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[Darken]Pokémos[Part 1-*]


Darken

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Eccoci qui :)

 

 

 

CAPITOLO 76: SEI SOLO UN PICCOLO, INSIGNIFICANTE POKéMON D’ACQUA

 

 

Spoiler

Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 20/06/4783, circa le 18
Per circa un’ora, i pokémon dell’Organizzazione proseguirono per la loro strada, senza accorgersi di essere seguiti, a breve distanza, da Mud, Trubbish e Zorua. I tre si tenevano ben nascosti, senza mai uscire allo scoperto, in attesa. Alla fine, arrivarono in un punto che era esattamente come volevano: un incrocio di quattro vie poco illuminate.
«Adesso.» sussurrò Mud.
«D’accordo.» Trubbish aprì la bocca, da cui uscì un’enorme nuvola di Velenogas. In breve, la nuvola invase l’intero corridoio, incluso anche il punto in cui si trovavano i quattro pokémon.
«Cos’è questa… cough cough… roba? Mi lacrimano gli occhi.» Gridò Houndoom, tra un colpo di tosse e l’altro.
«Non lo so… cough… non ci sono trappole in questa zona. Non ci vedo dannazione.» Rispose Pangoro.
Krokorok aveva gli occhi pieni di lacrime. La resistenza al Veleno protegge dagli attacchi, non dai gas velenosi. Si mise a tossire a ripetizione, guardandosi intorno vedendo ben poco.
Ben diverso era Bisharp. Lui non subiva gli effetti del Veleno. Ciònonostante vedeva quasi solo la nebbia violacea che avvolgeva i quattro.
«Vai Zorua.» Disse Mud, masticando una Baccapesca e tenendo gli occhi bassi.
«Sì» rispose quello. Vorticò su se stesso, e un attimo dopo era Pangoro in tutto e per tutto.
«Da questa parte!» Gridò, con la stessa voce del pokémon, dal fondo del corridoio di sinistra. Ruotò di nuovo, ridiventò se stesso per strisciare in silenzio tra i nemici si tuffò nel corridoio a sinistra e ridiventò nuovamente Pangoro.
«Per di qua!» Poi si trasformò in Houndoom e si buttò tra il Velenogas, ingoiando in un sol boccone la Baccapesca. Arrivato a sinistra riprese a gridare.
«Per di qua stupidi! Non ascoltatelo!»
E così via, da destra, da sinistra, il tutto per dividere i nemici.
A un certo punto, Trush fischiò. Era il segnale. Non sarebbe più riuscito a continuare ad emettere il Velenogas, quindi Zorua doveva ritirarsi. Velocissimo, il pokémon si ritrasformò in sé stesso.
Dei quattro pokémon, solo due erano ancora lì. Houndoom e Pangoro si guardarono intorno, ma di Krokorok e Bisharp nessuna traccia.
«Dove diavolo sono finiti?»
«Credo siano stati attirati nella trappola. Qualcuno ha imitato le nostre voci. Suppngo che si siano fatti fregare.»
«Idioti. Vorrei andare a recuperarli, ma non voglio perdere tempo. Continuiamo. Tanto, finchè ho la targhetta, quando usciremo noi usciranno anche loro.»
«E coi nemici che facciamo?»
«Che facciano quello che vogliono. La prossima volta non sarò impreparato.» Disse Houndoom, il fumo che usciva dalla bocca.
«Oh, neanch’io.» Disse Pangoro. Colpì il muro con un pugno, sbriciolando la roccia, poi riprese a guidare Houndoom.
Poco lontano Mud annuì. «Bene. Da che parte sono andati i due che si sono separati?»
«Krokorok a destra e Bisharp a sinistra.»
«Bene. Voi a sinistra, io a destra. Una volta fatto, ci reincontreremo qui.»
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 20/06/4783, circa le 18
Zorua e Trubbish si precipitarono nel sentiero di sinistra. Fecero una decina di metri quando si trovarono davanti Bisharp che correva verso di loro. Quando stavano per scontrarsi, si fermarono.
«Suppongo che siate voi due i colpevoli.» Disse Bisharp. Indossava uno strano abito, simile a un giubbotto.
Senza rispondere, Zorua e Trubbish si misero in posizione.
«Lo prenderò per un sì.» Rispose Bisharp, scagliandosi in avanti. I Ferrartigli iniziarono a calare su Zorua, che però li schivò per poi scagliare un Lanciafiamme, che colpì Bisharp sul fianco. Quello imprecò e si tirò indietro, schivando il secondo Lanciafiamme.
«Bel colpo ragazzino, ma avresti dovuto mirare meglio!» Disse, afferrando Trush e Zorua e sbatttendoli entrambi violentemente a terra, causando loro parecchi danni con il Terremoto.
«E con questo dovrei avervi fatti fuori entrambi.»
Quando mollò Zorua, però, questi rotolò e riuscì a colpirlo nuovamente con un Lanciafiamme.
«Scommetto che non hai notato che ti manca qualcosa.» Disse.
Bisharp si guardò e vide che il suo Corpetto Assalto era sparito.
«Ma dove…»
«Qui!» gridò Trubbish, colpendolo con Furto con una forza elevatissima, complice il Corpetto Assalto che indossava.
«Il mio amico Trubbish ha la mano svelta, anche se solo in lotta.» Disse Zorua, sorridendo e colpendo l’avversario con un ultimo Lanciafiamme.
«Oh, ho solo imparato una o due cose da un vecchio servitore dei tempi in cui Oscuria era l’impero del crimine.»
«Avrei dovuto capire che non… non eravate avversari qualunque.» Disse Bisharp «Beh, tanto è inutile. Ve lo dirò chiaro e tondo. Avete sconfitto un Tenente, il Tenente in Comando è l’altro. E non montatevi la testa. Il capitano Houndoom vi distruggerà, se non ci penserà il Pangoro.»
Zorua scagliò un ultimo Lanciafiamme, e Bisharp crollò. Un attimo dopo, fu avvolto dalla luce e scomparve.
«Che è successo?» chiese Trubbish.
«La Targhetta lo ha spedito in superficie. Il che significa che ora sanno che è stato sconfitto.»
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 20/06/4783, circa le 18
Contemporaneamente, Mud e Krokorok si scontravano. Mud schivò i vari Gelodenti dell’avversario, ma fu colpito dalla Pietrataglio. L’avversario schivò diversi Pistolacqua, ma fu colpitò dal Colpodifango in volto.
Mud ansimò. Finora, era stato merito degli insegnamenti di Eelektross se ce l’aveva fatta. Ore e ore in cui aveva imparato il modo migliore per schivare i vari tipi di attacchi e per rispondere.
Quando l’avversario si avvicinò di nuovo con Gelodenti, lo colpì con Pistolacqua. Quando cercò di usare Pietrataglio la schivò e rispose con Colpodifango. Eppure nonostante ciò, lui si sentiva stanchissimo, mentre l’avversario non sembrava particolarmente stanco.
“Ricordati” aveva detto Eelektross “non usare Bora a meno che non sia a rischio la tua vita. Evoluto o no, non è un attacco adatto a te. Inoltre, è un attacco lento. Un avversario abile a sufficienza dopo la prima volta non si farebbe più colpire. Devi puntare tutto sul primo colpo. Non usarlo mai se non sei sicuro che sarà il primo e l’ultimo.”
«Complimenti. Sei solo un piccolo, insignificante pokémon d’acqua, eppure sei riuscito a colpirmi. Bravo. Ma ora finiamola.» E Krokorok si lanciò in avanti scagliando una Pietrataglio. Quando Mud la schivò, si trvò di fronte i Gelodenti. Non poteva schivarli, allora fece l’unica cosa possibile: scagliò Bora. L’aria gelida gli gelò la bocca mentre usciva investendo Krokorok. Quello si fermò immobile.
«Sei solo un piccolo, insignificante pokémon d’acqua. Spero che il capitano ti faccia a pezzi. Te e la tua Bora.» Poi crollò, fu avvolto da una luce bianca, e svanì.

 

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Chiedo scusa per il ritardo, ma eccolo qui.

 

CAPITOLO 77: IN UNA SFIDA TUTTO È CONCESSO

 

 

Spoiler

Città Caverna dei Ladri, Settore Sud,20/06/4783, circa le 19
Quando sentirono il rumore, Pangoro e Houndoom si girarono, trovandosi davanti Bisharp.
«Che è successo?» chiese Houndoom fissandolo.
«Due pokémon mi hanno attaccato. Li ho sconfitti.»
«Li hai uccisi?»
«Avrei voluto, ma quando sono svenuti sono stati trasportati via. Credo sia stata la Targhetta.»
«Capisco. Un ultima cosa» Houndoom si lanciò contro Bisharp, bloccandolo e puntandogli un artiglio alla gola «Chi è il Tenente in Comando tra i miei uomini?»
«Krokorok, signore.» Bisharp fissava Houndoom dritto negli occhi.
Dopo alcuni minuti che sembrarono eterni, Houndoom annuì «Sì, sei tu. Muoviamoci ora.»
Bisharp annuì.
Poco lontano, Mud e Trubbish fissarono Bisharp/Zorua seguire i due.
«Per fortuna ci sono cascati.»
«Non ne sarei così sicuro. Ho un brutto presentimento. In ogni caso, facciamo attenzione. Mi pare troppo comodo che abbia fatto a Zorua proprio una domanda di cui conosceva la risposta.»
Quella parte del piano era pericolosa. Basandosi su quello che avevano scoperto durante il combattimento, Zorua aveva assunto l’aspetto di uno dei membri dell’Organizzazione. In questo modo si sarebbe infiltrato tra i nemici. Poi si sarebbe fatto guidare fino al tesoro. “E a quel punto, o la va o la spacca.”
I cinque procedettero lungo vari tunnel, aggirando macerie e porte chiuse. Superando una trappola, Mud riflettè tra sé e sé “Se non li avessimo seguiti, non saremmo mai arrivati fin qui. Ci saremmo persi molto tempo fa, o saremmo caduti in una trappola.”
«Eccoci.» Disse Pangoro aprendo una porta nascosta nella parete. Pangoro, Houndoom e il falso Bisharp entrarono nella stanza. Mud e Trubbish, che osservavano da dietro la porta, rimasero a bocca aperta. Di fronte a loro c’era una vera e propria montagna d’oro.
«Questi tesori» disse intanto Pangoro a Houndoom «Sono appartenuti a un gruppo di ladri specializzati in furti d’oro. Pare abbiano derubato circa trecento carichi di materie preziose, prendendo sempre e solo quello, snobbando ogni altro tesoro. Puoi prendere quello che vuoi, tanto ci pagherete il doppio. Immagino che per voi i soldi contino ben poco.»
«Semplicemente lo consideriamo un pagamento per far alleare la Coalizione. In ogni caso direi che dovrebbe bastare riempirmi la borsa.»
Aprì la borsa e aiutato da Bisharp la riempì, poi lasciò che Zorua riempisse la propria.
«Bene. E adesso direi che è rimasta solo una cosa da fare.» E senza preavviso, colpì Bisharp/Zorua, facendolo volare sul mucchio d’oro.
«Credevi che fossi così stupido? Per tua informazione, il Tenente in Comando è Bisharp. Eravamo d’accordo che se fosse stato sconfitto da uno di voi avrebbe dato quella falsa informazione sotto forma di minaccia. Sapevo che voi del Gruppo eravate abili, e ho pensato di premunirmi.»
«Adesso!» Urlò Zorua, riprendendo il suo normale aspetto. Mud e Trubbish si lanciarono addosso a Pangoro e Houndoom, che respinsero l’attacco.
«Tutto qui? Credevo che avessi detto d avere nemici molto forti.» Disse Pangoro mentre il Crescipugno colpiva Mud facendolo volre indietro, accanto a Zorua.
«Lo credevo anch’io.» Rispose, mentre Trush, colpito da un’Ombrartigli volava accanto agli altri due.
«Lo sapevo. Siete troppo forti per battervi.» Disse ansimando Mud.
«E allora perché ci avete attaccato?»
«Per vincere la sfida.» E così dicendo strinse la Targhetta, che fece scomparire i tre in una luce bianca.
«Che intendeva?» Chiese Pangoro, fissando il punto in cui si trovavano prima i tre.
«Non lo so. Anche se la borsa di Zorua era piena, la mia era molto più capiente. Guarda.» Ma quando si guardò il fianco sbiancò. La grossa borsa piena d’oro non era più lì.
«Ma che…» poi capì.
 
Città Caverna dei Ladri, Esterno, 20/06/4783, circa le 20
«Ci siamo tutti?» Chiese Mud, massaggiandosi la testa. Guardandosi intorno, riconobbe la casa da cui erano entrati nella Città Caverna.
«Sì. Noi tre e le due borse.» Disse Trubbish sorridendo, indicando la borsa di Zorua e la sua.
I tre si fissarono per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere.
«Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo recuperato una quantità d’oro sufficiente per vincere la sfida. Abbiamo vinto. Senza la borsa, non potranno mai portare così tanto oro.»
«Merito del tuo piano.» Disse Trubbish
«Già. Devo farti i complimenti. Ci siamo appena conosciuti, ma hai saputo usare le nostre capacità al meglio. Hai usato sia il Furto di Trubbish sia la mia abilità al meglio, come se le conoscessi da anni.» Annuì Zorua.
«Ho avuto il miglior maestro di Pokémos.»
Uscendo, i quattro si diressero verso il punto in cui dovevano consegnare i tesori. Arrivati, mostrarono il contenuto a Scrafty, che annuì e prese nota del peso, per poi iniziare ad analizzare la qualità e quantità d’oro.
«Oh, è tutto oro di prima qualità. Tutto creato fondendo Granpepite, la miglior qualità d’oro che esista. Sì, davvero niente male. Siete i primi a tornare carichi, gli altri che sono arrivati erano stati battuti da qualcuno.»
«Mi domando chi possa essere stato.» Disse Zorua, lanciando un occhiolino agli altri due.
«Beh, suppongo siate stanchi. Laggiù ci sono i Re, i Generali e il resto del seguito. Potrete riposarvi là.»
Mud annuì e i tre si diressero verso il campo.

 

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CAPITOLO 78: BATTAGLIA NELLA CITTÀ CAVERNA DEI LADRI

 

Spoiler

Città Caverna dei Ladri, Settore Nord, 20/06/4783, circa le 19
Nelle due ore successive, Raichu e la sua squadra esplorarono in lungo e in largo la Città Caverna, cercando di scoprire dove avrebbero potuto trovare tesori preziosi. I loro sforzi furono ripagati da un cofanetto di Grandiperle e una piccola scatola di Pepite, ma era ancora poco.
«Eppure dovrebbero esserci dei covi piuttosto grandi. Non riesco a capire come abbiamo fatto a trovare così pochi oggetti.» Commentò Emolga.
«Si tratta di una buona quantità, ma non penso che ci basterà per vincere. Quello che dobbiamo fare è trovare la base di un quello che era un grosso gruppo criminale.» Rispose Flaaffy.
«Magari un covo di pirati del Fiume Draak.» Disse Tri.
«Sì, ma temo che a nascondere i loro tesori qui fossero soprattutto banditi, che suppogo avessero meno tesori in loro possesso.» Rispose Raichu.
«Non è detto. Zorua durante il viaggio da Black Hole mi ha raccontato parecchie storie piuttosto spaventose sui pirati di Oscuria. La zona a sud est di Oscuria è un intrico di fiumi e canali, ideale per nascondersi, e quindi infestata da pirati che spesso e volentieri attaccavano anche le città vicine e lontane dal fiume, per poi nascondere il bottino nella Città Caverna, un luogo sicuro e ben sorvegliato.» Commentò Tri.
«Capisco. Beh, speriamo di trovare una buona zona.» Quando svoltarono l’angolo però fecero il peggior incontro possibile: si trovarono davanti Arbok, insieme a uno Skuntank, un Crobat e un Toxicroak.
Per un momento nessuno parlò, poi da entrambe le parti furono lanciati diversi attacchi. Fulmini, Pantanobombe, Eterelame e diversi altri attacchi si scontrarono a mezz’aria generando diverse esplosioni. Mentre il fumo si diradava le due squadre iniziarono a studiarsi più lentamente.
«Oh, salve. Non credevo vi avrei incontrato così presto.» Commentò Arbok sorridendo, mostrando una chiostra di denti ben poco rassicurante.
«Se è per questo neanche noi.» Commentò Raichu in risposta.
«Cosa ne direste se sistemassimo la cosa in fretta? Sapete, abbiamo una sfida da vincere.»
«Oh, non credo proprio.»
«Quanti tesori avete preso?» Si intromise Skuntank, fissandoli truce.
«Stai calmo.» Gli disse Arbok, facendo un cenno con la coda.
«Posso farli fuori capo?» chiese Toxicroak, arcigno.
«Mi associo. Noi due potremmo occuparcene senza problemi.» Annuì Crobat, convinto.
«Perché non ci provate?» Rispose Emolga.
«Già, vediamo!» disse Tri, sorridendo.
 «Fermi!» Sbottarono contemporaneamente Raichu ed Arbok.
«Vedo che almeno uno di voi ragiona.» Commentò Arbok.
«Stavo pensando la stessa cosa.»
«Va bene, facciamola finita. Prendete quello che avete preso e andatevene, prima che io cambi idea. Forse non è tanta roba, ma magari basterà.» “O magari no.”
«Non credo proprio. Perché non ve ne andate voi?»
Arbok scoppiò a ridere «D’accordo. L’avete voluto voi. Toxicroak, Crobat, fateli fuori.»
«Sì!» Risposero i due all’unisono.
Crobat e Toxicroak si lanciarono contro i quattro. Flaaffy e Tri si misero in mezzo, preparandosi a fermarli. Crobat colpì Flaaffy con Eterelama, ma questi rispose con un Fulmine. Continuarono a scambiarsi attacchi a distanza, poi Flaaffy trovò un’apertura tra gli attacchi e arrivò accanto a Crobat.
«E adesso vediamo cosa fai con questo.» E il Tuonopugno colpì Crobat in pieno petto.
«Non mi ha fatto nemmeno il solletico. E tu che ne dici di questo?» E l’Aeroassalto colpì Flaaffy.
«Non l’ho quasi sentito.» Flaaffy si lanciò contro Crobat e lo colpì con un secondo Tuonopugno.
Crobat arretrò. “Posso dire quello che mi pare, ma questi colpi fanno male.”
Flaaffy credette di schivare il secondo Aeroassalto, ma lo spostamento d’aria causato dall’alta velocità lo colpì comunque. “Dannazione, non posso schivarlo.”
Dopodichè i due iniziarono a scambiarsi i colpi. Quando ormai erano entrambi stremati, Corbat fece un passo falso. I due si scambiarono un altro colpo, e Crobat crollò a terra.
Contemporaneamente, Tri e Toxicroak si scontrarono. Tri colpì per primo con un Fulmine, che però fu schivato da Toxicroak che rispose con una Velenpuntura. Il colpo centrò in pieno Tri che volò all’indietro.
Emolga si preparò a lanciarsi in avanti, ma Raichu lo trattenne.
«Perché Capitano? Tri è in pericolo.»
«Non sottovalutarlo. Mi fido di Tri e di Eelektross. Sono sicuro che riuscirà a vincere questa sfida. E tu dovresti credere in lui. Potremo sempre intervenire se le cose si mettessero male. E francamente mi preoccupano di più Arbok e Skuntank.»
Emolga sospirò e annuì, tenendosi però pronto a scattare. Osservando il capitano, si rese conto che anche lui era pronto a scattare in avanti se Tri fosse stato in pericolo.
Tri schivò una seconda Velenpuntura e rispose scomparendo sottoterra.
«Credi che non abbia mai sfidato un’avversario con Fossa?»
«No, credo solo che tu non abbia mai sfidato me.» Disse Tri apparendo da dietro il pokémon e scagliandoli contro un Fulmine.
«Ho visto di meglio.» Toxicroak saltò di lato, venendo colpito solo di striscio, poi rispose con uno Spaccaroccia che colpì Tri in pieno petto.
Emolga stava per scattare, ma venne trattenuto di nuovo. Stava per lamentarsi, ma poi vide lo sguardo del capitano. Era concentratissimo, pronto a colpire nel momento stesso in cui le cose si fossero messe male. Ma c’era anche qualcos’altro nei suoi occhi.
«Avanti, rispondi a questo.» Disse Tri. E il corpo prese a caricarsi di elettricità. Quando fu carico al massimo, l’energia venne rilasciata in avanti, in una sfera, colpendo Toxicroak che crollò a terra all’istante.
«Ma quello era il Locomothunder!» Esclamò Emolga.
«Anch’io e Eelektross lo pensavamo all’inizio, quando me ne ha parlato.ma non è così. Il Locomothunder scarica una grossa quantità di energia elettrica sul corpo, che viene dispersa solo quando si entra in contatto con l’avversario. Questo attacco funziona in modo diverso. L’elettricità accumulata si scarica appena finito, e viene lanciata contro l’avversario. Si potrebbe definire la versione speciale del Locomothunder.»
«Ma com’è possibile?»
«Io ho un’idea, ma è talmente improbabile che non ci credo.»
«Sarebbe?»
«Mio fratello era ancora un uovo, ricordi? Ed è probabile che abbia ereditato poteri come i miei, o quantomeno simili.»
«Quindi secondo lei…»
«Potrebbe essere. Non posso esserne certo finchè non glielo chiederò. Ma non è questo il momento.»
«Già.» Disse Emolga, e i due superarono Tri e Flaaffy, preparandosi ad affrontare Arbok e Skuntank.

