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Accademia di PM: risoluzione di problemi scolastici, grammaticali etc.


Snorlax

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Mai sentito. Ti chiederei a cosa serve, ma credo potrei pentirmene.

 

Basta con questa discriminazione. Basta con i "a cosa serve". E' bello, interessante, ci piace. Basta solo questo.

 

A parte gli scherzi, vedo dal tuo profilo che hai quindici anni. E siccome a tale età  io non ero una persona normale, non posso certo pretendere che tu capisca chi è questo personaggio misterioso che apparentemente spunta fuori dal nulla.

 

Salvo tue eccezionali conoscenze non potrei nemmeno definirti chi è questo fantomatico e, e scommetto che a questo punto avrai capito che non potrò nemmeno spiegarti le sue particolarità . O per lo meno, potrei, ma te le dovrei far passare per "grazia divina". In questo modo si perderebbe tutto il fascino che si nasconde dietro. Delle volte la storia della matematica è più interessante della matematica stessa. Spero tu mi possa perdonare xD

 

 

In particolare viene usato per i logaritmi naturali di cui è la base, è comodo u.u

 

Come tutti sanno Dio ha e dita. Per questo utilizziamo i logaritmi naturali.

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Ciao a tutti ho una domanta da porvi...

Qualcuno mi può spiegare la differenza tra

Present perfect simple

Present perfect continous

Grazie in anticipo ;)

Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! :)

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Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! :)

Rispondo volentieri :)

Sostanzialmente la maggiore differenza sta nel utilizzo del verbo, riferito sempre ad azioni passate: Il Simple (have/has+ verbo al passato) si usa quando si ha un azione passata in un momento non meglio specificato, mentre il Continuous (have/has+been+verbo -ing) si utilizza nel caso l'azione si sia svolta nel passato e sia ancora vera o ripetuta nel tempo

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fatto l'esame e bocciato, yuppi!


mi chiede di nuovo il teorema degli zeri che grazie Lance94 ho dimostrato e ha detto che era giusto *-*. poi mi chiede a cosa serve la continuità  e gli ho detto per i due limiti  alla fine (siccome fx>=0 e fx<=0 ed f è continua allora fx=0) come anche lei ci ha spiegato e lei dice di no. non sapendo dove aggrapparmi dico perché la continuità  ci assicura l'esistenza di c e lei mi fa grazie come per dire, è ovvio (e allora a cosa serve? non si sa xk ovviamente all'università  non si dice mai qual è al risposta esatta). allora mi chiede la definizione di funzione continua e scrivo l'enunciato che esiste epsilon e bla bla e come legge epsilon rimane stupita! dice che è errata e io le dico che è quella generale e lei dice che vuole quella in R cioè lim fx=fx0 e invece no! allora le scrivo sotto forma di simboli la definizione di limite(xk insisteva dicendo che centrassero i limiti) "per ogni j bla bla esiste I tc bla bla fx appartiene j" e dice che va bene ma questa non è la definizione di limite? io sapevo che era la definizione di limite e no di funzione continua. mistero. poi mi chiede la definizione di limite. non sapendo più dove aggrapparmi le dico che è lim destro = lim sinistro = l e mi fa "si è giusto ma è una conseguenza" D: non sapendo piu che sparare visto che ormai sparavo, mi dice che ci vediamo a giugno. torno a posto apro gli appunti e c'era scritto proprio la cosa dei lim destro e sinistro (o meglio: lim fx= l se solo se lim destro = lim sinistro = l)... la domanda viene spontanea: qual è la definizione di limite allora? vedendo sui quaderni delle superiori e su youmath c'è quella con gli epsilon e delta cioè x-x0 < epsilon ma questa cosa lei non l'ha mai spiegata.


ovviamente sono stato l'unico ad essere bocciato su 50 persone come l'altra volta.. a voi le conclusioni :/ sono io ignorante mi sa.. vbb la cosa che piu mi ha dato fastidio è che se uno era in difficoltà  cambiava domanda e sono passati tutti, chi è andato male ha preso 21! a me invece ha detto pure "il teorema è giusto ma non si merita manco il 18"


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fatto l'esame e bocciato, yuppi!

