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[GameGate01] Pokémon Mystery Dungeon: Rangers of Legends


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Questa fan fiction è una mia personale interpretazione della serie Pokémon Mystery Dungeon, serie spin-off che sto adorando. Viene pubblicata in capitoli, però non c’è una periodicità regolare. Spero che vi piaccia.

Per i commenti scrivete nella discussione apposita.

Possibili Spoiler Sulla Serie PMD

PREMESSE

La storia si ambienta in una realtà alternativa a quella di Super, dove coesistono città e dungeon del quarto titolo con quelli dei capitoli precedenti. Sono accaduti tutti gli eventi, quindi la meteora è stata distrutta, la Paralisi del Pianeta sventata e Glacies e Materia Oscura sconfitti, tutto grazie all'intervento di quattro umani trasformati in Pokémon e dei loro leali amici. Dopo tutto ciò, Arceus, al fine di preparare il mondo ad un'altra ipotetica calamità, decise di riportare alla mente dei Pokémon qualcosa che fu cancellato in tempi antichi, che già tentò di ripristinare ma rinunciò dopo il furto degli Ingranaggi del Tempo. Sono le Frecce, particolari artefatti in cui è infuso il potere di alcuni Pokémon leggendari, chiamati così per la loro forma simile appunto ad una freccia. Sebbene si pensi che ce ne siano molte di più, sono solo otto le Frecce di cui è documentata l'esistenza:

  • Azurfreccia, creata da Ho-Oh, Lugia ed i loro trii di leggendari
  • Meteofreccia, plasmata da Groudon, Kyogre e Rayquaza
  • Unifreccia, infusa del potere di Arceus e dei suoi tre figli
  • Zerofreccia, creata da Kyurem, Reshiram e Zekrom
  • Genofreccia, contenente i poteri di Xerneas, Yveltal e Zygarde
  • Ultrafreccia, plasmata da UltraNecrozma
  • Dynafreccia, generata involontariamente da Zacian e Zamazenta a partire da una Desiostella di Eternatus
  • Infinifreccia, misteriosa Freccia di cui non si sa molto, a parte che viene creata fondendo le altre

Di queste, l'UniFreccia e la ZeroFreccia sono le uniche ad essere eterne e indistruttibili, mentre delle altre se ne possono plasmare altre copie a patto che l'esemplare precedente sia stato completamente distrutto.

Cinque anni dopo la sconfitta di Materia Oscura il GIP tentò di esplorare un continente disabitato situato a nord della Terra dell'Acqua dopo che alcuni bizzarri reperti sono stati ritrovati sul fondo marino. Questa regione, coperta quasi per metà da neve, fu chiamata Terra dell'Aurora proprio per le frequenti e affascinanti aurore boreali che si possono ammirare. Ora qui sorgono due centri urbani, Cristallia, nella parte nevosa, e Lapillia, in una zona montuosa nei pressi di un vulcano. A Lapillia si trova l'Accademia Ranger, dove giovani esploratori e soccorritori vengono formati, i quali spesso si spostano nelle altre regioni per dare supporto alle organizzazioni presenti. Cristallia è invece una città turistica, merito soprattutto del suggestivo panorama glaciale e dell'ottima cucina tradizionale.

 

 

Capitolo 1

La Voce Solenne e la Spaventosa Creatura

 

"Sei il benvenuto, come chiunque sia in grado di aiutare il nostro mondo! Ma vorrei sapere di più su di te!" così una voce solenne si rivolse ad un giovane umano. Lui non sapeva cosa dire, era spaventato ed allo stesso tempo sorpreso dall'entità che lo stava chiamando, e rispose brevemente ad alcune sue domande. La voce riprese: "Sembri una persona vivace, distaccata e forse un po' arrogante. Una persona come te è certamente un Treecko. Ora devo congedarmi, e tu devi prepararti per il viaggio che stai per affrontare. Addio, ma ci rivedremo!"

Queste parole continuavano a girare nella sua testa, ma in pochi attimi si ritrovò in una fitta foresta, proprio il naturale habitat dei Treecko. Si guardò intorno, finendo poi per specchiarsi in una pozzanghera e notare di essere davvero un Treecko. "Ma... cosa? Come ho fatto a finire qui? Ero a casa quando...", non riuscì nemmeno a finire di parlare che avvertì una scossa ed uscì dal terreno proprio davanti a lui un'enorme gelatina viola con un grande occhio rosso. "E questo cosa sarebbe?" si chiese atterrito mentre schivò un poderoso attacco del mostro. Cercò di rispondere al fuoco con Dragospiro, ma l'attacco non gli fece neanche un graffio. L'essere gelatinoso sferrò quindi un'altra mossa che andò immediatamente a segno, scaraventando Treecko contro un albero. A causa del dolore, non gli rimase altro che urlare e chiamare aiuto mentre la bizzarra creatura si avvicinava lentamente.

Nel frattempo a Lapillia uno studente dell'Accademia Ranger si apprestava a tornare all'istituto dopo aver fatto compere. Egli è Tusk, un Totodile noto per il suo carattere scontroso ma onesto e per la sua abilità nei soccorsi. Nel controllare il suo inventario si rese conto che la sua Intersfera aveva appena ricevuto un messaggio da alcuni droni che pattugliano nei dungeon per segnalare eventuali richieste d'aiuto, ed esso indicava che un Treecko era stato attaccato al terzo piano della Foresta Legnogeco. "Foresta Legnogeco? Chi si avventurerebbe mai in un dungeon così pericoloso? Tanto vale far iniziare un novellino dalla Foresta Purezza!" disse con frustrazione appena lo lesse, conscio della pericolosità del dungeon dove risiedeva uno Sceptile sovrano ed i suoi sudditi, ma decise comunque di andare dato che era il terzo piano su 99. Stranamente all'interno era completamente vuoto, privo di qualsiasi anima viva. "Cos'è successo qui dentro? Non c'è proprio nessuno!" pensò accorgendosi di non sentire altro che il suono dei suoi passi. Non si rese conto nemmeno di aver raggiunto il terzo piano per quanto tranquilla era la situazione, e lì vide il Treecko minacciato dallo stranissimo essere. Tusk si preparò ad attaccare con Acquagetto appena la gelatina lo notò, ma invece di combattere scappò sciogliendosi e rientrando nel terreno. A quel punto il Totodile Ranger usò la sua Intersfera per uscire dalla foresta e portare il Pokémon Legnogeco ormai svenuto all'infermeria dell'accademia.

“Complimenti per l’ottimo lavoro! Da quando sei qui ci hai dato molte soddisfazioni!” Sentire queste parole da Joy, insegnante e infermiera dell’istituto, fecero sentire meglio Tusk, ma non ebbe il tempo di gioirne per la preoccupazione per il Pokémon. Salutò l’infermiera Blissey per poi uscire.

“Guarda un po’ chi si rivede, l’indiscusso genio solitario!” il Totodile non fu di certo sorpreso dal sentire la voce di Flare, un Charmander che si era appena diplomato. “Vedo che hai preso un Magikarp bello grosso!”

“Ed il Neo-Ranger della situazione non si smentisce mai! Dove vai, prepari i bagagli per partire?”

“Certo, per domani dovrò essere a Borgo Quieto. Mi hanno preso per investigare in un nuovo team del Commissario Magnezone. Se tutto andrà bene mi raccomanderà per la Gilda a Borgo Tesoro.”

“Wow! Piuttosto…” ripensando ad un recente test andato male “...hai passato la verifica sull’Ipercarica Evolutiva?”

“Tusk, non disperarti per questa: non l’ha passata nessuno! A quanto pare ci stanno insegnando una teoria infondata! ”

Per circa mezz’ora i due continuarono a chiacchierare sul loro andamento scolastico, finché Flare non dovette congedarsi per terminare i preparativi.

Intanto, “Scale, apri gli occhi! Tocca a te adesso!” la voce solenne che aveva chiamato il ragazzo si fece sentire nuovamente.

“Ahh!” Scale si svegliò di colpo “Era… un… sogno? Quello slime dall’occhio rosso, non era vero?”

“E’ tutto vero, ma ora stai bene e fuori pericolo!” intervenne l’infermiera Joy “Tutto merito di Tusk! Tu piuttosto chi sei? Nessuno ti ha mai visto qui!”

“Ma cosa?… Ora riesco a capire… il linguaggio dei Pokémon?” pensò Scale. Nonostante fosse ora un Treecko, era ancora convinto di essere un umano. “Non so cosa dire, è tutto così strano, però potete chiamarmi Scale, e sono un essere umano”.

 

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Capitolo 2

L'Umano

“Potete chiamarmi Scale, e sono un essere umano!”

“Ahahaha, si vede che hai preso davvero una bella botta! Sei un Treecko normalissimo!” rispose l’infermiera divertita. La situazione sembrava così assurda che lo stesso Scale immaginò che stesse ancora sognando. Eppure, nel tentativo di alzarsi, senti un forte dolore alla schiena, cosa che confermò che fosse tutto reale.

Per un attimo calò il silenzio nella candida e accogliente infermeria, interrotto quasi subito da qualcuno che iniziò a bussare alla porta.

“E’ permesso?” la porta si aprì ed un imponente ma elegante Noctowl entrò nella stanza. Con un’aria altezzosa si rivolse a Scale “Giovane, ho già saputo molto, però vorrei sapere con chi ho l’onore di parlare?”

“Potete chiamarmi Scale, ...signore!” il Pokémon Legnogeco appariva un po’ spaventato dal trovarsi davanti un Noctowl con indosso una cravatta.

“Molto piacere, Scale! Io sono il Preside Claw, a capo dell’Accademia Ranger di Lapillia. Sono giunto qui per domandarti cos’è accaduto nella foresta dove sei stato ritrovato, potrebbe aiutarci per alcune indagini!”

“Allora… mi sono ritrovato lì, non ricordo come, però sono stato assalito da… una gelatina…”

“Una gelatina? Per caso aveva un nucleo rosso posizionato come un occhio?”

“Sì, proprio così!”

“Oh no!” il preside iniziò a preoccuparsi “Quelle creature appaiono nei dungeon senza alcun criterio ed attaccano chiunque ritengano un nemico. Sono molto forti e capaci di cambiare tipo in base alla mossa che stanno per ricevere. Più tardi dovrò fare rapporto. Piuttosto Scale, cosa intendi fare? Da quel che ho capito sei apparso dal nulla…”

“Ci sono degli studenti intenzionati a formare un team, e per questo attendono che qualcuno si unisca a loro dato che servono due membri, ti può interessare? Basta iscriversi all’Accademia ed il gioco è fatto!” intervenne l’infermiera Joy anticipando il preside Claw.

“Non vedo perché no, ma con chi?” chiese Scale, rendendosi ovviamente conto di non conoscere nessuno.

“Ora ti faremo sapere!” disse il Noctowl uscendo dalla stanza. Tornò qualche minuto dopo con un foglio che diede subito al Treecko. Lui lo guardò per qualche minuto, leggendo ogni dettaglio dei Pokémon studenti riportati, e si soffermò in particolare su Tusk.

“Signorina… questo Totodile, Tusk, l’avete nominato poco fa, come mai?” rivolgendosi alla Blissey

“Perché è lui ad averti salvato. Sarebbe un bel segno di gratitudine unirsi a lui!”

“Oltretutto è uno degli studenti migliori, il suo aiuto ad ambientarti ti farebbe sentire a tuo agio. E’ un ragazzo un po’ scontroso e solitario ma con cui è facile andare d’accordo!” concluse il preside.

“Va bene, vada per Tusk!” Scale sentiva di non avere altra scelta, anche perché è andato tutto così velocemente da aver avuto non troppo tempo per ragionare.

“Ottimo!” disse il Noctowl preside prima di congedarsi con l’infermiera “Vado a comunicarglielo e ad ufficializzare la tua iscrizione. Tu intanto resta qui finché non ti sentirai meglio. Le camere dell’accademia sono doppie e quella in cui risiede Tusk si trova nel corridoio a destra appena uscito da qui, c’è il suo nome sulla porta.”

Usciti dalla stanza, entrambi andarono verso il cortile, dove tutti gli studenti passavano il tempo libero. Un ambiente vasto, pieno di attrezzature per ogni svago, da gioco a esercizio fisico, ma Tusk, come al solito, era seduto lontano dagli altri e perso nei suoi pensieri. Si accorse subito della loro presenza.

“Signor Preside, signora professoressa, buonasera!”

“Buonasera Tusk, te la passi bene anche oggi?” esordì il preside Claw “C’è una buona notizia per te: quel Treecko che hai salvato, che dice di chiamarsi Scale, ha deciso di iscriversi ed ha accettato di formare con te un team!”

“Mi sento lusingato!”

“Ottimo! A breve dovrebbe riprendersi, possibilmente cerca di farlo ambientare qui, è palese che si senta spaesato…”

“E dice anche cose strane” aggiunse Joy “tipo di essere un umano!”

“Va bene... vado ad incontrarlo. Buona giornata!” Tusk se ne andò immediatamente, ed era chiaramente nervoso per ciò che aveva ascoltato “Quel Treecko… sarebbe… un essere umano? Non posso crederci, non ha proprio senso!”. Sapeva che altri umani avevano assunto sembianze di Pokémon in passato, ma dal suo punto di vista era qualcosa di assolutamente straordinario. Cercando di tornare calmo si avvicinò alla camera che avrebbe condiviso con Scale e attese l’arrivo di quest’ultimo. Il Pokémon Legnogeco non ci mise molto ad arrivare, anche se il corridoio completamente bianco gli aveva fatto perdere facilmente l’orientamento, ma la vista del Pokémon Mascellone gli fece subito capire di essere nel posto giusto.

“Salve… Sei Tusk, giusto?” esordì timidamente

“Sono io, tu invece devi essere Scale, dico bene? Ho saputo tutto dal preside e dalla professoressa. Come ti senti?”

“Tutto ok… non avrei immaginato che il mio soprannome da umano potesse calzarmi così a pennello” disse Scale ridendo per cercare di sdrammatizzare

“Il tuo soprannome? Perché ti chiamavano così?”

“Perché ero solito indossare una felpa con un motivo a squame!”

“Ah… interessante!” rispose il Totodile un po’ rabbrividendo “Comunque, vorrei farti fare un giro nell’accademia, però il tempo non è molto. Tra poco si cena!”

“Non importa, prima si inizia meglio è! E’ così strano essermi ritrovato qui e vorrei capirci di più!” concluse il Treecko, sempre con un tono piuttosto timido.

I due iniziarono a girare per la scuola, visitando il cortile esterno e l’immensa aula delle lezioni, tanto grande da sembrare vuota. Sentendo la campanella suonare dovettero andare nella mensa, grande quanto l’aula ma chiaramente più affollata. L’atmosfera chiassosa e allegra e la possibilità di conoscere qualche Pokémon in più fecero sentire meglio Scale, sebbene il senso di spaesamento non se ne andava comunque.

Finito di cenare, Scale e Tusk si incamminarono verso la loro stanza. Passarono così davanti ad un cartello affisso che parlava di un Ranger scomparso, un Axew chiamato Ivory, e il Totodile ne sembrò piuttosto rattristito. Tuttavia, si riprese subito per non far preoccupare il suo nuovo amico.

“Come ti pare tutto questo?” chiese Tusk curiosamente

“Mi piace. Questa è l’esperienza più bizzarra della mia vita, però non avrei visto tutto ciò altrimenti!”

“Lo vedi con ottimismo quindi?”

“Si. Non mi sarei mai aspettato che una voce mi chiamasse mentre ero in casa, però questo posto non è mal… ahia!” Di colpo lui fu urtato da un Pokémon che passava. Era chiaramente stato fatto di proposito. “Ehi, ma come ti permetti?” Quel Pokémon era Ardor, un Monferno sempre accompagnato dai suoi improbabili tirapiedi, i due Sneasel gemelli Chill e Frost. Lui sembrò non curarsi del Treecko, ma appena vide Tusk iniziò a schernirlo “Guardate chi si vede, il solito solitario! A quanto pare si è trovato un altrettanto patetico compagno!” il tutto condito da continue risate sardoniche del trio di bulletti. Tusk senza dire niente si girò, ma Scale riusciva ancora a vederlo in volto ed gli era chiaro che l’amico stesse reprimendo l’emozione, non capendo però se fosse rabbia o tristezza. Sta di fatto che ciò lo fece infuriare

“Ehi! Questo non lo tolleravo da umano così come non lo tollererò adesso!” gridò al trio, per poi avvicinarsi a loro con aria minacciosa “Con chi credete di avere a che fare!?”

Ardor e Scale erano pronti a colpirsi a vicenda, ma gli altri Pokémon si accorsero dell’arrivo del preside e li fermarono subito. A quel punto il trio di Ardor dovette andarsene, lanciando al Treecko uno sguardo di sfida, mentre i due amici entrarono nella loro stanza piccola e accogliente.

“Mi sembravi un tipo più calmo, ma il tuo intervento è stato più che gradito!” disse il Totodile divertito

“Da umano ho subito simili esperienze, e da quel momento ho smesso di tollerarlo!”

“OK! A proposito, hai detto di essere stato richiamato dal mondo degli umani da una voce, giusto?”

“Esatto!” rispose facendo nuovamente rabbrividire Tusk

“Senti, ho una cosa da dirti, una cosa che non ho mai detto a nessuno e che forse solo tu puoi capire…”

“Tusk, ci siamo appena conosciuti, già vuoi confidarti?”

“Lo so che è strano, ma sembra tutto quadrare… devo prima rifarti la domanda...” il Pokémon Mascellone fece un profondo respiro prima di riprendere a parlare “Tu non sei di questo mondo, giusto?”

“Si… per favore, non sopporto ripetermi…” rispose annoiato

“Quindi sei un umano…”

“Si…”

“Anche tu?”

“Si… UN ATTIMO!” Scale rimase sbalordito da quelle parole “Anche… Tu… che significa?”

“Significa che ci sono passato prima di te!”

 

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Capitolo 3

Le Origini

“NON… Non è possibile! Sei un umano anche tu!?” Scale era assolutamente incredulo, tra tutte le bizzarrie che gli erano successe questa era certamente la più assurda e inaspettata

“E’ così! Sono due anni che sono fuggito dal mondo umano e venuto in questo! Ora ti spiego come sono andate le cose…” Tusk iniziò a parlare con un tono malinconico

 

2 anni prima

 

“Basta, non ce la faccio più con voi!” urlò un ragazzo mentre usciva di casa furiosamente “State solo pensando ai vostri concetti retrogradi di moralità e apatia senza aprire gli occhi alla realtà!” fece sbattere la porta per poi allontanarsi rapidamente, ma il padre la riaprì di colpo.

“Cosa intendi fare ora? Hai già compiuto troppe immoralità!”

“Si, esattamente come quelle che voi avete fatto a me! ADDIO!” gli rispose iniziando a scappare

“Fa come vuoi, ma al tuo ritorno non sarai il benvenuto!”

Il ragazzo non si curò minimamente delle ultime parole del padre. Fino a quel momento aveva sopportato pazientemente il ferreo codice morale della sua famiglia, che prevedeva la totale repressione di ogni piacere e divertimento, considerati impuri. Con l’età adolescenziale però stava diventando frustrante e iniziò ad odiare il dover essere apatico e non mostrare nessuna emozione per timore di compiere un’immoralità. Disprezzò notevolmente i suoi genitori, che lo tenevano d’occhio come dei falchi e lo privavano di qualsivoglia libertà. Con gli occhi che non smettevano di piangere per la crudeltà del “padre”, che non si era preoccupato nemmeno di impedirgli di scappare, continuò a correre finché non successe qualcosa di molto strano: il paesaggio iniziò pian piano a sparire lasciando il posto ad uno spazio iridescente.

“Ragazzo, cos’è successo? Perché sei così turbato?” una voce solenne interruppe il silenzio “Aspetta, lo leggerò nei tuoi ricordi… sembra che fino ad ora la tua vita non sia andata per il verso giusto”

“Esatto, ho sopportato ogni singola angoscia, ma adesso è veramente troppo!” ancora aveva gli occhi lacrimosi, ma sembrava che l’entità misteriosa l’avesse calmato.

“Mi dispiace! Non so quanto scappare dalla realtà possa essere utile, ma coglieresti l’occasione entrare in un altro mondo?”

“Cosa?”

“Io collego il mondo umano con il mondo Pokémon, e sono alla ricerca di persone capaci di contribuire alla sua salvezza. In passato altri umani, delusi dalla loro vita, hanno assunto sembianze di Pokémon per lasciare il loro mondo. Non so quanto ti possa interessare, ma se dovessi rifiutarti…”

“Accetto! Non ho nulla da perdere in questa vita!”

“Va bene, allora parlami un po’ di te!” la voce iniziò a porgere domande alle quali l’umano rispose con molta tranquillità “Sembri una persona allegra e innocente. Una persona come te è certamente un Totodile. Ora devo congedarmi, e tu devi prepararti per il viaggio che stai per affrontare. Addio, ma ci rivedremo!"

 

Presente

 

“Fui ritrovato nel Fiume Mascellone, un dungeon di 99 piani in cui risiede un clan con a capo il Feraligatr Crest. Fui accolto nonostante fossi un umano e rimasi in quel clan per circa un anno. Mi feci chiamare Tusk in riferimento al potere di un personaggio di un fumetto…”

“Aspetta, perché te ne sei andato?”

“Guarda qui!” Tusk tirò fuori un pezzo di carta “Trovai questo foglio quando fummo attaccati da un’Ombra dell’Oblio, così vengono chiamate quelle creature gelatinose. Ero io il suo bersaglio, ma riuscimmo a metterla fuori combattimento!”

“C’è scritto… Attendilo… ma è in alfabeto umano!” rispose sbalordito

“Per timore che ne arrivassero altre mi allontanai, ma mi dissero che avrebbero aspettato il mio ritorno, in fondo Crest ha un cuore d’oro!” il Totodile guardò nuovamente il foglio “Credo che questo messaggio si riferisca al tuo arrivo!”

“Ne dubito, fino ad ora non sapevo proprio nulla di tutto ciò… Comunque ti capisco: nel mondo degli umani scrivevo storie, ma dopo un po’ tutti hanno smesso di apprezzare i miei lavori. Ero rimasto per giorni chiuso in casa per dimostrare il mio talento, ma nulla!” mentre Scale diceva questo, delle lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi “E poi è successo: erano le due di notte e non avevo ancora finito. In preda alla frustrazione scrissi su un foglio che volevo andarmene da questa realtà, e lì apparvero risposte, finché la voce non mi richiamò. Ero convinto di essere tra le braccia di Morfeo, per questo quando mi sono svegliato in questo mondo ero molto stranito. Ora mi sento meglio, ma solo perché l’entità mi ha chiamato e mi ha chiarito tutto mentre ero da solo in infermeria!”

“Ma allora prima…”

“Era finto. L’ho fatto perché credevo di avere davanti un normalissimo Totodile, ma dato che mi hai detto tutto mi sono sentito in dovere di confessare!”

Era ancora presto per dormire, e i due sembravano non voler smettere di chiacchierare: si sentivano entrambi come due particelle vaganti in uno spazio immenso, consapevoli di non farne parte.

“Sai una cosa, Scale? Sono drasticamente cambiato da quando sono qui, in senso buono. Sono sempre solitario, ma non asociale, e ormai reprimo le emozioni solo negli episodi del trio di Ardor per non dargli soddisfazione. Vorrei però far vedere cosa sono diventato ai miei familiari e dimostrare chi aveva torto, ma sembra impossibile!”

“Bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, e ripeto, se fossi rimasto nel mio mondo non avrei mai visto nulla del genere!”

“Hai ragione!” Tusk riprese a sorridere “E un giorno di questi dovrò portarti a Cristallia, una città innevata semplicemente magnifica!”

“Questa forse è davvero per entrambi una seconda occasione per trovare uno scopo, e io non sono intenzionato a farmela sfuggire! Tu piuttosto hai molta esperienza come Ranger, mi dovresti insegnare qualcosa!” disse Scale ridendo

“Lo farò! Diventare un Ranger è stato grandioso, mi ha fatto sentire utile. E’ un mestiere molto soddisfacente! Teniamo duro e andiamo avanti!”

Sentendosi molto meglio, i due si strinsero la mano (o zampa). Ora c’era solo un dettaglio da chiarire

“Ora che siamo un team, come vogliamo chiamarlo?” chiese Tusk “Non ci ho mai pensato!”

“Un’idea ce l’avrei: Team Dragon! Mi è venuto in mente dato che siamo entrambi diventati dei Pokémon simili a rettili, io un geco e tu un coccodrillo, ed anche vedendo il significato dei nostri soprannomi, Scaglia e Zanna!”

“Mi piace! Quindi siamo rinati come due possenti draghi! Ahahahahaha!

Ormai era tardi e andarono tutti e due a dormire, pronti per iniziare una nuova vita.

Nel frattempo il Preside Claw stava terminando le varie questioni scolastiche, inclusa l’iscrizione di Scale. Appena finito, prese la sua Intersfera per contattare un certo Light a cui fare rapporto.

“Pronto? Qui è Light!”

“Buonasera Light, sono il preside Claw dell’Accademia Ranger…”

“Il buon vecchio Claw! Come ve la passate?” i due assunsero un tono più confidenziale

“Va tutto bene! C’è un anche nuovo iscritto, un Treecko di nome Scale! A quanto pare è un umano…”

“Un altro?”

“Si. Purtroppo è stato attaccato da un’Ombra dell’Oblio, e non abbiamo molte informazioni… Appena è stato soccorso da Tusk quella gelatina è scappata!”

“Per i fulmini di Zapdos, le loro apparizioni sono sempre più frequenti!” Light divenne sempre più preoccupato “Stando all’ipotesi di Wave, queste creature derivano dalle Ombre del Nulla. Lei è stata a contatto con entrambe ma non è riuscita a studiarle purtroppo. C’è altro?”

“No, a parte che Tusk ha creato un team con questo Treecko!”

“Ottimo, almeno una buona notizia! Come sai, tra poco ci saranno le gare di Villaristoro, cerca di farli partecipare che volevo unire una quinta squadra alle quattro principali!”

“Lo terrò a mente, con questo ti saluto!”

“Saluti, Claw!” chiusa la chiamata, Light si alzò e si incamminò chiamando Wave “Ehi Wave, il team è già tornat… Ah!” di colpo cadde dalle scale

“No, non ancora…” disse Wave prima di vederlo a terra “Oh Santo Cielo, stai bene, Light?”

“Si, sto bene!” rispose frustrato “Credevo di aver risolto il problema del mio pessimo senso dell’orientamento!”

 

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Capitolo 4

La Rinascita

“Quindi vi siete incontrati e uniti. Sono lieto per voi!” la voce divina che chiamò i due umani si fece sentire nei loro sogni “Vi auguro di rinascere in ciò che desideravate essere! E preparatevi, perché è solo l’inizio!”. Le criptiche parole che pronunciò non riuscirono a svegliare né Scale né Tusk, ed i due continuarono a dormire profondamente come degli Snorlax in letargo.

Il mattino non tardò ad arrivare ed i due Pokémon si svegliarono più pimpanti che mai, in fondo si sentivano rinati. La primissima cosa da fare era ufficializzare il loro team prima dell’inizio della lezione, per questo si diressero immediatamente all’ufficio del preside.

“Si può?” chiese Tusk bussando alla porta.

“Venite!” l’inconfondibile voce altezzosa del Pokémon Gufo si sentì subito “Ah, siete voi! Avete già deciso tutto?”

“Sì, signor preside! Da adesso saremo il Team Dragon!” rispose Scale con un tono calmo, ormai il Noctowl non lo spaventava più.

“Ottimo! Ripongo in voi buone speranze… A proposito, tra circa un mese ci saranno le gare di Villaristoro per decretare una quinta squadra che si unirà alle quattro principali, quindi cercate di dare il meglio di voi!”

“Gare di Villaristoro? Quattro squadre principali? Non capisco nulla!” come da copione, per Scale era impossibile afferrare il discorso.

“Sono competizioni che si svolgono ogni anno nell’omonima città della Terra della Nebbia, e consistono nell’attraversare da soli un dungeon con caratteristiche cangianti piano dopo piano. Il primo team che riesce a riunirsi all’uscita viene proclamato vincitore. Light, un Ampharos a capo del Gruppo Investigativo Pokémon, ha deciso di arruolare cinque team per tenere sotto controllo la situazione nei vari continenti. Proprio per questo, egli sarà presente per valutare la squadra più promettente, indipendentemente dall’esito della gara!” il preside sembrava avere la testa un po’ fra le nuvole quando parlava molto. Si risolse poi a Tusk “Light sa molto di te e della tua esperienza, quindi non farti sfuggire questa possibilità! Inoltre chi viene arruolato ottiene istantaneamente il diploma dell’accademia!”

“Grazie per le informazioni, signor preside!” Tusk apparve certamente entusiasta, e Scale, nonostante la difficoltà nel capire, non era certo da meno. I due salutarono il Noctowl ed uscirono.

“Quel Treecko è davvero fortunato: è il partner di Tusk ed ha un’occasione molto grande! Mi riporta indietro negli anni!” pensò Claw con un’aria nostalgica.

“Non riesco a crederci! Finalmente posso partecipare a quelle gare!” appena uscito dalla stanza, l’entusiasmo di Tusk esplose letteralmente.

“Vedo che ci è capitato un altro colpo di fortuna! E poi, potrei diplomarmi subito, da appena arrivato!” Scale era piuttosto stranito, ma in senso buono “E’ tutto così surreale, ma fantastico!”

Il Team Dragon si incamminò verso la mensa per fare colazione, ma Tusk fu urtato da un Pokémon che aveva chiaramente molta fretta.

“Scusatemi! Devo parlare col preside degli inaccettabili comportamenti di Ardor! Ci si vede!” fu molto veloce sia nel parlare che nell’andarsene, ma il Pokémon Mascellone lo riconobbe.

“Ma quello… è Frost?!”

“Intendi uno dei leccapiedi di Ardor?” anche per il Treecko era bizzarro “Perché mai dovrebbe denunciarlo al preside?”

I due amici non ci pensarono molto e andarono in mensa. Per colazione presero entrambi una macedonia di bacche. La loro aria contenta per la notizia certamente non passò inosservata, e praticamente tutti volevano sapere il perché. La novità rallegrò notevolmente gli animi degli studenti ed iniziarono a guardare in neonato team con ammirazione.

Finito di mangiare, arrivò l’ora della lezione. Piena zeppa di studenti, l’aula assunse un’atmosfera meno deprimente, però un dettaglio apparve strano a molti: l’assenza di Ardor e Chill. Sia Scale che Tusk si voltarono verso Frost, seduto ad un banco dietro di loro, il quale rispose con un cenno facendo capire tutto.

“Buongiorno a tutti!” il preside Claw entrò improvvisamente nella stanza “Purtroppo oggi né la professoressa Joy, la quale non potrà lasciare l’infermeria, né la professoressa Wave, che non ha ancora fatto ritorno, saranno presenti. Perciò adempierò io al ruolo di insegnante!”

Nessun apprendista Ranger sembrava contento. Tusk non sapeva nulla non avendo mai avuto il Noctowl come professore.

“Come già sapete, nessuno è riuscito a superare il test sull’Ipercarica Evolutiva, in effetti ancora teorica. Perciò approfondiremo l’argomento. L’evoluzione…” iniziò così un’altra delle noiosissime lezioni di Claw. Talmente assorto nella sua spiegazione, più simile ad un monologo, da non rendersi conto che tutti i presenti si erano addormentati. Per fortuna un alunno si svegliò prima del suono della campanella, unica cosa capace di interrompere il Pokémon Gufo, e destò tutti.

“Tusk, giuro, in 29 anni di vita da umano non mi era mai successo di addormentarmi durante una lezione!” Scale non riusciva davvero a crederci, ed il pranzo sembrava proprio il momento giusto per ragionarci “Quel preside è letteralmente l’insegnante più noioso con cui abbia mai avuto a che fare!”

“Dicono che sia stato allievo di Metronome, un Chatot di Borgo Tesoro, ma non so proprio come collegarli!” gli rispose divertito il Totodile tra un boccone e l’altro.

Finito il pasto, si recarono nella loro stanza per organizzarsi.

“Il pomeriggio è completamente libero, lo si può passare dandosi alla pazza gioia o lavorando come Ranger. Direi però che abbiamo una reputazione da guadagnarci e da difendere!”

“Sono pienamente d’accordo, Tusk!”

“Le missioni di soccorso si ricevono tramite questa!” Tusk tirò fuori l’Intersfera “E’ un’Intersfera, riceve gradualmente messaggi da dei droni che pattugliano nei vari dungeon, e noi scegliamo quale missione fare. Solitamente bisogna soccorre Pokémon feriti, recuperare strumenti o scortare qualcuno. Finita la missione, c’è anche una ricompensa!”

“Ottimo! Da cosa cominciamo?” Scale stava per scoppiare dall’entusiasmo.

“Sai una cosa? Scegli tu!” Tusk passò al partner l’Intersfera, che guardò per qualche secondo.

