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[Darken]Pokémos[Part 1-*]


Darken

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Ultimo capitolo del 2017, quindi auguro buon anno a tutti!

 

CAPITOLO 201: BATTAGLIA DI PAROLE

 

Spoiler

 

Normalia, Drakonia, 08/08/4783, circa le 19

«Hai mandato via le guardie?» Chiese il Bouffalant, fissando il Duca di Drakonia. Il Drampa annuì e guardò anche Stoutland, che pareva non essere intimidito dai due Pokémon.

«Ovviamente. Questa è una discussione privata tra noi tre, non voglio certo rischiare. Sono certamente fedeli, ma le spie esistono sempre.»

«Bene. Adesso però, voglio iniziare dicendo che è un piacere conoscere i Duchi di Drakonia e Bachia.»

«Non posso dire altrettanto.» Rispose il secondo, fissando il Bouffalant per poi rivolgere uno sguardo interrogativo al Duca di Drakonia «Che significa tutto ciò? Perché tutto questo segreto?»

«Lasci che mi presenti, sono il Capitano Falan dell’Organizzazione. E sono qui per offrire ad entrambi un’alleanza con la nostra fazione.» Rispose il Pokémon, fissando il Duca di Bachia direttamente negli occhi. Il Duca tuttavia non ne fu intimidito «Temo che non sarà possibile. Non è mia intenzione allearmi con mostri che desiderano la distruzione di questo mondo.»

«Solo malelingue, quello che desideriamo fare è rinforzare questo mondo, non distruggerlo.»

«Le mie informazioni dicono ben altro.»

Il Bouffalant rise «Lord Stout, farebbe meglio a non fidarsi di quella serpe di Zangoose. Si è opposto a noi fin da principio, diffondendo falsità e menzogne in tutta Pokémos. Non è mai stata nostra intenzione ricorrere a mezzi violenti, sono altri che ci hanno costretti in questo senso. Vorremmo evitare di versare altro sangue, se fosse possibile.»

«Belle parole, ma i fatti sono altri. L’Alleanza vi sta combattendo, e questo è un fatto. Avete causato danni enormi a questo mondo, anche solo guardando alle cose che so che avete fatto con certezza. Mi hanno riferito della distruzione di Water Port, e sospetto un vostro coinvolgimento nella situazione di Aeria ed Arenia. Inoltre non avete lasciato la migliore delle impressioni dopo il vostro attacco al castello di Velenia. Devo continuare parlando del resto di ciò che i miei informatori mi hanno riferito?»

Bouffalant scosse la testa «Non nego nessuna delle nostre azioni, ma non accetterò le implicazioni dei nostri ad Aeria ed Arenia, a meno che lei non possa provarle. Per il resto, sono sempre stati atti compiuti in risposta a una minaccia. La distruzione di Water Port è stato un male eccessivo, ma necessario a fermare il Gruppo, per impedire loro di diffondere ulteriori falsità sulla nostra causa. L’attacco al Castello di Velenia è stata una risposta alle accuse ed aggressioni dell’Alleanza contro di noi. Non giudichi sbagliata un’azione, se i primi a dichiararci guerra sono stati loro.»

Lo Stoutland batté la zampa sul tavolo «Davvero? E mi spieghi la sparizione dei Loro! Era anche quella una risposta ad un’azione contro di voi? Ho seri dubbi a riguardo.»

«Non avete prove che siamo noi ad essere dietro la sparizione dei Loro.»

«Non mi prenda per uno sciocco per favore.»

Falan sospirò «Lo scopo che ci prefiggiamo di raggiungere richiedeva l’assenza dei Loro, ma è una soluzione provvisoria. Non intendiamo in alcun modo causare loro danni a lungo termine, ed essi saranno liberati non appena avremo concluso i nostri progetti di unificazione.»

«E di preciso» Interruppe il Duca di Drakonia «Quali sarebbero questi… progetti?»

«Quello che intendiamo fare è riunire Pokémos in un unico Impero, da dividere non più nei regni, ma in feudi che saranno in mano a coloro che si dimostreranno collaborativi con noi. Ovviamente tutti risponderanno a noi, ma il livello di libertà sarà lo stesso che sperimentate ora. Non intendiamo distruggere Pokémos, ma ricrearla più grande e più forte.»

«Anche supponendo che sia vero, cosa a cui non credo.» Replicò Lord Tosland «Non c’era motivo per voi di catturare i Loro, lo ripeto. Se lo avete fatto, ritengo sia puramente per qualche scopo ben diverso. Per questo, tendo a dubitare della sua versione e a credere in quella di Zangoose. Onestamente, mi apparirebbe meno credibile non fosse per la sparizione dei Loro. Perciò le chiedo di spiegarmi, senza giochetti, perché desiderate imbarcarvi in questa impresa folle di invasione di altri mondi.»

«E io le ripeto, Lord Stout, che non c’è motivo per lei di credere alle follie descritte da quel pazzo di uno Zangoose!» Replicò Falan, alzando la voce «Se volessimo invadere altri mondi, crede che sarei entrato nell’Organizzazione? Sarebbe una pura e semplice follia! Una sciocchezza! Questo mondo è quello in cui viviamo, e anche se le leggende parlano di mondi vicini, io non ho intenzione di visitarli!»

«Temo di non potermi fidare delle sue parole. Non crederà davvero che intenda semplicemente crederle senza prove. Che azioni avreste preso per assicurarvi di poter governare Pokémos, un’impresa mai riuscita a qualcuno?»

«Ci siamo già assicurati che diversi nobili di ogni paese si schierino con noi. Persino Elettria, la sede dell’Alleanza, ha membri della nostra Organizzazione a ricoprire ruoli di interesse politico. Inoltre, ci stiamo occupando di riunire i criminali di Pokémos per trasformarmi in una forza utile. Non so se se n’è accorto, ma la criminalità di diversi paesi di Pokémos si sta riducendo.»

«Eppure vedo migliaia di Pokémon in difficoltà. Vedo paesi che perdono ciò che occorre loro per sopravvivere. Dove sono i cieli neri di Oscuria, le acque pulite del Lago Interno di Laghia, il calore del cuore caldo di Aeria, la forza esplosiva dei vulcani di Vulcania? So che stanno sparendo tutte. Quante vite avete distrutto per un piano folle?»

Falan a questo punto era chiaramente infuriato «Non intendo ascoltare oltre! Altri duchi hanno sollevati dubbi, ma nessuno è arrivato ad accusarci in questo modo! La prossima volta cosa ci dirà, che è colpa nostra l’instabilità dei pirati del Draak?»

«Potrei farlo e probabilmente sarebbe vero, ma invece mi appello a lord Darm. Crede davvero che questi folli abbiano qualcosa da offrirle?»

«La domanda corretta, Lord Tosland» replicò il Drampa «è se abbiano da offrirmi qualcosa in più dell’Alleanza.»

«Non starà prendendo in considerazione l’idea di unirsi a loro!» Esclamò il Duca di Bachia.

«Lo ha sentito, altri Duchi l’hanno fatto.»

«Confermo.» Rispose Falan «I Duchi di Petria, Pratia e Cielia si sono già schierati con noi. Ancora pochi, e avremo la maggioranza. Anche se la Voce ha deciso di ascoltare il Gruppo, non farà differenza.»

«Lord Darm, per favore, cerchi di ragionare. Non possiamo permettere a questi folli di portare avanti i loro progetti, se ne rende conto anche lei.»

«Le ripeto che non intendo semplicemente piegare la testa. Quello che mi interessa è capire chi uscirà vincitore da questo scontro, per poter capire a chi affidare la potenza di Drakonia.»

Lord Tosland batté la zampa sulla scrivania «Bene, se vuole metterla così parliamo di quello che ha da guadagnare. Parliamo di quanti hanno tentato e fallito nel sogno dell’Unificazione di Pokémos, supponendo per un attimo che sia vero questo e non ciò che dice Zangoose. Creda almeno a quello che ci dice la storia. L’Impero di Laghia è durato meno della vita di molti di coloro che vi vissero. Il Grande Re di Vulcania fu sconfitto. Il Drago del Nord fu ucciso. La Regina delle Montagne Innevate vide il proprio esercito e la propria famiglia sterminata. Aeria è in guerra civile perché i resti di un re militaristico sono risorti. Quindi mi dica, perché crede che questa Organizzazione possa mirare a fare quello che tutti hanno fallito?»

«Perché c’è sempre una prima volta per ogni successo. Non lo dice la storia? Quanti avrebbero creduto che qualcuno avrebbe unificato Elettria? O Oscuria? O Arenia? Perché non potremmo essere noi dell’Organizzazione?» Chiese Falan, sorridendo.

«Perché non siete un regno! Non avete un popolo, non avete un vero esercito, non avete conoscenze in campo politico ed economico! Non potete governare con la sola sete di potere e forza militare, o prima o poi quella stessa forza finirà per distruggervi!»

«Per questo desideriamo l’alleanza di nobili che hanno compreso la validità della nostra causa! Per questo desideriamo il vostro aiuto!» Esclamò Falan.

«Non intendo ascoltare ulteriormente! Lord Darm, lei sa che è una follia! Non si faccia trascinare in tutto ciò! Hanno rapito i Loro! Hanno dichiarato guerra contro i grandi regni per, nella migliore delle ipotesi, inseguire un sogno che non li porterà da nessuna parte!»

«E come sa che questo è solo un sogno?!»

«Basta!» Tuonò il Drampa «Silenzio. Lord Stout, lei mi porta validi punti. Hanno commesso un atto ignobile imprigionando i Loro, e hanno dichiarato guerra contro i regni di Pokémos. Ma lei mi conosce. Non sono il Pokémon più religioso di questo mondo, e la guerra per gli abitanti di Drakonia è carburante. Quindi mi dica chiaro e tondo cosa guadagnerei a schierarmi con l’Alleanza.»

“Tutto per il guadagno, eh?” Si chiese lo Stoutland, ma si guardò bene dal parlare ad alta voce «Prometto che intercederò personalmente affinché lei ottenga il ruolo di Generale in comando di tutte le forze di Normalia.»

«E dall’Organizzazione, cosa otterrò?»

«Un ruolo di primo piano nel mondo che verrà e un titolo di comando nelle nostre forze.»

Lord Darm si mise a riflettere, poi annuì «Bene, ho deciso. Lord Stout, lei è un Pokémon con cui ho molte divergenze. Ma ritengo che la sua posizione sia più saggia di quella dell’Organizzazione. Potremo non vivere in un mondo unito e perfetto, ma è di gran lunga meglio proteggerlo che inseguire a qualunque costo un corso ridicolo e pericoloso. Perciò mi dispiace, signor Falan, ma devo rifiutare la vostra offerta. Farò rilasciare subito gli uomini di Lord Tosland.»

«Aveva preso prigionieri i miei uomini?!»

«Nel caso le cose fossero andate male.» Rispose il Duca di Drakonia «Bisogna sempre essere preparati al peggio.»

Falan era furente, ma in qualche modo riuscì a trattenersi «State commettendo un grave errore.»

«Può darsi, ma io considero scegliere una fazione alla stregua di fare una scommessa. Osservando le carte in tavola e il premio, posso fare la scelta più conveniente. E al momento, credo che la scelta meno rischiosa sia quella di restare con l’Alleanza.»

“Gli sta praticamente dicendo che se le cose andassero male per l’Alleanza è pronto a cambiare fazione. Furbo, lo ammetto.” Commentò Lord Tosland “Anche se forse non così tanto, visto che pare credere che io non lo avrei capito.”

«Molto bene.» Rispose Falan «Spero di poter almeno lasciare il palazzo in pace, non dovendomi aprire la strada.»

«Siete libero di andare.» Replicò il Drampa «Non intendo trattenervi con la forza.»

Il Bouffalant emise uno sbuffo e lasciò la stanza. Zangoose, sentendolo arrivare, si era rapidamente portato al riparo dietro una statua. Fissò il Bouffalant, e nonostante la distanza si convinse subito che anch’egli l’avesse visto.

Il Pokémon sospirò di sollievo. Vedendo Lord Darm e Falan, aveva temuto il peggio, ma Lord Tosland si era dimostrato superiore, per fortuna. Strinse il pugno al pensiero che l’Organizzazione mentisse su di lui a tal punto, ma almeno stavolta si era dimostrata una menzogna inefficace.

«Ah, Zangoose.» Disse in quel momento qualcuno alle sue spalle. Si girò vedendo Lord Tosland, uscito dalla stanza «Immagino tu abbia sentito tutto.»

«Sapeva che ero lì?»

«Non so da quando, ma a un certo punto ho percepito il tuo respiro. Di soppiatto ho usato Segugio, e ho percepito anche il tuo odore. Perciò, sì, sapevo che eri qui. Il che mi avrebbe fatto comodo se le cose avessero cominciato ad andare per il verso sbagliato.»

«Da quel che ho sentito, dev’essere stata una dura battaglia.»

«Oh, lo è stata.» Replicò il Pokémon. Poi fissò Zangoose «Adesso però sii onesto con me, sei certo che lo scopo dell’Organizzazione sia veramente aprire un varco per altri universi?»

«Sì.» Replicò Zangoose. Lo Stoutland annuì «Ed è questo che mi preoccupa. Anche quel Bouffalant era onesto. Era fermamente convinto che l’Organizzazione voglia unire Pokémos. Se è vero che il piano che hai scoperto è quello vero, provo una forte tristezza per lui. Sembra onesto, nel suo far parte di un’organizzazione simile. Non posso dire di non aver mai pensato che staremmo meglio se Pokémos fosse unita. Il fatto che lui abbia deciso di portare avanti un simile ideale lo rende ammirevole. E se hai ragione tu e sta venendo solo ingannato, quest’Organizzazione è veramente più orrenda di quanto potessi pensare.»

 

Fiume Draak, 08/08/4783, circa le 21

Marsh cominciò colpendo con un Gelopugno il Lickytung che provò ad afferrarlo, sbilanciandolo. La lingua del pokémon deviò, colpendo invece uno dei suoi compagni. Marsh sorrise e tirò un secondo Gelopugno. La lingua ritornò indietro, ma all’ultimo si scansò di lato e il ghiaccio sul petto del pokémon finì a contatto con la lingua, incollandola all’istante. Lickytung cominciò a tirare, ma Marsh sorrise e finì la lotta con un’Idropompa al volto.

Il pokémon tirò un sospiro di sollievo. Se quello era il livello dei pirati di Staraptor, le lezioni della Scuola delle Trecento Arti sarebbero bastate.

Si guardò intorno, ma sorprendentemente nessuno sembrava intenzionato ad affrontarlo, dato che intorno a lui c’erano solo scontri. Perciò si mise a correre, cercando qualcuno che conosceva.

Scorse Crult scambiare colpi con un Vigoroth, ma prima che potesse fare qualcosa il pokémon Veleno sconfisse l’avversario con una serie di Velenpunture.

Si guardò intorno, e in quel momento qualcuno lo fece inciampare. Cadendo, vide passare sopra di sé un Foglielama.

«Attento.» Gli disse la voce di un Minncino, che evidentemente l’aveva fatto inciampare per fargli schivare l’attacco.

«Grazie, ma da dove veniva?» Chiese Marsh rialzandosi.

«E chi lo sa. Comunque, mi manda il Capitano Rose, sta combattendo con Staraptor e vorrebbe una mano con gli attacchi di tipo Ghiaccio.»

«Dov’è?»

«A prua.» Replicò il pokémon Normale. Marsh annuì e si mise a correre verso la parte anteriore della nave. Arrivato trovò Rose intenta a lanciare Fangobombe verso uno Staraptor, intorno a cui volavano diversi Pokémon Volante, che stavano cercando in tutti i modi di impedirgli di scappare. Il pokémon colpì in quel momento con Alacciaio un Pidgeot, che precipitò verso la nave, e schivò una Fangobomba.

«Marsh, il ghiaccio!» Gridò Rose vedendolo arrivare. Marsh annuì e lanciò un Geloraggio, ma Staraptor cambiò direzione con una giravolta a mezz’aria e schivò l’attacco. Il Pokémon Acqua continuò a lanciare la mossa Ghiaccio, ma il pokémon riusciva sempre a schivarla, anche se con un margine sempre più basso. Una Fangobomba lo colpì di striscio, ma non ci badò nemmeno.

«Che facciamo Rose?» Chiese Marsh «Così non possiamo farcela.»

«No va bene, dobbiamo solo tenerlo occupato finché non arriva Rygo.»

«E cosa dovrebbe fare Rygo?»

Rose sorrise «Vedrai.»

 

Minncino sospirò «Sei sicuro di poterlo colpire da qui?» Chiese al Porygon-Z. Si trovavano sul ponte della nave del Pokémon, ben lontani da Staraptor e il Capitano Rose, che pure avrebbero dovuto aiutare.

