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[MoonlightUmbreon] Fate Stay Night: The Chronicles of Lasair


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Salve a tutti. Di recente ho scoperto il brand di Fate e ne sono rimasto stregato, al punto da fare una full immersion di questo piccolo gioiello. Ne sono rimasto talmente affascinato da aver deciso di creare una fanfic a tema. Sì lo so, siamo in un forum pokémon ma ehi qualcosa di diverso ogni tanto ci vuole no?:XD: Considerando soprattutto la complessità dell'opera in sé ho deciso di allegare anche un piccolo glossario, in modo da poter dare un'infarinatura generale anche ai non esperti dell'opera. La aggiornerò man mano che introdurrò nuovi termini, e vi invito a tenerlo sempre d'occhio in quanto ogni terminologia particolare verrà inserita lì. In questo modo eviterò di dilungarmi in spiegoni esagerati nei vari capitoli, al fine di rendere la narrazione quanto più fluida possibile. I capitoli sono belli lunghi, ragion per cui ho deciso di metterli sempre sotto spoiler in modo da rendere agevole la fruizione a chiunque. Ulteriore premessa che ritengo doverosa, non sono certo uno scrittore di professione. Il mio stile può piacere come no, vi invito comunque ad essere sempre rispettosi di quel che faccio qui^^ Detto ciò ecco a voi il glossario.

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Glossario termini Fate Stay Night

 

  1. Master: Individui, generalmente maghi, in grado di suggellare un patto con i famigli noti come Servant per combattere nella Guerra del Santo Graal. Ad ogni guerra 7 sono i Master a cui corrispondono altrettanti Servant.

  2. Servant: La tipologia più potente di famiglio, convocati dal Graal e poi evocati dai Master per combattere nella Guerra del Santo Graal. Generalmente si tratta di spiriti eroici, eroi del passato realmente esistiti oppure esistenti nella mitologia, assurti al ruolo di divinità per le loro imprese straordinarie. Il Graal ne prepara i corpi materiali, e li suddivide in sette categorie ben distinte: Saber, Archer, Lancer, Rider, Caster, Assassin e Berserker.

  3. Guerra Del Graal: Una competizione in cui 7 master si sfidano per ottenere l'omonima reliquia che dà il nome al conflitto, in grado di esaudire qualunque desiderio. E' un rituale iniziato 200 anni fa, creato da tre grandi famiglie di maghi: Tohsaka, Von Einzbern e Makiri. Solo l'ultima coppia rimasta di Master e Servant può ottenere l'artefatto. Ad oggi si sono svolte 5 guerre ad intervalli variabili di tempo.

  4. Santo Graal: Il calice che si dice abbia contenuto il sangue di Cristo. Non vi sono prove che sia davvero così, anzi è probabilmente chiamato così solo per le straordinarie proprietà di esaudire i desideri. La Chiesa, nonostante ciò, è stata chiamata molteplici volte ad esaminare tale artefatto. La sua forma spirituale, accessibile solo ai Servant, è quella che detiene il potere assoluto, mentre il ricettacolo materiale non ha alcun potere. Può essere utilizzato solo dall'ultima coppia rimasta al termine della guerra.

  5. Simbolo Eccelso/Arma Nobile (A seconda delle varie localizzazioni): L'asso nella manica di ogni Servant, in grado di capovolgere le sorti di una battaglia. Possono essere oggetti fisici quali spade, lance, anelli, o concetti astratti come maledizioni. I Servant lo usano solo come ultima risorsa, in quanto sono il loro tesoro più prezioso e il simbolo che rappresenta l'eroe stesso. Viene solitamente occultato per evitare al nemico di scoprire la vera identità dello spirito eroico.

  6. Catalizzatore: Oggetto utilizzato durante il rituale di evocazione dei Servant da parte dei Master. E' solitamente impiegato per catalizzare l'evocazione di uno spirito specifico, e per la riuscita del rito vengono adoperati manufatti legati a quella specifica figura.

  7. Associazione dei Maghi: Come suggerisce il nome, si tratta di un'organizzazione composta esclusivamente da maghi. Il loro compito primario consiste nell'occultare l'esistenza della magia al resto del mondo umano. In perenne conflitto con la Chiesa, che da sempre ritiene contro natura la pratica della magia.

  8. Circuito Magico: Uno pseudo sistema nervoso. E' ciò che qualifica un essere umano come Mago. Risiede nell'anima di un individuo, e nel corpo umano viene rappresentato in maniera simile al sistema nervoso stesso. E' utilizzato dai maghi per convertire la loro forza vitale in energia magica. La presenza di circuiti in una persona ordinaria è un fenomeno molto raro.

  9. Emblema Magico: Si può definire come l'eredità di un mago. L'emblema viene tramandato tra le varie generazioni nelle famiglie di maghi purosangue. Racchiude in esso le fatiche e gli sforzi di coloro che sono venuti prima. Diviene più potente di generazione in generazione.

  10. Incantesimi di Comando:Tre potentissimi incantesimi che permettono al Master di far eseguire ogni ordine al proprio Servant, indipendentemente dalla volontà di quest'ultimo. Vengono usati con parsimonia, in quanto il loro esaurimento comporta la perdita del ruolo di Master, e il conseguente scioglimento del patto con il famiglio.

  11. Linee Ley: Flussi di energia magica che scorrono nel sottosuolo, fungono da catalizzatore magico per numerosi incantesimi, molti dei quali di alto livello.

  12. Spazio Separato: Come suggerisce il nome, si tratta di uno spazio separato dal mondo fisico reale, che riproduce un determinato ambiente, creandone una copia in una dimensione separata dalla realtà. Generalmente utilizzato dai maghi per celare l'esistenza della magia agli umani. Solo i maghi possono accedervi.

  13. Radice (o Vortice della Radice) è un luogo metafisico che esiste al di fuori del tempo, anche conosciuto come "L'angolo esterno del mondo". Considerata la forza ultima, apice delle teorie di ogni dimensione. Si ritiene che sia una sorta di archivio che contiene informazioni su ogni possibilità, e sugli eventi passati, presenti e futuri. E' il luogo da cui hanno origine tutte le anime, incluse quelle degli Spiriti Eroici, ed il luogo a cui fanno ritorno dopo la morte. Raggiungere la Radice rappresenta l'obiettivo finale della maggior parte dei maghi, sebbene non tutti condividano questo proposito.

In aggiornamento

 

Mini glossario sulle categorie di Servant

  • Saber: Spirito della spada, la categoria comprende gli spiriti che eccellono nell'arte della spada.

  • Archer: Spirito dell'arco, comprende i più abili arcieri della storia e della mitologia. Abilissimi nel combattimento a distanza, ma salvo rare eccezioni, carenti nella lotta corpo a corpo.

  • Lancer: Spirito della lancia, di questa categoria fanno parte i lancieri più rinomati.

  • Rider: Il fante. In questa categoria si possono trovare spiriti eroici che sono rimasti impressi nella storia per aver domato bestie mitiche o mezzi di trasporto eccezionali.

  • Caster: Spirito eroico abilissimo nella magia, ma fortemente limitato in tutto ciò che esula da essa.

  • Assassin: Classe di servant tra le più deboli, in grado di occultare la propria presenza al nemico.

  • Berserker: La classe potenzialmente più insidiosa. I Servant facenti parte di questa categoria perdono quasi del tutto il raziocinio, in favore di una potenza di attacco senza rivali e capacità rigenerative sorprendenti.

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E qui invece il primo capitolo

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Capitolo 1: Venti di guerra

Le fiamme sono altissime e dalla temperatura insopportabile, sento che la mia stessa pelle, ora esposta a causa dei vestiti leggermente strappati, potrebbe squagliarsi da un momento all'altro. Sono indolenzito ma ancora cosciente. Cerco il mio avversario in quell'inferno. Un'ombra danza elegantemente e freneticamente nel fuoco, mentre io cerco di seguirne i movimenti. Le mie piccole mani tremano, la paura mi assale, ma cerco di combatterla. Quel qualcuno che sto affrontando non mi riserverà alcun trattamento di favore solo perché sono un ragazzino, perciò devo cercare di mettere in piedi uno scontro quantomeno accettabile. Il mio primo istinto è quello di usare le energie residue per scappare, ma non posso essere codardo, non sono stato educato in questo modo. Una palla di fuoco si materializza con fatica nella mia mano destra, mentre ancora cerco di individuare il nemico. D'un tratto sento un rapido colpo al collo e mi ritrovo faccia a terra. A seguito di ciò un piede si poggia con forza sulla mia schiena per impedirmi di rialzarmi.

<<Lasair, se combatti in questo modo sarai ucciso prima ancora che tu possa preparare l'offensiva. In uno scontro la velocità è fondamentale. Non c'è spazio per paure ed esitazioni di sorta. Anche oggi mi hai proposto uno spettacolo vergognoso. Tu dovresti essere il prossimo erede del nostro nobile casato, ma invece sei una delusione immensa sia come figlio che come mago.>>

Il tono severo di mio padre mi ferisce anche più della pressione che esercita sulla mia schiena. Sebbene sia un mago immensamente più potente del sottoscritto, non ha alcun riguardo per me che sono suo figlio ed un ragazzino. L'inesperienza data dalla mia età non è una giustificazione per lui, ed ogni volta che lottiamo finisce sempre così. Sono faccia a terra, ma non fatico ad immaginare quale sia l'espressione dipinta sul suo volto in questo momento. Del resto è quella che ha avuto fin da quando sono nato. Dopo poco il suo piede si solleva, ma sono subito costretto a rialzarmi attraverso uno strattone al braccio da parte sua. Mi trascina con forza e mi obbliga a stare immobile in prossimità del fuoco, vuole che io mi tempri con l'insopportabile calore, e solo dopo minuti che sembrano interminabili la tortura finisce. Le fiamme così alte rendono difficile vedere le stelle dipinte nel cielo, e lo sguardo severo di mio padre mi trafigge come un coltello in pieno petto. A stento trattengo le lacrime, un simile segno di debolezza mi costerebbe uno schiaffo. Quello che sto osservando è un volto privo di emozioni e segnato dall'età, più affine a quello di un insegnante rigido piuttosto che di un padre. Poi tutto intorno a me comincia a diventare nero all'improvviso.

Di nuovo quel sogno, o meglio quel ricordo. Sono 15 anni che nel sonno vedo lo stesso scenario, il mio addestramento per diventare un mago degno del casato di cui porto il nome. La mia testa ha bisogno di riordinare le idee, così esco dal letto e mi reco in cucina per fare colazione, prima di accorgermi che è in realtà ora di pranzo.

Al posto del mio consueto succo d'arancia opto invece per un panino veloce per sopprimere la fame. Ripenso al mio passato e mi rendo conto che fin da quando sono nato, io sono stato destinato alla sofferenza. Mio padre non mi ha mai visto come un figlio, bensì come un'estensione di se stesso, qualcuno che potesse tenere in vita il suo mito anche dopo la sua morte. E' sempre stato orgoglioso del suo cognome......Strathmore, ed ha tentato in ogni modo di inculcare in me le sue idee e il suo stile di vita. Se ci penso bene lui era un grande ipocrita, il più grande che abbia mai incontrato. Ha sempre voluto far credere di mettere il nome di famiglia davanti a tutto, ma la verità è che a lui importava solo di se stesso e della sua fama personale. So che non dovrei dirlo, ma sono felice che non sia più in questo mondo ormai. La nostra famiglia di maghi è inglese, di nobile origine, e come tale ha una lunga storia pregressa alle spalle. Nella comunità magica la nostra dinastia è fra le più abili nell'uso della magia del fuoco, forse la più abile in assoluto e pertanto il nostro cognome ha un peso non indifferente. Io, Lasair Strathmore, sono l'attuale capofamiglia dell'omonimo casato, subentrato in tale ruolo a seguito della morte di mio padre. Figlio unico e quindi oggetto di qualsivoglia aspettativa. Non ho mai avuto un'infanzia normale, da che ho memoria gli unici gesti di “affetto” da parte di mio padre sono stati gli schiaffi atti a punirmi per averlo deluso. Lui era il famoso Ignis Strathmore, conosciuto anche come La Fenice, per la sua incrollabile determinazione che più di una volta l'ha fatto “risorgere” dalla sconfitta. Mia madre è morta pochi anni dopo la mia nascita, annegata nella depressione causata dall'impossibilità di amare suo figlio. Le regole di famiglia glielo impedirono.

I miei ricordi sono sfocati, ma anche se per poco l'ho vissuta e la amerò per sempre. I pochi frammenti di felicità della mia infanzia sono legati a lei, ma l'unica figura genitoriale per me è stata quella maschile. Appena iniziai a camminare egli cominciò ad addestrarmi secondo il motto degli Strathmore “Nato nel fuoco, temprato dal fuoco”. La mia povera madre, per uno stupido rituale di famiglia, fu costretta a partorire all'interno di un cerchio di fuoco. Il nuovo erede deve sempre venire al mondo tra le fiamme, una tradizione vecchia di secoli che il mio casato non ha mai mancato di rispettare. Pranzo al volo con un panino al prosciutto, anche se vivo in Giappone le mie abitudini alimentari sono occidentali come le mie origini. Mi dirigo in bagno e passo circa 15 minuti sotto l'acqua a rinfrescarmi. Devo ultimare i preparativi per evocare il Servant. La guerra del Graal è ormai prossima, riesco a percepire la pesantezza dell'aria che soffia su Fuyuki ultimamente. Aspetto questo evento dall'adolescenza, fin da quando ho scoperto di questo rituale. Ho vissuto un'infanzia miserabile, venendo addestrato per essere il migliore, e questa è l'occasione di dimostrarlo. Ho vissuto con l'unico scopo di perseguire la via della forza, per poter superare colui che mi ha generato. La mia vita non ha altro impulso all'infuori di questo. A pensarci bene non ho idea di cosa farò dopo questa guerra. E' da considerare anche l'ipotesi che mi trovi di fronte a nemici mediocri, perciò il mio obiettivo di superare il mio vecchio potrebbe non essere dietro l'angolo. Anzi, temo di essere un ingenuo a pensare che questa stupida scaramuccia vecchia di due secoli sia sufficiente per me. Nemmeno mi interessa il Graal a dire il vero, dato che non ho alcun desiderio irrealizzabile da esprimere ad esso. Ciò che voglio io lo posso ottenere benissimo anche da solo, senza scorciatoie di sorta. Questo l'ho preso da Ignis mio malgrado, anch'egli non ha mai avuto interesse in quel ridicolo rituale chiamato Guerra del Graal. Il solo motivo per cui vi prenderò parte è per dimostrare il mio valore, è solo un'occasione come un'altra di cui farei a meno se avessi opzioni migliori. Mi auguro solo di trovarmi di fronte ad avversari meritevoli, altrimenti il divertimento finirà molto presto.

Mentre finisco di asciugarmi i capelli guardo il mio riflesso allo specchio e non posso fare a meno di odiarmi, sfortunatamente somiglio a lui non solo nel carattere ma anche nell'aspetto. Una barba curata, occhi glaciali, capelli corvini e alta statura, sembro proprio lui da giovane. Infastidito dal mio riflesso colpisco lo specchio, frantumandolo in alcuni punti. La mano destra ora sanguina, perciò mi affretto a ripulirla e a bendare la ferita. Poi il mio sguardo cade sul sigillo magico, che si staglia minaccioso lungo tutto il mio braccio sinistro. Motivi simili a circuiti elettronici, che rappresentano l'eredità del fuoco della mia famiglia. La rappresentazione fisica del potere che i miei antenati hanno accumulato con sacrificio per generazioni, che ora scorre nelle mie vene, incluso quello di papà. Quell'uomo che tanto odio alla fine ha tirato le cuoia durante una lotta, lui che ha perseguito la forza per tutta la vita è infine caduto contro un avversario più forte di lui, che ironia. Che esistenza priva di significato la sua, e la mia di conseguenza. Ma io non cadrò mai in battaglia, anche questo fa parte del mio voler dimostrare di essere meglio di lui. Vado in camera mia e mi metto al volo un paio di jeans ed una maglietta rossa a manica lunga. Dopo questo esco di casa. E' inverno, mezzogiorno conclamato, il sole splende alto sulla città, ma il suo calore viene brutalmente soppresso dalle rigide temperature stagionali. Siamo a fine gennaio, quando l'inverno qui è al suo apice.

Il gelido vento invernale sferza gli alberi spogli per strada, disegnando un paesaggio tanto triste quanto inquieto. Fuyuki è una città assai particolare, essa è una stravagante commistione fra stile tradizionale ed innovativo. L'area suburbana è chiamata Miyama, ed ospita due distretti profondamente diversi fra loro, caratterizzati rispettivamente da uno stile orientale ed uno occidentale. Io vivo in una piccola villa situata nel distretto “degli stranieri”, quello occidentale. Sono inglese, nato e cresciuto in Inghilterra e solo due anni fa mi sono trasferito qui, dopo la morte di Ignis, perciò è il distretto che più si addice a me. Nella mia stessa zona si trovano anche le residenze dei Matou e dei Tohsaka, due illustri famiglie di maghi.

Passeggiando arrivo al crocevia, da qui si diramano parecchie strade. Il rumore dell'autobus segnala il suo prossimo arrivo alla fermata qui vicino, perciò mi affretto per prenderlo così da spostarmi verso il distretto moderno, dove prenderò gli ingredienti che mi servono per l'evocazione. Trafelato salgo sul bus. Mentre il mezzo attraversa il ponte di Miyama, io dal finestrino mi godo la vista del fiume Mion. Non posso fare a meno di osservare sospettoso ogni singola persona seduta, fra di loro potrebbero anche esserci dei nemici per quanto ne so. Dopo una decina di minuti arrivo finalmente a Shinto, quella che potremmo definire la “Downtown” di Fuyuki, con edifici molto moderni che ricalcano quelli delle grosse capitali del mondo occidentale. Lo sviluppo della città ha avuto un boom nel 1990 per la precisione. Camminando per strada mi ripeto di stare attento, chiunque può essere un nemico. Mille sorrisi cordiali a cui io replico forzatamente e guardia sempre alta. La guerra non è ancora ufficialmente iniziata, ma alcuni Master potrebbero aver già evocato i loro Servant. Non mi piace granché l'idea di doverne per forza evocare uno per prendere parte a questo conflitto, ma devo seguire le regole. Però non è mia intenzione nascondermi dietro un famiglio e non fare nulla, io lotterò in prima linea anche contro gli stessi Servant nemici. Lo spirito ideale per il sottoscritto sarebbe uno che facesse da supporto a me piuttosto che il contrario. Dovrò affidarmi al caso per l'evocazione, non avendo alcun catalizzatore in mio possesso.

Senza nemmeno accorgermene, giungo nel parco che 10 anni fa fu l'epicentro di un enorme incendio. Un evento tragico che mieté molte vittime. Quel fuoco ha lasciato una cicatrice indelebile nel posto, difatti l'erba non è più ricresciuta da allora. Il triste scenario catalizza la mia attenzione, così tanto che decido di accomodarmi su una panchina vicina per contemplarlo ulteriormente. Chiudendo gli occhi per qualche istante riesco a percepire tutta l'angoscia e la sofferenza racchiuse in questo posto, quasi sento le grida di dolore di coloro che sono periti tra le fiamme quel triste giorno. Quelle sensazioni sono così opprimenti da farmi artigliare il petto, come se in un attimo mi ritrovassi anche io in quell'inferno. Ma la mia concentrazione viene improvvisamente interrotta da una strana folata. Riapro gli occhi in un istante e mi guardo attorno con sospetto. Percepisco un forte potere magico in zona, che però si sta affievolendo. Questo strano vento trasuda morte, il mio primo nemico potrebbe essere vicino.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 2

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Un incontro voluto dal destino

 

L'infausto vento di morte è in realtà potere magico, ed è davvero forte, ma per qualche strana ragione si affievolisce ad ogni secondo che passa. In un primo momento ho pensato che potesse essere un nemico, ma ora non ne sono più così sicuro. Non posso essere un bersaglio di costui, altrimenti percepirei un istinto omicida diretto verso la mia persona.

Mi alzo dalla panchina e comincio a seguire la scia di questo soggetto ignoto, sono proprio curioso di vedere cosa troverò al termine della ricerca.

Attraverso velocemente tutto il parco, la fonte è in realtà più distante di quanto pensassi.

Ogni passo mi allontana sempre più dal centro di Shinto, avvicinandomi nel contempo alla sua periferia.

Gli edifici simili a grattacieli mi sfilano davanti maestosi, ma cominciano a farsi sempre meno frequenti man mano che mi muovo. Al loro posto iniziano a palesarsi le abitazioni più umili.

Avvicinandomi verso la periferia sento il potere magico in maniera più chiara. Percepisco anche altre presenze minori che stanno accerchiando la fonte più grande. Lo scenario comincia ad apparire strano, come se si stesse svolgendo una battaglia.

Mi addentro nei vicoletti seguendo la traccia come farebbe un segugio, ormai voglio vederci chiaro.

Sprofondando in quel panorama decadente che sono i vicoli, comincio ad udire suoni strani, simili a quelli prodotti dalle ossa che si frantumano. Si sta decisamente svolgendo una battaglia poco più avanti. Frastuoni cominciano a farsi largo nelle mie orecchie assieme al fragore di ossa rotte.

Svolto l'angolo e mi trovo davanti una serie di creature scheletriche apparentemente controllate da alcuni esseri umani lì accanto. Stanno accerchiando tutti un singolo soggetto, ma fatico a vedere di chi si tratti. Proprio il bersaglio di queste creature è l'imponente potere magico che ho percepito poc'anzi. Però è molto più debole rispetto a prima, evidentemente la lotta lo sta indebolendo. I nemici non si sono ancora accorti di me, sono troppo concentrati sulla loro preda. E' come un branco di lupi famelici.

Delle saette magiche continuano a tenere a distanza gli aggressori, la tanto ambita preda non smette di lottare ed ha tutto il mio rispetto per questo.

Sarà meglio che la smetta di fare l'osservatore e mi tuffi anche io nella mischia. Siccome non sono tipo da attacchi a sorpresa, fischio con le dita per segnalare la mia presenza. Gli scheletri e gli umani accanto a loro si voltano verso di me, e facendo ciò mi permettono di vedere per bene il loro obiettivo. E' una donna elegantemente vestita di viola, il cui abito è impreziosito da un mantello con cappuccio nero. Il dettaglio che salta subito all'occhio è il sangue che tinge i suoi vestiti. A causa del cappuccio non posso vedere il suo volto, ma le smorfie di dolore fanno chiaramente capire le sue condizioni. A vederla mi è difficile pensare che fosse lei l'origine di quel colossale potere magico. Gli aggressori umani sono tutti uomini, dai volti peraltro piuttosto segnati dall'età. Non incutono alcun timore.

<<Perdonate l'intrusione, ma mi piace imbucarmi alle feste.>> le mie parole catalizzano l'attenzione di quegli uomini e dei mucchi d'ossa verso di me, ma almeno la donna potrà respirare un attimo.

<<Dovevi farti gli affari tuoi ragazzo, adesso ci costringi ad eliminarti.>> la replica di uno dei loschi figuri incontra l'approvazione degli altri suoi compagni, che paiono anche divertiti da ciò che stanno per fare.

Svogliatamente materializzo una fiammella sul mio indice destro, e la lancio contro il tizio che mi ha rivolto la parola, appiccando fuoco alla manica sinistra della sua giacca bianca.

Lui se la toglie prontamente per evitare di prendere fuoco anch'egli, e l'atmosfera improvvisamente cambia. La sbruffonaggine di un secondo prima diventa terrore. Quegli sguardi, prima sprezzanti verso la mia persona, ora sono di assoluto sconcerto.

<<Se c'è una cosa che odio di più dei branchi che assaltano le donne, sono gli esseri mediocri che fanno gli sbruffoni. E' bastata una fiammella per farvi tremare di paura, ma il bello ancora deve arrivare.>> lo sguardo truce che rivolgo loro pare li abbia agitati ulteriormente.

Con scatto fulmineo mi avvento sul tizio che ha parlato con me, lo colpisco con un pugno ricoperto di fiamme in pieno petto, e lo mando al tappeto bruciando anche leggermente la sua pelle oltre ai vestiti. I suoi compagni ordinano agli scheletri di attaccarmi, ma un singolo getto di fiamme generato dalla mia mano sinistra riduce in cenere quei mucchietti d'ossa, sotto lo sguardo attonito degli aggressori.

<<Avrei potuto fare lo stesso anche con voi. Non sprecherei tale atto di clemenza al vostro posto, e lo userei anzi per scappare portando con voi il tizio che ho steso. Attaccate di nuovo questa donna e farete la fine di quelle ossa.>> le mie parole sono sufficienti per costringere quegli uomini alla ritirata.

Adesso che siamo soli, mi rivolgo verso la donzella per prestarle soccorso. Le tendo una mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei la schiaffeggia con aria stizzita.

<<Non mi serviva il tuo aiuto, chiunque tu sia. Questa situazione l'ho creata io ed io dovevo sistemarla>> la signorina fa sfoggio di una grinta sorprendente, con una voce tanto suadente quanto minacciosa. Quello che non capisco è come un potere magico tanto imponente stia sfumando col passare dei secondi. Ho come la sensazione che questa donna potrebbe dissolversi davanti ai miei occhi nel giro di pochi istanti, ed è allora che il mio cervello collega tutti i puntini.

<<Potere magico innaturale, che si sta dissolvendo come cenere al vento col passare dei minuti. Tu sei un Servant. Ti stai indebolendo perché evidentemente hai perso la tua ancora in questo mondo, quindi il tuo Master è morto. Tu sei coperta di sangue e brandisci un pugnale intriso anch'esso di sangue. Non ci vuole molto a fare 2+2. Sei stata tu a togliere di mezzo il tuo Master, ma mi chiedo perché tu abbia fatto qualcosa di così stupido. Senza un legame sei destinata a sparire>>

<<Le ragioni per cui l'ho fatto non ti riguardano. Quegli uomini erano dei seguaci del mio padrone, che mi hanno dato la caccia dopo il fattaccio. I mucchi d'ossa che hai eliminato erano creati dal mio potere magico, ma quegli umani me li hanno ritorti contro. Perché mi hai salvata piuttosto?>> mi sembra quantomeno assurdo che mi faccia una domanda simile, ma è giusto darle una risposta appropriata.

<<Odio i vigliacchi che si accaniscono in gruppo contro i soggetti più deboli, anche se tu a piene forze li avresti spazzati via senza problemi. Sei stata evocata per combattere in questa guerra, con la possibilità di esaudire un tuo desiderio, ma la tua stupidità ti sta privando di questa opportunità. Il fato però ti ha fatto incontrare un giovane mago, guarda caso ancora privo di un famiglio al fianco di cui combattere. Sta a te scegliere, ma debbo avvertirti che non tollererò di veder sparire in modo così misero uno Spirito Eroico, perciò se sceglierai la morte allora te ne concederò una onorevole per mano mia. Una creatura potente come te non merita una fine tanto ingrata come lo sparire nel nulla per mancanza di una connessione a questo mondo, anche se io spero che non sceglierai quell'opzione. Ti trovo estremamente interessante, perdere una risorsa come te sarebbe un vero spreco>> quello che dico sembra lasciare la misteriosa donna di stucco. La sua lingua tagliente non sa come replicare a quanto ho detto. Da sotto quel cappuccio sono certo che mi stia fissando negli occhi, ed io sono fisso su di lei allo stesso modo. Un silenzio di tomba cala fra noi. Forse sta cercando di capire se si può fidare di me. Poi, dopo secondi che paiono intere vite, lei porge la sua mano e mi invita a prenderla. Faccio come mi dice e la stipula del contratto inizia.

<<Io, Servant Caster, maestra delle arti arcane, riconosco in te un valido Master. Che la mia conoscenza della magia possa spianarti il cammino verso la vittoria. Sarò il tuo scudo ed anche la tua arma, il contratto è stipulato.>> una folata di vento avvolge entrambi accompagnandosi ad un bagliore di luce. Sulla mia mano sinistra appaiono gli Incantesimi di Comando.

La donna si rialza rinvigorita, e con un semplice cenno riporta i suoi abiti allo stato originale. Il sangue svanisce come se non fosse mai esistito. E' evidente che abbia recuperato le forze, la sua magia sta recuperando l'imponenza che ho percepito all'inizio. Il mio potere individuale la sta rifornendo.

Ero venuto fino a Shinto per procurarmi gli ingredienti per il rituale di evocazione, ma ora che ho direttamente trovato un Servant tutto ciò è superfluo. Non ha più senso stare qui, perciò chiedo alla mia nuova partner di smaterializzarsi, in modo da risparmiare le forze e nel contempo evitare occhi indiscreti.

Lei obbedisce senza dire assolutamente nulla e questa immediata disponibilità mi lascia oltremodo sorpreso, ma non posso che esserne felice. Gradirei costruire una relazione salutare fra noi due, perciò premio la sua obbedienza con un sincero ringraziamento. Questo semplice gesto la lascia sorpresa, ho sentito chiaramente un sospiro di sorpresa da parte sua.

E' pomeriggio inoltrato, e con una rapida corsa riesco a prendere un pullman di ritorno verso Miyama.

Nel tragitto in bus io rimango in totale silenzio, poiché il mio famiglio è ora immateriale e rivolgerle la parola agli occhi dei passeggeri equivarrebbe a parlare da solo.

Una volta giunto a casa le faccio fare un breve tour dell'abitazione.

L'arredamento in stile vittoriano pare catturare l'attenzione della mia compagna, al punto da spingerla a complimentarsi con me per il gusto.

L'ora di cena non è molto lontana, perciò le domando cosa vorrebbe mangiare. Caster rimane sorpresa dai riguardi verso di lei, ma dice di essere stanca. Senza indugi di sorta la accompagno al piano di sopra per mostrarle la sua stanza.

Appena la vede rimane stupefatta e mi ringrazia sentitamente. Pare che non si aspettasse un simile trattamento da parte mia. Il nostro incontro non è stato dei più normali, ha senso che il contesto particolare le abbia dato un'idea distorta della mia persona. Generalmente apprezzo la solitudine, ma ci sono casi eccezionali in cui preferisco la compagnia.

Per quanto riguarda me, non ho il minimo appetito e perciò penso proprio che andrò a riposare anch'io fino a notte inoltrata. I Master e le battaglie della Guerra del Santo Graal si svolgono al calar del sole, per mantenere la magia nascosta ai civili ed evitare vittime innocenti. Se ci sono dei Servant in giro allora la guerra è già iniziata.

<<Potrei usufruire del bagno Master? Nonostante il mio abbigliamento ripulito vorrei comunque darmi una rinfrescata>> mi chiede in tono cortese la donna.

<<Sarà il caso che facciamo le presentazioni mia cara, è accaduto tutto talmente in fretta che non ce n'è stato il tempo. Il mio nome è Lasair Strathmore, piacere di conoscerti Caster. Tranquilla, per il momento non voglio che mi riveli il tuo vero nome, i nemici potrebbero estorcermelo nei modi più disparati se venissi catturato o attaccato mentalmente. Per un Servant la propria identità è fondamentale. Quanto al bagno, questa da oggi è casa tua perciò sentiti libera di fare quello che più ti aggrada.>> lei mi ringrazia, indugia pochi secondi davanti a me e poi si avvia con passo veloce verso il bagno.

E' più timida di quanto possa sembrare a prima vista, ma mi piace questo mix di sfacciataggine e timidezza.

Io intanto mi sdraio sul letto e cerco di prendere sonno. Non è facile al momento, dato che mille pensieri affollano la mia testa.

Dopo circa mezz'ora ecco che si ripresenta lei, con il cappuccio ancora su. A quanto pare non solo il nome, ma anche il volto dovrà restare un segreto. Sono certo però che si nasconda una donna stupenda dietro quel cappuccio nero pece, tanto affascinante quanto la sua voce lascia intendere.

<<Suppongo che sia giusto così. La tua lealtà e fiducia non posso ottenerle nell'immediato, né tanto meno con un contratto. Saranno i fatti a rendermi degno di vedere il tuo aspetto, allo stesso modo tu guadagnerai il mio rispetto lottando con valore al mio fianco.>>

<<Hai l'onore del vero guerriero Lasair, ciò è già un grande passo per avere il mio rispetto. A tal proposito il tuo cognome mi ha fatto ricordare qualcosa. La tua è una casata di nobili maghi. Fai parte dell'aristocrazia magica se non sbaglio. Al mio vecchio Master giunsero delle voci sulla possibilità che uno della tua famiglia partecipasse al conflitto, ed è superfluo dire che non ne fu affatto contento, anzi pareva alquanto preoccupato al pensiero. Ora che sono il tuo Servant capisco perché, hai un potere magico straordinario giovane uomo. Comunque è vero che è difficile ottenere la mia completa fiducia, ma so essere molto generosa con chi la ottiene>> non so se è solo una mia sensazione, ma mi pare di aver percepito strane allusioni in quella sua ultima frase. Il tono con cui l'ha detto non fa che rafforzare la mia convinzione.

La cosa mi fa sorridere, e per la prima volta sento sorridere anche lei. Il ghiaccio si sta già sciogliendo a quanto pare, ed è un bene. Non siamo padrone e schiavo, siamo partner alla pari che dovranno lottare insieme per giungere alla vittoria.

Caster decide di congedarsi e di ritirarsi nella sua stanza, ma prima di andare ci auguriamo a vicenda buon riposo. Poi, con passo elegante, se ne va chiudendo la porta della mia camera per lasciarmi alla mia solitudine. L'orologio segna ormai le 17 in punto.

Spero che il sonno mi vinca presto, sia io che la mia partner abbiamo bisogno di essere traboccanti di energia per stanotte, poiché sento che il primo confronto è ormai prossimo.

 

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Capitolo 3

Spoiler

Un nemico inarrestabile (parte 1)

Mi sveglio di soprassalto, il mio sonno è stato bruscamente interrotto da un orribile presentimento. La sveglia segna le 20, ho dormito per alcune ore, il cielo è ormai tinto di scuro e la luna risplende alta nel cielo.

Sento due differenti poteri magici che si stanno confrontando non molto lontano da qui. E' una sensazione davvero strana, perché poco prima di svegliarmi avrei giurato di sentire un clangore di spade, mentre una volta aperti gli occhi tutto ciò che ho sentito è stato il silenzio della mia stanza. Dev'essere stato un presentimento scaturito dalla mia sensibilità di mago. Qualcosa che ha a che fare con la magia sta accadendo là fuori. Che siano Master o meno a me poco importa, devo verificare di persona cosa sta succedendo e assicurarmi che non vengano coinvolti civili, considerando la potenza degli individui che si stanno scontrando.

Mi infilo le scarpe alla svelta e mi precipito a svegliare Caster. Lei si desta scossa, ma reagisce prontamente al mio ordine di seguirmi. Le chiedo inoltre di smaterializzarsi, così da risparmiare le forze per la battaglia.

Mi fiondo fuori casa e corro più veloce che posso, come fossi inseguito dal diavolo in persona. Non importa cosa sta accadendo, al momento assicurarsi che non ci siano vittime innocenti ha la priorità. Sono pur sempre un mago affiliato all'Associazione dei Maghi, uno dei dettami del mondo magico è quello di non nuocere agli umani ed io non intendo venire meno a quel giuramento.

Mi ritrovo dopo un po' al crocevia della città, nei pressi di Miyama. Lo scontro sembra localizzato sulla collina e così mi dirigo laggiù. Il luogo di per sé dovrebbe essere piuttosto isolato, perciò il problema delle vittime innocenti non dovrebbe porsi per fortuna.

Il freddo della sera è pungente ed il mio sudore a contatto con esso aumenta il fastidio che mi provoca.

Sto correndo ormai da mezz'ora e dovrei essere prossimo alla meta. I poteri magici si fanno sempre più forti, questo significa che sto andando nella direzione giusta.

Ora che le mie percezioni sono più chiare mi è palese lo squilibrio di forze tra i due contendenti, uno sta sopraffacendo l'altro. La battaglia sembra a senso unico. Se procedono a questo ritmo temo che troverò un cadavere e una lotta già terminata.

<<Master, sei sicuro di volerti immischiare in questa lotta? Avverto un potere spaventoso, contro cui al momento possiamo fare poco.>>

Gli avvertimenti di Caster mi fanno capire la portata del pericolo, ma certo non mi tirerò indietro. Non sono entrato in guerra solo per starmene a guardare fino alla fine. Ho voglia di lottare e lo farò, il mio valore va provato sul campo.

Ormai sono giunto alla collina, difatti odo chiaramente il fragore di due lame che si scontrano. Stavolta lo sento davvero, perciò mi avvicino ulteriormente e mi trovo davanti uno spettacolo assurdo.

Un gigante color piombo armato di una strana spada-ascia, dalla pelle che sembra pietra, si sta scontrando con un uomo alto dai capelli bianchi di corporatura robusta. Quest'ultimo armato di due spade corte e con indosso una giacca rossa.

E' chiaro che si tratti di due Servant, una lotta di quella portata è aldilà dell'umano. I fendenti si susseguono fulminei e la collisione delle lame genera folate di vento fortissime che per poco non mi sbalzano via.

<<B-Berserker.>> questo è tutto ciò che la mia partner dice.

Dal suo tono capisco che era a lui che si riferiva prima. La paura nella sua voce mi conferma che si tratta di un nemico dalla potenza inaudita.

L'universo ha messo sul mio cammino un primo avversario a dir poco formidabile.

In un angolo più appartato della collina scorgo due ragazze. Una la riconosco, è Rin Tohsaka, mentre l'altra è la prima volta che la vedo.

La sconosciuta è una ragazzina di bassa statura, dal corpo minuto e con lunghi capelli bianchi che fanno risaltare i suoi occhi rossi. Per essere così giovane avverto un istinto combattivo notevole, sta lottando per uccidere.

La ragazzina sta scagliando contro l'altra quelli che sembrano famigli ricavati dai suoi capelli argentei.

Gli attacchi non sono molto potenti, ma sono continui e sfiancanti. Rin gioca solo in difesa praticamente, lanciando contro la sua avversaria delle gemme intrise di potere magico al fine di annullare i colpi nemici.

Sta utilizzando lo stile di lotta proprio della sua famiglia. I colpi si annullano a vicenda, mentre io mi avvicino rapido allo scontro di quelle due ignorando i due Servant dietro di me.

Chiedo a Caster di restare smaterializzata e in disparte ancora per un po', lei accetta con alcune riserve.

D'un tratto uno dei colpi della sconosciuta sfugge al contrattacco di Tohsaka, a momenti la colpirà se non faccio qualcosa.

L'ideale in questo momento è l'incantesimo di accelerazione del tempo personale Accel Two, utilizzando quello potrò frappormi tra i due fuochi e salvare la ragazza che conosco prima che venga colpita.

L'esecuzione del mio incantesimo è istantanea, e la mia corsa alterata mi permette di arrivare in tempo per salvare la mia conoscente.

Il mio palmo destro, ricoperto di fiamme, dissolve il famiglio della nemica.

L'espressione divertita di quella bambolina dai capelli argentei si tramuta in uno sguardo di puro odio verso di me.

<<Scusa nanerottola per averti rovinato il divertimento, ma questa bella ragazza dietro di me la posso sconfiggere solo io>> dicendo questo rivolgo uno sguardo fugace a Rin, caduta a terra un istante prima a causa del mio arrivo improvviso.

Quella ragazza di media altezza, dai lunghi capelli corvini adornati da due fiocchi neri e con meravigliosi occhi azzurri, mi sta fissando con un'espressione confusa a metà tra il sollievo e il fastidio.

La luna illumina il suo volto, facendo risaltare la sua grande bellezza.

<<Non è buona educazione rovinare il divertimento senza nemmeno presentarsi.>> la voce squillante della piccola avversaria richiama la mia attenzione, pare estremamente seccata.

<<Hai ragione sono un incivile, il mio nome è Lasair Strathmore, lieto di fare la tua conoscenza>> al sentire il mio nome la ragazzina dai capelli bianchi rimane sorpresa.

Non avevo idea che la mia famiglia fosse tanto popolare anche da queste parti, chiunque pare conoscerci.

<<Sei uno dei figli del fuoco, molto interessante, il mio nome è Illyasviel Von Einzbern e anche io sono lieta di conoscerti>> dopo aver pronunciato queste parole prende le estremità della sua gonna per fare un elegante inchino.

La sua famiglia mi è nota, fa parte dell'aristocrazia magica. E' anzi uno degli esponenti più illustri, visto che si tratta di una delle tre famiglie fondatrici del rituale noto come Guerra del Graal, accanto ai Makiri e ai Tohsaka.

Non pensavo però che una ragazza così giovane fosse tanto forte da poter controllare un mostro come Berserker.

Sarebbe difficilissimo anche per dei Master con molta più esperienza di lei.

<<Ehi, chi diavolo ti credi di essere per interrompere così il mio scontro?>> mi sembrava strano che la ragazza salvata fosse rimasta in silenzio fino ad ora.

<<Perdonami, la prossima volta per rispettare il galateo ti lascerò morire. Scusa dolcezza per averti rovinato i piani, ma non sopporto le belle ragazze in pericolo. Che ti piaccia o no ora mi devi un favore, che intendo riscuotere presto>> le mie parole la zittiscono.

Mettere a tacere questa bella moretta è un'impresa titanica, ho compiuto qualcosa di incredibile.

La aiuto a rialzarsi, ma lei schiaffa via la mia mano e si tira su da sola con aria stizzita, tipico suo.

<<Che cosa ci fai qui Strathmore? In 2 anni posso contare sulle dita di una mano le volte che ci siamo parlati. Per quanto mi riguarda potevi restartene a fare l'eremita nella tua villetta nel distretto occidentale.>>

In effetti ha ragione, sono un tipo solitario ed ho parlato pochissimo con lei da quando sono a Fuyuki, per questo la conosco un poco.

La maggior parte del tempo mi sono però limitato ad osservarla da lontano, perché era interessante come ragazza e come maga.

Sono molto più grande di lei, il liceo l'ho finito da un pezzo, perciò non abbiamo mai avuto nulla da condividere eccetto la magia.

Un dettaglio nella frase di lei attira però la mia attenzione.

<<Curioso, come sai che ho una villetta nella tua stessa zona? Le poche volte che abbiamo conversato non era a casa di nessuno dei due, ed io non ti ho mai detto dove vivo. Mi hai tenuto d'occhio per caso? >> le rivolgo un sorrisetto malizioso che la imbarazza visibilmente, ma lei cerca di dissimulare.

<<P-potrei dire lo stesso di te, ti sei sempre fatto gli affari tuoi finora e d'un tratto con un tempismo assurdo mi salvi. Sarebbe interessante restare a conversare, ma ora devo finire questa cosa, quindi se potessi farti da parte te ne sarei grata. Ho una faccenda in sospeso con questa mocciosa>> e con la mano mi sposta gentilmente dalla sua strada per poi rivolgersi furente verso la sua nemica.

Quella ragazzina è pericolosa, non ho tempo di lasciarla a Tohsaka.

Normalmente sarei euforico all'idea di confrontarmi con un avversario di valore come Berserker, ma quella furia è un pericolo troppo grande per gli umani in questa città.

La collera ha ormai offuscato il giudizio di quel valente eroe, ed il mio orgoglio di guerriero non può e non deve venire prima di vite innocenti.

Perciò, per quanto sia doloroso per me, dovrò costringere la giovane fanciulla a rinunciare ai suoi Incantesimi di Comando.

Sono disposto ad usare anche metodi rudi se fosse necessario, in questi casi vale il detto “il fine giustifica i mezzi”.

Con un ulteriore scatto bruciante mi avvento sulla piccola, infiammo il mio pugno e mi preparo a colpirla con tutta la forza che ho, sebbene io odi il fatto di dover ferire una bambina.

Ma prima che io possa raggiungerla con il mio attacco, il gigante color piombo si frappone fra noi ad una velocità che non credevo potesse avere vista la sua mole.

Con altrettanta rapidità mena un fendente della sua spada che schivo per puro miracolo con una piroetta, ma lo spostamento d'aria scaturito dalla potenza del colpo mi sbalza via comunque.

Il mio volo termina con uno schianto violento contro un albero vicino, per fortuna non ho battuto la testa.

E' un miracolo che la mia colonna vertebrale sia ancora intatta dopo un impatto simile.

Il Servant della piccoletta è fuori scala, dopo un singolo attacco, indiretto tra l'altro, ho male dappertutto.

Per giunta con un singolo balzo ha coperto svariati metri, visto che l'attimo prima era al centro della collina e quello dopo era tra me e la sua Master.

Il mio famiglio, che fino ad ora era rimasto in disparte su mia richiesta, si materializza per curare le mie ferite con la sua magia.

Rin rimane sorpresa della cosa, evidentemente in tutto questo non aveva considerato che io potessi essere un Master.

<<Se volete affrontarmi in due fate pure, non siete che moscerini al mio confronto. Ma arrivare a me sarà difficile se prima non superate lui>> e nel pronunciare queste ultime parole Illya indica il gigante al suo fianco, ora immobile come una statua.

A quanto pare dovrò lottare comunque contro Berserker, e la cosa mi fa piacere in fondo.

Se non altro, finché sarà impegnato con noi, non potrà ferire degli innocenti.

Questo nemico non va preso alla leggera, soprattutto non può essere affrontato senza un piano preciso, perciò dovrò inventarmi qualcosa e alla svelta.

Tohsaka si avvicina a me e senza troppi giri di parole mi propone un'alleanza per battere quel mostro rabbioso, come ringraziamento per il salvataggio di prima.

Normalmente non accetterei mai alcun aiuto in una battaglia come questa, ma un simile mostro non posso fronteggiarlo da solo nemmeno volendo.

Un guerriero onorevole deve avere coscienza dei propri limiti per potersi sempre migliorare.

Mi rialzo con relativa facilità, le cure di Caster sono state molto efficaci a quanto pare.

Dopodiché accetto la collaborazione con Rin, non senza riserve, e mi preparo a combattere.

Questo gigante scuro sarà una sfida durissima, quindi dovremo tutti quanti dare il massimo per vincere.

 

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Capitolo 4

Spoiler

Un nemico inarrestabile (parte 2)

Quel titano è un ostacolo insormontabile per noi.

Anche il Servant Archer di Rin, che bene o male stava tenendo testa a Berserker, è ora a terra stremato, ancora vivo ma parecchio malconcio.

E' tempo che inizi anche io a fare sul serio, perciò comincio a scaldare l'aria intorno a me con il mio potere magico.

Le fiamme generate in un ambiente pre riscaldato sono più potenti di quelle create frettolosamente. Il gelo invernale è un nemico naturale dei miei poteri, il mio fuoco sarebbe poco efficace senza un minimo di preparazione pregressa.

Devo approfittare della totale immobilità del gigante per prepararmi al meglio.

Illya ci schernisce lasciandolo del tutto fermo, ed il suo sguardo sembra volerci incitare ad attaccare, ma io non cadrò nella sua trappola.

<<La temperatura si sta alzando rapidamente, che cosa sta succedendo?>> Rin nota l'aumento improvviso della temperatura e non esita a puntualizzarlo, ma il secondo dopo aver parlato si rende conto di aver fatto una domanda sciocca.

<<Non pensavo che ti avrei fatto un simile effetto così presto, anche se è pur vero che sono un tipo focoso tesoro>> dicendo questo le rivolgo un sorriso sornione, ma lei diventa una furia all'udire quelle parole.

<<M-ma sei stupido? Uno come te non potrebbe mai piacermi.

Sono ancora frastornata e non ho realizzato subito che c'entrassi tu con questo calore, ma a ben pensarci non ci voleva una laurea per arrivarci...mi vergogno di me stessa per l'ovvietà della cosa.

Allora si può sapere che cosa stai facendo?>>

Certo che è proprio scorbutica, una tipa così carina non dovrebbe esserlo tanto, ma la sua reazione esagerata è solo un tentativo di dissimulare l'imbarazzo creato dalla mia battuta.

Evito di spiegarle i tecnicismi e proseguo la preparazione, in realtà è tutto molto più semplice di quanto sembra, porto al massimo i miei circuiti magici e diffondo nell'aria il calore prodotto dal surriscaldamento degli stessi.

Solo i maghi del fuoco sono in grado di proiettare nell'ambiente circostante il calore derivato dal surriscaldamento dei circuiti magici, mentre per ogni altra tipologia di mago una situazione simile sarebbe solo un pericolo per l'incolumità personale.

Creando un ambiente favorevole alla diffusione del fuoco posso sfruttarne il massimo potenziale.

Dopo pochi secondi le condizioni sono ormai ottimali, perciò senza indugiare oltre avvolgo i miei pugni nelle fiamme e scatto velocemente verso il gigante color piombo.

La ragazzina dai capelli bianchi gli ordina di attaccare e lui, come svegliandosi, sferra un poderoso fendente al suolo per squarciare la terra davanti a me.

Io, con un movimento acrobatico, evito di sprofondare nel terreno e decido all'ultimo di dirigermi verso Archer, il Servant di Rin.

Con il mio potere modifico le proprietà del fuoco per cicatrizzare le sue ferite, ci serve un altro paio di mani contro quel mostro rabbioso.

Qualche istante e l'arciere si rialza sorpreso, ma si rende conto di quanto sia inappropriato fare domande al momento.

Dopodiché incendio le sue spade gemelle, ad Archer servirà un supporto ulteriore, soprattutto per penetrare la pelle coriacea di quel titano.

Con un cenno della testa lui mi ringrazia e scatta verso il nemico, pronto al secondo round.

Illya mi osserva furiosa per lo scherzetto che le ho fatto, mentre io intensifico ulteriormente il potere delle mie fiamme.

Grazie ad un incantesimo protettivo sono anche in grado di evitare la combustione dei miei vestiti dovuta all'eccessivo calore.

Poi apro un canale mentale per comunicare telepaticamente con le mie alleate e preservare l'effetto sorpresa con la nemica.

A Caster ordino di usare su di me un incantesimo di potenziamento, mentre a Rin di usare le sue gemme magiche per distrarre la ragazzina il tempo necessario per attaccarla.

Normalmente affronterei Berserker a muso duro, la sfida sarebbe sicuramente molto più stimolante, ma un mago non può sconfiggere uno Spirito Eroico come quello nemmeno con l'aiuto di cento alleati, prima sono stato troppo imprudente.

La ragazzina è l'anello debole e devo sfruttare questa consapevolezza.

Le mie partner fanno cenno di aver compreso, anche se Tohsaka mostra un'espressione seccata.

Il mio piano viene messo in atto ed il supporto del mio famiglio incrementa ulteriormente il potere del mio fuoco.

I miei pugni roventi sono pronti a colpire quella bambolina dai capelli argentei, e perciò aspetto la mossa della mia alleata per partire.

Rin scatta verso la piccoletta e con grande velocità scaglia almeno dieci gemme di puro potere magico.

Nonostante il passo veloce lancia con grande precisione, qualcosa che ha dell'incredibile, ma la ragazzina crea velocemente dei famigli dai capelli argentei e annulla l'offensiva della mia compagna.

Facendo ciò ha però creato l'apertura che aspettavo, quindi è il momento che io ne approfitti.

Con uno scatto bruciante mi avvento sulla bambina, che rimane spiazzata dalla mia mossa, ma la spada-ascia di Berserker atterra con fragore sul terreno, frapponendosi fra me e la ragazzina ed annullando di fatto il mio attacco.

L'ha scagliata con una precisione assurda, evidentemente non è così privo di raziocinio come credevo.

Non aveva volontà di colpirmi, ma solo di interrompere la mia offensiva, tuttavia quella distrazione del nemico permette ad Archer di sferrare due fendenti infuocati con successo, che lacerano la spalla del coriaceo mostro.

Il gigante rabbioso lancia un minaccioso ruggito che pare un misto di dolore e pura collera.

<<Ragazzi copritemi, ho un'idea su come batterlo, ma devo allontanarmi per metterla in pratica>> il Servant di Rin sembra molto sicuro di sé, perciò non posso che dargli fiducia dopo quelle parole.

In un istante l'arciere svanisce nel nulla, come se fosse diventato tutt'uno con il vento.

Con passo lento e sicuro mi avvicino al titano, ora suppongo di doverlo tenere impegnato io personalmente, visto che Caster non è adatta al combattimento ravvicinato e Rin tanto meno.

Le mie fiamme, che ardono ancora furiose, sono pronte a scagliarsi su quella pelle di pietra che si ritrova quel bruto.

Senza perdere tempo ordino al mio famiglio di usare un attacco magico e lei rapidamente esegue, aprendo il suo mantello come fosse un paio d'ali, e materializzando un gran numero di colpi di energia magica mentre si eleva alta nel cielo.

La mia partner è ormai quasi invisibile ad occhio nudo, tanto da sembrare una delle stelle della volta celeste.

Il suo mantello illuminato è l'unica cosa chiaramente visibile e poi, dopo aver preso attentamente la mira, il mio Servant spara una pioggia di proiettili magici sul gigante.

Quest'ultimo non si scomoda nemmeno a schivarli, sapendo che non gli faranno nulla, ma sorprendentemente le sue previsioni si rivelano errate.

Contro ogni pronostico Berserker indietreggia di alcuni passi all'impatto con quei colpi magici, ed Illya per prima si fa portavoce dello stupore generale.

In questo sbigottimento collettivo io modello il fuoco per creare delle fruste infuocate, poi passo all'offensiva e in un istante mi ritrovo ai piedi del colosso.

Devo immobilizzarlo abbastanza da poter lasciare ad Archer il tempo di finirlo eventualmente.

Il bruto però con un balzo si ritrae indietro per recuperare la sua spada, è incredibile la rapidità che ha nonostante la sua mole.

Con la sua arma di nuovo tra le mani il mostro si lancia in una carica sfrenata, ed il terreno trema al suo passo, così tanto che si fatica a stare in piedi.

Illya praticamente scompare dietro la colossale figura, ed io non riesco a mantenere un equilibrio sufficiente per poter attaccare.

Nonostante le sue dimensioni la corsa è rapidissima, così tanto che in pochi istanti me lo ritrovo davanti, pronto a menare un fulmineo fendente.

Vedo la sua spada ad un millimetro dal mio naso, e sono ormai pronto a subire in pieno il suo colpo, quando all'improvviso delle gemme collidono con l'arma della bestia.

Non fanno molto, ma sono sufficienti a deviare la traiettoria del colpo, permettendomi di schivarlo con successo.

Mi volto verso Rin e le sussurro un grazie, a cui lei replica con un sorriso compiaciuto.

Dopodiché comunico nuovamente tramite telepatia con le mie compagne, per informarle del mio nuovo piano.

<<Ragazze statemi a sentire, ho un piano, ma dovremo eseguire tutto alla perfezione e la finestra d'azione sarà di pochi secondi.

Ho intenzione di usare l'incantesimo di potenziamento sulle mie gambe per poter balzare oltre quel colosso e, mentre sarò a mezz'aria ed alle sue spalle, tu Caster dovrai rafforzare ulteriormente le mie fiamme.

Per finire tu Rin dovrai scagliare, quando ti farò un cenno, le tue gemme migliori nello spazio tra me e il nemico.

So che può sembrarvi strano, ma fidatevi di me, la sinergia è la chiave per la vittoria>> le mie parole lasciano un po' smarrite le mie compagne ma, dopo alcune esitazioni, mi sorridono per segnalarmi di essere pronte.

Come pianificato io scatto in avanti e balzo ad un'altezza tale da disorientare il gigante.

Quando mi ritrovo alle sue spalle ordino a Caster di potenziare al massimo il mio fuoco.

Lei esegue e, mentre congiungo le mie mani per preparare il colpo finale, chiedo a Rin di lanciare i suoi gioielli nello spazio tra me e Berserker.

Anche lei fa la sua parte, e con il suo lancio precisissimo è tempo dell'ultimo atto.

Le mie mani congiunte generano una mini supernova e, quando le fiamme sono al loro apice, lancio la palla di fuoco contro le gemme, in modo da scatenare una violenta esplosione.

Come previsto la detonazione così ravvicinata fa perdere l'equilibrio al guerriero rabbioso, che cade rovinosamente al suolo emettendo un ruggito di collera.

Nella fretta non avevo però considerato lo sbalzo che anche io avrei subito a causa della vicinanza con lo scoppio.

Vengo scaraventato via con violenza e atterro di schiena sul prato, ma stavolta avverto chiaramente un suono di costole che si rompono.

Le gemme di Rin sono un concentrato di puro potere magico, frantumarle fa sì che queste sprigionino tutto il potere in esse immagazzinato.

Questo elemento, combinato al potere delle mie fiamme, al loro apice grazie a Caster, ha generato una potenza assurda.

Un piano rischioso che infatti ha comportato un prezzo non da poco per me, ma qualche ferita è un prezzo minimo da pagare per eliminare quell'essere.

L'esplosione ha incendiato parecchio terreno, ed ora il campo di battaglia è avvolto dal fuoco.

Per poco non perdo i sensi a causa del dolore, la vista è leggermente sfocata, ma gli occhi rimangono aperti abbastanza da permettermi di vedere Berserker rialzarsi quasi come se niente fosse.

Ha recuperato molto più in fretta di quanto credessi, non vedo i volti di Rin e Caster, ma la connessione mentale con le mie alleate mi permette di percepire il loro puro terrore.

Fortunatamente erano più distanti e l'esplosione non le ha coinvolte, anche se il peggio probabilmente deve ancora arrivare.

La notte viene improvvisamente squarciata da una fragorosa risata di Illya, quasi sadica direi.

E' compiaciuta, poiché si è divertita in tutto questo tempo a darci una falsa speranza, ed ora sta godendo del fatto di starcene privando.

Suppongo sia finita, quella furia della natura spazzerà via tutti quanti e senza alcuna possibilità da parte nostra di evitarlo.

Non c'è terrore in me, ma al contrario prevale la quieta rassegnazione di un guerriero che sa di aver dato il massimo.

Se è così che doveva andare, allora accetterò questa onorevole fine con estremo piacere.

Cadere per mano di un nemico tanto prodigioso non è un disonore alla fine, anche se rimane il rimorso di dover abbandonare la guerra così presto.

Il gigante si lancia in un'ultima rapida carica verso di me, ma grazie al teletrasporto di Caster in un istante mi ritrovo lei e Rin davanti a me, pronte a farmi da scudo.

Lo apprezzo moltissimo anche se non servirà a nulla, poiché la carica di quell'essere è pari ad un uragano che travolge tutto sulla sua strada, e la terra trema nuovamente al passo veloce di quel mostro.

Ma quando sono ormai pronto ad accettare la morte ecco che un missile, o qualcosa di simile, colpisce la bestia rabbiosa con una potenza tale da far divampare nuovamente il fuoco.

Segue un enorme frastuono, che squarcia la quiete della notte, oltre agli animi di tutti i presenti.

Il bagliore scaturito da questo colpo improvviso risveglia la mia vista, ed ora con gli occhi nuovamente in piena funzione vedo una scena incredibile.

Il nemico ha una freccia, o qualcosa di simile, conficcata nel cuore ed è ora immobile.

E' stata scagliata con una forza tale da avergli quasi squarciato mezzo busto, non può essere ancora vivo dopo questo, ed anche se resta ostinatamente in piedi non dà segni di vita.

Siamo pronti tutti quanti a gioire, quello doveva essere il colpo di Archer.

Giustamente un arciere dà il meglio di sé a distanza, anche se la sua abilità con la spada è ragguardevole.

<<Poveri sciocchi, credete che basti così poco per eliminare Berserker? Con la morte si attiva la sua Arma Nobile.

Lui ha molte vite, non basterà ucciderlo una sola volta per fermarlo.>>

Le parole di Illya gelano tutti quanti, che cosa diavolo significa che ha molte vite? Vorrei tanto aver sentito male, ma sono certo non sia questo il caso.

Mi rialzo, sostenuto dalle mie compagne, e mi ritrovo davanti uno spettacolo sconcertante.

Lentamente le ferite del mostro vanno rimarginandosi, pochi istanti ed è come nuovo, è davvero un nemico inarrestabile dopotutto.

Le fiamme stanno ancora bruciando e quell'essere sembra pronto a combattere ancora, ma la sua padrona lo ferma prima che lui possa nuovamente attaccare.

<<Questo gioco comincia ad annoiarmi, per stasera finisce qui, non sarebbe divertente eliminarvi subito no?

Vi concederò il tempo di allenarvi e vedremo se la prossima volta saprete divertirmi di più. Dopotutto mi avete intrattenuta per un po', perciò voglio ricompensarvi per stavolta.

Ciao ciao ragazzi, statemi bene.>>

La ragazzina viene presa in spalla dal gigantesco Servant e se ne va come se nulla fosse, lasciando tutti noi delusi e sconcertati.

Guardo negli occhi prima Rin e poi Caster, a cui poi si aggiunge Archer, appena riapparso fra noi.

Abbiamo lottato tanto per nulla, dando fondo a tutte le nostre forze, quando quella furia non stava nemmeno facendo sul serio.

Illya aveva ragione, stanotte è stato solo un gioco, che abbiamo perso miseramente peraltro.

Non ho idea di come faremo ad abbattere definitivamente un essere tanto spaventoso, ma la nostra avversaria ci ha umiliati graziandoci in questo modo.

Perciò dobbiamo assolutamente sfruttare questo suo atto di clemenza per migliorarci, cosicché la prossima volta capisca che l'averci lasciati in vita è stata la sua rovina.

 

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Capitolo 5

Spoiler

Ricordi dolorosi

La battaglia di stasera si è conclusa nel peggiore dei modi, e di ritorno verso casa il morale di tutti quanti a terra.

Rin cammina con lo sguardo basso, è tremendamente abbattuta e la comprendo benissimo.

Non è tipico mio buttarmi giù, ma non posso farne a meno in queste circostanze, quale addestramento dovrei seguire per battere Berserker?

Caster d'altro canto mi ha sorpreso stasera, l'ho sottovalutata fin troppo, con i suoi proiettili magici e la sua magia di amplificazione è stata straordinaria.

Sia lei che Archer si sono fatti valere, ed ora ci seguono in forma incorporea per recuperare un po' le forze dopo lo scontro.

Il silenzio fra me e l'altra Master è assordante, e prosegue imperterrito lungo tutto il tragitto fino a casa.

Al momento di salutarsi, che è il primo che spezza quel silenzio, decido però di invitare la mia alleata improvvisata in casa mia.

Lei rimane sorpresa, ma dopo un attimo di riluttanza accetta, dopotutto le sere invernali sono gelide e bere qualcosa di caldo in compagnia non può essere un male, specie dopo aver lottato insieme.

Appena entrata si toglie le scarpe, ed io prontamente le dico che non è necessario, poiché questa è una casa occidentale, ma lei lo fa comunque dicendo che è una forma di rispetto.

Non contrarierò un ospite, tanto meno questa ragazza in particolare.

Rin si guarda attorno, sorpresa dall'arredamento di chiara influenza vittoriana, ed ho come la sensazione che sia stupefatta perché trova strano che un uomo abbia un gusto simile in fatto di arredamento.

Sembra completamente persa nella contemplazione mentre io preparo il té, e dopo pochi minuti la invito a sedersi allo spazioso tavolo che svetta al centro della cucina.

Anche i nostri famigli si materializzano e si accomodano su mio invito, dopotutto loro meritano ristoro più di noi Master.

Servo partendo da Rin, che prende la bevanda con aria tesa, come se si sentisse sotto esame.

Continuo poi servendo Archer, che fa semplicemente un cenno di gratitudine, proseguo con Caster, che sorride da sotto il cappuccio ed infine termino il giro servendomi da solo.

Un ulteriore silenzio accompagna i primi sorsi, quando d'un tratto Tohsaka decide di parlare.

<<Sai, stanotte sarei morta se non fosse stato per te.

Mi hai salvata da Illya, e contro il suo Servant sei stato eccezionale, anche se poi è andata com'è andata.

Devo riconoscere che sei un mago incredibile, le tue abilità nel combattimento e strategiche sono davvero notevoli... grazie di tutto Lasair>>

Quasi stento a credere a ciò che ho appena sentito, Rin si è davvero complimentata con me?

Le sue parole mi risollevano più di quanto immaginassi, ed il suo atteggiamento in generale è molto più pacato e gradevole di quello tenuto in battaglia.

Il suo tono è quasi sommesso, non c'è traccia dell'arroganza che ostenta in continuazione e di cui ha fatto sfoggio persino poco fa durante lo scontro.

Lo sguardo è basso, cerca in tutti i modi di evitare il contatto visivo, come se provasse vergogna.

<<Grazie davvero Rin, non hai idea di quanto mi facciano piacere le tue parole, ma per quel che vale penso lo stesso di te>> dopo averla ringraziata a voce le rivolgo anche un sorriso cortese, e all'udire le mie parole solleva il volto da terra.

Mi sembra quasi di vederla arrossire, forse non si aspettava dei complimenti, ma quel che è certo è che fa di tutto per non darlo a vedere.

<<Beh non farti strane idee comunque, stasera abbiamo collaborato contro un nemico comune, ma rimaniamo pur sempre rivali in guerra per il Graal.>> e dopo questo si volta con aria sdegnata.

Stavolta non le permetterò di fare l'antipatica in questo modo, e perciò le urlo in faccia cose che da troppo tempo tengo per me.

<<Perché devi sempre fare così? Cerchi sempre di nasconderti dietro un velo di durezza e antipatia, e appena ti rendi conto di essere stata gentile cominci ad adottare atteggiamenti opposti al tuo carattere.

Prima però che tu mi redarguisca dicendo che non ti conosco ti dico già che ti sbagli.

Da che sono in città ti ho sempre tenuta d'occhio, ed anche se dopo esserci conosciuti ci siamo parlati poco io ti ho osservata da lontano.

Eri interessante, ed è così che ho visto la tua fragilità, la vera Rin Tohsaka che nessuno conosce. Quando quel giorno vidi per la prima volta il tuo volto triste nel parco in centro città ho capito. Odiavo vederti soffrire ed ho vigilato su di te dall'ombra, cercando di supportarti da dietro le quinte.>> le mie parole sembrano lasciarla incredula.

<<Perché? Perché sei sempre rimasto lontano ed in disparte? Avremmo potuto essere amici, forse.

E poi soprattutto per quale motivo odiavi così tanto vedermi triste?>> chiede lei con voce quasi sofferente.

Ha fatto una domanda che speravo non facesse mai, ma suppongo che a questo punto sia inutile tenersi tutto dentro.

<<Per rispondere alla tua prima domanda, è perché io non sono mai stato bravo nelle relazioni umane, e non avrei potuto essere ciò di cui avevi bisogno.

Per evitare di essere una delusione mi sono quindi fatto da parte, e fidati che è stato meglio così.

Quanto alla seconda domanda...quella faccia che avevi al parco quel pomeriggio, è la stessa che ho avuto io per tutta la mia vita.

Quel senso opprimente di tristezza e solitudine mi ha accompagnato da che sono venuto al mondo. Ho vissuto tutta l'infanzia tra sfiancanti addestramenti e rapporti familiari inesistenti.

Quando mio padre mi umiliava nei più disparati modi, non avevo nessuno a cui confessare i miei sentimenti.

L'unica luce nelle tenebre del mio passato era mia madre, che si è spenta fin troppo presto, e dopo la sua morte per me c'è stato solo l'inferno, in quanto l'unico legame familiare rimasto era quel mostro che chiamavo padre.

Avevamo la servitù e spesso e volentieri erano loro a vedermi piangere dopo le “lezioni” del mio vecchio.

Il loro compito era però solo quello di servirmi, poiché Ignis aveva categoricamente proibito qualunque contatto di natura umana.

Più volte, soprattutto le domestiche, avrebbero voluto confortarmi, ma hanno sempre evitato per paura di ritorsioni da parte di mio padre.

Non potevano far altro che ascoltare passivamente i miei pianti, e quando mi servivano durante i miei momenti di tristezza era palese quanto fosse difficile per loro non poter fare nulla.

Quel maledetto che avevo per genitore ha sempre rovinato tutto intorno a sé.

Per lui le emozioni erano debolezza, difatti le mie lacrime non potevo versarle in sua presenza o prendevo schiaffoni>> interrompo il mio racconto a causa delle lacrime, che non riesco a trattenere. Possono passare anni, ma quelle ferite bruciano ancora, ed anche se ormai sono cicatrici fanno ancora male.

Rin mi osserva intristita, il suo sguardo tradisce compassione, ma io mi ricompongo e continuo il racconto.

<<Ero un emarginato, la mia grande casa era una prigione dorata, bellissima all'esterno ma terribile dentro.

Il mio caro paparino vedeva in qualsiasi legame una debolezza, pertanto non avevo alcun amico.

Per quanto sembri paradossale la solitudine è sempre stata la mia unica amica.

Pensa che quando avevo circa 8-9 anni credevo di essere io quello sbagliato.

Nonostante le torture che subivo giornalmente, sentivo di essere io in torto, perché non ero il figlio che lui voleva.

Soffrivo più per la consapevolezza di essere una delusione per mio padre, piuttosto che per il fuoco che bruciava la mia carne ogni giorno.

Tuttavia crescendo ho capito che io non avevo colpe, che era lui quello sbagliato, e così la tristezza del fallimento si tramutò in odio verso la figura paterna.

Più volte quando avevo la tua età ho rischiato di prendere strade sbagliate, ed è stato il ricordo di mia madre a mantenermi sulla retta via.

La sua luce mi tenne lontano dalle tenebre, poiché sapevo che se avessi ceduto all'oscurità sarei diventato un uomo di cui si sarebbe vergognata dall'alto dei cieli.

Mio padre morì 3 anni fa, ed io non versai neanche una lacrima per lui al suo funerale, anzi ero sollevato a pensare di essermi liberato di quel maledetto.

Ma l'inferno non è svanito con la sua morte purtroppo, poiché mi era entrato dentro più di quanto volessi.

Così mi sono prefissato l'obiettivo di superarlo, di diventare io il migliore, nel tentativo di dare uno scopo a tutti quegli sfiancanti addestramenti a cui sono stato costretto.

Ho consacrato la mia vita alla ricerca della forza, ma è ironico, perché guardandomi allo specchio ogni giorno io rivedo lui in me.

Gli somiglio molto più di quanto vorrei, e non solo nell'aspetto sfortunatamente.

Il suo fantasma continua a tormentarmi ancora oggi purtroppo.

Per anni mi sono illuso di poter creare la mia strada, ma senza nemmeno rendermene conto ho finito per imboccare il suo stesso sentiero.....che ironia>> il paradosso della situazione mi porta ad una risata.

Non c'è nulla da ridere, ma o faccio questo o cado di nuovo nella disperazione, e Tohsaka ha già visto fin troppo della mia fragilità.

Mi sono aperto più di quanto avrei dovuto, poiché lei è mia nemica, per quanto vorrei che non lo fosse.

<<La tua storia è davvero forte, ho sempre pensato che fossi solo uno spocchioso che si atteggiava e ti chiedo scusa per questo mio errore di valutazione.

Questo però ci tengo a dirtelo, tu non sei come tuo padre, anche se ti conosco poco posso già dirlo con assoluta certezza.

Accidenti a te, ti sei aperto così tanto che ora non riesco più a vederti come un avversario, ed è per questo che ti propongo un'alleanza più duratura, che comunque terminerà quando saremo rimasti solo noi due a contenderci il Graal.>> Rin si sforza di fare la dura, ma ormai non mi inganna più, ho capito com'è fatta davvero.

Io allora le confesso di non avere alcun interesse nella reliquia, dicendole che il mio solo obiettivo è provare di essere il numero uno.

Lei però mi rimprovera dicendomi che non accetterà mai di avere il premio senza meritarlo, pertanto io le sorrido e accetto la sua proposta.

Archer mi guarda in maniera criptica, ma ho come la sensazione che in fondo mi rispetti.

Caster invece sembra rattristata, probabilmente per via del mio racconto.

Il suo volto non è visibile, ma è come se percepissi il suo stato d'animo in questo momento.

Forse è il nostro patto ad aver creato questa connessione profonda, che con lo scontro di stanotte si è rafforzata ulteriormente.

L'orologio segna ormai le undici e mezza, il tempo è volato, e Rin decide che è giunta l'ora di tornare a casa.

Si alza e si avvia alla porta, facendo per congedarsi, ma prima di salutarmi mi dice che passerà domattina per stabilire la nostra linea d'azione da ora in poi.

La accompagno fino all'uscita e le auguro la buonanotte, in fin dei conti questa serata qualcosa di buono l'ha portata.

E' la prima volta nella mia vita che condivido qualcosa con qualcuno, e non è poi così male in fondo.

Dopo aver salutato Tohsaka vado in bagno per farmi una rapida doccia, ed alleviare così i dolori della battaglia.

Il calore dell'acqua si posa dolcemente sulle ferite, ma non mi crea una sensazione di fastidio, bensì di sollievo.

Esco dalla doccia, mi dirigo allo specchio, ed una volta lì ecco che lo rivedo.

Ogni volta che guardo il mio riflesso non posso fare a meno di vedere lui al mio posto in un primo momento, e non posso sopportarlo.

Perché la vita è stata così crudele da farmi assomigliare tanto al mostro che ho sempre odiato e temuto?

Ironicamente poi non soltanto nell'aspetto, ma anche nel carattere e nelle scelte di vita.

Il destino è stato veramente tremendo, portandomi a farmi scegliere una strada pressoché identica a quella di Ignis, e forse sono condannato a trasformarmi in quello stesso mostro che ho disprezzato per tutta la mia vita.

Così tante volte mi domando quale senso abbia la mia esistenza, quale sia il suo fine ultimo.

Mi sono prefissato l'obiettivo di superarlo, di dimostrare di essere migliore di lui in tutto, ma una volta che ci sarò riuscito cosa farò?

Domanda poi più importante, a quante cose dovrò rinunciare per volare ancora più in alto di lui?

Il cammino che ho scelto è costellato di sacrifici, ed ancora oggi mi domando a cosa mi condurrà alla fine.

Una volta che lo avrò superato che cosa ne sarà del resto della mia esistenza?

Tante volte mi domando quanto senso abbiano avuto le mie scelte di vita fino a questo punto, ed altrettante volte mi domando se non sia il caso di cambiare priorità.

Però quando quei pensieri solcano la mia mente mi ricordo del mio passato, di tutti quegli sfiancanti allenamenti nel fuoco, del dolore fisico e mentale che ho sopportato per tutta la mia esistenza, e ritrovo la mia determinazione.

Non voglio che il mio passato diventi solo un triste ricordo, voglio che quell'inferno serva a qualcosa.

A mia madre è stata negata la possibilità di amarmi affinché io potessi diventare il degno erede degli Strathmore, e devo raggiungere i miei obiettivi anche per lei, affinché il sacrificio a cui è stata costretta non sia stato vano.

Mi asciugo il volto con l'asciugamano e, dopo aver posato nuovamente lo sguardo sul mio riflesso, torno a vedere me stesso, grazie al cielo.

Tuttavia stavolta vedo Ignis anche dietro di me, con la barba incolta spruzzata di bianco ed il suo sguardo truce che mi osserva.

Quella visione mi fa montare la furia, ma stavolta mi sforzo di calmarmi e, dopo aver chiuso gli occhi per qualche istante, lui sparisce del tutto.

Deve cambiare tutto questo, poiché io non voglio più lasciarmi condizionare la vita da lui, gliel'ho permesso già per troppo tempo.

Dopo essermi rivestito prendo e vado a mettermi sotto le coperte, mentre Caster mi chiede se mi sento bene.

Io le rispondo di sì, anche se non è completamente vero, e poi lei mi augura la buonanotte.

Dopo averle augurato anche io sogni d'oro mi immergo nel buio della mia stanza, ed osservo il soffitto per un po'.

Pochi minuti e la stanchezza inizia a farsi sentire, pertanto decido di abbandonarmi al sonno e così chiudo gli occhi.

Questa giornata è stata importante per svariate ragioni, e le prossime lo saranno altrettanto.

 

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Capitolo 6

Spoiler

Piani di guerra

<<Figlio mio, tu sei destinato alla grandezza, ora lo vedo chiaramente.

Ti ho allevato con durezza, perché desideravo che tu portassi avanti il mio buon nome, ma solo ora capisco quanto fosse sbagliato crescerti per essere un'estensione di me stesso.

