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Accademia di PM: risoluzione di problemi scolastici, grammaticali etc.


Snorlax

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2 minuti fa, Xavier ha scritto:

Allora 2 no, esce; 4 esce comunque ; 8 ancora no; 10 non ci penso neanche; 12 no, vengono dei numeracci... Forse con 16 ma dovrei arrotondare...  2.375 = 2.4 

 

Quindi dovrei fare 2.4 cm = 16 N.. 

Ora resta la domanda dovrei rappresentare anche la risultante del raggio di sotto?

 

Non ho potuto ragionare tanto, in quanto avevamo due minuti tempo.. Spero soltanto che quelle ligne tracciate a cavolo si cancellino... Quando mi agito Divento bollente e non riesco a ragionare XD, grazie per avermi fatto pensare

ma guarda da quello che ricordo per trovare il vettore bastava usare pitagora senza tutti questi arrotondamenti

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Scrivi le equazioni di due rette parallele alla retta di equazione 3y-2=0 e di due parallele alla retta di equazione 3x-5=0

 

Qualcuno potrebbe spiegarmi?

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(Ultimo aggiornamento 02/06/22)

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partendo la presupposto che due rette sono parallele se hanno coefficiente angolare uguale

diciamo che l'eq implicita della retta è ay + bx + c = 0

 

se non ti da nessun punto per cui devono passare le rette parallele basta che scrivi una retta che abbia coefficiente angolare m uguale a quello della retta iniziale, dove m = -b/a

 

se ti da un punto in cui devi passare con le rette parallele A (x0, y0), allora l'eq della retta parallela è

y - y0 = m(x - x0)

che sarebbe la retta passante per A con coefficiente m

 

ora, 3y - 2 = 0

a = 3

b = 0

m = -0/3 = 0

aka retta con coefficiente angolare 0, ovvero una retta parallela all'asse delle x: y = q

 

stesso procedimento con l'altra (non so se avete fatto i limiti, ti esce cmq che m = -3/0 che tende a infinito, aka retta verticale)

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3 minuti fa, Micaiah ha scritto:

partendo la presupposto che due rette sono parallele se hanno coefficiente angolare uguale

diciamo che l'eq implicita della retta è ay + bx + c = 0

 

se non ti da nessun punto per cui devono passare le rette parallele basta che scrivi una retta che abbia coefficiente angolare m uguale a quello della retta iniziale, dove m = -b/a

 

se ti da un punto in cui devi passare con le rette parallele A (x0, y0), allora l'eq della retta parallela è

y - y0 = m(x - x0)

che sarebbe la retta passante per A con coefficiente m

Il problema è che non mi da nessun punto di riferimento con cui scrivere la forma esplicita (y=mx+q) , in che senso scrivere una retta che abbia m uguale a quello della retta iniziale? La retta iniziale nella mia traccia non capisco qual è :c

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Adesso, Darki200 ha scritto:

Il problema è che non mi da nessun punto di riferimento con cui scrivere la forma esplicita, in che senso scrivere una retta che abbia m uguale a quello della retta iniziale? La retta iniziale nella mia traccia non capisco qual è :c

porta dall'altra parte dell'equazione la x e il termine noto, poi dividi per il coefficiente della y e hai l'eq esplicita della retta, es

 

2y + 3x + 4 = 0

2y = -3x - 4

y = -(3/2)x - 2

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2 minuti fa, Micaiah ha scritto:

porta dall'altra parte dell'equazione la x e il termine noto, poi dividi per il coefficiente della y e hai l'eq esplicita della retta, es

 

2y + 3x + 4 = 0

2y = -3x - 4

y = -(3/2)x - 2

Grazie

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17 ore fa, Keeper of the Seven Keys ha scritto:

Intendi il processo elettronico?

 

Vuole sapere di cosa di tratta e in cosa consiste in parole semplici. Su wikipedia, a mio avviso, è spiegato discretamente, ma probabilmente adopera termini troppo complessi. Tu hai fatto piú un copia/incolla, ma non gli hai spiegato.

Io credo di aver afferrato il discorso, ma non abbastanza da dare spiegazioni accurate. Lascio fare a chi se ne occupa. 

