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[Contest non ufficiale] GU Writing Contest


Zebstrika94

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Autore dell'elaborato : ~ Vector


Titolo dell'elaborato : Suicune e l'associazione misteriosa


Gold user scelti : Taty (protagonista) Porygon-Z (co-protagonista) Froking (antagonista)


Taty è una ragazza di 16 anni che vive nella regione di jhoto,sempre alla ricerca dell'amato pokemon leggendario suicune. In questa ricerca è aiutata dal suo amico Porygon,sempre accompagnato dalla fedele gatta Tricky. Un giorno mentre stanno passeggiando Tricky si ferma di colpo. Porygon e Taty rimangono sopresi e cercano di smuovere la gatta ma senza successo. Essa ha infatti lo sguardo perso in un punto e non si muove. I due ragazzi dunque si mettono ad osservare anche loro nella stesso direzione della gatta,rimanendo come pietrificati: davanti a loro si trova infatti il maestoso suicune. Come in trance i Taty e Porygon si avvicinano al pokemon quando si accorgono di qualcosa di molto strano: il pokemon è infatti bloccato da delle specie di sbarre al plasma! I due corrono quindi vicino ad esso per cercare di liberarlo,ma non fanno in tempo: dal cielo un enorme elicottero nero lascia infatti cadere,legati a delle funi, tre individui vestiti di nero e con delle maschere in testa che afferrano la gabbia contenente suicune e la portano a bordo dell'elicottero. I ragazzi,aiutati dai loro fidi pokemon, cercano di liberarli ma ..mentre stanno per riuscirci appare dall'elicottero su una sorta di piedistallo volante un individuo vestito di nero come gli altri,ma con un grande mantello ed un emblema sul petto. Egli aiutato da un potentissimo e straordinariamente grande diggersby mette al tappeto i due amici ed i loro pokemon,per poi rientrare nell'elicottero,dando al pilota l'ordine di allontarsi. Quando Taty e Porygon si riprendono corrono nel loro paesino,Borgo Foglianova, e avvisano gli abitanti di ciò che hanno visto,senza essere però creduti. La sera mentre sono a casa di Taty davanti al caminetto e Porygon sta accarezzando Tricky la ragazza nota in lui una strana espressione. Quando gli domanda cosa ci fosse che non andava Porygon risponde che solo una volta nella sua vita aveva visto un diggersby simile ed era stato quando era andato da piccolo in gita a Fiordoropoli. Esso apparteneva al sindaco Froking,che anche fisicamente era molto simile all'individuo che indossava il mantello. Per finire confida alla ragazza che Froking è tutt'ora in carica come sindaco di Fiordoropoli. Appreso ciò la ragazza decide di andare nella grande città  per scoprirne di più e convince Porygon a seguirla. La mattina dopo si mettono in cammino,con Tricky al seguito, e, andando di buon passo in due giorni arrivano nella metropoli.  Mentre passeggiano per la città  individuano subito il municipio e lì si recano.Appena entrati rimangono sorpresi nel notare una porta aperta,con uno strano simbolo nella parte interna,che riconoscono come quello che aveva sul petto l'individuo con diggersby. Quindi furtivamente sgattaiolano all'interno e iniziano ad osservare l'ambiente circostante, notando in lontananza una gabbia luminosa circondata da persone vestitite di nero. Di soppiatto di avvicinano per osservare meglio e immediatamente si accorgono che all'interno della gabbia si trova suicune. Mentre si avvicinano ancora di più vengono bloccati da una voce alle loro spalle: è quella del sindaco Froking. Egli fa i comlimenti ai ragazzi per essere arrivati fin lì e rivela loro di essere il capo di quella strana associazione e il suo piano: sfruttare suicune per scatenare a suo piacimento venti in tutta la regione,in modo da diventarne il dominatore. Infine rivela loro che poichè ora conoscono tutto di lui e potrebberlo rovinarlo sono costretti a rimanere per sempre imprigionati. I due ragazzi e Tricky vengono quindi rinchiusi. Mentre sono prigionieri Taty osserva profondamente suicune,accorgendosi che anche il pokemon sta fissando lei. Proprio in quel momento entra nella sala Froking,che ordina a suicune di scatenare una tempesta su Borgo Foglianova. Il pokemon continua a fissare con il suo sguardo penetrante Taty,rifiutandosi di eseguire gli ordini del sindaco. A questo punto indignato ed infuriato Froking ordina al suo diggersby di colpire l'intrappolato suicunne con tutta la sua potenza. Il leggendario,incapace di difendersi viene colpito una,due, tre volte ma continua a non eseguire gli ordini. Diggersby sferra quindi un attacco con tutta la sua potenza che mette al tappetto il pokemon. Inoltre premendo un pulsante Froking scatena una sossa elettrica all'interno della gabbia. Il pokemon stremato tuttavia coraggiosamente continua ad ignorarlo. Nel vedere la scena i ragazzi sono sconvolti e tristi e Taty inizia piangere. Ciò non sfugge allo sguardo penetrante di suicune,che subito dopo chiude gli occhi. I ragazzi pensano che sia finita per lui e iniziano a gridare,tuttavia il leggendario viene avvolto da una luce abbagliante e a Taty appare in mano una strana pietra. La luce si dissolve e il pokemon stupisce tutti mostrandosi in una nuova forma,la sua ArcheoForma! Dotatodi una nuova potenza suicune distrugge la gabbia e attacca Froking e diggersby, mandandoli al tappeto. Dopodichè distrugge le gabbie dei ragazzi e li fa salire sul suo dorso,portandoli fuori dal palazzo e attaccando tutti quelli dell'associazione. Usciti i prigionieri interviene la polizia internazionale, che arresta tutti i componenti dell'associazione,compreso il capo-sindaco Froking. In groppa a suicune i ragazzi ritornano in un lampo a Borgo Villanova dove il pokemon ritorna nella sua normale forma,per poi affidarsi completamente a Taty,diventando il suo fedele compagno. Da quel momento in poi Taty e suicuno stettero sempre insieme e vissero molte avventure, sempre accompagnati da Porygon e Tricky