La mia vanità mi ha reso un pessimo genitore, ma tu non farai i miei stessi errori ne sono sicuro.

Sei destinato a superarmi in tutto Lasair, l'ho capito durante il nostro ultimo allenamento.

Quel giorno il tuo rancore e il tuo odio verso di me hanno fatto risplendere le tue fiamme in un modo che non avevo mai visto prima, che io per primo non ho mai raggiunto.

E' stato allora che mi hai impartito la lezione più importante di tutte, ossia che le emozioni sono una forza e non una debolezza.

Grazie ad esse un giorno le tue fiamme risplenderanno più del sole stesso.

Io non ho mai ricevuto amore da mio padre ed a mia volta non ne ho dato a te, ma mi vergogno profondamente per averlo capito solo adesso.

Nella nostra famiglia siamo capaci di manipolare il fuoco, eppure siamo sempre stati freddi dentro.....che ironia.

A breve tu però spezzerai questo circolo vizioso, quando alla mia morte diverrai il capofamiglia degli Strathmore.

Sotto di te il nostro casato raggiungerà l'apice della gloria, e riuscirai a lavare molte delle colpe che il nostro nome si trascina da secoli.

Sono stato un padre ed un marito indegno, e so che è troppo tardi per chiederti perdono, non ne ho il minimo diritto ad onor del vero.

La mia morte dovrà essere per te una liberazione e non un fardello.

Devi vivere odiandomi, così sarà molto più facile per te, ed è quello che mi merito dopotutto. Queste lacrime dovranno essere le prime ed ultime che versi per me, non le merito affatto.>> frasi da parte di mio padre che mai avrei immaginato di udire.

Per la prima volta in 21 anni piango per il mio torturatore, e lui mi chiede anche di avvicinarmi ulteriormente.

Sul letto di morte la sua mano mi accarezza il volto, per la prima volta da che sono venuto al mondo, e poi si posa sulla mia fronte.

Dopo quel momento giunge infine il buio totale, e quella è la fine di tutto.

Questo è stato il sogno della scorsa notte, la cui vera natura mi sfugge.

Ancora sotto le coperte rimugino su quella visione, che reputo inverosimile, ma tutti i dettagli nel sogno coincidevano perfettamente con ciò che ricordo della morte di Ignis risalente a 3 anni fa.

Lui sul letto di morte, ed io che sono il solo al suo capezzale, mentre la servitù è impegnata come sempre nel tenere in ordine la casa.

Nel sogno riuscivo a sentire chiaramente i tacchi delle domestiche muovesi freneticamente da dietro la porta della stanza, mentre stavano preparando tutti i dettagli dell'imminente funerale di mio padre.

Quel dettaglio in particolare mi conferma che il sogno era in realtà un ricordo, poiché mai sognerei una cosa tanto irrilevante come lo scalpiccio dei tacchi delle donne della servitù.

Che il mio vecchio possa aver detto quelle cose mi sembra impossibile, ma tutto tornerebbe se avesse modificato la mia memoria.

Un incantesimo del genere sarebbe stato una passeggiata per Ignis, ma se davvero ciò che ho visto era un ricordo, perché il sigillo si è spezzato ora?

Di norma questi incantesimi costituiscono vincoli indissolubili, che prescindono dalla vita dell'utilizzatore, quindi cosa può aver portato al disfacimento del sortilegio?

Che sia stata la mia lotta contro Berserker? In fin dei conti i miei circuiti magici ieri notte sono stati portati al limite.

A pensarci bene, un sovraccarico dei circuiti nel cervello potrebbe dissolvere un simile sigillo, forse la spiegazione è davvero questa dopotutto, ma non devo lasciarmi fuorviare da ciò.

Quelle parole, per quanto belle, non possono cancellare il passato e il dolore che ho provato a causa di mio padre.

Non posso cancellare con un colpo di spugna l'odio che provo verso di lui, quel sentimento è profondamente radicato in me.

Tuttavia non posso ignorare nemmeno sforzandomi le sue ultime parole, provo sentimenti contrastanti in questo momento.

In tutta questa confusione però una certezza ce l'ho ancora, il mio obiettivo resta comunque quello di superarlo e di creare la MIA leggenda.

Solo che prima lo desideravo per fare un affronto alla sua memoria, mentre ora una parte di me non può fare a meno di concepire questo obiettivo come un qualcosa di diverso, come un modo per dimostrargli che l'inferno passato ha avuto uno scopo e che, come padre, alla fine non ha del tutto fallito.

Che sia dal paradiso o dall'inferno, mio padre vedrà l'ascesa di Lasair Strathmore, e poco mi importa se si rivolterà o meno nella tomba.

Adesso però non posso permettermi distrazioni di sorta, la guerra è praticamente cominciata ed io devo fare del mio meglio per arrivare fino alla fine.

Quello che più mi preoccupa è l'uccidere, poiché è qualcosa che non voglio più fare.

Il mio desiderio è quello di combattere duelli leali al massimo delle mie capacità, ma senza conseguenze fatali di sorta.

Questa guerra non è altro che una competizione alla fine, è improprio chiamarla guerra in effetti, anche se in passato è sfociata in carneficine insensate.

Mi auguro che questa volta sia diversa, ma se sarò costretto dalle circostanze dovrò mettere da parte le mie riserve e fare ciò che dovrà essere fatto, anche se spero con tutto il cuore di non arrivare a quel punto.

Già in passato ho dovuto scegliere fra i miei principi ed il bene del prossimo, ed è una scelta che non voglio più essere costretto a fare.

Non voglio più essere messo nella posizione di dover andare contro me stesso pur di fare la cosa più giusta, perché non voglio vivere una vita di compromessi.

Le mie mani sono sporche di sangue, perché a volte fare la cosa giusta richiedeva questo tributo, ma in questo mare di sangue c'è purtroppo anche del sangue innocente.

Non sempre sono stato in grado di mettere da parte i miei valori al momento giusto, finendo per dover rimediare a cose che avrei potuto benissimo evitare se fossi stato più deciso quando serviva.

Ma perché dev'essere così difficile? Perché fare la cosa giusta a volte richiede di rinnegare se stessi e i propri valori? La cosa è tristemente ironica, ma io ho dovuto fare quella scelta più volte di quante ne possa sopportare.

Come posso gioire del bene fatto, quando per arrivare a quel risultato ho dovuto utilizzare mezzi tutt'altro che giusti?

Come può un eroe essere definito tale, se per diventarlo va contro tutto ciò che è e che dovrebbe rappresentare?

Il mondo è pieno di cosiddetti “eroi” che hanno fatto più male che bene, ma la gente inspiegabilmente li venera perché li vede come “esecutori di un fine più alto”, senza che però vengano soppesate adeguatamente le cose giuste e le cose sbagliate fatte da questi individui.

La filosofia del fine che giustifica i mezzi per me è sempre stata un'idiozia bella e buona.

Il fatto di fare del male per un bene superiore è solo una scusa inventata dagli uomini per giustificare ogni tipo di atrocità, una bugia atta ad alleggerire il peso delle loro colpe, ed io per primo mi racconto quella bugia ogni giorno nel tentativo di sentirmi meglio per ciò che ho fatto...che enorme contraddizione la mia.

Lo stesso discorso del non uccidere i Master vale anche per i Servant, sebbene loro siano echi di un lontano passato, ora sono tornati alla vita per combattere.

In quanto creature viventi al momento presente io avrò verso di loro gli stessi riguardi che avrei per un qualsiasi avversario.

Ho profondo rispetto per ognuno di loro, anche per Berserker, e proprio per questo desidero combatterli nel modo più onorevole possibile, senza che lo spettro della morte debba necessariamente aleggiare sulle battaglie di questo conflitto.

Sono diventato Master in questa guerra per combattere, non per uccidere, ed il Graal ha risposto di conseguenza al mio desiderio, poiché mi ha ritenuto degno di concorrere al suo ottenimento.

Ciò nonostante non ho desideri irrealizzabili da esprimere al miracoloso calice, ed è quasi ironico a pensarci.

Battersi per un artefatto dai poteri quasi illimitati, e non avere nessun grande desiderio da esprimere ad esso, ha un che di paradossale.

Fosse per me lo cederei ad altri, dopotutto ciò che mi interessa è la battaglia in sé e non la ricompensa.

La scorsa notte poi ho anche preso accordi con Rin, ed ora mi chiedo se sia stata una scelta saggia. Prima o poi dovrò lottare anche contro di lei, e mi sarà molto più difficile se prima di allora saremo stati alleati.

Ciò nonostante, il pericolo di affrontare quel colosso color piombo da solo è concreto, e non posso permettere al mio orgoglio di guerriero di prevalere sul buonsenso.

Scendo dal letto e percorro lentamente il corridoio, sorpassando la stanza di Caster, ancora chiusa a chiave.

Mentre scendo in cucina penso a quanto la mia partner ci tenga a non farsi vedere in volto da me. Con il tempo però il nostro legame le farà superare la diffidenza, sono certo che si celi una donna bellissima e di gran talento dietro quel cappuccio nero.

Ieri sera è stata grandiosa, i proiettili magici che ha lanciato contro il nemico si sono rivelati molto più efficaci di quanto credessi, e mi rimprovero ancora per averla sottovalutata così tanto.

Giunto in cucina prendo dal frigo il mio consueto succo mattutino, e poi preparerò una colazione dolce per me e il mio Servant a base di pane tostato e marmellata.

Il mio stile di vita è interamente occidentale, come le mie origini, e spero che Caster condivida i miei stessi gusti.

Ho sempre odiato le colazioni alla giapponese e, nonostante abbia provato a farmele piacere, non ci sono mai riuscito.

D'un tratto sento il campanello, ed immagino già chi possa essere, del resto ieri sera avevamo concordato di vederci in mattinata per discutere dei piani d'azione.

Sono le 8 del mattino, o la signorina Tohsaka è una tipa mattiniera, oppure le vicende della notte scorsa le hanno tolto il sonno.

Rin che si sveglia presto mi sembra una cosa inconcepibile, perciò credo sia più la seconda ipotesi. Lo scampanellio si fa sempre più insistente, accidenti non posso proprio prendermela comoda a quanto pare.

Mi avvio con passo lento e pesante alla porta, la apro e mi trovo davanti un demonio.

<<Era ora, quanto ci hai messo ad aprire? Cominciavo a pensare che fossi morto, in Inghilterra non si usa aprire la porta quando suonano?

E' maleducazione far aspettare una signorin....gh>>

Che strano, la scorbutica si è fermata all'improvviso, anche se la cosa non mi dispiace.

Osservo la sua faccia e vedo che è leggermente rossa, poi mi guardo il busto, dov'è puntato il suo sguardo, ma non noto nulla di strano.

E' come se avesse visto qualcosa che non si aspettava, che sia sorpresa dal mio fisico?

La maglietta che indosso in effetti evidenzia la mia muscolatura, mentre i vestiti di ieri sera non facevano altrettanto.

Ma adesso è il mio sguardo a venire catturato, da alcune valigie alle spalle dell'isterica visitatrice.

<<Ehm potresti smetterla di fissarmi per cortesia? E quelli che cosa sono?>> chiedo io indicando i bagagli e temendo la risposta, mentre lei si ricompone.

<<Quello che sembrano, se dobbiamo allearci sarebbe scomodo organizzare riunioni strategiche in continuazione.

Oltre al fatto che essere sotto lo stesso tetto ci agevolerà in caso di attacco, comunque prima non ti stavo fissando, sono solo rimasta sorpresa perché non pensavo tu fossi così in forma ecco>> chissà perché qualcosa nella sua ultima frase mi è suonata strana.

<<Mi rimproveri perché sono uno sfacciato e poi tu commenti la mia forma fisica?

Quanto hai detto un attimo fa sottintende che pensavi io avessi una forma fisica scarsa, non è per niente una cosa carina.>> la mia risposta pare dissolvere del tutto l'imbarazzo residuo, la sua faccia ora pare rossa per la furia invece.

Prima che la situazione degeneri le offro un bicchiere di aranciata per calmarla, e lei resta sorpresa dalla cosa, anche se non capisco cosa ci sia di così strano nel sentimento dell'ospitalità.

La ragazza accetta quasi con felicità e, nel sorseggiare la bevanda comodamente seduta al tavolo, la sua collera si estingue come un fuocherello sotto la pioggia.

Ci vuole poco per farla arrabbiare, ma altrettanto poco per farla calmare a quanto pare, buono a sapersi per il futuro.

Dopo le divagazioni la invito a discutere di questioni più importanti, proponendole anche di fare colazione nel mentre, ma lei rifiuta in tono cortese dicendomi che non fa mai colazione la mattina.

Mi domando da dove tiri fuori tutte queste energie allora, poiché i suoi occhi cerchiati mi confermano che ha dormito poco la scorsa notte.

<<Bene parlo io per prima, allo stato attuale non abbiamo possibilità contro Berserker, le nostre capacità individuali di maghi sono di alto livello, ma insufficienti per ora.

Anche i nostri Servant non sono ancora preparati ad affrontare quel colosso, perciò da adesso in poi dovremo fare molte sessioni di allenamento per affinare le tecniche nostre e dei nostri famigli.

Solo quando saremo sufficientemente addestrati lanceremo un attacco frontale alla mocciosetta.

Ho scoperto che la sua famiglia possiede un enorme castello, situato nel fitto della foresta, e quella è la sua base operativa.

E' piuttosto isolata e ben protetta da una barriera magica, qualcosa mi dice che la ragazzina non si farà viva per un bel po', è molto convinta della propria superiorità.

Che ne pensi tu?>>

Prima di rispondere alla sua domanda estraggo dal cassetto in cucina un pacchetto di sigarette, ne prendo una e la accendo con una fiammella creata dal mio dito.

Il vizio del fumo mi accompagna ormai da anni e, dopo vani tentativi di smettere, mi sono rassegnato a lasciarmi guidare da questa cattiva abitudine.

La mia ospite mi osserva con uno sguardo che non capisco se sia di rimprovero o di sorpresa. Gliene offrirei una, ma so già per certo che non è una fumatrice, inoltre pensandoci bene ora capisco perché è già in piedi così presto.

Se ha già scovato la base nemica nell'arco di una sola notte vuol dire che non ci ha dormito sopra.

<<Ma dai che cliché, fumatore, fisico scolpito, barba incolta e occhi glaciali.

Mancano solo dei tatuaggi e completi il quadretto del cattivo ragazzo, ma se ci stai provando ti avverto che non funziona>> e poi volta lo sguardo con aria stizzita.

<<Volevo solo farmi una sigaretta, ma è curioso che tu ci veda un tentativo di seduzione.

La tua reazione mi fa pensare che non sei pratica delle dinamiche di approccio in generale, ma vista la tua giovane età e il tuo bel caratterino posso anche capirlo.

Comunque per la cronaca ho anche un tatuaggio sulla schiena, ma quella è una storia molto lunga.

Il fatto che tu ti sia subito messa sulla difensiva dicendo che il mio approccio non funziona, beh mi fa pensare che forse quella che ci vede della malizia sei tu, con questo atteggiamento da...com'è che dite voi giapponesi...ah sì da tsundere.>> le mie parole la stanno visibilmente irritando, ben più di quel che sono abituato a vedere, ma riesco a notare anche uno sforzo da parte sua di mantenere la compostezza, e senza indugio continuo il mio discorso.

<<Relativamente alla tua idea dell'allenamento sono d'accordo su tutto, nella battaglia di ieri notte mi sono impegnato al massimo, e sono certo lo abbia fatto anche tu, mentre il nostro avversario ha praticamente giocato per tutto il tempo.

Il divario di forza fra noi e il gigante è immenso, ci vorrà parecchio per sanarlo, perciò approvo la tua decisione di allenarci insieme ad un ritmo elevato.

Un'ultima puntualizzazione comunque, io intendo battermi individualmente con ognuno dei partecipanti alla guerra, perciò se intendi ostacolarmi allora cesserò questa alleanza qui ed ora.

Non ho intenzione di toglierti la possibilità di affrontarli e batterli, chiedo solo di poterlo fare anche io a mia volta, per poter misurare la mia forza.

Dopodiché tu sarai libera anche di ucciderli se vorrai, non è un mio problema quello che decidi di fare tu.>> il mio tono risoluto pare convincere anche la mia interlocutrice, che dopo alcune perplessità accetta tutti i termini da me proposti.

Io mi occuperò di sconfiggere i Master e i Servant in duelli leali, mettendo alla prova il mio potere, mentre Tohsaka eventualmente potrà eliminarli se lo vorrà.

Non è mia intenzione relegarla nelle retrovie in questo conflitto, dopotutto lei è animata dal mio stesso desiderio di dimostrarsi la migliore, chiedo solo di avere la possibilità di affrontare tutti gli avversari di questa guerra prima che la bella moretta decida che farne di loro.

La nostra linea d'azione per i prossimi giorni è ormai stabilita, appena Caster si sarà svegliata comincerà il nostro allenamento intensivo, con anche i Servant a prendervi parte.

In effetti le abilità nel corpo a corpo di Archer potrebbero essermi utilissime, posso imparare molto da lui, non vedo l'ora di cominciare.

Spero con tutto il cuore che questa guerra non finisca in un'assurda carneficina, ed anche per questo mi auguro che Tohsaka non nutra istinti letali verso i suoi avversari, ma non intendo in alcun modo fare il paladino della giustizia che non sono.

Ognuno è responsabile delle proprie azioni, perciò se farà qualcosa di discutibile, dovrà risponderne soltanto alla sua coscienza.

 

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Capitolo 7

Spoiler

Sessioni d'allenamento (parte 1)

Sono impaziente di saggiare la forza dell'attuale capofamiglia dei Tohsaka, Rin è ancora giovane, ma indubbiamente molto dotata, perciò un confronto fra due capofamiglia di nobile lignaggio sarà davvero interessante.

La mia nuova coinquilina mi ha subito chiesto dove sistemarsi, ed io le ho dovuto appioppare la camera accanto alla mia, poiché è' l'ultima che ho libera.

Una fortuna enorme, altrimenti chissà dove avrei potuto sistemarla, anche se in fondo sarebbe stato divertente condividere la stanza con una moretta tutto pepe.

Appena finito di farle da Cicerone della casa la lascio da sola nel suo nuovo alloggio a disfare i bagagli e, mentre mi avvio di nuovo al piano di sotto, la porta della camera di Caster si apre.

La mia compagna d'armi appare già pronta con il suo immancabile mantello nero e, ancora assonnata, mi dà il buongiorno.

Io nel ricambiare la informo della colazione all'occidentale che ho preparato per lei, e la mia partner ne rimane visibilmente colpita, il suo sospiro di stupore è piuttosto eloquente.

Non sapevo se le avrebbe fatto piacere, non conoscendo le sue abitudini alimentari, ma lei per fortuna è rimasta contenta delle mie attenzioni.

Prima di fare colazione mi informa però che si farà una doccia veloce, ed io le dico che l'aspetterò in cucina nel frattempo, poiché debbo darle una notizia.

Lei rimane incuriosita dalle mie parole, e per questo si avvia velocemente a darsi una rinfrescata.

Caster è un mistero che non vedo l'ora di svelare, ed aldilà della curiosità sul suo aspetto, mi incuriosisce la sua intera storia.

Il suo passato e le vicende che l'hanno portata ad uccidere il suo Master sono in particolare i temi che mi suscitano maggiore interesse, soprattutto quest'ultimo punto.

Di norma i Servant non arrivano a tanto, quindi ci dev'essere qualche ragione grave per aver commesso un simile gesto.

Vorrei riempirla di domande, ma sono certo che non risponderebbe nemmeno ad una di queste per il momento.

La conosco da un solo giorno in fin dei conti, ma posso già capire che non è il tipo da parlare di sé con troppa leggerezza.

La sua fiducia ed il suo rispetto me li dovrò guadagnare con i fatti e non con le parole, ma la cosa non mi dispiace, poiché è in linea con il mio essere più un uomo di fatti.

Posso sicuramente dire che è un supporto fenomenale, le mie fiamme non hanno mai bruciato con tanta intensità prima di ieri sera.

Il suo potenziamento è stato sorprendentemente efficace, per non parlare di quei proiettili magici che hanno fatto indietreggiare persino quel bestione di Berserker.

Questo allenamento di gruppo mi aiuterà a scoprire ancora di più delle sue abilità, anche se sono abbastanza sicuro del fatto che non mostrerà tutto il suo arsenale.

La presenza di Rin e Archer qui, la nostra alleanza, non cambia il fatto che prima o poi diventeranno nemici.

Sarebbe sciocco da parte del mio Servant svelare tutte le sue carte migliori, e sono certo che lei questo aspetto lo abbia già considerato.

Dopo circa un quarto d'ora Caster giunge in cucina assieme a Rin, accompagnata dal suo Archer, appena manifestatosi.

Il mio famiglio consuma velocemente la colazione e, dopo averla informata circa l'allenamento, si dice ansiosa di cominciare.

Non pensavo avrebbe accolto la cosa con tanto entusiasmo, anzi ero pronto a delle proteste, ma sono contento di questa reazione.

Quello scantinato buio e un poco umido in cui ho la mia palestra personale e' il posto migliore per fare pratica al chiuso, lontano da possibili occhi indiscreti, e difatti comincio ad esporre la mia idea ai presenti, che mi osservano con leggera perplessità.

Senza perdere tempo accompagno i miei ospiti nel suddetto luogo e procedo ad illustrarglielo brevemente, dopo aver collocato su delle sedie vecchie alcune bottigliette d'acqua.

<<Non è certo il grand hotel, ma per allenarsi direi che è più che sufficiente>> dico io mostrando ai miei compagni lo spazio adibito all'allenamento.

Per fortuna è più grande di quanto possa sembrare a prima vista, ed in un piccolo angolo della stanza svetta un bilanciere per fare pesi.

Nel tempo libero mi piace allenare il mio fisico, e soprattutto adoro l'idea di farlo in totale tranquillità, senza il brusio che caratterizza una vera palestra.

Rin pare la più perplessa di tutti, mentre Archer per fortuna sembra molto più a suo agio con l'ambiente spartano che ha davanti a sé.

Eccetto il bilanciere e qualche sedia vecchia non c'è assolutamente niente, è un grande spazio vuoto, ed è proprio quel senso di vuoto che dà una percezione di vastità.

Caster è interdetta, probabilmente non si aspettava un posto simile in casa mia e, considerando i complimenti che mi aveva fatto per l'arredamento appena arrivata, il suo sconcerto è piuttosto comprensibile.

Questo evento mi ha permesso di capire una cosa sulla mia partner, ossia che è un'amante dell'estetica, un dettaglio di poco conto che però mi aiuta a farmela conoscere meglio.

<<Lasair, prima di cominciare vorrei chiederti una cosa...dov'è il tuo emblema magico? Un mago di nobile discendenza come te deve per forza averne uno.>> domanda Tohsaka.

<<In effetti non ti sbagli, ce l'ho ma è semplicemente occultato.

Non ti aspetterai che ti mostri il più grande segreto della mia famiglia? Io e te saremo nemici prima o poi non dimenticarlo.>> le mie parole sconvolgono Rin, come se avessi detto qualcosa di inaudito.

<<M-ma com'è possibile? Il mio emblema magico è sempre in evidenza, non ho mai sentito di un modo per occultarlo.>>

<<Anche qui non ti sbagli in effetti, ma lascia che ti spieghi.

Un modo non esiste, o meglio non esiste un modo conosciuto nel mondo della magia, difatti e' uno dei segreti degli Strathmore che ho ereditato quando sono diventato il capofamiglia.

Il mio clan è spesso stato in lotta con altre casate nel corso dei secoli, perciò i miei antenati hanno ideato un metodo per occultare l'emblema magico, in modo da poter sfruttare al massimo l'effetto sorpresa durante gli scontri.

Dopotutto gli Strathmore sono una casata di maghi votata alla battaglia, non alla ricerca delle cinque stregonerie come la maggior parte del mondo magico.

Normalmente nessuno estraneo alla mia famiglia dovrebbe sapere di questo metodo di occultamento, ma se vedessi il tuo emblema avrei su di te un ingiustificato vantaggio.

Perciò prendi questa boccetta e bevila tutta d'un fiato>> dalle fiamme nelle mie mani materializzo un'ampolla con un liquido verde, e la porgo prontamente a Rin.

La ragazza in un primo momento è riluttante a bere l'intruglio, ma alla fine lo ingurgita con rassegnazione.

Dopo averlo ingerito fa una smorfia di fastidio e porta fulminea la sua mano destra sul braccio sinistro, come se avvertisse bruciore.

Io la rassicuro dicendole che è assolutamente normale, poiché attraverso quel bruciore il liquido sta occultando l'emblema dei Tohsaka.

Pochi secondi e Rin alza la manica della sua maglietta, notando con sorpresa un braccio sinistro normalissimo, senza alcuna traccia dell'emblema magico della sua famiglia.

<<Hai davvero l'onore del guerriero Lasair, il tuo comportamento lo apprezzo moltissimo e ti ringrazio per questo favore.

Avresti potuto tacere e prenderti questo vantaggio, eppure non l'hai fatto.

Non è facile, soprattutto in un conflitto come la Guerra del Santo Graal, trovare uomini con un tale senso dell'onore.

A proposito, quella che hai appena usato è la termo dislocazione? Lo spostamento di un oggetto attraverso lo spazio usando il fuoco come portale?

E' un'abilità difficilissima da padroneggiare per qualsiasi mago piromante, in quanto bisogna eliminare le proprietà distruttive del fuoco per conferirgliene altre che normalmente non gli appartengono.

Incontrare un mago con un tale livello di abilità nella manipolazione di un elemento è raro al giorno d'oggi, devo dire che sei una continua sorpresa Strathmore>> il suo tono è piuttosto compiaciuto, e in Tohsaka noto per la prima volta un comportamento affabile, che mi sembra molto più autentico rispetto a quello scorbutico che sfoggia per la maggior parte del tempo.

Io le confermo che si tratta proprio di quell'abilità, e poi comincio ad illustrarle il mio stile di battaglia con esempi pratici.

Il fuoco generato dalla mia mano destra prende la forma di un pugnale, che io prontamente scaglio alle spalle di Tohsaka, tranciandole anche alcuni capelli nel mentre.

La mia arma si conficca nel muro e lo incrina, mentre la ragazza osserva la scena stupefatta, salvo poi rimproverarmi di averle toccato i capelli.

<<Questo è il mio stile di combattimento, per farla breve io modello il fuoco in svariate forme, e poi utilizzo i suoi costrutti per combattere.

Posso creare spade, pugnali, fruste, insomma qualsiasi cosa io immagini.

Come nella magia di proiezione l'immaginazione è l'elemento alla base di questa arte, solo che qui non è l'unico ingrediente, poiché viene applicato anche il fuoco, e da qui il mio stile improntato al corpo a corpo.

Come capirai il fuoco allo stato puro è poco pratico per combattere, perciò ho dovuto sfruttarlo in modo diverso.

Ora tocca a te mostrarmi di cosa sei capace, prima di iniziare davvero l'allenamento.>> sto svelando molto delle mie abilità, perciò mi sembra il minimo che anche la mia avversaria faccia altrettanto.

Rin punta le sue dita a mò di pistola, per poi sparare un proiettile magico contro il muro alle mie spalle, con una forza tale da romperne un pezzo.

Lei mi spiega che quello è il Gandr, una maledizione nata nei paesi nordici, che quando viene utilizzata con poco potere magico sortisce un effetto simile all'influenza in un normale corpo umano.

La maga però specifica che, quando viene creato con potere magico altamente condensato, può avere la forza di un proiettile, come mi ha appena mostrato.

<<Lasair, vorrei testare le tue abilità in un duello leale se sei d'accordo.

Sei un guerriero dall'animo nobile, perciò vorrei confrontarmi con qualcuno degno di saggiare la mia forza se me lo consenti......e se me lo consente anche Rin ovviamente.>> Archer interrompe il suo stoico silenzio per farmi una proposta sorprendente, che mi lascia stupefatto in un primo momento, ma che accetto subito dopo.

Nei suoi occhi scorgo chiaramente un desiderio sincero di battersi, lo stesso che ho io, e Tohsaka non può fare a meno di accettare la richiesta del suo Servant.

Ci posizioniamo ai lati opposti dello scantinato, ci scrutiamo intensamente per alcuni secondi, e poi scattiamo entrambi verso l'altro, sotto lo sguardo interessato di Caster e Rin.

L'arciere materializza le sue spade gemelle, le stesse usate contro Berserker, e si lancia all'attacco con una velocità che mi sorprende, al punto da non lasciarmi possibilità di difendermi.

Il suo primo fendente va a segno, sgualcendo la mia maglietta con una precisione chirurgica atta a non ferirmi, degno di uno spadaccino d'alto livello.

Mi soffermo qualche istante ad osservarlo, dopo essermi portato un po' indietro, allo scopo di elaborare quanto appena successo.

Per quanto veloce ora capisco un po' meglio i suoi schemi, quindi questo primo colpo incassato mi è servito dopotutto.

Il secondo fendente dell'avversario riesco a schivarlo al pelo con un ulteriore balzo all'indietro, grazie alla mia neo acquisita comprensione dei movimenti dell'arciere.

Il tempo di giocare in difesa è finito, perciò materializzo in fretta una coppia di spade di fuoco per contrattaccare.

Questo sarà un duello di lame, perciò uso su di me l'incantesimo di accelerazione del tempo personale Accel Two per aumentare la mia velocità, e mi avvento su Archer con rapidità inaudita. Dopodiché meno un paio di fendenti, che vengono prontamente parati dall'avversario incrociando le lame, con uno sguardo di scherno da parte sua.

Il mio sfidante è pur sempre un Servant, e la mia velocità alterata non basta comunque a coglierlo in fallo.

Quello che però lui non sa è che tutto ciò è stato intenzionale, difatti ho volutamente attaccato in maniera prevedibile, per poter comprendere i suoi tempi di reazione e i suoi movimenti in difesa. Sapevo benissimo che la mia velocità non sarebbe stata sufficiente per poterlo colpire, mi serviva solo fargli credere di essere serio per creare in lui un falso senso di sicurezza.

Adesso però ho compreso che dopo la parata muove sempre un passo indietro, in modo da creare una distanza sufficiente per poter contrattaccare in libertà con le sue spade corte.

Il limite di quelle lame è proprio la lunga distanza e, poiché sono armi a corto raggio, un ampio passo indietro crea la condizione ideale per menare un ampio fendente, che copra in un attimo lo spazio fra i due contendenti.

La rapidità dell'utilizzatore, combinata alla distanza ravvicinata, crea una condizione ideale per non lasciare scampo nemmeno al nemico più agile.

Una mossa ingannevole, che fa pensare ad una manovra in ritirata, quando invece è proprio il contrario, poiché facendo questo lui si crea uno spazio di manovra per poter muovere le sue armi nel modo migliore e più efficiente possibile.

Una volta compreso questo mi ritiro di qualche passo, per poi avventarmi di nuovo su di lui allo stesso modo di poco fa, ma a velocità normale.

Archer pare deluso dalla mia ripetizione e procede a difendersi come prima, ma dopo aver aspettato il suo fatidico passo indietro stavolta accelero a sorpresa.

Così, dopo un paio di colpi a vuoto, il mio terzo attacco va a segno, sgualcendogli la giacca all'altezza della spalla proprio come lui ha fatto con me qualche minuto fa.

Ho volutamente sferrato gli stessi due fendenti di prima, in modo che lui procedesse a pararli nello stesso modo, e poi ho aspettato quel passo all'indietro per coglierlo alla sprovvista con un'accelerazione repentina.

In pratica ho sfruttato quella finestra che segna il suo passaggio dalla difesa al contrattacco, accelerando proprio dopo che ha abbassato la guardia.

<<Capisco, quindi prima ti sei lanciato in un'offensiva scoordinata solo per capire i miei movimenti.

Dopodiché hai ripetuto le stesse mosse per ricreare le condizioni precedenti, al solo scopo di sferrare all'ultimo un colpo nuovo dopo aver compreso le mie mosse.

Una tattica rischiosa, ma astuta Lasair, ti meriti i miei complimenti per aver sfruttato in modo così sopraffino l'effetto sorpresa.>> il mio avversario si compiace della cosa e mi sorride.

Io replico al suo sorriso facendo altrettanto, mentre Caster e Rin osservano rapite il duello, sedute su quelle fin troppo precarie sedie.

Questo duello è uno dei migliori che abbia mai combattuto finora, ed anche se so bene che non sta venendo combattuto al massimo da nessuno dei due, mi sto divertendo un mondo.

Il mio avversario è un guerriero davvero onorevole, e ben poche volte mi è capitato di misurarmi contro gente come lui, capace addirittura di valorizzare ogni singola azione.

Dopo una piccola pausa sia io che il cavaliere in rosso ci avventiamo di nuovo uno contro l'altro a gran velocità, iniziando a menare fendenti sempre più veloci e confusi.

Ormai l'onorevole duello ha lasciato il posto alla pura frenesia dell'incrocio di lame, ed ora che ho capito come si muove, lui non riesce più a colpirmi con tanta facilità.

I miei riflessi mi assistono nella difesa, ma allo stesso tempo nemmeno io riesco a sferrare colpi decisivi, poiché anche il mio avversario si è adattato a me.

Nessuno dei due prevale sull'altro, le mie spade di fuoco e le sue spade gemelle hanno smesso di scontrarsi e sono ormai incrociate.

In questo momento è un confronto di pura forza, se riesco a spezzare la sua guardia sarà vulnerabile per un ultimo attacco.

<<C'è un particolare che non hai considerato Archer, ossia che le mie lame fiammeggianti hanno solo la forma di spade, ma restano fuoco allo stato puro.

Posso usarle in questa forma perché le sto tenendo ad una bassa temperatura, ma indovina che succede se aumento improvvisamente il loro calore.>> nel mio sfidante scorgo una punta di perplessità dopo le mie parole.

Come promesso io innalzo la temperatura delle mie fiamme, fino al punto di fondere le spade gemelle del mio nemico, approfittando del fatto che fossero incrociate con il mio fuoco modellato.

Dopo aver cancellato le sue armi accelero nuovamente verso il cavaliere rosso ora indifeso e, una volta annullate anche le mie spade fiammeggianti, punto il palmo della mano destra sul suo addome, approfittando di una finestra d'azione molto ristretta.

Come ultima mossa aumento stavolta la temperatura della mano, e con il grande calore genero una piccola detonazione.

La mini esplosione scaglia l'avversario contro il muro dello scantinato, facendolo tremare leggermente.

Sia Rin che Caster sono stupefatte dalla mia mossa, ma l'espressione del cavaliere rosso pare più compiaciuta che arrabbiata.

<<Di nuovo i miei complimenti Lasair, innalzare la temperatura del fuoco per bruciare le mie armi e lasciarmi indifeso, per poi colpirmi sfruttando quel piccolo intervallo in cui ero disarmato.

Una strategia magnifica, non troppo dissimile da quella di prima, ma diversificata abbastanza da non creare quell'alone di prevedibilità che avrei potuto sfruttare a mio vantaggio.

Dovrei però ucciderti per avermi rovinato il vestiario, guarda qua la mia corazza, è fusa al centro dell'addome e per giunta mi hai anche leggermente bruciato la pelle.>> l'arciere dopo quelle parole tradisce in un primo momento uno sguardo infuriato per il suo abbigliamento, ma poi si lascia andare ad un vistoso ghigno.

<<In effetti mi sono fatto prendere la mano, mi dispiace molto>> dico io con tono costernato.

Il nostro duello termina sostanzialmente senza veri vincitori, ma del resto lo scopo originario del duello era puramente conoscitivo.

Io ho avuto un assaggio delle capacità di spadaccino di Archer, mentre lui ora conosce meglio il mio stile.

Rimango comunque esterrefatto dalla bravura con la spada del mio avversario, e mi domando come un individuo simile sia finito nella categoria degli arcieri, quando la sua abilità con le lame non ha nulla da invidiare alla classe Saber.

Le sue tecniche sono a dir poco splendide, e spero che vorrà insegnarmene qualcuna.

Però so bene che il nostro pareggio non è davvero tale, dal momento che Archer non ha fatto sul serio nemmeno per un secondo, non ci vuole una scienza per capire che voleva solo testare le mie capacità.

<<Master, i miei più sinceri complimenti, la tua abilità mi ha sorpresa molto, tuttavia mi piacerebbe vedere come te la cavi contro di me>> la cara Caster si lascia andare a delle lodi, ma mi lancia nel contempo una sfida che io non vedo l'ora di accettare.

Il mio precedente sfidante si accomoda accanto alla sua padrona, mentre il mio Servant prende posto davanti a me, pronta a darmi battaglia.

Prima di continuare prendo una bottiglietta d'acqua appoggiata su una delle sedie vecchie, e faccio un grande sorso per reidratarmi in vista del prossimo scontro.

Sarà la prima volta che potrò vedere un po' di più delle abilità magiche della mia partner. Un'occasione simile merita di essere celebrata al meglio, perciò farò il possibile per essere all'altezza di questo evento.

 

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Capitolo 8

Spoiler

Sessioni d'allenamento (parte 2)

Sono finalmente davanti a Caster, pronto a darle battaglia come lei mi ha chiesto.

Da sotto quel cappuccio nero pece sono certo che mi stia scrutando intensamente, ed è frustrante versare nel dubbio di cosa possa passarle per la testa.

Con Archer era tutto più semplice, riuscivo ad avere almeno un'idea di cosa pensasse basandomi sulle sue espressioni facciali, mentre con il mio Servant non ho questa possibilità.

Lo scontro parte già con un netto svantaggio per me, poiché non sapendo cosa può pensare la mia avversaria non posso nemmeno elaborare delle strategie, e perciò dovrò andare ad impulso.

Rin ed il suo Servant nel mentre osservano lo scontro che sta per cominciare, con uno sguardo che tradisce curiosità verso ciò che accadrà.

Senza esitare ulteriormente mi avvento sulla mia partner, e in velocità materializzo una daga infuocata per piombarle alla gola, ma come previsto non può essere così facile.

Caster si smaterializza istantaneamente prima che possa toccarla, per poi catapultarsi alle mie spalle e colpirmi con alcuni proiettili magici sparati a raffica.

Il suo attacco va perfettamente a segno e mi colpisce in pieno, con una forza tale da scaraventarmi violentemente contro il muro dello scantinato.

Quei proiettili sono davvero assurdi a livello di potenza, devono essere fatti di magia altamente concentrata, un po' come il Gandr di Tohsaka.

La mia maglietta, già danneggiata ad altezza spalla da Archer, viene ulteriormente sgualcita dai colpi nemici, e quindi decido di levarla direttamente per combattere più liberamente.

Una piccola fiamma e la incenerisco, poiché ormai inutilizzabile, sotto lo sguardo imbarazzato di Rin.

La mia avversaria possiede una velocità di reazione impressionante e, nonostante io non abbia usato potenziamenti sulla mia rapidità, ha agito con una prontezza disarmante a dir poco.

Senza perdere tempo Caster procede ad un altro mini bombardamento di proiettili, ma stavolta non mi faccio cogliere impreparato, ed inizio a schivarli uno ad uno con alcune manovre acrobatiche.

Le mura dello scantinato iniziano ad incrinarsi sempre più a causa dei colpi del mio Servant, ma non è tempo di pensare a simili minuzie, dopotutto è una stanza adibita all'allenamento.

La capacità di smaterializzarsi della mia partner è problematica, può potenzialmente rendere inefficaci tutte le mie mosse, perciò ho bisogno di alcuni diversivi per coglierla alla sprovvista.

Con gran rapidità incendio i miei pugni e li faccio bruciare subito fino al limite estremo, in modo da produrre in breve tempo un calore elevato, sotto lo sguardo confuso di tutti i presenti.

Lo scantinato è molto umido e le piogge, frequenti in questa città, lasciano spesso e volentieri residui di umidità una volta terminate.

Attraverso l'elevatissimo calore quei residui d'acqua si tramuteranno in vapore, e così potrò finalmente agire.

<<Accidenti Lasair, cerca di contenerti un minimo, gradirei vedere lo scontro senza diventare uno spiedino arrosto>> a quanto pare Tohsaka non è una grande amante del caldo.

<<Scusa tesoro, te l'ho già detto una volta che sono un tipo focoso, ma sentiti pure libera di metterti più comoda se preferisci>> alla mia risposta sfacciata Archer manifesta un vistoso sorriso, evidentemente lui adora quanto me vedere la sua padrona imbarazzarsi.

<<T-tu sei un maledetto pervertito ecco cosa sei, mi assicurerò di chiudere a chiave la porta della mia stanza, non sia mai che ti vengano strane idee>>

<<Dolcezza, non ho certo bisogno di fare mosse tanto infide come sgattaiolare nella stanza di una ragazza di notte, prima o poi verrai sicuramente tu da me>> e con un occhiolino chiudo la conversazione con Rin, che in un secondo diventa più rossa di un peperone e si zittisce.

La temperatura dello scantinato è ormai elevatissima, e l'intera stanza inizia a riempirsi di vapore, che in pochi secondi riduce nettamente la visibilità.

Ora ho creato le condizioni ideali per attaccare Caster, che non vedendo più nulla non potrà certamente smaterializzarsi in tempo.

Uso immediatamente l'incantesimo dell'occhio del predatore per potenziare la mia vista, e poi scatto a gran velocità verso la mia partner.

Senza perdere tempo incendio la mia mano e simulo una lancia, riuscendo stavolta a sfiorare la mia avversaria.

Purtroppo non sono riuscito a colpirla direttamente come avevo preventivato, ma se non altro ho sgualcito il largo mantello della maga.

Nonostante la visibilità ridotta è riuscita a sottrarsi appena in tempo al mio colpo, ma non importa, è pur sempre un piccolo risultato.

<<Davvero ingegnoso Master, hai utilizzato il vapore per diminuire la visibilità e lo hai sfruttato anche per celare la tua presenza, contando sul fatto che avrei capito troppo tardi di essere sotto attacco per potermi smaterializzare in tempo, ma ti è andata male.

Hai individuato il punto debole della mia tecnica, ma non hai tenuto in considerazione la mia naturale rapidità di reazione e, per quanto tu sia stato rapido, mi hai lasciato una finestra d'azione piuttosto ampia per schivare il tuo colpo>> parole che tradiscono una gran sicurezza, quelle della mia compagna.

In un secondo l'incantatrice è pronta ad una nuova offensiva, e con mia grande sorpresa materializza dalle mani del fuoco purpureo, che modella in forma di sfera e poi me lo lancia addosso a media velocità.

Il suo colpo mi lascia sorpreso, ma la velocità dell'attacco e la breve distanza che separa me e la mia avversaria mi rendono impossibile schivare agevolmente, perciò mi limiterò ad attendere passivamente di essere colpito.

Sono nato circondato dal fuoco, e sono stato temprato da esso per tutta la vita, al punto da aver sviluppato una capacità assai particolare.

La palla di fuoco della mia avversaria finisce per bruciare profondamente il mio petto, ma nonostante l'enorme dolore rimango in piedi, dinanzi allo sconcerto di tutti i presenti.

<<Ma come accidenti hai fatto? Hai subito in pieno una palla di fuoco purpureo, uno dei tipi di fuoco più potenti, eppure sembra che il danno sia stato minimo.

Te l'ho lanciata con la certezza che tu l'avresti schivata senza problemi, quanto sei stato incosciente a non farlo.

Questo colpo può uccidere chiunque con estrema facilità, le alte temperature di norma sciolgono perfino le ossa, come fai ad essere quasi integro?>> la mia partner è scioccata da quanto sta vedendo, e non è la sola, difatti anche Archer e Rin sono senza parole.

<<Beh sai, quando passi ogni giorno della tua vita a contatto con il fuoco qualcosa la impari.

Ci sono maghi che possiedono capacità particolari, che li distinguono dalla massa, ed io sono uno di questi.

Allenandomi costantemente con il fuoco nel corso degli anni ho scoperto una cosa interessante, ossia che posso usarlo addirittura come cura, se soddisfo alcune piccole condizioni.

Sono nato con una quantità enorme di circuiti magici, anomala persino per un mago degli Strathmore, e gli allenamenti di mio padre mi hanno aiutato a capire le mie piene potenzialità.>> interrompo il discorso per concentrarmi sulla guarigione, ed in pochi istanti le mie ferite da ustione si rimarginano proprio grazie al calore del fuoco nemico.

Senza perdere ulteriore tempo lancio alcune palle di fuoco alla mia avversaria, che controbatte usando l'acqua per dissolverle, lasciandomi nuovamente molto sorpreso.

<<Anche io ho più di un asso nella manica Master, posso manipolare più di un elemento>> Caster usa parole piene di orgoglio, contornate da un sorriso beffardo tanto evidente da spiccare persino da sotto il suo cappuccio.

La mia avversaria mi attacca nuovamente, servendosi stavolta di alcuni raggi di energia manifestati da un cerchio incantatore, ed io procedo a pararli senza difficoltà con uno scudo di fiamme.

Purtroppo mi rendo conto troppo tardi che l'intento della sfidante non era quello di ferirmi, ma di creare un diversivo, e senza nemmeno accorgermene la mia partner è alle mie spalle, pronta per sfoderare altra potenza di fuoco.

Facendo sfoggio di una velocità che ha dell'incredibile Caster mi bombarda nuovamente con del fuoco purpureo, ancora più potente di quello di prima.

Ho come la sensazione che si sia fatta trascinare un po' troppo dallo scontro, e non si stia rendendo conto di stare adoperando attacchi letali.

Credo che la sua intenzione in fin dei conti sia solo quella di provare l'efficacia del fuoco purpureo di cui va tanto fiera, ma è probabile che non si renda conto delle potenziali conseguenze.

Io però incendio prontamente il mio intero corpo, avvolgendomi di un'aura fiammeggiante,e grazie ad essa assorbo completamente il fuoco nemico, facendolo mio.

Tutti i presenti sono basiti dalla mia mossa, ma questo è solo il primo atto della fase finale.

Con uno scatto bruciante in un attimo sono alle spalle della mia avversaria, ancora a mezz'aria dopo la sua precedente offensiva, e con altrettanta rapidità la colpisco con un poderoso calcio intriso di fiamme che la manda al tappeto.

Senza perdere tempo modello il fuoco nella mia mano destra per creare una spada corta, e poi sollevo Caster di forza, con lo scopo di puntargliela alla gola.

<<M-ma come hai potuto fare tutto questo? Hai assorbito completamente il mio fuoco, lo hai fatto tuo, e l'hai usato per potenziarti ulteriormente...chi diavolo sei tu Master?>> domanda il mio Servant con voce sorpresa, mentre negli occhi degli spettatori scorgo la medesima curiosità della sfidante.

<<Potrà sembrare una frase fatta quella del fuoco che mi rende più forte, ma nel mio caso è davvero così.

Quando vengo ferito dal fuoco nemico non solo ho la capacità di convertire lo stesso in una cura, ma posso sfruttarlo anche come energia supplementare per me stesso.

Per farla breve ogni cosa legata a questo elemento io posso sfruttarla a mio vantaggio, e poco fa ho utilizzato il tuo stesso attacco per potenziarmi.

Queste capacità non hanno un nome ufficiale, perciò gliene ho dato io uno...Flame Healing e Flame Enhancing, dichiara subito la tua sconfitta incantatrice, non hai possibilità di sconfiggermi in un duello onorevole.>> l'avversaria non può far altro che seguire il mio consiglio e dichiara la resa, ma subito dopo si volta verso di me con fare intrepido.

Non è mai stata tanto vicina a me come ora, quel cappuccio nero come sempre copre il suo volto, ma le sue labbra si muovono come a volermi comunicare qualcosa.

Sono confuso da quel gesto, perché non capisco se sia un gesto di intimità o semplicemente stia cercando di dirmi qualcosa senza farsi sentire da Archer e Rin.

Sempre in uno slancio di audacia lei porta la sua bocca in prossimità del mio orecchio e mi sussurra qualcosa.

<<Ora ho la conferma che sei un Master pienamente meritevole dei miei servigi, e mi scuso di essermi fatta prendere la mano con quegli attacchi basati sul fuoco.

Tuttavia questo piccolo duello non era che una minuscola dimostrazione delle rispettive abilità, non avrai pensato che dessi fondo alle mie piene potenzialità dinanzi a due futuri avversari?>>

<<Non l'ho mai pensato Caster, ma anche se mi hai mostrato poco sono ugualmente rimasto impressionato, sei proprio la partner che cercavo per questa competizione.>> i due ospiti osservano la scena con un'aria estremamente curiosa, e Tohsaka ha l'aria di essere seccata, poiché non riesce a sentire che cosa ci stiamo dicendo io e il mio Servant.

<<Direi che un piccolo premio lo hai meritato comunque Lasair, non è da tutti sopraffarmi in questa maniera>> le parole dell'incantatrice mi lasciano confuso in un primo momento, ma tutto si chiarisce quando lei mi bacia sulle labbra, lasciando Rin ed Archer senza parole, come anche il sottoscritto.

Un bacio intenso nella sua fugacità, a cui mi abbandono senza alcuna esitazione.

In quegli attimi d'incontro fra le nostre labbra però una visione si materializza davanti ai miei occhi,uno scenario ben diverso dallo scantinato di casa mia.

E' una spiaggia illuminata dal sole cocente, baciata da un placido mare, ma non è quello il dettaglio che catalizza la mia attenzione.

A svettare in quella magnifica visione è la figura di una donna di media altezza, dai lunghi capelli color indaco, che ha tutta l'aria di contemplare con tristezza quella calma distesa d'acqua.

Il vento carezza la sua fluente chioma, venendo scandito dal debole pianto da parte di quella stessa fanciulla.

Non posso vedere il suo volto, essendo alle sue spalle, ma qualcosa in lei mi affascina oltremodo.

Un'inspiegabile tristezza si fa prepotentemente largo nel mio animo, al punto che quasi vorrei piangere, ma prima che io possa tentare di avvicinarmi alla donna vengo riportato alla realtà.

In un attimo sono di nuovo nello scantinato di casa mia, e Caster si allontana leggermente da me come se si fosse spaventata di qualcosa.

<<Lasair tu l'hai visto? Ma com'è possibile questo? Non doveva succedere una cosa simile>> la mia partner sembra improvvisamente in preda al panico, perciò mi avvicino e la prendo tra le braccia per tranquillizzarla.

<<Non ti farò domande tranquilla, quando te la sentirai mi dirai tutto tu>> le mie parole sembrano calmare la donna, mentre Rin ed Archer ormai non hanno più idea di cosa stia succedendo.

<<Qualcuno mi spiega cosa diavolo è successo negli ultimi minuti? Prima Caster che bacia Lasair, poi voi due che in quell'imbarazzante momento sembrate abbandonare questa realtà, ed ora la reazione di panico del Servant>> Rin è comprensibilmente confusa ed in cerca di risposte, ma io la liquido dicendo che si è trattato di un semplice bacio, senza alcun accenno alla visione.

Per fortuna gli ultimi scambi di battute con la mia partner sono avvenuti lontano dai nostri ospiti, perciò quanto visto da loro coincide con quello che ho appena detto io.

Agli occhi dei presenti non è stato altro che un improvviso momento di intimità tra due persone, con il conseguente imbarazzo da parte della donna per la mossa audace.

La mia compagna d'armi minimizza anch'essa la questione, dicendo di aver ceduto ad un attimo di debolezza, e il discorso si chiude lì per tutti quanti.

Tohsaka lascia chiaramente intendere di non essere affatto convinta della spiegazione, ma evita di continuare la diatriba.

Dopo questo secondo scontro io dichiaro conclusa la prima sessione d'allenamento, con grande disappunto di Rin, che voleva saggiare personalmente le mie capacità.

Lasciamo tutti insieme lo scantinato, ed io mi prenoto immediatamente per una doccia che possa ristorarmi dopo questi duelli.

Caster si ritira in camera sua, ancora imbarazzata per quanto successo, Archer si smaterializza senza dire una parola e Rin dice di volersi dare una rinfrescata subito dopo di me.

Passo venti minuti sotto la doccia, ripensando continuamente alla visione che ho avuto baciando la mia partner.

Già prima ero curioso di sapere di più dell'incantatrice, ma dopo questo la mia curiosità è esplosa a livelli stellari.

Suppongo che il tempo delle risposte non sia ancora giunto, ma un minuscolo tassello del puzzle è ora stato posizionato sul tavolo.

Esco dal bagno con la testa tra le nuvole, con un asciugamano che copre solo dalla vita in giù, e per poco non cado addosso a Rin, che passava da lì per caso.

Con il suo solito caratteraccio mi rimprovera di stare più attento, ma stavolta ha ragione, dovevo guardare dove camminavo.

Senza continuare ulteriormente la discussione le comunico che il bagno è ora libero, cosicché lei possa rinfrescarsi a sua volta.

Tohsaka mi ringrazia e fa per entrare in bagno ma, mentre mi dirigo nella mia stanza, la mia ospite mormora qualcosa con voce sorpresa.

<<M-ma quel tatuaggio? Quel lupo nero con gli occhi fiammeggianti e quella mezzaluna infuocata, non è possibile che tu sia>> Rin pare sconvolta dalla cosa, ed io rimango sconvolto a mia volta al pensiero che lei sappia di cosa si tratti.

Non pensavo che qualcuno qui potesse conoscere il significato di quel tatuaggio, ora la cosa si fa problematica, il massimo che posso fare adesso è dissimulare.

<<Ti piace il mio tatuaggio? Non pensavo che potessi apprezzarlo signorinella, ma è un'immagine che mi piacque particolarmente quando la vidi sul catalogo del tatuatore.>> il mio tentativo di sdrammatizzare pare non stia sortendo l'effetto sperato, poiché la ragazza mi guarda ancora con aria sospettosa.

<<Sarai anche un abilissimo guerriero, ma scommetto che sei un pessimo giocatore di poker.

Non prenderti gioco di me, so benissimo che cosa vuol dire quell'immagine.>>

<<No tu non sai un bel niente Tohsaka, e sarà meglio che lasci perdere la questione, prima che tu possa farti male>> la dissimulazione è fallita, vediamo se con l'intimidazione ottengo qualcosa.

Con passo minaccioso mi avvicino a Rin, che indietreggia leggermente ma, prima che io sia faccia a faccia con la maga, Archer appare all'improvviso e mi ferma puntandomi una spada al collo.

<<Lasair io ti rispetto profondamente, ma come Servant di questa ragazza devo tutelare la sua incolumità ad ogni costo, perciò se continuerai sarò costretto ad ingaggiare battaglia, e non lo vorrei.>> le parole dell'arciere sono eloquenti, ed io comincio ad indietreggiare.

<<Non vorrei mai lottare con voi adesso, ma Rin dammi retta quando ti dico che è meglio che dimentichi quanto hai visto.

Se davvero sai che cosa significa questo tatuaggio, allora saprai certamente a cosa andresti incontro se continuassi, ed io non voglio che ti accada qualcosa.>> le mie parole sincere sembrano convincere la mia ospite a lasciar cadere la questione, con mio grande sollievo.

<<Farò come mi hai chiesto, ma non posso comunque dimenticare tutto, ed il fatto che tra di noi ci siano dei segreti è un bel problema.

Non so se posso collaborare con una persona non totalmente trasparente, ma prometto che ci proverò in ogni caso, ed ora se vuoi scusarmi vado a darmi una rinfrescata.>> Rin si congeda da me con aria sdegnata, ma ho come la sensazione che le cose saranno più complicate da ora in avanti.

Dopo la spiacevole conversazione vado in camera mia e, dopo essermi rivestito, sento la porta della mia stanza chiudersi all'improvviso.

Mi volto e mi trovo davanti lei...Caster, ancora imbarazzata ma determinata a dirmi qualcosa.

<<Ho sentito di sfuggita la conversazione con Rin, a quanto pare sei un uomo con ben più di uno scheletro nell'armadio Lasair.

Apprezzo molto la tua discrezione nel non volermi fare domande sul mio passato, e pertanto ti riserverò lo stesso trattamento non facendotene a mia volta, ma devo sapere se Tohsaka è da considerarsi ancora nostra alleata o meno>> il dubbio della mia partner è più che legittimo a dire il vero, ed inoltre apprezzo il grande rispetto che mi sta dimostrando in questo momento.

E' piuttosto evidente che il duello di oggi abbia cementificato il nostro rapporto di Master e Servant, una relazione paritaria e fondata sul rispetto reciproco.

<<Sì Caster, Rin è ancora una nostra alleata per il momento, ma sarà meglio tenerla sotto controllo da adesso in poi.

Non vorrei mai che ficcasse il naso in cose che non le competono, e spero con tutto il cuore che ciò non accada.

Tuttavia, se le cose non andassero come previsto, bisognerà prendere dei provvedimenti al riguardo>> e concludo il discorso lanciando alla mia compagna d'armi un'occhiata eloquente.

Caster annuisce silenziosamente alle mie parole, per poi congedarsi subito dopo.

La situazione si è incasinata molto più di quanto mi aspettassi, ma ero sincero poco fa quando ho detto di sperare di tutto cuore che non si arrivi a tanto.

Se Rin si avvicina troppo a questa cosa sarò nuovamente chiamato a fare una scelta molto spiacevole.

 

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Capitolo 9

Spoiler

Fiducia in pericolo

Dopo l'allenamento, ed il conseguente screzio con Tohsaka, la giornata è continuata in modo tristemente tranquillo.

A cena abbiamo solo mangiato, senza rivolgerci la parola, ed ora che la notte è calata siamo di pattuglia per la consueta ronda serale in cerca di altri Master.

L'atmosfera è tesissima, alle soglie dell'insopportabile, ma d'altro canto è Rin che ha messo il muso per questioni futili.

Dopotutto io mi sono solo limitato a dirle di lasciar perdere quanto ha visto dopo l'allenamento, non le ho chiesto niente di impossibile.

Però sono rimasto sorpreso che la mia alleata conoscesse quel tatuaggio ed il suo significato, ma sarà meglio per lei che non inizi a scavare nella questione, o dovrò fermarla.

Tutto ciò che è legato all'argomento è e deve restare sepolto, per il bene di tutti, di Rin per prima.

Ora camminiamo per la strada, illuminata dalla flebile luce dei lampioni, mentre la fredda aria serale sferza la nostra carne.

Il gelo è reso ancora più insopportabile dal silenzio assoluto fra me e la ragazza, e le poche volte che ha aperto bocca è stato per salutare i conoscenti del posto.

Io vorrei iniziare una conversazione ma, visto l'umore della mia interlocutrice, credo sia meglio lasciar perdere.

Non so perché ma questa notte sembra molto strana, fin troppo tranquilla, ed il vento che soffia su Fuyuki ha qualcosa di inquietante.

<<So che non hai voglia di parlare, ma in quanto mia alleata credo sia giusto conversare di cose inerenti la Guerra del Santo Graal>> forse con questo input riuscirò a cavarle fuori qualche parola.

<<Se proprio non possiamo farne a meno allora sputa il rospo>> una risposta piccata, degna di Rin.

<<Non credi che sia tutto troppo tranquillo stasera? La brezza serale ha un sentore diverso, è come se un senso di opprimente inquietudine permeasse l'aria circostante>> le mie parole sembrano trovare d'accordo la ragazza.

<<In effetti anche io percepisco qualcosa di strano da quando siamo usciti di casa, ma pensavo fosse una sensazione solo mia.

Al momento direi di non farci ulteriori domande, perlustriamo ancora un po' la città e vediamo se ne ricaviamo qualcosa.>> sono concorde con la proposta della mia alleata, perciò seguirò questa linea d'azione senza protestare.

<<Quanto al tatuaggio, perché non condividi questa cosa con me Lasair? Non ho forse dimostrato di meritare fiducia? Se temi che vada a sbandierare ai quattro venti quanto mi dirai, allora posso assicurarti già da ora che non lo farò.

E' qualcosa di troppo incredibile, non puoi chiedermi di non farmi domande sui bl...>>

<<Smettila subito Rin, mi pareva che la questione fosse già chiusa questo pomeriggio.

Come ti ho detto poche ore fa versare nell'ignoranza è un bene, credimi, sarà meglio che l'argomento sia chiuso una volta per tutte ragazzina.

Non infilarti in cose molto più grandi di te, o ti potresti fare molto male>> la mia dura risposta genera in Tohsaka un'evidente frustrazione e, dopo la nostra breve conversazione, cala nuovamente un silenzio tombale tra noi due.

Il giro di pattuglia prosegue nella calma più assoluta, di questo passo rientreremo a casa senza aver incontrato nessun Master, e la cosa mi pare oltremodo strana.

Tutti i partecipanti di questa competizione dovrebbero voler arrivare al premio il prima possibile, anche se va considerata la presenza di Berserker, di gran lunga l'avversario più insidioso per ora.

Forse anche gli altri contendenti si stanno preparando al meglio per affrontare quel titano inarrestabile.

Ho come la sensazione che questa calma preceda la tempesta, sarà meglio non abbassare la guardia.

I nostri Servant ci stanno accompagnando in forma di spirito, pronti ad intervenire in caso di bisogno, ma di questo passo la serata passerà tranquilla e senza scontri.

Il giro di perlustrazione stasera si estende fino a Shinto, a cui siamo arrivati tramite uno dei bus serali.

Il distretto più moderno di Fuyuki, di solito caratterizzato dalla frenesia più totale di giorno, è anch'esso stranamente quieto stasera.

Poca gente per strada, molto cortese e disponibile, ma nessun segno di minaccia incombente.

Più avanti c'è il vicoletto in cui ho salvato Caster, sono passati a malapena un paio di giorni eppure mi sembra una vita fa.

Ormai il legame con la mia partner è solido e, nonostante il poco tempo che siamo assieme, sento di potermi fidare completamente di lei.

Qualcuno potrebbe darmi del folle, considerando che ha ucciso il suo precedente Master, ma in cuor mio sento che ha avuto delle buone ragioni per arrivare ad un gesto tanto estremo.

Il momento delle spiegazioni arriverà prima o poi, per adesso mi limiterò a consolidare il rapporto con la mia compagna d'armi, e sono certo che a tempo debito sarà lei stessa a svelare i misteri che la circondano.

Io e Tohsaka stiamo camminando vicini e guardinghi, quando l'urlo di una ragazza, proveniente dai vicoli, ci mette in allerta.

Senza esitare corriamo verso quella voce non troppo distante da noi, un civile ha evidentemente bisogno di aiuto, forse a causa dell'attacco di un Master nemico.

Una volta giunti sul posto ci ritroviamo davanti uno scenario alquanto raccapricciante, alcuni giovani ragazzi a terra morti, con svariate ferite a forma di artigli di animale su tutto il corpo.

Solo una giovane ragazza, con lunghi capelli castani ed occhi dello stesso colore, è sopravvissuta a quella carneficina.

<<Vi prego aiutatemi, i miei amici sono, sono tutti morti?>> la fanciulla ha la voce spezzata dalle lacrime, ed è in evidente stato di shock, cosa comprensibile visto l'accaduto.

Rin cerca di avventarsi sulla povera ragazza per prestarle soccorso, ma io la fermo e le dico che me ne occuperò io.

Utilizzando la telepatia chiedo alla mia partner, ancora invisibile, una cosa molto importante.

<<Caster ora ho bisogno del tuo aiuto, senza materializzarti potresti utilizzare un incantesimo di guarigione? Non possiamo esporre i Servant ai civili, per questo lo chiedo>>

<<E' una cosa molto facile Lasair ma, anche se non esponi me a quella civile, esporrai pur sempre te stesso come mago.>> in effetti la mia partner non ha tutti i torti, ma se devo scegliere tra me e il mio Servant allora sceglierò sicuramente me stesso.

Con passo sicuro mi dirigo verso la giovane donzella, e senza perdere tempo inizio a dar sollievo alle sue ferite grazie all'incantesimo di Caster, veicolato attraverso di me.

La vittima è sdraiata a terra, ferita su tutto il corpo ed in particolare alle gambe, al punto da non riuscire a stare in piedi.

Come gli altri ragazzi riporta sulla pelle i segni degli artigli di un animale, tutto ciò è molto strano.

<<Com'è possibile questo? La mia carne si sta rigenerando ed il dolore sta diminuendo, chi sei tu?>> è comprensibile che la ragazza voglia sapere chi è il suo soccorritore, ma sarà meglio che eviti di espormi più di tanto.

<<Non ha importanza chi sono io, conta solo che tu ti rimetta in forze.

Per i tuoi amici purtroppo non c'è più nulla da fare, ma tu sei viva grazie al cielo ed ora, se ne hai la forza, mi piacerebbe sapere che cos'è successo qui e magari anche il tuo nome>> so che forse è prematuro, ma ho bisogno di sapere chi è il responsabile di questo feroce attacco, poiché certamente non è un normale animale, siamo fin troppo lontani dalla foresta.

<<Mi chiamo Yuki e normalmente sarei restia a raccontare quanto visto, per timore di essere presa per pazza.

Però sto vedendo un uomo in grado di guarire gravi ferite in pochi secondi, quindi quello che è accaduto forse non è così assurdo.

Io e i miei amici stavamo passeggiando per la via principale, guardando le vetrine dei negozi, quando d'un tratto abbiamo sentito una specie di ringhio provenire da questo vicolo.

I ragazzi, nonostante il mio parere contrario, si sono precipitati qui e mio malgrado li ho seguiti.

Appena messo piede in quest'angolo siamo stati tutti quanti assaliti da una specie di grosso cane nero o lupo, dagli occhi rossi e avvolto da una specie di fitta ombra, che ne celava la fisionomia.

Se solo fossi riuscita a dissuadere i miei accompagnatori dall'addentrarsi in questo posto, forse a quest'ora...>> il racconto di Yuki si interrompe bruscamente a causa di un nuovo pianto, che la porta anche ad appoggiarsi alla mia spalla.

Io, con fare imbarazzato, cerco di confortarla al meglio delle mie possibilità, senza toccarla in maniera inopportuna.

Anche lei è stata attaccata come i suoi amici, e difatti i suoi vestiti sono per larga parte a brandelli a causa degli artigli dell'animale.

La sua divisa scolastica è l'indumento più danneggiato, con l'intimo in parte visibile, perciò sono parecchio a disagio in questo momento.

Il logo dell'uniforme della ragazza, ancora visibile in parte, è quello dell'accademia Homurahara, ossia la stessa scuola che frequenta Rin.

Anche se sono concentrato sul rassicurare la vittima riesco a sentire lo sguardo inquisitorio di Tohsaka alle mie spalle, pronta a saltarmi al collo nel caso facessi qualcosa di inappropriato alla poveretta.

Quella bella moretta ha davvero una pessima opinione di me, pensa che sia una sorta di bestia disumana in costante cerca del piacere carnale, tutto ciò mi offende oltremodo.

Passano un paio di minuti e la guarigione è ormai terminata, l'incantesimo curativo di Caster è davvero fenomenale.

Io mi rialzo, e nel contempo sorreggo la giovane, che in un primo momento fatica a stare in piedi da sola.

Lei, visibilmente imbarazzata per il suo abbigliamento rovinato, tiene le mani sul petto nel tentativo di coprirsi, mentre io distolgo lo sguardo con fare imbarazzato.

<<Non ho idea di come tu abbia fatto a curarmi, mio misterioso ed affascinante salvatore, ma so per certo che voglio sdebitarmi, come posso farlo?>> domanda la ragazza con uno sguardo curioso.

<<Non mi serve nulla, il tuo benessere è già una ricompensa per me, ed ora vai via di qui, ho come la sensazione che quella strana creatura sia ancora nei paraggi.

Stare accanto a noi potrebbe essere più rischioso che star da sola, perciò ti consiglierei di rifugiarti nell'hotel all'angolo.

Prendere la via di casa tutta sola a quest'ora non è molto prudente, e purtroppo noi non possiamo accompagnarti.

Domattina potrai tornare in città senza problemi, approfittando del fatto che Shinto di giorno è affollatissima.

Ecco qui qualche soldo, così potrai prendere la stanza migliore dell'hotel, e magari comprarti qualcosa di carino per rimpiazzare questi abiti rovinati, abbi cura di te Yuki>> dopo queste mie parole la ragazza mi bacia sulla guancia e poi si lancia in un sentito abbraccio, a cui ricambio in modo tiepido.

Mi chiede inoltre di poter restare in contatto con me, ma io declino cordialmente la proposta, poiché essendo un mago sono un bersaglio costante.

Lei rimane visibilmente dispiaciuta, ma incassa il “colpo” con eleganza e raffinatezza.

Subito dopo si rivolge anche a Tohsaka, porgendo anche a lei dei sentiti ringraziamenti per aver offerto conforto con la sua presenza.

Rin con la sua espressione dimostra di aver molto apprezzato il gesto, anche se visto il suo carattere non lo ammetterà mai.

Dopo quello la sventurata fanciulla si congeda da noi, con Caster che mi rimprovera per non aver cancellato la memoria della ragazza attraverso i suoi incantesimi.

Io le rispondo che non è necessario, in quanto nessuno le crederebbe se dovesse parlare della cosa, e subito dopo riprendo a guardarmi intorno, in cerca di qualche indizio sulla strana creatura.

<<Una specie di lupo o cane nero avvolto da un'ombra, sembra un qualche tipo di famiglio non credi Lasair?>> l'osservazione di Rin in effetti è sensata, e subito le dico di concordare con la sua ipotesi.

Dopo alcuni secondi di ispezione, agevolata dal mio incantesimo occhio del predatore, riesco a scorgere dei residui d'ombra sul terreno, sotto forma di zampe.

Senza perdere tempo mi metto a correre per seguire quelle tracce prima che scompaiano, e la Master mia alleata procede a seguirmi a sua volta.

Qualche minuto di corsa e ci ritroviamo sulla cima di uno dei grattacieli più alti di Shinto, così tanto elevato da far apparire la luna ad un passo da noi.

<<Perché mai quella creatura è salita qui?>> si domanda Tohsaka.

<<Non aveva ragioni, a meno che il suo padrone non fosse qui fin dall'inizio>> rispondo io con voce seria.

D'un tratto una risata sadica comincia a riecheggiare nell'aria, uno stridio sgradevole che fa accapponare la pelle.

Allarmati dalla cosa ci guardiamo intorno, fino a quando una massa di energia oscura non piomba rapidissima verso di noi.

Io rispondo all'assalto creando uno scudo di fuoco per proteggere sia me che la mia alleata e, dopo l'attacco fallito, il nemico finalmente si palesa.

<<Ahi ahi che dolore, avevo dimenticato quanto male facessero le tue fiamme Lasair.>> quella voce così disgustosa, abbinata a quella risata sadica, io conosco questa persona.

<<Byron, lurido codardo, sei venuto per morire? Se così fosse, sono prontissimo ad esaudire il tuo desiderio.>> le mie parole di sfida lasciano spiazzata Rin, che ha sul volto un'espressione alquanto confusa.

<<Ma tu guarda che sgarbato, non ci vediamo da almeno 5 anni ed è così che accogli un vecchio amico?>> un ragazzo poco più alto di me si staglia davanti a noi, con capelli rossi lisci, occhi neri ed una vistosa cicatrice sull'occhio destro.

Indossa un'appariscente giacca rossa, abbinata a dei pantaloni neri, le sue tendenze da esibizionista evidentemente non sono cambiate in questi anni.

<<E' un gran dispiacere rivederti Byron, speravo di non vederti mai più dopo l'ultima volta>> dal mio tono è alquanto evidente per tutti i presenti che costui non è un mio amico, ma nell'aria aleggia la curiosità di capire il perché, è palese che stiano pensando questo.

<<Tu guarda che razza di superbo, sei sempre stato così altezzoso con tutti quanti, guardandoli dall'alto come fossi un dio in terra.

Non hai mai trattato i tuoi compagni come tuoi pari, per te non eravamo che spazzatura vero?

Ciò nonostante posso dirti che apprezzavo il tuo approccio alle missioni, certo tolto il primo periodo dopo l'entrata in squadra ovviamente>>

Quel maledetto sta parlando troppo, e per mia sfortuna ho accanto proprio l'ultima persona che vorrei al momento, perciò senza perdere tempo mi avvento sulla mia vecchia conoscenza con una spada di fuoco.

Un singolo fendente che purtroppo va a vuoto, con Byron che svanisce in una nube oscura.

Lo sgradevole individuo riappare un attimo dopo alle spalle di Rin, e con rapidità inizia a stringere il collo della ragazza.

<<Guarda che bel bocconcino, ti sarai anche rabbonito da far schifo, ma hai ancora buon gusto in fatto di donne.

Posso però percepire chiaramente che non ti sei ancora spinto oltre con lei, molto male.

Ma se la signorina qui è d'accordo potrei intratt>> il mio vecchio conoscente non ha nemmeno il tempo di finire la frase che gli arriva subito una gomitata in pieno stomaco.

Un colpo così forte che gli fa sputare della saliva, scena sgradevole, eppure stranamente gratificante.

<<Lurido maiale, non so chi tu sia, ma prova ancora a toccarmi e ti cancello dall'esistenza.>> come immaginavo Rin non è tipa da farsi sottomettere con facilità.

Dopo la botta assestata all'assalitore si materializza anche Archer, che senza dire una parola punta una spada al collo di Byron, lasciando quest'ultimo sorpreso.

<<Ti accompagni ad una Master? Che mi prenda un accidente, vuol forse dire che sei un concorrente della Guerra del Santo Graal? Questo sì che è inaspettato Lasair.>>

<<Fai silenzio rifiuto umano, cosa sei venuto a fare qui? E soprattutto perché hai fatto quella carneficina nel vicolo qui sotto? Riconosco ancora bene la tua magia dei famigli, tipica di un codardo come te>> il mio tono iracondo sorprende anche Caster, il cui sospiro sorpreso riecheggia nelle mie orecchie.

Telepaticamente le ordino di non manifestarsi per nulla al mondo, non deve esporsi a questo spregevole individuo, e con riluttanza la mia partner accetta.

<<Perché ho fatto quella carneficina dici? Beh perché ne avevo voglia, sai è un modo come un altro per ammazzare il tempo, oh accidenti che pessima scelta di parole la mia.

Mi sorprende vederti così preoccupato per le vite altrui, sai io ho ricordi di una persona molto diversa, una persona che per giunta ha anche spezzato il cuore di mia sorella sparendo all'improvviso.

Lei è ancora oggi incavolata nera per essere stata mollata su due piedi da te, se ti incontrasse adesso ritengo probabile che tenterebbe di ammazzarti come un cane, ed io la aiuterei ovviamente>>

Quell'essere immondo sta affermando in tono divertito di aver fatto un massacro solo per puro diletto, e la cosa fa montare in me una rabbia devastante.

Un soverchiante istinto omicida si impossessa di me al sentire le sue spregevoli parole, ed i miei stessi poteri stanno rispondendo al mio stato emotivo.

Il sangue che mi scorre nelle vene, riesco a sentirlo mentre inizia a ribollire e ad infiammarsi, al punto che i miei pugni si incendiano senza nemmeno che io lo voglia.

Tohsaka è lì accanto a me, riesco a percepire lo sconcerto della ragazza dinanzi alla scena.

Byron osserva tutto con aria divertita, mentre si smaterializza in una nube oscura per divincolarsi da Archer e dalla sua spada.

<<Qualcuno qui si sta scaldando alla grande, accidenti che caldo, avevo scordato il calore delle tue fiamme.

Mi chiedo se mi mostrerai ancora quella cosa in particolare, oh io spero sinceramente di rivederla.>> le parole della mia vecchia conoscenza risvegliano in Rin una curiosità enorme, tanto che quest'ultima decide di porre allo spregevole individuo alcune domande.

<<Byron chi sei di preciso? Conosci Lasair da molti anni giusto? Non sarà che anche tu fai parte dei>>

<<Taci Rin, ti sembra questo il momento di fare domande? Siamo di fronte ad un omicida di massa, e tu perdi tempo con queste sciocchezze? Piuttosto renditi utile ed offrimi una copertura per poterlo attaccare>> il mio tono severo non piace affatto alla mia alleata, che per tutta risposta incrocia le braccia e mi risponde piccata di arrangiarmi.

<<Bene bene, a quanto pare la tua amichetta non sa la verità sul tuo conto, allora mi sa che una bella chiacchierata è d'obbligo in questo caso>> ormai non ce la faccio più ad ascoltare la sua voce disgustosa, perciò senza perdere altro tempo scatto nuovamente verso il mio conoscente e lo attacco con un paio di fendenti infuocati che vanno a vuoto.

