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[Battle of the Regions] Tutti i mini-contest!


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Salve a tutti! Benvenuti al mini-contest di scrittura del Battle of the Regions.
 


Svolgimento:
 
In questo mini-contest dovrete svolgere la seguente attività :

  • I gruppi dovranno scrivere testo ispirato a un luogo della regione Pokémon che rappresentano. È possibile scrivere sia un testo descrittivo che narrativo, potete sbizzarrirvi in ogni modo. L'importante è che il perno centrale del vostro testo sia un luogo della regione Pokémon che rappresentate.
  • Verrà  premiato il gruppo che riesce ad essere più originale. A fine giornata dovranno essere consegnati tutti i lavori!

 

Come postare il vostro elaborato:

 

L'elaborato dovrà  essere postato col seguente modulo:

 

Quote

Team rappresentato:

Luogo o figura scelta:

Elaborato:

 

 

Regolamento:

  • Le sei squadre dovranno consegnare il lavoro entro e non oltre le 23:59 di oggi, 25/08/2015;
  • Dovrà  essere postato un solo lavoro per team (postato da un membro o da un suo sostenitore, come d'accordo con la squadra rappresentata)

  • È vietato copiare o usare lavori non propri! Pena esclusione di tutto il gruppo dalla gara. 

 

Ricordate che collaborare è la parola chiave per poter portare alla vittoria il vostro gruppo e trionfare alla fine del Battle of the Regions!

 

Questo è tutto, buona fortuna, concorrenti!

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Team rappresentato:

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Unima, Team Snisbuck

Luogo o figura scelta:

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Ponte Villaggio

Elaborato:
Un Ponte verso l'Avvenire

Prologo - Ritorno

Perché si ama la vita incondizionatamente e senza riserva? Perché da sempre si cerca di proteggerla, si studiano nuovi medicinali per migliorarla e si evita di esporla a pericoli mortali? Qualche anno fa ho conosciuto uno strozzino che avrebbe avuto la risposta pronta: la vita è così bella perché permette di godere di soldi e ricchezze, condicio sine qua non per garantirsi il rispetto della comunità  e, in modo particolare, accaparrarsi l'amore (se tale si può definire) di belle fanciulle.
Il motivo, in realtà , è l'opposto di quanto questo mio odiato amico potrebbe sostenere con fermezza e con ghigno diabolico. Ciò che rende la vita intrigante, misteriosa e degna di essere vissuta è l'inaspettato, la sensazione di trovarsi sempre sulla balaustra di un ponte, tra la sicurezza di una solida pietra grigia e la profondità  di acque oscure - per chi non sa nuotare, infatti, anche il fiume più trasparente può trasformarsi in una gabbia di leoni chiusa da un lucchetto a doppia mandata- . Alla verità , però, si accompagna sempre una malinconica illusione, che sorge nei primi anni di età  ed è alimentata da eventi fortuiti che, quasi disposti per trarci in inganno, creano un mito di trascendente potenza: si è infatti convinti che i cerchi della vita si chiudano armoniosamente, al di là  del tempo che possa essere necessario affinché ciò si realizzi. Una fandonia, tuttavia, è destinata a scontrarsi contro l'immanenza dell'esistenza.
Senza quasi accorgermene, il vento che mi scompiglia i lunghi capelli rossi ha cessato di soffiare ed intuisco che Fortebrezza è ormai alle mie spalle. In fondo è una fortuna che il mio istinto ed i miei sensi siano così sviluppati, altrimenti con la sola vista offuscata dalle lacrime non sarei in grado di salire questi ultimi gradini, che, poco alla volta, mi conducono verso la mia meta. Ogni passo rappresenta per me un rimpianto, un'occasione mancata e una speranza ormai defunta. Ma se continuassi a rimandare, anche le poche forze - soprattutto mentali - che mi rimangono lascerebbero spazio ad un nulla eterno. E devo evitare che almeno questo accada. Non per me, ma per lui almeno.
Sono arrivata, infine. Lontana dalle labirintiche città  che mi hanno trasformata e resa irriconoscibile, ma così vicina ai miei ricordi più cari, che solo Ponte Villaggio, con la sua semplicità  e profonda grazia, è in grado di far riaffiorare. Uno sguardo agli alti contrafforti di ferro e ai boschi intorno al ponte è sufficiente a capire che non tutto cambia in peggio, ma che molte cose rimangono se stesse, pur affrontando numerosi temporali o avversità . Perché, allora, io sono diventata quel che ora sono?
E, soprattutto, perché ho permesso che accadesse?



Parte Prima - Bruco

L'unico pensiero non egoista di cui sono stata capace, in queste ultime ore, è il desiderio che quella giornata di venti anni fa fosse stata piovosa e non soleggiata. Mi si può obiettare che era estate, ma dopotutto agosto è un mese celebre per improvvisi acquazzoni che costringono anche i più temerari a ritornare in casa e a dedicarsi ad una sana lettura, anziché a nefande conoscenze. Quel venti di agosto, invece, il sole splendeva ed i suoi raggi accarezzavano la mia pelle, lasciando però freddo il mio cuore. In compenso il mio occhio sinistro bruciava come, sono sicura, solo all'Inferno sarebbe di nuovo possibile. Ormai mio padre non si limitava a bere di notte, ma andava all'osteria anche al mattino, era diventata la sua seconda cosa e la sua unica ragione di esistenza; anzi, occorre precisare che non era l'unica, dal momento che la sua vita avrebbe avuto una profonda lacuna senza mia madre e me. Nessuna figlia può davvero odiare colei che l'ha messa al mondo, eppure in qualche circostanza mi ritrovavo a credere che non avrei mai potuto amarla; l'indifferenza dei nostri concittadini di Fortebrezza aveva giocato un ruolo importante, ma anche la sua debolezza e remissione non erano fattori da ignorare.
L'unico luogo dove realmente mi sentivo a casa era Ponte Villaggio, benché fosse totalmente differente da una calda e sicura abitazione; nonostante ciò, l'inverno precedente all'incontro fondamentale della mia vita mi ero recata qui in più occasioni, a vedere la neve cadere copiosamente sopra al fiume ghiacciato. Il freddo non mi spaventava, perché questa struttura architettonica dava l'impressione di essere immortale e di poter quasi innalzare tutti quelli sopra di essa al cielo. La terraferma ormai mi traumatizzava e, all'età  di soli quindici anni, ero giunta alla conclusione che l'unico modo in cui potessi vivere era sospesa su un ponte, ancorata alla pietra bianca e grigia da cui è composto ma senza appoggiare i piedi sul terriccio ricoperto da erba o su un pavimento di casa rosso ed aspro - avevo già  infatti sperimentato quale sapore il sangue avesse -. Nei pressi del ponte, sulle gradinate, avevo avuto inoltre la fortuna di trovare un gruppo di persone che, allora, consideravo la mia vera famiglia, cieca del fatto che anche loro si erano limitati a fornirmi un aiuto momentaneo anziché impegnarsi a capovolgere una situazione che era presto destinata a degenerare: il Patrat Show, infatti, poteva strapparmi un sorriso ed un panino alle bacche permettermi di assaporare gusti esotici, ma alla sera nessuna armatura poteva proteggermi dalle fiamme infernali seppur casalinghe.
Alla fine ho divagato dai ricordi di quel venti di agosto, ma non posso darne la colpa alla mia mente: è compito dei pensieri vagare liberi da catene. Un simile spettacolo naturale come questo, inoltre, dà  loro la licenza di annullarsi ed era per questo motivo che mi recavo qui quasi ogni giorno, ad ammirare i pescatori indaffarati nella cattura dei Basculin e dei Remoraid, osservando qualche volta in cielo Allenatori volare sopra ai loro Unfezant. Miles non amava né pescare né volare, ma la sua passione per i Pokémon era di per se stessa sufficiente: come ebbi modo di sapere durante la nostra frequentazione, in più occasioni aveva già  visitato Ponte Villaggio, affrontandovi anche alcune sfide importanti per la sua carriera, eppure fino a quel giorno non ci accorgemmo a vicenda o, più probabilmente, il destino aveva deciso di farci incontrare in quel particolare momento.
Ormai nemmeno più le lacrime avevano la forza necessaria a scendere ed ero appoggiata al parapetto, intenta ad ammirare un Lapras passare vicino all'isolotto su cui il Ponte Villaggio si appoggia. Esemplari di questo Pokémon sono estremamente rari in questa zona e, ripensandoci oggi, la sua presenza doveva già  essere un segnale del più grande arrivo nella mia vita. Infatti, pochi minuti dopo, quando ero finalmente riuscita a nascondere in un angolo remoto della mia memoria gli eventi di poche ore prima, sentii una voce che si rivolgeva chiaramente a me: «Ehi, che cosa è successo al tuo occhio? È talmente gonfio da non poter ammirare appieno questo stupendo panorama!».
Non appena mi girai, mi trovai di fronte ad un ragazzo che, ad una prima occhiata, non sembrò mio coetaneo; aveva indubbiamente qualche anno più di me, ma ciò che gli conferiva un aspetto da adulto era il suo portamento. Sicuro di sé, si chinò sulle ginocchia ed iniziò ad ispezionarmi l'occhio. «Dobbiamo subito andare da un medico,» asserì con convinzione, «l'ideale sarebbe il dottore di fiducia dei miei genitori, a Boreduopoli, ma immagino che tu provenga da Fortebrezza, dato che non ti ho mai visto in città , o sbaglio?». Dopo qualche secondo di incertezza, ebbi la meglio sulla timidezza e spiegai che ero caduta salendo sulle alte gradinate del ponte, come più volte mi era successo a causa della mia indole piuttosto imbranata.
Ero davvero convinta di poterlo ingannare con una storiella da quattro soldi? La mia poca fantasia mi aveva subito tradito, perché egli si mostrò subito profondamente sagace ribattendo: «E io ieri ho vinto la Lega Pokémon e sono il nuovo Campione. Mia cara, forse i tuoi genitori potranno anche credere a questa fandonia, ma non di certo io. Ho conosciuto diversi Bulli nella mia carriera e so bene quali ferite un pugno sia in grado di provocare. Quindi ora mi seguirai ed insieme andremo a farti curare, d'accordo?». A quelle parole scoppiai a piangere, forse perché temevo che mio padre potesse venire a conoscenza di questo mio incontro o, più probabilmente, perché per la prima volta qualcuno si stava realmente interessando a me e a farlo, per lo più, era uno sconosciuto. Solo pochi minuti prima avevo notato la proprietaria del chiosco di panini scrutarmi, ma non appena avevo messo gli occhi su di lei aveva distolto lo sguardo. Evitare i guai è, in fondo, il modo migliore per garantire la propria sopravvivenza e proseguire felicemente e senza danni la propria vita.
Sapientemente Miles comprese che, sotto l'apparenza di una ragazzina ferita, potesse nascondersi una profonda verità . Come mi raccontò successivamente, un suo compagno aveva vissuto una situazione simile alla mia ed ogni mattina, a scuola, presentava chiari segnali di percosse. Per questo, temendo che la storia potesse ripetersi (come in effetti spesso accade), decise di bagnare un fazzoletto con l'acqua del fiume, sedersi accanto a me ed appoggiarlo sul mio occhio dolente, mentre insieme ammiravamo per la prima volta il tramonto che ha reso così celebre questo ponte. Secondo la tradizione cittadina, infatti, molte coppie si sono baciate per la prima volta in questa circostanza, mano nella mano e con i cuori sincronizzati. Sono certa, tuttavia, che nessuno fu più coordinato di noi due in quella giornata; anche se per quella prima ora che trascorremmo insieme nessuno ruppe quel silenzio imbarazzante, sembrava che i nostri pensieri e le nostre emozioni fluissero dall'una all'altro senza la necessità  di sfruttare le parole come mezzo di comunicazione.
Alla sera tornai a casa e non dormii. Per la prima volta, però, ciò accadde non per colpa di mio padre - pare che dopo l'ultima lite si fosse di nuovo allontanato, forse anche per più giorni come aveva talvolta già  fatto-, ma per il ricordo di quei pochi minuti trascorsi insieme a Miles. Ci eravamo salutati senza darci appuntamento per incontrarci nuovamente o, almeno, non lo avevamo fatto a voce. Ciascuno di noi due, nel proprio cuore, sapeva quando e dove ci saremmo rivisti ed era questa speranza a sottrarmi il sonno.



