Vai al commento



Divergent in Tabula ~ Piazza Centrale


-Lord

Post raccomandati

Non date retta a Cocco.

Mario non lo uccidono i lupi.

Quindi ritorniamo al piano di Say e non ascoltate cocco, Dany e Kyn!!!

[Guardia 1]> deve proteggere Bot

[Guardia 2]> deve proteggere me se mi ritiene buono

o qualsiasi altro che ritiene sia a rischio e buono.

Mi raccomando! E' importante!!

Le guardie dovrebbero avere capito chi sono l'un l'altra.

Quella che non ha capito chi proteggere ed è indecisa pensi a Bot. L'altra saprà  cosa fare.

già , la seconda guardia deve contattare bot

No? Ma allora sono immortale!

però se uccidono il tuo numero preferito? D:
Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Sarai anche buono, ma non bisogna difendere Mario. Punto.

prima kin lo ha affermato che domani gilga non avrebbe più parlato, bluff? o no? non lo sò, ma se non lo fosse mario viene sbranato domani

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

La descrizione dice tutt'altro:

Peter: due sole volte durante il gioco, se Tris, Lynn, Uriah e Jack fanno il suo nome, potrà  decidere di dire loro il ruolo di un qualsiasi giocatore a sua scelta, anche se questo è morto. Potrà  utilizzare il suo potere anche da morto. Non conosce gli altri lupi, ma si riunirà  a loro la terza notte.

Dice nome di un giocatore

Anche se ha già  risposto lord dicendo che non è chiaro il ruolo, io vorrei far notare che invece è chiarissimo ò.ò Peter può decidere di dire un qualsiasi ruolo.

Dove si capirebbe che in realtà  dice il nome di un giocatore?

Quindi non è inaccettabile D:

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Fine giorno 6


 


Una giornata infernale sotto ogni punto di vista. Il sole picchia come non mai sulla Piazza, fa estremamente caldo. Sono tutti riuniti davanti ad un vicoletto, guardano qualcosa: un cadavere, è di Ginger.  Non presenta segni di aggressione evidenti e non ci sono tracce di sangue; i cittadini si chiedono cosa lo abbia ucciso. Ricordano che anche qualche giorno prima lo avevano trovato sdraiato così, ma questa volta l’odore che emana è inconfondibile, il caldo torrido doveva aver accelerato notevolmente il processo di decomposizione.


Qualcuno inizia a scavargli la fossa, dopo un po’ altri lo portano via per seppellirlo. Un altro di loro morto, adesso iniziano ad essere in pochi. Come mummie dopo aver seppellito Ginger tornano verso il centro della Piazza: un nuovo giorno di dibattiti dovrebbe attenderli, non possono farlo aspettare.


 


*


 


Il vuoto assoluto, niente di niente. La mente dei cittadini è occupata da cespugli secchi che rotolano. Sembrano parlare per un poco, ma presto si spengono e tornano muti. Il caldo li indebolisce troppo per fare qualcosa. Qualcuno li osserva, dall’alto. Sono su un edificio a destra dell’Hancock. Uomini? Dei? Non si ha la certezza, ma sicuramente sono esseri pensanti, pensanti e sadici. Si guardano tra di loro, dialogano un poco, sottovoce. I cittadini non si accorgono di nulla, sono troppo impegnati a guardare le loro ombre. Chi li osserva prova quasi pena per loro: passano dall’uccidersi a vicenda, dall’urlare, dallo scalciare al non fare altro che respirare.


<< Animiamo un po’ la situazione. >>


Un click. Viene premuto un bottone. Le sagome degli osservatori scompaiono dall’edificio. Si sente un colpo di pistola, un’arma automatica spara un colpo che colpisce in pieno un cittadino: SayMyName.


Cade, è stato colpito alla schiena. Subito due persone, Gaetano e Bot, cercano di soccorrerlo, ma appena si chinano per aiutarlo si odono due altri colpi partire dall’arma ed anch’essi vengono colpiti. Urlano per il dolore, ma per loro fortuna sono stati colpiti in punti non vitali. I cittadini li guardano contorcersi, pietrificati. Non osano agire, hanno paura di essere colpiti. Quel lasso di tempo, purtroppo, è sufficiente affinché Say non ce la faccia.


 


*


 


Dopo aver dato l’addio al morto iniziano le discussioni; a quanto pare i metodi brutali avevano funzionato.


I cittadini iniziano ad incolparsi a vicenda, chiedendosi se non fossero stati loro la causa della morte di Say. Gaetano e Bot sono adirati, incolpano gli altri di essere quasi stati uccisi per il loro comportamento. La sera precedente Guinzo era riuscito a scappare all’Hancock, ma con molta probabilità  quel giorno egli sarebbe stato ucciso, perché colui che lo aveva difeso quel giorno non si era fatto vivo: era rimasto in penombra mentre pronunciava le sue parole in favore di Guinzo, promettendo che avrebbe dimostrato la sua innocenza. Adesso, però, né si vede né si sente e tantomeno i cittadini sanno chi sia questo fantomatico avvocato.