Il suo schema di movimenti però è sempre stato piuttosto lineare, ed in pochi secondi rivolgo un getto di fiamme alla mia destra, conoscendo la predisposizione del mio avversario all'attacco sui fianchi.

La mia intuizione si rivela corretta, e la nube oscura in cui è solito nascondersi viene incendiata interamente, portando Byron ad urlare di dolore per le ferite da ustione che gli sto provocando.

Se voglio combattere al meglio, e senza preoccuparmi della verità che emergerà da questo scontro, devo fare qualcosa per Tohsaka.

Lei è concentrata a guardare il duello ed io, approfittando di questo, mi precipito alle sue spalle con uno scatto bruciante.

Senza esitazione la colpisco al collo per farla svenire, sotto lo sguardo sorpreso di Archer e probabilmente anche di Caster.

<<Lasair, maledetto, in fondo al cuore sapevo di non potermi fidare di te>> parole piene di disprezzo quelle di Rin per me, ma in fondo non posso biasimarla.

Dopo averla tramortita eseguo anche una magia che scaccia gli spiriti, per liberarmi dell'arciere della mia compagna, non prima che quest'ultimo mi abbia minacciato di farmela pagare per quanto fatto.

<<Vuoi proprio che non sappiano la verità eh? Anche se hai disertato rimani un soldato fedele, che paradosso.

Il voto di segretezza dei Black Wolves a cui siamo sempre stati soggetti, lo stai onorando ancora oggi.

Sono venuto a Fuyuki appositamente per fartela pagare, dopo aver scoperto che ti nascondevi qui, ordini dall'alto che però eseguirò con estremo piacere.>> le parole del mio vecchio conoscente, il suo tono di voce sgradevole, sono come le unghie sulla lavagna per il sottoscritto.

<<Io non mi stavo nascondendo, non ho motivo di temere nessuno del vecchio gruppo, tanto meno te.

Se vuoi venire a prendermi fai pure, almeno mi darai l'occasione di finire quel che avevo iniziato cinque anni fa.>> al sentire le mie parole sprezzanti Byron si avventa furioso contro di me, ma io lo butto a terra con facilità.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ed ora sono pronto a fare i conti con il passato una volta per tutte.

 

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Capitolo 10

Spoiler

I due volti di Lasair

<<Sei sempre stato scarso nella lotta corpo a corpo Byron, difatti per combattere fai leva sul potere di creature esterne, una cosa che mi fa ribrezzo.

Non hai speranze contro un uomo altamente addestrato come me, che si è allenato per tutta la vita negli ambienti e nelle condizioni più estreme.

Se ti è rimasto ancora un po' di buon senso girerai i tacchi e tornerai da dove sei venuto, altrimenti finirò per davvero ciò che ho iniziato cinque anni fa.

Mi sfidasti con arroganza e per poco non ci rimanesti secco, ti ricordo che ti salvasti solo grazie a tua sorella Selina, da sempre molto più potente di te>> le mie parole sprezzanti generano una grande collera nel mio interlocutore, che non ha mai sopportato di essere considerato inferiore alla sorella.

<<Stai zitto maledetto, non accetto il tono altezzoso che hai sempre avuto con me.

Quella tua aura di superiorità solo per il fatto di aver ereditato il grande potere del tuo illustre padre, ti ho odiato dal momento in cui ti sei unito ai Black Wolves.

La cosa che più detesto di tutto ciò è che mia sorella si sia innamorata di te, e guarda caso solo con lei ti comportavi in modo diverso, chiaramente con secondi fini.>> con rabbia il nemico manifesta un paio di mastini d'ombra, che prontamente mi scaglia addosso.

Io, senza troppa fatica, squarcio i due famigli con un paio di lame infuocate, per poi proiettarmi a gran velocità su Byron e colpirlo con un pugno infuocato.

Il mio gancio destro fa schizzare via un dente dell'avversario, mentre quest'ultimo crolla al suolo con facilità.

<<Non ti permetto di insinuare che io mi sia comportato in modo gentile con tua sorella solo per approfittarmi di lei, poiché non è così.

E' la prima donna di cui mi sia davvero innamorato, e più volte i miei sentimenti mi hanno reso difficile concentrarmi sulla missione.

All'inizio non mi capacitavo di come poteste essere fratelli, eravate come il giorno e la notte, ma poi ho visto lati di lei che non mi sono piaciuti affatto.

Forse è stata Selina ad indossare una maschera per tutto il tempo, e quando l'ho scoperto ho agito di conseguenza.

Se le brucia ancora oggi non è un mio problema, ho fatto la cosa più giusta per me, e poco mi importa di aver ferito una donna simile.

>> il mio legame con Caster, essendosi parecchio rafforzato, mi permette chiaramente di percepire il suo sconcerto dinanzi al pietoso spettacolo che abbiamo imbastito.

Inoltre sento che vorrebbe intervenire, ma telepaticamente le dico di non intromettersi, poiché il mio sfidante non è provvisto di un Servant e sarebbe scorretto usare un simile vantaggio.

Byron si rialza a fatica, un pugno ed è già ridotto malissimo, di questo passo lo scontro sarà finito molto presto.

Dopo avermi fissato con uno sguardo pieno d'odio il mio sfidante inizia a gridare e a dimenarsi come un forsennato, quasi come se fosse in uno stato di frenesia incontrollabile.

E' sempre stato uno schizzato di prima categoria, ma non lo avevo mai visto ridotto così, al punto da essere più simile ad una bestia che ad un uomo.

In questi cinque anni deve aver fatto qualcosa per potenziarsi, qualcosa che però non sa controllare appieno.

Il nemico, dopo aver fatto un po' di scena, si avventa a velocità inumana su di me, per poi sferrare un'artigliata d'ombra.

Nonostante la sua grande rapidità riesco ad evitare il primo colpo con una schivata verso sinistra, ma i successivi attacchi vengono portati ad una velocità tale da lacerarmi il petto.

Rimango impressionato dalla cosa, poiché il mio conoscente non è mai stato tanto letale nel corpo a corpo, eppure il suo attacco di pochi secondi fa è stato pesante.

Il mio torace è ora segnato da artigli animali, ed il sangue che sto perdendo è tanto, ma non posso comunque esporre il mio Servant.

<<Master sei gravemente ferito, fammi intervenire per favore, altrimenti rischi grosso>> la mia compagna d'armi ha un tono molto preoccupato, ma io la rassicuro dicendole di aver visto ferite ben peggiori.

Lei accetta nuovamente di restare in disparte, ma mi giura che in caso di ulteriori ferite gravi interverrà, che mi piaccia o no, è proprio una tipa testarda.

<<Ehi Strathmore, non te l'aspettavi vero? Hai commesso un errore a pensare che io fossi ancora lo stesso mago dei famigli di anni fa, totalmente dipendente da essi.

Mi sono allenato duramente, alternando i miei doveri ad un severo addestramento volto a raggiungere le tue prestazioni nel corpo a corpo, gah>> il soliloquio del mio sfidante si interrompe bruscamente a causa di un colpo di tosse, che gli fa sputare sangue per terra.

Come avevo immaginato questo potenziamento è innaturale, oltre che troppo estremo per essere sostenuto da un corpo come quello del mio avversario.

<<Adesso ho capito che razza di magia stai usando Byron, ma non pensavo fossi folle fino a questo punto.

Ho sentito spesso parlare dei maghi dei famigli, e della capacità di alcuni di loro di fondersi con le creature che evocano.

Una fusione forzata ed innaturale, che porta il mago ad ereditare le caratteristiche della creatura con cui si fonde.

Abilità che è appannaggio di pochi, e soprattutto poche persone riescono a sfruttare questo potere senza conseguenze fatali.

Tu evochi dei mastini oscuri, e fondendoti con uno di loro hai ottenuto abilità fisiche sovrumane, a discapito della lucidità mentale, non credevo che potessi essere tanto patetico.>> adesso lo sto volutamente provocando, poiché in questo stato animalesco ogni emozione è amplificata, e la frenesia di farmi a pezzi gli farà commettere un errore dietro l'altro in ambito strategico.

Il nemico, impaziente di eliminarmi, prepara la sua nuova offensiva, stavolta smaterializzandosi in una nube oscura.

Non riesco ad accorgermi in tempo della sua ricomparsa alle mie spalle, e finisco per essere travolto da un getto di energia oscura, che mi lancia con violenza contro il muro del tetto.

Le mie ferite sul torace sanguinano ancora e, dopo essermi rialzato, mi strappo la maglietta per usarla come tampone ed in questo modo arrestare il sanguinamento.

Ho commesso un errore di valutazione pensando di potermi avvantaggiare sul piano strategico, poiché in questo stato può essere paradossalmente molto più letale se non ragiona.

Purtroppo non sono ancora in grado di utilizzare il mio stesso fuoco come cura, e non sono nemmeno certo di poter riuscire in futuro a fare una cosa simile, perciò da questo punto di vista non ho vantaggi tattici sull'avversario.

Byron usa l'ombra come elemento per combattere, niente che io possa convertire in potere per me, una bella seccatura.

<<Che ti prende Strathmore? Dov'è finita la spocchia di poc'anzi? Sarai tu arrugginito oppure sono io ad essere molto più forte di cinque anni fa? Finalmente ti batterò, e ti ucciderò molto lentamente>> dopo queste parole sicure il mio avversario inizia ad aumentare in modo esponenziale la sua massa muscolare, fino a strappare la vistosa giacca di cui va tanto fiero.

Inoltre dei denti bestiali si sviluppano nella sua bocca, rendendolo ormai più animale che essere umano.

Senza alcuna esitazione io gli lancio contro un getto di fiamme, che lui schiva agevolmente, ma la mia mossa non era altro che un diversivo.

Dopo la sua schivata utilizzo a fatica l'Accel Two per proiettarmi davanti a lui, e poi lo colpisco violentemente con un'esplosione controllata in pieno petto, generata dal calore della mia mano destra.

A causa del mio attacco Byron cade rovinosamente di schiena, è ridotto così male da essere praticamente alla mia mercé.

Senza nemmeno accorgermene inizio ad infierire sul nemico ormai al limite delle forze, colpendolo con la violenza di una bestia assetata di sangue, e solo quando Caster mi rimprovera telepaticamente torno alla realtà.

Mi sono fatto trasportare troppo, al punto da non rendermi nemmeno conto di stare lottando con una brutalità che da molto tempo non mi appartiene più.

<<Eccolo qui il Lasair che ricordavo io, quello brutale e sanguinario, che guardava solo all'obiettivo e non ai mezzi impiegati per raggiungerlo.

Il demone di fuoco è di nuovo fra noi, celebriamo il suo ritorno con un bel banchetto di sangue>> Byron si lancia in una risata sguaiata dopo quelle parole, nonostante le gravissime ferite sta godendo del suo stesso dolore, che individuo deviato.

<<Sai che ho sempre odiato quell'epiteto, come i tanti altri che mi sono stati attribuiti.

Non sono più da tempo quella persona, ed anche se ho dovuto aspettare quell'evento per rendermene conto, mi sono fermato prima che la situazione degenerasse oltre il limite.

Da allora ho cercato di essere un uomo migliore, anche se il passato in un modo o nell'altro torna sempre a tormentarmi.

Tutto quello che ci dicevano, tutti i risultati che abbiamo ottenuto, non hanno mai alleviato i miei sensi di colpa per quanto fatto.

Quasi ogni notte mi sveglio sudato, inorridito dalle grida di dolore delle persone che hanno sofferto a causa nostra, la mia coscienza alla fine mi ha presentato il conto, a differenza della tua.>> dopo tanto tempo mi ritrovo di nuovo a fare i conti con l'uomo che ero, quello che da tempo ho rinnegato.

Ho ben più di un fantasma a tormentare il mio sonno, ma se non altro ho fatto tesoro di quelle esperienze orribili.

Byron è lì a terra, con entrambi gli occhi neri e la faccia piena di sangue, eppure non smette di ridere sguaiatamente, come se quel massacro fosse esattamente ciò che voleva.

Dopo aver smesso con quell'odiosa risata il mio avversario si dissolve nuovamente nelle ombre, approfittando di un mio momento di distrazione, ed io comincio a guardarmi intorno nervosamente per trovarlo.

Con la sua mossa sparisce completamente dalla mia vista, tanto da rendermi difficile trovarlo persino con uno dei miei migliori incantesimi di localizzazione.

Nonostante la vista potenziata non riesco ad individuare la posizione del nemico, una cosa strana che mi fa pensare che stia impiegando anche un incantesimo di occultamento.

Byron è davvero migliorato in alcune cose, è riuscito ad attivare un sortilegio simile nell'arco di pochissimi secondi e senza che me ne accorgessi, sono impressionato.

Tuttavia, non potrà avvicinarsi a me se mi circonderò di fuoco, perciò senza esitare un istante surriscaldo i miei circuiti magici per avvolgermi nella mia aura di fiamme.

Dopodiché ordino a Caster di portare via Rin, poiché ciò che sto per fare è altamente pericoloso per lei se resta qui.

<<Non avrai intenzione di incendiare tutta la superficie del tetto? Così facendo potresti seriamente uccidere il tuo avversario Lasair>> ciò che la mia partner dice telepaticamente è vero, se Byron venisse investito in pieno dall'incendio morirebbe di sicuro, ma è una scheggia impazzita che dovrò pur fermare in qualche modo.

Se lo lasciassi andare, di sicuro prima o poi tornerebbe, per non parlare del fatto che vista la sua posizione non rimarrebbe incarcerato troppo a lungo nel carcere dei maghi.

Questo pazzo sadico ha fatto una carneficina questa sera, e solo perché era annoiato, come posso lasciar andare una persona simile?

Ha sempre amato in maniera perversa la violenza, perciò ogni mia esitazione può tradursi in altre carneficine come quella a cui ho appena assistito, e questo io non posso proprio permetterlo.

Rinnegare una volta in più me stesso e i miei ideali in favore del bene superiore, ecco quella scelta che, per quanto cerchi di evitarla, si ripresenta puntualmente.

La prima volta che fui chiamato a tale decisione il mio animo ne soffrì immensamente, fu quasi come se un ago si fosse trapiantato nel mio cuore.

E' per questo che dopo quella prima volta ho sempre cercato di essere il più duro possibile, indossando una maschera di fredda impassibilità ed adottando quell'atteggiamento che adesso Byron mi rinfaccia.

Sono dovuto diventare un'altra persona per poter agire in quel modo e sopportare il peso di quelle azioni, ma alla lunga non ho più tollerato di vedere allo specchio un ragazzo che non ero io.

Come se non bastasse, molte volte nel sonno ho udito la voce di mia madre che, con tono sofferente, mi diceva che quella non era la strada giusta per me.

Da allora ho cercato di tornare sulla retta via, quella del guerriero onorevole, ma mi chiedo se dopo tutto ciò che ho fatto sia ancora possibile per me percorrere quel sentiero.

Le mie riflessioni vengono bruscamente interrotte a causa di un vigoroso pugno in piena faccia, che mi getta a terra con violenza, mi sono distratto troppo a lungo e sono rimasto scoperto.

Avevo scordato di essere nel pieno di uno scontro, e mi sono messo alla mercé del mio nemico.

Dopo il colpo sferrato Byron riappare ,e si lancia freneticamente in un nuovo assalto, menando calci mentre io sono a terra per via del pugno appena ricevuto.

Mi sta ripagando con la stessa brutalità che gli ho riservato prima, ed al dolore delle lacerazioni sul petto si aggiunge anche quello delle costole rotte.

Con le poche forze che ancora ho faccio uno sgambetto all'avversario, mossa che lo porta a cadere nuovamente di schiena.

Caster propone ancora un aiuto con l'incantesimo rigenerante, ma io per l'ennesima volta rifiuto, poiché questo è un duello solo tra me e Byron.

Mi rialzo a fatica e mi porto sopra il corpo dello sfidante, ancora disteso dopo la mia mossa.

Evidentemente la frenesia di prima era solo una scarica di adrenalina, ed ora che si è esaurita è esausto quanto me.

<<Maledetto sadico, non posso permettermi di lasciarti andare dopo quello che hai fatto a quei poveri innocenti.

Se ti lasciassi libero chissà quante altre vittime mieteresti, solo per il tuo piacere perverso.>> parlo con voce estremamente rammaricata, ma questa situazione ha un'unica soluzione praticabile.

<<Non fare il martire della situazione, sappiamo entrambi che la cosa non ti dispiace, tuttavia devo avvertirti che se mi uccidi altri verranno dopo di me.

I Black Wolves ti vogliono morto, perciò manderanno altra gente fino a che il lavoro non sarà completato.>> purtroppo ha ragione, lui è stato inviato qui per togliermi di mezzo, perciò non si fermeranno fino a che il lavoro non sarà finito ed io sarò morto.

Io per primo so quanto possono essere perseveranti, ma non posso far altro che eliminare il mio avversario in questo momento.

<<Sono ben consapevole di cosa rischio eliminandoti, ma tu sei una scheggia impazzita oramai.

Che vengano in 10, 100 o addirittura 1000, io li fermerò tutti quanti.

Addio Byron, possano le mie fiamme purificare la tua anima corrotta>> dopo queste parole di commiato lancio un getto di fuoco sul corpo ormai stremato del mio avversario, incenerendolo nel giro di pochissimo.

La sua espressione mentre le fiamme lo consumano è serena, quasi come se avesse ottenuto una cosa che bramava.

<<Ma che cos'hai fatto Lasair?>> la voce che mi sta parlando ora non appartiene al mio Servant, ma a Tohsaka.

Mi volto con fare quasi timoroso, e mi trovo davanti ad una scena terribile.

Rin, ancora a terra dolorante, mi sta guardando in una maniera che non so interpretare.

Il suo volto è solcato da un'espressione a dir poco indecifrabile, non propendente verso la tristezza ma nemmeno verso la rabbia.

<<Non avevo altra scelta Rin, se l'avessi risparmiato avrebbe fatto altre carneficine come quella che abbiamo visto stasera, ed in più lui stesso ha ammesso di averlo fatto solo per noia.

Come potevo lasciare in circolazione un uomo simile?>> le mie giustificazioni non servono a nulla e la mia interlocutrice, nel mentre faticosamente rialzatasi, tiene il viso puntato verso il suolo senza proferire parola.

Non mi guarda e nel contempo non parla, questo silenzio da parte sua è a dir poco agghiacciante, che mi urli contro o mi attacchi, basta che faccia qualcosa.

<<Ma tu chi sei davvero? Pensavo di avere a che fare con un uomo onorevole, e poi vedo questo.

Non riesco più a capire se sei un angelo, oppure il peggiore dei demoni.>> finalmente la Master mia alleata parla, ed ogni sua parola è come un ago in pieno petto.

Dinanzi alla sua domanda io per primo non so darle una risposta, e stavolta è il sottoscritto ad evitare il suo sguardo, temendo che cosa possano dirmi i suoi occhi.

Quel momento di quieto confronto viene però interrotto da Archer, apparso dal nulla e pronto a scagliarsi su di me.

Nemmeno il tempo di rendermene conto che l'arciere è ormai di fronte a me, armato delle sue fidate spade gemelle e di una rabbia bruciante nei miei confronti.

Prima di essere colpito vengo però protetto dalla mia compagna d'armi, intervenuta senza il mio consenso.

L'incantatrice e lo spadaccino sono ora faccia a faccia e ad armi incrociate, con il pugnale della prima che a stento regge il confronto con due spade tante potenti come quelle di Archer.

<<Ti consideravo un compagno onorevole Lasair, uno di cui potermi fidare nonostante la poca conoscenza, ma tu hai tradito la mia fiducia attaccando prima Rin e poi me.

Ho commesso un grave errore di valutazione, ed ora pagherai con la vita il tuo tradimento.>> dopo quelle parole ricolme di disprezzo l'uomo procede ad una nuova offensiva, questa volta mirata a sbarazzarsi innanzitutto della mia protettrice.

Caster però blocca i suoi fendenti attraverso una magia di rallentamento del tempo, che di fatto vanifica l'estrema velocità del Servant ostile.

Dopodiché procede a colpirlo con una potentissima scarica di fulmini, che nel giro di pochi secondi mette in ginocchio Archer, con grandissima sorpresa di tutti i presenti.

<<Non ti permetterò di fare del male al mio Master, per voi è facile giudicare la sua decisione drastica vero?

Rin si è svegliata e ha visto solo l'atto finale, ma di cosa ha provato Lasair in quel momento non sapete niente.

Si è addirittura distratto nel bel mezzo della battaglia, col rischio di essere ucciso dal nemico, perché troppo preso a pensare cosa fosse giusto fare.

Odio la gente che crede di sapere tutto quanto, convinta che il mondo sia solo bianco o nero.

Io, essendo il Servant di questo giovane uomo, riesco a sentire cosa sta provando in questo momento, e la sua anima è dilaniata da ciò che ha appena fatto.

Il suo ardente spirito però non verrà certo smorzato dai vostri giudizi, poiché ha commesso un atto abominevole mosso solo dal genuino desiderio di evitare massacri come quello di stasera.

Ha caricato sulle sue spalle un ulteriore fardello, ma un sacco di gente vivrà grazie al suo gesto.>> non ho mai percepito una simile rabbia da parte di Caster prima d'ora, ma non posso fare a meno di pensare che stia parlando anche di se stessa, di quando ha ucciso il suo Master.

Continuando ad ignorare i miei ordini usa su di me l'incantesimo curativo, che nel giro di pochi secondi mi fa tornare come nuovo.

Vorrei rimproverarla ma, prima che possa farlo, lei duramente mi dice che non accetterà mai di stare a guardare il suo padrone soffrire in silenzio.

Quelle parole così forti da parte sua mi colpiscono molto, e mi fanno capire che Caster tiene molto a me, nonostante la nostra conoscenza sia ancora scarna.

Quando l'ho salvata la consideravo solo come una validissima alleata in questa guerra, ma più tempo passa e più mi rendo conto che siamo anime affini.

Abbiamo entrambi dovuto prendere decisioni difficili, e fare i conti con le loro conseguenze, venendo spesso giudicati per questo.

Archer rimane impassibile dinanzi alle parole dell'incantatrice e, cogliendo tutti di sorpresa, si avventa nuovamente su di me con una velocità che non dovrebbe avere dopo il colpo ricevuto poc'anzi.

Ora che sono di nuovo in forze non subirò passivamente un nuovo assalto, perciò in un attimo materializzo uno scudo infuocato che collide con le lame gemelle del Servant.

<<Grazie Caster per le tue parole, ciò che hai detto ha riacceso le fiamme del mio spirito, ed ora sono pronto a fare ciò che devo.

Mi dispiace di aver tradito la vostra fiducia attaccandovi di sorpresa, ma l'ho fatto solo per il vostro bene, pertanto non sono disposto a farmi giudicare da voi due.

Tutto ciò che è legato ai Black Wolves riguarda solo me, non mi aspettavo che subentrasse questa variabile nella Guerra del Santo Graal, ma è successo.

E' qualcosa che non centra con voi, per questo vi voglio lasciare in disparte.

Sono disposto anche ad accollarmi tutto l'odio del mondo, se quello che faccio è la cosa giusta.>> ogni parola che dico rafforza ulteriormente il mio animo, e sento crescere in me una forza che da tempo non sentivo più.

Immediatamente noto che le fiamme del mio scudo stanno iniziando a scurirsi, sino a diventare nere come una notte senza stelle.

So cosa significa questo, il mio fuoco, dopo anni dall'ultima volta, sta tornando a bruciare fino al limite estremo.

Senza esitare interrompo la difesa annullando lo scudo, e sferro ad Archer un pugno fiammeggiante in pieno stomaco, così forte da scagliarlo lontano.

Il contatto con il suo corpo è minimo, eppure la sua corazza inizia a fondersi, tanto che è costretto a rimanere a torso nudo per evitare di bruciare anche lui.

<<Ma che diavolo? Mi hai toccato per un secondo, com'è possibile che l'armatura di un Servant stia bruciando tanto in fretta?

Stavolta non mi stavo affatto trattenendo, eppure sei stato in grado di sopraffarmi per un momento, chi accidenti sei tu Lasair Strathmore?>> l'arciere è sorpreso quanto il sottoscritto, poiché da tempo non sperimentavo una forza simile.

Anche Caster e Rin sono senza parole a causa di quanto accaduto, e lo sconcerto regna sovrano.

<<Archer basta così, per stavolta ti perdonerò l'aver agito di tua iniziativa, ma se lo fai di nuovo piegherò la tua volontà con un Incantesimo di Comando.>> le parole della Master sono parecchio eloquenti, ed il suo Servant china la testa in segno di scuse, facendo intendere di aver compreso gli ordini.

A quanto pare Tohsaka, dopo un primo momento di totale smarrimento, sta riacquistando il polso fermo che da sempre la contraddistingue.

Prima che possa riprendere il discorso con la mia alleata l'istinto mi avverte che qualcuno ci sta osservando, ed io potenzio la mia vista per capire di chi si tratta.

La mia ricerca mi permette di scoprire subito un uccello fatto di cristallo, che prontamente afferro spiccando un grande salto.

<<Riconosco questo famiglio, fa parte dei Black Wolves, il che significa che hanno osservato tutto fin dall'inizio.

Ogni parola detta è stata già trasmessa a chi di dovere, ma chi è in ascolto si fissi nella mente quanto sto per dire.

Io volevo solamente vivere in pace, condizioni che voi per primi avete accettato quando mi sono congedato, ma ora sembra che qualcosa sia cambiato.

Se volete uccidermi allora mandate i vostri migliori soldati, poco importa che sia uno o un milione, assaggeranno tutti quanti le mie fiamme.

Il demone di fuoco è rimasto in letargo molto a lungo, ma voi lo avete svegliato, ed ora subirete la sua collera>> dopo le mie parole di sfida distruggo l'uccello di cristallo, con la certezza che il messaggio sia arrivato forte e chiaro al creatore di quel famiglio.

<<Come potete ben vedere ho appena dichiarato guerra ai Black Wolves, il che significa che presto questa città diventerà un vero e proprio campo di battaglia, così spietato e crudele che la Guerra del Santo Graal sembrerà una bazzecola a confronto.

Scioglieremo qui e ora la nostra collaborazione, così da evitare che rimaniate invischiati in qualcosa che non ha nulla a che fare con voi, poiché questa è una mia personale battaglia.

Per il momento starò alla larga da villa Strathmore, fino a che non ve ne sarete andati, ma solo per evitare che possiate rimanere coinvolti in eventuali nuovi assalti nel mentre.

Mi aspetto che leviate le tende dalla mia abitazione al più presto, tanto la fiducia nei miei confronti è comunque compromessa.>> dopo il mio piccolo monologo non lascio nemmeno il tempo di replicare ai miei ormai ex alleati, e lascio il tetto di quel grattacielo di Shinto smaterializzandomi in un vortice di fiamme, tornate nel mentre al loro colore normale.

Sembra che dovrò abbandonare il conflitto per ottenere il miracoloso calice, visto che ora per me si prospetta una nuova e ben più feroce guerra.

 

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Capitolo 11

Spoiler

Gestire le conseguenze

Fiamme a perdita d'occhio, case divorate dal fuoco, urla di dolore in ogni dove, quello che sto vedendo è davvero l'inferno.

Peccato che non sia un sogno, io tutto questo l'ho visto davvero durante una delle missioni dei Black Wolves.

All'epicentro di quell'immenso mare fiammeggiante si staglia un ragazzo, un giovane ragazzo di 19 anni, che della vita sapeva ancora poco o nulla all'epoca.

I suoi poteri sono fuori controllo, e dal suo corpo continua a propagarsi il fuoco, che lentamente si scurisce fino a diventare nero come la pece.

Il calore cambia repentinamente come il colore, aumentando esponenzialmente la sua intensità, al punto che le case cominciano a venire annichilite nel giro di pochi istanti.

Persino le fattezze umane di quel giovane cominciano a dissolversi tra le fiamme, assumendo quasi connotati mostruosi.

Questo è un sogno, che però riporta in scena uno dei miei peggiori ricordi.

Tuttavia sono in qualche modo cosciente che quanto sto vedendo ora non è reale.

<<Gli psicologi lo chiamano sogno lucido, ossia la coscienza di trovarsi all'interno di un sogno, con la conseguenza di poterlo manipolare a proprio piacimento.

Sono grato che tu sia riuscito, seppur accidentalmente, a prendere coscienza di questo sogno, così potremo parlare con calma.>> una voce familiare mi sta parlando da un posto che non riesco ad identificare.

Mi guardo nervosamente intorno nel tentativo di trovare il mio misterioso interlocutore, e d'un tratto sento una mano poggiarsi delicatamente sulla mia spalla.

Mi volto di scatto, e trovo davanti a me l'ultima persona al mondo che mi aspettavo di vedere...me stesso.

Il Lasair che sto osservando adesso ha uno sguardo vacuo, e mi guarda con una freddezza quasi glaciale.

Per la prima volta dopo anni sto rivedendo il volto del demone di fuoco, il brutale soldato dei Black Wolves di cui parlava Byron.

<<Da tanto aspettavo questo incontro, altro me.

E' il destino che ci ha messi a confronto per la prima volta nella vita, e lo ha fatto collocandoci nello scenario più nero della nostra esistenza, quale macabra ironia.

Te lo ricordi questo evento no? La prima volta in assoluto in cui abbiamo perso il controllo dei nostri poteri, con la conseguenza di essere quasi distrutti da essi.

La causa scatenante fu una ragazzina, rimasta uccisa davanti ai nostri occhi a causa di un proiettile magico nemico sparato dalla distanza.

Avevamo messo da parte i nostri ideali per un fine superiore, ma una vita è andata perduta lo stesso.

Avevamo poteri immensi, eppure per la prima volta sperimentammo un doloroso senso d'impotenza, chi non sarebbe impazzito dinanzi ad una cosa simile?

Per fortuna fummo fermati prima che la situazione degenerasse oltre il limite, ma non abbiamo mai perdonato a noi stessi questo disastro, poiché la nostra perdita di controllo mieté altre vittime innocenti.

Io sono nato il giorno in cui tu hai deciso di chiudere il tuo cuore ad ogni sentimento, all'inizio della tua militanza nei Black Wolves, ma i tuoi propositi sono andati in fumo quando hai conosciuto Selina.

A causa sua abbiamo sperimentato l'amore, e da quel momento abbiamo cominciato a deragliare dal giusto cammino.

Proprio quel sentimento è il responsabile in primo luogo di questo disastro.

Quel giorno eravamo concentrati sull'incolumità della nostra ragazza, ed a causa di questo non notammo il pericolo incombente.

Con un po' più di accortezza quella ragazzina sarebbe sopravvissuta, e noi non avremmo perso il controllo, causando involontariamente altre vittime innocenti.>> prima che possa continuare colpisco l'altro me in pieno stomaco con un vigoroso pugno, pregandolo di stare zitto.

Lui incassa il colpo senza replicare in alcun modo, e senza emettere il benché minimo suono.

Tutto questo è troppo per me al momento e, preso dallo sconforto, mi copro il volto con le mani.

Subito dopo mi rannicchio in un angolo per piangere, mentre l'inferno intorno a me si dissolve all'improvviso, come in risposta al mio desiderio di tranquillità.

Tutto ciò che mi circonda adesso è il nulla più totale, il nero del vuoto assoluto.

<<Questo è il potere dei sogni lucidi, la consapevolezza di essere in uno scenario onirico ti da il potere di controllarlo completamente, fino addirittura a stravolgerne gli eventi.

Nel tuo cuore covi il desiderio di cancellare quell'inferno, ma la consapevolezza di poterlo fare solo nei tuoi sogni ti distrugge.

Dopo aver abbandonato i Black Wolves che cos'hai fatto della tua vita? Sei tornato da tuo padre ad allenarti, mettendo da parte il tuo orgoglio e pregandolo affinché lui ti aiutasse a riprendere il controllo dei tuoi poteri.

Lui però usò questo pretesto per criticarci ulteriormente, per ribadire la sua filosofia sul fatto che le emozioni fossero un peso.....ed aveva ragione.

Non possiamo consacrare la nostra esistenza ad un sentimento tanto effimero come l'amore, non quando abbiamo il potere di fare qualcosa di concreto per questo mondo.

Io non sono solo una proiezione del tuo subconscio, incarno concretamente quel lato di te che da tempo hai soppresso, ma il fatto che io non sia scomparso tanti anni fa significa che tu per primo sai che io sono necessario.

La mia stessa esistenza in questo preciso istante indica che, in fondo al cuore, desideri ancora usare i tuoi poteri per un fine più grande.

Detesto interrompere un discorso sul più bello, ma purtroppo il tempo a nostra disposizione è giunto al termine.

Sono certo però che non sia stato il nostro ultimo faccia a faccia, medita sulle mie parole in vista del nostro prossimo incontro altro me.>> dopo quelle parole il demone di fuoco svanisce tra le fiamme, privandomi della possibilità di fargli ulteriori domande.

Subito dopo mi sveglio di soprassalto, con il vivido ricordo di quel bizzarro sogno.

Mi guardo intorno con aria terrorizzata, senza sollevare la testa, ma tutto ciò che vedo è un parco giochi deserto.

Ora ricordo, dopo essermi congedato da Archer e Rin ero esausto, e mi sono teletrasportato qui senza volerlo, forse perché inconsciamente stavo pensando a questo posto.

Ricordo di essermi addormentato su una fredda e rigida panchina, ma ora sento di essere appoggiato a qualcosa di morbido.

Alzo lo sguardo e vedo il cappuccio di Caster, che lascia intravedere un dolce sorriso della donna.

In un attimo mi rendo conto di essere seduto sulle gambe del mio Servant, e mi alzo all'istante con aria imbarazzata.

<<Non devi essere imbarazzato Master, posso confermare che ieri sera ti sei addormentato come un sasso su questa fredda panchina.

Non avrei voluto lasciarti riposare qui, ma pensavo che casa tua sarebbe stato terreno pericoloso dopo quanto successo, ed altri posti in mente non avevo.

Ho compreso bene la situazione di pericolo in cui ci troviamo ora e, poiché i Servant non necessitano di riposo come gli umani, ho fatto la guardia per tutta la notte approfittando del fatto di averti sulle mie gambe.>> il sorriso gentile della mia partner, è così dolce da farmi sussultare.

Ancora stento a credere che sia stata capace di uccidere un uomo, soprattutto il suo Master, ma più la conosco e più capisco che è in realtà una persona buona, costretta dalle circostanze a degli atti terribili.

Caster mi rivolge parole di conforto dopo quanto accaduto ieri sera, ma poi dice qualcosa che mi allarma molto.

Con tono sibillino inizia a parlarmi di una distesa di fiamme nere, sottolineando quanto fosse angoscioso quello scenario, ed io capisco subito che si riferisce al mio sogno.

<<Tu hai visto nei miei sogni Caster? Perché quello che descrivi è proprio il sogno che ho fatto stanotte.>> le mie parole mettono in allerta l'incantatrice, e nella mia mente si riaffaccia il ricordo di quanto accaduto dopo l'allenamento con lei.

In occasione del nostro improvviso bacio io ebbi una visione molto strana, criptica a dir poco, ma quello che ricordo più nitidamente è proprio la reazione di panico della mia compagna dopo il fatto.

Quella visione aveva a che fare con il passato della mia compagna, ed ora anche lei ha visto qualcosa del mio.

<<Se quello che ho visto era davvero il tuo passato, allora significa che il nostro legame si sta rafforzando molto più rapidamente di quanto pensassi.

A quanto ne so Master e Servant sono uniti da un vincolo fortissimo che, quando diventa particolarmente profondo, si traduce in un accesso diretto alle esperienze di vita dei due individui.>> le parole dell'incantatrice spiegano molte cose, evidentemente il vincolo che ci unisce si è intensificato in modo esponenziale in breve tempo, per questo possiamo vedere scorci della vita dell'altro.

Questo crea un problema soprattutto per la mia compagna, da sempre misteriosa circa il suo trascorso.

Non vorrei mai invadere la sua intimità a causa di questa connessione, ma suppongo che ci si possa fare poco purtroppo.

Sono ancora intontito dal sonno per affrontare anche questo imprevisto, e la luce del sole mattutino mi crea grande fastidio, ma non posso certo spegnerla come si fa con un abat jour.

Vorrei anche farmi una doccia, ma non posso correre il rischio di tornare a casa, non dopo la mia dichiarazione di guerra ai vertici dei Black Wolves.

Ho un bersaglio disegnato sul petto dovunque vada, e non posso fidarmi di nessuno, poiché quell'organizzazione ha tentacoli ovunque.

Mi tocco il petto per assicurarmi che non ci siano più ferite aperte dopo il mio scontro, e mi accorgo di avere addosso una maglietta non mia.

Quella che indossavo durante la battaglia l'ho dovuta fare a pezzi per usarla come tampone, ma Caster provvede subito ad informarmi di aver usato la magia per crearne una nuova.

Io la ringrazio per la premura, ma lei mi dice di non meritare ringraziamenti, poiché ripensandoci si sente in colpa per avermi lasciato dormire nel parco, esposto ad ogni sorta di pericoli.

Inoltre afferma che un Servant dovrebbe innanzitutto pensare alla salvaguardia del Master, invece di preoccuparsi di cose futili come il suo riposo, e si scusa per questa mancanza.

<<Non bisogna mai scusarsi per un atto di gentilezza Caster, il fatto che tu abbia pensato a me come persona e non come Master mi onora, poiché ho sempre voluto con te un rapporto paritario.>> dicendo questo porto una mano sulla spalla della donna, ma percepisco un crescente imbarazzo da parte sua e quindi la tolgo subito, scusandomi per il gesto.

Una potentissima incantatrice proveniente da epoche lontane prova imbarazzo per così poco, ma è pur vero che prima di tutto è una donna.

La mia partner cambia subito argomento chiedendomi quale sarà la prossima mossa, ed è una bella domanda, a cui le dico di non saper rispondere nell'immediato.

Innanzitutto dovrei trovare un rifugio discreto che possa passare inosservato, e penso anche di sapere a chi rivolgermi per averlo.

Morimoto, il mago fuorilegge, potrebbe procurarmi proprio quello che cerco.

E' un brutto ceffo con una pessima fama, ma so che è un uomo su cui si può contare, specie quando hai tanti soldi come il sottoscritto.

Una volta trovato un posto discreto potrò pianificare con calma le mie prossime mosse contro i Black Wolves, ma il modo migliore per affrontarli sarebbe lasciare il Giappone alla volta dell'Inghilterra.

Se levassi le tende da qui eviterei che l'inferno si abbatta su persone a cui tengo, tra cui Rin stessa.

Vengo scosso dai miei pensieri quando Caster mi avverte con tono allarmato dell'arrivo di qualcuno.

Per essere così all'erta deve trattarsi di una presenza ambigua, perciò le ordino immediatamente di smaterializzarsi, mentre con passo svelto lascio il parco.

Muovendomi lungo il marciapiede una coppia di persone attira la mia attenzione.

Un ragazzo adolescente di media altezza, con i capelli rossi e gli occhi di un colore simile all'ambra, accompagnato da una ragazza.

Di per sé non ha un aspetto minaccioso e cammina nella mia direzione con aria affabile, ma quello che mi incuriosisce di più è la sua accompagnatrice.

Una fanciulla bellissima e non molto alta, ma dall'imponente presenza, cammina in silenzio dietro il giovane.

Il suo fisico è minuto, ma scolpito, ed a questo si aggiungono splendidi capelli biondi raccolti ed occhi verdi come acqua pura.

Il portamento di quella ragazza è quasi regale, e lo sguardo che mi rivolge avvicinandosi mi provoca uno strano senso di soggezione.

Questi due sono un'accoppiata molto strana, ed è certo che Caster si riferisse a loro quando mi ha avvertito, credo proprio di trovarmi di fronte ad un altro Master ed il suo Servant.

La mia partner telepaticamente mi dice che la ragazza emana un'aura molto potente, e questo conferma che ci troviamo davanti ad un'altra coppia in gara per ottenere il miracoloso calice.

Continuo a camminare con passo deciso fino ad oltrepassare il ragazzo dai capelli rossi, senza la benché minima reazione da parte sua.

I nostri sguardi si sono incrociati per un attimo, ma tutto è iniziato e finito lì, e da parte sua non ho avvertito alcuna ostilità nei miei confronti.

Discorso diverso per la fanciulla al suo seguito, che invece mi è parsa particolarmente ostile viste le sguardate fredde rivolte al sottoscritto.

Forse il Servant ha capito prima del suo Master di trovarsi di fronte ad un futuro avversario?

La giacca che indossa il ragazzo reca le iniziali dell'accademia Homurahara, quindi dev'essere un compagno di scuola di Rin.

Non so perché ma ho la sensazione che il giovanotto sia finito per puro caso in questa guerra.

Basta un minimo d'esperienza come mago per individuare un proprio simile, e nessuno con un po' di cervello sottovaluterebbe un avversario del mio calibro, difatti la ragazza pare molto più sveglia.

Non credo sarà un avversario particolarmente temibile, ma il discorso è diverso per il Servant.

Però non è tempo di concentrarsi su questo, prima sistemerò la faccenda dei Black Wolves e poi tornerò ad occuparmi del Santo Graal.

Ora devo rivolgere tutta la mia attenzione al criminale noto come Morimoto, in una situazione come la mia devo per forza fare affidamento su alleati “inconsueti”.

Una volta lontano dal misterioso studente mi smaterializzo tra le fiamme, ed in un attimo sono davanti ad un bar, situato in uno dei vicoli più malfamati di Shinto.

Per puro caso tempo fa sentii parlare del mago fuorilegge proprio nei pressi di questo edificio, perciò suppongo che questo sia il suo covo.

L'insegna del decadente locale, impolverata e quasi a pezzi, reca scritta la parola HOMURA.

Senza perdere altro tempo busso alla porta e, dopo pochi secondi, una voce roca mi domanda la parola d'ordine.

Tre sono i tentativi a mia disposizione, e tutte e tre le volte fallisco, pertanto il tizio dietro la porta mi ordina di sparire alla svelta.

Io, ormai spazientito, metto una mano sulla porta e la surriscaldo, al punto da cominciare a scioglierla.

Dopodiché con un calcio la butto giù, ma all'interno del locale trovo un esercito di brutti ceffi armati di mazze magiche, pronto a farmi la festa.

<<Andiamo ragazzi, mi offendete se pensate che basti così poco per fermarmi.

Voglio solo parlare con il vostro capo e, siccome sono generoso, ve lo chiederò gentilmente la prima volta.>> dopo le mie parole comincio a surriscaldare l'aria circostante attraverso i miei circuiti magici, in modo da alzare la temperatura senza che abbia conseguenze fatali per i presenti.

Ora che ho recuperato i miei pieni poteri devo assicurarmi di non perderne mai più il controllo, perciò sarà meglio che ci vada cauto con l'intensità del calore.

Uno degli scagnozzi comincia ad allontanarsi dal gruppo per andare sul retro, dopo la mia non troppo velata minaccia.

Sono quasi certo che l'uomo che si è allontanato ora stia andando a chiamare il capo, sono lieto di evitare l'uso della violenza in questo caso.

<<Accidenti che caldo che fa qui dentro, abbassa il fuoco cowboy, sono l'uomo che cerchi.>> ed ecco che dal retro appare il famoso Morimoto, un uomo di mezza età e di media statura, con i capelli biondi arruffati e gli occhi color nocciola.

All'apparenza non ha caratteristiche particolari e, vista la sua fama, la cosa mi lascia quasi deluso.

Faccio come mi dice ed in un attimo riporto la temperatura del locale allo stato originario, mentre il mio interlocutore, con un eloquente cenno della mano, mi indica di sedermi al suo fianco.

Subito dopo il padrone di casa mi offre un costoso bourbon, che io accetto volentieri.

Nell'atto di prendere il bicchiere noto però che la marca è estremamente pregiata, e di conseguenza costosa.

In Giappone questo specifico bourbon è praticamente introvabile, il che mi porta subito alla conclusione che si tratti di un liquore di contrabbando.

<<Allora, dimmi che cosa vuoi e facciamola finita alla svelta.>> Morimoto a quanto pare non va troppo per il sottile, tanto meglio per me.

<<Sei uno che va dritto al punto a quanto pare, la cosa devo ammettere che mi piace.

In città so che sei il migliore quando si tratta di procurarsi delle cose, so che non fai domande e che sei anche molto rapido nello svolgere questi incarichi.

A me servirebbe un posto in cui stare, anche il peggio del peggio se necessario, basta che sia praticamente invisibile.>> mentre parlo gli occhi si posano sul mio interlocutore, mi sta ascoltando con aria interessata a quanto pare.

Devo assicurarmi di avere la sua più totale attenzione perciò, con un gesto rapido della mano, estraggo dalla tasca dei pantaloni una mazzetta di banconote.

Dopo aver visto i soldi Morimoto sembra pendere dalle mie labbra e, appena gli dico che tutti quei contanti saranno suoi a lavoro ultimato, lui mi porge la mano per siglare il nostro accordo.

<<Avrai mie notizie molto presto ragazzo, ma dove posso trovarti?>> domanda il criminale.

<<Quando avrai tutto ciò che ti ho chiesto manda uno dei tuoi uomini alla piazza degli affari di Shinto, mi farò vivo io.>> rispondo io con tono calmo.

<<Ma tu guarda il giovanotto, a quanto pare non è al suo primo rodeo, da come parli sembri navigato nel mondo della malavita.>> alle parole di Morimoto rispondo solo con uno sguardo glaciale ed intimidatorio, che lo zittisce all'istante.

Senza proferire parola mi smaterializzo tra le fiamme, per poi riapparire un istante dopo in cima al grattacielo su cui ho lottato contro Byron.

Per ragioni che nemmeno io mi spiego le grandi altezze mi aiutano a pensare più lucidamente.

Quando mi trovo sulla cima di grattacieli così alti ho la sensazione di finire in un altro mondo, un luogo lontano dal marciume di questa terra.

Mentre mi accendo una sigaretta, Caster mi domanda come abbia fatto ad essere così a mio agio in quell'ambiente malavitoso poc'anzi, ed io le rispondo che è meglio non sapere.

La mia partner però non accetta la mia risposta evasiva, e mi pressa fino a farmi sputare il rospo.

<<Ok hai vinto, ti darò solo questa informazione, o finirai per darmi il tormento.

Mi sono dovuto infiltrare in molti ambienti criminali quando facevo parte dei Black Wolves.

La mia capacità di adattamento alle più svariate situazioni è stata spesso sfruttata dai miei superiori dell'epoca, ragion per cui so bene come muovermi in ambienti simili.>> la mia risposta più esaustiva pare soddisfare Caster, anche se percepisco ancora della curiosità nell'incantatrice.

E' assurdo che sia così curiosa su di me, ma al contempo così riservata sul suo conto.

In ogni caso da oggi dovrò tenere sotto controllo costante la piazza degli affari di Shinto, cosicché possa individuare il sottoposto di Morimoto quando quest'ultimo avrà per le mani ciò che gli ho chiesto.

Se le voci su di lui sono vere l'attesa non sarà molto lunga, ed una volta ottenuto un posto sicuro inizierà la mia controffensiva.

 

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Capitolo 12

Spoiler

Cambiamenti in vista

Caster non si fermerà con le domande, riesco a percepire la sua crescente curiosità verso il mio passato, e ciò mi preoccupa.

Ha già intravisto quel disastro nei miei sogni, mi auguro solo che non abbia visto chi ne fu la causa, ossa il sottoscritto.

<<Il fuoco non è necessariamente sinonimo di distruzione Lasair, e tu non darti colpe che non hai.>> ciò che dice la mia partner mi fa sussultare, le sue parole coincidono spaventosamente con quello che sto pensando adesso.

Ora che sono di nuovo in possesso dei miei pieni poteri ho davvero paura che un disastro come quello accaduto al Cairo possa ripetersi.

<<Quell'oceano di fiamme nere che ho visto nel tuo sogno, aveva origine da te Lasair.

In un primo momento non lo avevo notato, ma poi ripensando alla mia visione ho ricordato chiaramente una figura umana al centro di quella landa di fuoco.

I poteri dei maghi sono da sempre legati a doppio filo alle loro emozioni, e quello sventurato giorno tu perdesti ogni controllo, raggiungendo involontariamente la massima estensione dei tuoi poteri.

Prima di allora non avevi mai raggiunto il picco del tuo potenziale, per questo fosti sopraffatto da quell'immensa forza, mi sbaglio forse?>> l'incantatrice ha fatto centro perfetto, questo legame con lei finirà per diventare problematico alla lunga.

<<Non sbagli affatto Caster, prima di quel giorno non avevo mai temuto i miei poteri, ma dopo quell'inferno tutto è cambiato.

Venni fermato ad un passo dall'irreparabile dai miei compagni di squadra, non senza fatica però. Ancora qualche minuto e avrei finito per bruciare fino alla morte, con la conseguenza di generare un'esplosione equivalente a quella di almeno due bombe atomiche.

Persino il mio viso stava venendo sfigurato dal mio stesso fuoco, ci vollero i migliori esperti di magia curativa del mondo per riportarmi alla normalità, ed il fatto che non abbia cicatrici di quell'evento è un miracolo vero e proprio.

Da quel giorno sviluppai un terrore profondo per le mie capacità, al punto da creare inconsciamente dei blocchi mentali per auto limitarmi.

Dopo lo scontro con Byron qualcosa mi ha sbloccato, ma ancora non comprendo che cosa esattamente.

Il fuoco nero simboleggia la vicinanza al calore ultimo, rappresentato invece dal fuoco blu.

E' da secoli che nella mia famiglia si cerca di conseguire quell'obiettivo, ed il solo che ci è andato concretamente vicino è stato mio padre.

Impugnare il potere del fuoco blu, il fuoco che appartiene solo agli dei, è l'utopia del casato degli Strathmore.

Sei testimone di questo solenne giuramento mia compagna d'armi, io, Lasair Strathmore, coronerò il sogno della mia famiglia e farò mio il potere del fuoco divino.

Riuscirò dove mio padre ha fallito, e non perderò mai più il controllo delle mie capacità.

Troppo a lungo ho vissuto nella paura, il tempo delle insicurezze è finito.>> interrompo il monologo dopo quelle parole risolute per fare un tiro di sigaretta, così da riprendere anche fiato nel mentre.

Non so nemmeno io perché mi sto confidando con Caster, ma in fondo non ha più senso nasconderle i fatti del Cairo dopo che ha capito tutto da sola.

La mia compagna si dice contenta del mio ritrovato spirito, ma mi porge subito un'altra domanda, circa l'altro Lasair intravisto nel mio sogno.

Senza andare troppo per le lunghe le rispondo che quello visto da lei non era altro che la versione passata di me, lo spietato soldato dei Black Wolves di cui parlava Byron.

Lei rimane incredula dinanzi alle mie parole, ma sottolinea il fatto che sognarlo non sia stata una casualità.

Caster seguita a parlare, dicendomi che forse nel profondo non ho mai abbandonato del tutto quel lato di me, ed anche stavolta credo che abbia fatto centro.

<<Penso che tu abbia ragione su tutta la linea, da quando ho smesso di essere quella persona mi sono sempre chiesto se avessi fatto la scelta giusta.

Il demone di fuoco era un soldato spietato, che utilizzava ogni mezzo pur di compiere la propria missione, anche se ciò significava andare contro gli ordini dei superiori.

Si è sporcato le mani di un sacco di sangue, ma non ha mai sentito del vero rimorso, perché ha sempre pensato al bene scaturito dalle sue terribili azioni.

Non è mai stato un mostro disumano che uccideva per il piacere di farlo, anzi lo ha fatto solo quand'era strettamente necessario, ma piuttosto una persona che ha sempre ragionato sul fine che giustifica i mezzi.

Posso dire in tutta sincerità che ieri notte, prima di addormentarmi, ho pensato al bene scaturito dalla morte di Byron e............il mio rimorso verso l'averlo ucciso si è di molto attenuato.

Per la prima volta dopo anni mi sono ritrovato a pensare di nuovo come il demone di fuoco, forse per questo poi è apparso nei miei sogni ed abbiamo avuto quell'assurda conversazione.

A ben pensarci dovrei anche smettere di parlare di lui in terza persona, poiché lui sono io alla fine.>> smetto di nuovo di parlare, ma stavolta non per fumare, bensì perché non so più che altro dire.

La mia compagna per il momento sembra soddisfatta di ciò che le ho detto, e mi chiede che cosa faremo nell'attesa di avere notizie di Morimoto, in modo da chiudere la questione su di me.

La prima opzione a cui penso è mettere alla prova i miei pieni poteri con Caster, al fine di migliorare il mio controllo su di essi, ma forse è bene non andare troppo di fretta.

Prima che io possa dire alcunché la mia partner mi ferma bruscamente, dicendo di percepire un forte potere magico non troppo distante da dove siamo noi.

Allertato dalle parole della donna comincio a concentrarmi, in modo da percepire anch'io con chiarezza la fonte magica di cui si sta parlando.

Pochi secondi e comincio a sentire quel grande potere percepito dal mio Servant.

E' un'aura familiare, ho la certezza di aver già avuto a che fare con questa persona......che sia un'altra vecchia conoscenza dei Black Wolves?

<<Vediamo un po' di che cosa sei capace misterioso inseguitore, stammi dietro se ci riesci.>> dopo le mie parole di sfida mi smaterializzo tra le fiamme, seguito dalla mia partner, e poi riappaio vicino a casa di Rin.

Un secondo di pausa e poi scompaio di nuovo, spostandomi questa volta sulla cima del ponte di Fuyuki.

Se il mio inseguitore è abile come la sua aura lascia intendere, non sarà difficile per lui star dietro ai miei teletrasporti.

Nell'attesa di avere notizie dal misterioso individuo mi faccio un'altra fumata, così da ammazzare il tempo.

Uno, due, tre tiri di sigaretta ed ancora nulla, forse quella persona non è tanto formidabile come credevo.

Caster intanto è dietro di me in forma invisibile, se l'aggressore mi arriva alle spalle avrà una bella sorpresa.

La vista dalla cima del ponte è meravigliosa, ed il vento a questa altezza è leggermente più forte, ma in maniera più piacevole che fastidiosa.

D'un tratto vedo la mia sigaretta venir presa da una mano delicata, troppo per essere quella di un uomo.

Mi volto di scatto e mi trovo davanti una persona decisamente inaspettata.

<<Tesoro lasciatelo dire, sei proprio arrugginito con la smaterializzazione, si vede che non la usi da parecchi anni.

Ah e direi che non serve che il tuo Servant si nasconda, la sua presenza mi è perfettamente chiara.>> una bellissima donna, alta, prosperosa, castana e dagli occhi verdi come smeraldi, mi rivolge parole di scherno.

Il suo outfit è piuttosto casual; una camicetta bianca che a malapena contiene le sue generose forme, ed un paio di jeans blu scuro, il tutto impreziosito da delle scarpe bianche chiuse davanti e con un tacco vertiginoso.

La giovane donna mi guarda con sufficienza, mentre porta alla bocca la sigaretta con fare ammiccante.

Solo una ragazza tra quelle che conosco potrebbe avvicinarsi a me con tanta facilità, riuscendo ad eludere persino la percezione eccelsa di Caster.

<<Maya Sanders, qual buon vento ti porta nella Terra del Sol Levante? Sei forse venuta a terminare il lavoro di Byron? Perché se è così io sono più che pronto.>> i miei pugni si infiammano istantaneamente dopo essermi messo sulla difensiva, ma l'espressione della mia interlocutrice non sembra di sfida.

<<Rilassati Lasair, non sono venuta qui su ordine dei Black Wolves, in verità sono contro di loro esattamente come te.>> quanto detto da Maya mi lascia sbigottito.

La mia partner si materializza all'improvviso davanti a noi e, come me, vorrebbe sentire il racconto della mia vecchia conoscenza.

Senza indugi le chiedo di spiegarsi meglio, e Maya comincia a parlare della vicenda in modo più approfondito.

<<La mia lealtà all'organizzazione come ben sai era molto più forte della tua, tant'è che al contrario di te non mi sono mai permessa di prendere decisioni autonome che andassero contro gli ordini.

Tutto è però cambiato una settimana fa, quando per pura casualità ho sentito i superiori parlare di doversi liberare di alcune “risorse compromesse”.

Per mia grande sfortuna si sono accorti che qualcuno aveva origliato la loro conversazione, ed i sospetti su di me sono alle stelle adesso, nonostante i miei tentativi di depistaggio.

La voce della tua dichiarazione di guerra ai vertici si è sparsa in fretta, fino a giungere alle mie orecchie, e così ho pensato che tu fossi l'unico a potermi aiutare.......questo è tutto.

E' più che certo che presto o tardi rientrerò tra quelle “risorse compromesse” di cui si dovranno liberare, ammesso che non ci sia già, quindi tanto vale prendere le distanze già da adesso.

Non sanno nemmeno che sono qui ora, ma di certo non ci metteranno molto a capirlo e ad accusarmi di diserzione.

Sono ben consapevole che i nostri rapporti non siano mai stati idilliaci, ma la mia opinione su di te è cambiata dopo che mi hai salvato la vita in missione.........ti prego di aiutarmi.>> il racconto della giovane donna è davvero incredibile e, nonostante i dubbi di Caster, io sono propenso a crederle.

So bene che la fiducia è un lusso che non posso permettermi nella mia attuale situazione, ma non posso ignorare la disperazione negli occhi della ragazza.

Maya mi ha sempre odiato ed osteggiato platealmente quando eravamo nella stessa squadra, arrivare a pregarmi di aiutarla è sinonimo di disperazione totale.

Con voce sicura le dico che l'aiuterò, e gli occhi della fanciulla tornano a risplendere come smeraldi, mentre Caster rimane interdetta dalla mia decisione.

La mia compagna d'armi cerca di farmi ragionare, dicendomi che non possiamo fidarci di Maya, ma io le rispondo che credo alla sua storia.

Questo è ciò che dico ad alta voce, ma mentalmente comunico al mio Servant di avere anch'io dei dubbi, e le prometto di tenere sempre la guardia alta, così da essere pronto in caso di tradimenti.

Le mie parole telepatiche pongono fine alla diatriba con Caster, ed immediatamente stringo la mano di Maya per siglare il nostro accordo.

La ragazza subito dopo mi ripassa la sigaretta, ormai sporca del suo rossetto rosso fuoco.

<<Scusa per averla sporcata, ma guarda il lato positivo, puoi avere un assaggio delle mie labbra.>> dopo quelle parole la mia ex commilitona mi fa un occhiolino, ed il gesto mi imbarazza enormemente.

Non mi sono mai sentito a mio agio con le donne audaci, e la mia ex compagna di squadra rientra in pieno nella categoria.

Moltissime volte nelle nostre missioni è stato necessario approcciare i bersagli di alto profilo, e Maya, grazie alle sue grandi abilità seduttive, è sempre stata la migliore nel campo.

Lei e Selina erano le uniche donne del gruppo, entrambe bellissime e fortissime, virtualmente inavvicinabili per chiunque del nostro team, anche se io fui fortunato con Selina.

<<Mi è giunta voce che Byron sia morto, ucciso dal demone di fuoco dopo uno scontro all'ultimo sangue.

Lo sapevo che prima o poi sareste arrivati a questo, voi due non vi siete mai piaciuti, e poi avevate da cinque anni un conto in sospeso.

Ricordo ancora l'umiliazione che infliggesti a quel poveretto quando lui, sicuro delle sue capacità, ti sfidò in un combattimento senza esclusione di colpi.

Se Selina non ti avesse fermato il povero Byron sarebbe cibo per i vermi da molto più tempo.

Lei era molto attaccata a suo fratello, lo sai che vorrà vendetta quando saprà che l'hai ucciso vero?>> la mia vecchia conoscenza ha perfettamente ragione purtroppo, il legame tra i due fratelli era molto forte, quando Selina saprà la verità, più che al dolore cederà alla cieca furia.

Sapere poi che fra tutti sono stato proprio io a portarle via il suo adorato fratello, suppongo che ingigantirà ulteriormente la crepa fra noi due.

<<Non avevo molta altra scelta purtroppo, quello psicopatico ha fatto una carneficina ieri notte, mosso soltanto dalla noia.

Oltre a quello c'è il fatto che fosse stato mandato appositamente per uccidermi, ragion per cui non avrei mai potuto lasciarlo andare.

Se ci fosse stato un altro modo stai pur certa che avrei evitato di eliminarlo, ma almeno posso consolarmi pensando a quante vite ho salvato grazie a quel deprecabile gesto.>> ed ecco che, senza nemmeno accorgermene, sono tornato a pensare come il vecchio me.

Odio questa cosa, ma nel contempo debbo ammettere che quel modo di pensare ha sempre prodotto ottimi risultati.

Maya, presa dalla noia, mi chiede che cosa ho in progetto di fare oggi, ed io le rispondo che devo aspettare una certa persona.

Non ho però idea di quanto ci vorrà per quella commissione, e stare ad aspettare senza far niente è tremendamente noioso.

La ragazza si sporge dal ponte con fare tediato mentre aspetta che io decida il da farsi, ed un raggio di sole finisce per baciarle il volto.

Potrà avere un carattere insopportabile, ma è innegabile che sia di una bellezza straordinaria.

Oltre al sole, anche la mite brezza mattutina sembra voler omaggiare la donna, sferzando dolcemente i suoi capelli.

Nonostante i suoi modi un po' rozzi, in realtà è dotata di una grazia rara, e la scena che sto vedendo adesso mi fa quasi pensare di trovarmi di fronte ad una dea.

<<Ehi Lasair perché mi stai fissando? Forse trovi che sia ancora più bella dell'ultima volta che ci siamo visti?.>> ecco, con un po' più di umiltà sarebbe la ragazza ideale.

La mia non risposta alla sua domanda la fa infuriare visibilmente, nonostante i suoi tentativi di celarlo.

Non è cambiata neanche in questo, difatti la vena pulsante sulla sua tempia è ancora il miglior indicatore del suo stato di collera.

Il momento di leggerezza però termina quando la ragazza si scurisce improvvisamente in volto, come se qualcosa la preoccupasse.

Allertato dal suo cambiamento di comportamento affino la mia percezione, ed è allora che comprendo la situazione, una miriade di flebili poteri magici si sta dirigendo verso di noi.

La percezione non è mai stato uno dei miei punti forti e, a differenza di altri maghi, ho bisogno di concentrarmi per avvertire le aure magiche.

Sono una quantità incalcolabile e, come se non bastasse, in rapido avvicinamento.

Saranno qui a breve, vista la rapidità con cui si stanno muovendo.

<<Sono soldati dei Black Wolves, ci hanno mandato contro la carne da macello in pratica.>> il tono deluso di Maya, accompagnato alla sua smorfia di sdegno, è piuttosto eloquente.

<<Vedo che le cose non sono cambiate in tutti questi anni, non esitano minimamente a trattare i soldati semplici come pedine sacrificabili.

Provo pena per quelle persone, ragion per cui ci limiteremo ad abbatterli senza ucciderli, Maya.......se vuoi che ti aiuti queste sono le mie condizioni.>>

La mia vecchia compagna fa un cenno affermativo con la testa, e la controffensiva può avere inizio.

I nemici sembra che intendano giungere in città attraverso il sentiero montano, perciò con rapidità ordino alle ragazze di appoggiarsi a me.

In un attimo ci smaterializziamo tra le fiamme, per poi riapparire in cima alla montagna, sull'unico percorso praticabile per arrivare a Miyama.

Dovranno per forza passare da qui per infiltrarsi senza fare troppo rumore, visto il loro numero, e perciò li fermeremo prima che mettano piede nel cuore della città.

Senza perdere tempo ordino a Caster di librarsi in alto nel cielo, per poter scagliare la pioggia di proiettili magici con cui ha messo in difficoltà persino Berserker.

Prima che inizi a muoversi le raccomando però di settare al minimo la loro potenza, poiché non voglio conseguenze fatali.

La mia partner fa cenno di aver compreso le mie indicazioni, e procede a fare quanto le ho detto.

In pochi secondi i suoi proiettili sono pronti ad essere scagliati, mentre Maya modella una piccola nuvola di fumo grigio, e ciò significa che sta per usare la sua rinomata pioggia di cenere.

Come me è una piromante, solo che a differenza mia utilizza anche altri elementi per combattere.

Senza indugiare ulteriormente anche io preparo la mia offensiva, manipolando le fiamme per creare un arco, ed incoccando una freccia infuocata.

Subito dopo attivo l'occhio del predatore, così da avere una visuale perfetta anche a grande distanza, poiché i nostri nemici sono ancora piuttosto lontani.

Caster spara la sua pioggia di proiettili al mio comando, e lo stesso fa Maya con la sua sfera di fumo, che scaglia in cielo seguendo le mie indicazioni, in modo da ottenere un risultato ottimale.

La mia vista potenziata mi permette di vedere chiaramente l'esito della nostra offensiva congiunta.

I proiettili magici dell'incantatrice hanno abbattuto velocemente i bersagli, che si sono accasciati al suolo.

Invece dalla nuvola di fumo di Maya si è propagata una moltitudine di gocce di cenere ardente, che ha ustionato in rapida successione i nemici, e li ha costretti a fermarsi per trovare un modo di proteggersi.

Pochi soldati sono rimasti illesi, ma quel manipolo di uomini ancora in piedi continua ad avanzare senza sosta.

A quel punto io scaglio la freccia infuocata che avevo incoccato secondi prima, e miro proprio in prossimità dei nemici, così da appiccare il fuoco ad un passo da loro in segno di avvertimento.

Senza perdere ulteriore tempo chiedo a Caster di utilizzare una raffica di vento, al fine di estendere le fiamme e bloccare totalmente ogni possibile percorso alternativo.

L'incantatrice obbedisce e scatena dalle mani una raffica fortissima, che in pochi istanti aumenta di molto la superficie incendiata.

Il sentiero montano è solo uno, ed una notevole porzione di esso è ora in balia del fuoco, perciò dubito che avranno l'ardire di tentare alcunché.

<<Aspettatemi qui, vado ad assicurarmi che i nostri ospiti poco più avanti abbiano recepito il messaggio.>> dopo le mie parole scompaio nuovamente tra le fiamme, per poi palesarmi davanti agli aggressori.

I pochi ancora in piedi rimangono sconcertati dinanzi alla mia apparizione improvvisa, li potrei contare sulle dita di due mani, ed ognuno di loro pare bofonchiare qualcosa con aria terrorizzata.

<<Dalle vostre espressioni sembra che sappiate chi sono, o quantomeno ne avete sentito parlare.

Siete solo delle marionette, ed è per tale ragione che vi ho risparmiato oggi.

Siete pedine sacrificabili per i grandi capi, forse nemmeno sapevate chi fosse il vostro obiettivo, almeno fino ad ora, fidatevi della parola di uno che è stato al vostro posto.

Approfittate della mia clemenza e andatevene, questo è il primo ed ultimo avvertimento che avrete da me, se dovessi rivedervi non sarò altrettanto indulgente nei vostri confronti.>> le mie pacate minacce paiono sortire effetto, a giudicare dai loro volti.

D'un tratto, dal piccolo manipolo di uomini rimasti illesi, appare una figura più intimidatoria rispetto agli altri.

Le reazioni dei soldati al passaggio di quell'uomo mi fanno immediatamente capire che si tratta di un superiore, magari un caporale o un sergente.

Il suo potere magico non è molto elevato, ma la sua presenza mette parecchia soggezione.

Un uomo nerboruto, alto almeno un metro e novanta, con una barba incolta che gli conferisce un aspetto saggio e nel contempo temibile, si staglia imponente dinanzi a me.

<<Dunque sei tu il bersaglio che ci hanno inviato ad eliminare, figlio del fuoco.

Quando l'ordine di attaccare Fuyuki è arrivato sulla mia scrivania, ammetto di avere avuto delle perplessità circa l'elevato dispiegamento di forze che mi veniva richiesto.

Sfortunatamente ho dovuto agire senza fiatare, trattandosi di ordini delle alte sfere, ma non ho mai nascosto le mie riserve sulla missione.

Adesso che ho scoperto chi fosse il nostro bersaglio tutto acquista un senso, purtroppo anche le tue parole sul fatto che siamo carne da macello.

Il demone di fuoco non potrebbe essere sconfitto nemmeno dal doppio di questi uomini, ma immagino che i superiori volessero puntare alla quantità per coglierti in fallo.

Facendo tesoro di quanto hai detto ci ritiriamo oggi, e ci premureremo di far pervenire ai vertici le nostre dimissioni in blocco.

Sono entrato nei Black Wolves con grande fatica, mosso solo dal desiderio di fare di più per il mondo, ma ora comincio a vedere il marciume che l'organizzazione nasconde sotto al tappeto.

Soldati, è tempo di lasciare il campo di battaglia e, quanto a te figlio del fuoco, perdonaci per questo grave errore di valutazione.

Prima di andare però ci terrei almeno a presentarmi, il mio nome è Carl Longman, e sono un sergente, ormai ex tale.>> con una vigorosa stretta di mano l'onorevole sergente si congeda da me, con i suoi uomini al seguito.

Pochi secondi ed i soldati fanno dietrofront, per poi subito dopo apprestarsi a svegliare nel minor tempo possibile tutti i nemici abbattuti dai nostri colpi.

Appena tornati in piene forze, gli invasori si rimettono in marcia per andarsene.

Il pericolo è ormai scampato, almeno per il momento, perciò sarà meglio che torni dalle mie due compagne.

Una volta tornato dalle due donne le informo dell'accaduto, Maya reagisce come se fosse cosa di tutti i giorni, mentre Caster resta incredula.

L'incantatrice propone inoltre il tempio Ryuudou come nascondiglio temporaneo, essendo già sulla montagna.

In questo modo avremo un riparo, in attesa di ricevere notizie da Morimoto.

La proposta della mia partner sulla carta è ragionevole, ma quella zona è pericolosa per molteplici ragioni.

<<Caster ti rendi conto di che cosa stai dicendo? Suppongo che tu sappia bene perché quel posto è pericoloso.>> il mio tono risveglia la curiosità di Maya, che attende con impazienza la risposta della mia compagna d'armi per capire la ragione del mio allarmismo.

<<Lasair so bene che il tempio è situato proprio sopra alcune delle Linee Ley di Fuyuki, ed è quindi un centro di convergenza magica, ma non abbiamo molte altre opzioni al momento.

Mi è venuto in mente solo adesso, visto che siamo proprio a pochi passi da lì.

Penso anche di sapere qual è il tuo timore maggiore, ossia che i tuoi poteri possano reagire all'estrema vicinanza con le linee, ed andare di conseguenza fuori controllo un'altra volta.

Posso però rassicurarti fin da ora che questo non avverrebbe in ogni caso, poiché le linee Ley fungono solo da catalizzatore magico per gli incantesimi, e di conseguenza possono provocare un sovraccarico di energia magica solo quando vi si accede direttamente attraverso rituali specifici.>> la mia compagna indovina un'altra volta, in effetti i miei timori più grandi erano proprio relativi a quell'eventualità.

Ammetto di non essere molto ferrato su quelle misteriose linee e sul loro funzionamento, ma certamente l'incantatrice ne sa molto più di me al riguardo, perciò mi fiderò delle sue parole.

<<Hai paura che i tuoi poteri vadano fuori controllo un'altra volta? Stai forse dicendo che hai riacquistato le tue massime capacità? Pensavo che dopo quel disastro si fossero creati tipo dei blocchi mentali dentro di te.>> quanto dice Maya è verissimo, e vorrei poterle dare una risposta certa su quanto successo.

<<I miei pieni poteri sono tornati l'altra notte, e sto ancora cercando di capire che cosa mi abbia realmente sbloccato, ma è successo tutto poco dopo la morte di Byron.>> la mia risposta lascia di stucco la giovane donna, che però pare oltremodo incuriosita dalla faccenda.

Senza perdere ulteriore tempo, con riserve da parte mia, decidiamo di recarci tutti quanti al tempio Ryuudou come suggerito dal mio Servant.

Una volta lì Caster altera la memoria del figlio del padrone del tempio, Issei Ryuudou, affinché ci consideri come degli amici stranieri in visita.

Suo padre, dopo le rassicurazioni del giovane rampollo, decide pertanto di ospitarci in casa sua.

Sono sempre stato contrario a questo tipo di manipolazioni, ma in una situazione del genere dovrò mettere da parte le mie riserve verso la pratica.

Adesso abbiamo un alloggio temporaneo, perciò sarà meglio sfruttarlo al massimo, prima di spostarci nel rifugio che Morimoto ci procurerà.

Mentre sono qui comincerò a pianificare attentamente le mie prossime mosse ai danni dei vecchi capi.

Gli ingranaggi della mia controffensiva stanno già iniziando a muoversi.

 

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Capitolo 13

Spoiler

Gli artefatti divini

E' passata mezza giornata da quando ci siamo stabiliti temporaneamente al tempio Ryuudou, ho avuto la possibilità di rinfrescarmi con una bella doccia, ed ora sono tornato presentabile dopo alcuni momenti di trascuratezza.

Il cielo intanto comincia a colorarsi di tinte cerulee, nel momento preciso in cui giorno e notte si incontrano....il crepuscolo.

Caster è intenta a studiare il funzionamento delle Linee Ley, mentre Maya è assorta nella meditazione in una delle stanze del tempio.

Attraverso la manipolazione mentale di Issei Ryuudou, il figlio del capo, il mio Servant ha fatto passare noi tutti come amici del giovane rampollo in visita dall'estero.

In questo modo la nostra copertura dovrebbe reggere, e non destare sospetti nei monaci.

Passeggio tranquillamente tra le mura del tempio, quando decido di entrare nella stanzetta in cui sta meditando la mia ex commilitona.

Una volta dentro mi soffermo ad osservare la ragazza in religioso silenzio.

Per entrare più in sintonia con il posto ha anche indossato degli abiti tradizionali da sacerdotessa shintoista.

E' la prima volta che la vedo con abiti simili, ma debbo ammettere che le donano parecchio.

Non sono nemmeno abituato a vederla così calma ed assorta, ma è proprio quando non sfoggia il suo carattere sfrontato che diventa una splendida donna.

<<Lasair, è da maleducati osservare le Senpai in questa maniera, una mente più maliziosa potrebbe pensare che tu stia elaborando pensieri impuri.>> ed ecco che torna la solita Maya, pronta a tirare battute imbarazzanti al sottoscritto.

<<Non perdi mai occasione per punzecchiarmi vedo, ma queste frecciatine amichevoli le preferisco di parecchio a quelle velenose che mi tiravi un tempo.>> ora che sono stato scoperto mi accomodo accanto alla ragazza, deciso a chiacchierare un po' con una vecchia conoscenza.

Il nostro rapporto è cambiato parecchio dai tempi della militanza nei Black Wolves, o per meglio dire è cambiato dopo che le ho salvato la vita in missione.

<<Approfitto di questa conversazione per ringraziarti di nuovo per la faccenda di Stoccolma, se tu non mi avessi salvata a quest'ora sarei morta.

Sono tremendamente dispiaciuta per il modo in cui ti ho trattato prima di allora, ti avevo preso in antipatia fin dal primo momento, e poi ero arrivata ad odiarti quando eri stato promosso a Capitano della nostra unità, diventando di conseguenza un mio superiore pur essendo più giovane di me.

Il tuo modo di fare sempre così disinteressato, la leggerezza con cui arrivavi a disobbedire ai superiori quando serviva, mi faceva infuriare pensare che potessi fare carriera prima di me.

Nonostante ciò hai messo la tua vita in gioco per me senza esitazioni, donandomi un'enorme quantità del tuo sangue, conscio del rischio di poter morire durante il processo.

In un certo senso si potrebbe dire che siamo legati dal sangue adesso.>> dopo quelle parole così sentite Maya mi sorride dolcemente, questo lato di lei mi colpisce parecchio.

Fin dalla mia assegnazione alla sua unità ci fu antipatia a pelle, si può dire da ambo le parti.

Io la vedevo come la classica giovane donna che aveva scalato in fretta la gerarchia militare, e che per questo si era montata la testa.

Ignoravo di frequente i suoi ordini, ma quello che lei non sopportava era il fatto che io ottenessi risultati migliori disobbedendole, dimostrando quindi che i suoi ordini erano sbagliati fin dal principio.

