IcyFlame Inviato 31 agosto, 2023 Condividi Inviato 31 agosto, 2023 Benvenuti alla seconda parte dei Satoshi's Castle dedicati al nuovo DLC in uscita a settembre! Oggi vi chiediamo di raccontarci una storia! Un racconto spaventoso In questo Satoshi's Castle dovrete scrivere una breve storia oscura e misteriosa con protagonista un Pokémon di Tipo Spettro, simile a quella raccontata per introdurre Poltchageist. Regolamento: L'utente dovrà creare una storia con protagonista un Tipo Spettro, raccontandone le origini come se fosse una leggenda tramandata da tempo; Indicativamente, il racconto deve avere una lunghezza non superiore a 1000 parole, ma tollereremo qualche decina di parole in più; È necessario postare un commento seguendo questo schema, con il racconto sotto spoiler: Spoiler Titolo della storia: Pokémon Scelto: Racconto (sotto spoiler): Il criterio di valutazione utilizzato sarà l'originalità e la coerenza del Pokémon con la storia da voi presentata, oltre che la scorrevolezza e la correttezza grammaticale del racconto; Dopo l'invio non è consentita alcuna modifica e/o integrazione della risposta. In caso si voglia correggere qualche errore di battitura o simili, bisogna prima chiedere il permesso via messaggio privato a IcyFlame; Il proprio lavoro deve essere inviato entro e non oltre le ore 23:59 del giorno 10/09/2023; Inviando la risposta l'utente dichiarerà di aver letto e compreso tutte le regole di questo gioco. Premi: In palio per tutti i vincitori tanti PokéPoints e Punti Fedeltà da utilizzare nella community di Pokémon Millennium! Per qualsiasi domanda o dubbio puoi scrivere nella discussione di supporto per le iniziative. Vi auguro un buon lavoro! by secsi @Combo Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
LadyDarkrai Inviato 1 settembre, 2023 Condividi Inviato 1 settembre, 2023 Titolo della storia: "Le fiamme di Cinderwood" Pokémon Scelto: Chandelure (ovviamente, lo adoro ) Racconto (sotto spoiler): Spoiler - Nonna cosa stai facendo? - Disse la bambina entrando nella stanza piena di librerie. Un’anziana signora dai lunghi capelli bianchi era seduta ad una scrivania di legno, circondata da libri raccoglitori e foto in bianco e nero. - Sto mettendo a posto delle vecchie fotografie di quando ero giovane e vivevo nella regione di Unima. - Davvero?! Che bello! Ci sono tanti Pokémon fantastici nella regione di Unima? - Oh sì, Pokémon bellissimi e Pokémon spaventosissimi - disse la nonna accarezzando distrattamente una vecchia Poké Ball sulla scrivania. - Raccontami di un Pokémon spaventoso! Io non ho paura di nulla! - esclamò la bambina sedendosi su una poltrona, le gambe penzolanti, impaziente. - Va bene. Devi sapere che molti anni fa esisteva, in quella regione, un villaggio chiamato Cinderwood. Era isolato e circondato dai boschi e le strade erano illuminate ogni notte da bellissimi lampioni in ferro decorato. Lì le persone vivevano una vita tranquilla e monotona, occupandosi perlopiù dell'agricoltura insieme ai loro Pokémon... - iniziò a raccontare la nonna. Quella fredda mattina di inizio inverno gli abitanti del villaggio videro una carrozza trainata da un imponente Mudsdale percorrere la stradina che risaliva per la collina e portava alla vecchia magione abbandonata da decenni. Ne scesero due persone: un uomo alto e una ragazza giovanissima. Già dal giorno stesso iniziarono i lavori di ristrutturazione della magione e le voci iniziarono a circolare: si diceva che i due avevano viaggiato molto a causa del lavoro di lui e che la ragazza fosse sua figlia. Inizialmente gli abitanti di Cinderwood li accolsero incuriositi e leggermente diffidenti. Ogni tanto l’uomo scendeva al villaggio per comprare abiti e gioielli per l’amata figlia. Era sempre