Lance94 Inviato 14 aprile, 2015 Condividi Inviato 14 aprile, 2015 Mai sentito. Ti chiederei a cosa serve, ma credo potrei pentirmene. Basta con questa discriminazione. Basta con i "a cosa serve". E' bello, interessante, ci piace. Basta solo questo. A parte gli scherzi, vedo dal tuo profilo che hai quindici anni. E siccome a tale età io non ero una persona normale, non posso certo pretendere che tu capisca chi è questo personaggio misterioso che apparentemente spunta fuori dal nulla. Salvo tue eccezionali conoscenze non potrei nemmeno definirti chi è questo fantomatico e, e scommetto che a questo punto avrai capito che non potrò nemmeno spiegarti le sue particolarità . O per lo meno, potrei, ma te le dovrei far passare per "grazia divina". In questo modo si perderebbe tutto il fascino che si nasconde dietro. Delle volte la storia della matematica è più interessante della matematica stessa. Spero tu mi possa perdonare xD In particolare viene usato per i logaritmi naturali di cui è la base, è comodo u.u Come tutti sanno Dio ha e dita. Per questo utilizziamo i logaritmi naturali. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Darph Inviato 14 aprile, 2015 Condividi Inviato 14 aprile, 2015 Come tutti sanno Dio ha e dita. Per questo utilizziamo i logaritmi naturali. Ho appena scoperto di avere e dita Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Marko. Inviato 14 aprile, 2015 Condividi Inviato 14 aprile, 2015 Ciao a tutti ho una domanta da porvi...Qualcuno mi può spiegare la differenza traPresent perfect simplePresent perfect continousGrazie in anticipo Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
TheOnlyOne Inviato 16 aprile, 2015 Condividi Inviato 16 aprile, 2015 Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! Rispondo volentieri Sostanzialmente la maggiore differenza sta nel utilizzo del verbo, riferito sempre ad azioni passate: Il Simple (have/has+ verbo al passato) si usa quando si ha un azione passata in un momento non meglio specificato, mentre il Continuous (have/has+been+verbo -ing) si utilizza nel caso l'azione si sia svolta nel passato e sia ancora vera o ripetuta nel tempo Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Aiolia Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 fatto l'esame e bocciato, yuppi!mi chiede di nuovo il teorema degli zeri che grazie Lance94 ho dimostrato e ha detto che era giusto *-*. poi mi chiede a cosa serve la continuità e gli ho detto per i due limiti alla fine (siccome fx>=0 e fx<=0 ed f è continua allora fx=0) come anche lei ci ha spiegato e lei dice di no. non sapendo dove aggrapparmi dico perché la continuità ci assicura l'esistenza di c e lei mi fa grazie come per dire, è ovvio (e allora a cosa serve? non si sa xk ovviamente all'università non si dice mai qual è al risposta esatta). allora mi chiede la definizione di funzione continua e scrivo l'enunciato che esiste epsilon e bla bla e come legge epsilon rimane stupita! dice che è errata e io le dico che è quella generale e lei dice che vuole quella in R cioè lim fx=fx0 e invece no! allora le scrivo sotto forma di simboli la definizione di limite(xk insisteva dicendo che centrassero i limiti) "per ogni j bla bla esiste I tc bla bla fx appartiene j" e dice che va bene ma questa non è la definizione di limite? io sapevo che era la definizione di limite e no di funzione continua. mistero. poi mi chiede la definizione di limite. non sapendo più dove aggrapparmi le dico che è lim destro = lim sinistro = l e mi fa "si è giusto ma è una conseguenza" D: non sapendo piu che sparare visto che ormai sparavo, mi dice che ci vediamo a giugno. torno a posto apro gli appunti e c'era scritto proprio la cosa dei lim destro e sinistro (o meglio: lim fx= l se solo se lim destro = lim sinistro = l)... la domanda viene spontanea: qual è la definizione di limite allora? vedendo