 

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CAPITOLO 79: IL PROGETTO S CONTRO IL LOCOMOTHUNDER

 

 

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Nord, 19/06/4783, circa le 20
Mentre i due Tenenti sconfitti da Tri e Flaaffy svanivano in un lampo di luce, Raichu ed Emolga superavano i due compagni, ponendosi di fronte ad Arbok e Skuntank.
«Loro sono andati. Adesso tocca a voi due.» Commentò Raichu.
«Skuntank, io mi occuperò di quello a terra. Tu prendi quello in volo.» Disse Arbok, mostrando i denti. Un sorriso che non prometteva nulla di buono.
«Ricevuto.»
Un attimo dopo, Arbok si sollevò a mezz’aria. Raichu per un attimo rimase senza parole, poi capì.
«Devi appartenere a quel progetto folle di cui ho sentito parlare. Ho incontrato uno Spiritomb che possedeva svariate abilità.»
«Capitano S-29, Arbok il macellatore, al tuo servizio. Sarà un piacere farti a pezzi.»
«Non ne sarei così sicuro. Eelektross mi ha spiegato il vostro punto debole.»
«Oh, davvero? Prego, fai pure. A te la prima mossa.»
Raichu scagliò un Tuono contro Arbok, che sorridendo non fece assolutamente nulla per spostarsi. Fu centrato in pieno, e rise mentre il colpo lo investiva.
«Spiacente, dovrai fare di meglio.» Poi scagliò una Pantanobomba, che però Raichu schivò.
«Anche tu.» Rispose questi, per poi lanciarsi verso di lui a distanza ravvicinata. Entrato nel suo raggio d’azione però Arbok fu il primo ad attaccare con un Velenodenti, che però Raichu bloccò con un Codacciaio. I due attacchi cozzarono a mezz’aria, e i due arretrarono.
“Evidentemente deve possedere l’abilità Levitazione. Poi deve avere una seconda abilità che annulla l’effetto degli attacchi elettrici. Però è strano, non ho notato incrementi di alcun tipo nella sua forza o nella sua velocità. E non mi sembra neanche che il colpo l’abbia curato. Sembra quasi che sia solo immune.” In quel momento un’idea gli folgorò la mente. Schivò una Velenocoda e colpì con Codacciaio, ma Arbok schivò il colpo. Velenodenti e Velnocoda presero ad incrociarsi con i Codacciaio e a venire deviati dalle Scariche di Raichu. Una Pantanobomba colpì Raichu, che però riuscì a colpire l’avversario con un Codacciaio.
“Qualcosa non va. Queste Pantanobomba sono troppo potenti per un Pokémon che non appartiene al tipo Terra. Devo aver fatto centro.”
 I due pokémon si scambiavano colpi a una velocità allucinante. Poi Arbok sorrise «Darei un’accellerata al ritmo, che ne dici?» E aprì la bocca, da cui scagliò un Neropulsar, che Raichu schivò per un pelo. Poi, uno dopo l’altro, diversi attacchi presero a uscire dalla bocca del Pokémon. Idropulsar, Neropulsar, Pantanobomba, Eterelama e diversi altri attacchi si scaricarono contro Raichu, che riuscì a schivarli quasi tutti più per fortuna che per abilità. Quei pochi che lo centrarono però lo danneggiarono enormemente.
“Usa più di quattro mosse e molte di esse sono estremamente potenti.”
«Tu possiedi più di un tipo dico bene?» Disse Raichu.
Arbok lo guardò per qualche secondo, poi rise «Te ne sei accorto, eh? Non ti facevo così intelligente, complimenti.»
«Inoltre sei in grado di usare più di quattro mosse, e alcune di queste un Arbok non può impararle in alcun modo. Giudicando dagli attacchi, devi essere di tipo Veleno, Terra, Buio e Volante.»
«Ottimo, un’analisi accurata, i miei complimenti. Devi aver combattuto molto per essere in grado di riconoscere le mosse che subiscono un aumento di potenza per via del tipo. E ora cosa pensi di fare?»
«Ora penso che darò il massimo.» E detto ciò Raichu caricò il proprio corpo. L’elettricità prese a correre per il corpo, avvolgendolo. Quando fu carico al massimo, si lanciò contro l’avversario, il Locomothuder pronto a colpire.
«E credi che mi lascierò colpire?» Disse Arbok, iniziando a salire più in alto.
«No, credo che tu debba ancora imparare a considerare l’ambiente in cui combatti.»         
Arbok sollevò la testa e  vide il soffitto a pochi centimentri dal suo capo. E in quel momento capì che salire verso l’alto poteva essere stato un errore. “Ma non può raggiungermi quassù.”
Raichu lo guardò “Sono circa quattro metri, dovrei farcela.” Ormai si muoveva ad altissima velocità. Poi saltò. Ovviamente non riuscì a coprire i quattro metri, ma atterrando allungò la coda e la usò come leva. La spinta lo scagliò verso l’alto, dritto verso il corpo di Arbok, che fu centrato in pieno.
Quello cadde al suolo, seguito da Raichu, che però atterrò in piedi.
«Allora, ti è bastato?»
«Quindi… è questo… il Locomothuder. Adesso capisco… Perché il Capo in persona… era interessato… A quel progetto… Il tassello mancante… per il piano…» E svenne, svanendo.
 
Poco lontano, Skuntank ed Emolga si stavano scambiando colpo su colpo ininterrottamente.
“Questo tizio è un osso duro, abiutato a combattere.” Pensò Emolga, schivando il Lanciafiamme e gli Ombrartigli del nemico.
Codacciaio, Ombrartigli, Energisfera, Lanciafiamme, Aeroassalto, inseguimento, Invertivolt e Ripicca si scontravano in continuazione, in una serie di attacchi esplosiva.
Emolga però, nonostante tutto, era in vantaggio. Evidentemente il suo avversario non era abituato a combattere in una battaglia aperta due contro due. Probabilmente di solito combatteva con uno o più compagni che gli coprissero le spalle.
Emolga si slanciò contro di lui con un Aeroassalto, schivò con agilità un Lanciafiamme diretto verso di lui e colpì in pieno l’avversario.
Quello arretrò e sbuffò. L’Emolga si rivelava davvero un avversario tosto.
Quando l’ennesimo Lanciafiamme venne schivato, Skuntank vide l’Energisfera arrivargli contro, ma non fu in grado di schivarla. Il colpo lo scagliò contro il muro.
“Davvero bravo. Tsk, qui le cose si mettono male.”
In quel momento Arbok crollò.
«Sicuro di non volerti arrendere? Il tuo capo è andato.» Disse Emolga.
«Il mio capo? No, credo tu ti stia confondendo. Lui è il mio cliente.»
«Cliente?»
«Sì, hanno pagato noi Fratelli Neri per guidarli qui dentro. Ma ora smettiamola.»
«D’accordo.»
I due si lanciarono uno contro l’altro, incrociando il Codacciaio e l’Ombrartigli. Colpo dopo colpo, i due finirono per allontanarsi dal gruppo.
Alla fine, Emolga centrò Skuntank in pieno volto. Quello gridò e crollò a terra.
Emolga stava per girarsi quando del gas si sollevò dal pokémon svenuto.
“Ma che…”
Fu un istante, una scintilla, e mentre Skuntank svaniva il gas esplose.

 

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CAPITOLO 80: LA FUGA, LA CURA E I RACCONTI

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Nord, 19/06/4783, circa le 21
Raichu si guardò intorno, tossendo. «State… state tutti bene?»
«S-sì. Credo di sì.» Disse Tri.
«A-anch’io. Mio Arceus, che esplosione.» Disse Flaaffy.
«Ma dov’è…» poi vide Emolga a terra.
Raichu si avvicinò. Il pokémon respirava ancora, per fortuna.
«Emolga? Emolga!» Raichu lo scosse. «Ma perché non risponde? Se non viene trasportato fuori vuol dire che non è esausto.»
In quel momento Emolga sollevò la testa e guardò Raichu «C-Capitano. Cos’è successo?»
«Emolga! Meno male!»
«Come?! Non la sento!»
Raichu ci mise un attimo a capire la situazione. «L’esplosione deve averti danneggiato i timpani!»
«Cosa?!»
«Capitano, Emolga non può continuare in queste condizioni. Temo dovremo uscire.»
Raichu annuì. Emolga aveva bisogno di cure immediate. “Con tutta la fatica che abbiamo fatto…” Poi premette la targhetta e i quattro uscirono.
 
Città Caverna dei Ladri, Esterno, 19/06/4783, circa le 21
«Ecco l’uscita.» Disse Raichu indicando l’ingresso della città, dove aspettava uno Scrafty. «Flaaffy, Tri, voi consegnate i tesori.» Disse passando loro la borsa. Teneva ben stretto Emolga. Gli aveva prestato le prime cure con delle Bacchecedro appena erano usciti, ma nessuno di loro sapeva come usare delle bacche per ripristinare l’udito.
Si fece indicare da Scrafty la zona medica. Appena arrivato, spiegò la situazione al medico, Krookodile, che annuì.
«Niente paura, se siete usciti subito posso curarlo. Fate vedere.»
Emolga si avvicinò e il medico iniziò ad esaminargli le orecchie.
«Il timpano sinistro è lesionato, ma non in modo grave. Basteranno un po’ di cure e di riposo. Ma il timpano destro è conciato male. Scommetto che è stata l’abilità Scoppio dello Skuntank che è arrivato poco fa. Mi serviranno parecchie ore di chirurgia per sistemarlo. Ma non preoccupatevi, i danni ai timpani sono un danno che mi trovo a curare spesso. Koffing che esplodono, Skuntank con Scoppio. Per fortuna non ho nessun altro ferito grave.»
Detto ciò sollevò Emolga e sparì nella tenda medica.
 
«Beh, siete i secondi a portarci dei tesori. Hanno un discreto valore, sì.» Annuì Scrafty.
«Chi altro?»
«Credo siano passati dieci minuti da quando è uscito il gruppo del principe Zorua. Hanno portato una vagonata d’oro di prima qualità.»
«Oh, bene, dove sono andati? Credo che dovremmo raccontargli quello che è successo.» Disse Tri.
«Oh, saranno all’accampamento, ai tavoli intorno al fuoco. A quest’ora staranno mangiando.»
 
«E allora Zoroark, l’Eroe di Oscuria, fissò il re suo cugino dritto negli occhi e disse “Arrenditi, non voglio essere costretto a combattere. Hai le spalle al muro, o dovrei dire al fiume. L’esercito ti ha abbandonato e i pirati stanno scappando. Abbiamo già sconfitto tutti i generali.”» Il vecchio Shiftry, l’anziano narratore di corte, intratteneva il pubblico, inclusi i cinque re seduti al grande tavolo dal lato più largo della grande tavolata che circondava il falò.
«Quello era mio nonno.» Sussurrò Zorua a Mud, orgoglioso. I due e Trus erano seduti piuttosto vicini al cantore, quindi lo sentivano molto bene.
«Davvero?!»
«Già. Aspetta adesso viene il pezzo migliore.»
«Il cugino sorrise. Fissò l’Eroe dritto negli occhi e poi, improvvisamente, si lanciò contro di lui. I due lottarono furiosamente, usando non solo le mosse ma anche artigli e denti. Fu un terribile tornado di colpi, come non se ne sono più visti. Alla fine, ad uscirne vincitore fu l’Eroe. Quando però stava per dare il colpo di grazia al cugino, trattenne la mano. Fu in quel momento che questi lo colpì a tradimento al petto e, saltando sulla piccola barca che aveva preparato per fuggire, salpò lungo il fiume. Ma fu la sua cupidigia ad ucciderlo. L’oro caricato sulla nave era troppo, e così questa si ribaltò, facendolo cadere in acqua insieme ai tesori. Si dice che, anziché pensare a nuotare, il re caduto cercò di afferrare l’oro che affondava accanto a lui, finendo trascinato a fondo.»
«L’Eroe, fissando il fiume in cui spariva il cugino, mormorò tristemente “Hai avuto ciò che desideravi. Non volevo che finisse così, ma a ognuno ciò che si merita. Spero che l’oro ti renda felice dove stai andando.”»
Shiftry tacque, dando le spalle al falò crepitante, fissando il pubblico, che partendo dai re iniziò ad applaudire. Con un inchino, questi si sedette accanto a Trush, bevendo avidamente il succo di Baccauva.
«Sei stato bravissimo.» Gli disse Zorua, ammirato.
«Grazie mille principe. Sono felice che le sia piaciuto.» Rispose questi, sorridendo.
«Shiftry, sei stato il mio tutore quando ero piccolo, potresti anche darmi del tu.»
«Sì, potrei, ma non credo che lo farò principe. La Regina Zoroark è molto chiara a riguardo.»
«Mia madre dice che lei deve essere chiamata con l’appellativo, non io.»
«Sarà come dice lei principe, ma preferisco andare sul sicuro.»
In quel momento Tri e Flaaffy arrivarono alla tavolata, trafelati.
«Amici suoi, principe?»
«Sì Shiftry. Cos’è successo?»
Tri e Flaaffy raccontarono quanto era accaduto nella Città Caverna.
«E il medico cosa ha detto?» Chiese Mud, stupito.
«Non lo so, Raichu è andato a…»
«Eccomi.» Disse Raichu. «Il medico ha detto che il timpano destro è più lesionato del sinistro, e che ci vorranno parecchie ore per curarlo. Sono venuto a mangiare qualcosa, poi tornerò lì.»
Per un po’ i sette si limitarono a mangiare, poi, mentre Raichu si allontanava, Shiftry si girò verso Tri e Flaaffy.
«Allora, voi siete di Elettria, vero?»
«Già.» dissero i due.
«Dev’essere stato un viaggio lungo. Perché non mi raccontate qualcosa? O magari potreste raccontarmi qualche storia di Elettria. Mi piacerebbe variare un po’ i miei racconti, credo che la Regina ormai li abbia sentiti tutti.»
«Shiftry, non credo che…»
«No distrarci un po’ ci farà bene. Sono preoccupato per Emolga, e cambiare argomento forse ci farà bene. Beh, c’è la storia di Electivire II, che…»  E Flaaffy iniziò a raccontare, mentre Shiftry ogni tanto lo interrompeva per fare qualche domanda.
“Chissà come stanno Eelektross e gli altri.” Si chiese Tri, addentando una Baccastagna arrosto.

 

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CAPITOLO 81: FUGA E INSEGUIMENTO

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 19/06/4783, circa le 20
Seduti intorno al fuoco acceso da Lamp, quest'ultimo, Surskit e Draak si stavano rifocillando.
«Allora, Draak, hai proprio deciso di chiamarti così?» Chiese Surskit fissando il pokémon.
«Già. Mi piace come suona.» Rispose questi, masticando una Baccalga.
«Contento tu.» Rispose Surskit.
«Contenti tutti.» Completò Draak.
Per un po’ i tre mangiarono in silenzio, poi Lamp indicò le borse. «Mi chiedo se quello che abbiamo trovato basterà.»
«Abbi fiducia. Ci sono ancora molti posti che non abbiamo controllato e...» Iniziò Surskit, ma fu interrotto da Dragalge, che spense il fuoco e gli fece cenno di far silenzio. Surskit ubbidì, e sentì le voci che il drago aveva già percepito.
«Quindi, riassumendo, il nostro piano è di inviare le delegazioni nei paesi che più ci potrebbero causare problemi.» Era una voce femminile.
«Capisco. La Coalizione dei Cinque e Metallia.» La seconda voce sembrava essere maschile.
«Avremmo mandato ambasciatori anche a Draghia, ma la guerra della Valle Interna prosegue da troppo tempo perché possiamo cercare di placarli.»
«Ma scusa, e gli altri paesi?»
«Fatia e Mineralia hanno cacciato gli ambasciatori per motivi che non so, Normalia non ci interessa e Vulcania, Terria, Gelia e Forestia non sono posti in cui si va con piacere. Ho altri progetti nella vita che non siano perdersi in un bosco, cadere in un vulcano, finire assiderato o morire di sete durante il viaggio.»
«ma non avete basi da quelle parti?»
«Sì, ma non credo che i Capitani possano presentarsi a palazzo. Diciamo che è passato un po’ troppo.»
«Capisco. Allora…» poi la voce si interruppe «Cos’è questo odore.»
Lamp, Draak e Surskit erano nascosti in una piccola stanza laterale. Spiando dai numerosi buchi sulla porta, i pokémon riuscirono a vedere chi era a parlare. Un Umbreon e un Roserade stavano osservando i resti del falò. Dietro di loro, si intravedevano un Amoongoos e uno Scolipede.
«Allora, che ne dici Umbreon?» Chiese Roserade. La voce femminile era sua.
«Lo hanno spento poco fa. C’è ancora odore di fumo, e il legno è bagnato.»
«Quindi potrebbero essere qui in giro, giusto?»
«Credo di sì.»
«Bene.» Disse Roserade, sorridendo. Poi indicò Scolipede e Amoongoos «Voi due, trovate quei pokémon.»
«Sì capitano!» Esclamarono i due, sull’attenti. Poi si misero a controllare le porte che circondavano la stanza. Surskit li fissò preoccupato. Di quel passo, non ci avrebbero messo molto a trovarli.
«Che facciamo?»
«Potremmo aspettarli nascosti qui dentro.» Propose Draak.
«Così ne sconfiggeremmo uno, ma ci troveremmo contro gli altri tre.» Rispose Surskit, scuotendo la testa.
«Non è detto. Sareste in grado di sconfiggere Scolipede? Giudicando dalla velocità, sarà il primo a trovarci.»
«Forse, ma poi…»
«Al poi ci penserò io. Voi fidatevi.»
Surskit soppesò un attimo la situazione, poi annuì. I due si schierarono in attesa, pronti a colpire. Nel momento esatto in cui Scolipede sfondò la porta, fu colpito da una serie di Dragopulsar e Bollaraggio, crollando a terra.
 «Bene, e adesso?» Chiese Surskit, vedendo Roserade e il resto dei pokémon correre verso di loro, mentre Scolipede svaniva.
«Adesso non mollatemi per nessun motivo.» E così dicendo, Lamp li afferrò per gli arti e si lanciò contro il muro trascinandoli con sé.
Per un attimo Surskit credette che avrebbero colpito il muro, invece lo attraversarono come fosse aria.
Guardandosi intorno, la prima senzazione di Surskit fu lo stupore. Stava attraversando roccia compatta come non ci fosse.
La seconda fu il soffocamento. Come pokémon d’acqua era abituato all’apnea, ma non aveva preso fiato e quella poca aria che aveva si stava esaurendo. Quando credeva che sarebbe morto così, i tre riemersero in un corridoio.
Tossendo, si lasciò cadere a terra, imitato da Draak e Lamp.
«Non… non farlo mai più.» boccheggiò.
«Non potrei neanche… neanche volendo. Ci vuole troppa energia per portarvi. Sono stanchissimo.»
«Almeno siamo sfuggiti a quei tre.»
«Non per molto temo. Ci troveranno. Quell’Umbreon sembrava abbastanza scaltro, temo capirà cosa è successo. Questo metodo di fuga è molto comune tra noi spettri, quindi basterebbe sapere cosa c’è dall’altro lato del muro. Probabilmente stanno già arrivando.»
«Allora meglio non farci trovare.»
I tre si rimisero in marcia, guardandosi intorno con attenzione. Improvvisamente sentirono di nuovo dei passi nella loro direzione.
«Sei certo che siano andati di qua?»
«Il mio fiuto non mi ha mai tradito. Ora che ho una traccia, non li perderò. I miei fratelli non mi chiamano il Braccatore per niente.»
«Bene, non vedo l’ora di fargli assaggiare la mia furia.»
«Che facciamo? Ci sono alle calcagna.» Disse Surskit.
«A questo punto ci giriamo e combattiamo credo.» Disse Draak.
«Temo di sì. Però voglio provare una cosetta.» Disse Surskit «Preparatevi. Voglio usare un paio di cose che mi ha insegnato Eelektross.»

 

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CAPITOLO 82: IL LABIRINTO DEGLI SPECCHI DI GHIACCIO

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 19/06/4783, circa le 20
Roserade, Umbreon e Amoongus correvano lungo il corridoio, seguendo la pista dei tre che avevano sconfitto Scolipede. Improvvisamente, si trovarono davanti un bivio. Umbreon sollevò la testa, annusando l’aria.
«Si sono divisi, ma non riesco a capire dove sono andati. Posso solo dire che due sono andati di qua» E indicò il tunnel a destra, completamente buio. «Mentre l’altro è andato di qua.» Disse indicando il tunnel a sinistra, illuminato.
«In tal caso, affido a te ed Amoongus la coppia.»
«E tu?»
«Io mi prendo quello da solo. Deve essere forte.» Disse Roserade, e si girò, correndo lungo il tunnel di sinistra. Umbreon fece spallucce ed insieme ad Amoongus percorse quello a destra.
 
Umbreon ed Amoongus corsero per un po’. Poi, Amoongus si fermò. O meglio fu costretto a fermarsi. Guardando la parte inferiore del corpo, la trovò coperta di una Rete Vischiosa.
«Tu vai avanti.» Disse ad Umbreon «Mi libero e ti raggiungo.»
Umbreon annuì e, schivando la trappola, riprese la corsa. Amoongus, faticosamente, cominciò a liberarsi dalla Rete. Improvvisamente vide comparire davanti a sé una luce bluastra. Senza potersi muovere, vide comparire un Lampent.
«Bene, fase uno completata. Surskit aveva proprio ragione.» Disse questo, scagliando una Fuocobomba, che centrò in pieno l’inerme Amoongus, facendolo crollare.
 
Man mano che andava avanti, Umbreon si rese conto che quello che credeva fumo era in realtà una fitta Nube. Aveva perso tempo prezioso ad evitare le numerose trappole di Rete Vischiosa che si era trovato davanti, e tre volte era stato costretto a liberarsi. Facendo attenzione, proseguì lungo il corridoio. Avanzò con circospezione, ed alla fine si trovò davanti il suo avversario.
Senza pensarci, Umbreon si lanciò su di lui, pronto a colpirlo con Garanzia. Ma per tutta risposta scivolò e sbattè contro la parete.
Riprendendosi, si gurdò intorno. E si rese conto di aver commesso un errore. Aveva creduto di avere di fronte un corridoio, ma in realtà riflettendoci dveva trovarsi in una delle piazze sotterranee. E osservando bene, capì. Aveva commesso un grosso errore. Nel momento in cui si era lanciato contro Surskit era finito in trappola.
Il pavimento era congelato, e da esso al soffito si estendevano degli specchi di ghiaccio, che riflettevano altri specchi che a loro volta riflettevano altri specchi. Quello che aveva attaccato era solo il riflesso di Surskit,  proveniente da chissà dove. A rendere tutto peggiore era la nebbia che circondava la zona.
Cercò di camminare sul ghiaccio, ma continuò a scivolare, sbattendo contro un secondo muro. In quel momento, vide un’ombra. Ci volle un attimo, poi un Bollaraggio lo colpì.
Si girò verso il punto da cui era venuto il Bollaraggio, e attaccò con Morso, ma nuovamente colpì solo uno specchio di ghiaccio.
«Vieni fuori codardo, e combatti da Pokémon!» Gridò, guardandosi intorno.
«Oh, ma lo sto facendo. Vedi, io sono debole. Ho sempre creduto di essere troppo debole. Quando l’Organizzazione attaccò Water Port, non ho potuto far altro che nascondermi con Skrelp. Ad Aeria, sono stato sconfitto miseramente. Ma Eelektross mi ha spiegato che dove manca la forza si fa avanti l’ingegno. La maggior parte dei Pokémon pensa con schemi molto precisi. Usa gli attacchi per attaccare, le tecniche di disturbo solo se necessario, e questo li porta ad abituarsi a ragionare come se la loro mente fosse chiusa in una scatola. Basta uscire da essa, e si ritroveranno spaesati. Geloraggio è uno degli attacchi più versatili esistenti, e su questo io ed Eelektross ci siamo concentrati. Con il suo aiuto, ma seguendo esclusivamente la mia immaginazione, ho creato il Labirinto degli Specchi di Ghiaccio. Certo, non funziona negli spazi troppo aperti, e richiede tempo per essere piazzato, ma in un bosco, una caverna o una città questa strategia che ho creato è un vero asso vincente.»
«Devo riconoscere che non è niente male. Usi Geloraggio prima per congelare il terreno, poi per creare un labirinto di specchi che confonde l’avversario. Aggiungi Nube, che rende più difficile vederti, e diventa un’enorme rete da caccia.»
«In fondo sono un Coleottero, creare trappole è la mia specialità.» E Surskit apparve dietro di lui, scivolando sul ghiaccio grazie alle sue quattro zampe, per colpirlo con un nuovo Bollaraggio.
Umbreon lo sentì e si girò «Non funzionerà due volte. Non posso usare attacchi fisici, ma assaggia questo.» E scagliò un Neropulsar, che impattò con il Bollaraggio.
«Bene, ma hai dimenticato il contraccolpo.» Disse Surskit, mentre Umbreon, spinto dal suo stesso colpo, veniva lanciato all’indietro.
“Sul ghiaccio non posso fare resistenza, quindi gli attacchi come Neropulsar, che dovrei bilanciare tenendomi ben fermo, mi spingono indietro facendomi scivolare e sbattere contro il muro.”
Rialazandosi, guardò nella direzione d Surskit, ma era sparito.
“Maledizione. Dev’esserci un modo per contrattaccare.” Continuò a subire colpo su colpo, cercando di trovare un modo per difendersi.
Poi capì. Chiuse gli occhi e si concentrò sui rumori. Inzialmente non sentì nulla, poi inziò a percepire un suono che si muoveva all’interno del Labirinto.
“A destra.” Si girò, vedendo Surskit arrivare da quella direzione, e riuscì a morderlo, ma fu troppo lento. Il Bollaraggio lo centrò, e Umbreon fu scagliato all’indietro. Sbattè contro il muro, e svenne.
«Uhm, alla fine ha scoperto il punto debole del Labirinto, ossia che l’avversario può usare il suono per trovarmi. Per fortuna  non mi ha scoperto prima.»
 