                                                                                                                                                                          FINE


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Autore dell'elaborato: Nexford
Titolo dell'elaborato: L'inizio di una storia d'amore
Gold Users scelto: Taty

 

"Stavo seduta sola sull'autobus a tormentare il mio povero cappello ed ero assorta nei miei pensieri. Più che altro fissavo fuori dal finestrino, e forse fu un caso che mi voltai a guardare verso l'interno.

Seduto sul lato opposto, un sedile più avanti stava un ragazzo che mi guardava e probabilmente si stava chiedendo perchè avessi quell'espressione incazzata... O forse guardava fuori e a me non pensava proprio. Aveva gli occhi verdi, o azzurri, o no lo so... Ma erano perfetti per la sua personalità . "Sei sola?" domandò.

"Gli faccio tenerezza" pensai "sì" risposi. E quel giorno scoprii che gli occhi verdiforseazzurri ci avevano azzeccato con il resto. Era un tipo paperino, e allegro e brillante, e limpido. Intendo: sincero. Di quelli che non pesano troppo le parole e che non hanno paura di mostrarsi per come sono. Era uno di quelli che potevano essere miei amici, di quelli che alzano gli occhi e dicono " quella è la stella che segna l'inizio della nostra amicizia". Ma si, un tipo speciale con l'energia del fuoco.

 

 

Questo è tutto, spero vi piaccia. Ho scelto Taty principalmente perchè mi serviva una ragazza, perciò scusami se ti urtato in qualche modo :), è una bella iniziativa complimenti

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Autore dell'elaborato: Saphira

Titolo dell'elaborato: Dimentica

Gold Users scelto: Porygon-Z

Le stelle brillavano luminose nell'alto del cielo estivo. Una lieve brezza gli accarezzava il viso. La calma regnava sovrana nel suo piccolo giardinetto. Porygon si godeva la sua meritata pausa dai compiti per le vacanze, sdraiato sull'erba fresca.

Un quasi impercettibile fruscio attirò la sua attenzione.

"Prrrrrrrrrrrr"

"Oh, sei tu Tricky; mi hai spaventato. Che vuoi?! Hai fame?"

"Maow!"

"Va bene, rientriamo allora."

Con uno sforzo immenso si alzò dal comodo praticello e si diresse verso la porta di casa. Si fermò sulla soglia.

"Cos'è stato!?"

Silenzio.

Eppure era passato qualcuno. Ma chi? Era da solo a casa e non aspettava visite. Ma forse era solo stanco. Dopotutto, aveva visto per un istante un'ombra sulla porta, ma poi più nulla.

Aprì la porta, accese la luce e fece entrare Tricky.

"Ora mangiamo qualcosa e poi andiamo a dormire, ok?"

Lo scricchiolio della porta che si chiudeva lo fece rabbrividire. D'accordo: aveva proprio bisogno di una bella dormita.

Il libro di matematica era ancora aperto sul tavolo della cucina. Lo chiuse e lo spostò in un angolo per fare spazio.

Aprì la mensola in alto e tornò al tavolo con un piattino ed una scatoletta di tonno. Non trovò spazio per poggiarsi: c'era il libro aperto al centro del tavolo. Eppure era convinto di averlo spostato. Perfetto, ora ci si metteva anche la memoria!

"Tricky, che fine hai fatto? Non avevi fame?"

La gattina non sembrava sentirlo.

"Tricky!"

Finalmente sbucò da sotto il tavolo, con il suo solito sguardo interrogativo.

Mentre porgeva il piattino di tonno alla creaturina, vide nitidamente un'ombra sparire sotto il tavolo.

"Chi c'è!?"

Tricky si girò in direzione dello sguardo di Pory. Anche lei aveva notato qualcosa.