Nonostante ciò non gliene faccio una colpa, l'arte del comando si perfeziona con l'esperienza, ed io per primo dopo aver preso il comando dell'unità ho trovato parecchie difficoltà.

<<Malgrado l'ostilità che mi dimostravi ogni giorno, sono certo che avresti fatto lo stesso per me se i nostri ruoli fossero stati invertiti.

Cercavo di essere un uomo senza cuore, ma ai miei compagni tenevo sinceramente, nonostante facessi di tutto per non farlo vedere.

L'avrei fatto per ogni membro della squadra, forse persino per Byron, ma perché non mi racconti un po' di come sono andate le cose dopo il mio abbandono?>> questa domanda desideravo fargliela fin dal nostro incontro.

La mia interlocutrice all'udire la mia richiesta fa un grosso sospiro, mentre sorseggia con calma un té verde.

<<Quella ad aver reagito nel modo più violento è stata Selina, ancora ferita dal fatto che tu l'avessi lasciata di punto in bianco.

In missione era sempre più aggressiva ed insubordinata, tanto che la sua condotta integerrima e irreprensibile divenne ben presto un lontano ricordo.

Volente o nolente la tua assenza ha destabilizzato l'armonia di quello sgangherato gruppo, che, sorprendentemente, funzionava in modo incredibile quando c'eri anche tu.

L'unico contento che tu fossi sparito era Byron, per ovvie ragioni.

Eric invece ha sentito parecchio la tua mancanza, ti ammirava moltissimo, quindi è quello che ha accusato peggio il colpo dopo la tua ex.

Quanto a me ammetto che mi sei mancato un pochetto, ma giusto un po'.

La nostra unità è stata sciolta poco dopo, ed i vari membri sono stati assegnati ad altre squadre, mentre io ho ricevuto il comando di un altro manipolo di uomini.

Da quel momento non ho più avuto alcuna notizia di loro, potrebbero anche essere morti per quanto ne so, anche se lo vedo difficile.>> il racconto di Maya mi lascia oltremodo sorpreso, non pensavo di poter essere una sorta di collante per la mia unità, specie considerando che all'epoca non facevo altro che dedicarmi alla missione.

Mi lusinga sapere dell'ammirazione di Eric per me, anche se col senno di poi non sono fiero dell'atteggiamento che ho tenuto con la mia squadra.

A ripensarci adesso si potrebbe dire che, pur con tutti i suoi difetti, fosse la cosa più vicina ad una famiglia per il sottoscritto.

Abbiamo condiviso talmente tanto tempo insieme, tra una missione e l'altra, che mi rattrista pensare di averne capito il valore così tardi.

Anche negli occhi di Maya scorgo un velo di malinconia, forse lei prova le mie stesse sensazioni al riguardo.

Con uno sguardo gentile la ragazza porge anche a me un po' di té, che accetto ben volentieri.

Sorseggio la mia bevanda in religioso silenzio assieme alla mia interlocutrice, mentre rifletto su quanto mi ha appena detto.

Rimango ancora sconcertato dalla sintonia con lei, se anni fa mi avessero detto che saremmo stati capaci di conversare amabilmente, avrei probabilmente riso a crepapelle.

Poco dopo ringrazio la ragazza per la piacevole chiacchierata, e mi congedo educatamente da lei.

Appena arrivato sulla soglia della porta avverto però un attacco in arrivo da dietro, e materializzo rapidamente una spada di fuoco per contrastare l'offensiva.

<<Noto che non hai perso il tocco Lasair, volevo proprio testare le tue capacità.>> Maya ha un tono battagliero, qualcosa mi dice che sta per avvenire uno scontro con lei, e la cosa mi eccita oltremodo.

<<Fammi il piacere, un attacco così l'avrei parato anche da mezzo addormentato.>> la mia risposta sprezzante fa infuriare la giovane donna, che non perde tempo ed erige uno Spazio Separato, per poter combattere senza destare gli sguardi indiscreti dei monaci del tempio.

Subito dopo si avventa nuovamente su di me con furia, tanto da spingermi all'esterno della stanza in cui eravamo.

Ha materializzato una coppia di sai con una rapidità impressionante, non ricordavo che fosse tanto brava nella magia di proiezione.

Sta facendo sfoggio di abilità inaspettate, mi limiterò a giocare in difesa per adesso, al fine di studiarla.

I fendenti dei piccoli pugnali sono rapidissimi, ma per me non è difficile pararli tutti in sequenza.

<<So che cosa stai pensando Lasair, ma in tutti questi anni mi sono allenata anche nelle arti che prima mi erano sconosciute.

Un mago guerriero dovrebbe padroneggiare ogni tipo di magia legata al combattimento per definirsi davvero completo.>> la ragazza fa sul serio, nei suoi occhi vedo ardere il fuoco della battaglia.

E' talmente agguerrita da non essersi nemmeno accorta di star lottando a piedi nudi sul ciottolato del tempio.

I sai che ha materializzato sono di ottima fattura, visto che hanno resistito a molteplici collisioni con la mia spada fiammeggiante.

Finita la fase di studio faccio uno scatto fulmineo verso la mia avversaria, che incrocia prontamente i pugnali per difendersi.

La mia offensiva frontale era però solo un diversivo, difatti ad un passo da lei svanisco, per poi riapparire alle sue spalle e darle una poderosa ginocchiata sulla schiena.

Il mio colpo fa cadere Maya a terra e, senza indugiare, dissolvo nel fuoco le sue armi.

<<La tua magia di proiezione è di ottima fattura, ma ben lontana dalla perfezione.

Hai creduto ingenuamente che ti attaccasi frontalmente e, così facendo, hai lasciato un'apertura gigantesca alle tue spalle.

La velocità e l'imprevedibilità sono elementi fondamentali del mio stile di combattimento, dovresti saperlo ormai.

Inoltre mi sono allenato giorno e notte nelle condizioni più estreme per raggiungere la perfezione nello scontro corpo a corpo.

Se vuoi davvero lottare ad armi pari con me, dovrai fare molto di più dolcezza.>> le mie pungenti parole fanno infuriare la mia interlocutrice, tanto da portarla a rilasciare dalle mani una potentissima raffica di vento, con il chiaro intento di farmi pentire di quanto detto.

Il suo attacco rabbioso mi scaglia con violenza verso l'alto, e per evitare di venire sbalzato via materializzo in fretta una frusta di fuoco, con la quale mi arpiono al tetto del tempio.

La mia avversaria invece spicca un vigoroso balzo, ed in un attimo mi raggiunge, pronta per il secondo round.

Ha utilizzato un colpo potentissimo, facendo leva sulla sua maestria nella magia degli elementi, e brava la ragazza.

Mentre sono a terra la mia sfidante cerca di darmi un calcio ma io, con un abile gioco di gambe, mi rialzo.

Subito dopo essermi rimesso in piedi mi porto indietro con uno scatto, ed evito così la sua mossa.

Ora sono ad una distanza sufficiente da lei, in questo modo posso avvalermi degli attacchi ad ampio raggio.

Con un rapido gesto congiungo le mie mani fiammeggianti per creare una palla di fuoco, che poi scaglio velocemente contro l'avversaria.

La ragazza fa un balzo in aria e la evita con facilità, ma anche io scatto in alto e la colpisco a mezz'aria con un poderoso calcio, che la atterra brutalmente.

Numerose tegole del tetto cominciano a cedere sotto il peso dei nostri colpi, ma non è il momento di preoccuparsi di questo.

Maya, nonostante il brusco atterraggio di schiena, si rialza con una velocità impressionante.

E' impossibile che in questi anni abbia sviluppato una resistenza fisica maggiore della mia, che stia usando una magia di rafforzamento fisico?

Il suo elegante abito da sacerdotessa shintoista nel mentre si è strappato visibilmente davanti, e lei se lo leva con aria stizzita, ritenendolo ormai d'impiccio.

Sotto quell'abito indossa un corpetto sportivo, perfetto per gli allenamenti, questo la agevolerà parecchio nei movimenti.

Sul suo corpo cominciano a manifestarsi dei simboli runici, che io riconosco immediatamente, come sospettavo sta usando magia di rafforzamento.

<<Interessante, anche tu fai uso di magia runica, e stai impiegando quelle adibite al rinforzo fisico.

Ti stai rivelando piena di sorprese mia vecchia compagna.>> siamo avversari in questo momento, ma è impossibile non notare il sorriso compiaciuto della ragazza all'udire le mie parole.

Con un ulteriore scatto bruciante mi proietto all'istante davanti alla mia avversaria, intenzionato a colpirla direttamente con i miei pugni infuocati, ma lei incrocia le braccia rinforzate per difendersi.

Stavolta ha letto bene le mie intenzioni, ed ha capito subito che cercassi lo scontro a muso duro.

Le sue rune di rafforzamento attutiscono notevolmente la potenza dei miei colpi, permettendo di conseguenza alla mia sfidante di ribattere con pugni altrettanto vigorosi.

Dopo l'attacco viene per me il momento della difesa, e per alcuni secondi non faccio altro che incassare i ganci della mia opponente.

Subito dopo lo scontro si sposta a mezz'aria, ed entrambi cominciamo a menare pugni sempre più veloci e furiosi.

Io uso il fuoco e lei impiega il vento in risposta, così da creare uno scudo d'aria che impedisca alle fiamme di ustionarla.

Dopo diversi scambi di colpi frenetici entrambi ci prendiamo un minuto di respiro, poiché a corto di fiato.

<<Il tuo livello nel corpo a corpo è aumentato vertiginosamente Maya, i miei complimenti.>> non posso fare a meno di compiacermi della sua abilità.

<<Io sono indubbiamente migliorata, ma tu ti stai trattenendo fin troppo, stai solo giocando con me e la cosa mi dà fastidio.

Non potrai mai controllare il tuo pieno potenziale se lotti con il freno a mano tirato, forza fammi vedere il tuo vero potere...figlio della Fenice.>> le parole di Maya affondano nel mio petto come una lancia, ma ha ragione da vendere.

Queste limitazioni che mi auto impongo mi potrebbero costare la vita alla lunga, e provo disgusto per la mia debolezza, nonostante i miei propositi di domare le mie paure.

Ragionando sulle parole della mia avversaria finisco anche per distrarmi, ed una potentissima raffica di vento lanciata da lei mi scaraventa violentemente giù dal tetto.

La collisione con la fredda pietra mi provoca un dolore incredibile, ma per fortuna non sento niente di rotto per il momento.

Lo scontro con Berserker deve aver affinato la mia resistenza agli impatti, allora da quella lotta ne ho tratto qualcosa di buono dopotutto.

Maya nel mentre scende elegantemente dal tetto cavalcando una piccola tromba d'aria, non risparmiandomi sguardi ricolmi di disprezzo per le mie riserve a scatenarmi.

Le rune che sta usando ora non sono più quelle del rafforzamento, bensì quelle del potenziamento.

Questo spiega la potenza travolgente del suo incantesimo elementale.

Io sono ancora a terra, ma la mia sfidante non intende trattenersi, e mi lancia contro un'altra potentissima raffica di vento.

Infiammo rapidamente le mie mani e le congiungo per creare uno scudo di fuoco, cosicché possa proteggermi dalla fortissima corrente che sta per abbattersi su di me.

Pochi secondi e l'attacco nemico impatta sulla mia difesa, ha una potenza travolgente, di questo passo non resisterò più di una decina di secondi.

E' tempo per me di abbandonare ogni riserva, in fin dei conti stiamo lottando in uno spazio separato, quindi ogni danno riportato al suo interno non si rifletterà realmente sul tempio Ryuudou.

Questo scontro “amichevole” è il momento giusto per risvegliarmi completamente, cosicché possa essere preparato per le battaglie che mi aspettano in futuro.

Chiudo gli occhi per concentrarmi al massimo, ed in un attimo mi ritrovo davanti ad una sorta di portone gigante.

E' ovvio che sia un luogo immaginario creato dalla mia mente, ma qualcosa dentro di me mi dice che devo aprire quella porta.

Con passo sicuro mi avvio verso quel mastodontico portone e, con fatica, lo spalanco.

Una volta aperto mi ritrovo immerso in uno splendido giardino lussureggiante, baciato dal sole, in cui la pace regna sovrana.

Fatico a capire perché la mia mente dovrebbe elaborare un'immagine simile, e la visione in lontananza del demone di fuoco aumenta la mia già elevata confusione.

Stranamente il mio alter ego non è impassibile come nella conversazione avuta in sogno, ed anzi accenna un ghigno quasi diabolico.

Un istante dopo quel sorrisetto, l'altro me materializza un vento di fuoco nero, che mi viene poi lanciato contro a grandissima velocità.

Nella sua corsa verso di me l'attacco trasforma in un istante il paradisiaco paesaggio, da beato giardino a luogo desolato in cui il fuoco regna sovrano.

Il buon senso mi imporrebbe di scappare, ma il mio istinto mi dice invece che devo lasciarmi abbracciare da quel vento di fuoco oscuro.

Decidendo di seguire il secondo chiudo gli occhi con serenità, conscio che non subirò alcun male, e l'attimo dopo mi ritrovo catapultato nel pieno dello scontro.

E' come se il tempo si fosse fermato, difatti sto ancora mantenendo a fatica lo scudo, ma adesso è tempo di fare sul serio.

<<Fuoco che alberga nella mia anima, mi appello a te, svegliati dal torpore e scatena la tua furia.>> il fuoco che forma lo scudo, come in risposta alla mia accorata preghiera, comincia a scurirsi fino a diventare nero.

Il suo calore estremo mi pervade, è come se fossi tutt'uno con le fiamme, è una sensazione travolgente.

Mi sento quasi come se il mio intero essere si stesse fondendo con l'elemento che controllo.

Il tempo di subire è finito, mi rialzo con rinnovato spirito e concentro tutto il potere difensivo del fuoco nelle mie mani, per poi rilasciarlo in una violenta deflagrazione.

Il colpo di Maya viene respinto con violenza al mittente, e la ragazza viene di conseguenza travolta dalla furia del suo stesso vento.

<<Debbo ringraziarti vecchia rivale, le tue parole mi hanno spinto a liberarmi da ogni vincolo, ed ora avrai un assaggio del mio pieno potere.>> dopo il minaccioso monito mi avvolgo in un'aura di fiamme nere, che prima comprimo e poi rilascio, generando di conseguenza un incendio dalla potenza devastante, che travolge tutto ciò che ha davanti.

Persino il tempio Ryuudou contenuto dentro lo spazio separato viene divorato all'istante dalla furia del fuoco.

La mia avversaria, nonostante il visibile stordimento, ha la prontezza di creare una barriera di vento per schermarsi dal potere delle fiamme.

<<E' spaventoso, il calore è tanto intenso da aver fatto sparire l'edificio nel giro di pochi secondi.

Se non avessi utilizzato in tempo la barriera di vento probabilmente sarei morta carbonizzata, non bisogna scherzare con te.

Dunque è questa la massima estensione delle tue capacità Lasair.>> le parole della giovane donna sono pronunciate con un tono quasi compiaciuto, mi sento lusingato dalla cosa.

Senza perdere tempo faccio uno scatto verso Maya, e rapidamente la porto lontana dal fuoco.

Dietro di me rimane una scia infuocata che squaglia persino il terreno.

La ragazza si dice stufa di lottare, ma non per timore delle mie capacità, bensì perché si ritiene soddisfatta del nostro breve duello.

Avendo esaurito la sua utilità, lo spazio separato viene abbattuto dalla mia sfidante, ed una volta tornati alla realtà il tempio Ryuudou è ancora perfettamente intatto, com'è giusto che sia.

Subito dopo Maya mostra segni di sofferenza, presa dalla frenesia della lotta non si era resa conto di essere scalza, e le bruciature sui piedi adesso cominciano a provocarle fastidi.

Sebbene non sia stata colpita direttamente, l'estremo calore del fuoco si è propagato in fretta nel terreno.

<<Mi dispiace, devo ancora imparare a dosare il mio pieno potere, ti porterò in braccio fino alla tua stanza e chiederò a Caster di curare le tue ferite, altrimenti quelle bruciature non ti permetteranno nemmeno di reggerti in piedi.>> dopo le scuse non perdo nemmeno un attimo e, nonostante le proteste della giovane, mi dirigo verso la sua stanza con lei ancora in braccio.

Una volta giunti nella sua camera la adagio sul futon, e procedo a farle un massaggio ai piedi con una mistura di erbe curative che porto sempre con me.

La magia curativa sana le ferite, ma senza un adeguato trattamento correrebbe il rischio di avvertire bruciori anche dopo essere guarita.

Appena stabiliti al tempio, Caster ha trasferito qui la mia roba con la magia, così non ho dovuto correre rischi nell'andare a prenderla direttamente a casa mia.

<<Questa particolare miscela è quasi miracolosa, prima di avere un Servant in grado di curare ogni minima ferita dovevo ingegnarmi con quel che avevo.

La mistura in questione me l'ha insegnata un monaco tibetano, al tempo della mia visita al suo monastero dopo l'abbandono dei Black Wolves.

Dopo il disastro del Cairo diciamo che avevo bisogno di ritrovare me stesso, e la mia pace interiore.>> Maya mi ascolta con attenzione, nonostante percepisca dell'imbarazzo da parte sua, probabilmente derivante dal massaggio.

<<Mi dispiace essere stata così brusca con te, ma avevo davvero bisogno che risvegliassi i tuoi pieni poteri, e la ragione te la spiegherò dopo aver bevuto un po' d'acqua.>> le parole della ragazza mi allarmano, e le porgo prontamente il bicchiere, ansioso di avere presto una spiegazione di cosa sta succedendo.

La fanciulla sembra sapere parecchie cose, e spero che quanto sta per dirmi chiarisca i mille dubbi che la sua affermazione di poc'anzi ha fatto nascere in me.

<<Probabilmente ti staranno balenando in testa mille ipotesi, ma ascolta con attenzione quel che sto per dirti.

Tra le varie cose che ho accidentalmente sentito dai superiori, ce n'è stata una che mi ha particolarmente turbata.

Oltre al discorso sull'eliminazione delle risorse compromesse, parlavano anche di una ricerca che stanno compiendo, che ha come oggetto gli artefatti divini.>> al sentire quelle due parole accostate un brivido di puro terrore mi scuote nel profondo.

Riesco a percepire ogni mio muscolo tremare, persino le viscere mi si sono attorcigliate dopo questa notizia.

<<Sei proprio sicura di quello che stai dicendo Maya? Se fosse così, la situazione sarebbe gravissima.

Gli artefatti divini sono la prova concreta dell'esistenza del divino, ogni dio adorato nelle varie culture del mondo ha lasciato una reliquia intrisa del suo potere, ai tempi del mito.>> la ragazza fa un'espressione alquanto eloquente, è estremamente seria.

<<Vorrei davvero aver sentito male Lasair, ma sono certa di aver capito benissimo.

Mi sorprende l'interesse dei Black Wolves verso quelle reliquie ma, non chiedermi perché, ho come l'impressione che le stiano cercando per conto di un'altra persona.

Ammetto di aver commesso un errore madornale fermandomi ad origliare, se me ne fossi andata per tempo forse non si sarebbero accorti che qualcuno li ascoltava, ma è proprio perché sono rimasta a lungo che ho elaborato questa mia teoria.

Sappiamo entrambi quanto sono mostruosi a livello di poteri i nostri superiori, se davvero ci fosse qualcuno in grado di assoggettarli, ammetto che avrei una fifa matta.

Magari è proprio questo ipotetico qualcuno ad aver dato l'ordine di eliminarti.

Dopotutto è innegabile che tu sia da sempre una delle risorse più valide per l'organizzazione, quegli stessi capi che ora ti vogliono sottoterra fecero di tutto per convincerti a restare se ben ricordi.

E' proprio questa discrepanza a farmi pensare che non siano loro in primis a volerti fuori dai giochi ma, vista in quest'ottica, la scelta di attaccarti risulta un controsenso.

Se ti avessero lasciato in pace tu non avresti dichiarato guerra, e loro avrebbero potuto fare i loro comodi.

La situazione è estremamente nebulosa, voglio vederci chiaro, grazie anche al tuo aiuto.

Se mettessero le mani anche solo su una di quelle reliquie, avremmo bisogno di tutto il potere possibile per contrastarli.>> il racconto della ragazza mi lascia sconcertato, se davvero sono alla ricerca di quegli oggetti siamo in guai seri.

Per fortuna i resoconti su questi artefatti sono pochissimi, e perfino il mondo magico, nonostante le sue immense risorse, ha sempre faticato a trovare queste mitiche reliquie.

Dopo il racconto della mia vecchia compagna non ho nemmeno idea di cosa dire, ma immagino che stia parlando comunque con lo sguardo, lo stesso che Maya pare aver perfettamente colto.

Anche senza parlare apertamente, credo che lei stia comunque cogliendo quel che sto pensando in questo momento.

Inoltre la ragazza, dopo un iniziale momento di disagio, pare ormai completamente rilassata dal massaggio.

Tuttavia mi interrompe un attimo dopo, dicendomi di non avvertire più bruciore e ringraziandomi delle cure.

<<Hai sempre avuto un forte spirito deduttivo Maya, quindi credo che le tue supposizioni su un “grande burattinaio” possano essere fondate.

Al momento non abbiamo prove concrete, ma a questo punto è necessario trovarle se ci sono.

La situazione è cambiata in peggio, e questo mi costringe a rivedere i miei piani.

La priorità in questo momento non è più salvarmi la pelle, ma arrivare alle reliquie prima delle alte sfere dell'organizzazione.>> la ragazza, dopo aver ascoltato le mie parole, pare più perplessa di prima.

<<Stai trascurando l'opzione più facile e veloce Lasair, ossia uccidere i nostri ex superiori, così da impedire loro di mettere le mani sugli artefatti.>> mi aspettavo che avrebbe detto questo, o per meglio dire lo temevo.

<<Aldilà del fatto che vorrei evitarlo se possibile, rimane un problema di fondo bello grosso.

Non abbiamo idea di quante forze siano state dispiegate per cercare gli oggetti, perciò anche uccidendo i capi probabilmente non risolveremmo nulla.

Questo genere di ricerche richiede un numero spropositato di risorse, perciò è molto probabile che possa coinvolgere attivamente l'intera organizzazione.

Alla luce di queste considerazioni, togliere dall'equazione le alte sfere equivarrebbe ad eliminare un paio di soldati rispetto ad un intero esercito.>> il mio ragionamento pare trovare d'accordo la mia vecchia commilitona, che però si dimostra ansiosa di sapere come procedere d'ora in avanti.

Vorrei tanto darle una risposta certa, ma in questo momento non mi viene in mente nulla, e parte della mia distrazione è dovuta anche agli acciacchi dati dallo scontro appena concluso.

Dopo che Caster mi avrà curato dalle ferite andrò a letto, e con un po' di fortuna la notte mi porterà consiglio.

 

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Halloween Special

Spoiler

La notte del terrore

Questa notte è una delle più tempestose che abbia mai visto.

La pioggia scroscia incessante dall'inizio della giornata, la sua furia non si è placata nemmeno per un istante, ed anzi pare aumentare con il passare dei minuti.

L'orologio segna le 23, ed io sono nel mio letto a rigirarmi nel tentativo di prendere sonno, ma i violentissimi tuoni, accompagnati da lampi altrettanto intensi, mi rendono difficile la cosa.

L'acqua picchietta così insistentemente sulle tegole del tempio da farmi temere che il tetto possa crollare da un momento all'altro, ed il fortissimo vento inganna le mie orecchie, facendomi percepire suoni spettrali.

A ciò si aggiunge anche un freddo pungente, ben più insidioso rispetto alla media di dicembre.

I monaci sono ormai tutti nel pieno del sonno, ed anche Caster e Maya presumibilmente saranno già nel mondo dei sogni.

<<Ehi Lasair, sei sveglio?>> la voce della mia vecchia compagna dei Black Wolves mi ha prontamente smentito, mi chiedo cosa ci faccia ancora in piedi.

Con voce bassa le dico di entrare, ed in un attimo la sensuale giovane donna si intrufola nella mia stanza.

Lei con fare trafelato si avvicina a me, e subito mi balza all'occhio la sua lunga vestaglia nera, che ben si sposa con l'oscurità della camera.

<<A quanto pare questo temporale priva del sonno anche te, mi ricorda quella notte di sette anni fa, a te no?

L'Isola di Norfolk in Australia, uno dei luoghi più terrificanti di cui abbia memoria.>> le parole di Maya mi riportano alla mente quelle incredibili vicende, e senza accorgermene comincio a vagare nel mare dei ricordi.

Tutto avvenne sette anni fa, quando io e Maya venimmo mandati sull'isola di Norfolk ad indagare su dei fenomeni soprannaturali.

Alcuni abitanti del luogo segnalarono sparizioni improvvise di persone e svariati capi di bestiame prosciugati del sangue.

Fu una delle poche missioni in cui la nostra unità non era al completo, poiché gli altri membri vennero assegnati a missioni di priorità maggiore.

Per fortuna tutto si verificò dopo la missione di Stoccolma in cui salvai la mia vecchia compagna, quindi i nostri rapporti erano già migliorati, altrimenti sarebbe stata una tortura lavorare solo con lei.

Era una missione di poco conto, o così credevamo all'inizio, da poveri incoscienti quali eravamo.

Entrambi accettammo l'incarico malvolentieri per non scontentare i superiori, convinti che il tutto si sarebbe rivelato un falso allarme, ma ci sbagliavamo.

Appena approdati fummo accolti da una coppia sposata di amabili vecchietti, i cui nomi erano rispettivamente John e Grace Pebbleton.

Loro sapevano già chi fossimo, perché eravamo lì, e proprio per questo si offrirono di buon grado di ospitarci in casa loro.

Era la fine di ottobre, le temperature erano già calate drasticamente, ed in più le piogge frequenti portavano un altissimo grado di umidità.

Arrivammo verso le sei di sera ed il cielo era coperto da nubi minacciose, che presagivano l'ennesima pioggia torrenziale.

Sia io che Maya eravamo parecchio infreddoliti ed infastiditi dall'elevata umidità, perciò fummo ben contenti quando i simpatici vecchietti, senza troppi indugi, ci dissero di seguirli verso casa.

John e Grace abitavano in una piccola casetta sulla scogliera, le tempeste erano frequenti in quel periodo dell'anno, ed il mare si infrangeva sovente con violenza sugli scogli.

Erano una coppia di agricoltori, avevano un piccolo orto adiacente all'abitazione, e campavano con il loro stesso raccolto.

Le ingenerose condizioni meteorologiche del luogo però portavano anche a periodi in cui il raccolto scarseggiava, e non era raro che avessero difficoltà a portare in tavola un pasto decente.

Appena sapute le loro condizioni io domandai loro perché non si trasferissero altrove, magari da parenti, e John rispose che erano ormai troppo vecchi per cambiare aria.

Quell'uomo era davvero incredibile, nonostante gli ottant'anni aveva ancora una forma fisica invidiabile.

Era alto quasi un metro e novanta, con un fisico ben poco flaccido nonostante l'età avanzata.

Anche Grace si manteneva bene per avere settantacinque anni, era una donna corpulenta ma piacente, un metro e settanta circa, con il corpo temprato dalla fatica del lavoro nei campi.

Formava una splendida coppia con John e, nonostante la vita difficile, ci riservò la migliore accoglienza che potessimo chiedere.

La loro dimora era umile, eppure molto accogliente, con la cucina unita al piccolo salotto.

Una scaletta di legno nel bel mezzo della sala conduceva invece al piano superiore.

Quest'ultimo comprendeva la camera da letto dei coniugi, una minuscola stanzetta un tempo usata dal loro figlio ormai adulto, ed un bagno.

Uno splendido focolare in pietra troneggiava nel salotto, appena entrati in casa un calore incredibile pervase le mie membra intorpidite e quelle di Maya.

Non era solo il calore del fuoco a darci ristoro, ma anche l'accoglienza di quelle due amabili persone.

Avevano poco dal punto di vista materiale, ma erano più ricche di gente che vive nel lusso più sfrenato, poiché la loro ricchezza era quella d'animo.

Senza perdere tempo prepararono la loro vecchia vasca per me e la mia compagna, affinché potessimo lavarci e cambiarci gli abiti, ormai incollati ai nostri corpi per via dell'umidità.

In un primo momento l'anziana coppia pensò erroneamente che io e Maya stessimo insieme, e la cosa imbarazzò entrambi.

Sia io che lei fummo pervasi da un lieve senso di disgusto, sebbene la situazione fosse cambiata rispetto agli albori della nostra conoscenza.

Non indugiammo e ci lavammo a turno, per poi finalmente cenare assieme a John e Grace.

Durante il pasto i nostri benefattori cominciarono a raccontarci la ragione per cui avevano chiesto aiuto a dei maghi.

Da settimane, al calar del sole, si verificavano strani eventi, che avevano destato fin da subito parecchie perplessità e preoccupazioni negli abitanti dell'isola.

Una strana serie di morti e sparizioni aveva iniziato ad affliggere la comunità locale, spaziando da esseri umani ad animali.

Unico comune denominatore la morte per prosciugamento di sangue, come se qualcosa l'avesse completamente drenato dalle vittime.

La coppia fu piuttosto prodiga di particolari durante il racconto, poiché volevano dare un'idea chiara della misteriosa minaccia.

Durante la storia sia io che Maya ci guardammo in faccia più volte, scambiandoci sguardi complici.

Entrambi avevamo cominciato a formulare le prime ipotesi, ma preferimmo tenerle per noi in assenza di prove più concrete.

La cosa più preoccupante della faccenda era l'aumento esponenziale, col passare dei giorni, del numero di morti.

All'inizio ci dissero di sole vittime animali, ma col tempo cominciarono ad esserci anche morti umane.

La cosa più raccapricciante era il conteggio dei decessi, ammontante a circa 150 al momento del racconto di John e Grace ed in continuo aumento.

<<Gli abitanti dell'isola hanno sempre più paura ad uscire di casa, e questo ci ha spesso costretti a recarci personalmente da loro per l'acquisto dei beni più disparati, laddove prima venivano di frequente a casa nostra.

Sebbene siamo ancora piuttosto in forma nonostante l'età, capirete che affrontare spesso questo clima ostile non sia il massimo per noi.

Tuttavia le persone continuano a morire in gran quantità, uno o più funerali al giorno, e difatti è da giorni che per paura non visitiamo il centro abitato dell'isola.

Se siamo aggiornati sulle vittime è solo grazie ad una delle più strette amiche di mia moglie, che ancora viene a trovarci durante il giorno.>>

Il quadro degli eventi era definito quanto bastava per farci attivare con l'investigazione.

Provavo una profonda gratitudine verso quei due vecchietti, e sono certo che anche Maya provasse lo stesso, indi per cui era un dovere morale per noi risolvere il problema.

La missione era ormai passata in secondo piano, non volevo più risolvere la faccenda per far contenti i superiori, ma per ripagare quelle amabili persone.

Dopo aver terminato la cena mi congedai con gratitudine da John e Grace per andare a riposare un po'.

Tuttavia, prima di avviarmi verso la camera che la coppia aveva preparato per me e la mia compagna, rivolsi un ultimo ed eloquente sguardo a Maya.

Quella fugace occhiata fu perfettamente colta dalla mia partner, dopo una breve siesta sarebbe venuto il tempo di una bella caccia notturna.

Mi coricai intorno alle 19, e fui svegliato dalla mia accompagnatrice intorno alle 22.

Assieme a lei scesi con passo felpato le scalette in legno, per poi ritrovarmi nel salotto, ancora avvolto dal calore del focolare.

I due anziani si erano ritirati nella loro stanza ormai da due ore, a detta di Maya, ed entrambi sentivamo la premura di risolvere il problema nel minor tempo possibile.

La pioggia aveva cominciato a cadere poco dopo il nostro arrivo sull'isola, ma sembrò volerci concedere una pausa durante la nostra ronda notturna.

Il vento gelido era però particolarmente aggressivo, e persino i giacconi pesanti che avevamo addosso non sembravano sufficienti a ripararci da quel freddo pungente.

Sia io che Maya ci eravamo persino tirati su il cappuccio, nel vano tentativo di attenuare il fastidio derivante dal gelo.

L'anziana coppia viveva in una zona piuttosto isolata, perciò avremmo dovuto camminare un bel po' prima di ritrovarci nel cuore pulsante dell'isola, dov'era concentrata la maggior parte degli abitanti.

Senza perdere ulteriore tempo materializzai un paio di torce, che accesi grazie ai miei poteri, per poi affidarne una alla mia compagna.

Eravamo entrambi consapevoli che sarebbe stato più produttivo dividersi, per poter coprire un'area più vasta, ma avevamo il sentore che restare assieme fosse più saggio.

<<Vittime prosciugate interamente del sangue ed attacchi solo al calar del sole, per giunta sempre più numerosi.

Direi che il quadro è piuttosto chiaro, tu che ne pensi Maya?>> dopo mezz'ora la mia domanda fu la prima cosa ad interrompere il silenzio tombale dell'esplorazione.

Passo dopo passo, il tempo era letteralmente volato, mentre una quiete spettrale regnava sull'isola.

Non ci eravamo imbattuti in nessuna persona ancora, e ciò non era un buon segno.

<<In effetti tutto lascia pensare a dei vampiri, ma mi preoccupa il numero delle vittime umane.

A quanto dicono i due anziani sembra che siano all'incirca 100 le persone uccise, mentre i restanti 50 sono animali, un numero ragguardevole.

Pensa che cosa succederebbe se anche solo un quarto del totale fosse stato trasformato a sua volta.

Spero di sbagliarmi, o quest'isola diventerà presto un cimitero infestato da morti viventi.>> appena la mia compagna menzionò il cimitero mi si accese la lampadina, e le proposi di andare a controllare proprio in quel luogo, peraltro situato proprio lungo il nostro percorso di pattuglia.

Per fortuna John e Grace ci avevano dato una panoramica piuttosto chiara dell'isola, e quindi sapevamo come muoverci.

Maya approvò la mia proposta, poiché era il posto ideale in cui andare per confermare i nostri sospetti.

I coniugi Pebbleton ci avevano inoltre avvertito, durante la cena, che c'era stata un'altra vittima il giorno precedente, indi per cui era lecito aspettarsi l'eventuale resurrezione del morto durante la nostra ronda.

Dopo altri dieci minuti di camminata giungemmo finalmente alle porte del cimitero, caratterizzato da una tanto affascinante quanto sinistra architettura gotica.

Varcammo le soglie di quel posto con un misto di risolutezza e timore, poiché mossi da un sinistro presentimento.

Sia io che Maya eravamo pronti a combattere i mostri, ma quella calma spettrale che aleggiava intorno a noi non poteva lasciarci del tutto impassibili.

Il vento poi ingannava le nostre orecchie, creando numerosi suoni spettrali che ci mettevano inutilmente in allerta.

Numerose tombe erano piuttosto recenti, ed il loro numero coincideva con i racconti dell'anziana coppia.

Il dettaglio più inquietante però fu proprio la terra smossa da ognuna di quelle lapidi, segno che qualcuno aveva scavato da sottoterra, e che confermava i nostri sospetti sul vampirismo.

La tomba di una tale Mary Jenkins attirò particolarmente la mia attenzione, poiché la terra smossa da lì era ancora molto fresca, dettaglio che indicava una resurrezione estremamente recente.

Informai della cosa anche Maya, che fece un'espressione alquanto preoccupata, come di chi sperava di sentirsi dire altro.

Ad allarmarci ulteriormente fu il grido improvviso di un uomo, proveniente dalla casetta del guardiano situata pochi passi davanti a noi.

Senza esitare corremmo verso quello straziante lamento, ed una volta dinanzi alla porta dell'abitazione dell'uomo, notammo come la stessa fosse aperta.

Con passo felpato ci introducemmo all'interno, e ci trovammo davanti ad una scena agghiacciante.

Il povero guardiano giaceva al suolo senza vita, mentre il suo carnefice, una donna di media statura, stava lì in piedi immobile, dandoci le spalle.

L'unico suono che invadeva la stanza era il ringhio della famelica creatura, che pareva intenzionata a fare un altro spuntino.

Uno scatto improvviso e la vampira neonata si voltò verso di noi, con le zanne pronte ad affondare nelle nostre giugulari.

Nemmeno il tempo di rendermene conto ed ero già preda del mostro, una ragazza giovane dal volto scavato.

La sua velocità sovrumana, per giunta ulteriormente amplificata dal suo essere appena risorta, mi aveva colto di sorpresa.

Con le mani tenevo la creatura lontana dal mio collo, mentre Maya la colpì con una piccola scarica elettrica per farle mollare la presa.

Il demone venne distratto dall'attacco per pochi secondi, sufficienti a permettermi di incenerirlo con un fascio di fiamme generato dalla mia mano destra.

<<Grazie per l'assistenza partner, in momenti come questi ringrazio il cielo di aver ereditato il potere del fuoco, visto che è nemico dei vampiri.>> dopo quelle parole un'improvvisa tristezza assalì il mio cuore.

Osservando le ceneri del demone succhia sangue non potei fare a meno di pensare a che infausta sorte gli fosse toccata.

Vedersi negato il riposo eterno, costretto a vagare sulla terra come un morto vivente che si nutre della linfa vitale altrui.

Un forte senso di compassione si impadronì di me, ma non potevo permettere alle emozioni di emergere, non potevo lasciare che intralciassero la missione.

Il demone di fuoco doveva essere freddo ed implacabile contro quei mostri orrendi e così, dopo un momento di assestamento emotivo, ripresi la caccia assieme a Maya.

Un fortissimo rombo di tuono preannunciò l'arrivo di un violento temporale, ma la nostra missione di sterminio era appena cominciata, la notte era ancora lunga.

I nostri committenti in quel momento riposavano beatamente nel loro letto, ignari delle nostre azioni, e se tutto fosse andato come doveva saremmo stati lieti di comunicare il buon esito della missione al loro risveglio.

Con passo veloce e deciso varcai la soglia del cimitero, seguito dalla mia compagna, che dopo l'attacco del vampiro non aveva più aperto bocca.

Il suo silenzio non era però dovuto allo shock, riuscivo a vedere nei suoi occhi lo stesso turbamento che aveva attraversato il mio animo poc'anzi.

Consci dell'imminente arrivo della pioggia accelerammo il passo, così da arrivare nel cuore del centro abitato il prima possibile.

Durante la marcia la mia partner tornò finalmente a parlare, e non mancò di esternare le sue speranze sul fatto di trovare ancora qualcuno in vita.

<<Faresti meglio ad abbandonare quella speranza effimera Maya, i vampiri avranno divorato chiunque a quest'ora, la nostra è ormai una missione di sterminio più che di salvataggio.>> la mia fredda constatazione, che feriva me per primo, parve lasciar delusa la ragazza, che non mancò di rispondermi a tono.

<<Già, ecco che parla Lasair, il mostro senza cuore.

Non riesco a capire perché ti ostini a mostrare questa facciata fredda, quel che hai fatto per me a Stoccolma, combinato a quanto ho visto poco fa, è la prova evidente che non sei quel che vuoi far credere di essere, solo mi chiedo perché continui a fingere.

Demone di fuoco, flagello fiammeggiante, angelo della morte, come fai a sopportare una nomea che non rispecchia il tuo vero io?>> la mia compagna avrebbe voluto continuare, ma io troncai bruscamente il suo monologo, poiché le chiacchiere superflue ci stavano distogliendo dal nostro obiettivo.

In un momento come quello non potevo permettermi alcuna distrazione, era già difficile per me mantenere le apparenze, se avesse continuato a parlare avrei finito per confessarle la verità sul mio comportamento.

Avevo accettato di caricarmi sulle spalle il fardello di una vita senza emozioni, con il solo scopo di compiere al meglio il mio dovere e salvare quante più vite possibili, perciò non avrei mai permesso ai vaneggiamenti della mia partner di mandare tutto all'aria.

Ma mi sentivo un ipocrita, cercavo di fare il freddo, quando il mio cuore non poteva far altro che battere per Selina e provare dolore per le povere vittime dell'isola.

Portavo avanti in segreto una relazione con lei, nascondendo all'intera squadra la nostra storia, e la ragazza per prima era d'accordo con la cosa.

Tuttavia fare gli amanti clandestini era una cosa che non mi piaceva troppo.

Il tempo dei pensieri però terminò bruscamente quando arrivammo nel cuore del centro abitato dell'isola.

Una lunga serie di casupole costellava quel luogo, un tempo probabilmente traboccante di vita.

Nonostante l'ampiezza della zona, non una singola voce era udibile nei dintorni, uno scenario a cui eravamo purtroppo preparati.

Io e la mia compagna camminammo lungo le viuzze del centro con fare circospetto, assicurandoci di non allontanarci troppo l'uno dall'altra.

Le strade, un tempo ricolme di gente, erano tristemente deserte in quel momento, con la sporcizia in ogni dove che rendeva difficile i movimenti.

A giudicare dal grado di trascuratezza, pareva evidente che quella situazione durava da almeno un paio di giorni, se non di più.

Altri minuti trascorsero tranquillamente, con la ronda che continuava a non produrre alcun risultato.

La nostra attenzione fu però attirata poco dopo da un odore nauseabondo, che per poco non fece vomitare entrambi.

Non ci volle molto per capire che si trattava dell'odore della decomposizione, proveniente dalle svariate case intorno a noi.

Il fetore aveva creato una sorta di cupola venefica sopra di noi, e fu davvero difficile proseguire senza rimettere.

<<Lasair, dobbiamo assolutamente bruciare tutti i cadaveri, non sappiamo chi potrebbe risorgere.

Ci conviene approfittare del fatto che i vampiri non si sono ancora fatti vedere.>> la lucidità con cui Maya propose il piano d'azione mi lasciò stupefatto, persino i suoi occhi avevano un rinnovato bagliore.

Evidentemente aveva fatto tesoro delle mie precedenti parole e, senza allontanarmi troppo da lei, feci come mi aveva detto.

Entrai di casa in casa, ed incenerii in poco tempo un buon numero di persone, mentre Maya dall'altro lato della strada faceva lo stesso.

Fu un'autentica tortura dare alla fiamme i minuscoli corpi di alcuni bambini morti, i vampiri non avevano risparmiato proprio nessuno, ma del resto c'era da aspettarselo.

Cercai di fare più in fretta possibile, con il solo scopo di sottrarmi alla vista di quelle orribili immagini e ricongiungermi con la mia partner.

Prima di tornare all'esterno però mi fermai sulla soglia dell'ultima casa che avevo ispezionato, allarmato da un oscuro presentimento.

Rientrai all'interno e, come se non bastasse, ebbi la sensazione di sentire uno scricchiolio provenire dal piano superiore.

Con fare cauto salii le scale, illuminate soltanto dalla flebile luce della mia torcia.

Avevo il cuore in gola, il mio istinto mi diceva che mi sarei imbattuto in uno di quei mostri, ma a preoccuparmi maggiormente era l'oscurità dell'abitazione.

Con solo una torcia a disposizione erano numerosi i punti ciechi della mia visuale, perciò temevo un eventuale attacco a sorpresa del nemico.

Ispezionai con calma la camera da letto dei coniugi e poi quella dei bambini, premurandomi di perlustrare ogni singolo centimetro di esse.

Niente aveva destato la mia attenzione, ma ero certo di aver sentito qualcosa, quindi l'unica spiegazione era che il vampiro si stesse nascondendo.

Non capivo come un essere da poco tornato dal regno dei morti potesse avere l'intelligenza di temermi, ma quel pensiero prese ad angosciarmi più del dovuto.

Muovendomi lungo il corrimano in legno del piano superiore notai anche un punto rotto, e la presenza di sangue residuo su di esso.

Mi venne subito in mente che uno dei corpi era situato proprio ai piedi della scalinata, perciò significava che l'attacco era avvenuto al piano superiore, con la povera vittima precipitata a causa dell'assalto improvviso del mostro famelico.

L'unico posto ancora non perlustrato era il bagno, perciò senza perdere tempo aprii la porta con calma, per poi illuminare con il fuoco tutto l'interno.

Una vecchia vasca troneggiava al suo interno, ed io mi avvicinai per scrutarla in tutta calma.

Appena immerso nell'atmosfera spettrale del posto sentii chiaramente una sorta di ringhio proprio alle mie spalle.

Una gelida alitata mi colpì la nuca, e le mie narici furono pervase dal disgustoso odore del sangue.

Fui morso al collo prima ancora che potessi girarmi per guardare in faccia il mio assalitore.

Tentai inutilmente di divincolarmi, ma le zanne del vampiro erano ormai ben piantate nel mio collo, tanto che fui costretto a colpirlo in faccia con una manata incandescente per sottrarmi alla sua famelica morsa.

Avevo perso una notevole quantità di sangue, ma non abbastanza da svenire per fortuna.

Il demone succhia sangue si portò le mani sul viso appena bruciato dal sottoscritto, ed io ne approfittai per colpirlo con i miei pugni infiammati.

Al secondo colpo cominciai a sentire una rabbia bruciante farsi largo nel mio animo, razionalmente sapevo di doverlo finire in un istante, ma non riuscivo a smettere di sfregiare quel volto immondo a suon di pugni infuocati.

Dopo un'altra doppietta di ganci gli diedi un violento calcio in pieno stomaco, e così feci precipitare al piano di sotto la bestia.

<<Queste persone erano una famiglia felice, scommetto che hai goduto nel portare via loro la vita, questi colpi erano per loro.>> dopo le mie parole mi venne in mente il senso di compassione che avevo provato per la donna del cimitero, ma per qualche ragione non riuscivo a sentire le stesse emozioni per l'essere che stavo affrontando in quel momento.

Anche questo vampiro era stato trasformato suo malgrado, eppure non riuscivo a provare la benché minima pietà per lui.

Le fiamme sprigionate dalle mie mani si fecero più alte e furiose, tanto da illuminare perfettamente l'intero salone dell'abitazione.

Ora vedevo con assoluta chiarezza il volto del mostro, stavolta si trattava di un uomo di mezza età.

Un viso ben più scavato rispetto a quello della vampira del cimitero, caratterizzato da un pallore cadaverico ancor più accentuato ed innaturale.

Gli occhi erano praticamente vuoti e spenti, animati solo dalla brama di uccidere, per non parlare delle zanne sporgenti, ancora insozzate dal sangue appena bevuto.

Visibili bruciature si facevano largo sul volto della bestia, si vedeva che non ci ero andato affatto leggero.

Il demone voleva saltarmi addosso, lo vedevo nei suoi occhi assassini, ma sembrava capire la minaccia che rappresentavo, e per questo esitava ad attaccare.

Quella specie di battaglia era già durata fin troppo, perciò senza perdere ulteriore tempo mi avvolsi in un manto di fiamme.

All'incirca un secondo di caricamento e poi rilasciai la potenza del fuoco in tutta la sua furia.

La fiammata emanata dal mio corpo incenerì in un istante il mio nemico, e come se non bastasse finì per divorare anche l'intera casa.

Camminai disinvoltamente tra le rovine della casa in fiamme, mentre con la mano ardente cicatrizzai la mia ferita sul collo, arrestando di conseguenza l'emorragia.

Una volta fuori notai subito lo sguardo di rimprovero di Maya.

<<Ora che hai finito lo show possiamo concentrarci sugli altri? Arriveranno a momenti, li ho percepiti con la magia sensoriale.

Sono rimasti in disparte fino ad ora, ma erano nei pressi del centro abitato fin dall'inizio, come se avessero percepito l'arrivo di altre prede e avessero aspettato il momento giusto per attaccare.>> le parole della mia compagna mi misero in allerta, e subito infiammai i miei pugni, pronto per eliminare altri mostri.

La sfortuna però volle che la pioggia, fino ad allora clemente con noi, iniziasse a scrosciare improvvisamente con violenza.

Di tutti i momenti quello era il meno adatto, ed al contatto con l'acqua le fiamme dei miei pugni si spensero.

<<Una bella seccatura, con questo scroscio torrenziale non posso usare il fuoco, perciò suppongo di dover ripiegare sulla magia di proiezione.>> appena finito di esternare la mia opinione materializzai una coppia di spade lunghe.

Non ero un esperto di creazione di spade, il mio stile di combattimento si basava sulla modellazione del fuoco, ma ritenevo di poter comunque combattere con quelle armi improvvisate.

Il piccolo esercito di vampiri finalmente arrivò, e subito caricò con violenza verso di noi.

Maya falciò dalla distanza alcuni di loro con delle lame di vento, mentre io usai un incantesimo di potenziamento per aumentare la mia velocità.

Senza perdere tempo scattai rapidamente verso un nutrito gruppo di vampiri, e tagliai la testa ad ognuno di loro senza che avessero nemmeno il tempo di imbastire una difesa efficace.

Complessivamente io e Maya ne avevamo abbattuti una ventina in pochi secondi.

L'esercito di non morti cominciò a sfoltirsi vistosamente, all'atto pratico non erano così tanti come avevamo pensato ad una prima occhiata.

La mia partner seguitò ad attaccare i lentissimi vampiri con altre lame di vento, che tranciarono di netto le teste di quei ripugnanti succhia sangue.

Io lanciai una delle mie spade a mò di frisbee, e la rotazione dell'arma portò alla decapitazione di altri cinque mostri.

Con uno scatto fulmineo, amplificato ulteriormente dal mio incantesimo, mi protrassi in avanti ed afferrai al volo la spada lanciata poc'anzi, prima ancora che potesse ricadere al suolo.

Maya mi raggiunse con una rapida corsa, ed insieme eliminammo gli ultimi due superstiti.

I vampiri erano creature paradossali, all'apice della loro potenza appena risorti, eppure nel contempo al minimo della loro intelligenza in quei momenti.

Le poche testimonianze circa quegli esseri avevano documentato che, dopo molti anni dalla resurrezione, recuperavano il loro io originario.

Non era chiaro cosa portasse a questa mutazione, se il consumo di sangue o il semplice adattamento alla condizione di non morto.

<<Chissà se questi erano davvero gli ultimi, non so se ho la forza di pattugliare il resto dell'isola.>> Maya aveva ragione, avevamo riposato troppo poco, e la stanchezza cominciava a farsi sentire.

<<Me lo domando anche io, ma ho motivo di credere che quelli fossero tutti.

Per quanto non molto intelligenti, essendo appena risorti, i vampiri hanno la tendenza a cacciare in branco.

Questo è il centro abitato, le zone più distanti da qui sono pressoché deserte, non vedo per quale motivo degli esseri famelici come questi debbano spostarsi dalla zona più popolosa dell'isola.>> dopo aver terminato la frase un inquietante presentimento mi scosse, e dallo sguardo di Maya era palese che avesse pensato lo stesso.

La ragazza si appoggiò rapidamente a me su mio ordine, ed insieme ci smaterializzammo tra le fiamme.

Avendo bene in mente un luogo in cui teletrasportarci potei usare quel mio incantesimo.

La casa di John e Grace, quello era l'obiettivo appena raggiunto da noi.

Con fare trafelato corremmo verso la loro abitazione, ma purtroppo trovammo l'anziana coppia ormai deceduta.

Quel che rese la scena ancora più straziante fu il vederli tenersi per mano anche da morti, accanto allo splendido focolare in pietra che ci aveva dato ristoro ore prima.

Il vampiro che li aveva uccisi era ancora chinato sulla corpulenta Grace, ma io lo incenerii in un istante, preso da un fugace impeto di furia.

Essendo riparato dal tetto della casa potei usare le mie fiamme, senza il timore che la pioggia le spegnesse.

Maya dietro di me scoppiò in lacrime, e si accasciò al suolo con fare sofferente.

In quel momento raccolsi ogni singola oncia del mio sangue freddo per non piangere a mia volta.

Avrei davvero voluto esternare le mie emozioni, ma non avrebbe riportato in vita quei poveretti.

Io e la mia compagna li conoscevamo da poche ore, ma la gentilezza con cui ci avevano accolto ci aveva scaldato il cuore.

Quello che più mi addolorava era la superficialità con cui avevamo trattato la missione, difatti mi venne subito in mente che non avevamo nemmeno posto un incantesimo di protezione sulla casa dell'anziana coppia prima di andare di pattuglia.

Sia io che la mia partner avevamo già capito con che cosa avessimo a che fare, eppure una banale accortezza come quella ci era sfuggita.

Per giunta i vecchietti erano addormentati quando avevamo lasciato l'abitazione per la ronda, indi per cui avremmo dovuto pensare ad una protezione per loro mentre eravamo via.

Pensai subito che Maya stesse piangendo perché presa dal medesimo rimorso, e mi avvicinai a lei per confortarla come potevo.

Appena chinato la ragazza mi abbracciò con vigore, ed il suo pianto si fece largo in modo straziante nelle mie orecchie.

Con fare titubante ricambiai l'affettuoso gesto, e portai le mie braccia dietro la sua schiena per stringerla a me.

Rimanemmo abbracciati per almeno due minuti d'orologio, lo stesso che nel mentre segnava le due di notte.

Il pianto della mia compagna in quel lasso di tempo cominciò a scemare, fino a cessare del tutto.

L'attimo dopo Maya interruppe l'abbraccio e, mentre quest'ultima si ricomponeva, ci ritrovammo pericolosamente vicini.

I nostri volti erano a pochi millimetri l'uno dall'altro, ma tra di noi non accadde niente.

La ragazza si rialzò lentamente, e con voce strozzata mi chiese di dare alle fiamme ogni cosa, affinché John e Grace potessero riposare in pace.

La pioggia all'esterno avrebbe spento il fuoco nel giro di pochi istanti, ma altrettanti ne sarebbero bastati per bruciare quel che restava.

La mia partner uscì di casa su mio ordine, ed estendendo l'aura fiammeggiante dal mio corpo generai un piccolo incendio, che nel giro di qualche istante consumò l'intera abitazione.

La mia partner nel mentre aveva portato fuori i nostri effetti personali grazie alla magia.

Assieme a lei osservai la pioggia torrenziale spegnere le fiamme che avevo appena generato, fino a quando non rimase altro che cenere.

La missione fu etichettata come un successo dai nostri superiori, poiché i vampiri erano stati sterminati, ma per me e la mia partner non fu affatto così.

<<Ehiiiiiiiiii, Terra chiama Lasair, sei forse finito in coma?>> la voce della mia interlocutrice mi porta a volgere lo sguardo verso di lei.

<<Scusa Maya, mi sono perso nel ricordo di quella missione, ed in un attimo mi sono ritrovato a rivivere quella notte orribile.

Fisicamente sono rimasto qui, ma con la mente sono stato proiettato nel passato.>> il mio tono è dispiaciuto, chissà da quanto la ragazza cercava di riportarmi alla realtà.

<<Ti capisco perfettamente, dopo aver tentato invano di richiamare la tua attenzione, anche io mi sono soffermata a ripensare a quegli eventi.

Ho perso la cognizione del tempo e solo un attimo fa sono tornata in me, poi ho cercato di far rinsavire anche te.

Che cosa strana però, all'atto pratico saranno passati pochi minuti, eppure il ricordo di quelle vicende mi è sembrato lunghissimo.

Avevo scordato i loro volti sai? Mi sento in colpa per questo.>> la ragazza parla con voce sommessa, ed il suo tono suggerisce che stia per piangere.

Prima che ciò accada la abbraccio vigorosamente, e Maya rimane spiazzata dalla cosa.

Subito dopo lei ricambia l'affettuoso gesto, ed ecco che si ripete quella scena, sebbene a ruoli invertiti.

Quel momento di tenerezza è identico anche nel suo atto finale, con i nostri volti ad una distanza estremamente ravvicinata.

Una parte di me vorrebbe fare ciò che non fece sette anni fa, ossia baciarla, ma l'altra mi grida di non fare nulla.

Non pensavo che un simile desiderio potesse sfiorarmi, non avendo mai pensato a Maya in modo romantico.

Ma prima che io sia chiamato a dover scegliere il da farsi, la giovane donna si assopisce improvvisamente tra le mie braccia.

Il sonno l'ha rifuggita fino ad ora, ma l'ha infine abbracciata in un momento provvidenziale a dir poco.

Il mio primo istinto sarebbe portarla nella sua stanza, ma la sua espressione così beata mi dissuade dal farlo.

Con un movimento lento la adagio nel mio letto, la copro, e poi mi accomodo su un cuscino accanto al futon.

Subito dopo il mio sguardo si perde per alcuni minuti nella contemplazione del paesaggio tempestoso all'esterno, ed a seguito di ciò Morfeo accoglie anche me fra le sue braccia.

 

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Capitolo 14

Spoiler

Un attacco nella notte

Dopo la conversazione avuta con Maya ho visto Caster, mi sono fatto curare da lei gli acciacchi scaturiti dalla lotta contro la mia ex compagna, e poi mi sono ritirato per riposare.

Ora sono nel letto a rigirarmi, intento a pensare su come procedere dopo le scottanti rivelazioni della mia vecchia commilitona.

Vorrei dormire, ma il mio cervello non smette di lavorare, indi per cui tanto vale investire il tempo pensando al futuro.

Non riesco proprio a levarmi dalla testa le parole di Maya, sul fatto che qualcuno da dietro le quinte stia giocando a fare il burattinaio.

I miei ex capi sono maghi potentissimi, la cui forza è universalmente riconosciuta ed acclamata nel mondo magico, chi mai potrebbe essere tanto potente da piegarli?

Ho i brividi al solo pensiero, ma suppongo non serva a molto arrovellarsi il cervello per il momento.

L'unica cosa da fare adesso è mettersi alla ricerca degli artefatti divini, così da metterli al sicuro dagli stolti che li userebbero impropriamente.

Mi preoccupa parecchio questa nuova missione, poiché si tratta di una ricerca particolarmente lunga e complicata, che persino con le ingenti risorse dei Black Wolves richiederebbe mesi, se non addirittura anni.

Nel mentre poi dovrò anche salvarmi la pellaccia dagli attacchi futuri dell'organizzazione.

Chissà se Selina sarà la prossima vecchia faccia che rincontrerò, se fossi nei miei capi lei sarebbe la risorsa ideale da impiegare per uccidermi.

E' una maga potentissima, con cui peraltro ho avuto una storia d'amore, cosa che mi renderebbe difficile lottare lucidamente contro di lei.

Potrò anche passare per codardo, ma spero con tutto il cuore di non doverla rincontrare in queste circostanze.

Ancor meno adesso che ho risvegliato dal lungo torpore i miei pieni poteri, con cui potrei farle seriamente male.

Probabilmente la amo ancora, ho passato troppo tempo a negarlo a me stesso, ma ora è tempo di smetterla di prendermi in giro.

E' vero che ho scoperto lati di lei che non mi sono piaciuti affatto, ma quando ami davvero qualcuno

sei disposto a passare sopra ai suoi difetti.

Al tempo della nostra rottura fui travolto da mille cose, perciò ritenni più facile troncare in fretta e fuggire, piuttosto che provare a risolvere le cose.

Facendo così ho però finito per aprire una voragine fra noi due, a detta di Byron lei adesso mi vuole morto, perciò non credo basteranno due paroline smielate per mettere una pezza al casino che ho combinato.

Sono stato uno sciocco, ho gettato al vento una delle cose più belle della mia vita alla prima difficoltà e senza nemmeno voltarmi indietro.

Il destino ha giocato spesso con me, perciò sono certo che prima o poi la rincontrerò in queste circostanze difficili.

Sarà meglio che io faccia il possibile per imparare a controllare i miei pieni poteri prima di allora, o nell'eventualità di un nostro scontro rischierò di ucciderla.

Provo ancora rimorso per quello che stavo per fare a Maya, se lei avesse avuto meno prontezza di riflessi a quest'ora sarebbe morta.

Nella mia mano destra materializzo una sfera di fuoco, che mi fermo ad osservare intensamente.

Subito dopo comincio a concentrarmi molto, e le fiamme si tingono di nero nel giro di pochi secondi.

Devo imparare a dosare il calore delle fiamme a seconda della circostanza, o rischio di diventare una bomba ad orologeria.

<<Ti eserciti nel controllo del fuoco nero?>> la suadente voce di Caster fa capolino dalla porta della mia stanza.

<<Ebbene sì mia fidata partner, se voglio trasformarlo in una temibile arma è necessario controllarlo prima, e non lasciare che sia lui a controllare me.

Dopo che ne avrò acquisito il controllo potrò pensare ad evolvere ulteriormente il mio potere, fino a raggiungere il fuoco blu a cui la mia famiglia anela da secoli.>> all'udire le mie parole Caster fa un sorriso d'orgoglio.

Probabilmente sarà contenta del fatto che io abbia smesso di temere le mie capacità, decidendo invece di abbracciarle del tutto.

<<Sono lieta di sentirti parlare così, sei nato con un enorme potere Lasair, è qualcosa che fa parte di te, ed è giusto che impari ad usarlo al meglio.

Già che stiamo parlando di questo avrei una domanda per te.

Tu sei nato con il potere del fuoco, probabilmente anche a causa del tuo retaggio familiare, che produce piromanti da secoli, ma hai mai pensato di imparare a sfruttare un altro elemento? L'affinità elementale non preclude l'apprendimento di altri tipi di magia.>> la domanda dell'incantatrice non mi sorprende affatto.

Era prevedibile che lei, esperta nel controllo di molteplici elementi, prima o poi mi avrebbe chiesto questo.

<<Il pensiero mi ha sfiorato la mente qualche volta, ma sento che tradirei il mio lignaggio se contaminassi la “purezza del fuoco”.

Nella mia famiglia, almeno per quanto ne so, non ci sono mai stati esperti di altri elementi oltre il fuoco.>> la mia risposta non pare sorprendere particolarmente la mia partner, anzi la sua espressione suggerisce che se l'aspettasse.

<<Nonostante ti conosca da poco Lasair, sapevo che mi avresti dato una risposta simile.

Pensandola in quest'ottica allora che ne diresti di pensare ad un elemento che porti comunque le fiamme come conseguenza?

Il fulmine sarebbe l'ideale per te, provoca la combustione una volta colpito qualcosa, e per giunta si sposa bene con il tuo stile di lotta fortemente basato sulla velocità.

Pensa alle mie parole giovane uomo, ed ora riposa.>> il discorso della mia partner mi fa riflettere, non avevo mai pensato ad una cosa del genere.

Subito dopo le do la buonanotte, e le prometto di meditare seriamente su quanto mi ha detto.

Torno a coricarmi nel mio futon e chiudo gli occhi, sperando che il sonno mi vinca presto.

Dopo alcuni minuti sento qualcosa di affilato puntato alla gola, ed apro in fretta gli occhi per vedere cosa stia succedendo.

Dinanzi a me vedo una bellissima donna bionda con gli occhi verdi, dai lineamenti raffinati quanto quelli di una dea.

Dopo un primo momento di straniamento riconosco perfettamente quella ragazza, si accompagnava al giovane dai capelli rossi che ho incontrato al parco l'altro giorno.

Non v'è alcun dubbio che sia il Servant di quello studente, e se lei è qui significa che nelle vicinanze ci sarà anche il suo Master.

<<Prima che te lo chieda sappi che sono qui da sola, sono venuta di mia iniziativa, ed è anche probabile che il mio padrone mi rimprovererebbe se lo sapesse.

Negli ultimi giorni svariati Master ed i loro Servant sono stati massacrati da un individuo misterioso e, benché la guerra sia ancora agli albori, sono rimasti complessivamente solo 4 spiriti eroici.

So perfettamente che sei un Master anche tu, quel giorno al parco ho percepito un'enorme forza magica provenire da te, perciò ritengo probabile che sia tu la minaccia misteriosa.

Evoca subito il tuo spirito eroico e preparati a combattere, il tempo degli indugi è finito.>>

Lo sguardo della ragazza è freddo come il ghiaccio, ed un qualcosa di invisibile mi sta premendo sulla gola, presumibilmente una spada o qualcosa del genere.

Dev'essere un'arma protetta da un qualche tipo di incantamento, ma un oggetto invisibile è una bella rogna, poiché diventa estremamente difficile combattere contro di esso.

Questa donna è venuta fin qui spontaneamente, al solo scopo di eliminare una potenziale minaccia per il suo Master, dimostrandosi disposta ad agire alle sue spalle pur di salvaguardarlo.

Il mio animo di guerriero non può che gioire dinanzi ad una simile prova di fedeltà, nonostante la circostanza mi sia decisamente sfavorevole.

<<D'accordo sta calma, possiamo fermarci a ragionare un attimo per favore?

Piombi qui nel cuore della notte puntandomi qualcosa alla gola, dicendomi senza giri di parole che mi vedi come una minaccia, sarebbe carino se almeno mi permettessi di parlare prima di giustiziarmi.>> le mie parole paiono fare centro, e la donna bionda abbassa la sua arma in segno di apertura al dialogo.

L'inaspettata ospite mi è decisamente ostile, ma nonostante tutto percepisco un forte senso dell'onore in lei.

Non saprei dire quale eroina leggendaria incarna, ma di certo è palese la sua grande forza.

Mi rialzo e mi metto seduto, chiedendo nel mentre alla mia interlocutrice di fare lo stesso.

Lei fa sparire del tutto la sua arma invisibile e si accomoda come le ho chiesto, facendomi cenno di iniziare a parlare.

<<Ti ringrazio per la tua comprensione, ed arrivato a questo punto non negherò di essere un Master, non avrebbe il benché minimo senso visto che lo hai già capito.

Ammetto anche di essere un avversario del tuo padrone, o almeno lo sarei se non si fossero verificati degli imprevisti.

Al momento ho abbandonato il conflitto per il miracoloso calice, poiché sono impegnato a combattere una guerra ben più feroce e personale.>> quanto detto da me lascia la donna estremamente sorpresa, ma in un attimo il suo sguardo diventa quello di chi ha finalmente collegato ogni pezzo.

<<Ho agito in modo sconsiderato spinta dal desiderio di proteggere il mio padrone da ogni pericolo, ma le mie motivazioni non mi giustificano, e per questo ti porgo le mie scuse.

Avevo percepito la tua enorme forza fin dal nostro primo incontro al parco, per questo ho erroneamente fatto un collegamento con il misterioso nemico che sta sbaragliando tutti i contendenti al Graal.

Non so nulla di questo individuo, so solo che ha eliminato con facilità ben 3 Servant e i rispettivi Master, perciò mi sono allarmata ed ho temuto che io e il mio padrone fossimo i prossimi.

Le tue parole però mi fanno capire che ho decisamente preso un abbaglio, ti chiedo nuovamente perdono.>> quanto detto dalla donna ha un senso, e mi fa capire meglio il motivo dietro le sue azioni.

Il racconto di lei circa il misterioso sterminatore di spiriti eroici mi mette però in allerta, e alla mente mi tornano le parole di Maya sul presunto burattinaio dietro i miei ex capi, che ci sia un collegamento?

Dopo aver riflettuto su quanto detto dalla mia interlocutrice procedo a presentarmi come Lasair Strathmore, gesto che lei ricambia confessandomi di essere il Servant Saber.

E' un atto di grande importanza per me, poiché avrebbe potuto continuare a nascondermi quale tipo di spirito eroico fosse, specie considerando che siamo tecnicamente avversari.

La regalità che trasuda questa donna, unita al suo profondo senso di lealtà ed onore, mi porta a pensare che abbia vissuto nell'epoca della cavalleria.

Avrebbe potuto uccidermi approfittando del mio dormiveglia, eppure ha palesato la sua presenza, chiedendomi anche di convocare la mia partner affinché si imbastisse uno scontro leale.

Sarebbe interessante conoscere la sua vera identità, ma non vale la pena sprecare tempo chiedendogliela, poiché di certo non me lo direbbe.

Si è già sbilanciata fin troppo rivelandosi come Saber, ma per un Servant la segretezza della reale identità è vitale.

<<I tuoi occhi mi dicono che sei un ragazzo puro, ma un velo offusca la loro brillantezza.

Il tuo animo pare essere tormentato da qualcosa, probabilmente legato al tuo passato, mi sbaglio forse?>> la ragazza non sbaglia affatto, ed è incredibile che sia riuscita a cogliere così tanto solo dai miei occhi.

Alla sua domanda replico abbassando lo sguardo, gesto che, combinato al mio silenzio, può essere già di per sé una risposta piuttosto eloquente.

Rimango sempre più affascinato da quell'aggraziata figura, la sua voce è un misto di dolcezza e forza, ed i suoi capelli di un biondo simile all'oro, legati da un nastro blu, mi ipnotizzano.

Vorrei continuare a chiacchierare con la ragazza, ma d'un tratto percepisco la creazione di uno spazio separato in tutta la zona del tempio.

La mia ospite, non essendo una maga, non avverte la differenza immediatamente, ma se ne accorge qualche istante dopo di me.

Subito dopo dei globi elettrici si avventano sulla donna bionda, ma quest'ultima li deflette abilmente con la sua arma invisibile, evocata con una rapidità sconcertante.

L'istante successivo il suo abbigliamento, caratterizzato da una camicetta bianca ed una lunga gonna blu scuro, si trasforma all'improvviso.

Un elegante vestito blu d'epoca si materializza sul corpo della giovane eroina, ma quel che più salta all'occhio è la presenza di un'armatura dagli inserti argentati sopra di esso.

Sono stupefatto, in pratica fonde il vestiario del cavaliere a quello di una donna dell'epoca medievale.

Io mi guardo intorno tentando di scovare il misterioso assalitore, quando d'un tratto la mia compagna d'armi appare davanti a noi.

<<Lasair, perché stavi parlando con una nemica?

Nel caso non te ne fossi accorto si tratta di un Servant, anzi del Servant Saber per la precisione, uno dei più temibili.

Ho sentito tutta la conversazione sul misterioso killer di spiriti eroici, e per quanto mi riguarda lei ha le capacità per ricoprire il ruolo, anzi io sono certa di questo.

Scommetto che è venuta fin qui col solo fine di approcciarti pacificamente, per poi pugnalarti alle spalle.>> sono allibito dalle parole di Caster, non riesco a credere che stia traendo conclusioni tanto affrettate.

Oltretutto accusa l'eroina bionda di avermi avvicinato pacificamente, quando invece è l'esatto contrario, poiché puntare un'arma al collo di una persona per me è tutto fuorché pacifico.

Credo proprio che si stia generando fin troppa isteria dietro questo misterioso avversario, e le acque si stanno agitando più del dovuto.

Saber osserva la scena con aria contrariata, rivolgendo uno sguardo torvo prima al mio Servant e poi a me.

Suppongo sia indignata per le accuse che stanno venendo mosse contro di lei.

<<Dunque è così che stanno le cose, mi hai proposto di parlare civilmente affinché la tua compagna potesse preparare un attacco a sorpresa.

Hai cercato un dialogo con me solo per farmi abbassare la guardia, cosicché subissi in pieno la vostra offensiva.

Evidentemente mi sbagliavo a crederti un uomo ed un guerriero onorevole Lasair.>> la delusione sul viso della giovane eroina è dolorosamente palese, e mi provoca un senso di malessere.

Mi rattrista enormemente che lei abbia tratto delle conclusioni altrettanto sbagliate, vorrei parlarle per chiarire l'equivoco, ma a questo punto è troppo accecata dalla rabbia per poter ragionare in tranquillità.

Non mi capacito di cosa sia passato per la mente della mia partner, ha sollevato un polverone per nulla.

Ero riuscito a far capire a Saber la mia buona fede, poi è arrivata la mia compagna e ha rovinato tutto.

Senza esitare un istante Caster procede ad un secondo attacco, questa volta caratterizzato da numerose scariche elettriche dalla potenza distruttiva.

L'intera stanza in cui ci troviamo viene rasa al suolo dai lampi dell'incantatrice, ma la guerriera bionda non ne viene intimorita, e comincia a muoversi con grazia e rapidità tra le scariche per raggiungere la sua avversaria.

Io nel mentre tento inutilmente di far ragionare il mio Servant, ma lei continua a non ascoltarmi.

Saber con un fendente fulmineo riesce a colpire la mia partner alla spalla sinistra, frenando momentaneamente gli assalti continui di quest'ultima.

La ferita inferta all'incantatrice per fortuna non è particolarmente grave, ma per qualche minuto sarà impegnata a rigenerarsi, lasciando di conseguenza a me il compito di occuparmi della fortissima sfidante.

Nemmeno il tempo di rendermene conto e la guerriera si trova già davanti a me, pronta ad assestare un colpo al sottoscritto.

Non l'ho nemmeno vista arrivare, ragion per cui il massimo che riesco a fare è ammortizzare i danni creando una difesa con il fuoco.

L'offensiva nemica è talmente potente da sbalzarmi con violenza a terra, le mie fiamme non hanno minimamente frenato il suo impeto.

Questo è un banco di prova per le mie piene capacità, perciò dopo essermi rialzato comincio a concentrarmi per accrescere il potere del mio fuoco.

Non sono ancora in grado di scurire le fiamme in maniera istantanea, e sono conscio di starmi dando in pasto a Saber così facendo, ma se voglio abbozzare uno scontro quantomeno equilibrato non mi restano alternative.

Tengo lo sguardo fisso sulla mia avversaria, mentre mi concentro al massimo per potenziarmi, quando d'un tratto la vedo scattare nuovamente verso di me.

L'unica cosa che posso fare per non perdere la concentrazione è schivare muovendomi all'indietro ma, prima che abbia la possibilità di farlo, uno scudo di fulmini si manifesta davanti a me.

Grazie a questo inaspettato aiuto Saber si vede costretta ad interrompere l'offensiva, e dopo averlo fatto muove alcuni passi indietro.

Mi volto alla mia destra e vedo Caster sorridere vistosamente, è stata lei ad aiutarmi.

Nonostante ciò vedo che la mano destra tiene ancora saldamente la spalla sinistra per frenare l'emorragia, e questo significa che non ha ancora rigenerato la ferita subita poc'anzi.

Evidentemente ha alleviato il dolore della lesione anziché rigenerarla, decisione dettata dalla battaglia in corso suppongo.

Per quanto sia grato alla mia compagna dell'aiuto fornitomi, una parte di me non può fare a meno di maledirla per aver dato il via a questo scontro in primo luogo.

L'avversaria, dopo aver indietreggiato, sembra ora pronta a ripartire all'attacco, o perlomeno questo è ciò che mi suggeriscono i suoi occhi.

Tuttavia il suo sguardo freddo e determinato pare essere oscurato da un velo di delusione.

Questo mi rincresce molto, poiché non volevo tenderle alcuna imboscata, come invece crede lei.

Le mie fiamme nere intanto sono pronte da un po', anche se vorrei davvero evitare di usarle.

Rapidamente lancio una palla di fuoco nero contro la giovane donna bionda, ma lei la schiva con agilità, rivolgendosi subito dopo verso la mia partner ferita.

Caster la attacca nuovamente, stavolta con alcune lame di vento, ma queste vengono tutte parate senza difficoltà.

Facendosi largo fra le fortissime folate dell'incantatrice, Saber riesce infine a colpire nuovamente la mia compagna, stavolta ferendola all'addome.

La mia partner si accascia al suolo l'attimo dopo, mentre una pozza di sangue comincia a fuoriuscire dalla nuova ferita.

La guerriera solleva minacciosa la propria arma, pronta ad assestare il colpo finale all'ormai inerme Caster, ma prima che possa farlo io attivo l'occhio del predatore.

Un istante dopo cerco di identificare l'arma della nemica e, grazie alla mia vista potenziata, scorgo chiaramente la sagoma di una spada, come avevo immaginato.

Dopodiché faccio uno scatto bruciante e, con velocità fulminea, salvo la mia alleata da un colpo che le sarebbe stato sicuramente fatale.

L'avversaria rimane spiazzata dalla mia incredibile rapidità, ma è tempo che io la smetta di giocare e cominci a fare sul serio.

Fino ad ora ho cercato di evitare la battaglia per quanto possibile, essendo una cosa che non volevo fin dal principio, ma se dovrò combattere allora lo farò.

Caster mi ringrazia per averla salvata, ma io non le rispondo, poiché provo rabbia verso di lei e il suo comportamento sconsiderato.

E' colpa sua se adesso siamo in questa situazione, bastava soltanto che lei restasse in disparte e mi lasciasse parlare normalmente con la spadaccina.

Basta un semplice sguardo per capire che la mia opponente sta combattendo solo perché si è vista costretta a farlo.

<<Stammi a sentire Saber, non ho mai voluto la battaglia, ti prego smettiamola adesso.