Lamp entrò nel tunnel. Come da programma, mentre Surskit si occupava di Umbreon, lui doveva dare man forte a Draak.
Sentì i suoni del combattimento molto prima di vederlo.
Osservando dalla parete, vide Draak che si scontrava contro Roserade. I due si scambiavano colpo su colpo, ma non ci mise molto a capire che il secondo era in vantaggio. C’era qualcosa di strano, ma per via del polverone non capiva cosa. Poi un attacco lo fece diradare, e riuscì a vederlo.
Roserade era molto diverso da qualunque altro pokémon. Aveva le foglie sulla schiena aperte, come delle ali e la maschera sembrava fatta di metallo.
Roserade lo vide «Oh, abbiamo un altro giocatore. Bene, perché questo tizio è noioso. Spiacente, ma sei eliminato.» Disse.
«Lamp, vattene, avvisa Surskit. Abbiamo fatto un errore. Questo è troppo forte per noi.»
In quel momento Roserade colpì talmente velocemente che inizialmente Lamp non se ne accorse. Quando però Draak crollò a terra, rabbrividì.
«E ora fatti sotto tu.» Disse mentre Draak scompariva.
“Devo avvertire Surskit!” Pensò Lamp.

 

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Mi raccomando gente, leegete la notizia nei commenti ;)

 

 

 

 

CAPITOLO 83: ROSERADE, TERZA GENERAZIONE DEL PROGETTO S

 

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 19/06/4783, circa le 21
Lamp percorreva il corridoio in fondo a cui lo aspettava Surskit. Era inseguito da Roserade, ma era riuscito a rallentarlo lanciandogli le Reti Vischiose attaccate alle pareti che non erano state già distrutte. Arrivato in fondo si mise in cerca di Surskit.
«Surskit! Sono Lamp! Ascolta, siamo nei guai!»
Surskit emerse da dietro uno degli specchi di ghiaccio «Che succede Lamp?»
«Il nemico è troppo forte! Dobbiamo fuggire! Draak è stato sconfitto!» Disse Lamp ansimando e barcollando.
«Lamp, stai bene?» Chiese Surskit.
«Sono stato colpito di striscio da uno dei suoi attacchi. Ma non è il momento, dobbiamo…» Poi qualcosa lo colpì alla schiena, e con un gemito Lamp crollò a terra, iniziando a svanire.
Surskit fissò il nemico, circospetto. Non era riuscito a vedere il suo attacco, ma ora lo vedeva bene. Surskit lo studiò. A parte il colore diverso dal normale, non sembrava avere nulla di strano. Roserade sorrise.
«Molto piacere. Se ricordo correttamente tu sei l’ultimo della tua squadra. Io sono il capitano Roserade. Posso sapere chi sei?» Disse. Il tono lasciava intendere che non era una domanda, ma un ordine.
«Io sono Surskit.»
«Oh, ricordo. Sei uno dei due che sono sopravvissuti all’attacco di Water Port. Beh, suppongo che Samurott mi dovrà un favore. Oggi cancellerò il suo errore.» Il tono di voce era stranamente pacifico, e il sorriso di una calma disarmante.
Surskit vide l’attacco appena un attimo prima che lo colpisse. Se non fosse stato per il ghiaccio, non lo avrebbe mai schivato in tempo. Invece, riuscì a spostarsi e scagliare la Nube.
«Oh, interessante. Una strategia diversiva. Beh non ho certo il tempo di stare a cercarti. Suppongo che mi basterà distruggere tutto. Mi servirà una bella dose di potenza.» E detto ciò, Surskit la vide mutare. La maschera sdi metallizzò, le due foglie sulla schiena si allargarono come ali, e Roserade si sollevò in aria. Dopodichè, puntò le rose verso le pareti di ghiaccio e prese a scagliare attacchi.
Una dopo l’altra, le pareti iniziarono a crollare.
“Impossibile.” Pensò Surskit schivando il ghiaccio che cadeva dall’alto “Quelle pareti sono formate da venti strati di ghiaccio, neanche la carica di un Aggron potrebbe abbatterle così facilmente.”
«Avanti, vieni fuori piccolino. Se esci subito sarà indolore.»
«Che cosa diavolo sei tu?!» Gridò Surskit, continuando a evitare i blocchi di ghiaccio.
«Oh, non vedo perché non dirtelo. Mi riuslta che abbiate già incontrato uno simile a me. Spiritomb, si chiama.»
Surskit riflettè su quello che gli avevano detto gli altri. Sì, Spiritomb aveva capacità strane, ma non così strane.
«Vedi piccolino, Spiritomb e io abbiamo in comune l’appartenenza a un certo progetto. Lui è il progetto S-26, della seconda generazione del progetto S. Io, invece, sono S-50, della terza generazione del Progetto S.» Nonostante il tono calmo e il sorriso caldo, Roserade continuava a scagliare i suoi colpi per radere al suolo l’intero labirinto.
«Che diavolo è il progetto S?!»
«Oh, giusto piccolino, mi conviene spiegartelo. Vedi, il Progetto S è stato iniziato 17 anni fa dall’Organizzazione di cui faccio parte. Serve per creare soldati più forti. La prima generazione ebbe, beh, degli effetti collaterali. Rigettarono le modifiche e morirono. Un peccato, vero piccolino? La seconda generazione, invece, fu modificata con più cautela. Aggiunte di due o tre tipi, aggiunte di due o tre abilità, mosse in più e che normalmente non possono imparare, nulla di particolarmente problematico.»
“Se questo non è nulla…” Pensò Surskit. Ora era rimasto quasi allo scoperto.
«Ma con noi della terza generazione, piccolino, le cose incominciarono a farsi problematiche. Vedi, noi abbiamo ricevuto molto di più. Ci hanno modificato più in profondità. Vedi queste?» Disse indicando la maschera e le ali. «Sai piccolino, hanno fatto molte modifiche al nostro corpo. Per farti un esempio, quelli con cui sto distruggendo il tuo labirinto sono Idropulsar e Dragopulsar, mosse che normalmente non potrebbero neanche scalfire il ghiaccio. Ma noi siamo stati modificati in tre modi: Il nostro fisico, le nostre capacità e la nostra forza.»
«Forza?»
«Tu, piccolino, saprai che due pokémon non sono mai uguali. C’è chi è più veloce, chi è più bravo negli attacchi a distanza, chi nel corpo a corpo, chi è più resistente. Insomma, ognuno è speciale, non credi piccolino?» Disse, seguendo con lo sguardo  Surskit che scivolava sul ghiaccio, ormai senza più protezioni.
«Ma noi del progetto S siamo ben più speciali. Sai, i nostri scienziati hanno scoperto che esiste un limite a quanto un pokémon può diventare forte, dato che ovviamente, un fisico può rafforzarsi fino a un certo punto, e che anche le tendenze innate hanno un massimo oltre il quale non passano. Ebbene, noi abbiamo superato quel limite. Se mi osservi bene, potresti capire. Per esempio, mi hanno donato il tipo, le abilità e la forza di un Aggron.» E battè la rosa sulla maschera. «O ancora le capacità di un Hydreigon.» E indicò la schiena, dove le foglie-ala battevano pigre. «Insomma, piccolino, combattere con uno di noi di terza generazione è come combattere contemporaneamente contro diversi altri pokémon. E la quarta è ancora più forte. Ma ora, piccolino, finiamola di parlare.» E puntò le rose contro Surskit. Scagliò un attacco, e quando il polverone si sollevò, non c’era più traccia di Surskit, ma solo un grosso cratere.
«Oh, povero piccolino, a quanto pare l’ho polverizzato.» E scendendo a terra, Roserade riprese il proprio aspetto «Oh, beh, un problema in meno.» E si girò verso l’uscita.
 
Città Caverna dei Ladri, Esterno, 19/06/4783, circa le 22
Ansimando, Surskit si guardò intorno.
“Ho visto… ho visto la morte in faccia.” All’ultimo, un secondo prima di essere colpito dall’attacco, aveva usato la Targhetta per fuggire.
“Devo sbrigarmi. Devo dire agli altri quello che…” Poi sentì un rivolo di sangue scendergli lungo la testa, ed ebbe un mancamento. Dove prima c’era l’antenna, ora c’era solo un corto moncone. La ferita perdeva parecchio sangue, e questo era un problema.
Senza riflettere, aprì la borsa, afferrò una corda e ne staccò un laccio, che legò alla meglio per chiudere la ferita. Poi, lentamente, si diresse all’uscita. Svenne proprio quando Scrafty lo vide.
 
«Come sta?» Chiese una voce famigliare. Surskit aprì gli occhi, ma faticava a vederci. Era in una tenda, e aveva una benda intorno alla testa.
«Non morirà, ho fermato il sangue e ricucitò la ferita. L’antenna potrebbe ricrescere, ma non ne sono del tutto sicuro, dipende da quanto è stata danneggiata dal colpo.»
«E gli altri?» Adesso le immagini erano più definite. Riconosceva Raichu e un Cacturne.
«Erano conciati parecchio male, ma siamo riusciti a curarli.»
«Bene. Vi ringrazio.»
«Il dovere di un medico ragazzo.»
Raichu si girò, ma in quel momento Surskit lo chiamò «Raichu.»
«Surskit, sei sveglio! Che è successo.»
«Ascolta. Siamo nei guai. Il nostro nemico è molto più forte del previsto.» Ed iniziò a raccontare quel che era successo.

 

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CAPITOLO 84: VECCHIA CONOSCENZA

 

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Ovest, 19/06/4783, circa le 21
«Allora, cos’avete trovato nelle stanze di destra?» Chiese Eelektross a Plusle e Minun.
«Quattordici Grandi Perle e Trittiperle.»
«Ottimo. Luxray, che mi dici delle stanze di sinistra?»
«Un cofanetto di Pepite. Ci sono anche quattro Granpepite.» Rispose questi emergendo dalla stanza sulla sinistra.
«Ottimo. Se è tutto proseguiamo. Voglio cercare di battere a tappeto la prossima zona rapidamente.»
«Sissignore!» Risposero i tre in coro.
Eelektross sorrise. Le cose stavano andando bene. Ancora nessun grosso tesoro, ma comunque avevano già raccolto un discreto bottino.
Svoltarono l’angolo, e iniziarono a controllare la zona successiva. Fatto ciò passarono a quella seguente. Con precisione e metodo, senza errori o distrazioni, i quattro proseguirono nella loro ricerca.
“Una vera fortuna questa sfida. Chi meglio di un ladro può cercare tesori nascosti da altri ladri?”
Svoltarono l’angolo, e in quel momento sentirono le voci provenire da una stanza. Ad un cenno di Eelektross, i quattro si fecero indietro, tenendosi pronti a scattare.
«Ricordate» bisbigliò Eelektross «Attaccate solo se è necessario. Non voglio correre rischi inutili.»
I tre annuirono, poi si misero in ascolto. Da dietro la porta venivano diverse voci.
«Grande bottino ragazzi, ottimo lavoro.» Disse una prima voce.
«Merito suo Capitano.» Risposero insieme altre due.
«No, figuratevi. Il merito va tutto a Liepard.»
«Mi avete pagato, e io ho eseguito. Non ci vedo nulla di strano.» Una quarta voce.
«Beh, in ogni caso è un ottimo risultato. Con questi, potremo vincere la sfida. E finalmente dimosterò di essere il migliore.»
“Questa voce ha qualcosa di familiare, ma non riesco a capire dove posso averla sentita.” Pensò Eelektross.
«Già, il migliore. Dico bene, Eelektross?» Chiese la voce, alzando volontariamente il volume. I quattro impietrirono.
Si sentirono dei passi dalla stanza, poi la porta si aprì e ne uscirono quattro pokémon. Uno Weavile, un Liepard, un Sableye ed un Malamar uscirono dalla stanza.
«Ciao Eelektross. Non ci vediamo da una vita. TI ricordi di me?»
Eelektross riflettè qualche secondo, poi capì «Weavile. Quanto tempo.»
«Dodici anni. Dodici lunghi, lunghissimi anni. Ogni volta che mi duole la cicatrice, penso a te.» Disse, indicando il fianco sinistro, dove si vedeva una grossa cicatrice.
«Gentile da parte tua, ma non dovresti preoccuparti, sono sempre in forma.»
«Spiritoso. Sai, in questi anni sono cambiate molte cose. Volevo proprio incontrarti, e non credevo che ne avrei avuto occasione prima dell’arrivo del Giorno. Ma a volte il destino ci fa degli scherzi. Ed ora eccoti qui.»
«Eccomi qui. E allora, che vuoi fare?»
Weavile sorrise, poi sollevò il braccio, ed in un momento Sableye e Malamar si scagliarono contro Eelektross.
«Bene, a quanto pare questa è la risposta.» Disse Eelektross sorridendo. Malamar si scagliò subito su di lui, ma prima ancora di potersi avvicinare fu colpito da due Scariche. Plusle e Minun si scagliarono su di lui, iniziando a combattere.
Sableye invece si fermò, sulla difensiva. Luxray si lanciò su di lui, e i due presero a scambiarsi colpo su colpo. Un vero e proprio vortice di Sgranocchio, Ombrartigli,  Privazione, Finta, Furto, Fulmindenti e Ripicca si scatenò tra i due.
«Bene, e voi due che farete?» Chiese Eelektross, apparentemente ignorando le due battaglie in corso.
«Io non combatto.» Disse Liepard «Sono qui solo per lavoro, e non abbiamo mai stabilito che avrei combattuto dalla loro parte, o da quella di chiunque altro.»
«Grrrazie.» Commentò Weavile, gelido «Fa tornare indietro nel tempo, vero Eelektross? Io contro di te, mentre i nostri sottoposti combattono tra loro.»
«Già. Il più grande criminale di Oscuria, Weavile il furtivo, che perde contro un criminale ancora sconosciuto. Davvero bei ricordi.»
«Non mi crederai così stupido da abboccare alle tue provocazioni, vero?»
In un attimo, Eelektross gli fu addosso, colpendolo al petto con un Fuocopugno «Dicesti anche questo dodici anni fa. Dovresti imparare dai tuoi errori.»
Weavile fu scagliato all’indietro, ma si rialzò subito. Sgranchiendosi il collo, fissò Eelektross e sorrise. «Bene. Vediamo chi di noi due si è rafforzato di più in dodici anni.»
«Non vedo l’ora.» Disse Eelektross.
«Oh, giusto, un’ultima cosa. Mi presento per quello che sono ora. Sono il Capitano in Comando di Oscuria Weavile, anche noto come esperimento S-40.» Improvvisamente l’aria intorno a Weavile sembrò farsi più pesante. Eelektross riconobbe la sensazione. Solo gli avversari più forti gliel’avevano fatta sentire.
«Buon per te. Io sono Eelektross, re dei Bassifondi di Elettria o Dominatore del Crimine di Pokémos come mi chiamano nel sottobosco criminale.»
«Oh, hai fatto progressi.» Commentò Weavile. Poi si lanciò contro di lui con un Ferrartigli. Eelektross schivò il colpo, poi iniziò a studiare l’avversario.
“È più veloce di qualsiasi pokémon abbia mai affrontato.” Pensò Eelektross. Poi si guardò dietro e sbiancò. L’attacco avava creato alcuni tagli profondi nella parete di roccia compatta “Ma che…!”
«E allora, che ne dici?»
«Dico che dovresti fare più attenzione.» Rispose Eelektross, centrandolo al petto con un secondo Fuocopugno.
Inaspettatamente, il colpo fu parecchio più efficace rispetto a prima, e Weavile arretrò.
«Bel colpo. Bene, iniziamo davvero.»
Weavile iniziò a colpire Eelektross, che si ritrovò costretto sulla difensiva. I colpi erano troppo veloci per lasciare un varco. Inoltre molti erano attacchi che nessun Weavile poteva usare.
“Maledizione, fin dove si è spinta l’Organizzazione? Weavile non è normale.”
«Allora, che ne dici?Sono migliorato parecchi, eh ?! Mi vendicherò per la sconfitta di dodici anni fa. L’Organizzazione mi ha reso più veloce, più resistente e più forte.»
«Buono a sapersi!» Gridò Eelektross, schivando un Tritartigli e colpendo Weavile al petto con un Assorbipugno.
Il danno fu piuttosto potente. Weavile arretrò, danneggiato.
«Sarai anche più forte, ma uno Weavile resta uno Weavile.»
«Bene, ora darò tutto davvero.»
Weavile scomparve, e un attimo dopo ricomparve davanti ad Eelektross, colpendolo al petto con un Neropulsar. Eelektross colpì il muro e crollò a terra per risollevarsi.
«D’accordo, cominciamo.»

 

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CAPITOLO 85: LUXRAY, PLUSLE, MINUN E LIEPARD

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Ovest, 19/06/4783, circa le 21
Luxray fissò Sableye. Finora i due non avevano fatto altro che scambiarsi attacchi, che però si limitavano a schivare. Alla fine avevano preso a squadrarsi a vicenda, limitandosi a qualche raro colpo.
Poi Sableye si lanciò su di lui, colpendo con un Ombrartigli. L’attacco passò vicinissimo a Luxray, che però lo schivò e colpì con Sgranocchio. Sableye arretrò, evitando il colpo per un pelo.
“Maledizione. Si muove bene. D’accordo, proviamo così.” Pensò Luxray, lanciandosi contro Sableye. Schivò l’Ombrartigli, e approfittando della guardia scoperta colpì al petto con i Fulmindenti. Il colpo andò a segno, e Sableye si tirò indietro ferito.
“Bene, ha funzionato.”
Sableye lo fissò ed inaspettatamente sorrise. Poi gridò «Capo! Malamar! Io sto per farlo, voi allontanatevi!» Weavile e Malamar annuirono e si mossero in modo da allontanarsi da Sableye, seguiti dai rispettivi avversari. Liepard si allontanò, spostandosi a distanza di sicurezza.
Sableye estrasse una pietra che Luxray riconobbe come una Megapietra. Un attimo dopo, avvolto da una luce bianca, il pokémon si trasformò. Quando questa si dissolse, aveva occhi rossi e una gigantesca pietra preziosa rossa tra le mani.
Il pokémon si scagliò subito su Luxray, che riuscì però a schivare l’attacco. L’avversario ora agitava la gigantesca pietra rossa come impazzito, scagliando attacchi quasi casualmente.
“Ma che cosa sta facendo?” Si chiese Luxray, riflettendo “Sembra quasi come quel Gyarados di Laghia.”
Luxray, scivò agilmente gli attacchi e aggirò lo scudo, arrivando a un passo dal colpire Sableye. Questi però mosse il gigantesco rubino come una mazza, spedendo Luxray dritto contro il muro.
«Dannazione.» Pensò Luxray rialzandosi faticosamente. “Va bene, da davanti non si può. Allora…”
Luxray si lanciò in avanti, verso il MegaSableye impazzito. Però questa volta lo aggirò e lo colpì da dietro con Furto, e Sableye accusò il danno. Un attimo dopo però si era già voltato ed era pronto ad aggredire Luxray con un Ombrartigli.
“Così non va, ci metterò troppo. Aspetta. Se è come Gyarados, allora deve avere la Megapietra addosso.”
Il pokémon si lanciò subito contro l’avversario. Questi stava attaccando ormai qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, rocce, pareti o porte che fossero.
Luxray schivò un Ombrartigli, probabilmente non diretto verso di lui, solo per subire una Finta in pieno petto.
“Dove diavolo è?” Schivo Privazione e Ripicca, uno dopo l’altro, sempre cercando la pietra inutilmente.
Poi, finalmente, la vide. Era nascosta sotto la bocca, in un punto difficile da vedere. A quel punto, fu costretto a lanciarsi verso di lui.
Una seconda Finta lo centrò al petto, ma Luxray non si fermò. Schivò un colpo di scudo, poi arrivò sotto la gola e colpì la Megapietra con Furto. Una, due, tre volte, poi la Megapietra si frantumò.
Sableye riprese il proprio aspetto e svenne.
 «Ho… vinto…» disse Luxray, poi crollò accanto al nemico.
 
Plusle e Minun stavano combattendo fianco a fianco contro il loro avversario. Quel Malamar si stava dimostrando davvero ostico.
In quel momento colpì con i tentacoli. Il Troppoforte colpì Minun di striscio, ma gli fece comunque male.
Plusle ne approfittò, spostandosi dietro di lui per colpirlo con una Scarica. L’attacco andò a segno, potenziato dal Meno di Minun, e Malamar cadde a terra, rialzandosi subito.
“Sarà anche più forte, ma siamo di gran lunga più veloci.”
«Va bene, vedo che la sola forza non basta. In tal caso…» E dal suo corpo partirono delle strane linee che presero la forma di un quadrato intorno ai tre.
Improvvisamente Plusle e Minun si sentirono più lenti, mentre Malamar sembrò muoversi più velocemente.
“Una Distortozona.” Pensò Plusle. Un attimo dopo, Malamar si scagliò verso di loro, velocissimo. Minun schivò per un pelo un secondo Troppoforte, per poi essere colpito da uno Psicotaglio.
Il pokémon fu scagliato all’indietro, ma riuscì a rispondere con una Scarica.
Malamar cercò di schivarla, ma fu colpito di striscio. Un attimo dopo, fu il turno di Plusle, che si lanciò su di lui con un Raggioscossa pronto a partire. Malamar fu colpito in pieno, ed arretrò.
Si rialzò, acciaccato, per poi lanciarsi su Minun, colpendolo in pieno con Lacerazione. Il pokémon subì parecchi danni, ma scagliò una nuova Scarica che colpì Malamar.
“Così non va” Pensò il pokémon “Da solo non…” In quel momento un Raggioscossa lo colpì alla schiena. Plusle sorrise “Centro perfetto.” Pensò, sorridendo.
Fu allora che Malamar si fece prendere dal panico. Non era abituato a lottare contro più avversari senza avere un supporto.
Si gurdò intorno. Sableye era caduto, il capo era impegnato, quindi restava solo un pokémon.
Liepard era in disparte, intenta apparentemente a lisciarsi il pelo con calma, come se fosse stata da sola.
«Tu, Liepard! Aiutami! Ti abbiamo pagato, no?!»
«No, non è vero. Sono stata pagata per “scortarvi fino ad un tesoro di alto valore e consegnarvelo”. Direi che ho tenuto fede all’accordo. Se vi farete sconfiggere dai vostri nemici, non saranno affari miei.»
«Brutta stupida ladruncola! Sbrigati e vieni qui, o ti faccio a pezzi!» Gridò il Malamar, infuriato.
«Va bene.» Liepard si alzò sbadigliando, fece un passo verso i tre e immediatamente si trovò accanto a Malamar, con un movimento rapidissimo.
Malamar sorrise «Bene, e adesso…» Ma riuscì solo ad emettere un rantolo. Il Nottesferza lo colpì in pieno ventre, facendolo volare all’indietro, dritto contro il muro.
«T-tu…» gemette. Un attimo dopo Liepard gli saltò addosso, colpendolo con un secondo ed un terzo Nottesferza. Alla fine Malamar crollò a terra, svenuto.
«Che comportamento oltraggioso. Rivolgersi in quel modo ad una ragazza.» Commentò questa alzandosi dall’avversario che iniziava a scomparire.
«Quanto a voi due…» Liepard si spostò a una velocità incredibile, apparendo proprio davanti ai due. Li guardò per qualche secondo.
«Sì, avete gli occhi di un ladro, qualcuno che lavora nel crimine da quando era piccolo. Li riconosco, perché sono i miei stessi occhi.» Disse. Poi si sollevò e si girò «Vi lascerò andare, visto che siamo colleghi. Vedete di non entrare mai più qua dentro però. A meno che non vogliate aprire un conto.» E sorridendo Liepard scomparve dietro l’angolo, lasciando Plusle e Minun interdetti.

