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[MoonlightUmbreon] L'esperto di Eeveeluzioni


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8 minuti fa, KillerFrost ha scritto:

Neanche il trono di spade è così lungo XD

questa è la sezione della fanfiction. Se hai qualche commento, lascialo nella sezione apposita :) 

Spoiler

 

Comunque secondo me non è troppo lungo: è meglio scrivere cento parole per ogni descrizione che solo cinquanta e lasciare le cose a metà!

Inoltre se questo ti sembra lungo, cosa dici di quest'altro?

 

 

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9 minuti fa, Nevix ha scritto:

questa è la sezione della fanfiction. Se hai qualche commento, lascialo nella sezione apposita :) 

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Comunque secondo me non è troppo lungo: è meglio scrivere cento parole per ogni descrizione che solo cinquanta e lasciare le cose a metà!

Inoltre se questo ti sembra lungo, cosa dici di quest'altro?

 

 

Grazie nevix per avergli fatto presente l'errore comunque attendo il tuo commento nella sezione apposita:D

2121480280_raidensadintherain.jpg.81570172ac2cdc813893930f25255448.jpg636287614_raidensensualmovements.png.35818f7f3f0d6120437f8aa2e346bde6.png1700424368_fuhuacontemplatingthenightskyfirma.jpg.7cbaf543e5a3c328c4b364624750b45e.jpg

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3 minuti fa, MoonlightUmbreon ha scritto:

Grazie nevix per avergli fatto presente l'errore comunque attendo il tuo commento nella sezione apposita:D

Non ti preoccupare: è in produzione!

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Capitolo 22: Il secondo turno della Lega Pokémon

Spoiler

 

Dopo aver passato il primo turno contro Julian adesso mi aspettava un altro scontro sul viale dei ricordi contro la mia vecchia amica Fiamma.

Sembrò un crudele gioco del destino, tutti noi eravamo diventati allenatori con lo stesso obiettivo ossia diventare campioni, ed in quel momento ci trovavamo a combattere l'uno contro l'altro per avere l'opportunità di sfidare il campione in carica e detronizzarlo.

Quelle ultime sfide che mi separavano dalla realizzazione del mio obiettivo le avrei volute affrontare con più entusiasmo, ma l'idea di dover avanzare a discapito dei miei vecchi amici non mi piaceva affatto.

Giunse finalmente il momento della sfida, ed io mi trovai di fronte alla mia più cara amica.

<<Eccoci qui Kevin, entrambi a lottare per il nostro sogno, peccato che solo per uno di noi si realizzerà>> la voce di Fiamma aveva una punta di tristezza, chissà se perché sentiva già come sarebbe finita o perché come me non gradiva quella situazione. 

<<Avrei decisamente voluto affrontare tutti voi, ma non in queste circostanze>> replicai io con tono costernato, a cui lei rispose con un sorriso gentile tipico suo, era sempre stata la più assennata e generosa del gruppo.

Lei schierò per primo un Raichu ed io scelsi Jolteon per una sfida elettrizzante, ed infatti i due pokémon si osservarono con sguardo di sfida, finché il nemico esordì scavando una buca nel terreno per poi infilarcisi dentro.

Il mio alleato scrutò il terreno cercando di prevedere da dove sarebbe arrivato l'assalto, e ci riuscì fortunatamente.

Raichu non era velocissimo e, dopo essere balzato in aria, il mio compagno utilizzò un poderoso fulmine che colpì in pieno il nemico,  pur non danneggiandolo molto visto il tipo.

L'avversario non si scoraggiò e si lanciò in un attacco breccia con sorprendente velocità, fummo entrambi sconcertati dalla rapidità avversaria e per questo il mio amico subì in pieno il colpo.

Il nemico seguitò ad attaccare con un iper raggio, approfittando della vicinanza tra i due pokémon, che purtroppo colpì violentemente il mio partner.

Pur avendo subito molti danni Jolteon ora poteva approfittare della stanchezza di Raichu dopo l'iper raggio, e per questo gli ordinai di usare un fulmine a piena potenza.

Il mio obiettivo era sovraccaricare il nemico e metterlo ko.

L'attacco cominciò a mostrare i primi frutti della mia strategia, e Fiamma osservò la scena attonita, dopo che il secondo prima si era fatta beffe della mia mossa.

<<Le apparenze a volte ingannano amica mia>> dissi io in tono di scherno, a cui la mia avversaria con un sguardo truce.

Il nemico cominciava a faticare a restare in piedi, e fu allora che sfidando la sorte ordinai a Jolteon di lanciarsi in un poderoso attacco tuono. 

La mossa aveva poca precisione ma andò a segno, e dal cielo si materializzò un immenso lampo che colpì violentemente l'avversario, mandandolo ko per il sovraccarico elettrico.

<<Complimenti Kevin, mi secca ammetterlo ma sei stato geniale, vedremo se lo sarai anche con i miei prossimi compagni>> e dopo quelle parole che avevano il sapore di minaccia schierò un Golbat, mentre io imprudentemente lasciai in campo il mio ormai sfinito alleato.

Il nemico senza perdere tempo si avventò sul mio pokémon con i suoi denti velenosi, riuscendo a colpire e mettere ko il mio compagno senza alcuna possibilità di replica.

Un esito già scritto, poiché il mio fidato amico era ormai allo stremo delle forze dopo la prima sfida.

Ero certo che fosse sciocco tenere lui, ma speravo di poter avere più tempo per studiare il nuovo avversario ed elaborare preventivamente una strategia efficace, ma avrei dovuto improvvisare come al solito.

Decisi di schierare Flareon e senza perdere tempo gli ordinai di usare turbofuoco, il turbine di fiamme fu però agevolmente evitato da Golbat sotto lo sguardo compiaciuto di Fiamma, e l'avversario replicò all'istante con supersuono.

L'orribile stridio confuse il mio pokémon, che seguitava ad attaccare un muro in preda alla confusione.

Il pipistrello ovviamente sfruttò al massimo la ghiotta occasione e lanciò micidiali folate di vento tagliente, che ferirono a ripetizione il mio amico, mentre quest'ultimo sembrava totalmente incapace di soverchiare lo stato confusionale.

Uno sguardo preoccupato apparve sul mio viso, e il mio nervosismo fu notato dall'avversaria.

Forse potevo sfruttare anche questo a mio favore, instillando nello sfidante un falso senso di sicurezza.

Ordinai a Flareon di guardarmi attentamente, era in preda al panico e dovevo trovare un modo di aiutarlo.

Lui mi osservò attentamente e con lo sguardo gli trasmisi piena fiducia, questo lo aiutò perlomeno a calmarsi.

Gli ordinai poi di usare lanciafiamme e, pur con enorme difficoltà, per la prima volta vinse la confusione, riuscendo a colpire il nemico mentre aveva la guardia abbassata.

<<Mai essere troppo sicuri in una lotta amica mia, porta a commettere delle imprudenze.>> dissi io con sorriso beffardo, e stavolta fu lei a fare una smorfia di preoccupazione.

Il mio compagno era ormai libero dalla confusione, perciò gli ordinai di usare riduttore e lui,  sfruttando una superficie solida, si proiettò a grande velocità contro il fastidioso pipistrello centrandolo in pieno, per poi finirlo con un altro lanciafiamme.

Fiamma sembrava in difficoltà e schierò stavolta un Primeape,  pokémon rinomato per il suo carattere irascibile ed impulsivo.

Quest'ultimo difatti non perse tempo, lanciandosi all'offensiva menando violentemente i pugni, attacchi che il mio amico faticò a schivare date le ferite subite in precedenza, e che lo portarono a finire esausto appena dopo aver usato un debole rogodenti.

Optai per Vaporeon stavolta, sarebbe stata una sfida alla pari sulla terraferma. 

Il nemico tentò di lanciarsi all'assalto similmente a quanto fatto con Flareon, ma stavolta il mio compagno era fresco come una rosa e perciò non ebbe difficoltà a schivare gli assalti nemici.

Io comandai poi di replicare con un potentissimo idropompa, che travolse Primeape e lo scaraventò contro una ringhiera a bordo campo.

Il mio amico seguitò ad assaltarlo con raggiaurora fino a che l'avversario finì ko.

Ora a Fiamma restava un solo alleato, il suo starter, ed ero certo che sarebbe stata la sfida più impegnativa.

Lei schierò infatti Venusaur, ma il suo sguardo più che sicurezza tradì invece una certa preoccupazione, e la battaglia cominciò con un foglielama dell'avversario.

Un turbine di foglie affilatissime fu scagliato contro il mio pokémon, ed io gli ordinai di usare idropompa in modo da respingerle.

Le mosse acqua di Vaporeon sarebbero state del tutto inefficaci contro il nemico, ed il solo raggiaurora non sarebbe bastato contro un avversario di quel calibro.

Optai per una ritirata strategica e schierai invece Umbreon, ma il nemico non perse tempo e sferrò un attacco con le liane che il mio amico cercò di evitare.

Sfortunatamente, dopo alcune schivate di successo, una liana finì per colpirlo senza fare però eccessivamente male. 

Quindi passammo all'offensiva con un morso diversivo che l'avversario non poté evitare data la sua mole.

Approfittando della vicinanza con l'avversario feci usare al mio compagno lo stordiraggio, che riuscii nell'intendo di confondere.

Purtroppo a causa delle precedenti offensive dell'avversario non mi ero accorto che il grosso fiore di Venusaur stava assorbendo energia, e approfittando a sua volta della vicinanza, Fiamma ordinò al suo pokémon di usare solarraggio.

Umbreon non ebbe alcuna possibilità di evitare quel poderoso attacco, e finì scaraventato contro un muro della tribuna a bordo campo, con una tale violenza da incrinarlo.

Il mio compagno faticava a stare in piedi quando improvvisamente emise una specie di guaito, e fu così che si materializzò una specie di luna dalla quale vennero emanate delle specie di scintille che parvero avere un effetto curativo su di lui.

Era sul punto di imparare di lucelunare, ma era per me difficile scegliere quale mossa sacrificare.

In quel genere di lotte una mossa di tipo curativo era ottima, ma il set del mio partner era completo già com'era.

A malincuore sacrificai l'attacco morso, che usavo sempre meno.

Fiamma fu sconvolta, come me del resto, ma ora avevo un'altra possibilità.

Senza perdere tempo chiesi al mio amico di usare un doppioteam al fine di poter elaborare una strategia, ma il nemico con le liane fece presto a sbarazzarsi delle copie.

Fortunatamente volle solo essere un altro diversivo, infatti il mio compagno ne approfittò per balzare in aria e così scaglio un poderoso neropulsar, che centrò in pieno Venusaur, per fortuna la sua enorme mole non gli consentiva di effettuare schivate.

Quest'ultimo, nel tentativo di frustare il mio amico con le liane, finì invece per colpirsi da solo poiché ancora confuso.

Mentre l'avversario  era intento a frustarsi da solo sotto lo sguardo divertito della folla, il mio pokémon non perse tempo sferrando il suo più potente neropulsar, che finì per sconfiggere il potente starter di tipo erba.

Fiamma ed io ci avvicinammo per congratularci della splendida sfida. 

<<E' stata una grande lotta Kevin, complimenti adesso sei un passo più vicino alla carica di campione. Ero certa fin dall'inizio di non avere speranze contro di te, io, i nostri amici e la tua famiglia faremo il tifo per te>> nelle parole della mia amica potevo chiaramente percepire la tristezza, ma nonostante quello cercò di sforzarsi di sorridermi comunque.

Fiamma era davvero una ragazza speciale, ed io la abbracciai forte per consolarla.

<<Grazie mille, è stata davvero una bella lotta e mi dispiace che tu abbia perso questa opportunità. Fra di noi sei quella che ci teneva di più a diventare campionessa, forse anche più di me e non è facile, del resto Julian ha scoperto di volersi dedicare all'allevamento e Cedric ha sempre lottato più per divertimento che altro.

Sono tremendamente mortificato di essere stato proprio io a frantumare il tuo sogno, ma chissà un giorno potresti venire a reclamare il titolo di Campione da me, riuscendo a sconfiggermi.>> dissi io con il tono più scherzoso che potessi sfoggiare.

<<Hai ragione, magari un giorno ti soffierò il titolo e mi vendicherò di questa sconfitta. Ora però devi pensare al presente, i nemici più insidiosi devono ancora arrivare, ma tu ce la farai ne sono certa. Buona fortuna Kevin>> e così, dopo un altro caloroso abbraccio, mi apprestai a scoprire il mio prossimo avversario.

Un'idea di chi fosse già l'avevo, e quando lo scoprii non ne fui molto sorpreso.

Si trattava dell'ultimo dei miei migliori amici ossia Cedric, peraltro il più forte fra i miei tre compagni.

Mi ripromisi di fare del mio meglio, conscio del fatto che lui fosse l'ultimo ostacolo prima dei Superquattro.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 23: Lotta sul viale dei ricordi

Spoiler

 

Dopo la vittoria al secondo turno della lega ora solo un avversario si frapponeva tra me e i superquattro, ed era il mio amico d'infanzia Cedric.

Tra di noi era quello che aveva le idee meno chiare sul suo futuro, infatti come me veniva da una famiglia ricca e aveva una vita noiosa e senza stimoli prima di diventare allenatore.

Spesso e volentieri ci incontravamo alle cene dei nostri genitori con gli esponenti dell'alta società, a cui anche io troppe volte avevo dovuto presenziare.

Aveva intrapreso la vita dell'allenatore solo per sfuggire alla monotonia e alla noia di quella vita aristocratica, ma nonostante la motivazione futile era abilissimo nella lotta, una predisposizione naturale e perciò all'idea di doverlo affrontare ero ancora più determinato.

Arrivò il gran giorno della sfida e, mentre entrambi scendevamo gli scalini che ci avrebbero condotto all'arena, la folla ci acclamò con passione schierandosi in due fazioni distinte, una che parteggiava per lui e una che parteggiava per me.

<<Ed eccoci finalmente qua fratello, lo sapevo che alla fine sarebbe stata una sfida fra me e te e ne sono felicissimo>> disse Cedric con il sorriso in volto. 

<<Hai ragione tu Fiamma e Julian siete come i fratelli che non ho mai avuto, ne abbiamo passate davvero tante insieme ed eccoci qui alla fine per il titolo di campione, che vinca il migliore>> dissi io mentre lui fece un cenno di assenso.

La lotta iniziò e lui fece scendere in campo il suo primo pokémon ovvero Scyther, mentre io optai per Flareon.

Il nemico non perse tempo ed esordì con un doppioteam che fu rapidamente sventato da un turbofuoco del mio amico, forte abbastanza da spazzar via in fretta tutte le copie illusorie. 

Tutto ciò era però solo un diversivo, infatti l'avversario piombò dal cielo falciando il mio amico con un attacco lacerazione, le sue affilatissime falci fecero parecchio male al mio Flareon.

Quest'ultimo però non si scoraggiò, replicando con un turbofuoco che colpì l'avversario solo di striscio.

Il coleottero era veloce e potente, perciò dovevo trovare un modo di fermarlo.

I miei occhi si spostarono su Cedric, che era calmo ma anche molto concentrato sulla lotta, ed io dovevo pensare in fretta a cosa fare.

Ordinai a Flareon di usare un riduttore contro una piattaforma per proiettarsi verso l'alto e lui lo fece, mentre Cedric osservò la scena confuso assieme al suo compagno di battaglia.

Dopodiché comandai al mio amico di usare turbofuoco, in modo da avvolgere l'intera arena nelle fiamme e limitare i movimenti avversari il più possibile.

La strategia funzionò, con l'avversario che ora si trovava tra un muro di fiamme, infatti era accaduto tutto così in fretta che non aveva potuto portarsi al di fuori del fuoco. 

Il nemico fece per volare al di sopra delle fiamme, ma prima che potesse farlo dal nulla emerse un potente getto di fuoco, che colpì in pieno l'avversario ferendolo gravemente e mettendolo ko.

Il mio compagno aveva approfittato del fuoco per occultare la sua presenza, in modo da sferrare un'offensiva inevitabile.

Il primo avversario era andato, e Cedric guardò compiaciuto mentre si apprestava a schierare il suo secondo pokémon ovvero Electabuzz, mentre io decisi di tenere in campo Flareon sperando di avere tempo per studiare il nuovo opponente.

Nel contempo veniva estinto il fuoco residuo sul terreno dagli addetti di gara.

Il nemico esordì con un poderoso attacco fulmine, che fu agevolmente evitato ed io pensai avesse commesso una grave imprudenza ad esporsi tanto, salvo poi scoprire che il suo vero obiettivo era portare il mio pokémon a mezz'aria per poi colpirlo con un devastante tuonopugno a ripetizione.

La strategia del mio vecchio amico funzionò e il mio primo alleato finì ko.

Mi apprestai dunque a schierare Vaporeon, mentre il terreno si apriva per rivelare l'enorme vasca d'acqua.

Poteva sembrare folle trovandomi di fronte ad un tipo elettro, ma non mi spaventava l'idea di una sfida impegnativa.

L'avversario immediatamente cercò di limitare il mio accesso all'acqua, lanciando un fulmine in essa ed elettrificandola per renderla inaccessibile a Vaporeon.

Non mi aspettavo niente di meno, infatti era proprio ciò che volevo, dal momento che per attuare la sua strategia restò scoperto abbastanza da subire in pieno un potente idropompa del mio compagno, che lo scagliò contro il muro.

Approfittando della ghiotta occasione cercai di assaltarlo ancora con ulteriori getti d'acqua, tuttavia commisi una grave imprudenza dandogli la possibilità di condurre elettricità attraverso il getto d'acqua del mio alleato, che infatti fu raggiunto da una potente scarica che lo lasciò seriamente ferito mentre l'avversario si preparò ad un nuovo assalto.

La situazione era seria, infatti il mio partner non poteva entrare in acqua senza ferirsi, e non poteva nemmeno restare lì a subire il colpo di quel rapidissimo Electabuzz.

Erano momenti davvero difficili, ed un'espressione preoccupata solcò il mio viso, al contrario di Cedric che invece sembrava tranquillissimo.

In quella situazione complicata mi vennero in mente molti ricordi delle mie avventure con i miei amici. 

In particolare mi tornò in mente quando durante una vacanza assieme, facendo gli stupidi, finimmo per far infuriare uno sciame di Beedrill, che ci inseguì per circa mezz'ora prima di essere fermati dal Venusaur di mio padre. 

Proprio da quell'esperienza ricavai una strategia perfetta per quello scontro, quindi tornando alla sfida mi venne l'idea di provocare Electabuzz, perciò ordinai al mio alleato di limitarsi a schivare i colpi avversari senza replicare.

L'avversario sferrò molteplici pugni a vuoto e cominciò ad infuriarsi, mentre la sua precisione calava e Cedric osservava di nuovo il tutto con espressione dubbiosa.

Stava funzionando e il nemico perse le staffe, cominciando a dare pugni elettrificati per terra in preda all'ira mentre Cedric cercava di calmarlo. 

In quel frangente dissi al mio amico di usare idropompa sul terreno per inumidirlo, e l'avversario durante una sfuriata finì per darsi la scossa da solo.

Quest'ultimo era stordito e non avrei avuto un'altra occasione, perciò ordinai al mio pokémon di usare il suo potente idropompa, che finì per travolgere il fumantino avversario.

Il nemico finì poi nell'acqua elettrificata poco prima, andando ko a causa della sua stessa elettricità.

<<Non ci credo, ti è venuta in mente quella volta in cui fummo inseguiti dai Beedrill ed hai usato una strategia basata su quel ricordo, sei davvero incredibile Kevin.>> al complimento di Cedric replicai solo con un sorriso, ma era innegabile che sul volto del mio sfidante cominciasse a farsi largo una certa preoccupazione.

Il mio amico d'infanzia schierò dunque il suo fidato Kangaskhan, mentre io lascia il mio attuale alleato.

Avevo il vantaggio di averne già affrontato uno e di sapere all'incirca come si muovesse, ma restava tutto da vedere con Vaporeon che, pur avendo subito un singolo colpo, era parecchio in difficoltà essendo stato un colpo elettrico.

Con sorprendente velocità, data la mole, il nemico si avventò con uno stordipugno sul mio compagno, perciò ordinai al mio partner di usare un idropompa per proiettarsi a mezz'aria, nel tentativo di usarne poi un secondo dall'alto.

In caso di successo la pressione dell'acqua avrebbe schiacciato al suolo Kangaskhan, ma Cedric mi sorprese ordinando al suo pokémon di usare fulmine, una mossa sorprendente che a mezz'aria fu impossibile da schierare per il mio amico, che finì di conseguenza ko senza fare nulla.

Senza perdere tempo schierai Umbreon, con l'obiettivo di mettere ko quel maledetto bestione, e la sfida cominciò con il mio doppioteam.

La mia strategia serviva per prendere tempo, abbastanza da pensare a qualcosa che mi portasse alla vittoria, ma non servì a molto poiché con il suo fulmine l'avversario eliminò le copie velocemente.

Nell'attacco finì colpito anche Umbreon stesso, che rimase leggermente stordito.

Il nemico, approfittando della distrazione del mio pokémon, lo colpì con un violento crescipugno e gli inflisse un gran numero di danni.

Avendo a disposizione come attacco offensivo neropulsar dovevo avere modo di sfruttarlo a pieno, quindi la cosa migliore era confondere il nemico sperando si colpisse da solo più volte con lo stesso vigore che aveva sfoggiato fino a quel momento.

Perciò attesi l'assalto successivo del nemico, che stavolta mi sorprese con un terremoto.

Il suo vigoroso pugno fece tremare la terra limitando per qualche istante i movimenti del mio compagno, il necessario per avvicinarsi quel tanto da tentare un nuovo crescipugno.

Stavolta non mi feci cogliere impreparato, e attesi che l'avversario fosse vicino abbastanza da usare stordiraggio senza lasciargli scampo.

La mia pensata funzionò, e Kangaskhan, in preda alla confusione, finì per schiantarsi distruggendo un muro mentre la gente osservò la scena divertita.

Il giubilo del pubblico innervosì un pò Cedric, che non aveva mai sopportato si ridesse di lui.

Pensai fosse provvidenziale, nervosismo uguale imprudenza e avrebbe potuto essere la chiave della sua sconfitta.

Il mio amico cercò di calmarsi un istante, mentre valutava il da farsi, ed io non persi tempo approfittando del fatto che il nemico fosse rimasto incastrato fra i detriti di quel muro. 

Iniziai a bombardarlo di neropulsar a ripetizione, che l'avversario subì in pieno senza però cedere.

Il nemico riuscì a liberarsi e si avventò di nuovo sul mio compagno, stavolta dietro ordine di Cedric cercò di sollevare della terra per limitare la visuale, e fece un gran polverone.

Io però, intuendo la sua mossa, ordinai ad Umbreon di concentrarsi sull'ultima posizione di Kangaskhan per poi lanciare neropulsar, mentre il nemico scagliò un fulmine in contemporanea.

I due attacchi si scontrarono nel mezzo della tempesta di polvere, e per svariati minuti sembrò esserci totale parità, fino a quando una volta diradata la polvere non vidi il nemico a terra ko.

Il mio partner fece lo stesso pochi secondi dopo, finendo esausto a sua volta per l'affaticamento.

Ora era lo scontro finale tra Jolteon e Blastoise, anche se non era opportuno cantar vittoria troppo presto, nonostante il vantaggio di tipo.

I due pokémon erano pronti allo scontro e l'avversario non perse tempo, esordendo con un idropulsar che fu abilmente evitato dal mio amico, che si apprestava a scagliare un fulmine.

L'avversario però, non potendo evitare data la mole, si ritirò su ordine di Cedric nel guscio limitando notevolmente i danni.

Ordinai dunque al mio compagno di scagliarsi in un assalto diretto,  ma la tartaruga cominciò a far roteare il guscio a gran velocità, scagliandosi violentemente contro il mio alleato, che ricevette un buon numero di danni.

Dopo essere riemerso dal guscio Blastoise approfittò dello stordimento del mio alleato per scagliare un potente idropompa, che colpì di nuovo il mio Jolteon nonostante il tentativo di schivarlo, e la pressione dell'acqua lo schiantò contro un muro.

In quel momento pensai di ritorcere contro Cedric la sua stessa strategia di poc'anzi, e usai l'acqua dell'idropompa come conduttore di elettricità per il fulmine del mio partner, che colpì in pieno l'avversario paralizzandolo anche.

Il nemico era più vulnerabile che mai, perciò ordinai al mio alleato di usare un altro fulmine ancora più potente.

L'attacco stava per colpire l'avversario, quando Cedric gli ordinò di ritirarsi di nuovo nel guscio, non avendo alcuna possibilità di schivata.

Il fulmine andò a segno, ma io dissi a Jolteon di pompare ancora più elettricità e lui lo fece.

Alla fine, dopo un minuto circa, il nemico uscì dal guscio ormai esausto decretando così la mia vittoria.

<<E' stato un grandissimo scontro Kevin, davvero complimenti. Sono contento che sia stato tu e nessun'altro a fermare la mia avanzata verso il Campione. Tu lo meriti più di me, di Julian e di Fiamma.

In fondo io ho capito che essere Campione non era quello che volevo davvero, e ben sai che le mie motivazioni per iniziare il mio viaggio di allenatore erano assai futili, mentre tu lo volevi davvero e per questo lo meriti molto più di me. Ora fatti valere con i pezzi grossi mi raccomando, noi ti guarderemo dagli spalti>> e nel dire quelle parole Cedric indicò la tribuna dov'erano seduti anche Julian e Fiamma.

<<Grazie Cedric, ti prometto che diventerò campione>> e dopo quelle parole sul tabellone delle sfide apparve il volto di Lorelei, la prima dei superquattro.

Il nervosismo per quelle sfide era alle stelle, ma la mia motivazione era senza limiti, perciò sapevo che mi sarei fatto valere alla grande e sarei stato soddisfatto a prescindere dal risultato.


 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 24: Lotta sottozero contro Lorelei

Spoiler

 

Dopo aver superato le prime fasi della lega ora avevo ottenuto il privilegio di affrontare i più forti allenatori della regione, i Superquattro.

Loro erano l'ultimo ostacolo prima del Campione in persona, io ero agitatissimo ma fiducioso nelle mie capacità e soprattutto in quelle dei miei pokémon.

Il giorno della sfida arrivò, e scendendo i gradini che portavano all'arena vidi la prima Superquattro Lorelei, specializzata nel tipo ghiaccio, che attendeva il suo sfidante. 

Quella donna alta dai capelli rossi e con un paio di occhiali, che le conferivano un look da professoressa, mi scrutava intensamente, mentre la folla si lanciava in enormi esultanze per la lotta che stava per cominciare.

<<Dunque tu sei il ragazzo che aspettavo?>> disse lei con un tono intimidatorio, al quale non potei far altro che replicare con un semplice cenno della testa.

Quella donna emanava un'aura di forza, la sua presenza era in un certo senso imponente, perciò non ci furono troppe cerimonie e lo scontro iniziò subito dopo quella domanda.

Il suo primo alleato fu un Cloyster, mentre io decisi di schierare Jolteon. 

Il nemico iniziò l'offensiva lanciando un attacco grandine, e dal cielo annuvolato cominciarono a cadere pezzi di ghiaccio in grado di danneggiare tutti i pokémon tranne i tipi ghiaccio, mentre la temperatura si abbassò drasticamente.

Non potevo aspettarmi di meno dall'allenatrice di tipi ghiaccio più rinomata di Kanto.

Il mio amico replicò con un fulmine, la cui potenza fu smorzata dal guscio resistentissimo di Cloyster, dovevo trovare una strategia in grado di rompere le difese avversarie.

Come se non bastasse Lorelei era rinomata per essere calcolatrice e fredda durante la lotta, perciò dovevo far leva su strategie inusuali per sopraffarla.

L'avversariò passò poi all'offensiva con raggiaurora, che il mio pokémon schivò facilmente.

Proprio in quel frangente mi venne l'idea di far muovere il mio amico a zig zag, al fine di confondere il nemico e nella distrazione attaccare. 

La strategia fu produttiva e, mentre Cloyster era distratto e col guscio aperto, il mio compagno sferrò un altro fulmine che stavolta gli fece male, ma non quanto credessi.

Infatti prontamente il nemico replicò con un potentissimo idropompa, che scaraventò Jolteon contro il maxischermo che svettava sopra l'arena.

Lo schermo andò in cortocircuito e le scintille furono danno extra per il mio amico, che subiva in contemporanea anche il danno della grandine, mentre la pressione dell'acqua continuava a trattenere il mio pokémon. 

Fu in quel momento che mi ricordai del trucchetto usato contro Cedric, perciò decisi di usare l'acqua come conduttore di elettricità come nella sfida contro di lui.

Ordinai quindi a Jolteon di usare fulmine, ed il mio attacco attraversò tutto il getto d'acqua, finendo per colpire Cloyster direttamente in bocca e mettendolo ko.

Lorelei rimase del tutto impassibile e senza esitazione mandò in campo il suo secondo pokémon ovvero Lapras.

Il mio compagno era seriamente ferito, ma l'avversario aveva altri quattro compagni dopo Cloyster, uno in più rispetto a me e quindi dovevo cercare di tirare fuori il massimo dal mio amico, pur facendomi soffrire il fatto di doverlo sfruttare in quel modo.

L'arena si aprì svelando l'enorme vasca d'acqua abituale in cui Lapras si gettò immediatamente, il mio pensiero fu quello di usare di nuovo l'acqua come conduttore, ma di certo Lorelei non era stupida e perciò non me lo avrebbe permesso di nuovo.

Il nemico si lanciò all'assalto con un potente geloraggio, che congelò una buona parte del terreno di lotta prima di colpire Jolteon, che cercò invano di evitarlo.

Per fortuna il mio alleato non fu congelato, ma il terreno lo era e questo non facilitava un avvicinamento, pareva quasi che Lorelei si fosse creata uno scudo di ghiaccio e nel mentre il mio pokémon subiva di nuovo gli effetti della grandine.

L'atmosfera era gelida a causa della grandine, ed io non mi capacitavo di come quella donna non avvertisse il freddo pur indossando una gonna.

Il mio primo alleato era quasi al limite e perciò dovevo trovare un modo di farlo uscire di scena col botto, mettendo ko il nemico o perlomeno facendogli molto male in modo da non rendere vano il suo sacrificio.

Gli ordinai quindi di scavalcare quell'imponente muraglia ghiacciata usando la sua grande velocità, ed una volta fatto per la prima volta sul volto di Lorelei apparve un ghigno, infatti con enorme sorpresa a mezz'aria il mio pokémon fu colpito da un corposcontro nemico che fece molto male. 

Lapras aveva fatto un balzo incredibile fuori dall'acqua per colpire il mio amico, e decisi di approfittare del contatto pelle a pelle per far usare a Jolteon un fulmine, che produsse l'effetto sperato scaraventando violentemente Lapras contro le enormi stalattiti da lui create con il geloraggio di prima.

La mia avversaria fu per la prima volta scossa dalla sua freddezza, mostrando un'espressione quasi di preoccupazione.

Il mio pokémon era ormai al limite e non aveva le forze per scagliare un ulteriore fulmine, perciò gli ordinai di elettrizzare il pelo in modo da usare una variante molto economica del locomovolt, mossa esclusiva della famiglia evolutiva di Pikachu.

La grande velocità del mio compagno, unita al suo grande potenziale offensivo con le mosse elettriche, potevano essere la mia chance per portare a casa la seconda vittoria.

Così il mio partner sfruttò una sporgenza di ghiaccio per lanciarsi in un ultimo disperato assalto fisico, con una velocità tale da impedire all'avversario qualsivoglia schivata, ma i danni inflitti non furono sufficienti e il nemico replicò con un potente geloraggio che mise il mio amico ko.

Tuttavia poco dopo anche Lapras crollò a terra esausto, a quanto pare i miei attacchi avevano prodotto un effetto ritardato.

In un istante io e Lorelei eravamo pari con 3 pokémon a testa, se non altro ora poteva dirsi davvero una lotta ad armi pari.

La donna mandò in campo una creatura che io non avevo mai visto prima, un grande orso dal pelo bianco con quella che sembrava una barba fatta di cristalli di ghiaccio sotto il mento, mentre io schierai Vaporeon.

Il nemico si affrettò a congelare l'acqua per precludermi l'accesso ad essa, probabilmente immaginava che il mio alleato in acqua sarebbe stato fortissimo. 

Io però non mi rassegnai e pensai che scaraventando l'avversario contro il ghiaccio avrei potuto aprirmi un nuovo varco, ma nel mentre "ruppi il ghiaccio" con un potente idropompa.

Il nemico lo schivò con sorprendente agilità e richiamò la grandine un'altra volta, poiché la precedente era terminata, per poi avventarsi sul mio compagno con un attacco troppoforte, che lo colpì in pieno facendogli molto male.

La potente mossa aveva però affaticato l'avversario, che ora era vulnerabile, perciò con grande rapidità lo colpii con un potente idropompa, che lo scaraventò contro il ghiaccio come volevo. 

Data la mole del nemico si creò una crepa nel ghiaccio, che divenne più grande sino a rompere del tutto lo strato di gelo creato, perciò in fretta ordinai al mio pokémon di tuffarsi.

Lorelei però sorrise come se avessi fatto il suo gioco, e ricongelò in fretta l'acqua mentre il mio partner era immerso.

Compresi quindi le sue intenzioni, voleva intrappolare il mio compagno nell'acqua per poi far tuffare anche il suo pokémon, che prevedevo avesse grandi doti da nuotatore in modo da dare il via ad una lotta subacquea.

Sfruttando un piccolo spazio ancora non congelato Beartic, questo il nome del mio opponente, si tuffò in acqua per poi congelare subito dopo quel piccolo punto d'accesso che aveva sfruttato, in modo da eliminare ogni via di fuga. 

Attraverso uno speciale meccanismo avremmo dovuto spostarci sott'acqua, per poter continuare la sfida, ma prima che le nostre pedane si muovessero il terreno iniziò a vibrare.

Sia io che la mia avversaria non capimmo cosa fossero quelle vibrazioni, quando notammo che il ghiaccio si stava cominciando a frantumare.

All'improvviso un'enorme onda con violenza riportò in superficie entrambi i nostri compagni, allagando l'intera arena sotto gli occhi increduli della folla, che gridava estasiata.

Vaporeon aveva usato surf come gli avevo ordinato prima di tuffarsi, tuttavia lo avevo ordinato solo con lo sguardo al mio partner, anche se credevo che l'essere rimasto intrappolato sott'acqua avesse fatto sfumare il piano. 

Ordinai poi al mio amico di usare idropompa, a cui il nemico replicò con un iper raggio. 

I due attacchi collisero e mantennero l'equilibrio per alcuni secondi, prima di esplodere generando molta polvere, che cercai di sfruttare a mio vantaggio.

L'avversario aveva azzardato con un attacco potente come iper raggio, infatti era provato dall'attacco e fu totalmente colto di sorpresa dal mio pokémon, che da vicino lo colpì con idropompa scaraventandolo questa volta contro le mura degli spalti.

Beartic era ormai alle strette, quindi ritenni che un raggiaurora fosse ormai sufficiente per sconfiggere l'avversario, ma commisi un errore di valutazione.

Il mio attacco fece sì male al nemico, ma il mio compagno rimase scoperto per qualche secondo, dando all'avversario la possibilità di sferrare un ultimo iper raggio, che finì il mio compagno già estremamente provato dalla lotta e ferito peraltro dalla grandine.

Non persi tempo e chiamai Flareon, che finì con un semplice rogodenti il grosso orso, ormai allo stremo delle forze. 

Lorelei rapidamente chiamò Jynx, la quale si lanciò all'attacco con un potente psichico.

Con un'enorme forza psichica il mio amico fu scagliato dall'altro lato dell'arena, senza alcuna possibilità di reagire.

Sul volto della mia avversaria apparve un'espressione indecifrabile, a metà fra preoccupazione e divertimento, ma non persi tempo e tornai alla battaglia.

Ordinai al mio pokémon di avventarsi a gran velocità sul nemico con riduttore, sfruttando ancora qualche sporgenza di ghiaccio rimasta dallo scontro con Lapras per darsi una spinta maggiore, e la mia strategia funzionò. 

L'avversario non ebbe nemmeno il tempo di usare nuovamente i suoi poteri psichici, e fu colpito in pieno dal mio riduttore, che fece un buon numero di danni.

Flareon però si sbilanciò per qualche secondo a causa dell'attacco, e in quel breve lasso di tempo subì il micidiale demonbacio di Jynx che lo addormentò.

L'avversaria seguitò a scaraventare il mio partner da una parte all'altra dell'arena con i suoi poteri psichici, mentre non c'era alcuna reattività da parte del mio compagno a causa del sonno.

L'azione congiunta con la grandine stava facendo danni ingenti anche ad un tipo fuoco, ed urlando cercai di scuoterlo in qualche modo.

Le mie grida svegliarono il mio amico, che prontamente reagì con un turbofuoco che funse da diversivo. 

Infatti lo scopo non era colpire Jynx, ma solo distrarla per elaborare un'offensiva ben più micidiale, ma intanto il calore delle fiamme stava comunque facendo soffrire il tipo ghiaccio.

Poi gli dissi di usarlo di nuovo, questa volta contro l'avversario e riuscendo nell'impresa il nemico cominciava a soffrire, dopo aver fatto torturato il mio pokémon per quasi tutto lo scontro.

Dopo i numerosi attacchi infuocati del mio compagno ora l'avversario era letteralmente circondato da un muro di fiamme, che impediva qualsiasi manovra evasiva.

Approfittando della situazione comandai un attacco lanciafiamme, ma non avevo previsto che Jynx avrebbe utilizzato i suoi poteri psichici per rivoltarmi contro la mossa.

Il potente getto di fiamme fu rimandato al mittente, facendo un buon danno al mio alleato nonostante fosse di tipo fuoco, ma la partita era comunque a mio favore.

Flareon si avventò poi sul nemico con riduttore, ma solo allo scopo di disorientarlo con la velocità, per poi colpirlo con un lanciafiamme decisivo.

La mia strategia produsse i suoi risultati e anche Jynx crollò esausta.

A Lorelei restava un ultimo alleato, ma non sembrò affatto preoccupata, anzi il suo viso sembrava dire che la vera sfida iniziasse ora.

Senza esitare mandò in campo un altra creatura a me sconosciuta, dalle sembianze palesemente femminili e che lei chiamò Froslass.

Cercai di usare gli attacchi fuoco del mio compagno, ma la velocità avversaria mi sconvolse e con un solo attacco palla ombra il mio partner fu messo al tappeto.

Era prevedibile, dato che era uscito provato dal precedente scontro.

Anche a me ora restava un solo alleato, perciò senza esitare schierai Umbreon.

L'avversario divenne quasi evanescente sotto la grandine, perciò sapevo che qualunque attacco diretto non avrebbe funzionato.

Ordinai perciò al mio compagno di usare un doppioteam per confondere l'avversario, ma quest'ultimo con una potentissima bora spazzò via tutti i cloni illusori, colpendo anche il vero Umbreon nel mentre.

Per fortuna non era stato congelato, ma l'attacco aveva comunque fatto male.

Avevo solo un modo per assicurarmi la vittoria contro lo sfuggente avversario, ed era quello di confonderlo prima per poi attaccare con neropulsar.

Tuttavia un nemico tanto elusivo non mi era mai capitato prima, e le sue caratteristiche mi suggerirono che fosse anche di tipo spettro, solo così si spiegavano le sue movenze quasi evanescenti.

L'avversario continuò i suoi assalti con delle schegge di ghiaccio, che il mio amico schivò senza problemi, per poi essere nuovamente colpito da una lieve folata di ventogelato che ridusse anche la sua velocità.

Tentai un disperato neropulsar, ma come avevo previsto fu evitato senza alcuna difficoltà.

Avevo un'idea, ma prima dovevo portare il mio avversario a congelare nuovamente il terreno, dopo che tutte le sporgenze di ghiaccio erano state distrutte durante le sfide precedenti.

Cercai di provocare l'avversario e di indurre Lorelei a fare il mio gioco, perciò cominciai a far schivare solamente ad Umbreon senza mai attaccare, mentre l'avversario usava in successione tutte le sue mosse: geloscheggia, ventogelato e palla ombra.

Sembrò voler limitare l'utilizzo di bora, forse perché lo esponeva troppo in caso di schivata, ma alla fine Lorelei, presa dal nervosismo, ordinò a Froslass di usare bora.

Stavolta Umbreon riuscì a schivarlo, e nel mentre il terreno si era congelato creando anche qualche piccola sporgenza di ghiaccio come volevo.

La grande umidità dell'aria fece apparire all'improvviso la nebbia, ed era esattamente quello che speravo accadesse.

I nostri pokémon furono entrambi avvolti dalla foschia, e tutto ciò che avevo fatto prima era dettato per l'appunto dalla speranza che l'aria raggiungesse un livello di umidità tale da far comparire la nebbia.

Ora cominciava il mio gioco, infatti mi avvalsi delle piccole sporgenze di ghiaccio per fare dei piccoli giochi di luce, portando il nemico ad attaccare a caso, ingannato dal riflesso di Umbreon sul ghiaccio.

Fu facile creare quelle illusioni, grazie anche all'abilità speciale di Umbreon di illuminare i cerchi sul suo corpo.

Froslass continuò ad attaccare a vuoto, fino a quando fu colto di sorpresa e confuso con stordiraggio. 

Lo sfuggente avversario fu poi colpito con un potentissimo neropulsar, caricato alla massima potenza, che portò alla sconfitta di Lorelei.

<<Complimenti, hai lottato in maniera incredibile e dimostrato una grande capacità tattica, continua così e arriverai a fronteggiare il Campione.>> disse lei con aria soddisfatta,fu la prima volta che la vidi abbandonare quell'atteggiamento rigido tenuto fino ad allora. 

<<Grazie mille Lorelei, è stata una lotta incredibile e prometto che mi impegnerò al massimo anche nelle prossime sfide>> replicai io con un tono sia soddisfatto che carico di entusiasmo.

<<Lo spero bene, gli altri Superquattro sono tutti più forti di me, per cui dovrai dare il 300% per superarli. Senza considerare l'ostacolo più grande ovvero il Campione, il cammino per la gloria è costellato di ostacoli e te ne accorgerai>> dopo queste parole Lorelei si congedò educatamente da me con una stretta di mano, mentre la folla in visibilio mi celebrava fragorosamente.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 25: Scontro furioso con il maestro della lotta Bruno

Spoiler

 

Dopo la mia vittoria contro Lorelei ora mi aspettava un'altra sfida con Bruno, il secondo Superquattro.

Conoscevo molto bene quei quattro allenatori, li avevo studiati a fondo per prepararmi al meglio e sapevo che Bruno era l'esatto opposto di Lorelei.

La seconda era fredda e calcolatrice nella lotta, il primo invece era impulsivo e pensai che questa sua caratteristica mi sarebbe tornata utile durante la sfida.

