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Lyndon

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  1. Avevo trovato la stesura dell’ultima prova decisamente complicata per i miei gusti, e non credevo sarei riuscito a passare il turno. Questa traccia invece è pienamente affine ai miei interessi, perciò spero che, al contrario, non sia di cattivo auspicio lol Ho trattato marginalmente l’argomento nella terza parte della discussione “La Storia di Nintendo” pubblicata nel mio club qui sul forum. In quel contesto analizzavo l’evoluzione di Nintendo, a partire dal DS, fino ai giorni nostri. Volendo spostare il focus esplicitamente sul punto di vista di Pokémon, non bisogna dimenticare che l’azienda è indissolubilmente legata a Nintendo, in quanto The Pokémon Company è per il 32% di proprietà della casa dalla grande N, e perciò ogni decisione strategica deve essere presa di comune accordo. Come dicevo all’interno del mio topic, una netta svolta nella storia di Nintendo è avvenuta in maniera forzata dopo la fallimentare operazione di lancio della console WiiU. Autocitando il mio stesso paragrafo “La comunicazione durante la campagna marketing non fu certamente eccelsa, le modalità con cui è stata presentata la nuova console, non riuscirono a colpire gli acquirenti. La mancanza di fiducia, i prezzi elevati e le difficoltà di comunicazione, resero i rapporti con i publisher di terze parti estremamente complicati. Nintendo iniziò una fase di declino, e per via della scarsità di prodotti che poteva offrire, rinunciò molto presto a supportare la console, virando nel mercato dei titoli mobile. Nintendo stava passando un pessimo periodo, aveva subito una grossa perdita nei ricavi e non aveva diffuso una quantità sufficiente di hardware da poterne ottenere guadagni di rilievo nemmeno con il rilascio di nuovi giochi. Gli utili provenienti dal mercato mobile, superavano quelli ottenuti dal modo console. Prima della sua morte, avvenuta nel 2015, il presidente Satoru Iwata riuscì in ogni caso a stringere alleanze strategiche con colossi dell’industria mobile giapponese. In particolare accordandosi con DeNa, consentì lo sviluppo di prodotti basati sui propri brand, in modo da poter sfruttare al massimo le loro IP in quel settore.” Sappiamo bene che una delle proprietà intellettuali a cui facevo riferimento, è senza dubbio Pokémon. Un brand capace di coinvolgere una fascia di pubblico sconfinata, in quanto rappresenta un’attrattiva per giocatori di tutte le età: dai grandi ai piccini, dai fan storici ai novizi. In una situazione complicata come quella post WiiU, poter usufruire di un pletora consistente di fan, garantiva quegli introiti che erano fondamentali per riprendersi dalla batosta appena accusata. Sicuramente Nintendo sperava di riuscire ad ottenere un buon ricavo da questa operazione, ma è altrettanto probabile che nemmeno lei si sarebbe aspettata l’incredibile esplosione di notorietà arrivata con Pokémon GO. L’idea nacque da una visione congiunta di Iwata, presidente di Nintendo, e di Ishihara, di The Pokémon Company. Entrambi vennero in contatto con l’esperienza di gioco su realtà virtuale proposta da Niantic, tramite una sua precedente applicazione, e pensarono che un tale livello di immedesimazione si sposasse appieno con le filosofie di avventura, scoperta, ed interazione tra giocatori. Tutto quello che Pokémon proclamava fin dalle sue origini. Il concetto innovativo e la soglia di accesso quasi nulla, derivata dall’offerta free-to-play (che non prevedeva costi iniziali per gli utenti), permise a Pokémon GO di spopolare in tutto il mondo in maniera rapida ed incisiva. Nel giro di breve tempo divenne una moda assoluta, e l’azienda ne guadagnò sia in termini economici che di immagine del franchise. Il risultato fu un reciproco sostentamento sia per l’impresa, che per l’intero panorama dei giochi per cellulare. Pokémon aveva contribuito all’espansione del mercato mobile, e viceversa. Il forte impatto di Pokémon GO riuscì difatti a mettere in risalto, ed a far tornare alla ribalta, un brand che correva il rischio di invecchiare agli occhi degli adolescenti, visti i suoi vent’anni di vita. Da quel momento in avanti furono ideate e supportate, chi in modo più virtuoso e chi meno, diverse nuove applicazioni per il mercato mobile. Alcune furono pubblicate esclusivamente per i dispositivi mobili, come Rumble Rush e Magikarp Jump, altre furono distribuite affianco alle rispettive versioni console, come nel caso di Pokémon Quest o Café Mix. In altre parole, Nintendo e TPC capirono che concentrarsi su progetti collaterali da affiancare alle serie dei giochi principali, poteva essere un’operazione che garantiva ottimi frutti. Una scelta di marketing vincente, soprattutto se si guarda all’oriente, considerando che sia in Giappone che in Cina, lo sviluppo del mercato mobile è decisamente più diffuso che in Europa. Di questo argomento parlavo anche nel mio approfondimento scritto per la seconda prova del contest: l’approdo di Pokémon sul mercato mobile ha infatti facilitato l’operazione di riavvicinamento tra Nintendo e la Cina, tramite l’accordo con Tencent