“Sono tutte in dungeon diversi, quindi ne scelgo solo una… Questa mi pare preoccupante: Un Sandshrew Ghiaccio ferito al terzo piano del Vulcano Fuocotopo!”

“Si troverà malissimo lì, meglio andare!” accettarono subito la richiesta e uscirono di colpo diretti al dungeon.

“Fa un caldo infernale!” disse ovviamente Scale: l’aria caldissima del vulcano non faceva bene ad un Pokémon di tipo erba come lui “Ma non mi fermerò per questo! Andiamo!”

Tusk annuì “Dobbiamo cercare le scale per avanzare!”

Il dungeon era un passaggio all’interno di un vulcano dove il magma scorreva a gran velocità, e ovviamente pullulava di Pokémon di tipo fuoco. Non ci volle molto prima che qualcuno si accorse della loro presenza: un Magby si lanciò verso il Team Dragon. Istintivamente si spostarono per schivarlo e contrattaccare, ma il Pokémon Carbonvivo, prima di venir messo al tappeto dall’Acquagetto di Tusk, riuscì a lanciare un Pulifumo che investì Scale, il quale crollò a terra.

“Sei tutto intero?” chiese Tusk con aria preoccupata.

“Si…”

“Allora mangia questa!” tirò fuori dal suo zaino un frutto blu “E’ una Baccarancia, ti farà recuperare le forze!”

“Grazie mille!” si sentì subito meglio dopo averla mangiata, ma nel mettersela in bocca notò qualcosa sul terreno “Ehi, queste sembrano… monete?! Chi le butterebbe mai in un vulcano?”

“Ogni tanto se ne trovano nei dungeon, è una fortuna! E che fortuna, ecco lì le scale!”

Saliti i gradini, si trovarono in una stanza minuscola collegata ad un’altra da un lungo e claustrofobico corridoio. Ovviamente nell’altra stanza c’era un Geodude pronto ad assalirli con Rotolamento, ma Scale intuì come fare. Lo contrastò con Codacciaio per poi metterlo KO usando Assorbimento. “Ora ho capito tutto!”. Anche in questo caso non ci misero molto a scovare le scale, trovando nel frattempo qualche interessante strumento.

Il terzo piano non sembrava troppo ostico, ma Scale non poteva più sopportare il vulcano.“Ehi Tusk, non so come te la stia passando, ma io non ce la faccio più! Mi sento i piedi bruciare e riesco a camminare a malapena!”

“All’incirca anch’io, ma di meno, sono un tipo acqua in fondo. Vieni, ti do una mano a muoverti!”

Appena attraversato un corridoio videro qualcosa di bianco steso a terra, era il Sandshrew. “Stai bene?” Scale tirò fuori l’Intersfera per portarlo al sicuro, ma appena fatto ciò si sentì una fortissima scossa sismica. “Si salvi chi può!” urlò un Pokémon non meglio identificato, cosa che convinse pienamente il Team Dragon ad uscire dal dungeon.

Di ritorno all’accademia, i due, ormai stanchissimi, andarono subito a cenare e a riposarsi, ma le loro gesta girarono tra i Pokémon immediatamente: il Vulcano Fuocotopo è noto per essere uno dei dungeon più ostici della Terra dell’Aurora. Il giorno dopo, un Pelipper postino consegnò a loro un pacchetto contenente la ricompensa per la missione, ossia un Revitalseme e un po’ di denaro.

Da quel giorno, la vita dei due ragazzi si fece un po’ monotona, ma molto appagante: finalmente sentirono l’apprezzamento e l’utilità del loro lavoro. Andò avanti così, tra lezioni e missioni, per circa tre settimane, finché il fatidico giorno non arrivò e tutti gli studenti si spostarono a Villaristoro per la festività annuale.

Intanto, nella Terra della Nebbia, nei pressi della città e del Poképaradiso, si aprì un Metaportale, dal quale uscirono alcuni membri del GIP: l’Ampharos Light, l’Archeops Swift, il Floatzel Flow e la Slurpuff Cake.

“Ricapitoliamo: a breve qui, come di consueto, si svolgeranno le gare. Deve andare tutto per il meglio, non solo perché sarà affollatissimo e non vogliamo che degeneri in una tragedia, ma anche perché Claw farà partecipare dei team dell’Accademia Ranger per permetterci di selezionare la quinta squadra principale!”

“Light, hai già un’idea su chi scegliere?” chiese curiosamente Swift.

“Claw mi ha parlato di un Totodile, Tusk, molto esperto. Ha da poco formato un team con un Treecko, Scale, che precedentemente era un umano. Già abbiamo due motivi per tendere verso loro!” l’Ampharos si interruppe di colpo. “Comunque, siamo qui per continuare l’organizzazione delle gare e le nostre indagini. Io mi occuperò di cercare quelle due, dovevano tornare a Brusilia da un po’, ma a quanto pare sono rimaste qui. Cake, tu penserai a preparare le pietanze per il rinfresco ed a tutto ciò che riguarda l’aspetto culinario…”

“Si” gridò la Slurpuff “Ho già l’acquolina in bocca! Ho già l’acquolina in bocca!”

“E già che ci sei, va a prendere quattro posti alla locanda di Villaristoro per cenare e pernottare!”

“Si! Si cena!” lei scappò con il solo pensiero del cibo.

“Una noia in meno!” disse con un sospiro di sollievo. “E infine, Swift e Flow, voi due continuerete ad investigare su Glacies!”

“Agli ordini!”

 

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Capitolo 5

La Costellazione Da Otto Stelle

“Fermi tutti, c’è il Team Dragon!” così uno studente gridò appena vide in lontananza Scale e Tusk nel corridoio dell’accademia. In circa tre settimane erano diventati alla pari di eroi di racconti epici, poiché nessuno dei pochi team formati nell’Accademia Ranger era riuscito in così poco tempo a diventare tanto abile. Appena passarono, nessuno riuscì a distogliere da loro lo sguardo d’ammirazione.

“Grazie per tutto, non dovevate!” disse Scale modestamente “Facciamo solo ciò che è giusto, niente di più, niente di meno!”

Per fortuna, nessuno sembrava intenzionato ad infastidirli, ed i due si diressero verso l’ufficio del preside per segnarsi come partecipanti alle gare di Villaristoro, in quanto la partenza era prevista per il giorno dopo. Il foglio affisso riportava poco sorprendentemente un solo nome.

“Tusk, ho capito che moltissimi studenti diplomati preferiscano agire in solitaria piuttosto che formare squadre, ma non ci credo che possano essere solo in due i team concorrenti…”

“Esatto, ce ne saranno altri di altre regioni!”

“Ottimo…” lesse con disgusto il nome scritto sul foglio “Team Ardor… egocentrico l’amico…”

“E’ incredibile pensare che un traguardo simile sia stato raggiunto dal genio solitario!” una voce per Tusk familiare li interruppe improvvisamente “L’avessi saputo, avrei atteso prima di diplomarmi!”

“F-Flare?!” il Pokémon Mascellone non si sarebbe mai aspettato di sentire di nuovo quel Charmander “Che ci fai qui? Non eri a Borgo Quieto?”

“Sì, prima che ci spostassimo a Borgo Tesoro. Ora faccio parte di una squadra specializzata nella cattura di ricercati, ed in questi giorni abbiamo operato a Cristallia. Parteciperò anch’io a quella gara con un compagno, sappiatelo! Piuttosto, il tuo amico…”

“Perdonami, mi chiamo Scale!” il Treecko si avvicinò a lui e gli strinse la mano con un po’ di timidezza.

“Molto piacere Scale. Ho sentito parlare di te: sei qui da poco, eppure ti sei dimostrato un abile Ranger!”

“E’ merito di Tusk!” gli rispose, sempre modestamente “Mi ha insegnato tutto quello che so!”

“Benissimo!” Flare assunse un tono sempre più confidenziale “Se il vostro team dovesse aprire le porte ad altri membri, non esitate a chiamarmi. Non ho alcun vincolo per entrare in squadre!” concluse con una vivace risata. Le chiacchiere dei tre Pokémon rettili continuarono per molto tempo affrontando vari temi, dalle missioni di soccorso alle lezioni scolastiche, dalle conoscenze agli interessi personali. L’unica interruzione che si dimostrò funzionante fu la campanella, segno che era ora di cenare. Per la particolare occasione venne servita una zuppa piccante di Semefuoco, un piatto tipico di Cristallia molto rinomato, ma l’attenzione di tutti era concentrata sul preside Claw e gli annunci per il giorno dopo.

“Fate silenzio! Come sapete, domani si partirà per la Terra della Nebbia tramite Metaportali in occasione delle annuali gare di Villaristoro. La partenza è prevista per metà mattinata, tuttavia bisogna assolutamente essere puntuali, quindi preparatevi il prima possibile! Della nostra accademia parteciperanno solo due squadre, il Team Dragon ed il Team Ardor, ma gareggeranno anche altri tre, ossia il Team Magnet, il Team Bubble ed il Team Stalactite. Questa è una grande opportunità, per i concorrenti e non, da cui tutti possono apprendere qualcosa, quindi prestate attenzione durante il suo svolgimento!”

Appena terminò di parlare tutti si avventarono sul cibo e mangiarono a sazietà, per poi dirigersi immediatamente nelle camere rispettive. Scale e Tusk non ci misero molto a raccattare il necessario e spesero del tempo conversando prima di dormire.

“Come ti è parsa la cena di oggi?” domandò il Totodile.

“Ottima, ho sempre amato il cibo piccante!”

“Ah, pure io. Piuttosto, cosa ti avrei insegnato?”

“Cioè?” chiese Scale stranito.

“Hai detto a Flare che ti ho insegnato tutto, eppure…”

“Non mi hai spiegato nulla infatti, ho appreso tutto vedendo ciò di cui sei capace! Non a caso si dice Guarda e Impara!”

“Sei sempre pieno di sorprese!” disse ridendo “Vedi di prepararne qualcuna per domani!”

“Certamente!” il Pokémon Legnogeco sembrava sempre meno timido “Tirerò fuori un mio asso nella manica!”

Il giorno dopo, al momento della partenza, l’eccitazione generale esplose del tutto: nessuno, ma proprio nessuno, riusciva a stare fermo, nemmeno l’insegnante Joy ed il preside stesso.

“Ora apriremo due Metaportali, uno destinato a me ed ai quattro concorrenti ed un altro più grande per tutti gli altri!” con queste parole, il Noctowl posizionò a terra delle Metacarte per aprire il portale. Subito lui, il Team Dragon ed il Team Ardor si ritrovarono nella piazza di Villaristoro, completamente decorata per la festività. “A quanto pare siamo in anticipo. Qui vicino c’è il Poképaradiso, base del Team Glisten e grande insieme di bancarelle. Cercate di stare in quella zona perché è li dove partirà la competzione!” detto ciò, Claw si allontanò.

“Non montarti la testa per essere diventato un supereroe, ti straccerò!” Ardor tentò di provocare Scale vista l’assenza del preside “Sono più forte di te, e so di esserlo!”

“Non vince il più forte, ma chi sa usare meglio le proprie abilità!” gli rispose il Pokémon Legnogeco con un fare superiore, cosa che bastò a mandare via sia Ardor che Chill.

“Li hai zittiti subito, sei un grande!” Tusk si complimentò mentre i due si spostarono alle bancarelle.

Nel frattempo entrarono in città quattro team dalle sciarpe bicolori a bande: un Cubone ed un’Eevee dal nastro giallo e arancione, un Riolu ed una Vulpix dalla sciarpa di color azzurro e blu, un Pikachu ed un Oshawott con la bandana bianca e grigia e una Torchic ed una Snivy con indosso un foulard di due tonalità di verde. Non sembravano partecipanti della gara, ma ero chiaro che avessero un ruolo importante lì. Appena Light uscì dalla locanda con il suo gruppo, il Riolu gli fece un cenno e, senza dire niente, tutti e dodici se ne andarono da lì.

Il momento della sfida non tardò ad arrivare e tutti si riunirono in una zolla del Poképaradiso situata più in fondo, normalmente inaccessibile. Tutti gli spettatori si misero su degli spalti posti circolarmente attorno ad un Metaportale posizionato sul terreno, dove si trovavano i dieci concorrenti. C’erano dei posti particolari, occupati dai quattro team e dai membri del GIP.

Su un altissimo totem di legno salì un Gligar. “Siate i benvenuti alla nuova edizione delle gare di Villaristoro! Io sono Gargoyle e vi farò da presentatore! Quest’oggi avremo ben cinque squadre partecipanti: il Team Magnet, composto dal Charmander Flare ed l’Aron Arm, il Team Stalactite, formato dallo Snover Fir ed il Bagon Wild, il Team Bubble, con il Dewpider Drop ed la Marill Bead, il Team Ardor, con i membri Ardor il Monferno e Chill lo Sneasel, ed infine il Team Dragon, con Scale il Treecko e Tusk il Totodile!” il Gligar si interruppe per dare del tempo al pubblico per applaudire, applauso che venne ricambiato dai team con inchini e saluti. “Questa è un’occasione speciale, in quanto darà la possibilità di completare la Costellazione con le due stelle mancanti! Quindi ora un bell’applauso ai nostri celebri eroi!” Gargoyle accennò alle squadre di alzarsi, cosa che fecero “Fossil il Cubone ed Eon l’Eevee, i due pilastri indistruttibili della storia, Team Eternal! Aura il Riolu e Curse la Vulpix, le due anime dall’infinito potere, Team Spirit! Spark il Pikachu e Shell l’Oshawott, il duo di scintille abbaglianti di speranza, Team Glisten! Ed infine, Candle la Torchic e Bloom la Snivy, le ammalianti meraviglie della natura, Team Blazemour!” ne seguì un lungo applauso “Ora, ripetiamo per un attimo in cosa consiste la sfida: ogni partecipante verrà catapultato in un dungeon di cinque piani, ognuno diverso dall’altro. Saranno vuoti, ma la loro conformazione sarà piuttosto complessa, ed alla fine del quinto ci sarà un potente Pokémon da affrontare. La parte finale è una corsa ad un portale che conduce esattamente qui, ed il primo team che si riunirà al traguardo sarà il vincitore. Sarete tutti da soli in dieci dungeon diversi, quindi sarà impossibile incontrarsi prima della fese finale, ma chi attaccherà altri concorrenti verrà squalificato! Detto questo, che i giochi abbiano inizio!”

Ormai nessuno stava più nella pelle, e quando il portale si aprì fu un momento molto emozionante, sia per i team pronti a gareggiare che per gli spettatori. Spariti i concorrenti, vennero proiettate sopra il traguardo le loro immagini dai droni, ma Light sembrava avere per il momento un altro interesse.

“Ehi, Aura! Me lo confermi?”

“Si, tra i partecipanti c’è un umano, ma c’è anche altro!”

“Cosa?”

“Ho confrontato l’aura che ho percepito tra i partecipanti con quella degli altri umani trasformati in Pokémon, ed è decisamente più forte! Quel Treecko ha un’aura potentissima!”

 

GameGate01

Ringraziamenti speciali a @TheMudkipGirl95, @Leio99 e @Enemy

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Capitolo 6

Una Sfida Caotica

“Che i giochi abbiano inizio!”

L’entrata fu più mistica del solito, ma non alleviò il senso di spaesamento tipico dei dungeon, soprattutto se si è soli.

Il primo piano che Tusk dovette affrontare era un fiume. Non sembrava esserci niente di strano, eppure, ad ogni suo passo, una trappola spuntava nelle sue vicinanze. Un po’ di tempo dovette utilizzarlo per svelare le trappole, e cadde a terra nei pressi delle scale a causa di un’Inciampotrappola, ma per fortuna la forma del piano si rivelò piuttosto semplice. Il secondo piano, una caverna vulcanica, era invece pieno di lava che si alzava e si ritirava, chiudendo ed aprendo i corridoi. Il tempismo era la chiave, e lui usò la mossa Acquagetto per spostarsi più rapidamente. Le stanze erano tutte disposte a rettangolo, con la totale impossibilità di andare verso l’interno. Il Totodile trovò le scale dopo aver girato per mezzo perimetro delle stanze.

Nel frattempo il suo partner si ritrovò in un buio bosco, dove piccoli cristalli illuminavano l’ambiente. Fu davvero difficile distinguere le vie con la poca luce, e, aggiungendo la labirintica conformazione del dungeon, non serve dire che rimase lì per un po’. Il secondo piano era invece un terreno arido, con la particolarità che i corridoi non erano orizzontali e verticali, ma diagonali. L’uscita dalla stanza era all’angolo, e gli incroci risultavano quasi improvvisi. Attraversare il piano per Scale fu piuttosto strano, e si sentì davvero disorientato. Per fortuna, dopo aver girato degli incroci, trovò la stanza con le scale.

“La gara sta procedendo a gonfie vele!” annunciò Gargoyle al pubblico. “Per il momento, ben cinque sfidanti hanno raggiunto il terzo piano: Tusk, Ardor, Chill, Flare e Scale!”

I due piani successivi rivelarono di essere delle versioni più complicate dei due iniziali affrontati dal proprio partner. Il quinto esplorato dal Totodile fu uno stagno completamente inondato, dove non c’erano corridoi e le stanze apparivano come delle isole galleggianti. Si poteva intravedere un isolotto più grosso al centro circondato da mura. “Non sembra niente di troppo difficile, ma lì mi aspetta un boss!” pensò Tusk mentre nuotava nell’acqua per raggiungerla. “Acquagetto, Morso, Gelodenti e Codacciaio, mi basteranno queste mosse?”. Fece un profondo respiro ed entrò.

“Ecco il nuovo sfidante, vediamo come te la cavi!” gridò il boss, una Masquerain. Ella attaccò con Aerasoio, mossa che Tusk riuscì ad evitare, per poi scagliarsi contro il Pokémon Occhi con Acquagetto. “Non male, ma non ti servirà!” Masquerain usò Ventargenteo, che non solo colpì in pieno il Pokémon Mascellone, ma potenziò anche le sue statistiche. Tusk non si arrese e sferrò Morso per tre volte, ma la velocità aumentata di Masquerain le permise di schivarne i primi due. Tuttavia, tentennò quando fu colpita, tentennamento che il Totodile sfruttò attaccarla e centrarla con Acquagetto.

“Lo ammetto, ti ho sottovalutato, e sei riuscito ad infliggermi molti danni. Ma adesso…” il Pokémon Occhi usò Eledanza più volte grazie all’incremento di velocità, diventando davvero fulmineo “Credi di potercela fare?”

Tusk rimase paralizzato per un attimo, ma capì subito come fare. “Ora vedrai!” esclamò mentre si preparava per un altro Acquagetto, che come da copione mancò il bersaglio, ma il piano era un altro: arrivato sul muro retrostante alla Masquerain, sfruttò la velocità acquisita con la mossa per fare un balzo e colpirla alle spalle, in modo da rendere quasi nulle le possibilità di evitarlo, azzannandola con Gelodenti. L’attacco fu sufficiente a mandarla KO, ed apparve un’altra rampa di scale, diretta verso la fase finale.

Il Totodile del Team Dragon venne catapultato su una strada erbosa rettilinea con due portali agli estremi, uno alle sue spalle, da dove è entrato, ed uno finale, il traguardo. Iniziò immediatamente a correre e, appena sentì che dietro di lui era apparso qualcuno, si affrettò e utilizzò nuovamente Acquagetto per darsi una maggiore spinta.

“Il primo arrivato è Tusk del Team Dragon!” gridò Gargoyle, e ne seguì subito un applauso. “Il secondo in ordine d’arrivo è Chill del Team Ardor!” nel frattempo lo Sneasel raggiunse il traguardo.

Scale intanto si ritrovò in un dungeon simile ad un tempio antico molto bizzarro: tutti i corridoi erano vicoli ciechi. Nella stanza in cui era apparso ce n’erano due, e lui entrò in uno di questi per cercare di capire come fare, teletrasportandosi in un’altra stanza più piccola e senza altre uscite. Rientrò nel corridoio, tornando indietro, ma questa volta prese l’altra via, apparendo in un’altra stanza con sempre due corridoi. “Fammi immaginare: ogni stanza ha più strade, ma solo una permette di proseguire!” pensò, ed il suo pensiero fu presto confermato. Continuò così per tutte le stanze, che aumentarono il numero di corridoi, finché il “tenta e ritenta” finì trovandosi davanti un unico portone. “Assorbimento, Codacciaio, Dragospiro ed Inseguimento, spero siano sufficienti!”.

“Benvenuto, ma presto sarà tutto finito!” gridò il boss, un Runerigus, prima di sferrare un Ombrartigli. Scale riuscì in parte a schivarlo, ma il danno fu considerevole e dovette subito utilizzare Assorbimento per curarsi, arrecando anche molti danni. “Bene, sai sfruttare le debolezze, ma non se ti viene negato!” con queste parole, il Pokémon Rancore usò Inibitore, bloccando Assorbimento.

“Bella mossa, ma non hai ancora visto niente!” disse il Treecko con fare superiore. Attaccò così il Runerigus con Dragospiro varie volte, colpendolo.

“Non ti servirà a nulla… ma cosa?!” Runerigus cercò di muoversi, ma rimase bloccato.

“Visto? Ti ho paralizzato! Ed ora poniamo fine a questo scontro!” disse il Pokémon Legnogeco lanciandosi all’attacco per dare il colpo di grazia. “Una mossa a cui sei debole potenziata dal fatto che hai un problema di stato, ti presento Inseguimento!”

Uscito dal dungeon, Scale intuì subito che doveva correre, ma alle sue spalle arrivò il suo rivale per antonomasia: Ardor. I due iniziarono ad accelerare e, nonostante Scale fosse leggermente in vantaggio, per quasi tutta la corsa fu una sfida molto accesa.

“Le cose si fanno interessanti! Il primo che arriverà qui decreterà il team vincitore” annunciò Gargoyle facendo esplodere l’entusiasmo degli spettatori.

Mancava davvero poco al traguardo. “Ora vedrai chi è davvero il più forte qui!” Ardor cercò di provocare Scale.

“Te lo ripeto: non vince il più forte, ma chi sa usare meglio le proprie abilità!” con questa frase, il Treecko saltò, fece una capriola a mezz’aria e colpì il terreno con Codacciaio, in modo da usare la sua coda per darsi una spinta in avanti. Il Monferno provò a sferrare Ruotafuoco e guadagnare velocità, ma comunque non riuscì a superarlo.

“Scale raggiunge per primo il traguardo, rendendo il Team Dragon vincitore delle gare di Villaristoro!” le parole del Gligar furono subito seguite da un lunghissimo applauso da parte del pubblico, ricambiate da inchini e saluti dei due vincitori. I restanti concorrenti furono immediatamente teletrasportati al punto d’arrivo. Tuttavia, la gioia non durò molto: una forte scossa sismica si scatenò. Fu talmente violenta da far crollare il totem su cui si trovava Gargoyle e lui, non facendo in tempo a planare, picchiò la testa a terra e perse i sensi. Tutti gli spettatori fuggirono, e la stessa cosa fecero i partecipanti, ma non fu possibile per Scale e Tusk: si era formata un’invisibile barriera che seguiva la circonferenza degli spalti, che solo loro due non riuscivano a passare. Essa divenne sempre più spessa e con una consistenza simile al vetro, formando una cupola e rendendo impossibile anche la comunicazione tra l’interno e l’esterno. Scale cercò di sfondarla con alcune mosse, ma fu inutile.

“Scale, credo ci sia un problema più serio!” gli disse Tusk preoccupato: erano apparse due Ombre dell’Oblio. Una di loro fu attratta dal Gligar svenuto e si avvicinò a lui. Non lo attaccò, ma il Pokémon Aliscorpio venne avvolto da una strana luce gialla.

“Maledette gelatine!” Scale scagliò un Dragospiro, e le Ombre dell’Oblio emanarono un bagliore color lavanda e si lasciarono colpire, non subendo nulla. Fecero poi loro un attacco, palesemente di tipo folletto, che riuscirono a schivare.

“Tusk, ho notato qualcosa: nell’occhio rosso c’è un cerchio più piccolo che brilla dello stesso colore della loro aura. Credo rappresenti il tipo assunto!”

“Hai ragione! L’attacco di tipo Drago è stato neutralizzato diventando di tipo Folletto!” il Totodile preparò un Acquagetto e travolse una gelatina, che emanò una luce verde chiaro, ma fu sufficiente per separarle. “E’ proprio così, è diventata di tipo Erba!”

Il Treecko immaginò come eliminare quei due stranissimi esseri “E se non se n’accorgono?” così caricò un altro Dragospiro, senza lanciarlo, e corse verso la creatura. Essa mantenne il tipo Folletto, ma non poté immaginare che il piano di Scale prevedesse di sferrare repentinamente un Codacciaio all’ultimo istante, senza che potesse rendersene conto. L’Ombra venne subito disintegrata. Il suo partner intese e, girando attorno all’altra Ombra con Acquagetto in modo da non farle cambiare tipo, la colpì alle spalle azzannandola con Gelodenti. Distrutte entrambe, svanirono sia la barriera trasparente che la luce attorno a Gargoyle.

Light rimase stupefatto da tutto ciò, ma ora c’era un’altra priorità. “State tutti calmi ed allontanatevi, ci penseremo noi del GIP ad indagare! Finite le indagini, riprenderemo con le premiazioni!”. L’Ampharos poi si rivolse al Team Dragon. “Voi due, c’è una tenda bianca nei pressi dell’entrata del Poképaradiso. Andate lì, ci saranno le Otto Stelle ad accogliervi. Vi chiarirò tutto più tardi!”

 

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Capitolo 7

Le Ultime Due Stelle

“Com’è possibile, Ombre dell’Oblio qui?!” le nervose parole di Spark non migliorarono di certo l’atmosfera tesa respirabile nella tenda. “Né a Villaristoro né a Brumezia sono mai apparse!”

“Spark, cerca di calmarti!” intervenne il suo partner Shell “Un luogo con quattro umani dev’essere un paradiso per loro!”

“Cinque!” corresse Aura.

“Parbleu! L’abbiamo scampata bella!” prese la parola la Snivy Bloom.

“Eppure sembravano concentrate su quel Treecko e quel Totodile, può essere una pura coincidenza che tutti gli umani fossero nello stesso posto…” iniziò a parlare Candle “Bloom, a proposito, cos’è questo tocco di classe linguistico?”

“Ho iniziato ad imitare Light, lui ha smesso…”

“Ragazzine, non è il momento!” la interruppe furiosamente Curse la Vulpix.

“Per le fiamme di Moltres, spero sia davvero una coincidenza, non oso immaginare cosa possa causare! Staremo al sicuro ora?” l’ansia espressa dall’Eevee Eon diede inizio ad un continuo brusio che non accennava a fermarsi.

“BASTA! Capisco la preoccupazione per l’accaduto, ma stare qui a terrorizzarci non risolverà proprio nulla!” gridò il Cubone Fossil “Sappiamo che questa è in assoluto la prima volta in cui Ombre dell’Oblio vengono avvistate al di fuori della Terra dell’Aurora. Non potrebbero aver seguito quello Scale? In fondo è stato già attaccato!”

“Se è per questo, hanno attaccato anche me, e nella Terra dell’Acqua non se n’è vista una!” aggiunse la Torchic.

“Io credo che ci sia qualcosa di strano in Scale.” affermò il Riolu “La sua aura umana è più…”

“E’ permesso?” si sentì una voce da fuori, era Scale.

“Entrate!”

Il Team Dragon era ancora scosso dall’avvenimento, ma incontrare tutti gli altri Pokémon fu piuttosto rassicurante. “Salve…” esordì il Treecko timidamente.

“Salve, sappiamo già tutto. Siete Scale e Tusk, giusto?” rispose Fossil.

“Si!”

“Bene. I miei complimenti per la vittoria! Ed anche per essere riusciti a contrastare quelle Ombre dell’Oblio…”

“A tal proposito” intervenne Aura “Scale, sappiamo che sei un umano, però ho notato qualcosa di strano quando ho percepito la tua aura umana al momento dell’inizio della gara. Potresti isolarti un attimo?”

“Va bene, ma di che stai parlando?” gli rispose facendo come gli chiese.

“Sono capace di leggere l’aura delle creature viventi, potendo comprenderne l’animo ed in parte l’identità, ma essendo solo un Riolu ho molta difficoltà a distinguerle in un gruppo. Le aure umane sono peculiari e per questo facili da riconoscere!” dicendo ciò, il Pokémon Emanazione rivolse le sguardo verso il Treecko e chiuse gli occhi. “Strano, ora sembra normale… Eh?!” nel voltarsi, si concentrò su un’aura inaspettata e aprì gli occhi di colpo. “Tusk… sei… un umano?!”

Il Pokémon Mascellone restò zitto per un attimo, ma sarebbe stato del tutto inutile negare una realtà di fatto. “Si, lo sono anch’io!” gli rispose, sbalordendo tutti i presenti.

“C'est incroyable!” Bloom interruppe il silenzio con rabbia. “Mi ero calmata per il pericolo scampato e adesso sembra proprio che siate voi i responsabili!”

“Le chiedo umilmente perdono, Mademoiselle! Non era nostra intenzione!” Scale assunse un sorprendente tono da nobile.

“Scusate, posso entrare?” chiese Light da fuori. Tutti annuirono e lui entrò. “Sembra che abbiate già fatto amicizia. Comunque, volevo annunciarvi che, come forse molti di voi avranno già capito, il Team Dragon rappresenta le ultime due stelle della costellazione!”. Ne seguì un applauso da parte dei quattro Team.

“Un po’ me l’aspettavo!” disse il Totodile sorridendo.

“Bene. Poiché siete della Terra dell’Aurora ritenevo sensato affidarvi quel continente. In pratica, ogni squadra pensa alla salvaguardia del suo continente d’origine. Finite le premiazioni delle gare ci dirigeremo a Brusilia per organizzarci!” proseguì l’Ampharos, ma si fermò per comprendere dei segni di Spark creati con l’elettricità, di cui si accorse solo lui. “Ah, ho una questione con Claw da risolvere. Eon, Curse, Shell e Bloom, potreste pensarvi voi? Volevo andare a vedere se Gargoyle si è ripreso!”. I quattro Pokémon annuirono ed uscirono con lui. Prima di andarsene, la Snivy non perse l’occasione di ammiccare a Scale.

“Sembra che la nostra Bloom abbia trovato il suo Principe Azzurro, anzi Verde!” disse Candle divertita, frase seguita da una lunga risata collettiva.

“Ne sono lusingato, a quanto pare imparare il francese non è stato inutile. Impara l’arte e mettila da parte!”

“A proposito…” prese Fossil la parola “Scale e Tusk, perché siete qui nel mondo dei Pokémon?”

Nel frattempo, Gargoyle, ricoverato nella locanda di Villaristoro, riprese conoscenza. “Ehm, che è successo?”

“Ehi Wild, il nostro vecchio amico si è appena ripreso!” il Gligar riconobbe quella voce.

“ Fir... Wild… quanto tempo che non ci rivolgiamo parola. Come state?”

“Bene” rispose il Bagon “Ormai siamo un Team di Viridia. A Borgo Tesoro non ci avrebbero mai preso dopo quel fallimentare tentativo di rapinare un Bidoof della Gilda. E’ lì che si sono separate le nostre strade se ricordo bene.”

“Sì, mi hanno arrestato e riabilitato. Ora sono un membro ufficiale del GIP in qualità di guardia!”

“Hai capito, sei passato alle vette più alte!” concluse Fir.

“Gargoyle, è tutto a posto?” entrò Light.

“Si, sto bene!”

“Ottimo!” notò gli altri due Pokémon “Voi due siete il Team Stalactite, giusto?”

“Esatto!” rispose lo Snover “Siamo sui vecchi amici!”

“Ah bene. Adesso scusatemi, devo togliere il disturbo…”

“Un attimo Light, dov’è la città di Spettralia?” chiese il Gligar.

“Spettralia, ma di che stai parlando?”

“Ero lì un po’ di tempo fa, ed era un posto bellissimo!”

“Sicuro che non fosse un sogno?”

“No, era completamente tangibile!”

 

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CAPITOLO 8

Passato e Futuro

“Cosa?!” gridò Fossil appena sentita la storia di Tusk. “Si sa benissimo che nessuna famiglia è tutta rose e fiori, ma ti sei ritrovato in un branco di pazzi!”

“Non preoccuparti, ora non sono più un problema. Non ho più a che fare con quei due.” gli rispose.

“Mi dispiace. Personalmente, ho avuto anch’io una difficile situazione familiare, ma niente di così fuori dal mondo. Avevo un fratello maggiore che per la sua natura ribelle fuggì di casa e non lo rividimo mai più. Il suo allontanamento fu catastrofico per la nostra famiglia. Alla morte dei nostri genitori cercai di contattarlo, ma si erano perse tutte le sue tracce. Ero disperato, ma in quel momento fui richiamato nel mondo dei Pokémon!” il Cubone non ce la fece più a trattenere le lacrime. “Non riesco nemmeno a capire come mai sia scappato, nessuno lo odiava!”

