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Nevix

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  1. Anche questo capitolo, come i precedenti, mi è piaciuto molto: le scene di lotta sono descritte bene e mettere un capitolo di "pausa" dopo quello ricco di eventi di ieri è sicuramente una buona idea. Adesso non aspetto altro che leggere della prossima lotta in palestra! chissà che, magari, Little Surge non decida di regalare una Pietratuono...
  2. Non c'è un modo per insegnare a Victini Generatore-V, vero? Mi sa tanto che dovrò abbandonare il mio obiettivo di avere tutti i leggendari con la mossa peculiare...
  3. Capitolo 2: il cortile della zia Sono passati ormai tre giorni da quando quella strega mi ha prelevato dal laboratorio di quell’imbranato di uno pseudo-prof che si fa chiamare Joey. Mai esistito un nome più stupido di quello: “Joey”… chi è che può inventarsi un nome del genere? Bah, in ogni caso, questa ragazzina è davvero una sorpresa: di solito i nuovi allenatori hanno una voglia irrefrenabile di partire e conquistare il mondo, ma lei no. È ormai da quasi 75 ore che mi trovo qui, bloccato dentro un recinto sul retro della casa insieme ad altri due Pokémon. Chi ci avrebbe mai creduto? Io, il grandissimo Piplup Francis Scott Michael Francis Alec George Thomas John Francis Aaron Geoffrey James Victor Francis von Empoleon, relegato come un prigioniero mentre la mia allenatrice se ne sta comoda comoda su una poltrona dentro casa. Ma non lo sa che ho un corpo estremamente sensibile agli sbalzi termici!? Non posso stare qua fuori solo come un Lillipup mentre quell’assatanata si diverte… o almeno credo. Da quello che ho capito, ci siamo dovuti fermare qua perché “una sua parente necessitava del suo aiuto”… come se io ci credo: è chiaro che in realtà è solo una scusa per trattarmi come un plebeo. Dopo aver sbirciato per l’ultima volta dalla finestrella sulla porta che conduce all’abitazione, cercando di capire cosa sta succedendo all’interno e tra quanto mi toglieranno da questa gabbia di matti, scendo dalla scala di scatole di Poffin e torno a terra, sedendomi poco lontano dalla staccionata. Rifletto su cosa potrei fare per fuggire, ma sono pienamente consapevole che tutti i tentavi falliti sono la dimostrazione che non ci riuscirò mai. Un sorriso mi blocca la visuale, posizionandosi esattamente di fronte a me. - Ehi, Pippy, hai voglia di giocare??? Dai, giochiamo insieme! Giochiamogiochiamogiochiamo!!! – Alzo lo sguardo e lo fisso con aria truce: - Quante volte ti ho detto di non interrompermi quando sto meditando? E non chiamarmi Pippy: odio quel nome – - Ma come? Non ti piace?? Io lo trovo proprio simpaticosimpaticosimpatico! Comunque non so quante volte me lo hai ripetuto: con solo tre dita è facile perdere il conto! – Mi dice toccandomi la fronte con la coda. - Toglimi immediatamente quelle tue luride dita da Aipom da davanti agli occhi. Non mi posso mescolare con la bassa manovalanza e dovresti saperlo bene. Se proprio vuoi giocare, perché non vai a dare fastidio a quella mummia di Miltank? – Finalmente Aipom si sposta, facendo un salto con piroetta all’indietro: - Nooo, non posso disturbarla: lo sai che è molto anziana! Alcuni dicono che sia stata la Miltank di Chiara e che se solo si prova a darle fastidio, ti prende e ti tira così tanti Corposcontro che poi sei ridotto peggio di uno Stunfisk!! – dice perdendo per un attimo il perenne sorriso ebete che porta sulla faccia. - Sempre meglio piatto come uno Stunfisk che bucherellato come un colabrodo – lo minaccio io indicando con un’ala il mio becco. Lui sembra non sia in grado di capire, quindi continua a tormentarmi chiedendomi di giocare. Cerco di fare finta di niente: mi giro da una parte, poi dall’altra e infine mi limito semplicemente a correre via. Alla fine, vedendo che non recepisce il concetto, glielo spiego chiaro e tondo: - Non voglio giocare con te: io sono un grande imperatore e l’unica cosa che desidero è andarmene il prima possibile di qua insieme alla mia allenatrice, chiaro? – Mi fissa per un po’ senza dire una parola ma mantenendo il suo sorriso. Proprio quando inizio a pensare che abbia capito, ecco che torna alla carica: - Quindi… Giochiamo a nascondino??? – Non posso fare altro che acconsentire: chissà che una volta accontentato, non mi lasci in pace… - Yahoo!!!! Giochiamogiochiamogiochiamo!!!! – esclama facendo salti di gioia e battendo le mani – Io mi nascondo: tu conta fino a diciassei e vienimi a cercare! – Senza attendere una mia reazione, schizza