«Lasciamiiii fare.» Replicò quello, puntando verso la prua «Distaaaanza, tra settanta e ottanta, vento, diiiieci, differenza di alteeeezza, tra trenta e quarantaaaa… Localizza.» Concluse. Dal suo occhio destro un puntino rosso attraversò l’intera distanza e puntò su Staraptor.

«Bene, beeene, ricerca del punto di ritoooorno…» Cominciò a osservare i movimenti dello Staraptor. Potevano sembrare casuali, ma in realtà c’era sempre una posizione ideale per schivare Geloraggio e Fangobomba. Quando l’ebbe individuata, sorrise.

Puntò tutte e tre le sue appendici verso il pokémon, e quelle cominciarono a girare mentre l’elettricità si caricava.

«Falcecannone… Fuooooco.» Disse, e un raggio di elettricità attraversò lo spazio tra i due e centrò in pieno Staraptor.

 

Marsh non perse tempo, quando capì che Staraptor era stato colpito, e lanciò subito un Geloraggio. Il pokémon Volante precipitò al suolo.

Rose sorrise e si avvicinò con attenzione, per evitare colpi bassi. Lo Staraptor spalancò gli occhi e si lanciò contro la Pokémon con una Zuffa, ma Rose rispose con Velenpuntura, bloccando diversi colpi e incassando i rimanenti.

«Tutta qui la tua strategia Staraptor? Scappare se le cose si mettono male pensando che i tuoi nemici siano troppo stupidi per inseguirti?»

Staraptor sbuffò «Non sperare che sia finita.»

Rose lo guardò sorpresa «E cosa vorresti dire?»

Staraptor sorrise, e subito dopo si trasformò in un Ditto.

“Non è il vero…” Iniziò a pensare Marsh, ma Rose lo precedesse «Non era il vero Staraptor! Trovatelo, trovatelo!» Gridò la Pokémon ai pokémon Volante. La pokémon infuriata tirò un calcio al Ditto «Dannazione!»

«Dov’è quello vero?» chiese Marsh.

«Io…» iniziò Rose, poi un attacco partì dalla nave di Furret verso l’alto. Un altro partì da quella di Porygon-Z. Una terza da quella di Wamps. «A quanto pare là, là e là.» Rispose la Pokémon, sospirando. Fece un segno con la mano e diversi dei Pokémon Volante sopra la loro testa si abbassarono.

«Informate anche gli altri. Ci sono diversi Ditto trasformati in Staraptor in giro. Assicuratevi che nessuno si allontani dal campo di battaglia.»

I pokémon annuirono e presero il volo.

«E ora che si fa?» Chiese Marsh.

«Cerchiamo quello vero.» Rispose Rose, seria, e si lanciò dalla prua della nave a quella della nave di fianco, atterrando elegantemente. Marsh riuscì a completare il salto, anche se solo per un pelo, aggrappandosi al parapetto.

E in quel momento, un nuovo Staraptor si lanciò verso Rose e lui. La Pokémon lanciò un segnale verso il cielo e si preparò all’attacco.

 

 

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CAPITOLO 202: STARAPTOR

 

Spoiler

 

Fiume Draak, 08/08/4783, circa le 22

Lo Staraptor crollò al tappeto e si sciolse, rivelandosi un nuovo Ditto.

«Di nuovo?» Chiese la Roserade, più per frustrazione che aspettandosi una risposta. Si girò a guardare verso l’alto. «Siete sicuri che nessuno Staraptor si sia allontanato da quando abbiamo cominciato?»

«Sicurissimi!» Replicò uno Swellow «Ormai abbiamo il controllo dei cieli, visto che quasi tutti coloro che potevano volare sono stati sconfitti.»

«Ottimo, se vedete qualcuno segnalatelo subito!»

Lo Swellow annuì e ripeté l’ordine ai Pokémon che aveva intorno, che annuirono.

«Bene, se non è scappato, vuol dire che è ancora a bordo.» Rispose Rose, guardandosi intorno.

Marsh, che aveva appena mandato al tappeto un Mienfoo, si mise a riflettere. “Però è strano, se è davvero così abile come stratega, avrebbe provato a fuggire con tutti gli Staraptor…”

In quel momento, gli balenò in mente un’idea «Rose! Ditto può cambiare l’aspetto di un altro Pokémon?»

«Beh, non nelle dimensioni, ma se l’altro fosse di grandezza simile, un Ditto potrebbe coprire un Pokémon e, al massimo, penseresti che hai a che fare con un esemplare un po’ più grosso o piccolo della…» In quel momento la pokémon si illuminò «Ehi, Swellow!»

Il Pokémon si girò e la fissò interrogativo.

«Hai detto che sono rimasti altri Pokémon Volante dalla parte del nemico?»

«Un paio di navi più in là c’è un gruppetto comandato da un paio di Staraptor!»

Roserade annuì «Portaci là!»

Il Pokémon annuì e afferrò dalle spalle Marsh, mentre Rose si aggrappava a lui. In quel modo poco ortodosso, i due raggiunsero la nave in questione.

Qui un gruppo di Pokémon Volante stava cercando di sfondare l’accerchiamento. Tra loro, c’erano anche due Staraptor. Rose fece per scagliare il segnale a Porygon-Z, ma in quel momento un Falcecannone centrò in pieno uno degli Staraptor, che crollò.

«Bene, se ne sta già occupando. Adesso però… Chi può essere?» Chiese Rose.

Marsh guardò i Pokémon. Nessuno aveva un aspetto strano. Escluse un Fearow ed un Mandibuzz, dato che il loro collo era troppo stretto per nascondere quello muscoloso dello Staraptor. Il Fletchinder, il Noctowl, il Crobat e l’Unfezant avevano un fisico diverso, e a confermarlo in quel momento il Noctowl andò al tappeto rimanendo ciò che era.

Notò un Talonflame, un Pidgeotto ed un Pidgeot che provavano ad aprirsi la strada insieme. Fissò Rose, e anche lei indicò i tre Pokémon.

«Se hai ragione è uno di quei tre, sono gli unici che un Ditto potrebbe usare per nascondere uno Staraptor.»

Marsh annuì, e scagliò un’Idropompa verso il Talonflame. Il Pokémon Fuoco schivò il colpo, venendo solo sfiorato. Riuscì a mantenere l’equilibrio ed in risposta attaccò con Nitrocarica Rose, che schivò e gli scagliò dietro una Fangobomba.

“Quindi non è lui, visto che ha usato una mossa Fuoco…” Rifletté Marsh. Rose scagliò una nuova Fangobomba verso il Talonflame, ma quello la schivò e si allontanò, cercando di aprirsi un varco in un’altra direzione solo per essere fermato dall’Aeroassalto di una coppia di Skarmory. Il Pokémon li fissò ed attaccò con Nitrocarica, probabilmente deciso a sconfiggerli e passare, ma uno Swanna attaccò prima con Bollaraggio, forzandolo ad interrompere l’attacco e schivare.

“Però è bravo…” Pensò Marsh, guarandolo con la coda dell’occhio mentre il Fearow precipitava, sconfitto, e prevedibilmente non si trasformava in un Ditto.

In quel momento, il Pidgeot caricò nella direzione opposta, seguito stretto dal Pidgeotto, da uno Staraptor e dal Crobat. Quest’ultimo in quel momento fu centrato da un Falcecannone. Evidentemente Porygon-Z aveva mirato allo Staraptor ma colpito il bersaglio sbagliato.

Il Pidgeotto ed il Pidgeot colpirono insieme con Aeroassalto un Togekiss, che arretrò ma subito dopo scagliò Forzasfera, centrando Pidgeot, in risposta, il Fletchinder, spuntato dal nulla, lo centrò con Nitrocarica facendolo precipitare.

“Anche loro sono bravi…” Riflettè Marsh “Dannazione, ovvio che sono bravi, è comunque la ciurma di un pirata famoso. Non devo concentrarmi su quello, devo capire chi sta facendo qualcosa di strano…”

In quel momento, Wamps emerse dall’acqua, dietro di lui, e lo fissò.

«Che Giratina combini, piccoletto? Perché non combatti?» Chiese. Marsh gli spiegò brevemente quello che lui e Rose avevano pensato, e Wamps scoppiò a ridere.

«Sì, me l’ha detto Bronzong, ha avuto la stessa idea. E con ciò?»

«Beh, devo capire chi è…»

Wamps scoppiò a ridere «Capire chi è? Non hai capito proprio niente! Tu devi farli fuori tutti. Se hai ragione e Staraptor è tra loro, una volta che li avrai sconfitti tutti lo troverai. E se non c’è, avrai smesso di pensare a sciocchezze.»

Marsh lo fissò, sorpreso. Ovviamente lo Swampert aveva ragione. Solo che lui non era abituato a pensarla così. Si era concentrato sul trovare Staraptor, non sullo sconfiggere tutti. Non era il suo modo di pensare.

Wamps sorrise e si scagliò all’attacco. Saltando con agilita sorprendente sull’albero maestro, da lì balzò verso il Pidgeotto, centrandolo con un Gelopugno e facendolo precipitare. Il Pokémon fece per sollevarsi in volo, ma Marsh lo colpì con Gelopugno a propria volta. Crollò, ma non si trasformò.

«Fuori uno.» Commentò Wamps, ma in quel momento un Falcecannone centrò lo Staraptor. Prevedibilmente quello precipitò e si trasformò in un Ditto.

«Quindi il Pidgeot o il Talonflame.» Disse Marsh. Wamps sbuffò e scagliò una Fanghiglia. Dalla bocca fuoriuscì un’ondata d’acqua che investì il Fletchinder ed il Noctowl, mentre gli altri schivavano per un pelo. Il Fletchinder tentò di sollevarsi, ma una Fangobomba scagliata da dietro Marsh – probabilmente da Rose – lo colpì, e approfittando della sua distrazione un Pelipper lo attaccò con Idropulsar sconfiggendolo.

Marsh lo guardò precipitare, poi alzò lo sguardo. Il Noctowl attaccò con Ipnosi ed il Pelipper crollò addormentato, poi schivò per un pelo il Gelopugno in salto effettuato da Wamps, che atterrò sul ponte.

«Quanto detesto i Pokémon Volante…» Commentò il Pokémon. Intanto un Falcecannone volò verso di loro e colpì l’Unfezant. Evidentemente, anche Porygon-Z aveva mangiato la foglia, e aveva cominciato ad attaccare ogni Pokémon Volante.

Marsh scagliò un Geloraggio mirando al Pidgeot, ma l’Unfezant si lanciò contro di lui con Aeroassalto e lo colpì scagliandolo via. Marsh fu centrato al petto e scagliato indietro, finendo per colpire il parapetto e battendo la testa.

Si riscosse dopo poco, e vide Unfezant intento a combattere contro Wamps, perlopiù schivando Gelopugni e colpendo con Aeroassalto. Intanto il Pidgeot stava sconfiggendo numerosi Pokémon Volante. Uno di essi crollò, colpito da un Attacco d’Ala, ma subito dopo fu centrato da un Falcecannone e precipitò, sconfitto.

A quel punto, Marsh si girò, giusto in tempo per vedere il Talonflame uscire vittorioso dallo scontro contro il Pelipper, lanciarsi su Rose.

Rose scagliò una Fangobomba, ma il Pokémon la schivò.

E colpì con Attacco d’Ala scagliandola via.

«Rose!» Gridò, ma la Pokémon sorrise, roteando per rialzarsi, e lanciò un Fangobomba. Colto di sorpresa, il Talonflame arretrò e si sollevò per poi attaccare con Nitrocarica.

E in quel momento, Marsh colpì con Idropompa. Il Talonflame fu spinto indietro, e il suo aspetto mutò mentre i colori e le forme del Pokémon si dissolvevano, il Ditto sconfitto. Staraptor prese il volo.

E in quel momento Falcecannone lo centrò, facendolo precipitare nel fiume.

Per un attimo rimasero tutti a bocca aperta. Poi Rose riprese il controllo «Ripescatelo! Veloci! Ci serve la sua testa! Un premio a chiunque me lo porti!» Gridò. La maggior parte dei Pokémon presenti abbandonò immediatamente lo scontro per gettarsi a cercare lo Staraptor, chi buttandosi dentro l’acqua, chi sorvolandola. Altri continuarono a combattere gli ultimi pirati nemici, che comunque, vedendo il capitano precipitare, si erano messi in fuga, gettandosi nel fiume, volando via o cercando di saltare alle navi vicine.

«Tra poco questo posto sarà un macello.» Commentò Wamps, guardando l’acqua agitata da decine di pokémon in immersione.

«Credi possano trovarlo?» Chiese Marsh, guardando giù.

«Chi lo sa.» Commentò Rose «Le correnti in questo posto sono complesse. Se non lo trovano presto potrebbe finire ovunque.»

«Quell’idiota di Rygo!» Tuonò Wamps, tirando un pugno al parapetto, che scricchiolò «Che idea è quella di colpirlo mentre non è sopra la nave?»

«Puoi fargliene una colpa? Ormai è quasi un’ora che attacca, probabilmente non ci ha neanche pensato.»

Wamps la ignorò, guardando il fiume scuro per il buio.

«Basta, vado anche io. Voi raggiungete Crult e mettete a posto la situazione.»

Rose annuì, e il Pokémon si gettò nel fiume continuando a imprecare.

Marsh si chiese cosa avrebbero fatto ora, se non fossero riusciti a trovare Staraptor.

 

Staraptor, nel frattempo, aveva raggiunto la riva del fiume. Tossendo e bestemmiando Arceus e qualunque altro Loro gli venisse in mente, si trascinò a riva.

«Ho fallito.» Borbottò, stendendosi al riparo tra i cespugli. Si guardò l’ala destra. Le piume erano bruciate nel punto in cui il Falcecannone l’aveva colpito, perciò l’idea di volare era fuori discussione per un pezzo. Non che la cosa lo stupisse. Avere addosso un Ditto trasformato in Pokémon Fuoco causa danni, specialmente quando attacca, perciò il Falcecannone l’aveva centrato quando era già allo stremo. Tuttavia, il travestimento da Talonflame era molto utile, dato che in genere i nemici non sospettavano quello, ma Pidgeot o Pidgeotto. O Unfezant, se erano particolarmente stupidi. O Toucannon. Comunque, non lui.

«E invece mi hanno fregato come un imbecille. E ora che faccio?»

Se fosse tornato alla Fratellanza probabilmente lo avrebbero quantomeno imprigionato, torturato e deposto dal suo ruolo. Ma era più probabile che l’avrebbero ammazzato e basta.

«Un pirata senza ciurma e senza navi. Spero solo che non ammazzino tutti quanti, anche se è probabile conoscendo Crult.» Disse. Poi si rese conto di cosa stava facendo.

“Bene, sono andato fuori di testa, sono qui che parlo con il nulla.”

«No, no, continui, mi pare interessante.» Rispose una voce. Staraptor balzò in piedi e si guardò intorno, ma non vide nessuno.

«Quindi il nulla mi risponde?» Chiese «Sono impazzito davvero.»

La voce ridacchiò «Non so se sia impazzito, ma le assicuro che il nulla non le sta parlando.» Replicò la stessa voce.

«E allora con chi sto parlando?»

«Molto semplice.» Replicò la voce «Sono qualcuno con informatori sia nella Fratellanza che nei Ribelli, e che sta seguendo con molta attenzione la guerra tra pirati. I miei informatori mi hanno detto che oggi ci sarebbe stata battaglia, e sono venuto a vedere. E avendo assistito alla sua sconfitta, ho aspettato che giungesse a riva per farle una proposta.»

«Come faceva a sapere che sarei arrivato a riva?» Chiese Staraptor.

La voce ridacchiò nuovamente «So che avete la pelle dura.»

“Il che non spiega come abbia fatto a sapere che sarei sceso a riva proprio qui.” Pensò il Pokémon.

«No infatti.» Disse la voce rispondendo al suo pensiero «Ma ho i miei metodi. Ho tenuto d’occhio ambo le rive. Non sono solo, in fondo.»

Staraptor sospirò «Bene, bene, non mi interessa. Finché l’accordo non prevede vendermi a uno dei due contendenti, sono tutt’orecchie. Però per favore, si faccia vedere, non voglio certo continuare a parlare agli alberi e ai cespugli.»

A quel punto, ci fu un tremolio, e dalla macchia di cespugli più vicina uscì un Reuniclus, con un mazzo di carte in mano.

«Bene signor Staraptor.» Commentò il Pokémon «Diamoci del tu e parliamo d’affari. Se farai come dico, sarai il benvenuto nella… Compagnia che rappresento.»

 

Draghia, territorio della famiglia Ryuka, 09/08/4783, circa le 08

«Muoversi, forza.» Disse Eelektross, mentre il gruppo si rimetteva in marcia sulla Strada di Arceus, uscendo dal piccolo villaggio in cui avevano trascorso la notte.