La luce iniziò a tremare e dopo un ultimo guizzo si spense, lasciando i due nell'oscurità  più completa.

Gli parve di stare ore ad osservare il buio davanti a lui, immobile, in attesa di qualsiasi minimo movimento.

Il cuore gli batteva a mille. Ansimava. Il fruscio delle tende dietro di lui lo fece sobbalzare; c'era qualcosa che le muoveva, come se fossero trasportate dal vento. Tricky cominciò a soffiare, ma sembrava che non sapesse da che direzione venisse la minaccia.

D'un tratto cominciò a sentire dei passi. Passi strani, discontinui, dapprima lenti e pesanti, poi più veloci e leggeri. Venivano da fuori, dalla porta che dava sul giardino. No! Ora venivano dal soggiorno. Ora dalla camera da letto. Si facevano sempre più vicini. Adesso provenivano dalla cucina stessa, vicino a Pory. Tremava e sudava, ma non poteva fare nulla: era paralizzato. I passi cessarono di colpo, e con essi anche il sibilo di Tricky. Sembrava tutto tranquillo, ma Pory non azzardava ancora alcun movimento. Passarono quelle che gli parvero ore e finalmente tirò un sospiro di sollievo.

Qualunque cosa ci fosse in casa se n'era andata. O almeno questo era quello che sperava. Cercò a tentoni l'interruttore della luce, ma non riuscì a far tornare luminosa la stanza.

Fantastico. E ora cosa poteva fare? Se c'era veramente qualcuno non sarebbe riuscito a fronteggiarlo al buio. Veramente aveva dei seri dubbi anche sul riuscirci alla luce… era solo un ragazzo, dopotutto. Eppure non era ancora sicuro di non essersi immaginato tutto: aveva solo sentito dei rumori, non aveva visto nessuno. In ogni caso doveva riaccendere la luce e per riuscirci doveva raggiungere il contatore. Il miagolio di Tricky interruppe il flusso dei suoi pensieri. Pory la prese in braccio e si diresse alla cieca verso il pannello di controllo elettrico, tastando il vuoto davanti a sé. Una volta raggiunto, sentì, con orrore, ricominciare i passi. Questa volta erano frenetici e si avvicinavano in fretta. Preso alla sprovvista e deciso a non restare senza far nulla, agguantò la torcia di emergenza che teneva sempre nel cassetto e corse verso la sua camera, tenendo stretta a sé Tricky. Finalmente poteva muoversi senza rischiare di andare a sbattere, così arrivò subito al suo letto e chiuse la porta, bloccandola con la sedia. La camera appariva diversa alla flebile luce della torcia, aveva quasi un'aria spettrale. Lasciò andare Tricky e si mise a rovistare fra le sue cose in cerca di qualcosa di utile, qualsiasi cosa avesse potuto usare per difendersi. Cercava di calmarsi e di continuare a pensare lucidamente; si ripeteva che era solo la sua immaginazione, ma ormai non ne era più tanto convinto.

Qualcuno cominciò a battere sulla porta, facendola tremare. Pory era terrorizzato. La porta non avrebbe retto a lungo e lui non sapeva come resistere a chiunque ci fosse dall'altra parte. In un cassetto riuscì a scovare un vecchio coltellino svizzero, se lo infilò in tasca e spense la torcia: magari al buio non lo avrebbe visto. Si accucciò dietro la porta e aspettò. Tremava e ansimava. Si coprì la bocca con la mano per evitare di farsi sentire. Alla fine lo sconosciuto riuscì a liberare l'entrata e calò nuovamente il silenzio. Per quanto potesse vedere nel buio non notò nessuno entrare.

Panico. Dov'era Tricky? Scrutò ogni angolo, ogni mobile, ogni anfratto della stanza e alla fine scorse due puntini gialli dall'altra parte della camera. Decise di rischiare e accese la torcia: Tricky era acquattata sul suo letto, pronta a saltare addosso ad un eventuale aggressore. Ora che c'era una fonte di luce Pory poté vedere chiaramente il suo nemico: un'ombra informe si stagliava netta sul muro e si avvicinava minacciosamente alla gattina.

"Tricky! Vattene di lì!"

Non fece in tempo. Quella che sembrava una mano ossuta emerse dalla sagoma e si strinse attorno all'ombra di Tricky, afferrandola per la coda e trascinandola verso di sé. Parallelamente alla sua ombra, la gattina si spostava, nonostante nulla sembrava la stesse toccando.

Pory non sapeva cosa fare. Il tempo sembrò rallentare: Tricky si era aggrappata alla coperta, squarciandola, e mille piume bianche stavano sospese nella scia di luce della torcia; l'ombra continuava, inesorabile, a tirare la gattina verso il muro. Nel panico Pory afferrò il sui prezioso modellino del Tardis da sopra la scrivania e lo scagliò contro l'ombra. Il suo attacco non ebbe l'esito sperato: una raffica di vento improvvisa scaraventò il proiettile improvvisato lontano dall'ombra insieme ad alcune piume svolazzanti. Quell'imprevisto non turbò minimamente la "cosa".