via e si gira solo quando è già giunto all’altro lato del cortile: - E NON SBIRCIARE! – mi urla. Come se fosse necessario… qui non ci sono posti dove nascondersi! Trovarlo sarà semplice come bere un bicchier d’acqua. Dopo aver atteso qualche istante, mi incammino verso la sua ovvia meta: nell’angolo della palizzata, trovo il mio avversario. Mi chiedo se sia il caso di dirgli che se lui non vede me io lo vedo lo stesso, ma cambio idea quasi istantaneamente. Se lui pensa che lo sto cercando e che stiamo ancora giocando, l’unica cosa in cui si impegnerà è non farsi scoprire, quindi starà buono buono in quel cantuccio mentre io posso pensare ai miei piani. Un sorriso mi si stampa in faccia per l’idea geniale che mi è venuta. Comincio ad allontanarmi, dicendo ogni tanto qualche frase di rito, giusto per fargli pensare che lo sto ancora cercando. Subito dopo che gli giro le spalle, lui comincia a sghignazzare, spostando leggermente la coda che gli copriva gli occhi per guardarmi mentre mi allontano. Certo che bisogna essere proprio stupidi per essere aggirati in modi così semplici… Non sono ancora convinto che ci abbia creduto veramente (a tutto c’è un limite, perfino alla malattia mentale di un Aipom), quindi arrivato a metà strada mi volto per assicurarmi che non si sia mosso, facendo qualche passo all’indietro. È l’errore più grande della mia vita. Sento di aver schiacciato qualcosa di grosso, caldo e molliccio. Non ci posso credere. Sono definitivamente morto. Mi volto e vedo che avevo ragione: sotto al mio piede palmato da abile nuotatore da piscina reale c’è una palla di pelo nera, a cui è attaccata una lunga coda coperta di peli più chiari. Ho paura di alzare lo sguardo, che ancora tengo incollato a terra, ma lo devo fare. Seguo tutta la coda fino a giungere con lo sguardo alla sua proprietaria: un’enorme schiena rosa a macchie nere, alta almeno tre volte me fa ombra sul mio minuto corpo da starter di livello 5 (perché sì, può sembrare strano ma ancora non ho preso neanche un punto esperienza). Lentamente quella montagna vivente ruota su se stessa, fissandomi. Gli occhi di quella Miltank non esprimono rabbia: ad essere onesti, non esprimono proprio niente. Vedendola in faccia, noto che sembra davvero vecchia. Con voce tremante, a conferma della sua veneranda età, mi dice: - Penso che quella coda sia mia – Abbasso lo sguardo e con un gesto rapido mi sposto, liberandola. - M-mi s-scusi… Non era mia intenzione farle male – dico io. Se è vero quello che ha detto Aipom e prende a Corposcontro tutti quelli che la disturbano, sono morto. Peserà almeno una tonnellata e io sono solo un piccolo Pokémon di cinque chili. Non devo fare movimenti bruschi che la possano far innervosire. Passano alcuni istanti, ma non accade nulla. Ho capito: è così terribile che vuole che la guardi negli occhi per uccidermi! Lo sanno tutti che gli assassini professionisti adorano vedere la paura nelle loro vittime e osservare la linfa vitale che li abbandona all’ultimo momento. Decido di accontentarla e alzo lo sguardo. Mi fissa… La fisso… Mi fissa… La fisso… Mi fissa… La fisso… Mi fissa… La fisso… Non so quanto tempo passa, ma so che comincio a pensare che pure lei abbia qualche Klink fuori posto dopo un decimo di secondo. Però lo devo ammettere: è davvero un campione nel fissare gli altri negli occhi. Finalmente spiccica poche lente parole: - Noi… ci conosciamo? – - Sì, signora. Sono qui da tre giorni ormai. Non si ricorda? Sono il grandissimo Piplup Francis Scott Michael Francis Alec George Thomas John Francis Aaron Geoffrey James Victor Francis von Empoleon! – - Davvero…? E ti ho mai visto prima d’ora? – - Direi di sì – rispondo convinto - Ne sei sicuro? A me non sembra che esistano Pokémon che si chiamano come te. Non è che sei un altro degli strani esperimenti del dottor Fuji? – - No, signora. Sono un Piplup, Pokémon Pinguino, numero 393. Non sono uno strano mutante! – - Mutante? E chi ha mai parlato di mutanti? Anche se non sei nato da un uovo, non è detto che tu sia cattivo: tanto tempo fa un mio caro amico mi disse “il modo in cui si viene al mondo è irrilevante, è ciò che fai del dono della vita che stabilisce chi sei” – - Chi l’ha detto, Guglielmo Scuotilancia? – - No, l’ha detto un mio caro amico: ora si trova in un'altra regione, ma tanto tempo fa abitava a Kanto. Ricordo che è passato a salutarmi prima di partire per il suo viaggio. Si chiamava MiaoCiù – - Sicura che non si trattasse di Mewtwo? – - Sì, sicurissima: riconoscerei un Mewtwo se lo vedessi