Parte Seconda - Crisalide

Il primo dono che ricevetti nella mia vita fu un pupazzo di peluche all'età  di tre anni, raffigurante uno Snivy. Ci giocai per quasi dieci anni, essendo l'unico giocattolo che mio padre mi ebbe mai portato per il mio compleanno.
All'età  di quindici anni, il ventuno di agosto, mi trovai di fronte al secondo regalo, questa volta a sorpresa. Passata la notte insonne, uscii di casa poco dopo l'alba; avevo appena sentito mia madre piangere nella sua camera e non avvertivo in me il coraggio di andare a consolarla, preferendo dunque allontanarmi per non sentirmi ulteriormente colpevole. La mia destinazione, tuttavia, non poteva che essere una sola, ossia Ponte Villaggio. A quell'ora non erano presenti nemmeno i pescatori ed il chiosco era ancora chiuso; le nuvole in cielo minacciavano un temporale che il giorno precedente non c'era stato, ma la vista di quell'acqua che avrebbe dovuto preoccuparmi, dal momento che non so nuotare, mi tranquillava, grazie al suo speciale effetto benefico che aveva sui miei sentimenti. Ciò che mi stupì, però, era di vedere già  Miles appoggiato con i gomiti al parapetto e con una strana creatura addormentata sulla sua testa. Pur avvicinandomi a lui passo dopo passo, non fui in grado di individuarne la specie; avendo vissuto infatti sempre e soltanto nella mia cittadina natale, gli unici Pokémon di cui avevo fatto la conoscenza erano per lo più acquatici. Questo simpatico volpino, invece, era quasi tutti di colore grigio ardesia, con l’eccezione di alcune macchie rosse, ed era evidente che fosse di natura mite: nonostante il forte vento dormiva beatamente sui capelli di Miles, immerso in meravigliosi sogni.
Inizialmente credevo che fosse un suo Pokémon – d’altronde è normale che ragazzi della sua età  siano allenatori -, ma dovetti ricredermi quando egli, togliendoselo delicatamente e con cura dalla sua chioma, me lo porse sorridendo. «Non voglio indagare, almeno per ora, sulle cause del tuo occhio nero di ieri.» Questa fu la sua premessa, ma ancora non ero in grado di capire quali fossero le sue intenzioni. Non tardò tuttavia a rivelarmele: «Ma ciò che è accaduto non deve ripetersi. Per questo oggi ti ho portato questo cucciolo di Zorua. Il suo uovo si è schiuso soltanto l’altro ieri e, di conseguenza, è per lui il momento ideale per conoscere la nuova padroncina che dovrà  difendere nei prossimi anni».
In quell’istante rimasi attonita e senza parole. Forse io stessa stavo sognando, non quel Pokémon che ancora non accennava a risvegliarsi. A scuola qualche mio conoscente – impossibile definirlo amico, purtroppo – bramava diventare un allenatore, ma anche a quindici anni è sconsigliato partire per l’avventura da soli, a causa dei pericoli che le lotte non regolamentari possono comportare. Per la prima volta pensai di poter essere anche io una ragazza normale come tante altre, con i suoi obiettivi da raggiungere e con una cara persona su cui contare e con cui confidarsi.
Il ricordo dei mesi successivi è quello che conservo con più gelosia nella memoria, al punto tale da non averne mai fatto parola a nessuno. Io e Miles, con il tempo, diventavamo sempre più intimi nei nostri incontri mattutini e, successivamente, anche pomeridiani su Ponte Villaggio. Iniziò a raccontarmi dei suoi primi successi e del suo desiderio di mettersi alla prova in una vera Palestra; talvolta mi aiutava a fortificare il mio Zorua, facendolo lottare contro il suo Zoroark, altre volte ci limitavamo invece a pensare al futuro, come ad ogni quindicenne dovrebbe essere permesso. Fu allora che Miles, in una giornata primaverile di marzo, pronunciò un discorso che non potrei mai scordare.
La giornata si stava ormai per concludere e, benché la prospettiva di passare la serata insieme a lui ad ammirare i pesci nuotare nel fiume fosse allettante, ero costretta a rincasare. Un mese prima mio padre era tornato improvvisamente da un lungo viaggio che, a sua detta, lo aveva mutato profondamente; ancora una volta, disgraziatamente, mia madre, nel pieno della sua stupidità , gli credette. E forse gli credetti anche io, benché non fui mai in grado di ammetterlo apertamente, perché era il mio papà , che anni addietro mi aveva regalato un bellissimo pupazzo di Snivy. Aveva anche intenzione di aprire una macelleria in comproprietà  con un suo amico di infanzia e le nostre risorse economiche, finanziate dai pochi lavori part-time che erano concessi a mia mamma, ne avrebbero tratto un profondo beneficio. Ma tra il dire ed il fare non sempre esiste un ponte che li collega, anzi spesso un’infinita distesa di mare li divide e le onde, modellandone le spiagge, tendono addirittura ad allontanarli. Dopo sole due settimane capimmo entrambe che non aveva affatto perso il suo vizio, ma ce lo stava semplicemente nascondendo. Ne ebbi un primo avvertimento quando la proprietaria del chiosco di panini alle bacche a fianco di Ponte Villaggio mi guardò nuovamente con malinconia e compassione; ricordavo bene quello sguardo perché era lo stesso che mi aveva rivolto il giorno in cui ebbi la fortuna di incontrare Miles. Evidentemente la donna sapeva qualcosa di cui ero ignara. Tornando poi dalla consueta chiacchierata con il mio amico, lo rividi di nuovo all'osteria. E capii che davvero il Paradiso non può esistere.
L’Inferno non era ancora ricominciato, probabilmente papà  aveva realmente tentato di smettere di bere ed aveva appena iniziato di nuovo ad assaporare il gusto del vino, ma ero sicura che a breve l’inquieta tranquillità  del Purgatorio sarebbe stata sostituita da un’amara sofferenza infernale. Con il tempo ero riuscita ad aprirmi con Miles e gli avevo spiegato la nostra situazione familiare, quindi fu per me naturale, quel giorno, confidarmi con lui.
Fu allora che mi chiese: «Fino ad oggi ci siamo incontrati sempre su questo ponte, che, da quanto ho capito, ti dà  serenità , vero? Però lasciami farti una domanda: che cosa rappresenta davvero per te il Ponte Villaggio?». Non mi ero mai posta un simile interrogativo in effetti, ma la risposta fu pronta: per me costituiva tutto ciò che avessi di più caro, uno scudo con cui proteggermi contro le difficoltà , un giaciglio segreto da spartire con la persona più buona che avessi mai conosciuto, l’unico luogo in grado di suscitare in me emozioni che ritenevo già  sepolte, un posto lontano da Unima stessa e dal resto dell’umanità .
Egli scosse la testa e, seppur per un solo istante, ero certa di avergli visto gli occhi lucidi. «Questo ponte è stato costruito duecento anni fa, con una tecnica non delle migliori e con un obiettivo ben diverso. Gli abitanti di Boreduopoli e Fortebrezza erano molto vicini gli uni agli altri e, se avessero potuto visitare le rispettive città , l’economia stessa avrebbe tratto profondi benefici da queste nuove possibilità  di mercato e compravendita, nonché nuove amicizie sarebbero sbocciate tra i più giovani. È per questa ragione che Ponte Villaggio esiste, per mettere in comunicazione le due città . E, se rifletti con attenzione, questo è lo scopo di tutti i ponti: sono dei raccordi tra due momenti della propria vita, tra uno quasi superato ed un secondo che necessita di un piccolo aiuto, di un supporto concreto per essere effettivamente raggiunto. Non sono un luogo in cui vivere, ma da oltrepassare, non per forza senza lasciare qualche lacrima attraversandoli, ma con la consapevolezza di un luminoso avvenire verso il quale ci si sta dirigendo con le proprie forze. Il mondo, infatti, è meraviglioso, anche di più del fantastico paesaggio che possiamo ammirare da qui all’imbrunire. Ora che ci penso, l’aggettivo perfetto per definirlo è proprio fantastico, ma non insuperabile, mia cara Sadie, perché nella vita nulla non può essere superato grazie alla forza d’animo, alla speranza e, naturalmente, ad un ponte».
A quel punto mi prese per mano. Non avevo ancora sperimentato quest’esperienza, nonostante me la fossi in più occasioni immaginata. Credevo che il contatto con la pelle di un ragazzo mi avrebbe infuso calore, mentre stranamente constatai che anche il suo corpo era freddo quanto il mio; eppure, ne sono certa anche oggi, quel giorno non soffiava un alito di vento. Forse era emozionato per quanto intendeva dire o era il segnale di alcune linee di febbre. Dall’altro lato, però, fu in grado di scaldarmi il cuore proseguendo il suo discorso: «Anche per me Ponte Villaggio rappresenta una fase di transizione. Soltanto pochi mesi fa ero uno scavezzacollo, più premuroso degli altri, certamente, non è il caso che tu ti metta subito ad obiettare, ma ormai conosci il mio passato come io il tuo e non puoi negare una sacrosanta verità . Ora, invece, sono cresciuto per davvero, non tanto nel corpo quanto nell’anima. Ma il vero ponte non è questo su cui abbiamo passato momenti indimenticabili. No, Sadie, non lo è, perché il mio ponte sei stata tu». Istintivamente chiusi gli occhi. Soltanto Zorua ci stava osservando, ma se è vero che alcuni Pokémon sono più intelligenti degli esseri umani, avrà  sicuramente distolto lo sguardo per discrezione, mentre sulle mie labbra sentivo una pressione delicata e piacevole, seppur non troppo calda. Dopo questo attimo, che sfuggì via tanto celermente quanto era giunto, mi guardò negli occhi e sorrise, concludendo: «Ora tocca a te attraversare questo ponte, senza tornare indietro di nuovo a Fortebrezza. Il mondo ti aspetta, Sadie. Il mondo ci aspetta, amore mio».