“Fossil, calmati, ora non ha senso deprimersi!” gli disse Spark. “Vedrai che tuo fratello è qui!”

“Scusatemi, meglio cambiare argomento. Scale, hai detto di usare questo nome come pseudonimo per i tuoi libri, sei per caso tu ad aver scritto Paradiso Infernale?” gli chiese Aura.

“Hai quello scrittore davanti a te!” gli rispose.

“Non posso crederci, adoro quel libro. Leggere è stata l’unica cosa che mi dava speranza…” il tono del Riolu divenne progressivamente più malinconico. “Non me ne capitava una buona, un fallimento dopo l’altro, e sopprimevo i miei dispiaceri nella lettura. Divenni tanto pessimista che, nonostante avrebbe significato la mia totale scomparsa, accettai di prevenire la Paralisi del Pianeta. Questo pessimismo è ancora radicato nella mia mente!”

“Aura, capisco come ci si possa sentire, ma pensare che andrà tutto male farà andare tutto male, il pessimismo non ha senso!” intervenne il Pikachu. “Io ci riuscivo a fare qualcosa di buono da umano, ma non ho mai sentito alcun senso di soddisfazione personale. E’ andata così per anni, finché non mi hanno chiamato qui, dove è successo l’esatto opposto!”

“Voi almeno un piccolo barlume di speranza potevate averlo, io no!” prese parola Candle, più triste degli altri. “Sono nata con una paralisi che mi precludeva ogni movimento. Per anni sono stata convinta di essere nata male, poiché non potevo compiere nessuna normale azioni. Quando Mew mi ha chiamata in questo mondo, mi ha temporaneamente guarita con i suoi poteri, ed è stata una vera liberazione. Poi sono rinata in ciò che sono ora!” le sue parole fecero calare un silenzio che durò qualche minuto.

“Ragazzi, non credo che disperarsi per il passato porterà a qualcosa. D’altronde, è successo tutto in un altro mondo!” riprese a parlare il Treecko.

“Qui io e Scale abbiamo visto meraviglie che nel mondo degli umani potevano essere solo pura immaginazione!” aggiunse Tusk.

“Come darvi torto!” rispose Spark. “Rivangare il passato negativo fa male, ma ferite molto profonde sono difficili da dimenticare. Tuttavia, bisogna andare avanti!”

La situazione andò progressivamente a migliorare, e a tutti tornò pian piano il buon umore. Ma Spark aveva ragione, e non sarebbe stato così semplice lasciarsi alle spalle quei ricordi. Fortunatamente, la discussione seguì un altro argomento.

“Dato che ora siete parte della Costellazione, vi dobbiamo dare queste!” disse Candle porgendo al Team Dragon due bandane colorate di due tonalità di rosso. “Sono Sciarpe dell’Armonia, e per noi sono come delle uniformi!”. I due le presero annuendo.

Il Totodile se la mise al collo subito. “Come mi sta’?”

“Benissimo! Io però la indosserò così!” Scale l’avvolse alla sua testa, a differenza di tutti gli altri. “Quando me ne mettevo una era sempre in questo modo. Mi piace di più!”

Intanto, Swift e Flow del GIP entrarono a Villaristoro, trovando Light ad attenderli. “Salve ragazzi! Vi è andata bene?”

“Meglio di quanto tu possa immaginare!” rispose Swift. “E’ pazzesco!”

“Guarda questo!” disse Flow tirando fuori un frisma. “Ci sono informazioni incredibili qui dentro!”

“Ottimo. La situazione si è del tutto calmata, più tardi si svolgeranno le premiazioni e domani faremo a Brusilia una riunione organizzativa. Devo sistemare una questione con Claw, quindi meglio sbrigarmi. Per favore, potreste tenere sotto controllo Gargoyle? Sembra fuori di testa, parla di essere stato in una città inesistente!”

“Agli ordini!”

Il Preside Claw non era di certo indisponente per questioni scolastiche, ma adesso… “Light, sono già stato ammorbato da quattro membri, che succede?”

“Sono gli ultimi accertamenti. Riguardo al Team Dragon…”

“I loro diplomi arriveranno a Brusilia tramite missiva, e lascerò per loro e per i nuovi membri della loro squadra posto all’accademia. Ed a proposito, un nostro studente che si è da poco diplomato chiede di potersi unire a loro!” disse all’Ampharos porgendogli un biglietto.

“Ottimo! A quanto pare la loro fama li precede, anche un membro della squadra del Commissario Magnezone ha fatto la stessa richiesta. Gliene parlerò a tempo debito. Grazie Claw e arrivederci!”

Passarono diverse ore ed il sole iniziò a tramontare, e fu proprio in quel momento che si svolsero le premiazioni della gara. Il Team Dragon ne uscì doppiamente vincitore, portandosi a casa il primo posto sia come concorrente che come squadra. Dopo tutto ciò, ci fu un gran rinfresco presso la locanda, con una grande varietà di pietanze a base di bacche e semi preparate da Cake. Inutile dire che l’attenzione di tutti fosse concentrata sui vincitori, chiedendogli autografi e facendogli domande di ogni tipo.

Arrivata ormai la notte, Light radunò i membri del Gruppo Investigativo Pokémon e le cinque squadre, che salutarono tutti i presenti e andarono via con un Metaportale, diretti a Brusilia. La città era piuttosto silenziosa, ma manteneva tutta la sua atmosfera vivace. Il Pokémon Luce bussò alla porta della base del GIP, edificio da poco ristrutturato per ingrandirlo, facendolo sembrare un vero castello, e ad aprire arrivò Comet la Jirachi.

“Buonasera, Comet!”

“Buonasera e bentornato, Light! E’ andato tutto bene?”

“Parliamone domani che siamo a pezzi. Gli altri sono qui?”

“No. Wave è ancora a Borgo Tesoro, mentre Muzzle e Topsoil sono partiti ieri per Arenila a causa di una segnalazione. Per domani saranno tutti qui!”

Tutti entrarono, era ormai l’ora di riposarsi. Light incaricò Candle e Bloom di portare i nuovi arrivati ad una stanza, per poi dirigersi con gli altri ai piani più alti, mentre le squadre andare in un corridoio a destra, dove c’erano varie camere da letto. Il Team Blazemour accompagnò il Team Dragon ad una stanza più in fondo, piccola ma comoda.

“Spero vi troviate bene!” gli disse la Torchic. “Nelle altre stanze ci sono gli altri team. Se vi serve qualcosa, non esitate a chiedere!”

“Grazie mille!” disse Tusk.

Candle e Bloom se ne andarono, ma quest’ultima si mosse più lentamente per incrociare lo sguardo di Scale. “Bonne nuit!”

“Tusk… mi sa che l’ho fatta impazzire!” disse Scale sottovoce.

“Non ne sei contento? Hai trovato la tua principessa. Ahahaha!”

“Pensiamoci domani, sono a pezzi. Buonanotte!”

 

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CAPITOLO 9

I Reperti

“Scale, riesci a sentirmi?” una voce entrò nei sogni di Scale, la stessa che lo richiamò. Questa volta però fu diverso: un piano iridescente apparve davanti ai suoi occhi, ed era talmente impercettibile da sembrare infinito. L’unica cosa visibile era un bagliore informe, l’entità. “Finalmente riesco a metterti in contatto con te!”

“Chi sei? O cosa sei?” il suo tono era decisamente incredulo e preoccupato, ma non cambiò dopo aver realizzato chi fosse. “E’ successo qualcosa di grave?!”

“Sono colui che trascende ogni legge naturale, ed allo stesso tempo colui che ne è più soggetto! Noto in te una mente perspicace, in quando siamo tutti in serio pericolo. Tuttavia, non è ancora il momento di allarmarsi!”

“Come non è il momento di allarmarsi?” il Treecko divenne piuttosto stranito.

“Non si presenterà nulla al momento, ma questo non vuol dire che sia il caso di lasciar fare. E' necessario prepararsi, e tra poco capirai tutto. Intanto, tu continua ad essere chi vuoi essere!”

“Va bene, dopotutto era questo l’accordo… Ma non vorrai credermi che tutto questo sia una coincidenza!”

“Di cosa stai parlando?” chiese la voce.

“Dovrebbe essere ovvio…” rispose con un tono chiaro. “Com’è possibile che sei umani si ritrovino nello stesso luogo? E come mai doveva essere un umano a salvarmi dall’Ombra dell’Oblio?”

“Puoi credermi come puoi non credermi, ma mi sono limitato a far incontrare te e Tusk. Per il resto, è tutta volontà del destino che voi state scrivendo!” le parole dell’entità divennero sempre più solenni. “Ma come mai te lo chiedi?”

“Hai ragione. Mi hai concesso di fuggire dal mio mondo, però non mi sarei mai immaginato nulla del genere…”

“Perdonami, devo andare!” l’entità divenne molto preoccupata.

“Che succede?”

“Mi hanno trovato, non so come, ma ci sono riusciti! Addio, ma ci rivedremo!” finito di parlare, il bagliore di luce si dissolse, e con esso l’intero spazio onirico.

Improvvisamente Scale si svegliò, ma non fece alcun rumore e non svegliò nessuno, nemmeno Tusk. Si avvicinò all’amico e notò che stava dormendo come un sasso. Non volendo disturbarlo, decise di uscire da lì. Sembrava che tutti stessero dormendo profondamente, dato che nessuno si accorse di lui. Uscito dall’edificio, il Treecko poté notare come l’alba stesse per sorgere.

“Bonjour!” contro ogni previsione, una voce familiare si fece sentire dall’alto, cosa che destabilizzò Scale.

“Ehm... Buongiorno, Bloom! Anche tu sei mattiniera?”

“Oui! Mi sono svegliata presto ed ho deciso di dare un mano!” disse dalla torretta su cui si trovava, mostrando che sulla torre più alta c’era qualcuno. Lei lo raggiunse usando Frustrata, mentre il Pokémon Legnogeco si arrampicò, cosa fu uno scherzo per lui essendo un Treecko. Lì sopra c’era Gargoyle.

“Oh. Salve Scale, tutto bene?”

“Tutto bene, tu come te la passi?”

“Bene, sto adempiendo al mio ruolo di guardia. Solitamente io e Comet ci alterniamo, ed ora tocca a me!” disse il Gligar con un fare orgoglioso.

“Ne sono lieto, tutti hanno i propri ruoli!” rispose il Treecko.

“E come te la cavi qui sopra? Non ti stanchi?” chiese Bloom.

“No, si sta bene. A proposito, sapete dove si trova la città di Spettralia?”

“Spettralia?” la domanda stranì molto Scale. “Io non ne so nulla!”

“Parbleu! Non ho mai sentito questo nome!” disse la Snivy.

“Me la sarò davvero sognata?” la voce di Gargoyle divenne più pensierosa. “Eppure, sembrava così reale!”

Si sentì bussare ad una finestra, era Swift. “Ehi Gargoyle, è tutto ok qui?”

“Tutto ok Swift, nulla di cui preoccuparsi!”

“Ottimo, si stanno tutti svegliando. Tra circa un’ora e mezza ci vediamo tutti alla stanza del Geoglobo. Tra poco dovrebbero arrivare gli altri. Voi due, fate passaparola!” disse l’Archeops notando i due Pokémon erba. Loro annuirono ed andarono. I team si riunirono si riunirono nel corridoio per poi prendere tutti la loro strada. Candle e Bloom fecero fare un rapido giretto di Brusilia al Team Dragon, per poi consigliare loro il Caffé Giramondo per fare colazione.

“Buongiorno e benvenuti!” disse la Kangaskhan appena i due entrarono. “Cosa posso fare per voi?”

“Per me un frullato di Gelatina Arcobaleno!” disse Tusk.

“Lo stesso per me!” aggiunse Scale.

“Ve li faccio subito!”

I due si sedettero su un tavolo, e da lì poterono ammirare come il locale fosse decorato con tante riproduzioni di cimeli, dedicate alle celebri gesta dei quattro team principali. C’erano degli Ingranaggi del Tempo, dei Frismi, una Gemma Teletrasporto ed una bandiera dello stesso colore della sciarpa del Team Blazemour.

“Tusk, credo che quella Snivy mi perseguiti…” disse Scale nervosamente. “Mi sono svegliato all’alba e sono uscito. Fuori c’era lei!”

“Sembra che sia più pericolosa di quel che pensavo!” rispose ridendo. "Ma come mai ti eri alzato?"

“Ti spiegherò tutto più tardi!”

La Kangaskhan che gestiva il locale portò loro i drink ordinati appena finirono di parlare. Mentre beveva il gustoso frullato, il Treecko notò un interessante annuncio sul giornale Gazzetta Pokémon. Non lo lesse in quell'istante, ma decise di portarselo.

L’ora dell’appuntamento arrivò. La stanza del Geoglobo venne sistemata, facendo fluttuare più in alto il mappamondo olografico in modo da lasciar spazio ad un banco molto grosso. Ad un lato si misero i membri del GIP, a cui si aggiunsero la Dedenne Wave, la Mawile Muzzle ed il Diggersby Topsoil, all’altro le cinque squadre.

“Benissimo, ci siamo tutti!” esordì Light. “Dunque, con il Team Dragon appena unitosi a noi, adesso abbiamo coperta anche la Terra dell’Aurora. Inoltre, Swift e Flow hanno portato qui un altro Frisma che potrebbe esserci utile per comprendere cosa è successo a Glacies ed i suoi ipotetici collegamenti con Materia Oscura!” finito di parlare posizionò sul banco i due Frismi e ne scaldò uno, che sciolse la parte congelata ed iniziò ad emettere due voci.

“Io sono Solar, e sono assieme al mio compagno Lunar. Abbiamo raggiunto il punto più profondo delle Rovine Glaciali, ossia ciò che rimane del Palazzo Glaciale!” iniziò una voce femminile.

“L’aria è stranamente rarefatta più in fondo, e diventa sempre più difficile respirare. Tuttavia, non ci sono tracce di oggetti fluttuanti!” si sentì poi una voce maschile, che andò sempre più a dissolversi.

“Quelle due voci… sono nostri amici!” disse Shell.

“Solar e Lunar sono un’Espeon ed un Umbreon. Però, non ci hanno mai detto nulla di essere andati lì. Quando l’avete trovato?” chiese Spark.

“Un mese fa!” rispose Flow.

“Comunque…” riprese la parola Light. “L’altro Frisma, trovato recentemente, dice questo!”

Scaldato il secondo, una voce molto intensa si fece sentire. “Si è dischiusa! La frontiera tra i due mondi si è dischiusa! La calamità non tarderà ad imperversarsi!”

Un silenzio tombale calò, e fu interrotto da Aura. “Datemi quel coso, voglio vedere cosa lo Squarcio Dimensionale mi mostrerà?”

“Squarcio… dimensionale?” chiese Muzzle.

“E’ un potere che mi è stato donato quando sono entrato in questo mondo prima di assumere sembianze umane! Mi basta toccare qualcosa o qualcuno per avere una visione sul suo passato o il suo futuro!” finito di parlare, il Riolu toccò il Frisma è chiuse gli occhi, per poi aprirli di colpo qualche secondo dopo. “Non ho capito chi sia stato a registrare questa voce a causa di una bufera di neve. Ho capito solo che si tratta di un Pokémon molto grande!”

“Oh no! No ci credo!” disse Scale.

“Scale, cos’hai?” chiese Light.

“Questa notte…” rispose con un tono piuttosto allarmato. “Sono stato contattato dall’entità che mi ha chiamato dal mondo degli umani. Mi ha detto che incombe un pericolo, affermando che non c’è da allarmarsi in quanto non si verificherà nulla per adesso. Tuttavia, bisogna prepararsi, senza dirmi come! Credo che sia la stessa calamità citata dalla voce del Frisma!”

Cominciò così un brusio di sussurri, da i più preoccupati ai meno.

“Credo di sapere a cosa si stava riferendo!” Muzzle riuscì a riportare la calma. Andò nel suo studio e prese un sacchetto che svuotò sul tavolo. Ne uscirono vari pezzetti d’oro e d’argento ed un emblema composto da un cerchio diviso in due metà colorate d’azzurro, una più chiara ed una più scura. Attorno al cerchio c’erano sei gemme: due rosse, due blu e due gialle. “Questi reperti sono stati trovati sul fondo marino a nord della Terra dell’Acqua prima della scoperta della Terra dell’Aurora. Sono frammenti di un’AzurFreccia!”

 

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Capitolo 10

La Nuova Vita Continua

“Le Frecce sono delle reliquie in cui è infuso è il potere dei fortissimi Pokémon di cui si parla nei miti e nelle leggende. Chi ne impugna una può mutuarne i poteri. Inoltre, se si viene punti da una, sembra che i poteri ottenuti siano maggiori.” iniziò a spiegare Muzzle. “L’Azurfreccia è stata creata da Ho-Oh, Lugia ed i trii di Pokémon che capitano. Usandola, si può fluttuare in aria, nuotare in acqua senza bisogno di respirare e sferrare attacchi di Fuoco, Ghiaccio, Acqua e Elettro!”

“Quindi dovremo recuperare tutte le Frecce?” chiese Scale.

“Probabilmente si, dato che fondendole tutte e sette è possibile creare l’InfiniFreccia, di cui non si sa molto, ma potrebbe essere la chiave di tutto. Tuttavia, nessuna documentazione cita l’ubicazione di questi artefatti. Le uniche informazioni che abbiamo sono chi le ha plasmate e che possono essere ricreate una volta distrutte, tranne per l'UniFreccia e la ZeroFreccia che sono indistruttibili!”

“Direi quindi che la ricerca di informazioni sulle Frecce sia uno dei prossimi obiettivi. Però, non avendo nessuna pista, teniamolo come secondario finché non ne sapremo di più, dico bene?” disse Light.

“Si!” risposero tutti i presenti.

“Ottimo. Però ora vorrei sapere: Muzzle e Topsoil, che ci facevate ad Arenila?”

“Ci hanno segnalato un’evoluzione anomala.” rispose il Diggersby. “Sembra che possa essere la chiave per effettuare l’Ipercarica Evolutiva!”

“Bene, quindi abbiamo altre indagini. Con questo, la riunione si può dire terminata!” concluse l’Ampharos.

“Si!”

Tutti iniziarono ad andare via, ma Light aveva ancora qualcosa da dire al Team Dragon. “Ora che siete ufficialmente parte della Costellazione del Gruppo Investigativo Pokémon, ci tenevo ad annunciarvi che potete far entrare nella vostra squadra altri membri. Claw ha preparato tutto all’Accademia Ranger!”

“Questa è davvero una bella notizia!” rispose entusiasta Tusk.

“Mi fa piacere. Già avete due candidati!” disse ponendogli due fogli.

“Grazie mille, Light. Buona giornata!” ringraziò Scale mentre lui ed il partner tornarono nella loro stanza.

“Voglio proprio sapere chi siano…” disse il Pokémon Mascellone nel leggerne uno velocemente. “Il primo è Flare, tu già lo conosci bene, giusto?”

“Si, è il Charmander che ha partecipato alle gare di Villaristoro, e tuo ex-compagno di classe. Per me, lui può entrare senza problemi!” rispose il Pokémon Legnogeco.

“Ok. L’altro è… Questo è strano…” il tono di Tusk fu piuttosto sorpreso.

“Chi è? Fammi vedere!” la sorpresa di Scale non fu da meno. “Frost?! Ossia quello Sneasel sgherro di Ardor?!”

“Come mai avrà fatto richiesta?”

“In effetti, in questi ultimi tempi è stato più lontano da quel gruppo, senza contare che non ha partecipato alle gare col Moferno, c’era invece suo fratello Chill!”

“E come dimenticarsi quella volta in cui li ha denunciati al preside, e infatti Ardor e Chill erano assenti a lezione… Però a loro è andata bene: hanno saltato il noiosissimo monologo di Claw!”

“Facciamo così, parliamone con lui quando saremo di nuovo a Lapillia, mi pare la cosa più logica!” concluse il Pokémon Legnogeco.

“Va bene, chiusa la questione!” aggiunse il Totodile. “Scale, una curiosità: cos’è l’articolo della Gazzetta Pokémon che ti sei portato?”

“Ah, questo…” rispose con imbarazzo. “E’ un annuncio. Vogliono pubblicare libri e storie in allegato al giornale. Da un lato, scrivere mi ha portato molta soddisfazione, ed anche conoscere meglio me stesso, ma dall’altro, la frustrazione scaturita è ciò che mi ha fatto abbandonare il mio mondo. E’ che vorrei riprovarci…”

“E’ perché dovresti imbarazzarti? Capisco il trauma passato, ma non credo debba così condizionarti. Vedrai che sarà diverso!”

“Hai ragione!” il Treecko si riprese. “Dato che la mia fama inizia a precedermi, potrei scrivere un’autobiografica su come sono diventato un Ranger!”

“Buona idea!”

Si sentì bussare alla porta. “Posso entrare?”

“Avanti!”

Il Pokémon in questione era Shell del Team Glisten. “Un Pelipper postino ha portato queste, sono i vostri diplomi!”

“Grazie, amico!” disse il Pokémon Mascellone prendendo le lettere.

“Un’altra cosa: essendo, incredibilmente, calma la situazione di oggi, Light ci ha dato giornata libera. Le ragazze se ne sono andate a Borgo Quieto, incomprensibilmente. Io e Spark abbiamo proposto di andare a vedere un film al Cinema Meowth, vi interessa venire? Aura e Fossil hanno accettato!”

“Mi sembra una bella idea!” rispose Scale voltandosi verso Tusk finché lui non fece cenno di aver inteso. “Che film si va a vedere?”

“Si intitola Il castello errante di Rowl. Non conosco la trama, ovviamente, so solo che narra di Rowl, un Decidueye mago che vive in un castello mobile!” rispose l’Oshawott.

“Interessante…” riprese il Totodile a parlare. “Dov’è il Cinema Meowth?”

“Avete presente la piazza di Brusilia? C’è una scalinata in discesa, è proprio nei pressi degli ultimi gradini. Ci vediamo lì tra dieci minuti!” finito per andare, Shell fece per andarsene.

“Va bene, a dopo!” lo salutò Scale.

Dieci minuti dopo, il Team Dragon raggiunse Aura, Fossil ed il Team Glistem, giusto in tempo per la proiezione. Il cinema era pieno di Pokémon, ma i sei Ranger riuscirono a trovare dei posti liberi per loro. Il film durò circa due ore, e terminato stava per tramontare il sole. Aura propose di spostarsi all’ingresso della città così da attendere Eon, Curse, Candle e Bloom di ritorno da Borgo Quieto.

“Come vi è sembrato il film?” chiese il Pokémon Emanazione. “A me è piaciuto molto!”

“Stupendo!” disse Fossil.

“Avvincente!” rispose Scale.

“L’avevo detto che era una scelta azzeccata!” disse Spark. “Comunque, i piani alti mi hanno detto che anche domani mattina resteremo alla Terra dell’Acqua, ma più tardi possiamo scegliere che fare. Noi pensavamo di tornare a Villaristoro dopodomani e fare un falò domani sera, che ve ne pare come idea?”

Tutti fecero un gesto affermativo.

Nel frattempo, in un sotterraneo della base del GIP stava per essere condotto un importante esperimento. Era un’enorme spazio vuoto, molto simile ad un’arena. Tutti i membri erano concentrati ed emozionati, tranne Cake che non perdeva tempo a distrarsi nel prendere e sgranocchiare una Mela Perfetta da una cassetta che si era portata. L’unico assente era Gargoyle, che entrò con indosso una bandana ed un sacchetto di Sabbia Soffice in una chela.

“Ricapitoliamo!” iniziò a parlare Muzzle. “L’Ipercarica Evolutiva si può eseguire con un tessuto ricavato da fibre dell’Albero della Vita ed una fonte d’energia. Una può essere l’Albero della Vita stesso, che fornisce sufficiente energia per evolvere temporaneamente di tutti gli stadi se è possibile, ma solo se ci si trova nelle sue vicinanze!”

“Le altre fonti invece possono permettere l’evoluzione per uno stadio, e solo usandone altre si può raggiungere il massimo!” prese parola Topsoil. “Tali possono essere una pietra evolutiva o uno strumento che potenzia delle mosse!”

Era tutto pronto per iniziare, ma Light aveva ancora dei dubbi. “Gargoyle, sei sicuro di volerci provare?”

“Certo! E’ il minimo per sdebitarmi, mi avete ridato la libertà!”

Il Gligar iniziò a concentrarsi, e la Sabbia Sofficile e la bandana iniziarono ad emettere un’intensa luce. Non sembrò causare nulla, finche lo strumento che faceva da fonte non iniziò a penetrare nel suo corpo. “E’ una sensazione stranissima!” gridò il Pokémon Aliscorpio. “Non è dolore, ma sento di voler urlare!” Entrato del tutto, il suo intero corpo brillò, emettendo un bagliore accecante. L’effetto voluto fu sortito, ed in meno di un attimo Gargoyle divenne un Gliscor. Tutti i presenti rimasero stupefatti, ma lui fu preso immediatamente dal panico ed iniziò a muoversi rapidamente senza curarsi di dove stesse andando. Si schiantò contro un muro, per poi finire sulla cassetta di Mele Perfette, distruggendola, senza nemmeno rendersene conto. Light a quel punto si gettò contro di lui riuscendo ad afferrarlo.

“Gargoyle, adesso calmati. Respira profondamente!” gridò il Pokémon Luce, cosa che fece subito. Gargoyle riuscì a calmarsi, e in quell’istante la Sabbia Soffice uscì dal suo corpo sotto forma di piccoli bagliori che alla fine si ricomposero. Di conseguenza, l’Ipercarica Evolutiva venne interrotta e Gargoyle tornò ad essere un Gligar.

“Pant pant… grazie Light! Pant…” il Pokémon Aliscorpio aveva il fiatone, evidentemente il processo aveva consumato le sue forze.

“Per la luce di Necrozma, sei esausto!” affermò Comet avvicinandosi. “Questa volta faccio io tutto il turno di guardia notturno!”

“Va bene… pant… però… pant… è stato un successo!”

Calò per un attimo il silenzio, finché tutti non gridarono molto forte accorgendosi della riuscita dell’esperimento. “E’ STATO UN SUCCESSO!”

 

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Capitolo 11

La Tenebra dell'Oblio

“Buongiorno, amici miei!” così Light saluto le squadre della Costellazione appena si alzarono. “Oggi la situazione è più caotica del previsto, perciò datevi da fare! Però, cercate di tornare il prima possibile che dovrò comunicarvi qualcosa di interessante!”

“Si!”

Usciti dall’edificio base del GIP, tutti presero la loro Intersfera per decidere quale missione svolgere.

“Io e Bloom ci dirigeremo alla Terra dell’Aurora: nel dungeon Cava Cristallina c’è un Vanillish che ha perso un suo oggetto. Ci penseremo noi!” esordì Candle.

“Lo raggiungeremo tramite Metaportale. Bonne journée!” concluse Bloom, ovviamente rivolta a Scale. Le due andarono immediatamente via.

“Quanto sono energiche…” affermò Curse stupefatta. “Aura, che ne pensi di questa missione?”

“Catturare un Crobat ladro nella Grotta Egida? Sarà un gioco da ragazzi! Al Laprascafo!” rispose il Riolu, per poi salutare tutti e dirigersi alla Terra dell’Erba.

“Fossil ed io abbiamo già scelto: soccorreremo un Espeon nel dungeon Sale della Magia nella Terra della Sabbia!” disse piano Eon.

“Shell, io tornerei nella Terra della Nebbia, questa missione mi sembra preoccupante!” disse Spark al suo partner.

“Fammi leggere… Un Ariados ha invaso la Foresta dei Colori ed attacca ogni Pokémon a vista. Meglio sbrigarsi!” rispose Shell.

Ora restava solo al Team Dragon scegliere, ma Tusk trovò già una missione interessante. “Scale, qui c’è scritto: Missione urgente! Un Helioptile è stato assalito da un Pangoro e la sua gang nelle profondità del Lago Orientale. Gli aggressori hanno un comportamento anomalo e sembrano sotto controllo mentale.”

“Andrei subito, ma perché nessun altro l’ha notata? E dov’è il Lago Orientale?”

“E’ arrivata proprio adesso, e questo dungeon è qui nella Terra dell’Acqua!”

“Allora andiamo!” disse il Treecko con decisione.

Intanto, anche la situazione dei membri del Gruppo Investigativo Pokémon sembrava più caotica del previsto: Light e Wave stavano scrivendo gli ultimi rapporti, Comet pensava a fare da guardia, Cake preparava le pietanze per la giornata e Flow, Swift, Muzzle e Topsoil si occupavano di catalogare i reperti, nel più totale baccano. E in tutto ciò, Gargoyle era ancora addormentato, esausto per l’esperimento. Si svegliò circa mezz’ora dopo.

“Buongiorno, amici! Novità dal mondo?”

“No, nessuna!” rispose Light. “Tu invece come stai?”

“Tutto bene, mi sono ripreso. Riproverei l’esperimento cercando di usare meno energia, forse non ne uscirei esausto!”

“Va benissimo, ritenteremo più tardi!” disse Wave.

“Piuttosto Gargoyle, come sarebbe questa fantomatica città di Spettralia?” chiese l’Ampharos alzandosi ed incamminandosi verso i piani più bassi. “Vorrei capirci di più!”

“Allora… Ricordo che era circondata da alberi neri completamente spogli, c’erano diversi Pokémon Spettro amichevoli che gestivano i negozi e, nonostante lo scorrere del tempo, il cielo era sempre come nelle prime ore di notte con una mezzaluna calante!”

“Ok, vediamo se ciò ci darà un’altra pista da segui… Ah!” Light cadde dalle scale.

“Per le tenebre di Yveltal, sei tutto intero?” domandò il Gligar.

“Si… Qui non è più il mio senso dell’orientamento pessimo, ma sono vertigini!” esclamò con frustrazione.

Nel frattempo, il Team Dragon aveva già percorso buona parte del dungeon Lago Orientale. Esso era enorme, circondato da canne di bambù e pietre e pullulava di Pokémon Acqua e Coleottero, ma stranamente non ce n’erano così tanti in quel momento.

“Tusk, qui risulta che siamo al diciannovesimo piano, ossia il penultimo, ma è normale che sia deserto questo posto?”

“Ho un brutto presentimento: anche la Foresta Legnogeco, il giorno in cui ti ho trovato, era vuota, e lì c’era un’Ombra dell’Oblio!”

Trovarono dopo un po’ le scale, accedendo all’ultimo piano. Di acqua ce n’era poca, e i bambù erano abbondanti, ma fu possibile vedere l’Helioptile minacciato da un Pangoro e due Pancham.

“Ehi voi! Con chi credete di avere a che fare!?” urlò il Treecko Ranger per attirare la loro attenzione.

Sortì l’effetto voluto, ed i tre Pokémon aggressori si voltarono. C’era però qualcosa di molto strano: i loro occhi, invece di essere neri, brillavano di un intenso rosso scarlatto. Inutile dire che ciò sorprese e spaventò i due membri del Team Dragon, ma non fu abbastanza per farli scappare. Uno dei Pancham si lanciò all’attacco e fu facilmente evitato, ma continuò senza nemmeno pensare finché Tusk non lo colpì con Codacciaio. Stranamente, l’attacco lo scaraventò via e lo fece svenire, e successe la stessa cosa all’altro Pokémon Briccone colpito da Scale. Il Pangoro sembrava decisamente più agguerrito e potente. Sferrò subito un poderoso Martelpugno centrando il Treecko Ranger, il quale rispose con Assorbimento per recuperare energia. Il suo partner si lanciò con Acquagetto e lo prese in pieno. Infine, i due si scagliarono all’attacco e colpirono il Pokémon Occhiotruce in testa, entrambi con Codacciaio. Anche lui svenne sul colpo.

“Tutto bene?” Scale si rivolse all’Helioptile.

“Si, sto bene, grazie per avermi salvato. Io mi chiamo Flash!”

“Molto piacere. Io sono Scale e lui è Tusk!”

“Scale, non ti sembra che sia stato troppo facile affrontare questi tre?” chiese il Totodile.

“In effetti…”

In quel momento, i tre Pokémon svenuti si ripresero. “Ah… Che è successo?” il Pangoro fu il primo a svegliarsi. “Ehm, ma dove siamo finiti? Questo non è Borgo Quieto!”

I due Pancham sembravano sperduti quanto lui.

“Non ricordate niente?” chiese il Pokémon Mascellone.

“Solo che stavamo parlando con il giornalista Flash, poi nulla!”

“Avete iniziato ad inseguirmi. Avete smesso di parlare all’improvviso e i vostri occhi sono diventati rossi!” chiarì Flash.

“Cosa?! Qualsiasi cosa sia successa, non ho ricordi, ma faremo ammenda. Voi due, andiamo!”

I due Pancham annuirono e lo seguirono, ed uno dei due iniziò a sussurrare all’altro. “Spero non sia successo un caos. Non ne combino una grossa da quando sono uscito di casa furtivamente a notte fonda. Era quando si pensava che un fantasma infestasse la scuola!”

“Questo è davvero strano…” disse Tusk. “Flash, ma allora tu sei un giornalista?”