e tu non sei certo un Mewtwo. – - Cosa? – - Chi? – - Cosa? – - Perché? – - COSA!? – - Senti, ho capito che sai una domanda, ma guarda che in totale sono cinque. Non dovevamo dirne una per uno? – - A dire la verità… no? – rispondo sconfortato. Avrei preferito di gran lunga venire spiaccicato a terra che far parte di una discussione così istruttiva… - Sicuro? Non è che mi vuoi prendere in giro? Guarda che io sono vecchia, ma non fino a questo punto! – - Non ho intenzione di prenderla in giro! – - Allora perché mi hai detto che sono vecchia? – - Non l’ho detto. – - Allora chi l’ha fatto? – chiede guardandomi dritto negli occhi. - Ehm… Lei? – - Ti pare? Io non mi darei mai della vecchia! Vecchio sarai tu, marmocchio! – - Ma io non ho fatto niente! – esclamo. - Uff… non ci sono più i Pokémon di una volta: ai miei tempi, si portava rispetto a chi era più anziano! Senza poi contare che è logico che stai cercando di aggirarmi: come fai ad essere il numero 393 se i Pokémon sono solo 251? – - No guardi che si sbaglia: ora siamo più di 700, 764, per la precisione. – La vecchia mi guarda male: - Sappi che io continuo a non crederti… lo sanno tutti che l’ultimo è Celebi! – - No, a dire la verità l’ultimo Pokémon classificato si chiama Lunala e viene da una regione molto lontana. Io non l’ho mai visto, ma un mio lontano cugino ha detto che sembra un frisbee… - - Bah, non credo. Comunque adesso vattene. Ho un gran sonno e devo riposare. – Non attendevo niente di meglio: finalmente mi sarei potuto mettere di nuovo a pensare ai miei piani di fuga. - Come desidera – dico in modo cortese allontanandomi. Mi volto per assicurarmi che Aipom stia ancora pensando che non l’ho trovato e la mia idea viene confermata dalla sua vista nell’angolo dove l’ho lasciato, ancora con la coda davanti agli occhi e tutto sghignazzante. Non riesco a fare due passi che Miltank mi chiama ancora: - Cosa fai, te ne vai di già? Torna qui che ti racconto una bella storia. – Era chiaro che l’età le aveva fatto brutti scherzi, ma non pensavo fosse così messa male da dimenticarsi ciò che dice dopo dieci secondi. - No, grazie. Ora non posso proprio fermarmi: i miei piani mi attendono! – - NON MI INTERESSANO I TUOI PIANI! VIENI QUI. ORA. – mi strilla furiosa. - Ma… - cerco di replicare. - Niente ma! Vieni qui o ti tiro un Corposcontro che non ti dimentichi più per il resto della tua triste vita da Pokémon fasullo! – L’ultima cosa che voglio è venire compresso da quel carrarmato. Triste, acconsento e torno a sedermi vicino a lei. Quando sono a portata di mano, mi afferra e mi mette sopra una strana statua azzurra con una faccia disegnata sopra: mi sembra di averla già vista da qualche parte, ma non riesco a capire dove… - Perfetto, ora che ti sei messo comodo – comincia lei – Posso narrarti di una delle vicende più divertenti di sempre! Ti ho mai parlato di quella volta che con la Capopalestra Chiara ho steso ben 50 Quilava di fila con un solo Rotolamento? È stato molto tempo fa… - Miltank parla per moltissimo tempo, senza fermarsi un attimo. Io in un primo momento cerco di seguirla, ma la storia è talmente noiosa che in breve mi addormento. Non so esattamente quanto tempo passa da quel momento fino a quando mi risveglio, ma so che quando accade, Miltank sta ancora parlando e non sembra essersi accorta di me. Cerco di restare sveglio ancora per un po’, ma proprio non ci riesco. Gli occhi mi si chiudono e torno ad assopirmi. Succede la stessa cosa almeno quattro volte e sempre al mio risveglio scopro che lei non si è fermata un attimo. - ... e così finisce la felice storia di una Miltank in pensione. Ma cosa fai dormi? – chiede a voce fin troppo alta, svegliandomi. Apro gli occhi ancora mezzi addormentati e vedo la sua espressione furiosa. Sono definitivamente morto. - COME OSI ADDORMENTARTI DURANTE IL MIO INTERESSANTISSIMO RACCONTO!? – Sono spaventato. Non so cosa fare. Rimango impietrito mentre lei spicca un balzo, pronta a effettuare uno dei suoi famosissimi Corposcontro. Non ho speranze. Già mi immagino la scritta sulla lapide: “Piplup, lv. 5, sognava di diventare un campione ma è diventato una frittella. Con affetto, Mindy: la persona così sana di mente da averlo chiuso in una gabbia di matti”. Sta per cadere su di me. Sto per terminare la mia esistenza. La fisso e una sorpresa mi salva: guardando il sole dietro di lei, improvvisamente mi viene da starnutire. Cerco di trattenermi (si sa che i veri sovrani non starnutiscono mai), ma non ci riesco. Con un fragoroso starnuto cado dalla