Il Pokémon sbadigliò e si guardò intorno. La notte prima, avevano detto le guardie del villaggio quando aveva chiesto se fosse successo qualcosa notandole agitate, un gruppo di Pokémon aveva provato ad infiltrarsi nel villaggio. Per pura fortuna erano stati visti da un Kommo-o, che aveva subito allertato tutti con le proprie scaglie. Erano riusciti a fuggire, ma, nelle parole delle guardie, ci avrebbero pensato due volte prima di attaccare briga di nuovo.

«Pensi fosse l’Organizzazione?» Chiese Raichu.

«Difficile dirlo in un paese come Draghia, poteva benissimo essere un gruppo di banditi qualunque, o una piccola sortita di qualche signorotto.»

«Ma tu ci credi?»

Eelektross sospirò «No, ma è inutile discutere di queste cose. Se ci stanno seguendo, lo scopriremo presto.»

 

Draghia, territorio della famiglia Dormimrod, 09/08/4783, circa le 11

Camminarono per un po’, ma dietro di loro non c’era traccia di inseguitori.

“O si tengono molto lontani, o davvero non ci segue nessuno.” Rifletté Raichu. Lui ed Emolga erano gli unici che erano stati informati della situazione. Eelektross aveva detto di non dire nulla agli altri per il momento, per evitare di metterli in agitazione e far capire agli inseguitori che erano sospettati.

Nel frattempo, il paesaggio intorno a loro si era fatto un po’ meno brullo. Le alte montagne attraverso a cui serpeggiava la Strada di Arceus erano verdi, ricche di vita vegetale, alimentata anche dal Draak. Certo, ormai il fiume non era più il grande corso d’acqua che li aveva accompagnati. Scorreva ancora accanto alla strada, anche se molti metri più sotto, talvolta separato dalla strada da pendii erbosi, talvolta sparendo dietro declivi coperti da alberi, e talvolta in fondo a pareti a strapiombo, che facevano venire le vertigini agli impreparati che guardavano il fiume. Ormai inoltre non era più largo di una ventina di metri nei punti più larghi.

La strada continuò a zigzagare tra i monti, finché non raggiunse un’ampia valle coltivata. Lo spettacolo, però, non era bellissimo, ma di grande desolazione. I campi erano infestati da erbacce, le piante di baccagrana lontane dal fiume piegate e spezzate, le case crollate.

A Raichu tornò in mente il villaggio di Vulcania, e prima ancora Water Port, e prima ancora... Sentì un macigno sulla schiena e rabbrividì al pensiero del Pika Village, ma si impose di resistere. Strinse il pugno e riprese a camminare. Attraversarono i campi, osservarono le case vuote.

Poi sentirono un grido. Raichu si mise a correre, seguito dal resto del gruppo. E alla fine si trovarono davanti un gruppo di carri, sotto attacco da parte di un gruppo di Pokémon.

Prima che Eelektross potesse dire qualcosa, Raichu si lanciò in avanti, seguito dagli altri.

 

 

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CAPITOLO 202: BATTAGLIA A WINDBOURGH

 

Spoiler

 

Draghia, territorio della famiglia Dormimrod, 09/08/4783, circa le 11

Non c’erano molte cose che potessero sorprendere Dragalge. Era un veterano di guerra in fondo, e da quando si era dato al crimine ne aveva viste di cotte e di crude. Quando l’avevano pagato per attaccare una carovana di mercanti diretti alle terre dei Ryukyu non si era quindi preoccupato.

Invece, si trovò costretto ad ammetterlo, il Codacciaio elettrificato che l’aveva colpito al muso l’aveva sorpreso parecchio. Il Pokémon Veleno ruotò su sé stesso e si girò ad osservare l’avversario, una sorta di grosso Dedenne. Aveva sentito vagamente parlare dell’esistenza di altri Pokémon come Dedenne a Fatia, perciò in quel secondo mentre si rimetteva in equilibrio capì che doveva avere a che fare con un Pokémon Elettro, simile a Dedenne, e piuttosto abile in combattimento data la velocità del colpo. Si guardò intorno e vide che altri pokémon stavano attaccando il resto dei suoi compagni. Uno era un Dragalge, un altro un Ralts. Altri li riconosceva vagamente avendoli visti in compagnie mercenarie o avendo derubato viaggiatori della stessa specie, ma la maggior parte dovevano venire da molto lontano, visto che non li aveva mai visti prima.

“Potrebbe essere conveniente ritirarci in questa situazione…” Pensò. “In ogni caso non mi hanno pagato per combattere contro questi tizi.” Lanciò uno sguardo ai carri e annuì. Due stavano bruciando, uno aveva due ruote frantumate. Non si sarebbero mossi per parecchio tempo.

«Ritirata!» Gridò «Muovetevi! Via, via, via!» I suoi compagni si lanciarono via sulle colline, chi in volo, chi correndo. Lui si lanciò nel fiume, usando un Dragospiro per tenere lontano il Raichu e darsi la spinta necessaria, e sparì.

 

Raichu si guardò intorno e sorrise, sospirando di sollievo. Doveva ammettere di aver fatto una cosa stupida. A Fatia, avevano almeno contato quanti nemici c’erano prima di attaccare. Qui invece si era lanciato all’attacco senza un vero piano, solo perché si era agitato passando per il villaggio distrutto.

Si girò e guardò il gruppo riunito intorno alla carovana. Un Bagon, una coppia di Shelgon, una vecchia Dragonite e due Dragonair stavano osservando mestamente i carri.

«Cosa è successo?» Chiese il Pokémon Elettro.

«Ci hanno attaccato.» Replicò la vecchia Dragonite «Colti di sorpresa in questo punto dove il fiume impedisce una rapida ritirata. E nessuno di noi è esattamente un grande guerriero.»

«Capisco. Ma posso chiedervi dove state andando?» Chiese Raichu. Eelektross lo fulminò con lo sguardo.

«Volevamo vendere i nostri prodotti a questo villaggio, ma pare che siamo arrivati tardi.» Rispose uno dei due Dragonair, sospirando «Adesso ci tornerà tornare a casa a mani vuote.»

«E senza carri.» Aggiunse l’altro tristemente.

«Da dove venite?» Chiese allora Raichu. Eelektross sospirò. Sapeva perfettamente dove il Pokémon voleva andare a parare.

«Dalla Valle di Nyla. Un po’ a ovest, lungo la strada di Arceus, vicino alle fonti del Draak.» Replicò Bagon.

«Ah, capisco. Beh, visto che è sulla Strada di Arceus, potremmo accompagnarvi, per assicurarci che non corriate pericoli.» Commentò Raichu. Eelektross sospirò. Come previsto, Raichu voleva di nuovo fare una buona azione.

“Almeno è sulla Strada. Altrimenti, mi sarebbe toccato litigare. Certo che, una fattoria nella Valle…” Il Pokèmon sospirò.

«Molto bene.» Disse «Se volete venire con noi, vi accompagneremo fino a casa.»

«Vi ringraziamo molto.» Disse la Dragonite «In tal caso, accettiamo volentieri.»

Eelektross annuì, e il gruppo si mise in marcia. Però si avvicinò a Raichu e gli sussurrò all’orrecchio.

«Questo ci rallenterà, te ne rendi conto?»

«Avrei dovuto lasciarli qui?»

«Devo risponderti onestamente?»

«Lascia perdere.» Rispose Raichu «A volte dimentico chi sei, Eelektross. Non intendo abbandonare qualcuno a sé stesso se posso evitarlo. Non richiedono deviazioni, e in ogni caso hai detto anche tu che da Draghia non otterremo molto.»

«Sto solo dicendo che fare sempre il buono prima o poi ti causerà problemi. CI causerà problemi.» Replicò Eelektross.

«Puoi dire quello che vuoi.» Rispose Raichu «Se non mette a repentaglio la missione, non intendo smettere di aiutare gli altri come posso.»

Eelektross sospirò nuovamente «Molto bene. Ma ricordati che io ti ho avvertito. Un giorno ci metterai tutti in pericolo per il tuo altruismo.» E così dicendo si allontanò.

 

Windbourgh, 09/08/4783, circa le 11

«Quindi hanno chiamato rinforzi?» Chiese Vivillon osservando l’accampamento costruito intorno a Windbourgh, dove il nemico si era accampato.

«Proprio così mio signore.» Replicò Yanmega «E ci superano di molto in numero, almeno due ad uno.»

«Codardi. Chiedere aiuto ad estranei al regno celeste.» Commentò Vivillon «Abbiamo altri rinforzi in arrivo? Dalla nostra parte, intendo.»

«Certamente signore. I nostri arriveranno in poche ore.»

«Ci supereranno ancora di numero?»

«Marginalmente.»

«Allora appena arrivano attacchiamo.» Rispose Vivillon «Abbiamo già lasciato loro un giorno. Se aspettiamo di più, rischiamo di trovarli troppo preparati.»

«Con il dovuto rispetto signore, mi preoccupano i rinforzi arrivati da Elettria. Il tipo li mette in vantaggio.»

«Il tipo non è tutto, sbaglio? Altrimenti come avrebbe fatto un Coleottero a diventare leader del MAT?»

«Certo signore, mi scusi.» Rispose Yanmega.

«Non scusarti, il tuo ragionamento è sensato. Quanti Gliscor abbiamo?»

«Una quarantina signore. E almeno venti Gligar.»

«Voglio che appena comincia la battaglia siano inviati sul fianco in cui si trovano i Pokémon Elettro. Pokémon Terra in grado di volare, non potranno fare nulla se non pregare di essere salvati.»

«Sì signore.» Rispose Yanmega, con un inchino.

«Ricordati, il nostro obbiettivo sono i sacerdoti e le uova. Dovessimo perdere mezzo MAT, la linea dei re scelti dai Loro DEVE finire.»

Lo Yanmega annuì ed uscì dalla tenda. Rimasto solo Vivillon cominciò a riflettere. Le informazioni parlavano di un Generale di Elettria e di un nobile al suo seguito.

“Bene, sarà una vittoria decisiva.”

 

«Mi dica, Generale Wash, è mai stato alla torre di Aeria che c’è sui monti di Elettria?» Chiese M’Phar, bevendo un sorso di Baccauva.

Wash scosse la testa.

«Beh, io sì. Quella torre è abbandonata da secoli, ed è ancora in piedi. I costruttori di Aeria sono dei geni, questo è un dato di fatto.»

Wash lo fissò interrogativo.

«Sa, mi piacerebbe sentirla parlare, ogni tanto. Credo che aiuterebbe una conversazione.»

Il pokémon sospirò ed aprì la bocca «Non amo parlare, onestamente.»

«Bizzarro, per un Generale.»

«Dare ordini è un conto. Ma ogni parola ha un peso. Per esempio, il mio primo istinto sarebbe stato chiederle che Giratina centra la Torre di Elettria con la nostra guerra. Ma ho ovviamente deciso di non parlare.»

«Una linea di pensiero molto estrema, ma che posso condividere. Tuttavia, preferirei la mettesse da parte per ora.» Commentò M’Phar «Comunque, quello che volevo dire è che la particolarità di Aeria è la quasi totale mancanza di mura. Solo Cloud City le ha, e sono molto più piccole di, non so, Ohm Town, o Electronvolt. Non le aveva neanche la torre.»

«Ovviamente.» Rispose Wash «A cosa servirebbero delle mura, quando la stragrande maggioranza della popolazione può volarci sopra?»

«Esattamente. Perciò, dobbiamo ricordare che la ritirata dietro le mura non è un’opzione.»

«Questo è chiaro.» Replicò Wash «Ma ne abbiamo già parlato con il Generale Aerodactyl, otto giorni fa. Siamo arrivati fin qui a tempo di record, i nostri sono stanchi, e non posso semplicemente andare là fuori e dire ai miei soldati cosa fare in caso di sconfitta. Sarebbe come ammettere che abbiamo perso.»

«E questo gioca a nostro vantaggio. Quale chiede sarà la risposta del nemico quando capirà che ci sono Pokémon Elettro tra loro?»

«Ovviamente, schierare Pokémon Terra. Hanno i Gliscor, se non sbaglio.»

«Esattamente. E a quel punto il nemico cosa si aspetterà da noi?»

«Una resistenza accanita.» Rispose Wash “Dove vuole andare con questo discorso?”

«Lei crede? Io credo si aspetterà una breve resistenza, seguita da una ritirata. Abbiamo soldati al limite per il lungo viaggio in così breve tempo, che combattono una battaglia di una guerra civile non loro, in un paese di cui sanno poco. La ritirata davanti a nemici difficili da sconfiggere è quello che chiunque si aspetterebbe.»

«E noi gli dimostreremo che si sbaglia.»

«Dobbiamo proprio?» Chiese M’Phar. E cominciò a spiegare la sua idea.

 

Fiume Draak, 09/08/4783, circa le 16

«Io l’hoooo fatto fuori, dovreeeei essere io aaaa otteeeenere il il titolo.»

«TU?» Chiese Crult «Ti rendi conto di quanto stupida è questa tua richiesta? Tu non hai finito il lavoro!» Tuonò il Pokémon Acqua «Hai lasciato fuggire l’obbiettivo!»

«Andiammmmo, è sicuuuuramente morto.» Rispose Rygo «L’ho fattoooo cadere nel Draak, e noooon è esaaaattamente un nuotatore.»

«E allora dov’è il suo corpo? Anche se è morto, quel cadavere deve essere da qualche parte. Se non lo troviamo, come credi che faremo a convincere il resto dei pirati che ha senso aiutarci?»

«Credi davvero che importi? Ha perso.» Esclamò Wamps «Io per una volta sono con Rygo. Eravamo d’accordo che chi avesse fatto fuori Staraptor avrebbe preso il suo posto.»

«Anche io sono d’accordo.» Aggiunse Lickylicky «Anche se conto che la prossima volta non ci userete solo come distrazione.»

«Prometto di non farlo.» Replicò Crult. Poi scosse la testa «Molto bene, cominceremo a diffondere la storia che Staraptor è morto, e che Rygo lo ha ucciso. Se salta fuori che è vivo, gli diamo la caccia e lo eliminiamo. Adesso, cominciamo a navigare verso il prossimo obbiettivo. Trovato qualcosa da quelli che avete catturato?»

«Niente di nuovo, solo maledizioni verso di noi, verso i Loro e verso qualunque altra cosa.»

«Davvero?» Chiese Crult «Strano, non me li aspettavo così fedeli.»

«Credo ci siano Staraptor e Purugly dietro. Non sapevano veramente dove trovare gli altri. Gli unici che avevano qualche informazione parlavano dell’Ansa di Giratina.» Rispose Zong «Ho controllato la loro mente per sicurezza.»

«E allora Ansa sia. Sarà pericoloso. Ruft, quanti pirati hanno accettato di venire con noi?»

«Cinque equipaggi completi e una trentina di singoli, ma non mi fido della metà di loro, e l’altra metà fuggirà appena ne avrà l’occasione.»

«Allora piazza le ciurme complete nell’avanguardia, con le loro navi. Almeno non potranno coglierci alle spalle, e ci faranno da scudo per le trappole. I singoli dividili in modo che siano il più sparso possibile. Mandane qualcuno anche dai nuovi, magari qualcuno di loro cambierà idea su di noi.» Rispose Crult. Ruft annuì.

«Bene, adesso direi che possiamo anche festeggiare.» Replicò il Pokémon, sorridendo leggermente. Il gruppo di pirati riuniti uscì dalla stanza e si trovò davanti lo spettacolo della Forca occupata dalle loro ciurme. Pokémon che ridevano, bevevano, mangiavano e festeggiavano la prima vittoria contro la Fratellanza.

«Andate pure.» Commentò Crult. Uno dopo l’altro, i Pokémon si allontanarono. Rimasto da solo, osservò sorridendo la festa sottostante.

 

Aeria, Windburgh, 09/08/4783, circa le 19

Glor osservò le forze di Elettria. Gli ordini del Generale Yanmega erano chiari. Sterminare i tipi Elettro prima che potessero danneggiare l’esercito.

Il Gliscor si abbassò e colpì con Terremoto, scagliando a terra un Togedemaru, che rimase a terra, sconfitto. Prima che potesse finirlo, uno Stunfisk scagliò un Bollaraggio costringendolo ad arretrare. Il Gliscor si guardò intorno. Il nemico non era stupido. Non avevano Emolga con sé. Quindi, evidentemente, il loro obiettivo era colpire dal basso i nemici, mentre le forze di Aeria si scontravano con il grosso dell’esercito in cielo. In effetti, proprio in quel momento vide due Fulmini colpire e far precipitare due bersagli. Uno colpi il terreno in malo modo, e Glor seppe che non avrebbe più volato.