gentile e sorridente e rispondeva a tutti coloro che gli chiedevano dove fosse la ragazza che purtroppo era di salute cagionevole, si sentiva spesso senza energie e quindi raramente usciva di casa. - Speriamo sia una cosa passeggera, che un giorno possa essere una donna con una salute di ferro! - gli augurava qualcuno. Ma vedere quanto si volessero bene quei due, quanto fosse gentile lui e quanto bella lei - per chi aveva avuto la fortuna di incontrarla - e soprattutto quanto fossero ricchi nella loro magione piena di oggetti costosi iniziò a far sbocciare nei cuori degli abitanti di Cinderwood sentimenti di invidia, gelosia e malvagità. Arrivarono a riunirsi per decidere di sbarazzarsene facendolo sembrare un incidente, così la polizia della più vicina città non avrebbe potuto far nulla. E loro si sarebbero presi la magione e tutte quelle ricchezze! Un ragazzo, Jim, si offrì volontario e andò a lavorare come giardiniere presso la villa, ben accolto dall’uomo. Conobbe anche la ragazza e fece finta di diventare il suo migliore amico, riuscendo ad ingannarla in pochi mesi. In realtà, il suo scopo era convincerla a sposarlo per prendere tutte le ricchezze della di lei famiglia, e non avrebbe mai condiviso nulla con gli altri del villaggio! Doveva solamente liberarsi del padre facendolo sembrare un incidente. Era una calda notte estiva e la luna piena brillava nel cielo stellato. La ragazza parlava al suo unico amico di tutti i suoi progetti futuri, emozionata ed ignara di quello che stava per succedere. Jim, dal canto suo, la ascoltava in silenzio, fissandola in modo inquietante senza che lei - troppo presa dal racconto - se ne accorgesse. Non vedeva l’ora che il suo orribile piano si attuasse. Non attese a lungo: all’improvviso, la corda del lampadario cedette e l'imponente oggetto cadde fragorosamente sulla tavola dove stava cenando il padre della ragazza. Scoppiò un grande incendio ma nessuno accorse ad aiutare, le campane non suonarono l’emergenza nonostante fosse ben visibile. “Papà!” gridò la ragazza e corse nella casa in fiamme, mentre Jim sorrideva in modo crudele. Ma poco dopo iniziò a urlare come se andasse a fuoco lui stesso, nonostante non vi fossero fiamme sul suo corpo, che diventava sempre più scuro, come bruciato dall’interno. Cadde a terra tra atroci dolori e morì in breve tempo. Quella notte i lampioni esplosero incendiando le strade, le candele nelle case avvamparono impazzite, impossibili da spegnere. Urla strazianti si udirono in tutto il villaggio, mentre le fiamme nella magione si facevano sempre più alte, più violente e assumevano sfumature azzurre e violacee. Nel silenziò che seguì il fuoco continuò a distruggere tutto fino all’alba, sfrigolando. Al sorgere del sole non era rimasto quasi nulla delle case, delle piante, delle persone: tutto era stato bruciato implacabilmente. Le strade erano coperte di cenere, come l’intero corpo della ragazza che se ne stava in piedi davanti allo scheletro della magione. I suoi lunghi capelli biondi erano neri a causa della cenere, ma lei era incolume. Al suo fianco, un grande Pokémon, simile a un lampadario, con delle fiamme viola che uscivano dal corpo. La ragazza si asciugò le lacrime dal viso, toccò il Pokémon e insieme se ne andarono senza lasciare traccia. - Che paura quel Pokémon, nonna! Era cattivo? Ha bruciato lui il villaggio e le persone? - Chiese la bambina con gli occhi pieni di lacrime. - Sì è stato lui a distruggere tutto, ma solo per proteggere la ragazza. Non era cattivo, le persone lo erano. - spiegò la nonna. - E il papà della ragazza? Che fine ha fatto? Lei è rimasta sola? - chiese la bambina piangendo. - Ma no, non piangere, vieni qui - disse la nonna, accarezzando con dolcezza la testa della