struttura su cui mi aveva posizionato Miltank e lei piomba su di essa quasi contemporaneamente. Improvvisamente sento uno strano calore, come se si fosse acceso un braciere dietro di me. Mi volto e vedo una scena terribile: quella non era una statua, ma un Darmanitan in Stato Zen, ora risvegliato e rabbioso come non mai. - Chi si è azzardato a svegliarmi!? – chiede con la sua voce possente inclinando ancora di più le sopracciglia di fuoco. - È stato lui! – strilla Miltank indicandomi. Devo scappare. Subito. Ancora prima di vedere la loro reazione, mi fiondo verso la porta che conduce all’interno della casa e un colpo di fortuna mi salva: sulla porta c’è Mindy, che sembra essere finalmente tornata per farmi uscire da quella recinzione. Non sono mai stato così felice di vedere quella piccola strega. Mi lancio addosso a lei e mi arrampico sul suo corpo fino ad arrivare sopra la sua testa, a debita distanza dal terreno, sul quale stanno correndo i due Pokémon che mi vogliono uccidere. - Ciao Batuffolo! Sei felice di vedermi, eh? – Esclama lei appena le salto addosso. Alza le mani e mi prende per stritolarmi in un nuovo abbraccio. - Ora entriamo: dobbiamo prepararci per il grande viaggio! – Dice entrando e chiudendosi la porta alle spalle. I due inseguitori, non facendo in tempo a fermarsi, sbattono con tutto il loro peso sul legno. Dalla finestrella gli faccio la linguaccia. Loro, furiosi agitano in aria i pugni. Aipom finalmente si accorge ci ciò che è successo: - Pippy se n’è andato? – chiede agli altri due. - Sì, e sarà meglio per lui che non torni mai più! – dice Darmanitan sbuffando per la rabbia. - Che peccato… - risponde l’altro triste – Mi sarebbe piaciuto dargli la rivincita… - in viaggio: Dove siamo:
  4. Bel capitolo come gli altri. L'idea di integrare più discorsi diretti è buona e fa in modo che le azioni rallentino un po', dopo tutte quelle frenetiche delle lotte in palestra. L'unica cosa è che secondo me avresti dovuto soffermarti un po' di più sulla descrizione di Bill e del suo laboratorio, compresi gli avvenimenti: in pratica ti limiti a dire che Bill si è trasformato in un Clefable, lo fai tornare normale, ti regala un Eevee e ti dice di partire per la prossima città, il che, secondo me, è un po' riduttivo e frettoloso. Inoltre hai detto che Bill è un esperto di informatica ed è il gestore del sistema dei box, però in realtà non hai fatto altro che accennarlo per poi lasciar perdere: forse avresti dovuto dilungarti un po' anche su questo. Detto ciò, il racconto è comunque ben scritto e senza ombra di dubbio interessante!
  5. In alcune frasi hai dimenticato il punto, non terminando le frasi e rendendone alcune poco chiare. A parte quello, niente di particolare, solo qualche virgola che può essere utile durante la lettura. In una delle ultime righe hai dimenticato di chiudere un discorso diretto con le virgolette. Non sono errori gravi, comunque: alla fine la trama si capisce lo stesso, sono solo sottigliezze che, però, a volte possono fare la differenza.
  6. Non pensavo che il quinto sarebbe arrivato così presto! L'ho appena letto e mi sembra buono, forse leggermente meno degli altri. Anche questo, come gli altri, conta alcuni piccoli errori di punteggiatura, ma niente di particolarmente importante. La storia procede bene e l'idea di far evolvere Eevee proprio durante la lotta in palestra è stata davvero ottima! L'idea di inserire Pokémon di diverse generazioni da un tocco in più di personalizzazione, che sicuramente non fa mai male!
  7. Anche il quarto capitolo mi è piaciuto molto. Trovo che sia scritto molto bene, però ti consiglio di aggiungere qualche segno di punteggiatura in più, in modo da rendere la lettura più fluida e chiara. Gli eventi si susseguono in fretta, dando alla storia un ritmo abbastanza sostenuto: forse dovresti provare ad aggiungere qualche descrizione in più, in modo tale da rallentare nei momenti salienti. Aspetto il prossimo!
  8. Come i capitoli precedenti, anche quest'ultimo mi sembra davvero ben scritto, abbastanza particolareggiato e ricco di dettagli. Come hanno già detto anche altri, ci sono piccoli errori di punteggiatura (in qualche frase, a parere mio dovresti mettere una virgola oppure due punti), ma non per questo la storia merita di meno: trovo che sia davvero ottima! Il fatto che nella lotta in palestra è stato usato solo Eevee aiuta a caratterizzare il personaggio, che crede così tanto nel proprio Pokémon da non badare agli avvertimenti che gli vengono dati. Aspetto il prossimo capitolo!