Glor lanciò i propri ultrasuoni, ed il resto dei Gliscor e Gligar si lanciò in picchiata.

“Il Generale Yanmega ha detto che se li attacchiamo in massa è probabile si ritirino. Personalmente, preferirei far fuori i comandanti. Mi pare più sicuro.” Si disse, e cominciò a dar loro la caccia.

La guerra di Aeria lo aveva disabituato ai nemici a terra. A parte il leggendario Generale Dodrio, nessun pokémon incapace di volare era mai stato famoso per aver fatto parte dell’esercito di Aeria. E in ogni caso, anche lui era in grado di balzare tanto in alto da dar l’illusione di volare. Perciò, non aveva una grande esperienza nei nemici al suolo. Tuttavia, conosceva le basi. Scendere in picchiata, colpire, rialzarsi o finire il nemico.

Vide diversi nemici cadere. Un paio dei suoi crollarono, ma era chiaro che le forze di Elettria erano in difficoltà. Infatti, in quel momento si udì un suono, un richiamo profondo che risuonò sul campo di battaglia. E le forze di Elettria iniziarono a muoversi verso la città, in fuga.

“Dovremmo inseguirli?” Si chiese. Poi annuì. Gli ordini erano di liberarsi delle forze di Elettria ad ogni costo. Le città non erano il suo campo di battaglia ideale, ma il nemico si era dimostrato in chiaro svantaggio dall’inizio.

Lanciò un ordine ed i Gligar e Gliscor presero a volare verso la città, tra gli edifici. Con gli ultrasuoni, per quel poco che riuscivano a coprire, percepì molte delle forze di Elettria riunite al centro della città, mentre un’altra parte correva verso est. Non riusciva però a capirne esattamente il numero.

“Una divisione nelle forze? Dovrei inseguire quelle che vanno verso est o attaccare quelli al centro della città… No, quelli che fuggono sono meno. Probabilmente sono una squadra distaccatasi per tornare sul campo di battaglia.” Diede un nuovo ordine, e una decina di Gligar, insieme a pochi Gliscor, tornò indietro. “Dovrebbero bastare per contenere i danni di quella forza ad est mentre noi ci occupiamo del grosso dei nemici.”

Si lanciò in avanti e giunto nella piazza principale della cittadina vide il grosso delle forze di Elettria ben schierate. Una pioggia di attacchi partì verso di loro, ma il Pokémon riuscì a schivare quelli diretti a lui. Un paio di mosse centrarono i suoi ed un Gligar e un Gliscor precipitarono.

“Molto bene. Li abbiamo in pugno ora.”

Poi udì delle grida alle proprie spalle. Si girò e vide una forza di Aeria composta da Swanna, Pelipper ed altri Pokémon adatti a combattere i suoi.

“Cosa…”

 

«Forza adesso, lasciamo loro ad occuparsi dei Gliscor e torniamo al campo di battaglia!» Gridò Wash, un urlo che si diffuse su tutto il campo di battaglia. Poi si girò verso M’Phar, al suo fianco.

«Complimenti, il tuo piano ha avuto successo.»

«Ho solo avuto fortuna.» Commentò M’Phar, poi cominciò a dare ordini ai suoi.

“Fortuna… No, ha previsto con precisione come si sarebbe comportato il nemico.” Pensò Wash. Aveva previsto che i Gliscor li avrebbero inseguiti in città. Aveva capito che per ridurne le forze, il modo migliore era far evacuare una parte di cittadini volontari solo all’ultimo, in modo che il comandante nemico pensasse fossero una forza distaccatasi, e di conseguenza distaccasse alcune delle sue forze per rinforzare il campo di battaglia. Ovviamente, lungo la strada erano piazzati membri dell’esercito di Aeria pronti per distruggere quella forza secondaria. E sapeva che l’inganno avrebbe funzionato perché in battaglia i Gliscor usano soprattutto gli ultrasuoni per determinare la situazione sul campo di battaglia, e in una città quelli non funzionavano altrettanto bene. Inoltre per migliorare l’inganno aveva convinto i cittadini di Aeria a camminare a terra invece che volare.

“Un piano perfettamente ideati. E che ora sta dando i suoi frutti.” Commentò Wash osservando i Gliscor cercare di difendersi contro l’attacco nemico, avantaggiato in tipo e dalla sorpresa.

 

“Non va bene.” Pensò Yanmega, vedendo le forze di Elettria rientrare dalla città praticamente senza perdite, e nessuna traccia delle forze di Glior. Subito dopo una serie di mosse Elettro piovve verso le sue forze, disperdendole e facendone precipitare parecchie.

“Se non ci ritiriamo ora, perderemo troppi soldati per poter continuare la guerra. Dobbiamo ritirarci.” Pensò. Diede l’ordine, e in quel momento un Tuono lo manco di un soffio, sfiorandogli la punta della coda. Guardò in basso e vide, dal lato opposto del campo di battaglia, un Ampharos puntarlo.

“Sa che in questa direzione c’è il Generale.” Pensò “Ed è riuscito a capirlo pur non avendo la mia vista eccezionale. Quel tizio è abile. Me lo ricorderò.”

Poi cominciò a ritirare le proprie forze.

 

Le forze di Aeria ed Elettria ruggirono in trionfo mentre i rivoltosi del MAT si ritiravano. Wash sorrise, ma girandosi notò che M’Phar sembrava arrabbiato.

«Che succede?»

«Il loro comandante ci è sfuggito. Abbiamo vinto la battaglia, ma non guerra. Vorrei inviare degli inseguitori, ma non riuscirebbero a star dietro all’esercito volante. Spero che i comandanti di Aeria li seguano.»

Wash annuì «Capisco, ma credo che sia stata una grande vittoria. Abbiamo eliminato il grosso delle loro forze in grado di opporsi a noi. Possiamo marciare su Cloud Town ora.»

M’Phar annuì. Ma aveva un brutto presentimento a riguardo.

 

 

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CAPITOLO 203: LE LACRIME DI NYLA

 

Spoiler

 

Draghia, Territorio della famiglia Dormimrod, 12/08/4783, circa le 12

Il sole splendette alto nei giorni seguenti, mentre il Gruppo marciava lungo la Strada di Arceus, inerpicandosi tra passi e valli in mezzo ai Denti del Drago.

I loro nuovi compagni si stavano dimostrando gentili e disponibili. Si erano persino offerti di preparare loro la cena la prima sera, ma Eelektross aveva rapidamente negato loro la possibilità. «Non per sfiducia, ma preferiamo mangiare al naturale, per così dire.» In realtà, Raichu l’aveva capito subito, il Pokémon voleva semplicemente non correre il rischio di vedersi avvelenato il piatto, per quanto Raichu dubitasse che quei Pokémon avrebbero potuto fare qualcosa del genere.

Il Bagon aveva rapidamente fatto amicizia con i giovani del Gruppo. In particolare, passava molto tempo con Draak, con cui scambiava lunghe conversazioni su Draghia. In particolare, il Pokémon era interessato alla vita nel paese.

«Quindi, hai trovato la direzione della tua Dominanza?» Chiese Raichu la sera del secondo giorno di marcia.

«Penso proprio di sì.» Replicò il drago, guardandosi intorno. Le alte cime dei Denti del Drago dominavano la piccola radura intorno a cui il gruppo si era preparato il giaciglio.

«E cosa farai? Resterai qui, quando noi ripartiremo?» Domandò ancora il Pokémon Elettro.

Draak ci rifletté un momento «Non lo so. Potrei, in effetti. Sono giunto fin qui, e adesso sento che la mia Dominanza mi dice di non ripartire. Ma… Mi sentirei in colpa per Eelektross. Mi ha aiutato tanto in questo viaggio, mi ha fatto allenare, mi ha spinto a migliorarmi… Forse in fondo dovrei continuare a viaggiare con voi.»

Raichu sospirò «La scelta è tua Draak. La Dominanza può essere difficile da superare. Ma se vorrai venire, ti assicuro che mi farà piacere.»

Raichu sorrise e si alzò, dirigendosi verso il bordo dell’accampamento. Si guardò intanto intorno, notando Gliscor intento a discutere con i due Dragonair di chissà cosa. Emolga, Flaaffy e gli Shelgon sembravano a loro volta presi dalla loro discussione. Plusle, Minun e i Principi stavano formando un gruppo… Eccetto il Principe di Fatia. Quanto ad Eelektross, era in disparte, intento a riflettere di chissà cosa.

Sul bordo dell’accampamento, Luxray era di guardia. Il Principe Ralts sorprendentemente era proprio accanto a lui, e i due parlottavano ancora.

“Speriamo non ci incolpino dell’influenza che potrebbe avere sul principe.” Pensò Raichu. Poi si avvicinò ai due.

«Vedete qualcosa?» Domandò Raichu.

«No. Se ci stanno seguendo, e ormai ne sono abbastanza sicuro, sono bravi. Sanno che posso vedere attraverso gli alberi più vicini, anche con un occhio solo, quindi si stanno tenendo più lontani.»

«Altre idee?»

«Nessuna, metterci a cercarli giocherebbe a loro vantaggio. Visto che non ci attaccano, vuol dire che non sono abbastanza, e stanno aspettando di trovare un’apertura per coglierci di sorpresa.»

«In tal caso, possiamo solo assicurarci che non accada. Ottimo lavoro. Principe, lei…»

«Io intendo restare qui con Luxray finché posso. Mi stava raccontando come ha rubato una…»

Luxray lo interruppe e sorrise a Raichu in modo poco convincente «Non preoccuparti, finché è con me è al sicuro. Terrò gli occhi aperti e...» In quel momento Luxray, Raichu e Ralts realizzarono insieme cosa il Pokémon aveva detto. Luxray e Ralts scoppiarono a ridere.

Raichu sorrise. Forse tutto sommato era un bene che i due passassero tempo insieme, almeno il principe stava servendo a risollevare un po’ il morale del ladro. Li lasciò alla loro guardia è tornò da Eelektross.

«Sentito tutto?» Chiese.

«Sì. In tal caso, non dobbiamo preoccuparci, credo che nessuno dei nostri possa farsi cogliere di sorpresa da questa manica di sbandati che ci tiene d’occhio.»

«Perché credi che siano solo un gruppo di sbandati?»

«Perché non hanno il comportamento normale dell’Organizzazione. Pensa a quella notte in cui si sono fatti cogliere di sorpresa dalle guardie del villaggio. Credi che qualcuno dei nemici si sarebbe fatto scoprire in quel modo? Io no. E anche questo inseguimento… l’unico motivo per cui non li abbiamo scoperti è che c’è una talpa tra noi.»

Raichu strabuzzò gli occhi «Cosa?! Chi?!»

«Riolu o Gliscor. Gliscor è sospetto perché è Gliscor, e il comportamento di Riolu è strano. L’ho visto lasciare dei segni sulla strada, e secondo Plusle e Minun a volte sparisce nei boschi. Lui dice che va ad allenarsi, ma io ho i miei dubbi.»

«E allora non dovremmo seguirlo?» Chiese Raichu.

«Assolutamente no. Ricordati, non credo che stia con l’Organizzazione. Qualsiasi informazione stia passando, sta arrivando a una terza parte. E probabilmente come informazioni sono di basso livello. »

«Perché è il figlio di Lucario?» Domandò Raichu fissandolo.

«Te l’ho già detto, le emozioni non hanno valore nel mio mondo. Figlio di Lucario o no, se ci stesse tradendo con l’Organizzazione non l’avrei tenuto con noi. No, quello che ci segue penso sia un altro gruppo.»

«E chi dovrebbe avere interesse a seguirci a parte l’Organizzazione?»

«Banditi e cacciatori di taglie. Non ti sarai dimenticato che ci hanno messo una taglia sulla testa a Laghia. Il fatto che quei falliti ci abbiano lasciato stare per tutto questo tempo è merito di Zangoose, che ha… convinto Greninja a lasciarci stare. Ma adesso siamo nei territori delle Gilde, credo di avertelo detto. Se questi che ci seguono fossero membri di una gilda di cacciatori di taglie…»

«E su che basi lo credi? Solo per Riolu?»

«Adesso mi stai facendo arrabbiare Raichu. Dopo tutto questo tempo, credo dovresti aver capito chi di noi due è il più esperto in queste cose. Ti dico che non è l’Organizzazione che ci segue e che Riolu sta aiutando qualcun altro.»

Raichu sospirò «Diciamo che tu abbia ragione. Cosa facciamo?»

«Lasciamo che ci seguano, per ora. Poi tra due giorni, quando non avremo più palle al piede, superata la Valle di Nyla, troverò il modo per tendere loro un’imboscata usando le informazioni che Riolu o Gliscor gli stanno dando.»

«Bene, mi fiderò di te. Ma se ti sbagli, ci stai mettendo tutti in pericolo.»

«Disse quello che ci ha messo una palla al piede.»

Raichu non rispose e si allontanò.

 

«Dovevano proprio prendere con loro quei tizi, vero?» Chiese Persian «Fosse stato solo il Gruppo, sarei stato disposto ad attaccarli, ma non sappiamo quanto siano forti questi tizi in più.»

Il Ditto annuì «Aspettiamo. Riolu dice che alla Valle di Nyla si separeranno da loro, se resistiamo fino ad allora poi possiamo attaccarli al Dente.»

Persian annuì «Il capo sarà soddisfatto. Eelektross vale un sacco di soldi, ed ha anche un conto in sospeso con lui. Se glielo portiamo, sarà un successo.»

Ditto scosse la testa «Non è più un successo da quando la comandante della Gilda delle Fate Blu ci ha massacrati.»

«Gliela faremo pagare, quando sarà il momento. Nessuno attacca i membri della nostra Gilda e se ne va impunito. Ma per ora concentriamoci sulla taglia di Eelektross.»

Ditto annuì, ma non poteva fare a meno di chiedersi se avessero fatto la scelta giusta seguendo i tre.

 

«Sai Draak, sei veramente un bravo Pokémon. Ne ho conosciuti pochi di così forti eppure così gentili.»

«Beh ti ringrazio Bagon» rispose il Dragalge, sorridendo.

«Per questo credo dovresti restare a Draghia. Sono certo che potresti fare grandi cose. Ci sono molte battaglie da combattere, e la tua forza ci farebbe comodo.»

Draak rimase a bocca aperta «Dici sul serio?»                              

«Solo se lo vorrai, ovviamente. Ma facci un pensiero. Restare qui potrebbe davvero essere il tuo futuro.»

Draak annuì «Ci penserò. Ma Bagon, dimmi, perché me lo chiedi così all’improvviso?»

«Non posso farci niente. Io adoro vedere Pokémon forti dimostrare il proprio valore, e qui a Draghia potresti darne prova molte volte. Io e te anzi. Non credi?»

Il Pokémon annuì, poi ripensò a Surskit «Però ho un amico lontano. Vorrei rivederlo almeno una volta.»

«Non sto mica dicendo che dovresti restare qui per sempre. Se vorrai viaggiare, perché non farlo? Ma la tua Dominanza ti porta a Draghia. Deve voler dire qualcosa non credi?»

Draak annuì «Può darsi.» poi lo guardò «Ma dimmi, questa guerra di cui mi parlavi, tra chi si sta combattendo?»

«Oh, è tremenda, sono diciotto anni che combattono. Le famiglie del nord vogliono spodestare l’imperatore e metterne su uno proprio. Come al solito, ma stavolta sta durando molto di più perché i guerrieri del nord hanno al loro servizio molti mercenari, e quelle del sud faticano a sconfiggerli, nonostante siano di più.»

«E credi che finirà presto?»

«No, a meno che qualcosa non cambi.» Commentò Bagon «Hanno tutti paura. Questo paese ha visto la guerra per troppo tempo. Erano passati solo tre anni dalla guerra precedente quando questa è scoppiata.»

Draak sentiva la tristezza nella voce del Pokémon.

Quello continuò «Vorrei solo che finissero. Che il mio paese, e che Pokémos, fossero in pace. Chissà se si può fare in qualche modo…»

Draak stava per dire che certo, era possibile, poi scosse la testa. Chi era lui per dirlo? Solo un Dragalge ottimista.

Perciò rimase in silenzio.

 

Valle di Nyla, Territorio della famiglia Dormimrod, 14/08/4783, circa le 11

Per i successivi due giorni, continuarono a camminare tra le montagne. I Denti del Drago si facevano sempre più alti, sempre più alti, finché le cime non sparivano del tutto tra le nuvole. La Strada di Arceus serpeggiava sinuosa accanto al fiume Draak, ormai irriconoscibile dall’ampio, enorme fiume che avevano visto. Certo, aveva ancora la larghezza del Fiume Volt, ma decisamente era quasi impensabile che quello fosse il gigantesco fiume che avevano visto quando erano arrivati a Velenia.