mi chiede di nuovo il teorema degli zeri che grazie Lance94 ho dimostrato e ha detto che era giusto *-*. poi mi chiede a cosa serve la continuità  e gli ho detto per i due limiti  alla fine (siccome fx>=0 e fx<=0 ed f è continua allora fx=0) come anche lei ci ha spiegato e lei dice di no. non sapendo dove aggrapparmi dico perché la continuità  ci assicura l'esistenza di c e lei mi fa grazie come per dire, è ovvio (e allora a cosa serve? non si sa xk ovviamente all'università  non si dice mai qual è al risposta esatta). allora mi chiede la definizione di funzione continua e scrivo l'enunciato che esiste epsilon e bla bla e come legge epsilon rimane stupita! dice che è errata e io le dico che è quella generale e lei dice che vuole quella in R cioè lim fx=fx0 e invece no! allora le scrivo sotto forma di simboli la definizione di limite(xk insisteva dicendo che centrassero i limiti) "per ogni j bla bla esiste I tc bla bla fx appartiene j" e dice che va bene ma questa non è la definizione di limite? io sapevo che era la definizione di limite e no di funzione continua. mistero. poi mi chiede la definizione di limite. non sapendo più dove aggrapparmi le dico che è lim destro = lim sinistro = l e mi fa "si è giusto ma è una conseguenza" D: non sapendo piu che sparare visto che ormai sparavo, mi dice che ci vediamo a giugno. torno a posto apro gli appunti e c'era scritto proprio la cosa dei lim destro e sinistro (o meglio: lim fx= l se solo se lim destro = lim sinistro = l)... la domanda viene spontanea: qual è la definizione di limite allora? vedendo sui quaderni delle superiori e su youmath c'è quella con gli epsilon e delta cioè x-x0 < epsilon ma questa cosa lei non l'ha mai spiegata.

ovviamente sono stato l'unico ad essere bocciato su 50 persone come l'altra volta.. a voi le conclusioni :/ sono io ignorante mi sa.. vbb la cosa che piu mi ha dato fastidio è che se uno era in difficoltà  cambiava domanda e sono passati tutti, chi è andato male ha preso 21! a me invece ha detto pure "il teorema è giusto ma non si merita manco il 18"

 

Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame :(

 

Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD

 

A) Nel teorema degli zeri la continuità  della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare).

 

B) La definizione di funzione continua in un punto del dominio è quella epsilon-delta che ti ho mostrato. E' troppo riduttivo andare a definire la continuità  col concetto di limite (che poi risulta essere un particolare caso quando il punto è anche di accumulazione).

 

C) La definizione di limite non ha niente a che vedere con quella dei limiti laterali, infatti loro non sono nient'altro che un "indebolimento" della definizione di limite, e quello che hai detto tu è solamente una conseguenza. In generale i limiti possono essere definiti in tre modi diversi: definizione topologica, definizione epsilon-delta, definizione per successioni (che poi si verificano essere del tutto equivalenti). A regola d'arte l'una è indifferente dall'altra, pertanto un professore come si deve dovrebbe accettare qualunque delle tre (a patto poi di saper dimostrare tutto il resto partendo da quella definizione, sia chiaro).

 

Se hai bisogno ancora di qualunque chiarimento, chiedi pure ^^

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Guest Gingaehlf

Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino?

Grazie

 

Eh?

Potresti spiegarti meglio?

Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! :)

 

Allora.

Il present perfect si usa per un'azione che è avvenuta nel passato ma ha ancora ripercussioni col presente, esempio.

"Today I've seen a film" oggi ho visto un film.

Se invece tu parli di un azione che tu hai fatto nel passato ma la natura dell'azione è stata prolungata si usa il continuous.

"I've been calling you many times" ti ho chiamato molte volte.

C'è un trucco.

Alcuni verbi non possono avere il continuous perché è nella loro natura non averlo (come i verbi dei 5 sensi, see etc. o have e be) se non in casi particolari "I'm seeing Luke this morning" ovvero "vedrò Luke questa mattina" o "I'm having breakfast".

È facile capire come usarli, se c'è un'azione che è cominciata ed è finita alla si usa il simple, se quell'azione è cominciata e finita più volte di seguito si usa il continuous.