  9. Per commentare, andate al link qui sotto: per me ogni opinione è importante e ogni critica è bene accetta! Spero che questa mia prima fanfiction vi piaccia e che commenterete numerosi, facendomi sapere cosa ne pensate! Link per i commenti: Capitolo 1: l’ardua scelta È ormai sera, quasi tutta Sabbiafine dorme, ma io no. Sono giovane, a quest’ora dovrei già dormire da un pezzo. Se mi scoprono, mi puniranno sicuramente. Non me ne preoccupo troppo e continuo a camminare per il corridoio, facendo più silenzio possibile. È tutto buio e non riesco a vedere dove vado, ma la luce proveniente dalla stanza di fronte a me mi guida verso la meta. Piano piano, spingo la porta accostata e sporgo la testa: “Attenzione amici, sembra che il nuovo sfidante sia riuscito a mettere alle strette Camilla! Il suo Empoleon è veramente un portento: con un solo colpo è riuscito a mandare KO ben tre dei Pokémon della campionessa!” sentii pronunciare al cronista. Dovevo avvicinarmi di più, o mi sarei perso l’incontro! “La sfida si fa interessante: Camilla ha mandato in campo il suo fidato Garchomp! Riuscirà il Pokémon Imperatore a resistere ad uno dei suoi micidiali Terremoto?” Mi intrufolo nella stanza e mi posiziono dietro alla poltrona sulla quale è seduto mezzo addormentato il prof. Usando uno sgabello e alzandomi in punta di piedi, finalmente riesco a vedere la TV. “Incredibile: dopo aver subito un potentissimo Terremoto ed un Dragofuria, Empoleon è ancora in piedi e con un geloraggio è riuscito a battere il più forte dei Pokémon di Camilla!” - Anche io diventerò forte come te, papà! – mormoro. È proprio vero. Io ci riuscirò: batterò la lega e diventerò il migliore di sempre, proprio come te! - Ehi, sveglia! Non ti ricordi che oggi è il grande giorno? Oggi partiremo per il nostro viaggio a Sinnoh! – Mi strilla Jimmy nelle orecchie. - Mmm… sì, va bene… chiamami tra dieci minuti – gli dico ancora mezzo addormentato e girandomi dall’altra parte. - Dai, non puoi dormire proprio oggi! Non sei eccitato come me? Oggi partiamo! – - Lo so che partiamo, lo hai già detto, ma questo non spiega perché mi devo svegliare prima dei Blaziken… - dico cercando di convincerlo a lasciarmi stare. - Non ci siamo svegliati così presto: sono già le 4.30! – - Appunto… - - Beh, non è importante. Dobbiamo prepararci! Cosa facciamo se all’ultimo momento ci accorgiamo che ci manca qualcosa? – - Torniamo indietro a prenderla? – chiedo in tono ironico. - Ha ha ha molto divertente. Muoviti o ti faccio muovere io! – mi minaccia Jimmy - Ti devo ricordare la storia del vantaggio di tipo? – chiedo per niente spaventato: lo sanno tutti che è un dilettante per quanto riguarda le lotte. - No, non serve: lo so bene quanto te che l’acqua batte il fuoco… - - ecco, quindi lasciami dormire. – dico chiudendo di nuovo gli occhi. Mi arriva una botta sulla testa, il che mi fa infuriare: - Chi è quel genio già morto che ha osato colpirmi? – chiedo conoscendo già la risposta: Jimmy è l’unico qui con me. Quando mi giro, la rabbia viene improvvisamente sostituita dalla rassegnazione: - Oh. Ciao Terry. Mi devo alzare, vero? – - Sì, e vedi di non fartelo ripetere. – mi dice allontanandosi – dobbiamo arrivare al laboratorio entro quindici minuti o ci perderemo il grande evento! – Di malavoglia mi alzo e, trascinando i piedi, mi incammino con loro. Spero solo che non sia troppo lungo, questo evento, così poi mi rimetto a dormire. Quando usciamo di casa, un allenatore, probabilmente uno degli assistenti del prof, ci dice che ci aspettava e che ci avrebbe portato lui fino al laboratorio. Non ci è voluto molto, ma a me quel tragitto a piedi è sembrato durare un’eternità: lo strano tipo che ci stava conducendo blaterava qualcosa di strano ed incomprensibile sulle lingue Pokémon e in particolare sul fatto che si era laureato in magikarpese e simili, ma che era in grado di parlare anche un Galladese leggermente sgrammaticato. Niente di più noioso… Finalmente arrivati all’edificio che ospita le strutture di ricerca del prof., una terribile sorpresa ci accoglie: Rowan, vestito di tutto punto e armato di occhiali da sole e ombrellone ci saluta, parlando poi con lo strano tipo. - Senti Joey, non è che avresti voglia tu di accogliere i nuovi allenatori? Io purtroppo devo partire: Lucas è arrivato di nuovo alla lega e devo cominciare ad incamminarmi se voglio incontrarlo prima che arrivi alla Sala d’Onore! Già che ci sono, chiederò un passaggio al Togekiss di Camilla per Canalipoli, da cui finalmente potrò arrivare a Porto Alghepoli. Vacanze arrivoooo!!! – gridò il professore correndo via. - C-cosa!? Dovrei fare il professore!? Ma tanto è già lontano, è inutile protestare… - disse il