bimba. - Forse il papà della ragazza è diventato quel Pokémon per proteggerla e non lasciarla mai sola, non credi? - chiese l’anziana sorridendo. La bambina smise di piangere ed annuì. - Dai, andiamo in cucina che ti preparo una bella cioccolata calda - disse la nonna prendendola per mano. Gettò un’occhiata malinconica alla Poké Ball sulla scrivania e le due uscirono dalla stanza. Un raggio di sole riuscì a passare attraverso le nuvole ed entrò dalla finestra, illuminando una delle fotografie: era una ragazza dai capelli scuri come la cenere di fronte alle rovine di una casa distrutta. Un Chandelure era al suo fianco. Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
SnowyPoké Inviato 1 settembre, 2023 Condividi Inviato 1 settembre, 2023 Titolo della storia: "L'ospedale psichiatrico" Pokémon scelto: Lampent (dato che, appunto, si aggira negli ospedali) Racconto (sotto spoiler): Spoiler Maisie era una ragazza che adorava gli enigmi, che alla fine erano spiegabili. Ma eppure c'era qualcosa di davvero inspiegabile. La Cosa che si aggirava nell'ospedale psichiatrico abbandonato che si trovava alla periferia della città. Nessuno ci era mai entrato. Ed è per questo che nessuno ci si aggirava. "Mamma raccontami dell'ospedale abbandonato" disse una volta la ragazzina alla sua mamma. Era curiosissima di sapere. "E va bene" disse sua madre. "Ma promettimi che non ti spaventerai. Una volta quello era un ospedale grande, bello e funzionante. C'erano molte persone che ci andavano in casi di bisogno, e i proprietari raccumulavano un mucchio di soldi. Ma un giorno, una vecchia e anziana paziente morì all'ospedale sul colpo. Testimoni dicono di averla vista gemere e disperare, e dopo un attimo non c'era più. La donna era molto malata, perciò tutti pensarono che fosse morta per la sua malattia. "Ma poi iniziarono a verificarsi fatti inspiegabili. Sì scoprì che nel corso della stessa notte era morta un'altra decina di persone, tutte all'improvviso, sul colpo. Allora la stessa notte un gruppo di infermieri coraggiosi decise di andare a investigare per capire di cosa si trattasse. Non era una cosa normale. Quindi, si incamminarono nel lungo corridoio. Udirono moltissimi scricchiolii e un suono di passi. Erano terrorizzati. "Improvvisamente un ragazzo che era nel gruppo disse di sentirsi male. -Non riesco a respirare, aiuto- gemeva. I colleghi cercarono di sorreggerlo ma, quando lo issarono sulle spalle del più forzuto di loro, scoprirono che del ragazzo non era rimasto altro che il cadavere. Lo lasciarono lì. Non c'era niente da fare. Stavano per proseguire, quando si immobilizzarono di colpo. C'era ora un vento gelido che soffiava, e un fischio nell'aria. E poi lo videro. Pensavano fosse il fantasma di una donna. Stava in fondo al corridoio, a testa bassa. -Oh mio Dio- disse uno di loro. -Quello è un Lampent...!- "Poi, il Pokémon alzò lentamente la testa. Non appena gli infermieri incrociarono il suo sguardo con i loro, morirono. Il giorno dopo il Lampent uccise tutto il resto del personale, poi i pazienti. Si dice che si aggiri ancora lì, ma nessuno è stato abbastanza coraggioso da andare a controllare." ♥Ah Sabbadah!♥ Piacere, io sono SnowyPoké, è il mio nome, ma la maggior parte della gente e i miei amici mi chiamano solo Snowy Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