L'indomani della mia prima battaglia verso la gloria mi ritrovai a scendere di nuovo le consuete gradinate, ormai quei piccoli passi verso il campo di lotta erano diventati un'abitudine, ma ogni volta era sempre più emozionante, il tutto mentre la folla inneggiava il mio nome.

In pochi istanti mi ritrovai nell'arena, di fronte a me un uomo molto alto a torso nudo con capelli lunghi.

<<Bene ragazzo sono io il tuo avversario, nonostante la giovane età ho sentito grandi cose su di te, quindi sento sarà una lotta incredibile" disse Bruno mentre io, intimidito dall'imponente presenza, mi limitai ad accennare un timido sorriso.

Era più forte di me, ogni volta che stavo in presenza di un Superquattro mi ammutolivo, era già capitato pure con Lorelei, anche se stavolta quel senso di soggezione era accentuato dall'enorme stazza del mio avversario.

Lui mandò in campo un Hitmonchan, mentre io optai per Flareon come primo alleato.

La mia scelta era prevalentemente strategica, in quanto il mio pokémon era in grado di infliggere lo status della scottatura attraverso i suoi potenti attacchi fuoco, che risultava particolarmente efficace contro gli attaccanti fisici riducendo la loro potenza offensiva della metà circa.

Con una velocità disarmante l'avversario, che lasciò sia me che il mio amico spiazzati, si avventò con una rapidissima scarica di pugni che fecero un gran male al mio amico

Ero sorpreso dalla grande velocità del nemico, ma la cosa non mi toccò particolarmente dopo l'iniziale stupore, perciò mandai Flareon alla contro offensiva con un turbofuoco che fu abilmente evitato dall'avversario. 

Tuttavia non potei trattenere un lieve sorriso, notato da Bruno, che tradì il mio reale proposito ossia quello di incendiare il campo di battaglia lasciando così al mio sfidante poco spazio di movimento.

La mia strategia funzionò ed ora Hitmonchan era come un topo in trappola, in balia del mio pokémon, che infatti si lanciò in un potente lanciafiamme che l'avversario non ebbe il tempo di scorgere nel fuoco che attanagliava l'intera arena.

Flareon seguitò ad attaccarlo con un riduttore stavolta e, sebbene lo colpì, commise l'errore di avvicinarsi troppo, permettendo ad Hitmonchan di lanciare uno stramontante che scaraventò in aria il mio compagno con violenza.

Avevo commesso un errore enorme nell'esporre il mio partner ad un attacco ravvicinato del nemico, tuttavia dall'alto la prospettiva era perfetta.

Il mio fedele amico si riprese tutto sommato in fretta dal vigoroso montante dell'avversario, e pertanto ordinai di usare un altro turbofuoco, approfittando del fatto che il nemico non avesse grandi possibilità di schivata.

Una meravigliosa spirale di fuoco avvolse l'avversario, richiudendosi gradualmente in una specie di cupola infuocata che perdurò per qualche secondo, e quando le fiamme si dissiparono il nemico era esausto.

Bruno schierò immediatamente il suo secondo compagno ossia Hitmonlee, avevo appena battuto il tirapugni ed era il momento del tiratore di calci.

Le fiamme rimaste sul terreno cominciarono ad affievolirsi, dando all'avversario di nuovo un buono spazio di manovra.

Lasciai in campo il mio tipo fuoco, ma fu una decisione totalmente sbagliata, poiché Hitmonlee a velocità incredibile colpì il mio pokémon con un potentissimo calciorullo, che fece tentennare il mio amico.

Quella finestra d'azione diede la possibilità al tiracalci di utilizzare un altro attacco, ed un poderoso megacalcio mise ko il mio primo alleato.

Decisi di schierare Jolteon, ed il lottatore non perse tempo avventandosi da distanza ravvicinata con un potente calciosalto, in modo da lasciarmi pochissime possibilità di schivata. 

Tuttavia sapevo che se l'attacco avversario fosse fallito il nemico avrebbe subito ingenti danni, per cui ordinai al mio compagno di stare fermo.

Bruno fece un'espressione di confusione, mentre io ordinai al mio amico di schivare l'attacco solo all'ultimo secondo, avvalendosi di una sporgenza vicina.

Così facendo Hitmonlee si schiantò rovinosamente contro le mura degli spalti, sfondandole grazie al suo poderoso calcio.

Senza perdere tempo ordinai al mio partner di usare un fulmine, approfittando del fatto che l'avversario fosse ancora stordito dallo schianto, e l'attacco infatti andò a segno facendo moltissimi danni al tiratore di calci. 

Come ogni pokémon di tipo lotta le sue difese contro gli attacchi speciali non erano proprio il massimo.

Pensai fosse quasi finita e perciò ordinai a Jolteon di sferrare quello che credevo sarebbe stato il colpo decisivo, ma rimasi esterrefatto quando Hitmonlee non solo schivò il mio colpo, ma riuscì anche a far leva sull'affaticamento fisico del mio compagno dopo due fulmini consecutivi, sferrando con successo stavolta il suo poderoso calciosalto.

L'attacco inflisse moltissimi danni al mio pokémon, ma non ci demoralizzammo, lo scontro era lontano dall'esser finito e difatti il mio tipo elettro a fatica si lanciò in un assalto diretto.

Il nemico evitò abilmente l'attacco di Jolteon, e si apprestò ad eseguire calciorullo, quando io ordinai al mio alleato di usare di nuovo fulmine.

Bruno rimase sorpreso dalla ripetizione di quella mossa, e la sua espressione tradì una certa perplessità sulla mia scelta.

Il calcio di Hitmonlee riuscì purtroppo ad andare a segno, poiché le scariche elettriche del mio partner, dato il suo affaticamento, non erano molto forti da tenere a distanza il lottatore.

Il contatto con il calcio avversario fu però provvidenziale, poiché in quel modo subì la lieve scarica elettrica del mio stremato alleato, che fu sufficiente a finirlo e così entrambi i nostri compagni andarono al tappeto contemporaneamente.

La lotta era in parità al momento, con due pokémon a testa fuori gioco, ma lui purtroppo ne aveva ancora tre da schierare mentre io solo due.

Bruno schierò un Machamp, mentre io mandai in campo Umbreon.

Ero ben consapevole dello svantaggio di tipo, mi ero a lungo documentato sulle debolezze del tipo buio, ma non potevo permettermi di perdere un alleato prezioso come Vaporeon.

Ordinai al mio compagno di usare un neropulsar, che fece danni quasi nulli al lottatore avversario, mentre lui di contro me ne fece parecchi con il suo attacco vendetta.

Non so come ma il mio amico resse il primo ed unico colpo lanciato dal nemico, anche se mi chiedevo come avrei mai potuto battere un avversario contro cui palesemente non avevo armi efficaci.

Dovevo sfruttare il mio compagno fino alla fine, o Vaporeon si sarebbe trovato solo contro ben tre nemici.

Bruno osservava attentamente il mio volto, che tradiva una seria preoccupazione, e perciò continuò la sua offensiva con gran sicurezza conscio della mia situazione di difficoltà. 

L'unico modo per riuscire a danneggiare il nemico era confonderlo, perciò ordinai al mio pokémon di usare doppioteam, che distrasse l'avversario il tempo necessario per coglierlo di sorpresa con stordiraggio, che fortunatamente riuscì a confondere Machamp.

Poi ordinai al mio partner di usare lucelunare per recuperare un po' le forze e durare più a lungo, mentre l'avversario si colpì da solo ripetute volte a causa della confusione.

Questo risvolto totalmente dettato dalla fortuna cominciò a minare la sicurezza di Bruno, che prese a scaldarsi e a mostrare quel temperamento impulsivo che forse avrebbe potuto portarmi alla vittoria.

L'avversario era del tutto inerme grazie alla confusione, mentre il suo allenatore lo spronava a resistere e ad attaccare.

Intanto avevo l'occasione perfetta e perciò ordinai ad Umbreon di schierare molti neropulsar in sequenza, non facevano molto male ma in questo caso la quantità era determinante.

Dopo averne subiti almeno cinque Machamp sembrò sul punto di reagire e di uscire dallo stato confusionale, ma fortunatamente fu un falso allarme poiché finì per colpirsi da solo con un dinamipugno mettendosi al tappeto da solo.

Quello fu un colpo di fortuna grosso quanto una casa, essersi risparmiati così tanti attacchi a causa della confusione era un evento più unico che raro.

Una vittoria sul filo del rasoio, dato che Umbreon era comunque messo malissimo, ma il mio obiettivo con il prossimo pokémon avversario era solo la confusione, dovevo spianare la strada il più possibile per Vaporeon.

Bruno allora mandò in campo un lottatore che non avevo mai visto, somigliava ad una rana ma aveva una grossa sacca rossa sul collo, sembrava come una sacca velenosa e lui lo chiamò Toxicroak.

A differenza degli altri pokémon lotta poteva far leva su mosse di tipo veleno, almeno stando al suo nome, e la sacca sul collo sembrava palesemente velenosa.

I miei sospetti furono confermati quando utilizzò un attacco fangobomba, che fu evitato dal mio alleato, ora dovevo mettere in pratica la mia strategia.

Feci avvicinare il mio compagno il più possibile per poi fargli usare doppioteam.

Le copie illusorie furono spazzate via velocemente, ma per fortuna il nemico nell'atto si distrasse a sufficienza, in modo da poterlo confondere con lo stordiraggio.

Approfittai di nuovo della situazione e ordinai al mio pokémon di usare un neropulsar, che ovviamente fece quasi il solletico all'avversario.

Quest'ultimo riuscì successivamente a colpire Umbreon con un attacco vendetta, ed il mio compagno non ebbe scampo.

Ora mi restava solo Vaporeon, ed infatti lo schierai senza perdere tempo. 

Il terreno si aprì rivelando la consueta vasca d'acqua, e mai come in quel caso avrei dovuto far leva sull'affinità del mio partner con il suo elemento naturale.

Il nemico essendo più veloce cercò di sferrare un attacco senza successo, finendo per colpirsi da solo, e quindi contrattaccai io con un potente idropompa, approfittando anche dell'impaccio nei movimenti avversari dato dalla confusione.

L'attacco andò perfettamente a segno facendo molto male a Toxicroak, che fu sbalzato violentemente contro un muro.

Con grande rapidità ordinai a Vaporeon di sferrare rapidi raggiaurora in sequenza, in modo da fare danni continui e la strategia funzionò.

Puntai su una tattica di sfinimento ed alla fine ebbi la meglio anche su quell'insidiosa creatura.

Eravamo rimasti entrambi con un solo pokémon e per fortuna poteva essere uno scontro alla pari, poiché Vaporeon non aveva subito nemmeno un colpo avversario.

Bruno cominciò a tradire una certa preoccupazione e difficoltà, pur cercando di sopprimere la sua indole passionale e impulsiva.

Schierò dunque il suo ultimo compagno ed anche questo non lo avevo mai visto.

Aveva un'aspetto umanoide e sorreggeva due grossi cilindri di pietra nelle sue mani, aveva inoltre uno strano naso rosso che ricordava quello dei clown.

Era il momento di sfruttare al massimo l'affinità elementale, perciò ordinai a Vaporeon di tuffarsi in acqua e usare scudo acido per dissolversi nell'acqua.

Il mio sfidante ed il suo pokémon scrutarono l'acqua nel tentativo di individuare il mio compagno, ma senza successo.

D'un tratto dalla vasca si sollevò un'enorme onda che, nonostante i tentativi avversari di fermarla, finì per travolgere il nemico trascinandolo contro un muro e premendolo con forza contro di esso.

Da ciò che rimaneva dell'onda saltò fuori Vaporeon, che seguitò ad attaccare il nemico con idropompa, approfittando del fatto che fosse ancora ferito dall'attacco precedente.

D'un tratto però l'avversario si servì dei pilastri di roccia che aveva saldamente tenuto in mano fino a quel momento.

Li avvicinò in modo da improvvisare uno scudo, di cui si servì per schermare gli attacchi del mio pokémon, permettendogli nel contempo di iniziare la sua offensiva. Il nemico si mise a scagliare i detriti del muro contro cui aveva sbattuto con forza immane, e con una velocità tale da non permettere alcuna schivata al mio compagno. 

L'avversario poi seguitò ad attaccare con un potentissimo martelpugno, che schiacciò violentemente al suolo il mio Vaporeon, creando anche delle crepe nel terreno a causa dell'enorme potenza del pugno.

Il martelpugno nemico però ridusse la già bassa velocità avversaria, ed infatti il secondo colpo che cercò di sferrare fu molto più lento del precedente, dando modo al mio amico di evitarlo. 

Spostandosi di lato Vaporeon evitò il micidiale colpo e, pur con poche forze, si risollevò e sferrò un idropompa che il nemico non poté evitare a causa dell'enorme affaticamento.

Così il potentissimo getto d'acqua scagliò di nuovo l'avversario contro un muro, e poi con alcuni raggiaurora il mio pokémon riuscì a mettere al tappeto l'ultimo avversario, sotto gli occhi increduli di Bruno mentre la folla applaudiva fragorosamente.

Ci avvicinammo l'uno all'altro e ci stringemmo la mano in segno di sportività.

<<Bravo ragazzo, è stata veramente una grande lotta, ora ti aspettano altre due sfide prima della più difficile contro il Campione>> disse Bruno con aria soddisfatta più che frustrata.

<<Grazie mille, è stata davvero una grande sfida, e senza quei grossi colpi di fortuna non so se ce l'avrei fatta>> dissi io in tono quasi scherzoso, a cui il mio sfidante replicò con una sonora risata.

Dopodiché, senza ulteriori parole, ci congedammo sotto gli applausi fragorosi della folla.

Ero ormai a metà della mia scalata verso il Campione, ma sentivo che la strada era ancora più in salita da quel momento in avanti.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 26: Lotta contro la maestra degli spettri Agatha

Spoiler

 

Dopo la mia vittoria contro Bruno ora solo altri due Superquattro mi separavano dal Campione, ed io ero più determinato che mai.

La lotta contro la terza Superquattro Agatha, specializzata nel tipo spettro, si sarebbe svolta di notte e oramai mancava solo mezz'ora al fatidico incontro.

Mentre passeggiavo per i negozietti accanto alla lega udii una voce familiare.

<<Ciao Kevin come va? E' da un po' che non ci vediamo>> mi voltai e vidi lei...Sabrina la capopalestra.

<<Sabrina che ci fai qui?>> domandai io sorpreso, ancora incredulo di trovarmi di fronte a quella ragazza.

Sembrava così diversa dal normale, molto meno fredda e più gioviale, una compagnia sicuramente piacevole. 

<<Beh avevo delle faccende da sbrigare da queste parti, quindi ho pensato di fermarmi un po' di più ed assistere al tuo scontro con Agatha.

Ero certa che saresti arrivato fino a qui, il tuo cammino sento che sarà costellato dalla grandezza.>> incalzò lei, le sue ultime parole mi facevano molto piacere anche se avevano il sapore quasi di una profezia.

<<Non sono sola a dire il vero>> e così indicò qualche passo indietro due figure familiari...erano i miei genitori.

Io gli corsi incontro e mi strinsi in un caloroso abbraccio a tre, mentre esternai la mia incredulità sul fatto che loro fossero lì con me in quel momento. 

<<Beh non potevamo perderci la lotta di nostro figlio contro un Superquattro, fortunatamente i nostri impegni ci hanno permesso di essere qui stasera per te ed ho un piccolo regalo, Sabrina ci ha fornito la vecchia versione e noi abbiamo potuto lavorare sulla mt, ora anche questa è ad utilizzo illimitato, per cui potrai usarla quante volte vuoi>> e mi porse la mt che conteneva psichico.

Ringraziai mio padre e mi apprestai ad insegnarla ad Umbreon, poichè aveva solo neropulsar come mossa offensiva e psichico era una mossa temibile che avrebbe fatto molto comodo, soprattutto in caso di battaglia con i tipo lotta.

Fu una scelta ardua su quale mossa fargli dimenticare, ma alla fine optai per il doppioteam, che era diventata ormai inefficace il più delle volte.

Il tempo passò in fretta in compagnia e giunse il momento dello scontro, ero agitato all'idea di lottare di fronte ai miei genitori, ma quel timore in un qualche modo mi spronò a dare il meglio di me. 

Scesi i consueti gradini che conducevano all'arena, mentre ad aspettarmi c'era una donna anziana con un'aria affabile e nel contempo temibile.

<<Dunque ragazzo hai sbaragliato due miei colleghi, sei in gamba vediamo come te la cavi contro di me. Sono curiosa di vedere se sei degno della gloria che ti attende>> disse Agatha in tono di sfida.

<<E' mia intenzione dimostrare a tutti di avere la stoffa del Campione, farò del mio meglio questo è sicuro>> replicai io in tono deciso.

Ci posizionammo ai lati opposti dell'arena, mentre i miei genitori facevano il tifo per me.

Averli lì mi motivava ancora più del solito, perciò promisi a me stesso che avrei offerto loro un grande spettacolo.

Lei schierò per primo un Gengar mentre io optai per Flareon. 

L'avversario con grande rapidità mi attaccò subito con un palla ombra talmente rapido che non diede al mio amico modo di schivare.

Un colpo che fece male, ma fortunatamente anche il mio pokémon avvertii la mia stessa motivazione, perciò senza perdersi d'animo si scagliò all'attacco con un turbofuoco che il nemico evitò in un modo incredibile, appiattendosi nelle ombre del terreno ed evitando completamente la mia offensiva.

Avrei dovuto prevederlo, infatti Gengar era noto per utilizzare questi trucchetti, quindi dovevo pensare a come fare per impedirgli del tutto l'utilizzo di questo escamotage.

Se ci fossi riuscito il nemico avrebbe perso un grande vantaggio, ed ora era più che palese il perché dello scontro in notturna.

Il più grande nemico di Gengar in quel momento era la luce, infatti se fossi riuscito ad illuminare completamente il campo l'ombra sarebbe stata ben visibile e perciò vulnerabile.

Sfortunatamente i riflettori non coprivano del tutto l'arena, perciò l'unico modo era il fuoco di Flareon, che non avrebbe illuminato ma infiammato il campo ottenendo un risultato ancora migliore. 

Difatti incendiando il terreno il nemico non avrebbe comunque potuto appiattirsi come un'ombra, altrimenti avrebbe finito per bruciare assieme al campo di battaglia. 

Così senza perdere tempo ordinai al mio amico di usare un riduttore su un muro vicino, per proiettarsi in aria sottraendosi così a qualsiasi assalto nemico.

L'avversario però non perse tempo e, sotto ordine di Agatha, iniziò a sferrare alcuni palla ombra che furono abilmente contrastati dai lanciafiamme in aria del mio pokémon. 

La collisione dei due attacchi generò molto fumo, perciò pensai che fosse il momento propizio ed ordinai al mio amico di sferrare un potente lanciafiamme, che squarciò il fumo e incendiò il campo di battaglia con una meravigliosa vampata che il pubblico osservò estasiato.

Il nemico aveva evitato l'attacco, ma almeno aveva perso il suo più grande vantaggio. 

Le fiamme erano così alte che limitavano la visuale sia di Gengar che di Agatha, perciò non persi tempo e ordinai al mio compagno di usare un lanciafiamme che squarciò il fuoco colpendo in pieno il nemico. 

L'occasione era propizia, perciò ordinai al mio partner di proseguire l'offensiva con svariati turbofuoco, che misero in seria difficoltà l'avversario fino alla sua dipartita.

Prima di lasciare la battaglia l'avversario si congedò con un ultimo potentissimo fangobomba, che scagliò violentemente il mio pokémon contro un muro mettendolo ko a sua volta.

Ero allibito, il nemico era riuscito a raccogliere ogni grammo di energia e lo aveva messo in quell'ultimo disperato attacco, aveva la mia ammirazione per questo.

<<Sono impressionata ragazzo, nonostante la giovane età hai una grande capacità tattica e me ne compiaccio. Anche se vista la tua età superiore rispetto alla media degli allenatori suppongo che non sia poi così sorprendente come cosa>> disse Agatha.

<<Anche se ho iniziato tardi il mio viaggio, di certo non me ne sono stato con le mani in mano>> risposi io con una punta di arroganza.

Con un sorriso appena accennato mandò in campo il suo secondo spettro ossia Banette, non lo avevo mai visto prima ma ne avevo sentito parlare e sapevo sarebbe stato un avversario insidioso.

Mandai Jolteon, mentre le fiamme residue sul terreno si affievolirono fino a spegnersi.

Il nemico approfittò di nuovo del terreno ormai privo di fiamme, ed attaccò stavolta estendendo la sua ombra fino al mio compagno, colpendolo in pieno. 

L'attacco per fortuna non aveva fatto grandi danni, perciò passai al contrattacco con un fulmine che fu abilmente schivato dall'avversario.

Dopo il mio primo assalto fallito lo spettro materializzò delle sinistre fiamme di colore viola, che scagliò contro il mio partner.

Quest'ultimo riuscì ad evitarne alcune, ma il nemico sembrava in grado di manipolarle a piacimento ed il mio pokémon finì per essere colpito da una di esse, venendo scottato.

Non ci voleva, l'avversario sembrava davvero rapido e quindi dovevo sfruttare l'elemento sorpresa per colpirlo.

Perciò riprendendo una mossa usata contro Lorelei ordinai al mio compagno di elettrizzare lievemente il pelo, in modo da creare un effetto simil locomovolt.

il mio partner si scagliò molto rapidamente verso lo spettro, ma Agatha non era affatto preoccupata ed anzi sorrideva. 

Il nemico schivando nuovamente utilizzò la mossa maledizione, materializzando dei misteriosi spilli che Banette utilizzò per infilzarsi da solo.

Immediatamente compresi che il suo attacco in qualche modo si era riflesso anche sul mio amico, che soffriva come fosse stato lui ad essere infilzato.

Non mi persi d'animo e ordinai a Jolteon di usare un fulmine, approfittando della guardia avversaria abbassata dopo il colpo di poco prima.

Stranamente Banette finì immediatamente ko, forse il suo attacco con gli spilli aveva avuto un prezzo molto alto da pagare, più di quanto io pensassi.  

Lo sguardo di Agatha cominciò a tradire una certa preoccupazione per l'esito della battaglia, ma non perse tempo e schierò un altro pokémon a me sconosciuto.

Questo aveva un corpo piccolo di colore viola, la cui particolarità era un grande cappello dello stesso colore, che ricordava quello dei maghi.

Jolteon soffriva della scottatura, ed inoltre dai suoi spasmi muscolari sembrava fosse stato trafitto nuovamente dagli spilli di Banette.

Con difficoltà sferrò un fulmine che fu evitato senza problemi dall'avversario, che passò al contrattacco con un neropulsar che mise subito ko il mio alleato.

Anche il mio sguardo cominciò a tradire una certa preoccupazione, poiché gli avversari che stavo affrontando si erano rivelati più insidiosi del previsto.

I miei occhi si spostarono poi sulle tribune, alla ricerca di quelli dei miei genitori e, dopo averlo incrociati e aver visto i loro sorrisi, fui immediatamente caricato di nuova determinazione.

<<Forza ragazzo, non mi dirai che ti arrendi>> mi disse Agatha con tono di scherno.

<<Giammai, lotterò fino a quando l'ultimo dei miei compagni avrà un briciolo di forza>> replicai io in tono determinato, al punto che il ghigno di Agatha si interruppe per fare posto ad uno sguardo quasi orgoglioso.

Schierai dunque il mio terzo alleato ossia Vaporeon, mentre il terreno si apriva per rivelare l'ormai consueta vasca d'acqua.

Il nemico non perse tempo e si lanciò all'attacco con ultimocanto, sapevo che quella mossa era letale, poiché all'udire quel fatal canto il mio partner sarebbe andato ko in tre turni.

Perciò ordinai al mio partner di entrare velocemente in acqua e di immergersi in profondità, per evitare che le onde sonore raggiungessero le sue orecchie.

Per fortuna l'attacco nemico fallì ed io passai al contrattacco, ordinando a Vaporeon di usare scudo acido per dissolversi proprio sotto gli occhi dei miei avversari, che osservarono increduli la scena.

Fui però colto di sorpresa a mia volta dal nemico, che scagliò un fulmine dritto dentro l'acqua ed elettrificando l'intera vasca.

Una mossa intelligente, poiché l'elettricità si sarebbe propagata in tutta l'acqua ed avrebbe colpito comunque il mio compagno, a prescindere dal vederlo o meno. Sicuramente il mio pokémon aveva incassato male il colpo, ma gli ordinai comunque di usare surf.

Un'onda gigantesca si sollevò dalla vasca d'acqua sotto gli occhi estasiati, ma nel contempo preoccupati della folla.

Nonostante fosse una mossa che avevo utilizzato più volte, il pubblico temeva ogni volta che vedeva quel muro d'acqua.

Il mio attacco travolse in pieno il nemico, scaraventandolo violentemente contro il muro che delimitava le tribune.

Non persi tempo e, sapendo che l'avversario disponeva di una mossa superefficace sul mio pokémon, ordinai a Vaporeon di usare raggiaurora a ripetizione.

I miei colpi multipli furono malamente incassati dal mio sfidante, che finì ko.

Lo sguardo di Agatha sembrò seriamente preoccupata in quel momento, quello che prima era solo un suo timore sembrò concretizzarsi sempre più.

Lei schierò il suo penultimo pokémon, anche questo a me sconosciuto, una specie di medusa di colore rosa.

L'avversario si tuffò immediatamente in acqua, da qui ebbi la conferma del suo tipo.

Era un bel problema per me, poiché Vaporeon possedeva solo mosse poco efficaci contro quello specifico nemico, mentre l'avversario aveva un'arsenale variegato tra mosse acqua e spettro. 

Dovevo trovare una strategia efficace ma non avevo nulla in mente, quindi l'unica opzione che avevo era cercare di studiarlo il più possibile e improvvisare. Una volta in acqua l'avversario non perse tempo, e scosse violentemente quelle specie di braccia che si ritrovava, generando un'onda anomala simile a quella generata dal mio compagno poc'anzi.

Per contenere l'attacco avversario ordinai anche io un secondo attacco surf, perciò le due onde generate si scontrarono violentemente, mentre gli zampilli d'acqua bagnarono l'intera platea di spettatori. 

Poco dopo la collisione il nemico sembrò avere la guardia bassa, perciò ordinai al mio pokémon di usare idropompa, per quanto fossi consapevole che non gli avrebbe fatto nulla.

L'attacco funzionò, ma purtroppo il colpo non fu particolarmente potente.

Il mio amico infatti era estremamente provato dal fulmine del precedente avversario e questo gli costò la sconfitta, dopo che il nemico passò al contrattacco con un potentissimo vento spettrale che lo mise al tappeto.

Ora mi restava solo Umbreon, e dovevo giocarmela veramente bene, dunque mi apprestai a schierarlo in campo sotto lo sguardo attento di Agatha.

Dovevo stare particolarmente attento, dato che il nemico era immerso in acqua e quindi avrebbe potuto assaltarmi in qualunque momento senza che me ne accorgessi.

La temperatura era molto bassa quella notte, non era proprio l'ideale per una lotta, se solo avessi avuto la fortuna di trovarmi di fronte un pokémon di tipo ghiaccio avrei potuto tentare il gioco di specchi usato contro il Froslass di Lorelei.

Visto che il nemico attuale continuava a restare in agguato nell'acqua in attesa di attaccarmi, ordinai ad Umbreon di tuffarsi in acqua.

Era una mossa estremamente imprudente, ma dovevo farlo per uscire dalla situazione di stallo in cui lo scontro versava.

Agatha infatti mirava a minare la mia sicurezza attraverso una sottile guerra psicologica, lasciandomi costantemente nell'incertezza di quando avrebbe potuto attaccare.

In acqua il mio pokémon fu attaccato fulmineamente dall'avversario, ma fu allora che pensai di far usare al mio compagno la sua nuova mossa psichico, per far uscire il nemico dall'acqua forzatamente e avere più possibilità di eliminarlo.

La mossa funzionò ed Umbreon fece sfoggio di grandi poteri psichici, sbalzando violentemente la medusa fuori dal'acqua e scaraventandola contro un muro delle tribune.

Agatha non perse tempo e ordinò al suo alleato di ribattere con un idropompa, che colse di sorpresa il mio partner appena uscito dall'acqua, colpendolo in pieno e scaraventandolo contro una ringhiera.

Era stato un brutto colpo, ma non persi tempo ed ordinai al mio compagno di finirla una volta per tutte attraverso una combo di attacchi.

Prima gli feci usare lo psichico per scaraventare in aria l'avversario, e poi con gran rapidità comandai un neropulsar a mezz'aria, mentre il nemico precipitava al suolo. 

Il mio colpo finale mise al tappeto anche il penultimo alleato della Superquattro.

La mia avversaria era davvero preoccupata, perciò mandò in campo la sua ultima risorsa.

L'ennesimo spettro a me sconosciuto, ma quest'ultimo era davvero particolare, una specie di sarcofago dorato con degli occhi e braccia d'ombra.

La lotta contro la specialista degli spettri si stava rivelando una fonte continua di sorprese, ma del resto era prevedibile.

A Kanto gli unici spettri erano Gastly e la sua linea evolutiva, perciò specializzarsi in quel tipo ad un livello così alto richiedeva per forza spettri di altre regioni.

Tornando alla battaglia io non persi tempo, ed ordinai al mio pokémon di usare un attacco psichico.

Prima che potesse eseguirlo Agatha però ordinò al suo spettro di usare funestovento, che sollevò un'elevata quantità di polvere, limitando di conseguenza la visuale del mio amico.

La mia avversaria aveva compreso che psichico, per quanto potente, aveva un grande limite ovvero il contatto visivo, ed ora cercava di limitarlo in ogni modo.

La visuale era seriamente compromessa e né io né il mio compagno vedevamo più l'avversario. 

Dalla polvere sbucarono delle altre fiamme viola, come quelle di Banette, che Umbreon non ebbe il tempo di schivare finendo per essere scottato.

Sempre nel mezzo della tempesta di polvere delle altre fiamme viola si materializzarono, andando a disporsi a cerchio intorno al mio pokémon e facendogli un gran male, quindi compresi che quella mossa non era la stessa di prima.

A giudicare dal grande danno che aveva fatto nonostante la poca efficacia dei colpi spettro sui tipi buio, compresi che la potenza di quella mossa si incrementava esponenzialmente in presenza di uno status.

Il nemico intanto continuava ad essere invisibile ai nostri occhi, e questo mi preoccupava moltissimo.

Umbreon sembrava molto affaticato e sapevo che se avesse continuato a subire passivamente avremmo perso.

Dovevo trovare un modo per disperdere la tempesta di polvere, o perlomeno di sfruttarla a mio vantaggio, del resto anche il nemico doveva avere difficoltà ad individuarmi.

Ordinai dunque al mio partner di sfruttare la sua capacità di generare luce attraverso i suoi cerchi, così anche nella polvere avrei potuto individuare la posizione nemica ed eventualmente attaccare di sorpresa.

La strategia si rivelò efficace e nella polvere riuscimmo a scorgere l'avversario, perciò comandai al mio compagno di usare un neropulsar sul nemico. 

L'attacco lo colpì così duramente da proiettarlo fuori dalla tempesta di polvere.

Ora che lo scontro era tornato in terreno a me congeniale mancava poco alla mia vittoria, ma dovevo comunque stare attento.

Agatha ordinò al suo alleato di usare palla ombra, ed io ebbi l'idea di usare psichico contro la sfera oscura in modo da pilotarla contro l'avversario.

Umbreon mise in pratica le mie istruzioni e la strategia funzionò perfettamente, tanto da portare alla sconfitta il nemico.

Si era praticamente sconfitto con le sue stesse mani, poiché il tipo spettro era debole contro se stesso.

La superquattro era letteralmente senza parole, ma si avvicinò a me con passo lento e deciso.

<<Complimenti davvero ragazzo, nei miei tanti anni di onorata carriera come Superquattro, poche volte mi è capitato di perdere la pazienza come in questo scontro, ciò significa che sei fra le poche persone ad avermi realmente messo in reale difficoltà. 

Congratulazioni di nuovo e fatti valere contro l'ultimo e più temibile dei Superquattro>> l'anziana donna mi porse la mano per salutarmi. 

<<Grazie mille Agatha, è stata una battaglia fantastica e ti prometto che mi farò valere contro gli ultimi due allenatori che si frappongono fra me e il titolo di Campione.>> così ricambiai la stretta di mano e, mentre la folla mi applaudiva fragorosamente, io corsi sugli spalti dai miei genitori per abbracciarli calorosamente.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 27: Lotta contro Lance, il domatore di draghi

Spoiler

 

Dopo la mia vittoria contro Agatha ora solo il temibile Lance si frapponeva fra me e il Campione.

Era l'ultimo dei Superquattro ed anche il più temibile, specializzato in uno dei tipi di pokémon più potenti in assoluto ovvero il tipo drago.

Mentre giravo fra i mercatini accanto alla lega ebbi l'idea di fermarmi da quello specializzato nella vendita di mt, sapevo infatti che le mosse dei miei pokémon non erano particolarmente efficaci contro i draghi di Lance, perciò speravo di trovare qualcosa di un po' più efficace.

La fortuna volle che fra le mt in vendita ci fosse geloraggio, la potente mossa ghiaccio che contro Lorelei ebbi modo di sperimentare più volte.

Da quello che sapevo il tipo ghiaccio era uno dei pochi tipi forti contro il tipo drago, perciò non persi tempo e la comprai subito. 

Non persi tempo ed insegnai geloraggio a Vaporeon, sovrascrivendo l'ormai superato raggiaurora, quando alle mie spalle apparve mio padre.

<<Ehilà figliolo, hai fatto un po' di acquisti per la sfida?>> chiese lui in tono curioso.

 <<Si papà, qualcosa che spero possa tornarmi utile, adesso dobbiamo andare dato che la sfida inizierà a breve>> dissi io con una voce che tradiva un senso di urgenza.

L'altoparlante mi chiamò ed io mi apprestai a scendere quelle gradinate a cui ormai ero abituato, mentre la folla intonava incitazioni da una parte per me e dall'altra per Lance.

In quel coro di voci svettarono quelle dei miei genitori, che mi infusero una bella carica.

Una volta nell'arena mi trovai dinanzi ad un uomo alto, dalla carnagione chiara e dai capelli rossi che indossava un mantello.

<<Dunque ragazzo, eccoti giunto all'ultima sfida prima del Campione, devi essere stato davvero in gamba per arrivare fino a qui, ma ora lo verificherò di persona>> disse Lance in tono solenne.

<<Sono arrivato fino a qui perché il mio desiderio è quello di diventare Campione, ed ora che ci sono vicino non sarai certo tu a porre fine al mio sogno>> replicai io in tono determinato.

Lui accennò un sorriso e poi ci posizionammo ai lati opposti del campo.

Il suo primo pokémon fu un drago che non avevo mai visto prima, bipede con una specie di corazza giallo scuro che copriva gran parte del corpo e una vistosa falce sul lato superiore della bocca.

Il suo aspetto faceva già capire quanto fosse forte, perciò io decisi di iniziare con Flareon, pur consapevole che le mosse del mio compagno non erano particolarmente efficaci. 

L'unica cosa che potevo fare in una situazione di disparità simile era puntare tutto sulla strategia e non sulla forza bruta.

L'avversario esordì pestando violentemente i piedi sul terreno, provocando una specie di terremoto, ed io ordinai al mio amico di saltare su una sporgenza vicina per evitare l'attacco, poiché si trattava di un attacco di tipo terra. 

Dopodiché lanciai il mio pokémon al contrattacco con un riduttore, bloccato senza problemi dal nemico, che invece utilizzò i suoi possenti artigli per colpire duramente il mio amico.

L'inizio era stato disastroso e la situazione sembrava poter solo peggiorare, perciò ordinai al mio partner di proiettarsi a mezz'aria utilizzando le sporgenze vicine, per poi usare turbofuoco sul terreno. 

Una bellissima spirale di fuoco avvolse il terreno, limitando la mobilità nemica.

Lo sguardo di Lance non sembrò affatto preoccupato, anzi tradiva una gran sicurezza.

<<Credi che questo basti a fermarmi? Beh allora ti sbagli>> e il suo pokémon infatti si avventò con grande velocità sul mio amico, passando attraverso le fiamme senza risentirne molto, per poi cercare di colpirlo con un potente colpo di coda che falciò il terreno provocando una crepa.

Fortunatamente il mio compagno lo evitò, e fu allora che accadde una cosa incredibile.

Flareon si avvolse in un manto di fiamme, per poi proiettarsi a velocità incredibile sull'avversario, colpendolo così violentemente da scagliarlo contro un muro nonostante la stazza nettamente superiore.

La mossa che stava cercando di imparare si chiamava fuococarica, e senza esitazione gliela insegnai al posto di rogodenti.

Il volto sicuro di Lance fu solcato per la prima volta da un'espressione di sorpresa, ed io approfittando delle basse difese avversarie ordinai al mio compagno di sparare lanciafiamme a ripetizione.

I miei attacchi ferirono il nemico, ma non moltissimo a causa di quella dura corazza che mitigava i danni .

Il drago si riprese piuttosto in fretta, e l'ennesimo lanciafiamme del mio partner fu bloccato a mani nude dal nemico che, dopo aver annullato l'attacco, scagliò un potentissimo raggio dalla bocca che assunse le sembianze di un drago.

Io ordinai a Flareon di contrastare quel raggio con un lanciafiamme, e lui si precipitò ad eseguire i miei ordini.

La collisione dei due colpi generò moltissima polvere, pensai fosse il momento giusto per attaccare di sorpresa il nemico, quindi ordinai al mio compagno di usare di nuovo fuococarica.

Il mio pokémon si lanciò all'assalto a gran velocità, ma l'avversario non fu colto di sorpresa, poiché bloccò la carica a mani nude, o almeno così credevo. 

Infatti il mio attacco fu bloccato, ma solo temporaneamente, in quanto cominciavo a vedere le gambe avversarie piegarsi in segno di stanchezza.

Dopo pochi istanti non riuscì più a trattenere il colpo, subendo in pieno il vigore della mossa del mio partner e finendo a terra.

Ancora non bastava ed io intanto vedevo anche il mio amico molto affaticato e ferito, come se avesse subito un contraccolpo, quindi compresi che quella poderosa mossa aveva una contropartita piuttosto pesante.

Decisi quindi di limitarne l'utilizzo, nonostante l'indubbia efficacia.

Entrambi i nostri alleati apparivano molto affaticati, perciò ordinai al mio pokémon di usare lanciafiamme, mentre Lance ordinò al suo compagno di usare di nuovo dragopulsar.

Stavolta i due colpi non si scontrarono, ed entrambi i nostri alleati subirono in pieno la furia dell'offensiva avversaria, finendo al tappeto contemporaneamente.

Lance cercò di mascherare la sorpresa di aver perso uno dei suoi alleati. 

<<Te l'avevo detto Lance, la determinazione a volte può portare una mosca ad abbattere un gigante>> lui si limitò a ghignare come in segno di scherno, la sua tranquillità mi preoccupava.

Egli schierò dunque il suo secondo pokémon, anche questo non lo avevo mai visto, ma sembrava un misto fra un drago ed uno squalo martello.

Io decisi di schierare Vaporeon, in modo da provare l'efficacia della sua nuova mossa.

Il terreno si aprì per svelare l'enorme vasca d'acqua, in questa sfida avrei dovuto sfruttare al massimo l'affinità elementale di Vaporeon, poiché mi trovavo davanti avversari insidiosi. 

Perciò gli ordinai subito di tuffarsi, e Lance ordinò al suo alleato di usare terremoto, nonostante il mio compagno si trovasse in acqua.

Lo scopo della sua mossa fu ben presto chiaro, infatti il tremore generato dall'offensiva avversaria fu il più forte che avessi mai sperimentato fino a quel momento.

I muri delle tribune cominciarono a creparsi per le scosse sismiche, mentre le vibrazioni furono talmente forti da intaccare anche Vaporeon, nonostante fosse in acqua.

Era come uno di quei terremoti sul fondale marino, ma per fortuna non gli fece grandi danni, forse favorito dal fatto di trovarsi nel suo elemento.

Decisi che fosse il momento di passare al contrattacco, perciò ordinai al mio compagno di usare surf, e così dalla vasca si sollevò un enorme onda anomala. 

Lo sguardo di Lance non sembrò affatto preoccupato, difatti con una calma preoccupante chiese al suo pokémon di usare dragopulsar.

Il colpo fu così potente da falciare in pieno l'onda, interrompendo bruscamente il mio attacco.

Mi trovavo dinanzi ad un pokémon che con i suoi primi due attacchi era stato in grado di ferire Vaporeon in acqua senza entrarci fisicamente, e di interrompere come nulla fosse il mio attacco surf. 

Ero veramente terrorizzato, soprattutto se pensavo che avrei dovuto affrontare altri tre draghi dopo quello.

Non era il momento dei dubbi e delle incertezze, perciò dovevo pensare ad una strategia efficace che mi consegnasse.

Il nemico si avventò con velocità impressionante sul mio compagno, nel frattempo tornato sulla terraferma, con un dragartigli.

Fu allora che pensai di sfruttare la nuova mossa di Vaporeon, e così gli ordinai di usare geloraggio per erigere un muro di ghiaccio.

Lance non si aspettava questa mossa e ne rimase sorpreso, mentre il suo drago frantumò il gelido muro senza però ferire il mio alleato.

Era il momento del contrattacco e perciò ordinai al mio amico di usare geloraggio sul nemico, e l'attacco lo colpì in pieno rivelandosi molto più efficace del previsto.

Il mio colpo fu tanto potente da scagliare violentemente a terra l'avversario, riuscendo addirittura a congelarlo.

<<Non è possibile, non ci voleva>> disse Lance, per la prima volta uscito dal suo stato di calma assoluta, mentre io mi limitavo ad osservare la scena sorridendo.

Io proseguii l'offensiva approfittando del fatto che il mio avversario fosse del tutto immobilizzato, e con un idropompa il portentoso drago finì al tappeto.

Lance cercò di rimettersi la maschera di compostezza, nonostante i suoi timori si fossero ormai palesati sul suo volto.

Il domadraghi mandò in campo il suo terzo alleato, l'ennesimo a me sconosciuto.

Questo sembrava un cavalluccio marino di colore azzurro, con una bocca a forma di cannone che non perse tempo e si tuffò in acqua.

Sarebbe stato uno scontro acquatico e ciò mi preoccupò, perché se l'avversario era in parte di tipo acqua le mosse di Vaporeon sarebbero state del tutto inefficaci.

Il che significava puntare tutto su geloraggio, non proprio il massimo doversi affidare ad un'unica mossa.

Una volta che il mio compagno entrò in acqua, l'avversario attaccò immediatamente con un colpo di coda subacqueo.

Ciò generò un'enorme tornado acquatico, che si sollevò dalla vasca e che spazzò via il mio pokémon, facendolo schiantare rovinosamente a terra dopo averlo shakerato a dovere.