 

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CAPITOLO 86: UNA BATTAGLIA DI DODICI ANNI FA

 

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Ovest, 19/06/4783, circa le 22
Eelektross e Weavile continuavano a scambiarsi colpo su colpo, apparentemente ignorando gli scontri che si concludevano intorno a loro.
Eelektross schivò un Ferrartigli, mirando al petto con un Assorbipugno, ma Weavile lo fermò con un Tritartigli. Un attimo dopo, un Dragartigli arrivò a pochi centimetri dal petto di Eelektross, che la deviò con un Fuocopugno. Un secondo dopo un Fuocopugno arrivò al volto di Weavile, che riuscì a schivarlo e colpire Eelektross con un Ombrartigli.
«Artigli, artigli, artigli, artigli, artigli. Sei sempre stato un tipo pieno di fantasia Weavile.» Commentò Eelektross sarcastico indietreggiando per il colpo.
«Ahahahah, molto divertente.» Rispose Weavile in tono ironico.
«Non farà ridere ma è vero. Come dodici anni fa. Lacerazione, Nottesferza, Ferrartigli, sembra che tu non sappia fare altro. Fu questo a portarti alla sconfitta. Dedichi fin troppa cura ai tuoi artigli, senza pensare al resto del corpo.»
«In questi dodici anni sono migliorato.» Commentò Weavile, colpendo con un Nottesferza Eelektross, che si ritrovò ad arretrare.
«Sarai pure più veloce e sì, anche più forte, ma non vedo nessun miglioramento.»
Eelektross schivò una Lacerazione e colpì Weavile al volto con Assorbipugno. L’attacco fece volare Weavile contro il muro, ma si rialzò subito e colpì Eelektross con Falsofinale.
«Falsofinale? Ma è un attacco utile solo per sfiancare l’avversario.» Disse il pokémon schivando la mossa.
«O per distrarlo.» Commentò Weavile colpendo Eelektross al fianco con un Tritartigli.
Eelektross arretrò dolorante. “Questa non me l’aspettavo.” Pensò lanciandosi contro l’avversario con un Assorbipugno che lo centrò al petto causandogli grossi danni.
“Aspetta, gli ho causato più danno di prima. Forse…” Schivò un Ombrartigli e provò a colpire nuovamente con Asssorbipugno. Il colpo sembrò funzionare, ed invece si rivelò inutile, tanto che Weavile potè colpirlo con una Lacerazione.
«Tu possiedi più di due tipi!» Esclamò Eelektross.
«È qualcosa di meglio!» Gridò Weavile, colpendo Eelektross con un Taglliofuria.
«Sarà, ma comunque mi rendi le cose facili.» Commentò Eelektross colpendolo al fianco con un Fuocopugno. Il danno fu consistente e Weavile accusò il colpo.
«Niente male, lo ammetto. Bene, userò questo allora.» Gli artigli si ricoprirono di uno strato d’acqua, e Weavile colpì con una Conchilama.
Eelektross la bloccò con un Assorbipugno e sorrise «Niente di complicato, ti hanno dato la capacità di cambiare terzo tipo prima di attaccare a seconda della mossa che usi.» Dalla mano aperta del pokémon partì un Tuono che centrò in pieno l’avversario, che gridò.
«Dodici anni, eppure sembra proprio che tu insista con l’attaccare l’avversario solo ed esclusivamente da davanti.» Aggiunse Eelektross.
«Dodici anni, Eelektross, da quando tu mi hai portato via tutto.»
«Avresti dovuto pensarci quando sei diventato un criminale, poteva succedere.»
«Ma non così. Non contro un novellino capo di un gruppo semi-sconosciuto al di fuori di Elettria.»
«Oh, potrei davvero offendermi. O devo pensare che è un complimento?»
«Stai zitto! Io ti avevo sconfitto ad Arenia, quando attaccasti una mia squadra, ma poi, dopo tre anni, sei tornato, più forte ed allenato di prima, e hai distrutto la mia banda. Non mi interessa se hai riunito la maggior parte delle associazioni criminali di Pokémos, per me resti sempre un ladruncolo che ha sfidato il Re dei Ladri di Oscuria!» Gridò Weavile infuriato mirando al volto di Eelektross con un Ombrartigli.
«E tu rimani sempre lo stupido che si infiamma e colpisce senza pensare.» Commentò Eelektross colpendolo al volto con un Fuocopugno. «Sì, ad Arenia mi sconfiggesti e mi lasciasti, ferito e in fin di vita in mezzo a una radura. Ma devo ringraziarti, perché quel giorno ho incontrato il mio maestro.»
«Chi è?»
«Un pokémon che mi soccorse e mi curò. Quando fui guarito, mi addestrò affermando che in me sentiva del talento. Da lui ho imparato tutto sul combattimento.»
«Voglio il nome, così sconfitto te distruggerò anche lui!»
«Va bene, come vuoi.» Eelektross schivò un Tritartigli, e mentre colpiva al ventre Weavile gli sussurrò un nome all’orecchio.
Weavile volò indietro, sputacchiò e si rialzò, reggendosi a malapena sulle gambe. «Non mentire! Non è possibile! Lui non può essere stato il tuo maestro!»
«Che tu ci creda o no è così.» Disse Eelektross.
Un ultimo Fuocopugno colpì Weavile, che crollò a terra.
“Male…di…zione” Pensò questi svenendo “Con un maestro del suo calibro… non mi meraviglia… che mi abbia sconfitto… dodici anni fa.”
 
Montagne Tetre, Covo di Weavile, 12/03/4771
«Ne è sicuro, Signore?» Disse Sableye.
«Sì. Voglio affrontarlo. I miei uomini sono stati tutti sconfitti tranne te e Malamar, non posso lasciarlo libero. Lo distruggerò e ne farò un esempio.» Disse Weavile. Il corpo era perfetto, senza cicatrici, a dimostrare la sua invincibilità, ma a stupire erano gli artigli. Affilati come rasoi e forti come l’acciaio, quegli artigli potevano tagliare in due un masso.
«Bene Capo. Attualmente i nostri ultimi uomin stanno combattendo all’ingresso del corridoio.» Disse Malamar, indicando il passaggio.
I tre corsero lungo la strada e raggiunsero una porta, proprio in tempo per vedere l’ultimo pokémon rimasto in piedi, un Honchkrow, crollare a terra.
«Ah, eccoti qui. Mi chiedevo quando ti saresti fatto vivo.» Commentò Eelektross. Accanto a lui un Dusknoir e un Mightyena si tenevano pronti a colpire.
«Eelektross, da quanto non ci vediamo. Credevo di averti sistemato una volta per tutte, quel giorno, ma sei tornato.»
«Ovviamente. Non posso dominare sui criminali di Oscuria se non sconfiggo il Re del Crimine attuale.»
«Credi di sconfiggermi?»
«Ne sono certo.»
Della battaglia successiva, Weavile ricordava solo dei pezzi. Ricordava bene la lotta tra i suoi due più fidati compagni e quelli del nemico, a cui aveva assistito senza poter intervenire, impegnato ad evitare i colpi di Eelektross.
Ricordava distintamente il momento in cui Sableye e Malamar venivano sconfitti, seppur con fatica.
Ricordava la sequela di colpi che Eelektross gli aveva scagliato contro.
Ricordò il momento in cui si tagliò colpendo una roccia e il colpo di Eelektross che centrò la ferita, ingrandendola e creandogli la cicatrice.
E infine ricordava solo il dolore bruciante della sconfitta.
Quando si risvegliò, la maggior parte dei suoi uomini era scomparsa, seguendo il nuovo Re del Crimine. Accanto a lui erano rimasti solo Malamar, Sableye e pochi altri che gli erano fedeli.
Fu allora che Weavile giurò che avrebbe sconfitto Eelektross, anche solo per dimostrare che lui poteva farlo.

 

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CAPITOLO 87:  USCITE, DISCUSSIONI E MESSAGGI

 

 

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Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 19/06/4783, circa le 23
«Stupida Caverna, possibile che non si trovi un tesoro?!» Imprecò Roserade mentre entrava nell’ennesima stanza. Erano ore che esplorava quel labirinto, e non aveva trovato quasi nulla.
«Maledizione, guarda se quell’idiota di Umbreon doveva farsi sconfiggere dal piccolino. E adesso chi mi porta fino a un tesoro?» Per un po’ proseguì stanza per stanza, raccogliendo tutto ciò che vedeva, poi si fermò.
«Basta, sono esausta. Credo che uscirò con quel che ho trovato e aspetterò gli altri.» E detto ciò afferrò la Targhetta e scomparve.
 
Città Caverna dei Ladri, settore Est, 19/06/4783, circa le 23
Eelektross uscì dala stanza e fissò i compagni. Plusle e Minun si reggevano in piedi a fatica, esausti.
“Non potremo restare ancora molto, e non me la sento di dormire qui dentro. Preferisco uscire ora. D’altronde grazie a Weavile abbiamo guadagnato un bel bottino.”
In effetti, la stanza in cui Weavile aveva raccolto il suo bottino era piena di tesori di ogni genere. I tre si erano limitati a far man bassa, portando via le cose più preziose. Poi avevano continuato l’esplorazione, in cerca di altri tesori, ma ormai anche Eelektross iniziava a sentirsi affaticato.
“Bene direi che è il momento.” Eelektross premette la targhetta ed i tre uscirono.
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 19/06/4783, circa le 23
«E questo è tutto, in questa borsa non possiamo mettere nient’altro.» Disse Pangoro.
«Ne sei certo?» Rispose Houndoom.
«Assolutamente. Sono un perfezionista quando si tratta di portare via tutto quel che si può.»
«Non c’è male. Sono tutti pezzi preziosi. Possiamo sperare che gli altri abbiano portato il resto.»
«Ancora non riesco a credere che un ladro come me si sia fatto ingannare.»
«Non dirlo a me, un capitano dell’Organizzazione che si fa ingannare da due ragazzini. Lasciamo perdere. Forza, usciamo di qui.»
«D’accordo.»
Un attimo dopo, Houndoom premette la Targhetta e i due uscirono all’esterno.
 
Città Caverna dei Ladri, Esterno, 19/06/4783, circa le 24
Dopo aver consegnato i tesori a Scrafty, Eelektross chiese a Plusle e Minun di raggiungere gli altri al falò e si fece indicare l’infermeria.
Attraversò il campo velocemente ed arrivato all’ingresso si imbattè in Raichu che usciva dalla tenda. I due trasalirono, poi si riconobbero.
«Ah, Eelektross, sei tu. Allora, com’è andata?» Chiese Raichu.
«Abbiamo avuto uno scontro. Hai visto Luxray?»
«Sta dormendo. Era conciato male. Mi hanno detto che in un’altra tenda ci sono quelli dell’Organizzazione, ma non ho intenzione di cercarli.»
«Sì, e comunque non ho neanche la forza per farlo, sono esausto. Ma allora chi c’è in questa tenda?»
«Luxray, Surskit, Lamp, Draak ed Emolga, che è appena uscito dalla sala operatoria.»
«Che gli è successo?»
«Uno Skuntank aveva l’abilità Scoppio, e quando è crollato ha creato un’esplosione, e così Emolga è rimasto assordato. Gli hanno fatto un intervento ai timpani.»
«Un bel guaio.»
«Sì, ma quello che mi ha raccontato Surskit è anche peggio.» Raichu spiegò ad Eelektross quanto aveva saputo da Surskit e quel che era successo al suo gruppo, e quando ebbe finito tacque.
«Uhm, le cose sembrano essere più complicate del previsto. Questa terza generazione potrebbe essere un pericolo. Però c’è anche un'altra cosa che mi dà da pensare.»
«Che cosa?»
«Hai detto che Arbok ha affermato che il Locomothuder è il tassello mancante per il loro piano. Se è così, significa che dev’esserci dell’altro.»
«Già. Ma quel che siamo riusciti a capire è solo che sono interessati al Locomothunder.»
«Sì, ma non è una scoperta da sottovalutare.» In quel momento uno spruzzo d’acqua colpì Raichu alla spalla. I due si girarono nella direzione da cui era venuto il colpo, e videro due ombre sparire dietro la tenda.
Le seguirono, vedendole sempre sparire dietro la tenda successiva.
«Dev’essere una trappola.» Commentò Eelektross.
«Sì, ma non possiamo correre rischi. Se è un nemico dobbiamo sconfiggerlo ora.»
Arrivati quasi ai margini dell’accampamento, finalmente apparvero davanti a loro un Carvanha e uno Sharpedo.
«Salve. Vi ricordate di noi?»
«Siete quei due cacciatori di taglie di Laghia no? Che volete? Combattere?» Chiese Raichu, pronto a scattare.
«No, non oggi. Le taglie su di voi sono state ritirate. Ci ha mandato un amico per riferirvi un messaggio. Dice “Eelektross, aspetterò te e i tuoi compagni alla Città Sconosciuta, vicino alla Strada di Arceus. Vieni il prima possibile devo parlarti.”»
«Chi me lo manda?»
«Ha detto “Ricordati del tuo vecchio amico di Normalia.” E nient’altro.»
“Non può essere” Pensò Eelektross.
«Bene, noi il nostro lavoro l’abbiamo fatto. Vieni Sharp, si torna a Laghia.»
Sharp annuì e i due si allontanarono.
«Aspetta! Come faccio a sapere che non è una trappola?» Chiese Eelektross, fissando Carv.
«Non lo so. Io ti ho solo riferito il suo messaggio.» E detto ciò Carv e Sharp si allontanarono, dirigendosi verso il Draak.
«Hai idea di quale amico stessero parlando?»
«C’è un pokémon che conosco da tempo e che potrebbe avermi mandato questo messaggio, ma se è lui, significa che deve avere informazioni davvero scottanti. Non ci vediamo da diciassette anni. Anche se forse…» Ed Eelektross prese a pensare tra sé, mentre insieme a Raichu si dirigeva verso il falò.
 
«… Ed è così che il nostro re sconfisse Rhypherior.» Concluse Faaffy, accompagnando il finale con un sonoro sbadiglio.
Si guard intorno. A parte Shiftry, intento ad ascoltare con attenzione senza perdere una sillaba, gli altri erano tutti esausti. Mud stava praticamente dormendo con la faccia nel piatto, mentre Trush stava effettivamente dormendo, con la testa appoggiata al bordo del tavolo. Zorua, nonostante stesse cercando di mantenere un contegno, sembrava sul punto di seguire l’amico. Anche i due nuovi arrivati, Plusle e Minun, avevano svuotato un paio di piatti ed ora stavano barcollando dalla stanchezza.
«Ti ringrazio davvero ragazzo. Ora però credo che dovresti andare, hai l’aria di uno che crollerà a breve. E anche i tuoi amici.» Commentò Shiftry.
Flaaffy annuì, poi svegliò Trush e insieme agli altri seguì Zorua, il quale faceva da guida avendo chiesto dove fossero le loro tende. Sei occhi li fissarono mentre si allontanavano.

 

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CAPITOLO 88: VITTORIA O SCONFITTA

 

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Città Caverna dei ladri, 20/06/4783, circa le 08
Raichu sbadigliò, alzandosi dalla branda insieme ad Emolga, ripresosi durante la notte e giudicato da Krookodile “ben in forma” e Flaaffy, i due afferrarono le borse ed uscirono, in attesa del resto del gruppo. Nel frattempo, Raichu ripensò a quello che gli aveva detto Gengar la sera prima, quando lui ed Eelektross lo avevano incrociato mentre si dirigeva alla tenda.
«I re hanno deciso che il vincitore sarà dichiarato domattina. Chandelure mi ha detto di darvi alcuni avvisi. Prima di tutto, i re hanno deciso che i due gruppi non possono incontrarsi fino a domattina. Inoltre, se uno dei gruppi sarà attaccato, la vittoria andrà a loro. I tesori sono stati nascosti e saranno contati. E ultimo, attualmente tre dei capitani nemici sono in giro. Weavile è l’unico ancora a terra, ma per domattina saranno di nuovo tutti in piedi.»
«Quindi ci sta dicendo di fare attenzione, giusto?» Aveva chiesto Eelektross.
«Già. E un’ultima cosa. Se doveste perdere – cosa che non mi auguro – tenetevi pronti a fuggire.»
«Lo terremo a mente.» Avevano dichiarato i due.
E quella mattina erano effettivamente pronti a scappare. Le borse erano piene, e tutti erano pronti.
Il Gruppo si recò nella piazza centrale dell’accampamento. Dove la sera prima si trovava il falò, ora erano seduti sui loro troni i cinque re, con accanto i loro generali. Guardandosi intorno, Raichu riconobbe tra la folla i capitani dell’Organizzazione e i loro Tenenti, che li fissavano con sguardo truce. Mancavano i tre Fratelli Neri che erano usciti dalla caverna, ma probabilmente erano già tornati alla loro “base”.
I re si alzarono in piedi e Zoroark prese la parola «La sfida tra l’Organizzazione e l’Alleanza di Elettria si è conclusa. Ora Scrafty ci dirà chi sono i vincitori.»
Scrafty si mosse dalla folla e, dopo essersi inchinato ai re si rivolse alla folla «Ho passato la notte a valutare il valore di ogni tesoro rinvenuto dalle due parti. In molti casi si è trattato di un lavoro complesso, che ha richiesto tempo e un’estrema meticolosità. Ho rinvenuto diversi falsi trovati da ambo le parti, ma si trattava di opere di poco conto rispetto al totale. Tuttavia, giusto poco fa, ho terminato il conteggio dei tesori. Il primo, per il valore equivalente a circa 183 milioni e 300 mila obscuri, è stato rinvenuto dall’Organizzazione.»
«Obscuri?» chiese sussurrando Raichu a Eelektross.
«La valuta di cambio di Oscuria. In pratica determina il valore di un oggetto a Oscuria. Per raggiungere la quantità elencata da lui ci vorrebbero circa 50 mila Granpepite, abbastanza per comprare diverse decine di ville di gran lusso.»
«Sinceramente» riprese Scrafty «a questo punto ero convinto che l’Organizzazione avesse vinto. Ma mi sono ricreduto, perché l’Alleanza ha vinto con un tesoro dal valore di 200 milioni e 210 mila obscuri!»
L’ultima frase fu urlata, in modo che tutti potessero sapere chi era il vincitore.
«In tal caso,» disse Zoroark non appena il volume della folla calò «La Coalizione dei cinque si impegna a unirsi ai paesi che compongono l’Alleanza per combattere l’Organizzazione. Membri della Coalizione, siete d’accordo?»
Uno dopo l’altro, i quattro re si dichiararono favorevoli all’ingresso della Coalizione nell’Alleanza.
In quel momento, gli sguardi dei presenti si volsero verso il punto in cui si trovavano i capitani nemici. Ma i quattro non si trovavano più lì, come del resto i loro Tenenti.
«Guardie,» gridò subito la Regina «Voglio che troviate e catturiate tutti i membri dell’Organizzazione e li catturiate.»
«Sissignora!» Tuonarono tutti i soldati presenti, che subito si misero in cerca dei nemici.
Nel frattempo, il Gruppo si avvicinò ai re e si inchinò «Vi ringrazio di cuore per aver accettato di allearvi con i paesi dell’Alleanza.» Disse Raichu.
«Si tratta del nostro dovere.» Rispose Chandelure, lanciando di sottecchi un’occhiata ad Alakazam e Machamp.
«In ogni caso, io non cambierò il mio giudizio su quest’Alleanza.» Rispose Alakazam.
«E io nemmeno. Tuttavia, devo riconoscere il vostro valore e le vostre capacità. Forse in futuro cambierò idea.» Aggiunse Machamp, più accondiscendente.
«Suppongo che questo sia il massimo che otterremo da loro.» Sussurrò Eelektross. Raichu annuì.
«Quanto a me, sono ben felice di allearmi con voi.» Disse Drapion.
«Credo di doverla ringraziare, re Drapion. Merito suo se siamo riusciti ad allearci con la Coalizione.»
Drapion annuì.
«Bene, e adesso credo dovremo pensare ad organizzare un banchetto per celebrare come si deve l’Alleanza, prima di preparare le truppe per la partenza verso Elettria.» Disse la Regina.
«Col suo permesso vostra maestà, noi in realtà preferiremmo riposare per poi ripartire. Abbiamo ancora molta strada da fare.»
«Capisco. Avete il mio permesso di non partecipare al banchetto in tal caso.» Disse Zoroark annuendo «Tuttavia, rimane ancora una questione. Questa mattina mio figlio ha esposto il desiderio di partire con voi, così come Trubbish e il principe Lamp. Io gliel’avrei permesso ma…»
«Ma io ritengo che questo dimostrerebbe una parzialità nel gruppo verso i paesi di Oscuria, Spettria e Velenia.»
“Una parzialità motivata.” Pensò Raichu, ma badò bene dall’esprimere il proprio pensiero ad alta voce.
«Per tanto, ho deciso che anche io e Machamp dovremo far unire qualcuno dei nostri paesi al vostro Gruppo.»
«Mio signore, con il dovuto rispetto, il nostro Gruppo è composto da elementi che hanno dimostrato il proprio valore, non possiamo…» Iniziò Eelektross, ma fu interrotto da un gesto del re.
«Potete e lo farete. Avete accettato i figli di Zoroark e Chandelure, accetterete anche il mio.» Disse Alakazam in un tono che non lasciava spazio a repliche. Poi chiuse gli occhi per un momento. Un attimo dpo, accanto a lui apparve una piccola figura fluttuante. Un Abra stava dormendo alla grossa sospeso a mezz’aria.
«Abra! Abra!» gridò il re.
 Il principe sbadigliò ed aprì gli occhi. «C-che succede p-padre?»
«Come ti avevo preannunciato, ti unirai al gruppo che sta viaggiando attraverso Pokémos. Forza, presentati come si deve.» A Raichu non sfuggì lo sguardo gelido che il re lanciò al figlio.
Abra si girò e fissò i tredici «I-io sono il p-principe Abra, p-primogenito e p-prossimo nella linea di s-successione al trono.» I tredici non riuscirono a capire se balbettasse normalmente o se fosse spaventato, anche se a giudicare dal suo sguardo era più probabile la seconda.
“Ma perché ha deciso di affidarci suo figlio, che non sembra avere alcuna capacità combattiva? In questo viaggio potrebbe rimetterci la pelle.” Pensò Raichu.
“Questo è quello che spera credo.” Gli disse la voce di Gengar nella sua testa. “Vedi, Abra è considerato il fallimento della famiglia reale di Espia. Il secondogenito, Kadabra, è più forte, più intelligente e più abile nell’amministrare gli affari di stato. Credo che il re voglia dare un’ultima possibilità al figlio. Se riesce a completare il suo viaggio, vuol dire che è maturato. Se non ci riesce, libera il posto a un fratello più abile ed adatto a regnare. Il re ed Espia ci guadagnano in ogni caso.”
“Ma è una cosa mostruosa!”
“Ma temo non possiate rifiutare. Se lo farete, offenderete tremendamente il re”.
Raichu riflettè ed annuì. Non avevano altra scelta che portare con sé il principe e sperare che non morisse nel viaggio.