per lo sviluppo del gioco MOBA Pokémon Unite. Il videogioco mobile ha quindi portato grandissimi cambiamenti dal punto di vista dell’imprenditoriale. Adesso Pokémon ha una freccia in più al suo arco, su cui può sperimentare funzionalità che il mercato console non permetterebbe, ed ha accesso ad incassi continui derivati dalla facilità di fruizione del mezzo. Oltre a nuovi orizzonti da poter esplorare sul fronte del panorama asiatico. Dal punto di vista degli utenti è proprio questa comodità di utilizzo che rende l’offerta mobile allettante per la maggioranza del pubblico. Poter accedere ai propri mostriciattoli preferiti direttamente del dispositivo cellulare, rompe ogni tipo di barriera. Queste app hanno la forza di contenere un marchio famoso, e richiamano facilmente chiunque - per affezione, nostalgia, o curiosità - voglia interagire con Pokémon in maniera veloce. Un fattore chiave del loro successo sta nella vera e propria assenza di vincoli: si ha accesso a giochi immediati ed adatti a tutti, senza spese, né bisogno di conoscere approfonditamente la storia che c’è dietro alla saga. Inoltre la tipica portabilità a cui Nintendo tiene particolarmente, è ancora più efficace di quelle offerte dalle varie console Game Boy, DS e Switch. Essendo una macchina letteralmente tascabile, e tenendo conto che al giorno d’oggi quasi ogni persona ha a disposizione uno smartphone. Occorre specificare che nel catalogo mobile di Pokémon non esistono soltanto giochi, negli ultimi anni sono stati sviluppati software di accompagnamento diversificati che ci immergono a modo loro nell’universo creato da Game Freak. Per la maggior parte si tratta di strumenti minoritari, ma con l’arrivo di Pokémon HOME, TPCi ha dimostrato di voler far sul serio anche in questo settore. HOME è una netta dichiarazione di intenti: console e smartphone possono (o devono) essere strumenti comunicanti tra loro, interattivi, e che se utilizzati al meglio danno accesso a vantaggi reciproci. E’ una nuova concezione del gioco, può piacere o meno, ma le due esperienze hanno iniziato ad incrociarsi, ed è probabile che questa tendenza si avvalorerà sempre di più. Dovendo esprimere un mio parere personale, questo trend non entusiasma, ma lo comprendo. Per il mio modo di approcciarmi al videogioco, ho sempre ritenuto l’esperienza mobile come un intrattenimento di serie B. Soffermandomi su Pokémon, trovo spesso le meccaniche ludiche dei suoi prodotti piuttosto superficiali. Per chi è abituato alla mole di contenuti dei titoli su console (anche se su questo punto ci sarebbe da ridire…), affacciarsi ad applicazioni del genere, difficilmente può rappresentare una valida alternativa. La proposta inizialmente può risultare divertente e piacevole, ma in molti casi, a lungo andare, si cade nell’iterazione prolungata delle stesse funzioni, e si piomba nella noia inesorabile. Nonostante questo, mi rendo conto che sia una situazione inevitabile e normale. L’obbiettivo di questi titoli non è lo stesso dei giochi su console, e non hanno la pretesa di diventare pietre miliari del brand. Il loro scopo è attrarre persone, dare divertimento, e mantenere la fanbase all’interno della famiglia Pokémon. Ed il loro traguardo l’hanno raggiunto, stando all’elevato numero di download. Io ne sono ben poco ammaliato, ma durante il primo periodo di pubblicazione di HOME, ho provato in prima persona l’ebrezza di gestire i propri box, e di osservare i propri Pokémon, con una semplicità di gestione devastante. Passavo tempo a sfogliare le informazioni dei miei mostriciattoli senza alcuno scopo reale, ed è proprio questa la forza che Pokémon ha sempre avuto: il suo fascino intramontabile. E loro lo sanno sfruttare ottimamente fino all’ultima goccia. Purtroppo i numerosi bug e lo scarso impiego di cui ne avrei fatto, mi hanno impedito di proseguirne l’utilizzo, e l’ho accantonato nel giro di breve tempo. Ripongo invece una grossa speranza su Pokémon Masters, che fin dal suo primo trailer mi è parso progetto ben quadrato ed ambizioso. Il mio “avanzatissimo” GalaxyA10 non ne garantisce la compatibilità, ed è un vero peccato, perché potrebbe essere l’unico vero gioco mobile targato Pokémon dalla quantità e qualità di contenuti veramente soddisfacente, se ben supportato. In conclusione, a mio avviso il mercato mobile è un settore su cui Pokémon deve assolutamente continuare ad investire: è fruttuoso ed apre a nuovi scenari. Non dev’essere però una priorità. Ultimamente ha prevalso sulla realizzazione di capitoli spin-off su console, e spero che invece le due realtà possano cominciare a coesistere. Se un franchise così imponente riuscirà a portare avanti i suoi prodotti fondamentali, e li affiancasse parallelamente ad esperienze secondarie leggermente più elaborate, ne uscirebbe di sicuro un mix vincente.
  2. Quello che ho visto (non giocato, quindi è un giudizio molto parziale) nel secondo DLC devo dire che è meglio di quello che mi aspettassi. Ci sono sempre grosse limitazioni ma ho visto anche idee più interessanti e varie. Ancora troppo semplici ma può essere un punto per guardare con un minimo di speranza in più per il futuro... 