“Si, lavoro per la Gazzetta Pokémon. Sono anche un fotografo…”

“Fate silenzio!” lo interruppe uno Scale preoccupato notando una melma viola per terra. “Oh no! Tusk, prendi l’Intersfera e manda un messaggio di emergenza al GIP ed alle quattro squadre. Non farti domande e fallo!”

Il Totodile annuì e lo fece rapidamente, e per fortuna fece in tempo: dalle impronte dei Pokémon appena andati via sbucarono fuori sei Ombre dell’Oblio, e con esse la barriera che impedì ai tre Pokémon di scappare.

“VOI INTRUSI DOVETE SPARIRE!” si sentì un eco di molti voci, ma impossibile capire quale degli esseri gelatinosi fu ad emetterlo. Le sei Ombre dell’Oblio terminarono la cupola vitrea ed iniziarono a fondersi insieme, creando un golem gommoso con un enorme nucleo rosso sferico come testa. “I PADRONI CI AVEVANO DETTO CHE POSSEDERE QUEI TRE CI AVREBBE PORTATO DA DUE INTRUSI!” I tre Pokémon erano tremendamente spaventati, ma la creatura non aveva ancora iniziato. Allungò una delle sue braccia e afferrò Flash, per poi sbatterlo a terra facendolo svenire, e lui venne avvolto da una luce gialla. “VOI SIETE INTRUSI IN QUESTO MONDO!”

L’essere gelatinoso tentò di attaccare il Team Dragon, riuscendo delle volte a centrare il bersaglio. Provando a sfruttare la stessa tecnica con cui sconfissero le Ombre a Villaristoro, Scale caricò un Dragospiro senza lanciarlo, mentre Tusk si lanciò all’attacco con Codacciaio. Questa volta però andò diversamente.

“Tusk, quel coso non ha cambiato tipo, e gli hai causato un danno neutro!” Scale a quel punto liberò il suo Dragospiro, e successe esattamente la stessa cosa.

“L’ho notato adesso, non ha l’occhio interno!”

“CAMBIARE TIPO? A QUALE FINE DOVREMO AVVALERCI DI UN POTERE DA DEBOLI?” la creatura estese le sue braccia al terreno fondendole con le gambe, e dal corpo gelatinoso fuoriuscirono diversi tentacoli viola che colpirono violentemente sia Scale che Tusk, che crollarono a terra per il dolore. “NON AVETE VIA DI SCAMPO, INTRUSI… CHE SUCCEDE?”

In quel momento, il Gruppo Investigativo Pokémon e gli altri team della Costellazione raggiunsero il luogo indicato sul messaggio di emergenza. Il mostro appiccò della melma alle pareti della cupola per oscurare il campo visivo, rendendola così opaca e più spessa. Tuttavia, la parte superiore rimase scoperta e Gargoyle ci salì sopra.

“E che cos’è quello? Sembra un’Ombra dell’Oblio colossale. E Scale e Tusk sembrano in serio pericolo!”

“Questa cupola è infrangibile!” affermò Flow cercano di sfondarla.

“Devono distruggere quel coso, e credo di sapere come!” a Light venne l’illuminazione. “Aura e Candle, scrivete un messaggio su come funziona l’Ipercarica Evolutiva. Muzzle, riempi un sacchetto con una Pietrafoglia ed una Pietraidrica ed il messaggio. Topsoil, scava sotto la barriera per poterglielo passare!”

Fecero tutti come ordinato, riuscendo a passare il tutto al Team Dragon, ma l’essere gommoso usò dell’altra melma per chiudere la buca sotterranea.

Scale prese in mano il sacchetto. “Tusk, fammi da copertura affinché possa leggere questo!” il Totodile annuì e iniziò a muoversi con Acquagetto rimbalzando continuamente per bloccare le frustate del mostro gelatinoso. “Per avviare l’Ipercarica Evolutiva bisogna assorbire energia, che verrà catalizzata dalla vostre Sciarpe dell’Armonia, da una fonte, come queste pietre. Non usate tutta la vostra energia o finirete esausti.” finito di leggere, il Pokémon Legnogeco passò al partner la Pietraidrica.

“Tentar non nuoce!” gli rispose.

“Ipercarica Evolutiva!” gridarono insieme, innescando il processo. Le loro bandane iniziarono a brillare e le pietre, trasformatesi in energia luminosa, penetrarono nei loro corpi. Subito si scatenarono due bagliori, uno verde ed uno azzurro, e ne uscirono fuori un Grovyle ed un Croconaw.

“Ha funzionato! Amici, ha funzionato!” annunciò Gargoyle.

“Mi sento potentissimo!” disse il Pokémon Legnogeco. “Ed ora, con chi credi di avere a che fare!?”

I due Pokémon del Team Dragon divennero incredibilmente veloci e robusti, e così lo scontro divenne molto più acceso. La colossale creatura gelatinosa usò nuovamente le sue fruste, ma adesso fecero danni irrisori. Tusk usò Acquagetto passando più volte all’interno del corpo del mostro, rammollendolo e rendendolo instabile. Scale ne approfittò per colpire la testa scarlatta con Inseguimento.

“AH… COSA SIGNIFICA?” sul nucleo si formarono delle crepe, così come sulla cupola, cosa che convinse i Pokémon all’esterno a fare dei passi indietro.

“Tusk, ci sono molte più crepe sulla parte superiore della cupola, riusciresti a sfondarla? Voglio fare un attacco dell’alto!” disse il Pokémon Legnogeco.

“Posso provarci!” rispose il Pokémon Mascellone afferrando il suo partner e caricando un altro Acquagetto per spingersi verso l’alto. Riuscirono a passare frantumando la barriera, e a quel punto Scale attaccò con un potentissimo Dragospiro che distrusse definitivamente il mostro gommoso.

“PADRONI, PLASMATE UN DESTINO IN CUI SAREMO VENDICATI!” urlò disperatamente mentre si dissolse, così come i resti della cupola vitrea e la luce attorno a Flash.

“Mi sa che abbiamo esagerato!” concluse Scale mentre lui e Tusk tornarono ad essere un Treecko ed un Totodile.

 

GameGate01

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Capitolo 12

Nuove Reclute

“Non preoccupatevi, si riprenderà presto!” disse l’infermiera Audino Feel della scuola di Borgo Quieto a proposito delle condizioni di Flash. Tutti si rassicurarono, la ringraziarono ed andarono via.

Si era fatto tardi e stava per iniziare il tramonto, ma tutti i Pokémon non sembravano poi così stanchi, ed anzi erano pronti per iniziare una lunga conversazione.

“Avrei dovuto continuare con le mie esperienze mediche!” affermò Light. “Da quando mi sono spostato dalla Terra dell’Erba e fondato il GIP non l’ho più fatto!”

“Eri un medico?” chiese Wave.

“Si, vivevo al Picco del Cielo. Soccorsi uno Sneasel nell’ultimo anno in cui rimasi lì!”

“Un momento…” prese parola Curse. “Vorresti dirmi che eri tu quell’Ampharos?”

“Esatto! Bizzarro che non ci abbiamo pensato finora!” ne seguì una risata. “Ora torniamo seri… Scale e Tusk, che è successo precisamente?”

“Diciamo…” iniziò il Totodile a parlare. “Abbiamo raggiunto Flash e messo al tappeto gli aggressori, che sono subito tornati in sé. Poi se ne sono andati e sono sbucate le Ombre dell’Oblio!”

“Si sono fuse in quello che chiamerò Tenebra dell’Oblio, ed era un essere davvero strano: non poteva cambiare tipo, definendo tale facoltà come da deboli, ma riusciva a sferrare poderosi attacchi!” aggiunse il Treecko.

“E per finire, comunicava emettendo un eco di voci e parlando di sé al plurale. Ci ha definiti intrusi, forse perché siamo umani!”

“La cosa si sta facendo strana… Per il resto, l’Ipercarica Evolutiva è stata un vero successo, i miei complimenti!” Light era più loquace che mai. “Solo che più tardi dovrò fare rapporto a Claw… Ora il GIP farà ritorno a Brusilia, voi fate come volete, ma sappiate che le porte per voi saranno sempre aperte!” i membri del Gruppo Investigativo Pokémon annuirono e salutarono la Costellazione.

Candle e Bloom fecero strada e portarono tutti alla collina del grande albero, dalla quale era possibile ammirare il villaggio. Scesa la notte, accesero un fuoco per il falò ed iniziarono a cuocere allo spiedo bacche e semi.

“Uno spiedo di Semefuoco, voglio vedere chi ha il coraggio di mangiarlo!” disse Fossil togliendolo dal fuoco.

“Dallo a me!” disse Scale con grande sorpresa di tutti. “Se si parla di cibo piccante non mi batte nessuno!”

Continuarono a cenare spensierati per un po’.

“Com’è andata con le vostre missioni?” chiese Tusk curiosamente.

“Très bien!” rispose Bloom. “Non è stato così difficile!”

“Provaci tu a battere quell’Ariados, ce l’abbiamo fatta per un pelo!” gridò Spark.

“Quel Crobat invece è stato facile da acciuffare!” aggiunse Curse.

“Io avrei una piccola novità: scriverò My Ranger Academia, un’autobiografia su come sono diventato un Ranger. Gazzetta Pokémon l’ha approvata e la pubblicherà allegata al giornale!” il Treecko non perse l’occasione di annunciare la sua opportunità.

“Hai già un fan!” disse contento Aura.

I membri della Costellazione continuarono a divertirsi fino a crollare dalla stanchezza, e senza che nessuno si accorgesse di nulla si addormentarono tutti lì. Al risveglio furono decisamente disorientati. Ora l’unica cosa da fare era tornare alla rispettiva base con un metaportale: il Team Eternal a Piazza Pokémon, il Team Spirit a Borgo Tesoro, il Team Glisten al Poképaradiso, il Team Blazemour a Brusilia ed il Team Dragon a Lapillia. Tuttavia, Tusk volutamente cambiò destinazione.

“Ti avevo promesso che ti ci avrei portato, ed eccoci qua!” disse a Scale non appena arrivarono a Cristallia.

La città era un vero spettacolo per gli occhi: dalla costa gelata alle colline innevate risplendeva di una luce candida, mentre l’aurora illuminava i cieli. Erano presenti un negozio Kecleon, un Caffè Giramondo, dei ristoranti locali ed altri edifici vari. Le strade erano poi percorse da dei tubi metallici in cui scorreva vapore, caratteristica realizzata per rendere distinguibile la via e per riscaldare l’ambiente e rendere l’atmosfera sopportabile a tutti.

“WOW, è davvero magnifica! E’ in assoluto la prima volta che mi trovo in un posto con la neve!” Scale era ammaliato dalla bellezza della città.

“C’è una locanda nei pressi dei negozi, dobbiamo passare un attimo lì e poi andremo a Lapillia!” affermò il Pokémon Mascellone mentre i due si incamminarono verso l’edificio.

All’interno era molto più caldo, dato che c’era un caminetto acceso, e le pareti erano decorate con un particolare motivo a fiocchi di neve.

“Salve, come posso aiutarvi?” disse l’Indeedee locandiera.

“Salve, dovevo incontrarmi con un amico che alloggia qui!” rispose il Totodile. “Si chiama Flare ed un Charmander!”

“Si, è qui. Vado subito a chiamarlo!” ella si diresse verso le stanze, mentre Scale si girò verso Tusk ce gli fece un cenno di aver inteso.

“Eccomi, qual buon vento vi porta qui?” disse Flare appena arrivato lì.

“Volevamo riferirti che abbiamo accettato la tua richiesta!” rispose Tusk.

“Benvenuto nel Team Dragon!” aggiunse Scale.

“Grazie mille!” rispose entusiasta. “Adesso però non posso raggiungervi a Lapillia essendo occupato in un caso importante!”

“Non importa, vieni appena puoi!” si salutarono ed il Team Dragon se ne andò.

“Una faccenda risolta, ora dobbiamo tornare all’accademia!” disse il Totodile.

“OK! Questo posto però è bellissimo, e sentirsi la neve sotto i piedi è una sensazione gradevole!”

Per arrivare alla città nella zona montuosa della Terra dell’Aurora bastò aprire un Metaportale con le carte idonee. La città di Lapillia fu anch’essa suggestiva: alle pendici del vulcano si ergeva imponente l’Accademia Ranger alla fine di una stradina che la collegava alla piazza. Lì si potevano trovare negozi di ogni tipo, e fu proprio il luogo dove Scale e Tusk apparvero. Appena entrarono nella scuola, i vari studenti li accolsero con un applauso, ricambiato con un inchino.

“Finalmente eccovi!” disse il preside che li attendeva. “Venite, ho qualcosa da mostrarvi!”

Li portò in un’altra sezione dell’accademia, in un enorme dormitorio. “Queste sono per i membri che recluterete nel vostro team!” disse mostrando le varie stanze con all’interno uno o due letti e qualche mobile.

“Sono tantissime!” Tusk non aveva mai visto nulla del genere, e Scale non fu certo da meno.

“E non è ancora finita!” il Preside Claw mostrò un vicolo cieco dove era presenti delle Metacarte in un apposito contenitore. “Qui possiamo aprire un Metaportale che porta in un edificio dall’altra parte del vulcano, dove si potrà dare alloggio ad altri Pokémon. E’ enorme, ma si può espandere ulteriormente!”

“Ma siamo seri?!” chiese il Treecko stranito.

“Esatto… Ora vi porto nella vostra camera!” rispose il Noctowl facendo strada.

La loro stanza era decisamente più grande e, oltre ai letti ed il mobilio, era piena di decorazioni che ricordavano molto un Treecko e un Totodile.

“Stupendo!” il duo del Team Dragon era certamente sbalordito.

“E’ un riconoscimento che meritate. C’è anche un Salvatesori particolare, ha uno scomparto condiviso con le altre squadre della Costellazione!” il preside fece per andarsene. “Buona fortuna!”

Sia Scale che Tusk erano entusiasti. “Ci sta andando proprio bene… ma cos’è questo Salvatesori?” chiese il Pokémon Legnogeco.

“Ah già, l’ho fatto sempre io… ci puoi depositare strumenti e soldi. Ora non dovremo pensare a Frost?”

“Giusto, vado a chiamarlo!”

Uscito, Scale se ne andò verso il cortile immaginando di trovarlo lì, e la deduzione fu corretta. Schioccò le dite per attirare l’attenzione dello Sneasel, per poi fare un gesto per invitarlo a seguirlo. Frost si guardò intorno per un attimo e frettolosamente raggiunse il Treecko. Si avviarono verso il dormitorio del Team Dragon, ma il Pokémon Lamartigli non poteva fare a meno di guardarsi alle spalle. Entrati, lui si rassicurò.

“Avete accettato la mia richiesta?” chiese.

“Non ancora, vogliamo prima sapere perché vuoi unirti a noi!” rispose il Totodile.

“Ecco…” sembrava calmo, ma in quel esplose dalla preoccupazione. “Non ne posso più di dover assecondare Ardor con le continue minacce di mio fratello. Voi avete saputo tenergli testa, quindi siete per me una luce!”

“Aspetta, di che stai parlando?” chiese il Treecko più confuso che mai.

“Chill sa benissimo che ho un’indole diversa dalla sua e perciò per tutto questo tempo ha messo un suo artiglio dietro al mio collo finché non mi comportavo come lui. Scale, la sera in cui li hai affrontati ho deciso di finirla e li ho denunciati al preside il giorno dopo, infatti a lezione non c’erano. E quel folle di Ardor mi ha massacrato e buttato al ventesimo piano del Vulcano Fuocotopo!”

“Cosa?! Ma allora quei due sono proprio fuori di testa!” disse Tusk stupefatto. Si girò verso Scale che annuì. “Sei dentro!”

“Vi ringrazio, troverò il modo di sdebitarmi…” fu interrotto da una voce che si stava avvicinando.

Scale uscì, seguito dagli altri, e non fu di certo sorpreso di vedere chi fosse. “Ardor!”

“Scale!” il Monferno fece dei passi avanti con aria furiosa.

“Oh? Ti avvicini a me? Invece di scappare, viene dritto da me?” disse con un fare superiore.

“Non posso farti a pezzi senza avvicinarmi!”

“Oh ho! Allora avvicinati quanto vuoi!”

La sicurezza del Pokémon Legnogeco destabilizzò notevolmente Ardor. “Hai deciso di soffiarmi un sottoposto… tienilo, tanto era il peggiore!” se ne andò velocemente, lasciando però intendere di avere molta paura.

“Problema risolto!”

“Che vigliacco, e dovrebbe essere temibile?” il Totodile era incredulo.

“Paura di un Pokémon di tipo Erba? A quanto pare è un vero incapace!” affermò Frost. “Poi chiamandomi sottoposto non ha fatto nulla per riportarmi dalla sua parte, se mai l’avessi voluto!”

Si sentì bussare alla porta. “Posso entrare?”

“Si”

Era Flare che, contro ogni previsione, era arrivato a Lapillia. “Non ci crederete mai, ma quel criminale che cercavamo era nella stessa locanda in cui alloggiavo. Proprio assurdo!” disse con una vivace risata. “Ora posso essere dei vostri!”

“Bene, allora siamo in quattro!” disse Scale.

“Adesso capisco perché Ardor era così furioso!” disse il Charmander guardando lo Sneasel.

“Scale, giusto una domanda: com’è il mondo degli umani? E’ meglio di questo?” chiese il Pokémon Lamartigli.

“Può sembrare migliore giusto perché appare straordinario, ma non è così roseo!” rispose Tusk velocemente.

“Ah ok… Un momento! Tusk, come fai a saperlo?”

“Perché sono un umano anch’io!”

“Questo spiega molte cose…” disse Flare.

Furono interrotti da una chiamata all’Intersfera di Tusk. “Pronto?”

“Qui è Light, come va da voi?”

“Tutto bene, abbiamo due nuovi membri!”

“Bene. A tal proposito, quante Intersfere avete?” chiese il Pokémon Luce.

“Vediamo…” il Pokémon Mascellone chiese agli altri membri. “Due, la mia e quella di Frost!”

“Ok, abbiamo deciso che ognuno dovrà avere la sua. Ve ne spedisco alcune all’istante col Salvatesori. Semplicemente condivideranno le informazioni tra i componenti del team. A presto!” Light chiuse la chiamata.

Immediatamente il Salvatesori ruotò la serratura, e nello scomparto condiviso apparvero due Intersfere, che furono immediatamente prese e registrate a nome di Scale e Flare.

“Benissimo, ma adesso ci dividiamo il lavoro?” chiese Frost.

“Io e Scale avremo da fare domani: il GIP sta facendo un’importante ricerca e penso di sapere dove andare!” disse il Totodile.

“Allora io e Frost faremo delle missioni. Che te ne pare?” domandò il Charmander.

“Mi va bene!”

Suonò in quel momento la campanella che avvisò di andare in mensa.

“Ora voglio proprio vedere la reazione di tutti alla vostra vista!” disse Flare ridendo, realizzando quanto il Team Dragon fosse diventato celebre.

 

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Capitolo 13

La Sorgente Eterea

Arrivato il mattino, il Team Dragon si svegliò più carico che mai. Dopo uno stancante pomeriggio passato ad accontentare i fan rispondendo alle loro continue domande e richieste di autografi, finalmente riuscirono a riposarsi come meritavano.

“Buongiorno, amici!” così Scale salutò tutti.

“Buongiorno, oggi dobbiamo darci da fare. Da dove cominciamo?” chiese Flare.

“Prendiamo l’Intersfere!” disse Tusk prendendo la sua. Fu possibile vedere molte missioni.

“Ce ne sono varie alla Cava Cristallina, provo a prenderne una!” affermò Frost. Appena scelta, essa apparve in tutti e quattro i dispositivi. Ne presero così anche altre, tutte nel medesimo dungeon.

“Allora, Scale ed io penseremo alla ricerca per il GIP, mentre voi due svolgerete le missioni, giusto?” disse il Totodile.

“Si!”

La Cava Cristallina era una grotta bianca piena di cristalli di ghiaccio, dalle stalattiti sul soffitto alle numerose stalagmiti che delimitavano in percorso. Sia Flare che Frost non ebbero problemi ad adattarsi alle gelide temperature del dungeon, ma il Charmander sembrava tutt’altro che calmo.

“Frost, tu mi nascondi qualcosa!”

“Che…” lo Sneasel fu piuttosto sorpreso.

“Tu eri uno dei tirapiedi di Ardor, non credo proprio che tu sia entrato nel Team Dragon senza tramare qualcosa!”

“Flare, giuro! Voglio solo una rivalsa contro Ardor e Chill. Sono stato costretto da mio fratello a fare tutto quello!”

“E pensi che possa crederti?”

“Sono stato sotto ricovero per tre settimane perché Ardor mi ha massacrato e buttato nel Vulcano Fuocotopo. Tutto questo perché li ho denunciati al preside!”

“Ascolta…” Flare sembrava sempre più furioso, a tal punto che lo prese e lo sollevò. “Se Scale, Tusk o tutti e due dovessero subire qualsiasi cosa per colpa tua, non te la farò passare liscia!”

“Ok…” rispose il Pokémon Lamartigli sempre più teso.

“Uomo avvisato, mezzo salvato. E’ così che dicono gli umani!” il Pokémon Lucertola si calmò e lo lasciò. “Ora andiamo!”

“Ehm… Flare, come conosci un detto umano?”

“Ah…” fu preso certamente alla sprovvista. “Il Commissario Magnezone ha conosciuto un essere umano trasformato in Pokémon ed ha appreso alcune espressioni!” rise per un attimo, ma subito si voltò ed allungò il passo. “Cavolo, stavo per farmi scoprire!” pensò nervosamente mettendosi le mani sulla testa.

Intanto, Scale e Tusk andarono dalla parte opposta del continente, diretti al Fiume Mascellone. Esso non era troppo lontano dalla Foresta Legnogeco, e sembrava entrambi i dungeon terminassero nella stessa zona. Nei pressi delle entrate c’erano due Pokémon che chiacchieravano, un Grovyle ed un Croconaw. Quest’ultimo si accorse quasi subito di loro, e istantaneamente riconobbe il Totodile.

“Ehi Tusk, è tanto tempo che non ci si vede. Sono io, Fang!”

“Per poco non ti riconoscevo, come va qui?” disse con un tono molto amichevole.

“Tutto bene. E il tuo amico?”

“Mi chiamo Scale!”

“Molto piacere! Lui è Vine, mio collega guardiano e mio miglior amico!” disse Fang presentando il Grovyle.

“Quale buon vento vi porta da queste parti?” chiese Vine.

“Volevamo chiedere al Capo Crest delle informazioni: parlava spesso di particolari reliquie, e potrebbero essere le stesse di cui noi stiamo facendo una ricerca!” rispose il Totodile.

“Bene, allora seguiteci!” rispose il Grovyle facendo strada verso un sentiero boschivo.

“Ehi Tusk, perché non mi hai detto nulla a proposito?” sussurrò Scale al partner.

“Non so se sono proprio le Frecce, è sempre stato vago. Non vorrei si fosse inventato tutto!”

La strada era molto stretta e passava in una vegetazione fittissima, ma per nessuno dei quattro Pokémon ebbe troppe difficoltà.

“Questa non è la Foresta Legnogeco?” chiese Scale.

“Si!” rispose Vine. “Passeremo di qui per evitare di percorrere tutti i 99 piani di uno dei dungeon!”

“Ma Crest non è nel Fiume Mascellone?”

“Più o meno!” prese parola Fang. “Il regno dello Sceptile Basil e il clan del Feraligatr Crest si sono uniti, ed adesso ci troviamo tutti in una zona che collega i dungeon!”

“Basil e Crest sono molto amici, e si dice che abbiano deciso di unirsi dopo che una squadra di Lapillia è diventata molto famosa: il Team Dragon!”

“Siamo noi il Team Dragon!” disse Tusk. Al sentire quelle parole il Grovyle ed il Croconaw si fermarono e si voltarono stupefatti.

“Seriamente… Da te non me lo sarei mai aspettato, Tusk. Eri forte e abile, ma traguardi del genere… Un umano è veramente superiore ad un Pokémon?” disse Fang.

“Non proprio, nessun umano ha poteri simili, ma sinceramente non so se ne avessi mai avuto il bisogno!” rispose il Treecko.

“A proposito di umani, è da tempo che ricordi di esperienze mai vissute mi tormentano. Improvvisamente si sono manifestati nella mia mente, e c’è un umano!” disse Vine.

“Di che si tratta? Non me ne hai mai parlato!” domandò Fang.

“Sono ricordi molto sbiaditi: rammento di aver viaggiato nel tempo per cancellare un mondo oscuro e desolato, ed è tutto finito con me e degli amici su una vetta. Ci sono quattro nomi: Melody, un’amica che mi ha molto aiutato, Cyclops, un nemico che è poi passato dalla nostra parte, Aura, un umano che incontrai prima del primo viaggio e che poi divenne Pokémon, e Curse, compagna di Aura!”

“Noi conosciamo Aura e Curse, gliene parleremo!” gli rispose Scale.

“Grazie, non riesco proprio a capirci… Oh, siamo arrivati!”

La zona dove ora si trovavano in regno di Basil ed il clan di Crest era un prateria con folta vegetazione ed un ruscello. Agli estremi, corrispondenti ai dungeon, c’erano un enorme e imponente albero ed un laghetto circondato da rocce. Si poteva vedere un gruppo di Treecko, Grovyle, Totodile e Croconaw che accerchiava con segni di riverenza attorno a Basil lo Sceptile e Crest il Feraligatr, i loro regnanti. Entrambi indossavano un mantello rosso e dei bracciali dorati.

“Restate un attimo qui, ci parliamo un attimo noi!” comunicò Fang al Team Dragon.

Si avvicinarono, e vennero subito notati. “E’ successo qualcosa, figlioli?” chiese il Capo Crest.

“Niente di particolare, ma c’è qualcuno intenzionato a parlare con voi!” rispose Vine. “Sono del Team Dragon, e uno di loro è Tusk!” ne seguì un lungo silenzio collettivo per lo stupore. Il Grovyle fece un cenno di avvicinarsi a Scale e Tusk, e il loro arrivo fu accolto con un applauso.

“Per il divino Arceus, una notizia senza precedenti!” disse stupefatto Basil.

“Tusk, un traguardo simile sembrava davvero utopico per tutti, e tu sei l’eccezione che conferma la regola!” il Feraligatr sembrava in vena di festeggiare, così come tutti i presenti. “E il tuo amico? Scale, giusto?”

“Si, mi chiamo Scale!” rispose il Treecko.

“Lieto di fare la tua conoscenza. Cos’è che vi porta qui, figlioli?”

“In realtà è un motivo serio: siamo coinvolti in una ricerca importante. Voi parlavate sempre di particolari reliquie, Capo Crest, e forse sono proprio il nostro obiettivo!” la risposta di Tusk fece di nuovo calare il silenzio. I due regnanti annuirono e alzarono un braccio.

“Sapete cosa fare, proteggete questo luogo!” ordinò Basil, e tutti i sudditi ubbidirono.

A quel punto, Basil e Crest si allontanarono dalla zona, seguiti dal Team Dragon. Erano diretti verso la parte più interna della prateria, dove si poteva notare una cavità che entrava in una collina.

“Tusk, abbiamo scoperto cos’era quel foglio con su scritto Attendilo, ma desidero prima sapere come te la sei cavata una volta uscito dal clan!” disse il Feraligatr.

“Non è stata dura, ma mi sono sentito molto spaesato sapendo di essere l’unico umano divenuto Pokémon, finché non ho incontrato Scale!”

“Quindi Scale, sei un umano anche tu?” chiese il Pokémon Foresta.

“Esatto!” rispose il Treecko. Basil e Crest si guardarono per un attimo in faccia.

“Vedo che il divino Arceus è stato benevolo nei vostri confronti. Riguardo le vostre ricerche, non saranno forse legate alle Frecce?” domandò lo Sceptile.

“Si, credevo fossero queste le reliquie di cui parlavate sempre, Capo Crest…”

“Per favore, non darmi né del lei, né del voi, né del Capo, dopotutto, non abbiamo nulla in più di voi. Ebbene si, ma ciò che stiamo per mostrarvi va oltre le semplici Frecce!”

Arrivarono così alla cavità, ed entrarono. Non era poi molto buio, essendoci un gran foro sul soffitto da cui passava la luce solare. All’interno c’era un lago enorme, dalla particolare lucentezza color acquamarina.

“Questa è una Sorgente Eterea!” annunciò Crest. “Provate a mettere un piede in acqua!”

Scale e Tusk lo fecero, e poterono notare qualcosa di molto strano: non affondavano, ma continuavano a stare a pelo d’acqua.

“Che strano, com’è possibile?” chiese il Treecko.

“E’ tutto dovuto all’Etere, ossia l’energia che compone il mondo, l’universo, la vita!” rispose Basil mentre lui e Crest “entrarono” in acqua. “L’alta concentrazione di Etere in questo lago lo fa comportare come se fosse una gelatina acquosa. Ora andiamo avanti!”

Iniziarono tutti e quattro ad incamminarsi sulla superficie del lago, diretti verso una sponda opposta, dove c’erano diversi cristalli luccicanti. Più si avvicinavano al centro del lago, più la sua luminescenza si intensificava.

“Cosa dovremo sapere su questo Etere?” chiese Tusk nel suo stupore. “A scuola non ci hanno insegnato niente di troppo specifico, solo che è questa forza che costituisce tutto!”

“Ebbene…” il Feraligatr prese parola. “L’Etere si può distinguere in quattro categorie: Etere Puro, che si converte facilmente nelle altre tipologie, Etere Elementare, alla base di molti fenomeni naturali e dei poteri dei Pokémon, Etere Temporale, che muove il tempo, e infine Etere Spaziale, che costituisce lo spazio. Ogni specie di Pokémon nasce con in corpo una determinata e peculiare concentrazione di Etere, per questo siamo così diversificati. Tuttavia, assorbirne altro in qualche modo permette di sviluppare nuove abilità!”

“Ora che ci penso, un nostro amico, Aura, precedentemente umano, ha ricevuto il potere di avere visioni passato o futuro!” disse Scale.

“E l’avrà ottenuto con dell’Etere Temporale, con estrema probabilità!” rispose il Re Basil. “A tal proposito, è grazie ad un forte assorbimento di Etere che umani come voi sono divenuti Pokémon. Molti umani, e raramente Pokémon, sono scomparsi da questo mondo scomponendosi in luce gialla, delle volte semplicemente dissolvendosi, e in altre trasformandosi in sfere lucenti. Tale luce è sempre Etere!”

“Luce… Gialla… Mi ricorda qualcosa, ma non so cosa…” disse il Pokémon Legnogeco riflettendo.

“Sapete cosa sono gli Ingranaggi del Tempo, figlioli?” chiese il Capo Crest.

“Solo che sono artefatti che regolano il tempo e che, se portati alla Torre del Tempo, possono ripristinanrne un corretto flusso. Non saranno anche questi legati all’Etere?” disse il Totodile Ranger.

“Esattamente. Le zone in cui sono custoditi, ossia Foresta Arcana, Caverna Calcarea, Lago Foschia, Lago Sotterraneo e Lago di Cristallo sono sorgenti di Etere Temporale, così come la Terra Nascosta dove si trova la Torre del Tempo. Nella Terra dell’Erba ce n’è in abbondanza e si creano gli Ingranaggi ciclicamente, allo stesso modo delle Frecce che, composte da Etere Puro, assorbono i poteri dei Pokémon mitologici!”

“Ma come fate a sapere tutte queste cose?” chiese Scale stupefatto, mentre tutti arrivarono alla sponda.

“In origine, io proteggevo la Foresta Arcana e Crest la Caverna Calcarea. Tuttavia, fummo chiamati per proteggere questo luogo, la Sorgente più potente e più volte sfregiata da Ombre dell’Oblio. Quel pezzo di carta che hai con te, Tusk, fa parte di un messaggio!” dicendo ciò, li portò davanti ad una pergamena appesa ad una parete. Una parte era scritta in alfabeto umano, ed un’altra in Pokéroglifici, antica scrittura dei Pokémon.

Tusk applicò il suo pezzo di carta, e fu possibile leggere Attendilo, il messaggero dell’altro mondo.

“Fu scritto in tempi antichi da uno degli innumerevoli umani tramutati in Pokémon!”

“Crest, ma perché non mi hai detto nulla quando ho lasciato il clan?” chiese il Totodile.

“Non sapevo che l’avessi tu…” rispose rammaricato. “La parte scritta in Pokéroglifici spiega il funzionamento delle Frecce nel dettaglio. Brevemente, impugnandone una, con la fusione dei due Eteri, si mutueranno i poteri finché la si avrà in mano. Pungendosi si otterranno poteri maggiori, ma ha effetto solo su umani trasformati poiché più sensibili all’Etere, in quanto nel loro mondo è pressoché inesistente. Tuttavia, ferirsi con una Freccia consumerà parte del proprio corpo, che si rigenererà gradualmente in poco tempo mentre si perdono le abilità acquisite, ma crediamo che, se la Freccia dovesse fornire un’energia immensa e insopportabile, le conseguenze potrebbero essere fatali!” concluse Crest.