Approfittando del fatto che fosse a terra inerme, il nemico seguitò ad attaccare con dragopulsar, ma il mio amico lo evitò all'ultimo secondo ribattendo con un geloraggio che ferì lievemente il drago marino.

Dovevo trovare il modo di neutralizzarlo, paradossalmente stando alla larga dall'elemento naturale del mio compagno.

L'avversario si lanciò in una nuova offensiva, stavolta con un attacco dragospiro, ed io chiesi al mio amico di usare idropompa semplicemente per neutralizzare l'attacco.

Poi ordinai a Vaporeon di erigere un altro muro di ghiaccio , per poi frantumarlo con un potente getto d'acqua. 

Le schegge di ghiaccio andarono a colpire l'avversario, facendogli abbassare la guardia, ed io ne approfittai per scagliare un secondo geloraggio che stavolta lo centrò in pieno.

<<Bravo ragazzo, una strategia davvero interessante, comincio a capire come tu abbia fatto ad arrivare fin qui. Ma tutto ciò non ti basterà>> le parole di Lance non mi toccarono poi molto, ed io scelsi di non replicare alle sue parole.

Il suo drago marino si immerse in acqua dopo le ferite ricevute, e dopo pochi secondi cominciò una specie di terremoto.

Il terreno sotto i piedi di Vaporeon si sbriciolò, e un altro tornado d'acqua ancora più grosso travolse il mio pokémon, che sembrava avvolto in una specie di mulinello da cui non riusciva a liberarsi.

I miei occhi cercarono mamma e papà, loro osservarono la scena preoccupati ed io feci altrettanto.

Dovevo trovare il modo di liberare il mio amico, e nel contempo fermare una volta per tutte il mio avversario, e così ebbi l'idea di usare la strategia di prima.

Con geloraggio feci congelare a Vaporeon l'intero tornado acquatico fino alla base, immaginando che l'origine della grossa tromba marina fosse proprio la bocca a forma di cannone del nemico.

Dopodiché feci saltare Vaporeon in aria, e con un potentissimo idropompa gli feci frantumare la grossa statua di ghiaccio, che si sgretolò in centinaia di schegge di ghiaccio che finirono per colpire e ferire il drago acquatico, anche in bocca.

In quel momento di vulnerabilità l'avversario riemerse dall'acqua ed io, approfittando del suo affaticamento, lo colpii con un nuovo attacco geloraggio che centrò in pieno il nemico.

Pensai fosse finita, ma poco prima di accasciarsi al suolo Kingdra usò un fortissimo idropompa, derivato dalle sue ultime energie residue, che non lasciò scampo al mio tipo acqua nonostante la poca efficacia della mossa.

Per la seconda volta entrambi i nostri alleati erano finiti al suolo contemporaneamente, la sfida era due contro due in perfetta parità.

<<Non pensare che la sconfitta di Vaporeon mi abbia demoralizzato, perché è tutto il contrario, la vera sfida comincia ora>> dissi io nella speranza di intimidire l'avversario.

<<Vedremo di che pasta sei fatto ragazzo, il mio prossimo pokémon mi darà un quadro più chiaro della situazione>> e dopo quelle parole schierò il primo dei suoi compagni che finalmente riconoscevo ovvero Dragonite, a cui io risposi con il mio Jolteon.

Il grosso drago esordì con un attacco pioggiadanza che richiamò le nubi e la pioggia, annuvolando il cielo che fino ad allora era terso.

Il sole splendente fino a pochi istanti prima venne occultato da nubi nere come il carbone, ed io ebbi delle brutte vibrazioni sullo scontro che stava per iniziare.

Il nemico aveva anche l'enorme vantaggio di volare, perciò l'unica cosa che potevo fare era cercare di colpirlo con gli attacchi elettrici di Jolteon, nella speranza di farlo atterrare ed avere uno scontro ad armi pari.

L'avversario piombò dal cielo in picchiata ad una velocità assurda, tanto che il mio alleato non ebbe possibilità di schivata. 

Il mio compagno fu colpito da un potente attacco oltraggio che lo scagliò contro un muro.

Il drago seguitò poi ad attaccare con un altro oltraggio, quella mossa aveva il grandissimo difetto di minare la lucidità del suo utilizzatore, al punto da spingerlo a ripetere continuamente la stessa mossa fino a farlo confondere.

Il nemico cominciava a colpire con meno precisione e fu in quel momento che Jolteon riuscì per la prima volta a schivare.

Approfittando della situazione ordinai un attacco fulmine, che fece un bel danno a Dragonite.

L'avversario placò la sua furia, sperimentando uno stato confusionale derivato dall'affaticamento. 

Ordinai al mio compagno un altro fulmine, che però fu sorprendentemente schivato nonostante la confusione.

Dragonite colpì poi con un potentissimo iper raggio, che fece danni ingenti al mio tipo elettro.

Se avessi subito anche solo un altro attacco avversario avrei perso il mio penultimo pokémon, perciò dovevo riordinare le idee. 

Ricordai la presenza della pioggia, e quindi ordinai un tuono con la consapevolezza che in presenza di pioggia la sua precisione diveniva massima.

La gigantesca folgore che piovve dal cielo colpì in pieno Dragonite, con una forza tale da schiacciarlo al suolo.

Aveva subito ingenti danni, ma non sufficienti a sconfiggerlo, perciò dovevo approfittare dello stato inerme in cui versava il drago, che doveva peraltro riprendersi dall'utilizzo di iper raggio.

Stanco e confuso, per il nemico non c'era speranza e quindi ordinai un secondo attacco tuono che fu stavolta fatale per il nemico

Lance mandò in campo il suo ultimo alleato, anche questo a me sconosciuto.

Questo avversario aveva delle fattezze simili a quelle di un dinosauro, con una folta barba bianca sotto il mento.

All'apparenza sembrava molto forte, mentre il mio tipo elettro era ormai stremato e sul punto di essere sconfitto.

Mi lanciai in un attacco fulmine suicida, che fu contrastato con una sola mano dalla possente creatura simile ad un dinosauro, che replicò con un fatale dragospiro.

Ringraziai Jolteon per il grande lavoro, e mi apprestai a schierare Umbreon, il mio ultimo compagno.

<<Non succede molto spesso che io debba schierare il mio ultimo pokémon, ma siamo alla pari. Questo scontro decide tutto e vedremo chi è il migliore>> Le parole di Lance erano verissime, quella era la resa dei conti.

Un solo nemico mi separava dalla sfida più importante della mia vita, quella con il Campione.

L'avversario esordì materializzando delle rocce intorno a sé, per poi scagliarmele contro. 

In risposta io feci usare al mio compagno un neropulsar per polverizzare le rocce, così il primo scambio di colpi si risolse in un nulla di fatto da ambo le parti.

Il drago dunque pestò forte le zampe sul terreno, e generò nuovamente delle scosse sismiche, forti abbastanza da impedire qualunque mossa di Umbreon.

Dopo quel breve terremoto il grosso nemico iniziò una carica furiosa sul mio pokémon, lenta ma impossibile da fermare nonostante i miei tentativi.

Umbreon venne quindi colpito da una potentissima zuccata, così potente da frantumare le mura che delimitavano le tribune più basse, facendo sconfinare in esse il mio compagno.

Il poveretto a stento si reggeva in piedi, mentre l'avversario aveva subito danni da contraccolpo considerevoli.

Ad Umbreon ordinai di usare lucelunare per recuperare un po' di forze, e dopo averlo fatto gli ordinai di usare un neropulsar che centrò in pieno il drago, ancora affaticato e provato dall'attacco zuccata.

Entrambi i nostri pokémon sembravano veramente provati, perciò era una questione di chi sarebbe caduto per primo.

Il grosso dinosauro cominciò a manifestare in ritardo i segni dei miei precedenti attacchi, che fino a quel momento sembravano essere stati del tutto inefficaci.  altre L'opponente materializzò di nuovo delle pietre, che scagliò nuovamente contro il mio partner. 

Stavolta ordinai a quest'ultimo di usare psichico, per ritorcere contro l''avversario il suo stesso attacco.

La mia mossa funzionò ed il nemico fu colpito dalle pietre, abbassando la guardia e dando al mio compagno la possibilità di usare stordiraggio per confonderlo.

Il drago non si scoraggiò e riuscì a colpire il mio alleato con la sua possente coda, schiantandolo violentemente a terra.

Umbreon era ormai al limite dopo i violenti colpi nemici, ma ora avevo la possibilità di attaccare e perciò dissi al mio amico di usare neropulsar.

Il nemico finì per colpirsi da solo nel tentativo di evitarlo, subendo quindi due colpi, il mio e il suo.

Anche il coriaceo opponente ormai era al limite, mentre io e Lance ci osservavamo intensamente, come se anche noi ci stessimo sfidando a chi cedeva per primo.

Un ultimo colpo neropulsar decretò infine la mia vittoria, sotto lo sguardo attonito mio e del domadraghi.

Io non riuscivo a credere di aver vinto, mentre lui non riusciva a credere di aver perso.

La folla intanto celebrava la mia vittoria, mentre l'ultimo Superquattro si avvicinò a me. 

<<Complimenti, è stata davvero una lotta incredibile, ma ora ti aspetta la sfida più impegnativa contro il Campione.

Ho potuto però constatare di persona quanto sia grande il tuo desiderio di vincere la Lega, ed è proprio sulla grande tenacia e determinazione che mi hai mostrato oggi che dovrai basare il prossimo scontro se vuoi vincere. Buona fortuna ragazzo>> Lance si sbilanciò in un sorriso, mentre mi porse la mano.

<<Grazie mille Lance, il mio desiderio e la mia determinazione sono grandi e prometto che darò il meglio di me contro il Campione.

Sono arrivato fin qui spingendomi al mio limite, ora dovrò andare oltre i miei limiti se voglio battere l'ultimo avversario, ma non ho alcuna intenzione di perdere la più grande sfida della mia vita.>> Lance annuì soddisfatto mentre mi stringeva la mano.

I miei genitori scesero di corsa dagli spalti per venire ad abbracciarmi, congratulandosi del traguardo che avevo raggiunto.

Io li abbracciai con grande vigore, pronto a ricevere da loro e dalla folla che acclamava il mio nome la carica necessaria per la sfida più impegnativa.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 28: La sfida finale contro il Campione, il cammino verso la gloria

Spoiler

 

Ora che l'ultimo dei superquattro era stato sbaragliato restava solo l'ultima e più grande sfida contro il Campione.

Cenavo con i miei genitori in un ristorante nei pressi della Lega quando l'altoparlante verso le 21.30 mi ordinò di presentarmi all'arena.

Fui sorpreso dalla convocazione serale, che arrivò piuttosto inattesa, poiché il mio piano originale era quello di godermi una serata in famiglia, per ricaricare le batterie in vista della lotta più impegnativa.

L'altoparlante mi chiamò per la seconda volta, quindi con i miei genitori presi e mi diressi di corsa allo stadio.

Giunto lì la folla prese ad intonare il mio nome, mentre io dopo aver abbracciato i miei genitori scesi i gradini che mi avrebbero condotto all'arena, sperando che quella fosse l'ultima volta.

Appena giunto al centro dell'arena attesi il mio sfidante, il misterioso Campione di cui non sapevo niente, e la curiosità si fece prepotentemente largo in me.

<<Non mi aspettavo di certo che saresti stato tu ad insidiare il mio titolo, la vita è piena di sorprese>> quella voce mi suonò familiare, da un'alta scalinata al lato opposto dell'arena vidi scendere un ragazzo giovane e non potei credere ai miei occhi...il Campione di Kanto era Blu, il nipote del professor Oak.

<<Tu? Ah l'avevi detto che ci saremmo incontrati di nuovo, ma di certo non immaginavo in queste circostanze. Devo dartene atto Blu, mi hai sorpreso, ma stavolta intendo prendermi una vittoria in piena regola.>> dissi io con tono battagliero e, dopo un fugace ghigno da parte sua, ci posizionammo ai lati opposti dell'arena senza perdere tempo in altri convenevoli.

Lui aveva sei pokémon, mentre io solo quattro e ciò significava che i miei alleati avrebbero dovuto fare gli straordinari.

Dovevo fare il massimo per far restare i miei compagni in campo il più a lungo possibile, anche se sentivo che non sarebbe stato facile.

Il suo primo alleato fu una mia vecchia conoscenza, Pidgeot, mentre io invece decisi di schierare Vaporeon.

Il terreno fece spazio, forse per l'ultima volta, alla grande vasca d'acqua da cui avrei potuto preparare la mia strategia.

Il nemico esordì con un fulmineo attacco d'ala, che il mio partner schivò per un soffio, ed io replicai con un geloraggio che il nemico evitò altrettanto abilmente. Dopo questo primo scambio di colpi ordinai al mio amico di tuffarsi in acqua e usare scudo acido.

Blu, conoscendo la grande insidiosità di Vaporeon nel suo elemento, sfruttò invece l'enorme velocità in volo del suo Pidgeot per impedirgli l'ingresso in acqua con un altro rapidissimo attacco d'ala, che stavolta colpì il mio alleato scaraventandolo a terra.

Il grosso volatile infierì ulteriormente sul mio pokémon afferrandolo con le poderose zampe, con l'obiettivo di trascinarlo in aria e farlo cadere rovinosamente a terra.

Vaporeon fu poi lanciato da un'altezza notevole, ma per fortuna riprese i sensi prima di impattare con il terreno dell'arena.

Il suolo era sempre più vicino, e così ebbi l'idea di usare geloraggio durante la caduta proprio verso la vasca d'acqua, che stava giusto di fianco al punto di impatto, in modo da fare due cose in una ossia evitare la collisione con il suolo ed entrare in acqua.

Il gelido raggio congelò l'acqua e gradualmente portò alla costruzione di uno scivolo ghiacciato, su cui il mio pokémon atterrò dolcemente e che lo condusse in pochi secondi nella grande vasca.

Blu sembrò sia sorpreso che compiaciuto di questa mossa, ed osservò la scena con un sorriso.

Ora avevo un vantaggio e perciò ordinai al mio compagno di usare scudo acido, mentre il nemico temerariamente si tuffò in acqua per recuperare in fretta il mio amico, ma fece esattamente il mio gioco.

Dal mio sfidante mi aspettavo una mossa tanto sconsiderata, perciò ordinai al mio partner un attacco surf, approfittando del fatto che l'avversario fosse proprio in acqua. 

Un'onda anomala si sollevò dalla vasca e in pochi secondi finì contro gli spalti, schiantando nel contempo il nemico contro di essi, poiché l'onda aveva trascinato con la sua grande impetuosità anche il grosso volatile.

Vaporeon balzò fuori dall'acqua sotto lo sguardo incredulo di Blu, ed usò geloraggio contro l'avversario ormai inerme, portandolo alla sconfitta.

<<Bravo Kevin, credevo che lo scontro sarebbe stato poco emozionante, ma le prime carte da te giocate mi stanno facendo ricredere>> e dopo queste parole il Campione chiamò il suo secondo pokémon.

La creatura era molto strana, infatti sembrava un grosso ammasso di liane e somigliava notevolmente a Tangela.

Non perse tempo e dalle sue grandi mani si materializzarono delle grandi radici, che si piantarono nel terreno, come se volessero assorbire nutrimento da esso.

Date le premesse pensai fosse un tipo erba, contro cui Vaporeon era svantaggiato, ma avevo a mia disposizione una mossa ghiaccio e dovevo sfruttarla al massimo.

Le braccia del nemico si trasformarono in liane, che con grande velocità furono scagliate contro il mio amico, come a volerlo frustare.

Il mio compagno riuscì ad evitarle per un po', ma la tenacia avversaria prevalse e così il mio pokémon fu agguantato dalle liane, che in modo alternato lo frustarono e schiantarono contro il terreno.

Quell'attacco aveva fatto male al mio amico, ma non potevo demordere e perciò usai un idropompa sull'avversario, pur consapevole della sua scarsa efficacia, allo scopo di usarlo come diversivo.

Il nemico non sembrava particolarmente veloce e infatti incassò il colpo, ma il mio partner nel frattempo era balzato in aria pronto ad usare geloraggio.

Il mio attacco fallì, poiché l'avversario materializzò delle grosse radici che fecero da scudo.

Poteva servirsi delle radici sia in modo offensivo che difensivo, l'aspetto del mio sfidante era decisamente ingannevole, poiché si stava rivelando più insidioso del previsto.

Il grosso ammasso di liane attaccò con un violento turbine di foglie, ed io sfruttai geloraggio per erigere un muro difensivo che però si sgretolò facilmente, anche se perlomeno aveva portato a termine il suo compito e cioè proteggere Vaporeon.

Intanto le radici che il nemico aveva piantato appena uscito dalla pokéball sembrava gli stessero fornendo energie extra e questo era un bel problema.

Poi con una velocità sorprendente per la sua stazza egli si avventò sul mio amico, pronto ad usare una palla di energia verde, che il mio amico schivò all'ultimo secondo.

Il colpo finì a terra e produsse della polvere, era il momento propizio per attaccare perciò Vaporeon si avvicinò il più possibile all'avversario e lo colpì a distanza ravvicinata con geloraggio, scaraventandolo a terra con violenza.

Ero riuscito ad assestare almeno un colpo e gli avevo fatto un po' di male.

Ebbi poi l'dea di sfruttare le stesse radici nemiche per sconfiggere l'avversario, e perciò attaccai con idropompa allo scopo di indurlo ad usarle.

Il nemico subì l'attacco passivamente, ma poi partì al contrattacco avventandosi rapidamente contro di me.

Una volta che fu abbastanza vicino fece uscire dal terreno un'enorme moltitudine di radici, che sembravano vere e proprie estensioni del pokémon stesso, scagliandole contro Vaporeon. 

Fu allora che decisi di mettere in pratica la mia strategia e, dopo aver fatto gironzolare a vuoto il mio pokémon per tutto il campo di battaglia inseguito dalle radici, sotto lo sguardo confuso di Blu che non capiva dove stessi andando a parare, feci balzare il mio amico in aria proprio dietro l'avversario che finì così colpito dalle sue stesse radici.

Io poi lo colpii da dietro con geloraggio, ma prima di accasciarsi al suolo, il nemico sorprendentemente riuscì a sferrare un ultima sfera di energia verde che colse di sorpresa Vaporeon e lo mise al tappeto.

<<Questa sfida diventa sempre più interessante, ma se credi che aver messo KO due miei pokémon significhi che l'ago della bilancia pende verso di te allora sei tremendamente in errore>> le parole sicure del Campione non mi toccarono affatto, non stavo avanzando già pronostici sulla mia vittoria.

 <<Io non credo nulla, sono ben conscio che la sfida è lungi dall'essere vinta, e per questo direi di smetterla di parlare e passare ai fatti>> dopo il nostro rapido scambio di battute entrambi schierammo i nostri alleati, lui un Gyarados ed io Jolteon.

Il serpente marino si tuffò immediatamente in acqua, mentre il mio amico come me studiava il modo migliore di metterlo ko alla svelta.

Ero ben conscio del vantaggio di tipo del mio pokémon, ma qualcosa mi diceva che non significasse nulla in quelle circostanze, ed infatti anche Blu sembrava consapevole di ciò. 

Lui mi osservava con un sorriso e ciò doveva farmi preoccupare.

Dalla vasca d'acqua emerse Gyarados, che attaccò immediatamente con un potentissimo idropompa, abilmente evitato dal mio Jolteon ma che distrusse un muro dietro di me tanto era forte la pressione dell'acqua. 

Il mio amico allora replicò con un fulmine, ma il nemico usò un geloraggio per erigere un muro di ghiaccio, che si frantumò a contatto con il fulmine lasciando però incolume il nemico.

Aveva sfruttato la mia stessa strategia e possedeva una mossa con cui erigere qualsivoglia difesa, per questo non si curava del vantaggio di tipo.

Era un bel problema, ma dovevo trovare una soluzione e quindi feci usare al mio pokémon l'attacco fulmine, che fu prontamente evitato.

Il nemico infatti si rifugiò in acqua, sfuggendo alla scossa diretta e congelò il terreno sotto il mio compagno, che si infranse in decine di pezzettini di ghiaccio facendolo cadere in acqua.

A quel punto pensai di sfruttare le proprietà conduttive dell'acqua, ma il mio partner non ebbe modo di fare nulla, poiché Gyarados si lanciò immediatamente in una nuova offensiva con iper raggio. 

Il poderoso attacco scagliò il mio compagno violentemente fuori dall'acqua, lanciandolo verso il cielo.

Dovevo reagire immediatamente o Jolteon avrebbe perso senza nemmeno infliggere dei danni al nemico, e non potevo nemmeno usare tuono dal momento che il cielo notturno era completamente terso e privo di nuvole da sfruttare.

In quella situazione non potevo permettermi il lusso di usare mosse a bassa precisione.

Decisi allora di approfittare del momento di affaticamento di Gyarados dopo aver usato iper raggio, e così scagliai l'ennesimo fulmine contro il nemico, che stavolta a causa della stanchezza non poté erigere nessuna difesa.

Il colpo andò perfettamente a segno e pensai fosse sul punto di andare ko, vista la sua estrema debolezza all'elettricità, ma così non fu.

Sorprendentemente l'avversario riuscì a convogliare ogni grammo di energia in un ultimo disperato idropompa, che colpì in pieno un indifeso Jolteon e lo portò al ko.

Ero allibito da ciò che avevo appena visto, davvero il pokémon avversario era riuscito a colpirmi e addirittura a mettere al tappeto il mio amico a piene forze?

Blu meritava decisamente il titolo per cui io lo stavo sfidando. 

<<Sembra che di questo passo la sfida terminerà in parità, non credi Kevin?>> la sua provocazione era palese, ma non la raccolsi.

 <<Non ho alcuna intenzione di accontentarmi di un pareggio, essere campione di Kanto è il mio sogno fin da quando ero bambino, e solo tre pokémon mi separano dal realizzare quel desiderio, stai in guardia.>> la mia determinazione sembrò compiacerlo e così mandammo in campo i nostri alleati.

Lui schierò una creatura simile ad un gorilla dal pelo giallo, con delle striature nere e con due particolari code dietro la schiena che sembravano fili elettrici, mentre io mandai Flareon.

L'enorme vasca d'acqua si richiuse riportando lo scontro sulla terraferma, ed il nemico non perse tempo, scagliando un violento pugno elettrico al suolo che elettrificò sia il terreno che l'aria circostante.

Era una cosa stranissima, l'aria stessa ora sembrava carica di elettricità come il terreno però, nonostante quest'ultimo sprizzasse scintille ed elettricità da ogni poro, sembrava non nuocere al mio pokémon.

Mai vista una mossa più strana, ma di certo dovevo fare attenzione e quindi ordinai al mio partner un lanciafiamme, che fu contrastato da un fulmine di potenza inaudita.

La mossa nemica sovrastò completamente il fuoco del mio compagno, colpendolo in pieno e facendogli malissimo.

Avevo ragione, era come se quel fulmine fosse stato potenziato dall'elettricità dell'aria e del suolo, perciò dovevo inventarmi qualcosa in fretta.

L'avversario si scagliò a gran velocità sul mio amico, che però stavolta riuscì ad evitare il colpo saltando in aria.

Dopodiché lanciai  un turbofuoco sull'avversario, che però incassò il colpo senza particolari difficoltà.

La situazione era seria, di fronte a me c'era un pokémon pericoloso come pochi e Blu ne possedeva altri due, uno dei quali era probabilmente Charizard.

Flareon doveva letteralmente fare miracoli, perciò gli ordinai di usare un altro lanciafiamme, che anche stavolta venne contrastato senza difficoltà.

Ero davvero in difficoltà e Blu se ne accorse presto.

<<Che c'è Kevin ti vedo in difficoltà, vuoi ritirarti forse?>> si faceva beffe di me.

<<Mai>> risposi io nervosamente ed ordinai al mio alleato un lanciafiamme come diversivo.

L'avversario schivò acrobaticamente il mio fuoco, ritrovandosi a mezz'aria senza nemmeno accorgersene.

Fu allora che ordinai al mio partner di sfruttare una sporgenza vicina, per proiettarsi contro il nemico con fuococarica a gran velocità.

L'attacco funzionò perfettamente e schiantò il bestione contro una ringhiera vicina.

La spavalderia di Blu fu immediatamente rimpiazzata da un'espressione più preoccupata, come se ad un tratto avesse realmente compreso quanto facessi sul serio.

L'avversario si rialzò con qualche acciacco, ma pronto ad una nuova offensiva e difatti si scagliò a gran velocità sul mio partner con un pugno luminoso.

Il mio pokémon non ebbe il tempo di schivare, essendo rimasto sorpreso quanto me dalla reattività avversaria, e ciò gli arrecò ulteriori danni.

Flareon cominciava a palesare una gran stanchezza e non ci voleva proprio, perciò gli ordinai di usare turbofuoco, schivato senza problemi da quella bestia.

Proprio nel momento in cui il nemico fu vicino con il suo pugno elettrico, il mio compagno lanciò un lanciafiamme estremamente potente, lasciando sia me che Blu sorpresi vista la stanchezza tradita dal mio alleato pochi istanti prima.

Il getto di fiamme travolse in pieno il nemico, lanciandolo qualche metro più in là e scottandolo.

Quella era stata vera fortuna, infatti l'avversario stava subendo danni da scottatura e non aveva molte energie per attaccare, perciò Flareon si avventò contro di lui con l'ennesima fuococarica.

L'avversario trattenne la mia mossa a mani nude nonostante la stanchezza, e successivamente scagliò il mio pokémon a mezz'aria, pronto a colpirlo con un fulmine decisivo.

Anche il mio compagno reagì molto rapidamente con un lanciafiamme, ed i due attacchi si equivalettero per un po'.

Un perfetto equilibrio che durò qualche secondo, finché il fulmine avversario non iniziò ad indebolirsi fino a dissolversi, lasciando il nemico senza difese e debole quanto bastava da mandarlo al tappeto.

A Blu restavano solo due pokémon ed anche a me, per quanto fossi conscio che Flareon sarebbe caduto presto sotto i colpi del prossimo opponente.

Il Campione mandò in campo Alakazam, altra mia vecchia conoscenza, mentre il mio amico si preparava al prossimo scontro.

L'avversario esordì con un attacco schermoluce, innalzando una barriera luminosa che avrebbe ridotto i danni delle mosse speciali, ed infatti solo fuococarica avrebbe potuto infliggere danno pieno ad Alakazam.

Tuttavia la poca energia di Flareon si sarebbe esaurita a causa del contraccolpo della mossa.

Il nemico sembrò prepararsi ad usare psichico, ma io usai un debole getto di fiamme sul terreno al fine di ridurre la visibilità nemica, infatti senza contatto visivo psichico non poteva essere usato.

Usando il fuoco come copertura attaccai fisicamente il nemico con un ultimo estremo fuococarica, che colpì in pieno Alakazam facendogli parecchio male.

Il mio compagno era allo stremo e al nemico bastò un semplice psicoraggio per mandarlo al tappeto.

Ora mi restava solo Umbreon, con cui dovevo mettere ko ancora due pokémon, la vittoria me la sarei dovuta sudare parecchio ma sentivo di potercela fare.

Blu, conscio del mio vantaggio totale di tipo, fece usare al suo compagno un focalcolpo, lo stesso attacco usato sulla MN Anna.

L'attacco fu talmente rapido da non permettere al mio amico alcuna schivata.

Il Campione si limitò a sorridere, mentre io ebbi un'idea ed ordinai al mio amico di usare psichico contro le sbarre della ringhiera ormai quasi demolita, contro cui si era schiantato il mio precedente avversario.

Le sbarre furono piegate e divelte dalla forza cinetica di Umbreon, scaraventate a grande velocità contro il nemico, che naturalmente impiegò i suoi poteri psichici per fermarle.

Ma il mio scopo era proprio quello di impegnarlo il tempo necessario per usare un potente neropulsar, che l'avversario non ebbe modo di schivare e che fu sufficiente a mandarlo ko.

<<Accidenti, non me l'aspettavo Kevin, bravo davvero, ora siamo alla resa dei conti>> le parole del mio sfidante erano una sacrosanta verità, uno contro uno con Umbreon ferito seriamente dal colpo di prima. 

Lui schierò il suo Charizard, che non perse tempo e decise di usare una mossa chiamata ondacalda. 

L'aria circostante si surriscaldò improvvisamente, io cominciavo a sudare e poi il nemico emanò una potente onda di calore che colpì in pieno il mio pokémon. Umbreon era in difficoltà, perciò gli feci usare lucelunare per recuperare un po' le forze.

Ora che stava un po' meglio era il momento di passare all'offensiva, ma il nemico aveva il vantaggio di volare.

Tuttavia c'era un modo di far tornare la cosa a nostro vantaggio e perciò decisi di sradicare un'altra ringhiera attraverso lo psichico del mio compagno.

Dopo averla scomposta in molti pezzi, li scagliai a gran velocità contro Charizard, che li evitò in volo e con grande facilità.

Il mio partner poteva però pilotarle con il potere psichico, perciò le mise all'inseguimento del nemico, fino a che ad un certo punto uno dei pezzi riuscì a ferire l'avversario.

In quel frangente ordinai al mio amico di usare un potente neropulsar, anche se per fare ciò dovette interrompere psichico, ma non importava molto infatti l'attacco andò a segno.

Charizard fu colpito violentemente dal raggio oscuro e scagliato contro il maxi schermo che svettava sull'arena, mentre Blu osservava il tutto con espressione preoccupata.

Il nemico si riprese in fretta e passò di nuovo all'offensiva con un potente lanciafiamme, che incendiò tutto il terreno di lotta senza però colpire il mio amico, ma ero certo che non fosse quello il suo scopo.

Il terreno ora era in fiamme e giusto il minuscolo quadratino di terra su cui stava Umbreon non era stato avvolto dal fuoco.

<<Non crederai di essere l'unico a saper sfruttare l'ambiente vero Kevin?>> io non replicai, poiché ero troppo concentrato a cercare un modo per uscire da quella situazione.

Aveva fatto in modo che le fiamme impedissero la perfetta visibilità al mio pokémon, cosicché non potesse servirsi di psichico, ancora una volta aveva replicato la mia precedente strategia. 

Io però ebbi l'idea di usare i rottami del maxi schermo per creare uno spazio di manovra più ampio per il mio amico, e così i rottami furono trascinati sul terreno in fiamme dallo psichico del mio pokémon, per poi essere accatastati in modo da creare un trampolino per il mio alleato.

Quest'ultimo si lanciò in una rincorsa per poi saltare verso il nemico, che stava per usare lanciafiamme.

Umbreon usò su di lui stordiraggio con successo, confondendolo.

Ancora a mezz'aria, con una probabilità notevolmente inferiore di attaccare da parte dell'avversario, il mio compagno usò un altro potente neropulsar, che schiantò al suolo il Charizard avversario.

Il bestione non voleva ancora cadere, come un soldato che lotta fino allo stremo delle forze.

Ma quando si rialzò e tentò di attaccare il mio partner, che nel frattempo grazie al salto si era portato in un altro piccolo angolino del terreno non infuocato, la confusione gli inflisse il colpo di grazia.

Charizard si colpì da solo con un dragartigli che lo mise ko una volta per tutte.

<<Non è possibile, non ci credo>> Blu era letteralmente sconvolto, ed io come lui, sebbene per il motivo opposto.

Avevo appena vinto la mia più grande battaglia e coronato il mio sogno.

La folla si lanciò in fragorose celebrazioni, con i miei genitori in testa.

Dopo qualche secondo di elaborazione l'ex Campione si avvicinò a me.

<<Complimenti Kevin, hai meritato in pieno la vittoria, hai lottato con grande determinazione e meriti il titolo di Campione. Sentite congratulazioni>> poi si rivolse verso il pubblico prima che io potessi dire alcunché.

<<Signore e signori, questa sera è nato un nuovo campione, Kevin, perciò celebratelo opportunamente>> e nel mentre sollevò il mio braccio verso il cielo, con la folla che mi acclamava.

<<Grazie mille Blu, non mi aspettavo proprio che tu fossi il Campione, ma in fin dei conti sembra quasi un abile intreccio del destino. E' stata la lotta più incredibile della mia vita e non perché ci fosse in ballo il titolo di Campione, ma perché stava avvenendo contro la persona che io reputo il mio rivale>> Blu sorrise alle mie parole e poi mi condusse sulla cima della scalinata da cui era sceso all'inizio.

Lì c'era uno strano dispositivo, di cui ignoravo il funzionamento.

<<Dammi le tue pokéball>> disse lui ed io gliele diedi.

Furono come scansionate e poi su uno dei maxi schermi ancora intatti apparve la mia foto, con i miei quattro pokémon e la scritta "congratulazioni Kevin, nuovo campione".

La folla si lanciò in ulteriori esultanze, mentre i miei genitori mi avvolsero in un abbraccio che durò almeno due minuti di orologio.

<<Blu, cosa farai ora?>> chiesi io.

<<Oh beh riprenderò a viaggiare per le altre regioni, alla ricerca di nuovi pokémon e di nuove esperienze. Congratulazioni ancora Campione e alla prossima>> di nuovo fece per andarsene con aria svogliata.

 <<Grazie mille ancora Blu>> ed io feci per trattenerlo, con la scusa di una stretta di mano.

 I miei genitori, io e il mio rivale ci godemmo un meraviglioso spettacolo di fuochi d'artificio per celebrare la mia vittoria, intervallato dai cori della platea che scandiva le parole "Evviva il nuovo Campione".

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 29: La dura vita del Campione

Spoiler

 

Erano passate due settimane dalla mia vittoria contro Blu, quest'ultimo aveva già preso il largo verso nuove avventure mentre io ora ricoprivo il ruolo che avevo sempre sognato.

I miei genitori erano tornati a Zafferanopoli, mentre io in quelle due settimane avevo sostenuto alcune lotte contro aspiranti al mio titolo, ed avevo difeso la mia posizione con le unghie e con i denti.

Fu abbastanza traumatico l'impatto con il mio nuovo ruolo, poiché quando iniziai a ricoprirlo mi resi subito conto di quanto fosse impegnativo.

Avevo solo 16 anni, quasi 17, e mi ritrovai a dover amministrare un'intera regione, ma la cosa in realtà mi piaceva molto.

Ricevetti anche la visita di Julian, Cedric e Fiamma, passai dei bei momenti in loro compagnia ed anche loro mi annunciarono di voler prendere il largo verso nuove avventure al di fuori di Kanto.

La notizia da una parte mi rattristò, ma mi rallegrai ben presto per le meraviglie che li attendevano.

Fra le questioni burocratiche inderogabili a cui dovevo provvedere c'era anche la ristrutturazione della Lega, troppo a lungo rimandata da Blu, per non parlare della gestione delle otto palestre e dei loro regolamenti, per cui fu chiesta una mia espressa revisione.

Stavo comodamente sulla mia poltrona da Campione, firmando le carte per autorizzare i lavori di ristrutturazione, quando intorno alle 22.00 ricevetti una visita da Lance.

<<Posso Kevin?>> chiese lui in tono cortese.

<<Certo Lance entra pure, sto finendo di compilare questi moduli per autorizzare delle ristrutturazioni che il mio predecessore ha rimandato troppo a lungo.  

Non pensavo che la vita del Campione contemplasse tanta burocrazia, ma mi ci sto abituando...che devi dirmi?>>

<<E' arrivata questa missiva per te, il mittente non è scritto sulla busta>> disse lui con una voce un po' perplessa.

<<Grazie, ma perché me la consegni tu? Non c'è una persona che si occupa della corrispondenza?>> domandai io stranito dalla cosa.

<<Si infatti ma, ho approfittato della cosa per vedere come te la cavavi. Avendo fatto le veci del Campione prima dell'arrivo di Blu so bene che non è così facile, soprattutto per un ragazzo così giovane. Se avessi bisogno di qualunque cosa chiedi pure, e cerca soprattutto di non strafare, abituarsi a questi ritmi non è una cosa immediata.>> le parole di Lance mi fecero un gran piacere, era importante per me sapere di avere l'appoggio di un uomo tanto eccezionale, ed i suoi consigli erano preziosi.

<<Grazie mille Lance, lo apprezzo molto e seguirò il tuo consiglio se mi servirà qualcosa. Ora però puoi andare, ci penso io qui, vai pure a riposare e dì anche agli altri Superquattro di ritirarsi nei loro alloggi, la giornata è finita per oggi.>> dissi io, e lui con un cenno di assenso si congedò da me, lasciandomi ai miei doveri.

Aprii la missiva estraendo delicatamente dalla busta la lettera, il suo contenuto era piuttosto breve e recitava

"Congratulazioni nuovo Campione, sapevo che fossi in gamba ed ora è il momento di fare quattro chiacchiere di persona. 

Vieni da solo a New Island, a nord dell'Isola Cannella, alle 10 di mattina."

Mi chiedevo chi fosse il mittente, nemmeno alla fine della lettera c'erano sigle o altri indizi sulla sua identità, ma non persi tempo a rimuginare, poiché l'avrei scoperto il giorno dopo.

Pensai che fosse sospetto mandare una lettera così telegrafica, per giunta senza nemmeno firmarsi, ma la curiosità prevalse sui miei dubbi.

Terminai le questioni burocratiche e poi filai a dormire, mentre fuori imperversava una violenta tempesta.

La notte trascorse tranquilla, e al mio risveglio cominciai a predisporre tutto per recarmi in quella piccola isola, New Island.

La tempesta fuori imperversava ancora violentemente, le nubi erano talmente nere che sembrava notte in pieno giorno.

<<Julius vieni qui per favore>>

 <<Si signor Kevin, mi dica>> 

<<Prepara Estelle, devo partire con urgenza>> chiesi io in tono imperativo. 

<<Ma signore, volare in groppa a Pidgeot con questa violenta tempesta mi sembra un po' imprudente>> le parole dell'uomo tradivano sincera preoccupazione.

<<Lo so bene Julius e ti ringrazio, ma ho delle faccende che non possono essere rimandate, fai quello che ti ho chiesto per favore>> e lui ubbidì, seppur con riluttanza.

Spiccai il volo verso la mia meta dieci minuti dopo, intorno alle 8.40.

Il viaggio fu lungo e per niente facile, Estelle rischiò più volte di essere colpita dai fulmini, ma l'enorme velocità e agilità in volo avevano evitato che ciò accadesse. Arrivai a destinazione un'ora dopo e fui accolto da una donna, sembrava strana, come se fosse assente.

Lei mi condusse nel salone principale di quello che sembrava un'enorme castello, mentre la mia Pidgeot all'esterno si riposava dopo la faticosa traversata.

Il castello era molto sinistro all'esterno, ma dentro non era da meno, infatti solo le flebili luci delle candele illuminavano quelle tenebre così fitte.

I giochi di luce tradirono la mia vista più volte, proiettando sui muri ombre demoniache e spettrali.

L'inquietudine mi aveva ormai pervaso, e nel tragitto fino alla sala principale i miei passi si riempirono di timore e dubbio. 

<<Aspetti qui, il mio padrone la raggiungerà fra non molto>> e la misteriosa donna si congedò da me con il suo solito fare assente, mentre io feci uscire Umbreon dalla ball.

Ne approfittai inoltre per chiedergli di accendere i suoi cerchi, in modo da avere una visibilità leggermente migliore, poiché la violenta tempesta all'esterna riduceva di molto la visibilità.

Il castello era davvero enorme, ma sembrava non fosse nemmeno abitato, difatti su ogni singolo pezzo di arredamento c'era uno spessissimo strato di polvere, testimonianza che le pulizie non venivano effettuate da molto tempo.

Dopo circa 15 minuti la donna venne ad informarmi che il suo padrone stava per arrivare, così mi sedetti ad attendere l'arrivo di questo misterioso individuo, con l'impazienza che aveva ormai sovrastato qualsiasi sensazione di timore o angoscia.

All'improvviso, mentre aspettavo, ebbi un'emicrania fortissima, durante la quale vidi immagini veloci e cruente susseguirsi.

Sembrava le avessi già viste, infatti si trattava delle immagini che vedevano protagonista Mewtwo, nell'atto di assassinare tutti gli scienziati al laboratorio della villa pokémon.

Quando il clone si impossessò di me sull'Isola Cannella ebbi modo di vedere quelle stesse immagini, per quello non mi erano nuove.

Era come se mi stessero bombardando il cervello con un attacco psichico, quando all'improvviso smise.

<<In vista del nostro incontro mi sembrava doveroso rinfrescarti un po' la memoria su quegli avvenimenti, in modo da intavolare una discussione costruttiva>> alle mie spalle sentii una voce profonda carica di odio e rancore.

Mi voltai, terrorizzato dalla consapevolezza di chi stavo per vedere...Mewtwo.

Per la prima volta lo vedevo in carne ed ossa, e dal vivo la sua figura era ancora più terrificante.

<<E' bello incontrarti di persona finalmente Kevin, direi di illuminare per bene il salone, il tuo pokémon comincia a stancarsi>> così con un cenno della mano accese tutte le luci del salone, che ora appariva ancora più grande rispetto a prima.

<<Che cosa vuoi da me? Perché mi hai fatto venire fin qui? Io non c'entro nulla né con te né con quello che hai passato>> replicai io con una rabbia atta a mascherare la mia paura.

<<Andiamo con ordine e tutto ti sarà più chiaro, ma la tua famiglia è stata protagonista di tutto fin dall'inizio, solo che tu non ne eri a conoscenza>> ciò che disse mi lasciò scioccato, pensai di aver sentito male, ma lui seguitò a parlare.

<<Quando l'esperimento ebbe inizio tu eri assorto nei tuoi studi, nella speranza di diventare un giorno un allenatore. Tuo nonno Joseph in particolare ebbe un ruolo centrale nella questione>> ciò che diceva non poteva essere la verità. 

<<Che cosa c'entra mio nonno? E' vero che a causa di alcuni conflitti familiari non lo vedevo da anni, ma mio padre mi disse che morì a causa di una malattia cardiaca di cui soffriva da tempo.>> mio nonno paterno, l'unico nonno che un minimo ricordavo, a differenza degli altri che erano morti quando ancora non avevo la capacità di ricordare.

Di lui ricordavo molto poco, ma quel che ricordavo dipingeva nella mia mente un uomo buono, che mai avrebbe potuto essere coinvolto in quella mostruosità di esperimento.

Ogni volta che chiedevo a mio padre perché non potessi vedere il nonno lui divagava, diceva che un giorno avrei finito per capire le sue ragioni, ma quello fu una causa di attrito fra di noi nel corso degli anni.

Il mio vecchio mi vedeva come un bambino, a cui era ancora necessario imporre la propria autorità genitoriale, e difatti per anni ho covato un po' di odio nei suoi confronti, che era poi esploso al funerale del nonno due anni prima.

Solo con l'inizio del mio viaggio da allenatore ci eravamo riavvicinati davvero.

Mewtwo si mise a ridere delle mie parole, ed iniziò a schernirmi. 

<<La classica storiella strappalacrime per nascondere l'atroce verità, infatti tuo nonno fu uno degli scienziati di punta nell'esperimento. 