 

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4 minuti fa, Peter_Pan ha scritto:

Vuole sapere di cosa di tratta e in cosa consiste in parole semplici. Su wikipedia, a mio avviso, è spiegato discretamente, ma probabilmente adopera termini troppo complessi. Tu hai fatto piú un copia/incolla, ma non gli hai spiegato.

Io credo di aver afferrato il discorso, ma non abbastanza da dare spiegazioni accurate. Lascio fare a chi se ne occupa. 

Se ti riferisci al circolo delle quinte, quella pagina (che avevo letto, sì) è stata palesemente scritta da qualcuno che ha studiato su dei manuali di teoria, come ho fatto anche io, che la spiegano in maniera accademica, come ho fatto anche io (che è il modo migliore per spiegarla su un computer, non avendo strumenti sottomano). In più non è male masticare due o tre termini tecnici (che poi, gli ho detto quarta e quinta, mica temperamento equabile e dodecafonia) :) 

Sulla distorsione musicale non mi ci metto neanche, non masticando nulla di elettronica, il mio era un dubbio basato sul fatto che l'amico qua sopra non brilla per terminologia tecnica, e mi è venuto il leggero sospetto che avesse confuso "distorsione" con "modulazione". Sai, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

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On 13/3/2016 at 18:33, Keeper of the Seven Keys ha scritto:

Se ti riferisci al circolo delle quinte, quella pagina (che avevo letto, sì) è stata palesemente scritta da qualcuno che ha studiato su dei manuali di teoria, come ho fatto anche io, che la spiegano in maniera accademica, come ho fatto anche io (che è il modo migliore per spiegarla su un computer, non avendo strumenti sottomano). In più non è male masticare due o tre termini tecnici (che poi, gli ho detto quarta e quinta, mica temperamento equabile e dodecafonia) :) 

Sulla distorsione musicale non mi ci metto neanche, non masticando nulla di elettronica, il mio era un dubbio basato sul fatto che l'amico qua sopra non brilla per terminologia tecnica, e mi è venuto il leggero sospetto che avesse confuso "distorsione" con "modulazione". Sai, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

No, no, intendevo proprio la distorsione musicale, non il circolo delle quinte che è una cosa apparte (mi serviva perché non mi ricordavo come funzionava nel trovare le note interessate)

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6 minuti fa, Touya. ha scritto:

Aiuto! Qualcuno mi può aiutare a capire cos'è la noia per Leopardi, nella poesia "La noia". Per favore qualcuno mi aiuti perché non capisco :/

 

Mi mostreresti questa poesia? Sinceramente non la ricordo e non la riesco neanche a trovare in giro.

Per il concetto di noia leopardiano saprei aiutarti, ma ho bisogno che mi mostri la poesia e che mi dici se state studiando Leopardi e quindi ne conosci la poetica o vi state occupando dell'analisi di una sua poesia senza averlo ancora affrontato, come spesso avviene, in maniera per me totalmente erronea, a scuola.

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Adesso, Peter_Pan ha scritto:

 

Mi mostreresti questa poesia? Sinceramente non la ricordo e non la riesco neanche a trovare in giro.

Per il concetto di noia leopardiano saprei aiutarti, ma ho bisogno che mi mostri la poesia e che mi dici se state studiando Leopardi e quindi ne conosci la poetica o vi state occupando dell'analisi di una sua poesia senza averlo ancora affrontato, come spesso avviene, in maniera per me totalmente erronea, a scuola.

Noi abbiamo fatto solo l'analisi della poesia in se, comunque è questa:

"La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani. Non che io creda che dall'esame di tale sentimento nascano quelle conseguenze che molti filosofi hanno stimato di raccorne, ma nondimeno il non potere essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, dalla terra intera; considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole maravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità, e patire mancamento e voto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana. Perciò la noia è poco nota agli uomini di nessun momento, e pochissimo o nulla agli altri animali."

Grazie mille Pet <3

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43 minuti fa, Touya. ha scritto:

 

 

Come immaginavo. Non si tratta innanzitutto di una poesia, ma di un passo facente parte dello Zibaldone leopardiano, ovvero il diario contenente tutti i suoi pensieri.