evilespeon Inviato 2 settembre, 2023 Condividi Inviato 2 settembre, 2023 Titolo della storia: Teru teru bozu della negatività Pokémon Scelto: shuppet (mi sono basata su cosa deriva il pokemon,le bamboline teru teru bozu giappe che scacciano la pioggia,e dal fatto che assorbe emozioni negative...ho usato principalmente quanto si dice di lui nel pokedex) Racconto (sotto spoiler): Spoiler Venite signore e signori,ragazze e ragazzi,bambini e bambine e sedetevi tutti Sto per raccontarvi una storia spaventosa... C'era una volta,in un piccolo villaggio tra le montagne,una giovane donna La donna era amata e ammirata dall'intero villaggio perché non solo era bellissima ma anche gentile con tutti e il suo sorriso dava gioia a tutti quelli a cui lo dedicava Nonostante tutta questa ammirazione però la donna aveva occhi solo per una persona,un giovane uomo del villaggio che conosceva fin da piccola I due erano cresciuti assieme e la donna provava per lui forti sentimenti d'amore Ma ogni volta che tentava di confessarsi a lui la paura la bloccava "Che succederebbe se mi rifiutasse? Che succederebbe se avesse già una ragazza?" pensava la donna Un giorno però decise di rischiare e,preso il coraggio a due mani,stava per andare sotto casa del suo amato per la sua connfessione quando... All'improvviso una pioggia fortissima iniziò a scendere Nel villaggio non si era mai vista pioggia tanto forte e gli abitanti scapparono nelle loro case per evitare il temporale La pioggia andava avanti giorno dopo giorno e non sembrava voler cessare Un giorno la donna,come guidata da una strana e misteriosa forza,iniziò a costruire decine e decine di bamboline teru teru bozu Queste erano bamboline del suo villaggio che si diceva scacciassero la pioggia e richiamassero il bel tempo Ne creò davvero tantissime e le appese tutte Ogni giorno la donna si sedeva su una sedia alla finestra sotto le bamboline che aveva appeso e si tormentava con sentimenti negativi "Che succederà se questa pioggia non dovesse mai finire? E se perdessi il coraggio di confessarmi? E se lui ora sta guardando la pioggia con un'altra?" Paura di perdere la determinazione finalmente trovata,invidia per le donne del villaggio che improvvisamente trovava molto più belle di lei,vendetta nei confronti di donne che pensava le avrebbero rubato l'uomo anche se in realtà era tutto nella sua testa Questi erano i sentimenti che la tormentavano e stranamente quando stava lì seduta questi sentimenti crescevano a dismisura come se la pioggia li alimentasse...o forse...erano mica le bamboline ad alimentarli? I sentimenti negativi della donna crebbero così tanto che ormai la donna non mangiava e beveva neanche più,stava solo lì seduta alla finestra a guardare la pioggia e tormentarsi tutto il giorno E la pioggia continuava... Come vuole il corso naturale delle cose,dopo tanti giorni senza bere e mangiare,la donna morì La leggenda vuole che il giorno della sua morte finalmente il sole spuntò nei cieli del villaggio e si ebbe una giornata bella e soleggiata come mai prima Sempre la leggenda narra che un giorno un gruppo di bambini,passando davanti casa della donna,videro' una massa enorme di energia oscura sulla sedia dove lei era solita sedere Questa massa di energia iniziò a muoversi verso le bamboline come se fosse attratta da loro...anzi no...come se loro la stessero risucchiando o meglio come se se ne stessero cibando Finito il loro pasto le bamboline presero vita,ruppero il vetro della finestra e volarono via Le bamboline erano diventate un pokemon...al villaggio lo chiamarono shuppet,da puppet che indicava le bambole create dalla donne e shadow che indicava l'energia oscura di sentimenti negativi sprigionati da questa Nessuno sa da dove proveniva la strana forza che quel giorno spinse la donna a creare le bamboline ne come mai subito dopo averle create i sentimenti negativi di questa crebbero a dismisura L'unica cosa certa e che,dopo aver preso vita,gli shuppet non tornarono mai più nel villaggio ma invece iniziarono i loro avvistamenti nelle grandi città Che questi avvistamenti siano veri oppure no lascio a voi deciderlo ma si dice che nelle notti di