MoonlightUmbreon Inviato 25 giugno, 2019 Autore Condividi Inviato 25 giugno, 2019 Capitolo 41: Attraverso il Bosco di Lecci Spoiler Dopo le vicende del Pozzo Slowpoke, e dopo esserci congedati dal capopalestra Raffaello, sia io che io Anita andammo a dormire al centro medico, vista l'ora tarda. Riposammo fino a mattino inoltrato sulle scomode poltrone di quel posto, per poi rimetterci in marcia verso la nostra prossima destinazione....il Bosco di Lecci. La mia compagna di viaggio mi parlò pochissimo lungo la strada, vedevo chiaramente il turbamento sul suo volto per quello che aveva visto nel pozzo. Nonostante le mie spiegazioni, e la situazione di emergenza, si ostinava comunque a dar troppo peso alla cosa. <<Anita devi superare questa cosa, o altrimenti sarà meglio che i nostri cammini si separino. Io non vorrei mai rinunciare alla tua compagnia in questo viaggio, ma non posso nemmeno obbligarti a starmi accanto se non lo vuoi anche tu.>> dissi io, nel tentativo di eliminare quel pesante silenzio con la ragazza. <<Non puoi chiedermi di far finta di niente Kevin, perché io proprio non ce la faccio. Non ho alcuna intenzione di interrompere il mio percorso al tuo fianco, ma ho bisogno di tempo per metabolizzare questa parte di te. Lo sai bene che non ho dei bei trascorsi con le persone violente, il mio passato lo testimonia>> parole taglienti le sue, ma anche dolorosamente vere. Lei mi aveva confidato le vicende del suo passato inerenti al suo patrigno, e non avevo considerato questo aspetto fino a che lei non me lo aveva spiattellato in faccia. Mi sentii subito un verme per non aver ricordato dei particolari tanto importanti, e mi scusai con lei per l'imperdonabile dimenticanza, dicendole che avrebbe avuto tutto il tempo che le sarebbe occorso per metabolizzare quanto appena successo. Anita scusò la mia mancanza, e mi ringraziò per la comprensione, per poi riprendere il cammino a passo più deciso di prima. Dopo poco giungemmo finalmente alle porte del famigerato Bosco di Lecci, un luogo su cui circolavano molteplici voci. Al suo interno era situato un tempio eretto in onore del guardiano della foresta Celebi, e più volte nel corso degli anni si erano susseguiti avvistamenti fugaci della mitica creatura. Ero eccitatissimo all'idea di poter incontrare un pokémon tanto misterioso, ma nel contempo cercavo di considerare l'ipotesi di non essere tanto fortunato da vederlo. <<Sbaglio o questo è il bosco in cui spesso è stato avvistato Celebi?>> domandò Anita con voce curiosa. <<Guarda un po' chi ha fatto i compiti, il posto è proprio questo, a quanto pare la sua fama trascende la regione di Johto. Si narra che questo luogo un tempo fosse una landa desolata, e che solo il passaggio del leggendario Celebi lo rese il lussureggiante bosco che abbiamo davanti a noi in questo momento. Gli abitanti dei dintorni, grati verso il pokémon, eressero un santuario in suo onore, situato proprio nel cuore di questo luogo. Chissà se anche noi saremo tanto fortunati da vederlo, anche solo di sfuggita>> la mia compagna di viaggio come sempre ascoltò in religioso silenzio la mia storia, nonostante la sua arrabbiatura, e questo mi rese molto felice. Grazie a quella domanda avevo avuto l'occasione di conversare un po' con lei, per distendere il più possibile l'atmosfera tesa tra di noi, e dei piccoli risultati li avevo ottenuti. Senza ulteriore indugio iniziammo ad addentrarci nel bosco, e subito balzò all'occhio di entrambi come al suo interno fosse tutto buio, nonostante il sole splendente all'esterno. Gli alberi erano così fitti da non lasciar filtrare la luce solare, e a causa di ciò il bosco aveva un aspetto cupo e spettrale anche in pieno giorno. Anita, da non amante dei luoghi bui in generale, assottigliò la distanza fra noi due camminandomi proprio accanto, in modo da non perdermi. Mentre avanzavamo verso il santuario ebbi l'idea di far uscire Umbreon dalla ball, in modo che la sua luce potesse guidarci più agevolmente in quel luogo buio. La mia compagna di viaggio fu rassicurata dalla luce del mio pokémon, e mentre ci muovevamo ripensavo alle parole di Milas circa il piano di Giovanni. Lo scellerato capo del team Rocket aveva davvero puntato troppo in alto stavolta, cercando di domare degli esseri potenti come gli uccelli leggendari, ed a causa della sua sconsideratezza ora la regione di Johto stava subendo la furia delle mitiche creature. Il peso di una profezia sulle spalle, la responsabilità di fermare Giovanni una volta per tutte, ed infine trovare il leggendario Entei. Mi domandavo costantemente se sarei stato all'altezza anche solo di una di quelle cose, ma come Campione della lega era mio dovere