 

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CAPITOLO 89: DIMISSIONI, LETTERE E PRECAUZIONI

 

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Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 08
Solo nell’infermeria con la sua borsa di fianco, Surskit si teneva pronto. Il medico la notte prima aveva detto che non si sentiva di lasciarlo andare finchè non fosse stato sicuro che i punti non erano infettati. Comunque Draak la notte prima, su richiesta di Eelektross, gli aveva portato la borsa e consigliato di tenersi pronto.
E adesso era lì ad aspettare, in attesa di sapere se sarebbe dovuto scappare. Quando sentì un suono dall’entrata della tenda si preparò. Ma a girare l’angolo non furono né i suoi compagni né qualcuno dei medici. Fu Roserade.
Surskit rimase paralizzato dal terrore, ma l’altra sorrise.
«Ciao piccolino.» Disse.
«Roserade.» Rispose questi freddamente «Che ci fai qui?»
«Sei scortese piccolino, neanche un ciao?»
«Ciao. Allora che vuoi? Sei venuta ad uccidermi?» Il tono di Surskit era calmo, ma in realtà era terrorizzato. Questa volta non c’era una Targhetta che l’avrebbe salvato all’ultimo secondo.
«No piccolino, stavo cercando uno dei Fratelli Neri per una storia che ci ha raccontato Weavile e sono entrata qui. E poi ucciderti ora non mi interessa, in fondo non sei una priorità e non sarebbe neanche divertente. E poi voglio vedere la faccia di Samurott quando gli dirò che non ha catturato o ucciso tutti gli abitanti di Water Port.» Disse Roserade, pronunciando l’ultima frase con una risatina.
«Già che ci sei digli che mi vendicherò quando me lo troverò davanti.»
Roserade ci riflettè un attimo, poi rise nuovamente «Ma sì, perché no? Sarà divertente. Ma ricordati una cosa piccolino» Il pokémon si avvicinò lentamente e guardò Surskit dritto negli occhi «La prossima volta che ci incontreremo, io ti ucciderò.» Surskit sbarrò gli occhi, ma Roserade non smise di sorridere.
«Oh, a proposito, avete vinto. Congratulazioni piccolino.» E detto ciò si girò ed uscì, lasciando Surskit nella sua brandina, terrorizzato.
 
Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 09
«D’accordo maestà, prenderemo suo figlio con noi.» Disse Eelektross chinando il capo.
«Ne sono felice. Ora Machamp, tu cos’hai deciso?»
«Sinceramente trovo questa cosa davvero noiosa. Fosse per me, vi lascierei andare così come siete, ma Re Alakazam si arrabbierebbe, e non ho sinceramente voglia di vederlo arrabbiato. Quindi ecco qui.» Machamp fece un cenno a Gallade, che gli porse una lettera, che a sua volta il re porse a Raichu.
«Quella è una lettera di convocazione. Se la farete leggere ad un pokémon di Arenia dovrà obbligatoriamente accompagnarvi nel vostro viaggio. Usatela come preferite.»
Raichu capì immediatamente. Machamp aveva deciso di dar loro qualcosa che rappresentasse Arenia senza scaricar loro addosso un peso.
«La ringrazio maestà.» Disse Raichu, mettendo il messaggio nella borsa.
«Bene, ora direi che potete andare. Mentre vi concedete un giusto riposo, faremo preparare tutto il necessario per la partenza vostra e del primo gruppo da inviare ad Elettria Se aveste messaggi da inviare loro, questo sarebbe il momento di consegnarceli.» Disse la regina.
Il gruppo si inchinò nuovamente, e Raichu porse alla Regina un documento diretto ai Generali Galvantula e Wash, che questa lesse e passò ad Absol. Poi si diressero alle tende, dove poterono riposare.
“Spero solo che ad Elettria sia tutto a posto.” Pensò Raichu prima di addormentarsi.
 
Electronvolt, base dell’S.T., 20/06/4783, circa le 12
«Allora Helioptile, ancora nessuna notizia da Raichu?» Chiese Galvantula.
«Nessuna signore.»
«Comincio a preoccuparmi. E se le cose fossero precipitate?» Si chiese Galvantula ad alta voce.
«Oh io non credo, quelli sanno il fatto loro.» Commentò Blastoise.
«Inoltre, credo che i tempi siano pressappoco corretti. Con la Coalizione dei Cinque probabilmente occorrono tempi più lunghi. Dobbiamo avere fiducia.» Aggiunse Aerodactyl. Era arrivato appena un paio di giorni prima, ma si era già dimostrato un vero esperto nell’organizzazione delle pattuglie volanti. Ormai gruppi di pokémon volanti controllavano il territorio di Elettria palmo a palmo in cerca di anomalie.
«Piuttosto, sono preoccupato per la calma dell’Organizzazione. Mi sembra sospetta, specialmente ora che l’Alleanza è un nemico concreto.» Disse Scizor, riportando l’attenzione di tutti sulla grande mappa di Elettria che occupava il largo tavolo della nuova stanza che era stata adibita a luogo di raduno per i Generali, dato che con l’arrivo di Aerodactyl quest’ultima si era fatta fin troppo sovraffollata. Di conseguenza avevano fatto costruire a tempo di record una sala delle riunioni nuova abbastanza grande per ospitare anche coloro che sarebbero arrivati in futuro.
«Già, preoccupa anche me. Credevo che a questo punto avrebbero perlomeno iniziato ad attaccare i rifornimenti, invece ancora calma piatta.» Annuì Azumarill.
«Non mi piace per niente.» Commentò Forretress «Significa che o non ci considerano una minaccia o stanno preparando qualcosa di grosso. Ed in entrambi i casi non vuol dire niente di buono.»
 
Da qualche parte ad Elettria, 20/06/4783, circa le 15
Carraco, Samurott e Pidgeot erano in attesa, davanti alla porta del Consiglio della Notte. Tutti e tre erano stati convocati non appena erano arrivati insieme alle rispettive truppe.
“Che razza di ingiustizia.” Pensò Pidgeot “Non hanno convocato né Dragonite, né Shedinja, né il terzo capitano di Laghia, S-qualcosa.”
«Pidgeot, entra.»
Pidgeot rabbrividì, ma entrò nella stanza.
«Siediti.» Disse il Primo Generale.
Pidgeot obbidì, ignorando la scomodità che un pokémon come lui provava sedendosi.
«Bene. Ora, parliamo del motivo per cui sei stato convocato.» Disse Salamence, squadrandolo. «Siamo molto delusi da te. Ti sei dimostrato un bravo gestore degli affari di Aeria, dato che hai saputo risolvere molti problemi in questi, quanti sono, sedici anni? Ma i tuoi piani mostrano sempre problemi e le tue capacità combattive sono tra le più scarse tra i capitani. Hai qualcosa da dire a riguardo?»
Pidgeot non sapeva che dire, quindi rimase in silenzio.
«Lo supponevo, seppur me ne rammarichi. Bene, vogliamo offrirti un’ultima possibilità. Prendi questa.» Proseguì il Generale, porgendogli una pietra che il Pokémon riconobbe subito.
«Da questo momento sei il progetto M-73. Spero ti sia chiaro che questo implica che un nuovo fallimento non sarà tollerato.» Disse il Terzo Generale.
Pidgeot annuì.
«Bene. E ora esci e chiama Carraco e Samurott.»
Pidgeot annuì di nuovo ed uscì.

 

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CAPITOLO 90: DISCUSSIONI TRA GENERALI E RIUNIONI TRA FRATELLI

 

 

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Da qualche parte ad Elettria, 20/06/4783, circa le 15
Pidgeot uscì ed indicò a Carraco e Samurott la porta, senza parlare. I due annuirono ed entrarono, per poi inchinarsi.
«Carraco, Samurott, è un piacere vedervi.» Commentò il Terzo Generale.
«Signore.» Dissero i due.
«Bene. In tal caso direi di cominciare. Allora, voi siete gli ultimi Capitani, insieme a Dragonite, a non aver subito modifiche di alcun tipo. E non posso che compiacermi che siate stati in grado di gestire la sezione di Laghia. Fa sempre piacere quando i membri della propria giurisdizione…»
«Taglia corto, per favore. Non abbiamo tutto il giorno.» Commentò Salamence, acido.
«Va bene, va bene. Comunque, abbiamo parlato a lungo, e abbiamo deciso che, dato che i tempi sono maturi, è giunto il momento di entrare in azione contro l’alleanza. E abbiamo deciso che sarete voi due a coordinare le squadre.»
Entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Carraco parlò «Signore, questo è un grande onore. E tuttavia, mi chiedo perché proprio noi. Dragonite di Aeria, o S-56, il terzo capitano, sarebbero…»
«Sì, io e altri» e lanciò uno sguardo di sfuggita a Salamence «Abbiamo discusso a lungo proprio riguardo a questo. Vedete, ovviamente ognuno di noi considera i capitani sotto la propria giurisdizione i migliori. Ma la maggior parte di noi è convinta che aver dimostrato di essere riusciti a reggere Laghia nonostante voi non abbiate subito modifiche. Anche Dragonite conta su Charizard, che possiede una Megapietra. Voi invece avete fatto uso delle megapietre che vi abbiamo fornito solo due volte, ed entrambe di recente. Avete portato un Generale dalla nostra parte.»
«Non siamo gli unici.» Disse Samurott.
«Ma siete stati i primi. Carraco, Samurott, capisco i vostri dubbi. Io stesso 1400 anni fa…»
«In ogni caso» Disse il Quarto Generale interrompendo il Terzo «Abbiamo considerato a lungo le varie possibilità che avevamo, e vi consideriamo la scelta migliore.»
«Ne sono onorato signore.» Disse Carraco inchinandosi.
«Anche io.» Aggiunse Samurott seguendo l’esempio dell’altro.
«In tal caso, stasera faremo l’annuncio ufficiale alle truppe. Dovrebbe anche arrivare l’avviso dalla Coalizione dei Cinque che avrà indubbiamente deciso di allearsi con noi.» Commentò il Sedicesimo Generale
In quel momento, mentre Carraco e Samurott si preparavano ad uscire, qualcuno bussò alla porta.
«Signori, sono spiacente di disturbarvi, ma è arrivata una comunicazione urgente da Oscuria.»
«Che vi dicevo? Samurott, Carraco, mentre uscite ditegli di entrare.»
I due eseguirono l’ordine e si allontanarono, piuttosto su di giri.
Ad entrare fu Joltik, che reggeva una pila di fogli.
«Parla pure ragazzo.» Disse l’Ottavo Generale.
«Dunque, questo messaggio è stato inviato dalle spie di Oscuria e viene dal Capitano in Comando del paese, Weavile. Ma…»
«Ebbene? Non tenerci sulle spine ragazzo.»
«Ma signore…»
«Niente ma, leggi.»
«Sissignore. Ecco il messaggio. “Come riportato nel messaggio precedente, abbiamo provveduto a sottoporci alla prova voluta dalla Coalizione. Il risultato è stato un fallimento. Io ed Arbok siamo stati sconfitti, come tutti i Tenenti di Velenia ed Oscuria, seppur portando in superficie diversi tesori. Houndoom è stato ingannato e non ha potuto combattere, seppur in seguito abbia portato in superficie una buona quantità di preziosi. Roserade ha sconfitto i suoi avversari, ma non è riuscita a trovare quasi nessun tesoro. La Coalizione ha accettato di unirsi all’Alleanza, ed ora si prepara a raggiungere il resto dei nemici. Il Gruppo non ha subito perdite, solo due feriti di cui uno era già di nuovo in perfetta salute quando siamo stati costretti a fuggire. Attendiamo istruzioni. Weavile, Capitano in Comando di Oscuria.”»
Quando Joltik rialzò lo sguardo dal foglio, non gli sfuggì che l’atmosfera si era fatta più pesante.
«Sconfitti? Che vuol dire sconfitti?» Disse il Sedicesimo Generale, shockato.
«Significa che hanno perso, caro il mio “avrà indubbiamente deciso di unirsi a noi”.» Commentò il Settimo Generale. «Lo sapevo, avrebbero dovuto partecipare anche i miei.»
«Ed i miei.» Aggiunse l’Undicesimo.
«Non potevamo rischiare che scoprissero l’identità dei Capitani. Inoltre non è colpa loro se quegli otto sono ai ferri corti tra di loro.» Commentò il Tredicesimo Generale.
«Tu fai silenzio, i tuoi si sono fatti sconfiggere in un’imboscata preparata da loro stessi.» Disse il Sedicesimo.
«Silenzio!» Tuonò in quel momento il Primo Generale «Non mi interessa chi ha perso come. Prenderemo provvedimenti quando arriveranno qui. Voglio che ordiniate il rientro di tutte le truppe dalla Coalizione, incluse Espia ed Arenia.»
«Perché?» Chiesero all’unisono il Settimo e l’Undicesimo «Il Gruppo dovrà passare di lì.»
«Ma la Coalizione inizierà a dare la caccia ai membri dell’Organizzazione. Non voglio rischiare che catturino qualche Capitano, Tenente o non so chi che si faccia estorcere informazioni. Inoltre, prima riuniamo le truppe qui prima possiamo iniziare l’offensiva. L’unica cosa che mi frena dal richiamare tutti i membri di Pokémos è che non voglio perdere la possibilità di ottenere il Locomothunder. Ad Espia ed Arenia saranno al sicuro, ma potremo catturarli successivamente.»
I Generali annuirono.
«Bene, darò subito ordine di far rientrare i Capitani. Joltik, ordina di tenere sgombre le vie di Teletrasporto ed ordina alla squadra di espansione di iniziare i lavori.»
Joltik si mise sull’attenti ed uscì.
 
Città Caverna dei Ladri, 20/06/4783, circa le 16
Raichu si alzò, si preparò ed uscì dalla tenda, dove il resto del gruppo era già in piedi. Abra stava parlando con Zorua, mentre Surskit stava discutendo con Draak riguardo l’ultima lotta.
Eelektross era poco lontano, intento a parlare con Tri.
«Raichu, ben svegliato. Credo di aver scoperto qualcosa riguardo a Tri.» Disse il Pokémon quando lo vide «Potrebbe effettivamente essere tuo fratello.»
«Il mio uovo è stato trovato da quello che considero mio padre a nord est, mentre lavorava. Non credevo fosse importante, pensavo di essere stato abbandonato, ma…»
«Ma il fatto che sia stato trovato tredici anni fa mi porta a credere che sia un sopravvissuto del Pika Village, seppur non possa dire che sia tuo fratello.»
Raichu non sapeva che dire. Aveva sempre sperato che qualcuno della sua famiglia fosse sopravvissuto, ma non poteva credere di averlo reincontrato in quel modo. E ancora non era certo che lo fosse davvero.
«Raichu» disse Eelektross «Io non possi dire che Tri è tuo fratello, posso solo dirti che potrebbe esserlo. Se vuoi credere che lo sia sei libero di farlo, ma io non voglio convincerti di questo.»
Raichu annuì, poi si avvicinò a Tri e lo abbracciò «Se sei davvero mio fratello sono felice di averti ritrovato. Se non lo sei, sappi che mi piacerebbe che lo fossi.» Disse con le lacrime agli occhi.
«Bene» commentò Eelektross, a voce alta in modo da farsi sentire da tutti i presenti «Ora che la stucchevole riunione è finita, direi che possiamo pensare alla prossima meta.»
«E sarebbe?» Chiese Raichu.
«La città Sconosciuta.» Dise Eelektross.

 

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CAPITOLO 91: PARTENZA VERSO LA CITTÀ SCONOSCIUTA

 

 

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Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 16
«Bene, queste sono le scorte per il viaggio.» Disse Gengar «Ora, se dovete andare alla Città Sconosciuta, dovete seguire la Strada di Arceus. In due ore sarete al confine con Espia, e da lì dopo un’ora a ovest vedrete una città. Quella è la Città Sconosciuta.»
«Ti ringrazio. Come farete a trasferire l’esercito ad Elettria?» Chiese Eelektross.
«Invieremo una squadra che costruisca alcuni punti di teletrasporto, e così trasferiremo in blocco il resto delle truppe.»
«Bene. Allora noi partiamo.»
«Buona fortuna.» Disse Gengar, per poi allontanarsi.
«Bene,» disse Eelektross al Gruppo «in tre ore saremo alla Città Sconosciuta.»
«D’accordo.» Disse Raichu.
Gli altri annuirono e il Gruppo partì. Abra si guardò alle spalle un’ultima volta poi inziò a muoversi.
“Tornerò padre.”
 
Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 16
Nella sua tenda, Alakazam stava bevendo un Succo di Bacca, riflettendo sulla giornata.
«Padre.» Alakazam si girò e vide Kadabra all’ingresso insieme a Gallade.
«Ah, Kadabra, figlio mio. Come stai?»
«Molto bene padre. Volevo dirti che c’è stato un altro decesso.»
«Di nuovo, eh? Sei sicuro che nessuna guardia si sia fatta, come dire, prendere la mano?»
«Assolutamente padre. Le guardie hanno l’ordine di muoversi a coppie che cambiano ogni giorno, e per ulteriore sicurezza io stesso controllo ogni giorno casualmente che non si muovano in modo strano.»
«Questo non cambia il fatto che negli ultimi tre anni nelle prigioni del palazzo i detenuti continuano a morire senza apparente motivo.»
«Me ne occuperò padre, riuscirò a risolvere il problema.»
«Mi fido figliolo, mi fido. Allora, mi dicono che i tuoi studi proseguono molto bene.»
«Sì, ma mio fratello maggiore Abra continua a superarmi in quello.»
«Figliolo, sai che Abra è troppo insicuro. Inoltre continua a non volersi evolvere.»
«Lo so padre, ma vedrai che migliorerà.»
«Lo spero, visto che l’ho mandato con il Gruppo.»
Per un momento gli occhi di Kadabra brillarono in modo sinistro, ma Alakazam non se ne accorse «Mi sembra un’idea eccellente padre.»
«Mi fa piacere. Ora, scusami, ma credo di dover andare.» Disse Alakazam, mentre Gallade entrava e gli faceva cenno di seguirlo.
Quando fu certo che il padre si fosse allontanato, Kadabra scoppiò a ridere “Finalmente! Ora che Abra è fuori dai piedi, mio padre è l’ultimo ostacolo.”
 
Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 17
«Bene, questo è il posto.» Disse Zangoose guardandosi intorno.
La città era molto grande, case di pietra che evidentemente erano abbandonate da secoli, come testimoniavano le ragnatele sulle finestre.
«Direi che mi conviene appostarmi, caso mai non arrivasse solo Eelektross.» E detto ciò si infilò in una casa.
 
Da qualche parte ad Oscuria, 20/06/4783, circa le 18
«Dov’è finito Houndoom?» Chiese Roserade, guardandosi intorno nella base.
«Ha detto che voleva dare una lezione al Gruppo ed è partito con la sua squadra di ricerca.» Rispose Weavile.
«Cosa?! Ma volevo andarci anch’io! Il piccolino è la mia preda!»
«Non fare i capricci Roserade, tanto non ce la farà mai da solo.» Commentò Arbok, seduto su una sedia.
«Già, quelli sono forti. Se ci tiene a fare una figuraccia che faccia pure.» Aggiunse Weavile, bevendo un sorso d’Acqua Fresca.
«Va bene.» Disse Roserade, poco convinta «Hai mandato i risultati vero?»
«Sì, sì, l’ho fatto, vedrai che la risposta arriverà presto.»
I tre rimasero un po’ a parlare, poi qualcuno bussò alla porta.
«Signore, sono Sableye.»
«Entra, entra, cosa c’è?»
Sableye entrò nella stanza e porse un messaggio a Weavile, che lo lesse.
«Allora “I Generali hanno deliberato che tutti i capitani dei paesi membri della Coalizione dei Cinque, insieme alle truppe, rientreranno alla base centrale, per essere giudicati e contemporaneamente per rafforzare l’esercito.”»
«La parte del “per essere giudicati non mi piace affatto”.» Disse Arbok.
«Non sapremo niente finchè non andremo. Comunque, vuol dire che ci riuniremo con Arenia, Espia e Spettria, oltre che Laghia, Alvearia ed Aeria.» Rispose Weavile.
«A proposito di Aeria, l’hai catturato quel capitano traditore?»
«Non me ne parlare. Oh, Roserade, lo sai vero cosa significa vedere i capitani di Arenia vero?»
«Oh, maledizione, non farmici pensare. Se penso che rivedrò l’essere più odioso sulla faccia di Pokémos mi vengono i brividi.»
«Ah, che vuoi farci? Prendila sul ridere.» Disse Arbok.
«Che vuoi farci?! Hai idea di cosa significa essere rimasta in sua compagnia per tutto quel tempo?! Questi diciassette anni in cui non l’ho visto sono stati i migliori.»
«Va bene, va bene, non mi interessa. Comunque neanch’io voglio rivedere il Capitano in Comando di Espia.» Disse Arbok.
«E io l’altro Capitano. Chissà se Houndoom detesta l’altro Capitano di Arenia. Così non ci faremmo mancare nulla.»
«Già.» Ridacchio Roserade. «Va bene. Quando arrivano i capitani di Arenia avvisatemi, così magari riesco ad evitare quel viscido essere.»
Roserade uscì dalla stanza, lasciando soli Arbok e Weavile.
«Glielo facciamo incontrare, vero?»
«Certamente.»
E i due si guardarono e scoppiarono a ridere.