Poi, la mattina del secondo giorno, qualcos’altro cominciò ad apparire all’orizzonte. Tra le montagne scorgevano qualcosa di grande, enorme. Sembravano archi di pietra, ma erano ancora lontani, e non riuscivano a vederli bene.

Andarono avanti, e la strada salì un po’. Si ritrovarono a camminare lungo un sentiero che passava accanto alla parete di pietra più strana che Raichu avesse mai visto. Anzitutto era enorme. Poi sembrava curvare verso l’esterno, come se qualcosa l’avesse spinta dall’interno. Sembrava continuare verso l’alto, e in effetti non riusciva a scorgerne l’altro capo, dato che nel punto in cui l’avevano incontrata sembrava curvare lentamente verso nord.

Salirono ancora, di più, e infine si trovarono davanti la valle. Il Draak la percorreva, zigzagando in mezzo a grandi pilastri di roccia nera, lavorati da millenni di venti e tempeste. La grande valle, circondata da montagne ma completamente spianata, era sparsamente popolata da una manciata di fattorie, puntolini circondati da filari e filari di bacche, ma stranamente aveva ampi spazi disabitati. La montagna più lontana, a malapena visibile, aveva una forma bizzarra, con grandi caverne e una cascata che scendeva da chissà dove.

Poi Raichu vide Emolga alzare gli occhi e strabuzzarli. Seguì lo sguardo del Pokémon, e rimase a bocca aperta.

Intorno alla valle, piantate alle pendici delle montagne, si trovavano enormi archi di pietra, alti quanto le montagne stesse. No, non archi…

“Costole.” Pensò raichu a bocca aperta. A quel punto guardò il muro che aveva accanto, e salì con lo sguardo, vedendolo perdersi verso l’alto, fino a che non scorse, tra le nuvole, la forma di quella che era una spina dorsale, come dimostrava il punto di incontro delle costole. Guardò di nuovo l’alta parete.

“Questa è… una coda?” Poi ritornò a guardare la valle. E lontano, scorse qualcosa che lo lasciò ancora più a bocca aperta. Quella che sulle prime aveva scambiato per una grande montagna coperta di caverna era l’immane testa di una qualche lucertola, talmente alta che i bulbi oculari erano coperti dalle nuvole. Da dove avrebbero dovuto trovarsi, sgorgava la cascata.

“Ma che cosa…”

«Questa è la Valle di Nyla.» Disse Eelektross, guardando le facce sorprese del Gruppo, non senza sogghignare. «E fa sempre questo effetto.»

«Ma che cos’è quella… cosa?» Domandò Luxray.

«Se volete saperlo, posso dirvelo io.» Disse Abra «Ho letto il racconto di Nyla.»

«Va bene, va bene, ma lo farai mentre continuiamo. Non siamo qui per piacere, abbiamo un compito.» Rispose Eelektross, avviandosi. Il gruppo lo seguì lentamente, continuando a guardare le grandi costole e il teschio in lontananza.

 

«Tanto tempo fa, all’epoca in cui Pokémos era ancora giovane, Arceus impose ai Loro il tabù di entrare a Pokémos nella loro vera forma. Così, ogni Loro dovette scegliere un aspetto che fosse degno di questo luogo, ma non andasse contro i desideri del loro signore. Solo a Nylashaapamatu, il più grande amico e generale di Arceus, fu concesso di entrare a Pokémos col proprio vero aspetto, perché Arceus si fidava di lui incondizionatamente. Si dice fosse il più potente dei Loro. Le sue ali oscuravano il sole per centinaia di chilometri mentre volava, una sua vampata di fiamme poteva far bollire il mare, e i suoi occhi vedevano a decine di migliaia di metri di distanza. Ma Nyla amava i Pokémon, e per questo cercava sempre di tenersi lontano dai loro insediamenti, per non causare loro problemi. Era felice di osservarli da lontano, salendo tanto in alto da diventare un piccolo oggetto irriconoscibile, oltre le nuvole, e di ammirarli con la sua prodigiosa vista. Per dormire si buttava in mare, che per lui era profondo come un laghetto, o si arrotolava intorno alle montagne.»

«Un giorno, mentre dormiva intorno a un gruppo di montagne, vide una piccola figura sorridergli e osservarlo. Sorpreso, perché di solito i Pokémon non si avvicinavano a lui, aprì un occhio, e piegando la testa osservò la Pokémon. Era un piccolo esemplare di una specie che non esiste più. Le sue corte ali viola ed il corpo nero sorpresero Nyla, che aveva visto pochi Pokémon simili. Chi sei? Chiese il Pokémon, senza distogliere lo sguardo. La Pokémon sorrise e gli rispose dicendo che si chiamava Draak – che allora era un nome femminile – e che lo ammirava, e desiderava poter essere come lui. A questo, Nyla rise, e rispose che nessuno poteva essere come lui, era il volere di Arceus. La fanciulla però non si arrese e rimase con lui, finché lui non prese il volo e sparì lontano.»

«Nyla tornò in quel luogo l’anno dopo, e nuovamente si mise a dormire. E ancora una volta al suo risveglio si trovò davanti la piccola creatura. Il Pokémon sorrise, e i due parlarono a lungo. Lui le narrò di quello che aveva visto nei suoi lunghi viaggi, e lei continuò a farle una domanda dopo l’altra. Nyla partì di nuovo, ma stavolta si allontanò solo per sei mesi. Quando tornò, dopo aver dormito, ancora una volta vide la Pokémon. E ancora una volta parlarono a lungo.»

«Poi Nyla dovette partire per tre anni, si dice per volare oltre il mare, a fare cosa non lo sa nessuno. Quando tornò, si rimise a dormire. Svegliatosi lo aspettava una Pokémon di aspetto diverso, ma lui la riconobbe subito, e sorrise. La Pokémon gli sorrise un’altra volta. Sei tornato, disse sorridendo. Nyla annuì, schiacciando una piccola foresta con quel gesto, e le raccontò di ciò che aveva visto in quei tre anni, anche se neanche a Draak disse dove fosse stato esattamente. E a quel punto, cominciò a capire di star provando amore per quella Pokémon. Era una sensazione nuova per lui, ma decise di non respingerla. Sorrise, e il Pokémon gigante continuò a parlare con lei per anni, continuando a tornare a trovarla. Poi, un giorno, la vide cambiata ancora. Era una Pokémon adulta ora, questo era chiaro. Le sue sei ali rosso sangue splendevano del fuoco che vi scorreva dentro, il suo corpo nero era uno strano color carbone. Ma Draak era sempre lei, allegra e solare. Nyla le narrò ancora dei propri viaggi, poi lei lo sorprese, perché gli fece la domanda che Nyla aveva atteso e temuto per anni. Gli chiese di sposarla.»

«Nyla le rispose che avrebbe fatto il possibile, e tornò da Arceus. Si inginocchiò davanti al suo trono, e lo implorò di dargli una vita mortale da spendere accanto alla ragazza, e un corpo con cui non metterla in difficoltà. Arceus lo fissò, ne lesse i sentimenti, e acconsentì, ma lo avvertì che l’avrebbe anche reso completamente mortale, e che alla morte sarebbe tornato come prima. Nyla tornò sulla terra, con lo stesso aspetto, solo in dimensioni ridotte, e i due vissero felici per molti anni, in una piccola casa sulle montagne in cui si erano conosciuti.»

«Poi, un giorno, Draak gli chiese di poter tornare a casa per qualche tempo, a incontrare i propri parenti, e Nyla sorridendo le rispose che loro erano marito e moglie, non padrone e serva. Se lei voleva tornare a casa, poteva farlo. Nessuno sa cosa accadde di preciso in quel viaggio. C’è chi dice che i suoi parenti scoprirono chi aveva sposato e chi che fu lei stessa a rivelarlo, ma quando la moglie di Nyla tornò dal villaggio dove vivevano gli altri membri della sua specie, era seguita. Decine e decine di Pokémon avevano sentito parlare del leggendario Nylashaapamatu, e le leggende su di lui si erano gonfiate sempre di più, in quei tempi così antichi. Si diceva che chi lo avesse ucciso sarebbe divenuto più potente del pokémon, che le sue ossa avrebbero donato a chi le toccava poteri magici, e tante, troppe leggende gonfiate da decenni di mistero intorno a quel grande Pokémon che sorvolava i cieli di Pokémos fin dall’antichità.»

«La casa fu attaccata, ma Nyla combatté ferocemente per difenderla e difendere Draak. Con orrore della pokémon, molti di coloro che attaccavano suo marito erano suoi parenti, o altri membri della sua specie. Orripilata si lanciò contro di loro. Ma non era una guerriera, e uno di loro la uccise. Nyla si girò, le lacrime agli occhi, e con un colpo di artigli gli tagliò la testa, ma quella distrazione gli fu fatale. Un attacco si aprì la strada attraverso una scaglia spezzata della sua pelle e lo trapassò all’altezza dello stomaco. Nyla ruggì, uccise, uccise, uccise, ma alla fine sentì che la sua ora era giunta e prese il volo. Subito, i suoi inseguitori lo seguirono. Ma improvvisamente Nyla morì, e di colpo tornò delle proprie vere dimensioni.»

«Tutti coloro che si trovavano sotto di lui, e persino le montagne, furono schiacciati dall’impatto del suo corpo, che creò la valle di Nyla. Vedendo il suo più grande amico morire, senza poterlo salvare per via delle regole che lui stesso aveva imposto, Arceus fu ad un passo dallo schiacciare il mondo e tutti i suoi abitanti, ma a fermarlo furono le ultime parole del Pokémon, che solo lui aveva udito, a fermarlo. Perdonali, o se non puoi, punisci solo i colpevoli. E tanto Arceus fece. Con i propri poteri, trasformò le ossa di Nyla in pietra, e fece sparire tutto il resto. Nel teschio vuoto, all’interno dell’occhio sinistro, pose il corpo della moglie, e da lì prese a sgorgare acqua, fino a riempire completamente il teschio del Pokémon, per poi uscirne come cascata. Arceus a quel punto si girò verso i corpi degli aggressori, e li maledì. Essi diventarono pilastri di pietra, e l’anima dei Pokémon che avevano ucciso Nyla vi rimase imprigionata dentro, senza poter raggiungere l’aldilà. Così starete, decretò Arceus guardando la cascata scendere da quello che un tempo era stato l’occhio di Nyla, finché Nylashaapamatu non avrà versato tutte le proprie lacrime. E da allora, il fiume Draak sgorga dalle cascate chiamate Lacrime di Nyla, che mai, neanche per un giorno, hanno smesso di piangere ciò che i due hanno perso.»

 

 

Sono felice di essere tornato ma questo capitolo sapevo che mi avrebbe fatto piangere quando l'avrei scritto e infatti ora sono qui che piango come una ragazzina per una roba che ho fatto io

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Uff, dopo la pausa più lunga di Pokémos siamo ancora qui. Per iniziare un altro anno? Sì, ne sono convinto. Per iniziare un anno migliore? Lo spero. QUesto è stato un anno pesantuccio, ma dal prossimo saremo messi meglio. Ma voglio ringraziare tutti i lettori. Sappiate che è solo grazie a voi se questa storia va avanti, se trovo la voglia, il tempo e l'ispirazione per continuare a scrivere, capitolo dopo capitolo. Quando finirà Pokémos? Penso e spero per il trecentesimo capitolo. Sarà quindi tra due anni? Non lo so, ma onestamente lo spero. Quello che so è che vi ringrazio tutti per essere ancora qui, un anno dopo l'altro, a fare il tifo per il Gruppo mentre avanza in questa terra che ho creato tanto per caso in un periodo in cui questa storia di capitoli e personaggi doveva averne un decimo. Grazie, davvero, e spero continuerete per un altro anno. A presto.

 

CAPITOLO 204: L’ANSA DI GIRATINA

 

Spoiler

 

Valle di Nyla, 14/08/4783, circa le 12

Avanzando, il gruppo vide il teschio di Nyla all’orizzonte, il grande cranio da cui sgorgava una enorme cascata, che precipitava rombando in un lago blu come la notte, probabilmente profondissimo, per poi continuare la propria strada verso est, dove poi, ricevendo gli affluenti di Mineralia e Fatia prima, e di Gelia poi, diventava il grande Draak che avevano visto tanto tempo prima, quando erano arrivati a Velenia, e che li aveva accompagnati fin lì. Ma dopo quella valle, quel fidato compagno sarebbe scomparso alle loro spalle.

Camminarono lungo valle, vedendo le alte pietre che, secondo il racconto di Abra, erano in realtà coloro che un tempo avevano provato a uccidere il grande leggendario.

“E riesco a crederci.” Pensò Raichu, osservandole. Erano lucide, come fossero bagnate, e sembravano fredde. “Sento che non vorrei toccarle per nessun motivo.”

«E quindi, la vostra fattoria è qui nella valle?» Chiese Eelektross.

«Già.» Replicò la Dragonite «Il nostro è il terreno migliore, proprio sulla costa del lago. Le acque sono fredde, ma proprio per questo danno un grande refrigerio durante la stagione calda. D’inverno il lago ghiaccia, ma per fortuna noi sappiamo tutti usare mosse Fuoco.» Aggiunse quella, sorridendo.

Il Gruppo seguì i tre lungo la strada e giunse a una piccola casa con le finestre chiuse, circondata da alberi e alberi di Baccagrana.

«Bene, siamo arrivati.» Commentò Eelektross «È stato un piacere, ci mancherete, arrivederci.» Commentò il Pokémon, iniziando a camminare. Luxray fece un cenno del capo ai Dragonair e si allontanò seguendo il capo, e seguito da Plusle e Minun.

«Vi chiedo scusa per il suo comportamento, ma in effetti abbiamo fretta.»

«Siete sicuri di non volervi fermare per la notte?» Chiese la Dragonite, sorridendo amorevole. Raichu sentì l’impulso di dire di sì, ma si trattenne.

«No, vi ringrazio, ma dobbiamo proseguire assolutamente.»

«Come volete.» Rispose. Dopo aver salutato i rimanenti componenti del Gruppo, Shelgon, i Dragonair e Dragonite rientrarono nella casa. Solo Bagon rimase fuori, a salutare Draak.

«E quindi, te ne stai andando.»

«A quanto pare.» Commentò Draak, triste «Ma mi mancherai.»

Il Pokémon guardò a terra, poi lo guardò «Non potrei… venire con te?»

«Cosa?» Chiese il drago, sorpreso.

«Vorrei venire con voi. Se davvero tu non vuoi restare qua, io voglio almeno poterti accompagnare. Chissà, magari sarete veramente voi a migliorare il mondo.»

Draak rifletté «Se lo chiedo ad Eelektross, dirà di no… Non credo di potere…»

«Andiamo Draak, io e te possiamo fare tutto di nascosto. Facciamo così, vi seguirò per un po’, e quando uscirò fuori Eelektross dovrà per forza farmi venire con voi.»

«E Dragonite… E gli altri… saranno in pensiero.»

«Non importa, non preoccuparti, mio fratello l’ha già fatto in passato, partire all’avventura e tutto quanto. Capiranno.»

Draak riflettè. In fondo, perché no. In fondo, non sarebbe stato certo il primo ad unirsi al Gruppo senza essere un principe. In fondo, lui era andato con loro solo perché era senza una casa e l’unica famiglia rimastagli era Surskit. E ora Surskit non c’era neanche più…

«D’accordo. Sarà il nostro segreto per un po’.» Rispose Draak sorridendo «Seguici fino al tardo pomeriggio, e saremo abbastanza lontani, quindi dovrai venire con noi.»

In quel momento, Raichu chiamò Draak, che si girò e con un ultimo occhiolino si mise in marcia.

Bagon sorrise, e appena il Gruppo si fu allontanato abbastanza iniziò a seguirli.

«Hanno il piccoletto dietro.» Commentò Persian. Lui e gli altri cacciatori di taglie si stavano tenendo nascosti come potevano tra i filari, a distanza di sicurezza per essere sicuri che non si potesse riconoscerli facilmente.

«Bene.» Rispose Ditto, sorridendo «Possiamo ottenere un po’ di informazioni da lui. Prendetelo.» Disse a due di quelli che erano rimasti con loro, uno Spinda e un Castform. I due si lanciarono dietro di loro.

 

Da qualche parte a Draghia, 14/08/4783, circa le 15

«Sei sicuro che sia il caso di andare? Proprio ora che abbiamo il Gruppo qui a Draghia…»

«Il Generale è qui a condurre le operazioni, e voi due rimarrete qui, quindi non vedo perché dovrei preoccuparmi.» Rispose il Capitano, entrando nella grande sala. Il Goodra sorrise, osservando i cento soldati riuniti.

«Sì ma…»

«Niente ma. Come tuo Capitano in comando, affido a te Gono il compito di far fuori il Gruppo.»