sui quaderni delle superiori e su youmath c'è quella con gli epsilon e delta cioè x-x0 < epsilon ma questa cosa lei non l'ha mai spiegata.ovviamente sono stato l'unico ad essere bocciato su 50 persone come l'altra volta.. a voi le conclusioni :/ sono io ignorante mi sa.. vbb la cosa che piu mi ha dato fastidio è che se uno era in difficoltà cambiava domanda e sono passati tutti, chi è andato male ha preso 21! a me invece ha detto pure "il teorema è giusto ma non si merita manco il 18" Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Lance94 Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 fatto l'esame e bocciato, yuppi! mi chiede di nuovo il teorema degli zeri che grazie Lance94 ho dimostrato e ha detto che era giusto *-*. poi mi chiede a cosa serve la continuità e gli ho detto per i due limiti alla fine (siccome fx>=0 e fx<=0 ed f è continua allora fx=0) come anche lei ci ha spiegato e lei dice di no. non sapendo dove aggrapparmi dico perché la continuità ci assicura l'esistenza di c e lei mi fa grazie come per dire, è ovvio (e allora a cosa serve? non si sa xk ovviamente all'università non si dice mai qual è al risposta esatta). allora mi chiede la definizione di funzione continua e scrivo l'enunciato che esiste epsilon e bla bla e come legge epsilon rimane stupita! dice che è errata e io le dico che è quella generale e lei dice che vuole quella in R cioè lim fx=fx0 e invece no! allora le scrivo sotto forma di simboli la definizione di limite(xk insisteva dicendo che centrassero i limiti) "per ogni j bla bla esiste I tc bla bla fx appartiene j" e dice che va bene ma questa non è la definizione di limite? io sapevo che era la definizione di limite e no di funzione continua. mistero. poi mi chiede la definizione di limite. non sapendo più dove aggrapparmi le dico che è lim destro = lim sinistro = l e mi fa "si è giusto ma è una conseguenza" D: non sapendo piu che sparare visto che ormai sparavo, mi dice che ci vediamo a giugno. torno a posto apro gli appunti e c'era scritto proprio la cosa dei lim destro e sinistro (o meglio: lim fx= l se solo se lim destro = lim sinistro = l)... la domanda viene spontanea: qual è la definizione di limite allora? vedendo sui quaderni delle superiori e su youmath c'è quella con gli epsilon e delta cioè x-x0 < epsilon ma questa cosa lei non l'ha mai spiegata. ovviamente sono stato l'unico ad essere bocciato su 50 persone come l'altra volta.. a voi le conclusioni :/ sono io ignorante mi sa.. vbb la cosa che piu mi ha dato fastidio è che se uno era in difficoltà cambiava domanda e sono passati tutti, chi è andato male ha preso 21! a me invece ha detto pure "il teorema è giusto ma non si merita manco il 18" Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD A) Nel teorema degli zeri la continuità della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare). B) La definizione di funzione continua in un punto del dominio è quella epsilon-delta che ti ho mostrato. E' troppo riduttivo andare a definire la continuità col concetto di limite (che poi risulta essere un particolare caso quando il punto è anche di accumulazione). C) La definizione di limite non ha niente a che vedere con quella dei limiti laterali, infatti loro non sono nient'altro che un "indebolimento" della definizione di limite, e quello che hai detto tu è solamente una conseguenza. In generale i limiti possono essere definiti in tre modi diversi: definizione topologica, definizione epsilon-delta, definizione per successioni (che poi si verificano essere del tutto equivalenti). A regola d'arte l'una è indifferente dall'altra, pertanto un professore come si deve dovrebbe accettare qualunque delle tre (a patto poi di saper dimostrare tutto il resto partendo da quella definizione, sia chiaro). Se hai bisogno ancora di qualunque chiarimento, chiedi pure Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Benson Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino? Grazie Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
