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Capitolo 26

Le Viscere della Terra

Sgominata la minaccia dei Pokémon evocati, la Costellazione e Brutal riuscirono ad arrivare all’entrata del dungeon dov’erano diretti. Il tempo passato nel terribile Bosco Occulto fu così lungo che giunti a destinazione poterono vedere il sole tramontare. I Ranger decisero di accendere un fuoco per accamparsi lì.

“Non avrei mai immaginato che Rio potesse essere capace di un atto così orribile. Era uno dei nostri alleati più valorosi!” mormorò Brutal.

“Se il Team A.C.T. lo venisse a sapere, sentirebbero il mondo crollare loro addosso!” meditò Fossil.

“Brutal, come mai sei, inaspettatamente, qui?” chiese Shell.

“È un compito che mi è stato affidato dal nostro Sire, salvaguardare la vostra incolumità!” rispose l’Hydreigon. “Egli però non può agire direttamente, quindi ha mandato me!” sebbene la sua voce paresse vivace, il suo corpo sembrava sempre più debole. Anzi, stava diventando evanescente. Eppure, Brutal se la stava ridendo. “Sì, ho esagerato con le energie!”

“Stai bene?” domandò Scale con aria preoccupata.

“Non agitarti, sono in realtà un essere etereo, la Voce della Vita. È normale per me!”

I membri della Costellazione e gli altri del Team Dragon iniziarono a cuocere semi e bacche. Riuscirono a recuperare la calma e la buona volontà di proseguire l’esplorazione il giorno dopo.

Non appena giunse l’alba, tutti si alzarono più carichi che mai. Brutal non era più lì, ma a tutti era chiaro che stesse continuando a vegliare su di loro. La grotta in cui stavano per entrare sembrava profondissima e insidiosa. Appena Frost gettò uno sguardo al suo interno gli si gelò il sangue. “Preferirei tirarmi indietro, non credo di essere abbastanza forte!” si girò verso il suo team con un’espressione eccitata. “Sarà una prova ardua!” gli altri Pokémon gli fecero un applauso per il coraggio che sprizzava da tutti i pori.

Così tutti varcarono la soglia, accedendo nel dungeon. I Pilastri Tellurici erano un complesso di caverne estremamente intricato, sorretti da numerose colonne naturali di pietra. Il pavimento alternava zone calde e fredde, poiché più in profondità giacevano flussi magmatici e falde acquifere.

I sei esploratori del Team Dragon si ritrovarono in una stanza enorme, in cui sia acqua che lava scorrevano, andando a separarli: Scale, Flare e Frost si ritrovarono davanti un ruscello, mentre Tusk, Dim e Ivory erano bloccati da un flusso magmatico. Solo Tusk era in grado di nuotare nell’acqua, mentre Flare l’unico che poteva attraversare il magma. Nonostante ciò, decisero di proseguire con questi gruppi.

“Frost, ce la fai a sopportare questo caldo?” domandò il Charmander. Benché inizialmente sentisse un’ostilità verso di lui, ora stava cominciando a sentirlo come parte della squadra.

“Credo di poter resistere, ho una forza da dimostrare!” sorrise lo Sneasel.

“Certo che da quando non stai più con Ardor tu stia meglio!”

Il Pokémon Lamartigli si strofinò dietro al collo, dove il suo gemello cattivo era solito minacciarlo con le unghie. Non sentendo più nessun graffio, fece un cenno d’intesa.

“C’è qualcosa di strano: nonostante siamo circondati da acqua, fa sorprendentemente molto caldo!” constatò Scale.

I tre continuarono a esplorare il dungeon, che come i precedenti era disabitato, e stranamente non c’era neanche l’ombra delle scale. La bizzarra temperatura divenne insostenibile che nemmeno Flare era in grado di resistere. La cosa più sorprendente fu l’origine dei corsi d’acqua fredda: un gigantesco bacino pieno d’acqua, al cui centro era immersa un’enorme roccia incandescente,che non sembrava rispettare minimamente le leggi della termodinamica.

Poco dopo, il Team Eternal e il Team Blazemour giunsero lì.