“Le dimore dei Pokémon leggendari, in cui spesso custodiscono le Frecce, sono tutte Sorgenti Eteree, è lì dove dovete recarvi!” aggiunse Basil. “Una è il Tempio Cielomare, a est della Terra dell’Aurora, ma in questo periodo ci sono frequenti e violente tempeste!”

“Vi ringraziamo, questo è più di quel che ci serviva. Ma ora dovremo andare!” disse Tusk.

“Voi andate, noi usciremo più tardi. Avvertite i nostri sudditi!” Basil guardò il Team Dragon allontanarsi con un’aria nostalgica. “Crest, ero scettico se fidarmi, ma dato che sono umani mi sono ricreduto!”

“Due umani, diventati uno un Treecko ed uno un Totodile, che cercano di risolvere un mistero legato all’Etere. Non ti ricorda nulla?”

“Si, è come la storia dei due guardiani della maggiore Sorgente Eterea. Com’è ciclico il destino!”

 

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Capitolo 14

Un Passato Da Non Ricordare

Scesa la notte, dopo una cena gustosa all’accademia, il Team Dragon si riunì nel proprio dormitorio. Flare e Frost avevano completato ben sette missioni nella Cava Cristallina, e subito Frost andò a dormire per la stanchezza. Il Pokémon Lucertola rimase un attimo a parlare con gli altri. “Vi dispiace se lo tengo d’occhio?”

“Come mai?” chiese Tusk.

“Sospetto che stia tramando qualcosa, non mi convince la sua voglia di rivalsa. Ho avuto a che fare con i criminali meno scrupolosi esistenti e ho capito come riconoscerli!”

“Allora fa pure!” rispose il Pokémon Mascellone.

Il Charmander se ne andò appena ricevette la risposta, mentre Scale e Tusk presero le loro Intersfere per comunicare con il GIP e gli altri team della Costellazione.

“Pronto?” chiese Light.

“Pronto Light, qui è Scale. Abbiamo scoperto qualcosa!” attesero che tutti i membri si connettessero. A grosso modo, spiegarono tutto ciò che appresero da Basil e Crest.

“Bene, quindi sono le Sorgenti Eteree il nostro obiettivo. Swift, Flow, Gargoyle e Muzzle, affido a voi l’incarico di localizzarne alcune!” affermò l’Ampharos.

“Agli ordini!”

“Per il resto, c’è altro?”

“No, a parte un’informazione per cui dobbiamo rivolgerci ad Aura e Curse!” rispose Tusk.

“Che sarebbe?” chiese la Vulpix.

“Qui abbiamo conosciuto un Pokémon che afferma che gli siano comparsi strani ricordi in testa, di lui che viaggia nel tempo. Fa anche alcuni nomi, tra cui i vostri. Gli altri sono Melody e Cyclops!”

“E chi è questo Pokémon?” domandò il Riolu incredulo.

“Un Grovyle di nome Vine!”

Sia Aura che Curse rimasero paralizzati per la sorpresa. Senza troppe parole, salutarono e chiusero la chiamata, cosa che fecero anche gli altri pochi secondi dopo.

“E’ impossibile, come fa Vine ad esistere in quest’epoca?” Aura era assolutamente incredulo. “Ho letto di paradossi temporali in Paradiso Infernale, ma si potevano risolvere in qualche modo logico, anche se era il contrario della nostra situazione!”

Il Riolu si affacciò dal Promontorio Sharpedo, un’apertura di una scogliera di Borgo Tesoro dove lui e la sua partner risiedevano, ammirando il mare di notte. Fu calmante, ma non abbastanza da cancellare lo sconvolgimento.

“Aura, capisco, ma…” intervenne la Vulpix ormai tranquillizzata.

“Era scomparso, assieme al futuro da cui io e lui provenivamo, e adesso si trova qui, peraltro nella Terra dell’Aurora!”

“Che sia un Vine contemporaneo a me?” si domandò Curse.

Tornando dal Team Dragon, la scoperta della vera natura dell’Etere aveva portato molto entusiasmo, ma allo stesso tempo dubbi.

“Scale, che succederebbe se tornassimo umani?” chiese Tusk.

“Cosa?!”

“Ci hanno detto che alcuni Pokémon sono scomparsi dissolvendosi in luce, e alcuni erano umani. Logicamente, alcuni saranno tornati nel loro mondo!”

“E pensi che succederà anche a noi? Ma non ce n’è certezza, né volontà !” Scale aveva capito il discorso, ma non sembrava volersi allontanare dalla sua nuova vita.

“Lo so, ma se dovessimo… Non voglio tornare in quella famiglia!” Tusk era molto turbato. Strinse con le mani la Sciarpa dell’Armonia che aveva al collo con decisione, come se fosse ciò che lo faceva restare nel mondo dei Pokémon.

“Tusk, lì non dovrai tornare, non è più quello il tuo mondo…”

“Quella famiglia era un inferno sulla Terra. Tu almeno scrivevi, un piacere riuscivi ad averlo, e se tornassi umano potresti rimediare!”

“Tusk…” il Treecko si avvicinò al Totodile e lo abbracciò sulla schiena con un singolo braccio. “Io vivevo da solo, avevo perso i miei genitori non avevo né fratelli né sorelle e i miei unici amici sono scomparsi cinque anni prima della mia trasformazione. Scrivere era un piacere da una faccia della medaglia, ma dall’altra era un modo per sfogare i miei pensieri negativi, per questo fui così frustrato dall’andamento di questa mia carriera. Paradiso Infernale narra di un viaggiatore nel tempo che cerca di cambiare in meglio il futuro in cui vive, ma esso non varia mai radicalmente. Quel personaggio è un mio alter ego. Anch’io non voglio tornare ad essere un umano, così come gli altri!”

“Però, qualcosa in più di me l’avevi, e non c’era nessuno che ti stava addosso come un falco…”

“Ma adesso è tutto passato, e non credo proprio che ci sia il pericolo di tornare lì!”

“Hai ragione…” il Totodile riprese il buon umore. “E a proposito di scrittura, come procede la tua nuova opera?”

“Ah già…” Scale prese dei fogli e li passò a Tusk. “Il primo capitolo è quasi pronto. Leggilo pure!”

Rimasero per un po’ a leggere, per poi andare subito a dormire. Ma c’era qualcuno dietro la porta della loro stanza che era rimasto lì ed aveva sentito tutto: Flare.

“Dunque, Scale e Tusk hanno avuto certamente una vita difficile…” pensò, e in quel momento delle lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi. “Glielo dico o non glielo dico?” non riuscendo più a sopportare il dolore che tornò nella sua mente, si recò al cortile dell’accademia. Non essendo più uno studente, non avrebbe rischiato nulla. L’atmosfera era tranquilla e silenziosa, con solo un debole fruscio di vento, ma non fu abbastanza per calmarlo, e per tutto il periodo di veglia il ricordo si annidò nei suoi pensieri.

 

Diversi anni prima

 

La luce solare entrava fioca in una stanza d’ospedale dove un ragazzo di circa vent’anni fu ricoverato. La causa era un trauma dovuto al deragliamento del treno in cui stava viaggiando, che si rivelò un grave incidente con molti feriti, però fortunatamente nessuna vittima. La sua diagnosi però non era delle migliori, in quanto c’era il rischio di perdere l’uso delle gambe se non avessero agito in tempo, ma niente che un intervento chirurgico non potesse sistemare. L’unica sua consolazione fu rappresentata da un’improvvisa visita di sua madre e del suo fratello minore, o per la precisione fratellastro, precedente all’operazione. Inizialmente preoccupatissimi, furono rassicurati dalle comunicazioni dei medici. Il ragazzo non conobbe mai suo padre, deceduto quando era molto piccolo, però, in compenso, ebbe un patrigno, con il quale il rapporto appariva più civile che familiare, ma mai stato negativo. Egli arrivò in ritardo all’ospedale, e la sua espressione era sempre calma. Tuttavia, appena rimase solo nella stanza col figliastro, rivelò con poche parole e uno sguardo maligno la sua vera identità. “Hai finalmente avuto quello che ti meriti!”

Paralizzato dallo shock, il giovane non riuscì a dire nulla, e l’unica cosa che riuscì a sentire mentre il patrigno se ne andava fu il macchinario per l’elettrocardiogramma che registrava una frequenza in esponenziale aumento. Pensò che fosse arrivata la sua ora, ma il suono si interruppe di colpo e la piccola stanza divenne un iridescente e inconsistente spazio, più simile ad un sogno. Lui si ritrovò disteso a terra, e, dopo che un bagliore mistico lo avvolse, riuscì incredibilmente ad alzarsi in piedi e a camminare. Nel suo più totale stupore guardò una serie di luci unirsi e diventare un unico grande globo luminoso.

“Giovane, che ti è successo?” chiese una voce divina proveniente dal bagliore.

“L’ho sempre saputo, il mio patrigno è un mostro!” rispose con un tono disperato. “Mia madre ha rischiato grosso per causa sua, e non l’ha mai capito. Poco fa si è dimostrato un sadico dicendo che ho meritato di rimanere ferito in un incidente!”

“Mi dispiace che la sorte non abbia avuto pietà nei tuoi confronti, ma vorresti fuggire da essa?”

“In che senso?”

“Sono alla ricerca di chiunque possa aiutare a salvaguardare il mondo dei Pokémon, e già in passato molti umani hanno abbandonato il loro mondo e si sono trasformati in Pokémon!”

“Un’offerta allettante, ma per quanto dovrò essere un Pokémon?” domandò l’umano.

“Dipende da te. Per un anno, per un lustro o per sempre, spetta a te decidere!”

“Accetto allora!”

“Va bene, allora parlami un po’ di te!” la voce iniziò a porgere le consuete domande attendendo risposta. “Sembri una persona coraggiosa e tenace. Una persona come te è certamente un Charmander. Ora devo congedarmi, e tu devi prepararti per il viaggio che stai per affrontare. Addio, ma ci rivedremo!"

 

Presente

 

Devastato dal ricordo di quell’evento, Flare tornò al dormitorio, stando attento a non svegliare nessuno. “Glielo dico o non glielo dico?” pensò tra sé mentre si distese sul suo letto.

Intanto, nel Mar dei Meraviglie, un arcipelago situato a ovest della Terra dell’Erba, apparve un enorme globo luminoso sulla chioma dell’Albero della Vita, anch’esso una Sorgente Eterea.

“Sono stato uno sciocco, non avrei dovuto esporre così tanti umani ad un pericolo simile!” una voce fu emessa dal bagliore. Esso si avvicinò alle pendici dell’albero, e pian piano prese una forma più definita. “Xerneas, necessito dei tuoi poteri vitali per rimediare ad un mio grave errore. L’Etere deve intensificarsi!”

“Sire…” il Pokémon Creazione si mostrò al cospetto dell’essere luminescente. “La vostra richiesta sarà esaudita!”

 

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Capitolo 15

Il Tempio Nella Tempesta

“Crest, sta succedendo qualcosa di particolare qui!” affermò Basil mostrando la Sorgente Eterea che loro custodivano: lo splendore dell’acqua appariva molto più intenso del solito.

“L’Etere… Ce ne dev’essere di più!” rispose il Feraligatr sbalordito.

Il Team Dragon si svegliò nel proprio dormitorio alle prime luci dell’alba, così come tutta l’accademia, e tutti e quattro i membri si recarono nel refettorio per fare colazione.

“Ah dimenticavo…” iniziò a parlare Frost. “C’è uno studente dell’accademia che abbiamo aiutato ieri ed ha fatto richiesta di entrare nel team. E’ un Sandile di nome Dim!”

“Lo conosco bene, per me può entrare. Scale?” rispose il Totodile girandosi verso il Treecko, che annuì.

Appena finito di mangiare andarono ad incontrare il Sandile. Era un tipo di poche parole, ma dalla volontà da vendere. Nel frattempo, Flare e Frost ritirarono dal postino Pelipper le ricompense delle varie missioni svolte.

Prima che la giornata di missioni iniziasse, arrivò un urgente comunicazione da parte del GIP che chiamò il Team Dragon a Brusilia. All’ingresso del quartiere generale del Gruppo Investigativo Pokémon c’era la Costellazione al completo, che fu immediatamente fatta entrare e accomodare da Light nella stanza del Geoglobo.

“Bene, ci siete tutti, ed anche dei volti nuovi!” disse l’Ampharos riferendosi ovviamente a Dim. “E’ successo qualcosa di strano, davvero strano. Gargoyle, vieni qui!”

Il Gligar arrivò dallo studio di Muzzle. “Sono l’unico tornato dall’incarico per comunicarvi dei risultati, dopo nemmeno un giorno…” disse con molta tensione, e si fermò un attimo per riprendere fiato, ricominciando a parlare con maggiore calma. “Sapete già come funziona l’Etere, giusto? Ebbene, l’Etere si è intensificato in tutto il mondo, rendendo le sorgenti più facilmente localizzabili. Sono tornato in fretta per dirvi che il Tempio Cielomare è accessibile, ma all’interno c’è più di un dungeon, e sono tutti incredibili!”

“Cos’è successo agli altri?” chiese Eon preoccupata.

“Stanno cercando gli altri dungeon in cui risiedono i Pokémon leggendari custodi delle Frecce. E a tal proposito, li devo raggiungere. Arrivederci!” Gargoyle si congedò immediatamente.

“E’ questo il punto, i dungeon in questione sono piuttosto pericolosi, per questo vi ho chiamato. Finché non verranno scoperti gli altri, vogliamo fare luce sul Tempio Cielomare!” continuò Light.

“Quindi volete che andiamo ad esplorarlo, immediatamente?” domandò Shell.

“Esatto. E’ necessario capire cosa hanno di particolare tali luoghi. Nessuno dei quattro si è addentrato in profondità, ma voi avete tanta esperienza e saprete certamente come agire. Verrei anch’io, ma sono stato chiamato dalla Gilda di Borgo Tesoro, e verranno con me anche i restanti membri del GIP. Non credo si presenteranno troppe difficoltà, poi siete in dieci…”

“Undici!” lo interruppe Flare. “Verrò anch’io!”

“Flare, ma che ti salta in testa?” domandò sbigottito Tusk.

“E’… complicato, una questione personale. Però devo venire!”

“E cosa faremo noi due? Dubito che riusciremo in un impresa simile!” prese parola Frost, seguito da Dim che annuì.

“Voi… Potrei avere bisogno di qualche altro membro per oggi!” rispose l’Ampharos.

Chiarito tutto, la Costellazione e Flare si avviarono verso il Tempio Cielomare, mentre GIP e i membri rimanenti del Team Dragon si recarono a Borgo Tesoro.

Sulla costa est della Terra dell’Aurora imperversava una violenta tempesta, con onde altissime che si infrangevano sull'elevata scogliera rocciosa. All’orizzonte era possibile vedere un edificio, proprio il tempio di Ho-Oh e Lugia, circondato da tre cristalli, uno rosso, uno blu ed uno giallo, disposti a triangolo. In parte era fuori dall’acqua, ma esso continuava ad estendersi anche nelle profondità marine. La perturbazione si trovava proprio sopra la cima del Tempio Cielomare.

“Nessuno provi a parlare di una profezia secondo cui le lacrime di alcuni Pokémon sopravvissuti ad una forte tempesta abbiano riportato in vita i loro compagni caduti. Se la sono inventata gli adattatori!” disse Scale cercando di sdrammatizzare.

“Voglio proprio sapere come abbia fatto Flow a raggiungere quel dungeon con quelle onde!” si chiese Aura il Riolu.

“Secondo te l’avrebbe raggiunto a nuoto?” gli domandò Shell l’Oshawott. “Guarda tu stesso, nemmeno Swift e Gargoyle ce la potrebbero fare in volo, figuriamoci in acqua!”

“E quindi, come avranno fatto ad entrarci? C'est impossible!” concluse Bloom la Snivy.

Il Team Eternal girò per qualche secondo cercando di scendere verso la parte più bassa della scogliera, finché non notò per terra qualcosa di molto strano: un simbolo circolare molto simile a quello che videro su uno dei frammenti dell’Azurfreccia!”

“Amici, venite a vedere qui!” li chiamò Fossil, e tutti accorsero, mettendosi sopra lo strano simbolo. Come se li stesse aspettando, esso sparì appena gli undici Pokémon lo calpestarono, facendoli precipitare nel vuoto. Fortunatamente fu un atterraggio morbido, dato che caddero su una gelatina acquosa e luminescente.

“Quest’acqua… E’ come alla Sorgente Eterea protetta da Basil e Crest!” affermò Tusk. “Ma cos’è questo posto?”

L’interno sembrava un crepaccio umido, con piccoli corsi d’acqua. Alcune colonne si ergevano davanti a quella che sembrava un’entrata, sulle quali c’era una scritta in Pokéroglifici.

“Bloom, tu li sai leggere. Che c’è scritto?” disse la sua partner Candle.

Tempio Cielomare – Profondità Tempestose… Non dice altro!”

“Merci, Bloom!” disse Scale mentre cercò di entrare. E’ qui che successe qualcosa di molto strano: nonostante fossero entrati tutti nello stesso momento, solo i tre del Team Dragon si trovarono riuniti nel dungeon.

“C’è qualcuno?” urlò Flare, ma senza ricevere risposta. Pareva non esserci nessuno lì dentro oltre a loro.

Presi coraggio e decisione, Scale, Tusk e Flare iniziarono ad esplorare il bizzarro luogo ala ricerca delle scale. I corridoi apparivano piuttosto corti, mentre le stanze erano di grandi dimensioni. Entrati in una, il corridoio successivo era in un angolo in alto. I tre cercarono di raggiungerlo e nel momento in cui Scale era ad un passo da uscire dalla stanza, successe qualcosa di inaspettato: un’enorme onda sbucò dall’alto e travolse tutto, ma il Pokémon Legnogeco non fu minimamente toccato dall’acqua e dei suoi due compagni, solamente il Charmander venne spinto contro il muro in basso. Spaventati, i tre si sbrigarono ad uscire dalla stanza, e nel corridoio un’onda successiva non prese nessuno.

“Cos’è successo?” Tusk non riusciva proprio a capire.

“Quell’onda… Dev’essere un ostacolo per non farci raggiungere il tempio!” Scale aveva intuito qualcosa. “Io ero vicinissimo al muro da dove è apparsa, e non mi ha toccato!”

“E perché solo io sono stato trasportato dall’acqua?” chiese il Pokémon Lucertola incredulo.

“Io sono un tipo Acqua, evidentemente i Pokémon di questo tipo ne sono immuni!” rispose il Totodile.

Il Team Dragon continuò l’esplorazione cercando di arrivare alla fine del dungeon.

Nel frattempo, Light e gli altri arrivarono alla Gilda di Borgo Tesoro. Ad accoglierli c’era il capitano Puff, un Wigglytuff, e il suo braccio destro Metronome, un Chatot, che li portarono all’ultimo piano dell’edificio.

“Benvenuti!” esordì il Chatot. “Menomale che siete arrivati senza problemi. Chi sono quelle due nuove facce?”

“Due ranger del Team Dragon!” rispose Wave.

“Ah, nuovi amici!” disse Puff con il suo classico tono eccentrico. “Un momento…” si fiondò nella mensa e tornò con in mano varie Mele Perfette che offrì agli ospiti.

“Una Mela Perfetta…” come al solito, Cake aveva in testa solamente il cibo.

“Ad ogni modo…” riprese a parlare Metronome. “Il Team Malia ha fatto una scoperta sbalorditiva nella zona nord della Terra dell’Erba, ma non in senso positivo…”

Tornando al Tempio Cielomare, il Team Dragon riuscì a riunirsi con le altre squadre della Costellazione dopo decine e decine di piani. All’appello sembrava mancare solamente il Team Eternal.

“Ce l’avete fatta anche voi, ma avete visto quelle inondazioni?” chiese esasperata Curse.

“Terribili, davvero terribili!” risposte Flare seccato.

“Gargoyle aveva parlato di dungeon incredibili, poteva aggiungere dei dettagli!” disse Spark. “Almeno abbiamo capito che i Pokémon d’Acqua ne sono immuni!”

“E pure quelli adiacenti al muro da cui esce l’onda!” aggiunse Tusk.

“Mi aspetto qualcosa di analogo nel prossimo…” Scale fu interrotto all’improvviso.

“E’ spaventoso, non riesco a crederci!” disse Fossil correndo.

“C’era un mostro nel dungeon!” continuò Eon appena arrivata anche lei.

“Fermi! Calmatevi un attimo, non riusciamo a capire!” urlò la Torchic.

I due del Team Eternal si sedettero per riprendere fiato, ma rimasero veramente scossi.

“Non c’era nulla di strano lì dentro, a parte le onde…” esordì il Cubone. “Poi però è comparsa una creatura simile ad un’Ombra dell’Oblio, ma senza il nucleo rosso!”

“Riusciva ad assumere il nostro aspetto, come un Ditto, ma senza cambiare colore. Era molto forte, ma credo che l’abbiamo seminata!” disse poi l’Eevee.

“Una… Nemesi dell’Oblio, la chiamerò così!” aggiunse il Pokémon Legnogeco.

“Parbleu, allora è meglio sbrigarci! Lì c’è l’entrata del prossimo dungeon. Si chiama Tempio Cielomare – Alture Tempestose!” disse la Snivy del Team Blazemour.

“Si!”

Tutti si alzarono ed andarono verso l’entrata, ma il Charmander udì qualcosa che lo fece bloccare e voltarsi. Non sembrava esserci nulla, eppure era un suono piuttosto sospetto.

“Flare, che succede?” gli domandò Tusk, l’unico che doveva ancora entrare.

“C’è qualcosa…” alla fine il Pokémon Lucertola lo vide: un essere viola gommoso che si stava ricomponendo in lontananza. “Oh no… Corri! Scappa! C’è la Nemesi!”

 

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Capitolo 16

L’Azurfreccia

Le Alture Tempestose sembravano un posto meno insidioso rispetto al precedente dungeon, ma non era possibile abbassare la guardia a causa della Nemesi dell’Oblio alle calcagna. Il trio del Team Dragon si ritrovò in un labirinto formato da aguzze rocce e colonne di marmo. Non c’era nessuna traccia di acqua, a parte la pioggia esterna, quindi dovevano trovarsi piuttosto in alto.

“E’ meglio sbrigarsi, non vorrei dover affrontare un’altra gelatina!” disse Scale con frustrazione.

“Nelle Profondità Tempestose c’era un trabocchetto, le onde, e qui certamente ce ne sarà uno peggiore!” affermò Tusk mentre osservava l’ambiente.

Anche qui le stanze sembravano enormi rispetto ai corti e claustrofobici corridoi, e nessun’altra presenza pareva trovarsi all’interno.

In una delle stanze videro subito le scale, ma prima che riuscirono a raggiungerle si palesò una spiacevole sorpresa: un ciclone apparve al centro e scagliò tutti i presenti in altri punti del piano. Per fortuna, il Totodile riuscì a ritrovare l’obiettivo e far proseguire il Team Dragon al piano successivo.

“Insomma, la trappola è un tornado che ci spazzerà via. Dubito che sia possibile evitarli!” immaginò Flare.

Il dungeon sembrava molto lungo, quasi infinito, e non fu semplice per nessuno scalarlo.

Nel frattempo, Muzzle, Gargoyle, Flow e Swift, terminata una ricognizione nella Terra dell’Erba, decisero di raggiungere Light e gli altri alla Gilda di Borgo Tesoro. L’atmosfera nella piazza costella di negozi sembrava allegra e spensierata, ma un grido interruppe la calma.

“COSA?!” esso proveniva dalla Gilda, e sembrava proprio un urlo collettivo di sgomento.

I quattro entrarono nell’edificio e raggiunsero i restanti membri del GIP, ancora scioccati.

“Cos’è successo?” domandò la Mawile.

“La Grotta Egida è stata depredata e molti reperti sono stati trafugati!” rispose Metronome.

“Terribile…” rispose un po’ sorpresa. “E’ questo il motivo dello sgomento?”

“Più che altro, si sono allarmati al sapere di una statua di pietra di Regigigas a grandezza naturale trovata lì!”

“Statua di pietr… Aspetta, COSA?!”

Tornando al Tempio Cielomare, la Costellazione arrivò alla fine delle Alture Tempestose, ma la perturbazione era ancora visibile, quindi la cima non era ancora stata raggiunta.

“Alla buon’ora, avete incontrato la Nemesi dell’Oblio?” domandò Spark appena vide il trio.

“No, nessuna traccia!” gli rispose il Pokémon Mascellone.

“Ah bene, percorrere quel posto tra i tifoni è stato estenuante, figuriamoci inseguiti da un nemico!” aggiunse Aura, che crollò a terra per la stanchezza. Tutti allora decisero di sedersi per riprendere fiato.

“Avrei una domanda, ma è un po’ strana…” iniziò il Charmander Ranger. “Sareste disposti a rispondermi?”

“Dicci tutto!” gli disse il Treecko.

“Va bene… Com’è stato il vostro passaggio da una vita da umani a Pokémon?”

“Cosa?”

“Ho ricordi orribili che vorrei superare, e ho visto che è stato semplice per voi…” il Pokémon Lucertola cominciò a parlare con un tono esitante “Un folle è stato il motivo per cui sono fuggito dalla mia famiglia. Io ho subito un grave incidente con possibili conseguenze irreparabili, e per lui era tutto meritato. Mi sono iscritto all’accademia di Lapillia era solo perché non avevo alternative!”

Nonostante non avesse detto molti dettagli, tutti rimasero esterrefatti da ciò.

“Pensa ai lati positivi, seppur pochi.” intervenne Spark. “Sei diventato un Ranger di successo, ed hai fatto parte di una squadra di ricerca di criminali. Sono traguardi invidiabili!”

“Evita di tenere a mente quel ricordo come un continuo ostacolo, piuttosto vedilo come un punto di svolta, di rinascita, da cui bisogna lasciarsi il passato alle spalle. E’ andata così con tutti!” rispose poi Tusk, e tutti Pokémon precedentemente umani annuirono.

“Questo mi fa sentire meglio, ma non so se riuscirò a costruirmi una nuova identità!” il Charmander si rialzò e fece un gesto di andare, lasciando intendere di essersi ripreso, ma rimanevano ancora dei dubbi nei suoi compagni.

“Ormai non ha molto senso ripensare e farsi condizionare dal passato, avevi ragioni!” sussurrò Aura a Spark. “Ma quali conseguenze avrebbe rischiato? Non capisco!”

“Forse conseguenze emotive, i Pokémon non rischiano quasi nulla fisicamente!” gli rispose il Pikachu a bassa voce.

“Già, non c’è altra spiegazione!”

Gli undici ricominciarono ad esplorare la zona fino a giungere ad un arco di marmo, dopo il quale iniziava una lunga rampa di scale. Anche su esso erano presenti parole in Pokéroglifici.

“Ci pensa la vostra Bloom…” con al solito, la Snivy si mise a leggere le scritte antiche. “Vetta Cielomare… Quindi abbiamo quasi raggiunto la fine!”

Salite le scale, arrivarono tutti alla cima del tempio, un luogo da lasciare senza fiato: era aperto, permettendo di notare come la perturbazione si trovasse appena più in basso e di ammirare un limpido cielo. Tre pilastri disposti a triangolo, sempre uno rosso, uno blu e uno giallo, si ergevano sulla vetta, ed al centro di questo triangolo si trovava un cristallo luminoso con una reliquia conficcata al suo interno: l’Azurfreccia.

“Avete portato a termine una notevole impresa, giovani Pokémon!” si sentirono molte voci, sia dall’alto che dal basso. Tre globi brillanti, ognuno dei tre colori caratterizzanti il tempio, apparvero in cielo, e la stessa successe a bassa quota. Le sei luci si scagliarono verso la Vetta Cielomare, posizionandosi sulla colonna corrispondente, rivelando di essere Articuno, Zapdos, Moltres, Raikou, Entei e Suicune. I sei leggendari lanciarono un attacco del proprio elemento al centro del triangolo, creando due sfere, una principalmente rossa e una blu, che si mossero in direzioni opposte, la prima andando verso l’alto nel cielo e la seconda sprofondando negli abissi marini. Ne scaturirono due vortici, di cui uno splendeva dei sette colori dell’arcobaleno e l’altro era composto da acqua pura, dai quali apparvero maestosi Ho-Oh e Lugia.

“La tempesta per lungo tempo ha atterrito chiunque volesse raggiungere questo luogo sacro e celato l’accesso della strada da percorrere. Solo quando imperversa nel cielo e nel mare il tempio si staglierà all’orizzonte!” parlò il supremo Pokémon Arcobaleno.

“Noi adempiamo al ruolo di custodire un’Azurfreccia e plasmarne un’altra quando necessario. Questa Freccia potrà essere estratta da chi può esserne ritenuto degno, cosa che voi avete appena dimostrato!” proseguì il leggendario Pokémon Immersione. “Il nostro Sire ci aveva avvisato di viaggiatori in cerca delle Frecce. Venite, ora è vostra!”

Tutti i membri della Costellazione erano stupefatti dalla vista degli splendidi leggendari alati.

“Io desidererei un chiarimento: perché in questo dungeon siamo stati tutti separati? Come funziona?” domandò Scale con un tono di riverenza.

“I dungeon sono in un certo senso vivi!” rispose Suicune, il Pokémon Aurora. “Sono entità create dall’alta concentrazione di Etere Puro, che muta rapidamente. Per questo sono sempre differenti. Ogni volta che qualcuno entra, l’entità riconosce chi è, con chi deve stare e chi dovrà incontrare lì. In un posto saturo di Etere come questo ciò raggiunge i massimi livelli!”

Appena finì di parlare, una scossa sismica si scatenò. Il tempio non crollò, esattamente come le colonne, ma tutti cercarono di allontanarsi da esse. Per Flare, però, non fu possibile, in quanto si creò una barriera che solo lui non riuscì a superare. Questa barriera ridusse le sue dimensioni, arrivando a coprire l’area del triangolo di colonne attorno all’Azurfreccia, per poi diventare dura e spessa, ed al suo interno apparve la Nemesi dell’Oblio che assunse le sembianze di un Charmander. Attorno alla cupola la situazione non era più calma, poiché spuntarono fuori molte Tenebre dell'Oblio.

“Come avete osato profanare questo tempio?” tuonò Raikou lanciando un potentissimo Falcecannone. Anche gli altri leggendari fecero lo stesso. I danni che causarono ai titani gelatinosi furono ingenti, però essi non crollarono. Immediatamente prepararono l’attacco con le fruste multiple, cercando di colpire il loro vero bersaglio: gli umani divenuti Pokémon. Ho-Oh e Lugia dovettero intervenire usando Magifuoco e Aerocolpo, riducendo i colpi delle gelatine, e i pochi rimasti furono facilmente schivati.

“PROFANARE? NON SIAMO NOI AD AVER COMPIUTO UN’INVASIONE!” a differenza delle altre barriere, questa permetteva ai suoni di passare, rendendo possibile udire l’agghiacciante eco di voci della Nemesi dell’Oblio. Essa attaccò Flare con un’imprecisata mossa di tipo Fuoco, che causò al Pokémon Lucertola non pochi problemi.

“Giovane Charmander, usa la Freccia!” ordinò Lugia.

Flare prese la reliquia dal cristallo, e concentrandosi riuscì a mutuarne i poteri: una bolla energetica si formò attorno a lui, permettendogli di fluttuare ed avere un'infinita riserva d’ossigeno, e tre brillanti sfere dei tre colori dei leggendari iniziarono a ruotare attorno al suo corpo come fanno degli elettroni attorno al nucleo atomico, con i quali poteva evocare mosse di tipo Fuoco, Acqua, Ghiaccio e Elettro. “Proviamo a rinfrescare la situazione, Idropulsar!”

Intanto, lo scontro con le Tenebre stava diventando più intenso. Raikou, Entei e Suicune salirono sui corrispondenti pilastri, da cui scagliarono rispettivamente Tuono, Fuocobomba e Idropompa. L’attacco dall’alto si dimostrò piuttosto efficace, e fece venire l’illuminazione ai cinque Pokémon alati.

“Qualcuno di voi ha appreso mosse speciali?” domandò Ho-Oh, a cui risposero annuendo. “Porteremo cinque di voi ad un’altezza più elevata, mentre gli altri resteranno a terra a farci da copertura!”

Tutti e dieci sapevano cosa fare, e prima di eseguire l’ordine tirarono fuori alcuni strumenti: Scale e Bloom una Pietrafoglia, Candle e Curse una Pietrafocaia, Tusk e Shell una Pietraidrica, Spark e Eon una Pietratuono, Aura una Cinturanera e Fossil della Sabbia Soffice. “Ipercarica Evolutiva!”

“Non credo ai miei occhi: incrementare il proprio Etere per forzare un’evoluzione. Mai visto nulla di simile!” disse Lugia sbalordito.

“Adesso che ci siamo evoluti, sarà molto più facile dare il colpo di grazia a quei mostri!” affermò Scale con un tono molto teatrale.