rjelfn Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 CutPer curiosità , fai il prof di matematica? Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
rjelfn Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 CutPer curiosità , fai il prof di matematica? Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Axelf Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 In particolare viene usato per i logaritmi naturali di cui è la base, è comodo u.uSe mi dai un attimo di tempo cerco di spiegartelo Grazie ** Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Guest Gingaehlf Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino?Grazie Eh?Potresti spiegarti meglio?Unisco alla discussione inerente ai problemi scolastici! Allora.Il present perfect si usa per un'azione che è avvenuta nel passato ma ha ancora ripercussioni col presente, esempio."Today I've seen a film" oggi ho visto un film.Se invece tu parli di un azione che tu hai fatto nel passato ma la natura dell'azione è stata prolungata si usa il continuous."I've been calling you many times" ti ho chiamato molte volte.C'è un trucco.Alcuni verbi non possono avere il continuous perché è nella loro natura non averlo (come i verbi dei 5 sensi, see etc. o have e be) se non in casi particolari "I'm seeing Luke this morning" ovvero "vedrò Luke questa mattina" o "I'm having breakfast".È facile capire come usarli, se c'è un'azione che è cominciata ed è finita alla si usa il simple, se quell'azione è cominciata e finita più volte di seguito si usa il continuous."You've been playing my heart like a Grand Piano" (vabbè ci sta) qua perché l'azione è cominciata e finita ma più volte"I've been calling you many times" qua perché ti ho chiamato tante volte, però la chiamata è finita ed e ricominciata"I've seen a film" qua perché l'ho visto e finito di vedere"I've eaten a sandwich" perché ne ho mangiato uno e basta Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Flamio Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino?GrazieLa declinazione suddivide in Maschile Femminile e NeutroI termini in Maschile e Femminile hanno stesse desinenze, il neutro no.I nominativi sono vari.Si dividono in tre gruppi : 1) Imparisillabi (con una sola consonante davanti la desinenza del genitivo) : consul - consulis2) Parisillabi ( con due consonanti davanti la desinenza del genitivo ; ablativo in - e ; genitivo plur. in - ium) : collis - collis ; mons - montis ; os - ossis3) terminano in - al ; ar ; e (ablativo in i ; genitivo plur. ium ; nom plur. - ia Se servono ulteriori chiarimenti chiedi pure:3 Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
The_Toy_Master Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 Ciao qualcuno potrebbe spiegarmi la suddivione in gruppi dei nomi di 3a declinazione in latino? Grazie1. PRIMO GRUPPOCaratteristiche:Ablativo singolare: -eGenitivo plurale: -umCasi diretti del neutro plurale: -aSostantivi imparisillabi con una sola consonante prima della terminazione -is del G.Sostantivi APPARENTEMENTE parisillabi, ma in origine imparisillabi (es. Pater, patris, il cui tema del genitivo è in realtà un tema pater- ridotto, che darebbe - e, in origine, probabilmente dava - *pateris). Questo spiega la presenza di nomi ufficialmente imparisillabi.I sostantivi di questo gruppo hanno tema in consonante. Il nominativo può corrispondere al tema puro (orator, consul, flumen...) OPPURE essere sigmatico (inops, princeps, rex, iudex...).I sostantivi con tema in consonante si possono inoltre raggruppare in base alla natura, appunto, della loro consonante: velare, labiale, dentale, liquida, nasale, sibilante.2. SECONDO GRUPPOCaratteristiche:Ablativo singolare: -eGenitivo plurale: -iumCasi diretti del neutro plurale: -aAccusativo plurale m/f (forma poetica): -isSostantivi parisillabi, m/f, con tema in vocale -i-.Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con DUE consonanti prima della terminazione -is del G.Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con UNA SOLA consonante prima della terminazione -is del G.I sostantivi di questo gruppo hanno tema IN VOCALE e nominativo sigmatico, con tre differenti esiti:1) -s si è aggiunta dopo il tema.2) -s si è aggiunta dopo il tema e, allo stesso tempo, c'è stato indebolimento della vocale -e- del tema in -i-.3) -s si è aggiunta dopo il tema, ma la caduta di -i- dà l'impressione che il tema sia in consonante (es. mons, montis; tema monti-)ATTENZIONE: sostantivi in -as, -Ätis ed -is, -Ä«tis: essendo originariamente parisillabi (tema in vocale -i-, poi caduta), sono accentati sull'ultima sillaba del nominativo, e non sulla penultima! Es. Maecenás, Samnàs, Arpinás...3. TERZO GRUPPOCaratteristiche:Accusativo singolare m/f: -imAblativo singolare: -Ä«Genitivo plurale: -iumCasi diretti del neutro plurale: -iaSostantivi parisillabi con tema in vocale -i-, conservata in tutta la declinazione.Sostantivi neutri in -e, -al, -ar.I temi di questo gruppo sono in vocale. I nominativi possono essere:1) sigmatici, se la -i- del tema si conserva.2) asigmatico è caratterizzato dall'indebolimento -e > -i tra nominativo ed altri casi.3) asigmatico con caduta della vocale finale (es. animal < *animale)ATTENZIONE:- può capitare che alcuni sostantivi usino la terminazione -em (acc.) ed -e (abl.) del secondo gruppo. Questo perché l'evoluzione della lingua ha assimilato, per analogia, i pochi temi in -i- del terzo gruppo ai più numerosi del secondo.- ignis, ignis era originariamente parte di questo gruppo (cfr. Ferro ignique).La declinazione suddivide in Maschile Femminile e NeutroI termini in Maschile e Femminile hanno stesse desinenze, il neutro no.I nominativi sono vari.Si dividono in tre gruppi : 1) Imparisillabi (con una sola consonante davanti la desinenza del genitivo) : consul - consulis2) Parisillabi ( con due consonanti davanti la desinenza del genitivo ; ablativo in - e ; genitivo plur. in - ium) : collis - collis ; mons - montis ; os - ossis3) terminano in - al ; ar ; e (ablativo in i ; genitivo plur. ium ; nom plur. - ia Se servono ulteriori chiarimenti chiedi pure:3Non sono esattamente questi i "gruppi" della terza declinazione.Questa è la divisione preliminare dei sostantivi. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Flamio Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 Questa è la divisione preliminare dei sostantivi. Già u.u Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Benson Inviato 17 aprile, 2015 Condividi Inviato 17 aprile, 2015 1. PRIMO GRUPPOCaratteristiche:Ablativo singolare: -eGenitivo plurale: -umCasi diretti del neutro plurale: -aSostantivi imparisillabi con una sola consonante prima della terminazione -is del G.Sostantivi APPARENTEMENTE parisillabi, ma in origine imparisillabi (es. Pater, patris, il cui tema del genitivo è in realtà un tema pater- ridotto, che darebbe - e, in origine, probabilmente dava - *pateris). Questo spiega la presenza di nomi ufficialmente imparisillabi.I sostantivi di questo gruppo hanno tema in consonante. Il nominativo può corrispondere al tema puro (orator, consul, flumen...) OPPURE essere sigmatico (inops, princeps, rex, iudex...).I sostantivi con tema in consonante si possono inoltre raggruppare in base alla natura, appunto, della loro consonante: velare, labiale, dentale, liquida, nasale, sibilante.2. SECONDO GRUPPOCaratteristiche:Ablativo singolare: -eGenitivo plurale: -iumCasi diretti del neutro plurale: -aAccusativo plurale m/f (forma poetica): -isSostantivi parisillabi, m/f, con tema in vocale -i-.Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con DUE consonanti prima della terminazione -is del G.Sostantivi APPARENTEMENTE imparisillabi, ma originariamente parisillabi, con UNA SOLA consonante prima della terminazione -is del G.I sostantivi di questo gruppo hanno tema IN VOCALE e nominativo sigmatico, con tre differenti esiti:1) -s si è aggiunta dopo il tema.2) -s si è aggiunta dopo il tema e, allo stesso tempo, c'è stato indebolimento della vocale -e- del tema in -i-.3) -s si è aggiunta dopo il tema, ma la caduta di -i- dà l'impressione che il tema sia in consonante (es. mons, montis; tema monti-)ATTENZIONE: sostantivi in -as, -Ätis ed -is, -Ä«tis: essendo originariamente parisillabi (tema in vocale -i-, poi caduta), sono accentati sull'ultima sillaba del nominativo, e non sulla penultima! Es. Maecenás, Samnàs, Arpinás...3. TERZO GRUPPOCaratteristiche:Accusativo singolare m/f: -imAblativo singolare: -Ä«Genitivo plurale: -iumCasi diretti del neutro plurale: -iaSostantivi parisillabi con tema in vocale -i-, conservata in tutta la declinazione.Sostantivi neutri in -e, -al, -ar.I temi di questo gruppo sono in vocale. I nominativi possono essere:1) sigmatici, se la -i- del tema si conserva.2) asigmatico è caratterizzato dall'indebolimento -e > -i tra nominativo ed altri casi.3) asigmatico con caduta della vocale finale (es. animal < *animale)ATTENZIONE:- può capitare che alcuni sostantivi usino la terminazione -em (acc.) ed -e (abl.) del secondo gruppo. Questo perché l'evoluzione della lingua ha assimilato, per analogia, i pochi temi in -i- del terzo gruppo ai più numerosi del secondo.- ignis, ignis era originariamente parte di questo gruppo (cfr. Ferro ignique).Non sono esattamente questi i "gruppi" della terza declinazione.Questa è la divisione preliminare dei sostantivi.Grazie mille Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
mizu Inviato 18 aprile, 2015 Condividi Inviato 18 aprile, 2015 Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD A) Nel teorema degli zeri la continuità della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare). EDIT: non so come si fa ad allargare l'anteprima dell'immagine Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Aiolia Inviato 18 aprile, 2015 Condividi Inviato 18 aprile, 2015 Immagine.jpg EDIT: non so come si fa ad allargare l'anteprima dell'immagine l'immagine si vede benissimo, grazie Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
mizu Inviato 18 aprile, 2015 Condividi Inviato 18 aprile, 2015 okQuella proposizione che ho scritto ve l'ha dimostrata o "l'ha data per buona"? Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Aiolia Inviato 18 aprile, 2015 Condividi Inviato 18 aprile, 2015 data per buona, non ho la dimostrazione Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
mizu Inviato 18 aprile, 2015 Condividi Inviato 18 aprile, 2015 Non ho capito se tu non ce l'hai tra i tuoi appunti o è proprio la professoressa che non l'ha dimostrata.Comunque sia, se proprio ti dovesse chiedere la dimostrazione, l'mplicazione "=>" (che poi è quella che usi nella dimostrazione del teorema degli zeri) è facile da dimostrare, si tratta di applicare la definizione di continuità e la definizione di limite di una successione e collegarle.Il viceversa (cioè "<=") è abbastanza facile da dimostrare per assurdo, ma richiede la costruzione di una successione che, per chi non è molto pratico, non è così immediata da costruire Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
