ottima descrizione, che sarebbe impossibile non apprezzare! Dopo la sequenza della lotta, devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso: il dialogo e le azioni di Anita ne dimostrano ancora una volta l'attaccamento a Kevin, che ancora una volta, per quanto lo sappia bene, mi sembra quasi rimanga stranito. Il loro momento, in cui si abbracciano e stanno vicini anche se solo per pochi secondi, mi è piaciuto moltissimo e credo che per quanto riguarda questa parte, non avresti mai potuto fare di meglio! Il fatto che Anita non lotti nelle palestre, indipendentemente dal motivo pratico per cui hai fatto questa scelta, è a mio parere più che azzeccato considerando il contesto: in questo modo, spero che presto la vedremo affiancare il nostro protagonista in sempre più sezioni, anche nelle più pericolose, dove, sempre solo a mio parere, potrebbero dimostrare ancora di più i sentimenti che provano l'uno per l'altra! D'altra parte, si sa che i sentimenti emergono molto più facilmente quando si è in situazioni di emergenza! Per ultimo, devo dire che la profezia di Lugia è a dir poco un tocco di stile che non mi sarei mai immaginato: avevo immaginato che, data la contrapposizione di Kevin agli uccelli leggendari, sarebbe diventato alleato di Lugia, ma non avrei mai pensato che volessi mettere la profezia di uno dei film Pokémon che più mi sono piaciuti nella tua fanfic! Davvero un particolare gradito, oltre che un ottimo modo per dimostrare ancora una volta che il Campione di Kanto non è un'allenatore come tutti gli altri! Il capitolo si conclude in modo ottimale, lasciando in sospeso il loro viaggio ma al contempo sottolineando il fatto che lui è diventato una specie di eroe del popolo, chiaro riferimento, ancora una volta, alla luce che si trova in lui, in contrapposizione con l'oscurità che ha sempre detto di possedere. In conclusione, devo dire che il capitolo non l'ho apprezzato come il precedente, ma non per questo posso dire che non sia ben scritto o che hai fatto una triste caduta... il capitolo è davvero ottimo, ma non è riuscito a sfruttare a dovere le occasioni che avrebbero potuto produrre un ottimo climax. In ogni caso, a volte capita di non riuscire a produrre un capitolo ottimo come i precedenti (perché i tuoi precedenti capitoli sono autentici capolavori) , ma non per questo bisogna scoraggiarsi: vedrai che col prossimo riuscirai a recuperare e produrre un capitolo ancora più bello di quanto tutti noi lettori ci aspettiamo! Aspetto con ansia la prossima pubblicazione! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Per me è stato un piacere commentare: data la perfezione dei tuoi capitoli, credo che dilungarsi e dare spiegazioni soddisfacenti (e forse troppo prolisse) sia il minimo! Di parole e tempo, ne meriti anche più di quelli che ho impiegato! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Di niente! Sono più che meritate! -
[Commenti] L'esperto di Eeveeluzioni
Nevix ha risposto a una discussione di MoonlightUmbreon in Commenti a Fan Fiction e Poesie
Ciao, come sempre, ho letto il tuo capitolo e l'ho trovato semplicemente splendido: davvero non riesco a capire da dove venissero i tuoi dubbi! In ogni, andiamo con ordine: prima di tutto, ho semplicemente adorato la citazione a Gennaro Bullo, che è sempre stato un personaggio che ho adorato per la sua fede nel proprio Rattata, sebbene venga bastonato ogni volta anche da un Caterpie A parte quello, nell'introduzione al capitolo, mi ha fatto molto piacere leggere il dialogo tra Kevin ed Anita, che si dimostrano ogni volta più vicini, con discorsi che lasciano intendere che ci sarà ben più che una semplice amicizia. Il fatto che Kevin dica che ha voluto divertirsi facendo sperare il