Parte Terza - Falena

Quelle parole da un lato mi salvarono la vita perché mi tennero impegnata un'ora in più del solito su Ponte Villaggio, tra il Percorso 11 ed il Percorso 12, ma dall'altro mi condannarono, in breve tempo, ad una sofferenza ancora più profonda. In mezzo al discorso di Miles mi sembrò di udire uno scoppio, ma ebbi l'impressione che si trattasse di uno stormo di Unfezant pronto a spiccare il volo. Mai avrei potuto immaginare ciò di fronte a cui mi trovai quella sera. Dove solo quella mattina avevo fatto colazione, cercando di evitare che Zorua mi rubasse i biscotti come aveva preso il vizio di fare, al posto della mia casa rimanevano macerie e detriti. Intorno ad una simile desolazione un capannello di persone borbottava incessantemente. Sentii alcuni pronunciare il mio nome, associato all'appellativo di poverina che da allora presi in odio, ma potrei scommettere tutto ciò che oggi possiedo sulla convinzione che nessuno di loro aveva chiamato un'ambulanza o i vigili del fuoco. Non appena mi videro cercarono di allontanarmi, ma evitai abilmente i loro falsi abbracci e, seguendo la strada che il mio Pokémon cautamente mi apriva davanti, mi ritrovai in prima fila di fronte a quell'orrendo spettacolo.
«Ne sono sicura, anche questa disgrazia è colpa di quel dannato Team Plasma! Che vadano al diavolo le loro fantasticherie su un mondo dove i Pokémon siano liberi!» sbraitò una zitella da lontano. Fu l'unica frase che riuscii a sentire nitidamente prima che l'oscurità  mi avvolgesse nel suo dolce oblio, allontanandomi dal colore delle fiamme che si era impresso sulla retina dei miei occhi. Sapevo chi era stato, ne ero certa. Lo sapevamo entrambe e non abbiamo impedito che accadesse. L'unica cosa di cui ero ancora ignara era se anche egli si trovasse in casa o se, dopo aver aperto il gas ed aver eventualmente immobilizzato mia madre, fosse fuggito da codardo. Mentre mi trovavo in ospedale, le indagini rivelarono però il contrario: in città  addirittura lo si considerava come la seconda vittima, poiché l'unico indiziato sembrava essere un membro del Team Plasma che era stato recentemente individuato nella città  di Boreduopoli ed era prontamente fuggito.
Nella settimana che trascorsi ricoverata per lo shock l'unico mio compagno era Zorua. Sperare che i miei zii materni venissero a farmi visita era pura follia; sapevano da anni il rischio che mia madre correva in ogni giorno di quel demoniaco matrimonio, eppure si erano limitati a supportarla economicamente senza consultare un ricco avvocato che avrebbero senza dubbio potuto permettersi. Ciò che invece mi tormentava era l'assenza di Miles. Poteva essersi già  dimenticato di me dopo quel bacio, e dopo quella dichiarazione? Se anche non fosse venuto a conoscenza della mia perdita, avrebbe dovuto trovare strana la mia assenza su Ponte Villaggio. Di lui sapevo poco, si era sempre limitato a raccontare gli scherzi a cui aveva preso parte a danni dei suoi insegnanti, oppure delle sue bellissime vacanze a Sciroccopoli, eppure conoscevo ciò che più conta, ossia la sua personalità . Quel venti d'agosto si prese cura di me, un'estranea, quando nessun altro lo aveva fatto. Dopo che mia madre e mio padre mi avevano donato rispettivamente la vita ed un peluche, era stato il secondo a farmi un dono. Aveva ascoltato i miei tormenti, dandomi saggi consigli ed infine proponendomi di partire. Non da sola, ma insieme a lui. Per Unima, per il mondo intero. Che sia stata ingannata da belle parole e che avesse, in realtà , un obiettivo ben diverso? Per un solo secondo mi passò per la mente un tremendo sospetto. Svanì subito ma non riuscii più a togliermelo dalla mente.
Credevo ancora nel Miles che avevo conosciuto in prima persona e fu per questo motivo che, appena dimessa, mi recai al ponte. Mi illudevo di trovarlo lì. Fantasticavo altri baci, e perché non farlo, dal momento che era stato lui ad insegnarmi che nella vita bisogna sognare? Poi avremmo attraversato Ponte Villaggio, mano nella mano, e saremmo arrivati a Boreduopoli. Nulla di tutto ciò, però, accadde. In una rientranza del pietroso parapetto notai subito la presenza di una lettera; era stata sigillata ma qualche ficcanaso aveva adempiuto al dovere che gli procura questo nome. Già  mentre la spiegavo tra le dita, sapevo che cosa avrei letto. Prima di leggere il destinatario, una lacrima aveva già  bagnato il mio nome.

Cara Sadie,
alla fine ti ho illusa anche io. Sei libera di credermi che sono soltanto buono a parlare ma che, quando il gioco si fa duro, sono un vigliacco, e avresti tutta le ragioni del mondo per farlo. Non mi conoscevi realmente. Avevo lasciato la scuola da anni e non avevo amici. Probabilmente mi sono legato a te per solitudine e l'egoismo mi ha spinto ad approfittare di questa relazione e della tua accondiscendenza. La realtà  è crudele, lo so, ma afferma con chiarezza che appartengo al Team Plasma e che sono il ricercato di cui avrai sentito parlare in questi giorni. Ma devi credermi, non sono stato io a rovinare la tua famiglia, a condannarti a piangere ogni giorno della tua vita. Volevo davvero renderti felice, volevo che tu fossi la più bella principessa di Unima. E, quando avremmo avuto un figlio, avrei voluto portarlo qui, su questo ponte, ad ammirare il tramonto. Perché io ti ho amato realmente e ti amo ancora, ma la mia vicinanza ti porterebbe solo guai. Come amo te, lo stesso vale per i Pokémon e combatterò per la loro causa fino alla morte. Dopo quel che stai per leggere, probabilmente, mi odierai, ma devi sapere che l'amore per te poteva distrarmi da questa battaglia. Ghecis Armonia Gropius, la nostra guida, me ne aveva fatto cenno. Dopo gli eventi della scorsa settimana, volente o nolente, ho assecondato il suo volere ed ho lasciato Boreduopoli per sempre.
Odiami, ti prego, ma non impedirmi di amarti comunque.
Ti penserò sempre.
Addio,


Miles.


Feci appena in tempo a concludere la lettura; se fossi stata un po' meno veloce, l'inchiostro si sarebbe completamente sbiadito e non avrei potuto leggere le tre ultime frasi. Forse sarebbe stato meglio, ma sarebbe stata una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Tutto tornava, comunque; quella volta il cerchio si era chiuso. Non avevo badato a particolari chiacchierando con lui, ma in quel momento mi ricordai nitidamente che il suo Zoroak era allo stato libero e lo seguiva di sua volontà , ed il mio stesso Zorua non aveva mai conosciuto una PokéBall.
Ormai era troppo tardi, Miles era partito. Decisi tuttavia di prendere un pezzo di carta dalla mia borsa, scrissi frettolosamente poche parole e lo inserii nella grigia rientranza, in modo che soltanto se qualcuno lo avesse cercato avrebbe potuto trovarlo. Lasciai poi cadere la lettera nel fiume e la osservai scorrere via, lontana. Insieme a lei andava via anche la Sadie ingenua, che aveva apprezzato un peluche regalatole da un assassino ed aveva creduto alla dichiarazione d'amore di un sovversivo. I sogni si infransero in pezzi così piccoli da rendere vano ogni tentativo di riattaccarli insieme. Divenni da quel momento una persona come tante altre ed iniziai ad odiarmi.
Quella fu l'ultima volta in cui vidi Ponte Villaggio, almeno fino ad oggi. Il giorno dopo, infatti, abbandonai all'improvviso Fortebrezza, senza salutare nessun conoscente e lasciando il mio Zorua in custodia di una coppia di anziani, per cercare fortuna altrove. Visitai Sciroccopoli ma trovai quel lusso troppo sfarzoso , mentre il caos di Australopoli mi causò una tremenda emicrania; rimediai allora un appartamento in affitto a Libecciopoli, dove iniziai a vendere pesce al mercato. Gli anni passarono ed alcuni uomini di affari, come potevo facilmente prevedere dal principio, misero gli occhi su di me e sulle forme che danzavano quando dovevo chinarmi a raccogliere le casse appena giunte dal porto. Varie opportunità  mi portarono a diventare impiegata in un'azienda di trasporti e probabilmente avrei asceso la scala gerarchica fino a direttrice, se non avessi rifiutato le avances che direttori e uomini di finanza non si trattenevano dal presentarmi, talvolta anche con cattivo gusto. Come poteva un settantenne gareggiare con la dolcezza del ragazzo che amava i Pokémon al punto tale da volerli liberare? Questo era però l'unico pensiero di cui non mi vergognavo; ero infatti consapevole di essere diventata una di loro, simile a mia zia o alla padrona dei Patrat che tanto mi rasserenavano quando le mie ossa, percosse, gridavano al vento un immenso dolore. Lavoravo fino alle 18, trascorrevo le serate in qualche pub insieme alle colleghe di lavoro, ridendo a stupide battute e fingendo di essere davvero contenta. Ma quella felicità  non poteva essere definita tale, perché doveva più propriamente essere etichettata una amara mascherata. Il mio vero volto era altrove, su Ponte Villaggio o forse sul vero ponte della mia vita, Miles. Inconsapevolmente, però, non mi aveva condotto dove i sogni mi spingevano, ma come aveva preannunciato nella lettera mi aveva spinto in un baratro impossibile da risalire.
Alcuni giorni fa, tuttavia, il mondo si è fermato per un istante ed ha ripreso a girare nel verso opposto. Trovandomi, come d'abitudine, il quotidiano tra le mani sedendomi alla scrivania, lessi che il Comandante del Team Plasma, Ghecis, era stato tratto in arresto dal Campione Nardo; insieme a lui la maggior parte dei membri della losca banda erano stati fermati prima che riuscissero a lasciare Unima. Per tutti loro erano previste pene severissime, che li avrebbero costretti a trascorrere il resto delle loro ormai inutili vite in carcere. Il piano era di separarli in celle di isolamento, in carceri di città  diverse, affinché non potessero tramare alle spalle e creare una nuova organizzazione segreta.
Non seppi più nemmeno il mio nome, ma ricordai invece con precisione quello che pronunciai d'istinto, prima di scoppiare in lacrime: «Miles». Al pensiero di quel ragazzo così affettuoso invecchiare in una cella come un criminale mi venne un capogiro che quasi mi fece crollare a terra. Ma tenni duro, perché ormai ero diversa, non ero più innocente, mentre lui lo era, perché era sempre stato fedele ai suoi propositi.
Ero certa che non sarei mai riuscita a fargli visita in prigione e forse non mi sarebbe neanche stato permesso. Però il mio cuore mi costrinse a tornare dove tutto era cominciato. Dovevo farlo per me stessa, per capire che cosa fare della mia vita. Ma dovevo farlo anche per lui. Anzi, in una sola parola, per noi.