rjelfn Inviato 21 aprile, 2015 Condividi Inviato 21 aprile, 2015 Parliamo un po' dell'addio ai monti: quali sono le figure retoriche di suono? I versi, quante sillabe? (Ne ho contate 13 e 6, sono stupido?) Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Aiolia Inviato 21 aprile, 2015 Condividi Inviato 21 aprile, 2015 Oh, mi dispiace per l'esito dell'esame Nel frattempo ti rispondo alle cose che hai detto, così magari la prossima volta potrai essere più preparato su queste cose xD A) Nel teorema degli zeri la continuità della funzione è sufficiente per affermare che il limite che andiamo a calcolare sia proprio il valore della funzione valutata in tale punto. Il discorso che hai detto tu non ha senso, insomma (nè sulla disuguaglianza ne sull'esistenza di c, che è quello che dobbiamo dimostrare). B) La definizione di funzione continua in un punto del dominio è quella epsilon-delta che ti ho mostrato. E' troppo riduttivo andare a definire la continuità col concetto di limite (che poi risulta essere un particolare caso quando il punto è anche di accumulazione). C) La definizione di limite non ha niente a che vedere con quella dei limiti laterali, infatti loro non sono nient'altro che un "indebolimento" della definizione di limite, e quello che hai detto tu è solamente una conseguenza. In generale i limiti possono essere definiti in tre modi diversi: definizione topologica, definizione epsilon-delta, definizione per successioni (che poi si verificano essere del tutto equivalenti). A regola d'arte l'una è indifferente dall'altra, pertanto un professore come si deve dovrebbe accettare qualunque delle tre (a patto poi di saper dimostrare tutto il resto partendo da quella definizione, sia chiaro). Se hai bisogno ancora di qualunque chiarimento, chiedi pure A) in che senso scusa? come anche ha detto mizu, se fx>=0 e allo stesso tempo fx<=0 allora fx=0 questo perché la funzione è continua e quindi il limite esiste ed è proprio il valore assunto dalla funzione in quel punto. probabilmente mi sarò espresso male ma forse intendiamo la stessa cosa b) in conclusione qual è la definizione di continuità e quale di limite? perché io mi sono impallato e lei mi ha detto che la definizione di continuità pare essere questa: io ho sempre creduto che fosse la definizione di limite ecco perché poi quando mi ha chiesto la definizione di limite non sapevo che rispondere e ho risposto con la questione del limite destro e sinistro Non ho capito se tu non ce l'hai tra i tuoi appunti o è proprio la professoressa che non l'ha dimostrata. Comunque sia, se proprio ti dovesse chiedere la dimostrazione, l'mplicazione "=>" (che poi è quella che usi nella dimostrazione del teorema degli zeri) è facile da dimostrare, si tratta di applicare la definizione di continuità e la definizione di limite di una successione e collegarle. Il viceversa (cioè "<=") è abbastanza facile da dimostrare per assurdo, ma richiede la costruzione di una successione che, per chi non è molto pratico, non è così immediata da costruire questa cosa non l'ha mai spiegata pero assomiglia molto a questa: cioè appunto se an-> x allora fan=fx però penso che questo coi limiti valga solo nel caso in cui x0 è un punto di accumulazione per A mentre quella senza limiti lo considera un punto generico. dopo questo teorema ci ha dato questa definizione che pero anche qui usa i limiti: ora mi vine da pensare che le definizioni di limite e continuità siano molto simili solo che nel limite fx cade in J(e quindi non si sa che valore assume, magari manco esiste la f in quel punto o è un punto di discontinuità per esempio) mentre nella continuità cade proprio in fx0 => |x-x0|<ε con ε molto piccolo >0 (tenendo sempre conto che ci troviamo in R, che A sottoinsieme di R, che x0 punto accumulazione per A) e probabilmente la prof voleva che gli facessi questa distinzione (e quindi forse ha detto di proposito che quella di sopra è la definizione di continuità , tipo trabocchetto), che ne pensate? Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Lance94 Inviato 21 aprile, 2015 Condividi Inviato 21 aprile, 2015 A) in che senso scusa? come anche ha detto mizu, se fx>=0 e allo stesso tempo fx<=0 allora fx=0 questo perché la funzione è continua e quindi il limite esiste ed è proprio il valore assunto dalla funzione in quel punto. probabilmente mi sarò espresso male ma forse intendiamo la stessa cosa b) in conclusione qual è la definizione di continuità e quale di limite? perché io mi sono impallato e lei mi ha detto che la definizione di continuità pare essere questa: io ho sempre creduto che fosse la definizione di limite ecco perché poi quando mi ha chiesto la definizione di limite non sapevo che rispondere e ho risposto con la questione del limite destro e sinistro questa cosa non l'ha mai spiegata pero assomiglia molto a questa: cioè appunto se an-> x allora fan=fx però penso che questo coi limiti valga solo nel caso in cui x0 è un punto di accumulazione per A mentre quella senza limiti lo considera un punto generico. dopo questo teorema ci ha dato questa definizione che pero anche qui usa i limiti: ora mi vine da pensare che le definizioni di limite e continuità siano molto simili solo che nel limite fx cade in J(e quindi non si sa che valore assume, magari manco esiste la f in quel punto o è un punto di discontinuità per esempio) mentre nella continuità cade proprio in fx0 => |x-x0|<ε con ε molto piccolo >0 (tenendo sempre conto che ci troviamo in R, che A sottoinsieme di R, che x0 punto accumulazione per A) e probabilmente la prof voleva che gli facessi questa distinzione (e quindi forse ha detto di proposito che quella di sopra è la definizione di continuità , tipo trabocchetto), che ne pensate? A) Forse mi sono spiegato male io xD La continuità serve per giungere alla disuguaglianza 0<= f( c)<=0 (e stop). Da qui, a concludere che f( c)=0 la continuità non serve più :3 Per la definizione di limite e continuità ti ho scritto queste definizioni: Come giustamente hai notato tu, le definizioni di limite e di continuità sono simili (anche lei può essere definita per successioni e topologicamente...). Tuttavia bisogna tenere a mente che nel limite il punto xo deve essere di accumulazione del dominio (che poi appartenga o meno al dominio, non ci interessa), mentre nella continuità deve appartenere al dominio (che poi sia di accumulazione o meno, non ci interessa). P.S. La cosa veramente interessante è che ogni funzione è continua in tutti i punti isolati del suo dominio, la dimostrazione è lasciata al lettore per esercizio [cit.] Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Iasis Inviato 21 aprile, 2015 Condividi Inviato 21 aprile, 2015 Susate,quest'anno dovrò affrontare gli esami di terza media e siccome non mela cavo tanto con il pc avrei bisogno di un aiuto.Vorrei una mappa concettuale con questi argomenti:STORIA:La seconda guerra mondialeGEOGRAFIA:Il giapponeINGLESE;Nelson MandelaITALIANO:Primo LeviARTE:L'impressionismoMUSICA:L'impressionismoFRANCESE:Le movemant impressionisteSCIENZE:I mineraliTECNOLOGIA:il carboneSCIENZE MOTORIE:L'apparato respiratorio PS.Gradirei se qualcuno mi facesse un piccolo riassunto dell'apparato respratorio per l'esame perchè non ho ancora preparato l'argomento Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
yohohoho Inviato 21 aprile, 2015 Condividi Inviato 21 aprile, 2015 Susate,quest'anno dovrò affrontare gli esami di terza media e siccome non mela cavo tanto con il pc avrei bisogno di un aiuto. Vorrei una mappa concettuale con questi argomenti: STORIA:La seconda guerra mondiale GEOGRAFIA:Il giappone INGLESE;Nelson Mandela ITALIANO:Primo Levi ARTE:L'impressionismo MUSICA:L'impressionismo FRANCESE:Le movemant impressioniste SCIENZE:I minerali TECNOLOGIA:il carbone SCIENZE MOTORIE:L'apparato respiratorio PS.Gradirei se qualcuno mi facesse un piccolo riassunto dell'apparato respratorio per l'esame perchè non ho ancora preparato l'argomento Vi lasciano fare la tesina? n_n @Darki♥ Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
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