Cercano di concentrarsi su eventuali fatti che possano annullare o posticipare l’esecuzione di Guinzo, sperano di trovare qualcuno di ben più pericoloso da eliminare di uno che aveva trascorso la giornata seduto per terra a guardare l’asfalto. Alcuni di loro provano nuovamente ad affidarsi all’amica ragione, ma dopo aver visto che nonostante l’uso di essa non si è arrivati a nulla-se non anzi alla morte di uno di loro- decidono di cambiare tattica: tutti insieme si sforzano per ricordare chi, nei giorni precedenti, aveva pronunciato parole in favore del condannato e, coincidenze o no, trovano un certa persona oggetto dei loro pensieri già  da diverso tempo, Kin’Grovyle.


Il ragazzo non fa nulla per difendersi, si lascia legare le mani e, anzi, è lui a dirigersi verso l’edificio per essere buttato di sotto. Perché lo fa? Semplicemente perché sa che qualcuno qui dentro ha un animo troppo buono. Sale i gradini, con calma, sorride quasi. I cittadini lo osservano, confusi. Temono che possa scappare, tuttavia non sanno come potrebbe farlo. Implicitamente anche loro sanno che qualcuno lo verrà  a salvare, ma lo negano, sperano che questa volta non ce la faccia, che sia morto addirittura.


Kin arriva sul tetto insieme ad i cittadini e come di routine viene slegato. Guarda di sotto, poi decide di dare un’ultima occhiatina ad i suoi amici cittadini: sono tesi, hanno paura dell’arrivo del salvatore. L’attenzione del condannato in particolare si concentra su un dettaglio decisamente interessante. Ride, poi si girà  e va per la sua strada.


 


*


 


Increduli e decisamente furiosi, ecco com’erano i cittadini. Il loro animo era piuttosto in subbuglio, non c’era alcuna ombra di certezza in quel che facevano, loro sapevano solamente che Kin sarebbe morto, al costo di spingerlo personalmente giù dall’Hancock… Invece no, anche questa volta sono riusciti a fallire: Kin si era salvato, aveva afferrato la zipline ed era filato via per la lunga strada. Come hanno fatto a non vederla? Come era possibile? L’altro giorno non c’era e tantomeno il giorno prima e loro, ma, ciechi come sono, non si sono accorti della sua presenza oggi. Avevano troppa paura di aprire gli occhi…


 


*


 


Sta utilizzando la zipline, si è attaccato all’oggetto alla meno peggio. Ieri non c’era e non c’era nemmeno il giorno prima. Sa benissimo chi lo ha messo lì, ma a conti fatti effettivamente non può ancora fidarsi pienamente di lui, tuttavia mentalmente lo ringrazia in ogni modo che gli è possibile.


Sente il vento schiantarsi contro di lui, fa fatica a reggersi, ma nonostante ciò apprezza questa sensazione strana: si dice, scherzando, che se anche dovesse cadere almeno sarebbe stato contento per un po’ di tempo. Il tragitto che fa è lungo, un miglio e mezzo forse, sta per arrivare ad un vicoletto, nota un muro. Istintivamente si agita, sta per schiantarsi, non sa cosa fare. Sa che c’è una sorta di leva per fermare quell’inesorabile avanzata, ma non riesce ad attivarla; decide quindi di fare l’unica cosa che gli rimane: si butta. Non era attaccato bene, quindi ha il tempo di lasciare la zipline prima dell’impatto. Cade a terra, rotola, avverte dolore. Si ritrova la faccia in una pozzanghera, non riesce a muoversi, teme di avere una gamba rotta, ma non può accertarsene in quanto il dolore svanisce in fretta così come la percezione che ha di sé: pian piano perde i sensi, l’unica cosa che riesce ad udire è una voce, familiare.


<< Ed ecco un’altra persona da portare al Dipartimento di Sanità  Genetica. >>


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Inizio giorno 7


 


I membri del gruppo escono dal proprio nascondiglio e si ritrovano nel loro luogo abituale. Quella di oggi è  stata una giornata strana, quasi si sentono immacolati dopo ciò che è successo: anche loro come i cittadini hanno guardato la morte in faccia, anche loro per un momento sono stati “buoniâ€. Spavaldi camminano per i corridoi dopo aver deciso il loro prossimo bersaglio. La sensazione di immacolatezza è per loro nuova e gli piace, tremendamente. L’essere stati assimilati alle vittime smuove qualcosa nel loro essere, scoprono con emozione di possedere qualcosa a cui mai avevano pensato. Mentre camminano guardano il cielo notturno dalla finestra: gioiscono guardando le stelle, ad esse consacrano tutte le loro ambizioni, davanti alla loro luce confessano tutti i loro peccati, altri non sono che nulla al cospetto di ciò che essi osservano. … Ripensano però alla loro missione e si autoconvincono che, se forse essi altri non sono che una macchietta in mezzo allo scorrere del tempo, i loro ideali no. La grandiosità  dell’ingegno umano, la forza di volontà  per realizzare un progetto simile, esso non potrà  venire dimenticato, la vita non è un qualcosa che si dimentica e quello, per loro, è il frutto della loro vita! Fondendosi all’esistenza di quei cittadini in un concatenarsi eterno di attimi che sfidano le supreme idee del bene e del male, essi agiscono per quel che definiscono un “qualcosa superioreâ€.