Beh, se avete fatto l'analisi significa che un minimo di poetica la professoressa, o professore che sia, ve l'ha spiegata.

Per Leopardi la noia è quella condizione che l'uomo sperimenta quando si trova nell'intervallo tra un piacere appena goduto e l'insorgere del dolore.

 

La noia, per Leopardi, è la condizione che l'uomo sperimenta nel momento in cui si trova nell'intervallo tra un piacere appena goduto e l'insorgere del dolore.

L'idea di noia è quindi legata all'infelicità dell'uomo e ad una mancanza di piacere. L'uomo, non riuscendo a raggiungere il piacere, si trova catapultato nell'infelicità e di conseguenza anche nella noia.

In ogni essere vivente vi è un desiderio di piacere, illimitato per durata e estensione. L'uomo brama di essere sempre felice. Tale desiderio, tuttavia, è ovviamente irrealizzabile a causa dei limiti della nostra esistenza. Da ciò sfocia l'infelicità e l'insoddisfazione per natura di ogni essere vivente.

L'unica consolazione a questo continuo stato di infelicità è data dalle illusioni.

La noia si inserisce proprio all'interno tra questa mancanza continua di piacere, di impossibilità di raggiungere quella tanto desiderata felicità e la conseguente infelicità. La sensazione di vuoto che si origina da questa irrealizzabilità del piacere comporta un senso di insofferenza che si traduce appunto in noia.

 

Ho cercato di dirtelo in parole semplici perché se non ricordo male sei in terza media e per di più hai detto che non avete ancora studiato Giacomo Leopardi (il che è piuttosto bizzarro... analizzare poesie di autori non studiati). Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

 

(Già che ci sono... "La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia." -Arthur Schopenhauer-)

 

 

 

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30 minuti fa, Peter_Pan ha scritto:

 

Come immaginavo. Non si tratta innanzitutto di una poesia, ma di un passo facente parte dello Zibaldone leopardiano, ovvero il diario contenente tutti i suoi pensieri.

Beh, se avete fatto l'analisi significa che un minimo di poetica la professoressa, o professore che sia, ve l'ha spiegata.

Per Leopardi la noia è quella condizione che l'uomo sperimenta quando si trova nell'intervallo tra un piacere appena goduto e l'insorgere del dolore.

 

La noia, per Leopardi, è la condizione che l'uomo sperimenta nel momento in cui si trova nell'intervallo tra un piacere appena goduto e l'insorgere del dolore.

L'idea di noia è quindi legata all'infelicità dell'uomo e ad una mancanza di piacere. L'uomo, non riuscendo a raggiungere il piacere, si trova catapultato nell'infelicità e di conseguenza anche nella noia.

In ogni essere vivente vi è un desiderio di piacere, illimitato per durata e estensione. L'uomo brama di essere sempre felice. Tale desiderio, tuttavia, è ovviamente irrealizzabile a causa dei limiti della nostra esistenza. Da ciò sfocia l'infelicità e l'insoddisfazione per natura di ogni essere vivente.

L'unica consolazione a questo continuo stato di infelicità è data dalle illusioni.

La noia si inserisce proprio all'interno tra questa mancanza continua di piacere, di impossibilità di raggiungere quella tanto desiderata felicità e la conseguente infelicità. La sensazione di vuoto che si origina da questa irrealizzabilità del piacere comporta un senso di insofferenza che si traduce appunto in noia.

 

Ho cercato di dirtelo in parole semplici perché se non ricordo male sei in terza media e per di più hai detto che non avete ancora studiato Giacomo Leopardi (il che è piuttosto bizzarro... analizzare poesie di autori non studiati). Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

 

(Già che ci sono... "La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia." -Arthur Schopenhauer-)

 

 

 

Un minimo di Leopardi lo abbiamo fatto. Comunque grazie tantissimo veramente!!! :D Grazie mille per avermi spiegato tutto, adesso ho finalmente capito!! ^-^

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Qualcuno che mi spieghi come si fanno i problemi con le equazioni del tipo:

 

Maria ha sei anni 

Gianluca ne ha 3

Tra tot anni Maria avrà il doppio degli anni di Gianluca 

La X sarebbe il tot degli anni credo.. Ma come posso trovare il resto, come devo fare per trovare l'equazione giusta?