povero Gennaro per poi stenderlo con un semplice riduttore, come ha fatto successivamente notare anche Anita, dimostra ancora una volta che il nostro protagonista, dentro di sé, è sempre un po' oscuro, ma questa volta la sua "cattiveria" mi è parsa molto più delicata di quella che ha dimostrato contro Mewtwo: probabilmente è semplicemente dovuto al fatto che il contesto è ben diverso, ma devo dire che mi piace pensare che sia dovuto alla vicinanza della ragazza, che ha un influsso positivo su di lui . Il discorso generale, con Kevin che chiama Anita "tesoro" mi è poi piaciuto moltissimo: come scritto anche sopra, tutto il battibecco dimostra il fatto che, sebbene siano insieme da poco tempo, tengono molto l'uno all'altra. Il fatto che poi lei arrossisce quando lui la chiama tesoro è un dettaglio delicato ma al contempo palese, che allo stesso tempo mostra inequivocabilmente che lei abbia una cotta per lui ma lo voglia nascondere: per quanto possa essere poco, io trovo che è un particolare molto caratterizzante e ben studiato! Non hai idea di quanto mi piaccia l'aspetto generale che stai dando a questa ragazza! L'insieme di tutto quello che sei riuscito a mettere in solo tre capitoli in cui le hai dato un'apparizione consistente, dà un quadro di lei davvero impressionante: sei riuscito a darle un carattere raffinatissimo, con moltissime caratteristiche differenti e spesso in contrasto tra di loro (ad esempio, è talmente timida da arrossire alle dolci parole di lui, ma allo stesso tempo gli chiede di non essere troppo distaccato, senza poi contare alla grande forza interiore che ha dimostrato quando ha parlato del suo passato...). Non so che dire: è a dir poco stupenda! Detto ciò, passiamo alla sequenza successiva: l'arrivo a Violapoli. Fin dal primo dialogo mi è piaciuto il modo in cui l'hai rappresentata... la scena pressoché apocalittica, col diluvio universale, fulmini da tutte le parti, pericoli incredibili ed il modo in cui Kevin si imponga sull'infermiera pur di uscire ad aiutare chi ne avesse bisogno mi è piaciuta moltissimo! In più, sei riuscito a dare a Kevin ancora una volta un aspetto più "luminoso" di quanto vuole far apparire: nessuno che sia così arrabbiato e pieno di oscurità come pensa di essere lui farebbe una cosa del genere! La descrizione dell'arrivo della tempesta è fatto benissimo, molto più di quanto probabilmente credi: riesci ad insinuare nel lettore una tensione incredibile, a fargli sentire le stesse emozioni che probabilmente provano gli stessi protagonisti. Poi, da quando Kevin si mette l'impermeabile ed esce senza badare minimamente al diluvio in corso è talmente ben fatta che è difficile riuscire a descriverla a parole: la tensione, l'emergenza del momento, il suo modo di fare, che sembra voler fare dell'essere Campione il principale movente delle sue azioni, ma in realtà credo sia palese che il motivo è che, dentro di sé, sente la necessità di aiutare gli altri, come se dentro di lui ci fosse una piccola luce a guidarlo. Anche questo particolare mi è piaciuto moltissimo! Per ultimo, mi è piaciuto il modo in cui hai fatto comparire gli altri componenti della tua squadra, che sono intervenuti in modo attivo nella risoluzione dei problemi causati dalla tempesta, ma il mio paragrafo preferito è quello in cui compare per la prima volta Espeon: si era già visto che volevi dimostrare molto più di prima il tuo amore per i Pokémon ed il fatto che vuoi bene a tutti quelli che possiedi, anche se non li userai per lottare. Con Eevee e la sue evoluzione, questo concetto è portato al massimo, tanto da farlo evolvere in Espeon! è stato mitico anche vedere alla fine la comparsa di Zapdos, che lascia in sospeso l'avventura fino al prossimo capitolo, aumentando la tensione! Non c'è che dire, anche questo è stato un capitolo fantastico! Attendo con ansia il prossimo! -