 

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CAPITOLO 92: L’INVESTIGATORE DELL’IGNOTO

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 19
Per diverse ore, il Gruppo aveva continuato ad avanzare verso Espia. Superato il confine, avevano proceduto fino a vedere la Città Sconosciuta e si erano diretti in quella direzione.
Alla fine, se l’erano trovata davanti. Grandi case in pietra, con aperture rettangolari al posto delle finestre e le poche porte ancora intere che sbattevano.
«Bene, e adesso?» Chiese Raichu.
«Semplice, entriamo in città e vediamo che succede.» Disse Eelektross «Tenetevi pronti.»
Il gruppo attraversò la grande strada deserta, arrivando nella piazza centrale, poi si guardò intorno. La fontana al centro, asciutta probabilmente da secoli, era decorata da strane incisioni.
«Che cosa sono?» Chiese Emolga.
«Ad occhio direi che è una qualche lingua antica. Comunque, non siamo qui per questo. Allora!» Iniziò a gridare Eelektross «Vieni fuori! Siamo qui!»
In quel momento una porta alle loro spalle si aprì cigolando. Il Gruppo si girò e fissò il pokémon che ne usciva.
Zangoose sorrise «Eelektross. Sono anni che non ci vediamo!»
«Zangoose! Allora eri tu in fondo. Certo che “un vecchio amico di Normalia” poteva essere chiunque, non ti pare.» Rispose l’altro, sorridendo allo stesso modo.
«Ah, sapevo che avresti pensato a me. Mi dispiace solo di non essermi fatto sentire in questi anni.»
«Non preoccuparti, mi hanno detto che stavi facendo una grossa investigazione.»
«Chi te l’ha detto?»
«Una bella Lopunny di Normalia che aspetta con ansia il ritorno del suo fidanzato.» Disse ridacchiando Eelektross, e Zangoose avvampò.
«C-comunque non siamo qui per parlare di questo. Ti ho chiamato perché mi serve il tuo aiuto.» Rispose, riprendendo dopo un attimo il proprio autocontrollo.
«Già, lo supponevo, Investigatore dell’Ignoto. Come hai fatto a trovarmi?»
«Non è stato difficile, sapevo a chi rivolgermi.»
«Immagino. Comunque avanti, di cosa volevi parlarmi.»
«Preferirei parlarne in privato.» Disse Zangoose indicando il Gruppo, che per tutto il tempo era rimasto a fissare i due.
«Tranquillo, sono tutti compagni fidati. A parte qualcuno che non conosco.» disse lanciando uno sguardo ad Abra.
«Lo supponevo, ma sappi che forse dirò cose che non vuoi che sappiano. So che combattete contro l’Organizzazione, ma probabilmente dovrò parlare di alcuni fatti che ti riguardano.»
«Parla pure. Credo di capire cosa intendi.»
«D’accordo. In tal caso ci converrà metterci comodi, dato che ci vorrà un po’.» Disse sedendosi. Gli altri lo imitarono.
«Bene. Prima di tutto, mi presento. Mi chiamo Zangoose, e sono un investigatore.»
«Io ti ho già sentito nominare, sei l’Investigatore dell’Ignoto, quello che si dice che da solo abbia scoperto e sconfitto il capo di una ventina di pericolose bande criminali.» Disse Raichu, ammirato.
«Ventisei per la precisione. Ma non da solo. Eelektross, e Stunfisk prima di lui, mi hanno aiutato.»
«Ma scusa, quanti anni hai? Non puoi essere più vecchio di Eelektross.» Disse Luxray, fissandolo.
«E non lo sono, ho cinque anni in meno.»
«Ma…» Iniziò Emolga, ma fu interrotto da Eelektross.
«Non è il momento per queste cose. Allora, Zangoose, cosa ti serve?»
Zangoose sbuffò. «Bene, ve lo dirò. Questa è una storia che inizia cinquant’anni fa. Ho scoperto l’inizio solo tre anni fa, quando dopo essere fuggito dall’Organizzazione ho trovato un Custode dei Loro che conoscesse l’intera storia.»
«Cinquant’anni fa i Loro si riunirono, come è loro abitudine fare ogni cent’anni, per discutere riguardo a eventuali problemi a Pokémos. Un geniale inventore di cui non conosco l’identità cercò di catturarli per poterne prendere il controllo. Usando l’energia di Megapietre rubate a vari paesi, tra cui Elettria, ed una macchina di sua costruzione, riuscì a rinchiuderli per sei mesi. Poi qualcosa non funzionò, e i Loro si liberarono. Molti attacchi colpirono quel Pokémon, che scomparve. Convinti di averlo completamente distrutto, i Loro se ne dimenticarono. Solo uno di loro ne parlò con il suo Custode, che a sua volta me ne ha parlato. Poi, diciassette anni fa, l’Isola Fantasma, dove Arceus avrebbe rinchiuso più di mille anni fa alcune migliaia di Pokémon, che urlavano in cerca di un modo per uscire, bloccati fuori dal tempo e dallo spazio, rimase muta. Credo, ma è solo un’ipotesi, che in qualche modo quell’esercito sia stato liberato da qualcuno. Per farla breve, credo che il Pokémon fosse stato sbalzato fuori dallo spazio-tempo, fosse finito sull’Isola Fantasma per qualche motivo che ignoro, e infine fosse fuggito portando con se gli altri pokémon.»
«E arriviamo a me. Sedici anni fa, poco dopo l’incidente di Eelektross, ritornai a Normalia, la mia casa. In quel periodo, improvvisamente, le bande criminali si calmarono. Insospettito dall’improvvisa cessazione delle attività da parte di tutte queste bande, mi misi ad investigare. Alla fine, scoprì che da circa un’anno un grosso gruppo stava reclutando i criminali di Normalia e anche di altri paesi. Si facevano chiamare Organizzazione. Insospettito, mi infiltrai con successo in questo gruppo, e scoprì che possedevano basi in molti altri paesi. In breve, grazie alla mia forza, riuscì a farmi inviare alla sede centrale, ad Elettria.»
«Allora il Generale aveva ragione! La loro base centrale è davvero lì!» Disse Emolga.
«Purtroppo, non sono riuscito a scoprire dove si trovi. Sottoterra, di conseguenza potrebbe essere ovunque, anche se credo sia situata sui Monti Tonanti. In ogni caso, riuscì ad infiltrarmi, ed iniziai ad indagare sui reali progetti dell’Organizzazione. Nel momento in cui entrai nell’Organizzazione, come ho detto venni a sapere del Grande Progetto, ossia cattuare i Loro, trovare un modo per controllarli ed usarli per conquistare Pokémos. Scoprì anche del Progetto S e in seguito del Progetto M, ma suppongo che li conosciate già.»
«Ma perché a quel punto non hai avvisato tutti gli abitanti del paese?» Chiese Emolga.
«Perché non potevo giocarmi l’unica possibilità di scoprire il loro vero piano.»
«Ma è chiaro che il loro vero piano è conquistare Pokémos!» Sbottarono Plusle e Minun.
«Oh, lo credevo anch’io, ma per fortuna decisi di non fidarmi delle apparenze e di scavare più a fondo. Scoprì che il Progetto S mira a creare un Pokémon perfetto. In pratica, un Pokémon superiore ad ogni altro, che abbia la forza e le capacità di tutti gli altri Pokémon esistenti. Il Progetto M, invece, è iniziato quattordici anni fa e in pratica serve per creare Megapietre artificiali. Con un metodo che non conosco, pietre normali vengono tramutate in Megapietre, anche se mi pare che due su quattro abbiano dei problemi.»
«Poi, 13 anni fa, ebbe inizio quella che avrebbe dovuto essere la fase finale del Progetto S. Una truppa, tra cui ero presente anch’io, fu mandata in un villaggio per catturarne gli abitanti e ci ruiscì, nonostante io avessi fatto di tutto, di nascosto, per impedire loro di catturarli. Tutto ciò che fui in grado di salvare però fu un uovo, che riuscì a far sparire nelle pianure a nord. Mi sono sempre sentito in colpa al pensiero di non essere riuscito a salvare quei Pokémon. Ma almeno l’Organizzazione non riuscì ad impossessarsi di ciò che cercava.»
«Aspetta, ma quel villaggio era il Pika Village, vero? Cosa cercavano?» Disse Raichu. Emolga vide che sudava e capì. Era a un passo dal sapere cosa avesse causato la distruzione del suo villaggio.
«Pika Village, già, si chiamava così. E quello che cercavano era…»
«Cercavamo il Locomothuder ed il suo vero potenziale.» Disse una voce alle loro spalle.

 

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CAPITOLO 93: IL VERO POTENZIALE DEL LOCOMOTHUNDER

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 20
Il Gruppo si girò verso la voce, trovandosi davanti Houndoom.
«Tu. Che ci fai qui?» Disse Raichu.
«Che domande, vi sconfiggerò e catturerò. Consegnadovi, mi farò perdonare il fallimento della Città Caverna.» Rispose Houndoom.
«Oh, già, intendi come Zorua, Trubbish e Mud ti hanno ingannato?» Chiese Eelektross. «Comunque cosa credi di poter fare da solo?»
«Da solo? Cosa ti fa credere che io sia solo?» E lanciò un ululato, a cui risposero decine di versi simili. Da tutti i lati spuntarono decine di Houndour. Due pokémon, un Krokorok e un Bisharp, si piazzarono di fianco ad Houndoom.
“Trenta… Quaranta… Cinquanta… Maledizione, quanti sono?” Si chiese Eelektross.
«Inoltre, vi devo ringraziare. Grazie a voi ho scoperto che nell’Organizzazione c’era un infiltrato. Ora potrò catturarlo e risolvere la fuga di informazioni.» Disse Houndoom indicando Zangoose.
«Provaci.» Rispose Zangoose.
«Lo farò. Prendeteli.» A quella parola, gli Houndour si scagliarono su di loro.
«Dannazione! Trush, Zorua, Lamp, Tri, prendete quelli sul lato destro. Draak, Mud, Surskit, Emolga, voi quelli a sinistra. Flaaffy, Plusle, Minun, Luxray voi proteggeteci le spalle. Noi altri invece cercheremo di aprirci la strada fino al Capitano!» Tuonò Eelektross.
«E io?» Chiese Abra, gridando sopra al frastuono, mentre gli altri si affrettavano a seguire le istruzioni di Eelektross ed arrestare l’ondata di avversari.
«Tu cerca di dare man forte agli altri, senza esporti troppo.»
«M-Ma…» Iniziò Abra, ma fu interrotto da Eelektross.
«Niente ma! Non c’è tempo, e non voglio vederti morire alla tua prima battaglia. Resta nelle retrovie, aiuta da dietro come puoi, cerca di curare gli altri dando loro delle bacche ma maledizione non morire!»
Abra annuì e si girò verso gli altri, che avevano già iniziato a combattere.
Poi iniziarono a combattere. Gli Houndour sembravano un’onda inarrestabile. Ogni volta che uno crollava, ne arrivava un altro.
Abra si dimostrò piuttosto efficace come aiuto. Teletrasportandosi con le Bacche alla mano da un lato all’altro dello schieramento, riuscì a curare diverse volte quelli che rischiavano di crollare.
Surskit fu il primo a cedere. Mentre scagliava un Bollaraggio, fu colpito da una Finta al fianco e da un Morso, crollando a terra. Per fortuna, Abra riuscì a teletrasportarlo in salvo, grazie all’aiuto di Tri che colpì l’Houndour.
Poco dopo, Plusle fu colpito da due Finte consecutive, poi da diversi Sgranocchi. Sconfisse il suo avversario, ma subito dopo crollò a terra. Diversi Rogodenti sconfissero Minun, che si era lanciato verso di lui. I due furono salvati dall’intervento di Luxray e Flaaffy, per poi essere portati al riparo da Abra all’interno dello schieramento.
«Raichu, da quel che ho capito se tu che possiedi il Locomothunder.» Disse Zangoose, avvicinandosi al pokémon.
«Sì, esatto.»
«Allora non capisco, perché non usi il tuo potere per sconfiggere gli Houndour?» Chiese Zangoose, schivando un attacco e sconfiggendo il proprio avversario.
«Il Locomothunder? Non posso usarlo ora, e non sarebbe neanche così utile.» Rispose Raichu, colpendo con un Codacciaio un Houndour e mandandolo al tappeto.
«Come non sarebbe così utile?! Che mosse conosci scusa?»
«Tuono, Locomovolt, Scarica e Codacciaio.»
«Allora usa un TuonoScarica, o uno ScaricaCodacciaio, fai qualcosa con Scarica!» Disse Zangoose, schivando
«Ma di che diavolo stai parlando?» Chiese Raichu.
Per un momento, Zangoose lo fissò, poi capì «Aspetta, tu non conosci il vero potenziale del Locomothunder, o sbaglio?»
«Quale vero potenziale?» Chiesero sia Raichu che Eelektross, che dopo aver sconfitto un altro avversario con Assorbipugno si era trovato abbastanza vicino ai due da sentire.
«Il vero potenziale del Locomothunder, il motivo per cui l’Organizzazione lo vuole! Dannazione, credevi che lo volessero solo per la capacità di annullare l’immunità dei pokémon Terra all’Elettro? Eelektross, credevo che almeno tu lo sapessi.»
«Avevo dei dubbi da quando Tri ha usato quella che credevo fosse una sua versione del Locomothunder. Dato che Tri non conosce Tuono, non poteva esserlo. Avanti Zangoose, quale sarebbe il vero potenziale di cui parli?»
«Il Locomothunder fu effettivamente ideato come unione di quelle due mosse. Tuttavia, il progetto si concluse in un fallimento.»
«Sì, questo lo sapevo.» Disse Eelektross, colpendo un Houndour come se non avesse avuto la minima importanza.
«Però il capo dell’Organizzazione, dopo il suo ritorno, riuscì a procurarsi i dati dell’esperimento, e scoprì che gli scienziati si erano imbattuti in un vero e proprio tesoro. Infatti il Locomothunder non permette all’utilizzatore solo di unire tra loro Locomovolt e Tuono, ma anche qualsiasi altra mossa egli conosca.»
«Impossibile, io non posso farlo.» Disse Raichu, schivando uno Sgranocchio e colpendo l’avversario con un Tuono.
«Certo che puoi, solo che non sai come fare! Dimmi, come hai imparato a usare il Locomothunder?»
Raichu riflettè. Semplicemente un giorno, quando era molto piccolo, mentre giocava con gli amici, aveva sentito un’energia enorme in corpo e il Locomothunder si era attivato.
«Non lo so. Si è manifestato da solo quando ero piccolo.»
«Capisco. Dimmi, erano le uniche due mosse che conoscevi?»
«Sì.»
«Allora si spiega tutto. Il Locomothunder si è manifestato in quella forma perché tu sei nato con Tuono e Locomovolt. Poi suppongo i tuoi genitori abbiano fatto delle ricerche e ti abbiano parlato del Locomothunder, dico bene?» Chiese Zangoose.
Raichu annui.
«Ho capito. A quel punto» continuò Eelektross, «hai creduto che il tuo potere si risolvesse nell’unire quei due attacchi, e non hai mai pensato di poter provare a unire tra loro attacchi diversi. Oppure, ancor più semplicemente, convinto che il Locomothunder fosse una sorta di nuova mossa, non ti è neanche venuto in mente che in realtà consistesse nel potere di unire tra loro mosse diverse.»
Raichu annuì. In effetti, era sempre stato convinto che il Locomothunder fosse solo una variante di Locomovolt e Tuono.
«Allora dobbiamo ragionare in un altro modo. Ascolta, ormai sono rimasti pochi Houndour tra noi e loro. Io ed Eelektross cercheremo di aprirti un varco e tu colpirai il Capitano.»
«D’accordo.» Disse Raichu, caricando il Locomthunder mentre Zangoose ed Eelektross liberavano la strada verso Houndoom.
«Oh, vuoi giocare? Bene. Vediamo che sai fare.» Disse Houndoom. Mentre l’ultimo Houndour crollava a terra, Houndoom cambiò aspetto. Un attimo dopo, un MegaHoundoom si ergeva al suo posto. «Vediamo se qualcuno che non sa usare il proprio potere può sconfiggermi!» Tuonò.
Nella concitazione della battaglia, nessuno si accorse che questa aveva diversi spettatori.

 

 

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CAPITOLO 94: I GUARDIANI ED IL PIANO DELL'ORGANIZZAZIONE

 

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 20
Zangoose ed Eelektross schivarono i Rogodenti dell’ultimo Houndour che si frapponeva tra Raichu ed Houndoom.
«Adesso, Raichu!» Gridò Eelektross, e Raichu si scagliò in avanti, il corpo carico grazie al Locomothunder, e si diresse dritto verso il MegaHoundoom. In quel momento però Bisharp e Krokorok si lanciarono in mezzo.
«Non crederai che ti faremo passare così!» Disse Krokorok, preparando un Pietrataglio.
«Esatto.» Disse Bisharp, con un Raggiro pronto.
«Non crederete che lasceremo che vi mettiate in mezzo!» Dissero Eelektross e Zangoose colpendo i due con una Forbice X ed un Assorbipugno, costringendoli a spostarsi e permettendo a Raichu di passare.
Il pokémon si scagliò contro Houndoom, il quale scagliò una Marchiatura dritta verso Raichu.
Questi non si fermò, ma superò le fiamme che lo investirono, seppur rallentato, e colpì Houndoom sulle grandi placche ossee al petto, che si incrinarono. L’elettricità si scaricò su Houndoom, che arretrò.
Per un attimo sembrò che il pokémon sarebbe crollato. Le ginocchia si piegarono e lo sguardo divenne vacuo. Poi inaspettatamente Houndoom piantò gli artigli nel terreno e si risollevò, con alcune piccole scosse elettriche che ancora gli percorrevano il corpo.
«Sì, era potente, ma dimostra che non sai come usarlo. Conosco pokémon molto più forti.»
Raichu era schoccato. Era la prima volta che qualcuno resisteva al Locomothunder.
“Come ha fatto?” Si chiese, fissando Houndoom.
“Dannazione, per fortuna ha colpito le placche. Se mi avesse colpito in un punto scoperto sarei stramazzato subito. Se fosse in grado di usare il vero potenziale del Locomothunder come si deve sarebbe in grado di sconfiggere avversari di livello anche superiore al mio.” Riflettè Houndoom. Non si sentiva la gamba anteriore destra, ma stava facendo di tutto per non darlo a vedere.
«Bene, ora tocca a me!» Gridò, scagliandosi verso Raichu. In quel momento, però qualcosa si mosse. Intorno a loro, dalla città fantasma, emerse quella che sembrava una grossa nube nera vorticante, che avvolse i presenti, come un tornado.
Raichu, in mezzo a quella grande nube, che a ben guardarla era composta da migliaia di esseri grandi poco meno di lui, vide occhi enormi che lo fissavano, e sentiva voci tutt’intorno, sussurri senza senso in un turbine di rumori.
Alla fine fu costretto a chiudere gli occhi e quando li riaprì, dopo diversi minuti, nella piazza erano rimasti solo i membri del Gruppo. Sopra di loro, la massa vorticante li osservava.
«Cosa è successo?» Chiese ad Eelektross ansimando, che stava guardando verso l’alto.
«Non lo so, ma i membri dell’Organizzazione sono scomparsi. Mi chiedo cosa siano quelli.»
In quel momento, la massa nera ridiscese su di loro, e finalmente Raichu la vide bene. Era composta davvero da migliaia di creature, formate da un corpo nero di varie forme ed un grande occhio bianco.
«Noi siamo Unown, i Guardiani delle Anomalie, che voi chiamate Sconosciuti.» disse una voce dall’interno della massa. «Abbiamo udito i vostri discorsi, letto i vostri cuori e i vostri pensieri. Abbiamo assistito ai vostri combattimenti. Vi riteniamo degni della missione che portate, e riteniamo le vostre azioni giuste. Inoltre, non potremmo mai essere contrari alla vostra missione, considerato ciò che abbiamo scoperto riguardo i vostri nemici leggendo la mente di uno di voi.» Disse la misteriosa voce, ed un gruppo di creature scese verso il Gruppo, fluttuando intorno a Zangoose, per poi piazzarsi davanti al Gruppo attonito.
«Io sono A, portavoce dei Guardiani.» Disse quello al centro, che era piuttosto grande rispetto agli altri. La sua voce era la stessa che avevano sentito già in precedenza.
«Molto onorati. Noi…» Iniziò Eelektross imperturbabile, ma A lo fermò.
«Sappiamo bene chi siete e conosciamo la vostra missione. Ed è per questo che, quando abbiamo avvertito che eravate in pericolo, siamo intervenuti.» Disse A, riprendendo a parlare al plurale come aveva fatto fino a quel momento.
«In pericolo?» Chiese Zangoose.
«Quell’Houndoom. C’era qualcosa di strano in lui e nei pokémon che lo accompagnavano, qualcosa di diverso. Abbiamo già avvertito questa sensazione più volte, da coloro che sono legati a qualcuno che si prepara a commettere un atto atroce.»
«E quindi lo avete…?» Chiese Luxray, lasciando la domanda in sospeso.
«No, nulla del genere. Il grande Arceus ci ha dotato di molti poteri, e noi li usiamo a dovere. Semplicemente gli abbiamo cancellato la memoria e lo abbiamo rimandato con tutti i suoi seguaci nel luogo da cui è venuto.»
«Il luogo da cui è venuto?» Chiese Eelektross.
«Se tutto è andato per il meglio, è tornato nel luogo in cui desidera più trovarsi.»
«Non capisco ancora.» Disse Zangoose.
«E non sapremmo spiegarvelo meglio. Si trova ad Oscuria, nella base del suo gruppo, anche se non sappiamo dove sia. In quel luogo egli si sente più forte e potente, quindi quel luogo è quello in cui desidera di più trovarsi.»
«Credo di aver capito. Ma cosa intendevate per “atto atroce”?»
«Zangoose lo sa, lo abbiamo letto nella sua mente. Avanti, diglielo.»
Zangoose annuì «Vi ho spiegato prima che il vero piano dell’Org è molto più complesso di quel che credevamo. Voi sapete dell’esistenza di altri universi, vero?»
«Ne ho sentito parlare. Mondi alternativi in cui le cose funzionano in modo diverso. Me ne parlò un seguace di non so quale religione, ma credevo fossero leggende, anche se alcuni scienziati ritenevano il contrario.»
«Ed avevano ragione. Vedete, il piano dell’Organizzazione è molto complesso, ed io non sono uno scienziato, perciò ne ho capito ben poco. Ma ecco quello che so. In pratica, per passare da un universo all’altro, occorre avere i poteri di un Loro molto potente, in grado di distorcere lo spazio tempo. Il passaggio però è rischioso per tutti coloro che non sono Loro. Un passaggio abbastanza grande da far passare un pokémon, lo farebbe uscire dall’altra parte senza ricordi e con l’aspetto di un pokémon appena nato. Inoltre, sarebbe indirizzato ad un solo altro universo.»
«Quindi, arrivato dall’altra parte saresti solo un cucciolo senza memoria del passato.»
«Esatto. Ma più è grande l’apertura, più aumentano le cose che puoi portare con te. Prima la tua memoria, poi il tuo aspetto, poi altri pokémon insieme a colui che ha aperto il portale, e così via. E aumenterebbero il numero di universi raggiungibili.»
«Ancora non capisco. Dove vuoi arrivare?»
Zangoose trasse un profondo respiro «Avrai visto che il Progetto M ed S vuole creare pokémon più forti. Ebbene, questo serve davvero per conquistare Pokémos. Poi, con il potere dei Loro ed un forte esercito al seguito, il capo dell’Organizzazione vuole… vuole…» Zangoose era palesemente terrorizzato. Era la prima volta che Eelektross lo vedeva così.
«Cosa vuole Zangoose, cosa?!» Chiese Eelektross, guardando il pokémon.
«Vedi, come ho detto più il buco è grande più cose possono passare. Allora, quanto dovrebbe essere grande un buco per far passare tutti i membri dell’Organizzazione?»
Eelektross impallidì «Non vorrai dire…»
Zangoose annuì «Trasformare l’intera Pokémos in un’apertura. Così facendo, l’Organizzazione potrebbe passare liberamente in qualsiasi altro universo, per conquistarli uno dopo l’altro grazie al suo esercito. Al prezzo delle vite di tutti coloro che vivono a Pokémos adesso, conquisterebbero ogni altro universo.»