Tusk, Dim e Ivory si ritrovarono in mezzo ad un flusso magmatico, ma anche qui la temperatura era anomala, risultando eccessivamente bassa per quello che doveva essere un sotterraneo vulcanico.

“Credo di non potercela fare!” l’Axew tremava ad ogni passo, e il Sandile era chiaramente d’accordo con lui.

Il Totodile iniziò a rovistare tra i suoi strumenti. “Avrei dovuto portare qualche Baccaperina, ma qui ho dei Semifuoco!”

“Non li sprecare, è meglio usare delle essenze!” Ivory riprese il suo diffusore e ci mise dentro della polvere di Semefuoco e di Baccaperina. Creò così un composto contro il raffreddamento, che rese sopportabile lo squilibrio termico.

Arrivarono senza troppi problemi alla fine del dungeon, dove il Team Spirit e il Team Glisten li stavano attendendo.

“Questo posto è stranissimo, guardate lì!” indicò Aura: immerso in un cratere di lava incandescente c’era un gigantesco cristallo di ghiaccio che non si scioglieva neanche un po’.

Ivory chiuse gli occhi per un secondo. “C’è una concentrazione di Etere elevatissima, quel cristallo sembra esserne il nucleo!”

Si avvicinarono all’enigmatico fenomeno, e lo stesso fecero i loro compagni dall’altra parte del dungeon per il rispettivo. Sia il cristallo che la roccia iniziarono a emanare una luce fortissima e un’intensa nube di vapore. Nessuno riusciva più a vedere nulla. Appena il vapore svanì, i Ranger si ritrovarono riuniti su un piano marmoreo, davanti un gigantesco tempio rosso e blu. Non c’era nessuna porta, ma un enorme simbolo di un ciclone verde con all’interno una stilizzazione di acqua e terra luccicò per qualche secondo. Appena scomparso, una voce riecheggiò nella mente dei Pokémon.

“Colui che osa oltrepassare i Pilastri Tellurici dovrà avanzare tra le insidie del Tempio Terramare, come il nostro sire ha voluto!”

 

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Capitolo 27

Il Tempio Duale

Appena entrati nel dungeon, non si poté non notare che l’improbabile dualismo visto nei Pilastri Tellurici fosse anche lì presente: il pavimento del dungeon era un terreno roccioso irregolare ricoperto di vegetazione secca che bruciava di fuoco vivo, ma appena veniva consumata dalle fiamme dell’acqua gelida fuoriusciva dalla terra e inondava la zona. Allo stesso modo, l’acqua tendeva a scaldarsi e evaporare in pochissimo tempo, lasciando crescere altre piante che appena seccate iniziavano ad ardere. Proprio per questo, la temperatura risultava estremamente mutevole.

I sei membri del Team Dragon a malapena a sopportare l’ambiente circostante.

“Ci riprovo!” l’Axew riprese il suo diffusore e cercò di creare un composto che potesse riequilibrare la temperatura ambientale. Tuttavia, lo scoppio di nebbia creato si dimostrò poco efficace.

“Sembra veramente più persistente del solito… Pant” Scale stava chiaramente arrancando, e lo stesso gli altri.

“Non posso fermarmi qui!” Frost sembrava veramente sull’orlo di sciogliersi come ghiaccio vicino al fuoco. Nonostante ciò, il suo lato intraprendente e temerario riemerso da quando si era separato da Ardor e Chill stava prendendo il sopravvento, non essendoci nessuno che lo volesse minacciare. Come fosse di ispirazione agli altri, il team riprese coraggio per proseguire l’esplorazione.

Celati in un cunicolo del dungeon, due creature quadrupedi dalle dimensioni imponenti stavano spiando i ranger entrati nel Tempio Terramare.

“Guarda lì!” il primo, un essere resistente e metallico, indicò una coppia che stava esplorando. “Quella Snivy si sta seccando come un rametto nel deserto!”

“Vedrai quella Torchic quando sgorgherà l’acqua!” aggiunse il secondo, spigoloso e dotato di un anello sul suo corpo. La sua predizione si avverò e il Team Blazemour finì travolto dall’acqua, con grande disapprovazione delle due.

