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Tutti i messaggi di Akendil
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Amo fare il master nei giochi di ruolo. Lo preferisco rispetto a fare il normale giocatore. La sensazione di avere il controllo quasi totale e definitivo su qualsiasi cosa accada, è totale e assoluta, per me. Mi piace scrivere avventure che diano possibilità vastissime ai giocatori, anche se, mi sto rendendo conto che talvolta sono un po' dispersive.
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Oggi il tempo atmosferico è indeciso. Anche io lo sono. Non so se investire le mie ricchezze su una pokédoll oppure no.
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Ma le figure brutte brutte che si fanno quando si è in coda al cinema e non ci si riesce a rendere conto di conoscere la ragazza che viene prima, nonostante il tempo che trascorre e... ? Boh. Ci sono rimasto male quando lei mi ha salutato e io non l'avevo ancora identificata.
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Rayquaza è senza dubbio un bel pokémon, ma Kyogre è più bello.
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Fare il master per D&D è più faticoso di quanto immaginassi. La parte che mi diverte di più è scrivere l'avventura. La riempo di citazioni e trappole contorte ovunque.
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Buongiorno, questo è un bel giorno.
Buongiorno, è già mezzogiorno.
Buongiorno, me ne vado e poi torno.
Come al solito del resto.
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Poco fa stavo scrivendo una cosa, ma mi sono accorto che non era un granché. Allora, ho deciso di fare una pausa. Ho preso in mano il telefono, ho fatto un breve respiro, ho alzato gli occhi per un istante, ho constatato che la ragazza di fronte non fosse affatto male, ho alzato di nuovo gli occhi mentre scrivevo ciò per esserne certo e poi ho riletto. Ho aggiunto la parola occhi perché l'avevo dimenticata. Dopodiché mi sono accorto che è ora che vada, ma non ho intenzione di interrompere bruscamente tutto. Quindi sfodero un sorriso e vi saluto tutti, mentre torno dietro le quinte.
Buona serata.
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"Il freddo metterà fine a tutto, ma non possiamo rendercene conto perché mi ostino a oppormi al suo opporsi e la scintilla della speranza prende il nome di follia."
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Voglio lasciarmi coinvolgere ancora una volta, a guardare lo spettacolo fittizio che è la vita di tutti i giorni, per definirmi saggio e potente, per poter guardare da sopra la gente, e infine, capire di non aver ottenuto niente, se non la solitudine, che si respira sopra le nuvole.
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Quindici giorni di lavoro buttati via, per uno stupido errore. Che rabbia.
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Giornata quasi pessima, state per leggere il risultato di ciò, e cioè un furibondo bisogno di parlare delle proprie burrascose emozioni. Uno sfogo insomma. Non leggete che è lungo e vi affaticate la vista.
Comunque è tutto vero, solo che è anche romanzato. Un po'.
SpoilerMa per quale cavolo di ragione dovrei parlare del mio futuro a coloro che si fingono interessati ad esso, per poi sentirmi dire che ciò che voglio fare è difficile (sottointendendo che non sono all'altezza), che servono conoscenze (che io naturalmente, loro lo sanno, ci hanno una laurea su questa arzigogolata materia, non ho), che ci vuole del tempo, che se avessi fatto come mi avevano consigliato sarebbe stato meglio e sottointesi del caso annessi, aggiungendo magari che non posso capire perché non ho vissuto abbastanza, che me ne pentirò perchè a loro è successa la stessa cosa e sono giovane e inesperto e non capisco, e che se gli ascoltassi... NO. No, cavolo, andrò avanti a testa alta, o anche bassa o piegata di traverso per sembrare un poco più umile, bella moda, anche se dovrebbe essere la norma, ma tenterò, e ne uscirò vincitore, oppure sconfitto, ma col sorriso sulle labbra di chi non si è arreso per davvero, e la soddisfazione di averle veramente provate tutte, una per una senza mollare la presa.
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SpoilerAnche se queste parole le avrai già sentite centinaia di volte: ascolta te stesso, lascia scorrere i tuoi pensieri (come hai appena fatto), e agisci di conseguenza. Nessuno ti conosce meglio di te stesso, i tuoi limiti e il tuo potenziale, i tuoi punti deboli e quelli forti.
Io ho fatto la scelta dell'università l'anno scorso. Ho scelto in base a ciò che davvero mi interessa e stimola. Purtroppo ciò che mi interessa era soltanto una parte di quell'università e, frequentandola, ho scoperto che il resto di ciò che proponeva non mi piaceva affatto, e che molte materie sembravano essere lì solo per potere raggiungere la giusta quantità di crediti formativi. Dopo alcuni mesi passati a dubitare delle mie capacità di prendere le giuste decisioni, ho deciso di lasciare quell'università e, come qualcuno potrebbe dirmi, di tornare al punto di partenza. Personalmente, però, non credo che l'ultima affermazione sia del tutto corretta: dal punto di vista produttivo, sicuramente quei mesi sono stati del "tempo perso", ma d'altra parte ti assicuro che da quell'esperienza ho imparato molto e che, nonostante quanto mi abbia reso triste, un giorno mi potrebbe tornare utile.
Anche per questi motivi, non mi ritengo "pentito" della scelta che ho fatto. Ora non ho idea di cosa farò, e non nascondo il fatto che la cosa mi spaventi, ma tuttavia non ritengo che la mia scelta sia stata un "fallimento": la vedo più come un tentativo da cui è possibile imparare e riprendersi.
Spero di non averti annoiato (o spaventato) troppo parlandoti di me, ma il messaggio che volevo darti è che, qualsiasi saranno le conseguenze della tua scelta, una cosa è certa: non la si potrà definire "sbagliata". Spero che ti possa sentire un po' meno solo, e sappi che faccio il tifo per te!
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Di notte,
anche se sono sveglio e attento,
cerco sempre di far silenzio,
per non svegliare l'essenza,
del sogno che è dentro di me.
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Voglio urlare qualcosa.
Voglio farmi sentire dal mondo,
voglio che sia qualcosa di sensato e profondo.
Che dico?