     

    Resto dell'idea che per mio gusto personale non ci avrei speso 30 euro, ma non la vedo una cifra indecente.

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    2. WhitePenguin

      WhitePenguin

      Ti diro la trama é quasi nulla... Non ha molto senso... Infatti per giocarci di piú e passare il tempo sto cercando di farmi tutti i leggendari ottenibili shiny... Se no é un dlc che finisci in 2 ore... Forse nemmeno

    3. Buzzwole1991

      Buzzwole1991

      Secondo me potevano benissimo inserirlo nel gioco xD

      Non amo i DLC, ma per stavolta faccio un'eccezione xD

    4. Lyndon

      Lyndon

      Dai, io che ultimamente sono molto critico per un DLC un minimo di contenuto l'ho visto. Vero che la parte di Calyrex è corta, ma ci sono altre cose carine.

       

      Che invece non sia un DLC grandioso, è tutto un altro discorso e concordo!

  3. Con tutta probabilità questa traccia sarà per me la più difficile da svolgere, per due motivi. Il primo è che nel mio tipico modo di commentare sono molto più propenso a stilare un’analisi logica affidandomi a dati precisi, piuttosto che esaminare le cose dal punto di vista “emozionale”. In secondo luogo, non ho mai ascoltato il brano “GOTCHA!” e lo farò per la prima volta in quest’occasione. Ad essere completamente sincero, non me ne ero mai minimamente interessato, e forse non l’avrei mai fatto, se non fosse stato per il contest. Il motivo è che negli ultimi mesi sono stato piuttosto deluso dall’offerta proposta all’interno dei giochi di Game Freak, ed aspettavo il secondo DLC con la speranza che arrivasse una svolta, perciò ne sono stato in un certo senso ostile. Il fatto che si fosse trovato tempo e denaro per la produzione di un videoclip, quando invece si persiste con il presentare sugli scaffali dei giochi dal comparto tecnico modesto, mi aveva indispettito. Ma questa è un’altra storia… … adesso che finalmente ho ascoltato la canzone e visto il video, mi trovo purtroppo in una situazione ancor più complicata della precedente, perché ad un primo impatto, non mi ha lasciato delle vere e proprie sensazioni tangibili. Forse ho avuto lo svantaggio di averla ascoltata poche volte, e perciò potrei non averla ancora assimilata al meglio, ma cercherò comunque, per quanto possibile, di spiegare il mio punto di vista. Il mio modus operandi per approcciarmi al prodotto si è basato su tre fasi di elaborazione del contenuto: inizialmente ho guardato ed ascoltato la clip in maniera usuale, con le cuffie alle orecchie ed occhi fissi sul dispositivo. Successivamente mi sono incentrato solamente sull’ascolto della canzone, cercando di porre attenzioni sulla melodia e senza usufruire dell’ausilio delle immagini. Infine mi sono focalizzato su queste ultime ad audio spento. La conclusione a cui sono arrivato prevede per forza di cose la divisione tra il comparto visivo e quello sonoro, perché li ritengo agli antipodi sia in fatto di qualità che di emozioni ricevute. Io sono stato, e sono tutt’ora, fruitore di anime, ed apprezzo alcune sonorità delle opening di diverse opere nipponiche. Nonostante ciò, non riesco quasi mai a trovarle in pieno soddisfacenti, in quanto, non so per quale ragione, mi trasmettono sempre un senso di malinconia che trovo fuori luogo se abbinato a determinati prodotti. Mi rendo conto che sia una ragione soggettiva, ma lo stile non rispecchia appieno il mio gusto. Ho spesso l’impressione che immagini ed audio percorrano binari paralleli ma ben distaccati, ed ognuno scorra rigorosamente per la sua strada. Acacia in particolare, (uso il titolo originale della canzone) non ha aggiunto particolare estro al contributo visivo del video, e non ha fatto emergere in me alcun ricordo delle avventure passate nel mondo di gioco. Al contrario, le note rischiano di intaccare la percezione delle pregevoli immagini che si alternano sullo schermo. A mio avviso la musica non presenta le sonorità che affibbierei al termine “Pokémon”, ma anzi, la vedo più adatta come apertura di un qualsiasi prodotto anime giapponese pubblicato negli ultimi anni. Non ne ho trovato il carattere che mi aspetterei da una canzone il cui scopo dovrebbe essere quello di farmi rivivere le storie della mia infanzia, e che mi dovrebbe proiettare verso il futuro del brand. Un esempio di ciò che ritengo l’essenza di Pokémon in chiave melodica, si trova nella frase La libertà, è un’avventura che non finisce mai. Bastano due note e queste prime parole per farmi entrare lo spirito di Pokémon in pieno petto. Per far sì che i ricordi mi invadano il corpo e penetrino nell’anima. In quel momento mi basta chiudere gli occhi per trovarmi a svolazzare tra i cieli di Kanto, sul dorso di un Pidegeot. Sarà con tutta probabilità una questione di abitudine, potrebbe essere colpa del preconcetto che mi ero inizialmente posto e che tuttora inconsciamente mi condiziona, ma Acacia mi è sembrata una trovata più commerciale che una sinfonia proveniente dal profondo del cuore. Indubbiamente anche la sigla di Giorgio Vanni ha un fine monetario, ma sembrerebbe pensata per riferirsi specificatamente all’opera. Mentre in questo caso le vedo come due produzioni distinte che si sovrappongono per un interesse comune. Tutt’altro discorso per il video che appare sullo sfondo. Ovviamente osservandolo in solitaria non avrei colto la maggior parte delle citazioni che la clip contiene, ed in un certo senso la cosa mi fa piacere. Dando una lettura alla news contenente l’analisi approfondita, sono venuto a conoscenza di numerosi riferimenti che attestano la volontà di ripescare elementi direttamente dalla natura e dalla storia del franchise. Il video racconta un percorso che ha accompagnato i giocatori di tutto il mondo durante l’arco della nostra storia con Pokémon, e non poteva esserci introduzione più azzeccata della classica animazione di accesso al gioco in puro stile Game Boy. Mi ha fatto tornare alla mente l’inizio di ogni singola avventura, rimasta invariata con il passare delle generazioni e delle console. Un tratto inconfondibile e permanente nel tempo. Di questo aspetto mi colpisce anche la differenza dei tratti di disegno utilizzati a seconda del personaggio di riferimento, come riportato dalla notizia. E’ stato un metodo sottile e raffinato per sottolineare una volta di più lo sviluppo e l’avanzamento che il brand ha avuto negli anni. Ci ha accompagnato a partire dagli albori del Game Boy, fino ad oggi con la Switch, e pur rimanendo fedele al suo canone videoludico, ogni titolo ha avuto un proprio carattere ben distinto e ci ha fatto provare emozioni a loro modo differenti ed uniche. La qualità dei disegni e delle animazioni sono indubbie, e l’alternarsi di figure quali capipalestra, superquattro e personaggi noti ai fan, danno vita ad un connubio che non può che esaltare gli affezionati della serie. Ho apprezzato sinceramente il modo in cui è stato elaborato il video, mi fa piacere che possa aver riscontrato successo tra gli utenti e che possa sponsorizzare al meglio il secondo DLC di Spada e Scudo, in quanto uscito in concomitanza con la sua pubblicazione. Ma mi resta difficile non credere che si tratti di una trovata pubblicitaria, e la mia idea in questione non cambia più di tanto. The Pokémon Company è sempre stata bravissima a sfruttare l’immagine della sua IP per realizzare opere di contorno di ottima fattura, e GOTCHA! probabilmente, in fin dei conti, non è da meno. Ma il mio desiderio rimane quello di vedere team di sviluppo e casa madre uniti con decisione nel portare la stessa cura e qualità anche nel settore dei videogiochi. Cosa che ultimamente sta avvenendo sempre meno, e che indirettamente mi fa guardare con sospetto il materiale marketing che li circonda.
  4. Bello rimanere delusi dal non vedere il proprio nome tra i tag dei qualificati alla quarta prova di Lascia un Commento... e poi ricordarsi di averlo cambiato xD

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    2. Darki

      Darki

      Confermo, le differenze di voto tra i lavori erano minime :O 

    3. WhitePenguin

      WhitePenguin

      @Darki mmm intendi della seconda prova? comunque va è un gioco, la parte più hard è vostra dato che dovete scegliere per il resto è normale

    4. Lyndon

      Lyndon

      @Buzzwole1991 si dai, basta cambi lol

       

       

  5. Auguri ^^

     