Epilogo - Inizio

Finalmente sono tornata dove tutto è cominciato. Nulla sembra essere cambiato. Il Patrat Show, da quel che ho capito, non si tiene più qui e la signora del chiosco ha deciso di cederlo in gestione a sua nipote. Ma i Basculin, gli alberi e l'acqua sono sempre al loro posto; non sono gli stessi di venti anni fa, ovviamente, ma la loro presenza rimane in egual modo confortante. Forse questo è davvero l'unico posto al mondo dove io possa vivere: fuori dalla terra, sopra al mare e vicino al cielo, lontano da tutto e da tutti. Perché gli obiettivi devono essere raggiunti, nella vita? Non è meglio rimanere a metà  del ponte che collega un sogno alla sua realizzazione e godere dell'attesa che questa avvenga? Per una sola settimana sperai di poter stare con il mio amato e non mi fu concesso. Per venti anni ho creduto possibile integrarmi nella comunità  di Libecciopoli ed ho miseramente fallito. Se non avessi tentato concretamente di portare a termine i miei propositi, oggi sarei qui non per piangere la fine di un amore impossibile perché incatenato da tempo, ma sarei venuta per chiacchierare con Miles ed ammirare insieme a lui questo nuovo tramonto, così simile a quelli della mia infanzia ma così diverso perché ammirato con occhi adulti e spenti.
L'anello d'argento, con in effige il mio nome, scivola improvvisamente dal mio indice, costringendomi a chinarmi per recuperarlo. In questo momento davanti a me si staglia quella rientranza nella balaustra che mi aveva provocato il dolore più grande. Con il poco coraggio che mi rimane, dimentica ormai del gioiello caduto a terra, infilo la mano dentro all'incavo, trovando un foglio di carta. Immediatamente penso che sia quello che ho con così cura nascosto anni fa, ma dopo averlo tirato fuori noto che il colore della carta è diverso - un giallo ocra - ed ho l'impressione che sia stato scritto recentemente. Non reca date né firma, ma solo lui può aver scritto questo messaggio.

Ci speravo e ci spero ancora, ma ormai immagino che sia tu ad essere partita ed avermi dimenticato. Il Team Plasma sta ultimando i preparativi per la sua missione finale. Se avremo successo, giuro che ti cercherò in capo al mondo. Se falliremo, invece, cercherò di fuggire nella regione di Hoenn, dove mio cugino sarebbe disposto ad ospitarmi temporaneamente nella città  di Mentania. È molto tranquilla, sono sicuro che ti piacerebbe.
Il tempo è poco e, credimi, sto rischiando molto nello scriverti queste parole.
Ti amo.
A presto.


Questa volta, leggendo la lettera di Miles, non verso alcuna lacrima. Perché, infatti, dovrei farlo? In qualche modo è ritornato a Ponte Villaggio, ha trovato il mio messaggio e lo ha sostituito con una risposta. Forse lo conserva con sé, come unico ricordo di me. Non mi ha mai dimenticato, come io non ho mai dimenticato lui.
Nel frattempo sento qualcosa strusciare addosso alle mie gambe; voltando lo sguardo in basso riconosco lo Zorua che avevo lasciato in una pensione venti anni fa ed allora non riesco più a trattenere le lacrime, davvero. Ma Miles mi capirebbe, anche lui se n'è andato per amore dei Pokémon, pur promettendo a se stesso che un giorno sarebbe venuto a cercarmi. Abbraccio Zorua cercando di trasmettergli quanto più calore possibile e prendo la mia decisione definitiva. Le probabilità  che Miles sia tra i pochi fuggitivi sono basse, ma finché esistono non dispererò. Per un'ultima volta voglio percorrere il ponte che mi potrebbe condurre alla felicità . Ora capisco, infatti, perché non sono più tornata qui: temevo di trovare la risposta del mio amato. E la mia inconsapevole coscienza aveva ragione. Ho perso, indubbiamente, ma anche agli sconfitti si concede sempre una seconda possibilità . Acquisterò un biglietto per raggiungere la regione di Hoenn. Questa volta il ponte sarà  una nave, perché Miles non è più il ponte che ha portato la mia vita su binati differenti: è diventato la mia vita, in questo stesso istante, e voglio credere che lo sarà  per sempre. Questa volta, infatti, il cerchio si chiuderà , ne sono convinta. Come, infatti, scrissi nel messaggio:


Non ti posso odiare, non potrò mai farlo. Ti prometto che non mi trasformerò in una falena notturna, ma in una stupenda farfalla e volerò per il cielo fino ad incontrarti di nuovo, amore mio. 

Sadie

 
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Team rappresentato: Team Driflou 

Luogo o figura scelta: Mondo Distorto  :stupid:

Elaborato:

 

Barry correva, come aveva sempre fatto.

Cercava di non voltarsi mai: non voleva che nessuno lo seguisse o peggio ancora, che la strada cambiasse. Si sarebbe solo sentito più disorientato di quanto già  non lo fosse.
Barry correva, sentiva il sudore rigargli il viso, il respiro farsi sempre più corto. 
Chiuse gli occhi, cercò di muovere le braccia più in fretta per guadagnare velocità , stringendo la sua tracolla per non perdere le sue Pokéball. 
Le sentiva rimbalzare confusamente dentro la borsa, come in un flipper impazzito. Fortunatamente le Pokéball erano ancora sei: il pensiero di perderle lo terrorizzava, perché sapeva che non sarebbe mai riuscito a ritrovarle.
Nella testa continuava a risuonare la voce tuonante di sua madre, una cantilena continua, incessante:â€E ci fu una battaglia nel cielo†sussurrava lei in una notte piovosa “dove Arceus e i suoi figli combatterono contro la Bestia. Il mostro si battè ma non vinse, e per lui non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato anche diavolo o Giratina, fu esiliato nel Mondo Distorto, dove non c’è inizio né fine, dove non c’è redenzione né ritornoâ€
La strada sembrava infinita, eppure continuava a correre perché in lontananza, nel buio senza stelle di quell’Inferno, aveva visto una luce.
Ma il tempo scorreva, lentissimo, quasi a passo di tartaruga, e quella luce sembrava sempre più lontana. 
“Da quanto tempo corro?†pensava. 
Aveva smesso di farsi quella domanda da parecchio, o così credeva, ma non sapeva darsi una risposta. Sembravano passati ore, giorni, mesi, forse anche anni. Una delle poche cose che conosceva del Mondo Distorto era che lì il tempo era relativo, non seguiva un filo logico. Così come lo spazio: alcune aree presentavano assenza di gravità , in altre le leggende dicevano che la corrente delle cascate era invertita rispetto alla nostra.
Un muro si alzò davanti ai suoi occhi increduli, sbarrandogli la strada. Si guardò intorno per cercare una via d’uscita, circondato com’era dall’oblio, dalla fine di ogni cosa.
L’immagine della Bestia gli passò per la mente, rapida e fulminea, con le sue orribili fauci. 
Si mise le mani tra i capelli tentando di reprimere il bisogno di urlare.
“No†si ripeteva “Non devo pensarci. Se ci penso, ha già  vintoâ€
D’un tratto sul lato destro si formò una via d’uscita: una decina di rocce che fluttuavano, conducendo ad un’altra piattaforma più in basso.
“Nel Mondo Distorto non c’è redenzione n’è ritorno, si va solo in basso, dritti nella dimora dell’esiliato†sussurrò con voce tremante, mentre stringeva le sue Pokéball per farsi coraggio.
Era questione di un salto. Un semplice salto.
Prese un respiro profondo e si lanciò, ma nel giro di una frazione di secondo sentì solo il vuoto dietro le spalle. D’istinto chiuse gli occhi e premette la borsa contro il petto, mentre sentiva la sua sciarpa verde - annodata male, come al solito- sfilarsi lentamente dal collo.
Quella caduta verso il vuoto sembrava infinita, terribilmente infinita.
“Non voglio morire. Non voglio morire… non voglio…†
Un tonfo. Barry aprì gli occhi e mise le mani davanti a se, tentando di tastare quello che c’era attorno a lui. Voleva essere certo che fosse terreno. 
Non ebbe il tempo di gioire che vide crescere davanti a lui un albero in un modo così portentoso e rapido che avrebbe potuto distruggere l’intera piattaforma.
Nel Mondo Distorto persino gli alberi - se così si potevano chiamare- sfuggivano alle leggi della fisica: avevano un tronco verde e spinoso, un cespuglio marrone, ed erano altissimi ed imponenti.
Ne spuntò un’altro, poi un’altro ancora, e Barry si vide costretto a riprendere la corsa per schivarli.
<< Quando finirà  questa tortura?>> urlò, con la voce rotta dal pianto. 
Un lamento risuonò nell’immensità  del nulla. Barry si fermò, impietrito.
Conosceva quel verso, ma solo dalle registrazioni, perché era solo una leggenda. 
Non avrebbe mai creduto fino a quel momento che lo avrebbe mai sentito. Volse lo sguardo verso il cielo, quel cielo così strano e violaceo, e vide il serpente maligno con i suoi occhi. 
Volteggiava sopra la sua testa, con moti lenti e circolari, dispiegando le sue ali ed emettendo quel lamento atroce.
Barry si sentiva impazzire. 
<< Basta! Basta>> continuò ad urlare. Cadde sulle sue ginocchia ed iniziò a piangere << Basta…>>
Sentì qualcosa dietro la spalla toccarlo: si girò, e vide Uxie e Mesprit. Il primo stava fermo, mentre il secondo continuava a volteggiargli intorno.
Non ebbe tempo per realizzare cosa stesse succedendo che Uxie aprì gli occhi.

Barry si svegliò di soprassalto, notò con gioia di essere a letto, avvolto dalle coperte.
<< Era solo un sogno! Era solo un…>>
Il verso della Bestia si disperse nell’eco dell’immensità  notturna.
<<… sogno>>

 

:looksi:

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Team rappresentato:


 


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Team Feekoth ~ Hoenn 


 


Luogo o figura scelta:


 


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Verdeazzupoli ~ Roccia Bianca


 


Elaborato:


 


 


 

-Hey?- sussurrò lei -Tu credi nei desideri... che si avverano?-

-Mhh...- sospirò -magari si avverassero...- continuò poco dopo.


Il rumore delle onde che si spegnevano sul bagnasciuga accompagnava le conversazioni, dettava il ritmo delle battute di entrambi mentre la schiuma dell'acqua che si scontrava sugli scogli schizzava e, di tanto in tanto, mossa dalla brezza autunnale, arrivava anche sui loro volti, stanchi dalla giornata.


-Crederci o no- continuò lui -Non cambia molto se non si avverano.- .


Sdraiato sulla sabbia, chiuse brevemente gli occhi mentre lei, seduta al suo fianco aveva già  capito.