 

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CAPITOLO 95: IL DOLORE DELLA SEPARAZIONE

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 21
Per qualche minuto, tutti rimasero in silenzio. Poi Eelektross parlò «Ne sei sicuro Zangoose? Mi sembra una follia. Non capisco perché darsi tanta pena per conquistare altri mondi quando il nostro mi sembra sufficiente. Per non parlare dei problemi che avrebbero a controllare i mondi conquistati.»
«Non conosco i dettagli dei loro piani, ma credo sappiano già come comportarsi. Il loro capo sa il fatto suo.»
«Ma più importante, perché non completano il piano subito, senza conquistare Pokémos? Se vogliono solo sacrificare tutti gli abitanti, non gli basterebbe attivarla nello stato attuale? A meno che non abbiano ancora necessità di catturare alcuni dei Loro, non vedo perché dovrebbero aspettare.»
«No, i Loro sono stati catturati tutti. Arceus è stato l’ultimo, tre anni fa. Ma è stato allora che ha creato uno scoglio per l’Organizzazione.»
«Uno scoglio?»
«Avrete notato che il potere delle Pietre è più forte nelle capitali. Se ci riflettete però non vi pare strano? Voglio dire, sono solo città.»
«In effetti mi sembra abbastanza strano, ma credo sia perché c’è una concentrazione maggiore di Pietre nella zona.»
«Vero? Questo è quello che pensano tutti. Ma non è così. Se il potere delle Pietre è maggiore nelle città, è perché lì si trova il re.»
«Ma questo non ha senso. A Spettria, Velenia, Espia ed Arenia il re non c’è.»
«E infatti non mi pare che la situazione in quei paesi sia migliore. Se ci pensi, Oscuria se la passa molto meglio degli altri paesi della Coalizione.»
«Già, in effetti la situazione è migliore rispetto a quella di Velenia. Però Spettria era in una situazione nella media dei paesi che abbiamo visitato finora.»
«Ma quando ci siete andati il re era presente, sbaglio?»
«No, ma non capisco dove vuoi arrivare.»
«Quando ormai era sicuro che sarebbe stato sconfitto, Arceus suddivise il proprio potere. Suppongo sappiate delle Lastre.»
«I 17 strumenti che permettono ad Arceus di cambiare tipo.»
«Sì. Arceus le… è difficile spiegarlo… lui le trasformò in una sorta di energia, aggiungendovi poi la propria, e le scagliò sui re. In questo modo, di fatto infuse i re della propria forza.»
«Capisco. Ha reso i re più forti. Ma ancora non capisco.»
«L’azione di Arceus in realtà mirava ad altro. In pratica, per creare un’apertura spazio temporale bisogna destabilizzare questa dimensione. E Arceus ha fatto in modo che le sue Lastre impediscano questa destabilizzazione.»
«Non ti seguo molto bene.» Disse Raichu.
«In parole povere, le Lastre dentro i re impediscono all’Organizzazione di usare i poteri di Dialga e Palkia per aprire l’apertura. Inoltre, Arceus ha fatto in modo che le Lastre passino di re in re, in modo che se anche un re morisse non farebbe perdere al suo paese la protezione. Ma ovviamente l’Organizzazione ha già una contromossa. Sconfitti tutti i re, conquistando quindi Pokémos, le Lastre cesseranno il loro effetto, perché non ci sarà nessuno a cui possa passare.»
«Ma perché i membri dell’Organizzazione collaborano a questo piano?! Perché accettano questa follia.»
«La maggior parte di loro non sa qual è il loro scopo. Sono convinti chel’obbiettivo sia conquistare Pokémos. Gli unici sono i Generali, il Capo ed il Professore che sta a capo delle ricerche. Di questi, i Generali vogliono il potere, mentre il Professore è convinto che l’unica soluzione per i problemi della Pokémos attuale sia cancellarla, anche se credo abbia intenzione di intercedere con il capo per salvare almeno parte della popolazione. Una volta, origliando una conversazione, l’ho sentito parlare con quello che era all’epoca il suo assistente, morto un anno dopo, in circostanze che non furono mai spiegate, dicendo che “Coloro che rimarranno dovranno liberare la mente dai propri paletti”. Quanto al Capo stesso, è un mistero. Potrebbe essere solo accecato dal desiderio di potere come i generali. Ma ci sarà dell’altro.»
Di nuovo, il Gruppo rimase in silenzio. E fu nuovamente Eelektross a parlare «Dobbiamo avvisare l’Alleanza. Queste informazioni devono arrivare il prima possibile.»
«Concordo. Ma come facciamo a mandargliele?» Disse Raichu.
«Temo che ci sia una sola soluzione, a meno che voi Unown non vogliate aiutarci.»
«Non possiamo. Arceus ha stabilito che noi Unown dovremo nasconderci finchè non verrà il momento di entrare in azione come Guardiani delle Anomalie. Oggi abbiamo fatto un’eccezione perché eravate in pericolo.» Rispose A, inamovibile.
«In tal caso, ci resta una sola scelta. Uno di noi deve tornare ad Oscuria e partire per Elettria insieme alle truppe, separandosi dagli altri.»
«No!» Dissero tutti i presenti.
«Non abbiamo scelta! Zangoose non può andare, perché se l’Organizzazione lo scoprisse lo farebbe sparire, per eliminare un testimone dei loro piani. E tolto lui, non ci saranno modi per essere a conoscenza di piani e Progetti del nemico. Quindi deve andare uno di noi, portando con sé una lettera in cui spiegheremo tutti i dettagli.»
«E chi?» Chiese Raichu.
«Non posso mandare te, né posso andare io. Luxray, Draak, Emolga e Tri sono i nostri combattenti migliori, a parte te e me. Plusle e Minun ci torneranno utili, ne sono convinto, li ho portati con noi per questo. I principi e Trubbish sono fuori discussione, sarebbe un’offesa nei confronti dei paesi da cui provengono. Flaaffy allo stesso modo è stato scelto dai Generali e dal re, non me la sento di rimandarlo indietro. Quindi…» Si girò a guardare Mud e Surskit, come tutti i presenti.
«Ho esposto le ragioni per cui credo che debba essere uno di voi due a portare il messaggio a Black Hole City. Voglio lasciarvi scegliere, ma non metteteci troppo. Zangoose, noi intanto scriveremo il messaggio. Raichu, vieni anche tu.»
I due annuirono, ed Eelektross estrasse il necessario per scrivere dalla borsa, per poi allontanarsi insieme agli altri.
«Io non voglio andarmene.» Dissero entrambi, sull’orlo di una crisi di pianto.
«Io… Io ero debole. Nelle Palafitte ero sempre impegnato a nascondermi dietro qualcuno, sempre nascosto. Avevo un solo amico, Toto. Ma poi voi siete arrivati e finalmente io ho iniziato a diventare forte. E ho trovato altri amici, qualcosa che credevo fosse fuori dalla mia portata.» Disse Mud, scoppiando definitivamente a piangere.
«Io non voglio lasciarvi. Voi siete i miei amici. Insieme a voi ho vissuto avventure che non riuscivo neanche ad immaginare. Ho combattuto, mi sono allenato. Non… Non voglio andarmene.» Rispose Surskit, anche lui in lacrime.
Gli altri si guardarono e rifletterono. Non riuscivano a credere di dover perdere uno dei propri compagni. Anzi, uno dei propri amici.
Nessuno parlava, fissando semplicemente il terreno.
«Ascoltate» Disse Emolga, rompendo il silenzio «Dovete scegliere voi. Non voglio obbligare nessuno di voi ad andarsene, come non lo vuole nessun altro. Non lo vuole neanche Eelektross, cosa credete? Ma è necessario. Non possiamo far altro, anche se lo vorremmo.»
Mud e Surskit si fissarono, poi iniziarono a parlare a bassa voce. Alla fine, annuirono.
«Va bene, abbiamo deciso.» Dissero entrambi con le lacrime agli occhi.

 

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Un po' in ritardo ma ce l'ho fatta.

 

 

CAPITOLO 96: SALUTI, SEPARAZIONE E RIUNIONE

 

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 22
«Andrò io.» Disse Surskit ad Eelektross.
«All’inizio pensavamo di andare entrambi.» Disse Mud.
«Ma sono ancora esausto dopo la battaglia contro Roserade. L’ho capito prima, quando sono crollato. Inoltre, fisicamente parlando sono il più debole del Gruppo.»
«Capisco. Beh, ci mancherai.» Disse Eelektross.
«E voi mancherete a me.» Disse Surskit, lanciando un’occhiata a Draak.
«Bene, questo è il messaggio. Mi raccomando, portalo con te ad Electronvolt dai Generali. Per fare prima, ti consiglio di partire con la squadra che costruirà il Punto di Teletrasporto ad Elettria. E consegna questa copia ai Re della Coalizione.» Disse Zangoose porgendo a Surskit due fogli piegati.
«D’accordo. Bene, credo sia il momento di salutarci.» Disse Surskit.
Uno a uno, tutti i presenti si avvicinarono per salutare il pokémon ed augurargli buona fortuna.
«Se per caso dovessi incontrare un Croconaw di nome Toto, o forse un Feraligatr se si è evoluto dall’ultima volta che ci siamo visti, salutamelo e digli che Mud è ancora in viaggio.» Gli disse Mud.
«D’accordo.» Disse Surskit, annotandoselo mentalmente.
«Buona fortuna. E, ehm, se per caso,» sussurrò Raichu «se per caso dovessi incontrare una Pikachu di nome Pika, potresti, ecco, salutarmela? Era un capitano nell’S.T. che ho conosciuto a Volt Port e…»
«Non mancherò.» Rispose Surskit sorridendo.
«Mi raccomando, se passi a Volt Port salutami quelli della Tifone.» Disse Tri.
«Buona fortuna. E ad Electronvolt se ti capita salutami Emolg, una dell’S.T.» Disse Emolga.
«Chi è?» Chiese Surskit, sperando di ricordarsi anche quel nome.
Emolga si guardò intorno, arrossendo, poi avvicinò le labbra all’orecchio di Surskit (o almeno al punto dove supponeva si trovasse l’orecchio) e sussurrò «La mia fidanzata.»
«La tua?!» Gridò Surskit alzando il tono di voce.
«Sssh, non dirlo!» Disse Emolga, che era arrossito ancora più violentemente.
«Va bene, va bene.» Rispose Surskit, ridacchiando.
«Bene.» Disse Eelektross, quando anche Draak riuscì a salutare Surskit tra le lacrime «Credo sia meglio che tu vada ora.»
«Allora arrivederci. A presto.» Disse Surskit voltandosi verso l’uscita della città.
«A presto!» gridarono gli altri salutandolo.
Surskit uscì dalla città e procedette verso sud. Quando fu abbastanza lontano, guardò indietro, si fermò, e scoppiò in lacrime.
 
Da qualche parte ad Oscuria, 20/06/4783, circa le 21
Houndoom aprì gli occhi, trovandosi davanti Weavile, Arbok, Spiritomb e Banette, intenti a fissarlo. Guardandosi intorno, si rese conto di essere in una grande stanza. Gli ci volle qualche secondo per capire che era la propria stanza.
«Ehi Houndoom, mi spieghi cos’è successo?» Chiese Weavile.
«Non… Non lo so. Ero appena arrivato alla Città Sconosciuta insieme agli altri e ora mi ritrovo qui.»
«Sei comparso al centro della Sala in cui facciamo le riunioni, poco dopo l’arrivo di Spiritomb e Banette. I tuoi due Tenenti erano nelle loro stanze, come tutti gli Houndour che erano venuti con te. E nessuno di loro è riuscito a spiegarci cos’è successo.» Disse Arbok.
«A quanto pare non ci riuscirò neanch’io. Come ho detto, l’ultima cosa che ricordo è…»
«Sì, ce l’hai detto, come ce l’ hanno detto tutti gli altri, l’arrivo alla Città Sconosciuta. Qualunque cosa sia successa, però, dovete aver combattuto, perché eravate feriti.» Disse Spiritomb.
Houndoom riflettè un po’, poi scosse la testa «No, non mi viene in mente nulla, mi dispiace.»
«Quindi non ti ricordi proprio niente?» Disse una voce sulla porta. Tutti si girarono e videro Roserade sulla porta, sorridente «Ci sarebbe utile sapere cosa vi è successo.»
«No. Dannazione, scommetto che il Gruppo mi ha fatto qualcosa.» Houndoom era furente, tanto che alcune lingue di fuoco iniziarono ad uscire dalla bocca. Evidentemente se ne accorse, perché sospirò «Piuttosto, è arrivato qualcosa dalla Base?»
«Sì, l’ordine di rientro per tutte le truppe della Coalizione.» Rispose Banette.
«Quindi stanno arrivando tutti quelli di Espia ed Arenia? Dannazione, non ci tengo proprio a rivederli, specialmente il Capitano in Comando di Arenia.»
«A chi lo dici.» Disse Roserade. «A proposito, non sono ancora arrivati i Capitani di Arenia, vero?»
Arbok e Weavile si fissarono, sorridendo «Ecco, a questo proposito…»
«Mia bellissima rosa!» Gridò una voce dal corridoio, prima che qualcosa irrompesse a tutta velocità nella stanza. Un attimo dopo, un Breloom rosso era in ginocchio davanti a Roserade, tenendole la rosa sinistra tra le zampe. «Mi sei mancata ogni giorno in questi diciassette anni, mia bellissima.»
Il volto di Roserade era un’autentica maschera di orrore e disgusto. Sembrava che un qualche essere informe le stesse strisciando davanti. Liberando la rosa con uno strattone, si voltò verso Arbok e Weavile, che evidentemente stavano trattenendo un eccesso di risa.
«Breloom, io non sono la tua bellissima!»
«Certo mia bellissima, certo. Ora, quando potremo organizzare un appuntamento romantico?» Chiese Breloom, sorridendo come se Roserade non avesse detto nulla.
«Sparisci, viscido essere!» Gridò Roserade, uscendo dalla stanza, sbattendo rumorosamente i piedi mentre si allontanava.
«Ah, le donne. In realtà è pazza di me!» Disse Breloom, convinto.
«Ceeerto, non capisco come possa resisterti.» Ridacchiò una nuova voce dalla porta. Un Metagross entrò nella stanza, facendola improvvisamente sembrare molto più piccola.
«Che c’è, hai dei problemi, progetto M?» Chiese Breloom fissandolo.
«Sicuramente ne ho meno di te, progetto S dei miei stivali.»
«Cosa c’è, vuoi litigare? Ti faccio vedere cosa significa essere una Terza Generazione.» Disse Breloom.
«Fatti sotto, così dimosterò la superiorità di noi M!» Disse Metagross. Ormai le facce dei due si toccavano, mentre si guardavano negli occhi infuriati.
«Breloom, piantala!» Disse il pokémon che entrò in quel momento dalla porta. Blaziken si avvicinò e separò i due come fossero bambini litigiosi.
«Anche tu Metagross, controllati. Certo, la compagnia non è un granchè, ma bisogna sapersi accontentare.» Ad entrare questa volta fu un Espeon dal bizzarro colore verde, con un’aria estremamente altezzosa.
«Anche io sono felice di vederti.» Disse Weavile, sarcastico.
«Nessuno ti ha rivolto la parola, ladruncolo da quattro soldi. A proposito, ho sentito che hai perso contro il nemico che ci tenevi tanto a distruggere. Quanto mi dispiace. Vieni, Metagross, andiamo.» Espeon fissò per tutto il tempo Weavile, con uno sguardo estremamente sarcastico. Poi i due uscirono.
«Andiamo anche noi Breloom.» Disse Blaziken, uscendo.
«Quell’odioso, piccolo…» Disse Weavile, furibondo.
«Ah lasciali perdere, quelli di Espia sono tutti odiosi.» Disse Arbok.
«Perché, quelli di Arenia?» Chiese Houndoom. «Spero che non passi troppo tempo prima della partenza per Elettria, non ho certo voglia di restare in loro compagnia troppo a lungo.»

 

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Da qui a natale aspettatevi capitoli irregolari, visto che la scuola a Dicembre è un continuo di verifiche :v

 

 

 

CAPITOLO 97: ZANGOOSE

 

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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 24
Quella notte, il Gruppo decise di accamparsi nella Città Sconosciuta. A aveva augurato loro buona fortuna, ma aveva accuratamente evitato di rispondere a qualsiasi domanda riguardo lo scopo degli Unown, i loro obbiettivi o più in generale qualunque informazione che non volesse condividere. In compenso, si erano offerti di aiutarli ad attraversare Espia in sicurezza.
“Ci porteranno fino a Medium City, la Capitale, poi dovranno fermarsi. Per lo meno ci risparmieremo cinque giorni di cammino.” Aveva detto Eelektross circa un’ora prima al resto del gruppo, intento a prepararsi per la notte nella grande sala di un palazzo abbandonato che avevano occupato. Raichu, seduto davanti alla porta, di guardia, stava riflettendo su queste parole, ma anche sugli eventi di quel giorno.
«Giornata interessante, eh?» Chiese in quel momento una voce alle sue spalle. Raichu trasalì e si girò, trovandosi davanti Zangoose.
«Oh, sei tu.» Disse Raichu.
«Già, sono io. Ti chiedo scusa, ma soffro di insonnia da quand’ero piccolo, quindi sono uscito a prendere una boccata d’aria.» Rispose questi, passando oltre e sedendosi a pochi metri dalla porta, su un basso muretto di pietra.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò. Raichu era perso nei suoi pensieri, mentre Zangoose si limitava a guardarsi intorno.
«Quanti?» Chiese improvvisamente Raichu.
«Quanti cosa?»
«Quanti pokémon hai catturato per l’Organizzazione.»
Zangoose rimase in silenzio per qualche minuto prima di rispondere «Non molte in realtà, il mio settore non erano i rapimenti.»
«Allore perché hai partecipato all’assalto al Pika Village?»
«Ero nel loro cosiddetto “Settore Armato” ossia ero un soldato. Quindi mi hanno scelto per partecipare all’attacco.»
«E non potevi fare nulla per evitarlo?»
Zangoose lo fissò, poi annuì «Credo di capire cosa intendi, ma purtroppo la parte peggior del lavoro di infiltrazione è questa. Se devi restare col nemico, non puoi scegliere chi attaccare e chi lasciar fuggire, ma eseguire gli ordini a prescindere.»
«Anche se sai che in questo modo aiuterai il nemico?»
«Anche in quel caso. Non sono sciocco, ragazzo. Non sarei sopravvissuto tanto a lungo se lo fossi.»
 Raichu sospirò. Zangoose aveva ragione, lo sapeva bene «Però un uovo l’hai salvato.»
«Sì e no. Iniettarono un qualche strano liquido in tutte le uova rubate, che per fortuna non erano molte, giusto sei o sette, e le misero in un carro apposito. Una di loro però cadde dal suo scomparto, suppongo, dato che la trovai per terra durante una sosta. Senza farmi notare, la feci rotolare in mezzo all’erba. Tutto qui. Nessun atto di eroismo, solo un colpetto dato a un guscio. Non so neanche se si sia salvato.»
«Sì, si è salvato. Il Pichu che è con noi, Tri, è stato trovato dal padre adottivo nelle pianure a nord proprio poco dopo l’attacco al Pika Village.» Disse Raichu. Non sapeva perché lo stesse dicendo, ma sentiva di doverlo fare.
Zangoose non rispose, ma Raichu notò che aveva gli occhi lucidi, e le lacrime brillavano alla luce della luna. Poi Zangoose battè le palpebre, e le lacrime scomparvero.
«Ne sono felice. Davvero. Ho fatto tante cose orribili mentre ero nell’Organizzazione e raccoglievo informazioni, o anche nelle mie infiltrazioni precedenti, che sono felice di aver fatto anche qualcosa di buono.»
«Non devi aver avuto una vita facile.»
Zangoose annuì «Vuoi sentire la storiella strappalacrime di un pokémon di Normalia?»
«Certo.»
«Mia madre e mio padre» Iniziò Zangoose «Si conobbero mentre questi era in viaggio. Era un Excadrill, un giovane viaggiatore di Metallia che amava trovare nuovi luoghi in cui raccogliere minerali e pietre rare, oltre che un amante delle investigazioni che mi insegnò molte cose quando ero piccolo. Mia madre, al contrario, era una giovane Zangoose di una famiglia piuttosto benestante. Non so come si conobbero, ma so che la loro unione fu molto osteggiata.»
«Perché?»
«Vedi, Metallia e Normalia sono paesi che potremmo definire quasi rivali, per via delle ideologie radicate nei due. A Normalia, si crede che la Conoscenza di tutte le cose, storia, geografia, cultura, sia da considerare e conservare sopra ogni cosa. Al contrario, Metallia ritiene che le cose pratiche, come l’ingegneria, la medicina, l’abilità in battaglia siano le uniche cose importanti. Questo confronto può apparire sottile, ma è causa di una grande rivalità tra i due paesi.»
«Puoi immaginare quindi che l’unione dei miei genitori non fosse ben vista. Per farla breve, i due presero tutto ciò che potevano e fuggirono, lasciandosi tutto alle spalle. Comprarono una fattoria di Bacche nella campagna a sud di Normalia e vi si stabilirono. E fu lì che nacqui io. Poi, 25 anni fa, quando io avevo otto anni, un gruppo di criminali attaccò la nostra casa. Mio padre morì per proteggere mia madre, che riuscì a fuggire insieme a me mentre la nostra casa bruciava, ma purtroppo le ferite riportate erano molto gravi. Quando arrivammo in città e mia madre fu portata da un medico, era chiaramente già troppo tardi.»
«Ero rimasto orfano senza neanche rendermene conto. Fui portato in un orfanotrofio, ma fuggì quasi subito. Mi cercarono per un po’ credo, ma ormai me n’ero già andato dalla città. E fu così che iniziai a viaggiare in cerca di quei criminali. Entrai nei giri più pericolosi, a rischio della mia vita e basandomi solo sugli insegnamenti di mio padre, con il solo scopo di trovare il mio nemico e smantellarne la banda. Una dopo l’altra, distrussi dall’interno ogni organizzazione in cui entravo, sempre facendo ricadere la colpa su qualche altro componente, facendo pensare di essere abile nel non farmi scoprire. Fu in quel periodo che conobbi Eelektross, che mi diede una mano in diverse occasioni, visto che riteneva che meno rivali la sua organizzazione aveva meglio era. All’epoca era solo il vice di un’organizzazione di medie dimensioni, ma mi aiutava comunque come poteva. Alla fine, dopo sette anni, trovai davvero coloro che avevano distrutto la mia vita. Come al solito, entrai nel loro gruppo per distruggerlo dall’interno. Diversamente dal solito, dopo sei mesi, fui scoperto e sbattuto nelle loro prigioni.»
«Prigioni?»
«Avevo scoperto che il capo del gruppo che mi interessava era un barone violento che attaccava i proprietari di fattorie per impossessarsi delle loro terre. Quando capì che i miei genitori erano morti per una cosa del genere, non ci vidi più e lo attaccai. Ovviamente fui sconfitto, la sala in cui ci trovavamo era piena di nemici. Ma il barone decise di rinchiudermi. E fu lì che incontrai Lopunny. Era la figlia di un grosso proprietario terriero, ma era stata rapita dal barone, che voleva costringere il padre a vendere le sue terre, troppo ben protette per attaccarle come era solito fare. Insieme, io e Lopunny fuggimmo dalle prigioni. Impiegammo diversi giorni, e quando arrivammo alla sua fattoria, ci eravamo innamorati l’uno dell’altra.»
«E il barone?»
«Il destino è buffo a volte. Morì di malattia, appena tre giorni dopo la nostra fuga. I suoi uomini, scacciati dal figlio, si diedero al banditismo e furono schiacciati dalle truppe dell’esercito. Poi, quando credevo di poter dare un taglio alla mia vita da “Investigatore dell’Ignoto”, ci fu il fattaccio di Eelektross e infine seppi dell’Organizzazione. E questo è quanto.» E terminato il discorso, Zangoose si alzò dal muretto, superò Raichu ed entrò nella sala, senza dire una parola, lasciando il pokémon solo con i suoi pensieri.

 

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Capitolo pubblicato, finalmente.

 

 

 

CAPITOLO 98: DIREZIONI DIVERSE

 

 

Spoiler

Città Sconosciuta, 21/06/4783, circa le 08
Quella mattina, il Gruppo si alzò ed uscì, dirigendosi alla piazza. Poco dopo, gli Unown ricomparvero, in una nube simile a quella del giorno prima, disponendosi intorno ai quattordici.
«Bene» disse A, raggiungendo il Gruppo «ora vi teletrasporteremo a Medium City. Non possiamo portarvi direttamente in città per colpa delle mura trattate, ma possiamo portarvi a meno di dieci minuti di cammino dall’ingresso. Volendo potremmo portarvi anche più vicino, ma non vorremmo che qualcuno vi facesse domande su come siate comparsi sulla porta della città.»
«Ma certo, capisco. Vi ringrazio.» Disse Eelektross.
«In tal caso, prepariamoci. Tu» disse rivolgendosi ad Abra «Preparati, perché quando te lo dirò dovrai usare Teletrasporto pensando a Medium City.»
«M-ma Teletrasporto non può portarmi così lontano. Io personalmente posso percorrere solo cento metri, e so che i migliori coprono un kilometro scarso.»
«Lo sappiamo. Tuttavia, qui entreremo in gioco noi. Noi Unown possiamo dirigere il Teletrasporto e dare ad esso la forza per coprire la distanza necessaria. Non preoccuparti, dovrai solo comportarti come fai di solito, al resto penseremo noi.»
«D-d’accordo.»
«Bene. Voi aggrappatevi ad Abra, o comunque a qualcuno che si tenga a lui, senza lasciare la presa per nessun motivo. Non posso sapere dove finirete in caso contrario.»
A quelle parole i tredici si strinsero il più possibile a Abra. A li osservò e annuì «Bene. Ora andate.»
Abra annuì e attivò il Teletrasporto. Istantaneamente, gli Unown presero a ruotare intorno a loro, sempre più velocemente.
Quando si fermarono, nella piazza non era rimasto nessuno, eccetto A.
 