Ormai Tricky era stata portata a contatto col muro. L'ombra si divincolò dalla parete, in un attimo inghiottì la povera vittima.

Pory non riusciva a respirare. Si lasciò cadere sul pavimento. Non gl'importava che quel mostro si stesse avvicinando. Tricky… aveva preso Tricky, non c'era niente che lui potesse fare. La dolce gattina che aveva da così tanto tempo… non l'avrebbe mai più rivista. Niente più carezze, niente più abbracci. Non sarebbe più stata accanto a lui mentre studiava. Non gli avrebbe più dato fastidio salendo dove non doveva. Non l'avrebbe mai più sentita miagolare per mangiare. Tricky non sarebbe più tornata da lui.

Una calda lacrima gli rigò la guancia.

Tutto il suo dolore si tramutò in rabbia nei confronti di chi gli aveva portato via Trichy. Fece un respiro profondo ed estrasse il coltellino dalla tasca. Focalizzò il mostro informe davanti a lui. Non era più un ombra sul muro, ne era uscito. Ora era vulnerabile, poteva essere colpito. Era tutta colpa sua! Si scagliò contro l'ombra con tutte le sue forze, urlando, il coltello stretto in mano.

D'un tratto all'ombra si sostituì un lampadario. Il buio opprimente di poco prima non c'era più, al suo posto un raggio di sole illuminava la stanza. Era sdraiato, con la bocca ancora aperta in un muto grido disperato. Girando la testa notò di essere a letto in camera sua. Era solo un sogno? Stava quasi piangendo dalla gioia. Subito si sedette ed esaminò la stanza: Tricky era lì, accanto al suo letto. La prese in braccio e la strinse forte. Finalmente poté tirare un sospiro di sollievo. Un ampio sorriso si stampò sul suo viso. Nella sua testa il ricordo della paura e del dolore si stava sgretolando, come un sogno che andrà  dimenticato.

Scusate se ho postato così tardi, ma proprio non sono riuscita a metterlo prima ^^' Mi piaceva quest'idea e, non so voi, ma a me capita spesso di fare sogni dettagliati di questo genere. Non mi aspetto di vincere, ma mi sono divertita a scriverlo xD

NB: molte delle cose me le sono inventate (in effetti praticamente tutto), ma scommetto quello che volete che Pory dà  davvero tonno a Tricky e che il modellino del Tardis ce l'ha u.u

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Autore dell'elaborato: Pokémonmaster98
Titolo dell'elaborato: Una nuova speranza
Gold Users scelto: Flamiya

 

Una piccola premessa: per capire meglio il racconto bisognerebbe conoscere il mondo creato da G.R.R.Martin nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco/Il Trono di Spade. Ho cercato di non utilizzare dei dettagli particolari o comunque di spiegare alcune cose che sono presenti nel libro per capire meglio alcune parti, tuttavia potrebbe non essere così in tutti i casi.

Comunque, buona lettura.

 

Il Quartiere delle Pulci era molto affollato quella notte, e nessuno si accorse di quella figura avvolta da un mantello che si muoveva tra le strade in cerca di qualcosa. I bordelli emanavano pesanti odori di vino percepiti anche all’esterno, e le strade erano piene di ubriachi. La situazione era alquanto normale per una notte tra quelle vie, ma la figura avanzava velocemente perdendosi nell’intricato quartiere e deviando nei minuscoli vicoli di quella città .

Una corrente d’aria le tolse il cappuccio, rivelando una ragazza con i capelli scuri lunghi fino alle spalle.

La giovane continuava a camminare controllando gli spazi intorno a lei, per evitare di essere seguita. Girò nella stradina alla sua sinistra continuando a pensare all’incarico affidatogli. Abbastanza semplice, ma fondamentale per l’esito di quella guerra in corso a Westeros. Se non avesse portato a termine il suo compito la pretesa del rivoltoso Robert Baratheon al trono sarebbe potuta essere messa in pericolo.

Svoltò a destra dopo aver passato altri due incroci, comparando quel dedalo di strade a quelle della città  da cui proveniva. Braavos era una città  completamente diversa da Approdo del Re, ma sotto alcuni aspetti erano molto simili tra loro. Quel retaggio stradale le riportava in mente la distribuzione dei numerosi ponti che collegavano le varie isolette della città  libera, talmente tanti che pochi ne ricordavano con precisione il numero esatto. Ogni isola, anche la più piccola, era collegata ad altre da svariati ponti di dimensioni e strutture diverse, e il grande acquedotto che passava per la città  raggiungeva con le sue diramazioni anche i più piccoli scogli abitati.