-Sarebbe troppo facile se si avverassero- continuò -Io invece voglio realizzarli con le mie stesse mani i miei sogni!-


-Ora ricomincia, il sognatore- pensò mentre in lontananza il cielo scuriva ed iniziavano ad apparire le prime stelle.


Avrà  sentito quelle frasi qualche decina, se non un centinaio, di volte, ma nonostante tutto anche a lei piaceva sognare, non da sola, ma insieme a lui, ed ogni volta non era mai stanca di sentire quelle parole, sognare non costa nulla.


La luce della luna si rifletteva sull'immensa distesa di acque limpide davanti a loro, ormai il sole era tramontato del tutto e uno spicchio di luna crescente appariva, timido, sopra le loro teste. In lontananza, là  dove lo sguardo di lei era solito andare, al di là  degli scogli, ammirava la marea della grotta ondosa alzarsi, con i pokémon ghiaccio e acqua che accorrevano o si allontanavano in una naturale corsa contro il tempo giornaliera.


Non passò molto tempo prima che i Chinchou e i Lanturn si facessero vedere al di sotto della superficie dell'acqua, che a causa della luce soffusa lunare, fioca rispetto allo splendore dei pleniluni, usano le loro particolari antenne, generando una fantasmagoria unica per qualunque essere vivente.


-Vieni a vedere, lo stanno facendo di nuovo!- disse lei incantata e con gli occhi spalancati verso quello spettacolo; ma lui rimaneva lì a guardare fisso il cielo, ormai stellato, con sguardo sognante.


Si, sognando ad occhi aperti si percorrevano i migliori viaggi, chilometri e chilometri in pochi attimi, e ad entrambi ogni volta gli si illuminavano gli occhi di un bagliore unico, il bagliore di chi realmente farà  di tutto per cambiare quel mondo in cui loro stessi vivevano!


D'un tratto, si smosse -Uh?- disse fra se e se -una stella cadente- in alto, nel cielo una scia luminosa iniziava a muoversi sotto i suoi occhi mentre la sua compagna, ancora estasiata, osservava lo spettacolo marino che aveva innanzi a se. -Vorrei proprio sapere se i desideri delle stelle cadenti si avverano davvero...- disse fra se e se quasi sghignazzando, soddisfatto e con la passione di chi vuole arrivare fino in fondo.


Tolse mani, che fino ad allora erano state dietro la sua testa a fare da cuscino sulla sabbia e andò per alzarsi alzando solo il busto, piegando le ginocchia prima verso l'alto, per poi incrociarle e sedersi accanto alla sua amica.


-Era ora- quasi lo rimproverò lei -E' davvero molto bello, non smetterei mai di osservarlo.-


-Tutta questa armonia di Pokémon, acqua, colori... se dovessi descrivere il mondo che vorrei, beh... sarebbe una fotografia di questo momento!- disse entusiasta.


Stava per continuare, ma fu interrotto da lei, che con un lampo di genio disse -Giusto! Una foto!- e con molta destrezza iniziò la ricerca della sua macchina fotografica, non una comune macchina fotografica con il rullino in negativo, ma una Polaroid, di quelle che al momento stesso ti stampano la foto. "Davvero molto utile se si vogliono catturare momenti in compagnia" era la frase esatta che disse quando la acquistò mesi prima, quando ancora momenti del genere, in città , le sembravano utopia.


Dopo aver infilato l'apposita pellicola per la foto, attese che un gruppetto di Krabby, tornando al nido fra gli scogli, passasse lì davanti, sul bagnasciuga, per dare quel tocco in più alla foto. Mentre lei attendeva il risultato, soffiando e scuotendo il foglio uscito, lui ed il suo sguardo continuavano ad essere fissi al cielo. In quel breve arco di tempo, erano già  apparse diverse stelle, altri piccoli pezzi di cielo che si staccano dal cosmo per andare in cerca di fortuna per l'universo.


Fra le tanti luci, quella che lo incuriosiva di più era un altro piccolo pezzo di cielo, con una piccola scia dietro di se, ma quando stava per aprire di nuovo bocca fu interrotto nuovamente -Ma no! i colori sono sbiaditi!- esclamò la sua compagna dopo aver visto il risultato della foto illuminata da una torcia.


-Beh avresti fatto decisamente meglio a prendere una fotocamera normale con il rullino- ribatté ridacchiando, ma poi mentre stava per ricevere una risposta, probabilmente non molto garbata a giudicare dall'espressione che aveva assunto in volto, continuò -Comunque non rimanere imbambolata a guardare il mare, ci sono tante stelle cadenti stasera! Perché non esprimi anche tu un desiderio?- .


Spiazzata, prima dall'interruzione della risposta e poi dalla domanda, alzò lo sguardo al di sopra dei suoi capelli rasati, e notò uno splendido cielo stellato. Occhi verso il cielo, bocca aperta e d'un tratto dimenticò persino cosa stava per rispondergli pochi secondi prima.


Rivolgendo lo sguardo in alto, la scia di prima si era fatta più lunga e la luce più grande. Capironio subito che non si trattava di una semplice cometa o stella cadente, ma di una vero e proprio meteorite che stava piombando sul pianeta ad una velocità  non indifferente.


-Non allarmiamoci, sicuramente cadrà  in mare, anche se non mi dispiacerebbe vedere da vicino una vera e propria stella cadente!- disse mostrando sicurezza, prima di abbracciare l'amica e iniziare a mettere di nuovo tutto negli zaini. C'era davvero di tutto in giro: cibo, pokéball, vestiti, cuscini, ecc... non fu facile far entrare tutto di nuovo dentro, come quando si va in vacanza e si fa fatica a chiudere la valigia solo al ritorno.


Non si accorsero di nulla nel mentre, ma i Pokémon della spiaggia lì attorno si erano resi conto di tutto, e emettendo i loro versi tentavano, invano ed impauriti, di avvisare anche i due giovani allenatori in spiaggia: la roccia spaziale passò proprio sopra le loro teste a poco più che una decina di metri per andare poi dall'altro lato dell'isola, circa ai piedi del colle. Ma stranamente, alcun tonfo, suono o scossa preannunciò che l'oggetto fosse effettivamente atterrato lì.


I due, sconvolti ed impauriti corsero lungo la spiaggia, facendo il giro dell'isola a perdifiato.


-Ho paura...- disse lei affannata -E di cosa!?- rispose entusiasta, poi continuò dicendo con un sorriso a 32 denti -più che un sasso spaziale non può essere, ma mi hanno sempre incuriosito questi... "generatori di desideri"- .


Arrivati ai piedi del colle, non c'era alcun cratere, ma una roccia, simile ad una perla, luminosa e fluttuante nell'aria.


-Ma non è possibile!- affermò lei impaurita e tremante -P-perché sta levitando!?-


-Che sia... un Pokémon Spaziale?- rispose, per poi avvicinarsi lentamente alla roccia che iniziava ad illuminarsi sempre di più, seguito dall'amica poco più indietro.


D'un tratto la roccia emise un forte bagliore una parte rocciosa si incastonò perfettamente a terra, un'altra continuò a fluttuare finché un Pokémon, avvolto in fagotto di colore giallo pallido, si distinse dalla luce, apparentemente dormiente.


Aveva la faccia bianca, con dei piccoli segni di colore verde-azzurro sotto gli occhi e sembrava indossare un cappello dello stesso colore del fagotto a forma di stella con 3 punte, su ognuna delle quali vi era attaccato un nastro colorato dello stesso colore dei segni sotto gli occhi.


-Avevo ragione allora, è davvero un Pokémon spaziale- disse stupefatto prima di provare un approccio con il piccolo fagotto -Ciao, chi sei?-


A quel punto, il fagotto si sciolse in due veli distinti e il Pokémon parve svegliarsi, anche il resto del corpo era bianco, con una specie di lembo sulla pancia.


-Mi presento- disse tramite telepatia il piccolo folletto bianco e giallo -Sono Jirachi e sono di passaggio su questo pianeta una volta ogni mille anni sulla cometa Millennium-


-Quindi è vero, i sogni e i desideri si avverano sul serio!- disse entusiasta mentre la sua amica, ancora un po' intimorita, non apriva bocca ma sembrava prendere fiducia.


-Quindi- disse timidamente -se sei una stella cadente... puoi esaudire i nostri desideri?-


-Certamente piccola allenatrice, vuoi anche tu esprimere un desiderio?- rispose causandone l'immensa gioia, che poi interruppe dicendo -Bada bene però, perché si avverano solo i desideri che si vogliono realmente.-


-Allora c'è un desiderio che voglio esprimere Jirachi!- si intromise il ragazzo -voglio essere in grado di cambiare questo mondo!-


Il ragazzo e Jirachi si fissarono intensamente per qualche secondo, in totale silenzio, prima che il Pokémon interruppe il silenzio con la sua telepatia: -Ne sei già  in grado, non ce n'è bisogno Ivan.- .


Passarono diversi giorni che i tre passarono insieme in maniera memorabile, ma come tutte le cose belle, anche Jirachi dovette tornare nello spazio a vagare ancora per altri mille anni.


-Ada, prendi la fotocamera, non voglio dimenticare più quanto è successo.- .


A penna, in un angolo, Ivan segnò la data della fotografia, 7 Novembre 2003, il giorno di addio di Jirachi, con il cielo stellato sullo sfondo che li aveva accompagnati ogni sera e gli aveva permesso di sognare e realizzare i loro desideri. 



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Team rappresentato:


Team Goonnelby 


 


Luogo o figura scelta:


 


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Luminopoli


 


Elaborato:


Luci e Ombre


 


 


 




Amelie- 43 anni


Non ci posso credere! Dovevo essere alla Torre Prisma mezz'ora fa, eppure quei bellissimi vestiti della boutique, ehm... non mi ricordo come si chiama, ma quella famosa di Luminopoli... peccato che costavano più della mia casa, ma ehi, guardare non costa a nessuno. Penso di correre, ma i miei tacchi se lo facessi mi farebbero sicuramente cadere, le strade di mattoncini sono un po' vecchie secondo me, ma non ci posso fare niente. Mi piacerebbe abitare qui, ma anche quei Furfrou acconciati in modi assurdi... Il mio, con il Taglio Gentiluomo, è sicuramente il migliore, a parer mio, ma a quanto pare non a parere di questi fuori moda di Luminopoli... lo penso ma poi mi rendo conto che ciò che c'è a Luminopoli è la moda, e quindi mi pento di aver visto le vetrine e di non essere andata con Furfrou a fargli fare il taglio che mi avrebbe permesso di essere al livello delle modelle di Luminopoli. Lo guardo e anche lui mi guarda, sembra che mi stia dicendo di aver fatto la scelta sbagliata, ma gli sorrido lo stesso per non farlo sentire a disagio. Mi sarebbe piaciuto riuscire a comprare qualcosa nella città , ma purtroppo non ho i soldi necessari... li ho per una visita, ma non per comprare i vestiti all'ultima moda! Alla fine se il mio Furfrou non può acconciarsi non posso farlo anche io, mi sembra un buon compromesso per entrambi.


Esco da una piccola via e sono in Viale Primavera, più vicina al mio obiettivo. 