"You've been playing my heart like a Grand Piano" (vabbè ci sta) qua perché l'azione è cominciata e finita ma più volte

"I've been calling you many times" qua perché ti ho chiamato tante volte, però la chiamata è finita ed e ricominciata

"I've seen a film" qua perché l'ho visto e finito di vedere

"I've eaten a sandwich" perché ne ho mangiato uno e basta

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Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino?

Grazie

La declinazione suddivide in Maschile Femminile e Neutro

I termini in Maschile e Femminile hanno stesse desinenze, il neutro no.

I nominativi sono vari.

Si dividono in tre gruppi : 1) Imparisillabi (con una sola consonante davanti la desinenza del genitivo) : consul - consulis

2) Parisillabi ( con due consonanti davanti la desinenza del genitivo ; ablativo in - e ; genitivo plur. in - ium) : collis - collis ; mons - montis ; os - ossis

3) terminano in - al ; ar ; e (ablativo in i ; genitivo plur. ium ; nom plur. - ia

 

Se servono ulteriori chiarimenti chiedi pure:3

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Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino?

Grazie

1. PRIMO GRUPPO

Caratteristiche:

Ablativo singolare: -e

Genitivo plurale: -um

Casi diretti del neutro plurale: -a

Sostantivi imparisillabi con una sola consonante prima della terminazione -is del G.

Sostantivi APPARENTEMENTE parisillabi, ma in origine imparisillabi (es. Pater, patris, il cui tema del genitivo è in realtà  un tema pater- ridotto, che darebbe - e, in origine, probabilmente dava - *pateris). Questo spiega la presenza di nomi ufficialmente imparisillabi.

I sostantivi di questo gruppo hanno tema in consonante. Il nominativo può corrispondere al tema puro (orator, consul, flumen...) OPPURE essere sigmatico (inops, princeps, rex, iudex...).

I sostantivi con tema in consonante si possono inoltre raggruppare in base alla natura, appunto, della loro consonante: velare, labiale, dentale, liquida, nasale, sibilante.

2. SECONDO GRUPPO

Caratteristiche:

Ablativo singolare: -e

Genitivo plurale: -ium

Casi diretti del neutro plurale: -a

Accusativo plurale m/f (forma poetica): -is

Sostantivi parisillabi, m/f, con tema in vocale -i-.

Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con DUE consonanti prima della terminazione -is del G.

Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con UNA SOLA consonante prima della terminazione -is del G.

I sostantivi di questo gruppo hanno tema IN VOCALE e nominativo sigmatico, con tre differenti esiti:

1) -s si è aggiunta dopo il tema.

2) -s si è aggiunta dopo il tema e, allo stesso tempo, c'è stato indebolimento della vocale -e- del tema in -i-.

3) -s si è aggiunta dopo il tema, ma la caduta di -i- dà  l'impressione che il tema sia in consonante (es. mons, montis; tema monti-)

ATTENZIONE: sostantivi in -as, -Ätis ed -is, -Ä«tis: essendo originariamente parisillabi (tema in vocale -i-, poi caduta), sono accentati sull'ultima sillaba del nominativo, e non sulla penultima! Es. Maecenás, Samnà­s, Arpinás...

3. TERZO GRUPPO

Caratteristiche:

Accusativo singolare m/f: -im

Ablativo singolare: -Ä«

Genitivo plurale: -ium

Casi diretti del neutro plurale: -ia

Sostantivi parisillabi con tema in vocale -i-, conservata in tutta la declinazione.

Sostantivi neutri in -e, -al, -ar.

I temi di questo gruppo sono in vocale. I nominativi possono essere:

1) sigmatici, se la -i- del tema si conserva.

2) asigmatico è caratterizzato dall'indebolimento -e > -i tra nominativo ed altri casi.

3) asigmatico con caduta della vocale finale (es. animal < *animale)

ATTENZIONE:

- può capitare che alcuni sostantivi usino la terminazione -em (acc.) ed -e (abl.) del secondo gruppo. Questo perché l'evoluzione della lingua ha assimilato, per analogia, i pochi temi in -i- del terzo gruppo ai più numerosi del secondo.