Ti giuro che non volevo tenderti alcuna trappola, ero sincero quando ho cercato il dialogo con te.>> se anche dopo questo tentativo non la farò ragionare, allora sarò costretto a lottare per davvero.

<<Io invece voglio combattere Lasair, devo farlo se voglio ottenere il Santo Graal.

Le regole di questa guerra sono ben precise, per arrivare al calice è necessario sbarazzarsi degli altri concorrenti.

Ammetto di aver sbagliato a palesarmi in quel modo, lasciandomi guidare da un effimero timore piuttosto che da prove concrete, ma presto o tardi avrei dovuto combattervi in ogni caso.

Voglio credere alla tua sincerità quando mi dici che non era tua intenzione tendermi un'imboscata, ma non cambia il fatto che io debba impugnare la spada al fine di realizzare il mio desiderio.

Prima ho mentito quando ti ho detto di essere qui per il mio Master, o meglio era una verità parziale, poiché sono qui anche per me stessa.

Che sia ora o in futuro, uno scontro fra di noi è inevitabile, e non permetterò che degli sciocchi sentimentalismi vanifichino tutti gli sforzi che ho fatto per essere qui oggi.>> gli occhi di Saber in questo momento trasudano una profonda determinazione, ma mi è impossibile non notare anche un velo di tristezza.

Il desiderio che vuole esprimere al miracoloso calice dev'essere davvero importante, dal modo in cui parla ho come la sensazione che abbia consacrato la sua vita alla realizzazione del suddetto.

E' certamente un qualcosa di grandissima rilevanza, ma non posso lasciarmi ammazzare così, perciò mi toccherà fare sul serio.

<<Le tue parole mi fanno capire che hai un desiderio enorme da esprimere, e detesto avere l'ingrato compito di essere un ostacolo per la sua realizzazione.

Non posso permetterti di uccidermi, né tanto meno di uccidere Caster, quindi adesso è tempo di abbandonare ogni riserva.>> dopo la mia frase in testa mi balena un'idea interessante su come sfruttare i miei poteri.

L'avversaria è una guerriera a tutto tondo, dotata persino di un'armatura, chissà se manipolando le fiamme possono crearne una anche io.

Spinto dalla curiosità di provare infiammo il mio intero corpo, e subito dopo con la mia volontà plasmo il fuoco a mò di armatura.

Il processo si rivela sorprendentemente semplice, ed ora sono pronto a fronteggiare quella forza della natura ad armi pari.

Con un altro scatto bruciante, che incendia persino il terreno dietro di me, mi avvento sulla nemica.

Nella corsa verso di lei manifesto anche una lunga spada di fuoco nero, cosicché possa imbastire uno scontro paritario.

Le nostre due lame collidono l'attimo dopo, ma la spadaccina si rivela molto più veloce di me, e senza lasciarmi fiato comincia a menare fendenti fulminei in rapida successione.

I suoi attacchi sono tremendamente aggressivi, tanto da costringermi alla difesa, senza la possibilità di contrattaccare.

Con il filo della mia lama infuocata paro tutti gli attacchi di Saber, non senza fatica però.

E' talmente veloce che non ho nemmeno il tempo di plasmare un vero e proprio scudo, se lo facessi rimarrei scoperto troppo a lungo.

Per cercare di avere un po' di respiro converto l'armatura di fuoco in una vampata che incendia l'intero cortile del tempio, rendendolo un autentico inferno.

Saber non si aspettava una simile mossa da parte mia, il suo sguardo sbigottito ne è la prova, e si vede inoltre costretta ad indietreggiare per evitare di venir colpita.

Ora sono privo della protezione del fuoco su tutto il corpo, ma se non altro in questo modo ho guadagnato un attimo di tregua.

<<Adesso ho capito che tipo di incantamento protegge la tua arma, si tratta di una magia del vento, che ne maschera anche l'aspetto.

Ho tramutato il terreno di scontro in un campo infuocato anche per impossibilitarti ad usare quell'elemento.

Suppongo saprai che il vento rinforza notevolmente il fuoco, perciò ho eliminato dall'equazione una piccola seccatura.>> ora non mi resta altro che separarla dalla sua spada, credo che senza diventerebbe praticamente innocua.

Ha eccezionali abilità con la lama in mano, ma non è in grado di imbastire uno scontro corpo a corpo con il sottoscritto, di questo sono sicuro.

L'unico modo per prevalere su di lei è usare i pugni, perciò senza esitare carico le fiamme nei piedi per darmi una spinta verso l'alto.

Dopo essermi proiettato a mezz'aria uso nuovamente il fuoco come propulsore, ed in un attimo mi scaglio sulla guerriera bionda.

Una volta faccia a faccia infiammo i pugni, e comincio ad attaccarla con una serie fulminea di ganci, che lei para con il filo della spada.

Il contatto con la lama invisibile mi fa sanguinare le mani, ma continuo imperterrito ad attaccare, in maniera simile a quanto fatto da lei poco prima.

La mia idea sembra funzionare, ed ora la donna è nella stessa situazione in cui ero io pochi minuti fa.

Ai ganci comincio ad abbinare anche i calci, caricati all'occorrenza da fasci di fiamme nere.

Un'altra mossa che l'avversaria non si aspettava, ed infine, con un calcio rotante, riesco a disarmarla.

A quel punto la colpisco allo stomaco con il palmo aperto della mia mano destra, non senza riserve, ed una volta a contatto con la sua armatura sprigiono un getto di fiamme che la scaraventa con violenza a terra.

Nonostante l'elevato calore del mio fuoco nero la sua corazza è ancora praticamente intatta, sono impressionato.

Ora sono di fronte ad un dilemma, ossia che cosa fare con Saber.

La guerra del Santo Graal impone l'eliminazione dei Servant innanzitutto, la ragione per cui il Master è a sua volta bersagliato risiede nel fatto che l'eliminazione del padrone comporta automaticamente la dipartita anche del suo spirito eroico, che nella maggior parte dei casi è la vera rogna.

La spadaccina infatti non ha mai puntato direttamente a me, perfino quando mi ha attaccato nel pieno della notte mi ha ordinato di convocare il mio Servant.

Io non le interesso minimamente, anzi, una parte di me pensa che abbia lottato con il sottoscritto solo per sfogare la sua rabbia verso quella che credeva un'imboscata ai suoi danni.

Considerando quanto ho visto poco fa suppongo che non avrebbe difficoltà a togliersi dai piedi Caster se volesse.

Ma con che cuore potrei mai permetterle di fare del male alla mia compagna? Non mi interessa nulla del Graal, se fossi solo non avrei problemi a ritirarmi del tutto dal conflitto, ma Caster deve restare incolume, nonostante la sciocchezza che ha commesso.

<<Ammetto la sconfitta Lasair, i tuoi occhi tradiscono un dubbio sull'uccidermi o meno, ma non è necessario angustiarti con questo pensiero, ho perso ed accetto la morte che mi attende.

La mia vita è stata costellata dal fallimento, uno in più non fa molta differenza.

Ho solcato ogni genere di campo di battaglia, impugnando la spada per il mio paese, eppure non è bastato a salvarlo dall'inevitabile rovina.

La prima volta che ho partecipato alla Guerra del Santo Graal, dieci anni fa, sono andata vicinissima ad ottenere il calice.

Speravo di ottenerlo la seconda volta, ma ho sprecato malamente questa insperata seconda possibilità.

Hai idea di quanto sia orribile realizzare nei tuoi ultimi momenti quanto la tua vita sia stata inutile? Quando ti rendi conto che tutti i tuoi sforzi sono stati vani? Perché questo è l'ultimo ricordo della mia vita mortale.>> le parole di Saber la portano alle lacrime, e la cosa mi strazia il cuore.

Vedere una donna forte e fiera come lei piangere è qualcosa di sconvolgente.

Rimango inoltre sconcertato dal fatto che non sia la prima volta che partecipa al conflitto, non sapevo che lo stesso spirito eroico potesse essere evocato più volte.

D'un tratto percepisco alle mie spalle un'aura ostile, e credo anche di sapere a chi appartiene.

Caster, nel mentre completamente guarita dalle ferite di prima, riparte all'attacco con una scarica di proiettili magici, tutti quanti diretti verso la spadaccina bionda.

Io, stufo di questo suo comportamento aggressivo, proteggo la mia avversaria con uno scudo di fuoco.

La mia presa di posizione stupisce entrambe le donne, ma non posso tollerare un simile accanimento verso una ragazza con il cuore segnato da tanta agonia.

A ben pensarci, perlomeno da quel poco che so della mia partner, anche la sua vita è stata segnata dalla sofferenza.

In virtù di questa consapevolezza mi aspetterei più umanità da parte sua, ma evidentemente il suo personale desiderio, su cui non mi ero mai interrogato prima d'ora, dev'essere tanto forte da farle credere di poter passare sopra chiunque.

Non ci avevo pensato in un primo momento, ma adesso credo che questo atteggiamento ostile sia dettato dal voler ottenere il miracoloso calice, una brama che sta cercando di nascondere dietro la scusa di proteggerci da una minaccia esterna.

<<Come puoi proteggere una nemica Lasair? Non capisci che eliminando il Servant più forte avremmo la strada spianata verso il Graal? Pensavo che anche tu avessi un desiderio da esprimere.>> le parole dell'incantatrice confermano i miei sospetti sulle sue reali intenzioni e, a giudicare dall'espressione che fa subito dopo aver parlato, è conscia di essersi appena tradita.

<<E' qui che sbagli Caster, io non ho nessun desiderio impossibile da realizzare, anzi ho partecipato a questa stupida “guerra” solo per mettere alla prova la mia forza, niente di più.

Pensavo lo avessi capito oramai, visto il tempo trascorso assieme, ma evidentemente credevi che nel profondo covassi qualche ambizione nascosta.

Vista la situazione non mi lasci altra scelta, con il mio Incantesimo di Comando ti ordino di cessare le ostilità verso Saber.>> le mie parole lasciano entrambe le donne sconcertate, mentre dalla mia mano sinistra sparisce il primo dei tre incantesimi di comando del Master.

Il potente sortilegio da me sprigionato vincola la mia compagna a rinfoderare i proverbiali artigli, lasciandola nel contempo estremamente amareggiata.

<<Devi andartene Saber, sei una persona dal cuore puro, e non meriti né di essere uccisa e né tanto meno di essere privata della possibilità di mostrare il tuo vero valore.

Non posso certo avere la pretesa di averti capita fino in fondo in una sola notte, ma su una cosa mi sento abbastanza sicuro, ciò che vuoi chiedere al Graal è di importanza vitale per te.

Oggi il tuo animo era attanagliato da alcune incertezze, ed a causa di questo non hai lottato al tuo massimo, altrimenti non avrei mai potuto sconfiggerti.

Non hai onorato appieno il tuo sogno lottando in questo modo, perciò mi aspetto che in futuro rimedierai a ciò.

Prima o poi ci rincontreremo, e per allora mi aspetto uno scontro fenomenale, di quelli che non dimentichi finché campi.>> quanto detto da me lascia la mia ex avversaria attonita e, solo dopo il mio sollecito ad andarsene, lei si decide a darmi retta.

Prima di abbandonare il tempio mi rivolge però un dolce sorriso, ringraziandomi per le belle parole e di quanto fatto per lei.

Tutto questo sotto lo sguardo contrariato della mia partner, che dentro di sé mi starà probabilmente maledicendo nei peggiori modi.

In questa movimentata notte ho visto un lato di lei che non mi è piaciuto per niente e, se prima non mi capacitavo di come potesse avere ucciso il suo Master, ora comincio ad interrogarmi sulla faccenda.

Ho anche fatto qualcosa che detesto profondamente, ossia piegare la sua volontà con i miei poteri di Master.

Avevo promesso a me stesso che non lo avrei mai fatto e, sebbene lei non mi abbia lasciato altra scelta, non posso fare a meno di sentirmi uno schifo.

Quanto appena accaduto avrà certamente ripercussioni pesanti sul nostro rapporto, ma sono pronto ad affrontarle.

 

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Capitolo 14.5

Spoiler

Il male dietro le quinte (interludio)

In un futuro molto prossimo, una notte all'apparenza normale viene flagellata da una violentissima tempesta all'apice della sua furia.

La fitta oscurità che ammanta il cielo viene occasionalmente squarciata dai lampi, tanto violenti ed intensi da sembrare un monito degli dei.

Il porto della città di Fuyuki è completamente deserto, persino le poche persone che lo visitano di notte vengono scoraggiate dal maltempo.

Uno strano individuo, avvolto da un mantello nero come la pece, svetta però in quel panorama deserto e tempestoso.

Egli è immobile sotto l'acqua con il capo rivolto verso l'alto, quasi come se fosse in comunicazione con il cielo stesso.

Tuttavia quell'estasi contemplativa non sembra essere che un mero passatempo per ingannare l'attesa di qualcuno.

Il suo respiro si condensa in nuvolette bianche, eppure il gelo invernale non sembra dargli alcun fastidio.

Un forte vento agita il mare, quasi come se la natura per prima si stesse ribellando alla presenza di quel misterioso figuro, eppure lui resta lì, impassibile e stoico dinanzi alle offese del brutto tempo.

Quell'individuo pare certo che la persona che sta aspettando si presenterà.

Il cappuccio che indossa copre il viso interamente, tanto che nemmeno i lampi ne lasciano scorgere i dettagli, e da lontano potrebbe quasi sembrare che un volto non lo abbia nemmeno.

D'un tratto l'incappucciato si gira per dare il benvenuto ad una persona, coperta da un impermeabile giallo molto vistoso e fin troppo largo.

Un'esile ed aggraziata figura femminile si palesa dopo aver rimosso il copricapo, capelli di un biondo quasi dorato e meravigliosi occhi verdi.

Quella donna ha una bellezza innaturale, comparabile a quella di una dea.

<<A quanto pare sei un tipo piuttosto plateale, anche se non si direbbe dal tuo abbigliamento.

Hai reso chiare le tue intenzioni, ma non ti permetterò di intimidire ulteriormente il mio Master. Chiunque tu sia, sei una minaccia che devo estirpare qui ed ora.>>

La donna, con profonda determinazione e senza permettere alcuna replica, estrae la spada e si avventa sul misterioso interlocutore.

L'impermeabile giallo viene abbandonato con un gesto aggraziato, per far posto ad un'armatura argentata piuttosto pesante.

Nonostante l'ingombrante vestiario la velocità della ragazza è inumana, e quest'ultima pare sicura della riuscita della propria offensiva, ma ogni certezza crolla quando il nemico para a mani nude un'arma che nemmeno vede.

Particolarità della spada è l'invisibilità, una caratteristica su cui la guerriera ha spesso fatto affidamento in passato, ma che stavolta si è rivelata inutile.

Il misterioso figuro nel mentre continua a trattenere la lama invisibile, ferma a pochi millimetri dal cuore.

Le sue mani sanguinano, eppure la presa è ancora ben salda, uno sfoggio di determinazione che pare impressionare anche la valente spadaccina.

<<Quanto sei sciocca ad aver pensato che il mio obiettivo fosse il tuo Master, sei sempre stata tu la mia preda Saber, e sei entrata nella tana del lupo proprio come avevo previsto.

Ciò nonostante, sapendo bene chi sei, speravo in un maggior sfoggio di intelligenza da parte tua.

Quello smidollato che hai come padrone non mi interessa minimamente, minacciarlo è stato solo un modo per arrivare a te, ed è talmente inutile che non vale nemmeno la pena ucciderlo.>> una profonda voce maschile scuote l'animo dell'eroina bionda.

Saber indietreggia rapidamente, divincolandosi dalla situazione di stallo in cui versava da alcuni minuti e maledicendosi per l'eccesso di sicurezza.

Il suo misterioso interlocutore ha appena insultato il Master che lei serve fedelmente e, dinanzi a tale offesa, l'animo della donna viene scosso da un impeto di furia.

Eppure, per quanto ella tenti, non può fare a meno di restare immobile dinanzi all'oscura presenza.

Lo scatto all'indietro di poc'anzi ha portato Saber ben lontana dal nemico ma, nonostante il distacco tra i due, l'eroina viene comunque presa in contropiede.

Nell'arco di un solo istante l'uomo chiude la distanza con la donna bionda, e sfrutta appieno l'effetto sorpresa per assestarle un attacco mirato.

<<Ma come?>> la frase della donna si interrompe bruscamente a causa di un fortissimo pugno nello stomaco, che soffoca il resto delle parole.

<<Guardati, la tua pateticità è quasi dolorosa da vedere, il più potente degli Spiriti Eroici in ginocchio dopo un banalissimo pugno.

La mia delusione è grande quanto la leggenda che incarni, ma non è troppo tardi, se stipuli un nuovo contratto con me io ti restituirò la grandezza.

Saresti un passatempo delizioso, e grazie a me riavresti il tuo vero potere, quel potere che quell'incapace del tuo Master ti ha negato.

Fai la scelta più giusta per te, diventa mia.>> dopo quelle parole il misterioso figuro avvicina il volto a quello della ragazza, con l'intento di baciarla, ma quest'ultima si divincola con aria disgustata.

<<Giammai, io non appartengo a nessuno, nemmeno al padrone che già servo.

Gli sono fedele, ma non sono una sua proprietà, e tanto meno intendo piegarmi a te.>> dopo le sprezzanti parole l'eroina mena un fendente fulmineo al nemico, nuovamente a portata di mano dopo l'attacco allo stomaco di alcuni minuti prima.

Il colpo a sorpresa ferisce al fianco destro il misterioso individuo, e quest'ultimo si lascia andare ad un'esternazione di stupore, per la prima volta dall'inizio del confronto è stato preso alla sprovvista.

Approfittando dell'apertura appena creatasi la spadaccina comincia a menare una serie di fendenti rapidissimi, nel tentativo di porre fine a quella sgradevole situazione il prima possibile.

Tuttavia il nemico, nonostante la ferita aperta e sanguinante, schiva i colpi di spada con facilità disarmante.

In nessun momento il Servant riesce a prevalere sul suo misterioso avversario, ma una minuscola apertura nella postura dell'incappucciato le dà la possibilità di mandare a segno un ulteriore colpo.

Con un fendente che centra in pieno la spalla sinistra del nemico, la situazione pare divenire favorevole per Saber.

Capitalizzando il momento positivo l'eroina scaraventa inoltre l'uomo verso il mare, facendo leva sulla grande forza fisica data dall'essere uno Spirito Eroico.

L'attimo dopo, con uno slancio rapidissimo e molto vigoroso, ella si lancia a mezz'aria sul bersaglio, pronta per seppellire la minaccia sul fondo del mare con l'affondo finale.

<<Che illusa, pensavi fosse così facile vincere?>> dopo quell'esclamazione l'avversario colpisce la spadaccina con un poderoso calcio a mezz'aria, che la centra in pieno e la scaglia in alto nel cielo.

L'incappucciato atterra poi dolcemente sull'acqua, dimostrando di saper stare in equilibrio sulla superficie come se fosse solida, preparandosi ad usarla inoltre come trampolino per balzare in cielo.

E' ferito alla spalla sinistra e sul fianco destro, eppure ciò non sembra aver intaccato minimamente delle prestazioni fisiche che hanno dell'inumano.

Prima di spiccare il volo come un angelo, la figura di nero ammantata fende l'oscurità della notte materializzando nella mano destra una lancia scarlatta.

La battaglia subito dopo si sposta direttamente nei cieli, con la spadaccina in caduta libera a causa del colpo subito poc'anzi e il misterioso nemico pronto a finire il duello.

Saber mentre precipita pensa di usare il corpo dell'incappucciato come un trampolino per tornare sulla terraferma, e si prepara ad agire nel momento di massima vicinanza con lui.

Il suo obiettivo è riguadagnare una posizione di vantaggio su un campo a lei congeniale, ma la vista di quella particolare lancia la distrae fatalmente.

<<L'esitazione di un singolo istante può rappresentare la rovina sul campo di battaglia, un guerriero navigato come te dovrebbe saperlo bene.

Ti ho teso una mano e tu l'hai rifiutata fermamente, sii pronta a pagarne le conseguenze.>> quelle parole suonano come una sentenza di morte, alla quale la ragazza sente di non potersi più sottrarre.

La fatale distrazione della giovane donna ha annullato l'unica occasione di ribaltare le sorti dello scontro, ed ora non le resta che il biasimo verso la sua imprudenza.

L'uomo, roteando velocemente la lancia a mezz'aria, scaglia sulla terraferma la propria nemica con grande forza, colpendola con l'impugnatura dell'arma in segno di scherno.

Il suolo toccato dal Servant si incrina a causa del violento impatto, per lei la battaglia è virtualmente terminata.

Saber, la più grande tra gli spadaccini, sconfitta con tanta facilità da un uomo sconosciuto.

Quella consapevolezza è per lei più dolorosa della morte che l'attende.

Nondimeno la giovane donna maledice se stessa per il sentimento di terrore che sta solcando il suo impavido cuore in quei momenti concitati.

Le ombre che attanagliano il suo animo sono per lei motivo di immensa vergogna.

Nel mentre l'incappucciato atterra con immensa grazia sulla terraferma, come se il vento lo avesse accompagnato.

Il temporale imperversa ancora, ed il violento rombo dei tuoni in lontananza intona il requiem della spadaccina.

Con sadica lentezza il misterioso individuo si avvicina alla propria preda, come a volersi pregustare quel momento il più possibile.

La lancia scarlatta impugnata dall'uomo, stridendo sul terreno, si prepara a porre fine alla vita della giovane donna.

Saber, a terra inerme, cerca ancora di trovare dentro di sé la forza di reagire.

Una secolare esperienza in fatto di battaglie non l'ha preparata a dovere contro un nemico di quel calibro, che in quegli istanti le appare completamente fuori scala rispetto a chiunque abbia mai incontrato in vita sua.

Tra sé e sé pensa a quanto la più leggendaria delle spade, che tanto ha segnato il suo destino, possa vergognarsi di colei che l'ha sempre impugnata con fierezza.

Quel pensiero, quell'unico pensiero, fa scattare qualcosa dentro la spadaccina.

Con fatica immane la donna si rialza e, noncurante delle ferite, evoca prontamente la propria arma.

Un bagliore di luce dà finalmente forma alla misteriosa spada invisibile, rivelandone così la bellezza inumana.

La lama viene dapprima rivolta verso il cielo, per poi cominciare ad allungarsi a dismisura.

Una scena sconcertante che viene però seguita con fredda impassibilità dall'incappucciato, deciso a schernire fino all'ultimo l'avversaria.

<<Finalmente il re dei cavalieri gioca la sua carta più forte, sono proprio curioso di vedere quella spada all'opera.>> il misterioso figuro non pare minimamente intimorito dalla forza della propria sfidante, ma al contrario fa sfoggio di una beffarda curiosità.

<<Spada leggendaria, rispondi al mio accorato appello, sprigiona fino all'ultima goccia del tuo potere e fendi con decisione il male che ci si para davanti...Excalibur.>> dopo quelle solenni parole, che hanno il sapore di una preghiera, Saber rilascia tutta la potenza distruttiva della spada sacra.

La lama di luce, nel frattempo ingigantitasi fino a squarciare le nubi temporalesche, viene calata sul terreno in tutto il suo splendore.

In quel momento lo sfidante misterioso si lascia andare ad un'esternazione di fastidio verso ciò che sta vedendo, come se la sua curiosità fosse stata spazzata via da un improvviso senso di ribrezzo.

Ciò nonostante non fa nulla per sottrarsi alla furia di quel prodigioso colpo.

Appena toccato il suolo un immenso bagliore distruttivo fende sia il cielo che la terra, lasciando solo distruzione sul suo cammino.

Tuttavia la guerriera, seppur sfinita, si rifiuta di accasciarsi prima di aver verificato l'annientamento del nemico.

Lei, che migliaia di volte ha solcato con fierezza il campo di battaglia, conosce bene la sensazione della vittoria.

Eppure, proprio perché innumerevoli volte l'ha assaporata, stavolta sente che c'è qualcosa che non va.

Le sensazioni della spadaccina vengono confermate quando quest'ultima, una volta dissipato il bagliore di Excalibur, nota l'incappucciato perfettamente incolume.

Nemmeno un brandello del suo mantello nero è andato distrutto, come se non fosse successo niente.

La terra davanti ai due contendenti è falciata, persino le acque del mare si sono divise a testimonianza del potere della spada suprema, eppure quell'uomo si staglia davanti all'eroina con fare noncurante.

<<Quale imperdonabile affronto, hai avuto l'ardire di falciare sia la terra che il cielo in mia presenza.

Così facendo mi hai recato l'offesa più grande, ed ora laverò via quest'onta con il tuo sangue.>> la profonda voce dell'uomo, calma fino a quel momento, d'un tratto si tinge di una rabbia bruciante.

La tempesta, che fino ad allora aveva imperversato senza sosta, pare divenire in un istante ancora più violenta, come se fosse alimentata dalla collera dell'incappucciato.

Il rombo dei tuoni si fa ancora più assordante, i fulmini rischiarano con bagliori accecanti l'oscurità della notte, ed il mare prende ad agitarsi ancor più di prima.

La natura stessa reagisce a quella furia, con gli elementi assoggettati al volere dell'enigmatico individuo.

Con un solo cenno della mano sinistra il misterioso figuro scatena una folata di vento dalla potenza soverchiante, che travolge la spadaccina senza lasciarle scampo.

Dopo essere stata scaraventata violentemente contro il muro di un magazzino adiacente al porto, ed essere stata testimone del vero potere del suo nemico, Saber accetta con rassegnazione l'infausto destino che l'attende.

Tuttavia, con le poche forze rimaste, ella rivolge un'ultima domanda al suo interlocutore.

<<Chi sei tu? Quel modo di combattere non è proprio di un Servant, ma di contro quella lancia scarlatta è un'arma leggendaria appartenente ad uno Spirito Eroico.

Solo il figlio del dio della luce irlandese ha il diritto di possederla, però a quanto ne so egli è caduto per mano di un ignoto avversario.

Prima impugni un'arma leggendaria, poi imbrigli la potenza degli elementi naturali, sei uno, ma nel contempo è come se fossi molti. Chi o cosa sei tu?>> l'animo della donna, per la prima volta dopo secoli, viene scombussolato da un turbinio di emozioni.

Per quanto cerchi di mantenere la compostezza e la dignità che da sempre l'hanno contraddistinta, Saber non può fare a meno di provare un forte senso di soggezione di fronte a quell'uomo.

<<Hai recato offesa alla mia persona squarciando la terra ed il cielo con la tua Arma Nobile ma, nonostante ciò, il cuore mi duole al pensiero di doverti uccidere.

Per rispondere alla tua prima domanda invece, sono qualcosa che va aldilà della tua comprensione.>> l'incappucciato sembra sincero quando dice di essere dispiaciuto, le sue parole tradiscono una sofferenza di fondo verso quello che deve fare.

Saber, all'udire l'ultima frase dell'uomo, sente le viscere attorcigliarsi in preda ad un terrore soverchiante.

Lei, che molte volte in vita aveva sentito megalomani di ogni sorta proclamarsi dei, sente che il suo nemico attuale è qualcosa che davvero si avvicina al divino.

Il suo primo impulso è quello di chiudere gli occhi, così da accettare pacificamente l'infausto destino, ma il suo onore di cavaliere le impone di tenere lo sguardo ben puntato sul proprio assassino.

Nonostante i sentimenti contrastanti che prova verso ciò che deve fare, l'uomo di nero ammantato mette faticosamente da parte ogni riserva e si appresta a terminare la missione.

Con calma glaciale affonda la sua lancia nel cuore della nobile spadaccina.

La donna si accascia al suolo con la fierezza di un re, morendo con gli occhi aperti e ben puntati sul suo uccisore.

Subito dopo le spoglie mortali di Saber cominciano a dissolversi, ma il misterioso figuro pone una mano sul corpo esanime dell'eroina prima che si dissolva, assorbendone infine l'essenza.

<<Io, anzi Noi, avremmo voluto che le cose andassero diversamente.

Potevi essere un'onorevole regina al Nostro fianco, ma hai scelto di lottare fino alla fine con orgoglio, e per questo hai il mio più profondo rispetto.

Da questo momento fai parte di un qualcosa di più grande, riposa dolce Saber, mentre le tenebre ti accolgono fra le loro braccia.>> dopo quelle parole, che hanno il sapore di commiato, l'individuo incappucciato svanisce dissolvendosi nel vento.

Della nobile guerriera non è rimasto più nulla eccetto il sangue versato durante la battaglia, quasi come se non fosse mai esistita, ma nella mente dell'uomo misterioso vivrà in eterno il ricordo di quel duello, tanto fugace quanto intenso.

Una delle luci più forti e splendenti si è spenta nel pieno della notte tempestosa, inghiottita da un'oscurità senza precedenti.

Un male silenzioso, che fino a quel momento aveva osservato tutto quanto da dietro le quinte, si è infine palesato.

Persino il re dei cavalieri in persona è caduto sotto la potenza soverchiante di quell'arcano essere.

La città di Fuyuki, dopo essere stata scossa da quei funesti eventi, si prepara a godere della calma che ne conseguirà, ignara del fatto che sia il preludio di una tempesta ancora più violenta.

 

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Capitolo 15

Spoiler

Faccia a faccia (parte 1)

Sono passati tre giorni da quando ho combattuto contro Saber, e da allora i miei rapporti con Caster sono tesissimi.

A Maya ho spiegato la situazione fin nei minimi dettagli, e sorprendentemente lei ha dato ragione a me, giudicando il comportamento della mia partner egoistico ed oltremodo sconsiderato.

Da quando ho usato quel dannato incantesimo di comando l'incantatrice si rifiuta persino di condividere la stanza con me.

Si allontana dal tempio la mattina presto prima che io mi svegli, e torna la sera tardi solo quando è certa che io stia già dormendo.

Una parte di me non può fare a meno di temere che stia orchestrando qualcosa di non troppo buono ai miei danni, ed è la parte che odio di più in assoluto.

Provo disgusto verso me stesso a pensare una cosa simile, e se non avessi visto coi miei occhi il suo comportamento verso Saber non mi sognerei nemmeno di concepire tutto questo.

Fino ad ora ho sempre ritenuto assurdo che avesse ucciso il proprio Master, e non mi sono mai interrogato su come sia arrivata a quel punto.

Eppure da quella notte mi stanno affiorando in testa solo domande su domande, a cui desidero dare risposta.

Credo sia meglio iniziare ad indagare su Caster, in questo momento la vedo come la cosa migliore da fare.

Avrò però bisogno di assistenza, e Maya è la persona ideale a cui chiedere aiuto adesso.

Sono a malapena le nove del mattino, perciò temo che sia ancora nel pieno del sonno, ma mi conviene andare a verificare.

Dopo essermi vestito esco dalla mia stanza con passo svelto, percorro il cortile del tempio, e in pochi secondi sono davanti alla camera della mia vecchia compagna.

Mi guardo attorno ed incrocio lo sguardo con un monaco del tempio, di ritorno dalle preghiere mattutine.

Gli rivolgo un sorriso cordiale, ma lui per tutta risposta mi lancia un'occhiataccia di rimprovero.

Non ho fatto nulla per meritare un trattamento simile, anche se credo di sapere cosa sospetta.

Sono davanti alla stanza dell'unica donna nel tempio eccetto Caster, non sono un monaco come loro e nemmeno lei è una sacerdotessa shintoista, quindi abbiamo entrambi determinate “libertà” rispetto agli abitanti della struttura.

Però ha davvero una pessima opinione di me per credere che io possa pensare a simili cose in un luogo sacro, come se non avessi altro per la testa in questo momento.

Vorrei davvero bussare alla porta della mia vecchia compagna, ma se fosse ancora addormentata mi dispiacerebbe svegliarla.

Forse mi conviene andare a fare una passeggiata fuori da queste quattro mura da solo, dopotutto è da giorni che non esco.

Non ho più avuto notizie da Morimoto e, data la celerità con cui di solito svolge i propri incarichi, questo silenzio mi insospettisce alquanto.

E' però vero che ora la nostra priorità sono gli artefatti divini, che sono sparsi per il mondo e non qui a Fuyuki, indi per cui un rifugio discreto in città non è nemmeno più necessario a questo punto.

Tuttavia ho pagato fior fior di quattrini, ed ora che non ho più bisogno del servizio me li andrò a riprendere, per poi reinvestirli nei viaggi intorno al globo.

Infilo la mia giacca nera preferita e con passo svelto mi allontano dal mio rifugio di fortuna, nella speranza che al mio ritorno Maya sia già in piedi.

Non ho idea di dove sia Caster adesso, e nemmeno mi importa, ho altre priorità al momento.

Le mie indagini su di lei dovranno aspettare, se inizio mille cose finisce che non ne porto a termine nemmeno mezza.

Dopo alcuni minuti di camminata per le strade di Fuyuki, non troppo caotiche vista l'ora, arrivo finalmente al nascondiglio del mago fuorilegge.

Avrei potuto raggiungerlo in un attimo con la smaterializzazione, ma avevo proprio bisogno di sgranchirmi le gambe.

Busso educatamente per chiedere di poter entrare, ma non ricevo alcuna risposta.

Continuo a provare senza successo, ed allora comincio anche ad alzare la voce, nella speranza di essere sentito dall'interno.

Qui c'è qualcosa che non quadra, l'ultima volta che sono stato qui il baccano degli scagnozzi di Morimoto si sentiva persino da fuori, mentre ora non c'è altro che silenzio.

Ho conosciuto i tipi che frequenta e direi che sono alquanto inclini ai bagordi, indi per cui la situazione attuale è strana.

Sono stufo di aspettare qua fuori come un cretino e quindi entrerò con la forza.

Un calcio vigoroso è sufficiente ad aprire la porta del malfamato locale, nessuno viene a farmi la festa, quindi devo supporre che sia davvero deserto.

Entro con fare prudente, non sia mai che arrivino delle spiacevoli sorprese, però qui non sembra esserci anima viva.

L'interno del bar è tremendamente buio, quindi materializzo una sfera di fuoco nella mano destra per fare un po' di luce, e l'attimo dopo mi ritrovo davanti ad uno scenario sconcertante.

Avevo ben ragione a dire che non ci fosse anima viva, qui dentro è pieno di cadaveri, cosa accidenti è successo?

Le vittime parrebbero essere all'incirca una decina, e tutte loro hanno perso grandi quantità di sangue.

L'assenza di odori sgradevoli suggerisce inoltre una morte piuttosto recente.

Esaminandoli più da vicino posso supporre che siano deceduti all'incirca un'ora fa e non più tardi.

Fatto curioso è che tutti presentano delle ferite da taglio in prossimità del cuore, come se fossero stati trapassati da parte a parte da qualcosa.

Di sicuro si tratta di un'arma bianca, presumibilmente una spada o qualcosa di simile, ma ora non è tempo di giocare al detective.

Muovendomi trafelatamente verso il retro del bar, dove Morimoto è solito trascorrere la maggior parte del tempo, mi imbatto in lui moribondo.

La sua ferita è diversa da quelle dei suoi scagnozzi, difatti è stato colpito di striscio al fianco sinistro.

Le altre vittime sono state trafitte con una precisione chirurgica, e questo mi porta ad escludere che l'assassino abbia commesso un errore tanto grossolano con il capo della banda.

Questo malvivente è stato lasciato in vita per una ragione, ed ora devo scoprire qual è.

<<L-lui è qui, nessuno è al sicuro.>> il mago fuorilegge perde i sensi dopo aver detto quelle enigmatiche parole.

Prontamente cauterizzo la sua ferita grazie al mio fuoco, in modo da fermare l'emorragia.

Subito dopo applico un bendaggio di fortuna per evitare il rischio di infezioni.

Fortunatamente sono arrivato in tempo, o questo disgraziato si sarebbe aggiunto alla lista dei morti.

La sua ferita sarà pure più lieve rispetto a quelle dei suoi compagni, ma la perdita di sangue avrebbe portato certamente alla morte in assenza di soccorsi.

Già che ci sono sarà meglio che ne approfitti e mi riprenda i soldi che ho dato a questo tizio, ragione primaria per cui sono qui tra l'altro.

Con mano lesta estraggo il rotolo di banconote dalla tasca dei pantaloni del criminale, per poi recuperare la cifra che gli avevo dato giorni addietro.

Non è certamente il più onorevole dei comportamenti, ne sono consapevole, ma in tempi di necessità si mette la morale da parte.

Ho bisogno di quanti più soldi possibili per far fronte alle spese che mi si prospettano nell'immediato futuro.

Quello che potevo fare per quel poveraccio l'ho fatto, gli ho salvato la vita, mentre per i suoi amici sfortunatamente era già troppo tardi.

Ora non mi resta che chiamare un'ambulanza per Morimoto, è il massimo che posso fare per lui.

Se lo portassi io in ospedale mi esporrei troppo e non è proprio il caso, devo mantenere un profilo più basso possibile.

Una rapida chiamata anonima alle autorità per denunciare l'accaduto, e poi svanisco tra le fiamme.

La mia destinazione è di nuovo il parco cittadino, quel posto mi rilassa enormemente, ed ora ho proprio bisogno di elaborare con calma quanto ho appena visto.

Con mia grande sorpresa scopro però di non essere solo in questo parco di prima mattina, poiché su una piccola panchina siede nientemeno che il Master di Saber.

Il ragazzo dai capelli rossi, di cui ancora ignoro il nome, ha un'espressione parecchio afflitta dipinta sul volto.

Accorgendosi di essere osservato il giovane si volta verso di me, e pare ricordarsi immediatamente del sottoscritto a giudicare dall'occhiata che mi lancia.

Rimaniamo entrambi in silenzio ad osservarci per un momento, fino a che l'altro non mi fa cenno di avvicinarmi.

Con un lieve sentimento di inquietudine mi avvicino al ragazzo, che gentilmente si sposta sul lato estremo della panchina per farmi posto.

<<Tu devi essere quel Lasair di cui Saber mi ha parlato due sere fa, lo stesso ragazzo che abbiamo incrociato giorni addietro in questo stesso parco.

Lei mi ha confessato di averti attaccato senza il mio permesso l'altra notte, mi scuso personalmente per quanto accaduto, ma colgo l'occasione anche per ringraziarti di una cosa.

Mi ha inoltre detto che tu l'hai lasciata andare dopo esserti rifiutato di ucciderla, nonostante avessi tutto da guadagnare facendolo.

Per questo hai tutta la mia gratitudine, il mio nome comunque è Shirou Emiya.>> dopo aver sentito quelle parole le mie inquietudini si sciolgono come neve al sole, non c'è alcuna ostilità da parte sua.

Tuttavia una sfumatura nella voce del mio interlocutore tradisce una certa tristezza, mi chiedo a cosa sia dovuto.

<<Io sono Lasair Strathmore, piacere di conoscerti Shirou.

Per quanto riguarda Saber e l'accaduto dell'altra notte, aveva delle ottime ragioni per fare ciò che ha fatto, quindi è tutto dimenticato.

So che non sono affari miei, ma non ho potuto fare a meno di notare una punta di angoscia nella tua voce poc'anzi, sembra proprio che tu sia turbato da qualcosa.

Non siamo amici intimi, ma se volessi sfogarti sono a disposizione, so bene quanto può essere nocivo tenersi tutto dentro.>> quanto detto da me sembra lasciare stupefatto il ragazzo, ma dopo lo sgomento iniziale quest'ultimo sembra intenzionato ad aprirsi.

<<Accidenti, se anche un completo estraneo se ne accorge allora vuol dire che ho una pessima faccia da poker.

Andrò dritto al sodo, temo che Saber sia morta.>> le parole di Shirou mi suscitano un enorme dispiacere, e nella mia testa cominciano a balenare mille domande.

La mia prima reazione è di chiedergli come mai pensa una cosa simile, e lui mi risponde che da ieri sera non ha più sue notizie.

Seguitando nella spiegazione dei suoi presentimenti mi dice che lei gli aveva vagamente parlato di una cosa da fare al porto, senza dare ulteriori spiegazioni, e che quella è stata l'ultima volta in cui le ha parlato.

Il giovane mi riferisce inoltre di aver insistito per accompagnarla, ma di aver ricevuto un secco no come risposta, come se la ragazza volesse tenerlo fuori da quanto aveva intenzione di fare.

Non posso dire di conoscere Saber quanto il suo Master, ma anche io trovo decisamente assurdo che sia sparita di propria volontà.

In un istante mi torna alla mente la conversazione avuta proprio con la spadaccina, più nello specifico il punto sul misterioso assassino di Master e Servant.

Ho come la sensazione che la sua sparizione e questa misteriosa figura siano in qualche modo collegate.

Tuttavia c'è una cosa che cozza con la mia supposizione, ossia il fatto che Shirou sia ancora vivo.

Da quel che mi è stato raccontato su quell'assassino anche i Master sono sempre stati eliminati, quindi non vedo perché lasciare il ragazzo in vita se fosse la stessa persona.

Al momento ho troppi pochi elementi per esternare le mie considerazioni, ma una cosa è certa, aiuterò questo giovane a scoprire la verità.

Lo faccio in primis per Saber, in virtù del profondo rispetto che nutro per lei, ma anche perché Shirou mi sembra una persona meritevole del mio aiuto.

<<Ti aiuterò a capire cos'è successo, afferra la mia spalla e reggiti forte.>> la mia decisione spiazza il giovane dai capelli rossi, ma nonostante ciò non esita un istante a fare quel che gli dico.

Svaniamo insieme tra le fiamme, ed in un attimo siamo al porto, ultimo luogo in cui era diretta la ragazza ieri sera.

Il mio improvvisato compagno d'investigazione è visibilmente stupefatto dalle mie abilità, glielo posso chiaramente leggere negli occhi, e la cosa mi lusinga alquanto.

Senza perdere tempo Shirou mi ringrazia di cuore per la disponibilità ad aiutarlo, e mi tende la mano in segno di amicizia.

Non esito un istante a ricambiare il gesto, ed entrambi ci scambiamo un sorriso discreto per suggellare un'alleanza che, forse, è il preludio di un vero rapporto d'amicizia.

Per qualche ragione sento che noi due siamo simili, non so niente di lui, eppure una parte di me mi suggerisce che abbiamo alcune cose in comune.

Rompendo tutti gli indugi suggerisco di cominciare a dare un'occhiata in giro, decisione che trova d'accordo il mio interlocutore.

Le prime cose che saltano all'occhio sono i segni evidenti di una lotta.

Il portellone del magazzino di pesce è quasi in pezzi, come se qualcosa avesse impattato violentemente contro di esso, e non è l'unica stranezza.

Un altro segno piuttosto evidente è il terreno squarciato praticamente fino alla banchina.

<<Lasair ci sono pochi dubbi, è sicuramente opera di Saber uno squarcio del genere, perciò significa che ieri sera ha lottato contro qualcuno proprio qui.>> Shirou conosce il proprio Servant sicuramente meglio di me, quindi mi fido della sua parola.

Con il mio incantesimo di potenziamento della vista scansiono l'intera zona in cerca di altri indizi, fino a quando non trovo la peggiore delle prove.

Mi allontano discretamente dal mio partner di indagini mentre quest'ultimo è impegnato a guardarsi intorno, poiché è meglio che non veda quello che ho trovato, non ancora almeno.

Gli abitanti del porto sono visibilmente curiosi circa i fatti accaduti la notte scorsa, ma nel contempo sono anche molto agitati, poiché non capiscono cosa stia succedendo.

La folla si accalca principalmente attorno al magazzino ed in prossimità del molo, i due luoghi che presentano i segni più evidenti della, ormai certa, lotta avvenuta stanotte.

Arrivato alla fine della banchina noto delle grosse tracce di sangue, non ho idea a chi appartengano, ma le possibilità sono due.......o è di Saber o della persona contro cui ha combattuto.

La cosa che più mi colpisce di questa traccia ematica è che le dimensioni sono pressoché le stesse di quelle accanto ad ogni singolo cadavere del bar Homura, una coincidenza fin troppo sospetta.

Comincio a sospettare che il misterioso avversario della spadaccina e il killer del bar siano la stessa persona, ma dov'è il nesso?

Mi sembrano due cose totalmente scollegate per essere opera dello stesso individuo, anche se adesso mi viene spontaneo ripensare alle parole di Morimoto.........”nessuno è al sicuro”.

Questo mi porta ad elaborare due teorie, o si tratta di un serial killer che uccide indistintamente, oppure in questo apparente caos c'è un filo conduttore ben preciso.

Un inquietante presentimento si fa largo nel mio animo, sia Saber che il mago fuorilegge hanno avuto dei contatti con me, che questa persona possa essere il misterioso burattinaio dietro ai miei ex capi?

Negli ultimi giorni ho ripensato moltissimo a quanto detto da Maya, ed ho finito per notare una cosa che in un primo momento avevo trascurato.

Mi risulta davvero assurdo pensare che i miei vecchi capi siano stati tanto sprovveduti da farsi scoprire dalla mia vecchia compagna, a meno che non fosse tutto voluto fin dal principio.

Forse la mia ex commilitona non ha origliato accidentalmente quella conversazione, ma è stato tutto orchestrato ad opera d'arte.

Se però così fosse avrei seriamente paura, poiché significherebbe che abbiamo a che fare con un nemico estremamente intelligente e perspicace, capace persino di predire con accuratezza le reazioni di Maya.

Oramai sono più che convinto che questo fantomatico burattinaio sia assolutamente reale, troppe cose non tornerebbero altrimenti.

Le alte sfere dei Black Wolves che hanno fatto di tutto per trattenermi a suo tempo e che adesso mi vogliono morto, nonostante il mio giuramento di segretezza sul loro operato, sono la prima nota stonata.

In secondo luogo il loro interesse nella ricerca degli artefatti divini, laddove non se n'erano mai interessati prima d'ora, pur essendo al corrente della loro esistenza.

L'ultimo punto è forse il più importante, Maya è qui da svariati giorni ormai, ed eccetto un manipolo di soldati di bassa lega non ci sono state ulteriori rappresaglie per il suo abbandono improvviso.

Conosco i Black Wolves, e più di una volta ho visto tradimenti anche più lievi venire puniti con la massima durezza, quindi tutto questo silenzio sulla diserzione della mia vecchia compagna è sospetto.

Quei poveri soldati mandati al macello potrebbero essere stati soltanto una farsa, e la ragazza potrebbe essere stata una pedina inconsapevole nelle mani di questo tizio misterioso.

Una sola cosa è certa, la persona dietro ai miei ex capi li ha indotti ad emettere un ordine di assassinio verso il sottoscritto, ciò significa che si tratta di qualcuno mosso da vecchi rancori.

La mia lista di nemici è chilometrica, potrebbe essere chiunque dannazione, e per quanto ne so potrei essere stato sotto osservazione fin dall'inizio di tutta questa storia.

Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di essere una pedina su una scacchiera, credo di muovermi liberamente, ma in realtà vado dove lo scacchista mi vuole.

Persino questi indizi potrebbero essere stati lasciati volontariamente per me, mi scoppia la testa.

Tuttavia non ne ricavo assolutamente niente a farmi prendere dalla paranoia, ho bisogno di restare lucido.

<<Ehi Lasair va tutto bene? Hai trovato qualcosa per caso?>> la mano di Shirou sulla mia spalla, accompagnata alla sua voce, mi riporta alla realtà.

Mi sono fatto trasportare dalle congetture e mi sono distratto, ma adesso è il momento di affrontare la questione spinosa con il ragazzo.

Prima che possa aprire bocca lui nota il sangue che stavo esaminando poc'anzi, e in un attimo si lascia sopraffare dalla tristezza pensando che appartenga a Saber, posso leggerlo nei suoi occhi.

Il giovane sembra sul punto di lanciare un urlo di disperazione, quando io prontamente metto sul piatto la possibilità che quel sangue possa essere anche del suo avversario.

Al sentire quanto dico Shirou pare calmarsi un minimo, anche se dentro di me temo che i suoi sospetti siano fondati, ma adesso non ha bisogno di sentire questo.

<<Perdonami Lasair, non sono solito lasciarmi trasportare troppo dalle emozioni, ma ho avuto un attimo di debolezza.

Hai perfettamente ragione, non abbiamo certezze su chi sia il proprietario di quel sangue, dobbiamo assolutamente capire cosa è accaduto qui......spero che potrai continuare ad aiutarmi.>>

<<Non devi nemmeno chiederlo, anche io voglio assolutamente scoprire la verità, perciò collaborerò con te fino alla risoluzione del mistero.>> il ragazzo dai capelli rossi, all'udire le mie parole, accenna un sorriso di gratitudine.

Voglio sinceramente aiutarlo, ma nel contempo sono mosso anche dal desiderio di capire se la faccenda coinvolge me in prima persona.

Se questa cosa in realtà avesse a che fare con me mi sentirei uno schifo, poiché della gente innocente ci sarebbe andata di mezzo solo per avermi conosciuto, ma devo restare assolutamente concentrato sulle indagini.

Io allora propongo di dividerci per chiedere alle persone del porto se hanno visto qualcosa l'altra notte, ed il mio interlocutore approva la decisione.

Senza perdere tempo iniziamo ad interpellare quanta più gente possibile, ma non riceviamo altro che risposte vaghe sul fatto che a causa della violentissima tempesta il porto fosse praticamente deserto.

La cosa ha senso, se qui si è consumato uno scontro tra due creature sovrumane è ovvio che non ci fossero testimoni, altrimenti i contendenti si sarebbero spostati altrove per lottare.

<<Stavo in alto mare, intento a lottare disperatamente contro le onde furiose, quando ho visto materializzarsi un immenso fascio di luce.

In un primo momento puntava verso il cielo, squarciava addirittura le nuvole, ma poi in un istante quel bagliore si è riversato sul terreno ed ha falciato il mare in tempesta.

Le acque si sono letteralmente separate per alcuni istanti, ed è un miracolo che non sia finito a dormire coi pesci, dovete credermi.>> le parole di un vecchio pescatore attirano la mia attenzione e quella di Shirou.

Con fare curioso ci avviciniamo all'anziano uomo, che durante il racconto si è circondato di una gran moltitudine di persone.

Prevedibilmente nessuno dei presenti sembra credere alla storia di quel poveretto, tranne noi.

Il mormorio della folla verte sul fatto che sia un uomo anziano e con qualche rotella fuori posto, ma io e il mio compagno di indagini gli crediamo eccome.

Trovo però strano che un fascio di luce così grande come quello descritto dal pescatore non sia stato notato da nessun altro.

Ipotizzando però che sia stato adoperato un incantesimo di occultamento diverso dallo spazio separato tutto tornerebbe.

Quegli incantesimi hanno un raggio d'azione parecchio limitato, e l'anziano uomo ha dichiarato di trovarsi in alto mare quando ha visto il bagliore, indi per cui è verosimile che fosse ben oltre la copertura del sortilegio.

Come conseguenza di ciò lui ha visto l'attacco, mentre i presenti nella bolla dell'incantesimo hanno solo visto i danni scaturiti dal duello, poiché la battaglia ha avuto luogo nel mondo reale e non in uno spazio separato.

La folla attorno al pescatore comincia a disperdersi, e la maggior parte degli ascoltatori ha dipinta sul viso un'espressione di totale incredulità.

Quel poveretto, il cui volto tradisce un chiaro dispiacere per il fatto di essere reputato un pazzoide, fa per andarsene dopo aver finito di parlare, ma io e Shirou lo avviciniamo per saperne di più della sua storia.

<<Mi perdoni, ma io e il mio amico saremmo interessati a saperne di più circa quel che ha visto ieri notte, noi le crediamo totalmente per quel che vale.

Ha per caso visto anche qualcuno accanto a quel fascio di luce? Signor.......>> il mio soliloquio si interrompe bruscamente, visto che non so ancora con chi sto parlando.

<<Matsumoto, Tatsuya Matsumoto, piacere di conoscervi giovanotti.

Davvero voi due mi credete? Non avete idea di quanto la cosa mi renda felice e, per rispondere alla tua domanda ragazzo, ho solo visto due sagome indistinte.

So che sembra assurdo ma è così, due figure a velocità inumana si sono scontrate dapprima in cielo, e poi sulla terraferma in prossimità del molo. Voi invece come vi chiamate?>>

<<Io sono Lasair Strathmore, ed il mio amico qui accanto è Shirou Emiya, piacere di conoscerla signor Matsumoto.>> dopo le mie parole faccio un educato inchino giapponese in segno di rispetto, ed il mio partner fa lo stesso subito dopo di me.

L'istante immediatamente successivo Shirou mi rivolge uno sguardo piuttosto eloquente, una delle due figure impegnate nella lotta era senza alcun dubbio Saber.

Tuttavia il vecchio pescatore non riesce a dirci altro, poiché il mare in tempesta ha poi finito per distrarlo da ciò che accadeva sulla terraferma.

Dopo esserci congedati dal nostro interlocutore riprendiamo a cercare ulteriori potenziali indizi.

Il ragazzo dai capelli rossi è visibilmente turbato da ciò che abbiamo appreso, naturalmente immagina il peggio per la sua compagna.

Di certo il sangue, unito al fatto che la ragazza non sia rincasata, non fa ben sperare.

Vorrei tirarlo su di morale per quanto possibile, ma mi rendo conto che non potrei essergli di alcun aiuto in realtà.

Sono un pessimo bugiardo, purtroppo o per fortuna, e non potrei mai risultare convincente dicendogli che sia tutto a posto, quando io per primo non ci credo.

Indipendentemente da quale sia stata la sorte dell'eroina bionda una cosa è certa, chiunque fosse il suo avversario la pagherà cara.

Dopo un quarto d'ora abbondante terminiamo di perlustrare l'intero porto, una ricerca non abbastanza fruttuosa, che ci porta alla decisione di tornare verso casa.

<<Non sono riuscito a salvare nemmeno lei, sono proprio inutile.>> quelle sono le prime parole pronunciate da Shirou dacché abbiamo lasciato il porto.

Dopo essercene andati da lì il ragazzo non ha più aperto bocca, almeno fino ad ora.

<<Non puoi salvare tutti amico mio, lasciatelo dire da uno che ha fallito nel proteggere moltissime persone.

Ho imparato questa lezione a caro prezzo, non possiamo avere la superbia di sostenere il peso del mondo intero.

Dobbiamo purtroppo accettare la nostra natura mortale, per quanto maghi siamo pur sempre umani in primo luogo, e come tali abbiamo degli evidenti limiti.>> le mie dure parole intristiscono ancora di più il mio interlocutore, ma sarebbe peggio riempirlo di bugie per confortarlo.

So benissimo come si sente, io provo lo stesso ogni giorno pensando a tutti quelli che purtroppo non ho potuto salvare.

A differenza di questo giovane studente ho potuto fare del bene grazie ai Black Wolves ma, per quanta gente ho salvato, altrettanta ne ho vista morire.

Per ognuna delle persone che ho perso provo ogni giorno una sofferenza indicibile, e ad avermi dato la forza di andare avanti sono stati quelli che invece hanno potuto vivere grazie a me.

<<Da come parli mi dai l'idea di averne viste molte più di me Lasair, mi piacerebbe saperne di più se ti va.>>

<<Effettivamente credo di averne viste più di te, ma fidati che non è cosa di cui andar fieri.

Per adesso preferirei non parlartene, non è il momento ideale per sentire queste storie.>> mi dispiace troncare sul nascere una conversazione con Shirou, che in questo momento avrebbe senz'altro bisogno di parlare un po', ma la mia storia non è il tipico argomento di svago.

Arrivati al crocevia della città io e il ragazzo ci congediamo, con la promessa di tenerci in contatto circa la faccenda della scomparsa di Saber.

Prima di separarci gli ribadisco che non mi arrenderò fino a che non sarà emersa la verità.

Le mie parole sembrano strappare un lieve sorriso al giovane Master, e dopo quello io imbocco la via verso il tempio Ryuudou.

Qualche minuto di camminata e sono di nuovo al mio rifugio temporaneo, mi ha fatto bene evadere dall'atmosfera opprimente di questo luogo sacro.

Controllando il telefono mi rendo conto che sono passate due ore da quando me ne sono andato da qui, perciò Maya sarà senz'altro sveglia oramai.

Salendo con calma la lunga scalinata del tempio finisco per scorgere, in cima ad essa, la sinuosa figura della mia ex commilitona.

La sua espressione sembra trasudare collera nei miei confronti, tanto che sarei quasi tentato di fare marcia indietro e tornarmene in città.

Oramai però sono arrivato, tanto vale affrontare da uomo quel che mi aspetta, anche se ho il sentore che non sia nulla di buono.

<<Finalmente sei tornato razza di irresponsabile, come ti è venuto in mente di andare da solo in città senza di me o Caster? E se ti fossi imbattuto in qualche nemico mandato dall'organizzazione?>> forse non è il momento ideale per parlarle del massacro al bar Homura e della lotta avvenuta al porto, finirei per peggiorare la mia situazione.

<<Aspetta, come fai a sapere che il mio Servant non mi accompagnava? E' per caso già tornata al tempio?>> se così fosse sarebbe un fatto curioso, visto che negli ultimi giorni è sempre tornata al calar del sole, e mai prima di mezzogiorno.

<<Sì è tornata all'incirca un'ora fa, si è barricata nella sua stanza e quando non ti ho visto assieme a lei ho capito che fossi andato in città da solo.

Per fortuna non ti è successo niente, anche se io a colazione coi monaci ho dovuto sorbirmi un gran numero di sguardi di rimprovero, poiché pensavano che io e te.....beh lasciamo perdere che è meglio, mi imbarazzo soltanto se ci ripenso.

Tutto perché un certo mago del fuoco si aggirava in modo inquietante intorno alla mia stanza stamattina presto, a quanto ho sentito da uno dei monaci che tornava dalle orazioni mattutine.>> per essere gente poco incline al dialogo sembra che non ci abbia messo molto quel tizio a spiattellare tutto quanto.

<<Non gironzolavo in modo inquietante, mi sono svegliato presto e volevo cambiare aria, perciò sono passato da te per chiederti di accompagnarmi.

Mi sono fermato un attimo davanti alla tua porta a meditare sul da farsi, soprattutto perché ho considerato che magari tu non fossi mattiniera quanto me, ed è in quel momento che il monaco spione mi ha beccato, fraintendendo tutta la situazione.>> la mia spiegazione sembra placare l'ira di Maya, pericolo scampato per fortuna.

D'un tratto il cielo terso comincia a ricoprirsi di minacciosi nuvoloni nero pece, e la splendida giornata si trasforma completamente.

Le nubi sono talmente fitte da dare l'impressione che sia sopraggiunta la notte, ed il fortissimo frastuono dei tuoni squarcia la placida calma del tempio Ryuudou.

Io e Maya ci guardiamo in faccia senza parlare, è chiaro che ci sia qualcosa di soprannaturale sotto.

Nessuna tempesta può essere tanto repentina, un ammasso di nubi temporalesche di tale portata è per forza opera di un mago, uno molto potente per giunta.

Sia io che la mia vecchia compagna ci guardiamo intorno allarmati, nel tentativo di scovare il responsabile di tutto questo.

<<Ma che scenetta divertente, sembra proprio il tipico siparietto tra il protagonista e la tsundere di turno.>> una voce sinistra mette me e Maya in allerta.

Mentre guardo verso sinistra la ragazza richiama vocalmente la mia attenzione, e mi intima di voltarmi invece alla mia destra.

Sopra il tetto di una delle stanze del tempio si staglia un'inquietante figura ammantata di nero.

Senza pensare mi avvento sconsideratamente su quel nemico, lasciandomi trascinare dal sospetto che sia la persona contro cui si è scontrata Saber.

Maya da dietro mi urla di fermarmi, ma è troppo tardi, con un balzo potenziato dal fuoco sono ormai davanti al losco figuro.

L'incappucciato, con appena un cenno della mano destra, scatena una folata di vento dalla potenza devastante, che mi travolge mentre sono a mezz'aria.

Il mio peso corporeo sembra praticamente scomparire mentre vengo trascinato dalla corrente come fossi un aquilone.

Anche la mia vecchia compagna viene spazzata via dal colpo nemico, ed entrambi impattiamo con violenza contro le statue guardiane del tempio, frantumandole irrimediabilmente.

<<Non pensavo che potessi essere tanto sconsiderato Lasair Strathmore, il modo in cui giocavi al detective al porto suggeriva una personalità molto più riflessiva.

Desideravo incontrarti da molto tempo, sai ti ho osservato a lungo, ed ho deciso che questo fosse il momento perfetto per palesarmi.

Dopotutto sembra che anche tu sia interessato a me no?>> la voce di quella figura misteriosa è chiaramente maschile, con un'intonazione peraltro piuttosto profonda.

Ad un primo ascolto mi era parsa una voce sinistra, invece è soltanto estremamente bassa e penetrante.

Non so perché ma quell'uomo, nonostante sia evidentemente un mio nuovo avversario, trasuda un'aria in qualche modo solenne.

La sua postura, l'eleganza e la leggiadria con cui si staglia su quel tetto, una parte di me ne è tremendamente affascinata.

Quanto ha detto poco fa peraltro mi conferma che è proprio la persona che sto cercando, il presunto assassino di Saber e forse anche l'uomo dietro ai miei ex capi.

<<Le mie condoglianze per la perdita di quel Servant......Saber se non ricordo male.

Ammetto di essere ancora addolorato al riguardo, avrei decisamente preferito non doverla eliminare.

Forse dovrei mostrare misericordia ed eliminare anche quell'incapace del suo Master, è vero che è talmente inutile da non meritare l'onore di perire per mano mia, ma è un peccato vederlo struggersi in quel modo per la sua perdita.>> la quasi ammirazione che provavo per quel misterioso individuo viene spazzata via in un istante dalle parole che egli ha appena proferito.

La serenità con cui ha parlato della morte di Saber mi riempie di una collera bruciante.

Tuttavia, l'ira incontenibile si affianca al dolore dato dalla conferma della morte della spadaccina.

Maya intanto è ancora priva di sensi dopo il colpo subito poc'anzi, evidentemente lo ha accusato molto peggio di me.

Con la forza della rabbia mi rialzo, e con il mio fuoco nero mi avvento nuovamente sull'enigmatico avversario.

<<Proprio non hai capito, allora dovrò usare le maniere forti stavolta.>> con un secondo cenno della mano destra il nemico invoca un secondo potentissimo attacco, questa volta basato sulla gravità.

In un istante, da che ero a mezz'aria, mi ritrovo schiantato al suolo.

Una forza potentissima comincia a schiacciarmi verso il basso con estrema violenza, tanto da incrinare il terreno sotto di me.

La gravità è talmente intensa che di questo passo finirò nelle viscere della terra.

<<Suppongo che non vi sia più necessità di celare la mia identità, dopotutto desidero che tu veda in faccia colui che ti sta umiliando in questa maniera.>> l'energia che mi impedisce di sollevare la testa comincia lentamente a dissiparsi, permettendomi di conseguenza di rialzarmi.

Una volta tornato perfettamente in piedi vedo il misterioso uomo levarsi il cappuccio, ed il suo viso mi lascia sconcertato.

L'assassino di Saber, il male silente che fino ad ora era rimasto defilato dietro le quinte..........sono io.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 16

Spoiler

Faccia a faccia (parte 2)

Che cavolo significa, com'è possibile che quell'uomo lassù abbia la mia stessa faccia?

All'atto pratico è diverso da me, è decisamente più anziano, la folta barba bianca ed i lunghi capelli dello stesso colore ne sono la prova evidente, ma quelli sono senza dubbio i miei lineamenti.

<<La tua patetica testolina starà elaborando mille domande in questo momento, ma se permetti risponderò a quella più importante........sì io sono te, più o meno.>> dopo quelle parole, pronunciate con un tono quasi solenne persino nello schernirmi, il mio interlocutore salta dal tetto per raggiungermi a terra.

Ora sono davvero faccia a faccia con l'altro me, anche se vorrei capire che cosa intendeva quando ha detto più o meno.

A vederlo più da vicino scorgo altri dettagli alquanto bizzarri nella sua figura, ossia un paio di orecchini d'oro a forma di ankh egizia, abbinati ad una serie di braccialetti dello stesso materiale sul braccio destro.

<<Con il tempo ti sarà tutto chiaro Lasair, ma per adesso mi diletterò a guardare quell'espressione incredula dipinta sul tuo volto.>> non capisco, il suo modo di parlare, di muoversi, sembra così diverso dal mio.

Ha una presenza notevolmente più imponente rispetto a me, e non credo che sia dovuto all'anzianità.

Posso chiaramente sentire che quello davanti a me sono io in carne ed ossa, non un impostore con la mia stessa faccia, eppure c'è qualcosa che nel contempo mi porta a pensare che sia qualcun altro.

<<Mi sono sempre fidato del mio intuito, perciò credo al fatto che tu sia Lasair Strathmore, e l'unica opzione che giustifichi tutto questo è il viaggio nel tempo.>> il mio interlocutore accenna un sorriso compiaciuto dopo aver udito le mie parole.

<<Bravo, hai azzeccato in pieno mio giovane alter ego, sono il Lasair di 26 anni nel futuro.

Adesso ho 50 anni esatti, dovresti gioire, guarda come sei invecchiato bene.

Anche Maya dal canto suo è rimasta bella come adesso, la vecchiaia dona anche a lei.>> mentre sbatto gli occhi il mio interlocutore svanisce.

Prontamente mi giro e lo vedo chino sulla ragazza incosciente, mentre le tocca con dolcezza i capelli.

Il tempo di finire la frase e si è spostato senza che me ne accorgessi, si è mosso nell'arco di un battito di ciglia, quanto è potente quest'uomo?

A saltare subito all'occhio è l'affetto con cui guarda Maya, e per un uomo che si è macchiato di atti atroci è quantomeno inconsueto.

Che questo significhi un qualche sviluppo romantico con la mia vecchia compagna nel futuro? Ammetto che la cosa mi stranirebbe alquanto, voglio dire è una bellissima donna e in alcune occasioni mi è capitato di subire il suo fascino, ma avere una storia con lei è tutta un'altra faccenda.

Non riesco nemmeno a concepire uno scenario simile, ma non è altro che una mia supposizione al momento.

Una parte di me spera inoltre che la ragazza non si svegli ancora per un po', non so come potrebbe reagire vedendo l'altro me.

Forse potrei attaccarlo adesso che ha la guardia abbassata, ho bisogno di risposte e di capire cosa mi trasformerà nell'uomo che ho davanti adesso.

<<Fossi in te frenerei gli istinti omicidi e, prima che tu te lo chieda, non ti ho letto nel pensiero, mi sono limitato ad analizzare il tuo sguardo e la tua postura.>> ha una capacità d'analisi davvero incredibile, tanto da rendermi quasi impossibile coglierlo in fallo.

Comincio a credere che il suo fenomenale intuito sia la sua arma più temibile, ben più dei poteri di cui ha fatto sfoggio poc'anzi.

<<Se tu sei davvero me ho bisogno di saperlo, ci sei tu dietro l'ordine di assassinio dei miei ex capi? E se sì perché lo hai fatto? Se io sono il tuo alter ego del passato eliminandomi spariresti anche tu di conseguenza.>> al sentire quelle parole l'altro Lasair accenna un ghigno quasi diabolico, e la cosa mi confonde ulteriormente.

Prima che la conversazione possa continuare svariati monaci escono trafelatamente dal tempio, tutti quanti furiosi per il chiasso da noi provocato all'esterno.

Appena vedo quei poveri stolti gli urlo di tornare dentro ma, prima che questi possano fare come gli dico, vengono inceneriti all'istante da un fascio di fuoco cremisi.

Rimango impietrito dinanzi alla scena, come posso io diventare un simile assassino?

<<Per essere degli uomini religiosi non hanno imparato a dovere le buone maniere, non si interrompe in modo tanto brusco una conversazione così piacevole.

Eravamo rimasti alla tua domanda sull'ordine di assassinio emesso dai tuoi capi, e la risposta è si......li ho costretti io ad emanarlo.

So che appare come una cosa completamente senza senso ai tuoi occhi, ma questa tua percezione deriva dall'avere in mano solo un tassello di un mosaico molto più grande, mentre io ho una chiara visione d'insieme.>> le parole del mio interlocutore mi lasciano sbigottito, vorrei capire se quest'uomo davanti a me è un concentrato di pura follia, o al contrario diabolica genialità.

Non posso dire di conoscerlo abbastanza, ma mi dà l'idea di non essere tipo da istinti suicidi, quindi c'è molto altro che al momento non vuole rivelarmi.

Per quanto io sia tremendamente curioso, sono anche consapevole che non parlerà oltre, non adesso almeno.

Quel che mi sconcerta maggiormente è invece la noncuranza con cui ha ucciso quei poveri uomini, come se avesse calpestato delle formiche.

L'unica cosa rimasta da fare è combattere con lui, anche se è ad un livello nettamente più alto rispetto a me.

Dietro al Lasair del futuro vedo Maya rialzarsi a fatica, il colpo di poco fa è stato fortissimo, e mi preparo alla sua reazione davanti a questa scena.

<<Accidenti che botta, tu stai bene vero Lasair? Ma che? Devo vederci doppio a causa della batosta presa.>> come prevedibile la mia vecchia compagna è incredula davanti a questa visione, e non posso biasimarla, io stesso sto ancora cercando di metabolizzare in qualche modo.

Lo sgomento è talmente tanto da non farle nemmeno notare l'evidente differenza d'età fra noi due.

Un attimo dopo averlo pensato il viso della ragazza sembra accennare una reazione di sconcerto, probabilmente ha capito adesso.

<<M-ma com'è possibile? Non vorrai mica dire che sei tu il nemico? Non ci credo>> le sue parole tradiscono la più assoluta incredulità, ed ho come la sensazione che sia quasi sul punto di piangere.

L'altro me con passo fulmineo si precipita al fianco della mia vecchia compagna, le accarezza dolcemente i capelli, con grande imbarazzo di lei, e poi.......la bacia a tradimento sulle labbra.

Sono sbigottito ed imbarazzato dinanzi alla scena, ma non certo quanto Maya, che prontamente si divincola e cerca di tirare uno schiaffo al futuro Lasair.

Lui però non si fa cogliere impreparato e ferma subito la mano della giovane donna, tradendo un certo divertimento per la sua reazione.

<<Sono sempre ben contento di vedere la tua grinta dolcezza, e le tue labbra sono deliziose come al solito.>> al sentire quelle parole la mia ex commilitona si imbarazza terribilmente, e si prepara a rispondere per le rime.

<<Non sto capendo un accidente di quel che sta accadendo, ma so solo che non permetto a nessun uomo di strapparmi un bacio a tradimento.>> direi che dopo questo la sua immagine di donna audace scricchiola un po', un attimo fa era proprio l'opposto.

Io intanto decido di sfruttare la temporanea distrazione del nemico, ed approfittando di quel momento mi avvento su di lui con uno scatto bruciante.

Tuttavia il mio sfidante non viene colto in fallo e, dopo aver parato il mio gancio con il braccio sinistro senza nemmeno guardarmi in faccia, passa subito al contrattacco con una serie di mosse fulminee.

Ogni suo pugno ha una forza incredibile, tanto che persino le braccia incrociate davanti al viso non attutiscono la potenza dei colpi avversari.

Per tutto il tempo ho pensato che facesse affidamento sugli attacchi a distanza per sopperire alla carenza di forza nel corpo a corpo, ma sto combattendo contro me stesso dopotutto........perciò il mio ragionamento non aveva senso fin dal principio.

Questa situazione mi ha scombussolato fin troppo, non riesco a ragionare lucidamente.

Devo riprendermi in fretta e combattere al massimo della forma.

Un istante speso pensando a tutto ciò mi distrae fatalmente, e con un calcio rotante ben piazzato in faccia finisco a terra.

Maya da dietro cerca di attaccare il nemico con un fascio elettrico, ma una barriera eretta all'ultimo istante le restituisce al doppio della potenza il suo stesso colpo, lasciando la ragazza intontita a causa della forte scossa.

<<Ok ragazzi, il divertimento termina qui, adesso è tempo che vediate un po' di cose.>> il Lasair del futuro dopo quelle parole abbandona completamente l'atteggiamento di leggerezza tenuto fino ad ora, scurendosi in volto.

D'un tratto comincia ad intonare una strana litania composta da tre frasi, che però non riesco a sentire con chiarezza

Quella strana formula magica viene ripetuta per circa cinque volte consecutive, quando all'improvviso lo spazio intorno a noi comincia a distorcersi in modo grottesco, mostrandoci in rapida successione scorci di paesaggi vari.

Io e Maya distogliamo lo sguardo da quelle immagini, poiché i nostri occhi non reggono quella visione così confusionaria.

L'affaticamento è tale da provocarci una fitta di dolore alla testa, ma per fortuna il tutto dura poco.

Nell'arco di pochi istanti ci ritroviamo catapultati in un luogo che pare una piramide egizia, a giudicare dall'illuminazione delle torce e guardando i geroglifici dipinti sulle pareti attorno a noi.

Davanti ai presenti ci sono svariate figure vestite di nero, ed il loro abbigliamento è identico a quello del mio alter ego del futuro.

Mi volto verso la mia vecchia compagna, e noto sul suo viso la stessa espressione confusa che immagino di avere io.

L'altro me ci ordina di osservare attentamente la scena, con un'arroganza ed un'imperatività alla quale ubbidiamo senza replicare, per qualche strana ragione.

Quel che sta accadendo davanti ai nostri occhi sembra essere una sorta di rituale mistico, voglio vederci più chiaro.

Con fare curioso accorcio le distanze da quelle enigmatiche figure, che paiono non notarmi, come se noi fossimo qui soltanto con lo spirito.

Dev'essere una forma avanzata di proiezione astrale, aggiungiamola alla lista dei poteri di questo tizio.

Una volta avvicinatomi noto qualcosa di assurdo......steso sull'altare che domina la stanza c'è il mio alter ego del futuro privo di sensi e a torso nudo.

Questo significa che abbiamo viaggiato nel tempo, altrimenti non potrei avere davanti agli occhi una versione di me identica a quella che mi ha attaccato al tempio Ryuudou.

I canti intonati da quegli strani adepti sono alquanto sinistri, proferiti in una lingua che non conosco affatto.

Mi volto verso Maya per chiederle con lo sguardo di cosa si tratti, ma anche lei sembra non capire nulla.

L'unico ad avere ben chiaro quanto sta accadendo è proprio il nostro malvagio accompagnatore, che osserva lo strano rito con un sorriso decisamente diabolico.

All'improvviso una fortissima luce inonda la stanza in cui ci troviamo, accecandoci per dei secondi che sembrano interminabili.

Quando il bagliore si dissipa, dopo essermi sfregato gli occhi per alleviare il fastidio dato da esso, vedo il mio alter ego futuro risvegliarsi.

Uno strano sentimento mi pervade, lo stesso che ho provato poco fa, da un momento all'altro è come se avessi la sensazione di vedere un'altra persona che non sono io.

L'uomo disteso sull'altare di poco fa era qualcuno in cui mi riconoscevo, seppur privo di sensi e più vecchio qualcosa mi diceva che ero davvero io, ma adesso il discorso è differente.

Lo sguardo della persona che si è svegliata non appartiene a Lasair Strathmore, posso dirlo con assoluta certezza.

Con fare reverenziale uno degli adepti copre il corpo del futuro me, facendogli indossare una veste dorata estremamente sfarzosa, mentre tutti gli altri seguaci si inginocchiano al suo cospetto.

Una freddezza innaturale si fa strada in quei miei occhi blu, come a suggerire una distanza dal mondo che ci circonda.

Ancor più inquietante è il fatto che il futuro Lasair cominci a parlare nella stessa lingua dei cantici di poc'anzi, un idioma presumibilmente antichissimo che nessuno usa più al giorno d'oggi.

<<Ma tu chi sei davvero?>> domando al mio enigmatico avversario con tono estremamente serio.

<<Ti darò la stessa risposta che ho dato a Saber poco prima di ucciderla, sono qualcosa che va ben aldilà della tua comprensione.>> il tono con cui quell'uomo risponde al quesito mi mette addosso una tremenda ed inspiegabile soggezione.

Dall'altro lato della stanza Maya sembra reagire nello stesso modo, anzi sul suo volto si dipinge anche un'espressione di terrore, qualcosa che non le ho mai visto provare dacché la conosco.

Subito dopo, intonando una litania un po' più breve rispetto alla prima, il nemico ci riporta al tempio Ryuudou.