Però Luminopoli è una bella città , e non mi sorprendo perché la chiamano Città  delle Luci, dato che ogni piccolo angolo è travolto dalla luce della Torre Prisma e dai grattacieli dai tanti piani, in cui però non sono riuscita ad andare perché mio marito si annoiava, non si riesce a far trasportare da nulla purtroppo, ma sono sicura che apprezzerà  la città  un giorno, con tutti i bar e i ristoranti di lusso in cui non siamo potuti andare, le persone che passano in continuazione, le vedi dappertutto e non c'è un luogo dove puoi stare da solo, è perfetto per me, mi piace osservare gli altri e vedere cosa fanno e come si vestono soprattutto. Mentre sto osservando un cappello molto costoso di una ragazza mi rendo conto che sono nella Piazza Centrale, e la Torre Prisma si trova lì come segno di Kalos e della bellezza della regione, del centro della regione, oltre al resto. Illuminata come il resto della città , poi. Sarebbe il momento che io mi muova, sono sicura che mio marito è lì che mi sta guardando dall'alto pronto a criticarmi ma non glielo lascerò fare di nuovo.


 


Marc- 38 anni


Mentre sorseggio una bottiglia d'acqua dall'alto della Torre so già  che voglio andarmene, poi vedo apparire mia moglie dal Viale Primavera; eccola lì, con lo sguardo stralunato e il suo Furfrou che la deve subire proprio come la devo subire io. Non ci è voluto molto perché mi rendessi conto che portarla qui non era una buona idea; io almeno sono qui solo per vedere il museo, e infatti ci siamo divisi per questo, ma lei come sempre è in ritardo. 


Dato che il ragazzo dietro di me si alza per andarsene approfitto del momento e mi siedo sul divanetto rosso sicuramente costosissimo, qui è tutto costosissimo e perfetto, il contrario di Petroglifari, e non potrei sopportare rimanere qui un minuto di più. Non c'è uno spazio libero, un luogo in cui rilassarsi, e sì, dicono che ci sono i bar, ma sono pieni ogni secondo. Già  entrare nella Torre è stata una fatica entrare, una fatica trovare un posto, una fatica trovare una vista decente, d'altra parte il vociare dei turisti continua a rendere difficile pensare e devo ancora conquistare un posto tranquillo. 


La fila per il Museo sono riuscito a saltarla grazie a un miracolo, e mi sembra di vederla proseguire ancora dalla mattina, il negozio dei Pan di Lumi era chiuso da un pezzo ma alcuni rimanevano ancora lì, a pensare chissà  cosa, che riaprisse per caso? 


Penso che poteva succedere lì, succedeva di tutto nella metropoli di Kalos, in cui si vive di giorno e di notte e non ci si ferma mai. Abbasso di nuovo la testa per cercare mia moglie, non mi stupisco quando la vedo osservare delle ragazze con capi firmati come fossero una miniera d'oro, però ha ragione, solo che costano una miniera d'oro. 


Penso "prima o poi arriverà  qui" ma spero che il prima arrivi al più presto. 


Non vedo l'ora di tornare alla tranquillità  della mia cittadina in cui non ci si perde, puoi trovare luoghi dove rimanere in silenzio e dove riflettere, non disturbato dai ragazzini che correvano dappertutto e dalle ragazze che non vedevano l'ora di farsi foto con lo sfondo delle luci della città .


Ma spiegatemi, spiegatemi come qualcuno può rimanere qui, con queste luci soprattutto che sono ovunque, questa folla che non se ne va mai, la Piazza Centrale piena di gente! 


Ecco mia moglie che sta per entrare, vicino a lei passa un barbone sulla settantina, lei lo guarda come fa con tutti. Non mi stupirei se avesse ritenuto i suoi vestiti una nuova moda. 


Non vedo l'ora di andarmene.


 


Kian, 74 anni


Ancora una volta è finita la giornata, questo vuol dire che devo cercare un luogo dove dormire... andrò nel mio solito vicolo, quello più lontano da tutti. Una donna mi osserva per tanti secondi, quindi accelero il passo per farle perdere le mie tracce, la Piazza Centrale con la Torre Prisma è piena di gente. 


Prendo un viale, c'è qualcosa scritto, ma ormai non riesco più a riconoscere certe lettere perché leggere ormai non mi serve più. Luminopoli è la mia unica ancora di salvezza, la mia speranza di arrivare ad un altro giorno e di continuare a sopravvivere, grazie a tutta la gente che passa riesco a ottenere ciò che mi serve per un panino e una bottiglia d'acqua che posso riempire, ma la gente mi guarda spesso, come la donna di prima. Credono che sia sono un mostro? Provano pena per me?


Le mie domande sono sempre senza risposta, io vivo in un mondo di solitudine anche se sono circondato da tutti, accompagnato solo dalla speranza e dal dolore, che riesce a riscaldarsi il cuore con un solo centesimo. Sento il mio stomaco brontolare mentre vedo persone andare e venire da un ristorante e altre che si mettono in fila. Un ragazzo mi guarda, poi iniziano a guardarmi tutti, e decido di scappare prendendo un vicolo che non ho mai visto, tanto cosa importa ormai. Un altro giorno è semplicemente un'altra sofferenza, tanti visi senza nessuna parola, penso mentre mi trovo di fronte ad un vicolo cieco. La terra è fredda come sempre ma se l'ho sempre fatto fino ad adesso un altro giorno non farà  la differenza. Guardo sopra a me e vedo un balcone, mi proteggerà  da un'eventuale pioggia che vorrà  cercare di peggiorare ancora di più la mia fragile vita.


 


Aderyn- 5 anni


Vedo un'ombra nel buio del vicolo e chiamo mamma spaventata, mi giro ed eccola lì, pronta per aiutarmi.


"Sei preoccupata?" mi chiede, e io le indico l'ombra sotto di noi. A quanto pare è sparita e mia mamma dice che era solo l'immaginazione, ma sono sicura che nei vicoli di Luminopoli si aggitano Pokémon di Tipo Buio pronti a spaventarmi nel sonno, ed è per questo che la Spritzee della mia sorellona fa la guardia tutte le notti come una eroina pronta a proteggerci dal male. La città  e le sue luci sono sempre accese, lasciando i mostri a bada così non possono far male a nessuno! Io continuo ad essere molto preoccupata e richiedo a mamma di andare a vivere lontano dai vicoli, al Corso Alto o al Corso Basso, con i grattacieli che vanno a toccare le nuvole, chissà  se sanno di zucchero filato oppure di cotone, che poi di che cosa sa il cotone? Il pensiero è divertente e mi solleva, quindi dico a mamma di non preoccuparsi e guardo la Torre Prisma in lontananza, anche lei vuole toccare le nuvole, ed è tutta illuminata, quindi non posso fare a meno di dire "e se andassimo a vivere lì dentro?", i mostri non potrebbero avvicinarsi e saremmo al sicuro! Potrei giocare con Spritzee nella piazza e non vedere le ombre la notte. Mamma ride, quindi penso che creda sia una buona idea, ma mi dice di andare a letto. Mamma è una noia! 


Mamma non mi vuole mai portare a vedere le luci della città  la notte, ma io voglio vederle, e quando sarò più grande e non avrò più paura dei Pokémon di Tipo Buio potrò attraversare le strade e cercare la luce, esplorare i grattacieli ed ogni piccola via della città ... ma adesso sono troppo piccola, me lo dicono tutti. Luminopoli però sono sicura che è e sarà  il mio posto preferito per sempre, il mio luogo lontano dalla notte, dove le persone si vestono in modo sc... chic, che sembra il verso di una gallina, e dove puoi mangiare ad ogni angolo, ed è per questo che mamma dice che un giorno diventerò grassa, ma non ci posso credere che pensa queste cose! Mamma dice che devo andare a letto, ma non sono per niente stanca! Purtroppo non posso fare niente contro di lei, e in un attimo sono nel letto e già  ho sonno. Come è possibile? 


Però mentre mi trovo sotto le coperte e guardo la Torre Prisma ancora una volta, posso capire che vivere nella Città  delle Luci è la cosa più bella poteva capitarmi. 



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Luogo Scelto :

 

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Titolo :

 

 

 

"..."

 

 

 

Elaborato :

 

 

-"Fa freddo. Molto freddo. Forse questo non è proprio un luogo di villeggiatura, ma già  lo sapevo prima di venire qui. Poco male, mi riscalderò anche oggi stando vicino alla coda di Charizard. Ormai è l'unico luogo dove posso allenarmi, gli allenatori di Kanto non erano più al mio livello, e fortunatamente i Pokémon selvatici di Monte Argento sembrano essere di tutt'altro calibro. Nulla che spaventi la mia squadra, ovvio. 

 

Cavolo però, fa davvero freddo, mi sto congelando i piedi e le mani. Non voglio andare in ipotermia, sarà  meglio tornare nella grotta. Anche se questo panorama... E' davvero mozzafiato. Credo valga la pena di soffrire in questo inferno di ghiaccio, solo per questa stupenda vista. E questo profumo. Odore di... freddo. Non saprei come descriverlo. Il vento porta sempre questo profumo all'alba. Eccolo, un altro Sole sta sorgendo, squarciando le tenui nuvolette rosate. Che meraviglia qui... Sono davvero sulla vetta del mondo. Oh, guarda, la Torre Campana è illuminata adesso... Ho-Oh tornerà  prima o poi, quando un giovane degno verrà  al mondo, a posarsi sulla sua cima dorata. E il mare... Dolce mare di Johto... Sembra così calmo oggi, visto da quassù. Lugia starà  vegliando sulla sua tranquillità , come dicono le leggende.

 

Sarà  meglio ritornare dentro ora. E' tempo di dare da mangiare a Snorlax."

 

 

 

 

-"Sono arrivato. Sto per affrontare la sfida più impegnativa di tutta la mia avventura. Non ho viaggiato in due diverse regioni, fermato una banda di criminali, ottenuto sedici medaglie e battuto la Lega Pokémon per tirarmi indietro proprio adesso. Inizio ad avvertire l'ansia e la tensione che si insinuano in me, ma non importa. Io sono qui, ai piedi del monte, e sono pronto. E conquisterò anche la vetta del Monte Argento.

 

Ma prima c'è una cosa importante da fare."

 

"Ciao, mamma...

 

Sai, è molto che non torno a casa. Un po' mi manchi. No, non è vero. Mi manchi moltissimo. Mi ricordo di qualche anno fa, quando mi raccontavi le tue storie... Ti ricordi quella del mostro, quello che abita sulla vetta del monte più alto ?
Si, dai, quel monte che separa le due regioni. Il monte più alto di tutti, al quale solo i più forti posso accedere...
Il monte dove i sogni di molti sono andati in frantumi. Sogni, sogni e speranze, dopo tutti i sacrifici ed aver ottenuto la vittoria nella Lega... Proprio quei loro sogni, che li hanno spinti ad entrare in quell'alta, altissima montagna. Così varia, a tratti cupa, a tratti magnifica, che presenta tutti quegli ambienti diversi.
Dalle grotte oscure, dove bisogna chiedere aiuto a qualche Pokémon con Flash, ai fiumi e laghi interni, che scorrono senza fine, attraversabili solo sulla groppa di un fido compagno.
E le grandi cascate, i mulinelli che compaiono dal nulla...
Pietre da distruggere con Spaccaroccia, massi da spostare con Forza.
Le camminate sulla neve e sul ghiaccio, senza in alcun modo poter usare la bici.
Tutti quei Pokémon selvatici e di alto livello (eccezione fatta per il branco di zubat...).
Se provassi a pescare, chissà , potrei trovare quel drago rarissimo, quello di cui parlano le leggende.
E se fossero tutte vere, ci sarebbe una grotta, dove un leggendario Pokémon uccello ha fatto il suo giaciglio.