Tusk, Candle, Shell, Aura e Fossil rimasero a terra e attaccarono con Acquagetto, Nitrocarica, Conchilama, Palmoforza e Ossoraffica, riuscendo a tenere a bada le Tenebre dell’Oblio. Gli altri cinque vennero portati in cielo dai Pokémon volanti, dove, insieme a tutti gli otto Pokémon leggendari, crearono un potentissimo attacco combinato con le loro mosse Dragospiro, Solarraggio, Fulmine, Lanciafiamme e Comete, disintegrando completamente le creature gelatinose.

Invece, lo scontro tra Flare e la Nemesi dell’Oblio sembrava vedere quest’ultima in vantaggio: nonostante il Pokémon Lucertola avesse guadagnato molto in attacchi e mobilità, l’essere gommoso era capace di muoversi ad una velocità incredibile e riusciva a sferrare attacchi di tutti i tipi a suo completo piacimento.

“Ora vedrai, Fuocobomba!” gridò il Charmander evocando la mossa dichiarata con il globo rosso, ma la Nemesi dell’Oblio sferrò un attacco di tipo Acqua che non solo neutralizzò la mossa, ma fece crollare a terra Flare.

“SAPEVAMO DI AVER SCELTO BENE, IL PIÙ DEBOLE MENTALMENTE!” le agghiaccianti voci dello slime si fecero sentire nuovamente. “QUESTO SARA’ L’ULTIMO GIORNO DELLA TUA VITA!”

In quel momento, una frase riecheggiò nella mente di Flare: “Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo della tua vita.”. Lui si rialzò e strinse l’Azurfreccia con tutta la sua forza. “Allora fammi completare la mia vita se è davvero arrivata al capolinea!” nel totale stupore dei Pokémon all’esterno della barriera, il Charmander si trafisse con la reliquia in pieno petto, per poi gettarla via. La ferita si cicatrizzò immediatamente e attorno a lui si riformarono la bolla e le tre sfere, stavolta più intense. “Non potrete fare male a nessuno, umano o Pokémon, finché ci sarò io!”

La Nemesi sorrise per averci visto giusto, ma il suo sorriso si trasformò presto in sgomento: il suo attacco d’Acqua nuovamente sferrato fu contrastato da un potentissimo Incrotuono evocato con il globo giallo. Flare ne approfittò e, con la sfera blu, creò un Gelamondo, andando a congelare l’essere gelatinoso al pavimento del campo di battaglia.

“E ora il colpo finale!” Flare usò il globo rosso per sferrare Incrofiamma, creando una sfera fiammeggiante che esplose appena toccò il bersaglio. La deflagrazione disintegrò sia la Nemesi dell’Oblio che la barriera, ma non fu abbastanza per coprire le sue ultime parole.

“CHE TU POSSA VENDICARCI, MAT…”

Finito lo scontro, il Pokémon Lucertola cadde per l’esaurimento delle forze, mentre sia la cicatrice che i poteri ottenuti iniziarono progressivamente a svanire. Lui fu soccorso dai suoi compagni, ancora stupefatti per ciò che avevano visto.

“Vi spiegherò tutto...”

 

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Capitolo 17

Tra sogno e realtà

“E’ esattamente andata così…” Flare finì di raccontare la sua storia, su come lui si trovasse nel mondo dei Pokémon. “Mi sono voluto unire a voi per cercare di trovare il momento adatto per dirvi tutto. Ma in questa rinascita ho un rimpianto!”

“Di che si tratta?” domandò Scale sorpreso.

“Aver abbandonato mia madre. Era una persona piuttosto fragile, rimasta vedova non molto dopo la mia nascita. Si era risposata temendo di non riuscire a mantenere da sola un figlio, e quel mostro che ci ritrovammo in casa è la causa di tutto. Ma lei era ottimista e cercava sempre di andare avanti. Ripeteva continuamente di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo della propria vita, così da sentirsi soddisfatti e senza rimpianti. Lei non meritava nulla del genere, ed io non sono riuscito a proteggerla!”

“Il tuo passato è struggente!” dichiarò Ho-Oh. “Che tu possa superarlo, come chiunque si trovi in simili situazioni!”

“Solo che non so se mi è possibile tornare indietro, né ciò che potrebbe succedere se lo facessi!” il Charmander non riuscì più a trattenere le lacrime. “Devo rassegnarmi al fatto che sia tutto finito!”

Calò così il silenzio, un silenziò che congelò tutti i presenti alla consapevolezza del significato di tali parole, compresi i maestosi leggendari. Passarono dei minuti in cui nessuno disse niente, spezzati dallo stesso Flare, a vista parzialmente ripreso. “Credo sia il caso di andare!”

“Tornate alla scogliera e cercate un altro stemma, è l’accesso per il Crepaccio Prismatico. In esso sono custoditi dei segreti legati a ciò che state cercando. E, soprattutto, rinascete!” affermò Lugia, battendo le ali creando una fitta nebbia che avvolse tutte l’ambiente. Appena sparì, le squadre della Costellazione si ritrovarono esattamente sulla costa, ma adesso la tempesta era cessata e il Tempio Cielomare non era più visibile all’orizzonte.

“Ora abbiamo una Freccia e una pista da seguire, ma penso che dovremo fare prima rapporto a Light!” disse Fossil, al qual tutti risposero annuendo. Tuttavia, l’Ampharos non rispose a nessuna chiamata, cosa che convinse tutti a continuare la ricerca del Crepaccio Prismatico.

Qualche minuto dopo Shell ricevette una chiamata, ma non era Light. “Pronto, qui è Paladin il Quagsire dal Poképaradiso. Spark, Shell, che vi è successo?”

“E’, sorprendentemente, Paladin!” disse l’Oshawott a tutti, per poi riprendere la chiamata. “Pronto Paladin, qui è tutto ok, siamo stati coinvolti, improvvisamente, in un’esplorazione particolare!”

“Bene. Volevo dirvi che abbiamo una notizia!”

“Che cosa? Ci possiamo ricavare soldi?” domandò.

“Sì, abbiamo assunto dei musicisti che apriranno un chiosco qui. Si fanno chiamare i Maximizers, e sono due Toxtricity, un Rillaboom e un Obstagoon!”

“Quanto ci guadagneremo?” chiese il Pokémon Lontra.

“Il 50% dei ricavi di ogni loro concerto!” rispose il Quagsire.

“Aspè, non avresti potuto trattare di più?”

Tutti riuscivano a sentire ogni parola, e furono piuttosto straniti. “Spark, si può sapere che gli è preso?” domandò Curse con un tono serio.

“Shell è molto attaccato al denaro. Non è avido, ma è in fissa con il risparmio, il guadagno ed il buon investimento. Pensate che la zolla di terra su cui sorge il Poképaradiso l’ha acquista lui!”

“Ok, ricordatemi di non chiedergli mai un prestito, perché so già come finirà…” Scale assunse un’aria teatrale. “Dammi gli interessi! Pagami gli interessi! Sborsami gli interessi! Me li pagate sull’unghia gli interessi? Mi si sganciano gli interessi?”

Nessuno capì cosa intendesse, a parte Aura che continuò lo spettacolo. “Interessi qui, interessi lì. Non sai dire altro che interessi!”

“Piuttosto, il tuo padrone è qui?”

“Certo, pensi forse che se ne sia andato per i tuoi interessi?”

“Sono proprio gli interessi che voglio!” finì con una risata di entrambi.

“Ma che sono queste battute?” domandò sorpresa Candle.

“E’ una scena di un’opera teatrale citata in uno dei romanzi di Scale!” rispose il Riolu.

“In pratica, un usuraio pretende che il suo cliente, un servo di un uomo ricco, gli paghi degli interessi, mentre questo servo cerca di sviare perché è al verde!” aggiunse il Treecko. “Recitai l’opera in questione da ragazzo!”

“Non ce l’hai proprio fatta a raggiungere un 60%?” Shell sembrava pronto a continuare per ore, ma per fortuna la chiamata finì poco dopo. “Va bene, arrivederci!”

Dopo un po’ di tempo in cui vagarono a vuota, videro lo stemma sulla parte sottostante della costa, più sabbiosa. Esso però era piuttosto diverso: era formato da tre piccoli cerchi, uno azzurro, uno rosa ed uno viola, disposti come vertici di un triangolo, ed al centro di esso ce n’era un più grande dalle sfumature dorate. Nonostante il differente aspetto estetico, esso funzionò esattamente come il precedente, e tutti gli undici Pokémon precipitarono e caddero su una gelatina d’acqua. Il luogo in cui si ritrovarono era grotta di cristallo che splendeva dei colori dell’arcobaleno. Bastò fare pochi passi per capire di essere nel posto giusto: davanti agli occhi di tutti si poteva notare un gigantesco crepaccio stagliarsi nel sottosuolo, fendendo l’oscurità con la sua luce colorata.

“C’è nessuno?” gridò Tusk. L’eco si diffuse in tutta la zona, e sembrò arrivare un’imprecisata risposta, cosa che convinse i Pokémon della Costellazione ad incamminarsi.

“Ah Scale, prendi questa!” disse Flare porgendogli l’Azurfreccia.

“Ma… Che stai facendo?” domandò sorpreso il Treecko.

“Credo sia meglio che lo prenda tu, come leader!”

“Io… Leader?! Come puoi pensare che uno come me sia adatto ad un simile ruolo? Sono stato da solo per circa tutta la mia vita da umano!”

“Ce l’hai nel sangue, basta guardarti per capire come tu sia un degno punto di riferimento!” affermò Spark.

“Se non ti avessi conosciuto, di certo non sarei mai arrivato fin qui, è solo grazie a te!” concluse Tusk, seguito dall’annuire collettivo degli altri.

“Ok, se lo dite voi!” Scale stava per afferrare la Freccia, ma in quel momento vide qualcosa di strano. “Ma che cosa?” la reliquia gli cadde dalla mano, e lui la raccolse esitando. “E’ l’Azurfreccia, giusto? Per un attimo mi è sembrato di tenere in mano una penna!”

“Una… penna?!” domandò il Charmander stupefatto.

“Si, una penna d’oca per scrivere. Chissà cosa dovevo avere in mente…” anche il Pokémon Legnogeco sembrava stranito.

“Me è sembrato di vedere un bagliore giallo, molto debole!” disse Eon con una rapidità assurda, come se nemmeno lei ne fosse convinta, poiché i riflessi colorati dei cristalli risultavano indistinguibili.

Presi coraggio e determinazione, i team della Costellazione iniziarono ad esplorare il Crepaccio Prismatico. Però accadde immediatamente qualcosa di molto strano: nessun membro di un team si ritrovò con il proprio compagno. Scale, per sua fortuna, se così si può dire, ebbe al suo fianco Bloom.

“Quel chance, proprio noi due!”

“Va bene, Mademoiselle, ma cerchiamo di fare silenzio. Questo posto è stranissimo!” il Treeko non sembrava così infastidito.

Tusk invece ebbe la compagnia di Shell.

“Strano, è, assolutamente, la prima volta che mi succede. Non sono con Spark?!” disse stupefatto il Pokémon Lontra.

“Un dungeon particolare… Eh?!” il Totodile si bloccò di colpo.

“Tusk, stai bene? Tusk, mi senti?” l’Oshawott andò nel panico per un attimo.

“Si si, è che… C’è mai stato un divano verde laggiù?” disse indicando un punto più in basso.

“Che?! Vedo solo un cristallo orizzontale!”

Intanto, Aura e Spark furono riuniti all’interno di una strana stanza chiusa. Non c’era proprio nessuna strada di uscita, ma solo una forte sensazione di oppressione.

“Siamo bloccati, non c’è nessuna via!” urlò il Riolu nel panico.

“Pensa positivo, non c’è da disperarsi!”

“Per te è facile a dirsi, mica ti hanno buttato fuori quella volta per un errore misero!”

“Cosa?!” il Pikachu rimase esterrefatto, ma presto qualcosa catturò la sua attenzione. “Aura, cos’è quel cortile alle tue spalle?”

“Cortile?!” il Pokémon Emanazione si voltò di scatto sorpreso. “Qualcosa c’era per un attimo, ma non l’ho riconosciuto!”

“Aveva qualcosa di familiare!”

“Però, mi è sembrato di vedere una luce gialla!”

Tornando da Scale e Bloom, la loro esplorazione procedette tranquillamente, finché non si accorsero di qualcosa.

“Bloom, sono solo io, o questo percorso sembra infinito? O stiamo girando in tondo?”

“Vero…” la Snivy prese una mela dalla sua borsa e iniziò a farla a pezzetti, per poi buttarne uno a terra ogni tanto.

“Buona idea!” il Treecko si complimentò. L’intuizione si dimostrò esatta, e in poco tempo ritrovarono le tracce. “Cos’è questo corridoio…” Scale vide che l’ambiente circostante stava cambiando, ma non riuscì a dire nulla perché svenne all’istante, come se qualcosa l’avesse colpito in testa.

“Ça va? Mon amour, che ti succede?” Bloom rimase sconvolta, ma nel cercare di soccorrerlo finirono entrambi in un altra stanza chiusa. C’erano anche gli altri, e tutti gli umani trasformati in Pokémon erano a terra incoscienti. Non ebbero nemmeno un attimo di respiro che un’ombra enorme apparve improvvisamente, dalla quale uscì fuori un Axew avvolto da un’energia oscura con un occhio sferico viola dall’iride rossa sopra la testa.

Scale nel frattempo riaprì gli occhi trovandosi in un luogo completamente diverso, più simile a un sogno: era un’aula scolastica, ma le pareti bianche sembravano inconsistenti. C’erano diversi banchi, sedie ed una cattedra, però risultavano troppo alte per dei giovani Pokémon, ma adatte a dei ragazzi umani.

“Perché mi sembra così familiare?” pensò mentre si arrampicò sulla cattedra, dove trovò un particolare cartellino con un nome sopra, che lesse con sgomento. “Professore Italo Salgari… Questa… che sia la scuola... dove lavoravo?!”

 

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Capitolo 18

Il sogno più profondo

Spark aprì gli occhi trovandosi in quella che sembrava una mensa del mondo degli umani, a lui molto familiare. Una stanza enorme piena di tavoli e sedie metallici, con una porta che conduceva ad un cortile esterno, esattamente quello che vide nel Crepaccio Prismatico. Con sua grande sorpresa, lì trovò Aura, anche lui stupefatto di quel luogo. Anche in questo caso, i confini del luogo sembravano immateriali.

“Aura, c’eri anche tu qui?” domandò il Pikachu sconvolto.

“Come mai così sorpreso? Non mi avevi riconosciuto? Si, lavoravo anch’io in questa mensa, prima che mi cacciassero per un errore ridicolo, a quanto pare non è tollerato neanche un minuto di ritardo. Eppure, Alva Drake, l’ottimista a cui andava sempre tutto bene non è mai stato difficile da riconoscere!”

“Cosa?! Eri Marcus Crowley?!” rispose ancora più esterrefatto. “E poi, come puoi pensare che mi andasse tutto bene? Certo, aiutare i senzatetto è sempre stato bello, ma tutto il mio lavoro risultava insoddisfacente, specialmente per quel folle che ne era a capo!”

“Cioè quello che mi ha licenziato?” riprese a parlare con malinconia. “Da quel momento ogni mio tentativo di fare qualcosa di utile si è sempre rivelato un fallimento. Il resto lo sai!”

“MA NE SIETE COSI’ SICURI?” improvvisamente si sentì. un forte eco di voci “ERA VERAMENTE COSI’ BRUTTO?” Il panorama passò da onirico a reale, e diverse figure apparvero, tutti umani che conducevano lì la loro vita quotidiana, tra cui Alva e Marcus che servivano delle persone, entrambi sorridenti. “GUARDATE MEGLIO!”

Effettivamente sembrava tutto positivo, ma se c’era qualcosa che non poterono notare fu una luce gialla emessa dai loro corpi, che iniziò a scomporsi in tante piccole bolle luminose.

Fuori dai sogno, i corpi privi di sensi di Aura e Spark iniziarono a diventare sempre più evanescenti, rilasciando sfere lucenti. La vista di tali luci generò sgomento nei Pokémon coscienti, ed un sorriso compiaciuto nell’Axew posseduto.

“FINALMENTE, SONO ANNI CHE ABBIAMO POSSEDUTO QUESTO RIDICOLO ESSERE PER SBARAZZARCI DI INTRUSI!” annunciò lo spaventoso eco di voci dell’occhio.

“Quelle luci, sono apparse prima che Fossil stesse per tornare nel mondo degli umani!” disse ansiosa Eon.

“VEDIAMO CHE SIETE INFORMATI. TUTTO DIVENTA PIÙ INTERESSANTE!”

“Non te lo permetterò, non lascerò sparire mon meilleur ami e mon amour!” urlò Bloom mentre si lanciò all’attacco con Frustata. L’Axew resistette ai colpi, ma non contrattaccò.

“E’ TUTTO INUTILE, NON POTETE CAMBIARE IL DESTINO CHE ABBIAMO PLASMATO!”

Ora fu Candle a svegliarsi in un ambiente onirico: un posto simile ad una palestra circondata da spalti, con un’unica luce di un riflettore che ne illuminava il centro. Agli angoli dello spazio c’erano diverse bandiere francesi.

“Ed ora, la nostra prossima concorrente: Cloé Rouge!” annunciò un’imprecisata voce, dato che non c’era nessuno. Tuttavia, in quell’esatto istante apparve dal nulla una ragazza, una ginnasta con un nastro, che iniziò ad esibirsi.

La Torchic rimase scioccata sia dal nome pronunciato che dall’aspetto della ginnasta: una ragazza piuttosto giovane, alta, dai capelli rossi e occhi chiari. “Ma quella…”

“NON RICORDI? È QUANDO HAI REALIZZATO IL TUO SOGNO DI ECCELLERE NELLA GINNASTICA RITMICA!” di nuovo apparve l’eco agghiacciante.

Candle però non sembrava tanto convinta, e la luce che iniziò ad emettere fu molto leggera.

Il prossimo fu Fossil, che si risvegliò in un semplice soggiorno di una casa del mondo umano. Si poteva vedere delle poltrone davanti un tavolino da caffè. Le pareti erano immateriali, ma in un istante divvenero solide ed un ragazzo apparve seduto su una poltrona. Era vestito come un punk e stava sistemando una scacchiera.

“Ehi Benjamin, vuoi darti una mossa? Altrimenti è una vittoria a tavolino per il primogenito di casa Rainbow!” gridò chiamando qualcuno.

“Benjamin… Rainbow…” il Cubone crollò a terra in lacrime, avendo appena rivisto suo fratello chiamarlo. Anche nel suo caso, iniziò a scomporsi in luce, stavolta più intensa.

La situazione all’esterno diventava sempre più preoccupante, con quattro Pokémon che sembravano prossimi alla scomparsa.

“Questo… Non te lo permetterò!” urlò Eon con un filo d’ansia. “Non Fossil!” attaccò con Comete, e nuovamente l’Axew posseduto si lasciò colpire.

“ORA BASTA!” disse mentre contrattaccò con Dragopulsar. “È INEVITABILE, CHE LO VOGLIATE O MENO. ANZI, SONO LORO A VOLERLO!”

Toccò adesso a Flare, che si ritrovò anche lui in un salotto di una casa. A parte un paio di mobili ed una televisione, non c’era nulla di particolare, facendo sembrare la stanza vuota, effetto intensificato dall’inconsistenza delle pareti.

“Questo… Sembra il soggiorno di casa mia, ma mancano molte cose…” il Charmander fu sconvolto da tale visione, ma non fu ancora nulla: i muri divennero più solidi e un uomo entrò e si sedette su una sedia. Indossava vestiti neri e eleganti, e c’era un distintivo sulla giacca. “Lagarto… Cosa?!”

“Ehi, Ignacio, cosa stai facendo? Vieni qui!” l’uomo chiamò, e venne fuori un bambino di circa tre anni.

“UN BEL RAPPORTO PADRE E FIGLIO A QUANTO VEDIAMO, NON VORRESTI RIVIVERLO?” le voci agghiaccianti si palesarono anche questa volta.

“Quell’uomo… Mio padre?!” il Pokémon Lucertola fu molto dubbioso, e infatti brillò di flebile luce.

L’ultimo fu Tusk, che aprì gli occhi in una stanza da letto di un ragazzo. Oltre a un letto ed una scrivania, era possibile diversi poster sul nuoto, ed una televisione con un familiare divano verde. Improvvisamente un ragazzo adolescente entrò e si sedette sul divano, accese la TV , mise un canale sportivo che mostrava una competizione di nuoto e chiamò qualcuno. Apparve così un uomo abbastanza anziano che iniziò anche lui a guardare il programma.

“Wani Mizuno è in testa, e manca pochissimo al traguardo!” annunciò un telecronista. “Nessuno può più recuperare, e Wani Mizuno vince!”

“Te l’avevo detto, testone!” disse scherzosamente il ragazzo al padre, che applaudì ridendo.

“Quando è successo?” si domandò il Totodile.

“NON TI TORNA IN MENTE NULLA?”

“Chi sei?” chiese atterrito.

“DEI SEMPLICI BENEFATTORI CHE SI CHIEDONO SE ABBIATE FATTO LA SCELTA GIUSTA!”

“Invece c’è qualcosa che non quadra, quando mai mio padre è stato fiero di me?”

“HAI SEMPLICEMENTE LA MEMORIA ANNEBBIATA!”

Nella realtà, con sei Pokémon su sette a scomporsi in globi lucenti, i restanti cercano in tutti i modi di fermare l’oscura creatura. Eppure, essa continuava a subire colpi senza crollare e ad utilizzare l’Axew che aveva posseduto per contrattaccare, ma sempre con un certo controllo.

“LO STIAMO FACENDO PER NOI, PER VOI, PER IL FUTURO DELL’UNIVERSO. NON DOVETE OSTACOLARCI!” gridarono le voci.

“Cosa significa?” domandò Shell mentre sferrò un Conchilama.

“NOI SIAMO IL FUTURO, IL DESTINO, E PER LORO NON C'È POSTO!”

Curse notò che l’Axew stava puntando ai Ranger svenuti e stava cercando di fare il possibile per non colpire chi era cosciente. “Amici, dobbiamo fare da scudo affinché non li prenda!” così si misero tutti e quattro in cerchio attorno ai loro compagni.

“È INUTILE E DANNOSO PER NOI E PER VOI!” la creatura si lanciò all’attacco e sferrò Dragartigli, al fine di rimuovere l’ostacolo appena creato, ma resistettero.

“Scale…” Bloom era sconvolta dal notare che il Treecko fosse l’unico a non rilasciare le luci. “Scale, non iniziare a brillare!”

Scale infatti non aveva provato nessun rimpianto, neanche lieve, per aver abbandonato la sua vecchia vita, o almeno non ancora. Sulla cattedra notò una copia del suo romanzo Paradiso Infernale e una penna d’oca.

“Ecco cosa rappresentava la penna che ho visto quando mi hanno dato l’Azurfreccia, e c’è pure l’ultima delle mie opere, di tre anni prima che mi trasformassi in un Treecko!” pensò, mentre l’ambiente onirico iniziò a mutare.

“Buongiorno, ragazzi!” all’improvviso, apparvero sia diversi ragazzi seduti ai banchi che l’insegnante, il ventinovenne Italo Salgari. “Oggi parleremo degli scritti di Giulio Cesare!”

Scale cadde dalla cattedra dallo stupore, realizzando di essere davvero davanti alla sua precedente vita. “Ero un insegnante di letteratura antica, che però impegnava molte delle sue forze nella scrittura. E certo, il professore è un lavoro pesante!”

“EPPURE ERI BRAVO!”

“Chi va là?” gridò con sgomento.

“NON C’ERA NIENTE DI BUONO IN QUESTO LAVORO?” l’eco si fece improvvisamente calmo.

“Solo il poter condividere le proprie conoscenze, in un ambiente complesso però!”

In quel momento qualcuno bussò alla porta dell’aula ed entrò. “Professor Smeraldo, Professor Acquamarina, buongiorno!” disse Italo appena entrarono, mentre i ragazzi si alzarono.

“Ah già, quei due colleghi, Saturno Smeraldo e Nettuno Acquamarina, anche loro piuttosto giovani, erano poco più grandi di me. Forse gli unici colleghi con cui ho legato, dei veri amici…” fu proprio in quell’istante che una bolla di luce uscì dal corpo del Pokémon Legnogeco, ma fu l’unica. Inoltre, lui cambiò subito tono, diventando furioso. “Che ci fanno loro qui?”

“COSA?!” la domanda destabilizzò l’entità.

“Sono scomparsi cinque anni prima che abbandonassi il mondo umano, e sulla cattedra c’è un libro che ho pubblicato successivamente. Loro due non c’erano. Questa realtà è falsa!” ed aveva ragione: tutto l’ambiente si frantumò come vetri rotti, lasciando solo uno spazio bianco infinito.

“Sarebbe bellissimo, se fosse davvero andata così!” gridò Tusk.

“Non ho mai conosciuto mio padre, questa scena è finta!” disse Flare

“Mio fratello è scomparso, e non era una persona così gentile!” urlò Fossil

“Sei un mostro, non potevo essere una ginnasta con una paralisi!” tuonò furiosa Candle.

“Quando mai avrei ricevuto un grazie? Dimmelo!” affermò Spark.

“Ed io sono stato lì per neanche un giorno!” concluse Aura

Tutti e sette avevano capito come tutto fosse falso, distruggendo il sogno e facendo cessare la luce che emanavano.

“E NOI CHE VOLEVAMO ESSERE GENTILI...”

 

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Capitolo 19

Quando il sogno diventa un incubo

Eon, Curse, Shell e Bloom fecero un sospiro di sollievo vedendo che i loro partner incoscienti avevano smesso di emanare luce. Ma il pericolo della strana entità non era ancora finito.

“NON ABBIAMO TEMPO, DOBBIAMO OCCUPARCENE PERSONALMENTE!” l’essere generò attorno a sé e all’Axew posseduto un cristallo vitreo infrangibile, impedendo ai Pokémon di attaccarlo.

Il sogno adesso aveva assunto le sembianze di un incubo: tutti e sette i Pokémon precedentemente umani si ritrovarono in un bianco spazio infinito, tranne per un’enorme nuvola viola. Da essa fuoriuscì l’occhio sferico dall’iride rossa, che fu immediatamente avvolto da un’aura energetica che lo rese molto più grande. Il rosso divenne poi molto più intenso, facendo brillare la sfera di venature scarlatte.

“UMANI... È STATO BELLO CONOSCERVI… ADDIO!” un’energia oscura si propagò in tutto lo spazio, delimitando un’area circolare che si tinse di un inquietante nero, avvolta da nebbia. Inoltre, essa si sospese in aria.

“Non mi piace, questo Incubo dell’Oblio non mi piace per niente!” Scale sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia. “Grosso o no, non ti perdonerò mai!”

“ABBIAMO TOCCATO UN TASTO DOLENTE, VEDIAMO COS’È!” la nebbia si infittì, tramutando l’arena in un apparente corridoio di una scuola umana.

“No, fermati subito!” ordinò il Treecko, ma l’entità non ascoltò.

Nel corridoio apparve Italo con dei libri in mano. Stava camminando tranquillo, finché uno studente nascosto non saltò fuori e lo urtò, facendolo cadere, per poi scappare ridendo. Sia Saturno che Nettuno, non troppo distanti, videro la scena e ne rimasero inorriditi, con il primo che iniziò ad inseguire il ragazzo ribelle e il secondo che aiutò il professore a rialzarsi e a raccogliere i libri, mentre altri studenti iniziarono a deriderli.

Scale stava quasi per piangere, mentre gli altri rimasero sconvolti, sia per i poteri dell’essere che da ciò che furono costretti a vedere.

“Bello andare a colpire le debolezze altrui, razza di mostro insensibile!” gridò Candle iraconda. “Se è questo che vuoi!” utilizzò così Giornodisole, andando ad assottigliare la nebbia, per poi sferrare Nitrocarica e lanciarsi verso la creatura, che però non venne colpita, ma attraversata.

“CHE VE NE PARE? È TUTTO MERITO DEI PADRONI E DEI LORO IMMENSI POTERI DI MANIPOLAZIONE DELL’ETERE. NON C’È ASSOLUTAMENTE NULLA CHE POSSIATE FARE!” l’essere generò alcune sfere energetiche che scagliò sul terreno, generando fortissime scosse sismiche. Tutti i Pokémon barcollarono, con alcuni che rischiarono di cadere quasi nel vuoto.

“Mai visto niente del genere, ed ora che si fa?” si chiese sbigottito Aura.

“VI LASCIATE ELIMINARE DA NOI!” gridò l’eco di voci dell’entità mentre creò altre sfere e le lanciò contro i Pokémon precedentemente umani. Ogni volta che li toccavano, esse esplodevano in una scarica di energia di un tipo in base alle loro debolezze. Tuttavia, un dettaglio non passò inosservato: ogni volta che creava i suoi attacchi, l’Incubo dell’Oblio diventava sempre più trasparente.

“Credo sia ovvio: bisogna colpirlo quando è più debole!” affermò Fossil.

Spark utilizzò più volte Agilità così da rendere tutti abbastanza veloci da poter evitare gli attacchi del mostro. Tuttavia, esso cambiò attacco, creando una sfera elettrica attorno al proprio corpo, sfera che divenne sempre più grande e impossibile da schivare. Fortunatamente, Fossil riuscì a muoversi abbastanza rapidamente da proteggere gli altri Pokémon, essendo immune all’elettricità.

“QUESTO NON CE L’ASPETTAVAMO, SONO DECISAMENTE DETERMINATI, MA IL LORO DESTINO È SEGNATO!” tuonò l’Incubo dell’Oblio. “NON POSSONO COLPIRCI!”

Ormai erano tutti troppo veloci per poterli colpire con i globi energetici. Tuttavia, anche se il nemico diventava più pallido, risultava completamente immune alle mosse.

“È INUTILE E INCONCLUDENTE, NON POTETE COLPIRE IL NOSTRO ETERE PIÙ PROFONDO IN QUANTO INCORPOREO!” urlò l’eco agghiacciante.

I Pokémon erano sul punto di crollare, non sembrava esserci modo per fermare l’essere. Scale non riusciva quasi più a reggersi in piedi e non gli veniva in mente nulla da poter fare, ma ebbe una piccola illuminazione. “La… Freccia!”

Nella realtà esterna al sogno l’Azurfreccia iniziò a brillare intensamente e, come se fosse attratta da una calamita, si mosse da sola e raggiunse la mano di Scale. Ciò ebbe una ripercussione nello spazio onirico, con la reliquia che apparve impugnata dal Pokémon Legnogeco.

“IMPOSSIBILE, COME HA FATTO QUELLA COSA RAGGIUNGERE PROFONDITÀ DELL’ETERE ?” l’apparizione dell’Azurfreccia fu un’amara sorpresa per l’Incubo dell’Oblio.

“Non so come faccia ad essere qui, ma va benissimo!” fu rassicurante trovarsi in mano un’arma simile, ma c’era ancora l’incognita su come colpire il mostro. “Ci provo, Idropulsar!” la mossa evocata ebbe effetto nullo, nonostante l’entità sembrasse sempre più debole. Tuttavia, il suo shock per la Freccia persistette, cosa che fece venire ai Pokémon un’idea.

“E se dovessimo colpirlo proprio con la Freccia?” Tusk aveva capito.

“Se è davvero così…” Scale si trafisse sul torace con l’Azurfreccia, e l’etere dei Pokémon leggendari iniziò a scorrere impetuoso nel suo corpo. “Mi devo avvicinare!”

Gli altri Pokémon annuirono e decisero come agire per permettere al Treecko di raggiungere l’Incubo dell’Oblio: Fossil si avvicinò per schermare le scariche elettriche, Aura, Spark e Candle si mantennero a media distanza per eliminare ulteriori attacchi, e infine Scale, Tusk e Flare si organizzarono per attaccare. Il Treecko sarebbe stato lanciato in alto, sfruttando anche il potere delle Freccia, per poi scagliarla contro il mostro.

“NON SAPPIAMO COSA ABBIATE IN MENTE, MA IN OGNI CASO NON PERDEREMO!” così l’essere sferrò una serie di attacchi confusi, ma adesso erano tutti pronti per contrastarli, e infatti nessun colpo riuscì a fermarli. L’entità stava diventando sempre più pallida, segno che stava perdendo energia.

Il Totodile ed il Charmander erano pronti per dare una spinta in alto al Treecko in modo che potesse attaccare da una posizione più alta. E così fu: Tusk e Flare crearono con le braccia una sorta di trampolino, così Scale saltò e, grazie alla capacità di fluttuare fornita dalla reliquia e alla forte spinta dei suoi amici, raggiunse un punto elevatissimo.

“Da qui è perfetto, Bora!” il Pokémon Legnogeco lanciò la Freccia, potenziando il lanciò col vento di Bora. Gli ultimi attacchi disperati lanciati dall’Incubo dell’Oblio si rivelarono inutili, e l’Azurfreccia trafisse il suo corpo sferico fino a creare una profonda crepa che lo percorse totalmente, fino a ridurlo in pezzi, e con esso l’intero spazio onirico.