 

Risolverlo senza equazione sarebbe facile facile.. Ma..

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Riesumo il topic per combattere la malvagissima matematica :looksi:

 

Well, stavo facendo esercizi sui complessi in vista di un imminente compito e nel farli mi sono accorta che nonostante l'applicazione della formula dataci dalla prof per le equazioni il risultato non viene. Sono andata a vedere sul libro ed ho visto che viene spiegata in un modo diverso, ma sinceramente in base a quel che so non riesco a capire da dove tiri fuori l'angolo (utilizza perennemente π, ma a/ρ e b/ρ non danno valori riconducibili allo stesso, è una formula che non c'entra nulla?). Qualcuno conosce il procedimento corretto? Posto un esercizio svolto con entrambe le formule (e che non mi viene con nessuna delle due °°) per chiarezza:

 

Formula "standard"

Spoiler

YZIKorH.png

 

Formula del libro

Spoiler

kmxGGbU.png

 

Non li ho svolti perché stando al risultato del libro nessuno dei due modi è corretto.

E niente, grazie in anticipo in casi qualcuno abbia una spiegazione :th_sisi:

 

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45 minuti fa, Monochromatic ha scritto:

Riesumo il topic per combattere la malvagissima matematica :looksi:

 

Well, stavo facendo esercizi sui complessi in vista di un imminente compito e nel farli mi sono accorta che nonostante l'applicazione della formula dataci dalla prof per le equazioni il risultato non viene. Sono andata a vedere sul libro ed ho visto che viene spiegata in un modo diverso, ma sinceramente in base a quel che so non riesco a capire da dove tiri fuori l'angolo (utilizza perennemente π, ma a/ρ e b/ρ non danno valori riconducibili allo stesso, è una formula che non c'entra nulla?). Qualcuno conosce il procedimento corretto? Posto un esercizio svolto con entrambe le formule (e che non mi viene con nessuna delle due °°) per chiarezza:

 

Formula "standard"

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YZIKorH.png

 

Formula del libro

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kmxGGbU.png

 

Non li ho svolti perché stando al risultato del libro nessuno dei due modi è corretto.

E niente, grazie in anticipo in casi qualcuno abbia una spiegazione :th_sisi:

 

i risultati giusti quali sarebbero?

 

edit: capito

nella formula del libro l'angolo risulta 2kπ + θ, con k che va da 0 a n-1.

tuttavia tu hai messo θ = π, ma in realtà θ = 0, il che risulta evidente se provi a rappresentare (-8, 0i) nel piano di Gauss.

 

non ho capito cosa hai fatto nella tua formula invece ma vbb.

 

edit2 comunque sappi che ti odio per avermi fatto ripassare i numeri complessi >(

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43 minuti fa, Monochromatic ha scritto:

Riesumo il topic per combattere la malvagissima matematica :looksi:

 

Well, stavo facendo esercizi sui complessi in vista di un imminente compito e nel farli mi sono accorta che nonostante l'applicazione della formula dataci dalla prof per le equazioni il risultato non viene. Sono andata a vedere sul libro ed ho visto che viene spiegata in un modo diverso, ma sinceramente in base a quel che so non riesco a capire da dove tiri fuori l'angolo (utilizza perennemente π, ma a/ρ e b/ρ non danno valori riconducibili allo stesso, è una formula che non c'entra nulla?). Qualcuno conosce il procedimento corretto? Posto un esercizio svolto con entrambe le formule (e che non mi viene con nessuna delle due °°) per chiarezza:

 

Formula "standard"

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Formula del libro

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Non li ho svolti perché stando al risultato del libro nessuno dei due modi è corretto.

E niente, grazie in anticipo in casi qualcuno abbia una spiegazione :th_sisi:

 

 

Vedi su FB se sono riuscito a farmi capire. :/

10 minuti fa, DaniGrovyle ha scritto:

Ho dei problemi con gli Invalsi di 5° Elementare...

Scia-to-re sarebbe giusto? Non si dovrebbe scrivere Sci-a-to-re?

https://it.wikipedia.org/wiki/Divisione_in_sillabe

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