«Sì ma senza di te…» Rispose l’altro Capitano.

«Io ho altro da fare.» Commentò Goodra. E così dicendo si fece avanti, e i presenti ammutolirono.

«Signori!» Esclamò «Noi. Siamo. Draghi. Noi siamo coloro che sono stati posti in questo mondo per dominarlo. E per distruggere chiunque ci si opponga. Ieri, i nostri mezzi fratelli, coloro che si riconoscono come Pokémon Volante prima che come veri Draghi, sono stati sconfitti da Pokémon di Tipi più deboli. Elettro, Volante e Acqua.” Pronunciò i due tipi con disprezzo, e i presenti sghignazzarono. “Indubbiamente, è perché hanno combattuto come Pokémon Volante e non come Draghi. Perciò, noi andremo là, e dimostreremo al mondo, che niente. Niente. Fa paura quanto la furia dei veri Draghi.»

I soldati applaudirono, e il Capitano sorrise. Dopo qualche momento riprese «Preparatevi. In dieci minuti, dobbiamo trasferirci.» E così dicendo tornò dall’altro, e insieme i due Capitani uscirono dalla stanza.

«Dimmi, sei ancora convinto di queste cose?» Sapeva di essere l’unico a poter fare una simile domanda. Chiunque altro sarebbe stato fatto fuori all’istante dal Capitano in Comando.

«Certo.» Rispose Goodra «Perché non dovrei? Siamo chiaramente superiori ad ogni altro Pokémon. I nostri unici punti deboli sono i Folletti, ma loro sono un problema minore. Quando prenderemo il controllo di Pokémos, avremo il potere di plasmare il mondo come ci piace. E io farò in modo che ogni singolo Folletto, eccetto gli Altaria, sparisca. E poi… Beh, il Capo e il Generale sono potenti, ma non certo immortali. Quando giungerà la loro ora, io sarò ovviamente il primo in linea di successione per il trono di Draghia… E da lì, porterò noi draghi al posto che ci spetta di diritto. Il trono del mondo è a pochi passi da noi. Posso quasi sentirlo, sedermici sopra. Toccarlo. Una guerra, due morti, e saremo al potere. Noi Draghi prenderemo il mondo.” Il Goodra sorrise ancora “Ma per il momento, lasciamo i festeggiamenti al futuro. Adesso, devo ricordare al mondo cosa vuol dire aver paura del ruggito dei Draghi.» E così dicendo si allontanò, lasciando l’altro Capitano solo.

«Quel tizio è matto.» Disse una voce al suo fianco. Il Capitano balzò indietro, sorpreso, e vide di avere accanto Florges.

«Hai sentito…»

«Non farò la spia, se è questo che temi.» Commentò Florges «Non è mica l’unico fuori di testa nella nostra armata. In fondo, la maggior parte dell’esercito dell’Organizzazione è fatto di idealisti o fuorilegge. Mi pare normale che abbiano delle rotelle fuori posto.»

«Anche tu?»

Florges sorrise, ed il Capitano sentì ancora un brivido «Io sono troppo forte per essere definita matta. Dì al tuo Capitano che me ne vado. Vi ho pregato più volte, ma se non volete farmi partecipare, chiederò a quelli di Mineralia. E fagli sapere che il giorno in cui deciderà di sterminare i Folletti, sarà un piacere mostrargli cosa fa tanto paura di noi ai Draghi.» E così dicendo, si allontanò.

 

Fiume Draak, 14/07/4783, circa le 15

«Cielo nuvoloso che promette pioggia. Ambiente ideale per i Pokémon Acqua.» Commentò Simipour, osservando la flotta pirata che avanzava verso l’Ansa di Giratina.

«Mi interessa solo che riusciamo a farli fuori in fretta.» Commentò, fissando l’Ansa. L’ansa passava tra le colline, sul fianco meridionale del fiume a Normalia. Le contee del sud di Normalia, tagliate fuori dal regno dal fiume, erano un posto isolato, terre di colline a nord degli enormi monti di Gelia. Due di queste colline diventavano un promontorio a causa dell’ansa, mentre altre tutto intorno nascondevano completamente quella parte del fiume alla vista. Perciò, l’Ansa era un posto ideale per tendere agguati alle navi. Tuttavia, c’erano storie sinistre che giravano tra i pirati. Storie di ciurme impazzite dopo aver passato troppo tempo tra i colli che, si diceva, erano pieni di veri spiriti di coloro che erano stati affondati in quell’ansa. Storie di navi che avevano fatto bottino, ma solo per distruggersi in una notte di ubriachezza per litigi sul tesoro, che i pirati dicevano essere stati causati sempre dagli spiriti dei morti.

Ma d’altra parte, l’Ansa era il punto in cui uno dei maggiori affluenti del Draak, il Fiume Bianco, si gettava nel Draak, e risalendo quel fiume si poteva commerciare con Gelia, perciò era sempre trafficato al punto da farne un bersaglio troppo prezioso per essere ignorato. C’era sempre un pirata abbastanza coraggioso da rischiare l’Ira dell’Ansa, come la chiamavano i superstiziosi.

“Io ero uno di loro.” Pensò Crult “Fino a quella notte, almeno.”

«Ci stai ancora pensando, vero?» Chiese Rose, al suo fianco, Simipour li guardò interrogativi.

«Quella notte sull’ansa abbiamo perso tre navi e sessanta pirati. E non abbiamo mai scoperto cosa fosse successo.»

Rose non rispose, limitandosi a guardare avanti «Sappiamo dove possono essere?» Chiese dopo un po’, cambiando argomento.

«Conosco solo tre grotte dentro cui possono nascondersi abbastanza navi da tendere un agguato a noi, e sono tutti sul fianco meridionale dell’Ansa. Perciò, abbiamo una sola scelta.»

«Avanti tutta e che Arceus ce la mandi buona.» Commentò Rose.

Il Pokémon annuì, e Rose diede l’ordine. Le navi dei loro ultimi alleati, i pirati che avevano giurato loro fedeltà dopo la morte di Staraptor, accelerarono ed entrarono per prime.

“Nell’ipotesi migliore, metà di loro sarà morto prima che un nemico tocchi la nostra nave.” Pensò Crult fissando le navi. Quando furono arrivate abbastanza lontano, Rose lasciò un segnale, e Lickylicky e i Non Allineati avanzarono. Avevano preteso quella posizione centrale a gran voce, e Crult aveva deciso che dargliela era la cosa migliore. In fondo, finché uno dei loro nemici moriva, gli andava bene che il suo posto lo prendesse l’ultimo dei mozzi.

«Tocca a noi.» Disse, quando anche i Non Allineati furono avanzati abbastanza. Rose annuì e lanciò un ultimo ordine, e anche le sue navi avanzarono.

Il silenzio era totale. Anche se un po’ di sole filtrava dalla coltre di nubi sopra le loro teste, le colline coprivano con una coltre di ombre l’Ansa, che quindi era fredda e umida. Crult si sentì rabbrividire, guardando quelle alte colline silenziose coperte di alberi.

Poi, le prime navi superarono il punto intermedio e sparirono sull’altro lato dell’ansa. Crult attese. Per lunghi intensi minuti, nulla disturbò la quiete dell’Ansa, salvo il rumore delle navi che scivolavano nell’acqua. Poi, improvvisamente, si sentirono le urla. Il combattimento era cominciato.

I Non Allineati accelerarono, tirando fuori i remi, e le loro navi superarono l’Ansa molto in fretta, sparendo alla vista. E le grida aumentarono.

Crult sentì le urla aumentare. Chiaramente, il combattimento stava entrando nel vivo. Guardò verso l’alto, in attesa di un segnale, ma nessuno superò la collina. E come da accordi, senza un segnale, loro sarebbero avanzati per unirsi agli altri.

La nave superò il punto massimo dell’Ansa. E quello che si trovarono davanti fu uno scenario da incubo.

Almeno cinque navi da entrambe le parti del fiume erano in fiamme. Molte altre si erano scontrate, un fianco contro l’altro in un inferno di legno e tela in mezzo a cui combattevano le due parti nemiche, che minacciava di affondare da un momento all’altro.

“Non è possibile. Come hanno fatto ad affiancarci?” Si chiese. Poi vide altre navi sbucare dal fianco delle colline. Altre, e altre, e altre. “Ma cosa…”

«Non possono esserci così tante navi in quelle grotte! Una decina per grotta, al massimo. Quelle saranno cinquanta al minimo.» Esclamò Rose.

«Devono averle ingrandite allora.» Rispose Zong «Sapevo che uno dei capi della Fratellanza aveva portato la suo flotta qui, ma non credevo fosse per fare una cosa del genere. Quanto ci avranno messo ad ingrandire quelle grotte, tutto in mezzo a queste colline maledette?»

Crult fissò la scena. Non si aspettava tante navi ai fianchi. Si aspettava un blocco davanti, e forse una decina ai lati.

“Dobbiamo fuggire.” Pensò. Non era una battaglia che potevano vincere. Ma Rose fu la prima a parlare.

«Dobbiamo avanzare.» Disse la Pokémon. Crult la fissò. “Non hai paura?” Si chiese “Questa è l’Ansa. Dove abbiamo quasi perso la vita.”

 

Ansa di Giratina, 21/10/4769

Quella notte era buia e senza luna. Le stelle erano coperte dalla pesante coltre di nubi, e Crult e i suoi uomini erano al riparo nel loro rifugio.

«Dovremmo occuparci di liberare schiavi. Se lo facessimo, potremmo guadagnare abbastanza uomini da formare una flotta con cui catturare le navi schiaviste, che viaggiano cariche di bottino.» Stava dicendo Rose. All’epoca, la Pokémon si era unita a lui da anni. Ricordava ancora quando l’aveva trovata, devastata e sull’orlo della morte, sulla riva del Draak, vicino al confine con Vulcania. La Pokémon non gli aveva mai spiegato come ci era arrivata. Forse non lo sapeva neanche lei.

«E poi cosa faresti con tutti quegli schiavi? Non ci voglio avere a che fare con i pirati che commerciano in quella roba, e i non pirati sono quasi sempre sotto la protezione di qualcuno. No, se lo facessi la Fratellanza proverebbe a farmi fuori.» Aveva chiesto.

Rose aveva aperto la bocca per rispondere. Ma in quel momento, delle urla avevano risuonato nella grotta.

I due avevano subito pensato a un attacco nemico e si erano precipitati, ma quello che avevano visto era peggio. I loro compagni stavano combattendo tra loro.

“Ma cosa…” Si era chiesto Crult «Che Giratina state facendo!» esclamò. I presenti si girarono verso di loro. Alcuni erano chiaramente ubriachi, ma gli altri erano diversi. I loro occhi erano vuoti, e non sembravano vedere nulla.

E poi, gli si erano lanciati addosso. Pokémon che avevano combattuto con lui per anni l’avevano attaccato. Sarebbe morto in quel momento se Rose e un paio d’altri non li avessero fermati con i loro attacchi.

«Dobbiamo andarcene!» Aveva gridato la Pokémon, e quel grido aveva riscosso Crult dallo stupore. Insieme, lei, lui, Bibarel e un paio d’altri si erano aperti la strada fino al porto, avevano afferrato una barca a remi e si erano spinti via, sfuggendo all’inseguimento. Fuori, avevano trovato quasi tutte le loro navi. I membri della ciurma nascosti negli altri porti avevano sentito la confusione e si erano precipitati. Fecero salire Crult, e mentre si chiedevano cosa fare, videro le fiamme. Qualcuno dei matti là dentro aveva dato fuoco alle navi nel porto. Ricordava distintamente il rumore di Rose che, a quella vista, crollava in ginocchio sul ponte, in lacrime.

 

Quando la mattina dopo il fumo e le fiamme si erano diradate, dentro la grotta era rimasto solo un incubo. I resti bruciati delle navi, e i corpi di quasi tutti. Solo dieci erano ancora vivi. Nove si erano nascosti, e si erano quindi salvati sia dalle fiamme che dalla folle battaglia, ma l’altro era uno di quelli impazziti. Disse che non sapeva cosa fosse successo. Ricordava solo uno strano suono, un forte mal di testa, e poi il risveglio in mezzo alla cenere. A quel punto, Crult aveva deciso di non voler avere niente a che fare con tutto ciò, e gli altri gli avevano dato ragione. Si erano lasciati alle spalle le caverne, ed erano ripartiti. Un anno dopo, Rose era andata per la sua strada insieme a Bibarel, e lui, come pirata più anziano e forte presentatosi, aveva preso il posto di un altro pirata nella Fratellanza. Ma per tutti quegli anni, aveva sempre rifiutato di navigare per l’Ansa. Il ricordo era troppo per lui.

 

Ma alla fine, ecco che si era ritrovato ancora lì. Forse, stavolta, per l’ultima volta.

 

 

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CAPITOLO 205: LA BATTAGLIA DELL’ANSA DI GIRATINA

 

Spoiler

 

Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 16

Ruft balzò dalla sua nave a quella più vicina, imitato da altri membri della sua ciurma.

«Hakamo-o, prendi quelli alla nostra destra. Machamp, Sentret, Pidgeot, voglio che lo aiutiate. Absol, Sableye, Sliggo, voi tre a sinistra. Fate in modo che non ci abbordino. Inoltre, fate fuori qualunque Pokémon Acqua, non voglio rischiare di trovarmeli addosso. Chiaro?»

I pirati annuirono, e Ruft sorrise, per poi lanciarsi all’attacco. Colpì con Breccia un Watchog che volò indietro, schiantandosi contro l’albero maestro. Il capitano dei Pirati Combattenti si guardò intorno. Contò almeno trenta nemici a terra. Il totale doveva essere di almeno quaranta nemici.

“Se sono tutte così, forse siamo solo in lieve svantaggio…” Rifletté il Pokémon, schivando un Idropulsar lanciato da un Octillery, per poi rispondere con una nuova Breccia che costrinse il Pokémon ad arretrare. “In ogni caso, devo solo fare il mio lavoro e sperare che vada bene.” E usò Fossa. Ovviamente, a bordo di una barca l’attacco lo fece precipitare al piano di sotto, ma era proprio quello che il Pokémon voleva.

 

Idria è il ducato settentrionale di Normalia. Sede della Cattedrale dell’Acqua e di una delle casate che muovono i fili dell’elezione della Voce, è ovviamente una delle prede più agognate dai pirati e dalle bande di banditi che vogliono conquistare un obbiettivo tanto importante. Ma nessuno è mai riuscito a sconfiggere la loro flotta sul mare o i loro Combattenti sulla terra.

Ser Ruft però era eccezionale anche da quel punto di vista. Nato da una piccola famiglia benestante, ascese i ranghi fino a ottenere il titolo e il comando di duemila uomini. Raccolse fama e onore sia sulla terra che in mare, ma era nel primo che era più noto, essendo un abile guerriero corpo a corpo. Fino al giorno in cui era stato tradito e scacciato dalle terre che aveva difeso fino a quel momento, nessuno aveva mai capito che era altrettanto pericoloso in mare.

 

Ruft scese sottocoperta e sorrise. Legno di Baccafrago, come pensava. Poi usò Fossa. Ovviamente, si ritrovò sottacqua, ma avendo Surf, era in grado di nuotare fintanto che tratteneva il fiato. Perciò con tutta calma si spostò un poco più avanti, si appoggiò alla chiglia della nave usando Surf per evitare che l’impatto fosse troppo forte. Quando tutte e quattro le zampe furono in contatto con la chiglia, scavò di nuovo, riemergendo nella nave, la chiglia definitivamente spezzata dai due buchi che aveva creato, l’acqua che entrava rapidamente.

 

Fossa è una mossa che si può usare solo quando tutti gli arti stanno toccando una superficie. Può scavare attraverso quasi ogni materiale, ma si interrompe nel momento in cui il corpo incontra un materiale troppo duro o un liquido. Surf permette di muoversi in acqua senza problemi, anche se diversamente da Sub non permette di respirare sott’acqua.

Usando quelle due mosse, un Pokémon sufficientemente abile poteva tranquillamente affondare una nave. Ovviamente, era un metodo rischioso. Si rischiava continuamente di sbattere contro il fondo della nave, o di essere trascinati via dalla corrente, o di affogare. Ma Ser Ruft era anche chiamato, tra i suoi compagni, l’Affondatore. Per sua fortuna, il nomignolo non si era mai diffuso, dato che le sue imprese più note si erano svolte sulla terra, dove effettivamente era un combattente più abile. In fondo, nessuno nota chi sta affondando la nave da sotto, mentre tutti vedono un Furret che sconfigge avversario dopo avversario.

E questo vuol dire che, di fatto, nessuno ha mai capito che Ruft era più forte sulla terra, ma molto più pericoloso in mare.