La ragazza non avrebbe mai voluto imbarcarsi in quella missione pericolosa, ma era scampata alla morte grazie all’aiuto di un uomo e doveva una vita al Dio dai Mille Volti. La sua vita era stata allontanata dalla chiamata della Morte, ma ora un’altra vita le doveva essere donata in cambio di quella risparmiata. Era la regola, la regola del suo ordine. E per esaudire il desiderio di quell’uomo che l’aveva salvata aveva dovuto salpare per il mare e arrivare ad Approdo del Re, in Westeros. Era stato un lungo viaggio, e tutto per offrire una vita al dio della morte.

Imboccò una viuzza alla destra in cui i rifiuti dominavano incontrastati ed entrò in una casa vecchia e pericolante. Sfondò la porta e si guardò intorno, cercando di vedere qualcosa nell’oscurità  in cui si trovava.

Sentì dei rumori provenire poco lontano da lei da una stanza attigua e facendosi guidare dai deboli scricchiolii di un’asse del pavimento si spostò nell’altra sala nel momento stesso in cui veniva accesa una candela. La luce era ancora fioca, ma abbastanza chiara da permettere di distinguere una figura alta lì vicino e un letto poco distante su cui una figura con un abbondante seno era seduta, irrigidita dalla paura.

La luce notturna che filtrava dalla finestra insieme a quella della candela delinearono poco chiaramente i lineamenti delle tre persone. L’assassina capì subito di aver trovato colui che cercava: corrispondeva perfettamente alla descrizione che gli era stata fatta. Aveva i capelli dorati tagliati molto corti, quasi invisibili, che però sarebbero riusciti a far brillare il cranio in una giornata assolata. Il naso piccolo e schiacciato e le folte sopracciglia mettevano in risalto quegli occhi viola tipici della casata Targaryen. Non c’era dubbio, era quello il *censura*, l’oggetto della sua lunga ricerca attraverso i due continenti. Le voci che dicevano che esisteva al mondo un figlio *censura* di Jaehaerys II, fratellastro del Re Aerys, erano vere. Una volta che l’esercito del re sarebbe stato sconfitto dall’unione dei Baratheon, degli Stark, degli Arryn e dei Tully e gli eredi al trono giustiziati, l’unico che avrebbe potuto cercare di aspirare al trono essendo legato alla discendenza dei Targaryen era quel *censura* trentenne. Una delle tante possibili minacce che probabilmente non avrebbero mai potuto interferire con la salita al trono di Robert Baratheon, ma che era meglio eliminare prematuramente.

La ragazza estrasse una sottile daga affilata dal mantello e con un affondo veloce lacerò la pelle dell’uomo affondandogli l’acciaio nel cuore. Rimosse la lama e guardò quella vita spezzarsi dopo pochi attimi.

“Valar Morghulis†La giovane, dopo aver sussurrato quelle parole, si allontanò dal cadavere, rivolgendo un’occhiata alla donna che era rimasta ferma immobile su quel letto, valutando se ucciderla o meno.

Decise di risparmiarla, l’unico vero dio aveva già  avuto quanto gli spettava. Non c’era bisogno di dover stroncare un’altra vita.

S’incamminò verso l’uscita ripulendo la daga su una tenda vicino la finestra e riponendola in una tasca del mantello, e scostando una ciocca di capelli dal viso uscì dalla stanza.

“Perché?†La donna sul letto si era alzata e si stagliava dietro di lei, alta pochi pollici più della ragazza. “Perché l’hai fatto, non ti aveva fatto nulla di maleâ€.

“Una vita è stata tolta al Dio dai Mille Volti, e colui che l’ha salvata ha deciso che la vita di quest’uomo dovesse essere concessa al dio come rimpiazzo. Ho solo eseguito la sua volontà  donando alla Morte una vita al posto della mia†La giovane si voltò per guardare in viso la donna, nuda come il giorno in cui era venuta al mondo, e dal portamento capì che aveva venduto il suo corpo a quell’uomoâ€.

“Era un buon uomo, non ha mai fatto nulla di male†Rischiarata dalla fioca luce della candela la venditrice continuava a tremare, pensando di poter fare la stessa fine dell’uomo con cui aveva già  giaciuto decine di volte. “Ci siamo conosciuti da piccoli, entrambi figli bastardi che non hanno mai conosciuto i loro padri. Era un innocente, un povero *censura* che stava vivendo la sua vita come meglio potevaâ€.

“Il suo sangue era di stirpe reale, questo disse l’uomo che pronunciò il nome di Rodden Waters a questa donna di nome Flamiyaâ€. La ragazza aprì la porta e cominciò a scendere i gradini. “Il dio della morte ora ha avuto la sua parte. Questa donna di nome Flamiya gli ha concesso ciò che è suo di diritto.â€

La giovane uscì dalla stretta via in cui era entrata continuando a perdersi nei meandri del Quartiere delle Pulci. Trovò un piccolo magazzino vuoto e vi entrò dentro, poi si passò una mano sul volto. Gli occhi celesti divennero castani, il naso più grande e i lineamenti del volto più giovanili rispetto a prima.