Era davvero abile, infatti senza di lui e Fuji il progetto non sarebbe mai stato portato a termine, tutti gli altri erano una manica di incompetenti. 

Giovanni questo lo sapeva bene, dal momento che ricattò tuo nonno minacciando di morte il suo unico figlio, Maximilian, ossia tuo padre, affinché facesse ciò che gli chiedeva.>> più il clone continuava a parlare e più mi sembrava inverosimile il suo racconto.

Volevo solo zittirlo, ma ero ben conscio di trovarmi di fronte ad una creatura dalla potenza indescrivibile, che avrebbe potuto annientarmi con un solo cenno della mano se solo avesse voluto.

<<Non ti credo, tu cerchi solo di manipolare la mia mente, difatti sei così accecato dal desiderio di vendetta da non esserti nemmeno reso conto di aver già ucciso tutte le persone coinvolte nel progetto della tua creazione, eccetto Giovanni stesso.>> le mie parole scatenarono in lui una reazione rabbiosa. 

Mewtwo si infuriò e con un cenno della mano mi sollevò in aria per trascinarmi a sé. 

<<Stammi bene a sentire ragazzino, non dico menzogne e te lo posso dimostrare>> con una mano mi trattenne a mezz'aria, mentre con l'altra proiettò nella mia mente alcune immagini, soffermandosi in particolare sulla figura di un uomo anziano con la barba incolta e un paio di occhiali, che io riconobbi subito.

Non vedevo nonno Joseph da anni, ma ricordavo bene il suo volto, e ciò mi confermo che il clone stesse dicendo la verità.

Ero scioccato e rifiutavo con tutto me stesso quell'atroce verità, ma qualcosa mi diceva che il mio interlocutore non avesse finito di parlare.

.<<No, mio nonno non poteva essere un simile mostro. L'uomo che ho appena visto non è quello che io ricordo.>> ancora non riuscivo a metabolizzare il tutto, e le mie parole cominciarono ad essere strozzate dalle lacrime. 

<<Non lo era in fin dei conti, fece quello che fece per proteggere la sua famiglia e ciò lo rende diverso da Giovanni>>

 <<Ma non ti ha impedito di ucciderlo maledetto>> Mewtwo mi liberò dalla sua morsa psichica ed io ne approfittai per avventarmi su di lui, ma fu tutto inutile poiché fui scagliato violentemente contro un muro con un solo gesto.

<<Del ricatto di Giovanni venni a conoscenza solo dopo averlo ucciso, ma questo non lo discolpa in alcun modo.

Poteva rifiutarsi e fuggire lontano con la sua famiglia, invece accettò passivamente il vile ricatto di Giovanni, una simile persona non merita un posto su questa terra. 

Un uomo senza spina dorsale che non ha avuto il coraggio di imporre le proprie convinzioni, lasciandosi manovrare come un burattino>> le parole di disprezzo del clone cancellarono ogni traccia di tristezza residua, lasciando il posto ad una rabbia incontenibile.

Accecato dalla rabbia per quelle parole feci usare ad Umbreon neropulsar contro Mewtwo, che lo fermò facilmente rivoltandolo contro il mio pokémon.

<<Ecco quella furia, ecco il motivo per cui ti ho scelto, adesso ti racconterò cosa feci dopo la distruzione del laboratorio>> si fermò un attimo per avvicinarsi a me e al mio pokémon.

Io ero pronto a schierare tutti i miei compagni contro quel mostro, ma prima che potessi farlo lui afferrò Umbreon per il collo e prese a soffocarlo.

<<Desisti dai tuoi propositi o uccido il tuo prezioso amico>> io accettai passivamente, terrorizzato all'idea che potesse far male al mio partner.

Il mio nemico lo scagliò via ed io lo richiamai nella ball nel tentativo di proteggerlo.

<<Dunque dove ero rimasto, oh si dopo la distruzione del laboratorio Giovanni mi avvicinò, promettendomi che insieme avremmo potuto ottenere tutto ciò che volevamo. 

Con l'inganno cominciò a sfruttarmi per i suoi vili scopi, ma quando me ne resi conto mi ribellai e cercai di ucciderlo.

Quella canaglia riuscì a sfuggirmi, ma quel giorno gli promisi che alla fine l'avrebbe pagata.

Ecco cosa mi ha spinto a scegliere te, noi due siamo uniti dall'odio verso Giovanni, ecco perché insieme avremo la nostra vendetta.

Pagherà con gli interessi tutte le sue colpe, una ad una.>> io non riuscivo a capacitarmi di tanta follia, e replicai a tono

<<Dopo aver ucciso mio nonno e tante persone innocenti sei così folle da credere che ti aiuterei nei tuoi folli propositi?>> la mia domanda a bruciapelo non intaccò la fredda compostezza del mio interlocutore.

<<Si Kevin, perché da quel funesto giorno alla torre di Lavandonia la rabbia e l'odio sono esplosi dentro di te.

Tutte le sofferenze accumulate negli anni, tutti quei sentimenti negativi repressi nei confronti della tua famiglia, le tue frustrazioni, tutto è divampato come un incendio quel funesto giorno alla Torre Pokémon.

Una volta che l'oscurità ti entra dentro, non te ne liberi più, è come un marchio impresso a fuoco nella tua anima. 

Eri disposto ad usare i tuoi pokémon contro le reclute del team Rocket, eri pronto a far loro del male e quando i fantasmi della torre li hanno uccisi tu hai quasi gioito della loro morte.

Quando ti ho posseduto sull'Isola Cannella ho avuto l'occasione di conoscerti, e quell'oscurità e quella rabbia sono pari alle mie.

Noi due siamo simili, e durante la possessione ho scoperto che eri il nipote di Joseph. 

Per un curioso intreccio del destino il discendente di uno dei miei creatori mi avrebbe aiutato nella mia vendetta. 

Non lo capisci? Noi compiremo la nostra missione e tu avrai la possibilità di riscattare la tua famiglia dalla vergogna che tuo nonno ha fatto piovere su di essa.

Il destino ci unisce ed insieme compiremo il nostro obiettivo, punire Giovanni per tutto ciò che ha fatto.

Aiutami e avremo la nostra vendetta>> il monologo di Mewtwo era finalmente terminato, toccava a me parlare.

<<Non sono più disposto ad ascoltare altre sciocchezze, io non sono e non sarò mai come te.>> stanco di ascoltare chiamai tutti i miei compagni, pronti a lottare contro il clone di Mew.

Con fare deciso gli dissi di prepararsi alla lotta, ma lui non fu affatto intimorito.

<<Ti ho offerto un'alleanza e tu hai osato rifiutarla, e sia, hai condannato a morte te e i tuoi amici>> Mewtwo cominciò ad accumulare energia cinetica e ad avvolgersi in una specie di bozzolo fatto di puro potere psichico.

Egli lo concentrò per diversi minuti, mentre io cercai invano di ferirlo combinando gli attacchi di tutti i miei pokémon, fino a quando non lo rilasciò in tutto il suo devastante potere, creando una potentissima deflagrazione che rase al suolo l'intero castello.

Le macerie travolsero me e i miei amici, incapaci di muoverci io pensai fosse ormai giunta la fine.

<<Hai segnato il tuo destino Kevin, peccato debba finire così>> in quel momento, nonostante sentissi l'esigenza di chiudere gli occhi, non lo feci e guardai in faccia quell'essere mostruoso, pronto a ricevere il colpo decisivo.

<<Avanti, se questa deve essere la mia fine così sia, non mi piegherò mai a te né mai volterò le spalle ai miei principi, fai ciò che devi e falla finita>> dopo le mie parole ero pronto ad accettare la mia sorte, quando ad un tratto una potente sfera di energia travolse Mewtwo, scaraventandolo lontano. 

Incredulo davanti a tanto potere mi guardai indietro e vidi lui, il pokémon che aveva dato inizio a tutto...Mew.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 30: Mewtwo contro Mew

Spoiler

 

Dinanzi ai miei occhi c'era Mew, colui che si diceva fosse il progenitore di ogni pokémon esistente.

Rimasi allibito dinanzi a ciò, ma mi sorprese ancora di più che quell'esserino, all'apparenza così innocuo, avesse un potere tanto grande da rivaleggiare con quel mostro di Mewtwo.

Chiesi al mio inaspettato alleato di aiutarmi a liberare i miei compagni dalle macerie, approfittando del fatto che il nemico si stesse ancora riprendendo dall'attacco subito.

Il piccolo pokémon con i suoi poteri psichici sollevò i detriti ed io trassi in salvo tutti i miei amici, salvando nel mentre anche la misteriosa governante di Mewtwo, anch'ella sepolta sotto le macerie.

La portai al sicuro mentre era ancora svenuta, e mi preparai alla battaglia, nonostante i miei pokémon fossero feriti dopo il crollo del castello.

Nel trambusto sopraggiunse anche Estelle, che si era allontanata un attimo prima dell'esplosione, pronta ad aiutarmi contro il pericoloso nemico.

Io però le dissi di stare in disparte e che sarebbe intervenuta solo se strettamente necessario.

<<Bene bene, bene così dopo tanti anni finalmente ci troviamo faccia a faccia Mew. 

Sono venuto al mondo solo allo scopo di essere una tua replica, ma ora avrò finalmente l'opportunità di dimostrare che un'imitazione può superare l'originale.>> le parole di Mewtwo trasudavano una forte motivazione.

Nonostante le ferite riportate dall'attacco di Mew appariva più in forma che mai, pronto ad eliminare qualsiasi ostacolo sul suo cammino.

<<Non ti permetterò mai di portare avanti i tuoi sanguinari propositi, farò il possibile per fermarti e questo te lo garantisco>> mi sentivo di nuovo sicuro dopo l'inatteso aiuto del progenitore di tutti i pokémon, ma non bastò a scoraggiare il mio avversario. 

<<Ogni cosa che dici suona solo come pura ipocrisia Kevin, sei consapevole dell'oscurità dentro di te ma nonostante tutto cerchi di opporti ad essa, come se ci fosse una via di scampo.

Credimi alla fine ti divorerà e diventerai come me, se non peggio>> ero consapevole del fatto che stesse cercando solo di confondermi le idee, ma trattenere la mia immensa rabbia contro di lui fu difficilissimo. 

Il nemico stava sospeso in aria ed era un grosso svantaggio per me e miei pokemon, ma non per Mew, che infatti non perse tempo e lanciò una nuova sfera di energia contro l'avversario.

Quest'ultimo non si fece cogliere impreparato una seconda volta, e la respinse rimandandola al mittente, che finì per essere colpito duramente.

Il piccolo pokémon però passò subito alla contro offensiva, concentrando il suo potere per qualche istante per poi attaccare con un neropulsar molto potente, che Mewtwo frenò per qualche istante, prima di essere travolto in pieno dalla potenza del colpo.

Ero esterrefatto che sapesse usare neropulsar, ma poi mi ricordai di alcune voci che avevo sentito su Mew, che dicevano fosse in grado di usare qualsiasi mossa esistente.

Il clone si avvolse in una sfera di energia blu, e Mew di contro si avvolse in una sfera rosa.

I due si attaccarono in modo diretto, scontrandosi violentemente con le loro rispettive "auree", senza che nessuno dei riuscisse a prevalere sull'altro.

Si susseguirono numerosi colpi, ma nonostante il passare del tempo nessuno dei due riuscì a prevalere sull'altro.

Il loro scontro era peraltro scandito dai fragorosi tuoni che la tempesta stava producendo.

La pioggia cadeva copiosa, creando uno scenario perfetto per la battaglia titanica che si stava consumando davanti ai miei occhi increduli.

Quei due si colpirono duramente con sfere di energia e fiammate di energia psichica, ma la battaglia non riusciva a trovare un vincitore, ed entrambi si fermarono all'improvviso.

Per qualche secondo concentrarono il loro potere in quello che sembrava voler essere un colpo risolutivo, in grado di far pendere l'ago della bilancia a favore di uno dei due, ma per l'ennesima volta tutto si risolse in un nulla di fatto, poiché i due colpi avevano egual potenza e la loro collisione generò solo un grande turbine di polvere.

In quel frangente però Mewtwo approfittò del fatto che Mew avesse abbassato la guardia per un secondo, e lo colpì con un potentissimo palla ombra, che scagliò il piccolo pokémon lontanissimo.

<<Bene, del nostro simpatico amichetto mi occuperò più tardi. Ora siamo solo noi due Kevin, è il momento di mostrarmi la forza di un Campione.

Ti permetterò di lottare con tutti i tuoi compagni contemporaneamente, e malgrado questo ti schiaccerò ugualmente.>> il suo tono tradiva una grande sicurezza. 

<<Questo tuo permissivismo sarà la tua rovina, te la farò vedere io>> dopo la mia replica il nostro scontro ebbe finalmente inizio.

Partii subito all'offensiva ordinando a Flareon, Vaporeon e Jolteon di attaccare rispettivamente con lanciafiamme, idropompa e tuono approfittando delle nubi temporalesche.

Mewtwo, per nulla intimorito dalla nostra offensiva combinata, usò i suoi poteri psichici per riflettere i colpi verso i miei pokémon.

Flareon fu così colpito dal suo stesso fuoco ed anche gli altri due subirono in pieno i loro stessi attacchi.

<<Sciocco, se questa è la tua grande idea per sconfiggermi, allora ho già vinto>> io non replicai, ma mi limitai a ridere fragorosamente.

Il mio nemico si domandò se io fossi impazzito, e mi chiese cosa avessi da ridere. 

<<Rido perché non ti rendi conto della situazione, osserva i tre pokémon che hai appena colpito>> lui si voltò e ciò che vide lo sorprese molto.

Davanti a lui Vaporeon, Flareon e Jolteon apparvero più vigorosi e forti di prima, come se i loro stessi attacchi avessero donato loro nuova energia. 

<<Te lo spiego io se vuoi, hai fatto esattamente il mio gioco, infatti quando ti ho attaccato con loro tre sapevo già che ti saresti limitato a rimandare al mittente i colpi, ed era esattamente ciò che volevo facessi in modo da innescare le loro abilità: fuocardore per Flareon, assorbacqua per Vaporeon e assorbivolt per Jolteon>> Mewtwo fece una faccia tremendamente sorpresa, mentre io continuai a spiegargli la situazione.

<<Attraverso queste abilità il fuoco di Flareon diventa ancora più potente se il mio compagno viene colpito da altri attacchi dello stesso tipo, mentre gli attacchi acqua ed elettro restituiscono forza e vigore a Vaporeon e Jolteon>> lui sembrò veramente sorpreso, per la prima volta l'avevo preso in contropiede ed ora mi preparavo alla mia vera offensiva, sotto allo sguardo furente del mio nemico.

Poco dopo il mio insediamento come Campione fui approcciato da una donna, proveniente dalla regione di Hoenn, ed ella mi parlò delle abilità dei pokémon.

Mi spiegò che i pokémon possedevano delle particolari doti, che si innescavano in particolari circostanze, soprattutto se sottoposti ad un grande stress emotivo, e mi insegnò come far emergere il potenziale latente dei miei compagni.

Rimasi sconcertato da quanto mi disse quella donna, mi ero sempre vantato di avere una gran cultura su quelle magnifiche creature fino a quel momento, ed una cosa tanto importante invece non la conoscevo.

Passai un'intera settimana a rimandare i miei doveri da neo Campione per seguire quel particolare allenamento, mosso solo dal desiderio di migliorare me stesso ed i miei amici.

Il destino mi aveva decisamente sorriso, mettendomi in una situazione svantaggiosa che avevo ribaltato proprio grazie a quelle prodigiose abilità.

L'avversario, visto l'imprevisto, si allontanò in volo per poter attaccare senza che io potessi in alcun modo raggiungerlo.

Era sospeso a pochi metri dal mare, lontano perché io potessi imbastire una lotta ad armi pari contro di lui, una mossa che denotava indubbiamente dei timori da parte sua.

Ebbi un'idea e perciò chiamai la mia Pidgeot Estelle, che in un secondo atterrò accanto a me, pronta ad ascoltare le mie istruzioni.

Dopodiché sollevai dolcemente Flareon e lo posai in groppa alla mia fedele compagna, ordinando a quest'ultima di portare il mio compagno a gran velocità esattamente sopra Mewtwo.

Estelle eseguì le mie istruzioni e portò il mio tipo fuoco nella posizione che le avevo indicato, ed una volta lì ordinai al mio compagno un attacco lanciafiamme contro il clone.

L'avversario venne travolto da fiamme di una potenza mai vista prima, ciò era dovuto all'abilità di Flareon, ma il nemico non si fece intimorire ed utilizzò una barriera per schermare il fuoco..

<<Vaporeon, Jolteon combinate i vostri attacchi idropompa e fulmine adesso che ha la guardia abbassata>> i miei compagni eseguirono le mie direttive, ed il potentissimo getto d'acqua si fuse armoniosamente con il fulmine, generando un attacco ancora più potente.

Il fuoco di prima non era altro che un diversivo, poiché sapevo che Mewtwo, per quanto potente, non poteva difendersi da ogni direzione.

Ordinai inoltre ad Umbreon un neropulsar a piena potenza, lui era l'unico che non aveva attacco poco prima.

Il potente clone si ritrovò colpito su tre fronti diversi da attacchi potentissimi, così tanto che non riuscì a mantenere la barriera a lungo, finendo per essere travolto dall'offensiva combinata di tutti i miei pokémon.

La battaglia con Mew l'aveva stancato più di quanto sembrasse, abbastanza da permettermi di prevalere su di lui.

Io ero pronto ad esultare per la vittoria, ma dovetti ricredermi, poiché il mio nemico era sì indebolito, ma non pronto a cadere come speravo.

Richiamai inoltre Estelle, ordinandole di riportarmi Flareon, ancora troppo vicino all'avversario.

<<Devo riconoscerlo, questi attacchi mi hanno fatto più male di quanto pensassi, ma pensi che sia sufficiente a battermi? Ora ti mostro io che cos'è la vera potenza>> dopo quelle parole Mewtwo si avvolse di nuovo in un bozzolo di energia cinetica, mentre si preparava ad usare lo stesso potentissimo attacco che aveva raso al suolo il castello poco prima.

Per fortuna avevo richiamato in tempo la mia fedele volatile ed il mio tipo fuoco, e nel mentre ordinai ad Umbreon di tenersi pronto ad usare psichico, quando gli avessi dato l'ordine.

Il mio fedele compagno fece cenno di aver pienamente compreso le mie istruzioni, del resto l'unico modo per sopravvivere a quell'attacco era assemblare uno scudo di fortuna grazie allo psichico del mio amico, servendoci delle macerie del castello sparse tutte attorno a noi.

<<Dubito che questo stratagemma basti a fermare un attacco di tale portata, ma perlomeno attutirà il colpo, devo proteggere i miei pokémon.

Loro sono miei amici, e gli amici vanno protetti ad ogni costo>> i miei pensieri ad alta voce mettevano ancora più a nudo tutte le mie paure, ma in quella situazione era necessario che io rimanessi lucido abbastanza.

Io non tentai nemmeno di attaccare Mewtwo, poiché avevo già visto la prima volta che in quello stato niente poteva ferirlo, era come se quel bozzolo fosse arma e scudo allo stesso tempo.

L'avversario rilasciò di nuovo l'attacco in tutto il suo potere, generando un'immensa onda distruttiva che fece di nuovo enormi danni, ma stavolta la tattica delle macerie attutì il colpo per qualche istante.

<<Resisterà al massimo ancora qualche secondo, non c'è possibilità che ne usciamo vivi da qui>> oramai non potevo più fare nulla, per quanto mi sforzassi di pensare ormai non vedevo soluzioni.

Però accadde un secondo miracolo quel giorno, infatti mentre io e i miei compagni opponevamo una strenua resistenza, Mew sopraggiunse di nuovo dopo essersi ripreso dall'attacco nemico. 

Con i suoi poteri eresse una barriera psichica simile a quella del nemico, che avvolse tutti noi ed anche il nostro scudo di macerie improvvisato, rafforzando così la nostra difesa.

Mewtwo non fu più in grado di spingere al massimo il suo colpo, e così cessò l'offensiva, ormai stremato.

In quel momento Mew volle passare al contrattacco, ma io lo fermai.

<< Ti sono immensamente grato per il tuo aiuto Mew, ma questa faccenda la devo risolvere io.

So che per te probabilmente tutto questo è quasi un gioco, ma per me non lo è. Ti prego, lascia che sia io a sistemare tutto quanto.>> il piccolo pokémon in un primo momento chinò la testa come in segno di confusione ma, dopo avermi fissato intensamente negli occhi per svariati secondi, acconsentì alla mia richiesta e si fermò.

Io ripresi la battaglia ed ordinai ad Estelle di passare al contrattacco, la volevo in prima linea almeno in quell'occasione. 

Le chiesi di usare un attacco tifone, che solo recentemente avevo scoperto possedesse, e così con le sue possenti ali generò un turbine di vento di enorme potenza, che Mewtwo cercò di controllare con i suoi poteri.

<<Ora Flareon, salta di nuovo su Estelle e approfitta della distrazione nemica per usare fuococarica a piena potenza>> e così il mio focoso compagno, dopo essere risalito in groppa alla mia volatile, si riportò in prossimità del nostro nemico. 

Appena fu vicino abbastanza, il mio partner usò Pidgeot come un trampolino e si proiettò contro il clone a piena potenza, con una carica infuocata che subiva ancora il surplus di potenza garantito da fuocardore.

Il colpo del mio compagno centrò in pieno il nemico, che però non si piegò, replicando prontamente con un attacco psichico.

Flareon fu scagliato violentemente verso l'acqua a causa del colpo avversario, ma io ordinai ad Umbreon di usare un altro psichico sul mio amico di tipo fuoco, allo scopo di evitare la rovinosa caduta in acqua.

La mia strategia funzionò ed Estelle recuperò subito dopo il mio compagno, per poi riportarlo accanto a me sulla terraferma.

Lottare su una piccola isoletta sperduta in mezzo al mare non era certo l'ideale per un pokémon di tipo fuoco e, sebbene l'attacco fuococarica avesse fatto effetto, avevo esposto Flareon ad un pericolo troppo grande.

Mewtwo, dopo aver domato il tifone con i suoi poteri, usò psichico su Estelle e la strangolò a lungo prima di scagliarla contro delle macerie, cosa che la ferì gravemente e le fece perdere i sensi.

<<Così quel pennuto non sarà più un problema per me, ringrazia che non l'abbia uccisa.>> il nemico ora aveva un grosso vantaggio, essendo ormai alto nel cielo, mentre io mi ritrovavo a terra e senza più la possibilità di usare la mia Pidgeot per poterlo raggiungere.

<<Devo davvero lasciare che sia Mew a risolvere la cosa? No Mewtwo deve cadere per mano mia>> esporre nuovamente i miei pensieri stavolta fece l'effetto opposto, dandomi una grande carica.

Dopodiché ordinai a Jolteon di usare tuono sull'avversario, e quest'ultimo lo riflesse contro i miei pokémon, ma fu fermato da Mew grazie alla sua barriera.

<<Mi sono divertito molto in questo scontro, ma direi che sia il momento di finirla una volta per tutte>> le parole di Mewtwo apparivano come una sentenza di morte, ma io non ero ancora pronto a mollare.

<<Mew ti è possibile in qualche modo curare Estelle?>> chiesi io al simpatico pokémon.

Lui fece cenno di sì e così gli chiesi se potesse farlo subito. 

Mew usò i suoi poteri psichici per far guarire la mia Pidgeot, ed a quel punto ebbi l'idea che forse ci poteva consegnare la vittoria. 

<<Mew puoi trasferire parte del tuo potere ai miei cinque compagni?>> chiesi nuovamente io, ottenendo una seconda risposta affermativa.

Interpretando le mie intenzioni il mio alleato trasferì una porzione del suo potere ad ognuno dei miei pokémon, inclusa Estelle.

<<E' tempo che tutto finisca Kevin, stavolta per davvero>> e così mewtwo generò una sfera psichica di grandi dimensioni,  quasi pari a quelle di una supernova, preparandosi a scagliarla contro di noi. 

Sembrava ci volesse del tempo per completarla, ed era proprio di quella finestra d'azione che avevamo bisogno. 

Se fosse riuscito a lanciare quella sfera avrebbe potuto facilmente cancellare New Island dalle cartine geografiche, ma io cercai di ragionare il più lucidamente possibile.

<<Vaporeon tuffati in acqua e fai ciò che ti riesce meglio, mentre tu Mew potresti coprirci il tempo necessario a colpire Mewtwo?>> Il piccolo pokémon mi guardò con determinazione, sicuro di potermi garantire ciò che chiedevo, perciò io passai all'offensiva sperando che davvero fosse la volta buona.

Il mio compagno si tuffò in acqua come gli avevo chiesto mentre Umbreon, Jolteon e Flareon si strinsero sulla groppa di Pidgeot, sebbene non fosse semplice.

La grossa volatile spiccò il volo a gran velocità, rinvigorita dal potere del nostro prodigioso alleato, e in un attimo si trovò di fronte al nemico. 

Quest'ultimo, nonostante avesse le mani impegnate, riuscì a usare psichico anche con gli occhi e di conseguenza a trattenere tutti i miei pokémon.

Allora Mew mise in pratica la mia strategia come concordato, ed iniziò a scagliare moltissime micro sfere di energia in modo da disturbare Mewtwo e interrompere lo psichico su Estelle e la mia combriccola.

<<Adesso Jolteon usa un altro attacco tuono a piena potenza, tu Umbreon preparati ad un altro neropulsar a piena potenza, ma solo dopo il lanciafiamme di Flareon>>

<<Sciocco, credi che basterà a fermarmi?>> 

<<Si lo credo, tu Vaporeon usa surf>> il clone sembrò sorpreso, infatti non aveva notato l'assenza di Vaporeon fino a quel momento.

Dal mare si sollevò l'onda più grande che avessi mai visto, ed in un attimo travolse Mewtwo bagnandolo completamente.

Un secondo dopo arrivò il tuono di Jolteon, che grazie all'azione conduttiva dell'acqua sul corpo dell'avversario fece il doppio dei danni.

Fu poi il turno di un lanciafiamme di copertura di Flareon, atto ad indebolire ulteriormente il nemico, ed infine il potentissimo neropulsar di Umbreon che scagliò violentemente Mewtwo contro uno scoglio. 

Mew a quel punto usò i suoi poteri per trascinare il nemico, ormai allo stremo delle forze, sulla terraferma.

Io mi avventai su di lui e gli tirai qualche pugno, in un atto di sfogo, ed approfittando del fatto che non potesse difendersi.

Un attimo dopo ordinai ad Umbreon di preparare un altro neropulsar, il colpo decisivo.

<<Avanti Kevin, hai desiderato questo fin dal primo momento in cui mi hai visto in carne ed ossa.

 Ora hai la possibilità di farlo, mostrami che sei un uomo e lascia uscire quell'oscurità che ora vedo riflessa nei tuoi occhi>> nonostante la situazione fosse tremenda per lui, non esitava a provocarmi. 

<<Sta zitto, io non sono come te>>

<<Strano, perché i tuoi occhi dicono il contrario, e se è vero che sono lo specchio dell'anima allora la tua è davvero corrotta>> io ero sul punto di ordinare ad Umbreon di scagliare il neropulsar decisivo, ma una voce mi fermò all'improvviso.

<<Non farlo, tu non sei come lui, mi hai salvata ed ora io devo salvare te>> mi voltai e notai che era la misteriosa governante a parlare.

A differenza della prima volta che la vidi stavolta aveva un'aria partecipe, evidentemente il distacco emotivo di poc'anzi era causato dalla manipolazione mentale del malvagio clone.

Era giovanissima, al massimo un paio d'anni più di me e, non indossando più quello strano copricapo, potei notare quei capelli particolari tipici delle infermiere Joy.

Notai sul suo petto anche un tesserino sanitario, appartenente al centro pokémon di Celestopoli, e fu allora che ricordai di aver letto della scomparsa di un'infermiera sul giornale tempo addietro. 

<<Cerca di confonderti le idee, non sei come lui, ma se ora lo uccidi lo diventerai.>> aveva ragione, sapevo che aveva ragione, ma quella rabbia che sentivo bruciava nel mio petto come fuoco.

Potevo quasi sentire i miei organi collassare, quel mio stato d'animo era tanto intenso da farmi percepire anche malessere fisico.

<<Non capisci che se lo risparmio sarà ancora un pericolo per il mondo? Io ho il dovere di proteggere le persone da un mostro simile>> 

<<Non è trasformandoti in un mostro a tua volta che lo farai>> le parole dell'infermiera mi fecero riflettere, aveva colto nel segno anche quella volta, ma come potevo lasciar vivere Mewtwo considerando quanto fosse pericoloso?

La soluzione arrivò direttamente da Mew stesso, che mi fece capire di poter aiutare il clone a comprendere i suoi sbagli.

Per cominciare lo addormentò con i suoi poteri, essendo il clone troppo debole per opporsi.

Io gli suggerii uno strumento particolare, di cui scoprii l'esistenza attraverso i diari della Villa Pokémon, ossia una specie di armatura in grado di ridurre notevolmente i poteri di Mewtwo.

Si trattava di un esperimento fatto a scopo cautelativo da un team parallelo a quello che stava creando Mewtwo, nel caso quest'ultimo fosse stato troppo instabile.

Giovanni, per quanto odiassi ammetterlo, aveva visto lungo finanziando la creazione di uno strumento di contenimento.

Diedi a Mew le indicazioni per trovare quell'armatura basandomi sui ricordi delle pagine del diario, avvertendolo però che avrebbe prima dovuto trovare il modo di ricostruirla.

Il piccoletto avrebbe recuperato quell'oggetto, e poi avrebbe cercato di portare Mewtwo sulla giusta via.

<<Tu credi di poterlo davvero aiutare a comprendere i suoi errori? Pensi sia possibile redimere un mostro simile? Guarda che faccio ancora in tempo a finirlo>> in fondo al mio cuore stavo sperando di avere ancora la scusa di eliminarlo, forse dentro di me c'era davvero qualcosa di rotto. 

Mew si dimostrò sicuro dei suoi propositi, e poi mi guardò negli occhi intensamente.

Solo dopo compresi che mi stava ringraziando, ma nel suo sguardo scorgevo anche la speranza di poterci incontrare di nuovo un giorno.

Il mitico pokémon volò via insieme al suo clone ancora privo di sensi, lasciando me e l'infermiera soli tra le macerie del castello di New Island.

Quell'incontro mi aveva davvero segnato, avevo avuto l'opportunità di conoscere il progenitore di ogni pokémon esistente, e speravo di poterlo davvero rivedere prima o poi.

<<Dovremmo andare adesso, sali in groppa ad Estelle insieme a me infermiera. Comunque devo ringraziarti per avermi fermato>> lei accennò un sorriso e poi spiccammo il volo verso le nostre case, dopo aver richiamato nelle ball i miei compagni stremati.

Feci sosta a Celestopoli per riportare a casa la povera donna, lontana da troppo tempo dai suoi cari.

<<Anche io devo ringraziare te per avermi salvata, hai dimostrato di essere il Campione di cui Kanto ha bisogno, spero che ci rivedremo un giorno>> dopo le sue parole fece di nuovo un gran sorriso, a cui io cercai di replicare con uno dei miei. 

<<Lo spero anche io infermiera, sii felice>> e, dopo essermi beccato un bacio sulla guancia, volai via verso la lega con grande imbarazzo.

Una volta arrivato vidi che degli operai cominciavano a montare dei ponteggi, e confuso chiesi delle spiegazioni. 

<<Lance che sta succedendo? Cosa sono questi ponteggi?>>

 <<Te ne sei già scordato? Hai autorizzato tu i lavori di ristrutturazione, e per giunta dovrei anche farti una bella ramanzina per essertene andato stamattina senza dire niente a nessuno. Sei il Campione e molte persone dipendono da te, non commettere mai più delle leggerezze simili>> il Superquattro aveva tutte le ragioni del mondo per rimproverarmi, si vedeva la sua maturità rispetto alla mia, e per giunta anche lui aveva sperimentato per un po' di tempo cosa significasse essere Campione, quindi parlava con cognizione di causa.

<<Mi ricordavo dei lavori, ma non credevo che sarebbero iniziati subito, ho dato l'autorizzazione solo ieri. Quanto all'essere volato via senza avvertire hai perfettamente ragione, ti prometto che non accadrà mai più>> mi scusai con umiltà, del resto avevo davvero capito il mio sbaglio. 

<<Sono veloci quando si tratta della Lega, essendo l'istituzione più importante. 

I lavori saranno molto lunghi e nel frattempo la competizione della Lega Pokémon è sospesa, il che significa che avrai parecchio tempo ibero per un bel po'. Quanto all'aver sbagliato, sono lieto che tu lo abbia capito.>> 

<<Aspetta, potrò fare tutto ciò che voglio?>> domandai io incuriosito. 

<<Certo, a patto che tu sia sempre reperibile per quando i lavori finiranno. Dovrai essere pronto a ritornare al tuo trono da Campione quando sarà il momento>> 

<<Lo sarò non ti preoccupare, dopotutto ho sognato per tutta la vita di ricoprire questo ruolo. A presto Lance>> "mi congedai educatamente dal mio fedele consigliere, e così cominciai a pensare a cosa avrei potuto fare nel frattempo. 

Poi mi ricordai delle parole di Blaine riguardo Entei, le cui fiamme erano state in grado di sciogliere il suo legame psichico con il malvagio clone.

Non sapevo se gli eventi appena trascorsi avessero creato un legame psichico con Mewtwo, ma ero deciso a scoprirlo.

Qualora i miei timori si fossero rivelati fondati, non avrei esitato a sciogliere quel vincolo.

Mi ricordai anche di aver letto in un libro di numerosi avvistamenti della bestia leggendaria a Johto, perciò decisi che quella sarebbe stata la mia meta. 

Nel contempo quel nuovo viaggio mi avrebbe aiutato a conoscermi meglio, e mi sarebbe stato utile anche a comprendere maggiormente l'oscurità che c'era in me.

Rimasi terrorizzato quando ripensai al momento in cui stavo per uccidere Mewtwo.

Non credevo fossi capace di arrivare a tanto, ma purtroppo quegli avvenimenti mi avevano fatto capire che l'oscurità era ben viva in me, ed io dovevo imparare a controllarla per evitare di venire consumato da essa.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 31: L'arrivo a Johto

Spoiler

 

Con i lavori di ristrutturazione della lega in pieno svolgimento e il capitolo Mewtwo chiuso, almeno per il momento, decisi che fosse il momento giusto per visitare Johto.

Quel viaggio mi sarebbe stato utile sia per conoscermi più a fondo, sia per trovare il leggendario Entei.

Non avevo la certezza di aver instaurato anche io un legame psichico con il malvagio clone, ma volevo lasciarmi alle spalle tutto quello che avevo appena vissuto.

Ripensavo continuamente a quello che avevo quasi fatto a Mewtwo, e tremavo ancora al pensiero di poter essere capace di qualcosa di simile.

Se quel mostro avesse avuto ragione su tutto? Se davvero quei pensieri, quegli impulsi fossero stati sempre parte di me?

La nuova avventura che stavo per intraprendere mi avrebbe aiutato certamente a capirlo, ma se da una parte ero ansioso di capire, dall'altra ero terrorizzato da quello che avrei potuto scoprire.

Decisi di fare un salto a casa mia a Zafferanopoli per prendere alcune cose prima di partire, con la consapevolezza che avrei potuto incontrare mio padre.

Dopo il racconto di Mewtwo sulla reale causa della morte di mio nonno, un confronto con lui era l'ultima cosa che volevo.

Grazie ad Estelle arrivai in fretta a casa mia e presi alcuni strumenti curativi come iperpozioni e revitalizzanti, oltre che alcune MT.

La fretta mi pervadeva, volevo uscire il prima possibile di casa ed evitare spiacevoli incontri, quando dietro di me udii una voce familiare.

<<Figliolo sei a casa, come mai sei qui?>> mio padre era come sempre, tranquillo e genuinamente curioso di sapere perché io fossi lì, ma io proprio non riuscivo a fare finta di niente dopo quanto avevo scoperto.

<<Non ti preoccupare me ne sto andando, parto per Johto, ho bisogno di cambiare aria.>> la mia risposta fredda lo lasciò piuttosto interdetto, al punto che seguitò ad interrogarmi. 

<<Aspetta cosa intendi dire? Non capisco perché sembri avercela con me>>

<<Oh non capisci, beh te lo dico io.

So tutto di com'è morto davvero il nonno, quindi risparmiati la faccia scioccata, mi hai mentito e tu sai quanto la verità sia importante per me.>> lui voleva replicare, ma io non gliene lasciai il tempo.

<<La tua intenzione era quella di evitarmi una sofferenza, suppongo sia quello che volevi dire.

A volte non è possibile evitare di soffrire e possiamo solo scegliere il male minore, non sono più un bambino e non ho bisogno che tu mi tenga sotto una campana di vetro.

Lo sai che a Lavandonia ho gioito per la morte di quelle reclute del Team Rocket che avevano ucciso la povera Marowak? E che fossi sul punto di uccidere Mewtwo dopo aver scoperto tutto? 

Io ora ho bisogno di capire chi sono, di affrontare i miei demoni e devo farlo da solo, lontano da qui e da questo mare di bugie.>> le mie parole colpirono duramente mio padre, mi dispiaceva vederlo soffrire, ma la rabbia era il sentimento dominante in quel momento. 

<<Aspetta Kevin, mi dispiace davvero di avertelo tenuto nascosto>> le sue patetiche scuse in realtà mi facevano arrabbiare ancora di più, non ero lucido.

<<Avevi mille occasioni di dirmelo, posso capire che tu me l'abbia nascosto quando ero piccolo, ma ora non sono più un bambino.

Posso solo dire di essere felice che la mamma non sia qui al momento, perché suppongo che anche lei sappia tutto quanto, ed io non ho nessuna voglia di affrontare anche lei.

Sono il campione di Kanto adesso, ho la responsabilità di un'intera regione sulle mie spalle, di certo non sono più un ragazzino che ha bisogno di essere protetto.

Forse quando sarò padre potrò capire il perché di questa scelta, ma al momento non posso mi dispiace.>> dopo quelle parole varcai la soglia di casa senza guardarmi indietro, potevo immaginare il dispiacere che stavo dando a mio padre in quel momento, ma non avevo voglia di incrociare il suo sguardo.

Dopo essermi chiuso la porta di casa alle spalle, mi fermai un secondo a sbollire.

Sentii l'impulso di piangere, ma non serviva a nulla e perciò cominciai a pensare alla mia nuova avventura per distrarmi.

La mia prima tappa a Johto era Borgo Foglianova, lì avrei potuto incontrare il prof Elm, il più importante studioso di pokémon della regione, specializzato negli studi sulle uova e sull'allevamento.

Speravo che lui potesse darmi delle indicazioni per procurarmi altri Eevee, avevo decisamente bisogno di rafforzare la mia squadra.

Avrei raggiunto la meta in groppa ad Estelle, dopotutto Johto e Kanto erano quasi un'unica grande regione.

Nonostante anche Johto disponesse di otto palestre, la lega la condivideva con Kanto, perciò si poteva dire che fossi Campione di due regioni. 

Nelle due settimane successive alla mia nomina infatti mi ritrovai a difendere il mio titolo anche dagli intrepidi allenatori di Johto.

Raggiunsi la mia meta in un'ora di volo grazie alla velocità della mia Estelle, ed atterrai a Borgo Foglianova intorno alle 11 del mattino.

Era un piccolo paesino immerso nella natura, con tre piccole case ed il laboratorio del prof Elm, che svettava come meta principale dei viaggiatori.

Sul piccolo borgo soffiava una piacevole brezza, finalmente respiravo aria nuova.

Mi sentii immediatamente più leggero, come se in un attimo il fardello che mi portavo addosso fosse sparito, e fu per questo che ribattezzai quella piacevole brezza come "il vento del cambiamento".

Il paesino si diramava ad ovest verso Fiorpescopoli attraverso il percorso 29, mentre era collegato a Kanto dal percorso 27, che si diramava ad est del borgo e che era necessario attraversare con surf in quanto percorso marino.

Quel percorso segnava una vera e propria congiunzione con la mia regione natia, un piccolo tratto che faceva capire quanto le due regioni fossero vicine.

Senza ulteriori indugi mi diressi verso il laboratorio, e nel mentre notai un tizio molto strano con i capelli rossi, che si aggirava in modo sospetto intorno alla struttura.

Lo strano soggetto non mi risparmiò un'occhiataccia appena incrociai il suo sguardo, ma non ne fui affatto intimorito e proseguii verso il laboratorio.

Non badai molto a lui e bussai alla porta, attendendo pazientemente la risposta di qualcuno dall'interno.

<<Avanti>> una voce tremolante mi disse di entrare ed io lo feci prontamente.

Appena entrato notai subito un uomo alto e magro, con un paio di occhiali molto spessi, e compresi subito che fosse quello il professore.

Il laboratorio era pieno di scaffali stracolmi di libri, immerso in un caos paragonabile a quello del prof Oak, ora capivo perché fossero amici.

Sul fondo della stanza svettava un tavolo, su cui erano poggiate tre pokeball, che mi riportò alla mente l'inizio del mio viaggio di allenatore.

<<Ehm buongiorno prof Elm, io sono Kevin>> il bizzarro professore mi venne subito incontro, senza nemmeno farmi finire la presenza, con un sorriso e un'affabilità equiparabili a quelli di un vecchio amico. 

<<Bene bene, abbiamo un giovane ragazzo che vuole iniziare il suo percorso da allenatore di pokémon, sembri un po' grandicello però, di sicuro sei troppo alto per avere 10 anni.

Però ohibò non è mai troppo tardi, forza vieni con me>> quello strambo individuo aveva completamente frainteso la situazione.

<<Veramente io sono qui solo per avere delle informazioni su dove posso trovare degli Eevee, voglio specializzarmi nelle eeveeluzioni>>

<<Ah però che ragazzo ambizioso, mai visto un principiante con un simile proposito.

Purtroppo Eevee è selvatico a Johto come a Kanto, i suoi avvistamenti in natura in questa regione sono così sporadici e discontinui al punto che non è stato possibile individuare una posizione precisa da inserire nel pokédex. 

Temo dovrai accontentarti di uno dei classici starter>>

<<Credo ci sia stato un malinteso, io non sono un esordiente, sono il Campione di Kanto>> finalmente avevo modo di parlare anche io, dichiarando la mia vera identità con una punta di orgoglio. 

<<Cooome? Non è possibile che un ragazzo così giovane presieda la Lega dell'Altopiano Blu>> il suo scetticismo nei miei confronti mi offese un poco.

<<Veramente il Campione prima di me era un mio coetaneo, e poi le posso fornire la prova, ecco la mia scheda allenatore.>> mi infastidiva dover dare prova di chi fossi, ma suppongo fosse anche normale dopotutto. 

Il bizzarro studioso la prese e la analizzò con attenzione, per poi rimanere sorpreso da quanto vide.

<<Ah però, non avevo idea che il Campione fosse così giovane, né tanto meno che anche il suo predecessore fosse un suo coetaneo.