I due sembravano divertiti mentre giravano all’interno del condotto roccioso, osservando i vari esploratori che tenacemente cercavano di proseguire all’interno dell’insidioso ambiente.

Fortunatamente per tutti, il luogo terminò dopo pochi piani e la Costellazione si riunì in un luogo decisamente insolito: un’intera stanza di marmo decorata con numerose statue di Groudon e Kyogre, una fontana di Rayquaza al centro e un portone chiuso. La temperatura era a livelli normali.

“Io lì dentro non rimetto più piede!” affermò Aura crollando a terra.

“Ok che dev’essere una prova, ma qui abbiamo proprio esagerato!” Spark sembrava sentire il suo ottimismo collassare.

“Prova? È stata una tortura, ho tutta la pelliccia gonfia!” Eon non aveva tutti i torti, sembrava essersi appena asciugata con un fono per come il suo pelo si era drizzato.

“Parbleu! Almeno siamo qui!” Bloom, appena vide Scale, si avvicinò a lui come se si fosse ripresa istantaneamente. Il Treecko rimase per un secondo spiazzato, ma assecondò la ragazza.

Tutti decisero di fermarsi e riposarsi vista l’estenuante esplorazione.

A loro insaputa, i due misteriosi abitanti del dungeon li stavano ancora osservando, ma questa volta con uno sguardo di ammirazione.

“Groudon e Kyogre di certo non se lo aspetteranno, ma costoro potrebbero davvero farcela!” l’essere metallico commentò.
Appena ripresa, la Snivy si avvicinò alla porta chiusa, notando un’incisione in Pokéroglifici. “Tempio Terramare – Luogo di Venerazione” lesse.

Improvvisamente, la porta si spalancò e una nebbia invase la stanza.

“Bene, fatevi avanti!” riecheggiò una voce dal tono cupo, come se stesse lanciando una sfida.

 

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Capitolo 28

La Meteofreccia

Non appena la nebbia si diradò, i Pokémon della Costellazione si ritrovarono in una nuova sezione del dungeon, la cui visione tolse il fiato ad ognuno di loro: si trattava di un gigantesco labirinto di scale marmoree intrecciate, molto difficili da percepire in base alla prospettiva.

“Sai, mi ricorda Escher!” disse Aura mentre lui e la sua compagna iniziarono l’ascesa.

“Non so cosa intendi, ma non è il momento!” rispose la Vulpix, troppo concentrata per divagare.

Da un’altra parte, anche Spark e Shell cercavano di avanzare, ma quest’ultimo tendeva a fermarsi costantemente per osservare il luogo.

“Ti è venuta l’illuminazione, Shell?”

“Un’attrazione del genere farà il botto!”

“Bene. Appena salveremo il mondo ne faremo un sacco!” sorrise il Pikachu.

Invece, i sei Ranger del Team Dragon, tentando di scalare il turtuoso dugeon, udirono un improvviso scoppio sopra di loro.

“Fanno i fuochi d’artificio!” commentò con fare superbo Frost.

“Non mi pare, sembra abbastanza pericoloso!” Ivory era di tutt’altro parere. “L’Etere è fin troppo mutevole!”

Nel frattempo a Brusilia, il GIP stava cercando di organizzare le prossime mosse. I dati raccolti non sembravano tanto utili, oltre che la scoperta della statua di pietra aveva catturato l’intera attenzione. Light era scosso dalle implicazioni di quella scoperta, in particolar modo da una: la rinascita di un vecchio nemici, la Materia Oscura, incarnazione degli aspetti negativi del mondo e dei suoi abitanti. Tuttavia, l’aver ripensato all’antica minaccia gli fece venire l’illuminazione.

“Ragazzi, credo di avere una soluzione!”

“Di che genere?” domandò Flow. “Per ora è stato tutto un buco nell’acqua!”

“Guardiamo al nostro passato!” dichiarò l’Ampharos.

“Passato? Abbiamo secoli e secoli di storia!” commentò Muzzle.

“Il nostro, personale. Ripercorriamo gli eventi che abbiamo vissuto!”

“Abbiamo investigato su Glacies, rinvenendo quei Frismi, sconfitto Materia Oscura, visitato luoghi molto insoliti…” iniziò a parlare Swift.