Un’ora dopo oltrepassò la Porta del Fango sorvegliata da alcuni giovani soldati della Guardia Cittadina. Le cappe dorate sembravano stanche e non la degnarono di uno sguardo.

Flamiya andò verso le banchine del porto cominciando a cercare una barca braavosiana. Il sole stava sorgendo dal mare fornendole la luce, il mare tranquillo era come una pianura d’erba. Aveva poco tempo, le barche avrebbero salpato presto sfruttando la marea. Individuò una barca di Braavos due banchine più avanti di dove si trovava, e mentre camminava cercò la moneta di ferro. Invece del soldo la sua mano si ritrovò a stringere la daga incrostata da quel poco sangue che non era stato tolto sulla tenda.

La ragazza si fermò accarezzando l’elsa. Ripensò a tutte le morti che aveva portato a tante persone, ripudiando ciò che aveva fatto.

Estrasse l’arma e la scagliò nel mare con una rapidità  che molti avrebbero invidiato, seguita poco dopo dalla moneta di ferro e dalle altre piccole armi di cui era munita Flamiya.

Fece un respiro profondo, eliminando dalla sua mente i volti dei cadaveri delle persone che aveva ucciso. Decise che quello sarebbe stato il suo passato, non si sarebbe più resa partecipe di alcun assassinio. Avrebbe cambiato vita, cercando di farsi una famiglia. Sì, le piaceva quel pensiero.

Si girò rivolgendo la schiena alla distesa d’acqua e tornò indietro, uscendo poi dalla città . Prese un cavallo e si allontanò in fretta da Approdo del Re, evitando le cappe dorate e le loro pretese. Percorse un tratto della Strada del Re per poi uscirne e dirigersi ad ovest, verso quella che sarebbe stata una nuova vita. Si voltò indietro e le sembrò di vedere in lontananza un esercito dirigersi verso la capitale dei Sette Regni, gli stendardi color porpora e oro. Forse ben presto il regno di Aerys II Targaryen sarebbe finito. Nel suo viaggio aveva sentito molte storie su quel re, definito folle per aver bruciato vivi alcuni dei suoi consiglieri.

Flamiya si lasciò alle spalle la città  e le preoccupazioni, continuando a percorrere la campagna pensando al futuro, a una nuova casa e a un marito. E a dei bambini, dei piccoli dolci bambini. Era un nuovo sogno, ben diverso da tutto ciò a cui aveva pensato prima.

Il sole ormai alto illuminava quel campo verde e alcuni piccoli laghi riflettevano la luce solare come degli specchi. Le sembrò di scorgere anche dei piccoli arcobaleni. Gli arcobaleni simbolo di speranza, di una rinascita dopo la tempesta. Sarebbe andata lontano e avrebbe vissuto la sua vita, così come l’avrebbero fatto tutti gli altri esseri umani, senza dover pensare di continuo alla morte. Tutti dovevano poter vivere. Valar Dohaeris.


 

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Autore dell'elaborato: Peter Pan


Titolo dell'elaborato:  Viaggi nell'inconscio


Gold Users scelto: Porygon Z


 


 


Col sopraggiungere della notte calò il silenzio nella piccola cittadina di Ashachu. La luna accarezzava i tetti delle case mentre  un tenue venticello solleticava le fronde degli alberi.


Sembrava che tutti stessero dormendo, ma in realtà  non era così. Difatti c’era ancora un ragazzino che non ne voleva proprio sapere di andare a letto.  Il suo nome era Porygon-Z ed era intento a realizzare un gran capolavoro. Difatti, si era iscritto al grande Concorso internazionale di disegno. Il vincitore avrà  la possibilità  di compiere un viaggio in Giappone e di fare la conoscenza dei più importanti illustratori e lavorare con loro.


Porygon-Z voleva vincere, ma la traccia era complicata e non credeva di farcela. Essa, infatti, consisteva nel realizzare il proprio inconscio. Mancavano solo 7 ore alla consegna.


I minuti passavano e non gli venivano idee.


Continuava ad arrotolare e gettare via i bozzetti. Nessuno lo soddisfaceva.


Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Pensava che ormai non c’era più niente da fare e doveva rinunciare a quel premio che tanto lo allettava, a quel grande sogno nel cassetto.  


Ad un certo punto sentì una specie di strana risata provenire dall’esterno della casa. Si affacciò e vide che nel giardino vi era un pozzo che però non vi era mai stato.


Si vestì alla svelta ed andò a controllare.


Le risate continuavano insistentemente e sembravano provenire proprio da quel pozzo.


Porygon-Z si sporse per vedere di riuscire a scorgere qualcosa al suo interno, ma niente, era troppo buio. Ad un tratto sentì come una spinta e cadde all’interno di quel tetro e profondo pozzo.


Inizio a lanciare urla disperate. La fine sembrava non arrivare mai e ormai credeva di essere spacciato, ma ecco che fu colto da una luce accecante.


Si sentiva improvvisamente leggero e intorno a sé vi erano tante nuvole colorate. L’aria era intrisa dei profumi della Primavera.