Devo decisamente uscire di più da questo laboratorio ahahah>> quella persona si rivelava ogni minuto più strana, ma la sua compagnia era piacevole.

Come ulteriore prova feci uscire i miei quattro pokémon ovvero Umbreon, Vaporeon, Jolteon e Flareon.

<<Wow, non scherzavi quando dicevi di volerti specializzare nelle eeveeluzioni accidenti, complimenti vivissimi, comunque il massimo che posso fare per te è offrirti uno degli starter classici.>> le parole del professore tradirono un sincero dispiacere, ma io lo rincuorai presto.

<<La ringrazio è un regalo enorme, sebbene io voglia specializzarmi in un settore, come ogni allenatore desidero avere molti pokémon, o per meglio dire molti amici.

Ragion per cui uno starter è un regalo immenso>> Elm fece un sorriso all'udire quelle parole e mi condusse fino al tavolo con le ball, mentre io richiamai i miei compagni nelle loro ball. 

Dopodiché mi fece cenno di scegliere quello che volessi, ed io indicai la prima sfera da sinistra.

<<Oh Chikorita, una scelta interessante, te lo affido con estremo piacere.> presi la ball e la misi subito nello zaino.

<<La ringrazio infinitamente signore>> il mio tono cortese compiacette molto lo studioso, come se in qualche modo non fosse abituato ad essere trattato con riguardo.

<<Prego giovanotto, ora spero che mi scuserai ma ho un appuntamento con una deliziosa signora.>>

<Ah mi scusi, allora vada pure da sua moglie>> mi risultava un po' difficile credere che una persona tanto singolare avesse una moglie, ma d'altro canto ero felice per lui. 

<<Oh no è solo la madre di uno dei ragazzi che hanno iniziato l'avventura con uno dei miei starter, è una signora molto amabile ed ora passiamo del tempo in compagnia ogni tanto.>> feci un cenno per segnalare di aver compreso la situazione, e lui a sua volta mi fece cenno di seguirlo.

Uscimmo e andammo nella casa di fianco al laboratorio, che già dalla facciata lasciava intuire un ambiente accogliente all'interno, decisamente quello che mi ci voleva in quel momento.

<<Professore, poteva dirmelo che era in compagnia, tu devi essere uno dei giovani che sta per intraprendere il viaggio da allenatore, sei un po' più grandicello di quelli che siamo abituati a vedere da queste parti.

Mi ricordi tanto mio figlio Armonio, anche lui ha iniziato il suo viaggio tempo fa, ed ora sta esplorando un'altra regione, lo sento molto raramente. 

Se penso che la sua amica Anita è venuta dalla regione di Unima apposta per incontrarlo, che peccato hai fatto un viaggio a vuoto cara.>> l'amabile signora si rivolse ad una ragazza seduta al tavolo della cucina, era molto discreta, al punto che solo dopo quelle parole mi accorsi della sua presenza.

<<Oh non si preoccupi Lara, la mia intenzione era di viaggiare per Johto comunque, quindi non ho fatto un viaggio a vuoto.>> replicò la giovane ragazza accanto. 

La signora era una donna piacente, sui 40 anni circa e molto curata.

Aveva dei lunghi capelli neri raccolti in una lunga coda di cavallo, ed indossava un grembiule piuttosto appariscente.

Accanto a lei la giovane ragazza che aveva parlato poco prima, che sembrò avere all'incirca la mia età e caratterizzata da un'aria estremamente affabile.

Lei aveva lunghi capelli castano scuro, ed indossava una maglietta bianca senza maniche con una giacchetta nera sopra, abbinata ad una minigonna in jeans.

Ciò che più mi colpì di quella giovane furono però i suoi occhi, di una tonalità indefinita tra il verde acqua e l'azzurro, che mi diede l'idea di un mare dalle acque smeraldine.

Ne rimasi estremamente affascinato, ma distolsi lo sguardo per evitare situazioni di disagio.

<<Lara, come me sei vittima di un terribile equivoco, questo ragazzo è nientepopodimeno che il Campione della Lega dell'Altopiano Blu, ed il suo nome è Kevin.

Ho controllato ed è la verità, lo so che sembra incredibile ed infatti sto ancora metabolizzando la cosa, un giovanotto a capo di due regioni.>> Elm mi aveva fatto una presentazione niente male, e le due donne ebbero entrambe un sussulto di sorpresa all'udire le parole dello studioso.

Mi avvicinai per presentarmi a dovere ad entrambe le mie interlocutrici, ma prima che potessi aggiungere altro udii un frastuono proveniente dal laboratorio.

Come me anche tutti gli altri lo notarono, e si affrettarono ad uscire di casa allarmati.

Appena usciti da casa di Lara io notai di nuovo il ragazzo con i capelli rossi incontrato poc'anzi, che stavolta stava scappando dal laboratorio.

<<Ehi tu fermo, restituisci immediatamente quello che hai rubato.>> il mio tono fu imperativo, poiché avevo notato chiaramente una pokéball nella sua mano mentre usciva trafelato dal laboratorio.

<<Chi sei mia madre? Non ci penso nemmeno, e se vuoi che restituisca ciò che ho preso dovrai sfidarmi ad una lotta.

Forza vieni fuori Eevee>> rimasi sorpreso dalla sua scelta, ma i miei pokémon erano fin troppo superiori, ed ero certo che la sfida sarebbe durata poco.

Io mandai in campo Umbreon, e la sfida cominciò subito dopo.

Il piccolo avversario però apparve fin da subito terrorizzato dal suo allenatore, al punto che ignorò alcuni dei suoi comandi.

Il ragazzo, preso dall'ira, si preparò a dare un calcio al suo stesso alleato, ma io mi avventai sul piccolo per proteggerlo e mi presi il calcio al posto suo.

Eevee sembrò preoccupato per me, così come Elm, Lara ed Anita, ma io mi rialzai in fretta e chiesi al piccolino se stesse bene.

Il cucciolo fece una specie di sorriso che mi segnalò il suo benessere, ed io allora gli feci una proposta particolare, ossia di lottare per me.

Eevee apparve fin da subito entusiasta, ed io richiamai nella ball Umbreon per lasciare il posto al nuovo amico, una cosa che però scatenò ulteriormente le ire di quel losco allenatore.

<<Razza di traditore, non aspettavi altro che abbandonarmi vero? Beh te ne pentirai, forza Cyndaquil>> io presi in mano il pokédex per sapere che mosse avesse Eevee, e scoprii che aveva attacco rapido, comete, riduttore e turbosabbia.

<<Bene, ora possiamo sostenere un incontro equo, Eevee contro quel Cyndaquil che hai rubato e che dovrai restituire.>>

<<Lo vedremo, avanti Cyndaquil vai con azione>> il piccolo pokémon di tipo fuoco si avventò contro Eevee, ma io ordinai a quest'ultimo di schivarlo e di usare un attacco comete.

Il mio colpo fece molto male, ed io approfittai dello stordimento del nemico per chiudere lo scontro con un attacco riduttore.

Eevee era comunque stato allenato un bel po', quindi era logico che fosse molto più forte dello starter di tipo fuoco, che invece era alla sua prima lotta.

<<Ora restituisci il pokémon rubato>> comandai io al misterioso ladruncolo. 

<<Non ci penso nemmeno, non so chi tu sia ma sentirai ancora parlare di me in futuro, ricordati il nome Argento>> e se la diede a gambe prima che potessi recuperare la refurtiva.

Mi scusai con il professore per non essere riuscito a recuperare lo starter, ma lui mi ringraziò comunque per l'impegno e si dimostrò anche fiero delle mie azioni di poco prima.

Il vigliacco aveva anche abbandonato il suo Eevee, che però sembrava ben contento di essersi liberato di quell'essere spregevole, ed ora mi guardava intensamente, lasciando trapelare il desiderio di seguirmi.

Io ben contento estrassi una pokéball, che posai delicatamente sulla testa del piccolino, sancendo la sua cattura.

Una nuova eeveeluzione sarebbe entrata presto nel mio team ed io mi avvicinai al professore, Lara ed Anita per salutarli a dovere.

Loro si dimostrarono dispiaciuti che io me ne stessi già andando, ma il mio viaggio era appena all'inizio e avevo svariate priorità al momento.

Ero stato benissimo in quel breve lasso di tempo trascorso nel meraviglioso borgo, e mi dispiaceva congedarmi così presto, ma di certo non avrei dimenticato nessuno di loro.

<<E' arrivato il momento di andare, il mio viaggio a Johto è solo all'inizio, ed io ho molte cose da fare in questa regione oltre cercare degli Eevee.

E' stato un vero piacere fare la conoscenza di tutti voi, prometto che passerò a fare una visita in futuro>>

<Già, è stato un onore conoscerti Campione, e sono certo che sentirò parlare ancora molto di te, è il mio intuito da professore a suggerirmelo>> strinsi la mano ad Elm, e feci un galante baciamano alla signora Lara per congedarmi a dovere da una donna più grande, per poi salutare educatamente Anita con un'altra stretta di mano.

Gli occhi di quella ragazza apparivano ancora più belli da vicino, e proprio per questo dovevo costantemente distogliere lo sguardo per evitare di creare situazioni di disagio per lei.

Dopo i saluti cominciai la mia marcia verso il percorso 29, che mi avrebbe portato a Fiorpescopoli, ma sotto lo sguardo del professore e della signora Lara la voce di Anita mi interruppe.

<<Ehi, Kevin giusto? Sarebbe un problema se ti accompagnassi fino a Violapoli? Lì sosterrò la mia prima sfida nelle palestre di questa regione, e non capita tutti i giorni di poter viaggiare con un Campione.

Potrei imparare molto da te, poi ho visto come ti sei prodigato per proteggere Eevee, e questo mi dimostra che sei una persona buona ed un esempio da seguire.>> le parole della ragazza mi riempirono di felicità in un primo momento, ma ripensandoci l'attimo dopo mi sembrò quasi che si riferissero ad un'altra persona.

<<Ti ringrazio per le tue parole, ma se mi conoscessi a fondo non penseresti più queste cose.

Va bene puoi venire con me, ma a Violapoli le nostre strade si separeranno, sono in questo posto per altre ragioni che esulano dalle lotte in palestra, del resto sono già Campione...ti sta bene?>> lei fece un cenno di assenso, ed insieme iniziammo il viaggio nell'affascinante Johto. 

Con tutti i libri che avevo letto sulle varie regioni del mondo pokémon avevo come l'impressione di aver sempre vissuto in quel luogo, e non vedevo l'ora di scoprire cosa mi avrebbe riservato quella magnifica regione.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 32: Il passato di Anita

Spoiler

 

Dopo essermi lasciato alle spalle Borgo Foglianova mi incamminai insieme ad Anita nel percorso 29, che ci avrebbe condotti a Fiorpescopoli.

Durante il tragitto feci sconfiggere ad Eevee molti pokemon selvatici, in modo da rafforzare il nostro legame, mentre la mia compagna mi affiancava silenziosamente. 

<<Ehi, non dovresti catturare alcuni pokémon per la tua sfida in palestra a Violapoli?>> esordii io, rompendo il silenzio.

<<Ah sì giusto hai ragione, cosa potrei catturare da queste parti? Hai delle idee?>> mi lusingava la sua considerazione verso di me, al punto di chiedermi consigli su cosa catturare. 

<<Beh da quel che so il capopalestra di Violapoli è specializzato nel tipo volante, quindi credo che dovresti catturare un tipo volante per affrontare una sfida alla pari, ma da queste parti c'è solo Pidgey.

E' un peccato che non ci tratterremo a lungo in questo percorso, o avresti potuto catturare Hoothoot di notte, che so essere più versatile del buon vecchio Pidgey. Beh vorrà dire che ci addentreremo nei percorsi successivi di notte e ne catturerai uno d'accordo? Tanto prima di Violapoli ci sono altri percorsi in cui poterlo trovare>> la ragazza mi ascoltò senza fiatare, ed alla fine del mio discorso mi ringraziò per i suggerimenti. 

Camminammo ininterrottamente per un bel po', e nel mentre sentii che lei mi fissava, come se mi stesse studiando.

La cosa mi mise un po' a disagio, perciò iniziai la conversazione per uscire dal silenzio imbarazzante che si era creato.

<<Hai bisogno di qualcosa?>> le chiesi io con un tono che tradì un leggero fastidio. 

<<No no, scusami se ti stavo fissando, è che è così strano intraprendere il viaggio da allenatrice con un Campione. 

E' un grande onore per me, e soprattutto mi sorprende che tu, che hai solo un anno più di me, sia già riuscito in un'impresa simile.

Non volevo metterti a disagio mi spiace>> la sua voce tradì un sincero dispiacere, ed io mi sentii immediatamente in colpa per essere stato brusco nei suoi confronti. 

Per farmi perdonare cercai di spostare il discorso su di lei, avremmo trascorso un po' di tempo assieme ed era giusto che anche io sapessi qualcosa della mia compagna.

<<Anche tu perdona i miei modi bruschi, ma perché ora non parliamo un po' di te? Da quello che diceva la signora Lara vieni da Unima, perché allora hai voluto iniziare il tuo viaggio di allenatrice da una regione che non è la tua?>> quella curiosità mi martellava il cervello fin da quando l'avevo incontrata a casa di quella signora, ma solo in quel momento avevo colto l'occasione di porle quelle domande. 

Lei mostrò una certa titubanza nel fornirmi una risposta, ma dopo alcuni secondi di riflessione decise di sbottonarsi. 

<<Beh la storia è lunga e non voglio annoiarti, forse non dovremmo parlarne>> qualcosa mi suggeriva che la sua storia avesse dei connotati poco piacevoli, ma non era giusto che si tenesse tutto dentro e quindi cercai di convincerla a parlare. 

<<Io invece credo che dovremmo, la tua reazione mi fa pensare che tu abbia un grandissimo bisogno di parlarne.

Oltretutto non è mia abitudine viaggiare con persone di cui non so nulla, e la cosa diventa ancora più frustrante quando si tratta di una ragazza graziosa come te.>> senza nemmeno rendermene conto le avevo detto che la trovavo attraente, e la cosa la fece arrossire visibilmente.

Non mi ero nemmeno accorto di aver pronunciato quelle parole, solo la sua reazione imbarazzata me lo fece capire.

Non riuscivo proprio a capacitarmi di come potessi essermi sbilanciato tanto con una ragazza appena conosciuta, ed anche io mi imbarazzai visibilmente dopo aver compreso cosa avessi appena detto.

Dopo quella minuscola manifestazione di imbarazzo lei rimase in silenzio per un po', sembrava che volesse dirmi qualcosa ma non trovasse il coraggio.

Dava l'impressione che le parole si soffocassero nella sua gola. 

Forzarla a parlarne non era stata la scelta migliore, ed intanto pensai che non avevamo ancora pranzato, perciò feci notare la cosa e mi misi a cercare uno sprazzo d'erba lontano dai pokémon selvatici, nel tentativo di deviare il discorso e farla rilassare un attimo.

<<Ecco, qui dovrebbe andare bene, che dici se ci fermiamo e mangiamo qualcosa? In fin dei conti sono circa le 13.00, siamo in orario da pranzo e non abbiamo toccato nulla da che siamo partiti due ore fa da Borgo Foglianova>> la mia proposta di pranzare fu ben accolta, e anche la sua espressione parve più rilassata.

<<Si certo, ma tu hai qualcosa da mangiare? Io purtroppo no a dire il vero>> le parole di Anita mi fecero rendere conto di un fatto terribile, non avevo portato niente da mangiare.

La fretta di lasciare casa mia non mi fece accorgere di essere uscito senza cibo, ed eravamo in un luogo in cui era impossibile comprare alcunché.

<<A dire il vero nemmeno io ho qualcosa da mangiare, e me ne accorgo solo ora.

Sono però sicuro che ci sia qualcosa qui in giro, basta cercare per bene>> mi allontanai di qualche metro sperando di trovare qualcosa di commestibile, ed ebbi la fortuna di scorgere delle piantine su cui crescevano delle piccole bacche. 

Ne raccolsi un po' per me ed Anita, e le portai dalla mia compagna di viaggio. 

<<Non è il massimo, ma dovrebbero saziarci almeno fino all'arrivo a Fiorpescopoli, dove potremo fare un pasto decente>> ero dispiaciuto di aver trovato solo quello, ma il suo sorriso e la sua gratitudine mi risollevarono immediatamente.

<<Grazie mille, allora perché non mi racconti un po' di come sei diventato Campione?>> sembrava proprio voler evitare di parlare di lei.

<<Oh beh ho battuto gli otto capopalestra, i superquattro ed il Campione fine della storia, piuttosto ora è il momento che mi parli di te.

Ho chiaramente notato che l'argomento non ti piace, e so di poter sembrare insistente, ma ripeto che non mi piace viaggiare con persone di cui non so nulla.

Ultimo ma non meno importante, lo percepisco chiaramente che si tratta di un peso che vuoi condividere, ed io sono qui per questo.>>

Anita continuò ad essere riluttante, ma la mia ultima frase sulla condivisione del peso sembrò averla convinta. 

<<Va bene, te lo racconterò.

Parto dall'inizio e ti dico che vengo da Soffiolieve, un piccolo paesino situato nel sud di Unima.

Mio padre morì poco tempo dopo la mia nascita, a causa di una grave malattia, e per un po' io e mia madre Juliet rimanemmo da sole.>> il suo racconto si interruppe bruscamente a causa delle lacrime, che iniziarono a solcare il suo viso.

Pensai che fosse troppo doloroso e allora le dissi di smetterla, ma a quel punto fu lei a voler terminare ciò che aveva iniziato.

<<Posso farcela tranquillo, dunque riprendiamo da dove avevo lasciato.

Mia madre ha sempre lavorato nel ristorante di Levantopoli, che poi è anche la prima palestra ufficiale della regione di Unima, governata da tre fratelli: Chicco, Maisello e Spighetto. 

Si tratta di un luogo singolare, che funge sia da ristorante che da palestra.

Lei guadagnava discretamente, ma doveva fare con la bici un bel po' di strada ogni giorno per andare al lavoro, poiché Soffiolieve è separata da Levantopoli da un piccolo borgo noto come Quattroventi.

Con il suo stipendio facevamo fatica a vivere bene, ed io mi sentivo anche in colpa di essere troppo piccola per aiutarla.

Quando avevo 8 anni però lei conobbe un uomo di nome John, che fin da subito si dimostrò molto amorevole sia con lei che con me.

Era gentile e premuroso, ed inoltre guadagnava bene con il suo impiego, quindi il suo arrivo fu come una manna dal cielo.

Sembrava che finalmente la nostra vita potesse ricominciare a girare nel verso giusto>> io la interruppi un attimo per farle riprendere fiato, e le porsi anche un fazzoletto per asciugare le lacrime. 

<<Qualcosa mi dice che sta per arrivare un ma>> dissi io con un tono dispiaciuto.

<<Non sbagli infatti, John ha perso il lavoro l'anno scorso, e da quel momento per me e mia madre è iniziato l'inferno.

Lui ha cominciato a bere e a maltrattare sia me che mia madre, facendoci violenza psicologica ogni giorno.

Questo nei giorni buoni, infatti in quelli cattivi arrivava addirittura a picchiare mia madre, e lei con i vicini e con tutti accampava scuse di ogni genere per giustificare i numerosi lividi.

Lui infatti, da miserabile quale era, faceva la persona gentile e amabile con tutti, in modo da allontanare qualsiasi sospetto.

In più era come se John ci ritenesse colpevoli del suo fallimento, come se avessimo avuto qualche ruolo nel suo licenziamento.

In nome di quella convinzione si sentiva in dovere di sfogare le sue frustrazioni su di noi.

Io ho cercato di aiutare mia madre come potevo, ed essendo ormai in età da lavoretti cominciai ad aiutare la professoressa Aralia, l'equivalente di Elm ad Unima, con le sue faccende di laboratorio.

In quel modo guadagnavo qualcosa per poter andare avanti in modo dignitoso, ed intanto mi appassionavo sempre più al mondo pokémon, soffrendo sempre di più per il tragico fato che era stato riservato a me e a mia madre.>> intervenni anche io a quel punto, di fronte a quel racconto non potei esimermi dall'esprimere il mio pensiero.

<<Che miserabile quel John, troppo facile dare la colpa ad altri, un vero uomo deve prendersi le proprie responsabilità e biasimare solo sé stesso per i propri fallimenti. 

Ma perché tua madre non si è mai opposta? Perché dopo che quel miserabile ha perso il lavoro ha continuato a stare con lui, visto il modo in cui si comportava?>> i miei problemi di rabbia, uniti all'empatia verso la sua storia, mi stavano facendo perdere le staffe, ma cercai di non darlo troppo a vedere.

<<Perché non aveva la forza di ribellarsi, lei provava ad opporsi, ma quel maledetto l'aveva traviata così bene da convincerla che lei non valesse niente senza di lui. L'aveva messa in una condizione di sudditanza psicologica, per usare termini più eloquenti.

Ad ogni modo io fin da bambina avevo la passione per i pokémon, non era una cosa nata in tempi recenti, ma non potevo certo diventare allenatrice.

Farlo significava viaggiare e lasciare mia madre sola, non potevo farlo.

Circa un mese fa ci fu una svolta, qualcosa che mise fine al nostro calvario.

Una sera mia madre stava rincasando dal lavoro, era tardi e stava attraversando il percorso 1, che collega Soffiolieve a Quattroventi, quando si imbatté in John. 

Lui era uscito a farsi un giro e, probabilmente ubriaco, cominciò ad inveire contro di lei come d'abitudine.

Quella volta però commise l'errore di farlo all'aperto, così fragorosamente da destare l'attenzione di tutti i nostri vicini.

Persino la professoressa Aralia fu allarmata dal gran baccano che si stava verificando fuori dal suo laboratorio, ed io ero lì con lei quella sera. 

La gente, vedendo finalmente il vero volto di quel mostro, si avventò su di lui per fermarlo, avendo compreso che John fosse sul punto di picchiare mia madre.

L'intervento di uno stormo di Pidove nel mentre fu decisivo.

Quei pokémon si erano avventati su quell'uomo e solo su di lui, come se avessero percepito che fosse cattivo.

Cominciarono a prenderlo a beccate fino a ridurlo peggio di uno scolapasta, sotto gli sguardi attoniti dell'intero vicinato.

Io, che ero uscita per aiutare mia madre dopo aver sentito le sue grida, rimasi colpita da quella scena.

Quei piccoli pokémon uccello compresero la situazione e protessero mia madre da quell'uomo.

Dopo quell'avvenimento John fu messo in prigione nemmeno so dove, e fu in quel momento che Aralia parlò con me.

Mi disse che io meritavo di inseguire il mio sogno, e che tutti i cittadini di Soffiolieve si sarebbero impegnati a sostenere mia madre, che peraltro era molto amata lì in paese.

Io non volevo assolutamente, che razza di figlia avrebbe abbandonato la propria madre così?

Fu proprio lei a convincermi, promettendomi che si sarebbe ripresa la sua vita, ma mi convinse anche a non iniziare il viaggio di allenatrice ad Unima.

Avevo troppi brutti ricordi in quel posto, e mi disse che meritavo che la mia prima avventura fosse indimenticabile ed il più serena e spensierata possibile.

Mi parlò di Johto come di una regione magnifica che aveva visitato da giovane, ed in più mi ricordai che tempo prima feci la conoscenza di un ragazzo originario proprio di Johto, Armonio, con cui strinsi amicizia e che me ne parlò altrettanto bene.

Quel ragazzo, ora un mio caro amico, era in vacanza ad Unima quando lo incontrai per la prima volta, e mi parlò così tanto della sua terra di origine da mettermi la curiosità di visitarla. 

Sono venuta qui spinta da un'enorme curiosità, ed ho deciso di approfittare dell'occasione per passare dalla sua città natia a fargli un saluto. 

Purtroppo sono arrivata in un momento sbagliato, difatti lui sta ancora viaggiando in lungo e in largo, ma ho avuto la fortuna di conoscere te.

Sei una persona di cui so ancora poco, ma sono certa che tu sia un bravissimo ragazzo, anche se un po' scontroso.

Questa è la mia storia per filo e per segno, alla fine ti ho raccontato più di quanto avevo originariamente preventivato, ma mi sono fatta trasportare dalla storia.>> la storia di Anita era incredibile, aveva davvero vissuto l'inferno, ma ne era uscita a testa alta.

Quel racconto me la fece ammirare ancora di più, perché davanti a me c'era una ragazza gioviale e dal carattere solare, meritava tutto il mio rispetto per essere riuscita a conservare la sua spensieratezza dopo quegli eventi.

Inoltre le sue parole sul fatto che fossi una brava persona mi colpirono moltissimo.

Volevo essere felice di quei complimenti sinceri, ma dentro di me, ripensando a quanto avevo vissuto poco prima, non riuscivo a vedermi nello stesso modo. 

<<No io non sono un bravissimo ragazzo credimi, se mi conoscessi a fondo non lo penseresti più.>> risposi io con un tono cupo, mentre le davo le spalle per evitare di incrociare il suo sguardo.

Un istante dopo sentii le sue braccia avvolgermi da dietro, e la sua testa si posò sulla mia schiena.

<<Una persona con occhi puri come i tuoi non può essere cattiva, e non potrà mai esserlo.

Quei tuoi occhi verdi conservano ancora la loro brillantezza, anche se sono un pochetto offuscati da un velo di tristezza, ed è questo che mi fa capire che persona sei.>> dopo le sue parole fui io a trattenere le lacrime, e poi mi voltai per abbracciarla a dovere.

Rimanemmo in quella posizione per svariati secondi, che ebbero il sapore di un'eternità, e poi ci staccammo frettolosamente in preda ad un imbarazzo estremo.

Durante il racconto avevamo avuto modo anche di mangiare quelle piccole bacche, e così riprendemmo la marcia verso Fiorpescopoli. 

Gli occhi di Anita erano un po' arrossati per via del pianto, ma il suo viso aveva ripreso la solarità di prima. 

Nel mentre che il percorso giungeva al termine ebbi l'occasione di far allenare ancora un po' il mio Eevee, così avrei ottenuto presto la mia quinta eeveeluzione.

La ragazza intanto osservava le lotte con grande interesse, come un discepolo che guarda il maestro all'opera e cerca di trarre il massimo insegnamento da ciò che vede.

Arrivammo finalmente a Fiorpescopoli verso le 17, mentre il cielo cominciava a tingersi di meravigliose tinte arancioni.

La nostra sosta era durata molto più del previsto e a causa di ciò avevamo fatto così tardi.

In compenso quella meravigliosa città ci offrì un panorama meraviglioso, con il sole che si abbassava sempre più all'orizzonte fino ad incontrarsi con quella piccola porzione di mare, su cui la ridente cittadina si affacciava.

Era il momento di riposarsi, ma il mio prossimo obiettivo era quello di domandare alla popolazione locale delle leggende di Johto, nella speranza che qualcuno sapesse dirmi qualcosa di Entei.

Anita in qualche modo era riuscita a distrarmi dai miei dubbi su me stesso, e di questo le ero immensamente grato, ma prima o poi avrei dovuto fare i conti con i miei demoni.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 33: La prima cattura di Anita

Spoiler

 

Giungemmo a Fiorpescopoli al tramonto, e lì ci saremmo fermati per la notte, per poi ripartire l'indomani alla volta di Violapoli.

<<Bene, direi che sia il momento di fare un salto al centro pokémon per far curare Eevee, tu vieni con me o preferisci fare un tour della città in solitaria?>> domandai io alla mia compagna di viaggio.

<<No vengo anche io, perché mai dovrei fare un tour da sola quando ho al mio fianco un'ottima guida come te?>> mi incalzò lei ora sorridente ed allegra come se nulla fosse successo.

Evidentemente le aveva fatto bene parlare con qualcuno della sua storia, la vedevo estremamente alleggerita. 

Le feci dunque cenno di seguirmi, con grande gioia della solare ragazza.

Entrati al centro medico lasciai il mio nuovo amico all'infermiera Joy, mentre feci uscire dalla ball tutti gli altri miei compagni per far prendere loro un po' d'aria. 

Anita fece lo stesso con il suo pokémon, un Totodile appena ottenuto a Borgo Foglianova.

Appena usciti dalle ball Umbreon, Vaporeon, Jolteon e Flareon furono subito assaliti dal pokémon giocherellone di Anita, che si avventò sui miei amici pronto a mordicchiarli per divertirsi. 

<Accidenti tu possiedi ben quattro eeveeluzioni, ne ho sentito molto parlare, ed ora hai anche un altro Eevee, quindi ne deduco che tu voglia specializzarti nelle eeveeluzioni.

Un obiettivo ambizioso, ma che sono certa raggiungerai, del resto anche diventare Campioni non è un obiettivo così semplice eppure ce l'hai fatta.

Io invece spero di avere successo contro il capopalestra di Violapoli, mi piace pensare ad un passo per volta>> Anita era decisamente tornata in splendida forma, ed anzi appariva persino più vigorosa di quando l'avevo incontrata a casa di Lara. 

<<Ti ringrazio per la fiducia e sì hai ragione, il mio obiettivo è quello di specializzarmi nelle eeveeluzioni, anche se comunque come ogni altro allenatore voglio possedere molti pokémon. 

Per questa ragione ho preso lo starter da Elm, dopotutto un legame con il proprio partner non è forgiato solo dalle battaglie.

Riguardo a Violapoli ho fiducia in te, sono certo che trionferai, anche se prima di arrivare alla città dovrai assolutamente catturare almeno un pokémon>> detto ciò feci uscire dalla ball anche il mio Chikorita, che a differenza delle mie eeveeluzioni sembrò molto più ben disposto a giocare con Totodile.

<<Grazie per l'aiuto che mi stai dando, ad ogni modo Chikorita sembra molto più giocherellone, a differenza delle tue eeveeluzioni, che sono snob come te>> mi disse la ragazza con tono da frecciatina ironica.

<<Io non sono snob, semplicemente non sono un tipo espansivo, e nemmeno loro tutto qui>>

<<Eheh che non eri espansivo l'avevo capito subito, altrimenti saresti stato più caloroso fin da subito quando ti ho abbracciato nel bosco.

Per fortuna però poi ti sei sciolto, e mi hai abbracciato in modo molto caloroso, non sei certo un tipo da mezze misure>> disse lei con tono ironico e picchiettandomi la spalla, mentre io cercai di nascondere l'estremo imbarazzo che le sue ultime parole avevano scatenato in me.

Utilizzai la scusa di andare a verificare come stesse il mio nuovo compagno di viaggio per allontanarmi da Anita, cosicché non notasse il mio grande imbarazzo. 

L'infermiera mi riconsegnò il mio nuovo amico ed io lo mandai subito a giocare con gli altri pokémon.

<<Mi scusi infermiera, le posso fare alcune domande?>>

<<Certamente dimmi pure ragazzo>>

<<Vorrei sapere qualcosa del pokémon leggendario Entei>>

La sua faccia si scurì di colpo all'udire quel nome, ed infatti cercò di liquidarmi in fretta, come se fosse una sorta di tabù.

<<Suicune, Raikou ed Entei non sono più a Johto da molto tempo, ogni tanto delle persone riferiscono di alcuni avvistamenti, ma non è nulla di certo.

E' anzi probabile che fossero solo pokémon comuni, erroneamente scambiati per i cani leggendari o bestie leggendarie che dir si voglia.

Ad ogni modo prima ho sentito che parlavate di Violapoli tu e la tua ragazza>> la supposizione dell'infermiera sul fatto che Anita fosse la mia ragazza mi fece arrossire visibilmente, al punto che non fui capace di mascherarlo. 

<<N-non è la mia ragazza, si siamo diretti lì, perché è così importante?>> domandai io estremamente incuriosito.

<<Perché mia sorella, che lavora al centro medico di Violapoli, mi ha detto che stanno accadendo cose strane laggiù, come in altre città di Johto>> la faccenda si faceva sempre più interessante, ed io volevo saperne di più.

<<Cose strane di che genere?>> chiesi io con una curiosità ancora maggiore rispetto a prima. 

<<Beh strani fenomeni climatici, violenti ed improvvisi temporali che per ora hanno fatto pochi danni,ma alla lunga chi può saperlo. 

State attenti tu e la tua amica e, se volete passare la notte in questa città, vi consiglio la piccola pensione qui accanto di Fran e Gilberto.

Sono due anziani davvero amabili e vi ospiteranno con piacere, così potrete avere un buon pasto caldo e un letto per riposare>> ringraziai l'infermiera per gli avvertimenti e i consigli, e mi congedai da lei con più domande che risposte. 

Con Anita e tutti i nostri pokémon uscimmo dal centro medico, diretti verso la pensione che mi era appena stata suggerita.

<<Che c'è hai una faccia scura, di che avete parlato tu e l'infermiera?>> la mia compagna di viaggio parve sinceramente preoccupata, ma io la rassicurai presto. 

<<Mi ha detto che a Violapoli e in altre città di Johto stanno accadendo strani fenomeni climatici, dovremmo stare attenti, ho delle bruttissime sensazioni.

Ad ogni modo teniamo i nostri compagni fuori dalle ball per un po', meritano di prendere un po' d'aria e andiamo in quella pensioncina che mi è stata suggerita, così avremo un posto in cui trascorrere la notte.>> lei fece un cenno di assenso ed insieme ci dirigemmo dai due amabili vecchietti.

La città di Fiorpescopoli era molto carina, un luogo tranquillo con una manciata di casette e una brezza che carezzava perennemente la città, emanando un dolce profumo di fiori.

Entrammo nella piccola pensione dei due vecchietti, e ci trovammo di fronte ad un luogo accogliente, con un bel focolare all'entrata. 

Alcune poltroncine disposte attorno ad esso donavano all'ambiente un'aria ancora più confortevole, ed una scaletta che conduceva alle stanze al piano superiore completava il quadretto.

<<Buongiorno giovanotti, volete una camera e un pasto caldo? Siete giusto in tempo, fra non molto si cenerà.>> domandò l'anziana signora, il cui nome se non ricordavo male era Fran. 

Quella era la giornata dell'imbarazzo per me, la frase della vecchietta sul volere una stanza singola fu il colpo di grazia.

<<Si signora, in effetti avremmo bisogno di un pasto caldo e di due camere per la notte>> ci tenevo a chiarire subito il malinteso. 

<<Perché due camere? Tu e la tua ragazza non dormite assieme? Ho una camera con letto doppio>> ormai ci avevo fatto l'abitudine alle situazioni imbarazzanti, ma Anita arrossì tremendamente alle parole della simpatica proprietaria della pensione. 

<<Non è la mia ragazza, è solo un'amica, quindi se ha due stanze sarebbe perfetto>> la signora allora ci diede due chiavi, e così ci rifugiammo entrambi nelle nostre camere aspettando la cena.

Io ne approfittai per farmi una doccia e per coccolare i miei pokémon, poiché mi resi conto di averli un po' trascurati dal mio arrivo a Johto.

L'occasione fu propizia per far integrare Eevee nella squadra, e sia io che i miei compagni lo coccolammo per farlo sentire parte di quella famiglia.

Quello scellerato di Argento lo aveva solo maltrattato, ed ora il piccolo stava finalmente ricevendo l'affetto che meritava. 

Le mie eeveeluzioni furono molto più ben disposte con il nuovo acquisto della mia squadra, che con il Totodile di Anita, probabilmente furono infastiditi dall'iperattività del simpatico coccodrillo.

Anche Chikorita si divertiva con loro, quasi mi dispiaceva non coinvolgerlo nelle lotte, ma gli davo comunque molto affetto e lui ne era felicissimo. 

Non perdeva occasione di manifestare il suo affetto accarezzandomi con le sue liane, ma fu solo grazie al pokédex che scoprii che era una femmina.

Avevo trascurato lo starter fin da quando l'avevo preso dal prof Elm, e mi sentii tremendamente in colpa per scoprire il suo genere solo adesso.

Giocando con i miei pokémon l'ora di cena giunse in fretta, e a tavola rincontrai Anita. 

Insieme facemmo la conoscenza anche di Gilberto, il marito della signora Fran.

I nostri compagni cenarono insieme a noi, su gentile concessione dell'anziana coppia, che aveva piacere di avere una tavola tanto vivace.

<<Allora figlioli, avete l'obiettivo di conquistare le palestre di Johto per accedere alla lega?>> domandò Fran.

<<Io sì signora, ho appena iniziato con il mio Totodile, ma Kevin non ne ha bisogno poiché lui è il Campione dell'Altopiano Blu>> Anita tradì una punta di orgoglio nell'esternare la mia qualifica, forse le piaceva l'idea di viaggiare con una personalità di spicco nel mondo delle lotte. 

<<Coome? Davvero un giovanotto come te è il Campione della Lega? Devi essere un autentico prodigio allora>> disse Gilberto con un tono di autentica sorpresa.

<<Si è vero sono il Campione, ma non esageriamo, non sono un prodigio, sono solo bravo nella lotta>> non mi era mai piaciuto atteggiarmi, e rimasi fedele a me stesso non facendolo nemmeno in quell'occasione. 

<<Ragazzo ho visto come tratti i tuoi pokémon, con rispetto e come tuoi pari, quindi anche questo ha fatto di te un Campione.

L'enorme fiducia che i tuoi compagni hanno nei tuoi confronti ti ha portato sulla vetta, e forse ti condurrà ancora più in alto.>> disse Gilberto.

<<Forse ha ragione, per me sono amici fedeli, e sarei disposto a dare la vita se significasse salvare la loro.>> dicendo quello accarezzai la testa del mio fedele Umbreon, e lui chiuse gli occhi per godersi quella coccola, sotto lo sguardo compiaciuto dell'anziana coppia. 

I due vecchietti e Anita mi guardarono con ammirazione, anche se in fondo al mio cuore sentivo di non meritarla viste le mie recenti azioni discutibili.

Finita la cena mi congratulai con la signora Fran per l'ottima cucina, e sia io che Anita andammo a riposare, con lo scopo di riprendere il cammino verso Violapoli l'indomani.

Durante la notte ebbi degli incubi che mi riportarono agli eventi di Lavandonia, quando stavo per usare i miei pokémon contro le due reclute Rocket.

A detta di Mewtwo quello fu il momento in cui la mia oscurità emerse per la prima volta, e forse aveva ragione.

Quel giorno avvertii in me una rabbia ed un impulso violento che non avevo mai percepito prima, ed a ripensarci mi venivano ancora i brividi, poiché vedevo un ragazzo che non ero io. 

Ora però mi sfiorava il dubbio che forse quella era davvero la mia vera natura, rimasta a lungo sopita ed emersa in quelle circostanze spiacevoli.

La scena poi si spostò rapidamente sul malvagio clone, più precisamente quando stavo per ucciderlo dopo la grande battaglia con Mew.

Poi mi spostai ulteriormente sui miei genitori, che in quello scenario mi osservarono dicendomi che fossi un mostro.

Mi svegliai di soprassalto tutto sudato, terrorizzato da quanto avevo appena sognato.

Mi avvicinai alla finestra che dava sul meraviglioso mare, ed osservai il cielo stellato nel tentativo di distendere i nervi.

Mi vestii, presi i miei pokémon, ed andai a svegliare Anita, mentre l'orologio segnava la mezzanotte. 

Bussai alla sua porta e lei mi aprì, cercando di nascondere il suo bel pigiamino

<<Carino il pigiama>> dissi io in tono ironico, mentre un sorriso sincero si dipinse sul mio volto.

<<Ahah molto spiritoso, che vuoi a quest'ora?>> disse la ragazza con una faccia assonnata. 

<<Devi catturare il tuo primo pokémon, ti avevo consigliato un Hoothoot, è notte e quindi qualche esemplare sarà nei dintorni.>> era una scusa palese per restare sveglio, ma in fin dei conti lo facevo anche per lei. 

<<Ma proprio ora? Accipicchia dammi un attimo che mi vesto>> io rimasi sulla soglia della porta ad osservarla mentre si legava i capelli, era la prima volta che la vedevo con i capelli sciolti ed erano davvero tantissimi.

Aveva una chioma davvero fluente, che però la rendeva ancora più bella. 

<<Ehi non pretenderai che mi vesta davanti a te? Mi spiace ma qui non ci sono spettacoli>> e mi chiuse la porta in faccia con aria seccata.

Mentre la aspettavo continuavo ad osservare il cielo notturno, mi calmava in un certo senso, ed in quel momento era proprio ciò di cui avevo bisogno.

Nella notte trovavo conforto, e la volta stellata faceva svanire ogni mia inquietudine.

<<Eccomi qui andiamo, mi auguro che perlomeno riusciremo a trovarne uno e sia valsa la pena tirarmi giù dal letto>> senza dire nulla mi avviai verso il percorso 30 a nord di Fiorpescopoli, e lei mi seguì.

Dopo un lungo girovagare finalmente trovammo un Hoothoot, e lei mandò in campo il suo starter.

<<Sta attenta, gli Hoothoot a volte possiedono l'attacco ipnosi, che fa addormentare il tuo compagno>> lei fece cenno di aver compreso, e cominciò ad ordinare al suo partner di usare l'attacco graffio.

Il gufo però schivò con grande rapidità, e colpì con azione il povero piccolo coccodrillo.

Totodile cominciò ad innervosirsi e ad attaccare in preda all'ira, ignorando i comandi di Anita, mentre la creatura selvatica continuò a schivare e colpire a ritmi alterni.

<<L'ambiente è un tuo alleato, devi saperlo sfruttare>> le dissi io, e lei notò subito che il suo bersaglio stava ai piedi di un melo, mentre con fare stoico alternava la zampa su cui si poggiava.

Visto che il gufo continuava a stare immobile mentre si faceva beffe di Totodile, Anita pensò che forse poteva usare il melo per distrarre Hoothoot, ma per poter mettere in pratica la sua strategia aveva bisogno di un attacco dalla lunga distanza che il suo starter non aveva.

Totodile però ci sorprese entrambi quando, dopo essersi calmato, usò un attacco pistolacqua proprio indirizzato contro il melo.

Il debole getto d'acqua fece cadere una mela sulla testa del pokémon selvatico, stordendolo per un po'.

Anita allora ne approfittò e ordinò al suo compagno di usare graffio a ripetizione sul piccolo gufo, il quale subì gli assalti intrepidi dello starter, che si stava in qualche modo vendicando dopo i colpi subiti in precedenza.

In quel momento la preda sembrò abbastanza vulnerabile e perciò dissi alla ragazza di provare a lanciare la pokéball.

Lei lo fece e dopo tre movimenti la sfera si fermò, sancendo la cattura della creatura.

<<Si, ho catturato il mio primo pokémon, grazie per i tuoi consigli, vedi che avevo ragione a dire che avrei potuto imparare molto da te? 

A proposito, come sapevi che il mio compagno avrebbe imparato pistolacqua?>>

<<Beh te l'ho detto che ti avrei aiutata, quanto alla mossa non lo sapevo in effetti, ma in genere gli starter apprendono una mossa dopo pochissimo tempo. 