[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)
Nevix ha risposto a una discussione di Nevix in Fan Fiction e Dintorni
Capitolo S3: la danza dei Pumpkaboo (speciale di Halloween) parte 3 Con un gran sorriso ed un profondo inchino, il maggiordomo, lasciando per qualche momento la mano della propria signora, annuncia l’unica coppia rimanente. Il suo sguardo è molto più allegro dei precedenti, come se vedere lì quei due fosse una piacevole sorpresa. È strano però: gli invitati non li ha scelti lui? Come fa ad essere una sorpresa? Beh, in ogni caso, questo adesso è l’ultimo dei problemi: tra tutte quelle che si poteva trovare quel giovincello sventurato, perché proprio lei!? - Signore e signori – inizia Paride – Ecco a voi una coppia assolutamente eccezionale! Tra tutti, loro sono i più giovani, ma non per questo i meno esperti: è per loro la prima volta in cui prendono parte ad una festa come questa, quindi sarà nostro dovere inaugurare il loro ingresso nel mondo della cortesia in modo adeguato! Ecco a voi… - il maggiordomo fa una lunga pausa, che aumenta la suspance, finché Catlina alla fine non continua la frase per lui, accompagnando entrami i giovani sull’estremità del balcone, dal quale tutti li possono ammirare. - Ecco a voi Lino e Mindy! – esclama lei, col suo calmo accento ed un sorriso più pronunciato del solito. I due ringraziano, poi iniziano la loro lenta discesa verso la vita mondana. Ogni passo che fanno, è per me un colpo violentissimo. Li vedo… camminano a ritmo, facendo diffondere il rumore dei loro passi nell’enorme sala silenziosa… Lui è alto, forse anche troppo, e ha la pelle diafana, come se non avesse mai visto la luce del sole in vita sua, ma ciò che cattura di più la mia attenzione è il ciuffo di capelli verdi, in perfetto ordine sulla sua fronte e che gli fa guadagnare altri dieci centimetri in altezza. Nonostante i suoi vestiti non siano così raffinati come quelli dei precedenti, seppure il completo di camicia bianca, giacca e pantaloni grigi e mocassini scuri non possano essere ritenuti di alta qualità quanto i precedenti abiti, lui riesce lo stesso a dare l’idea di nobiltà che agli altri manca: è una nobiltà diversa, quella nobiltà che apprezzano tanto i Pokémon come il quartetto dei Solenni Spadaccini, quella nobiltà che solo pochi hanno veramente. La nobiltà d’animo. Tutto sommato non sembra un cattivo ragazzo, ma per qualche oscuro motivo sento che lo devo odiare… Vicino a lui, c’è il mio incubo peggiore: non è certo la prima volta che la vedo così, considerando che viviamo insieme da parecchio tempo, ma questa volta è diversa. Questa volta il fatto che possa effettivamente essere attraente per qualcuno che non sono i suoi Pokémon non è solo una remota possibilità, ma un dato di fatto, con tanto di prova vivente. Mentre scende, la squadro dalla testa ai piedi: indossa un vestito viola con parecchi fronzoli, dotato di cintura che le stringe l’abito sulla vita, rendendolo più attillato e rendendo più evidenti le sue forme non troppo pronunciate, ma comunque adeguate alla sua età. Differentemente dalle altre donne che hanno preso parte alla festa, il suo abito da sera non le copre interamente le gambe, ma arriva solo fino a sotto le ginocchia, lasciando completamente visibili i sandali ed il piccolo tacco che sembra renderla più aggraziata. Oltre a questo, due sottili braccialetti dorati le circondano i polsi ed un paio di orecchini dello stesso colore le pendono dalle orecchie, appena visibili tra i lunghi capelli neri, sparsi sulle spalle e lungo la schiena. Per la prima volta, non indossa gli occhiali, ed