- ignis, ignis era originariamente parte di questo gruppo (cfr. Ferro ignique).

La declinazione suddivide in Maschile Femminile e Neutro

I termini in Maschile e Femminile hanno stesse desinenze, il neutro no.

I nominativi sono vari.

Si dividono in tre gruppi : 1) Imparisillabi (con una sola consonante davanti la desinenza del genitivo) : consul - consulis

2) Parisillabi ( con due consonanti davanti la desinenza del genitivo ; ablativo in - e ; genitivo plur. in - ium) : collis - collis ; mons - montis ; os - ossis

3) terminano in - al ; ar ; e (ablativo in i ; genitivo plur. ium ; nom plur. - ia

 

Se servono ulteriori chiarimenti chiedi pure:3

Non sono esattamente questi i "gruppi" della terza declinazione.

Questa è la divisione preliminare dei sostantivi.

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1. PRIMO GRUPPO

Caratteristiche:

Ablativo singolare: -e

Genitivo plurale: -um

Casi diretti del neutro plurale: -a

Sostantivi imparisillabi con una sola consonante prima della terminazione -is del G.

Sostantivi APPARENTEMENTE parisillabi, ma in origine imparisillabi (es. Pater, patris, il cui tema del genitivo è in realtà  un tema pater- ridotto, che darebbe - e, in origine, probabilmente dava - *pateris). Questo spiega la presenza di nomi ufficialmente imparisillabi.

I sostantivi di questo gruppo hanno tema in consonante. Il nominativo può corrispondere al tema puro (orator, consul, flumen...) OPPURE essere sigmatico (inops, princeps, rex, iudex...).

I sostantivi con tema in consonante si possono inoltre raggruppare in base alla natura, appunto, della loro consonante: velare, labiale, dentale, liquida, nasale, sibilante.

2. SECONDO GRUPPO

Caratteristiche:

Ablativo singolare: -e

Genitivo plurale: -ium

Casi diretti del neutro plurale: -a

Accusativo plurale m/f (forma poetica): -is

Sostantivi parisillabi, m/f, con tema in vocale -i-.

Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con DUE consonanti prima della terminazione -is del G.

Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con UNA SOLA consonante prima della terminazione -is del G.

I sostantivi di questo gruppo hanno tema IN VOCALE e nominativo sigmatico, con tre differenti esiti:

1) -s si è aggiunta dopo il tema.

2) -s si è aggiunta dopo il tema e, allo stesso tempo, c'è stato indebolimento della vocale -e- del tema in -i-.

3) -s si è aggiunta dopo il tema, ma la caduta di -i- dà  l'impressione che il tema sia in consonante (es. mons, montis; tema monti-)

ATTENZIONE: sostantivi in -as, -Ätis ed -is, -Ä«tis: essendo originariamente parisillabi (tema in vocale -i-, poi caduta), sono accentati sull'ultima sillaba del nominativo, e non sulla penultima! Es. Maecenás, Samnà­s, Arpinás...

3. TERZO GRUPPO

Caratteristiche:

Accusativo singolare m/f: -im

Ablativo singolare: -Ä«

Genitivo plurale: -ium

Casi diretti del neutro plurale: -ia

Sostantivi parisillabi con tema in vocale -i-, conservata in tutta la declinazione.

Sostantivi neutri in -e, -al, -ar.

I temi di questo gruppo sono in vocale. I nominativi possono essere:

1) sigmatici, se la -i- del tema si conserva.

2) asigmatico è caratterizzato dall'indebolimento -e > -i tra nominativo ed altri casi.

3) asigmatico con caduta della vocale finale (es. animal < *animale)

ATTENZIONE:

- può capitare che alcuni sostantivi usino la terminazione -em (acc.) ed -e (abl.) del secondo gruppo. Questo perché l'evoluzione della lingua ha assimilato, per analogia, i pochi temi in -i- del terzo gruppo ai più numerosi del secondo.

- ignis, ignis era originariamente parte di questo gruppo (cfr. Ferro ignique).

Non sono esattamente questi i "gruppi" della terza declinazione.

Questa è la divisione preliminare dei sostantivi.