    1. RoseRed

      RoseRed

      ^^

  6. Auguri :)

  7. Tornare a leggere il capitolo di un manga dopo l'ultimo mese passato sui comics americani è disorientante xD

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    2. Stefano M

      Stefano M

      @NatuShinyti capisco, pensa che ormai per me che leggo quasi solo manga di fumetti è  disorientante passare ai comics XD

    3. Lyndon

      Lyndon

      @Stefano M anche io ho sempre letto solo manga. Ma il mese scorso ho iniziato una collana della Marvel e mi ci ero dedicato... tornare indietro è stato strano xD

    4. Stefano M

      Stefano M

      @NatuShinysi  posso immaginarlo, andare e tornare tra due mondi simili ma molto diversi come comics e manga fa sicuro un certo effetto XD

  8. Si definisce ecosistema, l'insieme degli organismi viventi e della materia non vivente che interagiscono in un determinato ambiente costituendo un sistema autosufficiente e in equilibrio dinamico. È un fenomeno sostenibile che si manifesta in natura, ed essendo Pokémon rappresentante di una natura fittizia, presenta questo elemento all’interno dei videogiochi in diverse e ricorrenti occasioni. Volendomi riagganciare al mio primo commento scritto per il contest, farei risalire la volontà di replicare un surrogato di ecosistema, alle origini del brand. Il concetto stesso è intrinseco nell’anima del franchise, poiché nato dalla passione di Satoshi Tajiri nel collezionare i più disparati insetti che trovava nelle aree meno urbanizzate di Tokyo. Egli ha tradotto digitalmente un vero e proprio mondo ispirandosi a queste creature, ed ha creato un universo che, seppur fantasioso, avrebbe dovuto in qualche modo rispettare le leggi che si trovano realmente in natura. I Pokémon si comportano come i nostri animali e le nostre piante, popolano le regioni e convivono in un equilibrio che permette loro di sopravvivere al meglio. Nella grande maggioranza dei percorsi si trovano Pokémon di un livello simile, cosicché non ci sia una specie predominante a dispetto di altre, ed in maniera tale che la zona di riferimento sia popolata dal maggior numero di specie differenti. In questo luogo fantastico vengono riprodotte le dinamiche del nostro mondo, esistono sia dei nemici naturali, sia delle specie che si sono adattate alle diverse tipologie di clima. Tutti loro costituiscono un piccolo tassello che nell’insieme danno forma al grande mosaico della vita sulla Terra: Così come il cobra e la mangusta sono famosi per la loro rivalità (poiché quest’ultima è immune al veleno del cobra), anche Seviper e Zangoose replicano il loro comportamento “I ricordi delle lotte contro il suo acerrimo nemico SEVIPER sono insiti in ogni cellula del corpo di ZANGOOSE. Questo POKéMON riesce a schivare gli attacchi con incredibile maestria.” I Pokémon regionali introdotti dalla settima generazione, sono invece un chiaro esempio di evoluzione adattiva. Nel 1835 Charles Darwin si trovò ad osservare alcune particolari specie di uccelli presenti sulle isole Galapagos. Nelle sue annotazioni spiccavano esemplari fino ad allora sconosciuti in Europa, e che avevano sviluppato caratteristiche uniche. Fu in quel momento che iniziò ad ideare la sua teoria sull’evoluzione della specie, e soprattutto sulla loro differenziazione in base all’habitat. Nel 2016 anche Pokémon decide di trattare l’argomento, ed introduce nei suoi giochi le forme regionali. I Pokémon in questione appartengono a specie già conosciute nella regione di Kanto, ma nel corso degli anni, come è accaduto per i fringuelli delle Galapagos, si sono adattati al clima di Alola, mutando aspetto, comportamento, ed acquisendo nuove tipologie. L’equilibrio dell’ecosistema dunque, è un tema che Game Freak ha quasi sempre mostrato all’interno dei suoi titoli, tanto da creare un apposito leggendario atto a garantirne la perdurabilità, ossia Zygarde: Secondo le leggende, quando l'equilibrio dell'ecosistema della regione di Kalos è in pericolo, appare e libera il suo potere misterioso. A riprova di tutto ciò, sono altrettanto chiari gli intenti di denuncia che gli sviluppatori hanno voluto mostrare nel corso degli anni. Puntando l’indice dell’accusa verso colui che più di tutti influenza in negativo le sorti del nostro pianeta: l’uomo. Sono diversi i temi legati all’ambiente che sono stati toccati dalla casa di sviluppo: Inquinamento dell’aria Gli esempi più lampanti risalgono all’anno scorso con la pubblicazione delle versioni Spada e Scudo, e con la creazione di Pokémon come Corsola e Weezing di Galar. Entrambi hanno adattato le loro caratteristiche in base all’ambiente tipico di Galar, una regione ispirata all’Inghilterra ed in un periodo di pieno sviluppo industriale. I Corsola sono stati annientati dai cambiamenti climatici, ed hanno acquisito il tipo spettro. I Weezing assorbono lo smog cittadino e lo ripuliscono, rilasciando sostanze benefiche dalle loro enormi ciminiere. Sono messaggi inequivocabili e destinati ad attirare l’attenzione dei giovani giocatori verso tematiche sempre più problematiche ai giorni nostri: rispettare la natura e salvaguardare gli esseri viventi che vivono intorno a noi. Altre creature sono note per aver svolto lo stesso ruolo divulgativo nelle generazioni passate: Koffing e Weezing sono nati dai gas tossici prodotti dalle fabbriche urbane, e secondo l’idea originale di Game Freak, avrebbero dovuto portare il nome di Ny e La. Il riferimento sarebbe stata una forte critica all’eccessivo tasso d’inquinamento presente nelle città di New York e Los Angeles. Eccesso di rifiuti A Kalos è presente Garbodor, letteralmente un mucchio di spazzatura vivente. Il Pokémon prende vita dalle discariche cittadine che l’uomo accumula e che non riesce più a smaltire. Spazzatura che, insieme ad altre sostanze inquinanti, viene assorbita dal Muk di Alola e cristallizzate all’interno del suo corpo. I Pokémon sono diventati un serio pericolo per l’uomo e per tutte le forme di vita che ne possono venirne a stretto contatto, e sono un indicatore di come la nostra eccessiva produzione di rifiuti, possa un giorno ritorcersici contro. Importazione di animali invasivi Si muovono in gruppo per attaccare le case della gente e razziare il cibo. Sono arrivati sulle isole di Alola a bordo di navi, assumendo l'aspetto degli attuali Pokémon. Con il tempo si sono moltiplicati e, così, si è deciso di importare da un'altra regione degli Yungoos e dei Gumshoos per dare loro la caccia. Soprattutto negli ultimi tempi, l’uomo ha contribuito a distruggere alcuni ecosistemi, importando specie aliene in luoghi in cui non dovrebbero essere previste. Nel nostro mondo il ratto grigio (comunemente detto topo di fogna) è stato introdotto in Europa nel diciottesimo secolo dall’Asia. Con il suo arrivo ha devastato intere vegetazioni, arreca danni alle coltivazioni e sta decimando la popolazione di altri piccoli roditori ed uccelli. Questo anche per via del suo velocissimo ritmo di riproduzione. Tale fenomeno si è riscontrato in egual modo anche nell’universo Pokémon, con protagonisti i Rattata ed i Raticate, al punto che i residenti di Alola hanno dovuto far affidamento su altri Pokémon per contenere il loro sovraffollamento. Certamente sono soltanto piccoli spunti nel contesto più ampio di un gioco di ruolo, ma sono dell’idea che bastino per dare un imput importante ai giocatori più attenti. In definitiva penso che Game Freak abbia sempre voluto mettere l’accento su determinati casi, e sensibilizzare il proprio pubblico verso temi delicati come quelli sopracitati. Infondo i videogiochi sono uno strumento sempre più presente nelle case e nelle abitudini dei ragazzi, compresi i più giovani, e possono essere un mezzo per porre l’attenzione sulle dinamiche ecologiche. Si può sfruttare la grande immedesimazione che offrono, grazie alla possibilità di immergersi in un mondo alternativo, in cui far conoscere in prima persona le conseguenze di una civiltà che ha superato il proprio grado di sostenibilità, ed il relativo impatto ambientale. Il concetto può essere affrontato in maniera seria e diretta, con immagini crude e di forte impatto. O può essere edulcorato in maniera fantasiosa, lasciando comunque un messaggio importante sullo sfondo. A mio avviso Nintendo si è comportata bene, ha lanciato segnali senza voler strafare, né compromettendo l’esperienza ludica. Il videogioco deve rimanere un divertimento, e non per forza essere educativo a 360°, ma si è dimostrata capace di saper amalgamare agli aspetti del gioco con alcuni accenni ben visibili di critica sociale. Fin dai suoi esordi l’uomo è stato rappresentato come un possibile pericolo per l’equilibrio della natura, ha tentato di compromettere la pace tra Kyogre e Groudon e di scatenare una guerra climatica che avrebbe distrutto il pianeta. Prima ancora ha provato a creare forme di vita artificiali tramite esperimenti genetici “Questo è quello che succede quando l’uomo gioca a fare Dio” recitava il professor Malcom nel film Jurassic Park, ed anche il primo leggendario del brand Pokémon fu creato poggiando su queste basi. Pokémon ha anche manifestato interesse sull’argomento dando il via ad iniziative lodevoli come il festeggiamento dell’Earth Day su Pokémon GO, dedicando una serie di missioni costruite appositamente, ed il ruolo che gioca l’amicizia sia nei giochi che nella serie animata, contribuisce a trasmettere un messaggio di rispetto reciproco. Sta al consumatore finale rendersi conto di ciò che gli viene comunicato, aspetti che superficialmente possono sembrare casuali ed immaginifici, ma che in realtà nascondono un significato ben più profondo.
  9. Lyndon