il suo volto, non è pulito come al solito, ma ha le guance più rosee, gli occhi dai contorni più scuri e marcati, le palpebre colorate… sembra un'altra persona. Sorride e guarda il compagno allo stesso modo in cui Phoebe guarda Ryu nei loro momenti più intimi e romantici. Non posso negare che entrambi siano belli ed eleganti, né che stiano perfettamente insieme… ma no, non possono stare insieme! Lei è troppo giovane! Sono passati almeno tre anni da quando abbiamo iniziato la nostra avventura ed un anno buono da quando è finita, quindi lei ha quindici anni compiuti, ma è comunque troppo giovane! Non si può fidanzare alla sua età! Perché non prende esempio da me!? Io di anni ne ho solo quattro, ma, facendo in calcolo in anni umani, è come se ne avessi ventotto e ancora l’idea di fidanzarmi non mi passa neanche per l’anticamera del cervello! Probabilmente è colpa di Ryu e Phoebe: quei due hanno una brutta influenza su di lei… Tirandomi una scossa, che mi fa rizzare tutte le piume dalla coda fino al punto più alto della testa, il Pokémon mi riscuote dai miei pensieri. Ruotando lentamente la testa, lo guardo, mentre scoppia a ridere. - Non so come hai fatto, ma avevi una faccia incredibile! – dice mentre riprende fiato – Avresti dovuto vederti: era tipo… così! – esclama, lanciandosi in una triste imitazione di quella che dovrebbe essere l’espressione di un Sudowoodo che si ritrova vicino ad uno specchio d’acqua e mettendosi subito dopo a sganasciarsi di nuovo. - Piantala: guarda che questa è una cosa seria! – gli dico, cercando di farlo tornare in uno stato accettabile. Per fortuna il mio tono riscuote l’effetto sperato, tanto che lui appena mi sente si rimette in piedi, sebbene un sorriso divertito continui a regnare sul suo volto: - Perché dici così? Sembri quasi triste che finalmente lei abbia trovato qualcuno che si interessa a lei! Avanti, dovremmo essere orgogliosi di lei e allegri semplicemente perché sappiamo che lei è felice, non preoccupati o spaventati! – esclama. - Come fai a saperlo? Non mi sembra che tu sia particolarmente esperto di queste cose! – gli faccio notare io. - Beh, se è per quello, nemmeno tu hai avuto molte esperienze passate… - mi risponde lui – Ma rifletti per un attimo: cosa c’è di male se lei sta con quel Lino? Alla fine, sembra un bel giovane e di sicuro è molto gentile, a giudicare da come le sta parlando nell’orecchio! – dice, indicandomi con la zampa il centro della sala. - Lui cosa!? – chiedo io voltandomi di scatto e cogliendoli con le mani nel sacco. Catlina è scesa al piano inferiore, mentre Paride è ancora di sopra e sorveglia il tutto con aria attenta. Non ci vuole molto a fare due più due e capire che la signora di casa li ha invitati ad inaugurare le danze. Oltre i due, vedo che le due spie stanno guardando dalla mia parte, ma il loro sguardo non presta attenzione a me, ma bensì si blocca molto prima, focalizzandosi su Mindy. Stanno probabilmente ricordando qualche bel momento passato, a giudicare da come si stringono l’un l’altro. Lino è in piedi a pochi millimetri dalla mia allenatrice, a cui stringe le mani e, tenendo il capo piegato, a cui sussurra qualcosa. È impossibile capire che cosa sta dicendo, ma d’altra parte non mi serve neanche saperlo: sono fin troppo vicini e tanto mi basta. Lei, dopo aver ascoltato con attenzione, sorride come non ha mai fatto prima, dopodiché si solleva in punta di piedi, gli dà un bacio sulla guancia e lo abbraccia, stringendolo tanto forte da incrinargli le costole. Lui non dice nulla: il fatto che la sua faccia sia diventata dello stesso colore di un Darumaka parla per lui. Io mi sento perso, ma riesco in qualche modo a trasformare quello smarrimento in furia: come osa farsi stringere