tipo aprendo la porta e dicendoci di entrare. Tutti e tre lo seguiamo, addentrandoci nel laboratorio fino al fatidico tavolo, sul quale sono riposte tre sfere rosse e bianche. È qui che si compirà l’ardua scelta. - mettetevi pure comodi: probabilmente passeranno ore prima che qualcuno verrà a prendervi – disse Joey prendendo un camice dall’appendiabiti sulla parete – ora vado a prendere i Pokedex, quindi vi lascio per un po’ da soli: vedete di non distruggere tutto, eh? – Il tipo sparisce dietro ad una porta e rimaniamo soli. - Quanto pensate ci metteranno ad arrivare? – chiede Jimmy. - Non ne ho idea, ma Joey ha detto che ci vorranno ore. – risponde Terry. - Beh, io non sto certo qui ad aspettare senza far niente! – dico io sbadigliando – Io dormo, svegliatemi se arriva qualcuno. – Mi sdraio sul tavolo e chiudo gli occhi. Mi pregusto la splendida dormita che potrò farmi e, manco a farlo apposta, in quell’esatto momento entra una tizia scatenata che si lancia a passo di corsa verso di me e strilla con la sua vocina stridula – CHECCCARINOOOOOOOOOOO!!!!!!! -. In un attimo mi ritrovo sollevato dal tavolo e stritolato da una perfetta sconosciuta. Fantastico. Mi chiedo se sia possibile che in realtà sia un Arbok sotto copertura e pongo la domanda ai miei due amici, ma loro si limitano a dire che è solo un’allenatrice euforica, come tutte le altre. - Sentite, non mi interessa se è un’allenatrice o cosa: voglio solo che mi aiutate a liberarmi! – Entrambi mi rispondono con una fragorosa risata. La voglia di prenderli tutti e due a Perforbeccate è forte, ma purtroppo sono solo un livello 5. Mi limito a lanciargli un Ruggito, giusto per ricordargli di non prendermi troppo alla leggera, ma loro fanno finta di niente. Entra dalla porta il professore improvvisato, stupito dalla vista di quella bambina. - Cosa ci fai tu qui? Non lo sai che solo i nuovi allenatori possono avere un Pokémon? – Lei si gira e si rivolge a Joey: - Ma io SONO un nuovo allenatore: sarei dovuta partire l’anno scorso, ma poi un’invasione di Zubat mi ha impedito di uscire di casa per oltre un mese, quindi ho dovuto lasciar perdere e tornare quest’anno! – - Davvero? – chiede il tipo grattandosi la testa. - Certo che è vero! Non si scherza con le invasioni di Zubat! – - Va bene… quindi presumo che ti debba mostrare gli starter e fartene scegliere uno, poi darti il Pokedex e altre cinque Pokéball, giusto? – - Beh, tecnicamente dovrebbe farlo il professor Rowan, ma se lo fai tu va bene lo stesso! – - Senti, non è colpa mia se quel vegliardo se n’è andato così di punto in bianco! – esclama Joey - Calma! Non voleva essere un insulto il mio. Era solo una constatazione. – dice lei con un sorriso – In ogni caso, sappi che non sarà necessario mostrarmi questi Pokémon: come puoi vedere, ho già fatto la mia scelta! – Allungando le braccia in avanti mi mostra al tipo, che sembra sorpreso dalla sua velocità. - Sicura che non vuoi che ti mostri anche gli altri? – chiede - Certo che lo sono! Questo cosinoazzurrinopelosinomorbidoso è stupendo! – - Ehm… penso che chiamarlo “Piplup” sia più che sufficiente… Comunque non so se si può saltare il passaggio della scelta degli starter, sul libro non c’è scritto niente a proposito. – dice cominciando a sfogliare un manuale con la scritta a caratteri cubitali “come diventare professore in dieci passi”. Se questo è il massimo che sa fare, siamo proprio messi bene… Dopo averci riflettuto un po’, il quasi-prof dice: - Niente da fare: il libro parla chiaro, “passo 3: mostrare i Pokémon”. Non si può diventare professori in dieci passi facendone solo nove! – - Come vuoi – acconsente la giovane – ma sappi che ho già fatto la mia scelta – - Va bene, come vuoi. Adesso però lasciami spiegare. – disse posizionandosi di fianco al tavolo. - Ciao, piacere di conoscerti! Ti do il benvenuto nel mondo dei Pokémon! – - Ma io qui ci vivo da quasi dodici anni! – lo interrompe lei. - Non mi interrompere che poi perdo il filo! Stavo dicendo… - continua Joey – Ah, già: Il mio nome è Joey, ma per tutti sono il Professor Pokémon. Prima di iniziare, devo farti una domanda… questa è la tua prima avventura? – - Beh, penso che il fatto che ancora non ho neanche un pokémon sia un’adeguata risposta, no? – - Mi dispiace ma questa riposta non è contemplata: Sì o No? – - Sì – - Perfetto, allora lascia che ti dia qualche consiglio. – Joey si lancia in un lunghissimo monologo, in cui spiega come muoversi (perché ovviamente nessuno sa come si cammina, no?) e come funziona il nostro mondo (manco fosse ‘na lezione di scienze). Quando finalmente si ferma per riprendere fiato, ricomincia a leggere dal libro le istruzioni. Solleva lo sguardo e chiede: - Com’è che sei qua tutta sola? Come faccio adesso a chiederti come si chiama il tuo amico se non ne hai uno? – - Se semplicemente non me lo chiedi e passiamo oltre? – dice semplicemente la giovane. - Ok, come vuoi, ma sappi che ti costerà parecchi punti sulla tua Scheda Allenatore… - Joey abbassa di nuovo lo sguardo e riprende a leggere: - Dunque… ecco! La domanda fatidica: sei un ragazzo o una ragazza? – - Beh, a occhio e croce direi che sono una ragazza, ma potevi capirlo da solo, non ti pare? – - Come ti ho già detto dobbiamo seguire il copione, altrimenti che professore sarei? Andiamo avanti: qual è il tuo nome? – - Ecco: Questa è una domanda intelligente! Mi chiamo Mindy, molto piacere! – risponde lei con un sorriso e stringendomi ancora più forte. Sento che, se veramente sceglierà me, sarà una sfida non morire soffocato. - Perfetto, allora… - Joey ricomincia a leggere, sfoglia parecchie pagine, una dietro l’altra e le osserva con i suoi occhi stralunati, leggendone il contenuto ad una velocità impressionante. Non pensavo che un allenatore fosse in grado di parlare così veloce, però è evidente che ci sono tante cose che nascondono sotto la loro dura corazza di imbranataggine e stranezza: una è la capacità di pronunciare duecento parole al secondo. Con un lunghissimo respiro lo pseudo-prof termina il suo lunghissimo e noiosissimo monologo, così finalmente l’allenatrice mi lascia andare appoggiandomi sul tavolo insieme a Terry e Jimmy. Era ora… - Ora, finalmente puoi scegliere il tuo starter: scegli il tipo Erba Turtwig, il Fuoco Chimchar o il tremendo tipo Acqua Piplup? – chiede dopo aver ripreso fiato Joey. - Mmm… credo che sceglierò il terzo. Adoro i batuffoli morbidosi come lui! – risponde cominciando a fissarmi con il suo sguardo da assatanata. Alla sola vista del larghissimo sorriso che sfoggia all’idea di potermi portare con sé rabbrividisco. - Aspetta! Non vorrai mica prendere una decisione così frettolosa! Lascia almeno che te li presenti tutti, prima di fare la tua scelta! – - Uff, va bene, ma fa’ in modo che non sia una cosa troppo lunga. – - Non ti preoccupare: ci metterò un attimo! – Joey si mette vicino a Terry e comincia a grattargli il mento. Lui si strofina sul suo braccio. Lo conosco da molto e ormai è diventato il mio migliore amico, però a volte è proprio un ruffiano… - Guarda! – continua Joey – Questo è uno splendido esemplare di Turtwig: è il tipo Erba migliore che si possa mai desiderare! – - No, grazie, ne ho già viste troppe di lucertole: tra Bulbasaur, Chicorita e Treeko, mi chiedo come facciano a proporre ancora Pokémon del genere… perché al posto di un altro viscido rettile strisciante non mi dai uno scoiattolino carino e coccoloso, magari di quel colore azzurro che ha Piplup? – - Beh, purtroppo qui ci riforniscono solo di questi tre, però ti assicuro che in altre regioni danno Pokémon esattamente come li vuoi tu: mai pensato di andare a Kalos? – - No, sto bene qui dove sono. Mi è sembrato già troppo faticoso arrivare fino a qui, figuriamoci fare un viaggio fino ad un’altra regione! – - Ok, ho capito. Meglio passare al Pokémon successivo. – il ragazzo col camice si sposta, indicando questa volta Jimmy. - Cosa ne dici di un fantastico Chimchar? È davvero molto simpatico e ti terrà sempre al caldo! – Mindy, dopo averlo fissato per un po’, avvicinandosi fino ad avere gli occhi ad un palmo da quelli del mio amico di fuoco, dice semplicemente: - Sicuro che non sia un Charmander? – Mi cadono le braccia a sentire domande del genere. Tutti rimangono senza parole: come si fa a pensare una cosa del genere? - Ma cosa insegnano a questi allenatori quando escono dalle uova? Va bene che non riescano ad imparare nemmeno una mossa, ma come si fa a non distinguere un Charmander da un Chimchar? – chiedo io a Terry. - Francis, guarda che gli allenatori non escono dalle uova… - - Ma cosa dici!? È logico che vengono dalle uova! Da dove vengono se no? – gli rispondo io. - È una lunga storia… te la racconterò quando sarai più grande, va bene? – Con un mugugno dico semplicemente: - va bene, però non tirare di nuovo fuori la storia degli allenatori portati dai Pelipper o dei Combee e dei Sunflora… - - Come vuoi… - acconsente Terry. - Comunque io continuo a chiedermi come fai a dire che gli allenatori non escono dalle uova. Pensaci: se pure Arceus è nato da un uovo, come fanno loro ad apparire dal nulla? – - Sentite, non è questo il momento per discutere di tali stupidaggini esistenziali: pensate a me! HA DETTO CHE SEMBRO UN CHARMANDER!!!! IO NON SONO UN CHARMANDER!!!! – si intromette Jimmy. - Calma, non serve che ti preoccupi così: è chiaro che questa Mindy ha qualche Klink fuori posto… - Tutti