Grazie mille
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Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame :(

 

Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD

 

A) Nel teorema degli zeri la continuità  della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare).

post-2765-0-67731800-1429354217_thumb.jp

 

EDIT: non so come si fa ad allargare l'anteprima dell'immagine

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Non ho capito se tu non ce l'hai tra i tuoi appunti o è proprio la professoressa che non l'ha dimostrata.


Comunque sia, se proprio ti dovesse chiedere la dimostrazione, l'mplicazione "=>" (che poi è quella che usi nella dimostrazione del teorema degli zeri) è facile da dimostrare, si tratta di applicare la definizione di continuità  e la definizione di limite di una successione e collegarle.


Il viceversa (cioè "<=") è abbastanza facile da dimostrare per assurdo, ma richiede la costruzione di una successione che, per chi non è molto pratico, non è così immediata da costruire


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Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame :(

 

Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD

 

A) Nel teorema degli zeri la continuità  della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare).

 

B) La definizione di funzione continua in un punto del dominio è quella epsilon-delta che ti ho mostrato. E' troppo riduttivo andare a definire la continuità  col concetto di limite (che poi risulta essere un particolare caso quando il punto è anche di accumulazione).

 

C) La definizione di limite non ha niente a che vedere con quella dei limiti laterali, infatti loro non sono nient'altro che un "indebolimento" della definizione di limite, e quello che hai detto tu è solamente una conseguenza. In generale i limiti possono essere definiti in tre modi diversi: definizione topologica, definizione epsilon-delta, definizione per successioni (che poi si verificano essere del tutto equivalenti). A regola d'arte l'una è indifferente dall'altra, pertanto un professore come si deve dovrebbe accettare qualunque delle tre (a patto poi di saper dimostrare tutto il resto partendo da quella definizione, sia chiaro).

 

Se hai bisogno ancora di qualunque chiarimento, chiedi pure ^^

A) in che senso scusa? come anche ha detto mizu, se fx>=0 e allo stesso tempo fx<=0 allora fx=0 questo perché la funzione è continua e quindi il limite esiste ed è proprio il valore assunto dalla funzione in quel punto.

probabilmente mi sarò espresso male ma forse intendiamo la stessa cosa

 

b) in conclusione qual è la definizione di continuità  e quale di limite? perché io mi sono impallato e lei mi ha detto che la definizione di continuità  pare essere questa:

XYNdxZcI.png

io ho sempre creduto che fosse la definizione di limite ecco perché poi quando mi ha chiesto la definizione di limite non sapevo che rispondere e ho risposto con la questione del limite destro e sinistro

 

Non ho capito se tu non ce l'hai tra i tuoi appunti o è proprio la professoressa che non l'ha dimostrata.

Comunque sia, se proprio ti dovesse chiedere la dimostrazione, l'mplicazione "=>" (che poi è quella che usi nella dimostrazione del teorema degli zeri) è facile da dimostrare, si tratta di applicare la definizione di continuità  e la definizione di limite di una successione e collegarle.

Il viceversa (cioè "<=") è abbastanza facile da dimostrare per assurdo, ma richiede la costruzione di una successione che, per chi non è molto pratico, non è così immediata da costruire

questa cosa non l'ha mai spiegata pero assomiglia molto a questa:

FASW2dHM.png

cioè appunto se an-> x allora fan=fx però penso che questo coi limiti valga solo nel caso in cui x0 è un punto di accumulazione per A mentre quella senza limiti lo considera un punto generico. dopo questo teorema ci ha dato questa definizione che pero anche qui usa i limiti:

5bdT4SHH.png

 

 

ora mi vine da pensare che le definizioni di limite e continuità  siano molto simili solo che nel limite fx cade in J(e quindi non si sa che valore assume, magari manco esiste la f in quel punto o è un punto di discontinuità  per esempio) mentre nella continuità  cade proprio in fx0 => |x-x0|<ε con Îµ molto piccolo >0 (tenendo sempre conto che ci troviamo in R, che A sottoinsieme di R, che x0 punto accumulazione per A) e probabilmente la prof voleva che gli facessi questa distinzione (e quindi forse ha detto di proposito che quella di sopra è la definizione di continuità , tipo trabocchetto), che ne pensate?