e frantumare tutte le ossa da lei!? Solo IO posso farmi stritolare dalle sue braccia! Lui non è nessuno, io sono il suo primo Pokémon e quello che è appena successo è un grave affronto alla mia figura! Senza pensarci due volte, faccio qualche passo avanti, permettendo per la prima volta all’illuminazione di raggiungere le mie piume nere. - Cosa vuoi fare? – mi chiede Sfavillo, notando la mia espressione. Io rispondo nel modo più semplice che mi viene: - Questo ballo non s’ha da fare – Detto questo, smetto di pensare ed agisco d’istinto. Ho quattro mosse: una di tipo Acqua, una Ghiaccio, una Acciaio e una Volante, ma solo una potrebbe avere un effetto immediato e distruttivo, quindi tanto vale usare subito quella. Spostandomi lateralmente, mi metto in un punto dove ho la piena visione del lampadario che sta sopra di noi. Se i miei calcoli sono esatti, lì dentro dovrebbero essere nascosti anche gli Chandelure, quindi colpendolo dovrei prendere due piccioni con una fava. Concentrandomi, prendo la mira e, assicurandomi che nessuno mi stia guardando, convoglio tutta la mia energia in una sfera d’acqua che si viene a creare tra i miei artigli. Sento che Catlina sta dicendo qualcosa: - Che le danze abbiano inizio! – esclama, facendo rimettere in funzione gli strumenti, rimasti muti fino a quel momento. Appena vedo con la coda dell’occhio che la mia allenatrice è stata afferrata da quel “Lino”, la mia furia cresce ancora di più: pensavo che forse sarebbe stato meglio attendere qualche secondo, o comunque assicurarmi che non si facesse troppo male, o anche che il mio attacco non ferisse degli innocenti, ma ora ho cambiato idea. Il colpo inizialmente diretto solo ad una piccola parte del lampadario, ora è invece diretto alla catena che regge l’intera struttura. Con la stessa precisione di un Decidueye con Abilità Cecchino e Mirino, lancio un Idrocannone che, con una violenta deflagrazione, disintegra il gancio. La forza di gravità fa il resto. Prima che la struttura colpisca terra, lancio un Geloraggio verso la mia allenatrice, in modo da proteggerla. Sono infuriato col mondo, ma non per questo riuscirei a farle del male… Con un frastuono, il cristallo va in pezzi, generando un polverone che mi impedisce di vedere se il mio piano ha avuto successo o no. Torno di corsa da Sfavillo, per chiedergli cosa vede grazie ai suoi raggi X, ma lui mi risponde solo una cosa: - Guarda tu stesso – Su tutto il pavimento sono sparsi frammenti di vetro, ma al centro della sala sono tutti illesi. Maledizione… non avevo pensato che i Pokémon degli allenatori ci fosse anche il Gardevoir di Phoebe e molti altri miei simili dotati della mossa Protezione… - Guardate, è stato quell’Empoleon! – strilla qualcuno, additandomi e indirizzando tutta l’attenzione su di me. Un esercito di Pokémon mi si para davanti, furioso e pronto a tutto pur di punirmi per aver cercato di fare del male ai loro allenatori. Spaventato, faccio un passo indietro. - S-Sfavillo…? – chiamo il mio amico. - Scusa fratello, ma questa volta sto con loro – dice strofinandosi contro il mio fianco, trasmettendomi parte dell’energia statica che ricopre perennemente il suo corpo ed addentrandosi nella folla per posizionarsi vicino alla mia allenatrice, che guarda la scena con un’espressione a metà tra lo sconvolto ed il deluso. - Traditore! – gli grido io. Ok, la cosa non è andata esattamente come doveva, ma ho comunque ottenuto ciò che volevo: ora devo solo riuscire a trovare un modo per uscirne indenne ed il primo modo che mi viene in mente è quello di usare la pietra che mi sta al collo. Con quella, riuscirò senza dubbio a spiazzare tutti senza la minima difficoltà! Mentre la prima linea avanza, io lancio un Geloraggio per