e tre spostiamo la nostra attenzione alla discussione della neo-allenatrice e di Joey. - Senti… non so come spiegartelo, ma questo non è un Charmander, quelli li danno solo a Kanto. Questo si chiama Chimchar! – ripete nuovamente il professore improvvisato. - No! È chiaro che ti sbagli! – - Davvero? Cosa te lo fa pensare? – - Semplice: osserva! Questo è un Pokémon di tipo Fuoco, giusto? – - Sì, quindi? – - Fammi finire! È arancione? – - Sì – - ha la coda che va a fuoco? – - Sì – - Sputa fuoco? – - Sì – - Ecco, quindi è un Charmander! Se non lo fosse, sicuramente non avrebbe una di queste caratteristiche! – È proprio un caso disperato… - Meglio piantarla qui… Non ti lascerai mai convincere, vero? – chiede alla fine Joey. - No, mai e poi mai: riconosco un Pokémon quando lo vedo! – risponde lei tutta fiera. Il prof si avvicina. È arrivato il mio momento. Voglio scappare. Subito. Prima ancora che il nostro illustratore riesca a pronunciare una singola parola, Mindy mi riprende in braccio e comincia a stritolarmi. - Lasciami andare! Io sono l’importantissimo Piplup Francis Scott Michael Francis Alec George Thomas John Francis Aaron Geoffrey James Victor Francis von Empoleon! Sono l’erede al trono! Lasciami andare immediatamente o ordinerò di emanare un’ordinanza restrittiva nei tuoi confronti! – Strillo io. - Senti prof, sapresti dirmi cosa dice questo Pokémon? Purtroppo non parlo Pipluppese. – chiede gentilmente la ragazzina allontanandomi e guardandomi negli occhi, come se potesse riuscire a leggermi nel pensiero. - Mi spiace, ma non parlo la sua lingua a quei livelli, però se vuoi posso provare a chiedergli di ripetere più lentamente, così forse riesco a tradurlo! Proverò a parlargli nell’antichissimo idioma del Goldeen! – esclama cominciando a fare strani versi gutturali e facce da pesce lesso che farebbero invidia perfino ad un Magikarp. - Senti coso, qui noi abbiamo un problema, ed è anche bello grosso. Io Pokémon, tu scemo-scemo. Scemo-scemo traduce assatanata-assatanata: LASCIAMI ANDARE O TI STACCO LE ORECCHIE A MORSI!!! – - Piplup dice che gli piace molto stare con te e sarebbe felice che tu gli dessi un soprannome – - NO, NON HO DETTO QUESTO!! CHE TRADUTTORE DELLA MUTUA SEI!? DILLE IMMEDIATAMENTE CHE IO MI CHIAMO l’importantissimo Piplup Francis Scott Michael Francis Alec George Thomas John Francis Aaron Geoffrey James Victor Francis von Empoleon O LE ORECCHIE LE STACCO A TE!!! – - dice che gli piacerebbe chiamarsi Batuffolo Peloso – - Ok, questa te la sei cercata. – Con un abilissima mossa di Pip Fu, mi libero e comincio a beccare quel geniaccio di un professore in testa, finché Terry non mi solleva con una sua Frustata. - Lasciami andare o becco pure te! – gli dico, sperando che il vantaggio di tipo lo intimorisca. - Magari dopo, va bene? Ora devi andare con la tua allenatrice! – Controvoglia, dopo qualche ora appeso per i piedi, mi arrendo all’evidenza e Terry mi rimette a terra. Mindy usa la Pokéball che gli è stata consegnata per contenermi, ma mi libera immediatamente. Dice che preferisce avermi lì con lei, anziché rinchiudermi in una palla da tennis bicromatica. Almeno su questo andiamo d’accordo: ho sempre odiato gli spazi angusti. in viaggio: Dove siamo:
  10. Mi sembra un ottimo testo, scritto molto bene e decisamente chiaro. Non so esattamente cosa consigliarti perché mi sembra già buono così com'è... spero che pubblicherai presto il prossimo capitolo: la storia promette molto bene!
  11. stavo per scrivere la stessa cosa! Non è certo colpa di una magnifica applicazione come questa che la gente fa stupidaggini! Condivido pienamente ogni punto del discorso di Cydonia e, a parere mio, bisognerebbe smettere di fare tutta questa cattiva pubblicità a questo gioco: va visto come ciò che è, un fantastico gioco per smartphone e un ottimo mezzo per fare nuove amicizie o ritrovarne di vecchie. Io trovo che Niantic e the Pokémon Company vadano lodate per lo splendido lavoro che hanno fatto e, anziché continuare ad ascoltare questi media che puntano solo alle visualizzazioni, bisognerebbe cominciare a far conoscere Pokémon per quello che è e, come ha detto anche Cydonia, aiutare chi è troppo giovane per farsi una propria opinione ad avere un quadro completo della situazione.
  12. spero tanto di no... Devono metterli tutti e tre giocabili! I pokémon utilizzabili sono veramente pochi: sicuramente aggiungerne qualcuno non farà male al gioco.
  13. In qualità di fan accanito di Zelda e FF, questa console dev'essere mia! Non pensavo che sarei mai riuscito a giocarli su NES, ma è evidente Nintendo stupisce sempre: il prezzo è davvero un affare!!
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