Perciò speravo che anche il tuo Totodile lo facesse, è stata una gran fortuna per te. 

Poi sono gli ultimi momenti che passiamo assieme, a Violapoli le nostre strade si separeranno, quindi ci voleva un evento eclatante per concludere in bellezza.>> lei all'udire quelle parole ci rimase molto male, ed in un istante svanì la gioia della sua cattura.

Nella strada di ritorno verso la pensione non proferì parola, ed io compresi che quanto detto poco prima l'aveva fatta rimanere male.

Mi stavo affezionando a quella ragazza, ma io ero giunto a Johto con l'obiettivo di scoprire me stesso, e non di fare da mentore ad una giovane allenatrice.

Tornati in città mi congedai freddamente da lei e mi sedetti sulla spiaggetta a contemplare il mare di notte, il suono delle onde che si infrangevano sulla spiaggia mi rilassava.

A quel punto sentii dei passi alle mie spalle e mi voltai per vedere chi fosse.

Vidi Anita intenta a togliersi le scarpe, per fare una passeggiata a piedi nudi sulla sabbia.

Dopo aver passeggiato avanti e indietro si sedette vicino a me per parlare con me. 

<<Senti, io lo so che tu sei venuto a Johto per viaggiare in solitaria, e lungi da me l'idea di ostacolarti.

Tuttavia non posso fare a meno di pensare che sarebbe più bello avere qualcuno con cui conversare. 

Restare da soli con i propri pensieri non è una cosa buona, e nonostante ci conosciamo da pochissimo ci tengo a te. 

Forse sei qui per scoprire te stesso, ma avere una persona accanto non ti ostacolerà in alcun modo in questo percorso di conoscenza personale, almeno io non ti ostacolerò...è una promessa>> le parole di Anita mi rendevano solo più difficile separarmi da lei. 

<<Devi smetterla>> sbottai io con tono furioso. 

<<Di fare cosa?>> replicò lei confusa, non capendo a cosa mi stessi riferendo.

<<Di vedermi come l'eroe che non sono, io sono tutto il contrario e non hai idea di che cosa stavo per fare tempo fa.

Perciò non avere la pretesa di conoscermi, proprio perché mi sto affezionando a te e perché mi vedi per ciò che non sono io non voglio che prosegui con me.

Primo non voglio ferirti e secondo voglio che preservi questo ricordo di me, e che tu non veda altri lati di me che non ti piacerebbero.>> per la prima volta da quando l'avevo conosciuta le stavo parlando con il cuore in mano, e le parole uscivano come un fiume in piena dalla mia bocca. 

<<Ognuno di noi ha le proprie ombre Kevin, non esistono persone completamente pure, ed io non ti giudicherò mai puoi credermi.

Permettimi di venire con te, so che in fin dei conti lo vuoi anche tu>>

<<Potresti conoscere una persona diversa da quella che hai davanti in questo momento, una persona che di certo non gradiresti.>> lei non fu intimorita dalle mie parole e mi rispose a tono.

<<Non dimenticare che ho già avuto a che fare con un mostro nella mia vita, e dubito tu possa essere peggiore di lui>> quelle parole mi colpirono molto e dovetti riflettere molto su cosa fare, poiché il desiderio di averla con me nel mio viaggio diventava sempre più forte.

Un silenzio tombale calò fra di noi, fino a che lei non lo interruppe aggiungendo un dettaglio su di sé che non mi aveva ancora rivelato.

<<Comunque vorrei anche confessarti che ho un secondo nome, che nessuno usa mai, ed è Imma.

Solo alle persone speciali lo rivelo, perciò trai da solo le tue conclusioni>> e dopo quell'ultima frase mi fece l'occhiolino, per poi sdraiarsi sulla sabbia.

Lei si addormentò poco dopo, mentre io passai la notte insonne a girovagare in attesa di capire quale fosse la cosa giusta da fare.

Senza rendermene conto giunse l'alba, ed io non avevo chiuso occhio.

<<Ehi sveglia, dobbiamo andare, Violapoli e le altre città di Johto ci aspettano>> dissi io ad Anita poco prima di fare un vistoso sbadiglio. 

<<Vuoi dire che?>> replicò lei con aria speranzosa. 

<<Si ma non farmene pentire>>

<<Oh grazie mille davvero>> lei si lanciò per abbracciarmi di nuovo, ma io la fermai.

<<Non sono il tipo da smancerie, un semplice grazie è sufficiente>> lei in un primo momento fece cenno di aver compreso, ma poi mi buttò le braccia al collo ignorando completamente quanto le avevo appena detto.

Riuscì però a zittirmi subito ricordandomi dell'abbraccio sul percorso 1, avevo come la sensazione che quell'evento si sarebbe ritorto contro di me molte altre volte.

Dopo aver saldato il conto alla pensione con le prime luci dell'alba, ci addentrammo nelle profondità del percorso 30, alla volta della prima grande città della regione di Johto.

Nella mia testa risuonarono le parole di avvertimento dell'infermiera Joy e, durante la marcia verso la nostra meta, un'inquietudine mista ad eccitazione si impadronì di me, poiché non avevo idea di cosa avrei trovato una volta arrivato a Violapoli.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 34: L'arrivo a Violapoli

Spoiler

 

Con Anita come compagna di viaggio fissa, la meta di Violapoli diventava ufficialmente solo la prima di molte, anziché il luogo della nostra separazione.

Dopo una notte insonne passata a meditare sul da farsi, sentii di aver fatto la scelta giusta, poiché in qualche modo quella ragazza mi era quasi diventata necessaria, e quando stavo con lei cominciavo a non capire più nulla.

In sua presenza era come se le mie preoccupazioni svanissero completamente, e mi sentivo felice.

La mancanza di sonno si fece sentire parecchio, ma dissi a me stesso che non c'era tempo di riposare, e quindi continuai a camminare incessantemente per evitare un colpo di sonno, con la ragazza che faticò a stare al mio passo.

Sul percorso 30 sfidammo alcuni allenatori, io con il mio Eevee in modo da farlo crescere, e Anita con i suoi due pokémon per diventare più forte in vista dello scontro in palestra.

<<Ehi ragazzo, ti va di fare una sfida con il mio fortissimo Rattata? Io mi chiamo Gennaro>>

<<Io sono Kevin, perché no il mio Eevee deve allenarsi, quindi accetto volentieri>> lo scontro terminò abbastanza in fretta, infatti il suo Rattata non fece altro che usare azione tutto il tempo, mentre il mio partner schivò ripetutamente i colpi, finché io decisi di chiudere lo scontro con un comete che mise subito KO lo sventurato roditore.

<<Nooo, com'è possibile? Il mio Rattata è fortissimo, ed anche se la sconfitta mi brucia ti rispetto, che dici se ti lascio il mio numero per risfidarci?>> in quel momento a stento trattenni una risata, quel ragazzino era tremendamente illuso se pensava che il suo pokémon fosse fortissimo, ma cercai di rimanere serio davanti a lui. 

<<No grazie, sono solo di passaggio a Johto, così come la mia amica, perciò è stato bello ma qui ci salutiamo per sempre.>> lui ci rimase un po' male all'inizio, ma poi tornò energico come prima, pronto a dimostrare che il suo Rattata fosse un pokémon davvero temibile.

Noi ne approfittammo per allontanarci indisturbati, mentre quel poveretto continuava a farneticare sul suo fidato compagno roditore.

<<Certo che ti sei proprio divertito con lui Kevin, avresti potuto finirlo immediatamente ed invece per un po' ti sei limitato a schivare, ma perché l'hai fatto?>> la domanda della ragazza era legittima, ed io decisi di risponderle in tutta sincerità. 

<<Molto semplice, mi piaceva l'idea di farlo crogiolare nella sua illusione per un po', prima di infrangere brutalmente ogni suo sogno>>

<<Sei davvero un sadico>> disse lei con tono quasi di rimprovero.

<<Ogni tanto bisogna pur divertirsi, non credi tesoro?>> dissi io con tono ironico.

Alle mie spalle sentii i passi di Anita fermarsi, e così mi voltai per vedere cosa fosse accaduto.

<<Ehhh? Come mi hai chiamata? Io non sono il tuo tesoro hai capito?

Non puoi fare il bel tenebroso che non vuole contatto fisico, per poi cominciare con appellativi così intimi all'improvviso, no proprio non te lo consento.>> la mia compagna di viaggio sembrò parecchio infuriata, perciò cercai subito di raffreddare gli animi. 

<<Ahah rilassati stavo scherzando, non sei tu che dici che dovrei essere più disinvolto? E poi io sarei un bel tenebroso? Beh mi lusinga questa cosa>> la mia risposta la prese in contropiede. 

<<Bel tenebroso era un modo di dire, ora non cominciare a ricamarci sopra.

Quanto all'ironia in effetti non l'avevo colta, sai non è cosa frequente da parte tua>> e poi notai un'espressione di terribile imbarazzo sul suo volto, come di chi ha appena detto qualcosa di inopportuno.

Lei estrasse in fretta e furia dal suo zaino un berretto, e poi lo calò sul viso per celare il suo imbarazzo, convinta che io non l'avessi notata, ma decisi di finire lì il siparietto per non metterla ulteriormente a disagio.

Lungo la strada incontrammo altri allenatori, e sia io che Anita li sconfiggemmo senza troppi problemi.

Dopotutto per un Campione come me erano davvero una passeggiata, dopo aver affrontato capipalestra e superquattro quelli non erano altro che meri passatempo.

Per Anita il discorso era diverso, nel suo caso si trattava di vere e proprie sfide preparatorie allo scontro in palestra.

Durante il tragitto scorgemmo una casa, sembrava strano che qualcuno vivesse lì in mezzo alla natura, ma ci avvicinammo con cautela nella speranza di poter riprendere fiato.

<<Che dici Anita, ci fermiamo a fare una pausa?>> domandai io.

<<Mi sembra un'ottima idea, ammesso che ci sia qualcuno in casa>> replicò lei.

Arrivammo alla porta e bussammo, per poi ricevere da una voce roca il permesso di entrare. 

Appena entrati ci trovammo di fronte ad una casetta davvero accogliente, un salotto composto da un focolare, con un paio di poltrone disposte attorno ad esso. 

Un televisore collocato proprio al centro del salotto ed una piccola scaletta che presumibilmente conduceva alla stanza da letto e al bagno.

L'angolo cucina invece ospitava una piccola cucina ed un tavolo.

<<Oh benvenuti giovanotti, io sono Mr Pokemon, come posso aiutarvi?>>

<<In verità volevamo solo fare una pausa prima di riprendere il cammino verso Violapoli>> dissi io con voce ferma. 

<<Siete diretti a Violapoli? Sapete che stanno accadendo cose strane laggiù? Bizzarri fenomeni climatici molto repentini e violenti stanno attanagliando l'intera regione a partire proprio da quella città. 

Un mio amico che vive ad Ebanopoli mi ha riferito giusto stamattina che durante la notte una violentissima tormenta ha investito la città, attanagliandola nella morsa del gelo, ed in quel posto non ha mai nevicato nemmeno una volta.

Un altro mio amico a Mogania riferisce invece di un caldo anomalo ed insopportabile, ed anche quello non è mai accaduto, poiché la presenza del lago d'ira ha sempre mitigato la temperatura, impedendole di raggiungere picchi elevati.

Questi fenomeni avvenivano tutti quanti contemporaneamente, durante la stessa notte>> il racconto dell'anziano signore era molto strano, ma a tratti anche inquietante. 

<<E' molto strano davvero, si hanno delle idee riguardo alle cause?>> la mia curiosità aumentava, e necessitavo di risposte.

<<Purtroppo no, non c'è nessun sospetto, ma solo mille dubbi.

State attenti ragazzi, perché temo che si tratti di qualcosa di grosso.>> il nostro interlocutore si rivolse a noi con un tono di avvertimento che mi mise inquietudine. 

<<Non si preoccupi signore, qui abbiamo il Campione dell'Altopiano Blu, quindi siamo tutti in ottime mani.> disse Anita con un tono incredibilmente fiducioso, mentre io le accennai un sorriso cortese all'uomo.

<<Davvero? Il Campione in persona è ospite in casa mia? Permettetemi di offrirvi almeno un succo, non è cosa che capita tutti i giorni.>>

<<Grazie mille accettiamo volentieri, ma ci fermiamo giusto qualche minuto, siamo di fretta e dobbiamo arrivare a Violapoli il prima possibile.>> dissi io con una certa premura.

La mia compagna ed io bevemmo un ottimo succo e riprendemmo il fiato, mentre io ne approfittai per coccolare Eevee e farlo riposare dopo le sfide sostenute poco prima. 

Non erano state impegnative, ma stancanti di sicuro, ed Anita fece lo stesso con i suoi Totodile ed Hoothoot.

><Grazie mille ora dobbiamo andare>>

<<Beh sono lieto di aver fatto la vostra conoscenza, e potete tornare a trovarmi quando volete>> io ed Anita facemmo un segno di ringraziamento, e tornammo ad incamminarci verso il percorso 31, la nostra ultima tappa prima di giungere nella grande città.

Affrontammo altre sfide in quel percorso, e la distanza dalla nostra meta si assottigliava sempre più. 

Mancava ormai poco all'arrivo a Violapoli, quando il cielo cominciò a diventare nuvoloso all'improvviso, ed in lontananza udimmo dei rombi di tuono.

<<Sta per arrivare un bel temporale, dobbiamo sbrigarci>>

<<Ma è davvero assurdo, il cielo era terso fino a due secondi fa>> Anita apparve confusa quanto me. 

<<Già, credo che questo temporale faccia parte degli strani fenomeni climatici di cui ci ha parlato quel signore, ed in più l'infermiera di Fiorpescopoli mi ha detto che la grande città è in balia di questi temporali da giorni ormai.>>

Attraversammo a ritmo sostenuto il percorso 31, mentre cominciò a piovere a catinelle, e nel cielo nero ammantato di nuvole riuscimmo a vedere anche delle saette.

Dopo venti minuti circa arrivammo finalmente a Violapoli, erano le 12 circa, ma le nubi temporalesche erano così nere da dare l'impressione che fosse mezzanotte.

La città non era molto grande ed aveva uno stile molto tradizionale, con due attrazioni principali che svettavano su tutto il resto.

Una era la  Torre Sprout, un edificio che pareva una specie di pagoda, e l'altra era un edificio piuttosto particolare, ossia una struttura a forma di spirale che penso fosse la palestra della città.

La sua singolare e avveniristica architettura quasi cozzava con lo stile tradizionale dell'intera cittadina, ma quell'anacronismo in realtà era particolarmente affascinante ai miei occhi.

Io ed Anita cercammo immediatamente riparo nel centro medico cittadino, che trovammo molto più affollato di quanto credessimo.

<<Ma che diavolo sta succedendo qui infermiera?>> chiesi io con tono allarmato.

<<Moltissimi pokémon sono rimasti feriti durante il temporale, i fulmini cadono in quantità decisamente allarmante.

Moltissimi alberi nelle zone limitrofe sono stati bruciati, ed è la ragione principale di tutti questi feriti.

Da due settimane continua così, ogni giorno per almeno 2 o 3 tre ore un violento e repentino temporale causa danni enormi alla vegetazione che circonda la città, anche alcuni cittadini sono rimasti feriti ma  per fortuna qui nel centro urbano i danni sono stati piuttosto contenuti, però chi può dire quanto tempo ci vorrà prima che l'intera città vada a fuoco.>> l'infermiera era nel panico più totale, riuscivo a percepire lo sforzo di mettere insieme frasi di senso compiuto. 

<<Questa situazione deve finire, ci dia due impermeabili se ne ha, cercherò di scoprire la causa di tutto questo.>>

<<No ragazzo, non puoi avventurarti in una missione suicida>>

<<E' un mio dovere come Campione della Lega dell'Altopiano Blu tutelare i cittadini, e la mia Lega è condivisa con Johto, perciò sono la massima autorità anche in questa regione.

Ora ci dia due dannati impermeabili, ogni momento che spreca qui a cercare di dissuadermi lo potrei impiegare per salvare delle vite>> l'infermiera era pietrificata dal terrore, ed a poco servirono le mie sollecitazioni. 

<<Si dia una mossa infermiera>> il mio tono di rimprovero la scosse dalla situazione di panico che l'attanagliava, e ci fornì ciò che avevo richiesto, tradendo però una riluttanza a farlo. 

<<Kevin che facciamo? Vuoi davvero scoprire la causa? E se fosse a chilometri di distanza l'origine di tutto?>> disse Anita con tono preoccupato

<<No la causa è qui, non è un caso che questi temporali siano così repentini, deve esserci qualcosa che li causa e quel qualcosa è molto vicino me lo sento.>> Uscimmo in strada e sotto la pioggia incessante feci uscire Umbreon, Vaporeon, Jolteon ed Eevee.

In quel caos il fuoco di Flareon era l'ultima cosa che ci serviva, perciò lo lasciai a malincuore in panchina.

<<Anita i tuoi pokémon sono troppo giovani e inesperti per affrontare una situazione simile, sarebbero più d'intralcio che d'aiuto, quindi forse è meglio se rientri nel centro medico>> in quella situazione così delicata l'incolumità di Anita poteva essere minacciata dall'inesperienza dei suoi compagni di viaggio, perciò pensai che potesse rendersi utile altrove. 

<<Ma dovrò aiutarti in qualche modo>>

<<Si infatti, presta assistenza ai cittadini che sono rifugiati nel centro, ed occupati di accogliere tutti coloro che arriveranno d'ora in poi.

L'infermiera non può gestire quel caos da sola, lo hai visto anche tu poco fa.>> lei con rammarico accettò la mia decisione, ma vidi chiaramente nel suo sguardo un velo di dispiacere per non potermi aiutare direttamente sul campo.

Un enorme rombo di tuono fece tremare Violapoli ed io, avendo compreso che un fulmine si sarebbe abbattuto sulla città a breve, ordinai a Jolteon di tenersi pronto. Essendo un pokémon di tipo elettro avrebbe potuto incassare la saetta se fosse stato necessario, agendo come una sorta di parafulmine.

Io intanto mi precipitai ad aiutare un signore che giaceva a terra perché si era ferito una gamba, e lo affidai alla figlia adulta, che lo portò di corsa in casa in preda al panico.

<<Entrate tutti nelle vostre case, è molto pericoloso stare in strada, un fulmine si abbatterà a breve sulla città a giudicare dai tuoni, perciò fate come vi dico poiché è il Campione della Lega ad ordinarvelo.>> i cittadini eseguirono i miei ordini presi dal panico e dal terrore, e si rifugiarono nelle loro case, pur dubbiosi che io potessi davvero essere il Campione data la mia giovane età.

Come immaginato un fulmine si abbatté non lontano da me e dal mio compagno, ed io ordinai a Jolteon di assorbirlo con il suo corpo, conscio che sarebbe uscito incolume da quella azione.

Il mio partner riuscì effettivamente ad assorbire il fulmine, ma andò in sovraccarico di elettricità e si accasciò al suolo in preda ai tremori.

Quel fulmine era di una potenza fuori scala, poiché era riuscito a sovraccaricare con un colpo solo un pokémon in grado di assimilare centinaia di migliaia di volt.

<<Jolteon amico mio, ti porto subito al centro medico>> corsi più veloce che potevo, entrai e lo lasciai alle cure dell'infermiera, sotto lo sguardo preoccupato di Anita che cercava di tranquillizzare la gente e di prestarle soccorso per quanto le fosse possibile.

Appena uscito di nuovo dal centro notai che un altro fulmine si abbatté, stavolta su una casa, che prese istantaneamente fuoco.

Io appresi che la squadra di pompieri Squirtle ci avrebbe messo un po' ad arrivare, perciò ordinai a Vaporeon di usare idropompa per spegnere l'incendio.  Nonostante la pioggia fosse fortissima un aiuto in più non avrebbe fatto male, e la rapida estinzione del fuoco avrebbe forse portato a minori danni alla proprietà. 

Nel mentre mi precipitai dentro la casa in cerca di persone, poco prima avevo visto un uomo, una donna ed un bambino entrare in quella casa.

Decisi di portare con me Umbreon ed Eevee, che essendo piccolo avrebbe potuto farmi comodo, mentre lasciai il mio tipo acqua ad occuparsi delle fiamme.

Appena entrato mi coprii la bocca per evitare di respirare troppo fumo, e mi misi a cercare con lo sguardo le persone. 

<<Aiutateci, qualcuno ci aiuti>> sentii delle grida provenire dal piano superiore, che era bloccato da alcune travi in fiamme, e perciò ordinai ad Umbreon di usare il suo psichico per sollevarle e liberarmi il passaggio.

Lui fece tutto con grande rapidità, ed ora che la via era sgombra potevo procedere speditamente.

Io chiesi ad Eevee di seguirmi, ed il piccolo lo fece ben volentieri.

Il piano superiore era quasi completamente divorato dalle fiamme, e le grida si facevano sempre più forti.  

Le richieste di aiuto provenivano da dietro una porta a pochi passi da me, e così appena la raggiunsi cercai di sfondarla senza successo.

Allora chiesi l'aiuto di Eevee, che con il suo riduttore riuscì nell'impresa di buttare giù quella maledetta porta.

<<Siamo qui>> i tre membri della famiglia erano accovacciati sotto un letto, che stava venendo schiacciato da alcune travi che erano crollate, mentre l'intera stanza andava a fuoco.

Non avrebbero resistito a lungo, perciò io gridai così forte da far accorrere Umbreon in mio aiuto, nonostante fosse al piano di sotto.

<<Bravissimo amico mio, speravo che tu mi sentissi, ora devi usare psichico su quelle travi e tenerle sollevate il tempo necessario per permettermi di liberare quelle persone intesi?>>

Lui fece un cenno di intesa, ed eseguì i miei ordini, sollevando le travi con il suo psichico.

Io allora ne approfittai e liberai due persone incastrate là sotto, anche se mancava ancora il ragazzino.

<<Forza siete liberi, andate, la stanza sarà divorata dal fuoco a breve>>

<<Grazie mille ragazzo, ma ti prego aiuta mio figlio Jason>>

<<Non è il momento dei ringraziamenti, è il momento di mettersi in salvo e stia pur certo che salverò il suo bambino>> l'uomo, di nome Chris, riusciva ancora a muoversi abbastanza. 

Quindi sostenne la moglie ed uscì dalla stanza assieme a lei, mentre io ancora dentro cercavo di recuperare il piccolo, che non voleva uscire da sotto il letto poiché pietrificato dal terrore.

Io riuscii a tirarlo fuori, non senza fatica, quando d'un tratto un asse del soffitto si staccò.

<<Attento Umbreon sopra di te>> il mio pokémon non ebbe il tempo di accorgersi del pericolo, e fu colpito in testa dall'asse, perdendo di conseguenza i sensi.

Con Umbreon fuori gioco le travi ripiombarono sul letto, ed io purtroppo non ebbi il tempo di allontanarmi ed uscire da lì sotto, ma potei almeno scaraventare il piccolo a pochi centimetri da me per evitargli di essere di nuovo travolto dalle travi. 

Io invece rimasi schiacciato sotto al letto, che premeva fortissimo sulla mia schiena, e presi anche un colpo in testa che mi stordì un po'.

<<Piccolo ora devi correre più veloce che puoi, e chiedi aiuto per me e i miei due compagni intesi?>> il piccolo Jason mi ringraziò sentitamente e, sebbene fosse terrorizzato, corse rapidamente fuori dalla stanza a chiedere aiuto per me.

Ero stordito ma ancora cosciente, e non avevo modo di liberarmi da quelle travi avendo Umbreon fuori gioco, così dissi ad Eevee di mettersi in salvo e di cercare aiuto almeno per Umbreon.

Non ero certo che anche io ce l'avrei fatta, ma i miei compagni avevano la priorità.

<<Devi andare piccolino, non c'è tempo, tu ed Umbreon dovete mettervi in salvo, se riesci ad aiutare anche me ne sarei contento, ma la priorità sono gli altri.

Se non dovessi farcela sappi che ti voglio molto bene, anche se siamo insieme da poco.>> le forze mi stavano abbandonando, ed io cominciavo a sentire un'enorme stanchezza.

Faticavo a stare sveglio, e sapevo che se avessi chiuso gli occhi sarebbe probabilmente stata la fine per me, ma era davvero difficile non abbandonarsi all'abbraccio della morte.

Il piccolo Eevee, con le lacrime agli occhi, non voleva muoversi e lanciò un grido, poco prima di illuminarsi di una meravigliosa luce bianca.

Si stava evolvendo, e nel giro di pochi secondi dinanzi a me apparve un meraviglioso Espeon.

Il neonato Espeon usò immediatamente una nuova mossa, e lanciò uno psicoraggio molto potente che frantumò le travi che comprimevano il letto, che a sua volta comprimeva la mia schiena.

Poi si avvicinò a me e cercò di aiutarmi colpendomi con un attacco comete per svegliarmi.

Il dolore dell'attacco mi scosse dal mio torpore, e con le poche forze che avevo riuscii ad uscire da sotto il letto.

Dopodiché presi in braccio Umbreon, ancora privo di conoscenza, e con Espeon al mio fianco mi avviai verso l'uscita.

A fatica uscii dalla casa, mentre notai che Vaporeon era riuscito ad estinguere il fuoco all'esterno, sebbene all'interno purtroppo fosse più vivo che mai.

La squadra dei pompieri Squirtle nel mentre sopraggiunse per completare il lavoro del mio compagno acquatico, ed estinse del tutto il fuoco anche all'interno della casa.

Chris, l'uomo che avevo aiutato, mi portò di corsa al centro medico per farmi dare una controllata, poiché non riuscivo nemmeno a stare in piedi per il forte dolore alla schiena.

Essendo di corporatura robusta mi sorresse durante il tragitto, mentre la moglie Judith prese in braccio Umbreon ancora svenuto. 

Proprio mentre ci stavamo recando al centro, con al seguito Vaporeon ed Espeon, notai tra le nuvole un pokémon.

Era una creatura dalle sembianze di uccello, con un piumaggio giallo e nero ed un lungo becco marrone come le sue zampe.

La forma delle sue ali ricordava proprio le stilizzazioni dei fulmini, e compresi di trovarmi di fronte al leggendario Zapdos. 

Non fu difficile unire i puntini, era lui il responsabile di quei fortissimi temporali.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 35: Lo scontro con il titano del fulmine Zapdos (versione Extralarge)

Spoiler

 

<<Infermiera, mi serve aiuto per questo ragazzo ed il suo Umbreon, sono stati dei veri eroi>> Chris, l'uomo che avevo salvato, fu sollecito nel richiamare le attenzioni del personale medico. 

<<Che è successo?>> chiese l'infermiera allarmata

<<Ci ha tirati fuori da casa nostra mentre bruciava, ed è rimasto intrappolato per salvare nostro figlio.

Lei lo deve aiutare, la mia intera famiglia gli deve la vita>> il tono del nerboruto uomo fu quasi imperativo, nella sua voce si sentì tutta l'urgenza di ripagare un debito secondo lui immenso, ma la cosa mi fece un immenso piacere. 

<<Beh noi siamo specializzati in pokémon, ma abbiamo una preparazione anche per gli umani, innanzitutto dobbiamo verificare che non ci sia nulla di rotto.>> l'infermiera cominciò subito ad esaminarmi, mentre io me ne rimasi disteso e senza forze a subire il controllo. 

Anita notò un grande trambusto, ed accorse per vedere chi fosse il ragazzo ferito.

<<No Kevin, che ti è successo?>> con le poche forze che avevo proferii poche parole, per rispondere alla domanda della ragazza. 

<<Tranquilla tesoro, starò benissimo, dammi solo un paio d'ore per farmi una dormita>> con la mia risposta cercai di sdrammatizzare, e fui successivamente portato via dal personale medico.

Dopo aver fatto delle lastre non venne evidenziata alcuna frattura, per mia grande fortuna, come mi disse l'infermiera.

A quanto pare era stato un vero miracolo che con quella compressione alla schiena non avessi riportato traumi permanenti, ma mi fu consigliato il riposo assoluto per almeno qualche ora.

Per me non fu affatto difficile seguire le direttive dell'infermiera, poiché la stanchezza si faceva sempre più opprimente.

Dopo gli ennesimi ringraziamenti di Chris e della sua intera famiglia fui lasciato solo, e mi addormentai nel giro di pochi istanti.

Mi svegliai dopo circa 3 ore, quando l'orologio segnava ormai le 16.00, e sentii bussare alla mia porta.

Invitai la persona ad entrare e notai subito che si trattava di Anita, venuta per assicurarsi che io stessi bene, ma dopo averla rassicurata chiesi immediatamente dei miei pokémon. 

<<Stanno bene tranquillo, Umbreon si è svegliato da poco dopo la botta in testa, e Jolteon è stato scaricato di tutta l'elettricità in eccesso>> le parole della mia compagna mi rincuorarono, poiché sentii di essere stato uno sconsiderato nei confronti dei miei compagni. 

<<Sono stato un imprudente, ho messo in serio pericolo i miei compagni, ma almeno ne è valsa la pena ed ora so chi è il responsabile di questi temporali.>>

Anita fu incuriosita dalla mia ultima frase, e non esitò a fare pressioni per avere risposte da parte mia. 

<<Il pokémon leggendario Zapdos, uno dei tre uccelli leggendari, per qualche strana ragione sembra arrabbiato e scatena la sua furia sulla città.>> 

<<Accidenti, se si tratta di una creatura leggendaria puoi fare poco>> disse Anita molto preoccupata.

<<Assolutamente no, io devo fermarlo, ho già lottato con un leggendario e ne sono uscito vincitore grazie all'aiuto dei miei pokémon, ed in più ora ho un nuovo giocatore.>> dopo quelle parole, con fare timido si avvicinarono Espeon e Vaporeon, che erano rimasti vicini alla porta della mia stanza a vegliarmi per tutto il tempo del mio riposo, a detta di Anita.

Io li invitai ad avvicinarsi ulteriormente, e loro mi saltarono in braccio felici, ma le mie ferite si fecero sentire.

Avvertii delle fitte appena mi ritrovai i due pokémon addosso, ma rassicurai subito la mia compagna di viaggio sul mio stato di salute.

Il dolore era ancora presente, ma il riposo mi aveva fatto molto bene, ed ora rimanevano solo dei dolori di lieve entità, che in qualche giorno sarebbero spariti del tutto.

<<Non ci credo, questo era il piccolo Eevee? Quando si è evoluto?>> domandò Anita con voce curiosa. 

<<Mentre aiutavo quella famiglia ad uscire dalla casa in fiamme, quando sono rimasto intrappolato non voleva lasciarmi, e il grande affetto che provava per me l'ha portato ad evolversi.

A dire il vero sono estremamente sorpreso del fatto che in così poco tempo si sia creato un legame tanto profondo. 

Cambiando un attimo argomento potresti passarmi un attimo il pokédex per favore?>> la ragazza rimase confusa dalla mia richiesta, ma rapidamente mi porse l'oggetto. 

Non avevo avuto la possibilità di confermare l'apprendimento di psicoraggio, e pensai di aver perso l'occasione, ma quando esaminai il moveset di Espeon notai con mia grande sorpresa la mossa di cui aveva fatto sfoggio ore prima.

Risultava aver sostituito il turbosabbia precedentemente conosciuto da Eevee, e fu allora che mi ricordai del grande intelletto che caratterizza i pokémon di tipo psico.

Verosimilmente aveva forzato se stesso a scordare una mossa superflua, per far spazio ad una decisamente più utile.

Compiaciuto accarezzai Espeon, e dal pokédex scoprii tardivamente che si trattava di una femmina.

Come con Chikorita avevo peccato di superficialità, e notavo con imperdonabile ritardo un dettaglio tanto importante quanto il genere del mio compagno di squadra.

<<Suppongo tu abbia soddisfatto la tua curiosità riguardo al pokédex, e tornando alla tua storia di come si è evoluto il tuo compagno mi viene solo da dire WOW. 

Porti chiunque ad affezionarsi in fretta a te vero Kevin?>>

<<Parli per esperienza immagino, ti sei affezionata a me vero?>> la mia domanda incalzò la ragazza, e notai subito il panico sul suo viso nel tentativo di uscire da quella situazione di imbarazzo. 

<<M-ma che dici? Non avrei sopportato di perdere il mio mentore tutto qui.

Ma ora che ci penso l'infermiera poco fa mi ha raccomandato di dirti di riposare un altro po', perciò ti lascio al tuo riposo.>> nemmeno il tempo di finire la frase che già era sulla soglia della porta, e rossa come un peperone lasciò la stanza assieme ai miei partner, sotto al mio sguardo divertito.

Non dubitai delle sue parole circa il dover restare a letto, ma la sua ultima frase mi parve fin da subito una scusa tirata fuori al momento conveniente, per svignarsela dopo che l'avevo messa in imbarazzo. 

<<Dov'è quel ragazzo? Devo vederlo e ringraziarlo>> sentii una voce al piano di sotto chiedere presumibilmente di me, e dopo pochi istanti un ragazzo dai capelli blu e vestito dello stesso colore apparve dinanzi a me.

<<Ecco l'eroe di cui ho tanto sentito parlare, che risulta essere anche il Campione della Lega dell'Altopiano Blu, è un onore fare la tua conoscenza e ti ringrazio di nuovo per i servigi offerti alla mia città.

Ma perdona i miei modi, io sono Valerio, il capopalestra di Violapoli>> al sentire chi fosse non potei fare a meno di aggredirlo verbalmente, per il suo comportamento discutibile durante quelle ore di crisi. 

<<Con quale diritto entri qui come se niente fosse? Dov'eri quando la tua città aveva bisogno di te? Ti facevi gli affari tuoi ecco cosa, infatti avevo sentito che fai delle escursioni con i tuoi pokémon, e hai preferito lasciare la città nonostante la situazione fosse critica da giorni.

Hai deciso di dedicarti ai tuoi interessi, piuttosto che rivolgerti alla gente che hai giurato di proteggere.

Dovresti come minimo scusarti con ogni persona di Violapoli, perché tu hai tradito questa città e sei venuto meno ai tuoi doveri di capopalestra, che sono ben più di lottare contro gli allenatori che vengono a sfidarti.

A causa di ciò ora sarò io ad occuparmi di Zapdos>> il mio severo rimprovero sortì l'effetto sperato, e Valerio all'udire le mie parole chinò il capo in segno di vergogna, senza replicare in alcun modo alle mie accuse.

Nella foga del momento non mi presentai nemmeno, ma poiché l'educazione era per me fondamentale, lo feci dopo il mio sfogo, nel tentativo di ripristinare un clima quanto più tranquillo possibile.

<<Piacere di conoscerti Kevin, anche se il nostro primo incontro è stato alquanto movimentato.

Hai completamente ragione, il mio comportamento è stato a dir poco negligente su tutta la linea.

Poco fa però hai menzionato Zapdos? Il pokémon leggendario? Perché se fosse così non puoi affrontarlo da solo>> mi disse il capopalestra con un tono preoccupato. 

<<Perché lo dite tutti oggi? Ho già avuto a che fare con un leggendario, e pertanto non sono un novellino in questo campo.

Mi è stato ordinato il riposo assoluto e sono ancora dolorante, ma fra non molto andrò in cerca di quella creatura leggendaria per fermarla, prima che Violapoli venga rasa al suolo dalla sua furia.>>

Nonostante le ore di sonno profondo appena trascorse, iniziai a sentirmi nuovamente debole, perciò chiesi a Valerio di rimanere da solo per poter riposare ulteriormente.

Altre quattro ore passarono, e mi svegliai intorno alle 20, ancora dolorante ma in grado di alzarmi e camminare.

Dopo alcuni passi incerti riuscii a ritrovare il totale senso dell'equilibrio, e mi rivestii in fretta, per poi scendere al piano inferiore.

Dopodiché andai a recuperare i miei Umbreon e Jolteon, e con la squadra riunita ne approfittai per usare la mt psichico, che mi ero portato dietro da Kanto, su Espeon.

Alla mia nuova partner feci dimenticare attacco rapido, in favore di una mossa che avrebbe potuto sfruttare al meglio grazie al suo tipo psico.

In quel modo avrebbe potuto contribuire alla battaglia contro il titano del fulmine in modo più consistente, nonostante l'avvertimento dell'infermiera di non fare sforzi eccessivi.

Io rassicurai tutti quanti sul fatto di sentirmi abbastanza in forze, e promisi di non essere in alcun modo avventato, ma fermare la creatura leggendaria era un mio dovere di Campione.

Tutti i presenti tentarono di dissuadermi ma, dopo aver avuto un assaggio della mia testardaggine, demordettero e mi lasciarono libero di fare come credevo.

Tuttavia non avevo alcuna idea di come rintracciare il mio bersaglio, e pertanto mi fu consigliato di aspettare il giorno seguente, quando l'uccello leggendario sarebbe tornato a flagellare la città. 

Ogni persona con cui parlai mi confermò che il leggendario fosse puntuale come un orologio nei suoi sfoghi, e quindi decisi di trascorrere il resto della serata in totale tranquillità, godendomi la piacevole compagnia dei cittadini di Violapoli e di Anita, mentre l'indomani avrei affrontato la mia prossima impegnativa sfida.

<<Si può entrare?>> chiese Valerio con tono imbarazzato dopo il nostro confronto.

<<Si entra ti ho fatto chiamare io, se vuoi davvero porre rimedio al tuo sbaglio, devi fare una cosa per me>> chiesi io con voce sicura. 

<<Qualunque cosa per rimediare ai miei errori, hai ragione ho sottovalutato il pericolo ed ora devo farmi perdonare.>> dopo la nostra conversazione andai a dormire e l'indomani avrei riscosso il favore.

Dormii come un sasso, nonostante avessi riposato per gran parte della giornata, finché nel bel mezzo della notte non fui svegliato dal temporale e dalle grida della gente per strada, che cercava subito riparo nelle varie abitazioni.

<<Non ci credo è qui di nuovo, due volte in un giorno, questo non me lo aspettavo>> mi vestii di corsa e stavolta molte più persone videro il pokémon leggendario,  che stavolta si dirigeva verso il percorso 32.

Feci chiamare con urgenza Valerio, che arrivò nel giro di pochi minuti vista la situazione di emergenza.

<<Eccoti il mio Pidgeot migliore come mi avevi chiesto, così potrai seguire Zapdos, ma dovrei davvero venire con te e aiutarti>>

<<Grazie Valerio, la mia Pidgeot è troppo lontana in questo momento.

No tu devi occuparti della tua gente, dobbiamo essere coperti su ogni fronte e tu sei il miglior allenatore dopo di me in questa città, quindi tu resta qui mentre io cerco di fermare quello Zapdos furioso.>>

Prima di andarmene sentii una voce femminile dire che sarebbe venuta con me, e realizzai subito che si trattava della mia compagna di viaggio.

<<No Anita questa è una cosa che devo fare da solo, e poi non potrei sopportare che ti succedesse qualcosa.>> lei annuì con dispiacere, ma comprese le mie ragioni.

Io mi lanciai subito all'inseguimento in volo di Zapdos, e dopo averlo pedinato notai che si era appollaiato sopra la Grotta di Mezzo, che separava il percorso 32 dal 33.

Il titano mi scagliò un tuono addosso, che Pidgeot evitò facilmente, ed io lo feci atterrare in prossimità del possente leggendario.

Il pokémon di Valerio volò via, restando però nei paraggi in caso di bisogno, ed ora ero al cospetto del titano del fulmine.

Chiamai a raccolta Umbreon, Vaporeon, Espeon, Jolteon e Flareon, come contro Mewtwo non c'era tempo per imbastire una lotta ad armi pari.

<<Non so perché tu sia così ostile, e probabilmente non posso batterti definitivamente, ma almeno ti costringerò a lasciare in pace queste persone.>> il grosso uccello, come se avesse recepito il mio avvertimento, mi scagliò subito dei fulmini addosso.

Sia Umbreon che Espeon usarono il loro psichico per smuovere delle rocce accanto alla grotta, che radunarono a mo di scudo.

Il fatto di usare un doppio psichico rese la mia contromossa molto più rapida rispetto a quanto accadde contro il malvagio clone di Mew.

L'attacco nemico fu parato, e passai all'offensiva con Jolteon e Vaporeon, che usarono rispettivamente tuono e geloraggio.

Il titano incassò il tuono di Jolteon senza troppe difficoltà, e si alzò in volo per evitare il geloraggio.

<<Maledizione, il fatto che voli è un gran vantaggio per lui>>

Dopo essersi portato abbastanza in alto, Zapdos si lanciò in picchiata verso i miei pokémon, ed il suo becco si illuminò.

Io compresi che stava per usare perforbecco, allo scopo di colpire in rapida successione tutti i miei compagni.

<<Umbreon neropulsar e tu Espeon psicoraggio>> il nemico evitò le mosse, e continuò la sua offensiva, finché non ebbi un'idea.

Ordinai a Jolteon di usare fulmine, ma l'attacco fu di nuovo schivato con una piroetta acrobatica, e proprio quando il nemico stava per abbattersi sui miei pokémon ordinai a Vaporeon di usare geloraggio, per creare uno scudo di ghiaccio.

Il titano era ormai troppo vicino per potersi scansare, e così si schiantò rovinosamente contro lo scudo, rimanendo stordito a mezz'aria per alcuni secondi.

<<Ora Umbreon usa il tuo neropulsar, tu Espeon psicoraggio, Vaporeon il geloraggio, Jolteon tuono e Flareon lanciafiamme>> l'offensiva combinata di tutti i miei pokémon travolse in pieno il possente titano, che cadde al suolo apparentemente stremato.

Pensai che fosse il momento di intrappolarlo in qualche modo, ma proprio mentre stavo pensando a come fare commettemmo l'errore di avvicinarci troppo. 

Il nemico approfittò del fatto che io e i miei compagni avessimo abbassato la guardia, e si illuminò per poi rilasciare una potentissima scarica elettrica, che stava per travolgere in pieno tutti quanti.

Io mi salvai dall'essere arrostito insieme a Vaporeon ed Umbreon solo grazie al tempestivo intervento di Espeon, che creò grazie al suo psichico un altro scudo con alcune rocce spesse, che erano ancora intatte nonostante la violenta battaglia.

Purtroppo non ebbe modo di difendere anche se stessa, e così la mia nuova compagna finì ko insieme a Flareon e Jolteon.

Quest'ultimo avrebbe dovuto assorbire l'elettricità grazie alla sua abilità, ma il potere del titano elettrico finì per sovraccaricarlo di nuovo.

Richiamai i miei compagni esausti nelle loro ball, mentre con un possente battito d'ali Zapdos si risollevò in volo. 

Poco dopo si illuminò di nuovo, stavolta di una luce bianca, e sembrò che gradualmente stesse recuperando le forze.

<<Questa non ci voleva, può curarsi e siete rimasti solo voi due, Umbreon e Vaporeon, ve la sentite di farlo amici miei?

Il nemico è davvero potentissimo e lo capirei se non voleste farlo.>> il mio tono era preoccupato, volevo sì fermare l'uccello leggendario, ma l'incolumità dei miei partner veniva prima di tutto. 