    Sei Pokémon cambiano nome in Cina

    La mia profezia si sta avverando
  10. Vedere sempre questi leak per un gioco che dovrebbe basarsi sulla scoperta è una tristezza...

     

    Ma per questa volta non mi tocca, non avendo preso i DLC. 

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    2. Carl-J90

      Carl-J90

      @combo: Sinceramente, io sto iniziando a pensare che quelli di GF o TPC facciano apposta a pubblicare materiali o aggiornamenti in anticipo oppure che siano lenti di comprendonio, altrimenti non mi spiegherei come dopo gli ultimi anni in cui gli hanno leakato e spoilerato ogni singolo gioco fino a sfociare al lancio di Spada/Scudo e ad attivarsi in una vera e propria caccia alle streghe legale contro leaker e simili ancora oggi siano per l'ennesima volta ricascati nello stesso errore permettendo a certa gente di leakare e spoilerare nuovamente tutto(o quasi)! Boh...

    3. Lyndon

      Lyndon

      @Carl-J90 ricordo il lavorone e che hai fatto l'anno scorso in tempi di leak. Mi hai salvato xD

       

      Secondo me non è voluto, ormai basta poco per diffondere i dati. Dovrebbero fare molta più attenzione a chi forniscono le copie dei giochi ed in generale intensificare i controlli. Detto questo, penso comunque che non facciano molto per evitarlo... è comunque pubblicità 

    4. Combo

      Combo

      @Carl-J90 non dimentichiamoci che hanno mostrato TROPPO dai trailer e coro-coro, hanno esagerato troppo negli ultimi anni. Con 8° gen invece poco ma sanno leakare lo stesso bruh