Ma quello che spaventa tutti è altro, è quel mostro rosso che aspetta in cima...

Già , la cima. Wow. Che panorama. Dovresti vederlo, mamma, toglie il fiato. Ti sembra di poter stringere Johto in una mano soltanto, e di toccare il cielo con la punta delle dita. E durante la notte, non sai che stelle si vedono. Ho visto talmente tante costellazioni che non pensavo neppure potessero esisterne tante : il Pyroar, l'Ursaring e il Teddiursa, il Kingler, i Finneon e il Tauros... C'è la Luna piena stanotte. I Clefairy staranno danzando. 

Nessun Pokémon osa avvicinarsi alla cima che questo magnifico cielo stellato avvolge ogni notte, tantomeno per farvi la propria tana. Nessuno.

È un lungo sentiero, alla fine del quale si può vedere il mostro rosso.
Quel mostro, che aspetta qualcuno...
Quel mostro che spezza le ambizioni...
Quel mostro che non rivolge alcuna parola...
Ecco mamma, tra poco sarò davanti a lui. Perciò ti mando questa lettera. In caso non dovessi tornare.
Grazie di tutto mamma. Ti voglio bene

 

Tuo figlio Gold"

 

 

 

 

-"È molto che aspetto. Ho perso la cognizione del tempo da quando sono qui. Nel mio piccolo villaggio dicevano che questo era il posto per i migliori. Così, quando sono diventato il migliore, sono andato via dalla mia regione, dalla mia casa, e da allora aspetto qui, come seduto su un trono, in cima a Monte Argento.
Il monte che da bambino ammiravo dalla finestra di camera mia, tanto alto, imponente, solitario... Un po' come me.

Su questa vetta bianca, ricoperta dalla neve appena caduta, continuo ad aspettare...
Tempesta, neve, tramonto, la notte, l'alba, vedo tutto da qui e non mi muovo.
Ma mai un'anima viva. Continuo ad aspettare, dormire, nutrire i Pokémon, allenarmi. Mai nessuno.
Aspettare. Già , ma cosa ?

Del resto, non è nemmeno detto che nascerà  mai qualcuno del mio calibro, e se nascerà , chi mi dice che verrà  a sfidarmi ? 
Diamine. Perchè sono salito su questo monte ?"

 

 

 

 

-"Cammino da ore, dovrei esserci ormai... Ho scalato questa maledetta montagna grazie ai miei amici, roccia dopo roccia, sentiero dopo sentiero. Non sento nemmeno più la stanchezza ormai, mi sembra che le gambe si muovano da sole. Un momento, vedo qualcosa dritto davanti a me, sulle rocce. Luce. Ma non è la luce del Flash di un Pokémon, è la luce esterna. L'ultimo sforzo, ci siamo quasi. Tutto il lavoro che ho fatto, la stanchezza, il sudore sulla fronte, le battaglie con Typhlosion e tutti gli altri... Sta per giungere l'epilogo. Sento il cuore che inizia a martellarmi nel petto, lo sento sempre più forte ad ogni passo. Sono fuori dalla grotta. Che gelo, la temperatura sarà  sotto zero. Questa tempesta di neve mi blocca la visuale, non vedo niente ! Ma so che sei qui da qualche parte. Sento dei rumori, in fondo a questo passaggio.

 

Eccolo, sono arrivato. Il taciturno mostro rosso di Monte Argento.

È lui."

 

 

"..."

 

 

 

Written by :

 

MarcinGreed

Rubber Strawhat

Marpy

Chicco

Kuro

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Team rappresentato:


 


   IoGYgWu.png


 


Luogo o figura scelta:


 


Isola Cannella


 


 


Elaborato:


 


ru9YbJN.png


 


5 Agosto, 199-


Caro diario,


piacere di conoscerti, io sono Tommy e da oggi tu sarai il mio primissimo diario, sono davvero felice! Tu sei il regalo che mi hanno fatto la mamma e il papà  per il mio compleanno, perciò ti porterò sempre con me! Dopotutto qui sull'Isola Cannella non c’è davvero molto da fare… Di solito il cielo è grigiastro a causa della cenere del vulcano e per questo non mi è permesso stare fuori per troppo tempo, poiché sono di salute cagionevole. Così passo le mie giornate a leggere e a guardare fuori dalla finestra in camera mia, ma perfino la vista non è granché. Sai, potresti pensare che mi annoi davvero tanto e non potrei darti tutti i torti, però il momento migliore è quando torna papà . Il suo lavoro è incredibile, infatti è uno scienziato stimato da molti suoi colleghi e si impegna tantissimo in quel che fa, è il mio idolo! Mentre ceniamo mi racconta sempre dei progressi che fanno ed io non posso fare a meno di guardarlo ogni volta con occhi increduli e pieni di ammirazione. Tuttavia ti devo confessare che oggi ho ricevuto un altro regalo, papà  mi ha portato con lui nella villa in cui lavora. A guardarla dall'esterno era davvero immensa, grandissima, a più piani e con delle imponenti scale di marmo all'ingresso. Ne ero rimasto quasi spiazzato quindi, con un po’ di timore, mi ero avvicinato a papà  e gli avevo afferrato il camice mentre apriva il grande portone che produceva un forte cigolio. Devo ammettere che, a differenza del suo aspetto esterno, all’interno la villa è incredibile. Spesse colonne di un bianco lucente si innalzano verso il soffitto, portando la mia attenzione sui giochi di luce creati dai lampadari di cristallo i quali riflettono il bagliore del sole che entra dalle piccole finestre poste su tutti i lati del corridoio all'ingresso. Sotto i nostri piedi, un morbidissimo tappeto fucsia indica la via fino alle scale, e che scale! Completamente in legno laccato e con un passamano decorato da motivi eleganti. Strabuzzo gli occhi dinnanzi a tutto quel lusso non essendoci abituato, possibile che il mio papà  lavori ogni giorno in un posto del genere? Ed infine eccomi qui, seduto su di un morbido divano in pelle all'interno di una stanza dell’edificio, fra poco i preparativi saranno ultimati e potrò vedere l’esperimento, non sto più nella pelle! Oh, ecco papà , devo andare caro diario, ci sent— Le ultime righe sono illeggibili.


 


6 Agosto 2010


 


Caro diario,


oggi ho passato una giornata alquanto strana, mi sento molto impaurito e confuso…  La mia felicità  è andata alle stelle appena ti ho ritrovato, dopotutto eri il mio passatempo preferito durante la mia infanzia e credevo di averti perduto per sempre ormai. Insomma, non riesco a trovare le parole adatte per descrivere la mia immensa gioia nel momento in cui ti ho raccolto da terra, tutto impolverato, sopra quel tappeto ormai bruciacchiato e pieno di polvere. Il portone d’entrata, quelle favolose colonne bianche e quelle splendide scale in marmo hanno oramai assunto un colorito differente e un’atmosfera di desolazione e tristezza in seguito a quello spiacevole incidente causato dall'esperimento di papà â€¦ Oh, mi spiace, pensavo di riuscire a trattenermi e invece mi è appena caduta una lacrima che ti ha bagnato, perdonami. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Entrai con lui nella villa per festeggiare la riuscita della creazione di un nuovo Pokémon: Mewtwo. Non sembrava contento di essere venuto al mondo, aveva un’aria davvero spaesata innanzi a tutti quei volti sconosciuti. Eravamo ignari di ciò che sarebbe avvenuto qualche istante dopo. Se solo l'avessimo saputo prima… Nel giro di pochi secondi tutto il mio mondo andò in frantumi, la villa fu invasa da enormi colonne di fiamme che si sollevarono imponenti e minacciose. Stava crollando tutto a causa della foga con cui quel Pokémon lanciava, uno dopo l'altro, i suoi attacchi. Dire che avevo paura non ha senso, perché il quel momento non sentii la paura, ma bensì la rassegnazione per la morte che si stava pian piano avvicinando a me. Per fortuna, mio padre riuscì a portarmi in salvo, ma purtroppo pagò con la sua stessa vita il suo eroico gesto. Il Pokémon, in preda ad una furia cieca, continuò a colpire qualsiasi cosa trovasse di fronte a sé finché non aprì una crepa nel muro e scappò. Quando diedi la notizia a mia madre lei non pianse, non disse niente, mi strinse solo tra le sue braccia tremando. Anche se non la vidi in faccia, sono certo che fosse lacerata dalla disperazione e dal dolore. Giorni dopo decidemmo di trasferirci per iniziare una nuova vita lontani da sgradevoli ricordi.


Quando sono ritornato qui ed ho visto la Villa Pokémon ancora in piedi, sono rimasto incredulo, non me lo sarei mai aspettato. Decine di Pokémon selvatici l'avevano invasa.


Tuttavia la mia gioia è finita pochi attimi dopo, quando il terreno ha iniziato improvvisamente a tremare e così sono uscito più velocemente che potevo stringendoti forte fra le braccia. Nel frattempo si era generato il panico tra cittadini e turisti, che correvano come dei pazzi per tutta l’isola. Solo poco dopo mi sono accorto del pericolo che stava arrivando… Ho visto la lava invadere tutto il terreno ad una velocità  spaventosa. La gente urlava e piangeva disperata, tutti scappavano sperando di trovare un riparo per mettersi in salvo. Per fortuna avevo con me il mio Pidgeot e sapevo di poter volare via in qualsiasi momento impartendogli un semplice comando, tuttavia sono rimasto lì, a fissare quel macabro spettacolo incapace di distogliere lo sguardo. Le abitazioni sono state buttate giù in poco tempo e il laboratorio è stato completamente sommerso da quel liquido incandescente dal color rosso. Ho provato tristezza solo per la perdita della Villa Pokémon, il luogo dove avrebbe dovuto riposare in pace per sempre mio padre. Dopo aver visto l'accaduto, me ne sono andato con le lacrime agli occhi. Speravo che fosse tutto un incubo, che da un momento all'altro mi sarei svegliato nel mio letto, eppure non era così.


Ormai dell’Isola Cannella non è rimasto più niente, solo lava solidificata...


È stata la seconda peggior tragedia di tutta la mia vita… Il mio luogo d’infanzia distrutto da un’eruzione… Mi spiace, sto continuando a sporcarti con queste mie inutili lacrime, di certo piangendo non otterrò nulla, eppure non riesco a fermarle, continuano a scendere rigandomi il viso e soffocando il mio respiro. Spero che questa notte riesca a dormire.