Loro due, più combattivi che mai, mi fecero capire di essere nuovamente pronti alla lotta.

Dovevo pensare a qualcosa, il ventaglio di strategie si era notevolmente ridotto con solo 2 componenti della mia squadra.

Mi ricordai che Umbreon avesse ancora stordiraggio, perciò pensai che confondendo il nemico avessimo più possibilità di batterlo.

Zapdos volava sopra le nostre teste, mentre mi osservava con sguardo di sfida, e si preparò a scagliare un altro tuono su di noi.

Non avendo più a disposizione delle rocce con cui improvvisare delle protezioni, decisi di correre il più velocemente possibile all'entrata della grotta, assieme ai miei pokémon, cosicché potessimo contare su un riparo naturale.

Per fortuna ce la facemmo tutti quanti, e grazie al nuovo riparo evitammo la mossa del grosso titano elettrico.

Dopodiché ordinai a Vaporeon di usare idropompa, che il nemico schivò senza problemi, ma faceva tutto parte della mia strategia.

A quel punto io ordinai ad Umbreon di usare il suo psichico sul getto d'acqua, in modo da virarlo e pilotarlo verso l'avversario. 

Quest'ultimo riuscì a schivare per un po', finché non fu travolto dall'attacco di Vaporeon, che non fece molti danni, ma mi permise di trovare il modo migliore per confonderlo.

Zapdos, furioso, si circondò di nuovo di elettricità e rilasciò un'altra potentissima scarica elettrica.

Quel nuovo attacco sgretolò la parte superiore della grotta di mezzo, incendiando nel mentre anche alcuni alberi vicini.

Eravamo in un percorso circondato da grossi alberi, non era di certo l'ambiente ideale per lottare.

La tempesta imperversava più violenta che mai, e la pioggia scendeva a catinelle, delineando uno scenario quantomeno suggestivo per quell'intensa lotta. 

<<Se continua ad usare quell'attacco raderà al suolo ogni albero nelle vicinanze, e rischierà di distruggere anche la grotta di questo passo.

Questo anfratto è la nostra unica protezione, non possiamo permetterci di perderlo, quindi dobbiamo agire in fretta...siete pronti ragazzi?>> loro fecero un cenno di assenso, e così preparai quella che speravo sarebbe stata la mia ultima e decisiva offensiva.

Uscimmo di nuovo dalla grotta e ordinai ad Umbreon di usare neropulsar, che fu evitato senza problemi, e poi ordinai a Vaporeon di usare geloraggio a ripetizione. Anche quelle mosse non furono difficili da schivare per l'uccello leggendario, ma tutto ciò faceva parte della mia strategia, ed io ne approfittai per chiamare il Pidgeot di Valerio.

Una volta arrivato Umbreon gli saltò in groppa, ed entrambi volarono a gran velocità verso Zapdos, che non si accorse nemmeno di essere seguito, poiché impegnato a schivare gli assalti di Vaporeon.

Così il pokémon di Valerio riuscì a volare davanti all'avversario, che fu colto di sorpresa e non ebbe modo di sottrarsi al funesto stordiraggio del mio compagno.

In quel momento il nemico era confuso, ed io ne approfittai per ordinare ad Umbreon di usare un potente neropulsar. 

L'attacco ebbe successo, e poi ordinai a Vaporeon di usare un altro geloraggio, che stavolta andò a segno e finì per congelare metà del corpo del nemico.

Il grosso volatile, avendo il corpo congelato e non potendo più sbattere le ali, cominciò a precipitare al suolo.

Pochi secondi ed il titano si schiantò rovinosamente a terra, ancora confuso e ormai al limite.

Senza esitazione ordinai ai miei pokémon di usare neropulsar e geloraggio a piena potenza per finirlo, e i due attacchi andarono a segno, lasciando Zapdos praticamente sfinito. 

L'uccello leggendario era praticamente ormai sconfitto, e difatti la tempesta cominciò a placarsi, probabilmente perché Zapdos non aveva più le forze per alimentarla.

<<Eppure deve esserci una ragione alla tua furia, oltretutto non sei nemmeno di Johto, perché sei venuto qui?

Lo scoprirò, stai pur certo di questo>> dopo quelle parole gli voltai le spalle, ed ordinai a Vaporeon di congelarlo interamente, in attesa di trovare un posto in cui imprigionarlo per lungo tempo.

Non era mia intenzione tenerlo surgelato in eterno, ma doveva rimanere immobilizzato almeno fino a che non avessimo scoperto la causa della sua furia, e porvi se possibile rimedio.

Credetti che fosse finita una volta per tutte ma mi sbagliavo, infatti il nemico usò le sue forze residue per liberarsi dal ghiaccio.

Non aveva più le forze per combattere, ma prima di andarsene mi lanciò un'occhiata minacciosa, come se mi stesse dicendo che non fosse finita lì.

Dopo quello sguardo minaccioso il titano volò via, e la tempesta cessò del tutto.

Pochi istanti e le nubi cominciarono a diradarsi, mostrando un meraviglioso cielo stellato.

Per il momento era tutto finito, perciò senza null'altro da fare, tornai in città a far curare la mia squadra.

Appena rientrato a Violapoli fui di nuovo accolto come un salvatore, con mia grande sorpresa.

<<Grazie Kevin, ehm volevo dire Campione, per tutto ciò che hai fatto per la città.

Non potremo mai ringraziarti abbastanza>> disse Valerio in tono riconoscente. 

<<E' stato un piacere, anche se è stata una faticaccia.

Ma voglio assolutamente scoprire perché i tre uccelli leggendari stanno scatenando la loro furia su Johto.

Le informazioni in mio possesso paiono confermare che anche Articuno e Moltres siano attivi qui, solo nei pressi di Mogania ed Ebanopoli, almeno per il momento>> nemmeno il tempo di terminare la frase che Anita corse da me.

Mi aspettavo che mi accogliesse con piacere, ed invece mi beccai un sonoro ceffone, sotto lo sguardo sbigottito di mezza città di Violapoli.

<<Ma perché? Che ho fatto?>> chiesi io con un tono assolutamente confuso. 

<<Perché sei un incosciente, eri ancora convalescente e ti sei lanciato in uno scontro in cui avresti anche potuto rimetterci la vita.

Sono stata una sciocca a lasciarti andare prima, ma me ne sono resa conto troppo tardi ed io non, non>> le parole le si soffocavano in gola, e stavolta fui io ad abbracciarla e confortarla.

<<Ti ringrazio per la preoccupazione, ma sto bene non preoccuparti, so badare a me stesso. 

Del resto è qualcosa che faccio da sempre, anche prima di incontrarti>> lei si abbandonò del tutto a quell'abbraccio e finalmente si calmò.

<<Ora dovresti riposare per bene, se vuoi affrontare Valerio il capopalestra.>> le dissi io nel tentativo di stemperare la tensione del momento. 

<<Non lo farò>> rispose lei con voce secca.

<<Cosa? Perché? E' la ragione per cui sei venuta qui>> la mia confusione, dopo essersi dissipata poco prima, era nuovamente riemersa. 

<<E' vero, ma con la situazione di crisi che sta vivendo Johto, non credo sia il momento adatto. 

Posso sempre farlo quando tutto sarà finito, ma adesso la priorità è scoprire cosa sta succedendo>> Anita sembrò veramente ferma nella sua decisione, ed io non potei far altro che appoggiarla. 

<<Capisco, se questa è la tua decisione la rispetto, ma dovrai continuare ad allenarti duramente, non ti adagerai sugli allori.>> alle mie parole lei rispose solo con un cenno di assenso e un sorriso.

<<E' la profezia che si sta avverando>> dalla folla accalcata attorno a me emerse una voce roca, e si fece largo una vecchia signora. 

<<Quale profezia signora?>> domandai io incuriosito.

<< Di fuoco, ghiaccio e fulmine l'armonia giammai va offesa, o il mondo soltanto rovine dai tre titani dovrà difendere.

Il gran custode delle acque verrà allora a placar contesa, ma il suo canto solitario fallirà e in campo sarà un forte a scendere.

O Prescelta Creatura, stringi nelle tue mani quei tre e, come una sola pedina, i loro congiunti tesori domeranno la bestia marina. 

Questa è la profezia figliolo, ci sono tutti i presupposti per la sua realizzazione.

La regione sta venendo sconvolta dai tre titani, ed un forte si è manifestato, tu ragazzo>> le parole di quella signora mi lasciarono interdetto.

<<Sta dicendo che io sarei il prescelto della profezia?>>

<<Esattamente figliolo, tu sei riuscito a sconfiggere il titano del fulmine Zapdos, e sarai colui che affiancherà il custode delle acque nella battaglia per riportare l'armonia fra i tre titani.>>

<<La profezia menziona una bestia marina custode delle acque, parlano forse di Lugia?>>

<<Hai fatto di nuovo centro ragazzo, lui è il capo dei tre titani e lui soltanto può fermarli, coadiuvato da un giovane dalla grande forza come te.

Non sarà facile guadagnarsi i favori della bestia marina, ma tu ce la farai figliolo, il destino di Johto è nelle tue mani.

Zapdos è stato fermato temporaneamente, ma prima o poi tornerà, e senza l'aiuto di Lugia Johto sarà distrutta.

Sarà il caso che tu vada giovanotto, e non dimenticare che dovrai trovare i tesori del fuoco, ghiaccio e fulmine.>> faticai a processare tutte quelle informazioni in una volta sola, ma il viaggio in quella regione si era complicato oltre l'inverosimile. 

<<Gli uccelli sono di Kanto, ammesso che abbiano dei tesori sono lì, e di certo non posso tornare lì ora.>> non avevo alcuna intenzione di tornare nella mia regione natia, non in quel momento particolare della mia vita, anche se probabilmente conoscendomi alla fine avrei finito per farlo.

<<Secondo me invece i tesori sono stati trafugati, e questa è una delle ragioni per cui i titani sono in collera>>

<<Ma chi può averlo fatto?>> domandai io. 

<<Questo dovrai scoprirlo tu, e porre rimedio a tutto questo, ma abbiamo tutti fiducia in te.

Sei un eroe cittadino ormai, e sei destinato a grandi cose figliolo.

Il tuo destino non è solo quello di essere un grande Campione, ma probabilmente di essere il più grande di tutti.>>

<<Non esageriamo signora, comunque la ringrazio per la fiducia e prometto che farò del mio meglio.>> 

Le chiacchiere si esaurirono dopo pochi minuti, e sia io che Anita tornammo a dormire, con l'intenzione di riprendere il nostro viaggio la mattina seguente.

La notte trascorse tranquilla, e l'indomani riprendemmo la nostra marcia verso Azalina, dopo aver salutato tutti quanti.

Dopodiché ci allontanammo verso il percorso 32 che, attraverso la grotta di mezzo, teatro della mia lotta con Zapdos, ci avrebbe portati al percorso 33.

Mentre camminavo fui assalito da mille dubbi, su quella profezia, sul mio ruolo in essa, e in cuor mio mi auguravo di essere all'altezza delle speranze dei cittadini di Violapoli.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 36: Il confronto

Spoiler

 

Dopo gli eventi di Violapoli, e con la profezia che ancora risuonava nella mia testa, io e Anita ci incamminammo verso Azalina, ossia la nostra prossima meta.

Per arrivarci dovevamo attraversare il percorso 32, che conduceva alla grotta di mezzo, già teatro della mia lotta con Zapdos.

Una volta usciti dalla grotta, avremmo infine dovuto attraversare il percorso 33, prima di giungere finalmente alla nostra destinazione. 

Pensai fosse una buona occasione per allenare sia i miei pokémon che quelli di Anita, in preparazione alle battaglie future.

In quella sessione straordinaria di allenamento mi sarei focalizzato sulla mia nuova alleata di tipo psico, che fra tutti i membri della mia squadra era sicuramente la più inesperta.

Lungo la strada incontrammo svariati Rattata, Pidgey e anche Hoppip, che sia Espeon che il Totodile di Anita sbaragliarono senza troppe difficoltà.

La new entry della mia squadra era particolarmente affettuosa, e camminava appiccicata a me, dimostrandosi anche più affettuosa del mio Umbreon.

Quest'ultimo non sembrò particolarmente contento del mio rapporto con il nuovo acquisto del team, e cominciò a mostrare dei segni di gelosia nei miei confronti.

Durante la passeggiata il mio primo storico compagno camminò ben distanziato da me, con fare indignato, ed Espeon ne approfittò per appiccicarsi.

Trovai ironica questa rivalità fra i miei due pokémon, poiché costituivano i perfetti opposti, uno di tipo buio e l'altro di tipo psico, uno maschio e l'altra femmina e via discorrendo.

Anita mi suggerì di trovare un soprannome per Espeon, poiché trovava il nome del pokémon poco femminile, e fu allora che decisi di ribattezzare la nuova arrivata Espi.

La mia compagna di viaggio approvò il soprannome, ed anche Espi stessa ne sembrò felice, strusciandosi sulla mia gamba come in segno di ringraziamento.

Il tratto del percorso 32 accanto alla grotta presentava gli evidenti segni della mia lotta con il titano del fulmine, ed Anita non mancò di farlo notare.

<<Accidenti sembra che ci sia stato un cataclisma qui, guarda quanti alberi inceneriti, e persino la grotta è stata erosa là in cima>> disse la ragazza con un tono quasi entusiastico. 

<<Beh sai, lottare contro un uccello leggendario in un luogo così pieno di vegetazione non è proprio il massimo>> la mia risposta fu piccata, ma la mia compagna non sembrò notare la cosa, e continuò invece a comportarsi come suo solito.

<<Cavoli hai ragione, sai che per un attimo mi ero scordata che qui avevi lottato con Zapdos? Che sbadata che sono>> io non dissi nulla e proseguii con passo deciso.

Ero di pessimo umore quel giorno, la profezia di quell'anziana signora mi aveva turbato, ed in più era il mio diciassettesimo compleanno, nonché il primo che trascorrevo lontano dalla mia famiglia.

Ripensai ai miei genitori, ed al fatto che non li avevo più sentiti dopo essere arrivato a Johto.

Con mio padre non avevo più parlato dopo la nostra discussione a casa, e mia madre stava come al solito in un luogo isolato dal mondo dove le comunicazioni erano difficili, ma per quanto riguardava lei ringraziai di non averla dovuta affrontare dopo la scoperta della verità sul nonno Joseph. 

Non sapevo se fosse il momento buono per sotterrare l'ascia di guerra, ed ora a mente fredda mi rendevo conto di essere stato duro con mio padre.

Provai dispiacere per i miei modi bruschi di quel giorno, ma dall'altro lato ero ancora arrabbiato con lui per avermi nascosto la verità sul nonno.

Di recente poi avevo sviluppato un'altra preoccupazione, quella per Anita.

Durante gli eventi di Violapoli, in quella situazione critica, tre cose martellavano il mio cervello in continuazione, uno che la gente di Violapoli fosse al sicuro, due che ad Anita non capitasse nulla e tre che non morissi per poterla rivedere.

Durante quegli eventi così pericolosi mi ero reso conto di provare qualcosa per quella ragazza, che con i suoi modi impacciati e il suo imbarazzarsi in continuazione aveva fatto breccia nel mio cuore.

Ma perché? Io ero venuto a Johto per scoprire me stesso, per affrontare i miei demoni e non per cercare l'amore.

In quel momento poteva solo essere d'intralcio al mio percorso di auto conoscenza, o forse era il contrario?

Se i miei sentimenti per lei mi avessero aiutato a conoscere altri lati di me che ignoravo?

Mille domande affollavano la mia testa, ed io ancora non ero in grado di dare risposta nemmeno ad una di esse.

<<Bene, adesso è il momento di entrare nella grotta, Umbreon ci farà luce...sei pronta?>> domanda io in tono piatto.

<<Pronta è un parolone...ho sempre detestato le grotte, piene di Zubat e così anguste da farti mancare l'aria.

Se è per questo odio anche i luoghi bui in generale, mi spaventa pensare che nell'oscurità si possano annidare i pericoli più disparati, stammi vicino per favore>> la ragazza me lo chiese con un tono quasi supplicante, ed io la rassicurai sul fatto che le sarei stato incollato per tutto il tempo.

Prima di addentrarmi in quel luogo claustrofobico richiamai nella ball Espi, poiché stavamo per incamminarci in un territorio non proprio a lei congeniale.

Umbreon sembrò felice della cosa, ed una volta dentro accese i suoi cerchi, illuminando la via abbastanza per permetterci di camminare a passo deciso e sostenuto.

Mentre avanzavo sentivo lo sguardo di Anita su di me, incessante, curioso, ma soprattutto irritante.

Quel giorno non ero in vena di conversazione e quindi tenni la bocca chiusa, ma fu lei a non farlo.

<<Ehi musone? Terra chiama Kevin, si può sapere che hai oggi? Sembri più di pessimo umore del solito>>

<<Non ho nulla Anita, solo mille pensieri, mille domande e nessuna risposta, semplicemente non sono in vena di conversazione oggi.>> dopo quelle parole lei non seguitò a parlare e si limitò a camminare, anche se potei quasi percepire il suo disappunto.

D'un tratto all'interno della grotta sentimmo il rumore di un battito d'ali, e in un attimo Anita, che era rimasta leggermente indietro, si ritrovò uno Zubat sulla sua testa.

<<Aiuto Kevin, ti prego levamelo di dosso, non sopporto gli Zubat>> io ordinai prontamente ad Umbreon di usare neropulsar, e così ci sbarazzammo facilmente del fastidioso pipistrello.

<<Ah grazie mille, ho sempre detestato quei maledetti pipistrelli>> il suo sollievo era piuttosto evidente, il suo viso appariva ora più rilassato. 

<<Prego, stammi vicina, non devi più restare indietro>> lei fece come le avevo detto e si avvicinò.

La grotta era veramente buia, ed eccetto lo stridio echeggiante di alcuni Zubat, il silenzio regnava sovrano, creando di conseguenza un'atmosfera spettrale.

<<Questo posto mi mette i brividi Kevin, manca molto all'uscita?>> la mia compagna di viaggio appariva sempre più impaziente di tornare all'aperto, ma potevo comprenderla benissimo. 

<<No, ancora poco e saremo fuori>> le dissi io, quando d'un tratto una stalattite si staccò e cadde nel laghetto interno alla grotta.

Il tonfo conseguente fece saltare Anita che, presa dallo spavento, si attaccò al mio braccio stritolandomelo peggio di un Arbok con la sua preda.

<<Anita era solo una stalattite che è caduta in acqua, puoi lasciare il mio braccio ora>>

<<Scusa, te l'ho detto che le grotte non mi piacciono, questi luoghi angusti, bui e silenziosi mi fanno rabbrividire>>

<<Beh i tuoi tormenti sono finiti, l'uscita è proprio davanti>> conclusi io, mentre vedemmo la proverbiale luce in fondo al tunnel, che in quel caso era reale e non metaforica.

Appena fuori richiamai Umbreon nella pokéball, ed Anita fu sollevata di trovarsi di nuovo all'aperto.

Con la luce del sole vidi più chiaramente il suo viso, che non era del tutto sereno.

Il mio primo istinto fu di chiederle cosa la turbasse, ma con tutti i pensieri che avevo l'ultima cosa che volevo era caricarmi anche dei suoi problemi, quindi feci finta di nulla e proseguii il cammino lungo il percorso 33, che ci avrebbe condotti ad Azalina.

Lei però si fermò ad un certo punto, costringendomi a fare una pausa non prevista.

<<Che c'è non è il momento di fare pause, il percorso 33 non è molto lungo, se procediamo speditamente saremo ad Azalina in un'ora circa.>> stufa del mio atteggiamento la ragazza mi affrontò duramente.

<<Che razza di problemi hai?>> domandò con voce furente. 

<<Come scusa?>> replicai io confuso.

<<Hai un umore mutevole, cambi faccia peggio di un Ditto.

L'attimo prima sei sereno e scherzi con me, facendo sfoggio anche di una vena ironica, mentre l'attimo dopo sei serioso e di poche parole.

Ah certo e quello dopo ancora sei completamente muto e con un umore nero.

Ad esempio da quando siamo partiti per Violapoli sembri uno zombie.

E' da un po' che volevo dirti questo, però ho sempre rimandato, ma ora è tempo di giocare a carte scoperte.

Qual è il vero Kevin?>> la sua era una domanda da un milione di pokédollari, a cui avrei tanto voluto rispondere con chiarezza. 

<<Non lo so nemmeno io qual è il vero Kevin Anita, non posso darti la risposta che cerchi>> la mia voce in quel momento era carica di tristezza.

<<Oh gran bella risposta complimenti, so benissimo che sei in viaggio per Johto al fine di conoscere te stesso, ma non credo assolutamente che tu sia così smarrito da non avere la più pallida idea di chi tu sia.

Comprendere meglio te stesso è un conto, ma scoprire addirittura chi sei è un altro, ed io non credo che tu non sappia chi sei.

Ho visto tutto quello che hai fatto, sia per me che per la gente, hai dimostrato di essere il Campione di cui Kanto e Johto necessitano, e questo nonostante la tua giovane età.

Ma penso anche che tu sia troppo duro con te stesso, ho come la sensazione che tu creda di essere un mostro ed è per questo che cerchi di sollevare un muro tra te e gli altri>> le parole della ragazza erano la cosa più vera che avessi sentito da quando avevo iniziato a viaggiare per conto mio. 

<<Un mostro è esattamente ciò che sono Anita, alla torre di Lavandonia tempo fa stavo per usare i miei pokémon contro delle reclute del team Rocket, che avevano ucciso una povera Marowak e lasciato orfano un piccolo Cubone.

Quando gli spettri della torre presero le anime di quei disgraziati io gioii, anziché provare orrore per ciò che avevo appena visto.

Poi sono stato sul punto di uccidere Mewtwo, un pokémon leggendario che aveva fatto molto male alla mia famiglia, e questo non è certo da eroi>> aprirmi completamente ed urlare ad alta voce quello che avevo vissuto lo rendeva solo più orribile. 

Anita rimase sconvolta da ciò che le avevo appena detto, ma fece sfoggio di enorme grinta e continuò la conversazione senza alcun tentennamento.

<<No hai ragione non lo è, ma abbiamo tutti i nostri momenti bui, e non per questo siamo mostri.

Seguendo questa logica allora ogni essere umano sarebbe un mostro, poiché nella vita prima o poi a tutti tocca fare i conti con i propri demoni.

Come ti dissi su quella spiaggia i mostri veri sono altri, e te lo posso dire io che ho avuto la sfortuna di incontrarne uno.>> la ragazza stava dicendo solo la verità, ed ogni sua parola mi colpiva sempre più. 

<<Non potrei mai sopportare di ferire qualcuno, piuttosto preferisco tenere la gente a distanza.

Tu mi hai colpito in un modo che non mi aspettavo, e mi spaventa perché è una cosa che non avevo preventivato>> esternare quelle cose proprio a lei mi imbarazzò moltissimo, ma cercai di mantenere la compostezza fino alla fine.

<<Anche tu mi hai colpito in un modo che non mi aspettavo, ed anche per me non era una cosa preventivata, ma a differenza tua io voglio esplorare queste sensazioni che provo per la prima volta, non allontanarle.

Poi tu dici di voler tenere la gente lontana per non ferirla, e questa è la prova del nove che non sei un mostro.

Un mostro proverebbe gioia nel causare dolore, non farebbe di tutto per evitarlo alle persone come fai tu invece.

Sii più indulgente con te stesso>> ogni frase che pronunciava mi dava sempre più coraggio, e così finii per aprirmi ulteriormente con lei.

<<Anita... sei troppo importante per me, ti conosco da pochissimo eppure sento di aver bisogno di te.

Io provo dei sentimenti per te, ma proprio per questo devo proteggerti, soprattutto da me>> lei rimase molto colpita dalle mie parole, era davvero sorpresa di sentirle uscire dalla mia bocca. 

Tuttavia sembrò anche perplessa, ed io non mi aspettavo quella reazione, soprattutto visto quello che aveva detto poco prima sul fatto che l'avessi colpita in modo particolare.

Forse avevo frainteso tutto fino a quel momento, credevo lei provasse lo stesso, ma il suo volto in quel momento sembrò dire qualcosa di diverso.

Dopo alcuni secondi di totale silenzio, lei iniziò a camminare verso di me con passo deciso, ed io cominciai a temere che volesse darmi un ceffone.

Invece Anita mi sorprese nuovamente baciandomi sulle labbra, un gesto che mai mi sarei aspettato in quella discussione così concitata.

Quel bacio durò qualche secondo, ma sembrò un'eternità, nella totale quiete del percorso 33, interrotta solo dallo stormire degli alberi accarezzati dalla brezza mattutina.

Quando le nostre labbra si divisero io ero ancora molto sorpreso di quello che era appena successo, mentre lei si decise a parlare per interrompere quel silenzio imbarazzante.

<<Anche io provo qualcosa per te, e credo che dovremmo esplorare e approfondire questo sentimento. 

Io sono pronta e voglio farlo davvero, ma cose come queste si fanno in due>> la ragazza mi guardò intensamente, con il volto leggermente arrossito dopo quanto appena successo. 

Io ero combattuto, da un lato non desideravo altro che approfondire quel rapporto, ma dall'altro i miei timori sul poterla ferire a causa dei miei impulsi violenti erano vivissimi.

<<Potrebbe non essere facile Anita, rischi di rimanere ferita>> risposi io, mettendo nuovamente a nudo i miei timori più reconditi. 

<<Non sono una bambina Kevin, sono una giovane donna e non ho bisogno di essere protetta, posso farlo anche da sola.

La vita è fatta sia di luci che di ombre, non può mai esserci solamente una di queste due componenti, ma soffrire è parte della vita e quello che conta di più è sapersi rialzare più forti di prima dopo le avversità.

Un uomo e una donna che intrecciano una relazione devono sostenersi a vicenda, e la coppia può dirsi davvero vincente quando entrambi si completano e si migliorano a vicenda.

Tu mi hai resa più forte, più felice in questo poco tempo che abbiamo passato insieme, e io forse ho aperto uno spiraglio in quel cuore che tu ti sei ostinato a chiudere.

Stiamo già funzionando Kevin, e non siamo nemmeno ufficialmente una coppia, cosa vuoi fare?

E' il momento della verità>> le parole di Anita mi colpirono molto e, dopo alcuni minuti di pura riflessione, con lei che attese pazientemente la mia risposta, decisi di mettere da parte ogni mio dubbio per abbracciarla forte. 

<<Voglio provare Anita, voglio correre il rischio.

Mi hai fatto capire che bisogna sapersi mettere in gioco nella vita, e tu mi hai dato sia il coraggio che la forza per proseguire sulla retta via.

Forse la tua presenza mi impedirà di percorrere sentieri oscuri chi lo sa, e se sbaglierò tu sarai lì a farmelo notare.

Facciamo questo percorso insieme>> lei, che fino a quel momento aveva accettato passivamente il mio abbraccio, lo ricambiò infine con un gran sorriso.

Dopo alcuni secondi abbracciati in totale silenzio, stavolta fui io a rompere quella quiete così piacevole ed al tempo stesso scomoda. 

<<Sai è buffo, tutto questo accade nel giorno del mio compleanno>> dissi io con una voce serena, per la prima volta in quella strana giornata. 

<Davvero è il tuo compleanno? Beh allora tanti auguri, forse hai ricevuto in regalo un'amica speciale, una ragazza, un'amante?

Non so nemmeno io come potrei definirmi ora>> disse lei con tono scherzoso, baciandomi stavolta sulla guancia, mentre io cercai inutilmente di nascondere il mio imbarazzo. 

<<Beh direi che è un po' presto per definirci, al momento siamo due persone che hanno iniziato una frequentazione, credo sia questa l'espressione più giusta>> dissi io a fatica, mentre la faccia mi andava a fuoco dalla vergogna.

Mi ci sarebbe voluto del tempo per abituarmi a questa nuova dinamica fra di noi, ma ero certo di volerla approfondire e le parole di Anita mi avevano dato un grande coraggio.

Ero pronto a vedere cosa il futuro ci avrebbe riservato, nonostante io fossi consapevole che i miei demoni erano ancora lì.

Però il mio nemico più grande in quel momento era l'imbarazzo, insomma lei era molto audace e per nulla timida, al contrario mio.

Anche se in quegli attimi vedevo dell'imbarazzo anche in lei, nonostante fosse più brava di me a dissimulare.

Quell'espressione indecifrabile dipinta sul suo viso la rendeva adorabile, ma io cercai di sviare il discorso parlando d'altro.

<<Beh, direi che sia il caso di riprendere il cammino, forza il percorso 33 è abbastanza breve, nonostante la nostra pausa dovremmo essere a destinazione molto presto.>>

<<Agli ordini capitano>> lei intuì il mio tentativo di riportare la normalità tra di noi, e quindi mi assecondò senza alcuna esitazione.

Così entrambi, con un rinnovato spirito, ci incamminammo nel fitto del percorso che ci avrebbe portati finalmente ad Azalina.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 37: L'arrivo ad Azalina

Spoiler

 

Dopo l'acceso confronto con Anita, che aveva di conseguenza rallentato la nostra marcia, ora procedevamo a passo spedito verso Azalina.

Lì forse avremmo trovato più risposte sulla profezia dell'anziana signora di Violapoli, o almeno questo speravo in cuor mio. 

<<Ehi Kevin, che ne dici se ci fermiamo in un ristorantino ad Azalina? Ci meritiamo un pasto come si deve dopo tutti i pasti improvvisati che abbiamo fatto finora, e poi sarà un buon modo per festeggiare il tuo compleanno>> disse Anita con voce entusiasta. 

<<Si è un'ottima idea in effetti, e poi sarà un buon modo per conoscerci meglio.

Non credi anche tu che un bel pranzetto in un bel posto sia perfetto come primo appuntamento?>> dissi io in tono spensierato, e lei arrossì come un peperone al sentire quelle parole.

<<P-primo appuntamento? Accidenti procedi con il piede sull'acceleratore, sarebbe una cosa deliziosa ma forse affrettata.

Non pensavo ad una cosa simile quando te l'ho proposto>> la sua voce diceva la verità, il suo imbarazzo indicava chiaramente che non avesse considerato l'elemento di natura romantica.

<<Beh ci siamo baciati in fin dei conti, quindi si può dire che stiamo già andando a passo spedito, il pranzo sarebbe al contrario un modo per rallentare e conoscerci di più.>> al sentire le mie parole Anita si tranquillizzò un poco. 

<<Ah beh in effetti non ci avevo pensato, messa così è già tutto molto diverso.>> per la prima volta avevo fatto io l'audace e lei la timida, ed ora Anita procedeva in silenzio.

Si era perfino abbassata il cappello sul volto per celare l'imbarazzo, ed ogni volta quel gesto lo trovavo sempre più adorabile.

La mia proposta l'aveva visibilmente spiazzata, era ben evidente, e dopotutto quel mio atteggiamento sembrò strano a me per primo. 

Dopo il nostro confronto la mia mente era più sgombra dai pensieri, le mie perplessità e i miei dubbi erano passati in secondo piano, ed in quel momento mi godevo questa nuova prospettiva.

Mi interessava maggiormente approfondire la nostra strana relazione, piuttosto che pensare a profezie, conflitti familiari, oscurità e altre cose varie.

Indubbiamente quei pensieri non erano svaniti, e bramavo ancora risposte, ma non le consideravo più l'unica priorità.

La mia mente però andava anche ai miei genitori, avevo bisogno di chiarire con i miei genitori al più presto.

Con mio padre ero stato davvero troppo duro e, sebbene provassi ancora un po' di rabbia verso di lui, ora mi interessava solo fare pace .

Decisi perciò che lo avrei chiamato una volta arrivato ad Azalina, nella speranza di riuscire a parlare con lui.

Dopo una decina di minuti di camminata arrivammo finalmente alle porte della città, e fui subito attratto dal famigerato pozzo Slowpoke, di cui avevo tanto letto e sentito parlare, situato proprio in un punto che lo faceva sembrare l'anticamera della città stessa.

<<Ah ecco il pozzo Slowpoke, sai c'è una leggenda su questo pozzo.

Si narra che in tempi antichi la città di Azalina fosse afflitta da una duratura siccità, la gente era disperata, i raccolti venivano distrutti dal calore del sole cocente e la vita era diventata veramente difficile, specie per i contadini che campavano appunto col solo raccolto.

Un giorno però uno Slowpoke sbadigliò, ed il cielo si annuvolò per la prima volta dopo mesi, con la pioggia che cominciò a scendere copiosa.

Da quel giorno quei pokémon sono trattati con grande rispetto e devozione, pare addirittura che tutti gli Slowpoke della città vivano in questo pozzo, che per loro è una sorta di oasi.>>

Anita mi ascoltava come incantata, forse era sorpresa che sapessi queste cose.

<<Cavoli che storia affascinante, certo che ne sai sulla regione di Johto, sebbene tu la stia visitando per la prima volta.

Sei un ottimo oratore e un'ottima guida turistica>> mi disse lei sorridendo, ed io ricambiando il sorriso continuai a parlare.

<<Beh questo è il vantaggio di aver iniziato tardi il mio viaggio da allenatore, ho potuto leggere molto, ed essendo di famiglia benestante faceva anche parte della mia educazione.>> lei mi sorrise di nuovo e, seppur non disse nulla, i suoi occhi mi dissero che era felice che io mi stessi aprendo così con lei.

Dopo il racconto entrammo in città, e notai subito quanto fosse piccola, tanto che pensai che la parola paese fosse più adatta a descriverla.

All'entrata campeggiava una piccola cartina con i punti di interesse, ossia un ristorante, il parco cittadino, la palestra e il centro pokémon.

<<Direi per prima cosa di andare al centro medico per far riposare i nostri amici>> proposi io.

<<Si un'ottima idea Kevin, i miei Totodile e Hoothoot sono stanchissimi.>> rispose la mia compagna di viaggio.

Così ci recammo al centro pokémon, che stava a pochi passi dalle porte della città, sicuramente un'ottima collocazione per i forestieri.

Appena entrati al bancone notai una persona di spalle che mi parve familiare, era una donna e aveva i capelli blu scuro.

Quando la donna si voltò ebbi la conferma dei miei sospetti, era Sabrina, la capopalestra di Zafferanopoli.

Non appena mi vide lei mi sorrise, e cominciò a camminare verso di me, mentre io mi chiedevo cosa ci facesse lì. 

Voltandomi verso Anita ebbi poi l'occasione di notare gli sguardi in cagnesco che rivolgeva alla mia conoscente.

<<Ehi Kevin che bello vederti, è passato un po' di tempo dal nostro ultimo incontro.

L'ultima volta eri ad un passo dal titolo di Campione, mentre ora lo sei effettivamente, ed anche se non è passato molto sembra ormai un'altra vita.>>

<<Anche per me è molto bello rivederti Sabrina,  ma che ci fai qui ad Azalina?>> domandai io con estrema curiosità, poiché non riuscivo ad immaginare cosa potesse portare una donna del genere in un luogo come quello. 

<<Oh nulla di particolare, in realtà sto viaggiando per Johto alla ricerca di valenti allenatori per la mia palestra, poiché alcuni degli attuali hanno purtroppo dovuto rinunciare all'incarico ed ora devo rimpinguare i ranghi il prima possibile.

Così ho colto l'occasione di cambiare aria e visitare questa meravigliosa regione, facendolo in via ufficiale visto che sono qui per motivi lavorativi.

Non mi presenti la tua amica?>> ed intanto Anita continuava a squadrare Sabrina con aria ostile. 

<<Ah ma certo lei è Anita, viene da Soffiolieve, un paesino nella regione di Unima, e sta viaggiando per Johto con me>> la mia risposta aumentò notevolmente la curiosità della capopalestra verso la mia compagna di viaggio. 

<<Cavoli Unima, sei molto lontana da casa, ma è un piacere conoscere un'amica di Kevin>>

<<E' un piacere anche per me Sabrina, anche a me fa piacere conoscere gli amici di Kevin>> Anita finalmente aprì bocca ma, mentre si mostrava gentile verso Sabrina, lanciava occhiatacce a me.

Per come mi guardava sembrava quasi che moglie e amante si stessero incontrando per la prima volta, e la situazione mi creò parecchio disagio, al punto che pensai fosse meglio affrontare un pokémon leggendario piuttosto che assistere a quella scena.

Sembrava gelosa di Sabrina, e con lo sguardo pareva quasi rimproverarmi di non averle mai parlato della mia conoscente.

Una cosa che non avevo fatto perché non ci avevo mai pensato, e non essendoci mai stato niente di romantico con Sabrina non lo ritenni affatto necessario.

Il suo comportamento così geloso mi sembrò un po' prematuro, ed a tratti anche incoerente con quanto detto da lei poco prima sul correre, ma tenni le mie considerazioni per me.

Sabrina poi si rivolse di nuovo a me, e cominciò a frugare nella sua borsa, come se cercasse qualcosa. 

<<Prima che mi dimentichi ho un regalo per te, la MT mangiasogni, ed è un dono da parte di tuo padre per il compleanno.

Me l'ha data quando ha saputo che venivo a Johto, nella speranza che riuscissi ad incontrarti per consegnartela.

Tanti auguri di buon compleanno anche da parte mia Kevin>>

<<Grazie mille Sabrina, avevo proprio in mente di chiamare papà appena arrivato in città, ma lo farò tra poco.

Questa MT vorrei insegnarla ad Espi, peccato che lei non impari naturalmente mosse in grado di addormentare>> 

<Un Espeon eh? Ne hai fatta di strada dai tempi della nostra sfida.

In realtà Espeon, sebbene non impari naturalmente mosse che addormentano, è comunque predisposto ad imparare ipnosi, date le sue capacità psichiche.

Potrei insegnargliela se me lo permetti, con un metodo particolare, e questo sarebbe il mio regalo di compleanno>>

<<Ma certo, te ne sarei grato se ci riuscissi, sarebbe un regalo fantastico>> io ero entusiasta all'idea di vedere Sabrina alle prese con questo metodo particolare, e così feci uscire Espeon dalla ball.

Nel mentre Anita ancora osservava le interazioni tra me e Sabrina, in modo circospetto, cercando qualcosa che non era mai esistito tra di noi.

La capopalestra fece uno strano procedimento di ipnosi con una specie di pendolo, e addormentò il mio pokémon per alcuni secondi.

Mi chiese quale mossa volessi cancellare ed io a quel punto optai per il riduttore, così la maestra del tipo psico iniziò a ripetere il nome della mossa come un mantra.

Espi, nonostante fosse addormentata, sembrava stesse usando i poteri psichici, visto che la gemma sulla sua fronte brillò per alcuni secondi prima di spegnersi.

Poi Sabrina batté le mani, e il brusco gesto svegliò di colpo il mio pokémon.

<<Ecco fatto, Espeon è dotato di enorme intelligenza, ed ha memorizzato il metodo di ipnosi tradizionale. 

La gemma sulla sua fronte brillava perché il suo cervello stava elaborando nel sonno un modo per poter adoperare l'ipnosi senza strumenti esterni, facendo affidamento solo sulle sue naturali capacità psichiche.

Perciò lo spegnimento della gemma sulla sua fronte segnala che Espeon ha appreso il metodo giusto, e quindi l'ho svegliata.

Prova a ipnotizzare me per verificare se tutto è andato nel modo giusto>> io rimasi affascinato da quel metodo, ed ascoltavo la mia interlocutrice con aria quasi estasiata. 

<<Sei straordinaria, grazie mille, dunque Espi usa ipnosi su Sabrina>>

Il mio pokémon concentrandosi cominciò a far brillare la sua gemma ed i suoi occhi, e Sabrina fissandolo si addormentò in un istante.

Subito dopo battei le mani e svegliai la ragazza, ringraziandola prontamente per l'enorme aiuto che mi aveva dato.

Procedetti ad insegnare ad Espi anche mangiasogni, sostituendo anche l'ultima mossa del moveset originale di Eevee ovvero comete.

La capopalestra, dopo essersi ripresa, disse che era giunto il momento di andare e ci salutò, augurandosi di rivederci presto.

Prima di andarsene però mi consigliò di chiarire con mio padre, avendo lei visto quest'ultimo visibilmente abbattuto durante il loro incontro, e avendo intuito ci fossero state incomprensioni tra di noi.

La ringraziai per il consiglio e la salutai assieme ad Anita, mentre dentro di me raccolsi la massima concentrazione per parlare con mio padre.

Non appena Sabrina lasciò il centro medico io mi diressi verso il video telefono, avviai la chiamata ed attesi la risposta del mio vecchio.

Pensai che fosse davvero appropriato avere a portata di mano uno strumento per guardarci faccia a faccia, dopotutto la conversazione lo richiedeva.

Dopo alcuni squilli mio padre finalmente rispose, e vedere di nuovo il suo volto mi generò una strana emozione. 

<<Papà perdonami, sono stato troppo duro nel nostro ultimo incontro.

E' vero che non tollero le bugie, ma in fondo posso anche capire le motivazioni dietro alle tue, perciò mi scuso per averti ferito>> il volto di mio padre, sciupato esattamente come lo aveva descritto Sabrina, sembrò illuminarsi improvvisamente all'udire le mie parole. 

<<Spiace anche a me figliolo, ora che sei un ragazzo avrei dovuto dirti la verità. 

Non avevi più bisogno di essere protetto, ma io invece ho continuato a mentirti e senza alcuna ragione, perché dentro di me sapevo che tu avresti saputo fronteggiare la verità meglio di quanto feci io a suo tempo.

Perdonami anche tu, tanti auguri figlio mio e sappi che ti voglio molto bene.

Purtroppo come sempre tua madre è isolata dal mondo, ma appena la sentirò le dirò di mettersi in contatto con te, dopotutto anche se non c'è stata alcuna discussione con lei è giusto mettere una pietra sopra una volta per tutte.>>

Io con le lacrime agli occhi risposi che anche io gli volevo bene, ed avrei voluto dirgli molto altro, ma lui con tono dispiaciuto mi disse di dover terminare a breve la chiamata.

Mi parlò di alcuni impegni urgenti, ma aggiunse che gli aveva fatto molto piacere essere riuscito a parlare e chiarire con me.

Dopo esserci salutati affettuosamente chiusi la chiamata e Anita, senza dire nulla, mi abbracciò calorosamente.

Rimanemmo abbracciati per almeno un minuto, lasso di tempo in cui lei mi lasciò sfogare senza proferire parola.

Dopo essermi completamente liberato di quel peso, ed aver detto ad Anita che stavo bene, procedetti assieme a lei verso il bancone del centro medico.

Una volta lì porgemmo i nostri pokémon per farli curare, mentre dalla porta entrò un ragazzo molto giovane, con i capelli e gli occhi color lavanda.

Indossava una maglietta e dei pantaloncini verde chiaro, ed il suo outfit veniva completato da un retino simile a quello dei pigliamosche.

Il giovane si avvicinò a noi e, dopo essersi accertato della nostra identità, si presentò.

<<Salve, io sono Raffaello, il capopalestra di questa città.