A questo punto arrivano davanti alla porta del prescelto della serata: Peter.


Entrano, la stanza è perfettamente illuminata dalla luce lunare. Peter non dorme, è seduto al centro della stanza su una scatola. E’ pensieroso, guarda anch’egli fuori dalla finestra così come poco fa faceva il gruppo. Li sente arrivare, ma non si gira.


<< E così oggi è il mio turno? >> chiede. La luce riflessa dalla luna si riflette a sua volta nei suoi occhi. Egli e la luna… Giocano, si rincorrono, presto anch’egli come lei scomparirà  da sotto gli occhi degli abitanti di Chicago << E’ da giorni che lo aspetto… >>


<< Dunque vi è felicità  nella morte? >>


<< Chissà â€¦ Forse vogliamo semplicemente lasciare questo posto, forse fuori da qui ci attende una vita migliore? >> domanda, indicandosi.


<< Non trovi anche tu che si è parte del corpo o che il corpo sia parte di noi? Quale felicità  può attenderci se manca una parte del nostro essere? E se fosse quella parte la dimora della felicità ? >> Peter scuote la testa mentre sorride al cielo.


<< Chi può dirlo con certezza? Sono convinto che la felicità  ci sia sempre, ma che sia una costante mutevole, magari può una volta trovarsi nel corpo, un’altra no, a noi il compito di risolvere l’enigma. Voi siete felici di ciò che fate? >> il gruppo rimane fermo dov’è, si guardano, guardano Peter, guardano il cielo e riflettono…


<< Lo saremo. Saremo felici ed il nostro progetto incarnerà  nell’universo stesso la felicità . Nient’altro esisterà  di conosciuto all’uomo se non ciò che è per loro da associarsi alla felicità . >> rispondono in coro. Si avvicinano a Peter, ma non del tutto, si tengono a qualche passo di distanza, quasi che attendessero prima una sua risposta  << E non sarà  essa la vostra felicità ? Così come essa muta cambia il suo modo di apparire a noi. Lasciate che siano gli altri a trovarla, che questo viaggio venga compiuto nella più serena tranquillità  così come io compirò il mio. >> ascoltato questo il gruppo agisce: come un unico essere essi si muovono in contemporanea e, mettendo una mano sopra all’altra sull’elsa del pugnale, colpiscono Peter dritto al cuore, mostrando lui la loro coesione, la forza motrice proveniente dai loro pensieri che li spinge ad andare avanti, ripetendo in eterno quei gesti che, al pari della concezione della vittima, sono una costante che varia per ogni loro bersaglio.


Il giovane non emette alcun lamento, cade consapevole di stare partendo per una nuova avventura, avvicinandosi un poco allo splendore dei corpi celesti.


 


Dedicato a Ginger che non vuole morire male.


Rip piccolo angelo, insegna agli angeli a guardare serie tv.


 


La Piazza apre! : D


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Allora ragazzi oggi dobbiamo cercare di non far andare Gae al rogo, quindi concordiamoci tutti e cerchiamo di non far agire i lupi e farlo superare, io proporrei Terry che per me è lupo al 90 %, Infernape anche se quest'ultimo lo sospetto poco o infine Lord Leo che è abbastanza sospetto dall'inizo del lit.


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Allora per oggi direi di mandare al rogo guinzo e domani Terry :D

Secondo me sono due lupi al 100%

Concordo però visto che Guinzo ormai è lupo sicuro e non ci da grandi problemi potremmo anche lasciarcelo per quando non sappiamo chi mandare al rogo, in questo modo se magari restassimo in pochi e non sapremmo chi è il lupo tra quelli avremo sempre la possibilità  di mandare lui e mi sembra un grande vantaggio. Quindi io proporrei di mandare Terry oggi, visto che penso che sia lupo al 100 % come lo pensi tu.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Ma porca miseria. :facepalm:

 

Ragazzi: ve lo dirò solo un'altra volta.

Voi volete mandarmi al rogo.

La mia domanda è: perchè volete uccidere un buono?

Cosa ci prova che tu sia buona? Chiunque potrebbe dirlo, se Kin ieri fosse uscito dicendo che era buono mica non l'avremmo mandato al rogo. La tua "difesa" ieri con Peter non aveva senso, per me sei molto sospetta, ci metterei quasi la mano sul fuoco che sei lupo.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

Visitatore
Questa discussione è stata chiusa, non è possibile aggiungere nuove risposte.
  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...