 

Risalendo in fretta sul ponte, lanciò un fischio, mettendosi a correre schivando vari attacchi, mentre la nave si inclinava. I suoi annuirono e si lanciarono dietro di lui sulla propria nave. Poco dopo, con il rumore di legno schiantato, la nave cominciò a spezzarsi in due, a causa della rottura della chiglia e della forza dell’acqua che entrava. Ben presto, scomparve sul fondo del fiume, l’albero maestro e una decina di Pokémon rimasti a cercare di non affogare.

Ruft diede un ordine e un gruppetto di Pokémon si fece avanti. Un Rotom, un Heliolisk e un Dedenne puntarono verso l’acqua e scagliarono mosse Elettro. L’elettricità si diffuse e i pokémon che cercavano di non sprofondare scomparirono tra i flutti.

Ruft annuì. “Bene, andiamo alla prossima.”

 

Dopo essere stato scacciato, Ruft si era dato alla pirateria contro navi militari e mercanti che battevano la bandiera di Idria. Dato che attaccava molte navi quasi vuote, si era fatto il nome di pirata fallimentare. A lui andava bene. Meno era conosciuto, più era difficile che il suo vecchio lord, ora il suo più grande nemico, decidesse di ritenerlo una minaccia seria.

Ma per lui, schierarsi con la Fratellanza in questa guerra assurda era impensabile. Per questo si era unito a Crult e gli altri.

 

Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 17

 

Rygo scagliò un Falcecannone, centrando in pieno il capitano nemico.

«Adesso!» Gridò, e decine di attacchi piovverò verso l’avversario, che precipitò nel fiume. Se non era morto per tutti quegli attacchi insieme, sarebbe morto per la caduta.

“Il prossimo.” Pensò, usando Localizza. Uno dei Pokémon a bordo della nave nemica, un Cinccino, si girò, ma non fece in tempo a reagire prima che il Falcecannone lo investisse.

«Adesso!» Gridò Rygo di nuovo, e una decina di attacchi centrarono il Cinccino gettandolo al suolo, morto o svenuto.

Rygo annuì e usò di nuovo Localizza.

 

I Porygon-Z sono pokémon creati non da Arceus, ma da altri Pokémon, a Metallia, il grande paese del futuro. In un’epoca lontana, quel paese aveva cominciato a credersi degno di creare la vita, come i Loro. E così aveva cominciato a creare. Prima solo risvegliando Pokémon Antichi, che il tempo aveva reso di pietra. Ma non si potevano fermare lì.

Quando crearono Genesect, che in seguito sarebbe divenuto protettore di Alvearia ed uno dei Loro, si sentirono abbastanza fiduciosi da creare la vita. E i primi che crearono furono i Porygon.

In seguito, i loro desideri li avrebbero spinti troppo oltre, e dopo il disastro nel creare Mewtwo, quelle ricerche mostruose furono abbandonate, i laboratori distrutti e tutte le informazioni a riguardo bruciate. Ma ormai loro esistevano. I Porygon, senza un posto dove andare, si diressero a Normalia, e lì rimasero, nel sud del paese, nelle colline oltre il Draak, isolati e nascosti in decine di piccoli villaggi.

Rygo aveva deciso di provare a cambiare le cose. Aveva messo insieme le sue cose, preso la sua famiglia, e si era trasferito in città. Qui, si era unito all’esercito di Normalia, il primo Porygon a farne parte, e aveva cominciato a farsi un nome. Sperava di poter ascendere ai ranghi elevati: i Generali nell’Esercito di Normalia, vengono infatti premiati con un feudo, un piccolo baronato che, però, per Rygo poteva essere l’occasione per creare un luogo dove far vivere i Porygon.

Ma ai nobili questo non piaceva. I Porygon erano creature strane, da molti considerati sbagliati. I Porygon-Z avevano bizzarri difetti di pronuncia, che rendevano difficile comunicare con essi. Certo, non potevano scacciarli, ma non per questo avrebbero tollerato l’idea che uno di loro diventasse un nobile.

Perciò architettarono l’assassinio suo e dell’intera famiglia. Veleno di Seviper puro, versato sul loro cibo. Fu solo per caso che Rygo evitò la morte. Quella sera, rientrò tardi, e trovò la famiglia sterminata, uccisa dal veleno.

Disperato, si rivolse ai soldati, ma questi si limitarono a fargli le loro condoglianze. Non ci furono mai colpevoli. Non ci furono mai neanche sospettati, secondo loro.

Dopo un attentato alla sua vita, Rygo si diede alla macchia. Per caso finì per unirsi a dei pirati, e grazie alle sue abilità presto ne prese il comando. E così, cominciò a vagare come capitano lungo le rive del Draak, attaccando le navi dei nobili e sperando di riuscire un giorno a scoprire chi aveva colpito la sua famiglia.

 

Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 18

«Quanto tempo… Da quanto stiamo combattendo?» Chiese Rose, scagliando una Fangobomba contro un Florges, che crollò sul ponte della nave.

Marsh riuscì solo ad ansimare in risposta, senza fiato. Si guardò intorno. Era uno scenario da incubo. C’erano navi in fiamme, con Pokémon che cercavano di abbordare la nave più vicina o di arrampicarsi più in alto per sfuggire al fuoco, sperando di riuscire a sfuggire all’inferno sottostante. C’erano navi mezze affondate, di cui solo una parte sporgeva fuori dall’acqua, e da cui vari Pokémon si lanciavano cercando di raggiungere le navi vicine, o più spesso precipitando nel fiume. Il cielo coperto di nuvole e fumo ormai era nero, bloccando completamente i raggi del sole, che per altro ormai stava calando. Aggiungendoci anche il vapore creato dalle fiamme, lo scenario circostante rendeva impossibile vedere alcunché.

In quel disastro era impossibile dire chi stesse vincendo. Marsh riconobbe la bandiera di una delle navi di Lickylicky che bruciava, ma era difficile dire se fosse la principale o una alleata.

In quel momento, un Linoone gli allungò quattro Baccameline. Mud annuì in segno di ringraziamento e le diede un morso. Sentì il corpo rinforzarsi, libero di sostenere di nuovo lo stress che scagliare attacchi comportava. Notò che anche altri le stavano mangiando, approfittando della pausa nello scontro.

«Possiamo andare avanti ancora per molto?» Chiese intanto Rose, dando un morso a una Baccarancia dietro l’altra.

«Le nostre scorte non reggeranno ancora a lungo. Presto dovremo smettere di darle alla maggior parte della ciurma.»

«Dannazione… Notizie di Crult e degli altri?»

Crult e Simipour si erano allontanati insieme quasi un’ora prima, sulla nave della Pokémon Acqua, per attaccare una nave che rischiava di bloccarli a tenaglia. Da quel momento, si erano persi nel disastro.

«Niente. Abbiamo visto di sfuggita la bandiera di Furret passare una nave affondata, ma in mezzo a tutto questo fumo è quasi impossibile dire in che condizioni fossero.»

Rose annuì e scagliò una Fangobomba verso il cielo. L’esplosione viola di veleno si disperse nell’aria. I presenti rimasero in attesa, ma non ci furono risposte.

«Probabilmente non sono riusciti a vederci o non hanno riconosciuto il segnale.» Concluse la Pokémon. Sembrava sicura di sé, ma a Marsh pareva chiaro che in realtà non ne era convinta. In fondo, per quel che ne sapevano, potevano essere l’ultima nave ancora in grado di combattere.

In quel momento, una nuova nave emerse dal fumo, passando loro accanto. Per un momento, tutti trattennero il fiato. La nave era molto grande, con enormi vele rovinate, e circondata da lanterne che brillavano di luce viola.

Marsh rimase a fissarle, sorpreso. Le lanterne ondeggiavano avanti e indietro, avanti e indietro…

«Non guardate direttamente le luci!» Gridò una voce che a Marsh parve lontana, eppure sufficiente a riscuoterlo dal torpore. Realizzò in quel momento che era crollato a terra, imbambolato, e Rose lo stava scuotendo violentemente. Non si era reso conto di nulla.

“Cosa…”

«Dannazione, dannazione, dannazione… Chande Spettro di Fiume non era proprio il nemico che volevo affrontare adesso.» Sentì Roserade dire, mentre scagliava Fangobomba contro le lanterne, coprendo le fiamme.

 «C… Chi?» Chiese Marsh, rialzandosi a fatica.

«Il braccio destro di Goodra, un pirata famoso che possiede le Fiamme Viola. Sono un potere che hanno solo i più forti Chandelure, o i membri della Famiglia Reale. Per questo dice di essere un discendente dei Re. Sciocchezze, ma è pericoloso lo stesso.»

Marsh annuì. Da quel che aveva capito guardare il Fuoco Viola dava effetti ipnotici. Perciò…

Inspirò e cominciò a spegnere le lampade con un getto di Idropompa. Lui e Rose erano quasi a metà quando si sentì il primo tonfo. Ci misero un attimo a capire che uno dei membri della loro ciurma, un Machamp, si era gettato in acqua.

«Dannazione… Svegliatevi idioti!» Gridò Rose, mentre alti Pokémon cominciavano ad avvicinarsi al parapetto, per cercare di raggiungere le lampade.

In tutto ciò, la nave stava continuando ad avanzare. Ovviamente, pensò Marsh. A che serviva combattere, quando le tue fiamme bastavano a far affogare il nemico.

«D’accordo, cambio di piano.» Rispose Rose, continuando a scagliare Fangobomba verso le fiamme «Dobbiamo affondarli.»

Marsh annuì. Rose si rivolge alla ciurma «Tutti quelli ancora svegli, dividetevi in due gruppi. Uno cerchi di svegliare quelli che si stanno gettando in acqua. Gli altri, all’arrembaggio!» Gridò. I Pokémon ancora svegli erano ancora molti, notò il Marshtomp. Un parte cominciò a lanciarsi verso i compagni, scuotendoli e chiamandoli, mentre gli altri si lanciarono verso la parte dove Marsh e Rose avevano spento le fiamme, per arrampicarsi. I Pokémon Volanti come Pidgeotto, intanto, erano impegnati a combattere contro alcuni Pokémon Volante nemici, anche se Marsh non riusciva a distinguere quali. Poi seguendo Rose si aggrappò a una delle lampade e al parapetto nemico, atterrandoci sopra.

Il grande ponte della nave nemica era illuminato dalle fiamme viola, il che rendeva quasi impossibile guardarsi intorno a lungo senza finire ipnotizzati.

Poi ci fu un ruggito ed un Tyranitar caricò Marsh. Il Pokémon scagliò un’Idropompa, ma nonostante l’impatto il nemico non si fermò nemmeno, continuando ad avanzare un passo dopo l’altro. Quando fu su Marsh, colpì con una Frana, usando il proprio braccio coperto di pietra come una mazza. Marsh arretrò, e lanciò un nuovo Idropompa. Il Tyranitar lo caricò ancora, ignorando il dolore.

«Non si ferma!» Gridò, scorgendo con la coda nell’occhio che altri stavano cominciando a combattere contro la ciurma di Chande.

«Tutta la ciurma di Chande è fatta di Pokémon forti che lui ha ipnotizzato per essere ubbidienti.» Disse Rose, colpendo intanto con Energipalla il Tyranitar. Quello crollò a terra, finalmente. «Non si fermano finché non vengono sconfitti o muoiono. Una ciurma perfetta, se tutto quello che ti interessa sono schiavi ubbidienti.»

«Che esagerazione.» Disse una voce alle loro spalle. I due si girarono. Ed entrambi abbassarono gli occhi all’istante.

«Ah, sì, così i popolani dovrebbero porsi davanti a un re.» Commentò Chande, osservando i due, che tenevano la testa bassa per fissare solo il corpo e non la grande fiamma viola sopra di esso.

«Sarà dura.» Commentò Rose «Se alziamo lo sguardo è finita. Credi di farcela?»

Marsh deglutì, ma riuscì ad annuire.

«Allora andiamo.» Rispose Rose, scagliando un Fangobomba. Chande rispose con un Fuocobomba violaceo, che volò verso i due. Marsh rispose con Idropompa, spegnendo le fiamme un momento prima che colpissero Rose.

«Rose!» Esclamò. La pokémon sbatté le palpebre.

«Mi ha fregato al primo colpo…» mormorò quella «Maledette fiamme…»

Marsh deglutì. Come si combatteva contro un nemico che non si doveva guardare?

 

Crult sorrise. Ingoiò l’ultima Baccarancia e osservò la nave davanti a loro. La bandiera di Goodra sventolava alta sulla nave davanti a loro.

«Impatto!» Gridò, e le fiancate delle due navi cigolarono e si spezzarono l’una contro l’altra, diventando un tuttuno di legno e corde. Le due parti si fissarono. Simipour, accanto a Crult, strinse il pugno. Purugly, al centro delle forze nemiche, si fece avanti, come se non avesse notato quello che stava succedendo tutto intorno a loro.

«Mi hai rovinato la nave, Crult.» Commentò la Pokémon con voce calma.

«Sono venuto per la tua testa, non per la tua nave.» Rispose Crult.

La Pokémon si limitò a sorridere, e posò gli occhi su Simipour «Piacere di vederti, Simipour. Sei ancora una palla al piede?»

La Pokémon Acqua strinse i pugni, e Purugly sorrise ancora di più «Bene, bene, sono contenta di vederti ancora in forma. Sarà un piacere dimostrarti cosa succede a chi sfida la Regina del Draak.»

E così dicendo diede il segnale. Le due forze si lanciarono una contro l’altra.

 

Lickylicky sospirò, guardando una delle sue navi, ridotta a un cumulo di macerie fumanti che galleggiavano pigre sul Fiume.

«Questa alleanza mi sta costando parecchio.» Si limitò a commentare, guardandosi intorno. In qualche modo, si erano ritrovati fuori dallo scontro, e avevano una visuale completa del campo di battaglia. Lui e i suoi osservarono quel disastro, ammirati.

«Potrebbe essere la più grande battaglia che il Draak abbia mai visto, almeno tra pirati.» Commentò.

«Peccato che non siamo solo spettatori. E’ uno spettacolo che varrebbe un biglietto.» Replicò Part. Lickylicky ridacchiò

«Che vogliamo fare signore? Possiamo ancora ritirarci. Se navighiamo verso sud, possiamo raggiungere il nostro nascondiglio secondario a Gelia.» Chiese un membro della ciurma, un Herdier.

«No. Torniamo là dentro. Ma prima, Part. Vedi qualche bandiera importante?»

Part si arrampicò sull’albero maestro e guardò con attenzione, scrutando tra fumo, fiamme e nebbia.

«Sembra che le navi di Purugly e Simipour si stiano affrontando. Probabilmente Crult è lì.» Disse.

«Purugly la Regina del Draak? Ottima preda, ma se è come dici potrebbe esserci troppa fila. Altro?»

«Riconosco la bandiera di Rose e quella dello Spettro del Fiume.»

«La vedo dura per loro. Un nemico che non puoi guardare a lungo è una bella fregatura, specialmente se non si conosce la debolezza delle Fiamme Viola.» Commentò il Capitano, annuendo «Non ci voglio avere a che fare. Altro?»

Part si sforzò, fissando il disastro davanti a loro in cerca di qualche bandiera importante dei loro nemici. Poi annuì.

«Abbiamo un bersaglio.»

Quando sentì il nome, Lickylicky sorrise.

«Avanti tutta allora!» Esclamò, ed il timoniere cominciò la manovra per puntare verso la loro preda.

 

 

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LA BATTAGLIA DELL’ANSA DI GIRATINA – PARTE 2

 

Spoiler

 

Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 18

Marsh saltò di lato, schivando un Lanciafiamme di fiamme viola. In realtà, tutto ciò che riusciva a vedere del Lanciafiamme era il riflesso viola sul ponte della nave.

“Quanto ancora posso andare avanti prima che mi colpisca?” Si chiese Marsh, guardando la scottatura sul fianco, risultato del Fuocobomba che l’aveva quasi colpito.

“Siamo troppo in svantaggio. Se guardiamo le fiamme finiamo ipnotizzati, e se non lo facciamo è solo questione di tempo prima di…” Interruppe il pensiero e scagliò un’Idropompa davanti a sé, tenendo gli occhi chiusi. Sentì lo sfrigolio delle fiamme di un Fuocobomba che impattavano con l’acqua dell’Idropompa.

La sua unica fortuna, per il momento, era che il ponte bagnato rifletteva le fiamme mentre si muovevano verso di loro, dandogli qualche secondo per rispondere.

“Ma per quanto possiamo andare avanti?” Si chiese, fissando Rose di sottecchi. La Pokémon era nella sua stessa situazione, intenta a controllare il riflesso sul ponte e schivare gli attacchi.