“NON... È… POSSIBILE!”

Di colpo si risvegliarono nella realtà, e una delle pareti della stanza crollò, rivelando un passaggio aperto. Fu un sollievo per tutti i loro partner, che si apprestarono a soccorrerli. Bloom, con gli occhi lacrimanti, si lanciò su Scale e Candle, come se fossero delle illusioni. Una volta calmata, il Treecko si rese conto non solo che la Freccia fosse effettivamente uscita dalla sua sacca degli strumenti, ma anche che la ferita di essa si fosse appena rimarginata., quindi era realmente vera.

Tuttavia, ci fu un dettaglio che catturò immediatamente l’attenzione di tutti: il cristallo creato dall’Incubo dell’Oblio si era dissolto e l’Axew era libero, ma ancora incosciente.

“Ma... lui è…” Tusk si avvicinò e notò che il Pokémon Zanna aveva una fascia rossa alla caviglia destra. “Ivory?!”

“Ivory?” domandò sconvolto Flare. “Cioè quello studente dell’Accademia Ranger scomparso circa due anni fa?”

“Era uno dei primi che ho conosciuto appena ci sono entrato, ricordo che si era diplomato quasi subito e non si è più saputo nulla di lui. Quella fascia rossa è un suo tratto distintivo!”

“Aspettate…” Aura si avvicinò e chiuse gli occhi, per poi riaprirli qualche secondo dopo. “No. Pensavo potesse essere un umano, ma è un Pokémon normalissimo. Fatemi provare lo Squarcio Dimensionale…” il Riolu toccò l’Axew e chiuse di nuovo gli occhi. “Un altare… Era davanti ad un altare quando l’essere ne ha preso il controllo, proprio qui vicino!” indicò il passaggio appena aperto.

“Laggiù?” Fossil si avvicinò, vedendo in lontananza poco o niente. Anche gli altri cercarono di osservare cosa ci fosse, ma quel luogo sembrava lontanissimo.

In quell’esatto istante Ivory iniziò a riaprire gli occhi. Sembrava un po’ confuso, ma appena vide dove gli altri Pokémon fossero diretti, si alzò di colpo e gridò. “Non andate lì!” però non fece in tempo: avevano già iniziato a fare qualche passo, e furono tutti colpiti da un’invisibile onda d’urto. Coloro che erano precedentemente umani la sentirono molto più forte, non riuscendo ad alzarsi per il dolore.

Nel frattempo, mentre il Sole si apprestava a tramontare, sopra all’Albero della Vita, comparì di nuovo l’enorme globo lucente, l’entità.

“Xerneas, mi senti?” il Pokémon Creazione si mostrò appena chiamato. “Quei dannati esseri hanno manipolato l’Etere per renderlo insopportabile agli umani. Ti prego, fallo tornare stabile per poi intensificarlo nuovamente a livelli sostenibili!”

“Sire, sarà fatto!”

L’entità ora si mosse verso nord-ovest, diretta alla Terra della Nebbia. “Non posso più sopportarlo, avevo promesso a quegli umani una vita migliore in cambio di aiuto per salvaguardare questo mondo, e invece li ho solamente esposti ad un immenso pericolo facendo gravare sulle loro spalle il destino!” nonostante il turbamento, raggiunse i luogo di destinazione, e si trovò sopra Villaristoro. “Brutal, sei qui?”

 

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Capitolo 20

L’Etereo

L’onda d’urto fu talmente forte da far tremare l’intero Crepaccio Prismatico. Non crollò nulla, ma l’effetto fu spaventoso.

“Un’onda d’urto creata da una forte pressione di Etere, non so come sia possibile!” Ivory si rialzò barcollando. Appena riuscì a stare in piedi senza problemi prese uno strano strumento simile ad una scatola cilindrica schiacciata con un anello mobile laterale, in cui inserì una polvere bianca ed una blu, per poi chiuderlo e iniziare ad agitarlo con forza. Il cilindro si gonfiò, sembrando sul punto di esplodere, e l’Axew ruotò l’anello e sollevò l’oggetto, che si aprì di colpo e sparò in alto una sfera azzurra, che esplose diffondendo le polveri nell’area circostante. “Respiratelo, quel composto ha un forte effetto lenitivo!”

Fu esattamente come disse, e tutti si sentirono subito meglio, compresi i Pokémon precedentemente umani che avevano subito un urto maggiore.

“Ma cos’è quell’affare?” domandò Flare.

“Un diffusore di Etere, o meglio un prototipo. E’ una mia invenzione!”

“Ivory, si può sapere che ti è successo?” domandò Tusk.

“Che dovrebbe essermi successo?”

“Ti ho conosciuto circa due anni, appena entrato all’accademia. Ti sei diplomato, sei andato via e di te non si è saputo più nulla!”

“Due anni?!” rispose sbalordito. “Ma no, è una settimana che ho lasciato l’accademia!”

Flare si avvicinò furiosamente e lo afferrò sulle spalle. “Una settimana?! Ti abbiamo ritrovato posseduto da un Incubo dell’Oblio. Che ci fai qui?”

“Stavo facendo ricerche sull’Etere. Sono arrivato qui perché avevo percepito che questo luogo ne è saturo. So solo di aver raggiunto un specie di altare, e poi il vuoto!”

“Percepito?! Come avresti fatto?” domandò sconvolto Scale.

“Ho acquisito questa capacità assorbendo dell’Etere alla nascita, riesco a percepirlo e in parte a controllarlo. Non ha caso mi faccio chiamare l’Etereo!” disse l’Axew con un filo di voce. Il Charmander lo lasciò, e dal suo sguardo sembrava fiducioso. “Sono sempre stato in disaccordo con gli scarsi insegnamenti scolastici sull’Etere, per questo stavo conducendo delle ricerche per conto mio. Ho molti motivi per farlo, tra cui uno…” si interruppe di colpo. “Non voglio parlarne, ma vi prego di credermi!”

Tutti sembravano abbastanza convinti, e Tusk e Flare confermarono che ci si poteva fidare di lui.

“Sai cos’era… Quell’onda d’urto?!” domandò titubante Fossil.

“E’ un fenomeno anomalo, causato da un rapido e improvviso aumento di pressione dell’Etere nell’aria. Tuttavia, naturalmente non si verifica mai, quindi dev’essere stato manipolato. Però, forse lo si può contrastare!”

“Un momento, la Freccia?” domandò Aura, facendo precipitare tutti nel panico: l’Azurfreccia non era più nello zaino di Scale e potenzialmente poteva essere stata distrutta dall’onda d’urto. Tutti si misero a cercarla in fretta e furia, riuscendo a trovarla a terra, fortunatamente intatta. La vista dell’artefatto destò immediatamente l’attenzione di Ivory.

“Cos’è?! Emana una fortissima energia eterea!”

“E’ una Freccia, una reliquia infusa dell’Etere dei Pokémon leggendari. Si può usare per mutuare i loro poteri!” gli rispose Flare raccogliendola.

“Come? Questa potrebbe essere la chiave. Dammela!” l’Axew gliela strappò dalle mani, e immediatamente sentì l’Etere di Ho-Oh, di Lugia e degli altri Pokémon mitologici scorrere nelle sue vene. Senza nemmeno pensarci, si gettò a capofitto sulla barriera e la trafisse con la Freccia. Questa volta non venne generata nessuna onda d’urto, ma anzi si formò uno squarcio sospeso in aria, quasi invisibile. Il Pokémon Zanna alzò una mano, che iniziò a brillare, per poi batterla a terra, creando una perturbazione energetica che distrusse l’invisibile muro.

“Ma… Cosa ho appena visto?” lo stupore di Spark era immenso, così come quello degli altri.

“Mi sa che dovrò fare degli esprimenti con questa, non ho mai sentito di oggetti che possono assorbire l’Etere. Eureka!” Ivory era entusiasta come uno scienziato che ha appena fatto una grande scoperta.

“Perché laggiù dovrebbe esserci un altare?” domandò Aura.

“Non lo so, ero diretto lì perché l’Etere sembrava più intenso. Sul quel monumento doveva esserci scritto qualcosa, ma ricordo pochissimo, ed era pure incomprensibile!”

Tutti erano decisi di avvicinarsi a quel luogo misterioso, e fecero un passo verso esso, entrando in un dungeon. Il trio del Team Dragon apparve in una sorta di labirinto di cristalli, dove la luce veniva continuamente riflessa e rifratta.

“Un altro dungeon vuoto e senza droni, chissà che ci sarà!” si domandò Tusk nell’avvicinarsi ad un corridoio. “Sembra troppo tranquil… Ah!” lui sbatté contro un muro invisibile. “Ma cosa?!”

“Questo è strano…” Scale si avvicinò, cercando di capire cosa fosse successo. “C’è una parete, ma non è uno specchio, non ci riflettiamo!”

Flare iniziò subito ad esaminare gli altri punti della stanza, arrivando ad un passaggio che appariva come chiuso, riuscendo ad attraversarlo ed entrando in un corridoio. Da lì si rese conto che effettivamente i muri della stanza erano diversi rispetto a quelli che si vedevano dall'interno. “Venite qui, il passaggio vero è da questa parte!” i suoi due compagni si avvicinarono, e increduli attraversarono il muro e entrarono nel corridoio reale.

“Credo sia un’illusione, una sorta di ologramma!” affermò il Treecko.

“Sarà un’esplorazione lunga…” disse seccato il Charmander.

Nel frattempo, la preoccupazione generata dalla rivelazione di Metronome, il GIP, assieme ai due Ranger del Team Dragon, decise di interrompere temporaneamente la ricerca delle Sorgenti Eteree e di andare a controllare personalmente la Grotta Egida. L’entrata sembrava tranquilla, così come l’interno, caratterizzato da moltissime pareti con disegni di Unown. I pochi Pokémon presenti si dimostrarono piuttosto semplici da battere, e in neanche troppo tempo riuscirono a raggiungere le profondità del dungeon.

“Vado avanti, ve lo devo!” disse Gargoyle che, invece di scendere una rampa di scale di pietra come tutti gli altri, si gettò avanti planando.

“Ehi, sta attent… Ah!” Light era sul punto di fermarlo, ma, oltre a non riuscirci, precipitò giù.

“Di nuovo, è tutto ok?” domandò preoccupata Wave.

“Si. A quanto vedo, prima il senso dell’orientamento pessimo, poi le vertigini quando scendo di quota. Cos’altro dovrà venirmi?” rispose frustrato.

“Che dovrà venirti? Non facciamoci domande ridicole!” disse Frost, assumendo improvvisamente un’aria seria. “Che è preso a quello?”

“Ah, dici Gargoyle? E’ semplicemente molto riconoscente verso di noi!”

Il Gligar aveva già raggiunto un punto abbastanza lontano dalla fila della scala. “Non sembra esserci nulla di strano al momento!” disse girandosi verso il gruppo. In quell’esatto istante spuntò fuori un Unown ostile alle spalle del Pokémon Aliscorpio.

“Attento!” lo Sneasel si gettò verso di lui e attaccò in aria con Neropulsar, muovendosi in un modo molto scenico. “Battito del Cuore di Tenebra, Azione!”

L’Unown fu subito messo fuori gioco, con grande sorpresa di Gargoyle. “Grazie. Ma che hai fatto in aria?”

“Fatemi essere me stesso. Con tutta la forza che ho, una qualsiasi sfida sembrerebbe noiosa, quindi voglio divertirmi con un po’ di scena!” rispose, sempre con un tono serio.

“Giovani, credo che non li capirò mai!” disse sorpresa Muzzle. “E tu, non dici niente?” si rivolse a Dim, che rimase dietro tutti stando sempre in silenzio e si limitò ad annuire.

“Guarda un po’ chi si rivede, Gargoyle!” si sentì una voce forte rimbombare nel dungeon. Il Gligar la riconobbe, rimanendone pietrificato. “Cos’è, vuoi per caso tornare sotto la mia ala… protettrice?”

“Tenente Rough?!” si voltò di scatto, trovandosi davanti un familiare Krookodile. “No, mi sono già lasciato alle spalle la criminalità. Se sono libero, è solo grazie a voi e al GIP!”

“Con te la riabilitazione ha funzionato bene, con altri è già più difficile. Boaster, è tutto ok, vieni!” si avvicinò Boaster il Krokorok, il suo braccio destro. “E noto con piacere che c’è tutto il GIP al completo, un’esplorazione importante?”

“Hai azzeccato. Come va il tuo lavoro da tenente?” chiese Swift.

“Tutto bene. Certo, riabilitare criminali non è che sia tanto semplice: mi tocca andare spesso col pugno di ferro, non sono mica tutti come Gargoyle. Fortunatamente in questo periodo si è ridotto il numero di fuorilegge che vengono portati alla mia struttura, così che possa dedicarmi alla mia famiglia!” in quel momento notò il Sandile dietro tutti. “Dim, questa è una sorpresa. Ti hanno preso in un team?”

Il Pokémon Sabbiadrillo fece soltanto un cenno affermativo. Cercò di dire qualcosa, ma non riuscì a dire niente.

“Figliolo, parlare non porta sempre ad un errore!” il Pokémon Minaccia provò a sollecitarlo, ma nulla. “Sei l’esatto opposto dei tuoi fratelli, dei chiacchieroni che non smettono mai di parlare!” concluse con una risata.

Tutti si mossero verso l’ultima stanza della Grotta Egida, dove trovarono esattamente ciò che stavano cercando: una statua di Regigigas a grandezza naturale. Essa era in una posizione alquanto inusuale, molto rigida, e i segni sul pavimento ai suoi piedi, simili a impronte impresse con forza, lasciavano pochissimo spazio all’interpretazione.

“Non mi sarei mai aspettato di rivedere una cosa simile!” annunciò Light nel più totale sconvolgimento.

“Ma siamo certi sia la stessa cosa?” domandò Boaster.

“Riconoscerei questa pietra tra mille!” disse Rough.

Tornando al Crepaccio Prismatico, tutti si riunirono alla fine del dungeon degli specchi.

“Non voglio più entrare in un posto simile, neanche per una ricerca!” Ivory sembrava molto frustrato.

“Spark, dovremo creare un’attrazione simile al Poképaradiso, diventeremo ricchissimi!” disse Shell.

“Nel mondo umano ricordo una cosa del genere, la sala degli specchi!”

La strada per l’altare stava diventando sempre più gelida, con addirittura della neve, e della nebbia iniziò ad avvolgere tutto.

“Non… Non ce la faccio, mi si stanno congelando i piedi!” Scale sembrava sul punto di crollare, perciò Curse, Candle e Flare iniziarono ad usare delle loro mosse per riscaldare l’aria. Nonostante l’intervento, la neve non si sciolse neanche un po’.

“Maledetti, non dovevate osare!” un eco agghiacciante si sentì verso l’altare, visibile anche se la nebbia sembrava più fitta. “Voi… Ah!”

“Che sta succedendo laggiù?” Eon sembrava più atterrita che mai, e lo stesso si poteva dire degli altri.

“Frostbite-Sama!” si udì un’altra voce, di una creatura più piccola. Essa fu scaraventata via, e l’unica cosa che i Ranger riuscirono a capire di lei fu il suo colore bianco prevalente.

Tra la bruma attorno all’altare apparve minacciosa una figura irriconoscibile, dal corpo umanoide, artigli affilati e una sorta di piuma lunghissima sulla testa. I suoi occhi iniziarono a brillare di un intenso rosso.

 

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Capitolo 21

La Velenosa Minaccia

L'inquietante e minacciosa creatura uscì dalla nebbia, puntando ai Pokémon appena giunti. Al suo primo passo apparvero alcune Ombre dell’Oblio alle sue spalle, come se le avesse richiamate.

“INTRUSI, È LA VOSTRA FINE!” sibilò con l’eco di voci.

“E’ uno Sneasler, l’ho visto su un libro. Ma credevo fossero spariti...” affermò Fossil.

“Non è il momento!” urlò Flare, poiché l’esercito nemico si gettò verso di loro. Nessuno venne colpito, dato che riuscirono a spostarsi, ma non fu un bene: nella foga si sparpagliarono, e le Ombre dell’Obio crearono una barriera, andando ad isolare il Team Dragon e Ivory, lasciandoli in balia dello Sneasler. Tutti gli altri vennero braccati da cinque Ombre.

Il Pokémon Scalata era veramente agguerrito e attaccò alla primissima occasione: i suoi artigli si impregnarono di una sostanza violacea e lui si scagliò verso i suoi bersagli. Ivory, Flare e Tusk riuscirono a evitarlo, mentre Scale fu preso di striscio alle gambe.

“Non è niente, a differenza di questo!” il Treecko scagliò un Dragospiro che centrò il bersaglio. Lo Sneasler però resistette e ripartì all’attacco, di nuovo con gli artigli venefici. Tuttavia, dai graffi subiti iniziò a diffondersi dell’elettricità, che lo paralizzò e gli impedì di schivare il colpo, venendo preso in pieno. Il Pokémon Legnogeco venne scaraventato su una delle pareti della barriera, ormai allo stremo.

“UNO IN MENO!” riecheggiarono le inquietante voci

“No, questo no!” Tusk si infuriò a quella vista e innescò l’Ipercarica Evolutiva, per poi assalire il Pokémon posseduto con Acquagetto. Nonostante fosse più forte ora evoluto, lo Sneasler sopportò ogni colpo.

“Questa ce la paghi carissima!” Flare scagliò un Pirolancio, ma anche in questo caso il Pokémon Scalata restò in piedi. Fu seguito da un Dragartigli di Ivory, con lo stesso risultato.

“E’ resistentissimo, non capisco. Quei Pancham e Pangoro posseduti li avevamo battuti quasi subito!” ricordò il Pokémon Mascellone.

“Voglio provare con questa!” Ivory aveva ancora l’Azurfreccia con sé, e in quel momento ne mutuò i poteri. “Energisfera!” il risultato non cambiò: lo Sneasler resistette di nuovo.

“ETERE, ETERE… CE N’È IN ABBONDANZA!” gridò l’eco stridulo, mentre gli occhi rossi divennero più brillanti.

“Sembra che tragga la sua energia dall’Etere. Eureka!” affermò l’Axew. Fu immediatamente attaccato dallo Sneasler, divenuto fulmineo, ma non venne colpito.

“Colpi… telo... con la… Freccia!” ricordò Scale con un filo di voce.

“Vero, è risultata efficace con l’Incubo dell’Oblio, ed ha distrutto quella barriera!” continuò Tusk.

Il Pokémon Zanna intese e, non appena il posseduto si lanciò nuovamente all’attacco contro di lui, lo trafisse con la reliquia, sfruttando anche il suo controllo etereo per concentrare l’energia sul volto dello Sneasler. Egli svenne, e dal suo corpo fuoriuscirono due Ombre dell’Oblio, immediatamente distrutte da un attacco coordinato di Tusk e Flare.

Anche gli altri riuscirono ad eliminare le creature minacciose.

“Ça va, Scale?” Bloom si gettò sul Treecko appena lo vide a terra, il quale era stremato.

“Tusk, portiamolo fuori da qui. Qualcuno rimanga a raccogliere informazioni!” disse il Charmander, a cui il Totodile annuì.

“No, andate via!” fu una voce improvvisa a parlare: il Pokémon precedentemente scaraventato via, uno Sneasel Lotta/Veleno, risalì il crepaccio arrampicandosi. “Siete il loro bersaglio, gli Emissari dell’Oblio torneranno se restate qui. Vi porterò tutte le informazioni che volete. Posso trovarvi all’accademia di Lapillia?”

“Si. Stavamo cercando le Frecce!” gli rispose il Pokémon Mascellone.

“Va bene, ma ora uscite!” lui tirò fuori un’Evadisfera e la lanciò verso di loro, catapultando tutti e dodici i Pokémon all’esterno del dungeon.

Tornati all’Accademia Ranger, Scale fu medicato dall’infermiera Joy, e si ricongiunse con gli altri in una stanza situata nell’edificio dall’altra parte del portale del loro dormitorio, dove decisero di passare la notte tutti insieme. Lui si presentò un po’ zoppicante e con delle bende alle gambe, e Tusk accorse in suo aiuto appena lo vide.

“Grazie, fratello!” gli disse, facendolo sorridere. “Le ferite non sono gravi, già domani dovrei stare meglio. Però sono strane, l’ha detto pure l’infermeria. Ma Ivory?” in quel momento notò che l’Axew non era con loro.

“Ah, è andato a parlare col preside. Ha detto di non aspettarlo per dormire!” gli rispose il Totodile.

Ivory entrò nell’ufficiò di Claw con andatura tremante.

“Non credevo ti avrei mai rivisto, fortunatamente stai bene!” il Noctowl sembrava sorprendentemente molto calmo. “Avevi dimenticato questi!” gli passò così un paio di occhiali protettivi.

“Ah, erano rimasti qui!”

“Come mai eri in un Rifugio?”

“Rifugio?”

“Ah vero, non puoi saperlo!” il preside iniziò uno dei suoi monologhi. “Sono zone sature di Etere, poiché c’è una piccola sorgente. Sono serviti ai Pokémon dei tempi antichi per sfuggire a seri pericoli e restare al sicuro per periodi molto longevi. Non era del tutto vero che la Terra dell’Aurora fosse disabitata quando venne raggiunta anni fa, e molti abitanti erano celati nei Rifugi. Tra quei Pokémon c’ero io!”

“Davvero? Devo studiare l’Etere, ne ho bisogno. Perché si insegna così poco a scuola sull’Etere?”

“Ivory, l’Etere viene usato per produrre medicinali per curare lesioni, dalle più semplici alla spossatezza dovuta all’eccessivo utilizzo di mosse, fino ad arrivare a lacerazione dell’Etere corporeo, come quelle che ha appena subito Scale. Inoltre, può donare capacità inimmaginabili. Sapendo tutto ciò, chiunque vorrebbe usarlo per divenire più forti, e il mondo e la società sprofonderebbero nel caos. Gli unici che hanno accesso a simili informazioni hanno conoscenze limitatissime, e vale anche per me!”

“Preside Claw, devo sapere di più, assolutamente!” l’Axew divenne sempre più affamato di sapere.

“Dovrai cercare per conto tuo, mi sono fatto cancellare molti ricordi preventivamente. L’unica altra informazione che posso darti è che gli umani tramutati in Pokémon sono più sensibili all’Etere. Scale è uno di essi, ed anche ciò abbiamo cercato di tenerlo nascosto, invano. Joy finse di non crederci. Anni, anzi secoli fa, conobbi due umani, ed è grazie a loro se abbiamo costruito la società!” Claw si interruppe, iniziando a muovere con un’ala la sua cravatta. “Tu vieni dall’Altopiano del Drago?”

Quella domanda destabilizzò il Pokémon Zanna. “Come fate a saperlo?”

Il Noctowl prese un pezzo di carta. “Dammi la tua Intersfera!” ricevuto l’oggetto, Claw ci digitò un particolare contatto che lesse sull foglio. “Un anno e mezzo fa venne un possente Pokémon alla tua ricerca, e disse di provenire da lì. Era un Hakamo-o di nome Mighty!”

Ivory fu sconvolto, e si affrettò a riprendere l’Intersfera. “Grazie, devo contattarlo subito!”

L’Altopiano del Drago è un centro abitato situato nell’altissima costa a sud-est della Terra dell’Aurora, ma non è considerato una città per via dell’assenza di infrastrutture urbane e per l’estrema difficoltà per raggiungerlo, rendendolo difatti una meta sconsigliata. Esso è una zona arida che si trova su un gigantesco pilastro di roccia, con al centro un lago circolare d’Etere, dato che nelle viscere di quella terra c’è una sorgente, ed legato ad una tradizione: finché non si schiudono, le uova vengono lasciate immerse, cosicché i nascituri sia più robusti o ottengano poteri. È popolato da una vasta comunità di Pokémon Drago.

Nei pressi del lago etereo, due Pokémon si stavano allenando al chiaro di luna: l’Hakamo-o Mighty e il Dragonite Ocean. Quest’ultimo è un membro di spicco del posto, precettore dei giovani e braccio destro del capo l’Haxorus Adze, il padre di Mighty.

“Forza, fammi vedere di cosa sei capace!” il Dragonite incalzò l’Hakamo-o.

“Come desideri!” sferrò così un poderoso Assorbipugno che venne circondato da un’aura gelida, creando un effetto congelante.

“Bene, benissimo!”Ocean parò a fatica il colpo. “Davvero notevole!”

Crollarono per la stanchezza subito dopo, e rimasero stesi a terra per qualche minuto. L’unica cosa che riuscì a farli rialzare fu una chiamata improvvisa all’Intersfera di Mighty.

“Pronto?” la prese e rispose all’istante.

“Mighty, sei tu?”

Sentire quella voce lo sconvolse. “Ivory… Fratellino, che ti è successo? Sei sparito tempo fa!”

“Uno di quei cosi viola mi aveva posseduto. Non ho ancora trovato nulla su una cura con l’Etere. Come sta Rattle?”

“Rattle…” numerose lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi. “Non è migliorato nemmeno un po’, è sempre impossibilitato a muoversi. Dal giorno della sua nascita fino ad adesso quel Jangmo-o non è mai riuscito a camminare. Ho esplorato tutta la Terra dell’Aurora per trovare una cura, ma niente. Papà continua a struggersi per le sue condizioni, dicendo di esserne responsabile, ma non capisco perché!”

“Mighty, ho incontrato alcuni Ranger che cercano anche loro qualcosa sull’Etere. Tornerò appena troverò una cura per nostro fratello. Adesso scusami, devo andare!” chiusero così la chiamata.

“Perché? Perché?!” frustrato, Mighty battè una serie di pugni sul terreno. “Perché questa sventura? Perché sarebbe papà il responsabile?”

“Vuoi veramente saperlo?” gli domandò il Dragonite.

“Ocean, cosa ne sai?”

“So molto, ma devo dirtelo allusivamente, o tuo padre mi farebbe a pezzi. Ricordi quell’antica poesia? Giungeranno gli emissari dell’opposto regno, e sotto il vessillo dell’Etereo Segno, compieranno come eroi il divino disegno. Non ti dice nulla?”

“L’Etereo Segno è un vecchio modo per indicare un potere derivato dall’Etere, ma il resto? Cosa dovrebbe significarmi?”

“Mighty…” Ocean mostrò un volto rassegnato. “Identifica me ed Adze come questi emissari per capire!”

 

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Capitolo 22

L'antica genesi

La mattina dopo, i membri della Costellazione si svegliarono con molta lentezza, avendo finito nella tarda notte. Flare decise di andare in mensa per prendere la colazione per tutti. Nell’attraversare un corridoio si ritrovò davanti l’ultimo individuo che avrebbe mai voluto incontrare: Ardor.

“Come va? È stata bella l’escursione di ieri?” disse il Monferno con un tono sarcastico.

“Sta zitto e fatti gli affari tuoi!” gli rispose e passò oltre.

“C’è stato un ferito. Ora vado a dirgliene quattro!”

Quelle sole parole fecero indietreggiare il Charmander. “Dirgliene? Nel tuo linguaggio vuol dire Dargliene!” senza nemmeno pensarci, lo colpì in faccia con un montante.

“Ma come ti permetti? Semplicemente voglio dimostrare la mia superiorità!”

“Sei solo un vigliacco!” ed ecco che si materializzò una furiosa Candle che si parò davanti ad Ardor. “Già ti sei dimostrato un vigliacco volendo picchiare un infermo. Ora voglio vedere se hai il coraggio di picchiare una ragazza!”

Ardor si limitò ad indietreggiare e a scappare non appena non fu più visibile ai due Pokémon Fuoco.

“Ero venuta perché volevo aiutarti, ma non avrei mai voluto assistere ad una scena come questa!” disse la Torchic.

“Devi farci l’abitudine: quel pazzoide è capace di fare di peggio, molto peggio!”

Scale nel frattempo si recò per scrupolo in infermeria.

“Hai proprio la scorza dura: le ferite si sono già rimarginate!” gli disse Joy appena lo controllò. “Prendi questa, in caso dovessi procurartene altre!” gli passò un’ampolla con all’interno una pomata.

“Grazie mille!”

“Non credo debbano esserci conseguenze, ma se dovessi sentire qualcosa di anomalo avvisami subito!”

“La ringrazio, Professoressa Joy!” il Treecko uscì di ottimo umore. “Giusto, è vero!” con un’improvvisa fretta, si fiondò nella sua stanza e prese una pila di fogli, per poi velocemente uscire dall’edificio. Incontrò così un Pelipper postino. “Scusi, questi fogli devono arrivare alla redazione della Gazzetta Pokémon!”

“Non si preoccupi, me li dia!” il Pokémon Alacquatico li prese e se li mise in becco, per poi spiccare in volo.

Nel frattempo un Pokémon entrò in accademia avvolto in un mantello con cappuccio, rendendo impossibile capire chi sia. Iniziò a percorre un corridoio, completamente senza anima viva, scendendo poi per una rampa di scale, trovandosi così davanti ad un grande portone, ed entrò senza pensarci. All’interno c’era un palcoscenico con un sipario rosso e una serie di posti per sedersi di fronte. Sul palco c’erano alcuni Pokémon con dei costumi, apparentemente degli attori, che notarono subito il misterioso figuro.

“Chi sei? Cosa vuoi?” domandò un’attrice, una Kirlia vestita con un’uniforme alla marinara bianca e rosa, con un fiocco rosso con una spilla con una mezzaluna.

“Io?!” egli si tolse il mantello, rivelando di essere Frost lo Sneasel. Si voltò verso un banco con dei costumi, ne prese uno e se lo mise rapidamente. Ora sembrava un vero antagonista, con indosso una tuta ed un mantello neri venati di bianco. “Sono Alexandrite, e tu sei in possesso di qualcosa che mi interessa!”

“Te lo puoi scordare, non avrete mai il Cristallo d’Argento!” la Kirlia continuò, come se fosse tutto previsto. “Sono la Paladina dell'Amore e della Giustizia, io sono Sailor Kirlia. E sono qui per punirti in nome della Luna!” si mise poi in posa.

“Non farmi ridere, patetica come sei. Battito del Cuore di Tenebra, Azione!” Frost, o meglio Alexandrite, sferrò un Neropulsar.

“Sacro Scintillio della Luna, Azione!” Sailor Kirlia rispose con Magibrillio, ed entrambe le mosse si contrastarono a vicenda. Finito ciò, i due smisero con la messa in scena. “Sono due mesi che non vieni, ma ricordi le tue battute alla perfezione!” i restanti membri applaudirono.

“Dici bene, Bell. Ora sono in un team, ma non lascerò la compagnia!” le rispose lo Sneasel. “A proposito, devo andare a parlare con gli altri!” fece per andarsene, ma qualcuno iniziò a battere furiosamente alla porta.

“Nasconditi, ci penso io!” mentre lui si nascose dietro il sipario, Bell aprì, trovandosi davanti Ardor e Chill. “Cosa volete?”

I restanti attori si allontanarono, con alcuni che si nascosero, alla vista del Monferno. “Lo sai benissimo!”

“Frost non è qui, e in ogni caso non ti riguarda. Sparisci!” Ardor fece un passo tremante in avanti, ma in quell'istante Bell lo spedì via con Psichico. “Vuoi per caso raggiungerlo?” si rivolse a Chill, che, senza dire nulla, si voltò e scappò rapidamente. Bell poi chiuse la porta sbattendola.

“Questo sì che è uno spettacolo degno di un primo premio!” si complimentò lo Sneasel.

Intanto, Scale, Flare e Candle tornarono al dormitorio. “Abbiamo preso il meglio che c’era, un’enorme torta di Baccapesca. Ce la meritiamo pure con tutto quello che abbiamo fatto!” annunciò il Charmander.

“Ehi, ma Ivory?” il Treecko notò l’assenza del Pokémon Zanna.

“Ah, si dev’essere svegliato prima dell’alba, perché non era qui!” gli rispose Tusk.

“Gliene lasceremo un pezzo!”

Claw nello stesso tempo stava sistemando alcune carte riguardanti diverse pratiche dell’accademia, finché qualcuno non bussò improvvisamente alla finestra. Lui aprì con sorpresa. “Frostbite?! A cosa devo questa visita improvvisa?”

“Perdonaci, Claw, dobbiamo saldare un debito con alcuni Ranger!” disse entrando. Con lui entrò uno Sneasel Lotta/Veleno.

“Salato?”

“No, non quanto arrivare qui furtivamente. Ieri nel Crepaccio Prismatico sono entrati dei Ranger ed hanno eliminato degli Emissari dell’Oblio che l’avevano invaso!”

“Ti accompagno da loro!”

“Grazie, Claw-sama!” gli disse lo Sneasel.

Il preside portò i due nel dormitorio, dove le varie squadre avevano appena finito di mangiare. Il Noctowl li lasciò lì. “Perdonate il disturbo, grazie per ciò che avete fatto ieri. Io sono Frostbite, e lui è il mio braccio destro Rise!”