Quest'essere è addirittura in grado di viaggiare nel tempo a proprio piacimento? Ma con che razza di mostro ho a che fare?

Più passano i minuti e più prendo consapevolezza del divario di potere tra noi due, siamo distanti come il cielo e la terra.

Le scene che ho visto poco fa ed il modo di fare attuale dell'enigmatico uomo che ho davanti, tutto ciò continua a lasciarmi disorientato.

Un attimo prima vedo qualcosa del me attuale nel mio alter ego futuro, come quando ha sfrontatamente baciato Maya, l'attimo dopo invece tutto ciò che c'è di familiare in lui scompare.

E' come se mi trovassi di fronte a due persone completamente diverse che si alternano ciclicamente nello stesso corpo.

Uno è davvero il Lasair del futuro, ma l'altro chi è in realtà?

<<Io credo di aver capito chi sei misterioso visitatore dal futuro.>> Maya con voce sicura interrompe l'assordante silenzio che ha caratterizzato l'atmosfera dacché siamo tornati al presente.

L'altro me, fino ad ora con gli occhi puntati sul sottoscritto, si gira verso la ragazza con aria curiosa dopo aver sentito le sue parole.

<<Ebbene parla dolcezza, sono davvero molto curioso di ascoltare ciò che hai da dire.>> il tono dell'uomo si fa terribilmente inquietante.

<<I primi dettagli che mi hanno fatto ragionare sono proprio quegli orecchini dorati, la cui forma corrisponde all'ankh, la croce della vita egizia.

Appena ripresi i sensi non ci avevo fatto caso, ero troppo stordita, ma poi li ho notati ed ho continuato ad osservarli a lungo.

Dopodiché ci trasporti nel futuro, guarda caso proprio in una piramide egizia, mentre una setta di invasati intona cantici in una lingua antichissima ed ormai morta.

Il corpo del Lasair del futuro steso su un altare, una luce accecante che lo fa risvegliare, ed un manipolo di persone che al tuo cospetto si inginocchia, per non parlare di te che appena sveglio comunichi nella stessa lingua antica usata per il rituale.

Ultimo ma non meno importante il tuo comportamento, il tuo modo di porti come se fossi qualcosa al di sopra di tutto e tutti, concetto incarnato perfettamente dalla risposta che hai dato al Lasair presente poco fa.

C'è solo una spiegazione che fa tornare tutto quanto...tu sei un antico dio egizio.>> una calma spettrale cala dopo le parole della mia ex commilitona.

Il ragionamento fatto dalla ragazza ha perfettamente senso, per quanto sembri assurdo, e mi sento stupido per non aver collegato prima tutti i puntini.

Tuttavia un brivido di puro terrore mi percorre la schiena dopo aver sentito tutto ciò, sono davvero al cospetto di una divinità?

<<Lo sapevo che non eri solo un bel faccino tesoro, hai indovinato, i miei più sinceri complimenti.

Vi ho mostrato tutto questo proprio per calare sul tavolo un altro paio di carte nella mia mano, sebbene anche questo sia solo una parte della verità, ed ora lasciate che finalmente mi presenti a dovere.

Il mio nome è Ra, dio del sole di Eliopoli, sovrano della terra, del cielo e dell'oltretomba.>> non ci credo, siamo davanti alla divinità più importante e potente del pantheon egizio.

Le gambe mi cedono all'improvviso e cado in ginocchio con aria terrorizzata dopo aver udito le sue parole, sono paralizzato e non so più che cosa fare o pensare, il panico mi sta assalendo.

Mi porto le mani ai capelli, rivolgo lo sguardo verso terra e nella mente comincio ad elaborare i peggiori scenari.

Ecco perché fino ad ora non ho potuto nemmeno toccarlo, come posso competere con un dio? Men che meno con il più potente tra quelli egizi.

Non avevo speranze fin dall'inizio, lui è qualcosa di completamente diverso da tutto quel che ho incontrato finora e, per quanto mi sforzi, non posso non avere paura.

Potrebbe annientarci tutti quanti con pochi cenni delle mani se volesse, ed ora capisco il senso di soggezione che ho provato fin dall'inizio al suo cospetto.

<<Lasair reagisci per l'amor del cielo, stai avendo un attacco di panico, anche io prima sono stata colta dal terrore, ma puoi e devi combatterlo come ho fatto io.>> le parole della mia vecchia compagna riesco a sentirle chiaramente, ma non riesco a metterle in pratica.

Il mio respiro è affannoso, il cuore batte a mille, così tanto che potrebbe uscirmi dal petto da un istante all'altro, sento che potrei morire.

Ora capisco perché a volte non riconoscevo nulla di me nell'uomo che ho davanti, come posso io, un insignificante essere umano, trovare delle similitudini con un dio?

All'improvviso lo spazio intorno a me comincia a distorcersi nuovamente, ma stavolta mi ritrovo catapultato all'interno di un enorme vuoto oscuro.

Non c'è alcun suono, alcuna immagine, solo il silenzio del nulla più assoluto, proprio come in quel sogno di giorni fa in cui dialogavo con il demone di fuoco.

<<Lasair tu adesso devi reagire, mi hai sentito? Tu sei un guerriero nobile e coraggioso, non puoi ridurti in questo stato pietoso.>> mi guardo attorno per cercare la proprietaria di quella voce, che mi sembra familiare.

Davanti al sottoscritto si materializza la figura evanescente di Caster, tra tutti proprio lei.

<<Immagino che tu sia sorpreso, sono di certo l'ultima persona che ti aspettavi di vedere in questo momento, ma dimentichi che io sono stata al tempio fin da quando l'altro te è apparso, poiché sono rientrata prima della sua comparsa.

Ho seguito in silenzio l'intera vicenda per capire meglio ed è purtroppo vero, ci troviamo al cospetto di un'autentica divinità.

Tuttavia l'uomo che conosco io è un combattente che non si tira mai indietro, e che anche nelle difficoltà sa trovare la forza per andare avanti.

Sono ben consapevole che i nostri rapporti sono alquanto tesi ultimamente, e mi sono isolata in questi giorni proprio per riflettere sul mio comportamento indecoroso, arrivando a capire che avevi ragione tu.

Saber non meritava l'ingiusto trattamento che le ho riservato, ed ora che è morta mi assalgono dispiacere e rimorso per come mi sono comportata con lei.

Potrei dirti di aver agito in quel modo nell'ottica di realizzare il mio desiderio, ma ciò non mi giustifica affatto.

Adesso però non c'è tempo per parlare di questo, lo faremo più tardi con maggior calma.

E' il momento per te di rialzarti e recuperare la lucidità.>> le parole della mia partner mi colpiscono profondamente, mentre un'intensa luce calda fuoriesce dal mio petto.

In un secondo quel tiepido bagliore si propaga, fino a sommergermi come farebbero le acque di un meraviglioso oceano.

Riapro gli occhi e trovo davanti a me Ra in persona, che mi sfida con uno sguardo feroce ed un ghigno sadico.

La mia ex commilitona da dietro ha un'aria rincuorata, poiché mi vede nuovamente calmo.

Io per primo, dopo essermi smarrito per un po', mi sento nuovamente me stesso.

<<Perdonami Maya, ho ceduto pateticamente al panico, lasciandomi sopraffare dal terrore di trovarmi al cospetto di un vero dio, uno molto potente per giunta, ma il tempo delle esitazioni è finito.

Non mi importa chi sei, se il mio alter ego del futuro o la più potente delle divinità, sappi soltanto che io non chinerò mai più il capo dinanzi a te.>> quanto dico porta la mia vecchia compagna a sorridere in modo radioso, non l'avevo mai vista con un sorriso simile.

Da una delle stanze delle tempio emerge infine, con aria trionfante, il mio Servant.

L'incantatrice, con voce sicura, lancia una sfida a Ra.

Il dio non si scompone minimamente dinanzi alla donna, pare solamente divertito dalla sua sfrontatezza.

<<Ma quale onore, la principessa della colchide in persona che mi lancia il proverbiale guanto di sfida.

Mi sono annoiato parecchio dacché mi sono rivelato a questi due, perciò forse potrei intrattenermi con te per un po', augurandomi che tu non mi deluda.

Tuttavia sarà meglio farlo in un'altra sede, per il momento ho fatto ciò che dovevo fare qui.>> dopo aver terminato la frase l'altro me materializza delle catene bianche come la neve, che vengono scagliate a velocità impressionante contro la mia partner.

Caster tenta di respingerle con un potente incantesimo difensivo, ma fallisce miseramente, rimanendo infine intrappolata.

Io vorrei agire, ma gli occhi glaciali di Ra mi paralizzano, a quanto pare non ho ancora sconfitto del tutto la mia paura di affrontarlo.

Anche Maya non attacca, ma nel suo caso non è la paura a frenarla, bensì la prudenza, ne sono certo.

Con un gesto della mano destra il nemico richiama a sé le catene, trascinando di conseguenza anche l'incantatrice.

<<Come fai a conoscere la mia vera identità antico dio egizio? Ho bisogno di saperlo.>> la mia compagna sembra più preoccupata di sapere quello, piuttosto che per la situazione in cui si trova.

L'uomo però non risponde affatto alla domanda, preferendo invece concentrarsi sui fatti.

Ora la donna è trattenuta tra le braccia del mio avversario, mentre ancora tenta di ribellarsi ad esso.

<<Mi prendo questa bella signorina come garanzia, perché voglio avere la certezza che tu venga a cercarmi giovane Lasair.

Ho grandi piani per te ragazzo, dinanzi a te si staglia un sentiero estremamente tortuoso, ed io devo guidarti nel migliore dei modi in questo lungo cammino.

Prima di andare però ti lascio un piccolo regalino, mostrandoti il vero potere del fuoco e punendo nel contempo l'insolenza mostrata da alcuni di quei monaci poco fa.>> terminata la frase Ra scaglia dalla mano destra una lingua di fuoco bianco, che prende in un secondo la forma di un gigantesco falco.

L'attacco si scaglia a velocità impressionante contro il tempio, incendiandolo interamente con un gruppo di persone ancora al suo interno, rimasto nel raccoglimento della preghiera nonostante il frastuono causato da noi.

Prontamente chiedo a Maya di usare qualche incantesimo d'acqua per estinguere le fiamme, mentre in sottofondo si fanno largo le strazianti urla di dolore della gente rimasta dentro.

Tuttavia bastano pochi secondi e dell'edificio non rimane che un cumulo di cenere, tanto da non permettere alla mia vecchia commilitona alcun tipo di azione di salvataggio.

Non avevo mai visto un fuoco dalla potenza così devastante, capace di consumare una struttura di tali proporzioni ancora più in fretta del mio fuoco nero.

E' dunque questo il potere delle fiamme degli dei? Quello a cui aspiro? O forse è qualcosa che va persino aldilà di quel che voglio ottenere io?

L'unica cosa che so per certo è che adesso sono furioso con quel mostro, e questo perché ha versato ulteriore sangue innocente.

<<Io ti troverò e ti fermerò dio malvagio, a quanto pare i miti che dipingono Ra come una divinità benevola sono tutti falsi, poiché non vedo altro che un essere spregevole e spietato in questo momento.

Un mostro che ha peraltro rubato il corpo di un altro uomo per potersi manifestare in questo mondo.>> le mie sprezzanti parole non paiono tangere in alcun modo il mio interlocutore, al contrario paiono quasi divertirlo.

<<Ecco qui ti volevo, ero sicuro che avresti pensato ad un'usurpazione di codesto corpo dopo aver scoperto la verità su di me.

Ebbene sto per frantumare le tue patetiche illusioni, per tua grande sfortuna.

Lasair Strathmore, il valente e virtuoso uomo di cui ho preso le fattezze, mi ha ceduto spontaneamente il suo corpo.

Ha permesso lui stesso che io mi reincarnassi su questa terra, poiché condivide la bellezza del mio ideale.

Fidati ragazzo, questo non è che l'inizio, a tempo debito ti sarà tutto chiaro.>> dopo quelle sconcertanti ed enigmatiche parole l'antico dio egizio svanisce in un turbinio di splendide fiamme bianche.

Quindi non si è impossessato del mio corpo contro la mia volontà, come avevo scioccamente pensato all'inizio, bensì gliel'ho ceduto spontaneamente perché spinto da convinzioni simili.

Una parte della verità è infine emersa, ma il mosaico è molto più complesso di come appare.

Ora sono tremendamente frastornato da tutto quello che è accaduto, ma di certo voglio capire perché mai nel futuro dovrei consegnare il mio corpo ad una divinità malvagia, poiché al momento non riesco nemmeno a concepire una cosa simile.

Non conosco nel dettaglio l'ideale di cui parla quell'essere, però so con assoluta certezza che non avrò mai nulla da spartire con un pluriomicida, non il me del presente almeno.

Dopo aver saputo di Ra c'è stato un momento in cui mi sono illuso, ma sapere che in futuro abbraccerò ideologie simili a quelle del dio egizio mi sconcerta oltremodo.

E' tempo di levarmi la benda dagli occhi e capire che dopotutto il nemico sono davvero io.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 17

Spoiler

Spezzato in due

Il nemico l'ha presa, ha preso Caster mentre io stavo lì a guardare senza far nulla.

Mi sono sempre vantato di essere un guerriero coraggioso, eppure dinanzi a quel mostro ho avuto paura per la mia vita, sebbene razionalmente non dovessi temere alcunché vista la sua reale identità.

Per la prima volta da che sono nato ho avuto davvero paura di morire, e mi vergogno di me stesso per essermi lasciato dominare da quel sentimento di puro terrore.

In questo caso il detto che recita “il tuo peggior nemico sei tu stesso” è fin troppo letterale, anche se tecnicamente sono io solo a metà.

Sono ancora sconvolto dalla verità emersa poche ore fa, mai avrei pensato di avere la conferma dell'esistenza del divino in questo modo.

A turbarmi oltremodo c'è poi la consapevolezza che nel futuro io cederò volontariamente il mio corpo a Ra, poiché nemmeno sforzandomi riesco a comprendere come sono potuto arrivare a tanto.

Il malvagio dio ha inoltre distrutto il tempio Ryuudou, privandoci della nostra sistemazione attuale e nel contempo uccidendo degli innocenti.

Assieme a Maya sono tornato a casa mia, un rischio visto il bersaglio che l'altro me ha disegnato sul mio petto, ma non avevo altro posto in cui andare.

Se poi penso a Caster, che si è gettata nella mischia nonostante la consapevolezza di chi fosse il nemico, mentre io invece sono rimasto impietrito al suo cospetto.

A farmi più paura è il fatto che Ra non stesse usando nemmeno un millesimo della sua vera forza, e tanto gli è bastato per renderci praticamente impotenti.

Sono sdraiato sul letto, intento a pensare alle cose più disparate, quando sento bussare alla porta della mia stanza.

La voce della mia ex commilitona squarcia dolcemente il silenzio assordante dei miei pensieri, ed io le dico di entrare.

<<Lasair ti ho preparato qualcosa per cena, devi mangiare per rimetterti in forze dopo quanto è accaduto oggi.>> apprezzo enormemente la premura di Maya, ma non riesco a mettere niente sotto i denti, ho lo stomaco chiuso a doppia mandata in questo momento.

<<Ti ringrazio davvero, ma adesso non ho per niente fame, lascialo pure qui e più tardi magari lo riscaldo, ora ho solo voglia di dormire e far finire questa giornata.>> le mie parole intristiscono la ragazza, ma la sua espressione ha sapore anche di comprensione verso il sottoscritto.

<<Posso capirti benissimo, anche io sono terribilmente provata dagli eventi di oggi, ma il mio malessere è praticamente nullo in confronto al tuo.

Dev'essere atroce pensare che in futuro diventerai il ricettacolo di una divinità malvagia e potentissima, ma ancor più atroce suppongo sia la consapevolezza che sarai tu stesso ad offrirgli il corpo.

Cavolo nemmeno scervellandomi per giorni riuscirei a capire in quali circostanze potrebbe accadere una cosa simile.

In ogni caso perdonami, ho sproloquiato fin troppo ed ho sottolineato ovvietà a cui certamente anche tu avrai pensato, ti chiedo davvero scusa.>> dopo quelle parole Maya fa una faccia dispiaciuta che mi strazia l'animo, non ha tutti i torti sul fatto che ribadire quei concetti sia stato come girare il coltello nella piaga, ma è stata una semplice ingenuità da parte sua.

La ragazza si alza afflitta e fa per andarsene, ma io le afferro il braccio e la faccio risedere accanto a me.

<<Non andartene per favore, in questo momento la tua compagnia mi fa davvero bene credimi.

Quanto a prima non devi scusarti di nulla, dico davvero, è inutile fingere che sia stato solo un brutto sogno, perché purtroppo è tutto vero.

Se ti va potresti anche rimanere qui stanotte, a me farebbe davvero piacere.>> dopo l'ultima frase rivolgo un sorriso forzato alla mia vecchia compagna, anche lei ha bisogno di essere rincuorata e confortata dopotutto.

Mettendomi nei suoi panni non dev'essere facile l'idea di combattere con una versione futura del suo attuale compagno di battaglia.

<<M-ma, non puoi farmi una proposta simile così all'improvviso, accidenti non saprei cosa risponderti così su due piedi.

Non avevo mai pensato ad una cosa simile con te, devo metabolizzare.>> i vaneggiamenti di Maya mi sono totalmente incomprensibili in un primo momento, ma l'attimo dopo realizzo le mie esatte parole di poco fa e in me monta un imbarazzo terribile.

<<Aspetta hai totalmente frainteso, non intendevo quel tipo di compagnia, volevo semplicemente dire che potremmo passare la serata assieme fino a che la stanchezza non vincerà entrambi, ed in quel caso tu prenderesti il letto ed io la poltrona.

So che può sembrare insensata come cosa, ma è per restare in compagnia.

Penso che sia meno triste che isolarci in due stanze diverse, restando a rimuginare da soli su tutte le cose folli accadute oggi, ma la decisione ovviamente è tua.>> appena chiarito l'equivoco vedo il volto della ragazza tingersi di un rosso non troppo dissimile da quello dei peperoni, e nessuna parola le esce dalla bocca sul momento.

Solo dopo alcuni secondi torna a parlare, scusandosi per l'assurdo fraintendimento.

Quel momento tremendamente assurdo però mi ha distratto per alcuni istanti dai miei oscuri pensieri, perciò dovrei essere grato alla mia ex commilitona.

Appena un attimo dopo averla ringraziata per avermi strappato una risata, lo stomaco sembra dare segnali di apertura, quindi prendo il vassoio portato dalla ragazza e comincio a mangiare finché è ancora caldo.

Tuttavia vedo Maya osservare con aria sognante, quindi le chiedo immediatamente di cenare con me, dopotutto è anche più bello mangiare in compagnia.

La giovane accetta senza esitazioni, perciò è probabile che anche lei sia rimasta a digiuno.

Nella foga di mettere qualcosa nello stomaco non mi ero nemmeno accorto di cosa avessi nel piatto, almeno fino ad ora.

Ad uno sguardo più attento rimango assolutamente sorpreso da quel che mi ha preparato la ragazza......una succulenta bistecca alla bismarck, uno dei miei piatti preferiti, che condivido volentieri con lei.

Non mi sono mai abituato alla cucina giapponese, da quel punto di vista sono rimasto saldamente ancorato alle tradizioni culinarie occidentali.

Mi sorprende e lusinga che Maya si sia ricordata di quelle rare volte in cui, durante le missioni, ho espresso il desiderio di mangiare proprio questa pietanza.

La cena prosegue tra le chiacchiere più disparate, alimentate da un'inaspettata complicità con la mia vecchia compagna.

Appena finito di mangiare mi complimento con la ragazza per la bistecca assolutamente squisita, e lei accenna una punta d'imbarazzo per l'apprezzamento appena ricevuto.

Persino una situazione drammatica come la mia può avere dei risvolti positivi, quando ti permette di vedere nuovi lati di persone che credevi di conoscere alla perfezione.

La mia antipatia iniziale per Maya era evidentemente dettata dal non conoscerla a fondo, ed ora che lo sto facendo mi sento anche in colpa per tutte le volte che ho pensato male di lei.

Non pensavo che una donna tanto avvenente, le cui abilità seduttive sono spesso state utilizzate durante le operazioni più delicate, potesse avere un lato tanto adorabile.

Preso da un'improvvisa voglia di conoscere meglio la mia interlocutrice comincio a domandarle del suo passato, e lei con riluttanza risponde alle mie curiosità.

Rimango piuttosto sorpreso quando scopro che ha trascorso gran parte dell'infanzia in orfanotrofio, dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori biologici quand'era ancora in fasce.

Seguitando nel racconto la giovane afferma che l'unico lascito del padre e della madre è il suo nome, nulla più di quello.

Il suo cognome l'ha invece preso dalle persone che l'hanno adottata all'età di 10 anni.

Stando a quanto dice si tratta di una famiglia di maghi piuttosto facoltosa, strettamente legata ai Black Wolves, ed è grazie a questa connessione e alle sue abilità che lei poi è entrata nella squadra d'elite.

Ora che conosco meglio il suo passato provo un dispiacere immenso ripensando all'idea sbagliata che mi ero fatto di lei.

Spinto dal medesimo desiderio di aprirmi anche io le rivelo la storia della mia vita, cosa fatta con poche persone.

La giovane sembra reagire nel mio stesso modo di poc'anzi, ed ora che entrambi sappiamo molto di più l'uno dell'altra sento che il nostro legame si è rafforzato.

Senza nemmeno accorgermene arrivano le undici di sera, il tempo in compagnia di Maya è letteralmente volato, ma ora ho davvero bisogno di riposare.

Il mio corpo mostra i primi segni di cedimento, seppur anche la ragazza lasci trasparire una certa spossatezza.

Non volendo restare solo mi sposto all'estrema sinistra del letto, lasciando alla giovane la scelta di mettersi o meno accanto a me sul lato opposto.

Avevo detto che mi sarei messo sulla poltrona, ma ora sento il bisogno di starle accanto il più possibile, senza però alcun intento equivoco.

Lei riflette un attimo ed infine, con un rapido gesto, si leva le scarpe per poi sdraiarsi vicino al sottoscritto.

Restiamo lì immobili a guardarci negli occhi per svariati minuti, senza parlare, aspettando che la stanchezza vinca entrambi.

Non sono necessarie le parole in questo momento, il suo splendido viso parla per lei e tanto basta.

Sono parecchio scombussolato e non riesco a definire quel che sto provando adesso, ma di certo so che la sua sola compagnia mi sta facendo molto bene.

I suoi meravigliosi occhi verde smeraldo sono l'ultima cosa che vedo, prima che il sonno abbia completamente la meglio su di me.

D'un tratto mi ritrovo in uno sconfinato spazio avvolto dalla nebbia, tanto fitta da non permettermi di scorgere alcun dettaglio che mi chiarisca la mia ubicazione.

Due figure indistinte si stagliano insidiose all'interno di quella spettrale foschia, ed io mi avvicino ad esse con una breve corsa.

Una volta raggiunti i due misteriosi interlocutori mi accorgo che sono rispettivamente Caster e il Lasair del futuro.

Essi mi fissano intensamente senza proferir parola, fino a che l'incantatrice non rompe il silenzio per prima.

<<Sei un codardo, attraverso la telepatia ti avevo infuso il coraggio necessario a rialzarti, eppure lo hai sprecato permettendo al nemico di catturarmi, non sei degno di essere un Master.>> le parole della donna mi feriscono profondamente, ma proprio perché sono dannatamente vere.

Avevo rialzato la testa con fierezza, eppure è bastato un solo sguardo di sfida da parte di Ra per farmi sprofondare nuovamente nel terrore.

<<Non sei altro che un debole Lasair, ma per fortuna in futuro rimedierai a tale debolezza, offrendo il tuo corpo per uno scopo molto più grande.>> adesso comincio a capire, in un primo momento non me n'ero reso conto, ma sto sognando.

Queste due figure non sono altro che manifestazioni dei miei pensieri più reconditi, ed ecco perché le loro parole colpiscono con tanta ferocia.

Con un gesto della mano sprigiono un getto di fiamme nere che fa svanire i miei due interlocutori, ora sono stufo di sentirmi così debole ed impotente.

L'istante dopo il mio fuoco inizia a scoppiettare in modo strano, muovendosi come se avesse volontà propria.

Svariati secondi di movimenti impazziti e le fiamme passano da nere a bianche, assumendo nel contempo la forma di un gigantesco falco.

Il volatile fiammeggiante vola alto nel cielo, disegna archi nell'aria con i suoi movimenti aggraziati, ed infine scende in picchiata verso di me.

Non ho nemmeno il tempo di imbastire una difesa, e finisco travolto dalla potenza di un attacco che non era più mio, bensì di Ra.

Mentre sono a terra, impegnato a soffrire per il dolore delle ustioni, una risata agghiacciante risuona attraverso il paesaggio nebbioso.

A quello scenario da incubo si aggiunge infine la ciliegina sulla torta, un'orrenda e spaventosa figura quasi demoniaca, dai lineamenti indistinti e fatta di pura tenebra, che trascina nell'oscurità l'intero paesaggio onirico, me compreso.

Dopo quell'evento mi sveglio di soprassalto, per scoprire che è già l'alba.

Quel sogno è stato così rapido secondo la mia percezione, ma nel contempo così lungo da aver occupato tutta la mia nottata.

Al mio risveglio noto Maya teneramente addormentata accanto a me, a quanto pare anche lei ha passato l'intera notte qui senza muoversi, e l'ho ritrovata proprio dove l'ho lasciata ieri sera.

L'ultima cosa che ho visto prima di chiudere gli occhi era il suo viso, anzi nello specifico i suoi meravigliosi occhi verdi, che parevano scrutarmi nel profondo dell'anima.

Vorrei alzarmi per preparare la colazione alla ragazza, in modo da sdebitarmi di quanto fatto da lei con la cena, ma prima che possa alzarmi sento qualcosa che mi trattiene a letto.

Abbasso lo sguardo e vedo la mano di Maya che tiene saldamente stretta la mia, intenzionata a non mollare la presa.

Questo è un bel problema, non voglio svegliare la mia vecchia compagna, ma nel contempo non posso nemmeno stare fermo a letto finché lei non si alza.

Prima che possa decidere il da farsi però è la stessa ragazza ad aprire gli occhi, mentre con voce bassa mi dà il buongiorno.

Io ricambio il buongiorno e lei, appena si rende conto di essere ancora al mio fianco, non esita a chiedermi come mai la stessi fissando mentre dormiva.

Prima che io possa rispondere lo sguardo ancora assonnato di lei cade sulle nostre mani, ed è allora che un fortissimo imbarazzo si impossessa della giovane.

Con un brusco movimento della ragazza le nostre mani finalmente si sciolgono, e la mia vecchia compagna corre subito via come se fosse inseguita dal diavolo in persona.

Non capisco la sua reazione francamente, non c'è stato nulla di equivoco fra noi due stanotte, abbiamo semplicemente dormito l'uno accanto all'altra.

Per un semplice intreccio di mani scappa via in quel modo, neanche fossimo bambini delle elementari.

Allora se le avessi rubato un bacio sarebbe fuggita in convento per farsi suora o robe simili?

D'un tratto sento aprirsi l'acqua della doccia, evidentemente la mia coinquilina si appresta a darsi una rinfrescata.

Spero che questo suo strano atteggiamento nei miei confronti non renda la nostra convivenza difficile, ma perché si comporta così?

L'attimo prima è dolce e quello dopo diventa sfuggente, siamo due persone adulte in fin dei conti.

Mi sembra impensabile che possa aver sviluppato dei sentimenti per me, su molte cose siamo come cane e gatto.

Tuttavia è innegabile che ci fosse un'atmosfera strana ieri sera, aldilà del fatto che non ci sia stato nulla di concreto tra di noi.

Era da molto tempo che non mi sentivo così in sintonia con una donna, dopo Selina non ho mai più provato quelle cose.

Mentre la ragazza si fa la doccia io mi cambio e scendo subito in cucina, poiché affamato.

Una decina di minuti dopo Maya mi raggiunge e mi comunica che il bagno è di nuovo libero ma, prima che possa di nuovo svignarsela, l'afferro per un braccio e la conduco dolcemente a me.

<<Non scapperai di nuovo signorina, siamo insieme in questo grandissimo casino, e non intendo rinunciare alla nostra collaborazione per delle situazioni ambigue tra di noi.>> le mie parole provocano un visibile disagio nella mia vecchia compagna, che pare sul punto di rispondermi a tono.

<<Ed io non posso permettermi di provare determinate cose, Selina è ancora mia amica dopotutto, e so per certo che aldilà del risentimento lei ti ami ancora.

A questo punto tanto vale dirtelo, che quel bacio mancato sull'Isola di Norfolk anni fa mi tormenta ancora oggi.

Da allora credo di aver iniziato a vederti con occhi diversi, e la mia fuga dai Black Wolves, beh non nego di averla un po' sfruttata per avere l'occasione di rivederti dopo tanti anni.

Solo ora mi rendo conto però di quanto sia stato stupido da parte mia, è come mettere la bottiglia davanti all'alcolizzato.>> quanto detto dalla giovane mi lascia senza parole, non pensavo che provasse davvero qualcosa per me, men che meno da così tanto tempo.

Maya con un forte strattone si libera dalla mia presa, ma io prontamente le corro dietro e, dopo averla riacciuffata con un movimento brusco, le rubo quel tanto agognato bacio.

Dopo un primo istante di riluttanza, mista ad una genuina sorpresa, riesco a sentirla abbandonarsi a quel momento.

Le nostre labbra rimangono incollate per dei secondi che sembrano interminabili, fino a quando il campanello non ci interrompe bruscamente.

Senza esitazione la ragazza approfitta di quell'inattesa visita per allontanarsi da me, salendo con passo fulmineo le scale che conducono al piano di sopra.

Vorrei correrle dietro, ma scocciato mi avvio invece verso l'ingresso di casa.

Cammino domandandomi chi possa essere, temendo che possa trattarsi di un nemico dei Black Wolves, magari intenzionato a prendermi alla sprovvista con un metodo tradizionale.

Appena aperta la porta rimango sconcertato da chi mi trovo davanti, nientemeno che Rin Tohsaka.

La giovane Master, con un atteggiamento inaspettatamente mansueto, mi chiede di poter entrare.

Io sono ancora sorpreso dal fatto di essere di nuovo faccia a faccia con lei, specie dopo la nostra ultima avventura insieme, ma la lascio entrare senza alcuna riserva.

La curiosità di sapere che cosa vuole ha la meglio su di me, non ci posso fare niente se sono un tipo curioso.

Con fare cordiale le offro un bicchiere d'acqua, che lei accetta volentieri, e poi le chiedo di non girare troppo attorno alla faccenda.

Non sono un esperto di psicologia comportamentale, ma l'intero modo di porsi di Rin è nettamente diverso da come lo ricordo, e questo mi porta a supporre che sia accaduto qualcosa di grosso alla ragazza.

<<Hai ragione, sarà meglio che io vada dritta al punto, la scorsa notte è successo un casino.

Ero nel seminterrato della mia casa, stavo utilizzando la divinazione per trovare altri Master e Servant da combattere, poiché a quanto pare qualcuno sta massacrando ogni partecipante alla Guerra del Santo Graal, quando d'un tratto ho ricevuto un segnale da una forza potentissima.

Io ed Archer ci siamo allarmati, avevamo sentito della distruzione del tempio Ryuudou intorno a mezzogiorno e ci domandavamo se quel segnale fosse in qualche modo legato al fatto, perciò siamo andati a controllare.>> la giovane si interrompe per bere un sorso d'acqua e riprendere fiato.

Riesco chiaramente a vedere l'agitazione sul suo volto e, basandomi su quel poco che ha detto finora, posso già cominciare a farmi un'idea sulla fine della sua storia.

Segnali strani da una forza potentissima la notte dello stesso giorno in cui Ra si è palesato a me, lui che sta eliminando tutti i Servant, non è difficile fare due più due.

Dopo aver bevuto Rin sembra pronta a riprendere il racconto, perciò smetto di pensare e torno a concentrarmi su di lei.

<<Come stavo dicendo io e il mio compagno siamo andati ad indagare su questo pericoloso individuo, che le mie arti divinatorie collocavano in prossimità del cimitero cittadino.

Appena giunti lì uno strano tizio incappucciato è apparso ed ha ingaggiato una lotta feroce con Archer, al termine della quale il mio Servant è.......>> la mia interlocutrice non riesce nemmeno a terminare la frase, ma non è necessario visto che ho capito cosa vuole dire.

<<Non sforzarti oltre, ho già capito come va a finire, e scommetto che questo misterioso individuo, oltre ad essere potentissimo, indossava anche un lungo mantello nero che celava totalmente le sue fattezze.>> Tohsaka all'udire le mie parole strabuzza gli occhi in segno di sorpresa, poiché è evidente che non si aspettava una descrizione tanto accurata del nemico da parte mia.

In fin dei conti ha senso, dopo aver sciolto la nostra alleanza abbiamo perso ogni contatto, perciò lei non poteva sapere che io avessi trovato rifugio proprio al tempio Ryuudou, e che avessi di conseguenza già affrontato quel mostro.

Senza andare troppo per le lunghe le faccio un breve riassunto di quanto accaduto, e lei rimane senza parole al sentire il mio racconto, soprattutto alla parte del rapimento di Caster.

Per il momento ho omesso il dettaglio più importante, ossia l'identità del nemico, poiché ha già troppe cose da metabolizzare.

Diamine devo ancora digerirlo persino io, non posso certo aspettarmi che lei reagisca con calma a una notizia del genere.

E' ancora visibilmente sotto shock per la morte di Archer e non merita un ulteriore fardello, che peraltro non dovrebbe nemmeno portare in primo luogo.

<<Lasair devo scusarmi con te per l'ultima volta che ci siamo visti, ho reagito in maniera avventata e non ho nemmeno provato a comprendere i tuoi sentimenti per quel che avevi fatto, mi dispiace davvero.

Inoltre so che vorresti tenermi fuori dalla tua guerra personale, apprezzo la premura, ma vorrei aiutarti con la faccenda di Caster in qualche modo.

A quanto pare questo tizio misterioso è un nemico che abbiamo in comune, e per fortuna siamo due buoni maghi anche senza i nostri famigli, perciò aiutiamoci a vicenda.>> le parole dell'ex Master sono allettanti, in questa situazione più alleati abbiamo e meglio è, ma posso davvero trascinarla in quella che è davvero una mia guerra personale a tutto tondo?

Ho già sopportato fin troppe perdite nella mia relativamente breve vita, e sento di non poter reggere molto altro.

Quel mostro disumano ha ucciso senza il benché minimo rimorso un sacco di gente, non vorrei mai che Rin si aggiungesse alla lista.

<<Non puoi proteggerla in ogni caso, sia che la coinvolgi o meno in tutto questo.

Sarai sempre circondato da morte e distruzione, non importa quanto cerchi di evitarlo, è parte del tuo destino.>> le macabre parole di Ra iniziano a risuonare nella mia testa, non so nemmeno se sia solo suggestione o se stia davvero comunicando telepaticamente con me, ma voglio solo che tutto questo finisca.

Un pensiero estremo mi affiora nel cervello, se io mi uccidessi in questo momento allora anche lui cesserebbe di esistere di conseguenza.

In questo modo salverei moltissima gente ad un prezzo relativamente basso.

Dopotutto che vita mi aspetta da ora in avanti? Passare ogni giorno con l'opprimente ombra del mio oscuro futuro sempre accanto?

Se questo è ciò che mi aspetta allora tanto vale farla finita qui ed ora, tanto sono solo al mondo, non lascerei chissà quale grande vuoto nella gente attorno a me.

Le persone a me vicine soffrirebbero un po' per la mia morte, ma poi andrebbero avanti serenamente con le loro vite.

Prima che me ne accorga le lacrime cominciano a scorrere sul mio viso, mentre la mia interlocutrice si starà domandando se sia impazzito o meno, almeno a giudicare dalla sua faccia.

<<Non guardarmi in quel modo, ti prego non farlo, quello è lo sguardo di chi si sente impotente dinanzi al dolore altrui, e non posso tollerare di vederlo anche su altre facce oltre la mia.>> dopo quelle mie angoscianti parole Rin si alza e mi abbraccia teneramente.

Sono sorpreso che sia proprio lei a confortarmi in questo momento, ma d'altra parte sono contento che Maya non mi stia vedendo in queste condizioni, poiché ha già molto a cui pensare per conto suo.

Dopo lo straniamento iniziale ricambio l'affettuoso gesto della giovane ex Master, mentre continuo a riflettere su cosa fare circa la sua proposta.

<<Non so per quale motivo tu stia piangendo Lasair, ma dev'essere bello serio per portare uno come te fino a questo punto.

Sappi che io sono qui, non sono brava in queste cose, però posso almeno lasciarti sfogare per bene.>> la perdita di Archer ha segnato questa ragazza in modo davvero profondo, è una persona completamente diversa da quella di pochi giorni fa, ed è incredibile pensare ad un mutamento così repentino in un tempo così breve.

Tuttavia anche la sua voce apparentemente confortante nasconde una profonda angoscia, riesco chiaramente a percepirlo.

Sta cercando di essere forte per me, quando è chiaro che lei per prima ha bisogno di un conforto.

Dopo un paio di minuti l'abbraccio si interrompe, ed io, dopo essermi asciugato le lacrime, dico a Rin di non essere pronto a coinvolgerla in una faccenda tanto pericolosa come questa, incontrando il suo disappunto.

La Guerra del Santo Graal a questo punto è davvero niente, se paragonato a quel che sto affrontando e che dovrò affrontare in futuro.

I successivi minuti invece vertono sul convincere la ragazza a tornarsene a casa e restare lontana dal campo di battaglia, ma è davvero testarda come poche.

<<Lasair io capisco i tuoi timori, dico davvero, però non devi addossarti il peso della mia incolumità.

Sono ben consapevole che qui si rischia la vita, difatti la notte scorsa mi sono salvata per miracolo, ma è una mia scelta, per favore lascia che ti aiuti.>> Rin sembra davvero determinata, e pare una persona anche più matura rispetto alla sfrontata ragazzina di giorni fa.

Suppongo di non aver scelta, se anche continuassi a rifiutarmi di collaborare sono certo che lei non demorderebbe.

Con tono rassegnato accetto la nuova collaborazione, e lei sorride mestamente in risposta alle mie parole.

Nei suoi occhi si vede la tristezza per la perdita di Archer, probabilmente non lo ammetterà mai da buona tsundere qual è, ma si era affezionata a lui.

Mentre stringo la mano della mia nuova collaboratrice comincio a sentire dei passi provenire dal piano di sopra.

Questa è ovviamente Maya, il suono dei suoi tacchi sui gradini è inconfondibile.

Pochi secondi e la mia vecchia compagna si palesa ai presenti, con un viso ancora turbato da quanto accaduto fra noi poc'anzi, ma pronta a concentrarsi sulla missione e per conoscere la nuova arrivata.

Rin rimane sorpresa dal fatto che in casa mia fossi in buona compagnia, però non mi punzecchia com'era solita fare giorni addietro.

Con passo lento mi allontano dalle due donne per lasciarle socializzare con calma, ed intanto approfitterò della solitudine per cercare di reagire dopo il brutto colpo subito ieri.

Chissà che il gelido vento invernale non mi faccia rinsavire un minimo, mi ci vorrebbe proprio una bella svegliata.

Però se a questo ci aggiungiamo anche quel sogno angosciante, in cui il mio nemico mi sovrasta completamente e sotto ogni aspetto, la situazione non migliora.

E' bastato un solo incontro con Ra per spezzarmi in due, tutto ciò in cui credevo si è frantumato davanti ai miei occhi in un istante, ma non posso arrendermi.

Sono nato e cresciuto senza uno scopo, e probabilmente cercare di migliorare il mondo grazie alle mie capacità è solo un patetico tentativo di dar senso alla mia esistenza, ma non lascerò che quel mostro mi porti via anche le poche certezze che ho.

Sono caduto molte volte, ed altrettante mi sono rialzato, perciò sono sicuro che presto troverò il coraggio di affrontare me stesso.

 

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Capitolo 18

Spoiler

Improbabili alleanze

Ora che l'identità del nemico ci è ormai nota dovrebbe essere facile dargli la caccia, ma significherebbe anche fare il suo gioco.

Non devo dimenticare che il Lasair del futuro ha rapito Caster proprio per fare in modo che lo andassi a cercare, indi per cui devo davvero stare attento a come muovermi.

Lui ha un vantaggio tattico su ogni fronte, pura potenza, astuzia, conoscenza di eventi che devono ancora accadere, praticamente non ho possibilità di prenderlo in contropiede.

Oltretutto si aggiunge un'ulteriore questione spinosa, ossia dire a Rin la verità sul nostro comune nemico.

La nostra rinata collaborazione non può fondarsi su una bugia tanto grossa, perciò devo essere uomo e affrontarla a testa alta, conscio della possibilità di avere da parte sua una reazione molto forte.

Anche con Maya ho fatto un casino, come posso essere stato tanto sconsiderato da baciarla dopo le confessioni che mi ha fatto?

Probabilmente l'avrò confusa e mandata in crisi ancor di più dopo il mio gesto, ma posso affrontare solo un problema alla volta al momento.

Ogni questione in sospeso avrà la giusta attenzione da parte mia, però adesso ho delle priorità.

Dopo aver preso una bella boccata d'aria, e aver lasciato le due ragazze a conoscersi meglio senza la mia ingombrante presenza, sono pronto a rientrare in casa per parlare con la giovane Ex Master.

Appena tornato dentro l'abitazione vedo le due giovani intente a parlare quasi amabilmente, e la cosa mi sorprende oltremodo.

Conoscendo i caratteri di entrambe temevo una sorta di rivalità o altro, ma sono felice di essermi sbagliato.

<<Rin, avrei bisogno di parlarti in privato, puoi venire un attimo qui da me?>> la ragazza, sentendo il mio tono serio di voce, fa una smorfia di preoccupazione.

Mettendo da parte le perplessità la giovane si avvicina al sottoscritto, mentre io rivolgo uno sguardo fugace a Maya, che però volta la faccia appena i nostri occhi si incrociano.

Non è per ostilità nei miei confronti, al contrario è l'imbarazzo più totale che la fa essere sfuggente, probabilmente non sa come comportarsi con me dopo quel bacio.

<<Eccomi Lasair, che dovevi dirmi di tanto importante?>>

<<Ecco, sarà un bel colpo per te, ma meriti di sapere la verità, ed è meglio che te la dica io prima che tu possa scoprirla in modi peggiori.

Quando poco fa ti ho fornito una descrizione accurata dell'individuo ammantato di nero tu sei rimasta sorpresa, poiché non pensavi che io l'avessi già incontrato.

Tuttavia non mi sono limitato solo ad affrontarlo, bensì ho anche visto il suo volto.>> mi interrompo per un attimo appena vedo la reazione di Rin alle mie parole, nel suo sguardo c'è un misto di curiosità e timore al pensiero di star per scoprire la verità sull'avversario.

Raccogliendo tutta la forza di cui dispongo continuo nel racconto, stavolta con l'intenzione di finirlo.

<<Ebbene io sono rimasto sconcertato dalla vera identità di questo misterioso nemico, poiché è nientepopodimeno che il me stesso del futuro.>> la giovane ex Master rimane scioccata da quanto dico, ed in un primo momento cala il gelo fra di noi.

Solo dopo un paio di minuti interminabili la ragazza reagisce alla notizia, in modo alquanto inaspettato oserei dire.

Il suo volto appena sentite le mie parole ha cambiato espressione, passando da scioccata a malinconica, ma non c'è alcuna traccia dell'ira che mi aspettavo di vedere in lei.

<<So che probabilmente ti aspettavi una scenata da pazza isterica, ed il mio primo istinto è stato proprio quello non lo nego, ma poi ci ho riflettuto più lucidamente ed ho capito.

La tua storia è a dir poco pazzesca, ma viviamo in un mondo di magia, quindi anche l'inverosimile diventa verosimile.

Non posso riversare su di te le colpe del tuo malvagio alter ego del futuro, poiché non è l'uomo che ho davanti adesso ad aver commesso atti atroci.

Immagino che anche tu sarai piuttosto scioccato da questa scoperta, perciò sarebbe insensato ed ingiusto prendermela con te che non hai colpe.>> Rin è davvero cambiata in modo radicale, non pensavo che un evento traumatico come la morte di Archer potesse segnarla fino a questo punto.

Sono però sollevato del fatto che non mi porti rancore per cose di cui non sono direttamente responsabile, ed è già tanto che non abbia pensato di uccidermi seduta stante per risolvere in modo immediato la faccenda.

Ora che un problema è risolto è tempo di pensare a quello più spinoso, ossia come prepararmi al meglio per affrontare me stesso.

Sono molto in conflitto, poiché da un lato vorrei precipitarmi a salvare Caster, ma dall'altro sono consapevole che al mio livello attuale fallirei miseramente.

Ra è un avversario troppo fuori scala per il sottoscritto, e buttarmi incoscientemente nella mischia adesso sarebbe solo controproducente.

<<Immagino che tu abbia già considerato la nostra palese inferiorità rispetto all'antico dio egizio, quindi come ci muoviamo ora Lasair?>> come al solito Maya non gira intorno alle cose e va dritta al punto.

Vorrei poterle dare una risposta certa, ma sto vagliando diverse possibilità, ed il silenzio è la miglior risposta che posso darle al momento.

La ragazza reagisce con una lieve smorfia di disappunto e si allontana tornando in cucina, dalla quale si era allontanata per raggiungere me e Rin sulla soglia di casa.

Dopo il breve dialogo con le ragazze mi ritiro nella mia stanza per pensare con più tranquillità al da farsi, senza distrazioni.

Torno giù in cucina solo dopo un'ora e mezza, con l'orologio che segna quasi mezzogiorno, per comunicare loro l'esito delle mie elucubrazioni.

<<Per poter migliorare la nostra situazione dobbiamo cambiare radicalmente il nostro approccio alla battaglia, migliorando nel contempo le nostre abilità individuali, e per fare questo è necessario rivolgersi ad un maestro di magia.

Credo che la persona più adatta a questo ruolo sia Fredrik Andersen.>> all'udire quel nome Maya strabuzza gli occhi, tradendo uno sgomento senza precedenti.

<<Lasair sei per caso impazzito? Tu vorresti che ci mettessimo nelle mani di uno degli uomini più ricercati dalla nostra organizzazione?

Devo forse ricordarti che è stato lui la causa del fallimento della nostra missione di anni fa a Stoccolma?

Senza contare che è l'uomo che mi ha ridotta in fin di vita, quindi te lo puoi scordare che io mi affidi a quel mostro.>> la riluttanza della mia ex commilitona è comprensibile, ma del resto mi aspettavo una reazione del genere da parte sua.

Oltretutto è più che normale non voler avere niente a che fare con l'uomo che ti ha quasi mandato all'altro mondo, perciò direi che comprendo appieno i sentimenti della ragazza.

<<Immaginavo che non avresti affatto gradito la mia idea, ma qui bisogna mettere da parte i vecchi rancori.

Non lo perdonerò mai per averti quasi ammazzata sia chiaro, però va anche detto che eravamo noi a dargli la caccia, quindi da un certo punto di vista lui si è solo difeso.

Ti posso garantire che se la situazione non fosse disperata non avrei mai pensato a lui, ma è un fatto oggettivo che sia uno dei maghi più potenti in circolazione.

Ra è una minaccia di proporzioni colossali, l'intero mondo magico sarà in pericolo se non lo fermiamo, poiché dubito che un dio si accontenti di tormentare un ragazzo qualunque come me.

Il nemico del mio nemico è mio amico recita il famoso detto, e mai come ora queste parole sono vere.>> quanto detto da me porta Maya a riflettere, sebbene il suo viso continui a suggerire un rifiuto verso la mia proposta.

L'unica disposta ad abbracciare la mia pensata è Rin, ma questo perché non è direttamente coinvolta come invece lo è la mia vecchia compagna.

<<Dobbiamo andarcene da Fuyuki e questo sarebbe pericoloso più che mai senza dei documenti falsi, però è anche vero che comincio a credere che il mio ordine di assassinio sia solo uno specchietto per le allodole.

Ho riflettuto molto su questo punto, essendo uno dei meno chiari di tutta la vicenda per quanto mi riguarda.

Se muoio io muore anche il futuro me, rendendo di conseguenza impossibile per Ra possedere il mio corpo nel futuro, quindi dev'esserci una ragione ben più profonda per aver agito in quel modo.

E' come se il nemico volesse innescare determinati avvenimenti attraverso quell'ordine, ed a ben pensarci tutti i nemici dei Black Wolves affrontati finora non mi hanno mai messo realmente in difficoltà, nemmeno Byron col senno di poi.

Forse vuole che tema per la mia incolumità così da farmi agire in un determinato modo, sono solo supposizioni ma per me hanno un certo senso.

Per fortuna o sfortuna il futuro è estremamente mutevole, indi per cui ogni nostra azione, persino la più piccola, può modificare in maniera sensibile il corso degli eventi.

Non ho una conoscenza approfondita di ciò che verrà, quindi non posso sapere se con la mia decisione sto facendo il gioco di Ra o meno, ma non posso stare fermo senza fare niente per paura del domani.>> il mio sproloquio lascia confuse e perplesse le mie due interlocutrici, non mi aspettavo altro, io per primo fatico a trovarci un senso.

Dopo una lunga pausa meditativa, richiesta da Maya stessa, la giovane accetta infine questo mio strampalato piano.

Senza indugio dico alle mie due compagne di prepararsi al meglio, in vista di un viaggio nella magnifica Svezia.

Le giovani impiegano più tempo del sottoscritto a preparare le valigie, ma sono donne dopotutto, quindi è comprensibile.

Ultimati i preparativi ci dirigiamo rapidamente all'aeroporto con in mano i passaporti e, dopo esserci imbarcati, cominciano ad affiorare i primi pensieri su cosa ci aspetta.

Dopo aver pensato a Fredrik Andersen come mentore mi sono subito messo a fare ricerche su di lui, per scoprire la sua attuale ubicazione, ed alla fine sono riuscito nel mio intento.

Attualmente si trova sulla montagna chiamata Areskutan, situata nei pressi del villaggio di Are, uno dei più importanti impianti sciistici della Svezia.

La località è facilmente raggiungibile grazie ad un treno, partendo proprio da Are, e d'inverno quel posto è perfetto per un allenamento estremo.

Non sono poi così sorpreso di questa cosa, poiché la nostra vecchia conoscenza ha sempre avuto un certo feticcio per le situazioni estreme.

Il volo per la Svezia dura all'incirca dodici ore, che tutti quanti investiamo nel riposo, in vista di ciò che ci aspetta una volta atterrati.

Rin, che è l'unica esterna, si dimostra la più curiosa sull'uomo che stiamo andando ad incontrare.

Comprensibilmente a Maya viene l'orticaria al solo sentirlo nominare, perciò sono io a raccontare all'ex Master i nostri trascorsi con quel tizio.

Passate dodici ore dalla nostra partenza atterriamo infine all'aeroporto di Ostersund, nella contea di Jamtland.

Come prevedibile fa un freddo cane, ma siamo nel mezzo dell'inverno svedese dopotutto, perciò non possiamo aspettarci molto altro.

Il cielo poi è coperto da nubi bianche, il che significa che da un momento all'altro potrebbe nevicare.

Jamtland però non è solo una contea, bensì dà il nome anche all'omonima provincia storica in cui è ubicato il villaggio di Are, da cui poi raggiungeremo Areskutan tramite un pratico treno.

Appena toccata terra io mi fiondo sul primo Fligtaxi che vedo, poiché offre un servizio di trasporto aeroportuale diretto verso l'impianto sciistico.

Sarà un po' caro, ma se serve a risparmiare tempo allora ben venga questo sistema.

Per nostra fortuna riesco a fermarlo subito e, con fare rapido, procedo a caricare tutti quanti i nostri bagagli sul taxi.

Il tragitto, almeno stando a quanto sono riuscito a scoprire tramite internet, dovrebbe essere di circa un'ora e venti minuti.

La durata del viaggio viene poi confermata dal tassista stesso, anzi in realtà è l'unica cosa che riesco a capire di quel che dice, non parlando lo svedese.

Fortunatamente il tempo passa in fretta e, prima che la noia possa cominciare a farsi sentire, giungiamo a destinazione.

Senza indugiare ci fiondiamo nel primo treno diretto sulla montagna Areskutan, a breve incontreremo la persona che siamo venuti a cercare.

Non nego di essere agitato all'idea, considerando i trascorsi di quell'uomo con Maya e con me.

Quando gli abbiamo dato la caccia per conto dei Black Wolves abbiamo finito per ingaggiare una durissima lotta contro di lui, al termine della quale sia io che la mia vecchia compagna ne siamo usciti con le ossa rotte.

La sua ostilità nei nostri confronti sarà ancora viva come il primo giorno, comprensibilmente direi, ma devo perlomeno tentare.

Una volta giunti in prossimità della vetta cominciamo a chiedere informazioni, in qualche modo, agli sciatori del posto.

Le prime venti persone a cui ci rivolgiamo si rivelano un buco nell'acqua, cosa che ci porta a dividerci per interrogare quanta più gente possibile, fino a quando un'attempata signora mi avvicina con aria incuriosita.

Pensando di chiedere anche a lei le parlo di Fredrik Andersen, descrivendoglielo sommariamente, e la donna fa cenni affermativi con la testa all'udire le mie parole.

Dopodiché, pur capendomi a malapena, mi indica un punto ancora più in alto rispetto alla nostra posizione attuale, forse è proprio lì che si trova il nostro uomo.

Non perdo tempo e la ringrazio frettolosamente, per poi richiamare le mie due accompagnatrici e dire loro le novità.

Per arrivare nella zona indicata dall'anziana ed affabile signora è necessario prendere la funivia, che ci scorterà sulla vetta della montagna.

Mentre siamo sopra quell'aggeggio infernale Maya comincia a tradire una certa inquietudine, visto l'approssimarsi del fatidico incontro, ed io le metto una mano sulla spalla per rassicurarla.

Stranamente, al contrario di quanto avevo preventivato, la ragazza non si sottrae al mio tenero gesto.

Rin osserva l'intera scena con aria confusa e curiosa, probabilmente circa la natura del mio legame con la mia ex commilitona.

Ad un occhio esterno può risultare ambigua la nostra intesa, e dopo quel bacio credo che il tutto sia amplificato da quel punto di vista.

Mi sento un po' a disagio in compagnia di Maya, ma non perché sia pentito del mio avventato gesto, bensì perché al contrario vorrei che non rimanesse una cosa isolata.

Peccato che lei non sia dello stesso avviso, è troppo leale nei confronti della sua amica Selina, e devo ammettere di ammirarla per questo.

Io stesso mi sento diviso fra queste due incredibili donne, da una parte Selina, che rappresenta un capitolo del passato non ancora chiuso, e dall'altra Maya.

Quest'ultima potrebbe essere il mio futuro, e non riesco a togliermi dalla testa l'affetto con cui Ra la guardava l'altro giorno.

Pur essendo un dannato sadico riuscivo a vedere un sincero sentimento di tenerezza verso la ragazza, e questo mi fa pensare che in quel preciso istante potesse essere il Lasair del futuro e non il dio egizio.

Quello sguardo io non l'ho mai rivolto a Maya, ciò può significare che in futuro tra di noi le cose potrebbero farsi serie, e sfociare in una vera relazione sentimentale.

Ma adesso non mi sento condizionato da questo, è che sto davvero iniziando a vederla con occhi ben diversi rispetto al passato.

I miei pensieri vengono però interrotti bruscamente quando la funivia si ferma, segnalando il capolinea.

Noi tre scendiamo trafelatamente e, una volta messo piede sulla neve, cominciamo a guardarci intorno per scovare il vecchio volpone.

La temperatura in vetta è ancora più rigida rispetto agli strati inferiori, cosa perfettamente logica, ma non per questo meno fastidiosa.

Mentre camminiamo con fare circospetto Maya comincia ad avvinghiarsi al mio braccio sinistro, riesco a sentire in quella presa tutti i suoi timori.

Non riuscendo a scorgere niente con la normale vista decido di affinare i miei sensi attraverso la magia, ed attivo anche la percezione dell'aura in contemporanea.

Anche le due ragazze fanno lo stesso e, dopo un paio di minuti, finalmente qualcosa comincia a venir percepito da tutti quanti.

Un'immensa aura magica, captata da tutti i presenti, inizia a muoversi intorno a noi a gran velocità, come un predatore intento ad accerchiare la preda.

Prima che possiamo rendercene conto veniamo atterrati da una poderosa onda d'urto, che ci fa finire tutti e tre con la faccia nella neve.

Cerco di rialzarmi prontamente ma, prima che possa riuscirci, un piede sulla schiena mi sbatte nuovamente a terra.

<<Tu guarda che incontri bizzarri si fanno in questo periodo dell'anno, non mi aspettavo di rivedere il bel bocconcino e il figlio della fenice.>> quella voce roca così maledettamente arrogante, non c'è dubbio che sia proprio il nostro uomo.

Dopo alcuni secondi la pressione sulla mia schiena si allenta, permettendomi di alzarmi e vedere in faccia proprio lui...Fredrik Andersen in carne ed ossa.

Quel fisico statuario di quasi due metri, quella folta barba bionda accompagnata da una lunga chioma dello stesso colore, quel viso scavato dall'età eppure sorprendentemente giovanile, non c'è alcun dubbio che si tratti di lui.

Con il suo unico occhio mi scruta nello stesso fastidioso modo di un tempo, ed il suo portamento mi mette ancora una certa soggezione.

Le sue preferenze in fatto di vestiti non sono cambiate in questi anni, poiché predilige ancora indumenti dall'aspetto spartano, tipici di un vero guerriero.

La pelle d'orso a mò di mantello non fa altro che completare una figura dai tratti quasi regali.

Prima di parlare al nostro interlocutore aiuto Rin e Maya a risollevarsi dalla neve, tenendo quest'ultima stretta accanto a me con fare protettivo.

Riesco a sentire un forte tremolio alle sue mani, il terrore la sta sopraffacendo in questo preciso momento.

<<Ah però, l'ultima volta che vi ho visti non eravate tanto intimi, ne sono cambiate di cose in questi anni.

Siete qui per terminare il lavoro? Perché nel caso fosse così sarà bene chiarire che sono pronto a fare quel che non feci allora, ossia ammazzarvi.

Avrei potuto farlo già all'epoca, sappiate che se respirate ancora è solo perché IO ho deciso che fosse così, adesso ditemi che diavolo ci fate qui, e ringraziate che vi conceda il lusso di spiegarvi.>>

in tutto questo tempo non è cambiato di una virgola, è ancora lo stesso arrogante di sempre.

La cosa che più mi fa imbestialire però è che ha ragione da vendere, se siamo ancora vivi lo dobbiamo alla sua magnanimità.

Quel giorno sia io che Maya eravamo entrambi a terra privi di forze, esausti dopo lo scontro con lui, indi per cui avrebbe potuto finirci in qualunque momento se avesse voluto.

Io per primo ammetto che al suo posto avrei eliminato gli aggressori (in quel caso noi).

Anni fa ci limitavamo ad eseguire gli ordini senza discutere, non ci siamo mai chiesti perché i Black Wolves volessero la sua testa, e nemmeno ci importava a dire il vero.

Lui era tranquillo e in pace, poi arrivammo noi con l'intenzione di ucciderlo, chiunque al posto suo avrebbe agito per legittima difesa.

<<So che potrà sembrarti assurdo, e credimi quando ti dico che questo è l'ultimo posto in cui vorrei essere, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto.>> all'udire le mie parole Fredrik spalanca gli occhi, come a segnalare un'improvvisa curiosità verso ciò che ho da dire.

Con un cenno della testa il nerboruto uomo mi comunica di continuare a parlare, ed io faccio quel che vuole.

<<Te la faccio molto breve, mi sono scontrato con un nemico dalla potenza soverchiante che mi ha inflitto una sonora batosta.

Sono qui per chiederti umilmente di aiutarmi a diversificare il mio stile di combattimento, al fine di poterlo affrontare nuovamente ad armi pari o quasi.>> dopo aver terminato la spiegazione, contrariamente ai miei principi, chino il capo in segno di supplica.

In questa situazione devo rimangiarmi l'orgoglio mio malgrado, poiché è troppo importante la ragione per cui lo sto facendo.

<<Ohoh il re degli orgogliosi Lasair Strathmore mi sta supplicando di aiutarlo? Devi essere davvero disperato per arrivare a tanto.

Però mi sa che devi impegnarti di più, magari strisciando come il verme che sei.

Hai una bella faccia di bronzo a chiedermi aiuto, visto che in origine volevi uccidermi.

Ma sei soprattutto stupido, se pensi che io lo faccia dopo il bel regalino che mi hai lasciato durante il nostro ultimo scontro.>> come immaginavo non sarà un'impresa facile, poiché Fredrik ha più di un motivo per odiarmi a morte.

Non solo ho attentato alla sua vita in passato, come ha già sottolineato lui stesso, ma gli ho anche lasciato una bella cicatrice l'ultima volta che ci siamo incontrati.

Sono stato io ad accecarlo all'occhio anni fa, e se adesso porta quella benda per coprirlo è solo colpa mia.

La mia ultima carta da giocare è la supplica in ginocchio ma, prima che possa fare quel gesto plateale, Maya mi stringe con forza il braccio.

Il suo volto appare risoluto, e la sua presa adesso è ben salda, in lei non c'è più alcuna traccia di paura.

Non parla nemmeno, si limita semplicemente a fare di no con la testa, è chiaro che non voglia vedermi umiliato in quel modo.

<<Questo tizio non si merita tutta questa importanza Lasair, non devi umiliarti così tanto per lui, perciò ti conviene accettare di aver fallito.

Ammiro il fatto che tu abbia messo l'orgoglio da parte per cercare di convincerlo, ma è alquanto evidente che non ci riuscirai mai.>> la mia vecchia compagna probabilmente ha ragione da vendere, ma che cosa dovrei fare allora? Questa è la sola opzione che mi è venuta in mente, e l'unica che davvero può portare a risultati effettivi secondo me.

Mi volto verso Rin per avere un terzo parere, ed anche in lei vedo la convinzione che sia tutto inutile.

Forse dovrei arrendermi davvero e cercare un'alternativa, ma la sola cosa certa è che devo ampliare le mie capacità nel combattimento per avere speranze contro il me stesso del futuro.

<<Avete ragione ragazze, sto solo sprecando il fiato con questo tizio, quando invece potrei darmi da fare e cercare soluzioni molto più efficaci.

Prima di andare ti dirò un paio di cose Fredrik, la prima è che sono una persona diversa da quella che lavorava per i Black Wolves, e con questo viaggio speravo anche di mettere da parte i vecchi rancori, ammettendo ognuna delle mie colpe e scusandomi sinceramente per quel che ti ho fatto.

La seconda è che l'aiuto che ti ho chiesto non era semplicemente per battere un avversario, bensì per poter eliminare una potenziale minaccia all'intera comunità magica.

Non hai la minima idea con chi sto avendo a che fare, e posso solo augurarti di non scoprirlo mai, o altrimenti non garantisco che tu sopravviva per pentirti della tua decisione di oggi.>> dopo quelle parole mi volto con l'intenzione di andarmene, quando l'imponente voce di Fredrik mi chiede di fermarmi.

<<Hai parlato di potenziale minaccia all'intera comunità magica figlio del fuoco, potresti spiegarti meglio?>> la curiosità del mio interlocutore è palpabile, perciò sarà meglio che ne approfitti.

<<Sei un mago abbastanza navigato e sono certo che saprai dell'esistenza degli artefatti divini, reliquie che si dice contengano il potere delle divinità.

Fino ad ora non esistevano testimonianze sulla loro reale natura, ogni cosa attorno a quegli oggetti aveva quasi il sapore di leggenda, almeno fino ad oggi.

Sono stato testimone del potere del dio Ra in persona, e credimi quando ti dico che va ben oltre qualsiasi cosa esistente su questa terra.

Avrò visto sì e no un centesimo della sua reale forza, ma tanto è bastato a farmi capire che siamo davvero al cospetto di un dio.

Potrò anche essere un buon combattente, però ho bisogno di molto di più per poterlo fermare, e tu sei la mia risorsa più preziosa.>> l'atteggiamento di Fredrik cambia radicalmente dopo il mio piccolo racconto, e l'ostilità lentamente fa spazio all'apertura al dialogo.

Credevo che mi avrebbe dato del pazzo al sentire quanto avevo da dire, ma direi che sembra credere alla mia storia.

Con passo lento e pesante l'uomo si avvicina al sottoscritto, e poi mi tende la mano in segno di tregua.

Senza alcuna esitazione stringo con vigore quell'enorme mano, ed il nostro accordo viene concluso.

<<O sei la persona più svitata di questo mondo a pensare una storia del genere, oppure dici la verità ragazzo.

Ti conosco quanto basta per sapere che non sei un pazzoide, perciò ti aiuterò, ma sia ben chiaro che non ti perdono per niente,e le tue scuse le accetto con riserva.

Hai detto di essere una persona diversa rispetto al passato, allora dimostramelo fino in fondo, e se avrò constatato di persona il tuo cambiamento allora sarai perdonato.

Adesso però ti offro un aiuto per il bene dell'intera comunità magica, poiché nella vita arriva sempre il momento in cui un uomo deve saper anteporre il bene superiore ai propri sentimenti.

Detto ciò il mio addestramento si fonda su una condizione assoluta ed imprescindibile, devi essere disposto ad apprendere i rudimenti di altri elementi oltre il fuoco.

Se non accetti questo allora puoi girare i tacchi e tornare da dove sei venuto.>> la richiesta di Fredrik mi spiazza completamente, e mi mette anche in grande difficoltà.

Io discendo da una casata di maghi dedita esclusivamente alla magia del fuoco, ho studiato a fondo il mio albero genealogico per volere di mio padre, e in tre secoli di gloria nemmeno uno Strathmore ha mai usato altri elementi oltre il fuoco.

Davanti a me si pone un enorme dilemma, che potrà essere assurdo per molta gente, ma non per me.

Posso davvero infangare così la “purezza del fuoco” di cui la mia famiglia è andata fiera per secoli?

E' pur vero che Ra utilizza più elementi, ma non so se quelle abilità siano proprie del dio oppure del Lasair del futuro.

Se decidessi di cimentarmi nell'apprendimento di un altro tipo di magia elementale sentirei di tradire il mio lignaggio, ma posso davvero permettermi questo scrupolo in una situazione delicata come questa?

Il mio orgoglio vale davvero così tanto nel quadro generale? Io credo di no.

<<So a cosa starai pensando giovane rampollo degli Strathmore, per te che sei nato in una famiglia di maghi piromanti dev'essere difficile assecondare la mia richiesta.

Tuttavia questo nemico non potrà mai essere nemmeno fronteggiato dall'attuale versione di te, per poterlo eventualmente battere devi distruggere e ricreare te stesso da zero.

Come una fenice dovrai rinascere dalle tue ceneri giovanotto, però a differenza di tuo padre tu non ne porterai solo il nome, bensì ne incarnerai appieno l'essenza.

La “purezza del fuoco” in senso stretto potrà pur venire calpestata, ma le fiamme rimarranno comunque il tuo elemento privilegiato, ed hai la mia parola d'onore che, tra gli altri punti dell'addestramento, ti insegnerò come sfruttare appieno la potenza del tuo elemento originale.

Le tue fiamme divamperanno e splenderanno più del sole Lasair, non dubitare della mia parola di uomo onorevole.>> le parole di Fredrik mi colpiscono nel profondo, ben più di quanto potessi pensare.

Quando ha parlato di fiamme più splendenti del sole mi ha ricordato le ultime parole di mio padre, quando sul letto di morte ammise che ero migliore di lui.

Tra me e me m'interrogo sul da farsi, ma prima di farlo cerco un suggerimento negli sguardi di Rin e Maya, che mi osservano in religioso silenzio.

Entrambe mi rivolgono un sorriso di complicità che mi scalda dentro, come a voler sottolineare che devo decidere senza condizionamenti esterni.

<<Devi seguire il tuo cammino figlio mio, non fare l'errore di percorrere un sentiero che non senti tuo.

Ognuno deve fare le proprie scelte di vita, ed è tempo che ti lasci il passato alle spalle.

Il casato degli Strathmore lo onorerai con le tue azioni future, non semplicemente seguendo dei dogmi.>> che strano, per un attimo ho sentito la voce di mio padre.

Per dei secondi lunghissimi la voce di Ignis ha risuonato dentro di me, e mi ha indicato la via con sagge parole.

Non c'è alcun dubbio che si tratti di semplice suggestione, e che la voce del mio vecchio abbia solo dato forma alle mie riflessioni interiori, ma debbo ammettere che ne sono stato felice.

Avrei davvero voluto sentire mio padre parlare in questo modo, e mi rincresce che ci sia riuscito solo in punto di morte.

Con una ritrovata serenità mi riavvicino all'imponente uomo che mi farà da insegnante, da cui mi ero allontanato un attimo per riflettere in tranquillità, e gli stringo nuovamente la mano.

<<E sia Fredrik, mi affido a te per creare un nuovo Lasair, un uomo dal rinnovato spirito e più forte, che renderà orgoglioso mio padre, dovunque egli si trovi in questo momento.

Il futuro della dinastia degli Strathmore grava sulle mie spalle, ed io ho il compito di fare del mio meglio per onorare il mio lignaggio.

L'eredità del fuoco è solo una piccola parte di ciò che voglio tramandare ai miei discendenti.>> le mie parole determinate fanno sorridere tutti i presenti, Fredrik incluso.

In fin dei conti sono quasi grato a Ra, poiché mi ha dato quella spinta necessaria a staccarmi dal mio passato.

Nonostante il mio nemico voglia farmi credere il contrario, il futuro è un libro ancora tutto da creare, ed io sono finalmente pronto a scriverne la prefazione.

 

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Capitolo 19

Spoiler

I segreti della magia runica

Ora sono davvero pronto per il mio allenamento, che credo sarà piuttosto duro visto chi è il maestro.

<<Ok Lasair, per prima cosa devi rimanere a torso nudo.

Bada bene che non dovrai usare il calore delle tue fiamme per riscaldarti, devi imparare a sopportare in maniera naturale il freddo estremo, per darti un vantaggio contro la magia del ghiaccio, molto utilizzata oggigiorno.

Devi sapere che un corpo naturalmente abituato al gelo diminuisce di parecchio l'efficacia della magia basata su di esso, e questo ti darà un'arma in più contro parecchi nemici.

Tuttavia il vero fulcro del mio addestramento, e di questo esercizio nello specifico, è l'armonia dello spirito, che dovrai mantenere anche nelle condizioni più estreme..>> la prima prova di Fredrik è impegnativa, ma mi sono sempre piaciute le sfide difficili.

Senza esitazioni mi metto a torso nudo, sotto lo sguardo imbarazzato sia di Maya che di Rin.

Dopodiché mi metto in posa meditativa sulla neve, con l'ordine di rimanere immobile per almeno un paio d'ore, non importa cosa accada intorno a me.

Chiudo gli occhi, seguo la voce del maestro, e comincio ad entrare in contatto con me stesso per ripristinare l'armonia dello spirito.

<<L'allenamento che stai per intraprendere è molto duro, perciò devi essere nelle condizioni migliori per affrontarlo, concentrati e lasciati avvolgere dal silenzio.

Tutto quel che è intorno a te deve sparire, compreso il fastidio derivato dal freddo, poiché solo così potrai essere preparato a dovere.>> dopo quelle parole imperative Fredrik smette di parlare, ed io non ho la più pallida idea di cosa stia accadendo ai presenti nel mentre.

Successivamente il silenzio si impadronisce di tutto quanto, persino dei miei pensieri, che per la prima volta da lungo tempo mi danno tregua.

Perdo qualsivoglia cognizione temporale a causa dell'estasi meditativa, fino a quando non sento sulla mia pelle un piccolo brivido, qualcosa di ghiacciato mi ha punzecchiato.

Vorrei aprire gli occhi e vedere, ma facendolo perderei completamente la concentrazione, perciò, seppur con fatica, torno al mio esercizio.

E' possibile che si trattasse di un fiocco di neve, se così fosse significherebbe che la mia resistenza al gelo verrà presto messa a durissima prova.

Nemmeno il tempo di finire di pensarlo e comincio a sentire svariati piccoli spilli gelati sulla pelle, in rapida successione.

Subito dopo un vento glaciale inizia ad imperversare attorno a me, ormai non c'è alcun dubbio che sia in atto una tormenta, del resto sulla vetta di una montagna è abbastanza normale un simile fenomeno.

Con uno sforzo immenso cerco di lenire il fastidio del freddo attraverso la concentrazione, ed in effetti l'immersione totale nella meditazione mi aiuta a non sentire nulla.

E' come se il mio io stesse venendo annullato durante questa tempesta di neve, permettendomi nel contempo di continuare la stabilizzazione del mio spirito.

Mi ritrovo come immerso in un bellissimo sonno, in cui la quiete regna sovrana, ed è una sensazione incredibile.

Quella meravigliosa pace viene però bruscamente interrotta da uno scossone di Fredrik, che mi riporta subito alla realtà.

Senza nemmeno rendermene conto ero rimasto quasi del tutto sommerso dalla neve, ed il maestro mi comunica che sono passate tre ore da quando ho cominciato la meditazione, persino più di quanto avevamo concordato.

Mi sembra surreale che sia passato tanto tempo, ma significa che l'esercizio è filato liscio.

Torno in piedi senza il benché minimo sforzo, e noto con piacere che il gelo estremo non ha minimamente intorpidito il mio corpo.

Sono rimasto seduto per tre ore, eppure il mio fisico ha mantenuto lo stesso vigore del principio, anzi mi sento persino più carico di prima.

<<Ti faccio i miei complimenti Lasair, ho già messo in pratica questa routine di allenamento svariate volte con altre persone, eppure tu sei il primo ad aver fatto questo step senza alcuna fatica.

A questo punto sarà bene cominciare con il vero addestramento, perciò rispondi a questa mia domanda.

Se dico la parola Isaz cosa ti viene in mente?>> un quesito piuttosto curioso, a cui però rispondo prontamente.

<<Isaz è la runa del gelo, ottenuta da Odino dopo un viaggio metafisico attraverso Yggdrasill, l'albero della vita nella mitologia norrena.>> il mio interlocutore rimane piacevolmente colpito dalla mia preparazione, e mi pone subito una seconda domanda, questa volta circa la parola Naudhiz.

Prima di continuare noto Maya e Rin a pochi passi da me, infreddolite ed intente ad osservare attentamente il mio percorso formativo.

Entrambe hanno uno sguardo molto curioso, proprio di chi come me vuole migliorare nell'arte del combattimento attraverso ogni mezzo.

<<Naudhiz è invece la runa del fuoco, ed insieme a Sowilo e Kenaz costituisce il trittico delle rune ignee più importanti, ognuna delle quali simboleggia una diversa sfaccettatura dell'elemento del fuoco.>> una seconda risposta corretta che compiace il mio insegnante.

<<Posso constatare con piacere che hai una bella preparazione sulla magia runica, almeno a livello teorico.

Il fulcro centrale dei miei insegnamenti sarà proprio quello di insegnarti ad usarle in modo pratico ed efficace.>> sfortunatamente Fredrik ha ragione da vendere, la mia preparazione sull'argomento è limitata alla sola teoria.

Per volere di mio padre fin da piccolo ho studiato la magia in modo approfondito, poiché riteneva che un buon mago dovesse avere una cultura magica di un certo spessore.

A questo poi si aggiungeva la sua fissazione sul fatto che la nostra famiglia facesse parte dell'elite, ed il quadro così è completo.

Le rune mi hanno sempre affascinato, ma quando ho realizzato che il combattimento corpo a corpo fosse la mia specialità ho lasciato perdere l'approfondimento del tema.

Oggi però avrò la possibilità di colmare le mie lacune sul loro utilizzo pratico, poiché sento che grazie al mio insegnante troverò il modo migliore per adattarle al mio stile personale.

<<Ti sei mai soffermato a pensare a cosa siano davvero le rune giovanotto? Io credo di no, perciò lascia che faccia una piccola premessa.