pioggia nelle città più affollate gli shuppet attivino il loro corno per percepire sospiri e pianti delle persone che guardano la pioggia alla finestra mentre si tormentano con sentimenti negativi Le bamboline si apposterebbero sotto le grondaie della casa di queste persone nutrendo la loro negatività e facendola crescere...e crescere...e crescere,fino ad arrivare all'estremo Solo in quel momento finalmente gli shuppet se ne ciberebbero avendo finalmente il loro atteso pasto Si dice anche che il giorno dopo che le bamboline si sono cibate poi spunti sempre il sole e si abbia sempre una bellissima giornata Oh ma che succede? Sta venendo a piovere! Forza correte tutti a casa e ricordate...se vi piace fissare la pioggia alla finestra scacciate via tutti i pensieri negativi,gli shuppet sono sempre in agguato e attendono solo voi per farsi una bella mangiata. TEAM 0 RULES...J0IN THE P0KECLUB TEAM 0 UNIC0 PREMIO VINTO IN UN GDR FIN ORA...DOVEVO RIMETTERLO XD espon gif by @SlowHandBoy0...ditemi perche si chiama cosi please XD @Alemat è mio rivale e mi frega i pikachu ma ora è contento che è stato citato XD ragalino by @Porygatto (visitate la sua gallery) quanto carino pikachu che imita lotad Sprite by @Vale (visitate la sua gallery) Doll fantastiche fatte da my rival giallo @Alemat espeon compleanno espeon compleanno animata espeon di natale Espeon di natale is finally real XD elfilin super cute from kirby and the forgotten land by @Alemat doll ufficiale (anche se il rival dice di no XD) del mio disegno riolu kart by @Alemat eevee che evolve in espi by my rival @Alemat Evilespeon bossa team0 version gdr (versione icon) by @Silvercenturion Evilespeon bossa team 0 version gdr (versione sprite) by @Silvercenturion il trio politico (io, @Alemat e @Quasar) è qui Sprite by @Alemat tatsugiri di zeria by @Macca zeria e repubblica gialla sushide version,ci vogliamo bene in realtà siamo aleati u.u Lo sguardo sospetto succede solo alcune volte XD quello di repubblica guarda con sospetto lo zeriano per capire che combina coi pikachu e quello zeriano guarda con sospetto quello di repubblica gialla per capire se gli ha fregato dei pikachu per liberarli XD E comunque quello è uno sguardo d'affetto u.u sprite sempre by @Macca il trio politico e togeticplz in posa,sprite by rival giallo @Alemat Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Celes Inviato 3 settembre, 2023 Condividi Inviato 3 settembre, 2023 Titolo della storia: Fulmini Pokémon scelto: Rotom Racconto: Spoiler In una notte buia e tempestosa, forti lampi e tuoni dominavano il cielo di un antico villaggio costiero. "Aiuto! Si salvi chi puó!" "Mamma, mamma! Ho paura!" "Scappiamo!" Gente che correva, che inciampava nella fretta, che urlava in preda al panico o che rimaneva paralizzata davanti al cataclisma che gli si presentava ai loro occhi. Le loro case che andavano a pezzi, inghiottite da quello che sembrava essere un ciclone. "Dov'è mio figlio!!!" Un bambino era rimasto a guardare quello strano fenomeno mai visto prima. Nei vortici del ciclone sprizzavano lampi di luce intermittente scatenati dal temporale. "Tommy, nooooooo!!!!" Il grido disperato del padre, che fino a qualche secondo prima credeva che il figlio lo stesse seguendo nella fuga, mentre portava in braccio le sue sorelline piú piccole... Se solo si fosse girato prima, se solo avesse avuto una mano libera e condurlo per mano... Se. Se. Troppi se e troppo poco tempo. Furono gli ultimi istanti di suo figlio. Gli ultimi prima che i suoi occhi fossero accecati dall'intenso bagliore di quelle spire di fulmini che lo divorarono. Dopo quella catastrofe, non vi era rimasto piú nulla di quel villaggio e nessuno ebbe intenzione di ricostruirlo. Ormai per chiunque quel posto