  11. lol Ci fosse una volta che non si facciano spoilerare tutto il gioco prima dell'uscita
  12. Molto interessante. Fosse uscito qualche mese fa, l'avrei preso. Ma ormai aspetterò l'uscita di PS5 e lo giocherò lì
  13. È da tantissimo tempo che si dice, e che questo rumor ogni tanto compare. Sarebbe bello fosse vero
  14. Vista l'espressività dei modelli finali, non è stata fatta una grande scelta xD
  15. Ho visto che purtroppo già qualcun altro ha scelto la mia stessa nazione, ma il mio lavoro era quasi pronto e non ce l’avrei fatta a ricominciare da capo. Inoltre rimane comunque il mio pensiero, e cambiarlo sarebbe stato falso. Per fortuna prendo la cosa da una prospettiva diversa. A quanto ho capito non si chiede di progettare una regione Pokémon, ma si chiede il perché di una determinata scelta. La risposta a questa domanda può essere più complicata di quel che sembra. La traccia chiede di immedesimarci nel designer addetto all’ideazione di una regione Pokémon. Potrebbe significare semplicemente di descrivere quale nazione ci piacerebbe veder trasportata nel mondo Pokémon, ed in questo caso, dipendesse da me, l’antica Grecia sarebbe il soggetto ideale. Una popolazione ricca di cultura, mitologia, storia… se si guarda agli antichi eserciti di Atene e Sparta, al il mito di Teseo e del Minotauro ed agli Dei residenti nell’Olimpo, le ispirazioni certamente non mancherebbero. Ma se fossi realmente a capo del design di una regione, vedrei le cose da un altro punto di vista. Sarei alle dipendenze di un’azienda che deve prima di tutto trarre profitto dalle proprie idee. Quindi mi impegnerei nel ragionare in un ottica molto più aziendale. Il mio pensiero, in quanto membro del team di Game Freak, si focalizzerebbe sulle basi che il mio gruppo ha posto nell’ultimo arco di tempo, e sugli obbiettivi che grazie ad esse può raggiungere. C’è una nazione particolare di cui si è parlato negli scorsi anni, che si sta avvicinando a Nintendo, e che dal punto di vista imprenditoriale, più di tutte le altre, riesce a far convergere le esigenze economiche con un’idea artistica che resta comunque di grande spessore: la Cina. La Cina è ovviamente un Paese con un’economia dal grande impatto internazionale. Una vera superpotenza. Dal punto di vista di un team che sviluppa videogiochi, rappresenta un mercato crescente, che garantirebbe introiti consistenti e fama a livello di immagine. Il mercato cinese ultimamente è diventato un punto di sbocco per le aziende di tutto il mondo, grazie alle sue tecnologie innovative e la possibilità di sperimentare nuove strade, più di quello che concedono attualmente altri continenti. Game Freak lo sa bene, e conosce anche le numerose insidie che si possono incontrare nell’approcciarsi ad un territorio così chiuso nelle proprie convinzioni. Nonostante ciò la posta in gioco è allettante, e in questi anni sono stati fatti buoni passi avanti. Una regione ispirata alla Cina potrebbe essere in grado di garantire finalmente un’apertura definitiva, ed un accordo commerciale conveniente per ambo le parti. Fino all’uscita di Pokémon X ed Y i rapporti tra il team di Tokyo e la Cina erano tutt’altro che idilliaci, di conseguenza quest’ultima non era mai stata presa in considerazione dal brand Pokémon, e ne mancava completamente del supporto. Nel 2014 una petizione di 10.000 persone chiedeva a Nintendo di rendere disponibile una localizzazione dei giochi in lingua cinese. “Comprendiamo il fatto che ci siano state difficoltà nel localizzare i videogiochi Pokémon in cinese nel corso degli anni. Tuttavia, con il passare del tempo, la maggior parte degli ostacoli si dissolvono ed è l'occasione ideale per sviluppare il pieno potenziale della regione della Grande Cina”. Con questi presupposti si è arrivati per la prima volta ad una completa traduzione in lingua cinese di un titolo Pokémon, con Sole e Luna. Prima d’allora solo Taiwan ed Hong Kong avevano accesso liberamente ai videogiochi della serie, ma in questo modo, un primo passo di avvicinamento era stato fatto. In passato il governo cinese era stato ostico nei confronti di alcuni prodotti di Game Freak, e lo stesso Pokémon GO, che aveva avuto un successo mondiale, era invece stato proibito all’interno dei confini nazionali. Ritenuto inizialmente un pericolo per la sicurezza del Paese, fu in seguito approvato tramite un accordo tra Niantic e NetEase, azienda produttrice locale di app e software. Un principio di chiarimento, si direbbe. Ma sono due i segnali fondamentali che hanno fatto intendere quanto realmente Game Freak sia interessata ad una collaborazione con la Cina, ed entrambi sono avvenuti di recente. Il primo è stato definito Big Project. L’annuncio di Pokémon Unite non ha per nulla entusiasmato i fan storici del mondo Pokémon, e l’appellativo “Big Projec"” è sembrato più che mai fuori posto. Ma dal punto di vista degli sviluppatori, si tratta davvero di un progetto di enorme importanza. Nintendo ha stretto un accordo con la holding cinese di Tencent (colosso che racchiude diverse attività informatiche) per portare la console Switch in Cina, con la stessa Tencent interessata in prima persona a produrre il nuovo gioco sfruttando il franchise Pokémon. L’affare è di una caratura talmente ampia che vi è stato dedicato un intero Pokémon Present esclusivo, e visto che in oriente il modello di gioco su base mobile è piuttosto apprezzato, un successo potrebbe consentire a Pokémon di conquistare anche quella fetta di pubblico Il secondo sta nel fatto che a settembre Game Freak abbia voluto cambiare nome sociale nei suoi studi cinesi, per rendere il nominativo meno “straniero” e più digeribile alla popolazione locale. Segno della volontà di tenersi buoni i nuovi possibili cilenti Mi sono soffermato soprattutto sulla motivazione della scelta di una località perché penso che al giorno d’oggi le aziende prendano decisioni guardando in primis alle ragioni economiche. Ma una volta scelta l’ispirazione, bisogna metterla in pratica. Come creare una Cina in salsa Pokémon? Da escludere in maniera assoluta ogni possibile riferimento politico. La Cina in questo frangente è molto sensibile e può causare seri problemi per un rapporto futuro. Andrei a pescare dal passato, ma in una maniera astratta e concettuale più che incentrandosi sulla vera e propria tradizione cinese. Un fatto accaduto di recente, ha dimostrato che se si vuole trattare le leggende cinesi, bisogna farlo in modo preciso, e non mescolarlo con altri elementi che le potrebbero contaminare. Il film live action Disney Mulan infatti, ha provato a prendere elementi culturali cinesi, e fonderli con una visione disneyana. Ma il risultato ha portato ad un compromesso insoddisfacente. Quello che doveva essere un prodotto creato per strizzare l’occhio alla Cina, ha invece scatenato le ire di numerosi fan. In pratica adotterei alcuni simboli dell’architettura e della mitologia, ma senza approfondire più di tanto le storie che sono state tramandate. È risaputo che Pokémon possieda delle sue caratteristiche peculiari, e per forza di cose rischierebbero di influenzare le culture a cui si ispira. Perciò prenderei solamente i tratti estetici e le atmosfere che la cultura cinese emana, e le trasmetterei ad una popolazione creata ex novo. Tale regione non rivisiterebbe in modo tangibile la Cina, ma ne assorbirebbe solamente alcuni elementi ricorrenti. I nuovi fan riconoscerebbero quindi dei tratti a loro familiari, ma non si sentirebbero toccati nel profondo, né violati della loro cultura. Simboli come il drago potrebbero essere inseriti per dare forma ad un ipotetico leggendario, oppure come stemma di una casata o del team malvagio. Mi stuzzica l’idea di utilizzare la Muraglia Cinese per inserire a livello di trama un conflitto in atto con un’altra regione, e grazie ad essa si proteggerebbero dalle invasioni nemiche. Infine l’esercito di terracotta: le statue potrebbero essere poste in una grotta ricca di enigmi, al cui interno si nasconde un Pokémon misterioso caduto in un sonno profondo. Fra i tratti geografici che utilizzerei per la stesura della regione, ci sarebbe senz’altro la vastità della nazione: avere un grande territorio, comprendente deserti, pianure e zone montuose, sarebbe un ottimo punto di partenza per posizionare diverse tipologie di Pokémon nell’habitat a loro più congeniale. Nella zona centrale si estenderebbe una lunga ed arida distesa rocciosa, nella quale la presenza di piccoli villaggi rurali la farebbero da padrone. Nel punto più centrale di questa valle, posizionerei un equivalente dell’altopiano del Tibet, in cui sulla cima sarebbe posta una struttura gestita dai più grandi monaci allenatori di Pokémon. Una sorta di Torre Lotta. Intorno alla zona centrale si svilupperebbe la vita cittadina. Come una cornice si districherebbero le città che l’allenatore dovrà percorrere per ottenere le medaglie. Al nord si troverebbero pianure verdeggianti costellate da fiumi e laghi, si potrebbe sfruttare la frequente presenza dei classici cortili interni cinesi per caratterizzare le ville colorate estese in maniera verticale. Ai lati si potrebbero utilizzare elementi naturali per dare un tocco di vivacità alle città: zone portuali, città fredde con presenza di ghiacciai, canyon, ecc… A sud posizionerei le città industriali, composte da fitti palazzi e fabbriche in continuo fermento, che confluiscono tutte verso un’unica via: la Lega Pokémon. L’edificio prenderebbe i tratti della famosissima Città Proibita di Pechino. Essa mantiene il suo stato misterioso e la sua imponenza ben si sposa con la sede della più importante manifestazione Pokémon.
  16. Breaking Bad è stata una serie che mi ha lasciato molto, e per anni non ho sentito il bisogno di vedere opere derivate. Ieri però ho provato per curiosità ad iniziare Better Call Saul, e devo dire che per i primi episodi ho trovato un feeling molto simile 