“Andiamo, pensa Marsh!” Si disse “Deve esserci una soluzione! Non è concepibile che esista un potere del genere senza punti deboli! Vivremmo tutti sotto il dominio degli Chandelure a quest’ora se non fosse così!”

Ripensò a Lamp, ma non gli venne in mente nulla di importante che il Pokémon avesse detto a riguardo. Le fiamme dei Litwick e Lampent potevano assorbire energia a comando, ma non facevano cadere sotto ipnosi come quelle degli Chandelure.

“Come ha fatto a non dirmi nulla! No, in effetti non è un’abilità comune, non è colpa sua. D’accordo, riflettiamo.” Pensò, saltando di lato appena in tempo “Le fiamme normali sono più calde, ma non ipnotizzano. Questo è quello che mi ricordo. Il che spiega perché riesco a spegnerle facilmente con i miei attacchi.” Il suo cervello ormai andava a tutta velocità, facendogli ignorare i rumori intorno. L’unica cosa che teneva d’occhio erano le fiamme viola. Che in quel momento erano concentrate su Rose. “Se non sono così calde, vuol dire che forse…”

Era un’idea assurda, e pericolosa, ma se avesse avuto ragione, avrebbero potuto avere la meglio.

“Se ho torto, sono morto.” E così pensando si lanciò in avanti. Puntò lo sguardo sul riflesso viola sul pavimento, dove sapeva si trovava Chandelure, poi lo afferrò. Sentì la forma circolare e il grido dello Spettro.

“Prima che diventi intangibile…” Seguì la forma della sfera verso l’alto, trovò l’apertura, da cui sentiva uscire la fiamma principale del Pokémon.

Spalancò la bocca e lanciò un’Idropompa a tutta forza… ma la sentì scrosciare sul ponte, mentre non sentiva nulla. Aprì gli occhi e si trovò a guardare lo Chandelure, intento a tirare un sospiro di sollievo. Poi quello ruotò e lo scagliò via.

Rose si avvicinò «Che cosa volevi fare?!» Gli chiese.

«Se le sue fiamme sono a bassa temperatura, dovrei riuscire a spegnerle bagnandone la fonte, cioè l’interno del corpo. Ma non posso farlo se diventa intangibile.»

Rose fece per dire qualcosa, ma subito dopo si scansò trascinandolo via di peso, mentre un Lanciafiamme colpiva il punto dove si trovavano fino a un momento prima.

«Mettiamo tu abbia ragione. Quello che ti serve è un’apertura, giusto?»

Marsh annuì. Rose tirò un sospiro di sollievo «Te ne creerò una. Ma se non ce la fai, probabilmente perderemo.»

«Non penso ci sia scelta.» Commentò l’altro, sorridendo. Rose sorrise di rimando.

«Stai crescendo, vice-capitano.»

 

Chande sospirò. Perché doveva sprecare il proprio talento, e il proprio tempo, per affrontare questi sciocchi? Lui, che era di fatto degno del trono di Spettria, si trovava a combattere piratucoli da strapazzo per il controllo di uno stupido fiume.

“L’unico che rispetto di questa marmaglia è Goodra.” Pensò, lanciando un Fuocobomba verso la Roserade, che si stava avvicinando.

Il Marshtomp era dietro di lui. Se pensava di coglierlo alle spalle, doveva fare di meglio. Aveva avuto un’intuizione fortunata, ma Chande non era certo tanto stupido da lasciargliela usare.

Gli Spettri non usavano di solito la propria intangibilità in battaglia. Dato che era impossibile attaccare fintanto che essa era attiva, eccetto che tra Spettri, non era considerata nulla più che una tecnica di fuga, o per schivare un singolo colpo che si riusciva a prevedere con esattezza. Ma per chi aveva le Fiamme Viola, la situazione era diversa.

“Grazie al mio dono, posso fare pieno uso delle mie capacità di Spettro. Non sarà un Marsh ad eliminarmi.”

Sentì il Pokémon caricare a lunghi passi verso di lui. Si scanso di lato, ma lo sentì ancora correre verso di lui. Quando si sentì toccare, sorrise, e cominciò di nuovo a rendersi intangibile.

 

Marsh sapeva che da un momento all’altro il Pokémon si sarebbe reso intangibile, e lui con esso. Perciò fece l’unica cosa possibile.

Sapeva che c’era un modo per bloccarlo. L’aveva imparato allenandosi con Lamp.

Perciò cancellò l’Idropompa e usò Gelopugno sulle zampe aperte che trattenevano il Pokémon Spettro. Le fiamme palpitarono, ma stavolta il Pokémon non diventò intangibile.

“Le mosse non smettono di essere tangibili. Come l’acqua dell’Idropompa. E se uso una mossa fisica, allora anche i corpi con cui è in contatto non possono diventare intangibili, fintanto che la mossa ha effetto. Questo è il motivo per cui gli Spettri non possono usare questa loro capacità per schivare ogni singolo attacco.”

«Piccolo… Lasciami andare!» Gridò Chande «Vediamo se riesci a resistere.» E un’onda di calore divampò dal Pokémon. L’Ondacalda avvolse Marsh, ma il Pokémon non mollò.

«Lasciami!» Gridò lo Spettro, scagliando una seconda Ondacalda, l’aria che si scaldava sempre di più. Persino il ghiaccio del Gelopugno si stava ritirando, ma Marsh non mollò. Sentiva i polmoni riempirsi di aria calda, l’umidità che lo ricopriva asciugarsi, ma non mollò.

«Lasciami andare!» Tuonò Chande, usando ancora Ondacalda. Mentre la temperatura saliva, Marsh ripensò all’ultima volta in cui si era trovato in una presa. Solo che l’ultima volta, quello preso era lui.

“Strana la vita. Sono entrato nel Gruppo per caso, più perché volevo essere d’aiuto che per altro. Sono finito a combattere ad Aeria, ad Oscuria e ad Espia, e sono diventato un pirata. E tutto ciò in quanto, un mese e mezzo?”

Il pensiero era quasi assurdo. Un mese e mezzo prima, lui e Toto stavano…

“Già, cosa stavo facendo? Cosa facevo prima di tutto ciò? Sembrano passati anni.” Sentiva la sua pelle surriscaldarsi, ma in risposta intensifico l’energia delle zampe. Il ghiaccio riprese ad espandersi “Caldo… Quanto è passato da quando ho avuto così caldo? No, non è mai successo. Anche questo caldo è qualcosa che non conoscevo un mese e mezzo fa.”

«Lasciami!» Gridò lo Chandelure, ma la temperatura non salì. Marsh si trovò a sorridere.

“Toto, ho imparato un sacco di cose in questo tempo. E tu? Hai visto qualcosa di nuovo? Io ho conosciuto tanti Pokémon…” Sapeva in fondo alla mente che stava per mollare, e quando l’avesse fatto sarebbe svenuto e, probabilmente, morto. Quei pensieri su Toto erano solo l’ultimo tentativo di tenersi sveglio mentre il calore riprendeva ad aumentare.

“Devo resistere. Devo farlo per Pokémos. Per i miei compagni. Per Toto. Per Laghia. Per Rose.” E in quel momento sorrise.

«Lasciami andare!» Gridò ancora lo Chandelure.

«Sai, mi hai colpito un sacco di volte.» Riuscì a mormorare Marsh con voce roca «Ma ti sei dimenticato che non sono solo.»

E in quel momento una Velenpuntura colpì Chande. Mentre quello cercava di rivolgere la propria mente, Marsh si mosse quasi come una macchina. Liberò il Gelopugno, aprì la bocca e scagliò Idropompa. Ci fu un gorgoglio, poi la luce viola che aveva visto dietro le proprie palpebre fino a quel momento sparì.

Subito dopo sentì il grido dello Chandelure e l’impatto di diverse Velenpunture. Crollò all’indietro, esausto.

“Già, ho trovato tante cose per cui vale la pena vivere in questo viaggio. Ma una sola mi rende davvero felice.”

E tutto si fece nero.

 

Ansa di Giratina, nave di Purugly, 14/07/4783, circa le 18

Crult bloccò la Nottesferza incrociando quattro tentacoli, e rotolò all’indietro sul ponte. Poi, da quella posizione che a molti sarebbe parsa assurda, scagliò una Velenpuntura, usando uno dei tentacoli posteriori. Purugly però la parò con un una Lacerazione.

«Uno solo?» Chiese la Pokémon «Potrei offendermi.»

«Non me ne avete lasciati molti con cui lavorare.» Replicò il Pokémon, ruotando e lanciando due tentacoli carichi di Velenpuntura. La Pokémon ne schivò uno e parò l’altro con Lacerazione come prima.

“Non così pochi.” Pensò la Pokèmon “Sta andando al risparmio, usandone solo uno o due.” Purugly si guardò intorno. La Simipour e gli altri Pokémon stavano lentamente portando i suoi a un pareggio. La sua battaglia rischiava di protrarsi troppo a lungo. “Sono veramente inutili.” Pensò la Pokémon.

Purugly odiava combattere. Non che fosse poco abile, ma preferiva lasciare queste cose ai suoi seguaci. E per questa missione si era preparata bene, portandosi dietro anche Chandelure, il braccio destro di Goodra, e prendendone in prestito il territorio e le basi. Eppure alla fine quegli sciocchi non erano serviti a nulla.

“Ho poco da recriminare, la colpa è anche nostra. Avremmo dovuto far fuori Crult subito, invece di farne un esempio vivo.” Rifletté la Pokémon. Poi colpì, e uno dei tentacoli di Crult sparì nel fiume. Il Pokémon sembrò ignorare il colpo, ma Purugly sorrise.

“Non possono essere già ricresciuti tutti, e probabilmente qualcuno non spunterà più. Gliene restano venti, trenta al massimo.” Pensò, trionfante. Se era così, non doveva temere una pioggia di colpi come quella che avevano dovuto affrontare quando l’avevano catturato la prima volta.

Crult saltò, spingendosi con i tentacoli posteriori, e una Fangobomba scese dall’alto su Purugly, che però si scansò agilmente di lato.

La Pokémon si girò per tornare a guardare l’avversario, ma solo in tempo per vedere tre tentacoli, carichi di Velenpuntura, colpirla al petto. Arretrò, l’aria che usciva dai polmoni, ma il danno non sarebbe bastato a sconfiggerla.

 

Simipour balzò di lato. Il grosso dei nemici era impegnato a combattere con i suoi, perciò se fosse riuscita ad aprirsi un varco, andare in aiuto di Crult non sarebbe stato impossibile.

L’unica cosa da fare era sconfiggere l’Aggron davanti a lei.

Il Pokémon sorrise, lanciando un Ferrartigli e colpendo con il braccio destro. Simipour si scansò all’indietro, mentre il colpo avversario apriva un buco nel ponte.

«Arrenditi e ti risparmierò la vita.» Commentò la Pokémon.

L’altro scoppiò a ridere, poi ruotò, colpendo con Codacciaio. La spazzata arrivò quasi a Simipour, ma la Pokémon saltò giusto in tempo, per poi scagliare un’Idropompa. L’ondata d’acqua spinse indietro l’Aggron, ma non causò grossi danni.

Simipour si guardò intorno e sorrise, cominciando lentamente a muoversi verso destra. L’Aggron non la perse di vista. Quando la Pokémon si fermò, sorrise. Come aveva previsto, un secondo dopo la Pokémon preparò un attacco.

Il Pokémon si lanciò in avanti con Metaltestata… e capì di aver fatto un errore. Il Geloraggio non colpì lui, ma il terreno che aveva davanti. Già presa velocità, il pokémon si trovò a scivolare in avanti. Con un balzo Simipour si scansò di lato.

Fu solo a quel punto che l’Aggron si rese conto che la Pokémon non si era spostata per scegliere uno spazio migliore… ma per avere il parapetto alle spalle. Il pokémon lanciò un grido, ma la sua massa e la velocità a cui si stava muovendo fecero tutto da sole. Il parapetto si spezzò, schegge di legno che volavano ovunque, e l’Aggron precipitò nell’acqua sottostante.

Simipour tirò un sospiro di sollievo, poi si lanciò in avanti. Prima che Purugly la notasse, colpì con Idropompa il fianco della Pokémon, colpi subito seguiti da una pioggia di Velenpunture.

La Pokémon comprese che era la fine.

 

Nave dei Pirati del Re d’Oro, Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 18

Lickylicky saltò sulla nave, sorridendo. Davanti a lui, il ponte era ridotto a un disastro. Pokémon privi di conoscenza o peggio giacevano ovunque. Il parapetto era crepato in diversi punti, e l’albero si era inclinato.

Ma davanti a lui si stagliavano una decina di Pokémon, guidati da un Aggron completamente dorato.

«Gronag il Dorato.» Disse Lickylicky, sorridendo.

L’Aggron non rispose subito. Poi scoppiò a ridere «Lickylicky, quanto tempo.»

«Troppo. Da quando hai deciso di unirti alla Fratellanza.»

«Purugly meritava il mio rispetto.» Rispose il Pokémon.

«Ne sono certo.» Replicò il Lickylicky «Non sono qui per questo. Vedo che non hai cambiato la tua dieta.»

Di solito, gli Aggron non mangiavano altro che ferro o acciaio. Ma nutrendosi di metalli diversi, la loro armatura ne acquisiva lentamente le capacità. E Gronag il Dorato, come il nome lasciava intendere, mangiava oro.

«Non vedo il motivo. Ci sono dei vantaggi non da poco.»

Licklylicky ridacchiò. Tra i tanti usi dell’oro, mangiarlo non era mai stato in cima alla sua lista. Poi si rifece serio «Veniamo al sodo, che vuoi fare? Sei in svantaggio numerico, Crult sta probabilmente facendo fuori Purugly, e quando accadrà chi le rimarrà fedele finirà a mollo. Se vuoi salvarti, questa è la tua occasione.»

Aggron sorrise, poi si mise in posizione da combattimento.

«Uno contro uno. Fammi arrendere.» Disse quello.

«Non chiedevo di meglio.»

Lickylicky rotolò in avanti. Aggron spazzò il terreno con Codacciaio, ma il pokémon balzò, usando la lingua per spingersi oltre il colpo. Ma all’atterraggio trovò ad attenderlo un Ferrartigli: l’Aggron si era girato, velocissimo, e aveva colpito.

«Già, l’oro è leggero.» Pensò Lickylicky, arretrando. Poi si lanciò nuovamente alla carica. Stavolta, quando arrivò la coda, decise invece di deviare a destra. Continuò a girare intorno all’avversario, e si lanciò in avanti. Con soddisfazione sentì l’impatto contro l’armatura d’oro, spingendolo all’indietro. Aggron colpì con Ferrartigli, ignorando il colpo, ma Lickylicky stavolta lo schivò, anche se per un soffio.

Gli scambi successivi furono rapidi. Il rumore dell’impatto tra Lickylicky e l’oro si alternavano con i Ferrartigli che colpivano il corpo del Lickylicky. Il Pokémon sorrise.

«Forte come al solito, eh, Lickylicky?»

«Resistente come al solito, eh Gronag?» Replicò l’altro, sorridendo a propria volta, mentre gli rotolava addosso. Gronag rispose con un Ferrartigli… ma il braccio non rispose.

«Non hai notato la Leccata?» Chiese Lickylicky, colpendo con Facciata.

«Hai finto di rotolare e hai usato Leccata?» Chiese il Pokémon. Poi Lickylicky impattò, scagliandolo all’indietro. L’Aggron crollò sul ponte e il suo corpo non rispose, permettendo a Lickylicky di finire lo scontro.

«Va bene, hai vinto!» Esclamò il Pokémon.

Lickylicky sorrise e si alzò, allungando la zampa verso di lui «Alla buon’ora.»

 

Due ore dopo, il fumo sceso sull’Ansa cominciò a diradarsi. Mentre gli ultimi fuochi si spegnevano lentamente, quello che i presenti si trovarono davanti fu uno spettacolo mostruoso. Decine e decine di navi affondate ancora chiaramente visibili, di cui sporgeva solo un albero maestro o la prua. Alcuni navi stavano avanzando alla deriva, l’equipaggio completamente annientato.

Era stata una vittoria se si considerava che Crult e Simipour erano riusciti ad uccidere Purugly e Marsh e Rose avevano fatto fuori Chande, ma era una sconfitta se si considerava la quantità di navi perse. I superstiti nemici erano fuggiti, chiaramente perché avevano un piano preparato in anticipo per non essere catturati come Staraptor.

Zong era disperso, come la sua nave. Si sperava fosse finito alla deriva, e fosse incagliato da qualche parte lungo il Draak, ma nessuno era ottimista. Crobat, il secondo di Wamps, era ferito gravemente e non si sapeva se ce l’avrebbe fatta. E molti, molti altri erano stati divorati dal fiume.

Troppi, forse, per continuare quella guerra.

 

 

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