Sapevo del vostro arrivo, poiché Valerio, il capopalestra di Violapoli, mi ha contattato dicendomi che il Campione dell'Altopiano Blu stava venendo in città. 

Quando vi ho visti entrare qui mi sono precipitato, e mi farebbe piacere farvi da guida per la nostra piccola città, ma prima avrei bisogno del vostro aiuto.

So che è tremendamente ineducato da parte mia chiedere già favori, ma non lo farei se non fosse importante.>>

<<Ti aiuteremo con piacere, comunque io sono Kevin, molto lieto, ma che genere di aiuto?>> domandai io incuriosito. 

<<Io invece sono Anita, è un vero piacere fare la tua conoscenza Raffaello>> l'educatissima presentazione della mia compagna di viaggio fu infine completata da uno splendido sorriso, che mi lasciò inebetito per qualche secondo. 

<<E' un piacere conoscere entrambi, ma ora passiamo al punto centrale della questione. 

In città, da alcuni giorni e specificamente di notte, si verificano strani fenomeni.

Alcune persone riferiscono di sentire delle voci provenire dal pozzo Slowpoke, ed io ho pensato subito che fossero bracconieri di pokémon, essendo il pozzo pieno di quelle creature. 

Ma ogni volta che sono sceso nel pozzo a controllare non ho trovato nessun bracconiere, e nemmeno Slowpoke mancanti.

Essendo che il pozzo ha uno sbocco alternativo ho pensato che forse, sentendomi arrivare, fossero scappati dall'altra uscita, ma io devo assolutamente prenderli. Sono certo che si tratti di delinquenti, quindi volevo chiedervi se foste disposti questa notte a seguirmi, nella speranza di far luce su questo mistero.

Magari con una mano riusciremo a sgominare questi criminali, e se riusciremo nell'impresa vi darò qualunque cosa vogliate>> il capopalestra sembrava veramente bisognoso di aiuto, ma la passione che aveva negli occhi mi convinse ad aiutarlo. 

<<Ma certamente, ti aiuteremo molto volentieri, in effetti ci sono alcune cose che vorrei chiederti, ma lo farò solo a missione compiuta.

Ci si vede questa notte allora>> dissi io.

<<Bene grazie mille, sarò ben lieto di rispondere a tutte le tue domande una volta finito. 

Io vi aspetterò alle 23 in punto davanti al pozzo, la gente mi ha riferito di aver sentito le voci intorno a quell'ora, perciò a stasera>> così il giovane capopalestra lasciò il centro, con una fretta notevole. 

<<E' giovane ma sembra un ragazzo con la testa sulle spalle, stanotte capiremo cosa c'è di strano in questa città.> Anita annuì alle mie parole, determinata anche lei a sgominare quei malfattori.

Se davvero c'erano dei malviventi nella zona li avremmo presi, e così facendo l'ordine in città sarebbe stato ristabilito.

 

 

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Capitolo 38: Il mistero del Pozzo Slowpoke

Spoiler

 

Dopo la visita di Raffaello, sia io che Anita eravamo pronti a far luce sul mistero delle voci provenienti dal Pozzo Slowpoke durante la notte.

Siccome l'appuntamento era fissato per la sera io e lei decidemmo di visitare un po' la città, cogliendo l'occasione di riposarci fino al calar del sole.

<<Allora io direi di fare un giretto al parco della città, lì c'è una fontana a forma di Slowpoke che mi piacerebbe vedere, e poi l'unico ristorante della città è una tappa obbligatoria.

Come hai ben detto poco fa non facciamo un pasto decente da un po', ed infine andremo a riposarci in vista della missione di stanotte>> dissi io con un tono molto propositivo.

<<Si è un bel programmino senza dubbio, perciò concordo con te sulla prima tappa, in marcia verso il parco>> sia io che lei eravamo ormai in perfetta sintonia.

Dal nostro confronto il nostro rapporto si era evoluto notevolmente, ed ognuno di noi in qualche modo arricchiva umanamente l'altro.

Stavamo bene insieme, ci aiutavamo a vicenda e forse potevamo davvero funzionare come coppia, anche se volevo essere molto cauto da quel punto di vista.

Forse era presto per parlare di vero amore, ma il tempo ci avrebbe dato le risposte che entrambi cercavamo.

Di sicuro io avrei cercato di godermi il più possibile questa nuova dimensione del nostro rapporto, vivendo alla giornata.

Non indugiai oltre a rimuginare, ed insieme ad Anita andai al parco della città, che offriva uno scorcio molto interessante.

Degli alberi di quercia bianca e delle panchine affiancate, fatte con il legno ricavato da quegli stessi alberi, tutto immerso nel verde del parco.

La simpatica fontana a forma di Slowpoke, da cui sgorgava sempre acqua, svettava come attrattiva principale di quel piccolo paradiso.

Ci sedemmo sulle panchine, all'ombra degli alberi, per goderci la quiete e la bellezza di quel luogo. 

Il sole splendeva e sembrava quasi danzare nel cielo, ritmato dagli alberi e dal fruscio delle loro foglie, mosse dalla piacevole brezza pomeridiana.

Sia io che lei restammo in rigoroso silenzio contemplativo, le parole in quel momento erano superflue dinanzi a quello spettacolo.

Purtroppo quel meraviglioso momento di relax fu interrotto poco dopo dal brontolio dello stomaco di Anita, che stava ad indicare un gran bisogno di cibo.

<<Ohhhh che imbarazzo, mi dispiace Kevin, ma ho davvero fame>> la ragazza arrossì in maniera esagerata per quel buffo episodio. 

<<Accidenti era un momento catartico, proprio ora doveva fare i capricci il tuo stomaco?>> appena finito di pronunciare quelle parole anche il mio stomaco si unì al coro "di pancia", ed io immediatamente smisi di parlare per l'imbarazzo. 

Anita, dopo l'imbarazzo, scoppiò invece a ridere e poi mi incalzò con una proposta allettante.

<<Allora direi che sia il momento perfetto per andare a mangiare, sono le 13.00, forza rotta verso il ristorante>> io feci un cenno di assenso, ed insieme ci avviammo verso il ristorante.

Una volta giunti lì ci accomodammo ad un tavolo, e ci fu consigliato di provare della pasta al sugo di baccamodoro, una bacca coltivata in altre regioni.

Io, da sempre amante delle prelibatezze straniere, non ebbi alcun dubbio ed accettai la proposta del cameriere, mentre Anita dovette rifletterci un attimo prima di accettare.

Notai come il ristorante avesse uno stile piuttosto rustico, con un tocco di cultura del sud che si poteva vedere anche dall'accoglienza del personale, molto gentile e cordiale.

Per ingannare l'attesa del pranzo, io e Anita iniziammo a chiacchierare, cercando di capire insieme quale fosse il mistero del pozzo.

<<Ehi Kevin, secondo te è possibile che siano davvero dei malviventi in quel posto?>>

<<Possibilissimo Anita, quelli si trovano dappertutto purtroppo, poiché l'idea di pokémon indifesi nel pozzo fa gola a quel tipo di gente>> parlavo con cognizione di causa, avendo già avuto a che fare con quei malfattori del team Rocket. 

<<Beh chiunque siano noi li sgomineremo e li fermeremo, io me la cavo nella lotta, e poi sono in compagnia del miglior allenatore di Kanto.>> ogni volta che mi guardava con quegli occhi di ammirazione io dentro mi scioglievo, ma mi sforzavo di mantenere un atteggiamento composto. 

<<Ma dai non esagerare, dopotutto non sono mica invincibile>>

<<Beh dall'inizio del tuo viaggio mi risulta tu non abbia mai perso una lotta, sebbene spesso tu ci sia andato vicino, questo vorrà pur dire qualcosa>> in effetti non aveva torto, ma mi venne subito da domandarmi come facesse a sapere quelle cose. 

<<Come sai che non ho mai perso? Io non te l'ho mai detto>> domandai io confuso.

<<Beh non avrai pensato che venissi a Johto senza informarmi sul Campione, ho fatto qualche ricerca su di te prima di conoscerti>> la sua risposta mi sorprese molto, poiché non pensavo che si trovassero già in giro informazioni su di me e sulla mia impresa. 

Ero Campione da pochissimo, e perciò mi risultò davvero incredibile sapere di essere già oggetto di biografie o cose simili.

<<Ah davvero molto interessante, sono lusingato che una bella ragazza abbia fatto ricerche su di me>> all'udire quelle parole lei di nuovo arrossì, poteva essere spavalda e audace all'inverosimile, ma arrossiva sempre quando riceveva complimenti.

Poco dopo arrivò il cameriere con i piatti fumanti, e sia io che lei ci spazzolammo la pasta in pochissimi minuti, suscitando le perplessità degli altri clienti, che rimasero straniti nel vedere due giovani abbuffarsi in quel modo.

Facemmo anche il bis di pasta, ed infine ordinammo il dolce, un gelato prodotto da Vanillite.

Quest'ultimo era un pokémon di Unima, la regione natia di Anita, e pensai che fosse sorprendentemente appropriato vista la mia compagna di viaggio.

<<Ahhh non so tu ma io sono pieno, non mangiavo così da un po'>> dissi io in tono soddisfatto. 

<<Concordo, ora direi che è il momento di un bel riposino, anche se da come sono sazia non garantisco di svegliarmi in tempo per stasera.>> Anita non aveva tutti i torti, dopo aver mangiato così bene mi risultava impensabile dovermi svegliare per quella missione. 

Io pagai il conto per entrambi, da buon gentleman, ed insieme alla mia partner lasciai quello splendido locale. 

Dopodiché ci recammo alla piccola pensione accanto al centro pokémon, gestita da un certo Franz e sua moglie Mary, con l'intenzione di prendere delle stanze e riposare a dovere.

Franz si dilettava anche a lavorare le ghicocche, una specie di frutto nativo di Johto e sua peculiarità, per certi versi simili alle bacche delle altre regioni.

Prendemmo due stanze, e sia io che Anita andammo a fare una bella dormita, consci di avere un sacco di sonno arretrato da recuperare.

Difatti dormimmo profondamente fino alle 22.45 circa, e svegliarsi fu veramente complicato.

Pensai subito che fosse strano andare a dormire con la luce e svegliarsi con il buio, ma non persi tempo e mi vestii in fretta, per poi raggiungere Anita, anch'essa pronta per la nostra piccola avventura.

Incontrammo Raffaello all'entrata del pozzo, che prontamente ci ringraziò per l'aiuto che gli stavamo fornendo. 

<<Grazie mille per essere venuti, ecco a voi delle torce, così potremo avere un po' di luce in questo pozzo oscuro>> e così il capopalestra ci porse due torce elettriche. 

<<Non mi piacciono i luoghi angusti, non mi stancherò mai di dirlo, perciò io sto vicina a te Kevin e non ti mollo>> ebbi come un deja vu in quel momento, ma al contrario della volta precedente la vicinanza di Anita mi era ora molto più gradita.

<<Fai pure, stammi incollata e non fare un passo lontano da me>> dissi io con tono di avvertimento.

Scendemmo le scalette e ci ritrovammo subito nel buio più totale, con quell'oscurità che fu rischiarata solo dalla flebile luce delle nostre tre torce. 

Il pozzo presentava la struttura tipica di una grotta, con stalattiti, stalagmiti e svariate falde acquifere.

<<Siccome gli Slowpoke sono pokémon d'acqua la presenza massiccia di quest'ultima nel pozzo costituisce un habitat ideale per loro.>> disse Raffaello, mentre la luce della torcia di Anita illuminò il volto quasi stoico e assente di uno Slowpoke.

Lei si prese uno spavento enorme, e come reazione alla paura afferrò di nuovo il mio braccio.

<<Tranquilla è solo uno Slowpoke, non ti farà nulla a prescindere, ma se dovesse fare anche solo un passo falso lo metterò a nanna all'istante>> lei non parlò, ma si lasciò rassicurare dalle mie parole.

La nostra marcia continuò in maniera costante, e ci fermammo solo quando sentimmo delle voci, provenienti dalla parte più interna del pozzo.

<<Ecco le famose voci di cui vi parlavo, mettiamoci in quell'angolo e ascoltiamo più attentamente>> disse Raffaello sottovoce per non farsi scoprire dagli intrusi.

Le voci che sentivamo parlavano di tagliare le code agli Slowpoke, quindi avevamo la definitiva conferma si trattasse di malviventi.

<<Le code degli Slowpoke si possono vendere a ottimi prezzi sul mercato, questi sono farabutti in piena regola, figuratevi poi quante ne possono ricavare da tutti i pokémon che ci sono qui>> disse il capopalestra con un tono adirato. 

<<Che barbarie, per me è inconcepibile fare del male ai pokémon>> continuò Anita.

<<Beh le code degli Slowpoke ricrescono col tempo, e loro non sentono dolore quando la perdono, anzi c'è chi sostiene che la coda si stacchi da sola e ricresca periodicamente. 

Ciò non rende però meno atroci le azioni di questa gente sia chiaro>> conclusi io.

<<Dobbiamo fare in fretta, più ne tagliamo e più soldi faremo per finanziare le nostre missioni.

Giovanni ne sarà molto compiaciuto, e potrà tornare in grande stile dopo la disfatta subita a Kanto.>> all'udire quel nome io capii subito con chi avevamo a che fare, subito mi scurii in volto e Anita notò la cosa.

<<Kevin ti sei rabbuiato all'improvviso, sai per caso di chi stanno parlando?>> domandò Anita con genuina curiosità.

<<Purtroppo si...parlano di Giovanni, il capo di un'organizzazione criminale chiamata team Rocket, che poco tempo fa fece parecchi danni a Kanto.

Credevo si fossero sciolti dopo la sconfitta del loro capo, ma a quanto pare mi sbagliavo>> al solo pronunciare il nome di quel maledetto la rabbia cominciò a ribollirmi dentro, e dopo quanto avevo scoperto da Mewtwo avevo ulteriori motivi per odiarlo. 

<<Team Rocket hai detto? Maledetti credevo fossero stati definitivamente fermati, anche se avevo sentito che il loro capo era latitante>> ed io feci un cenno per confermare le parole del capopalestra.

Approfittando del fatto che le voci si stavano facendo più lontane ci avvicinammo, ma purtroppo fummo scoperti in pochissimo tempo da alcune reclute di pattuglia.

<<Guarda un po' chi c'è il Campione in persona, ma quale onore, suppongo tu sia venuto a salvare questi pokémon.

Ma mentre io ti tengo impegnato qui, il mio amico andrà ad informare Milas, che sarà felice di avere queste buone nuove>> l'altra recluta cominciò ad allontanarsi, e Raffaello chiamò il suo Scyther per impedirgli la fuga, salvo poi essere fermato dalla cortina di fumo del Weezing di un altro balordo.

La recluta rimasta a combattere con me schierò un Koffing ed un Ekans contemporaneamente, ed ordinò loro di non avere pietà per gli avversari. 

Anita decise di occuparsi di quei due pokémon da sola, mentre io me la vedevo con l'avversario più forte in quel momento ossia Weezing.

Feci cenno a Raffaello di stare in disparte, e lui con riluttanza accettò.

E' vero che un aiuto in più non avrebbe certamente fatto male, ma troppi contendenti sul campo in contemporanea avrebbero generato solo caos.

Io decisi di schierare la mia Espi, ed appena uscita dalla ball notai subito la sua voglia di combattere.

<<Vediamo un po' di che pasta è fatto il Campione in persona>> mi disse la recluta con un tono sbruffone. 

<<Una troppo dura per un idiota come te, e te lo dimostrerò presto>> al sentire la mia risposta il balordo fece subito una smorfia di stizza. 

Il nemico esordì subito con un fangobomba, ed io ordinai al mio pokémon di contrattaccare con lo psicoraggio.

I due attacchi collisero, generando ancora più fumo di quello prodotto poco prima da Weezing, e nella confusione del momento comandai ad Espi di usare psichico sul nemico. 

Nel fumo era comunque visibile la grottesca sagoma nemica, quindi fu facile individuarlo, ed Espeon con i suoi poteri psichici scaraventò il suo avversario con violenza sulle varie pareti del pozzo.

Dopo un po' di sballottamento ordinai infine alla mia alleata di scagliare il pokémon nemico contro la recluta.

Come una palla di cannone Weezing travolse in pieno il suo allenatore, ed essendo esausto non poté controbattere.

Sia Anita che Raffaello mi osservarono compiaciuti, nonostante il capopalestra sembrasse ancora dispiaciuto di essere stato lasciato in disparte.

La mia compagna di viaggio nel mentre era impegnata con il Koffing e l'Ekans di un'altra recluta rimasta lì a combattere.

Lei ordinò al suo Totodile di usare pistolacqua su Koffing, e l'attacco andò perfettamente a segno, mettendo ko uno dei due nemici.

L'Ekans avversario si avventò rapidamente sul simpatico alligatore per stritolarlo nella sua morsa, ma il pokémon di Anita su ordine della sua allenatrice finse di farsi prendere, per poi annaffiare l'avversario con il suo pistolacqua a piena potenza.

La strategia della mia compagna si rivelò vincente e, dopo aver scaraventato lontano il serpente, lo mise ko.

Anche io osservai Anita compiaciuto della sua tattica e, mentre lei esultava con il suo compagno per la vittoria, quest'ultimo fu avvolto da una bellissima luce bianca.

Conoscevo fin troppo bene quel momento, si stava evolvendo.

In pochi secondi la luce scomparì, rivelando un Croconaw, forma evoluta di Totodile.

Anita espresse grande entusiasmo per l'evento, ed ora avevamo un elemento ancora più forte di prima dalla nostra parte, cosa che ci avrebbe fatto sicuramente comodo.

Io mi avvicinai alla recluta che avevo appena sconfitto e al suo Weezing, entrambi ormai esausti.

<<Te l'avevo detto che ero troppo duro per te, specie considerando che non mi sono nemmeno impegnato, ora scusami ma ho da fare>> io, Anita e Raffaello ci lanciammo all'inseguimento della recluta messaggera, fino a che giungemmo alla fine del pozzo, dove ad attenderci c'era un uomo alto dai capelli verde acqua e gli occhi dello stesso colore.

Nonostante indossasse un'uniforme simile a quella delle reclute, la sua aveva delle differenze.

Gli stivali e i guanti erano bianchi, a differenza di quelli delle reclute che erano grigi, ed erano anche più lunghi.

Di sicuro non era solo bassa manovalanza, e non lo dicevo solo per l'uniforme, ma proprio la sua presenza sembrava più importante.

<<Bene bene il Campione in persona ci onora della sua presenza, sarà davvero interessante vederlo finalmente all'opera.

Stavolta il tuo avversario sarò io, il generale Milas, un soggetto sicuramente più meritevole di sfidare un allenatore della tua levatura.>> e mi lanciò uno sguardo di sfida, che io ricambiai senza esitazioni.

Io mi preparai ad affrontare un avversario che ero certo sarebbe stato più impegnativo delle reclute, mentre Anita e Raffaello osservarono la scena perplessi, consci che sarebbe stata una dura lotta.

 

 

 

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Capitolo 39: Scontro con il generale Milas

Spoiler

 

Il generale ed io passammo alcuni secondi a scrutarci in totale silenzio, sotto gli occhi attenti di Anita e Raffaello. 

Il terreno di sfida era alquanto problematico, perciò avrei dovuto ponderare bene ogni singolo attacco dei miei pokémon, anche per evitare che la grotta ci crollasse sulla testa.

Proprio la ristrettezza del pozzo però poteva giocare a mio favore, poiché anche per l'avversario lo spazio di manovra era ridotto.

<<Bene Campione, ora vediamo di che pasta sei fatto, scendi in campo Zubat>> rimasi attonito dinanzi alla sua scelta, Milas, un ufficiale del Team Rocket che stava per battersi con un Campione, schierava un pokémon debole come Zubat.

Non persi altro tempo e mandai in campo Espi, ma un senso di inquietudine mi pervadeva.

<<So cosa starai pensando, ma tranquillo ho un asso nella manica>> il generale estrasse una siringa dalla tasca dei pantaloni, e con essa infilzò brutalmente il povero pipistrello.

Il pokémon in pochi secondi si evolse in un rabbioso Golbat, sotto lo sguardo scioccato mio, di Anita e di Raffaello.

<<Che cosa? Hai forzato la sua evoluzione? Il team Rocket non rispetta nemmeno la natura stessa, un'ulteriore ragione per farvela pagare>> dissi io in tono furioso. <<Sarà una sfida interessante me lo sento, ora Golbat usa supersuono>> dopo aver udito le parole generale compresi finalmente le sue intenzioni.

<<Maledizione, Golbat è insidioso proprio per via dei suoi attacchi sonori e, data l'acustica della grotta, intende sfruttare la propagazione sonora. 

Il suo attacco sarà infinitamente più intenso e penetrante, perciò tu Anita ed anche tu Raffaello tappatevi le orecchie subito>> i due eseguirono prontamente, ed io feci lo stesso, mentre il pipistrello scagliò quel tremendo stridio, che confuse il mio Espeon.

In un primo momento la sua mossa mi mise in difficoltà, il mio pokémon ora aveva solo il 50% di possibilità di sferrare un attacco con successo, ma poi mi ricordai di un particolare inerente alle abilità. 

<<Sei stato uno sciocco a confondere la mia compagna>> dissi io con ritrovata fiducia. 

<<Che vai blaterando ragazzo?>> il generale era palesemente confuso dalle mie parole, ma io non persi tempo e chiarii ogni suo dubbio.

<<In un primo momento la tua mossa mi aveva messo in difficoltà lo ammetto, ma poi mi sono ricordato dell'abilità di Espeon ossia Sincronismo>> Milas continuava a non comprendere fino in fondo.

<<Sincronismo fa sì che qualsiasi alterazione di stato subita dal mio pokémon si rifletta sul nemico, guarda tu stesso>> in un secondo la gemma sulla fronte di Espi iniziò a brillare, congiuntamente ai suoi occhi.

Dopo averlo fatto il Golbat nemico si ritrovò confuso, esattamente come la mia alleata.

Espi però si dimenava in preda alla confusione, e pertanto le ordinai di rilassarsi, in modo da ritrovare la concentrazione e sconfiggere la confusione.

Mentre la mia compagna restava immobile Golbat si avventò su di lei con velenodenti, riuscendo a vincere la sua confusione, ma prima che potesse mandare a segno il suo assalto il mio pokémon controbatté con uno psichico, che gli ordinai di usare all'ultimo secondo.

Il pipistrello fu scagliato via da Espeon e, dopo averlo fatto schiantare contro una parete della grotta, ordinai alla mia partner di finirlo con psicoraggio.

<<Maledetto pipistrello inutile ritorna, hai meritato il tuo titolo di Campione te lo riconosco, ma ora ti mostrerò tutto il mio potere>> Milas era furibondo per la sconfitta appena subita, ma il suo volto tradiva anche una certa fiducia nel suo prossimo alleato. 

Senza perdere tempo mandò in campo un Rhydon particolarmente rabbioso, una caratteristica che condivideva con il Golbat di poco prima.

<<Suppongo che anche questo sia stato forzato ad evolversi, maledetto criminale, mi chiedo come tu faccia a non avere un minimo di rispetto verso queste creature>> più vedevo quelle atrocità, e più la mia rabbia cresceva. 

<<Supponi bene ragazzo, ogni pokémon allenato da me è stato sottoposto al trattamento che hai visto.

Con quel siero sperimentale ideato dai nostri scienziati non solo si evolvono prima, ma sono anche molto più forti e selvaggi del normale.

Stavolta avrai modo di vederlo per davvero, te lo assicuro>> dopo le minacciose parole dell'avversario ordinai al mio pokémon di usare psicoraggio, ma la confusione la portò a colpirsi da sola stavolta.

Come se non bastasse il Rhydon nemico si lanciò in una carica potentissima con riduttore, che fece tremare la terra e che costrinse me, Anita e Raffaello a indietreggiare per non essere travolti dalla furia di quel colpo.

Ordinai alla mia compagna di evitare l'attacco, ma purtroppo il suo stato confusionale la lasciò inerme alla mercé del colpo nemico, che la centrò in pieno e la lanciò contro un muro.

Dopodiché il generale ordinò al suo alleato un attacco cadutamassi, e così Rhydon staccò alcune rocce dalle pareti del pozzo, per poi lanciarle con violenza contro il mio pokémon.

Espi, ancora stordita a causa del colpo nemico ricevuto, non riuscì a schivare e finì ko di conseguenza.

<<Espi ritorna, hai fatto un ottimo lavoro e sei stata bravissima.

Diventerai una grande campionessa in futuro, ma ora lascia fare a tuo fratello Vaporeon>> con lo schieramento del mio secondo alleato avevo guadagnato un vantaggio enorme sul nemico, dato dal mio tipo acqua.

<<Vaporeon è uno dei miei pokemon più potenti, avrai immediatamente un assaggio della sua forza>>

<<Mpfh, se credi di spaventarmi ti sbagli, il mio Rhydon farà a pezzi il tuo caro compagno>> il generale, dopo quelle agguerritissime parole, ordinò al possente pokémon un attacco terremoto.

Il nemico batté prontamente una zampa sul terreno, provocando dei forti tremori, ma io ordinai al mio amico di saltare per sottrarsi alle vibrazioni del suolo.

A causa della scossa una grossa stalattite si staccò dal soffitto della grotta, e piombò in mezzo al terreno di lotta, dandomi l'occasione di imbastire la mia offensiva.

Approfittai della distrazione avversaria data dal fortuito evento, ed ordinai al mio partner un potente idropompa, con cui ero certo di porre fine allo scontro.

Il coriaceo avversario poteva essere fortissimo in attacco, ma la velocità non era il suo forte, e questo lo portò a subire in pieno il mio potentissimo attacco. 

A causa della forte pressione dell'acqua il nemico fu anche spinto contro la parete appena dietro di lui, segnando un ko netto.

<<Maledetto ragazzino, mi stai dando sui nervi, ma ora ti faccio vedere io>> Milas era ormai del tutto fuori controllo, e in lui non c'era più alcuna traccia della freddezza glaciale che aveva ostentato fino a quel momento. 

Con un gesto irruento mandò in campo Arbok, che emetté un minacciosissimo sibilo appena entrato in campo, un segno che presagiva cattivissime intenzioni. Nonostante Arbok non fosse un avversario particolarmente temibile, avevo come il sentore che quello che avevo davanti, forse a causa di quegli esperimenti, fosse diverso.

Il nemico esordì con un avvolgibotta a velocità incredibile, e la rapidità del suo attacco fu così impressionante che il mio pokémon non poté sottrarsi a quella morsa micidiale.

Vaporeon iniziò a soffrire visibilmente, quella stretta era davvero fortissima e il serpente sembrava continuare a stringere sempre più forte.

Ogni movimento del mio amico veniva vanificato e, dopo alcuni secondi di stretta incrollabile, Arbok saltò in aria e mollò repentinamente la presa sul mio pokémon, lasciandolo cadere a terra così rovinosamente da creare una crepa nel terreno. 

Poi procedette con un attacco fangobomba molto rapido, approfittando del fatto che il mio partner si stesse ancora riprendendo dallo schianto al suolo, ed anche quell'attacco andò a segno, portando con sé anche l'avvelenamento di Vaporeon.

Il mio compagno appariva veramente provato, il suo sguardo era sofferente, ma nei suoi occhi scorgevo ancora la determinazione e la voglia di vincere nonostante tutto.

<<Amico mio le molte lotte insieme ti avranno segnato nel corpo, ma non nello spirito, perciò ora tira fuori tutta la tua forza>> Vaporeon dopo quelle parole apparve come rinvigorito, mentre il nemico partì all'attacco con un altro avvolgibotta.

Ordinai quindi al mio compagno di stare fermo, ed il generale rimase confuso dalla mossa, ma proprio un secondo prima che il serpente intrappolasse di nuovo Vaporeon io feci saltare il mio pokémon.

Con quel vigoroso balzo il mio alleato si ritrovò proprio dietro al nemico, e con grande rapidità lo colpì con geloraggio.

Il mio attacco fu tanto forte da scagliare violentemente Arbok al suolo, proprio a pochi passi da Anita e Raffaello.

Io, per paura che il serpente attaccasse i miei due compagni, ordinai a Vaporeon di congelare l'intero corpo del nemico eccetto la testa, cosicché non potesse più fare del male a nessuno.

<<Mi sembri un po' in ansia per i due spettatori laggiù, suppongo che quel bel bocconcino sia la tua ragazza. 

Molto carina, è proprio un peccato doverle fare del male, Arbok liberati dal ghiaccio e uccidi la ragazza>> il serpente sorprendentemente riuscì a liberarsi dal ghiaccio, e si avventò su Anita.

<<Non ti permettere di toccare la mia ragazza, Vaporeon usa di nuovo geloraggio>> il mio pokémon stavolta congelò integralmente il serpente, proprio un attimo prima che colpisse Anita.

Lei intanto osservò la scena spaventata, ma si rincuorò per aver scampato il pericolo, e mi ringraziò prontamente per averla salvata.

Dopodiché ordinai al mio amico di scagliare in alto Arbok, utilizzando idropompa come propulsore.

Il potente getto scagliò il serpente surgelato per aria, e la pressione dell'acqua di Vaporeon in quel caso fu più forte che mai, tanto da scagliare il nemico sul soffitto della grotta con una violenza inaudita.

La collisione fu così forte che Arbok, ancora congelato, si sfracellò in mille pezzi dopo aver colpito la dura roccia.

Il serpente, ormai ridotto in minuscoli pezzettini, ripiombò al suolo a gran velocità, lasciando tutti quanti inorriditi dinanzi alla scena.

Nella frenesia del momento, preso dalla foga di salvare Anita e porre fino alla battaglia, avevo impartito un ordine sbagliato al mio compagno.

Il nemico era congelato, non c'era alcun bisogno di scagliarlo in aria, dovevo considerare che una caduta al suolo in quelle condizioni avrebbe potuto essere fatale.

Lo shock di aver appena ucciso un pokémon fu tanto grande da paralizzarmi per pochi secondi, che però sembrarono un'eternità.

Riuscii ad uscire dal mio torpore solo quando vidi una stalattite precipitare diretta verso Milas, ed allora corsi più in fretta che potevo per cercare di salvarlo.

Arrivai appena in tempo, e con forza spinsi l'uomo a poca distanza dal punto di impatto della stalattite, che finì per conficcarsi nel terreno quasi come una spada.

<<Mi hai salvato...perché?>> domandò il generale ancora intontito.

<<Perché ho bisogno di risposte da te maledetto, fosse stato per me ti avrei anche lasciato morire, ma i morti non parlano.

Con le buone o con le cattive mi dirai ciò che voglio sapere, e non mi importa cosa dovrò fare per farti parlare>> in quel momento ormai non ero più lucido, non mi rendevo nemmeno conto di cosa stavo dicendo, e quando lo feci era ormai troppo tardi. 

Mi voltai verso Anita con il terrore di incrociare il suo sguardo, ma lei aveva sentito chiaramente quelle mie parole, e ne era rimasta visibilmente turbata, come anche il capopalestra Raffaello.

Avevo passato così tanto tempo a metterla in guardia sul mio conto, e forse ora per la prima volta stava vedendo quel lato di me da cui avevo sempre voluto proteggerla. 

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 40: L'interrogatorio

Spoiler

 

Dopo aver salvato Milas era il momento delle risposte, dovevo sapere perché il team Rocket fosse di nuovo attivo, e soprattutto dovevo sventare i loro piani per l'ennesima volta.

<<Adesso è il momento che tu mi dia delle risposte, ed essendo tu un ufficiale del team Rocket di sicuro ne sai abbastanza da soddisfare la mia curiosità.>>

<<Non credere che ti dica qualcosa solo perché mi hai salvato, i nostri piani rimangono segreti e non sarò certo io a tradire Giovanni.>> il generale parve risoluto nel pronunciare quelle parole, ma sentivo che presto avrebbe cambiato atteggiamento. 

<<Vedremo se la penserai ancora così, Anita prendi un antidoto dal mio zaino e dallo a Vaporeon per curare l'avvelenamento, mi serve in forma>> Anita stava lì a pochi passi da me, turbata dal mio atteggiamento, non proferiva parola e non accennava a fare ciò che le avevo detto...era come paralizzata.

<<Sbrigati Anita non abbiamo tutta la giornata>> dissi io con tono brusco, e solo dopo quelle parole la ragazza uscì dal suo torpore. 

La mia compagna procedette a somministrare l'antidoto al mio pokémon, che riprese un po' di vigore dopo essere guarito dal veleno.

Anche Raffaello mi guardava intensamente ma, a differenza di Anita, il suo sguardo era solo perplesso e non turbato.

Milas a causa della caduta aveva preso un bel colpo alla schiena, non riusciva a stare in piedi, e così lo trascinai fino ad una roccia vicina. 

Dopodiché adagiai la sua schiena delicatamente contro la dura pietra, in modo da farlo stare comodo per la nostra chiacchierata.

Il mio Vaporeon, ancora più vigoroso di pochi secondi prima, era ora pronto ad aiutarmi con l'interrogatorio di quel balordo.

Per prima cosa ordinai al mio pokémon di congelare mani e piedi del generale, così da essere completamente sicuro che non provasse a scappare, anche se dubitavo ne fosse in grado visto che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi.

<<Kevin che cosa intendi fare per avere le tue risposte?>> mi chiese Anita con voce quasi terrorizzata.

<<Tutto ciò che sarà necessario>> risposi io in tono fermo.

<<Non ti aspettare che stia a guardare tutto questo>> concluse lei in tono iracondo, poco prima di andarsene.

Io feci cenno a Raffaello di seguirla per assicurarsi che non facesse sciocchezze e lui ubbidì, seppur il suo sguardo mi fece chiaramente intendere di non approvare ciò che stavo per fare.

<<Ora che sei comodo dimmi un po' che ha in mente il tuo capo>>

<<Diciamo che ha un progetto più grande e ambizioso rispetto a prima, e nel mentre progetta di saldare anche i conti con te>> Milas usò un tono sfrontato, così io presi un pezzo di roccia e con esso frantumai un dito della mano sinistra, ancora congelata, del generale.

Il mio interlocutore lanciò un urlo che, grazie all'eco, risuonò fin nei meandri più profondi della grotta.

<<Ops che sbadato che sono, mi dispiace che mi sia scivolata la mano, però attento che la mano può scivolarmi altre nove volte, e poi potrebbe scivolare anche sui piedi.

Ti suggerisco di essere un po' più specifico sui piani di Giovanni>>

<<Guardatelo il grande eroe, ti ergi a paladino della giustizia ma guarda cosa sei disposto a fare per avere le risposte che cerchi.

Tu non sei in alcun modo migliore di noi>> Milas, chiaramente sofferente per la mia bravata, cercava in qualche modo di far leva sul mio senso morale, senza però rendersi conto che in quel momento niente aveva importanza per me eccetto l'avere risposte. 

<<Beh sai a volte bisogna sporcarsi le mani per ottenere dei risultati, come si dice il fine giustifica i mezzi, adesso dimmi quello che voglio sapere o finirà molto male.

Credi davvero che arrivato a questo punto avrei delle remore a eliminarti?>> Milas, dopo la mia esplicita minaccia, comprese che non scherzavo e decise pertanto di vuotare il sacco.

<<Dopo la vostra lotta a Smeraldopoli lui è sparito dalla circolazione, e nel mentre ha riorganizzato i ranghi del team Rocket, chiedendo a noi generali di risvegliare tutte le cellule dormienti dislocate nelle altre regioni, per poi radunarle tutte a Johto e Kanto.

Dopodiché ha inviato un gran numero di uomini alla centrale elettrica di Celestopoli, alle Isole Spumarine e al Monte Argento>>

<<Questi sono i luoghi in cui è stato riportato il maggior numero di avvistamenti degli uccelli leggendari, vuoi forse dirmi che Giovanni è il responsabile della loro ira?>> la cosa in effetti poteva avere senso, ma attendevo le conferme del mio interlocutore.

<<Il capo sapeva bene che i tre uccelli custodiscono degli oggetti, dei tesori che possono essere utilizzati anche per controllare i leggendari stessi, ma il piano non è andato come previsto.

Le spedizioni in quei luoghi erano volte principalmente a entrare in possesso di quei manufatti, poiché con tali oggetti avrebbe avuto il controllo dei leggendari senza bisogno di catturarli effettivamente, dal momento che la cattura di un leggendario non è una passeggiata>> finalmente tutti i tasselli iniziarono ad andare al loro posto, e tutti gli eventi accaduti a Johto trovarono finalmente una spiegazione. 

<<Ma le cose sono degenerate in fretta>> dissi io con voce calma. 

<<Già, durante la missione di recupero dei tesori abbiamo scatenato l'ira dei leggendari, i quali hanno sbaragliato facilmente tutte le reclute inviate dal capo.

Poi sono fuggiti in preda all'ira e i tesori sono andati perduti, si può dire un fallimento su tutta la linea.

Giovanni allora, conscio di non poter affrontare i leggendari, ha commissionato ai suoi scienziati una ricerca atta a sfruttare appieno il potenziale dei pokémon.

In caso di successo avrebbe avuto dei super pokémon, che avrebbero potuto facilmente abbattere quegli uccelli e sottometterli al suo volere.

Il siero che ho utilizzato io è ancora sperimentale, ma come hai ben visto produce già effetti notevoli, immagina la versione finale che effetti avrà su quelle creature>> io ero disgustato da quell'essere, trattava i pokémon come strumenti e ne andava fiero, ma Giovanni era anche peggiore.

Mi fece rabbrividire sapere che il capo del team Rocket avesse delle mire su delle creature leggendarie, dovevo fare di tutto per impedirgli di riuscire nel suo piano o le regioni di Kanto e Johto sarebbero state condannate.

<<Queste ricerche avranno presumibilmente un punto focale no? Dimmi dov'è>> quella era la domanda più importante al momento. 

<<Eheh non ti dico più niente, hai già saputo anche troppo>> con il pezzo di pietra che avevo in mano stavo per frantumare anche il secondo dito della sua mano sinistra, ma lui mi fermò.

<<Va bene te lo dico, si trova a Mogania, ma tu ora posa quella dannata pietra.

Secondo gli ultimi aggiornamenti che ho ricevuto, lì hanno trovato una cavia perfetta, su cui sperimenteranno un siero ancora più potente di quello usato da me, ma non ho idea se si tratti della versione finale o meno.>> nei suoi occhi vedevo sincerità, in quel momento stava dicendo il vero, ne ero certo.

<<Che mi dici degli uccelli, state seguendo i loro movimenti?>>

<<Ci abbiamo provato per un po', ma si spostano in continuazione, perciò abbiamo smesso di farlo. 

Come se non bastasse Moltres per poco non ha compromesso l'intero laboratorio di Mogania, quindi non posso nemmeno garantirti che quando arriverai lì troverai ancora qualcosa.>>

Sentire quell'incredibile racconto mi diede conferma di quanto il capo del team Rocket potesse essere stolto, tentando di infilarsi in cose che nemmeno riusciva pienamente a comprendere.

<<Ecco quello che succede quando giocate con qualcosa di molto più grande di voi, alla fine vi si ritorce contro. 

Puoi star certo che calmerò gli uccelli e manderò all'aria il piano di Giovanni, solo che questa volta lo fermerò per sempre.>> in quel momento ero determinato più che mai a fermare il mio nemico una volta per tutte, ma dovevo iniziare ad elaborare un piano d'azione efficace. 

<<Ah beh se credi di esserne davvero in grado accomodati pure, ti atteggi da grand'uomo, ma alla fine sei solo un ragazzo, anche se sei il Campione.

Questo gioco è troppo grande anche per te, e alla fine anche tu perderai te lo assicuro>> Milas poteva anche avere ragione, ma quelle parole non mi fecero minimamente tentennare. 

<<Ultime domande, perché siete qui al Pozzo Slowpoke? E perché un generale si occupa di un incarico così infimo?>>

<<Oh non è infimo di certo, Giovanni ha molto denaro, ma come tutto ha un limite, questa attività con gli Slowpoke mirava a fare un bel po' di soldi facili e veloci per finanziare tutti i progetti in corso.

Io sono stato incaricato di supervisionare il tutto in prima persona, affinché tutto procedesse nel migliore dei modi. 

Credi che aver messo fuori gioco un generale ti ponga in vantaggio? Sbagli, perché alla fine sia generali che reclute sono tutti pedine nelle mani di Giovanni. Congratulazioni hai rimosso me dall'equazione, ma io faccio parte di un disegno più grande, e ne hai ancora parecchia di strada da fare ragazzo.>>

<<Hai ragione sono lontano dal traguardo, ma passo dopo passo arriverò alla fine...grazie della chiacchierata.

L'unico consiglio che posso darti è di goderti il soggiorno in questa bella grotta, ma attento che la notte fa frescolino>> così voltai le spalle al generale e mi diressi verso l'uscita del pozzo, dopo aver richiamato il mio Vaporeon, mentre il primo mi urlò dietro dicendomi di liberarlo.

Io continuai a camminare rimanendo sordo dinanzi alle sue parole, con tutta l'intenzione di lasciarlo in balia delle insidie di quel luogo.

<<E' così che agisce un Campione Kevin?>> mi disse Raffaello con tono di rimprovero dopo averlo raggiunto. 

<<Si è così che agisce quando vuole ottenere dei risultati in fretta, i miei metodi bruschi hanno dato i loro frutti ed ora so con chi abbiamo a che fare.

In tempi di crisi bisogna prendere decisioni difficili Raffaello, un leader fa anche questo, e se tu non ne sei in grado forse dovrei cercare qualcuno di più adatto a fare il capopalestra di Azalina.

Ti ho lasciato esprimere la tua opinione, ma non dimenticare con chi stai parlando.>> lui non replicò alle mie parole, probabilmente per evitare discussioni, e voltò lo sguardo con aria stizzita.

<<Sei il Campione, ma non sei una divinità Kevin>> disse stavolta Anita, ancora furiosa per i miei modi discutibili. 

<<Ora ho finalmente visto quel lato di te di cui mi parlavi, prima credevo che esagerassi, ma ora non ne sono più così sicura.

Saresti disposto a sacrificare anche me se fosse necessario?>> a quella domanda rimasi pietrificato per alcuni istanti, la durezza con cui si era espressa mi aveva lasciato spiazzato.

<<No non potrei mai sacrificare te, ma se vuoi stare con me devi accettare tutto, anche questo.>> lei rimase in silenzio dopo quelle parole, non sapendo che altro dire. 

Tutti e tre facemmo l'intero tragitto verso l'uscita senza proferire parola, ed una volta fuori dal pozzo ci congedammo da Raffaello, mentre io misi Anita al corrente di ciò che avevo scoperto da Milas.

Lei rimase sconvolta a sentire tutto il racconto, non immaginava di trovarsi in mezzo ad una faccenda simile, ma nemmeno io del resto mi sarei mai immaginato di rimanere coinvolto in una situazione così complicata.

Di sicuro il futuro appariva più che mai incerto, ma l'unica cosa che potevamo fare era andare avanti con determinazione, al fine di risolvere i problemi di Johto.

 

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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