Oscuria, Strada di Arceus, 21/06/4783, circa le 08
Surskit aprì gli occhi e si guardò intorno. La sera prima era scoppiato in lacrima, e si era risolto nel correre più velocemente possibile il più a lungo possibile. Alla fine, si era ritrovato completamente esausto e si era addormentato sotto un albero, nascosto tra l’erba.
Quando si risvegliò inizialmente non ricordò nulla. Poi tutti i ricordi del giorno prima irruppero nella sua testa. Per un attimo, rischiò di scoppiare di nuovo a piangere, poi sospirò.
“No, non devo piangere. Ora ho altro da fare.” Pensò, mentre si sollevava ed apriva la borsa. Afferrò un paio di Bacche, mangiandole avidamente, bevve un sorso d’Acqua Fresca, poi si preparò a ripartire.
“Bene, direi che può andare.” Richiuse la borsa, assicurandosi che i documenti fossero al sicuro, poi ripartì.
Nonostante tutto, mentre si allontanava non riuscì a fare a meno di guardare verso la direzione da cui era venuto, nella vana speranza che qualcosa o qualcuno lo obbligasse a dirigersi di nuovo dai suoi compagni.
E invece, dopo un attimo, girò la testa e riprese la strada.
 
Espia, Strada di Arceus (Poco lontano da Medium City), 21/06/4783, circa le 09
Raichu annaspò, mentre atterrava in malo modo sopra Luxray, Zangoose e Abra, seguito dal resto del Gruppo, fra cui il pesantissimo Draak. Quando riuscirono finalmente a sollevarsi, si contarono. C’erano tutti.
“Per fortuna” Pensò Raichu. Poi si girò. Non erano sulla Strada di Arceus, anche se riuscivano a vederla. In lontananza si vedeva già una città, probabilmente Medium City.
«Bene, sembra sia andato tutto per il verso giusto, a parte l’atterraggio.» Commentò Zangoose massaggiandosi il collo.
«Non lamentarti. Arrivati a Medium City, potrò anche farti il favore per cui mi hai cercato. Anche se mi sembra un piano un po’ folle. Non sapete neanche come reagiranno.» Rispose Eelektross.
«Che c’era da aspettarsi dal Custode di quel vecchio drago pazzo? Però è la nostra ipotesi migliore. Non preoccuparti, vedrai che il loro supporto ci servirà.»
«Si può sapere di che state parlando?» Chiese Raichu, confuso.
Zangoose lo fissò, poi scosse la testa «Spiacente, ma non posso dirtelo. Solo, sappi che presto l’Alleanza avrà una gradita sorpresa. E l’Organizzazione una sorpresa molto sgradita.»
Raichu riflettè ed annuì «Dopo ieri sera, credo d potermi fidare di te. E di Eelektross mi fido quanto basta.» Aggiunse.
Zangoose sorrise «Direi che “quanto basta” è il massimo che potrai ottenere Eelektross.»
Eelektross ridacchiò «Che ti aspettavi? Sono pur sempre un criminale, mentre lui è un Capitano dell’S.T. Forza, muoviamoci.»
Il Gruppo procedette lungo la Strada di Arceus, guardandosi intorno. Era molto più affollata di quanto avessero visto finora.
«È normale.» Spiegò Eelektross quando Plusle e Minun gliene chiesero il motivo «Non solo ci troviamo vicini alla capitale di Espia, ma anche a meno di un giorno di cammino dal regno dei combattimenti, Arenia.»
«Ah, ho capito.» Risposero i due all’unisono.
Abra, dal canto suo, si era addormentato e fluttuava con calma accanto a Zorua, Trubbish e Lamp.
«Dorme sempre così tanto?» Chiese Emolga, guardando il pokémon.
«Gli Abra devono dormire diciotto ore al giorno. Credo sia un miracolo già che non si sia addormentato finora. Per le prossime diciotto ore, sarà quasi impossibile svegliarlo. Forse anche di più, visto che non ha dormito il tempo giusto.» Disse Zorua.
«Un bel guaio. Che facciamo se veniamo attaccati?»
«Combattiamo come abbiamo sempre fatto, cercando di non farlo finire in mezzo.» Rispose Luxray, che si era avvicinato.
«Mi spiace dirlo, ma credo tu abbia ragione.» Commentò Draak, che si era avvicinato insieme a Luxray «Speriamo che non ci capiti di lottare mentre dorme.»
«Cioè speriamo di combattere sempre nelle sei ore in cui è sveglio? Mi pare un tantino improbabile.» Rispose Trubbish.
«Già» Sospirò Draak «Temo di sì.»
«Divertente.» Bofonchiò Lamp.
Dopo pochi minuti di cammino, arrivarono davanti alle mure di Medium City. Accanto al grande portale, sorgeva una grossa costruzione simile a una casa, da cui uscivao parecchi Pokémon.
«Cos’è?» Chiese Raichu.
«Il punto di Teletrasporto. Lì dentro c’è un macchinario che permette di teletrasportarsi in varie città della Coalizione.» Rispose Zangoose.
«E perché è fuori dalle mura?»
«Probabilmente il trattamento blocca il passaggio di qualsiasi Teletrasporto.» Rispose Eelektross «Comunque non ci interessa particolarmente. Piuttosto, sbrighiamoci, vorrei superare lacittà il prima possibile, visto che non dobbiamo fermarci qui.»

 

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CAPITOLO 99: RICCHEZZA ED IPOTESI DEL CRIMINALE

Spoiler
Medium City, Le tre carte di Reuniclus, 21/06/4783, circa le 10
Entrati a Medium City, il Gruppo aveva seguito Eelektross e Zangoose attraverso le vie della città. Raichu era convinto che anche questa volta si sarebbero ritrovati nella solita locanda da due soldi, ma inaspettatamente i due non accennarono a cambiare strada, procedendo verso il centro. 
Alla fine si ritrovarono nella piazza centrale della città. Una grande fontana a forma di Musharna, con l’acqua che usciva dall’apertura sulla testa, sorgeva al centro della grande piazza affollata. Tutto intorno si trovavano parecchi alberghi di lusso ed edifici che Raichu identificò come casinò. Il Gruppo seguì Eelektross con una certa sorpresa quando questi entrò con noncuranza in uno di questi casinò, un grande edificio con colonne di marmo e grandi vetrate. Sopra l’ingresso, a grandi lettere, era incisa la scritta “Le tre carte di Reuniclus – Camere e Casinò”.
Eelektross e Zangoose attraversarono l’ingresso rapidamente, dirigendosi al banco della reception. Raichu si accorse subito che i componenti dello staff chinavano il capo davanti al pokémon. Eelektross fece loro cenno di aspettarlo.
Arrivato al banco, il pokémon prese a parlare con un Duosion, che impallidì e prese a spiegare qualcosa che però Raichu non riuscì a sentire. Eelektross imprecò, poi riprese a parlare. Questa volta Raichu colse la richiesta di alcune stanze. Duosion annuì, controllò un grande libro. Poi porse ad Eelektross un mazzo di chiavi.
«E fa il possibile perché Reuniclus ritorni in fretta.» Disse Eelektross prima di ritornare dal Gruppo, che si stava guardando intorno piuttosto smarrito.
«Bene, a quanto pare saremo costretti a fermarci qui per oggi, visto che Reuniclus se n’è andato e tornerà solo stanotte.»
«Fammi capire bene» disse Emolga «Questo posto è tuo?» e fece un ampio gesto del braccio per indicare l’intero atrio.
«Certo, e non solo questo. Ci sono una ventina di casinò che mi appartengono qui ad Espia. In fondo, questa è anche la terra del gioco d’azzardo. Può sembrare strano, ma a quanto pare quando gli avversari possono leggersi la mente a vicenda si ha una sfida molto più impegnativa.» Ridacchiò il pokémon, compiaciuto.
«Allora Eelektross, che facciamo?» Chiese Zangoose.
Eelektross riflettè per qualche secondo, poi sorrise «Direi che per oggi possiamo riposarci. Tanto non possiamo ripartire.»
«D’accordo. Abbiamo bisogno di riposarci. Inoltre abbiamo guadagnato tre o quattro giorni, credo che possiamo permetterci di perderne uno.» Disse Raichu.
Gli altri assentirono e si diressero verso il fondo della sala seguendo Eelektross. Arrivarono ad alcune pedane luminescienti, con accanto una sorta di palo metallico con una serratura.
 «Quelle servono per arrivare ai piani alti. Ecco, prendete una chiave» disse porgendo ad ognuno una delle chiavi del mazzo «ed inseritela nella serratura.»
Raichu annuì, ed un attimo dopo provò la stessa sensazione del Teletrasporto, ritrovandosi ad un altro piano. «Ma che…»
«Te l’avevo detto. Siamo all’ultimo piano. Guarda fuori.» Eelektross indicò la vetrata. Raichu guardò ed in effetti, erano parecchio in alto. Riusciva a vedere buona parte di Medium City, incluso il grande palazzo reale e alcune altre costruzioni che non riuscì ad identificare.
«Mi costò un occhio della testa costruire questo albergo, ma mi ha ampiamente ripagato.» Commentò Eelektross «Insomma, chi penserebbe che un’organizzazione criminale usa come base un casinò nel centro della capitale?»
«Già, capisco.» Commentò Raichu, asciutto. Più conosceva Eelektross, più non riusciva a capacitarsi del suo potere.
«Forza, andiamo.» Disse, quando tutto il Gruppo fu arrivato. Indicò loro il numero sulle chiavi, e si diressero alle cinque stanze. Le stanze erano riccamente decorate e sembravano comodissime.
«Siamo fortunati, c’erano cinque camere libere sullo stesso piano.» Disse Eelektross quando tutti ebbero messo a posto la propria roba.
«Allora,» disse Zangoose «Io ed Eelektross abbiamo parecchie cose di cui discutere in attesa dell’arrivo di Reuniclus. Voi che intenzioni avete?»
«Io voglio riposarmi.» Disse Raichu, e gli altri annuirono. Si diressero nelle rispettive camere, e poco dopo stavano già dormendo.
Zangoose ed Eelektross, nel frattempo, si sedettero al tavolo della stanza dei due.
«Allora, che ne pensi?» Chiese Zangoose.
«Te l’ho detto, credo che tu e quel Custode abbiate ideato un piano assurdo. D’altra parte però è innegabile che convincere le varie Chiese sia necessario. E gli unici che possono farlo sono i Custodi. Quindi come ti ho già detto ti aiuterò.» Rispose Eelektross, versandosi un Succo di Bacca in un bicchiere di cristallo.
«Considerato che i Reshikromisti sono dalla nostra grazie a lui, è già un passo avanti. E a Normalia, se tutte va bene, convinceremo gli Arceisti.»
«Poi il resto del lavoro lo faranno i Custodi, sì. Piuttosto, quello di cui voglio parlare ora è ben altro. Per la precisione, voglio dirti quello che penso sugli Unown e l’Organizzazione.»
«Sentiamo.»
«Gli Unown ci hanno detto ben poco, però sono riuscito ad intuire qualcosa. Anzitutto, credo che abbiano almeno tre poteri.»
«Davvero?»
«Sì. Innanzitutto, possono potenziare una mossa. Non mi è chiaro se siano in grado di potenziare ogni attacco, ma indubbiamente hanno ampliato e guidato il Teletrasporto di Abra. Poi ci sono le capacità che hanno detto di aver usato su Houndoom e i suoi. Una è quella di mandare qualcuno verso il luogo a cui tiene di più, l’altra è la capacità di cancellare i ricordi. Sono due poteri che hanno detto di saper usare, e dubito avrebbero mentito.»
«Interessante, ma non capisco dove vuoi arrivare.» Commentò Zangoose.
«Hanno dichiarato di essere Guardiani delle Anomalie, e hanno ritenuto “interessante” quello che hai raccontato tu. Credo che lo scopo degli Unown in questo mondo sia quello di bloccare i tentativi come quello dell’Organizzazione. Suppongo che interverrano solo come ultima azione, nel caso in cui l’Alleanza sia sconfitta. Pensaci, i loro poteri sono simili agli effetti che mi hai descritto tu riguardo al passaggio tra universi. Perdita della memoria, cambiamenti nelle capacità e ovviamente spostamento di luogo.»
«Ho capito. In parole povere, gli Unown interverranno quando la situazione sarà disperata, ossia quando il nemico riuscirà ad aprire il portale, per fermare “l’anomalia”. Sì, può darsi, ma è meglio non farci troppo conto.»
«Lo so, volevo solo esporti la mia teoria. Ora devi essere tu a dirmi qualcosa. Gli incidenti degli ultimi anni sono stati causati dall’Organizzazione? Parlo dei grossi eventi degli ultimi anni.»
Zangoose sbuffò «Quasi tutti i grossi eventi degli ultimi diciassette anni sono stati colpa loro. La sparizione dello zio e del padre dell’attuale re Drapion, l’incendio dei Quattro Templi originali, la scomparsa di Dodici Regine di Alvearia e la perdita della voce della tredicesima, ed altro, sono stati colpa loro. Ai quattro templi pare fosse per una profezia di cinquant’anni fa da far scomparire. E suppongo che i Drapion e le regine avessero scoperto qualcosa.»
«E quindi gli hanno chiuso la bocca.» Commentò Eelektross.
«Già. E temo non saranno gli ultimi.» Rispose Zangoose, tetro.

 

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Ed eccoci qui con un capitolo importante. Ma prima del capitolo spero vorrete leggere quanto segue. 
 

Spoiler

100 capitoli. Pokémos è arrivata a 100 capitoli. E io trovo giusto fare i dovuti ringraziamenti. 
Ovviamente il primo ringraziamento va ai lettori che mi hanno supportato (e sopportato) per tutto questo tempo. Non posso ringraziarvi tutti (perché ovviamente non conosco e non posso elencare tutti i lettori, e non mi sembra giusto citarne solo alcuni a discapito di altri) ma sappiate che un ringraziamento va a ciascuno di voi. Grazie per il supporto che date a Pokémos leggendolo. 
Un grazie va ai commentatori regolari che ogni volta scrivono quel che pensano sul capitolo: su PM ringrazio Dragozard, Ronfo e The Only One. Su EFP, ringrazio invece AndreMCPro, Artorias_abysswalker e Davis_From_web. Grazie mille, il vostro supporto è importante. Ovviamente ringrazio anche i commentatori più "casuali" come MasterAle, PokémonMaster98, Jaja o Darth Mizu. Apprezzo sempre i vostri commenti. Infine due ringraziamenti speciali:
Ad Ashura_Exarch, che commenta regolarmente e che, soprattutto, è creatore delle cartine, delle genealogie e di buona parte della storia antica di Pokémos. Grazie Ashura, il tuo contributo è importante. 
A Midori, che si è offerta volontaria per disegnare il fumetto di Pokémos (il cui primo capitolo uscirà probabilmente entro la prima metà di gennaio), nonostante tutti gli impegni e la fatica che un progetto simile costa. Grazie Midori, davvero. Ovviamente Pokémos va avanti. Restate sintonizzati per il prossimo capitolo, il 101, e per tutti quelli dopo, fino alla fine della serie.

 

CAPITOLO 100: AZZARDI E NOTIZIE

 

 

Spoiler

Medium City, Le tre carte di Solosis, 21/06/4783, circa le 21
Seduto in camera sua, Raichu stava mangiando un piatto di Bacchesalak alla griglia che aveva ordinato. Gli altri erano già usciti da un po’ per una visita di Medium City insieme al resto del Gruppo. Gli unici rimasti al Tre Carte erano lui, Eelektross, Zangoose e Luxray, che appena alzatosi si era fatto una doccia e si era precipitato nel casinò insieme a quasi tutte le pepite che si era portato dietro. Eelektross gli aveva consigliato di non mettersi assolutamente a giocare a carte, e Raichu sperava che avrebbe seguito il consiglio. Da quel che aveva capito, leggere la mente dell’avversario ad Espia non era considerato barare, visto che quasi tutti potevano farlo.
“E comunque” aveva detto Eelektross “Chi non sa leggere la mente può giocare alla roulette o roba del genere.”
Quanto a Raichu, dopo essersi alzato si era fatto una doccia ed era rimasto in camera. Aveva parlato un po’ con Eelektross, ma in ogni caso non aveva fatto nulla di che.
Finito di mangiare lasciò il piatto davanti alla porta e si diresse verso la camera di Eelektross. Qui trovò, oltre che Zangoose, anche un terzo pokémon. Sospeso a mezz’aria davanti al tavolo, le grandi braccia posate sul tavolo, mentre mescolava due mazzi di carte, uno per mano, il Reuniclus discuteva con Eelektross.
«Sono felice di vederti capo, ma vorrei che me l’avessi detto. Ti avrei aspettato.»
«Stai tranquillo, non c’è problema. Allora, come vanno gli affari?» Chiese Eelektross, facendo cenno a Raichu di sedersi. «A proposito, lascia che ti presenti Raichu.»
«Piacere.» Disse Reuniclus lasciando andare il mazzo che teneva nella zampa destra, che però rimase sospeso a mezz’aria e continuò a mescolarsi, per stringere la mano che gli porse Raichu «Il capo dice che sei parecchio forte, anche se qui ti servirà a ben poco. Si sa, in un casinò conta la fortuna.» E ridacchiando lasciò andare la zampa di Raichu e riprese il mazzo, ricominciando a mescolarlo.
«Lui è Reuniclus, mio vice qui ad Espia e uno dei migliori giocatori di Pokér che conosca.»
«Solo di Pokér? E io che credevo di essere bravo anche negli altri.» Chiese Reuniclus, fingendosi offeso. «Comunque gli affari vanno a meraviglia in città, ma nei paesi più piccoli ci sono problemi. Ultimamente la terra ha perso fertilità, e meno ricchezza significa che si hanno meno soldi per giocare.»
«Capisco. Bene, direi che possiamo esporti il progetto di Zangoose.» Disse Eelektross.
«Come vuoi.» Rispose sorridendo Reuniclus, posando i mazzi, che comunque proseguirono imperterriti a mescolarsi. Raichu si chiese come fosse in grado di parlare così tranquillamente mentre muoveva  con la mente due mazzi di carte, cosa che doveva richiedere una certa concentrazione.
«Raichu, vorremmo che il nostro piano restasse un segreto. Quindi mi faresti il favore di andare a vedere cosa sta combinando Luxray?» Chiese Eelektross.
«D’accordo.» Rispose Raichu, alzandosi. Discutere sarebbe stato inutile. E poi Zangoose ed Eelektross dovevano avere i loro motivi per non volergli dire nulla.
Quando Raichu fu uscito, Reuniclus sorrise «Non volete dirglielo perché siamo ad Espia, vero?»
«Assolutamente. Se fossimo in qualunque altro paese, non avremmo problemi a rivelarglielo, ma qui ad Espia, dove leggere il pensiero è una cosa normale, non possiamo dirgli la verità. Io sono stato addestrato dal mio maestro a proteggere i miei pensieri e Zangoose è diventato abbastanza bravo a nascondere ciò che pensa. Quindi siamo gli unici che devono sapere di questo piano.»
«Capisco. Bene, allora posso sapere la vostra idea?»
Eelektross e Zangoose spiegarono rapidamente tutta la situazione, poi esposero il loro piano.
Quando terminarono, Reuniclus fermò i mazzi, che si bloccarono di colpo, poi parlò «Questa idea è ai limiti della follia, un gioco d’azzardo che neanche io mi arrischierei a fare, eppure da quel che mi dite sarebbe davvero utile. Quindi capo, dammi l’ordine e io faccio entrare in azione i nostri uomini.»
«Bene. Reuniclus, esegui.» Rispose Eelektross, sorridendo.
 
Black Hole City, palazzo reale, 21/06/4783, circa le 21
Surskit seguiva Gengar, che lo guidava mentre rileggeva il foglio. Quando era arrivato a palazzo, dopo un giorno intero passato a correre, Surskit era esausto. Per fortuna, Gengar lo aveva riconosciuto subito e lo aveva fatto rifocillare. Quando finalmente era riuscito a spiegare la situazione al Generale, che per tutto il tempo lo aveva osservato, questi aveva praticamente strappato il foglio dalle mani del pokémon e lo aveva letto impallidendo a mano a mano.
«Sono informazioni vitali, ma forse avrei preferito continuare a credere che il piano dell’Organizzazione fosse solo conquistare Pokémos. Seguimi, dobbiamo avvisare i re.» Aveva detto, per poi fluttuare via seguito da Surskit.
Arrivati alla porta dietro cui si trovava la stanza in cui si riunivano i re ed i generali della Coalizione, Gengar l’aveva attraversata senza fermarsi, e Surskit aveva rischiato di sbatterci contro. Si fermò e attese. Dopo qualche secondo, la porta si aprì e il pokémon potè entrare.
«Surskit, Gengar ci ha detto che avete notizie importanti. Per favore, parlacene.» Disse Chandelure.
Surskit annuì. Non sapeva se fosse la cosa giusta, ma decise di non nominare gli Unown. Per il resto raccontò nel dettaglio tutto quel che Zangoose aveva raccontato loro. Fu costretto a fare il nome del pokémon, cosa che probabilmente questi non avrebbe gradito, ma non poteva nascondere la fonte delle informazioni ai re ed ai Generali, anche se li pregò di non farne il nome con nessuno. Più a lungo Zangoose restava in incognito, meglio era.
Quando ebbe finito, Gengar porse a Chandelure il foglio. Uno dopo l’altro, tutti i re lessero il foglio ed ognuno di loro impallidì, mentre leggeva. Alla fine, nessuno parlò per qualche minuto. Infine fu Alakazam a prendere la parola «Anzitutto, riconosco di essermi sbagliato. Se quel che c’è scritto su quel foglio è vero, e non ho la minima ragione di dubitarne, allora la Coalizione non sarebbe mai stata sufficiente per affrontare l’Organizzazione. L’Alleanza è davvero necessaria, e probabilmente è l’unica cosa che possa mettersi tra i nostri nemici ed i loro piani.»
«In secondo luogo, credo dovremmo cercare di accelerare i tempi. La squadra è già pronta a partire, quindi vi invieremo a Venom Port con il teletrasporto. Da lì partirete con la nave che Drapion ha fatto approntare, la più veloce della Nuova Flotta, e vi dirigerete verso Elettria. In questo modo, entro una settimana sarai in grado di comunicare la situazione ai re riuniti ad Electronvolt.»
«Sono d’accordo, e dopo ciò che abbiamo letto credo che nessuno abbia qualcosa da ridire.» Disse Machamp. Il resto dei re annuì.
Surskit dopo essersi inchinato nuovamente seguì Gengar, che lo guidò fuori dal palazzo, verso la base delle truppe della Coalizione di stanza ad Oscuria. Dopo un quarto d’ora arrivarono alla base, una costruzione a caserma alta cinque piani.
Entrati, Gengar lo guidò al piano superiore, superando l’ampio atrio. In una stanza si trovavano riuniti diversi pokémon che si misero sull’attenti quando videro il Generale.
«Riposo. Ascoltate» disse Gengar, indicando Surskit «Questo è un messaggero che deve arrivare ad Elettria con voi. La sua missione è della massima importanza, quindi prestate attenzione alla sua sicurezza. Sappiate comunque che è un combattente abbastanza abile.»
«Signorsì, signore.» Dissero i cinque pokémon.
«Bene. In tal caso, arrivederci e buona fortuna.» Disse Gengar, sull’attenti. I cinque pokémon e Surskit chinarono il capo mentre il generale usciva. Poi Surskit si girò e si preparò a presentarsi ai cinque.

 

 

E ora preparatevi alle tante belle cose che troverete nella sezione commenti.

 

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