tentare di fare il possibile per il bene degli abitanti di Kanto e Johto. Tra me e me rimuginai anche dei metodi usati contro il generale dei Rocket, ed in cuor mio non mi sentii minimamente in colpa per ciò che avevo fatto, nonostante oggettivamente avessi la concezione che fosse sbagliato. La responsabilità non di una, ma ben due regioni pokémon gravava sulle mie spalle, perciò non potevo permettermi il lusso di giocare all'eroe buono. Qualunque metodo, anche il più discutibile, l'avrei giustificato finché avessi ottenuto dei risultati, e speravo che anche Anita lo avrebbe capito prima o poi. La nostra camminata continuava, quando d'un tratto Anita mise male il piede e cadde sulle ginocchia, sbucciandosele e rimediando nel contempo anche una distorsione alla caviglia. Ci fermammo immediatamente, ed io adagiai la ragazza su una grossa roccia lì accanto. Posai a terra lo zaino per tirare fuori delle bende, che avevo preso da casa per le emergenze, e tolsi lo scarpone della mia compagna di viaggio per curarla. Le sfilai anche il calzino e le toccai il piede cercando di capire esattamente dove le facesse male, per poi bendarglielo dopo aver individuato il punto dolorante. <<Maledetta la mia sbadataggine, mi dispiace Kevin per questo contrattempo, ma non voglio rallentarti troppo.>> disse la ragazza con voce costernata. <<Non farti venire strane idee, non ti lascerò mai in un posto simile, e poi sei la mia partner in questo viaggio, cose come una distorsione fanno parte dell'esperienza>> replicai io con un tono comprensivo per rassicurarla. <<Beh possiamo considerarla come una ferita di guerra? Dimmi di sì, almeno lavo via l'imbarazzo per la figura che ho fatto.>> <<Faremo un'eccezione e la considereremo tale, se servirà a farti stare meglio>> conclusi io con una leggera risata,a cui replicò nello stesso modo. Pian piano le nostre divergenze si stavano appianando,e mentre le rimettevo la scarpa notai uno sguardo molto dolce da parte sua, che lei tentò subito di mascherare appena si accorse che la guardavo. La aiutai a rialzarsi, e dopo aver rimesso in spalla lo zaino riprendemmo la marcia con un passo molto più lento di prima. Appena tornata in piedi sorressi la ragazza, per timore che cadesse, ma lei precisò subito di sentire poco dolore, e mi disse che camminando lentamente avrebbe potuto tenere il passo senza troppi problemi. Assecondai la sua richiesta senza alcun problema, dopotutto la traversata nello spettrale bosco aveva anche lo scopo di avvistare Celebi, perciò un'andatura più lenta avrebbe forse favorito quell'evento. Ogni pokémon coleottero del luogo si faceva indietro mentre passavamo, spaventati da noi e dalla luce di Umbreon. Quelle piccole creaturine non erano probabilmente abituate alla luce in generale, schiave del buio perenne del bosco, ed io non potei fare a meno di provare tristezza al solo pensiero. Anche Anita pareva dello stesso avviso, lo leggevo sul suo volto, mentre le stavo accanto pronto a sorreggerla qualora cadesse di nuovo. D'un tratto un vento improvviso si alzò all'interno della foresta, e sia io che la mia compagna di viaggio ci guardammo intorno, come allarmati dalla cosa. Entrambi avevamo avuto la sensazione che non fosse una brezza naturale, ed il fatto che tutti i coleotteri del posto iniziassero a rintanarsi nel primo angolo disponibile sembrava confermarlo. Grazie al mio pokémon fu più facile guardarci intorno, ma nulla di strano fu notato dai nostri sguardi sospettosi. Procedevamo senza rallentare, tenendo un passo sostenuto, ma più andavamo avanti e più quella brezza si intensificava, così come i nostri sospetti sul fenomeno. In cuor mio speravo che quel bizzarro fenomeno indicasse la vicinanza di Celebi, ma al momento restava solo una mia vana speranza. D'un tratto un verso melodioso riecheggiò nella foresta, ed io non ebbi più dubbi sul fatto che si trattasse del guardiano di quel luogo. Come se non bastasse, senza nemmeno accorgercene, eravamo arrivati davanti al santuario eretto in onore di Celebi. Si trattava di una minuscola costruzione in legno, simile ad una casetta per uccelli, ma nonostante la semplicità emanava un'aura di solennità. Io ed Anita ci avvicinammo e ci inginocchiammo, per rivolgere una preghiera al pokémon leggendario, nella speranza che si mostrasse a noi. Svariati secondi di totale silenzio, stemperato solo dalla brezza che soffiava nel bosco, quando finalmente il nostro desiderio venne esaudito. Il guardiano della foresta Celebi si era palesato ai nostri occhi, e sembrava avere un messaggio per noi, una cosa che mi inquietava ed incuriosiva allo stesso tempo. 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