era maledetto. Gli abitanti sfollarono tutti verso zone lontane e nessuno si azzardó a passare piú di lí, neanche coloro che non vi abitarono e seppero della strage solo tramite racconti. Passó un anno preciso da quel tragico evento. Quel luogo ormai era diventato la tana per alcuni pokemon. In quella notte, dai resti di una casa, spuntó all'improvviso un essere a punta, con due alette elettriche, che inizió ad aggirarsi nei dintorni. "R-rrrr-" "R-rrr-Ro-to-tom" "...Tom". I pokemon che si erano rifugiati lí iniziarono ad intimidirlo per farlo andare via. Quello era il loro territorio e lui non era il benvenuto. Inizió quindi a girovagare. Si sentiva questo strano verso elettrico riecheggiare per tutta la zona, fino a raggiungere dopo alcuni giorni un borgo di montagna. Le persone che lo incontravano rimanevano terrorizzati alla vista di quello "spirito maligno", come lo chiamavano loro, con tutta quell'elettricità attorno che all'epoca non sapevano neanche cosa fosse l'elettricità. E la gente lo scacciava via in malo modo. Capí che vivere tra gli umani non era per lui. D'altronde, non era un umano. Inizió a nutrire sentimenti negativi verso di loro e inizió a spaventarli apposta, a volte anche folgorandoli. Ma nonostante questa ostilità, sentiva che c'era comunque un attaccamento verso di loro che non si sapeva spiegare. Disprezzato, respinto e temuto dal genere umano, si allontanó da esso e con gli anni avvenire diventó già una leggenda. Le sue apparizioni divennero infatti ben presto detti popolari da dire ai bambini monelli: "Se fai il cattivo arriva il fantasma dei fulmini e ti porta via". Rotom provó in seguito a stare tra i pokémon, ma anche con loro non trovava il suo posto. C'era sempre qualcosa che gli mancava. E piú i secoli passavano, e piú il piccolo Rotom vagava, in cerca di un suo habitat. Nei giorni di temporale era sprizzante di gioia, rincorreva i fulmini e si sentiva pieno di energia. Ma i temporali non duravano in eterno. Fino a quando, non trovó qualcosa che lo attiró come una calamita. Mentre girava di notte tra i palazzi di una metropoli in via di sviluppo, rimase risucchiato da una presa della corrente. Non aveva mai sentito quella sensazione, era come se si sentisse i fulmini dentro anziché rincorrerli. Eppure qualcosa gli ricordava, ma non sapeva piú cosa. Ma di una cosa era certo. Aveva trovato finalmente il suo posto. E fu cosí che Rotom trovó il suo tanto cercato habitat, viaggiando tra cavi e dispositivi di ogni genere. E ogni tanto divertendosi a nascondersi in essi per spaventare e fare scherzetti agli umani, come a volersi vendicare ancora per averlo ripudiato per tutti quei secoli. Col tempo peró i Rotom, moltiplicandosi in un'era sempre piú tecnologica, hanno cominciato ad essere apprezzati dagli esseri umani e a stringere amicizia con loro, fino a rendersi utili nei loro confronti con varie invenzioni. Ma comunque voi tutti state sempre ben attenti quando maneggiate qualche apparecchio elettronico. Si puó sempre nascondere un Rotom che non ha dimenticato il passato, pronto a farvi qualche dispetto. ~ LA MIA ART GALLERY ~ (Credits dolls + altre fan-dolls in spoiler :3) (Joy and Flareon signatures made by me ^-^) Spoiler (dolls di Kukui e Burnet by @Porygatto) <Alola! <It's champion time!(dolls di Kukui, Dandel e me create da me) Ringrazio tanto @Mana per queste doll di Kukuino Royalino e per Dandelino Diamantino Set Kukui Mr. Royale by @Alemat. Grazie mille!! :3 Sprite creato per me da @Alemat per la serie "Utenti di PM" :3 Kukuino Surfer creato per me by @Alemat Sonia Regina (Masters) by @Diamaxus Grazie a @Fr4nciX per queste doll di Flareon e Gardevoir versione hanami :3 E a @Freedom per questi altri recolor :3 E per questi Kukuini: Kukuino bagnino scintilloso e con Ho-Oh stellare pure e Kukuino Royalino Tribale {Happy Pokemon journey...and may the Shinies be with you!