Nella mitologia norrena le rune sono parole di potere esistenti fin dall'alba della creazione, anzi in realtà esistenti addirittura da prima.

In origine secondo la cultura vichinga vi era il nulla, chiamato Ginnungagap, l'abisso cosmico.

I popoli del nord ritenevano che le rune colmassero quell'immenso vuoto, finché alle due estremità di esso non nacquero il regno del ghiaccio Niflheimr ed il regno del fuoco Musspellsheimr, la cui collisione avrebbe poi generato i colossi primordiali e l'intero creato.

La conoscenza delle rune era privilegio esclusivo dell'albero della vita Yggdrasill, l'essere ultimo della creazione, colui che deteneva ogni segreto dell'esistenza.

Dunque che cosa evinci da questo mio spiegone ragazzo?>> la domanda del maestro è piuttosto insidiosa a dire il vero, tanto da portarmi a riflettere un attimo prima di rispondere.

Il mio interlocutore vuole sapere qual è la vera natura delle rune secondo me, ma non è tanto semplice dare una risposta.

Mi perdo in svariati ragionamenti, vagliando le più disparate soluzioni, fino a che non trovo quella perfetta per il sottoscritto.

<<Le rune sono parole di potere che permettono all'utilizzatore di imbrigliare le forze primordiali, richiamandole dal vuoto cosmico a cui originariamente appartenevano.

Il motivo per cui la loro conoscenza era preclusa agli uomini, secondo l'interpretazione mitologica, risiedeva nel fatto che utilizzarle portava ad uno squilibrio all'interno del nulla originale.

Ogni qualvolta venivano utilizzate dagli dei l'equilibrio fra caos e ordine veniva messo a repentaglio, facendo pendere l'ago della bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.

In sostanza queste parole sono una minaccia all'armonia del tutto, per questo Yggdrasill non ha mai condiviso codesta conoscenza con il genere umano, e perfino lo stesso padre degli dei Odino ha dovuto superare una prova ardua per ottenere quel sapere.

Difatti si ritiene che gli uomini abbiano appreso la scrittura runica per volere degli dei, che hanno elargito loro questo dono per sottrarli all'ignoranza, almeno secondo le credenze popolari.>> terminata la mia lunga spiegazione il maestro si lancia in un sentito applauso per me, a cui subito dopo si aggiungono anche Maya e Rin.

Tutti i presenti mi rivolgono un sorriso compiaciuto, ed in quel momento mi sento come l'allievo che ha preso il voto più alto al compito in classe.

Mi sento gratificato, per la prima volta dopo moltissimo tempo, e mi piace parecchio come sensazione.

<<Mi hai sorpreso di nuovo Lasair, nel giro di pochi minuti hai compreso la vera natura di questo tipo di magia, facendo tesoro delle mie parole, laddove molti prima di te hanno impiegato anni per riuscirci.

Le rune non sono qualcosa che puoi imparare attraverso delle banali spiegazioni, per imbrigliare il loro potere è necessario arrivare a comprenderle davvero, ed è la ragione per cui la loro applicazione è appannaggio di pochi.

La tua compagna Maya è un'altra perla rara in tal senso, poiché ricordo bene l'utilizzo delle rune da parte sua durante il nostro scontro di anni fa.

Per poter imparare questa nobile arte magica è necessario che il proprio essere, l'essenza stessa dell'anima, abbia dei punti in comune con i significati runici attribuiti ad ogni parola di potere.

Isaz ad esempio rappresenta il freddo dell'anima, il ghiaccio d'inverno che tutto paralizza, ma sotto il quale la vita è ancora pulsante.

Se nella vita hai sperimentato un momento di stasi, un'apparente “morte” dell'io, allora potrai dominare il potere della runa del ghiaccio.

Ora che abbiamo finito con la teoria è tempo di passare alla pratica, osserva bene e poi replica assimilando i concetti di cui ho parlato poc'anzi.>> dopo aver finito di parlare Fredrik pronuncia la parola Isaz, e in un istante la sua mano congela.

Subito dopo dal palmo della sua mano si sprigiona un getto di ghiaccio, che gela in un secondo una porzione di roccia non coperta dalla neve.

E' sorprendente, non ho mai visto un congelamento istantaneo, ed uno dei limiti principali della magia del gelo risiede proprio nella velocità con cui si verifica il fenomeno.

In uno scontro serrato basato sul corpo a corpo quel tipo di magia è virtualmente inutile, poiché la velocità con cui avviene lo scambio di colpi rende impossibile avere il tempo necessario per immobilizzare l'avversario.

L'uso di Isaz però sembra bypassare completamente il problema, visto che ha congelato in un istante quella piccola roccia.

Essendo un mago di combattimento riesco a vederne l'effettiva utilità, e ne rimango oltremodo sorpreso.

Il mio insegnante dopo la dimostrazione mi rivolge uno sguardo, poiché vuole che sia io a tentare adesso.

Facendo tesoro delle sue parole richiamo alla mente quel periodo della mia vita in cui congelai le mie emozioni per servire il bene superiore, quel periodo in cui mi sentivo come morto dentro, almeno in apparenza.

Dopo aver veicolato con decisione tali sensazioni pronuncio quella parola...Isaz.

Sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti, me per primo, la mia mano si congela con successo.

Fredrik mi ordina quindi di usare il potere del ghiaccio su di lui, cosa che mi lascia riluttante all'inizio, ma su cui egli si dimostra irremovibile.

Con qualche riserva scaglio un getto di ghiaccio dalla mano gelida, ed appena il colpo impatta sul petto del maestro il congelamento è quasi istantaneo.

Il nerboruto uomo, nonostante la sua grande preparazione nella magia del gelo, non ha potuto sottrarsi al potere della runa del ghiaccio, impressionante.

Maya e Rin sembrano scioccate quanto il sottoscritto ma, prima che io possa chiedere, è Fredrik stesso a spiegare la situazione.

<<La magia runica del ghiaccio è diversa dalla normale magia del ghiaccio, so che ti stavi domandando come fosse possibile che io rimanessi paralizzato nonostante la mia resistenza fisica al gelo.

E' un tipo di magia antichissima, che ha radici nell'essenza stessa dei misteri magici, perciò nulla può sottrarsi al potere delle rune.

La preparazione fisica a cui ti ho sottoposto prima è stata solo una precauzione contro eventuali futuri nemici, magari specializzati nella magia del gelo comune.

In breve è questo il modo di usare le rune, ogni qualvolta vorrai attingere al loro potere dovrai entrare in risonanza con il loro stesso significato.

L'armonia tra l'anima ed il significato delle parole è la chiave per sfruttarle, e pertanto richiede assoluta maestria nel controllo delle emozioni.

Lasciati dominare da un'emozione estranea a quella della runa che stai correntemente utilizzando, e perderai la connessione con essa, cosa che in un combattimento può rivelarsi fatale.

Ti eserciterai nel controllo di Isaz per conto tuo, nelle pause dall'addestramento, il mio scopo primario è farti capire come attivarle.

E' tempo di passare ad altre rune, poiché non possiamo fossilizzarci troppo sulle singole parole.

Adesso ci concentreremo su Thurisaz, la runa che rappresenta la folgore, il tuono, associata al dio nordico Thor.

E' una runa dalla duplice valenza, che simboleggia sia l'attacco che la difesa, nemica delle avversità e affine alla forza bruta.

Rappresenta anche il vigore maschile, pertanto entrare in contatto con essa è piuttosto semplice, basta connettersi al desiderio di combattere e di usare la forza.

Stavolta non te la mostrerò in azione, voglio vedere se riesci a farlo da solo.>> il mio insegnante ripone molta fiducia in me, ed io non voglio certo deluderlo.

Le mie due compagne di viaggio mi osservano con uno sguardo di piena fiducia, riesco a sentire la loro sicurezza sul fatto che io possa farcela.

Per attivare il fulmine questa volta mi concentro sul mio nemico...Ra, e più nello specifico sul desiderio che ho di combatterlo con tutte le mie forze.

Appena pronunciata la parola Thurisaz una scossa di intensità variabile comincia a percorrere tutto il mio corpo, prima lieve e poi via via sempre più forte.

Concentrandomi a fondo riesco a percepire il fulmine scorrermi nelle vene, e procedo ad incanalarlo nelle mani per farlo fuoriuscire.

Dopo aver fatto ciò rivolgo la mia mano destra verso una piccola roccia, e la disintegro con una micro saetta.

Le spiegazioni del maestro sono chiarissime, non avrei potuto chiedere un mentore migliore, e sto prendendo sempre più confidenza con il metodo di attivazione delle parole.

Aver fatto centro al primo colpo scatena in me una gioia incommensurabile, come il bambino che riceve il regalo giusto a Natale.

Fredrik, appena vista la scena, accenna un sorriso compiaciuto, come un insegnante che si inorgoglisce dei progressi del proprio allievo.

Sarà difficile ricucire i rapporti personali fra di noi, ma farò del mio meglio affinché ciò avvenga, poiché mi è ormai chiaro che i Black Wolves gli dessero la caccia per ragioni ingiuste.

<<Impari a velocità record figliolo, e ciò è segno di una grande sensibilità personale, elemento che ha da sempre favorito l'apprendimento di questo tipo di magia.

Ora ti darò le nozioni di altre tre parole di potere, legate agli ultimi elementi che ti restano da apprendere: Laguz la runa dell'acqua, Naud la runa della terra, ed infine Wunjo, la runa del vento.

Laguz rappresenta la potenza del pensiero, sia esso artistico, simbolico o sintetico.

Simboleggia il flusso dei pensieri, così come l'acqua scorre incessante, e per attivarla è sufficiente pensare, cosa che uno stratega come te farà moltissimo in combattimento.

Naud è una runa particolare, poiché è speculare a Naudhiz, ed è la parola di potere della terra.

Simboleggia il bisogno nella sua massima essenza, che sia bisogno d'amore, di proteggere qualcuno o altro ancora, perciò per manifestare la sua forza è necessario avere un qualsiasi tipo di bisogno.

Infine Wunjo, la runa del vento, che simboleggia l'apoteosi della gioia, l'estasi suprema.

E' il bambino interiore che vive in noi, l'armonia assoluta del nostro io, e per canalizzare il suo potere serve concentrarsi sugli episodi felici della nostra vita, al fine di rivivere quella gioia e sprigionare la potenza dei venti.

Con queste ultime tre nozioni la parte teorica è completa, poiché la runa del fuoco è già insita nel tuo essere, e quindi non ha senso che ti insegni come sfruttare il suo potere...ti basterà richiamare Naudhiz.>> ammetto che mi dispiace che il mio addestramento sia quasi terminato, mi stavo appassionando all'etimologia delle varie rune.

Vorrà dire che quando tutto sarà finito, e avrò un attimo di pace, mi dedicherò per bene allo studio approfondito di questo singolare tipo di magia.

Per prima cosa mi focalizzo sul flusso dei miei pensieri, e poi invoco il potere dell'acqua attraverso la parola Laguz.

La mia forza interiore in un istante prende figurativamente la forma di un placido laghetto.

Le sue acque però diventano sempre più agitate ed impetuose, fino a diventare uno tsunami straripante che mi riporta alla realtà.

Dalla mia mano destra, senza che me accorgessi, ha cominciato a fluire un'acqua cristallina, che si sta riversando sul terreno.

Essendo un elemento estremamente duttile provo a modellarla nella forma di una sfera, riuscendoci sorprendentemente al primo tentativo, e poi la scaglio in alto nel cielo per terminare l'esercizio.

Prima di passare alla pratica di Naud Fredrik mi chiede una cosa, ossia di posare una mano sul terreno coperto di neve.

Sono straniato dalla sua richiesta, ma non esito a fare come mi dice.

Il maestro però ha un ulteriore suggerimento, ossia che io mi concentri a fondo, sgomberando la mente da qualsiasi pensiero che possa distrarmi.

Ancora una volta eseguo prontamente i suoi ordini e, liberando la mente da tutto quanto, inizio a sentirmi in un modo nuovo.

Per la prima volta in tutta la mia vita mi sento connesso con la terra stessa, come se fossi parte di essa, parte del tutto.

Riesco a percepire la vita traboccante nel sottosuolo, come se fosse un vulcano pronto ad eruttare, è una sensazione indescrivibile che riempie tutto il mio essere.

Vuotando completamente la testa mi sono sentito come se fossi vuoto io in primis, ma ora mi sento come un vaso traboccante d'acqua.

<<A giudicare dalla tua espressione lo stai percependo eccome, il potere vitale che permea il suolo.

Sicuramente ti starai domandando perché tu non l'abbia mai sentito prima d'ora, ma la risposta è semplice, stai usando la magia runica in questo momento.

Utilizzare quel potere richiede innanzitutto di essere in armonia con se stessi, è un requisito fondamentale per praticare questo tipo di magia.

Quando nulla ostacola più le nostre percezioni, solo allora riusciamo a capire il linguaggio della terra.

Tu sei di sicuro un uomo tormentato giovane Lasair, ed è proprio per questo che tu più di tutti trarrai beneficio da queste pratiche.

I miei insegnamenti sono ormai terminati, ora devi solo imparare a controllare questi nuovi poteri, trovando l'utilizzo più affine a te.

Ci sarebbero altre rune ancora più potenti che potrei insegnarti, ma quelle sono fin troppo pericolose per un principiante in quest'arte.>> le parole del maestro penetrano come un coltello nel profondo della mia anima, grazie a lui mi sento un mago nuovo, e in futuro spero anche un uomo nuovo.

<<Non ho parole per esprimere quel che hai fatto per me Fredrik, ti sarò debitore a vita per quello che mi hai insegnato oggi.

Mi hai aiutato ad aprire un capitolo completamente nuovo della mia vita da mago, e sento di poter essere anche un uomo più sereno grazie a te.>> dopo le mie parole di ringraziamento chino il capo in segno di rispetto.

Non un inchino di umiliazione, bensì un classico inchino giapponese come forma di rispetto per il mio insegnante.

Il mio gesto imbarazza il nerboruto uomo, che volta lo sguardo per non darlo troppo a vedere.

Maya e Rin cominciano a ridere sguaiatamente della reazione del guerriero nordico, e la cosa fa sorridere anche me per qualche secondo.

Dopo quel momento di distrazione torno a focalizzarmi sull'allenamento e, senza perdermi in ulteriori indugi, mi concentro su un bisogno.

La mia necessità più impellente al momento è quella di battere il futuro me stesso, e per alcuni istanti ne faccio la mia ragione di vita.

Quando tutte le condizioni sono state rispettate poso una mano sul terreno, e procedo ad invocare Naud.

Le forze arcane della terra si attivano al mio comando, ed un piccolo sisma comincia a far vibrare la vetta della montagna.

Essendo però consapevole di non padroneggiare ancora un potere tanto insidioso mi fermo subito, temendo di perdere il controllo e di generare un terremoto ben più forte.

Il mio senso della prudenza pare compiacere ulteriormente Fredrik, almeno a giudicare dal suo ghigno.

Mi sembra che il suo volto sia più disteso rispetto agli inizi dell'allenamento, forse in principio temeva che io potessi far cattivo uso dei suoi insegnamenti, mentre ora si sente rincuorato.

Adesso non mi resta che concentrarmi su un momento di pura ed assoluta felicità, così da attingere al potere dell'ultima runa...Wunjo.

Qui la cosa si fa difficile, poiché ci sono svariati momenti della mia vita che mi hanno procurato una gioia totale.

Involontariamente vengo però riportato al primo bacio con Selina, a seguito della mia dichiarazione d'amore alla ragazza.

Avevamo appena portato a termine una missione molto impegnativa, eravamo entrambi stremati dalla fatica, e proprio per quello non avevo freni.

Da lungo tempo mi sentivo attratto da lei e, dopo un lungo conflitto interiore a seguito di quella vittoria, mi gettai in una scellerata dichiarazione, che temevo portasse ad un disastro senza precedenti.

Selina non aveva mostrato particolari segnali di interesse verso di me, perciò ero convinto di ricevere un netto rifiuto, ma volevo comunque tentare.

Con mia grande sorpresa però la ragazza ricambiò la mia confessione e i miei sentimenti, baciandomi appassionatamente.

Non so come mai proprio adesso mi sia tornato in mente quell'episodio, ma non è certo una novità che Selina sia un capitolo ancora aperto della mia vita.

Senza però farmi distrarre ulteriormente da quel ricordo, e concentrandomi solo sulla felicità che ne deriva, pronuncio anche l'ultima parola di potere...Wunjo.

Una lieve brezza comincia a soffiare in seguito alla mia invocazione, ma anche qui preferisco fermarmi subito, prima che la cosa degeneri.

Ora ho assimilato i concetti base di tutte le rune elementali, e non mi resta altro che provare a sfruttarle in battaglia.

Senza esitazione chiedo a Fredrik di farmi da avversario in una breve lotta, e lui accetta con molto piacere.

Non è una sfida normale, ma più che altro un test delle mie nuove capacità in un ambito più pratico.

Prima di tutto esordisco con uno scatto bruciante in pieno vecchio stile, e subito dopo tento l'offensiva con un poderoso gancio intriso di fiamme.

Il mio avversario non si scompone di un millimetro, ed incassa senza alcuna fatica il mio pugno fiammante.

Dopodiché pronuncia rapidamente il nome di una runa che non riconosco, e l'attimo successivo mi colpisce con il palmo aperto in pieno petto.

Di norma non dovrei subire troppi danni con un attacco simile, ma questo per poco non mi polverizza la gabbia toracica.

Vengo inoltre scaraventato ad almeno un metro di distanza, mentre la neve attutisce un impatto che in altre circostanze sarebbe stato parecchio doloroso.

Non ho ben capito che parola abbia usato, ma credo coinvolga il potenziamento delle capacità fisiche.

Quel colpo normalmente non ha una forza simile, ma pochi momenti fa mi è sembrato di essere colpito da Hulk in persona.

Per il momento non conosco rune di potenziamento fisico, ma posso sempre usare i miei incantesimi soliti.

L'offensiva di poc'anzi non era che un test per verificare lo stile di combattimento del mio avversario, ed ora che l'ho appurato posso passare alle novità.

Con un po' di fatica, data dal dolore allo sterno per il colpo di poco fa, amplifico la mia velocità, e dopodiché mi lancio nuovamente all'attacco frontale.

Fredrik, aspettandosi un'offensiva uguale a prima, si prepara a rispondere a sua volta nel medesimo modo.

Tuttavia stavolta mi fermo ad un passo dall'uomo e, dopo aver schivato abilmente il suo palmo aperto, balzo subito dietro di lui.

Una volta alle sue spalle invoco il potere di Isaz nella mano destra, mentre nella mano sinistra manifesto la forza di Naudhiz.

Con la mano ghiacciata tocco la schiena dell'avversario, congelandola all'istante e immobilizzandolo del tutto.

Subito dopo colpisco il punto ghiacciato con la mano avvolta dal fuoco, e la reazione successiva mi lascia sbalordito.

Le fiamme sciolgono in un istante il ghiaccio precedentemente creato, ma nel farlo generano una potenza esplosiva incredibile.

Il contatto tra fuoco e ghiaccio dà origine ad un effetto combinato dalla forza soverchiante, che sbalza violentemente Fredrik a pochi passi dalla baita che ci ospita.

Nel combinare quei due elementi ho involontariamente generato una forza superiore a quella mostrata dal mio sfidante poc'anzi, e la cosa mi lascia positivamente sconcertato.

<<Bravo ragazzo, conosci le rune da due minuti e già ti metti a combinarne i poteri, i miei complimenti.

Seppur inconsapevolmente, hai appena reso manifesta la caratteristica più pericolosa delle parole di potere, ossia la possibilità di combinarle tra loro, dando origine ad una moltitudine incalcolabile di variabili.

Fuoco e ghiaccio sono già di per sé un'accoppiata temibile, ma quando si parla di fuoco e ghiaccio runici...beh lì diventa ancora più tremendo il tutto.

Hai richiamato dal vuoto primordiale la potenza di Niflheimr e Musspellsheimr, i due regni che nella mitologia norrena hanno originato il creato con la loro collisione.

La tua attitudine al combattimento è davvero sbalorditiva, ed hai peraltro fatto sfoggio di un controllo emozionale sorprendente, avendo gestito in contemporanea due tipi di emozioni pressoché agli antipodi.

Col tempo credo che supererai senza troppe difficoltà il tuo illustre padre, ammesso che tu non lo abbia già fatto.>> l'ultima frase di Fredrik scatena in me una gioia inenarrabile, ed il fatto che l'abbia pronunciata in totale sincerità impreziosisce ulteriormente il tutto.

Ho fatto del superare Ignis la mia ragione di vita, e sentire da qualcuno che forse potrei averlo già fatto, al massimo delle mie potenzialità ovviamente, mi riempie il cuore di felicità.

Lasciandomi riempire da quel sentimento di euforia decido di fare una prova, ossia utilizzare Wunjo, la runa del vento.

Pronunciando quella parola, e canalizzando il suo potere, scateno una corrente d'aria nettamente più forte della brezza di pochi minuti fa.

Il mio avversario, nonostante la sorpresa, rimane saldamente ancorato al terreno, seppur con qualche difficoltà, mentre Rin e Maya rischiano di venir trascinate via.

Vedendo quella scena cesso immediatamente la mia offensiva, scusandomi per essermi fatto trasportare.

Fredrik però si congratula di nuovo con me, dicendomi che ho sfruttato l'imprevedibilità dell'animo umano a mio vantaggio, canalizzando dinamicamente un'altra runa, ma subito dopo fa un'importante precisazione.

<<Sei stato bravo poco fa Lasair, ma sento il dovere di avvertirti su un aspetto importantissimo di questa pratica magica.

Le parole di potere oscillano al confine tra ordine e caos, indi per cui la canalizzazione delle stesse determinerà la natura dello squilibrio che creerai attraverso il loro utilizzo.

Se ti focalizzi sulle sensazioni giuste, canalizzandole però nel modo sbagliato, non otterrai altro che richiamare il caos nella sua forma più pura, perciò stai sempre bene attento a ciò che fai.>>

L'uomo fa benissimo a mettermi in guardia, poiché io per primo sono consapevole del fatto che in battaglia tendo a lasciarmi trasportare con facilità dalle mie emozioni.

Tuttavia non progetto di abbandonare il mio vecchio stile di combattimento, bensì di affiancare ad esso l'utilizzo delle parole di potere.

Così facendo, anche nel malaugurato caso in cui dovessi perderne il controllo, avrei comunque un'arma per evitare di rimanere ucciso.

Ho imparato ben volentieri questa branca della magia, ma non ho la benché minima intenzione di dipendere da essa.

Io sono un mago guerriero, non potrei mai adottare uno stile di combattimento diametralmente opposto, ed è per questo che dovrò studiare per conto mio l'applicazione più efficace delle rune nella lotta corpo a corpo, trasformandole in un'ulteriore arma nel mio arsenale.

Fredrik si dice soddisfatto della dimostrazione pratica, e procede ad impartirmi un'ultimissima lezione, ossia la scrittura delle rune.

Andando in ordine disegna sul terreno la runa Isaz, che viene invocata disegnando una semplice I maiuscola, piuttosto basilare.

La runa Naudhiz invece si invoca in forma scritta disegnando qualcosa di simile alla croce cristiana, assicurandosi però che la barretta orizzontale sia leggermente obliqua ed orientata verso il basso.

Il fulmine parte dalla stessa base di Isaz, ossia una I maiuscola, a cui va però aggiunto un piccolo triangolino al centro della linea.

Anche Laguz sorprendentemente parte dalla base della runa glaciale, con la sola presenza di una barretta obliqua sul lato superiore a differenziarle.

Noto con piacere che molte rune si trascrivono in maniera simile e con disegni elementari, l'ideale per chi come il sottoscritto non ha grande memoria su queste cose.

Attraverso il disegno sul terreno si possono creare delle trappole runiche, ottime per dare un elemento difensivo aggiuntivo.

Naud, essendo una runa speculare a Naudhiz, si scrive nello stesso identico modo della parola del fuoco, con la sola differenza che la barretta obliqua deve essere portata alla stessa lunghezza della I che fa da base, andando quindi a formare una X leggermente inclinata.

Ed infine Wunjo, la runa del vento, che si scrive nello stesso modo di Thurisaz, con l'unica differenza che il triangolino va disegnato a partire dall'estremo superiore della I, e non posizionato al centro come per la parola del tuono.

Ora ho tutte le nozioni che mi servono, non mi resta altro che studiare il metodo più efficace e a me congeniale per sfruttarle in battaglia.

Maya viene di corsa ad abbracciarmi, per congratularsi del successo del mio addestramento, ed il suo slancio di affettuosità mi sorprende in modo positivo.

Rin dal canto suo, essendo più discreta e meno espansiva, si limita a manifestare il suo compiacimento a parole.

Giungono per ultime, ma non per importanza, le congratulazioni del maestro Fredrik, che mi porge la mano.

Con immenso piacere tendo la mia, ed il tutto si risolve in una vigorosa stretta.

Sebbene gli addestramenti di mio padre fossero fin troppo duri per un bambino, ammetto che oggi da adulto li guardo quasi con una nota di nostalgia.

Nonostante tutto erano gli unici momenti padre e figlio con Ignis, ma devo essere messo proprio male per sentire la mancanza di quelle torture.

L'addestramento con il guerriero del nord mi ha riportato alla mente quegli episodi della mia vita.

All'improvviso lo stridio di un falco squarcia il flusso dei miei pensieri, ed io comincio a guardare nervosamente in alto nel cielo per scovare l'animale.

Ultimamente non ho un grandissimo rapporto con quel rapace, poiché lo vedo ormai legato indissolubilmente al mio nemico Ra.

Maya lo avvista per prima, ed indica a tutti quanti dove guardare per poter ammirare lo splendido volatile.

Seguendo le direttive della ragazza riesco finalmente a vedere il falco, ma noto subito un dettaglio curioso, la presenza di una piccola missiva legata alla sua zampa.

Volando in picchiata verso di me, il falco lascia cadere fra le mie mani la strana lettera, per poi svanire nell'immensità del cielo a velocità elevatissima.

Un'inquietudine tremenda si impossessa del sottoscritto, ma non indugio troppo ed infine apro la busta.

Sul pezzo di carta c'è scritto solo “Culto del Sole”, con delle vaghe indicazioni geografiche per trovarlo.

L'Oasi di Bahariya è il luogo dove troveremo maggiori informazioni su di esso, o almeno così sembra.

Ra è il dio del sole nella mitologia egizia, indi per cui questo culto mi dà subito l'idea di un qualcosa legato a lui.

Gli strani adepti che nel futuro eseguiranno il rituale per richiamare l'antico dio, è possibile che facciano parte di questo gruppo?

Una criptica frase chiude quella misteriosa missiva “Quando la verità ti sarà rivelata, starà a te decidere.”

L'inquietudine di poc'anzi lascia spazio in un attimo ad una gran confusione, mista a curiosità, soprattutto sul mittente di codesto messaggio.

Con lo sguardo mi rivolgo alle mie due compagne di viaggio, ed i loro volti lasciano trasparire le medesime sensazioni del sottoscritto, portandoci quindi ad una tacita decisione unanime.

Una volta terminato anche il loro addestramento partiremo alla volta dell'Egitto, poiché tutti e tre sentiamo che lì finalmente avremo qualche risposta sull'antico dio egizio, e sui motivi del suo ritorno.

 

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Capitolo 20

Spoiler

Emozioni estranee (punto di vista alternativo)

Di nuovo quel sogno, puntuale e ricorrente come ogni notte da lungo tempo.

Quella donna a terra, riversa in una pozza di sangue, ed accanto a lei un paio di giovani donne nella medesima situazione.

E' uno scenario con persone a cui non sono legato, quindi perché mi sento così dinanzi alla visione di quelle immagini?

Perché un dolore opprimente mi attanaglia il petto? Davvero non ne capisco la ragione, so solo che lo odio.

Io sono un dio, sono al di sopra di quelle futilità chiamate emozioni, non posso permettere alla mia parte umana di ostacolare i miei propositi.

<<Sembra proprio che il confine tra le nostre due personalità si stia assottigliando ulteriormente, ora provi addirittura le emozioni relative alle MIE esperienze di vita.

Ci stiamo lentamente sovrapponendo, presto Lasair Strathmore sarà il dio Ra, ed il dio Ra sarà Lasair Strathmore, che ironia per una divinità creatrice sperimentare l'umanità in tutte le sue sfaccettature.>> quell'uomo, sa essere davvero snervante a volte.

La sua voce saccente nella testa mi dà sui nervi, speravo che la sua personalità si rintanasse in un angolo buio della mente dopo il mio avvento, eppure non ne vuole proprio sapere di farsi da parte del tutto.

Quando mi sono unito a lui non pensavo che saremmo arrivati a questo.

E' vero che Lasair mi ha lasciato volontariamente il controllo del corpo a seguito di quei tragici eventi, ma mai avrei creduto che la nostra unione ci avrebbe portati a questo.

Concentrandomi intensamente mi proietto all'interno della mia coscienza per chiedere ulteriori spiegazioni al mago piromante, e quest'ultimo mi spiega che una fusione armoniosa come la nostra può portare effettivamente ad una vera e propria sovrapposizione delle due identità.

Seguitando nella sua spiegazione chiarisce che questo bizzarro fenomeno deriva dal fatto che le nostre due personalità non sono in conflitto l'una con l'altra, bensì si accettano a vicenda.

Quanto detto mi basta, e torno alla realtà l'attimo dopo essermi congedato dall'originario proprietario del corpo che occupo.

Non mi piace per niente il fatto che il mio status divino stia venendo contaminato dall'umanità del mio ospitante, ma finché mantengo coscienza di me allora il problema non sussiste.

Sono rinato nell'era moderna dopo un sonno millenario, perciò non sprecherò quest'occasione che il fato mi ha generosamente concesso.

Potrei benissimo godermi la vita al massimo, fregandomene dello schifo che mi circonda, ma non ce la faccio.

Questo perché non voglio mancare di rispetto all'uomo che si è offerto di ospitare la mia essenza, il suo nobile sacrificio non può e non deve essere vano.

La malvagità degli esseri umani gli ha portato via tutto, eppure egli confida che il mio operato possa cambiare le cose, perciò non deluderò le sue aspettative.

Sono deluso dagli esseri umani, ma sento il dovere di fare qualcosa per riportarli sulla retta via, e questo lo devo anche ai miei fratelli, che tanto duramente hanno lavorato per dar vita a queste imperfette creature.

Il mio non è solo un dovere morale in quanto divinità, nell'Antico Egitto ero considerato il guardiano dell'umanità ed ero tra gli dei più amati per questo, indi per cui voglio adempiere fino in fondo al mio ruolo.

All'alba dei tempi i miei fratelli ed io ci prodigammo nella creazione, perciò devo assolutamente vigilare sull'integrità di quel che è stato costruito con tanti sforzi, per quanto sia rimasto ben poco di salvabile.

Lasair Strathmore, l'originale proprietario di questo corpo, è il ricettacolo ideale per realizzare i miei propositi, poiché all'età di 50 anni ha ancora una forza ed un vigore spaventosi.

Il potere sprigionato da questo individuo è a dir poco immenso, ideale per un dio del mio calibro.

Ulteriore riprova di questo è proprio il fatto che la sua anima non sia stata annichilita dalla mia potenza divina, come sarebbe invece accaduto nel caso di un involucro di dubbio qualità.

Purtroppo nel futuro da cui provengo l'umanità ha preso una piega assai sgradevole, persino i Servant, che dovrebbero essere l'incarnazione della virtù di eroi leggendari, sono stati corrotti dai loro stessi egoistici desideri.

Gli spiriti eroici hanno persino voluto sfidare qualcosa che va aldilà di loro, ed hanno pagato con la vita questo affronto: Lancer, Caster, Rider, Assassin, Berserker, Archer ed infine Saber vivono ora dentro di me in forma di puro potere.

Ognuno di loro ha perso la vita per mano mia, eppure a volte riesco ancora a sentire una flebile eco del loro io nelle profondità del mio subconscio.

Per fortuna hanno infine accettato la loro sorte, ed hanno smesso di sussurrare in modo fastidioso.

In due epoche diverse ho dovuto punire quelle leggende incarnate, sia nel futuro che nel presente, ma del resto si è semplicemente trattato di ristabilire l'ordine naturale delle cose.

Quel barbaro rituale noto come Guerra del Santo Graal è un errore dell'uomo che non avrebbe mai dovuto esistere in primo luogo, perciò mi assicurerò di sradicarlo completamente senza lasciarne traccia nella storia dell'umanità.

Il mio riposo è stato turbato da emozioni estranee al mio essere, eppure non posso fare a meno di ritrovare la pace osservando la splendida luna piena di stasera.

Con la sua luce argentea rischiara il paesaggio circostante, avvolto nel sonno che le tenebre portano.

Le mie riflessioni vengono però interrotte quando sento bussare alla porta, e con tono imperativo ordino di entrare.

<<Perdonatemi mio signore, ho sentito che vi agitavate nel sonno e quindi mi sono permesso di portarvi questa tisana rilassante.>> uno dei miei servi, un uomo anziano alto e di corporatura fragile, si prostra rispettosamente ai miei piedi porgendomi la bevanda.

<<Ti ringrazio per questo pensiero gentile, lo accetto volentieri, magari ci fosse più gente come te, che comprende il proprio posto e si comporta di conseguenza.

Piuttosto dimmi una cosa, tu credi nella mia missione?>> la domanda sorprende il mio interlocutore, ma dopo lo sgomento iniziale egli si appresta a rispondere.

<<Ciecamente mio signore, il vostro proposito è nobile e giusto.

Siete disceso dai cieli e vi siete incarnato in un eletto al fine di portare ordine in questa terra governata dal caos, come si può disapprovare un simile proposito?>> la devozione che leggo negli occhi dell'uomo è sincera, non artefatta per evitare la mia collera.

Non ho bisogno di gente che mi segua per paura, al contrario necessito di persone come lui, che abbraccino il mio stesso ideale.

Con la mano intimo al servo di andarsene, e lui obbedisce prontamente, lasciandomi a decidere da solo la prossima mossa.

Il futuro che ha vissuto Lasair è qualcosa di assimilabile ad una sorta di distopia, dove la magia ha smesso di avere regole ed ha portato il mondo verso uno sviluppo pericoloso.

La Guerra del Santo Graal, un abominio che mai sarebbe dovuto esistere in primo luogo, ha perso ogni regolamento, arrivando a generare un conflitto perpetuo tra Master e Servant sempre più avidi ed egoisti.

E' successo esattamente quel che temevo già in tempi antichi, gli individui dotati di capacità superiori si sono fatti troppo superbi, ed hanno smesso di avere rispetto per i comuni mortali, utilizzando senza remore i loro grandi poteri per prevaricare il prossimo.

Una volta rinato nel mondo grazie al mio ospitante, ho posto fine a quel caos uccidendo ad uno ad uno tutti i Servant ed i rispettivi Master, ma ciò non bastava.

Non mi volevo accontentare di aver corretto un'anomalia le cui conseguenze si sarebbero inevitabilmente trascinate negli anni o decenni a venire, c'era bisogno di intervenire prima che il tutto si verificasse.

Ed è così che, viaggiando nel passato, ho infranto uno dei più grandi tabù di quel mondo che io stesso ho contribuito ad ordinare.

Sono quindi tornato indietro nel tempo, in un'epoca che ancora non aveva conosciuto gli orrori del futuro, con il proposito di correggere il corso degli eventi.

La magia è un dono divino che ha permesso all'uomo di evolversi fin dall'alba dei tempi, ma sembra che porterà infine alla sua stessa rovina, indi per cui è necessario sradicarla alla radice.

Eliminare dall'equazione le arti magiche è però soltanto un inizio, questi esseri inferiori necessitano di qualcuno che li tenga in riga.

L'essere umano si è purtroppo rivelato uno degli aspetti più imperfetti della nostra creazione, ma i maghi nello specifico sono un male addirittura peggiore.

Abbiamo donato la magia all'uomo per permettergli di progredire, tuttavia ora più che mai appare evidente la sua incapacità di gestirla saggiamente.

Cambiare la storia è però estremamente pericoloso, per questo sono giunto in questa specifica epoca, che è idealmente l'anticamera del futuro che voglio scongiurare.

E' da qui che devo operare i vari cambiamenti, per alterare il tutto in modo graduale ed evitare la rottura del tempo stesso.

Ho cominciato a farlo obbligando i capi dei Black Wolves ad emettere l'ordine di uccisione di Lasair Strathmore, con la consapevolezza che questo avrebbe innescato una nuova catena di eventi.

Quella è stata la prima alterazione, e sono rimasto compiaciuto nel constatare come il mio alter ego passato sia un osso duro, proprio come speravo che fosse.

E' stato un azzardo ordinare il suo assassinio, ma l'ho fatto con la consapevolezza che il piromante ne sarebbe uscito vivo e vegeto.

A quella prima modifica ne è poi seguita una seconda, molto più sottile direi.

Per attuare questo stravolgimento ho trasformato Maya Sanders in una pedina inconsapevole, facendo in modo che ascoltasse “per caso” una conversazione fra i capi riguardante gli artefatti divini.

Così facendo la caccia a quegli oggetti è iniziata molto prima del previsto, ed attraverso questo piccolo escamotage la reliquia che contiene la mia essenza arriverà nelle mani di Lasair anni prima rispetto alla storia originale.

Nel macabro futuro che voglio cambiare il mago piromante ha trovato l'oggetto solo dopo aver perso la famiglia e, spinto dal dolore della perdita, ha accettato infine di lasciarmi il suo corpo.

In questo nuovo corso degli eventi invece troverà l'oggetto molto prima, e dopodiché mi assicurerò di fargli le giuste pressioni affinché accetti di farmi rinascere in anticipo.

Sono certo che mi sarà grato di questo, poiché rinascendo anzitempo gli impedirò di costruirsi una famiglia, risparmiandogli di conseguenza il dolore di perderla.

Una volta garantita la mia esistenza eviterò che la storia sprofondi in una spirale discendente e, dopo aver eliminato la magia dal mondo, vigilerò sugli uomini, nonostante sia profondamente deluso da loro.

Sicuramente ci saranno molte persone da sacrificare, ogni missione importante richiede dei sacrifici dopotutto, ma si tratta di poche vite per salvarne molte altre, perciò accetterò il compromesso.

Mi riapproprierò del ruolo che avevo un tempo, sarò un guardiano dell'umanità che veglierà dall'alto.

Questo mondo senza dei è andato allo sbando, gli esseri umani hanno ceduto alle loro pulsioni più abiette ed hanno corrotto la bellezza di questa terra che abbiamo creato anche per loro.

Bisogna dire che c'è ancora del bello in questa realtà, ma le brutture purtroppo sovrastano ciò che resta di positivo.

Sarebbe facile pensare di “resettare” il mondo e dare il via ad una nuova storia, ma voler cancellare il passato fin dalle radici non è niente più che un'ambizione infantile ed irrispettosa.

Cancellare con un colpo di spugna qualsiasi errore commesso dall'uomo fin dalla sua nascita, non sarebbe niente più che un affronto verso le divinità che tanto hanno faticato per creare queste creature.

Io stesso ho fatto parte di quel processo di creazione, e se fossi stato il solo responsabile mi importerebbe poco di oltraggiare me stesso, ma non voglio macchiare gli sforzi dei miei fratelli.

Alcuni errori vanno accettati e bisogna farne tesoro, affinché siano un monito per il futuro.

Il falco emissario a quest'ora avrà già recapitato un piccolo regalo al mio alter ego del passato, generosamente offerto dal sottoscritto.

Quando avrà appreso la verità confido che sarà saggio come il futuro se stesso, ma ho comunque pronto un elaborato piano di “persuasione” in caso contrario.

Le mie riflessioni vengono nuovamente interrotte, stavolta in modo brusco, dall'improvvisa entrata in scena di uno dei capi dei Black Wolves.

<<Questa farsa finisce qui ed ora, sono stufo di essere il tuo burattino, perciò preparati a combattere Ra.>> il mio muscoloso interlocutore ha un tono deciso, non sta bluffando.

Alister Covington, un uomo alto e brizzolato, sulla sessantina e con un fisico scolpito quanto le antiche statue greche, mi fissa con uno sguardo pieno di istinto omicida.

Mi viene subito scagliato addosso un fulmine dall'enorme potenza distruttiva, che in un attimo devasta l'intera stanza in cui ci troviamo, e che io non mi disturbo nemmeno a schivare.

In pochi secondi il fumo sollevato dall'attacco si dissipa, ed io posso così notare l'enorme devastazione scaturita dal colpo di poco fa.

La mia tunica bianca si è insozzata a causa della polvere, e la mia splendida camera da letto è completamente distrutta, questo sì che mi dà fastidio.

<<Ma com'è possibile? Quello era uno dei miei attacchi più potenti.>> l'espressione di incredulità mista a shock che vedo dipinta sul volto del mio ospite è estremamente spassosa.

Con fare disinvolto mi alzo dalla sedia, unica cosa rimasta intatta nella stanza, per camminare verso l'inatteso visitatore.

Subito dopo lo prendo per la gola e lo sollevo di peso senza alcuna fatica.

<<Non so se essere profondamente adirato per la tua insolenza, o se al contrario farmi una risata per quanto sia ridicolo tutto ciò.

Un misero essere umano che ha la presunzione di poter anche solo ferire un dio, non farmi ridere.

Sono piuttosto deluso, ho sentito molto parlare del potere dei leggendari capi dei Black Wolves, tanto che persino nel futuro da cui provengo il vostro nome è temuto, perciò mi aspettavo di più.

Mi ritengo un dio benevolo, eppure i tuoi intenti ostili nei miei confronti non possono essere lasciati impuniti.

Ciò nonostante sei ancora in tempo per implorare il mio perdono Alister.>> mentre dico questo le mie dita, fino ad ora allentate per permettere la respirazione, cominciano a stringere.

La stretta del sottoscritto si fa sempre più vigorosa con il passare dei secondi, tanto che il collo del mio interlocutore comincia perfino a sanguinare.

<<Oh cavolo che sbadato che sono, sto stringendo troppo forte, così non potresti supplicarmi nemmeno volendo.>> di colpo mollo la mia ferrea presa, ed Alister cade a terra con fare poco elegante.

<<Tu non sei un dio, sei il diavolo in persona.

Nell'Antico Egitto Ra era una delle divinità più benevole, ma tu incarni la malvagità più pura.

Hai voluto che iniziassimo la ricerca degli artefatti divini affinché tu potessi custodirli, ed impedire di conseguenza la rinascita di altre divinità vero?

Non volevi sottrarli alle mani degli umani incoscienti, volevi assicurarti di non avere rivali nella tua scalata ai vertici del mondo.

Sono stato un vero idiota a credere che tu avessi davvero buone intenzioni.>> il mio interlocutore dimostra di saper ragionare, anche se la fatica con cui parla dopo essere stato quasi strangolato è penosa da vedere.

<<Non mi aspetto che la mente di un insetto possa comprendere la grandezza dei miei propositi, sarebbe folle anche solo sperarlo.

La storia è piena di uomini che sono stati bollati come eretici o seguaci del demonio, e tutto questo solo perché avevano idee troppo avanzate per l'epoca.

In questo caso ci troviamo in una situazione analoga, con la sola differenza che il mondo tra qualche anno finirà completamente allo sbando se non intervengo subito.

E' stato interessante aggiornarsi su quanto accaduto nelle ere successive all'Antico Egitto, invero confesso d'esser rimasto impressionato dalle imprese dell'uomo.

Siete creature dannatamente imperfette, ed ancora mi chiedo dove abbiamo sbagliato con voi, ma debbo riconoscervi grandi meriti per quanto avete fatto nel corso dei secoli.

Tornando alla questione attuale, voi maghi avete sempre agito all'ombra degli esseri umani e siete sempre stati discreti.

Avete perseguito silenziosamente i vostri propositi di conoscenza fino ad ora, ma le cose cambieranno presto.>> il mio discorso viene improvvisamente interrotto da un secondo attacco nemico, questa volta proveniente da dietro.

A differenza del primo colpo questo lo evito prontamente con uno scatto fulmineo, e subito mi rivolgo al mio secondo assalitore.

Con mia grande sorpresa mi ritrovo dinanzi al secondo capo dei Black Wolves, ossia Amanda Wilshire.

L'offensiva che mi ha lanciato poc'anzi era basata sull'acqua, elemento interessante e guarda caso molto efficace se combinato con il fulmine di Alister.

Quella che ho davanti è una donna sulla cinquantina, ma sorprendentemente giovanile per l'età che ha.

I suoi capelli neri, tanto lunghi da arrivarle quasi fino ai piedi, valorizzano ulteriormente i suoi occhi rosso rubino.

Un piccolo quadretto completato da un decolleté piuttosto generoso, che delinea questa giunonica bellezza.

<<Finalmente getti la maschera antico dio egizio, tu non vuoi semplicemente limare le imperfezioni della storia operando correzioni su di essa, bensì vuoi controllare lo scorrere del tempo stesso.

Una volta sventato l'oscuro futuro che incombe su di noi ti ergerai a guardiano dell'umanità, ma qualcosa mi dice che non sarai un semplice spettatore.>> l'arguzia di questa donna mi lascia oltremodo sorpreso.

<<Din din din la vincitrice è Amanda, hai centrato perfettamente il punto, non basta creare un futuro più radioso, bisogna anche mantenerlo, e chi meglio di me può fare ciò?

L'uomo è fallace, incline all'errore, e certamente prima o poi la storia finirebbe nuovamente su dei binari sbagliati senza un'adeguata sorveglianza.

Non sono rinato in quest'era per assistere passivamente alla distruzione di tutto quello che le divinità hanno così faticosamente creato.

E' proprio l'essere umano l'errore più grande che abbiamo commesso, ma ormai la frittata è fatta, il massimo che possiamo fare è convivere con gli errori fatti e cercare di fare tesoro del passato.>> le mie parole lasciano i miei due interlocutori esterrefatti, mentre dentro di me cresce una rabbia incommensurabile.

Queste sensazioni non sono mie, bensì del mio contenitore, che a quanto pare ha un conto in sospeso con gli ex capi anche nella storia originale.

Per quanto sia disgustato dalle emozioni umane, debbo ammettere che il sapore della vendetta non mi dispiace affatto.

Lasair ha volontariamente sacrificato il proprio futuro, offrendomi spontaneamente il corpo affinché lo usassi per migliorare un mondo sull'orlo della decadenza, perciò il minimo che possa fare per ripagarlo è dargli una piccola soddisfazione sul piano personale.

La sua virtù è incredibile, ha visto la sua famiglia interamente massacrata, eppure non ha ceduto pateticamente al dolore come molti altri hanno fatto prima di lui, al contrario ha pensato al quadro generale.

Questo essere umano che ora contiene la mia divina essenza è degno delle mie lodi, indi per cui ripagherò uno dei torti che ha subito tempo fa.

Non sono mai stato pervaso prima dall'ira, ma debbo ammettere che quasi mi piace la sensazione che provoca, è come un fuoco interiore ansioso di divampare in tutta la sua gloriosa furia.

Un dubbio mi attanaglia, perciò chiedo mentalmente a Lasair se vuole che uccida i suoi due ex capi, o se al contrario preferisce farli soffrire con un po' di tortura prima di mandarli all'altro mondo.

La risposta della mia parte umana non tarda ad arrivare, vuole vederli soffrire prima di spirare tra atroci dolori.

Mi piace come ragiona il mio alter ego, difatti sono il primo sostenitore della sua linea di pensiero.

Dopotutto la legge del taglione è sempre stato un metodo di regolamento di conti piuttosto efficace nell'antichità, occhio per occhio e dente per dente.

In passato un torto è stato fatto, ed oggi lo stesso verrà ripagato con una punizione proporzionale all'affronto subito.

Alister e Amanda mi attaccano su entrambi i fronti con attacchi fulminanti e acquatici, avendo intuito i miei propositi, ma io li respingo con facilità grazie ad una barriera psichica.

<<Non c'è partita con me, pensavo che foste abbastanza intelligenti da averlo già capito.

Siete fortunati che la mia parte umana abbia deciso di risparmiarvi la vita ma, prima che possiate sospirare per il sollievo, sappiate che è solo perché preferisce vedervi soffrire.

E' un peccato che voi siate stati tanto sciocchi da opporvi a me, poiché vi rispettavo per quanto avete fatto per il mondo attraverso la vostra organizzazione.>> dopo queste parole chiamo a me il potere della tempesta con un semplice cenno della mano.

Sotto lo sguardo attonito dei miei due ospiti il terso cielo notturno si ricopre istantaneamente di oscure e minacciose nubi temporalesche.

Un altro cenno della mia mano destra ed il cielo stesso ruggisce con un fragoroso tuono, in risposta al mio comando.

<<Vi sorprendete per così poco? Forse vi state dimenticando di essere al cospetto del re degli dei egizi, colui che domina su cielo, terra ed oltretomba.

Siatene onorati, poiché è privilegio di pochi assistere ad una dimostrazione del mio divino potere, come lo era nei tempi antichi del resto.>> al termine della frase invoco la forza del fulmine dalla volta celeste.

Con un paio di saette scagliate dalle mani tramortisco i miei due avversari, che non fanno in tempo a reagire e finiscono per subire in pieno il mio colpo.

La potenza è stata calibrata appositamente per stordirli e basta, è troppo presto per mandarli all'altro mondo.

Dopo averli messi fuori gioco li teletrasporto nel seminterrato della mia reggia, di loro da adesso in poi se ne occuperanno i miei servi.

Quei disgraziati faranno compagnia all'altra mia illustre ospite, la deliziosa Caster.

Sono oltremodo ammirato e compiaciuto dalla tempra dimostrata da quella donna, che dopo giorni di prigionia e svariate torture ancora non dà segni di cedimento.

Dev'essere davvero atroce per lei vedere nel volto del suo carnefice l'uomo di cui si è innamorata ma, nonostante questa dolorosa consapevolezza, non si è ancora spezzata.

L'ho rapita allo scopo di usarla come incentivo per il mio alter ego passato, eppure si sta rivelando un piacevole passatempo, in attesa del prossimo confronto con Lasair.

Tornando alla situazione attuale, quegli incivili di Alister e Amanda hanno praticamente devastato la mia camera da letto, evidentemente non gli hanno insegnato a non distruggere la residenza altrui.

Sarà meglio che proceda a rimettere tutto a posto, e per fortuna con i miei poteri la cosa sarà rapida.

Pochi secondi e la stanza torna com'era in origine, senza lasciare tracce della piccola scaramuccia appena avvenuta.

Nel mentre uno dei miei falchi torna portando con sé ottime notizie, il messaggio al Lasair del presente è stato correttamente recapitato.

Grazie alle mie indicazioni la ricerca degli artefatti divini sarà più agevole per il ragazzo, almeno per quanto concerne lo scettro di Ra, che ha la priorità assoluta.

Dopotutto grazie ai miei poteri divini ho già localizzato e raccolto un gran numero di reliquie, e così facendo le ho messe al sicuro dagli umani malintenzionati.

Al contrario di altre divinità, che in quei manufatti hanno messo solo parte del loro potere, io invece ho infuso nella reliquia la mia stessa anima, nella speranza che un giorno il fato mi riportasse su questa terra.

Mi secca parecchio il pensiero che persino gli dei siano sottomessi ai disegni di una forza tanto potente quanto capricciosa, però non posso proprio lamentarmi di come stanno andando le cose al momento.

Col senno di poi riconosco che sia stato un azzardo vincolare la mia essenza allo scettro, ma il destino ha premiato la mia audacia permettendomi di reincarnarmi in un uomo assolutamente perfetto per i miei canoni.

Ora non mi resta che agire prudentemente e con discrezione, per far sì che il fato mi arrida anche nella realizzazione dei miei propositi.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 21

Spoiler

L'orgoglio di un mago

Sono passati ormai due giorni da quando Fredrik mi ha insegnato i fondamenti della magia runica.

In questo lasso di tempo mi sono esercitato, sia individualmente che in compagnia delle ragazze, nell'applicazione pratica delle parole di potere.

Seguendo il suggerimento del maestro mi sono messo a praticare il più possibile, ed ho fatto grandi progressi.

Nel mentre il guerriero del nord ha cominciato l'addestramento di Maya, che in un primo momento si è dimostrata riluttante a lottare contro di lui, dopo i loro trascorsi a Stoccolma.

La mia vecchia compagna aveva già appreso dei rudimenti di magia runica, e quindi Fredrik si sta focalizzando sull'approfondimento di quelle nozioni, per dare alla ragazza un'arma ancora più temibile da sfoggiare in battaglia.

A differenza mia lei si sta esercitando con le rune di potenziamento fisico, quelle stesse rune che il guerriero del nord ha rifiutato di insegnarmi per precauzione.

Secondo Fredrik quelle rune potrebbero essere pericolose per il sottoscritto, eppure non ne capisco la ragione.

Dopotutto se le usa Maya non vedo perché non potrei farlo a mia volta, ma preferisco non farmi domande e concentrarmi sulla moltitudine di cose che ho imparato.

Rin nel mentre osserva con grande dedizione le nostre esercitazioni, cercando di trarre benefici anche dalla semplice osservazione degli altri, un comportamento molto maturo.

Ciò nonostante riesco a vedere in lei un grande nervosismo, per quando sarà in prima linea a sostenere l'addestramento, cosa che avverrà a breve.

<<Non temere Rin, Fredrik può far paura ad una prima occhiata, ma in realtà è un insegnante molto paziente.>> dico alla ragazza, notando una certa apprensione da parte sua.

<<Come? Ah no, non è per quello che sono così persa nei miei pensieri, bensì per tutto ciò che è successo di recente.

Ho pensato molto a mio padre in questi ultimi giorni, e mi sono rattristata perché ne sento molto la mancanza.

La mia intera infanzia l'ho trascorsa a prepararmi per la guerra del Santo Graal, poiché ero motivata a conquistare il sacro calice per renderlo orgoglioso.

Eppure adesso mi chiedo se valesse davvero la pena rinunciare a tutto per quell'unica ambizione che non era nemmeno propria della mia persona.

L'idea di riuscire dove lui aveva fallito mi aiutava ad andare avanti, ma ora che non posso più lottare perché ho perso il mio Servant mi sto facendo delle domande.

In tutta questa confusione interiore c'è però un'unica certezza, ossia la mia totale mancanza di prospettive per il domani.

Ho dedicato la mia intera vita a quella guerra per onorare il nome dei Tohsaka, poiché credevo fosse giusto così, ed ora mi ritrovo a non sapere che fare del mio futuro.>> la giovane ex Master interrompe la sua confessione a causa di un'onda d'urto che disturba sia me che lei, provocata dallo scontro di riscaldamento tra Maya e Fredrik.

Quei due sono proprio pericolosi quando si impegnano al massimo, ed è chiaro come il sole che si divertono a darsele di santa ragione.

Soprattutto la ragazza gode nel menare le mani contro colui che un tempo l'ha quasi ammazzata, ma sono felice che si sia lasciata quell'esperienza traumatica alle spalle.

Inoltre, da uomo quale sono, sono attratto da quel fisico atletico che la giovane ostenta con eleganza e grazia, ulteriormente risaltato dal corpetto di allenamento che sta indossando.

Non posso fare a meno di sentirmi confuso in questo momento, poiché mi sento sempre più attratto da Maya, ma nel contempo durante l'allenamento ho rievocato un momento speciale con Selina.

Che il capitolo con la mia ex non fosse chiuso mi era già chiaro da tempo, ma speravo che fosse meno presente nei miei pensieri.

Alla lunga lista dei pensieri si aggiunge poi la misteriosa lettera recapitata dal falco, il cui mittente è tuttora sconosciuto.

Personalmente ritengo che si tratti di una trappola orchestrata dallo stesso Ra, ma non permetterò alla paura di privarmi di una potenziale pista sul mio nemico.

Ora sarà meglio che mi concentri sugli addestramenti delle ragazze e, siccome per il momento sono in panchina, chiedo a Rin di continuare il discorso di prima.

La ragazza sembra contenta che io glielo abbia chiesto, e non esita a proseguire la sua confessione, mentre io mi accendo una sigaretta per ammazzare il tempo.

<<Come stavo dicendo, ho messo tutte le mie energie e le mie ambizioni nella guerra, con la presuntuosa convinzione di vincere, e pertanto non ho pensato per bene a cosa avrei fatto dopo.

Tuttavia sono stata talmente sciocca da non essermi resa conto che anche in caso di vittoria avrei comunque dovuto guardare al futuro prima o poi.

Voglio dire, qualora avessi vinto avrei realizzato il desiderio della famiglia Tohsaka di arrivare alla Radice, ma poi che ne sarebbe stato di me?

A ben pensarci però un'ambizione che ritengo davvero mia ce l'ho, ossia quella di entrare a far parte dei maghi della Torre dell'Orologio.>> posso capire perfettamente Rin, poiché mi trovo nella sua stessa situazione.

Ho fatto del superare Ignis la mia ragione di vita, ma non mi sono mai domandato cosa avrei fatto dopo aver raggiunto quel traguardo, e solo ora mi rendo conto di quanto sia sciocco ragionare così.

<<Credimi, la Torre dell'Orologio è una prigione dorata, lasciatelo dire da uno che l'ha frequentata molto durante la militanza nei Black Wolves.

Ho giurato di non rivelare i dettagli del loro operato, ma che fossero legati a quel posto è una cosa risaputa da molta gente, pertanto posso confermartelo.

In quella torre troverai solo un mucchio di maghi ambiziosi ed arrivisti, disposti a fare carte false per il prestigio, a discapito dei doveri che i loro ruoli imporrebbero.

Tu sei una maga con dei veri principi Rin, perciò dammi retta e trova uno scopo ben più meritevole dei tuoi sforzi.>> le mie aspre parole sembrano intristire molto la mia interlocutrice, ma sono sempre stato un tipo schietto.

<<Beh sei un uomo ed un mago che ne ha viste molte più di me, perciò credo alle tue parole, anche se sono dure da digerire.

Ti ringrazio dell'avvertimento Lasair, è bello sapere di poter contare su di te.>> dopo aver concluso la frase la ragazza mi rivolge un sorriso dolce amaro, che mi fa sentire un po' in colpa.

Tuttavia quel minuscolo briciolo di rimorso svanisce immediatamente, appena penso al fatto di averle risparmiato parecchie delusioni future.

<<Ok guerriero del nord, sappi che mi sono stufata di andarci leggera, quindi preparati a dovere per la mia prossima mossa.>> il silenzio tra me e l'ex Master viene interrotto da Maya, che sembra aver preso parecchio sul serio lo scontro d'allenamento con Fredrik.

Con un'espressione decisa sul volto, la mia vecchia compagna si toglie gli stivali e le calze davanti ai nostri occhi.

Mi vengono i brividi al pensiero che stia a piedi nudi sulla neve, ma sembra che faccia tutto parte di una strategia ben precisa.

Il maestro non pare affatto impressionato dal gesto bizzarro della giovane donna, e resta a fissarla con assoluto stoicismo.

Maya pronuncia velocemente il nome di una runa che non riconosco, ed il guerriero nordico rimane sbigottito all'udire quella parola.

La reazione di sconcerto dell'uomo genera in me una grande curiosità circa gli effetti di quella runa, ma suppongo che a breve scoprirò tutto quanto.

Un turbinio di vento avvolge completamente la mia vecchia compagna, rinchiudendola in una sorta di bozzolo.

Dopo pochi secondi la ragazza esce da quell'involucro d'aria, scattando con una velocità inumana verso il suo sfidante subito dopo.

Sconcertato da quella rapidità, Fredrik viene colpito a ripetizione da colpi supersonici, mentre io cerco di capire cosa stia succedendo.

Attivo gli occhi del predatore nella speranza di riuscire a seguire i movimenti di Maya, ma nemmeno con quelli ci riesco, che razza di runa è quella che ha invocato?

Passano almeno un paio di minuti, e Fredrik che viene malmenato senza possibilità di reagire è l'unica cosa che riesco a vedere.

La velocità della mia vecchia compagna sorpassa di gran lunga tutto ciò che ho visto in vita mia, e di maghi dall'incredibile velocità ne ho visti parecchi.

Il mio maestro viene sbalzato da un lato all'altro del terreno di sfida, come se fosse una pallina da ping pong, non credo ai miei occhi.

Dopo quei minuti così concitati Maya si ferma all'improvviso, ma non perché sia stata colpita dal suo avversario.

La ragazza sembra sentirsi male, al punto da vomitare sangue e cadere sulle ginocchia.

Appena vedo quella scena corro subito da lei per soccorrerla, mentre una preoccupazione assurda mi assale.

<<Che razza di stupida sei stata, ti rendi conto della gravità di ciò che hai fatto?

Usare la runa Ansuz durante un semplice incontro d'addestramento? In vita mia non ho mai visto tanta idiozia.>> Fredrik è furioso con la mia vecchia compagna, a quanto pare la parola di potere che ha utilizzato è una di quelle pericolose.

L'uomo non le manda certo a dire, e dopo i primi rimproveri continua ad inveire aggressivamente, al punto da infastidirmi.

<<Ok ora può bastare, adesso magari ti calmi un attimo e poi mi spieghi perché sei tanto arrabbiato, ci terrei a capire.>> le mie parole paiono calmare, almeno parzialmente, il mio interlocutore, che va a sedersi su una piccola panchina creata con la magia per sbollire la rabbia.

Nel mentre Maya pare iniziare a sentirsi un po' meglio, anche se il suo viso tradisce una vergogna senza precedenti, non so se per l'avventatezza commessa oppure per il fatto di aver accusato tali sintomi.

E' sempre stata una donna molto orgogliosa, perciò penso che sia più indignata per il fatto d'essere in quello stato pietoso, piuttosto che per quanto ha fatto.

Mi allontano un attimo dal suo fianco, mentre Rin accorre per stare vicina alla mia vecchia compagna e non lasciarla sola.

E' rimasta sbigottita quanto me quando ha visto Maya sputare sangue, ma si è fatta da parte per lasciare che fossi io a correre da lei, nonostante avesse il desiderio di sincerarsi in prima persona delle sue condizioni.

Fredrik si alza dalla panchina e porge all'allieva un bicchiere d'acqua, senza però scusarsi per i modi bruschi di poc'anzi.

Dopodiché si allontana dalle ragazze, ed io gli vado dietro per parlare con più tranquillità.

<<La runa che ha utilizzato la tua vecchia compagna si chiama Ansuz, ed è definita la “runa degli dei” per una ragione.

E' in grado di elevare all'estremo ogni singola capacità dell'utilizzatore, ma se non controllata a dovere può anche ucciderti.

La pericolosità intrinseca di quella parola risiede nel fatto che dà accesso in modo repentino ad un potere oltre l'umano, quasi divino per l'appunto.

Ansuz non viene mai utilizzata da nessun esperto di magia runica, e nemmeno i più rinomati al mondo ne fanno uso.

Oltretutto Maya ha un approccio alle rune diverso rispetto al tuo, poiché le ha incise tramite la magia sul suo stesso corpo, invece di invocarle attraverso gli stati d'animo come ti ho insegnato io.

E' un metodo alternativo e ritenuto più semplice rispetto al mio, ma non per questo sbagliato sia chiaro.

La ragazza ha però provato ad invocare il potere degli dei tramite il nostro metodo, senza avere una conoscenza approfondita né della runa, né dell'emozione che ne permette l'invocazione.

Questo è un altro pericolo intrinseco delle parole di potere, devono necessariamente essere invocate canalizzando le emozioni che rappresentano, altrimenti succederà quel che hai visto.

A dire il vero è sorprendente che sia riuscita a sprigionare il potere di Ansuz pur mancando di qualsiasi preparazione sulla suddetta parola, è davvero una maga straordinaria, seppur tremendamente incosciente.>> credo che Fredrik abbia appena elogiato la mia vecchia compagna, in un modo tutto suo ovviamente.

Il nerboruto uomo entra nella baita dopo aver finito di parlare con me, lasciando noi tre giovani a parlare da soli per riorganizzare le idee.

<<Mi dispiace ragazzi, sono stata davvero una stupida ad agire in modo così avventato.

Ho visto Lasair fare progressi enormi nella magia runica in appena due giorni, ed io, che la conoscevo da prima di lui, mi sono sentita in qualche modo inferiore in quanto a capacità.

Volevo fare qualcosa di eclatante per dimostrare di non essere un peso morto, ma invece ho finito per apparire proprio in quel modo, mi dispiace davvero.>> la costernazione nelle parole della ragazza è quasi tangibile, ma sia io che Rin cerchiamo di rincuorarla.

Dopo qualche minuto Maya si rialza con uno spirito rinnovato, e subito si reca da Fredrik per scusarsi anche con lui.

Dalla finestra io e Rin osserviamo nel dettaglio l'intera scena, con conseguente riappacificazione di maestro ed allieva.

Ora che l'armonia è tornata, è tempo per loro due di riprendere ad allenarsi, con il guerriero del nord pronto ad istruire Maya sui pericoli della magia runica.

Le spiegazioni si protraggono per circa mezz'ora, lasso di tempo che io e l'ex Master utilizziamo per conoscerci ancora meglio.

Terminata la conversazione fra la mia vecchia compagna ed il guerriero del nord, gli allenamenti della prima riprendono da dove si erano interrotti, con i due intenti a dare nuovamente spettacolo davanti a me e Rin.

<<Premesso che ormai avrai capito la sciocchezza che hai fatto, direi di concentrarci sulle rune che hai incise sul corpo, così da tirar fuori il loro massimo potere.

Ora attraverso un incantesimo anti-camuffamento leggerò le rune sulle tue spalle, e dopodiché sprigioneremo il loro massimo potenziale.>> dopo quelle parole Fredrik si avvicina alla giovane apprendista, e appoggia la mano destra sulla spalla sinistra della ragazza.

Subito dopo intona una breve litania di tre versi, che ripete per altrettante volte, fino a che dei simboli runici non appaiono sul corpo di Maya.

Il maestro si sofferma a decifrarli per alcuni secondi, e poi si pronuncia.

<<Bene bene, dunque hai inciso Uruz ed Eihwaz, le rune di attacco e difesa per eccellenza, un'ottima scelta per il combattimento ravvicinato.

L'incantesimo di incisione è di qualità sopraffina, senza un contro incantesimo adeguato non v'è traccia dei simboli sulla tua pelle.

La persona che ha fatto questo lavoro sapeva decisamente quel che faceva.

Come richiami il potere delle rune di solito? Ho bisogno di conoscere il metodo, così da adeguarmi.>> alla domanda del guerriero nordico Maya risponde quasi subito.

<<Attraverso una formula che mi è stata data dall'uomo che le ha incise, una sorta di contro incantesimo che annulla l'occultamento dei simboli e permette la liberazione del loro potere.

Però adesso che lo hai fatto tu con il tuo sortilegio sento la forza delle rune che mi ribolle dentro, e che percorre freneticamente il mio corpo per poter uscire.>> appena il tempo di finire la frase e la mia vecchia compagna sferra un pugno a Fredrik, che però viene prontamente schivato.

Rimaniamo tutti quanti straniati da quell'attacco a sorpresa, ma la ragazza si scusa subito, dicendo che ha dovuto farlo per scaricare la forza che pulsa dentro di lei.

A quanto pare una volta scatenate Uruz ed Eihwaz è necessario utilizzarle nell'immediato, o altrimenti c'è un rischio di implosione, a causa del potere che non trova uno sfogo.

Non sapevo minimamente di questa controindicazione, e del rischio intrinseco che lei corre ogni volta.

Sarei curioso di sapere se questa è una peculiarità dei simboli che ha scelto di incidere, o se si tratta semplicemente del comportamento delle parole di potere quando queste vengono sfruttate con un metodo diverso dal mio.

Fredrik, per evitare altri spiacevoli incidenti, procede ad occultare nuovamente le rune sul corpo di Maya, lasciando a lei la facoltà di riattivarle a breve per l'esercitazione.

Il nerboruto uomo asserisce che in questo modo il “rubinetto” è stato chiuso, cosicché la ragazza non debba lottare per trattenere in sé l'esplosivo potere delle parole.

<<Prima di cominciare con la pratica è necessaria un po' di teoria, perciò presta attenzione giovincella.

Uruz è la runa che incarna la forza nella sua essenza più pura, il potere primordiale, mentre Eihwaz rappresenta la resistenza assoluta, l'albero sempreverde che sopravvive anche alla morte stessa.

Come accennato poc'anzi queste due parole di potere sono il connubio perfetto per i maghi specializzati nel corpo a corpo, mentre i maghi misti lo vedono come un valido binomio per accrescere le loro abilità nell'ambito della lotta ravvicinata.

Tu sei diversa da Lasair, lui infatti è un puro mago da corpo a corpo, mentre tu invece sei più portata per gli attacchi ad ampio raggio.

Proprio per questo siete un'accoppiata fenomenale in battaglia, perché vi completate a vicenda, l'ho capito durante il nostro scontro di anni fa.

Detto senza giri di parole, ritengo che Uruz ed Eihwaz siano rune troppo distanti dal tuo stile ma, visto che ormai sono scolpite sulla tua pelle, cercherò di aiutarti affinché tu possa sfruttarle al meglio.>> le parole del maestro sembrano gettare nello sconforto Maya, che d'un tratto sembra aver perso la voglia di combattere.

Forse, ora che conosce nel dettaglio le rune che ha incise sulla pelle, si sente stupida per averle scelte con tanta leggerezza.

La persona che l'ha aiutata nel procedimento di incisione era evidentemente più interessata al compenso, perciò non era prioritario consigliarla al meglio sul “tatuaggio magico”.

Da guerriero quale sono però non posso condannare la scelta della ragazza, poiché avere uno stile misto ti permette di essere pronto per ogni avversario.

Di contro però ho sempre snobbato lo stile misto proprio perché intrinsecamente non eccelle in nulla, ma si limita solo a darti una solida preparazione su più aspetti del combattimento.

<<Fredrik sapevo a grandi linee cosa rappresentassero i simboli che ho scelto, sarei stata una stupida a sceglierli senza prima informarmi, ma quando l'ho fatto pensavo che sarebbe stato facile imparare ad applicarli in combattimento.

Solo ora, grazie ad un esperto come te, mi rendo conto dell'errore che ho commesso, perciò mi affido a te per imparare l'uso migliore di queste due rune così lontane dal mio stile, poiché non si sa mai che avversario mi si parerà davanti.

Ho peccato di grande superbia pensando che avrei potuto imparare da autodidatta, ed ho sempre rifiutato ogni aiuto nell'apprendimento di questo particolare stile, ma adesso sono pronta a mettermi nelle tue mani.>> dopo aver coraggiosamente ignorato l'orgoglio, Maya fa un inchino formale come forma di supplica al guerriero del nord, in maniera simile a quanto ho fatto io giorni fa.

L'uomo le ordina di tirare su la testa e le spiega che, poiché ora ha appreso i profondi significati delle parole che ha incise sul corpo, sarà molto più facile liberare il loro pieno potere.

<<Questa volta non sarò io il tuo avversario ragazzina, ma il buon Lasair.

Entrambi vi state allenando duramente per ampliare il vostro repertorio di tecniche, con il ragazzo che si sta concentrando su un approccio più a lungo raggio, e tu che invece ricerchi l'efficienza nel corpo a corpo.

Come detto prima siete complementari, anche adesso che vi state in qualche modo “invertendo” i ruoli, perciò sono sicuro che un piccolo duello fra di voi sarà propedeutico per la vostra formazione.

Adesso Maya, prima di iniziare a combattere, voglio che ti soffermi a riflettere per un paio di minuti sulla potenza che vuoi raggiungere in battaglia.

Le rune sono incise nella tua stessa carne, perciò a differenza del giovanotto laggiù tu dovrai “diventare” i simboli stessi, poiché essi sono letteralmente parte della tua persona.

Mi spiego meglio, nel tuo caso non basta incanalare i significati delle rune attraverso le emozioni, bensì devi adeguare il tuo io più profondo agli stessi.

Per sprigionare il pieno potenziale dell'Uruz sulla tua spalla dovrai diventare tu stessa la potenza primordiale, concentrati e pensa di non essere più umana, bensì una forza superiore ad ogni altra cosa, pronta a travolgere chiunque si metta sulla tua strada.

Discorso analogo per Eihwaz, devi tramutarti tu stessa nello scudo definitivo che tutto sopporta, magari aiutandoti con immagini figurative nella mente.

A differenza di Lasair, che deve tenersi ben saldo alla propria umanità per utilizzare i simboli arcani, tu al contrario devi abbandonarla, avendo adottato un approccio diametralmente opposto nell'apprendimento della magia runica.

Preparati per bene e fammi sapere quando ti senti pronta a cominciare.>> sono rimasto un po' frastornato da quanto è appena successo.

E' vero che voglio sfruttare le rune anche ad ampio raggio, colmando così una lacuna importante della mia preparazione di guerriero, ma non so se sono già pronto per un vero duello d'allenamento.

Non mi sento all'altezza di essere lo sfidante di Maya adesso, poiché lei ha bisogno di qualcuno che possa davvero spronarla e correggerla sulle sue lacune, non che si trovi nella sua stessa situazione precaria.

Avere me come avversario potrebbe portarla a trattenersi, e questo le impedirebbe di rilasciare il suo pieno potenziale.

Nel tentativo di far ricredere Fredrik gli espongo le mie riserve, ma lui rimane fermo sulla sua posizione.

<<Lasair non devi preoccuparti di nulla, io supervisionerò il vostro duello, perciò in caso di pericoli o errori da ambo le parti sarò pronto ad intervenire.

In questo momento uno scontro fra apprendisti è l'ideale, poiché entrambi avete bisogno di testare la vostra preparazione.>> dopo quelle parole l'uomo mi dà una pacca sulla spalla che per poco non mi butta a terra, mentre Maya si sta ancora concentrando per prepararsi al meglio.

Dopo circa cinque minuti la ragazza è pronta a lottare, ed al contrario mio non ha problemi sul fatto che sia io l'avversario.

<<Facciamo del nostro meglio Lasair, io non mi tratterrò e non voglio trattamenti di favore da parte tua intesi?>> il suo sguardo è deciso, dinanzi a quegli occhi così pieni di determinazione non posso far altro che dare il mio massimo.

Dopo aver fatto un cenno affermativo con la testa parto subito all'attacco, cosa che spiazza Fredrik.

La mia avversaria al contrario non pare minimamente sorpresa, e si prepara per la contro offensiva restando completamente immobile.

Come nello scontro col maestro, ho deciso di partire alla vecchia maniera con un pugno fiammeggiante, poiché devo ancora integrare efficacemente le novità nel mio stile di lotta.

Il mio gancio è ad un passo dal volto della ragazza, quando quest'ultima sprigiona un'aura altamente distruttiva che mi sbalza violentemente all'indietro.

Appena ripresomi dalla botta mi rendo conto che la sfidante non si è ancora mossa di un centimetro, quindi l'attacco di poc'anzi era improntato alla difesa?

Rimango attonito di fronte alla consapevolezza che una mossa simile fosse solamente difensiva e, a giudicare dall'espressione sorpresa del guerriero del nord, non sono il solo.

Devo quindi supporre che Maya abbia attinto al potere di Eihwaz, ma pensare che quell'aura così potente fosse in realtà derivata dalla runa difensiva mi fa quasi paura.

Non oso immaginare che potenza sprigionerà con Uruz, perciò devo essere pronto.

Tuttavia, prima che io possa ripartire all'attacco, è la ragazza a fare la prima mossa.

Dopo aver bisbigliato qualche parola che non comprendo ella svanisce davanti ai miei occhi, e a nulla servono i miei tentativi di percepire la sua presenza.

Anche Rin e Fredrik sembrano intenti a cercare la mia sfidante, ma ora non è il momento di pensare a loro.

La sua aura magica sembra completamente svanita dal mondo, perciò a questo punto non posso far altro che aspettare il colpo imminente e replicare con prontezza.

Mi viene l'idea di sfruttare Isaz, perciò mi concentro per canalizzare il suo potere, e procedo ad invocare la runa del ghiaccio pronunciandola.

Un lieve ed infido vento gelido comincia ad avvolgere il mio corpo, se non posso trovarla con i metodi convenzionali allora lascerò che sia il ghiaccio ad aiutarmi.