“Scusi, ma lei chi è, buon uomo?†sentì ad un certo punto. Così si voltò e vide uno strano essere dalle sembianze in parte di volatile e in parte di uomo.


Porygon-Z era alquanto perplesso e rispose: <<Chi sono io? Casomai chi è lei? O meglio cosa è, dato che non è né un umano né un uccello, ma sembra entrambi>>.


<<Ah!Chi sono io?! Ahahahah. Mi chiamo TogeOnix e sono il guardiano di questo posto>> rispose a gran voce quell’essere.


Porygon-Z non si fidava molto di lui. Si domandava tra sé se quello avesse tutte le rotelle al proprio posto.


Ad ogni modo provò a chiedergli quando avrebbe smesso di galleggiare e avrebbe raggiunto la terra.


TogeOnix riprese a ridere e gli rispose dicendo: <<La terra? Perché vuoi raggiungere la terra? Non ti piaccio galleggiare in mezzo a queste vivaci nuvoli colorate?>>


Porygon-Z iniziò a pensare che i suoi dubbi corrispondevano ormai alla realtà  dei fatti. Quello era veramente matto. Tuttavia gli disse: <<Sarà  anche un bel posto, ma io non voglio galleggiare per sempre. Ho bisogno di tornare coi piedi per terra!>>.


<<D’accordo. SE è questo che vuoi allora sappi che per farcela devi chiudere gli occhi e pensare al tuo più bel ricordo, quello che ti ha fatto sentire tanto leggero quanto felice>>.


Porygon-Z lo guardò con sguardo attonito, ma fece come suggeritogli. Chiuse gli occhi e provò a cercare tra i ricordi.


Eccolo! Il ricordo più bello!


Era circa cinque anni fa. I suoi genitori gli regalarono un seti di disegno tutto per lui. Matite colorati, fogli, chine ecc… Si sentiva così felice che si mise subito all’opera. Fece una marea di disegni. E il primo aveva proprio la smetto metà  di un uomo e metà  di volatile.


A quel punto riaprì di scatto gli occhi, ma TogeOnix era scomparso così come le nuvole colorate.


Ora era in una tetra e fitta foresta. Il cielo era coperto dai lunghi e intricati rami delle numerose querce che lo attorniavano.


A malapena vedeva dove andava. In lontananza, però, sentì una strana melodia tanto bella quanto malinconica. Provò così dirigersi verso il luogo ove essa proveniva.


Una volta arrivato vide una figura femminile avvolta da una lunga veste nera. I capelli erano corti e davano così la possibilità  di mostrare i suoi splendidi orecchini a forma di cuore.


Aveva una lira in mano e, quasi non si fosse accorta della presenza del ragazzo, continuava a suonarla.


Porygon-Z, con voce bassa e roca si rivolse a lei e le disse: <<Scusa se interrompo la tua melodia, ma chi sei tu? Come mai la tua melodia è tanto malinconica?>>


La fanciulla, senza smettere di suonare, si rivolse a lui e gli disse : <<Io sono, Flamiya, la guardiana di questa sperduta e triste foresta. La mia melodia rispecchia il battito del tuo cuore. Quel lato che tieni celato a te stesso, ma ogni tanto viene fuori>>.


Porygon-Z si sentì gelare il sangue e rispose dicendole:  <<Come? Il battito del mio cuore? Non capisco. Non so neanche cosa ci faccio qui. Io voglio solo poter tornare a casa>>.


Flamiya, allora, gli rispose: <<A casa? In un certo senso ci sei già . Ad ogni modo, se vuoi uscire da questa foresta, devi chiudere gli occhi e riportare alla mente il tuo più triste pensiero. Quello che sembra celato dietro tanti rami ed invece è sempre lì, pronto ad essere rievocato e a farle sempre più male>>.


Porygon-Z, allora, chiuse gli occhi, sebbene questa richiesta lo spaventava.


Tentennò a trovare tale pensiero, ma eccolo! Lo trovò!


Era trascorso un mai un anno. Il suo migliore amico, Latios’, aveva dovuto abbandonare la città  per andare a vivere, a causa degli impegni di lavoro del padre, in America.


Per giorni Porygon-Z stette chiuso in casa a guardare le foto assieme a Latios’. Tante belle avventure ormai divenute solo un lontano ricordo.


Per giorni non riuscì più a prendere una matita in mano. Solo l’arrivo di una sua lettera di conforto lo portò a riprendere disegnare. In allegato a quella lettera vi era un CD contenente una canzone alquanto malinconica.


Quella canzone era la stessa che stava riproducendo la fanciulla. Se ne era accorto solo ora.


Aprì così immediatamente gli occhi, ma la fanciulla si era dissolta assieme a quella foresta.


Si trovava in mezzo ad una fitta nebbia.


<<Porygon-Z! Vieni, ti sto aspettando>> sentì ad un certo punto.