creare una barriera che mi dia più tempo, ma non faccio in tempo a crearla che il Fuocobomba di un Magmortar l’ha già distrutta. I Pokémon si avvicinano sempre di più, spingendomi sempre più indietro. Come ultima risorsa, notando che chi sta proprio davanti a me sono principalmente mostriciattoli di tipo Fuoco, Roccia o Lotta, tutti dotati di alto Attacco ma scarse Difese Speciali, scaglio un Idrocannone che riscuote un parziale successo, sbalzando via parte dei Pokémon che mi stanno per aggredire e facendo indietreggiare quelli che riescono a resistere. È il momento: chiudo gli occhi e stringo il ciondolo con attaccata la pietra, ma anziché vedere ciò che dovrei, vedo solo il nero assoluto e sento una voce rimbombare nella mia testa. - No Batuffolo, non questa volta – mi dice. Aprendo gli occhi di scatto, guardo la mia allenatrice, che fissandomi fa di no con la testa. Paride, intanto, ha richiamato le sue ombre e, mentre gli Chandelure si uniscono alla massa inferocita, i Gengar escono dalle pareti, prendendomi alle spalle. È finita… so che è così. Sentendomi un po’ tradito, mi lascio andare, accasciandomi a terra ed attendendo che le braccia nere che hanno già preso gli altri ospiti prendano anche me, ma non succede. Sento dei colpi, ma al contempo sento anche che qualcuno li ha parati. Riapro gli occhi e vedo che, davanti a me, in posizione di guardia, si trova un MegaGallade che conosco bene. Le lame rosse delle sue braccia sono sporche e segnate dalla serie di attacchi che ha dovuto parare. - Quello che hai visto non è sbagliato, ma nessun altro se n’è accorto – mi dice, aiutandomi ad alzarmi – Se vogliamo che non accada nulla ai nostri allenatori, dovremo farlo alla vecchia maniera. Hai voglia di duellare? – Appoggiandomi al suo braccio, torno in piedi e lo ringrazio: - ci puoi scommettere! – gli rispondo con un sorriso. Stringo di nuovo la pietra e, questa volta, sento che la mia allenatrice non vuole opporre resistenza. - Lo faccio solo perché Ryu e Gallade sono dalla tua parte – mi dice, con una vaga nota di rimprovero nella sua voce – Ma ricordati che non dobbiamo abusarne, va bene? – Felice, la guardo e sorrido. L’energia monta dentro di me e sento che l’Evoluzione ha inizio. Una sfera di energia mi avvolge e comincio a cambiare. Divento più robusto, più alto, più potente. Un po’ per volta, divento qualcos’altro. Qualcosa di più forte. Non è la prima volta che provo questa sensazione, ma per qualche motivo mi lascia comunque sconvolto. Sento le ali che diventano più robuste, ricoprendosi entrambe d’acciaio, sento che una diventa più spessa e si ingrandisce sempre di più, diventando larga tanto quanto il mio intero corpo ed alta almeno tre quarti di quanto sono alto io. La superficie più robusta ed esterna si separa dalle piume, prendendo maggiore movibilità. I tre artigli, prima chiusi all’interno dell’ala, si allungano e si piegano, fino a posizionarsi a lato dello scudo d’acciaio, rendendone i bordi più taglienti. L’altra, allo stesso modo, si allunga, ma assume una forma più affusolata ed al termine anche più sottile. Le sporgenze che si trovavano ai lati dell’arto si allungano e si moltiplicano, raggiungendo spessori molto inferiori ed occupando l’intera struttura, dalla punta fino a poco prima del gomito, dove gli artigli, allo stesso modo dell’altra ala, ruotano e si allungano, ma questa volta per formare una guardia, in perfetto allineamento con la figura di spada che sta prendendo il complesso. La cravatta d’acciaio, simbolo del mio essere Empoleon insieme alle tre corna che ho sul capo, prende ad allargarsi, creando un’armatura che mi protegge tutta la parte più alta del corpo, stringendosi poi sulla schiena, dove termina in concomitanza con