 


Buonanotte caro diario,


Tuo Tommy.

:Stelline2: Visita il mio mercatino! Potresti trovare ciò che fa al caso tuo. :occhiolino:

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Salve a tutti! Benvenuti al mini-contest di fotografia del Battle of the Regions.

Prima di lasciarvi alla traccia però, ecco un breve riassunto dei risultati del primo ballottaggio, vediamo quindi chi è stato eliminato per ogni squadra:

 

- Team Farfestar, pareggio di EmaOshawott_ggg e Haku,

- Team Snubblix, eliminazione di Rubber Strawhat,

- Team Feekoth, pareggio di Samajd e Ferdy,

- Team Drifolu, pareggio di Vulpah e Saleon,

- Team Goonnelby, pareggio di ogni loro componente.

 

Come potete notare ci sono parecchi pareggi, per cui come promesso vi riveleremo la sorpresa promessa riguardo al metodo per come decideremo chi rimarrà . Ma niente paura, gli eliminati potranno comunque contribuire ad aiutare il proprio team per poter vincere il Premio Finale!

Riguardo al metodo, è molto semplice: non decideremo noi, ma sarà  il team vincitore dello scorso mini-contest, ovvero il Team Snisbuck, a decidere chi fra coloro che hanno pareggiato continuerà  a gareggiare, e avranno tempo fino alla prossima eliminazione per decidere.

Questo non significa però che ogni concorrente fra quelli che ha pareggiato si potrà  salvare, infatti un concorrente dovrà  essere eliminato da ogni team.

Hanno quindi ufficialmente inizio con questo le strategie in Battle of the Region, buona fortuna a tutti!

 
Svolgimento
 
In questo mini-contest dovrete svolgere la seguente attività :

  • Trovare una fotografia che rappresenti l'ambiente o una specifica località  della regione Pokémon che rappresentate. La foto potrà  essere scattata da voi stessi o fornita da utenti che sostengono la vostra regione (anche se già  pubblicata su PM). 
  • Successivamente, dovrete modificare la fotografia scelta con programmi di fotoritocco rendendola quanto più simile alla località  scelta (se necessario) e soprattutto includendo dei Pokémon al loro interno. 

Regolamento

  • Le sei squadre dovranno consegnare il lavoro entro e non oltre le 23:59 di oggi, 27/8/15;
  • E' vietato copiare o usare lavori non propri (con l'eccezione della foto presa dal web, nel caso in cui non siate riusciti a trovare una foto adatta scattata da voi o dagli utenti che appoggiano la vostra regione);

Ricordate che collaborare è la parola chiave per poter portare alla vittoria il vostro gruppo e trionfare alla fine del Battle of the Regions!

 

Questo è tutto, buona fortuna, concorrenti!

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Team partecipante:


 


Hk0bN80.png


 


Luogo del mondo Pokémon rappresentato:


 


Cascate Meteora


 


Luogo del mondo reale rappresentato:


 


Grotte di Frasassi


 


Fotografia prodotta:


 


OnLgCEL.jpg


 


Procedimento Seguito:


 


 


Tra i tanti paesaggi che potevamo scegliere di usare per la nostra fotografia abbiamo deciso di scegliere quello delle Grotte di Frasassi, le quali con le loro stalattiti e stalagmiti calcaree dal colore biancastro ricordano in modo estremamente federe le Aree delle Cascate Meteora.


 


grotte8.jpg


 


Scelta la fotografia che si prestava maggiormente al nostro lavoro è stato fatto subito uno schizzo sul come sarebbe stata modificata successivamente la foto, con l'aggiunta principale dei Pokémon caratteristici delle Cascate Meteora


 


1RU0dsU.jpg


 


Dopodichè la foto è stata divisa per piani,  sono stati ridipinti i colori piatti sulla foto, con l'aggiunta di qualche ombra abbozzata.


 


PTJJSYU.jpg


 


Sono stati ricopiati sempre più dettagli come gli spuntoni caratteristici delle grotte, aggiunte le luci e resa l'acqua sempre più realistica.


 


DIU4fMr.jpg


 


Dopodiche si sono inserite altre luci per dare maggior spessore alla modifica, eliminati elementi superflui, texturizzata la foto.


 


OnLgCEL.jpg


 


"Aggiungere un piccolo disegno o elemento grafico ad un file jpeg fotografico rende quest'ultimo un qualcosa che si avvicina di più al mondo grafico che quello fotografico di cui fa la dipartenza. Noi del team Feekoth abbiamo allargato questo concetto per applicarlo a tutta la foto con una modifica sostanziale, fuori dal comune. Ancora di foto si può parlare? Certo, la foto è sempre presente al disotto degli strati di pittura digitale che compongono la modifica attuata dal nostro team. Abbiamo deciso di non accontentarci di piccoli accorgimenti che avrebbero stonato con la realisticità  della foto, dunque, con consenso dei moderatori, abbiamo riconvertito la foto da realistica a pittorica, ma la sua essenza e forma è rimasta intrinseca e vivida nel risultato. "


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Il Team Snisbuck ha deciso, dopo quasi un'intera giornata!


Abbiamo i nomi degli eliminati, e siamo quindi pronti a rivelarvi un'ulteriore sorpresa.


 



J6RryU8.png


 


Gli eliminati della prima giornata sono, dunque:


 


Emaoshawott_ggg ~ Rubber Strawhat ~ Ferdy ~ Saleon ~ Icyflame



 


Nella prima sfida, i vincitori hanno potuto scegliere chi eliminare tra tutti coloro che hanno pareggiato. Ma non sarà  sempre questo il vantaggio del team vincitore.


I vantaggi del team vincitore saranno diversi ad ogni eliminazione, ed è giunto il tempo di scoprire quale vantaggio otterrà  il team vincitore di oggi:


 



La classifica!


 


I membri del Team che vincerà  il minicontest di oggi dovrà  stilare delle classifiche degli altri team, assegnando da 2 a -2 voti. I voti aggiunti o tolti saranno conteggiati alla fine delle eliminazioni di domani.


Dovranno essere create classifiche per tutti i cinque team che andranno al ballottaggio, in modo simile all'esempio seguente:


 


Team Tinacipollari:


+2 punti a Chaos


+1 punto a Porygon-Z


0 punti a Chube


-1 punto a Snorlax97


-2 punti a Blue95


 


Tali punteggi saranno aggiunti o sottratti al totale delle votazioni di domani. In caso di parità , sarà  eliminata la persona più in basso nella graduatoria delle due o più che hanno pareggiato. Nei team composti da quattro persone, dovrà  essere omesso lo zero.


 


Il team vincitore dovrà  necessariamente consegnare domani entro le 18:00 le cinque graduatorie.



 


A tra poco, quindi, con il prossimo ballottaggio!


 


Per qualsiasi domanda, consultate l'apposito topic.


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Non avevo dubbi sulle eliminazioni, poco male, continuerò ugualmente a giocare con il mio team, alla fine sono escluso unicamente per la vittoria singola... D=


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Rettifichiamo l'orario: è preferibile consegnare le graduatorie prima della chiusura dei ballottaggi, quindi alle ore 18.00. Pubblicheremo le graduatorie a fine giornata per non influenzare il voto.


un vantaggio estremamente succulento come quello di ieri che non verrà  replicato anche per gli altri team vincitori :/

 

Io non ne sarei così sicuro :x

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un vantaggio estremamente succulento come quello di ieri che non verrà  replicato anche per gli altri team vincitori :/

 

Mi spiace per ferdy, ma continuerà  ad aiutarci per far vincere il suo team! Se pensavate di scorraggiarci avete pensato male!

Scusa, ma perché il vantaggio di ieri era così succulento? Tanto molti partecipanti non giocano solo per vincere, e perciò continueranno ad aiutare il team anche dopo l'eliminazione.

Credo

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Rettifichiamo l'orario: è preferibile consegnare le graduatorie prima della chiusura dei ballottaggi, quindi alle ore 18.00. Pubblicheremo le graduatorie a fine giornata per non influenzare il voto.

 

Io non ne sarei così sicuro :x

rispetto al fatto che sia succulento o che sia irripetibile ? comunque non ha molto senso che le graduatorie vengano pubblicate alle 18, sapendo quanto successo ieri è ovvio che i voti verranno modificati nuovamente per poter eliminare chi fa comodo a chi, 4 voti sono un nulla da ottenere come si è già  visto...

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rispetto al fatto che sia succulento o che sia irripetibile ? comunque non ha molto senso che le graduatorie vengano pubblicate alle 18, sapendo quanto successo ieri è ovvio che i voti verranno modificati nuovamente per poter eliminare chi fa comodo a chi, 4 voti sono un nulla da ottenere come si è già  visto...

 

Indubbiamente, ma non sapendo fino alla fine chi abbia quale punteggio, è inutile tentare di far pareggiare gli utenti :)

 

EDIT: Aaaah, aspaspasp, le graduatorie ce le devono comunicare alle 18:00, ma le pubblicheremo a fine giornata!

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Indubbiamente, ma non sapendo fino alla fine chi abbia quale punteggio, è inutile tentare di far pareggiare gli utenti :)

 

EDIT: Aaaah, aspaspasp, le graduatorie ce le devono comunicare alle 18:00, ma le pubblicheremo a fine giornata!

ah K, ecco , mi sembrava un tantino inutile

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Indubbiamente, ma non sapendo fino alla fine chi abbia quale punteggio, è inutile tentare di far pareggiare gli utenti :)

 

EDIT: Aaaah, aspaspasp, le graduatorie ce le devono comunicare alle 18:00, ma le pubblicheremo a fine giornata!

così sì che è succulento!

 

Just for curiosity, ma i vantaggi alla squadra vincitrice era una cosa già  in programma o ci avete pensato dopo?

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così sì che è succulento!

 

Just for curiosity, ma i vantaggi alla squadra vincitrice era una cosa già  in programma o ci avete pensato dopo?

 

Sarò sincero, atm era un'idea che volevamo conservare per il prossimo BOTR, non essendoci molto tempo in questo, ma le problematiche sorte ultimamente ci hanno convinti a provare questo meccanismo, sia per ravvivare il gioco e renderlo meno "Mr e Miss PM", sia per creare un po' di strategia nei team. D'altra parte, un reality senza questo tipo di vantaggi non è un vero reality!

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Team Partecipante:


RnKmevq.png


 


Luogo Pokémon rappresentato: Lago Verità 


 


zzWVDnE.png


 


Questo è uno dei miei luoghi preferiti di Sinnoh, dove vi risiede il "Pokémon Emozione" Mesprit che come vedete è appena uscito dalla sua grotta in tutto il suo splendore ♥


Nella lontananza sulla riva si possono notare i comandanti del Team Galassia insieme al loro capo Cyrus. Che intenzioni avranno? :look:


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Dare la possibilità  al team vincente di scegliere chi eliminare è una buona cosa (in stile A tutto Reality: l'isola) ^^


Tuttavia credo che il vincitore/la vincitrice di questo GFG è comunque abbastanza scontato. Staremo a vedere (:


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