“Esatto, luoghi molto insoliti!”

Riunitasi appena raggiunta la sommità delle scalinate, la Costellazione si ritrovò su un gigantesco disco di pietra, pieno di incisioni decorative, tra cui lo stesso simbolo magico presente sulla porta del tempio. Esso iniziò a brillare intensamente, suggerendo ai Ranger di avvicinarsi. Tuttavia, dall’altro due Pokémon non lo piombarono all’istante: Heatran e Volcanion, guardiani del luogo.

“Se è la Meteofreccia che bramate, accettate di affrontarci!” tuonò il Pokémon Vapore, che sbuffò un fiato caldissimo.

“Due di voi contro noi due, senza frecce e quant’altro. Dimostrateci di esserne degni con le sole vostre forze!” concluse il Pokémon Cratere emettendo una vampa dal suo corpo.

Tutti, più determinati che mai, accettarono. Vennero scelti per lottare Fossil e Spark.

“Posso farcela!” dichiarò il Cubone con fierezza.

“Ci vorrà prima che mi arrenda!” il Pikachu.

“Fatecelo vedere!” Volcanion gridò e sferrò una possente Idropompa. L’attacco venne schivato a malapena, mentre Heatran, ben concentrato, preparò un Lavasbuffo. Prima che potesse sferrarlo, Fossil lo colpì con un Ossoraffica. Nonostante ciò, non riuscì ad impedirgli di compiere l’attacco, che inondò l’arena di lava. Il Pokémon Vapore fu in parte ostacolato dal magma nel muoversi, cosa che Spark sfruttò per colpirlo con Energisfera. Fu però preso da un Geoforza dell’altro nemico.

“Spark!” il Cubone fu distratto dalla preoccupazione per l’amico, cosa che lo espose all’Idropompa. Finì anche lui a terra.

“Tutto qui?” provocò Volcanion.

“No!” con loro somma sorpresa, Spark si rialzò e uso Attacco Rapido, così da riprendere il suo compagno e riportarlo sul campo di battaglia. Decise poi di prendersi un grande rischio col mossa Locomovolt diretto verso il Pokémon Vapore. Fossil decise di fare altrettanto con Ossoclava piombando sul Pokémon Cratere. Nel tentativo di contrastarli, i due guardiani risposero con le loro mosse peculiari, Vaporscoppio e Magmaclisma, ma tutti e quattro subirono danni ingenti dallo scontro. A malapena riuscivano a stare in piedi, ma i due Ranger non avevano di certo l’aria di gettare la spugna, cosa che fu vista con molta ammirazione.

“Così è sufficiente, ritengo la prova superata!” esclamò il Pokémon Vapore.

“Proseguite!” concluse l’altro guardiamo, prima che i due andassero via.

L’arena circolare iniziò a brillare sempre più intensamente e, non appena l’intera Costellazione ci salì sopra, si spostò fluttuando all’interno di un tunnel buio. Ad un certo punto, essa si innalzò velocemente, portando i Pokémon su quella che sembrava un’apertura nella roccia. Usciti, tutti si ritrovarono su un altopiano elevatissimo, ma non era un luogo brullo: lì si trovava un magnifico sacrario dedicato a Groudon, Kyogre e Rayquaza, con al centro un cristallo che custodiva la tanto agognata reliquia, la Meteofreccia. Attorno ad esso, un pilastro di rubino, uno di zaffiro ed uno di smeraldo si stagliavano, riportando incise figure dei tre Pokémon mitologici.

Un fortissimo ruggito riecheggiò, preannunciando l’arrivo di Rayquaza. Maestoso ed elegante, il leggendario Pokémon Stratosfera discese dal cielo avvolto da un turbine e apparve davanti ai Rangers. “Vi ho atteso dal momento che il nostro Sire ci avvisò di cercatori delle nostre preziose reliquie. Non avevo di certo dubbi di rivedere alcuni volti.” disse con un tono solenne, ricordando le imprese passate di alcuni dei team presenti quando li incontrò la prima volta. “Il vostro valore merita un adeguato riconoscimento, prendete la Freccia!”

 

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