} Clone Wars sprites (source: web) Grazie ancora a @Mana anche per le doll di me stessa (vicino a Flareon :3) e per Furret shiny :3 MegaGardevoir di tipo Fuoco! *-* creata per me da @DaniGrovyle Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Keroro Inviato 3 settembre, 2023 Condividi Inviato 3 settembre, 2023 Titolo della storia: "l'anima della foresta" Pokémon Scelto: Trevenant Racconto: Spoiler Un gruppo di campeggiatori era riunito intorno al falò in attesa di cenare. "Sto morendo dalla fame!" lamentava uno. "Che ne dite se mentre aspettiamo vi racconto una storia dell'orrore?" Tutti erano d'accordo. "In realtà", precisava, "si tratta di una leggenda che viene tramandata dalle mie parti. Allora praticamentw In questa leggenda, un gruppetto di bambini ogni giorno veniva proprio qui nella foresta in cui ci troviamo ora, nei pressi di quel grande albero dietro di noi, per giocare. Un giorno a nascondino, un altro giorno ad acchiapparello, trovavano sempre come divertirsi." "La cena è quasi pronta!" Gridava uno. "Ok, vedrò di arrivare dritto al sodo. Da poco, un nuovo amichetto si era unito a loro. Un giorno, mentre giocavano a palla, uno dei bambini lanciò la palla troppo forte finendo dietro ai cespugli vicino a quel grande albero. Il nuovo amichetto andò a raccoglierla. Un attimo dopo si sentirono delle urla strazianti. I bambini erano terrorizzati. Sapevano che in un foresta ci sono animali selvaggi ma a loro non era mai successo di vederne alcuno. Fattosi coraggio, andarono a vedere preoccupati per il loro nuovo compagno. Ma quello che videro fu sconcertante. Un pallone sgonfiato ricoperto di macchie rosse, una pozza di sangue e il loro amico non c'era più, probabilmente era stato sbranato da alcuni animali selvaggi. I bambini erano traumatizzati da questa scena. A quel punto, un'ombra enorme assomigliante a un albero calò su di loro. Nessuno di loro fece più ritorno." "Che significa? Ch-che cos'era quell'ombra?" Chiese, spaventato, uno. "Si racconta che quel bambino avesse già avuto uno spiacevole episodio in questa foresta. Infatti il suo cagnolino si perse proprio qui. Ora, aveva perso la vita dopo essersi unito da poco ai suoi nuovi amichetti. Conoscendoli da poco, credette che i suoi nuovi amici lo avessero fatto apposta, unito all'odio che provava per la foresta, la sua anima entrò nel grande albero, vicino al quale erano soliti giocare, per vendicarsi. Questo albero, ora impossessato, fu chiamato Trevenant. Spinto dal rancore, la prima cosa che fece fu far scomparire i bambini. Da quel momento, si raccontano di altre sparizioni avvenute in questa foresta, ma non abbiate paura, è solo una leggenda!" "La cena è pronta!" All'improvviso, un'ombra gigantesca a forma di albero si mosse dietro di loro. Il giorno dopo, la cena era ancora lì. Intoccata. Non c'era più nessuno. La polizia era arrivata sul luogo a investigare. L'avevo chiamata io. Io facevo parte di quel gruppo, sono l'unico superstite. Ho vissuto tutto in prima persona e vi posso assicurare... ... che Trevenant è reale. I piccoli aiutante di Babbo Birdale Total Drama Regions Basta non mettetemi più in un team blu Musharna's Dream E invece no, il problema sono proprio io Credits to @Porygatto per questi due bellissimi artwork e gli sprites <3 Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Woolcloud Inviato 5 settembre, 2023 Condividi Inviato 5 settembre, 2023 Titolo: "Un soffio gelato" Pokémon scelto: Froslass (non molto originale lo so...) Racconto Spoiler "Nonna nonna! Mi racconti la storia del mostro dei ghiacci?" "Certo nipotino mio, mettiti comodo che