Non sapeva dove stesse andando, ma continuava il ripetersi di quella voce.


Ad un tratto, innanzi a sé, vide un immane tempio dorato.


A passo lento e accorto vi entrò.


Si trovò a faccia a faccia con un immane uomo barbuto seduto su un tappeto svolazzante.


  <<Dimmi Porygon-Z.Hai fatto chiarezza in te stesso?>> disse l’uomo.


<<Come prego? Ma lei chi è?>>


<<Io sono Dina, il guardiano della tua mente. Solo tu puoi trovare la chiave che ti permetterà  di uscire da qui. Devi capire cosa ti blocca. Devi fare in modo che i bei ricordi e quelli brutti escano fuori senza danneggiarti. Solo così troverai la pace con te stesso e riuscirai nell’intento di finire il tuo lavoro>>.


Porygon-Z era alquanto frastornato, ma forse, secondo lui, l’omone aveva ragione.


Chiuse gli occhi e ripensò al viaggio tra le nuvole colorate e la fitta foresta, ai ricordi tirati fuori e finalmente riacquistò quella sicurezza che credeva di aver perso.


Li riaprì e si trovò in camera sua.


Che quello compiuto fosse stato solo un sogno?


Beh, ad ogni modo sentì di aver avuto l’idea! Disegnò quindi le nubi, lo strano essere mezzo pennuto e mezzo uomo, la fanciulla, la foresta, la nebbia, il tempio e l’omone. Il tutto in modo molto accurato.


Si sentì soddisfattissimo e lo presentò al Concorso.


Dopo settimane arrivò l’esito. Sua mamma gli portò la busta.


Temeva ad aprirla.


Lo fece. Ecco l’esito: aveva vinto! Primo premio!!!


Era felicissimo. Urlo di gioia.


Nell’euforia fece cadere il mobiletto dei ricordi. Tutta la roba che vi era al suo interno cadde. Tra queste vi era un disegno. Il primo disegno. Era quell’omone sul tappeto volante. Era stilizzato poiché si trattava del suo primo disegno di 5 anni fa.


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Dichiaro chiuso il contest di scrittura.


Qualsiasi elaborato postato dopo questo commento non verrà  valutato.


Ringrazio tutti per la partecipazione, i risultati verranno resi noti il prima possibile (indicativamente venerdì). ^^


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Ringrazio tutti per la partecipazione, i risultati verranno resi noti il prima possibile (indicativamente venerdì). ^^

Oggi a che ora?Io parto per 3 giorni alle 13 D:

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Oggi a che ora?Io parto per 3 giorni alle 13 D:

Come ho scritto nel messaggio precedente, saranno comunicati venerdì, cioè domani.

Dateci il tempo di leggerli e valutarli. ;)

 

Comunque non ti preoccupare, anche se sarai via, in caso di vittoria, diventerai automaticamente SU.

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Come ho scritto nel messaggio precedente, saranno comunicati venerdì, cioè domani.

Dateci il tempo di leggerli e valutarli. ;)

 

Comunque non ti preoccupare, anche se sarai via, in caso di vittoria, diventerai automaticamente SU.

..Quindi oggi e'giovedi'? o___o

Credevo era oggi venerdi' o.o

Capito,meglioH,ma..aspe',come faccio a diventare SU se saro'via? o.o E se esauriscono la bambola di Cresselia,esclusiva dei SU appunto mentre sono via e sono diventato SU? T_T Cresselia D:

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..Quindi oggi e'giovedi'? o___o

Credevo era oggi venerdi' o.o

Capito,meglioH,ma..aspe',come faccio a diventare SU se saro'via? o.o E se esauriscono la bambola di Cresselia,esclusiva dei SU appunto mentre sono via e sono diventato SU? T_T Cresselia D:

Diventerai SU perché Manuel preleverà  i PP dai miei (sì, lo so che non ho abbastanza PP ma stasera devo vendere un po' di cose al mercatino, state tranquilli xD) e farà  diventare voi SU.

Anche per la bambola di Cresselia non devi assolutamente preoccuparti, infatti ci sono ancora 228 disponibilità , non finiranno in tre giorni. ;)

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Diventerai SU perché Manuel preleverà  i PP dai miei (sì, lo so che non ho abbastanza PP ma stasera devo vendere un po' di cose al mercatino, state tranquilli xD) e farà  diventare voi SU.

Anche per la bambola di Cresselia non devi assolutamente preoccuparti, infatti ci sono ancora 228 disponibilità , non finiranno in tre giorni. ;)

 

Capito.Allora in caso vinco io(seh,continuo a sperarci inutilmente)quindi saro'SU automaticamente.CapitoH ~ 

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Chi ha vinto :3?

Ciao, scusa se rispondo solo adesso ma ero in viaggio.

Allora, devo ancora ricevere alcune votazioni, e spero di averle per domani.

Appena avrò il nome del vincitore aprirò una discussione, state tranquilli.

Scusate per il ritardo. ^^

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