D'un tratto comincio a sentire un respiro alle mie spalle, perciò mi volto e prontamente rilascio un getto di fuoco nero dalle mani.

Come sospettavo Maya era ad un passo dal colpirmi, ma stavolta l'ho presa in contropiede.

Tuttavia, con mia grande sorpresa, la ragazza riesce a farsi strada tra le fiamme e a colpirmi con un pugno dalla potenza soverchiante.

Dopo aver sentito la sua mano in pieno stomaco, vengo sbalzato violentemente ad almeno due metri di distanza.

La neve attutisce la botta, ma il corpo non è dello stesso avviso, poiché il dolore mi rende difficile tornare in piedi.

Adesso ho capito cos'è successo, Maya con la litania di poc'anzi ha sprigionato il potere di Uruz, e la sua velocità si è moltiplicata a dismisura, tanto da dare l'illusione di una sparizione.

Non è scomparsa come credevamo tutti, ma si muoveva ad una velocità tale da renderne impossibile la percezione.

La brezza gelida che ho generato ha palesato la sua presenza, ma non è comunque bastato a frenare la sua offensiva.

<<Uruz rappresenta la potenza primordiale no? Ho fatto come mi ha detto il maestro e mi sono concentrata al massimo prima dello scontro per assimilare il concetto, così da poterlo applicare al meglio ora.

Sono diventata una potenza primordiale, qualcosa che sfugge alla percezione dell'occhio umano, anche se debbo ammettere che mi hai colto in fallo con Isaz, sei stato astuto Lasair.>> il tono che la ragazza sfoggia è piuttosto arrogante, a quanto pare la batosta che mi ha inflitto l'ha risollevata dalla mortificazione di prima.

<<Mi congratulo con te dolcezza, ammetto che mi hai davvero fregato, ma adesso tocca a me darti il benservito.>> dopo le mie parole stizzite mi ricompongo, è tempo che anche io mi concentri al massimo.

Con uno scatto bruciante mi avvento su Maya, che si prepara a passare in difesa.

Tuttavia stavolta effettuo una piccola variazione, ed a metà corsa invoco Thurisaz.

Grazie al potere del fulmine comincio ad incrementare vertiginosamente la mia velocità.

La forza del mio classico scatto bruciante si mescola al fulmine invocato dalla runa di poc'anzi, creando una combinazione inedita.

Dopodiché comincio a muovermi in modo frenetico attorno alla ragazza, mentre quest'ultima cerca senza successo di leggere i miei movimenti.

Il potere di Uruz ed Eihwaz è immenso, ma credo di aver scovato un enorme debolezza di questa micidiale combinazione.

Perché Maya non ha sfruttato nuovamente Uruz mentre ero a terra prima? Semplice atteggiamento di superiorità? O forse non poteva?

Credo che quell'immensa forza abbia un tempo di “ricarica”, e probabilmente proprio per questo stava cercando di attingere da Eihwaz poco fa.

Quindi, senza le sue capacità amplificate vertiginosamente grazie ad Uruz, la mia vecchia compagna è una normalissima maga, con normalissime percezioni.

Mentre mi muovo a velocità supersonica riesco a vedere chiaramente la confusione sul volto della ragazza, adesso è tempo di smettere di giocare.

Dopo aver usato come trampolino una roccia vicina mi proietto contro l'avversaria, preparando in corsa una spada di fulmini nella mano destra.

In questo momento non sto attingendo alla forza della folgore, sono io stesso la folgore.

Con una rapidità impressionate squarcio la spalla di Maya, che lancia un grido di dolore al quale sono insensibile.

Dopodiché uso i miei incantesimi personali per potenziare la mia forza fisica.

Con un vigore inumano lancio la mia sfidante ad almeno un metro di distanza e poi, servendomi ancora di Thurisaz, scatto a zigzag per sferrare un altro attacco in corsa.

La mia velocità fulminea mi permette di raggiungere la mia vecchia compagna prima che si schianti al suolo, e di preparare una seconda mossa, forse decisiva.

<<Vieni a me Naudhiz, fiamma dell'anima, e tingiti del nero proprio di una notte senza stelle.

Combinati alla folgore e genera una nuova potenza: lama del fulmine fiammeggiante.>> dopo aver improvvisato un nome per la mia nuova tecnica unisco la mano infuocata a quella elettrificata, per poi simulare un fendente di spada che squarcia l'aria.

Dalle mie mani congiunte si sprigiona una saetta azzurra, contornata dal fuoco nero proprio della mia persona, che cavalca l'aria e piomba sulla mia avversaria.

Maya non ha alcuna possibilità di replica e finisce per subire in pieno il mio nuovo attacco.

Una violenta deflagrazione di fulmini e fuoco combinati si accompagna alla fine del nostro duello, data l'incapacità della ragazza di continuare.

Mi sono lasciato prendere fin troppo la mano, difatti non ho soltanto ridotto malissimo la mia avversaria, ma anche il campo di battaglia risulta devastato.

Rin e Fredrik sono vivi per miracolo, ed il contraccolpo della mia mossa ha per fortuna lasciato segni soltanto nell'area circostante, ora costellata da numerose e vaste zone bruciate.

Preso dalla preoccupazione mi precipito da Maya, al fine di accertarmi delle sue condizioni.

Nonostante alcune ustioni curabili con la magia per fortuna sta bene, anche se è svenuta ed io mi sento tremendamente in colpa.

E' stato il caso a salvarla, non certo io, ed ecco perché è stata una pessima idea mettere me come suo avversario in questo duello di prova.

Temevo che si concretizzasse uno scenario simile, ma il maestro non ha ascoltato le mie riserve.

Vengo bruscamente scansato dal fianco della mia vecchia compagna dall'enorme mano di Fredrik, che mi intima di lasciarlo lavorare con calma.

Suppongo che tra le rune ve ne sia una con proprietà curative, vorrei assistere l'uomo nel processo di guarigione, ma quest'ultimo mi chiede di farmi da parte.

Le labbra del guerriero del nord si aprono per pronunciare una parola arcana che non conosco, ed una splendida luce bianca si accompagna all'invocazione.

Quel bagliore avvolge la mia vecchia compagna, e dopo pochi secondi cancella dalla sua pelle ogni segno del combattimento appena avvenuto.

L'istante successivo Maya si risveglia, intontita, ma non pare arrabbiata con me per quanto successo.

<<Cavolo Lasair mi hai proprio preso in parola quando ti ho detto di non trattenerti, una tecnica fenomenale quella con cui mi hai stesa, anche se dal nome un po' infantile.>> ha persino la voglia di fare battute, perciò vuol dire che sta alla grande.

<<Sono contento che tu ora stia bene, il merito va a Fredrik per averti curata e, quanto al nome della tecnica, forse hai ragione.>> dopo aver terminato la frase mi scappa una sonora risata, che viene subito dopo accompagnata da quelle del maestro e di Maya, mentre Rin osserva da lontano con aria perplessa.

<<Aldilà dei normalissimi problemi di controllo, debbo congratularmi con entrambi, poiché avete assimilato con grande rapidità concetti non molto semplici.

Parlando di te ragazzo, non avevo mai visto un principiante nell'uso delle rune combinarle con tanta facilità.

Quella tua mossa di poco fa era a dir poco impressionante, per non parlare dell'uso eccelso che hai fatto delle proprietà di Thurisaz.

La velocità del fulmine combinata alla potenza distruttiva del fuoco, complimenti davvero.

Sei davvero un genio del combattimento, e quel fuoco nero direi che avvalora i miei sospetti sul fatto che tu possa aver già superato tuo padre.

Quando mi scontrai con il tuo vecchio molti anni fa, lui era all'apice della sua gloria di mago guerriero, eppure non gli vidi mai utilizzare quel tipo di fiamme, che se non erro sono quelle più vicine al calore ultimo.>> la frase finale di Fredrik lascia me e Maya allibiti, dunque il maestro ha lottato contro Ignis?

<<Oh cavoli mi è proprio scappato, me lo dicono spesso che a volte parlo a briglia sciolta.

Ebbene sì giovane Strathmore, all'incirca venti anni fa mi sono scontrato con tuo padre, ed è stato uno degli avversari più tosti che abbia mai combattuto.

Quando voi ragazzi veniste ad uccidermi per conto dei Black Wolves anni addietro, pensai che il destino fosse stato assai ironico.

Fin dal primo momento in cui ti ho visto lottare ho capito che eri il suo degno erede, e a quanto pare non mi sono sbagliato.

Lui era feroce ed implacabile nel combattimento, eppure nel contempo così incredibilmente elegante nelle movenze e nello stile.

Il suo soprannome da guerriero, ossia “La Fenice”, era perfetto per lui.

Tu manchi di quell'eleganza giovanotto, ma in compenso hai una forza impetuosa che travolge e spazza via ogni ostacolo sul tuo cammino.

Tuo padre era una fenice, tu invece sei feroce come un drago.>> dopo quelle parole il guerriero del nord scoppia in una fragorosa risata, mentre appoggia la mano destra sulla mia testa, come se fossi un ragazzino.

Il gesto mi infastidisce in un primo momento, ma poi risulta quasi piacevole, poiché mi riporta alla mente quelle rare volte in cui Ignis si è compiaciuto dei miei progressi negli allenamenti.

Un po' odio ancora il mio vecchio, ma come ogni figlio ho sempre cercato la sua approvazione.

Fredrik si complimenta anche con Maya, lodando nuovamente la sua velocità di apprendimento di Uruz ed Eihwaz, due rune complesse a suo dire, e ponendo enfasi sul come la ragazza le abbia applicate in battaglia.

Dopodiché tutti ci rivolgiamo verso Tohsaka, rimasta in disparte per tutto il tempo, forse a causa di una certa difficoltà nel relazionarsi con gli altri.

<<Tu sei la prossima signorinella, da quanto mi ha raccontato Lasair sei esperta nella trasmissione di energia e nella magia delle gemme, perciò il tuo addestramento sarà diverso da quello di questi due, tieniti pronta.>> al suono di quelle parole Rin accenna una reazione quasi di panico, adesso è tempo anche per lei di mettersi alla prova.

 

Modificato da MoonlightUmbreon

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Capitolo 22

Spoiler

Un addestramento difficile

Altri due giorni sono trascorsi dall'allenamento di Maya sulle rune Uruz ed Eihwaz, ed ora è il turno di Rin.

E' passata quasi una settimana dacché ci siamo rivolti a Fredrik, e non ho mancato di approfondire la magia runica dopo averne appreso i fondamenti.

Non sarà semplice adattare questo tipo di magia al mio stile naturale, ma è pur vero che miro ad ampliare il mio repertorio in generale, perciò comincio a credere che non sia nemmeno necessario.

Gli attacchi a lungo raggio sono sempre stati una mia lacuna, indi per cui le rune possono essere utilizzate efficacemente per colmare quell'aspetto della mia preparazione.

L'ex Master invece è visibilmente agitata per l'inizio del suo addestramento, poiché il suo percorso non contemplerà affatto le rune.

Credo che Fredrik punti ad affinare le capacità della ragazza nella magia delle gemme, sebbene io per primo nutra delle perplessità sulla preparazione del guerriero nordico in materia.

A meno che le rune non abbiano delle affinità con le gemme, cosa di cui dubito, vedo difficile che il maestro abbia conoscenza approfondita di tale argomento, ma staremo a vedere.

<<Da maga autodidatta quale sono, ammetto di essere terribilmente in ansia per questo addestramento, non sono abituata a ricevere insegnamenti da qualcuno.

Se dovessi deludere il maestro? Che cosa farei in quel caso?>> i timori della giovane sono perfettamente comprensibili, ma io cerco di rassicurarla per quanto possibile.

<<I fallimenti fanno parte del percorso formativo Rin, sarebbe più preoccupante se tutto filasse liscio.

Non devi preoccuparti di nulla, sei qui per imparare, perciò non riuscire subito è assolutamente normale.>> le mie parole sembrano calmare la ragazza, che mi rivolge un timido sorriso per ringraziarmi.

Dopodiché Fredrik chiama a sé Rin, ed io rimango solo a fare da spettatore.

<<Scommetto che la novellina è agitatissima, e tu da bravo senpai avrai fatto il possibile per infonderle coraggio, riuscendoci.>> Maya si è finalmente svegliata e, senza perdere tempo, mi ha raggiunto per assistere allo scontro.

Appena me la trovo di fianco noto la sua radiosità, maggiore del solito a dire il vero, o forse sono solo io a vederla in modo diverso dopo quanto accaduto l'altra notte.

La mano della ragazza sembra vagare timidamente nell'aria alla ricerca della mia, ed io le facilito il compito afferrandola dolcemente.

Un piccolo rossore appare sulle guance della mia vecchia compagna, anche se quest'ultima cerca in ogni modo di nasconderlo rifuggendo il mio sguardo.

L'imponente voce di Fredrik però squarcia in un attimo quel momento romantico fra noi, e ci riporta a focalizzarci sull'addestramento dell'altra nostra compagna di viaggio.

<<Allora Miss Tohsaka, grazie al prezioso consiglio di Lasair ho appreso le tecniche che impieghi in combattimento.

Ammetto le mie lacune sulla magia delle gemme, però posso al contrario porre l'accento sull'altra specialità della tua famiglia, ossia l'infusione di energia.>> me lo sentivo, quel vecchio volpone ha aggirato il problema focalizzandosi su un aspetto che invece conosce bene, e che guarda caso è anche fra le specialità di Rin.

Riesce sempre a cadere in piedi, ma lo rispetto anche e soprattutto per questo a dire il vero.

<<Dunque giovane donzella, comincia pure a mostrarmi qualche tua tecnica con le gemme, ammesso che tu ne abbia portate con te.>>

<<Naturalmente maestro, ne ho alcune qui a portata di mano, perciò farò come chiede.>> dopo aver fatto un tipico inchino giapponese, la ragazza si prepara ad attaccare.

Passa qualche secondo ed un paio di pietre rosse, presumibilmente rubini, vengono scagliate come proiettili contro il guerriero del nord, che però sceglie di subire passivamente.

Nonostante sia stato colpito in pieno petto, l'uomo sembra non avvertire alcun fastidio, e lo sconcerto si dipinge sul volto di Rin.

Io al contrario non sono affatto sorpreso, poiché avevo capito già da tempo che questo tipo di magia ha enormi limiti.

Nonostante l'idea delle gemme come contenitori di energia sia ottima, è proprio la loro natura di pietre preziose il problema.

Hanno una limitata capienza, ed è un mezzo enormemente dispendioso a livello economico, poiché sono tutte monouso.

La maggior efficienza di questa magia la si ottiene puntando alla difesa, ma il fatto degli utilizzi limitati resta un grosso scoglio.

A quel punto è molto più conveniente studiare degli incantesimi difensivi da utilizzare illimitatamente, forse meno efficaci ma più utili in battaglia.

<<Fredrik stesso ha già capito quanto in un duello la magia di Rin sia pressoché inutile.

E' enormemente dispendiosa a livello monetario, e per giunta non molto decisiva sul piano offensivo, difatti il maestro ha incassato il colpo senza nemmeno scomporsi.

Ha fatto bene a dire alla ragazza che si concentrerà sull'infusione di energia, quella branca magica ad alti livelli è parecchio temibile.>> Maya ha inquadrato perfettamente la situazione attuale, e la cosa mi porta a fare un sorriso compiaciuto, che non passa inosservato alla mia interlocutrice.

<<Mi dispiace essere tanto brusco signorinella, ma l'attacco di poco fa mi ha a malapena fatto il solletico, e l'ho subito in pieno.

Sono certo che fosse pregno di potere magico, ma ciò nonostante è stato totalmente inefficace, e questo perché le gemme sono un mezzo superfluo.

L'idea di incanalare l'energia magica negli oggetti non è sbagliata, però sono proprio le pietre preziose a limitare le potenzialità di quest'arte.

Le gemme hanno una capienza limitata, ed il loro limite massimo è quasi insignificante in una battaglia seria.

La tua famiglia è molto ricca, la conosco bene, ma a lungo andare finirai per bruciare il tuo intero patrimonio, senza ottenere risultati significativi che compensino il dispendio economico.>> il maestro non ha usato mezzi termini nell'esporre le proprie idee a Tohsaka, ma ritengo che abbia fatto bene.

Sul volto della ragazza vedo un avvilimento totale, e la cosa mi dà un grande dispiacere.

Temo che i suoi peggiori timori si siano concretizzati, per questo vorrei andare a confortarla.

Prima che possa muovermi è però Maya a fermarmi con una mano sulla spalla, a cui poi segue un suo cenno negativo con la testa.

Forse ha ragione sul fatto di restare in disparte, poiché ha bisogno di essere meno coccolata.

<<Maestro mi rimetto alle vostre abili mani, sono disposta ad abbandonare la magia delle gemme, se ritenete di avere in mente uno stile che mi si confaccia di più.>> però, sono sorpreso dalla reazione di Rin.

Non posso dire di conoscerla molto, ma pensavo che avrebbe incassato peggio il colpo, ed invece ha reagito in modo molto maturo.

Evidentemente, dopo un primo momento di scoraggiamento ha tirato fuori la grinta e la determinazione.

<<La canalizzazione dell'energia è un'arte molto insidiosa se sfruttata bene ragazza, poiché può produrre gli effetti più disparati sul corpo del nemico.

Se per esempio infondi molta energia in un altro corpo umano puoi arrivare a sovraccaricarlo, rendendolo temporaneamente inabile, ed in battaglia anche solo una manciata di secondi può essere determinante.

Quindi il nostro percorso verterà sul perfezionamento della trasmissione diretta, così da darti una temibile arma da impiegare in uno scontro serio.

Adesso cominciamo con la pratica, io mi muoverò il più possibile e tu dovrai cercare di afferrarmi, per poi tentare di sovraccaricarmi con un'infusione diretta di energia.

Questo acchiapparello ha un suo preciso scopo, ossia renderti in grado di sostenere la velocità del nemico, permettendoti di avvicinarlo con facilità per colpirlo con la tua arte.>> dopo il discorso del maestro, Rin sembra pronta per fare sul serio, ed il suo volto tradisce una rinnovata motivazione.

Senza ulteriori indugi Fredrik canalizza il potere del fulmine, e comincia a muoversi attorno all'allieva a velocità inumana, nel tentativo di confonderla.

La ragazza inizialmente rimane stordita da una simile rapidità, ma poi chiude gli occhi per concentrarsi appieno.

Qualche momento di concentrazione e poi la giovane inizia a fare qualcosa alle proprie gambe, che nel giro di una manciata di secondi si ricoprono di venature simili ai circuiti elettronici.

Riconosco immediatamente quei simboli, sono la manifestazione fisica dei circuiti magici che ogni mago possiede.

Ora ho capito cosa sta facendo, sta trasmettendo l'energia magica agli arti inferiori per aumentarne le prestazioni.

E' una tecnica simile ai miei incantesimi di potenziamento, solo che il principio è differente.

Nel mio caso io surriscaldo i circuiti magici per elevare all'estremo tutte le capacità fisiche, mentre lei invece adotta un approccio più graduale, riversando la magia solo nelle gambe per migliorare l'efficienza di quella specifica parte del corpo.

Dopo aver fatto ciò, la ragazza si proietta con un vigoroso balzo all'esterno del cerchio di fulmini creato dai movimenti di Fredrik, come se avesse percepito qualcosa.

Nemmeno il tempo di pensarlo che il terreno si incrina sotto la pressione del pugno del maestro, Tohsaka si aspettava un attacco ed ha saltato prontamente per evitarlo, sono stupefatto.

Aveva intuito che i movimenti circolari dell'avversario non erano finalizzati solo a confonderla, bensì ad intrappolarla, ed ha agito di conseguenza.

La scia di fulmini lasciata dalla velocità estrema di Fredrik aveva creato una vera e propria gabbia, da cui era impossibile uscire, non per vie convenzionali almeno.

Solamente saltando era possibile sottrarsi a quell'insidiosa morsa, ed ecco quindi perché l'ex Master ha potenziato le gambe.

Rin ha fatto sfoggio di un intuito davvero incredibile, caratteristica a dir poco fondamentale in battaglia.

Una persona meno sveglia avrebbe ascoltato alla lettera Fredrik, pensando che l'uomo si sarebbe limitato solo a muoversi, ma lei aveva capito che presto o tardi sarebbe arrivato un attacco.

Ora però voglio proprio vedere come proseguirà la faccenda, poiché credo che adesso il maestro passerà all'offensiva totale.

Anche stavolta le mie supposizioni trovano subito riscontro nella realtà, giacché il guerriero del nord comincia a inseguire freneticamente Tohsaka.

La ragazza ovviamente non può nulla contro la velocità del fulmine, e finisce per essere tramortita dalla carica dell'avversario.

Il colpo fa parecchio male, e Fredrik si ferma all'improvviso per sincerarsi delle condizioni dell'allieva.

Ed ecco che arriva il colpo di coda che proprio non mi aspettavo, Rin, che fino ad un attimo fa pareva svenuta, si rimette in piedi con uno scatto improvviso.

Dopodiché afferra il braccio del maestro approfittando della sua sorpresa, per poi cominciare a veicolare la propria energia magica nel corpo dell'avversario.

Il guerriero del nord cade sulle ginocchia e comincia ad accusare i sintomi di un sovraccarico, ed a nulla servono i suoi tentativi di sottrarsi alla ferrea morsa della ragazza.

Una persona minuta come Tohsaka normalmente non dovrebbe riuscire a frenare il vigore di un uomo come Fredrik, ma osservando il braccio usato come tramite per lo scambio d'energia ottengo subito la mia risposta.

La giovane ex Master non ha soltanto infuso la propria energia magica nel corpo del nemico, bensì ha nel contempo usato quella stessa energia per potenziare la presa.

Così facendo ha privato lo sfidante di ogni via d'uscita e, senza possibilità alcuna di sottrarsi a quella mossa, non c'è scampo per il maestro.

Non mi aspettavo affatto un simile risvolto, ma Rin mi ha nuovamente spiazzato.

Ha brillantemente utilizzato l'inganno per attirare in trappola l'avversario, e subito dopo ha impiegato al meglio ogni mezzo a sua disposizione per finalizzare la sua offensiva.

Nonostante la giovane età, Tohsaka ha appena dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare una maga di prim'ordine.

E' Fredrik stesso a chiedere un time out, ormai stremato dall'overdose di magia che si è ritrovato a subire.

<<Accidenti ragazzina, sono ben lieto che tu abbia preso sul serio l'allenamento, anzi forse lo hai fatto fin troppo.

Sei stata davvero brava, hai capito che non avresti potuto superarmi in velocità e quindi hai compensato con l'ingegno.

L'astuzia è una delle armi più temibili in un combattimento, perciò ne sono assai compiaciuto.

Inoltre sei stata molto rapida nel trasferimento, dimostrando di aver colto appieno il senso di tutto questo, poiché in una battaglia vera non avresti mai il tempo di farlo in tutta calma, il nemico farebbe di tutto per fermarti prima.

Tuttavia, voglio che affini anche la tua resistenza, quindi adesso stringi i denti mentre io ti sovraccarico.>> dopo aver finito di parlare Fredrik afferra l'allieva per il braccio, nonostante i tentativi di quest'ultima di liberarsi.

L'arte dei Tohsaka è molto pericolosa per l'avversario, ma lo è anche per l'utilizzatore stesso, poiché l'energia magica che viene trasferita appartiene comunque al mago che padroneggia codesta tecnica.

A causa di questa grossa controindicazione la ragazza è adesso quasi stremata, mentre al contrario Fredrik trabocca di potere, tanto da poterne risentire fisicamente.

E' per questo che il maestro adesso vuole restituire tutto ciò che Rin gli ha trasmesso, per riportare la situazione allo status quo.

Il primo step dell'uomo consiste nello scaricare sull'ex Master un quantitativo abnorme di potere magico in modo repentino.

Questo modus operandi porta la ragazza a soffrire dolori terribili, a giudicare dalle grida di pura agonia che sta emettendo adesso.

Io e Maya ci guardiamo in faccia con aria preoccupata, essendo perplessi sull'operato del guerriero nordico.

Posso capire la volontà di temprare la giovane, la approvo anche, però forse sta bruciando troppe tappe.

Due interminabili minuti passano prima che il trasferimento sia completato, ed una volta terminato l'esercizio Rin crolla esausta a terra.

Io muovo un passo per palesare l'intenzione di andare da lei, ma Fredrik stende la mano destra verso la mia direzione per ordinarmi di fermarmi.

Un istante dopo è Tohsaka stessa a tornare in piedi, nonostante l'evidente fatica a reggersi sulle gambe.

<<Apprezzo la preoccupazione Lasair, ma questo fa tutto parte dell'allenamento, perciò devo farcela con le mie forze.

L'arte magica in cui la mia famiglia è specializzata comporta anche questi rischi, quindi è giusto che io sia preparata ad ogni evenienza.>> le parole della ragazza sono ricolme di risolutezza, ragion per cui mi farò da parte come chiesto da lei.

Due ore trascorrono dopo quegli esercizi, e in quel lasso di tempo Rin si esercita continuamente per assimilare al massimo i concetti.

Solo quando Fredrik ritiene l'allieva sufficientemente ferrata in materia procede ad illustrare il passo successivo del percorso.

Al contrario mio l'ex Master non sa nulla della magia di proiezione, quindi non può creare gli oggetti come faccio io.

Tuttavia il maestro vuole insegnarle come trasformare ogni oggetto, anche il più innocuo, in un'arma da impiegare in battaglia.

Il guerriero del nord raccoglie un piccolo sasso da terra e subito procede ad illustrare il prossimo esercizio.

Infondendo energia magica in quella minuscola ed innocua pietruzza questa si ricopre di un'aura di colore blu.

Subito dopo l'oggetto viene scagliato contro una roccia un po' più grande situata alla sinistra della baita, e la frantuma come fosse fatta di carta.

Tohsaka rimane stupita dalla consapevolezza che un semplice sassolino possa diventare tanto pericoloso, e si dimostra entusiasta di apprendere quest'arte.

Ora capisco lo scopo degli esercizi precedenti, formarla in modo adeguato sulle situazioni di battaglia più critiche, migliorando nel contempo le sue competenze nel trasferimento magico, tutto per prepararla a questo.

Su ordine del maestro Rin raccoglie da terra un altro sassolino, e procede a ripetere quanto fatto dall'uomo poc'anzi.

Concentrandosi intensamente la ragazza proietta nella pietruzza pura energia, per poi scagliare la suddetta contro un'altra formazione rocciosa nei pressi della baita.

Il risultato è lo stesso ottenuto dal maestro poco fa e, appena Rin si rende conto di avercela fatta, sul suo viso si dipinge un sorriso radioso.

Soddisfatto dal suo progresso mi lancio in un piccolo applauso, a cui l'attimo dopo si aggiungono Maya e Fredrik.

<<I miei complimenti ragazzina, adesso hai assimilato tutti i concetti fondamentali dell'arte magica di famiglia.

Grazie ai miei insegnamenti ora hai una preparazione totale sul comportamento in battaglia e sulle procedure per velocizzare al massimo l'infusione dell'energia.

Non ho altro da insegnarti giovincella, so che sei anche un'utilizzatrice del Gandr, e grazie a quanto appreso oggi potrai aumentare la potenza anche di quella tecnica.

Uno scontro di prova sarebbe piuttosto inutile a questo punto, poiché sei visibilmente spossata.

Perciò ragazzi, ora che siete tutti formati, godiamoci il resto della giornata prima che ripartiate per la vostra missione.>> la proposta del guerriero nordico ci lascia spiazzati, ma tutti quanti l'accogliamo con molta gioia.

Il sole è ormai prossimo al tramonto, quindi ci rintaniamo tutti in casa per non subire le angherie del freddo serale.

Fredrik quindi comincia a preparare la cena, una succulenta zuppa di patate preparata secondo una ricetta italiana.

Mio malgrado mi ritrovo a fargli da aiutante nel pelare le patate a cubetti, mentre Rin e Maya se la ridono alle mie spalle.

<<Allora ragazzo, che tipo è questo grande nemico con cui ti sei scontrato? Se non sbaglio hai detto che si tratta di un dio, sono curioso di saperne di più.>> la domanda del maestro mi sorprende, ma gli rispondo prontamente.

<<Mi lascia sconcertato la calma con cui parli di una divinità, ti invidio un sacco credimi.

Che posso dirti, è soltanto la divinità più potente del pantheon egizio, nientemeno che Ra in persona.

Ha richiamato una tempesta al suo arrivo al tempio Ryuudou, ha proiettato me e Maya nel futuro da cui proviene, e altre cose.

Sebbene abbia le sembianze di un umano, l'aura di imponenza che emana ti porta a prostrarti inevitabilmente.>> appena finita la frase mi torna in mente la reazione di panico che mi assalì quando scoprii la natura divina del nemico.

L'eco di un terrore mai del tutto sopito si riaffaccia nel mio animo, ma concentrarmi nel taglio delle patate mi aiuta a distrarmi.

<<Allora la prossima domanda sorge spontanea, che aspetto aveva? Il terrore che hai provato derivava forse dal fatto che avesse una faccia familiare?>> la domanda a bruciapelo di Fredrik mi porta a fermare bruscamente le mie attività.

<<No, nessuno di mia conoscenza, a spaventarmi è stato il fatto di trovarmi al cospetto di un dio.>> mi sento in colpa ad aver mentito, ma se il mio interlocutore sapesse la verità attenterebbe certamente alla mia vita.

Il guerriero del nord è un uomo che antepone il bene superiore agli affetti, perciò non ho alcun dubbio che se sapesse la verità metterebbe da parte il legame che stiamo costruendo, e in fondo non lo biasimo.

Non so quanto a lungo potrò continuare a mentire sulla faccenda, ma al momento non posso preoccuparmi anche di guardarmi le spalle dagli alleati.

Ra è un pericolo di proporzioni colossali non solo per me, ma per l'intera comunità magica, perciò tutti cercherebbero di fermarlo nel modo più semplice, eliminando il suo contenitore ed evitando uno scontro già perso in partenza.

Il vociare di Maya e Rin alle mie spalle si è fermato per alcuni istanti mentre parlavo con il maestro, ed io mi volto per vedere cos'è successo.

Appena i miei occhi incrociano i loro mi è tutto chiaro, sono perplesse sulla mia decisione di raccontare una bugia al nostro insegnante.

Io per primo metto in dubbio la cosa, perciò non mi sorprende che lo facciano anche loro.

Tuttavia, dopo un primo momento di biasimo, le ragazze paiono comprendere le ragioni della mia decisione, almeno a giudicare dal cambiamento dei loro sguardi.

Sono contento di averle dalla mia parte, poiché in questo momento ho bisogno di tutto il sostegno possibile.

Una volta terminato il mio compito di assistente in cucina, Fredrik mi dice di andare pure a chiacchierare con Rin e Maya, mentre lui ultima i preparativi per la cena.

Non me lo faccio ripetere due volte, e subito mi levo il grembiule che sono stato costretto ad indossare.

Mi accomodo assieme alle ragazze sul divano del salotto per intrattenermi con loro, quando Maya annuncia di allontanarsi per fare una telefonata importante.

In un primo momento rimango stranito dalla cosa, ma poi mi tranquillizzo non vedendo turbamenti di sorta nella mia vecchia compagna, segno che il tutto è meno serio di quanto possa pensare.

<<Ancora non ti ho fatto le congratulazioni per aver superato il tuo addestramento rampolla dei Tohsaka.

Ero certo che ce l'avresti fatta, ben fatto davvero.>> le mie congratulazioni paiono imbarazzare la ragazza, almeno a giudicare dal lieve rossore sulle sue guance.

<<Smettila Lasair, mi fai arrossire, non sono tipa da ricevere complimenti...comunque grazie.

Certo che sei un tipo davvero assurdo tu.>> l'ultima frase di Rin mi porta istintivamente a chiederle il perché di quell'affermazione.

La mia interlocutrice non si perde troppo in chiacchiere e dissipa subito i miei dubbi.

<<Beh perché hai quell'aura magnetica che attira chiunque a te, anche se tu non vorresti.

Inoltre con delle semplici parole sei in grado di scuotere gli animi di chi ti sta intorno, io ad esempio sarei ancora in camera mia a piangere per la dipartita di Archer se non fosse stato per te, e non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi dato la forza di reagire.

Sorrido a ricordarmi dell'effetto che facesti alle mie compagne poco dopo il tuo arrivo in città.

Un giorno ti intravidi passeggiare lungo la strada principale con la sigaretta in bocca, all'esterno dei cancelli del liceo, e praticamente ogni ragazza della scuola si fermò ad ammirarti.

Non è un'esagerazione quando dico che ti avrebbero assaltato se fossero state per strada.

Era la prima volta che ti vedevo, e pensai subito “guarda, c'è un nuovo fighetto in città”.

Mi rimangio tutto quanto, sei davvero un tipo speciale.>> il racconto della ragazza mi strappa una sonora risata, non pensavo di essere tanto popolare tra le liceali.

La sua frase sull'essere speciale invece un po' mi imbarazza, ma cerco di non darlo troppo a vedere.

Io e Rin continuiamo a conversare del più e del meno per un'altra ventina di minuti, quando Fredrik ci invita a sederci a tavola.

Di lì a poco e senza bisogno di chiamarla riappare anche Maya, con un viso ben più solare rispetto a prima, evidentemente quella telefonata è stata piacevole.

La ragazza prima di accomodarsi al tavolo mi rivolge uno sguardo complice, a cui si accompagna poi un sorriso.

Quanto successo di recente ha ormai spazzato via qualsiasi ambiguità sul nostro rapporto, anche se nel mio cuore albergano ancora sentimenti irrisolti per Selina.

Mi chiedo spesso come reagirei se la rincontrassi adesso, sperando che ciò non avvenga in circostanze avverse, come ad esempio lei inviata dai Black Wolves per ammazzarmi.

Ormai so bene che quell'ordine dei miei capi è uno specchietto per le allodole, ma se ripenso a Byron mi viene naturale restare comunque in guardia.

Lui voleva uccidermi sul serio e la sorella, in virtù del legame che la univa al fratello, vorrà vendetta contro chi lo ha ucciso, ossia il sottoscritto.

Mi auguro che i capi dei Black Wolves la tengano in panchina, in virtù della consapevolezza che lei proverebbe davvero a farmi fuori se ne avesse l'occasione.

Tuttavia, considerando il carattere ribelle della mia ex, non escludo che lei possa agire in maniera indipendente, noncurante delle ritorsioni in caso di insubordinazione.

Il delizioso aroma della zuppa di patate di Fredrik mi riporta alla realtà in un batter d'occhio.

Dopo aver ricevuto la mia porzione ed aver ringraziato il cuoco comincio a mangiare con appetito, seguito a ruota da tutti gli altri.

Tutti quanti ci congratuliamo con il maestro per la cena, cosa che mette il padrone di casa un po' a disagio.

A quanto pare l'aroma non traeva in inganno, questa zuppa è davvero squisita, perciò una volta finita la mia porzione richiedo un bis.

Seguono Maya e Rin, ed a quanto pare la quantità preparata è a malapena sufficiente per il bis di entrambe, con buona pace di Fredrik.

A giudicare dall'espressione afflitta dell'uomo pare evidente che anche lui volesse farsi un altro giro, ma la regola dell'ospitalità impone la precedenza agli ospiti.

Il tempo scorre molto in fretta tra una chiacchiera e l'altra, tanto che le dieci di sera giungono in un batter d'occhio.

<<Allora ragazzi, quali sono i vostri piani adesso che il vostro addestramento è terminato? Intendete seguire la pista di quella misteriosa lettera?>> la domanda diretta dell'uomo non mi sorprende, e sono proprio io a prendere la parola per rispondergli.

<<Siamo tutti quanti coscienti che possa essere una trappola, ma dobbiamo comunque sondare tutte le possibili piste sul nemico.

Potrebbe essere un agguato come no, e se esiste anche una sola possibilità di fermare Ra senza doverlo affrontare a viso aperto, beh sono disposto a rischiare.>> la mia risposta pare soddisfare il mio interlocutore, che accenna un sorriso compiaciuto.

Anche le ragazze condividono il compiacimento del padrone di casa, e mi guardano con occhi pieni di determinazione, a prescindere da cosa troveremo in Egitto.

D'un tratto il cellulare di Fredrik squilla, interrompendo il clima disteso venutosi a creare durante la cena.

L'uomo si alza e va in un'altra stanza per parlare senza disturbarci, anche se ammetto che sarei stato curioso di capire chi sta all'altro capo del telefono.

Maya pare del mio stesso avviso, mentre Rin è invece discreta e con lo sguardo condanna la nostra curiosità.

<<Che cosa? A quanto ammonta la conta delle vittime? E dei feriti che mi dici?>> improvvisamente il silenzio del salotto viene squarciato dal tono di voce di Fredrik, più alto ed agitato del solito.

La telefonata si chiude di lì a poco, mentre l'uomo si riaffaccia al salone con un'aria sconcertata dipinta sul volto.

Senza perdere tempo gli chiedo che cosa sia successo, e lui si siede con la chiara intenzione di dirci tutto, per fortuna.

Maya e Rin sono curiose quanto me, persino l'ex Master ha ceduto alla curiosità dopo aver sentito i toni infervorati del maestro.

<<Pare che la Torre dell'Orologio sia stata attaccata poche ore fa, ed il conteggio dei morti e feriti è piuttosto elevato.

40 morti e oltre 200 feriti, con possibilità che le cifre aumentino, visto che le ricerche all'interno della struttura sono ancora in corso.

Stando alle testimonianze di alcuni feriti un misterioso individuo incappucciato ha attaccato la torre nel primo pomeriggio.

E' stata una mattanza, ed i feriti se la sono cavata solo con qualche graffio perché se la sono data a gambe, mentre i più intrepidi che hanno affrontato l'aggressore sono morti quasi all'istante.

Un mio amico era di passaggio a Londra proprio per incontrare alcuni maghi alla torre, ed è stato fortunato di non essere presente al momento dell'attacco.

Ora l'edificio è quasi incenerito, e le autorità locali stanno ancora cercando dei cadaveri o dei feriti all'interno della struttura dopo aver domato l'incendio.

Hai detto che Ra è un pericolo per l'intero mondo magico, se vuoi rendere palese la minaccia che rappresenti non c'è modo migliore per dare un avvertimento del colpire il fulcro della comunità magica.

Pensi come me che ci sia lui dietro questo attacco?>> Fredrik mi incalza con una domanda che mi aspettavo, e a cui rispondo senza la benché minima esitazione.

<<Assolutamente sì, la Torre dell'Orologio vanta i migliori combattenti del mondo magico, ma persino loro non sono altro che sassolini al cospetto di un dio tanto potente come Ra.

Ero sicuro che prima o poi avrebbe fatto qualcosa di eclatante, ma ignorando i suoi propositi non pensavo avrebbe colpito proprio quel luogo.

Non ho assolutamente idea di quale sia il grande piano del nemico, perciò sono sorpreso quanto te da queste notizie, ma mentirei se dicessi che da uno come quello non mi aspettavo un gesto così plateale, dopotutto è un esibizionista.

Ho bisogno di investigare sul posto, quindi spero che voi due mi accompagnerete.

Sono consapevole che sono diretto nella tana del lupo, ma ho ragione di credere che i Black Wolves, che hanno sede proprio alla torre, abbiano subito un colpo parecchio duro.

Tenendo presente questo non penso proprio di essere una priorità per loro, ammesso che lo sia mai stato davvero.

Detto ciò non posso ovviamente obbligarvi a seguirmi, soprattutto tu Maya, che sei fuggita dalla nostra vecchia organizzazione.>> al termine del mio soliloquio le mie due accompagnatrici sprofondano in un silenzio meditativo.

Non ho nessun diritto di pretendere che mi seguano, ma io voglio vedere in prima persona quel che resta del luogo che ha segnato la mia intera esistenza.

Fredrik si dice disposto a venire con noi, ma io lo dissuado parlandogli di quanto sarebbe meglio che stesse fuori dalla faccenda.

Un mago potente come lui è meglio che non si metta nel mirino di Ra, quindi gli dico che mi terrò in contatto, cosicché al momento opportuno possa eventualmente aiutarci.

L'uomo sembra riluttante in un primo momento, ma poi mi porge la mano, facendomi capire di aver accettato le mie condizioni.

Ad interrompere il silenzio di quella solenne stretta di mano ci pensano le mie compagne di viaggio che, dopo aver riflettuto, decidono di seguirmi a Londra.

Ora che tutto è stato deciso ringrazio Fredrik per tutto quel che ha fatto per noi, e gli do la buonanotte, poiché domani dovremo alzarci molto presto.

Dopo ben due anni è giunto il momento di tornare a casa.

 

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Capitolo 23

Spoiler

Ritorno a casa

Ed eccomi finalmente qui, di nuovo a casa dove tutto è cominciato.

Siamo arrivati a Londra intorno alle undici del mattino, dopo aver lasciato la Svezia nella prima mattinata.

Ammetto che non è stato facile congedarsi da Fredrik, i pochi giorni trascorsi assieme a lui mi hanno fatto davvero bene, e non solo sul piano dell'addestramento.

Credo di aver ritrovato in lui una sorta di figura genitoriale, non pensavo davvero di potermi affezionare così tanto a quell'uomo burbero.

Durante il volo non ho fatto altro che pensare a questo attentato alla Torre dell'Orologio, cos'ha davvero in mente Ra, e qual è il mio ruolo in tutto questo?

Sono inquieto al pensiero che il nostro prossimo incontro sia vicino, benché adesso abbia la magia runica nel mio arsenale sono ben lungi dall'essere in grado di combattere un dio.

Maya e Rin hanno parlato poco dacché siamo partiti, immagino che anche loro avvertano la mia stessa inquietudine.

Dopo aver fatto un breve giro per le strade di Londra tutti assieme, così da riabituarci al fermento di una grande città, ci siamo rifugiati in un albergo non troppo in vista.

Voglio mantenere un profilo quanto più basso possibile, dopotutto sono qui per investigare e non per cercare lo scontro frontale.

Già che sono in Inghilterra mi piacerebbe molto visitare il castello degli Strathmore in Cornovaglia, e poter tornare anche nella nostra residenza qui a Londra, ma per il momento sarà meglio evitare.

Non posso fare a meno di essere preoccupato anche per Selina, ed ammetto di essere nervoso al pensiero di poterla forse rincontrare fra le viuzze della città.

Spero innanzitutto che non sia minimamente rimasta coinvolta nel disastro della torre, ma indagando scoprirò anche questo.

<<Stai pensando a lei vero?>> poche parole da parte di Maya che si conficcano come aghi nel mio petto.

All'udire quanto detto dalla mia compagna mi volto verso di lei, solo per trovare un'espressione rattristata.

Potrei inventare qualunque scusa per giustificare il mio stato pensieroso, ma non voglio insultare l'intelligenza della ragazza e perciò scelgo di tacere.

Dopodiché mi volto verso l'altra mia accompagnatrice, in un disperato tentativo di evitare lo sguardo malinconico di Maya.

<<Allora Lasair, da dove vorresti cominciare? Andiamo dritti alla torre o preferisci indagare nella zona circostante?>> la domanda dell'ex Master solleva un punto che non avevo ancora considerato, ossia da dove cominciare esattamente.

<<Ammetto di non averci minimamente pensato Rin, ero distratto da altri pensieri...scusa.>> dopo aver portato la mano destra dietro il capo, per simulare un gesto di dispiacere, la smetto di parlare.

Sembra che Tohsaka abbia assunto un'aria più austera da quando siamo arrivati qui, è proprio entrata nel mood inglese a quanto pare.

Ciò nonostante, sono sicuro che in realtà sia estremamente emozionata all'idea di essere nella città che ospita il luogo delle sue ambizioni future, o forse dovrei dire ospitava.

La prima cosa che decido di fare, dopo aver riflettuto un po', è quella di sentire la voce del popolo circa la vicenda, perciò propongo alle ragazze di dirigerci in prossimità del luogo dell'attentato, dove sicuramente il chiacchiericcio sarà maggiore.

Ufficialmente la Torre dell'Orologio ospita una fondazione storica, questa è la copertura ufficiale dell'Associazione dei Maghi per i comuni cittadini.

Nonostante la sua reale natura sia sconosciuta ai più, rimane un edificio dalla grande importanza per la città, soprattutto da un punto di vista culturale, indi per cui la gente parlerà sicuramente molto di quanto accaduto ieri.

Dopo aver camminato per circa un quarto d'ora, ecco che finalmente giungiamo sulla scena del crimine.

Ciò che si palesa davanti ai nostri occhi lascia tutti quanti sconcertati, un edificio ormai carbonizzato, completamente annerito e dall'aria decadente.

Trasmette un senso di immensa fragilità, così tanto da dare l'impressione di essere sul punto di crollare da un momento all'altro.

Suppongo che ormai la struttura sia stata dichiarata inagibile, e che le operazioni di soccorso siano dunque terminate.

Nessuno sano di mente permetterebbe ai pompieri di introdursi in un luogo dall'apparenza tanto precaria, e posso soltanto augurarmi che i vivi siano stati tutti salvati.

La folla sembra quasi ipnotizzata dinanzi a quel triste scenario, con il vociare della gente che ha come oggetto principale proprio l'attentato.

Sembrano essersi create due fazioni ben distinte, da un lato ci sono coloro che si interrogano sull'origine dell'incendio, mentre dall'altro abbiamo quelli che ragionano più sui colpevoli e sulle motivazioni dietro a questa pazzia.

Tuttavia è interessante notare come le persone sembrino unanimemente concordi sul fatto che l'incendio non sia stato accidentale, bensì appiccato con intenzione.

Spero che le autorità non siano dello stesso avviso, altrimenti ci ritroveremo costantemente ostacolati dalle indagini della polizia.

Per quanto sia brutto pensare questo, mi auguro che l'incendio venga archiviato come incidente.

<<Lasair, vista l'instabilità dell'edificio non possiamo sgattaiolare all'interno, quindi che facciamo ora?>> alla domanda di Maya non so rispondere purtroppo.

Dopo aver pensato qualche istante alla prossima mossa, chiedo alle ragazze di continuare con la raccolta di informazioni per strada, proponendo nel contempo una separazione per coprire un'area più vasta.

Io continuerò a gironzolare qui intorno, mentre Rin e Maya si allontaneranno un po' da qui.

<<Maya a te suggerisco di fare un giro nel quartiere di Shoreditch, è il tipico ambiente che piace sia a me che a te, mentre tu Rin ti occuperai di Kensington, visto il tuo essere un po' snob.

Ci ritroviamo qui fra 60/90 minuti, e teniamoci in contatto telefonico per qualunque cosa.>> Rin sembra un po' infastidita perché le ho dato della snob, ma poi si volta e si incammina verso la sua destinazione senza fare storie di sorta.

<<Mi conosci bene Lasair, affidarmi la zona degli artisti di strada è stata un'ottima idea, complimenti per la pensata.>> dopo quelle parole soddisfatte la mia vecchia compagna mi bacia fugacemente sulle labbra, per poi svanire tra la folla.

Sono contento che il momento malinconico sembri essere già passato, poiché non voglio tensioni fra noi per colpa di Selina.

E' vero che sto pensando a lei e alla sua salute dopo questi tristi eventi, ma non voglio che la mia pseudo ragazza creda che abbia una fissa per la mia ex.

Sarebbe decisamente ora di regolarizzare il nostro rapporto, ma sono ancora titubante ad impegnarmi in una relazione seria dopo gli avvenimenti passati.

Tuttavia, io che sono rimasto qui in prossimità della torre, continuo a voler entrare.

Dopotutto potrebbe esserci ancora qualche ferito, magari rimasto intrappolato nei piani sotterranei sconosciuti alle persone comuni.

Essendo il più importante centro di ricerca magica, la torre ospita innumerevoli stanze sotterranee adibite a laboratori, ma le autorità non ne sanno nulla ovviamente.

Devo assolutamente introdurmi all'interno, ho bisogno di sapere se c'è ancora qualcuno e nel contempo di investigare direttamente sulla scena del crimine.

Prendo discretamente le distanze dalla folla per andare in un angolo appartato, ed una volta sicuro di essere lontano da sguardi indiscreti mi smaterializzo.

Grazie alla mia smaterializzazione fiammeggiante posso teletrasportarmi in qualunque luogo di cui abbia memoria, e questo è uno di quelli per ovvie ragioni.

Adesso che sono dentro posso constatare di persona la situazione precaria in cui versa la struttura, ed è peggio di quel che credevo.

I muri non sono soltanto anneriti dalle fiamme, ma paiono sul punto di sbriciolarsi al minimo contatto.

L'aria è pesantissima a causa del fumo scaturito dall'incendio, i tentativi di aerazione dei pompieri hanno migliorato di ben poco la situazione rispetto a quando il fuoco divampava.

Considerato questo fattore, comincio a temere che troverò solo altri cadaveri, è impossibile sopravvivere quasi un giorno intero tra questi miasmi.

Solo attraverso l'uso di potenti incantesimi di fortificazione è possibile rallentare l'azione nociva del fumo sui polmoni, permettendoti di sopravvivere più a lungo del normale, ma non so quante persone sappiano usare quei sortilegi.

Mi chiedo se la runa del vento Wunjo possa aiutarmi a manipolare il livello dell'ossigeno attorno a me, così da poter proseguire senza troppe difficoltà respiratorie dovute al fumo nei polmoni.

Senza nulla da perdere mi concentro per invocare il potere della runa, ed il vento che inizia a soffiare intorno a me sembra spazzare via in un attimo le impurità dell'aria circostante.

Pochi secondi e comincio ad avvertire una maggior facilità nella respirazione, forse significa che ha davvero funzionato.

Ora che ho fatto miei i significati più profondi delle rune queste ultime sono ormai indissolubilmente legate al mio essere, pertanto ad ogni nuovo utilizzo mi sembra sempre più facile invocarne il potere.

Grazie a Wunjo posso ora muovermi senza dovermi preoccupare dei polmoni, e direi che non è poco.

Il vento che ho invocato è durevole e mi avvolge come una sorta di scudo, perciò potrò purificare l'aria in ogni angolo della struttura che visiterò e nel contempo difendermi da eventuali attacchi imprevisti.

Mi muovo velocemente lungo quegli immensi corridoi che un tempo pullulavano di vita, ispezionando accuratamente tutta l'area circostante.

Il silenzio è quasi assordante, e per adesso non c'è traccia di ulteriori feriti.

Dopo aver passato al setaccio tutti i corridoi, le aule e le biblioteche è tempo di avventurarmi nei sotterranei.

Entro con passo deciso nell'aula di cosmologia e mi dirigo verso la lavagna, per poi pigiare un angolo di parete alla destra di essa.

Con piacere posso constatare che il passaggio segreto è ancora perfettamente funzionante, perciò senza esitare mi addentro nel luogo aldilà del muro .

Dinanzi a me si staglia il buio più totale, le torce appese ai muri sono spente, quindi mi toccherà fare luce a modo mio.

Per rischiarare quelle fitte tenebre manifesto nella mano una piccola sfera di fuoco, e subito dopo la lancio in aria al fine di controllarla con la telepatia.

In questo modo potrò muovermi agevolmente e senza rallentamenti.

La furia delle fiamme non ha risparmiato nemmeno le segrete, la pietra dei muri è annerita proprio come all'esterno, anche se in maniera decisamente minore.

Se il fuoco è filtrato fin qui dubito che io possa trovare dei sopravvissuti, ma prima di cedere al pessimismo controllerò di persona.

La scalinata a chiocciola con questo buio sembra condurre dritta verso l'abisso, e questo mi dà un senso di inquietudine.

Non che quest'angolo della torre sia mai stato particolarmente vivace, ma ora è persino più tetro del solito.

Stando ad alcune voci di corridoio sembra che in passato qui venissero torturati i nemici della comunità magica, anche se questo non ho mai potuto verificarlo di persona.

Gli sporchi affari dei Black Wolves venivano condotti altrove, qui hanno sempre avuto solamente la sede, e questo modus operandi serviva a preservare la segretezza dell'organizzazione stessa.

Tutti i membri conducevano una doppia vita, me compreso, ostentando facciate buoniste che celassero gli orrori che in segreto perpetravano.

I “lupi della notte” hanno sempre fatto parte di questo luogo, anche se ufficialmente non si sono mai esposti, tanto da renderli una sorta di leggenda all'interno della torre stessa.

Ho sempre ritenuto quel gruppo un “male necessario”, al prezzo di azioni moralmente riprovevoli è stato fatto molto bene al mondo, ed è per questo che non mi importava di sporcarmi le mani.

Il silenzio che permea questo sotterraneo è agghiacciante, chissà quali orrori avrà visto in tempi remoti.

Giunto al termine della scalinata finalmente mi trovo davanti all'intricato labirinto di stanze che un tempo ospitava innumerevoli laboratori magici.

Nelle mie numerose visite qui ho visto esperimenti di ogni sorta, dalla magia delle stelle a quella delle bestie, per non parlare dell'alchimia e della trasfigurazione.

Da mago guerriero quale sono, non ho mai compreso il valore della sola ricerca, ma a ciascuno il suo.

Ad una prima occhiata le stanze da perlustrare saranno almeno una cinquantina, che il cielo mi aiuti.

Aumentando le dimensioni della palla di fuoco per vedere meglio ecco che divento testimone della visione più agghiacciante di tutte.

Innumerevoli corpi carbonizzati giacciono al suolo, talmente tanti da non riuscire nemmeno a contarli.

Comincio a pentirmi di essere venuto fin qui da solo, ma ho allontanato Maya e Rin solo per proteggerle, in caso di imprevisti di sorta.

Ricordandomi dell'insegnamento di Fredrik sul “sentire il linguaggio della terra” decido di invocare il potere di Naud, la runa della terra, nella speranza di riuscire a ricostruire gli avvenimenti esatti.

Dopo aver sgomberato la mente dai pensieri superflui poggio una mano sul pavimento, chiudendo gli occhi sarà più facile concentrarmi.

E' un enorme azzardo, ma la terra conserva in sé le memorie di ogni essere vivente che la calpesta, perciò se riesco a connettermi a quelle stesse memorie forse posso velocizzare le mie indagini.

Sono ben consapevole che non si sta parlando di terra effettiva, bensì di fredda pietra, ma il concetto è lo stesso.

Un gran numero di persone ha calpestato questo pavimento prima di morire, perciò dovrei essere in grado di ricostruire a grandi linee gli eventi di ieri, o almeno questa è l'intenzione.

Dopo aver chiuso gli occhi, ed essermi concentrato al massimo, svariate immagini sfocate cominciano a riempirmi la testa.

Uno scalpiccio fragoroso di numerose persone, uomini e donne che cercano invano di rifugiarsi nelle stanze sotterranee, quella è la scena più interessante al momento.

Dopodiché la figura incappucciata che conosco fin troppo bene si fa largo tra le flebili fiamme che avvolgono il sotterraneo, spargendo morte in ogni dove.

Svariati maghi cercano di opporsi a Ra, ma vengono tutti indistintamente passati a fil di spada con una facilità disarmante.

E' strano, perché la ferocia con cui sta uccidendo non mi sembra propria del dio che ho conosciuto al tempio Ryuudou.

Sto avendo la medesima sensazione che ho avuto durante il nostro primo faccia a faccia, ossia di star guardando una persona diversa dalla divinità egizia, che sia il Lasair del futuro a stare agendo in queste scene confuse?

Se cosi fosse allora avrei la conferma che il mio alter ego del futuro è davvero malvagio, e che Ra non l'ha in qualche modo raggirato per ottenerne il corpo.

La scena si sposta in fretta dal massacro tra i corridoi labirintici alle singole stanze, passate rapidamente in rassegna dal cattivo.

Concentrandomi più intensamente mi proietto all'interno delle varie stanze, così da vedere ancora di più.

Una stanza in particolare attira la mia attenzione, perciò non esito a focalizzarmi sugli eventi che avvengono lì dentro.

La figura incappucciata elimina con qualche fendente gli astanti fino a lasciare per ultima una bambina di circa cinque anni, a cui alcune vittime hanno cercato di fare da scudo.

Non posso credere che arriverà addirittura a questo, ti prego fa che non sia come immagino.

Vorrei chiudere gli occhi per non vedere quella scena ma, proprio quando penso che l'altro me calerà la spada senza esitare, ecco che accade l'imprevisto.

Il pianto della bambina sembra smuovere qualcosa nell'incappucciato, che abbassa la spada l'attimo dopo, come se fosse stato mosso a compassione.

Prima che possa vedere come va a finire la scena avverto un fortissimo mal di testa, e mi ritrovo catapultato di nuovo alla realtà.

Ho abusato troppo del potere della terra, ed ora sento un affaticamento immane.

Non me n'ero reso conto prima della visione, ma ora noto che una parte del soffitto è crollata.

Ero proprio sovrappensiero per non accorgermi di un dettaglio simile, ed ora mi sento stupido.

Mi precipito all'interno della stanza in cui ho visto quella bambina, sfruttando i vaghi ricordi che ho della visione.

Spero di tutto cuore di non trovare quella piccoletta, perché almeno significherebbe che è davvero salva.

La porta della sua stanza è bloccata, quindi la butto giù con un vigoroso calcio, ed al suo interno trovo quella stessa bambina, svenuta ma viva per miracolo.

Vorrei poter dire lo stesso per i coraggiosi che le hanno fatto da scudo, è una vista terribile.

Alcuni pezzi del soffitto le schiacciano la schiena, è davvero un miracolo che sia sopravvissuta in queste condizioni per quasi un giorno.

Le fiamme per fortuna hanno divorato soltanto l'anticamera del sotterraneo, ma mi chiedo davvero come abbia fatto a resistere per tutto questo tempo.

E' possibile che abbia usato i suoi poteri, consciamente o meno vista la giovane età, e che grazie ad essi si sia salvata.

Il suo respiro fievolissimo sembra però suggerire che sia sul punto di morire se non faccio qualcosa subito.

Usando gli incantesimi di potenziamento aumento a dismisura la mia forza fisica, così da poter estrarre la bambina dalle macerie.

Dopodiché, visto l'odore nauseabondo che permea la stanza, la porto subito fuori.

Con la smaterializzazione fiammeggiante mi teletrasporto all'esterno della torre con la bambina in braccio, avendo visto tutto quel che dovevo vedere, e che avrei preferito non vedere in realtà.

Senza perdere un attimo di tempo, e lontano dal fragore della strada principale, comincio a praticarle una respirazione bocca a bocca, intervallandola a dei massaggi manuali.

Passano un paio di minuti senza risultati e, proprio quando sono sul punto di arrendermi, ecco che la piccola comincia a tossire con forza.

Anche se le esalazioni non l'hanno raggiunta direttamente avrà i polmoni leggermente intossicati.

La porta della stanza era bloccata quando sono entrato, il che significa che l'altro me l'ha chiusa alle sue spalle dopo essersene andato, cosa significa tutto ciò?

Non capisco davvero che cosa sia accaduto lì dentro, forse l'altro me non ha del tutto perso la propria umanità, ma ora non ha importanza.

La bambina si mette subito a piangere appena ritrova un briciolo di forze, e comincia a chiedere a squarciagola della madre.

Io cerco di rassicurarla per quanto possibile, ma come faccio a dire a questa piccolina che la donna che cerca è morta?

Una delle persone uccise nella stanza in cui l'ho trovata, tra quelle che le hanno fatto da scudo, era una donna, non è difficile immaginare che fosse proprio la madre.

Non ci sono parole per indorare una simile pillola purtroppo, ma temo di doverle dire la verità.

<<Ascoltami piccolina, innanzitutto come ti chiami? Sai la tua mamma.....beh adesso è in un posto molto più felice.>> cielo, come si fa a dire una cosa del genere.

Un dolore enorme mi lacera l'anima mentre cerco di spiegare questa spiacevole situazione, raramente ho provato una sofferenza simile.

<<La mia mamma non è morta hai capito? Quel signore cattivo non l'ha nemmeno incontrata.

Chissà dov'è adesso, voglio vedere la mia mamma, perché mi ha lasciato da sola?>> però, la piccoletta a quanto pare sembra aver già compreso la crudezza del mondo.

Per quanto abbia cercato di edulcorare la cosa sembra che abbia capito tutto da sola, nonostante la sua giovanissima età.

Le sue parole quindi mi confermano che la donna che ha cercato di proteggerla non era la madre, come invece credevo io, indi per cui è verosimile che quest'ultima sia tra i feriti.

<<Comunque m-mi chiamo Eileen, tu come ti chiami signore?>> l'iniziale ostilità della piccola sembra che si stia via via affievolendo, e ne sono contento.

Nonostante la voce ancora strozzata dalle lacrime, pare che ogni minuto che passa si calmi sempre più.

<<Io mi chiamo Lasair, comunque Eileen è davvero uno splendido nome, mia madre si chiamava in quel modo.

Che ne dici andiamo insieme a cercare la tua mamma? Bisognerà che però tu prima mi dica come si chiama, così possiamo chiedere in giro.>> la bambina, nonostante la crescente affabilità nei miei confronti, sembra ancora un po' riluttante a parlarmi della madre.

Suppongo di dover essere paziente e lasciare che coi suoi tempi lei si confidi spontaneamente, ma intanto possiamo comunque iniziare a cercare negli ospedali.

Nel mentre noto che la piccola si avvicina alla mia gamba, e si stringe vigorosamente attorno ad essa, come se cercasse protezione.

Per tutta risposta le accarezzo la testa, e lei sembra gradire il gesto tenero nei suoi confronti.

Intanto tiro fuori dalla tasca il cellulare e faccio un breve riassunto della situazione a Rin e Maya, per poi fare una rapida chiamata a Fredrik.

Senza perdere troppo tempo gli chiedo in quale ospedale sono state ricoverate le vittime dell'attentato, poiché presumo che grazie al suo amico lo sappia.

Lui mi informa che sono stati tutti trasportati al St Thomas' Hospital, ossia il più vicino alla torre stessa.

Dopo averlo ringraziato prendo in braccio Eileen, e l'istante successivo mi smaterializzo nel fuoco, per poi apparire in un angolo vicino alla struttura ospedaliera, lontano da occhi indiscreti.

Gli occhioni blu della bambina sono totalmente puntati di me dopo quel gesto, con uno sguardo che sembra sottintendere ammirazione e che mi mette un po' a disagio.

I suoi capelli, a cui presto attenzione solo adesso, sono di un rosso acceso che quasi ricorda le fiamme, è una sfumatura piuttosto particolare che non si vede di frequente.

Ma ora non è il momento di pensare a queste piccolezze, perciò delicatamente conduco la piccola con me verso l'entrata dell'ospedale.

Una volta entrati chiedo subito alla receptionist dei feriti dell'attentato, e per tutta risposta vengo reindirizzato al terzo piano della struttura, che ospita i feriti in condizioni stazionarie.

La mia speranza è che la persona che stiamo cercando rientri in questa categoria, perciò sarà meglio darsi da fare per scoprirlo.

Appena arrivati con l'ascensore al terzo piano chiedo nuovamente alla piccola Eileen il nome della madre.

Posso chiaramente leggere negli occhi della bambina la riluttanza a parlare, anche se non ne capisco il motivo.

Se avesse dei dubbi sul sottoscritto non credo proprio che mi avrebbe seguito senza fare storie, come invece ha fatto.

Tuttavia si affaccia nella mia mente un'altra ipotesi che fino ad ora non avevo considerato, e se la madre fosse affiliata ai Black Wolves?

Spiegherebbe la segretezza riguardo la sua stessa identità, forse ha educato la figlia a non divulgare informazioni sensibili a gente semi sconosciuta, soprattutto qualora avesse una lunga lista di nemici.

Far parte di quell'organizzazione presuppone un bersaglio costantemente disegnato sul petto, indi per cui ha senso che Eileen non parli con me, mi conosce troppo poco per fidarsi totalmente di me.

Certo l'ho salvata e le ho promesso di aiutarla a ritrovare la mamma, ma se vieni educato alla diffidenza assoluta verso il mondo è difficile che bastino queste cose.

L'unica opzione rimasta è quella di setacciare a tappeto le stanze di tutti i feriti, dal più lieve al più grave, finché la piccola non riconoscerà il genitore.

Devo però anche considerare l'ipotesi che Eileen possa far finta di nulla di fronte alla madre, almeno fintanto che non sarà del tutto sicura che io faccia parte dei buoni.

Può sembrare assurdo che una bambina così piccola faccia ragionamenti simili, ma lo vedo dai suoi occhi che è una tipa assai sveglia, e quando si è giovani anche i concetti più complessi si assimilano con facilità.

Tuttavia proprio per la sua giovane età ritengo impossibile che possa addirittura essere un'esperta nel celare le emozioni, da quel che vedo è tutto il contrario.

La mia accompagnatrice in un attimo diviene più inquieta di prima, eppure adesso dovrebbe rasserenarsi, poiché siamo nel luogo dov'è stata portata sua madre.

<<Ascoltami Eileen, so che hai ancora qualche dubbio su di me, ma se vogliamo ritrovare la tua mamma ho bisogno che tu a grandi linee mi dica che è successo prima dell'arrivo del signore cattivo.

Dove stava lei? Perché ti ha lasciata in compagnia di quei signori che ti hanno protetta con la vita?>> le mie domande sembrano inquietare ulteriormente la bambina, ma sono necessarie per fare il punto della situazione.

<<Quelle persone che stavano con me erano amici della mamma, tutti radunati con lei in quella stanza per una faccenda di cui non capivo nulla.

Poi la terra ha tremato e la mamma si è allontanata, non prima di aver chiesto agli amici di proteggermi, e quella è l'ultima volta che l'ho vista...come starà adesso, perché non è tornata da me?>> dopo quelle domande ecco che le lacrime tornano a solcare il volto della mia piccola amica.

Per quanto possibile cerco nuovamente di confortarla, rassicurandola al meglio delle mie possibilità, diamine non sono bravo con queste cose.

Eileen stavolta abbandona ogni ostilità e mi abbraccia con forza, in risposta ai miei tentativi di conforto.

Rimango sorpreso da quel gesto, ma non esito a ricambiare quell'abbraccio con tutto il vigore che possiedo.

Per non vedere il volto afflitto della bambina chiudo anche gli occhi, così da assaporare al massimo quel tenero momento.

Tuttavia qualcosa comincia a non quadrare l'istante successivo, quando inizio a sentire una placida brezza sul viso.

Riapro gli occhi allarmato, e subito dopo noto che siamo sul tetto dell'ospedale, come ci siamo arrivati se un attimo fa eravamo al terzo piano?

Chiedo prontamente alla piccola se sia opera sua e questa nega con la testa, mentre con la mano destra si asciuga le lacrime.

<<Allontanati subito da quella bambina, lentamente e senza fare sciocchezze.>> una voce femminile, dal tono alquanto minaccioso, spezza quel momento di assoluta confusione.

Sebbene la minaccia paia assolutamente reale, io non eseguo l'ordine e tengo stretta a me Eileen, che a sua volta si stringe al sottoscritto.

La donna misteriosa fende la mia guancia sinistra con una lama di vento in risposta al mio rifiuto, e nel portarmi la mano sulla ferita smetto di tenere la piccola.

Una sagoma indistinta mi sottrae la bambina in quel brevissimo intervallo, nonostante le proteste di quest'ultima.

<<Lasciami andare, quel signore è buono e vuole proteggermi, tu invece sei una persona cattiva.>> sono sorpreso che Eileen dica questo di me, allora vuol dire che ho conquistato la sua totale fiducia.

All'udire quelle proteste la donna misteriosa decide finalmente di palesarsi, come se fosse rimasta assolutamente sorpresa dalla reazione della bambina.

<<Eileen sono io non mi riconosci? Sono la zia Reina>> appena sento quelle parole mi è tutto chiaro, quella donna voleva proteggere la piccola perché mi credeva un rapitore.

<<Zia Reina, se tu sei qui allora vuol dire che c'è anche la mamma?>> un barlume di speranza si dipinge sul volto della ragazzina, nel frattempo calmatasi, ma per tutta risposta la giovane donna abbassa lo sguardo con aria afflitta.

<<Ecco, io e la mamma abbiamo affrontato assieme l'uomo cattivo, ma entrambe siamo state ferite, e lei è ancora priva di conoscenza in una stanza al terzo piano.

Siamo entrambe svenute a seguito di quello scontro, ed io mi sono risvegliata appena un'ora fa, perdonami per non esserti venuta a cercare, sia io che la mamma lo avremmo fatto se avessimo potuto.>> dopo quelle parole di costernazione la giovane donna abbraccia la nipote, senza trattenere le lacrime.

Stando a quanto detto dalla ragazza sembra che la mamma di Eileen sia in condizioni più critiche, spero di tutto cuore che si svegli presto per poter riabbracciare la figlia.

A ben guardare la mia assalitrice non solo noto che è molto bella, ma è anche estremamente giovane, giurerei che non arriva nemmeno ai 18 anni.

Il suo braccio sinistro è completamente fasciato, perciò suppongo sia quella la ferita di cui parlava poc'anzi.

E' incredibile quanto sia potente nonostante la giovane età, ha il potere del vento e in più quello del teletrasporto, poiché di sicuro è grazie a lei se siamo sul tetto.

Dopo un breve momento di sfogo Reina, così l'ha chiamata Eileen prima, si rivolge a me con uno sguardo torvo.

Ora che la vedo bene in faccia posso chiaramente notare i suoi occhi neri come la notte, abbinati a dei capelli del medesimo colore.

Non è molto alta in realtà, sarà sull'1.65 stentato, ma la sua aura magica è portentosa.

Nonostante le parole della bambina sembra ancora parecchio ostile nei miei confronti.

<<La piccola ti ha già detto che non sono io il cattivo, non voglio lottare con te visto che siamo dalla stessa parte, ma Lasair Strathmore non si farà colpire gratuitamente sappilo.>> dopo la mia frase infiammo i pugni, tingendoli subito di nero.

Appena sente il mio nome la giovane Reina rimane di sasso, ti prego dimmi che non è fra quelli interessati a catturarmi, non ho proprio voglia di lottare adesso.

Ormai è evidente che si tratti di una dei Black Wolves, è fin troppo potente per essere una maga ordinaria.

<<Non ho intenzione di combattere tranquillo, ma voglio sapere come ti sei imbattuto in mia nipote.>> la tipetta ha un tono imperativo che non mi piace per niente, ma siccome non voglio combattere le risponderò subito.

<<Mi sono introdotto in quel che resta della torre con il proposito di scoprire la dinamica dell'attentato, attraverso la magia ho ricostruito gli eventi, e durante le indagini mi sono imbattuto in Eileen.

L'ho portata fuori e l'ho rianimata, per poi venire qui in cerca di sua madre...fine della storia.>> il fastidio che provo per l'impertinenza della giovane donna mi impedisce di usare un tono più conciliante, e lei per prima se n'è accorta a giudicare dallo sguardo che mi ha appena rivolto.

<<Tu sei quel Lasair Strathmore? Altresì noto come demone di fuoco, soldato d'elite dei Black Wolves?>> ed ecco che arriva la conferma dei miei sospetti, nessuno che sia estraneo all'organizzazione può conoscere quel soprannome ed il mio ruolo come soldato scelto.

Nelle mie numerose operazioni ho ricevuto molti soprannomi dalle persone più disparate, ma quello specifico epiteto mi è stato dato all'interno dell'organizzazione stessa.

Io rispondo alle sue domande semplicemente annuendo, ma prima che la conversazione possa andare avanti un infermiere irrompe dalla porta che conduce al tetto, attraverso cui si può scendere ai piani inferiori.

Egli riferisce a Reina che la sorella è sveglia e quest'ultima, appena udita la bella notizia, smette di considerarmi.

La ragazza prende Eileen in braccio e con passo svelto lascia il tetto, con la bambina ovviamente al settimo cielo per la lieta novella.

Ora che sono rimasto da solo posso anche ricongiungermi alle mie due compagne, alle quali dovrò dare parecchie spiegazioni peraltro.

Tuttavia la curiosità di vedere in faccia la madre della bambina è elevata, soprattutto voglio proprio sapere se è qualcuno dei Black Wolves che conosco.

Con passo svelto scendo anch'io al terzo piano dell'ospedale e, dopo aver visto in quale stanza sono entrate Eileen e la zia Reina, procedo ad avvicinarmi.

Una volta alla soglia della porta do una sbirciatina, e sul letto intravedo una splendida donna dai capelli del colore del fuoco.

Eileen è stretta al petto della madre, mentre quest'ultima ha il volto abbassato, immerso nella dolcezza di quell'abbraccio.

La scena a cui assisto è davvero commovente, la madre stringe a sé la figlia, con quest'ultima in lacrime tra le braccia del genitore, mentre si dice contenta di vederla in forze.

Il toccante momento giunge presto alla sua conclusione, e quando la donna alza la testa ecco che finalmente posso vederle bene il viso.

La consapevolezza della sua identità mi sciocca a dir poco, potevo aspettarmi tutto ma non questo.

Davanti a me c'è nientepopodimeno che Selina, il mio primo amore, ed i suoi occhi glaciali mi colpiscono ancora come il primo giorno.

<<Fatti vedere, chiunque tu sia so che ci stai osservando, mostrati.>> dispotica proprio come la ricordavo, cinque anni non bastano a cambiare un carattere forte come il suo.

Non ha capito immediatamente che si trattava del sottoscritto, ciò significa che Reina non ha avuto il tempo di parlarle di me, ma in effetti da quando ha una sorella minore?

Sapevo solo dell'esistenza di Byron, a quanto pare la mia ex aveva parecchi segreti.

Seguendo il suggerimento della mia vecchia fiamma mi paleso e, a giudicare dallo sguardo che questa mi rivolge appena mi vede, la sua reazione promette d'essere forte.

<<Tu? Ne hai di fegato per presentarti qui dopo quello che hai fatto a me e alla mia famiglia.>> immaginavo che fosse un tantino arrabbiata, mi sa che non sarà una conversazione piacevole.

<<Beh non sei nella posizione di farmi la morale, a quanto pare mi tenevi nascoste cose importanti mentre stavamo insieme, come l'esistenza di una sorella minore.

Ed io che di recente mi sono ritrovato a pensare a come ti ho lasciata, sentendomi anche in colpa per il modo discutibile con cui l'ho fatto.

Però noto che ti sei consolata in fretta dopo la mia partenza, a giudicare da quella piccoletta che si stringe a te.>> le mie ultime parole scatenano la collera più violenta nella ragazza, tanto che questa mi afferra per il collo con una morsa telepatica, non prima di aver lasciato Eileen alle cure della zia.

Subito dopo, attraverso un piccolo gesto della mano della mia ex, vengo strattonato con violenza verso Selina stessa, che mi afferra per il colletto della camicia prima che possa cadere su di lei.

I nostri volti si ritrovano vicinissimi per la prima volta dopo anni, anche se il contesto non è dei più piacevoli per il sottoscritto.

Subito dopo la ragazza esorta gli altri astanti, eccetto il sottoscritto, ad uscire per lasciarci il tempo di parlare da soli.

Reina è riluttante a farlo, ma accetta con riserva, e perciò esce dalla stanza con Eileen in braccio.

La piccola è visibilmente confusa, glielo leggo negli occhi, ma è giovane per farsi troppe domande.

Una volta rimasti soli, è tempo di confrontarsi l'uno con l'altra.

<<Stammi a sentire schifoso......, credimi ti riempirei di insulti fino alla prossima alba, e forse non mi limiterei solo a quello, ma non servirebbe a ripagarmi di tutta la sofferenza che mi hai procurato.

Io non mi sono consolata proprio con nessuno dopo il tuo abbandono, Eileen è tua figlia razza di stupido.>> la rivelazione della mia vecchia fiamma mi lascia sconvolto.

Selina si porta la mano alla bocca l'istante dopo, come a segnalare che non volesse dire quel che ha detto.

Preso da una collera indicibile afferro la mano della ragazza e con forza la allontano dal mio colletto, mentre lo sguardo di lei sembra perdere l'ardore di poc'anzi.

La mia ex mi ordina di lasciarla ma io, noncurante della sua richiesta, continuo a trattenerla con una stretta vigorosa che comincia a farle male.

A quanto pare questo incontro ha portato alla luce una verità sconcertante, che di certo cambierà di molto le cose.

Sembra proprio che, dopo anni, il tempo della verità sia giunto.

 

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