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A) in che senso scusa? come anche ha detto mizu, se fx>=0 e allo stesso tempo fx<=0 allora fx=0 questo perché la funzione è continua e quindi il limite esiste ed è proprio il valore assunto dalla funzione in quel punto.

probabilmente mi sarò espresso male ma forse intendiamo la stessa cosa

 

b) in conclusione qual è la definizione di continuità  e quale di limite? perché io mi sono impallato e lei mi ha detto che la definizione di continuità  pare essere questa:

XYNdxZcI.png

io ho sempre creduto che fosse la definizione di limite ecco perché poi quando mi ha chiesto la definizione di limite non sapevo che rispondere e ho risposto con la questione del limite destro e sinistro

 

questa cosa non l'ha mai spiegata pero assomiglia molto a questa:

FASW2dHM.png

cioè appunto se an-> x allora fan=fx però penso che questo coi limiti valga solo nel caso in cui x0 è un punto di accumulazione per A mentre quella senza limiti lo considera un punto generico. dopo questo teorema ci ha dato questa definizione che pero anche qui usa i limiti:

5bdT4SHH.png

 

 

ora mi vine da pensare che le definizioni di limite e continuità  siano molto simili solo che nel limite fx cade in J(e quindi non si sa che valore assume, magari manco esiste la f in quel punto o è un punto di discontinuità  per esempio) mentre nella continuità  cade proprio in fx0 => |x-x0|<ε con Îµ molto piccolo >0 (tenendo sempre conto che ci troviamo in R, che A sottoinsieme di R, che x0 punto accumulazione per A) e probabilmente la prof voleva che gli facessi questa distinzione (e quindi forse ha detto di proposito che quella di sopra è la definizione di continuità , tipo trabocchetto), che ne pensate?

 

A) Forse mi sono spiegato male io xD La continuità  serve per giungere alla disuguaglianza 0<= f( c)<=0 (e stop). Da qui, a concludere che f( c)=0 la continuità  non serve più :3 

 

Per la definizione di limite e continuità  ti ho scritto queste definizioni:

QowYdk2.png

 

Come giustamente hai notato tu, le definizioni di limite e di continuità  sono simili (anche lei può essere definita per successioni e topologicamente...). Tuttavia bisogna tenere a mente che nel limite il punto xo deve essere di accumulazione del dominio (che poi appartenga o meno al dominio, non ci interessa), mentre nella continuità  deve appartenere al dominio (che poi sia di accumulazione o meno, non ci interessa). 

 

P.S. La cosa veramente interessante è che ogni funzione è continua in tutti i punti isolati del suo dominio, la dimostrazione è lasciata al lettore per esercizio [cit.]

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Susate,quest'anno dovrò affrontare gli esami di terza media e siccome non mela cavo tanto con il pc avrei bisogno di un aiuto.


Vorrei una mappa concettuale con questi argomenti:


STORIA:La seconda guerra mondiale


GEOGRAFIA:Il giappone


INGLESE;Nelson Mandela


ITALIANO:Primo Levi


ARTE:L'impressionismo


MUSICA:L'impressionismo


FRANCESE:Le movemant impressioniste


SCIENZE:I minerali


TECNOLOGIA:il carbone


SCIENZE MOTORIE:L'apparato respiratorio


  PS.Gradirei se qualcuno mi facesse un piccolo riassunto dell'apparato respratorio per l'esame perchè non ho ancora preparato l'argomento


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Susate,quest'anno dovrò affrontare gli esami di terza media e siccome non mela cavo tanto con il pc avrei bisogno di un aiuto.

Vorrei una mappa concettuale con questi argomenti:

STORIA:La seconda guerra mondiale

GEOGRAFIA:Il giappone

INGLESE;Nelson Mandela

ITALIANO:Primo Levi

ARTE:L'impressionismo

MUSICA:L'impressionismo

FRANCESE:Le movemant impressioniste

SCIENZE:I minerali

TECNOLOGIA:il carbone

SCIENZE MOTORIE:L'apparato respiratorio

  PS.Gradirei se qualcuno mi facesse un piccolo riassunto dell'apparato respratorio per l'esame perchè non ho ancora preparato l'argomento

 Vi lasciano fare la tesina? n_n

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@Darki

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