Tutti li riconobbero e si presentarono. In quel momento, un cigolio si udì all’esterno della stanza, ma venne ignorato poiché non entrò nessuno, immaginando fosse Claw.

“Chi è il vostro leader?” domandò Rise, e tutti indicarono Scale. “Scale-san, come avete fatto a raggiungere il Crepaccio Prismatico?”

“Sono stati Ho-Oh e Lugia a indirizzarci lì, per proseguire la nostra ricerca delle Frecce!”

“Giusto, mi avevate detto che cercavate le Frecce!”

“Siete quindi Emissari Celesti?” prese parola lo Sneasler, ma nessuno intese. “Anche Emissari dell’altro regno, o dell’opposto regno…” si bloccò di colpo, intuendo che nessuno lo stesse capendo “Umani?” ricevette una risposta affermativa di sette Pokémon, cosa che lo turbò un po’. “Così tanti in un gruppo solo? Questo non me lo sarei mai aspettato. Ne conobbi alcuni da giovane secoli fa, ma erano pochi, pochissimi. Non avrei immaginato che fossero stati chiamati così tanti!”

“Sul serio? Basil e Crest dissero che erano innumerevoli!” rispose Tusk.

“Basil e Crest?! Li conobbi molto tempo fa, ma non mi hanno mai detto nulla a proposito. Cioè…” il Pokémon Scalata si interruppe di colpo, per poi divagare. “In ogni caso, quell’Emissario dell’Oblio, è così che li chiamavamo anticamente, che attacca con la realtà onirica doveva essere lì in vostra attesa, dato che quelle creature puntano a quelli come voi. In più, conoscono il destino, forse proprio capaci di plasmarlo, o almeno così essi affermano. Il nostro territorio è spesso stato vittima dei loro attacchi, soprattutto per l’Etere, da cui loro traggono potere!”

“Perché puntano a quelli come noi?” domandò Fossiil.

“La Tenebra dell’Oblio che affrontammo io a Scale ci diede degli intrusi. Ho sempre pensato che si riferisse al fatto che eravamo umani!” aggiunse Tusk.

“Crediamo che sia così, dato che solo gli Emissari Celesti e chi è a loro molto vicino sembrano essere stati attaccati. L’Etere è la loro fonte d’energia, ma non riesco ancora a capire come l’adoperino!”

“Speriamo di comprenderlo presto, altrimenti sapete che rise-ate!” Rise si concesse una battuta per sdrammatizzare, ed effettivamente tutti risero.

“Rise, forse non era necessario…” Frostbite sembrava un po’ contrariato, ma anche lui non riuscì a non ridere. “Tornando a noi, l’altare del Crepaccio Prismatico è dove veneriamo il divino Arceus, lasciando offerte di bacche che crescono sorprendentemente grazie alla luce dei cristalli. Su esso ci sono incisi in Pokéroglifici miti e tradizioni, che forse già conoscete, ma senza il ruolo dell’Etere, o comunque ridotto: il divino Arceus fu il primo a nascere dall’Etere, al confine dei due mondi. Con lo stesso principio creativo, creò le sue emanazioni, plasmando così il tempo, lo spazio e l’antimateria, per poi dare vita ad altre emanazioni più distaccate da lui, generando dunque la terra, l’oceano, il cielo, l’energia, la luce e gli altri costituenti del pianeta. Infine, l’eterea forza creatrice venne adoperata per la nascita di altre creature che potessero abitarlo. Vedendo cos’era la vita nel mondo umano, decise che nessuna vita avrebbe avuto una fine, a differenza di cosa succede agli umani. Così nacquero i Pokémon, esseri dotati di particolari poteri derivati dall’Etere, ma il loro intelletto divenne il primo ostacolo da superare: erano selvaggi, aggressivi e dissennati, con pochissimi casi eccezionali che cercarono di collaborare, ma incapaci di usare il loro poteri moderatamente. Questa fu la premessa per la venuta degli Emissari Celesti, umani che già sapevano come funziona una società e come costruirla, che ne divennero demiurghi e aiutarono i Pokémon a sfruttare le loro capacità e a fabbricare strumenti, tra cui rudimentali armi in sostituzione delle mosse finché non venissero padroneggiate!” egli si interruppe, per poi respirare profondamente prima di riprendere. “Tuttavia, l’utopia sembrava lontanissima: un’altra creatura contro il volere di Arceus ebbe origine dall’Etere, un essere oscuro desideroso di distruzione. Pokémon ed umani unirono le forze per liberare il mondo da questa piaga, gli Emissari dell’Oblio. Dunque Arceus e le emanazioni crearono le Frecce, cosicché potessero sfruttare i loro poteri e contrastare la minaccia. Nonostante la loro sconfitta, giurarono di tornare!”

“Parbleu! Non sarà mica Materia Oscura?” domandò Bloom.

“No, peggio! Era una gigantesca creatura informe violacea dal nucleo scarlatto. Le sue capacità di manipolazione dell’Etere erano incredibili!” in qual momento il Pokémon Scalata strinse con la mano la sua spalla sinistra. “Ero uno Sneasel giovanissimo quando la fronteggiai. Non riuscì a resistere molto, e quell’essere riuscì a congelarmi l’intero braccio sinistro, cosa che me ne impedì l’uso. Il mio salvataggio è stato miracoloso, ed anche la mia guarigione!”

In quell'istante la porta si aprì e Ivory entrò di colpo. “Come hai fatto a guarire?” gridò.

Frostbite non sembrava né sconvolto né disturbato dall’Axew. “Non ne conosco alcun dettaglio. Tuttavia, essendo Zygarde un organismo vivente in sviluppo, Xerneas la forza vitale che lo sostiene e Yveltal la forza distruttrice che ad esso si oppone, la Genofreccia potrebbe esserne la chiave!”

“Dove si trova quella Freccia?”

“Lo ignoro, non fui io a procurarla. L’unica cosa che so è che si trova esternamente a questo continente noto come Terra dell’Aurora!”

Ivory uscì in preda alla disperazione, nel totale sgomento della Costellazione. Flare si alzò e cercò di seguirlo.

“Cosa è preso a quel Pokémon?” chiese Rise.

“Magari lo sapessi, non l’ho mai visto così!” rispose Tusk.

“La maggior parte di noi l’ha appena conosciuto, non possiamo essere d’aiuto!” aggiunse Aura.

“Qualsiasi cosa sia, deve turbarlo molto!” riprese lo Sneasler. “Tornando a noi, è giusto ora che vi parli delle Frecce, essendo ciò che cercate. Purtroppo non so molto, tranne dov’è custodita la Meteofreccia e particolari dettagli sull’Infinifreccia. Può essere sufficiente?”

“Perdonatemi, pensavo avessimo più certezze a proposito!” lo Sneasel mise le mani avanti.

“Va bene, qualsiasi informazione è preziosa per noi, giusto?” disse Scale rivolgendosi ai suoi compagni, che annuirono.

“Non so quale sia il nome che è stato attribuito al continente in questione, ma è a nord dell’isola in cui c’è l’Albero della Vita. Ricordo che salimmo su un monte arido elevatissimo, dove il Sole è sempre sembrato immobile e perenne. Da lì, potemmo ammirare una nube verticale fissa nei cieli. L’entrata della dimora dell’arma si trovava alla base del monte, ma non da dove iniziamo a scalarlo, bensì dalla parte opposta. Riguardo invece l’Infinifreccia, essa si crea unendo l’Unifreccia, la Zerofreccia e almeno una qualsiasi altra Freccia. Tuttavia, più ne vengono adoperate, più il suo potere diviene universale, per questo si tende a dire che siano necessarie tutte. Questo è tutto ciò che rammento, di cui ovviamente sono certo!”

“Dev’essere il Canyon Maestoso quel dungeon!” affermò Fossil.

“Solo una domanda: se sapete così tanto, perché, sorprendentemente, non divulgate nulla?” chiese Shell?

“Lo capirete da soli, man mano che avrete più Frecce. Non abbiamo più nulla da dirvi, ci congediamo!”

“Grazie mille!” ringraziarono i membri della Costellazione.

“Grazie a voi per averci aiutati alla nostra casa!” Rise ricambiò il ringraziamento.

“Un’ultima informazione: non abbiamo mai escluso l’esistenza di altre Frecce. Tenetelo a mente!”

 

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Capitolo 23

Nuovi orizzonti

“Ivory, fermati!” Flare cercò di seguire Ivory, che uscì dall’istituto nella più totale fretta. “Ivory!” l’Axew iniziò a guardarsi intorno, ma il Charmander lo raggiunse. “Si può sapere cos’hai?”

“Niente, non è nient…”

“Lo si legge nei tuoi occhi che sei turbato. Che ti è preso? Scusami se è per come ti ho aggredito ieri. Sono stato impulsivo, lo ammetto!”

“No, tu non c’entri niente!” l’Axew si voltò e iniziò a piangere. “Mi serve quella Freccia per guarire mio fratello, o non vivrà mai!”

“Cosa?!”

“Nel mio villaggio si tengono le uova immerse in un lago pieno di Etere, così alla schiusa i Pokémon guadagnano in forza o poteri. Invece Rattle ne è rimasto così indebolito da non riuscire nemmeno a camminare. Mi serve un qualsiasi modo per guarirlo!”

Flare era sconvolto. Si avvinò al Pokémon Zanna e lo abbracciò velocemente. “Da umano avevo un fratellastro che soffriva di asma. Era meno grave, ma sempre una condizione difficile. Ti capisco!”

Ivory sembrò più calmo, ma ancora turbato. “Ora però come farò a trovare quella Freccia?”

“Vuoi che dia una buona parola su di te a Scale? Non credo abbia problemi a farti entrare nel team. Sia io che Tusk ti conosciamo bene, lui si fida di noi!”

Qualche minuto dopo la partenza di Frostbite e Rise, Frost stava cercando di raggiungere il dormitorio del Team Dragon senza farsi vedere da nessuno, specialmente da Ardor. Ci riuscì, ma proprio davanti alla porta il Monferno apparve alle sue spalle. “Ora dove vorresti nasconderti?”

Frost rimase pietrificato, ma la porta si aprì di scatto e ne uscì un Tusk che senza nemmeno pensarci sferrò un Acquagetto che scaraventò via Ardor.

“Vuoi ancora infastidirci? Tanto non dobbiamo lavorare, abbiamo un sacco di tempo da perdere!” disse il Totodile ironicamente.

“No, non credo di aver bisogno di avere a che fare con voi. Sono forte, sono abile…” lui si girò. “Ed ho una famiglia!” se ne andò sogghignando, mentre il Pokémon Mascellone sembrava sull’orlo di scoppiare. I restanti membri della Costellazione avevano sentito tutto e accorsero. Tusk sembrò calmarsi, ma era ancora molto turbato.

“Che è successo?” domandò lo Sneasel.

Scale lo prese in disparte e si allontanarono dal gruppo. “Speravo l’avesse superato, ma è chiaramente una ferita troppo profonda!”

“Di che stai parlando?”

“Ardor ha provocato Tusk affermando di avere una famiglia, dato che Tusk, essendo umano, non ha ovviamente parenti qui. È stata proprio la sua famiglia a farlo fuggire dal mondo degli umani: folle, opprimente e chiusa. Indegna del nome che porta!”

Il Pokémon Lamartigli era sconvolto dal ciò che aveva appena sentito, fece così un respiro profondissimo. “Scale, mi faresti un favore?”

“Dimmi!”

“Mi colpiresti causandomi più dolore possibile?”

“Cosa?!” il Pokémon Legnogeco rimase veramente stranito. “Se è uno scherzo, non lo trovo divertente!”

“No, sono serio. Ho fatto soffrire qualcuno che ha sofferto, è giusto che paghi!” Frost chiuse gli occhi e aprì le braccia, ma Scale si limitò a tirargli un leggero schiaffo.

“Fattelo bastare. Ti abbiamo fatto entrare nel team senza condizioni, dopo che abbiamo saputo che anche tu hai sofferto. Dovrebbe essere abbastanza per dimostrare quanto rancore abbiamo nei tuoi confronti!” gli rispose con una calma eccezionale.

“Hai ragione!” Frost sembrò sollevato. “Ah, mi stavo per dimenticare che devo parlarvi di ciò che è successo nella Terra dell’Erba!”

Rientrarono tutti quanti nel dormitorio per discutere. La situazione sembrava più tranquilla, così come Tusk, ma Scale non perse occasione di stringergli la mano, come fecero quando fondarono il team.

“Allora, cosa dovevi dirci?”

“Ehm…” Frost cercò di mantenere la calma. “Hanno ritrovato una statua di pietra di Regigigas nella Grotta Egida. Se la Gilda ha liquidato la questione come una coincidenza, il GIP e il Tenente Rough sostengono che l’opera sia legata a Materia Oscura!”

“COSA?!” causò sgomento totale.

“Materia Oscura non può essere tornata in vita. Siamo state io e Bloom a sconfiggerla!” affermò Candle sconvolta.

“È l’incarnazione di ogni sentimento negativo, ma l’abbiamo sconfitta accettando che in tutto c’è un lato cupo. C'est incroyable!” proseguì Bloom.

“Ma siamo certi che sia proprio Materia Oscura?” domandò Curse. “Non potrebbe essere un’altra creatura con simili poteri?”

“Qualunque cosa sia, direi sia il caso di trovare le Frecce più in fretta possibile, giusto?” Scale si fece avanti, e tutti acconsentirono.

In quel momento Flare rientrò da solo. “Ivory può entrare nel team? La situazione è tragica!” spiegò poi cosa venne a sapere. Pochi minuti dopo Scale e Tusk andarono ad incontrare l’Axew, Candle si recò dal preside e i restanti membri della Costellazione contattarono il GIP per riportare ciò che appresero.

Si rincontrarono tutti poco dopo all’entrata dell’accademia, dove si imbatterono in Dim, troppo ansioso per entrare ma pronto per unirsi alla prossima esplorazione. Così, la Costellazione e i tre membri del Team Dragon si spostarono alla Terra del Vento attraverso un Metaportale.

Pochi minuti dopo, un’inaspettata chiamata arrivò all’Intersfera del Preside Claw, in quale era appena rientrato nel suo ufficio. “Pronto?”

“Claw, sono Light. Devo necessariamente parlarti!” il capo del GIP sembrava tutt’altro che calmo.

“Light, che succede? Se vuoi venire qui adesso, per me non c’è problema!”

“Va bene, ma fatti trovare lì!”

L’Ampharos arrivò in pochi istanti, ma non aveva ancora ripreso la calma. “Sapresti dirmi cos’è un Emissario dell’Oblio? E l’Etere?”

“Certo, perché?”

“Perché ne sono venuto a conoscenza recentemente per mezzo della Costellazione, ma a quanto pare nessuno ha pensato di dirmi nulla. Vorresti spiegarmi il motivo?”

“Semplice, perché se tutti sapessero dell’Etere qualcuno cercherebbe di utilizzarlo per invigorirsi e schiacciare chi è rimasto debole, e la situazione degenererebbe nel caos. Degli Emissari dell’Oblio ci sono dettagli pubblici, le Ombre!”

“Claw, non riesci proprio a capire?” il Pokémon Luce fece un respiro profondo, ma non riuscì lo stesso a tranquillizzarsi. “Sono a capo di un’organizzazione con il fine ultimo di garantire sicurezza in tutto il mondo, non pensi che dovrei esserne al corrente?”

“Sotto quest’ottica, non hai tutti i torti!” il Preside si mostrò comprensivo. “Va bene, dalla prossima ti avviserò!”

“Ho fondato il GIP anni fa, appena fu sconfitto Glacies, quando mi spostai dalla Terra dell’Erba alla Terra dell’Acqua. L’iniziale obiettivo erano ricerche archeologiche, ma con l’aumento della criminalità e delle richieste di soccorso decisi di reclutare un team, il Team Blazemour. Loro sconfissero Materia Oscura. E’ dopo ciò che reclutammo il Team Eternal, il Team Spirit e il Team Glisten, formando la Costellazione. Il resto lo sai!” in quel momento Light riprese la calma.

“Come ti spostasti dalla Terra dell’Erba alla Terra dell’Acqua?”

“Ero un medico e vivevo al Picco del Cielo. Incontrai il Team Glisten lì, ma stranamente non mi riconobbero quando li reclutai!"

“Va bene, Light, tutto chiaro. Da ora in poi sarai al corrente di tutto. Ora non ho nulla da dire in più e devo occuparmi di un piantagrane segnalatomi!” Claw era sul punto di congedarlo, ma aveva ancora un Coleottero che gli ronzava in testa. “Mi aiuteresti però a mettere a tacere le assurde voci sul mio conto? Voglio proprio sapere come si faccia a pensare che sia stato allievo di Metronome!”

I Ranger della Costellazione intanto arrivarono a Piazza Pokémon, cittadina dove risiede il Team Eternal, con molti negozi e strutture urbane, tra cui l’Ufficio Postale Pelipper. Se il Team Eternal andò per un momento alla sua base, rigorosamente a forma di Cubone, gli altri visitarono il posto. Un chiosco in particolare attirò l’attenzione di Tusk e Shell: un tendone per gare di nuoto, al momento chiuso.

“Ho sempre amato nuotare, non sembra un caso che sia diventato un tipo Acqua. Magari dopo ci ripasso!” disse il Totodile.

“Sono, incredibilmente, interessato. Forse ci sarà pure un premio sostanzioso!” aggiunse l’Oshawott.

“Cos’è? Qualcosa che potrebbe interessare anche a me? So fare bene il tifoso!” disse Scale scherzosamente.

“Ehi, il GIP ci ha mandato delle Intersfere e Sciarpe dell’Armonia per i nuovi membri!” arrivò in quel momento Fossil. “Ne ho già date alle vostre nuove reclute!”

“Grazie mille, Fossil!” gli rispose il Treecko.

Tornati tutti insieme, decisero sul da farsi: Frost e Dim si sarebbero occupati di alcune missioni lungo il Canyon Maestoso, mentre gli altri, a cui si unì Ivory, l’avrebbero esplorato fino a trovare l’entrata del dungeon in cui è custodita la Freccia, per poi incontrarsi tutti all’entrata.

“Che sorpresa vedervi qui. Un’esplorazione importante?” arrivò in quel momento l’Alakazam Acumen, conoscente del Team Eternal e capo del Team A.C.T., assieme ai suoi compagni Cinder il Charizard e Tyrant il Tyranitar.

“Ci hai preso!” gli rispose Eon.

“Me l’aspettavo, non ho più sentito nessuno del Gruppo Investigativo Pokémon, allora pensammo che eravate coinvolti in qualcosa di serio!”

“Abbiamo incontrato alcuni membri del GIP alla Terra della Sabbia pochi giorni fa. Un Pokémon impazzito si era improvvisamente evoluto!” proseguì il Charizard.

“Loro hanno anche raccolto delle informazioni, per un esperimento di cui non so nulla. Abbiamo deciso di indagare a riguardo, con loro che ci dissero che vi avrebbero detto tutto se fosse stato necessario. Attualmente purtroppo non abbiamo fatto progressi!” chiuse il Tyranitar.

“Ora forse è meglio proseguire. La grandezza del grande eroe Orichalcum il Lucario si fa sempre più vicina per noi!” così Acumen si congedò coi suoi compagni, mentre la Costellazione si incamminò.

 

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Capitolo 24

La Visione del Veggente Solare

Il Canyon Maestoso era un luogo arido e sabbioso, dove il Sole appariva immobile e scaldava continuamente l’atmosfera. La notte sembrava inesistente e il tramonto eterno. In alcuni momenti appariva visibile la Torre Celeste, un dungeon di nuvole fluttuanti nella stratosfera. La Costellazione riuscì a raggiungere la sommità del canyon senza troppi problemi, e lì si fermarono per riprendere le forze.

Alla cima del Canyon Maestoso, la Vetta Ancestrale, c’era Totem, un celebre Xatu veggente che raramente distoglie lo sguardo dal perenne Sole. Non appena la Costellazione fece un passo sulla vetta, il suo inconfondibile verso acuto riecheggiò nell’aria.

“Sono anni che non sento più questo suono spacca timpani. Mai sentita la mancanza!” Fossil sembrava esterrefatto dal risentirlo.

“Voi siete i cercatori delle Frecce!” lo Xatu si voltò. “Dal Sole ho compreso tutto. E ci siete anche voi, tra i primi salvatori che incontrai!” si rivolse al Team Eternal.

“Bene, sai già tutto. Hai qualcosa da dirci?” disse il Cubone.

“Proseguite giù da questo monte, scendete seguendo la direzione dell’astro solare. È lì che i Planetari risiedono, nei Pilastri Tellurici. Ma prestate massima attenzione a tutte le insidie!”

In quel momento, Frost e Dim arrivarono sulla Vetta Ancestrale. “Salvare quei Pokémon feriti è stato più semplice di quanto immaginassi!” disse lo Sneasel, e il Sandile poi annuì.

“Ottimo, possiamo andare tutti insieme!” affermò Scale.

La Costellazione e i due Ranger appena giunti si incamminarono lungo il pendio del Canyon Maestoso. Intanto, Totem tornò a fissare il Sole per vedere ciò che il destino aveva deciso. “Ora percepisco qualcosa di insolito… Oh no!” in preda all’agitazione più totale, egli si voltò di scatto verso il pendio da cui i Ranger iniziarono la discesa, ma si erano già allontanati troppo. Vide poi qualcosa sfrecciare velocemente nel cielo, cosa che lo calmò. “Drei… Drei, fa presto!”

Attorno all’entrata dei Pilastri Tellurici si trova una grande distesa di alberi ben visibile dall’altura, talmente fitta da occultare la luce. Tutti poterono notare quanto fosse tetro il luogo verso cui si stavano dirigendo. Trovato uno spiazzo lungo la discesa, la Costellazione decise di fermarsi per un momento.

“Credete davvero che lì ci sia una Freccia?” domandò Frost. “Sembra più pericoloso del solito, e mi piace!” fece un sorriso quasi malizioso e si mise in posa.

“Se Totem e Frostbite ci hanno detto la verità, è certamente lì!” gli rispose il Treecko.

Alcuni iniziarono ad osservare la radura boschiva per cercare di capire come attraversarla, ma il totale buio non aiutò. Tuttavia, successe qualcosa di improvviso: si creò un’esplosione energetica blu proprio sotto di loro, che frantumò la roccia e fece precipitare nel vuoto molti dei Ranger. Coloro che restarono sul monte, ossia Flare, Frost, Dim, Curse, Eon, Candle, Bloom e Shell, si affrettarono a scendere per raggiungere i loro compagni, ignari di ciò che li attendeva.

“Quella si che era una mossa Sferapulsar ben assestata, ne ho fatti cadere cinque su sette. Forse dovrò migliore la mia precisione!” un misterioso figuro avvolto in una cappa nera con mantello si trovava nella radura boschiva. Le sue mani emanavano ancora un’energia azzurra pulsante. “Siete benvenuti nel Bosco Occulto, più o meno!” tirò fuori dall’interno del suo mantello degli oggetti bizzarri, delle scaglie metalliche molto taglienti. “Dovrò usarne cinque, non posso sprecarli!”

I vari Ranger che erano precipitati dall’altura ripresero conoscenza in una stanza dell’insidioso dungeon.

“Ok, qui c’è seriamente qualcosa che non quadra, e non credo sia Etere!” Ivory si mise i suoi occhiali protettivi sugli occhi iniziando a cercare di capirci qualcosa.

“Quell’esplosione era senza dubbio una Sferapulsar!” aggiunse Aura.

“Stiamo in allerta, il responsabile dev’essere qui intorno!” Scale recuperò il suo atteggiamento da leader, e tutti annuirono.

Il Bosco Occulto era talmente fitto da rendere impercettibile qualsiasi suono e invisibile qualsiasi cosa ci fosse.

“Un momento, voglio provare a leggere l’aura!” il Riolu chiuse gli occhi.

“C’è nessuno?” domandò Fossil.

“No, niente per ora!”

“Pensa positivo!” lo spronò Spark.

“No, non c’è proprio nessuno qui. Non percepisco altre aure!” il Pokémon Emanazione riaprì gli occhi.

“Non mi piace, non mi piace per nulla!” concluse Tusk.

“Che ve ne pare? Sono in grado di mascherare la mia aura. È un peccato che non riuscirai mai a fare altrettanto!” la figura era nascosta tra la vegetazione senza che i Ranger se ne potessero accorgere.

“Ma c’è veramente qualcun… Ah!” il Totodile sentì un improvviso dolore ad una spalla, talmente forte da farlo crollare a terra: gli si era aperto un taglio.

“Che ti è successo, fa vedere!” il Treecko si avvicinò al partner per esaminare la ferita. “È molto simile a quelle che ho avuto di recente, prendo il rimedio!” fece per recuperare l’ampolla che anche lui si ritrovò un taglio, così come gli altri tre Pokémon precedentemente umani.

“Un rimedio? Devo fare sul serio allora!”

Ivory stava cercando il barattolo col rimedio, quando avvertì qualcosa di strano nell’aria. “L’Etere qui intorno sta mutando troppo velocemente, c’è qualcosa!” in fretta e furia, l’Axew prese il suo diffusore di Etere, lo riempì con una polvere rossa e iniziò ad agitarlo.

“Non so quali siano le tue intenzioni, ma è finita per tutti voi!” il nemico misterioso sbucò all’improvviso con una mossa Ossoraffica pronta per essere sferrata, ma Ivory aprì tempestivamente il diffusore, facendogli esplodere addosso una fiammata a base di semefuoco. “Ehi, stai attento con quel coso, questa cappa è di cotone di Whimsicott!” lui si spostò per ripararsi dalle fiamme. “Ma tu… Interessante!”

"Stai indietro, chiunque tu sia!"

In quel momento, i restanti Ranger raggiunsero i loro compagni. Alla vista di ciò che era successo, Flare iniziò a bruciare dalla rabbia e scagliò un Pirolancio contro il nemico.

“Ancora, questo è un capo costosissimo!”

“Cosa vuoi che me ne importi? Io ti distruggo!” il Charmander lanciò un altro attacco, che venne schivato.

“Come desideri, ho altri dardi a mia disposizione!” egli stava per prendere altre armi, ma un improvviso attacco Tripletta proveniente dall’alto lo colpì. Il mittente piombò a tutta velocità sul campo di battaglia.

“B… Brutal!” Spark e Shell lo riconobbero, era un Hydreigon che avevano incontrato molto tempo fa.

“Per la terza volta, indosso un mantello di puro cotone di Whimsicott, mi è costato tantissimo. E tu Drei, non immischiarti in affari che non ti riguardano!” lui, che non sembrò troppo sorpreso di vedere il Pokémon appena giunto, era sul punto di sferrare un’altra Sferapulsar, quando Brutal usò Ventoincoda. Il movimento d’aria creato mise in difficoltà il nemico, facendo cadere la cappa che aveva indosso. Si rivelò essere un Lucario.

“Mi riguarda invece, e la tua megalomania non giustifica atti simili, Rio. O dovrei dire Orichalcum!”

 

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Ringraziamenti speciali a @Leio99, @Enemy e @TheMudkipGirl95

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Capitolo 25

Il Falso Eroe

Nell’entroterra della Terra dell’Acqua, a nord-est di Borgo Quieto, sorge un campo militare gestito dal Tenente Rough. È qui che i fuorilegge arrestati vengono riabilitati. In apparenza è un posto rigoroso e freddo, ma nessuno ne ha mai parlato negativamente. Oltre al campo, ci sono due enormi edifici che fungono da dormitori ed uno più piccolo dove risiede l’amministrazione.

Gargoyle si stava recando lì per consegnare alcune informazioni raccolte dal GIP. Non sembrava minimamente turbato di varcare quella soglia, nonostante ricordasse bene il pugno di ferro di Rough. Il tenente però lo accolse cordialmente. “Entra pure. Eventi improvvisi a Brusilia?” entrarono così nell’edificio amministrativo, in un grande ufficio. Gargoyle poggiò alcuni fogli su una scrivania.

“No, solo le informazioni che ti abbiamo accennato alla Grotta Egida. Scusa se non te le ho portate subito, ma stavamo cercando alcuni luoghi particolari!”

“Che tipo di luoghi?”

“Luoghi con fenomeni anomali, o almeno così presumiamo. Uno di questi era avvolto in una tempesta violentissima!”

“Non so di cosa tu stia parlando, ma dovessi saperne qualcosa vi avviserò!” il Krookodile si affacciò ad una finestra per osservare il campo, facendo un cenno a qualcuno.

Poco dopo, Boaster entrò nell’ufficio. “Chiedevate di me, Tenente?”

“Sì, dato che scenderò nei sotterranei, tieni d’occhio l’ufficio!”

“Sotterranei?” domandò il Gligar.

“Vieni, te li faccio vedere!” il Tenente Rough prese i vari fogli dalla scrivania e aprì una botola nascosta sotto un tappeto. Il Pokémon Aliscorpio lo seguì, entrando in un posto veramente inquietante: delle lunghe file di gabbie si estendevano davanti a loro. “Prima che prendessi il ruolo di tenente in questa struttura i detenuti venivano rinchiusi in queste celle d’isolamento sistematicamente. Da quando ci sono io questa pratica è entrata in disuso, è troppo drastica, e nessuno ne sapeva nulla!” il Pokémon Minaccia entrò in una cella, dove erano presenti alcune librerie nelle quali mise i fogli. “Ora questo posto è un deposito di beni di prima necessità e un archivio!”

“È terribile!” Gargoyle stava quasi tremando.

“Lo so, e c’è di peggio: in caso di comportamenti considerati oltraggiosi il prigioniero veniva anche incatenato. Solo immaginare cosa si possa provare a scontare una pena chiusi e immobilizzati in una cella minuscola mi fa rabbrividire!”

I due si stavano affrettando ad uscire, quando udirono un grido e un respiro affannato riecheggiare. “Cos’è stato?” domando il Gligar.

“Qui non può esserci nessuno!”

Seguendo i suoni, si ritrovarono davanti una cella con dentro un Baxcalibur incatenato e pieno di ferite.

“Cosa ti è successo?” Rough si affrettò ad aprire la cella per liberarlo.

“È stato… Orichalcum…”

Orichalcum si stagliava fiero e minaccioso davanti alla Costellazione e Brutal. “Mi avete scoperto, niente di importante!”

“Non riesco a credere che ti sia ridotto così!” ruggì Brutal.

“Perché? Ciò che voglio è solo grandezza, cosa che voi umani mi avete tolto!” il Lucario scagliò una Sferapulsar, che fu bloccata dall’Hydreigon.

“State indietro!” lui rispose poi con una Tripletta, ma successe qualcosa di inatteso: un attacco Ombrartigli apparve improvvisamente, distruggendo la mossa. La responsabile di ciò si presentò poco dopo, una Zoroark.

“Ark, o dovrei dire Amethyst, lieto di rivederti!” disse sarcasticamente.

“Ma fammi il favore, razza di serpente mutante!” Amethyst sferrò Retromarcia e colpì il bersaglio, allontanandosi assieme al suo compagno, il quale usò una Covosfera. Subito apparvero numerosi Pokémon di tipo Spettro ed altri di tipo Coleottero.

“Buon divertimento!” Orichalcum lanciò degli strani fagotti sui Pokémon apparsi, che istantaneamente causarono in loro un processo evolutivo. La Zoroark attivò poi un’Evadisfera, portando lei e il Lucario fuori dal dungeon.

I membri della Costellazione ancora in piedi si fecero coraggiosamente avanti, ma Brutal comprese che non sarebbero comunque bastati. Emise un ruggito che diffuse un vento luminoso che guarì le ferite di Scale, Tusk, Fossil, Aura e Spark, che si rialzarono con rinnovata forza, seppur un po’ traballanti.

“Facciamolo anche noi!” Scale decise di attivare l’Ipercarica Evolutiva, seguito dai suoi compagni che fecero altrettanto.

Arrivati sul rilievo montuoso del Canyon Maestoso, Orichalcum e Amethyst poterono ammirare la Costellazione e Brutal liberarsi dei Pokémon che avevano evocato e potenziato.

“Maledetti, in confronto a me non siete nulla!” il Lucario stava tremando dalla rabbia. “Sono io il più forte, così dev’essere!”

“Sei veramente convinto che con quei trucchetti possano superarti?” domandò la Zoroark.

“Quello è controllo dell’Etere allo stato massimo, qualcosa che solo degli umani sono in grado di fare. E anche quell’Axew sembra averne a che fare!” Orichalcum tirò fuori dal suo mantello delle scaglie affilate. “Se Drei non si fosse intromesso non ne avrei sprecate!”

“Quello è un problema minore. Piuttosto, hai sistemato Glaive?” Amethyst sorrise sadicamente.

“Se l’ho sistemato?” il Pokémon Aura strinse i pugni in segno di carica d’energia. “Gli umani saranno anche odiosi, ma hanno bei modi di parlare. Quindi, come direbbero loro, sono il cane che caccia ogni preda con successo!”

“E io la volpe che non può essere catturata da nessuno!” chiuse con una risata malvagia.

 

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Modificato da GameGate01

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