le due strutture ossee dorate, che a loro volta si allargano e si spostano più in alto, per sostenere la parte successiva della mia trasformazione. Dalle piume bianche che si trovano sul mio ventre e che mi attraversano l’intero corpo, nasce un robusto tessuto, che, stringendosi attorno alla mia gola, prende la forma di un mantello dai bordi irregolari e l’ampio collare, tanto alto da sfiorarmi la parte inferiore del becco. L’Evoluzione è quasi terminata: ora sento tutta l’energia che, partendo dai piedi, sale sempre di più, lasciando le zone già modificate e concentrandosi sulla mia testa, l’unica cosa rimasta ancora invariata. Il mio becco diventa più robusto, le mie corna più lunghe. Da esse si espande una nuova struttura, che mi ricopre l’intero capo, con l’eccezione degli occhi, che ora hanno un colore ancora più scuro e profondo di quello che già possedevano. Dall’elmo, si diramano altre tre protuberanze, che insieme al tridente che già mi caratterizzava completano la corona da re guerriero che mi sono meritato dopo anni di lotte. Sul mio volto nascono due baffi a manubrio e sullo scudo si disegna il simbolo del mio potere. Appena la sfera di energia si dissolve, caccio un urlo, scatenando l’energia in eccesso, che sale verso il cielo e si dissolve sotto forma di spirale arcobaleno. - Era da tanto che non ti vedevo così – dice Gallade – Sembri più forte sai? – mi chiede. - Sembro soltanto? – chiedo io – Avanti, anche tu ti sei MegaEvoluto: dovresti sapere che questa non è solo apparenza! – - Beh, io non ci credo finché non lo vedo. Cosa ne dici di dimostrarmelo aiutandomi a sbaragliare questa massa di Pokémon rabbiosi? – - C’è bisogno di chiederlo? – rido io. - Non si sa mai con gli Imperatori orgogliosi come te – mi dice ridendo ed alzando le lame, che si illuminano di energia psichica. Imitandolo, mi metto in posizione di guardia e comincio a tendere i muscoli, pronto per la lotta che avrà inizio. - Al mio tre… - dice Gallade – Uno… - La prima linea che ci sta davanti si affolla non più di Pokémon Fuoco e Lotta, che potremmo facilmente battere, ma di Spettri ed Elettro che avranno molto più chanche contro di noi. Sopra di loro, levitano gli Chandelure e dietro di noi i Gengar si stanno avvicinando. - Due… - La lotta non sarà semplice, ma ce la possiamo fare: siamo entrambi MegaPokémon, ora. - Tre! – Al solo pronunciare quella parola, Gallade comincia a scagliarsi sui nemici che ci si parano davanti, danzando aggraziatamente in una Zuffa che non sbaglia un colpo. Io, muovendomi un po’ più lentamente di lui, comincio a lottare allo stesso modo, usando le armi che ho al posto delle ali per parare gli attacchi e colpire con tutta la forza che ho in corpo. La precisione non è proprio il mio forte, ma per fortuna il mio attuale Attacco riesce a compensare il tutto. Dopo un po’, comincio ad ingranare pure io, muovendomi ancora più veloce e prendendo meglio la mano con questo nuovo corpo che non usavo da molto. Ora, sfruttando le nuove protezioni di cui sono stato dotato, paro un attacco dietro l’altro e rispondo con decisi Alacciaio, che arrecano un grande numero di danni a chi mi sta intorno: se non lo vedessi, quasi non ci crederei di avere così tanta maestria nella lotta corpo a corpo. Ho sempre pensato di essere un Pokémon più adatto alla lunga distanza, ma con questa nuova Evoluzione tutto è cambiato: ora capisco cosa intendevano quando, appena scoperte, dicevano che sarebbero stata una completa rivoluzione del sistema di lotta… Poco per volta, io e Gallade, che non si ferma un attimo, li sbaragliamo tutti: sparsi per il terreno ci sono segni di mosse di ogni tipo, tutte o quasi infrante dai possenti colpi del mio alleato o deviate tramite il mio scudo. In