  17. Interessante, spero a questo punto che anche nel film non sia completamente umano
  18. Pokémon è un brand che posa le sue radici nella metà degli anni ’90, ha attraversato anni e diverse generazioni di persone. Ha dovuto affrontare il cambiamento dei tempi, le novità tecnologiche e la variazione di gusti nella massa di milioni di videogiocatori. Ma ce l’ha fatta veramente? L’idea di Game Freak nasce da un’ispirazione semplice e diretta: il creatore Satoshi Tajiri prese spunto dalla sua passione per il collezionismo di insetti, ed ebbe il desiderio di riproporla in una salsa diversa, ma cercando di mantenere le stesse sensazioni di esplorazione e scoperta. La sua volontà fu quella di far uscire i bambini dalle abitazioni, e farli incontrare, per mezzo del suo stesso hobby, ma tradotto in videogame. Pokémon Rosso, Blu e Verde, furono i primi giochi che consentivano ai bambini di catturare delle creature fantastiche, di muoversi in un nuovo mondo tutto loro, e di raccontare le proprie iterazioni una volta spento lo schermo. Oltre alla struttura del gameplay, che portò una rivoluzione del mercato che ancora oggi è difficile da eguagliare, la scelta vincente fu quella di proporre due versioni di gioco alternative, che costringeva i giocatori a condividere la propria esperienza con altre persone. Il gioco non si fermava quindi alla sola cartuccia, ma diventava un’avventura interattiva a 360°, di cui parlare con gli amici nel mondo reale. La struttura alla base del gioco era ancora molto rudimentale, ma questi fattori bastavano a rendere Pokémon un’esperienza unica. La seconda generazione, riuscì a mantenere questi aspetti, migliorando invece ciò che mancava ai capostipite: vennero aggiunti elementi alla storia, introdotti concetti che sarebbero stati fondamentali per il futuro della serie, come la presenza di due leggendari diversi a seconda della versione di gioco scelta. In generale fu un videogioco più completo, che affermò la potenza del franchise, dopo l’imponente esplosione mediatica iniziale. Avendo raggiunto una base solida, Game Freak aveva la possibilità di costruire e di progettare il percorso dei giochi Pokémon per gli anni futuri. Dire che il progetto sia fallito o che sia in fase decadente sarebbe ingiusto, i dati dicono tutt’altro, ed anche oggi le vendite di Spada e Scudo sono lì a dimostrarlo. Eppure tra i fan c’è la sensazione che la qualità non sia più quella che avevano i giochi dei tempi passati. Cosa è cambiato? Dal mio punto di vista dipende da molteplici fattori. - I tempi che cambiano: il panorama videoludico attuale è completamente diverso da quello a cui Game Freak si affacciava nel 1996. Adesso l’offerta è enorme, i generi si sono moltiplicati e mescolati tra di loro. Ci sono nuove tecnologie che permettono di proporre titoli sempre più elaborati, con componenti tecniche e grafiche di qualità superiore, mentre chi non ci riesce, sfrutta la genialità e la fantasia per consegnare ai giocatori delle esperienze alternative e fuori dagli schemi, come molti sviluppatori indie stanno facendo. Game Freak, a mio avviso, non sta riuscendo a stare ai passi con i tempi. Non propone giochi dalle grandi prestazioni, ed al contempo non ha la capacità di proporre scenari diversificati. Sembrerebbe essersi rinchiusa in una bolla personale, e che non voglia guardare più di tanto alla scena del mercato generale. Sono convinti di avere la formula giusta, e continuano a sfruttare lo stesso modello che si è dimostrato vincente per oltre 20 anni. Una scelta che paga a livello economico, ma che a lungo andare, rischia di diventare fin troppo ripetitiva. - Diversità di pubblico: Uno dei più grandi problemi di Game Freak è quello di dover andare incontro ad un pubblico che comprende ogni fascia d’età. Tutti ormai conoscono Pokémon, dai bambini che per la prima volta si affacciano alle creature tascabili, ai fan storici che li hanno supportati per tutto il loro arco vitale. Ognuno pretende di avere tra le mani aspetti di gioco che rispecchino le loro esigenze, ed in pochi sono inclini ad accettare compromessi. La difficoltà che deve affrontare Pokémon è proprio questa. Soprattutto durante le ultime generazioni, si sono accettati troppi compromessi. I giochi sono stati resi semplici ed hanno ottenuto un carattere infantile, per aiutare il pubblico di bambini ad approcciarsi al meglio a questo mondo. D'altra parte sono stati introdotti elementi più maturi, ma castrati, per provare a strizzare un occhio anche agli adulti. Il risultato è un minestrone di elementi semplici e complessi, un compromesso che rende l’avventura accessibile, ma incompleta per entrambe le parti. Una soluzione potrebbe essere quella di introdurre un livello di difficoltà regolabile, in modo che ogni persona possa affrontare il gioco secondo la sua volontà. In alternativa si potrebbe dividere la serie in due filoni ben distinti: uno in stile Let’s Go, dedicato ai bambini, ed un filone più maturo rivolto soltanto al pubblico più grande. - Annualità: Da qualche tempo i giochi stanno seguendo un ritmo frenetico. Questo è dovuto all’ampiezza che ha acquisito il brand e dalle sue molteplici diramazioni. Ormai i ricavi ottenuti dalle vendite dei videogiochi è solo una percentuale minore rispetto alla globalità delle entrate che TPC guadagna ogni anno. Merchandise quali pupazzi, bambole, carte ed accessori, fruttano un introito decisamente più elevato. Tutto ciò ha portato l’azienda a spingere particolarmente su questi settori, che per vendere, hanno necessariamente bisogno che i giochi escano a cadenza più ripetuta. Più giochi escono, più creature nuove vengono concepite, e maggiori sono le bambole che possono essere esposte negli scaffali dei Pokémon Center. La produzione annuale dei giochi ha però un lato negativo, poiché avendo meno tempo a disposizione, la cura nei dettagli sarà senza dubbio minore. Difficile trovare una soluzione a questo circolo vizioso, TPC potrebbe affidare anche a team esterni la possibilità di sviluppare giochi Pokémon, o almeno dare un supporto a Game Freak. Vedo molto improbabile che la pressione che esercita al momento venga meno… con gli ultimi DLC sembra esserci stato un esperimento per alleviare il problema, ma deve essere fatto di più. - Comunicazione: Qui ho poco da dire, purtroppo. La comunicazione di recente è stata disastrosa e Game Freak sembra non rendersi conto del tipo di pubblico che li segue. Prende sotto gamba argomenti a cui i fan tengono, crea hype salvo poi smontarlo con annunci di poco conto… dovrebbero fare più attenzione alle richieste che vengono fatte. Non devono assolutamente accontentare in tutto, ma almeno non incorrere in danni d'immagine gratuiti. - Passione e ricavi: Da giocatore mi viene semplicemente da pensare che il team dovrebbe ritrovare la passione che aveva agli albori. In principio i giochi erano pensati per il pubblico. Ovviamente non era una onlus, il denaro contava anche allora, ma c’era voglia di innovazione e di portare avanti un'idea. Bisognerebbe tentare di avere più coraggio e di rischiare. Buttarsi in un progetto nuovo e mettere in conto che un inciampo economico può accadere. Ma attraverso decisioni coraggiose e in controtendenza, si possono porre le basi per un rilancio anche dal punto di vista dell'immagine. Zelda l’ha dimostrato con Breath of The Wild, abbandonando i suoi classici sistemi, e rivoluzionando completamente il gameplay. Ha rischiato, ed ha avuto successo. Un piccolo accenno c’era stato con Bianco e Nero, ma alla primissima vista di un calo di vendite, Game Freak ha fatto immediatamente retromarcia ed ha percorso la strada opposta. Un reboot, un nuovo inizio o una idea folle e sopra le righe, potrebbe portare ad una perdita iniziale, ma ad un risultato migliore nel lungo periodo. Tutto ciò che ho scritto sono solo speculazioni, non ho purtroppo la risposta alla domanda, altrimenti molto probabilmente sarei a Tokyo con i miei nuovi colleghi xD
  19. Auguri mia antitesi :look:

    1. M0viz

      M0viz

      credo che questa sia una delle cose più cringe che io abbia mai visto XD

    2. Lyndon

      Lyndon

      Ogni tanto ci vuole

    3. M0viz

      M0viz

      eh già, o si sfocia nella monotonia

  20. Un grosso ringraziamento a @SilverApricot che ha ideato e creato il nuovo (e bellissimo) logo per il mio club! Oltre a suggerire il cambio di nome, così che si trasformi definitivamente in un club di informazione, una specie di "gazzettino".

     

     

     

     

    1. SilverApricot

      SilverApricot

      Ti manca trovare una copertina accattivante e venderai copie a palate...

       

      E grazie, per me è stato un vero piacere.

    2. Lyndon

      Lyndon

      Vero, in giornata vedo di sostituirla xD

  21. Io aspetterei prima di fare annunci di date
  22. Da ieri è iniziata la battaglia contro un terribile (e schifoso) nemico: le cimici :cry:

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    2. Lyndon

      Lyndon

      A scarpate o con l'insetticida xD

    3. Enemy

      Enemy

      @Combo B U T T A N D O L E  N E L  C E S S O 

    4. Combo

      Combo

      @Enemy ODDIO LO FACCIO SEMPRE COSì, SONO INVASIVE AAAAA 

  23. Se oggi qualcuno mi ha taggato o citato, mi scuso ma sono stato via tutto il giorno. Stasera non riesco a recuperare xD

    1. Mostra commenti precedenti  2 altro
    2. RoseRed

      RoseRed

      Piccino non dire così...

    3. Buzzwole1991

      Buzzwole1991

      Non dica così, lei fa parte del mio equipaggio xD @NatuShiny

    4. Lyndon

      Lyndon

      Ha ragione, da oggi riprendo a remare xD

  24. Lyndon

    [YukiV] Yuki V Art gallery

    Ho appena finito di cenare ma vi faccio compagnia xD
  25. Lyndon

    [YukiV] Yuki V Art gallery

    Mi aggiungo ai complimenti, non sono un gran intenditore, ma mi piace molto
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