ogni dove, accasciati a terra svenuti o comunque non più in grado di lottare, ci sono i Pokémon degli invitati: sono solo pochi i rimasti, tra cui spiccano figure ben note e che non potremmo mai intaccare. Finalmente, soddisfatto del risultato ottenuto, Gallade mi piomba di fianco con un balzo e si rimette in posizione di guardia. - Non hai notato che c’è qualcosa di strano? – mi chiede. - Cosa avrei dovuto notare? – gli chiedo io. Intanto, i pochi rimasti si mettono in cerchio attorno a noi: saranno sì e no una ventina, non di più. Tra di loro, ci sono solo Pokémon molto forti, talmente resistenti da aver subito i nostri attacchi ma essere ancora in piedi: tra i tanti, noto un Alakazam che agita violentemente i cucchiai, guardandomi in cagnesco, un Metagross ed un Magnezone che fluttuano sopra la nostra testa, come per controllare che nessuno dei due cerchi di fuggire, un Feraligatr che si sta grossolanamente lucidando i lunghi denti, come per prepararsi ad assalirci e alcuni altri Pokémon che si scambiano occhiate indecise sul da farsi ma nessuno si muove. Anche io mi metto in posizione di guardia. - Sono Pokémon molto forti, perché nessuno si muove? Cosa stanno aspettando? – chiedo io. - Come faccio a saperlo? Non leggo certo nella mente… - mi risponde. - Era questo che intendevi? Che tutti i più forti sono rimasti dietro le quinte ed hanno atteso che sterminassimo tutti gli altri? – continuo. - Non ti sembra che sia tutto troppo calmo? Qui manca qualcuno: abbiamo abbattuto tutti i Pokémon tranne quelli a cui siamo deboli e su cui le nostre mosse non hanno molto effetto, ma tra chi ci circonda non ci sono Spettri. - Un Electivire ed il suo vicino, un Serperior, si scambiano alcune parole, ma non riesco a capire cosa dicano; subito dopo, lo stesso avviene tra un Seismitoad ed un Florges, che a sua volta fa passaparola con chi gli sta vicino. Gli ultimi a cui giunge la voce sono proprio i nostri amici. Sfavillo sorride, producendo alcune scintille e mimando con le labbra le parole “buon atterraggio”. Gardevoir, invece, ci guarda rattristata, poi si copre il volto con le mani e si isola dal mondo. - Cosa…? – prima che finisca la frase, decine di braccia mi afferrano per le gambe e sento di cominciare a sprofondare. Mi agito, ma ogni mio movimento mi fa cadere più giù. Gallade, che ha percepito la trappola appena in tempo, cerca di schivarla con un balzo, ma chi ci circonda lo colpisce con tanta violenza e con tanta coordinazione da farlo ripiombare immediatamente a terra. In men che non si dica, le tenebre lo avvolgono e lo fanno sparire. - NO, GALLADE!! – strillo io, agitandomi ancora di più. Picchio qualsiasi cosa mi passi davanti, agito tutto i muscoli, faccio tutto ciò che posso pur di liberarmi, ma niente è abbastanza. Sento che le braccia ora sono arrivate a bloccarmi le ali: ormai più di metà del mio corpo è oltre la superficie del pavimento, ma ancora non mi posso arrendere. Ora, stanno riapparendo anche gli Chandelure, che aiutano con attacchi Psichico gli altri Spettri che mi stanno facendo scivolare. Alcuni, poi, stanno preparando di nuovo quella mossa che ha fatto sparire gli allenatori: Abbraccio Spettrale. Con un ultimo disperato tentativo, sparo alcuni Idrocannone, ma nessuno riscuote un sufficiente effetto. Dopo aver usato tutte le energie a mia disposizione, provo a caricare per l’ultima volta un colpo più forte degli altri, ma prima che abbia il tempo di farlo, uno Chandelure mi si para davanti agli occhi con il suo sguardo ipnotico. - Buona notte... – mormora con un tono divertito. Tutto diventa nero… il mio corpo non risponde più ed in breve perdo conoscenza… in viaggio: Dove siamo:
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