inizio." "C'era, in un villaggio di montagna, una coppia di montanari. Non gli mancava niente, e ogni fine-settimana andavano a fare delle piccole escursioni sul monte lì vicino. Un giorno però, accadde una tragedia. Mentre passavano in un sentiero pieno di stalattiti ghiacciate, una di queste cadde sulla povera donna, trafiggendola. Il montanaro quindi tornò in compagnia di una bruttissima notizia per il figlioletto, che pianse tutta la notte. Gli anni passarono, e il montanaro ormai andava in montagna solo per visitare la tomba di sua moglie, odiando a morte quella stalattite ancora coperta di sangue appoggiata sulla tomba. Un giorno, però, la stalattite sparì. "Meglio così!"-disse il montanaro in preda all'ira-"Quel maledetto pezzo di ghiaccio se lo merita!" "Papà, so che sei arrabbiato, ma quella stalattite era un modo per ricordarla…" Passarono alcuni giorni, ed i sentimenti del montanaro passarono da tristezza e rabbia a gioia e tranquillità. Il ragazzo però non si spiegava questo cambiamento improvviso, e migliaia di pensieri ed ipotesi infestavano la sua testa. "Come mai è così felice? Avrà superato tutto? Si sarà innamorato di qualcuno? La scomparsa della stalattite gli sta facendo pensare meno alla morte della mamma?" Il ragazzo voleva indagare, ma dopo averci pensato un' po' su decise che era meglio così. Un giorno come tanti, il montanaro andò a visitare la tomba della moglie, e disse al figlio che sarebbe tornato presto. Il ragazzo aspettò in casa, ma al tramonto, del padre non c'era traccia. "Basta! Devo andare a cercarlo!" Si disse il ragazzo mentre infilava la giacca. Andò al luogo dove c'era la tomba, ma il padre non era lì. All'improvviso, sentì una specie di pianto. Proveniva da una grotta, ed il ragazzo decise di entrare. Dentro, trovò un mostro simile ad una donna, piegato in ginocchio, che piangeva… Piangeva davanti… Il montanaro congelato. Ormai il padre del ragazzo era un statua tra tante altre, tutti montanari scomparsi. Ma il montanaro a differenza degli altri aveva una faccia sorridente, sembrava felice di essere una statua. Il mostro si accorse del ragazzo e si avvicinò piano. Il ragazzo indietreggiò, con mille domande in testa. E all'improvviso un soffio gelato lo prese in pieno. Un soffio gelato, ma in qualche modo materno, lo trasformò in una statua." "Nonna, ma è piena di tragedie!" "Lo so piccolo, ma a volte la vita è fatta così..." "Però mi è piaciuta comunque..." "È questo lo scopo di una storia!" Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
VincyDarkHeart Inviato 7 settembre, 2023 Condividi Inviato 7 settembre, 2023 Titolo della storia: Il viandante scomparso Pokémon scelto: Sandygast Racconto: Spoiler - Scusi signora se la disturbo, sono Marie la governante. Abbiamo notato, io e il maggiordomo, dei giganteschi accumuli di sabbia intorno alla casa, potrebbe essere stata sua nipote? - Ah buonasera Marie... scusi se non la stavo ascoltando ma stavo rimuginando ad una leggenda che sentii da piccola... comunque sì, probabilmente è stata Sophie a farli. Per caso ha del tempo libero? Vorrei raccontarle questa leggenda - Sì certo signora; sa, durante l'adolescenza ero appassionatissima di miti e leggende quindi mi fa sempre piacere sentirne di nuove - Ottimo, allora inizio L'anziana signora sedette in un'antica poltrona dinnanzi a Marie e cominciò: - Circa 130 anni orsono qui, in questa casa davanti al mare abitava un uomo ritenuto abbastanza strano dagli abitanti del villaggio: non aveva moglie né bambini e teneva le finestre sempre chiuse. Ogni tanto usciva per comprare i viveri ma subito correva verso casa, non voleva alcun contatto con il prossimo. Tutto ad un tratto però, arrivò di notte al villaggio affermando di voler fare un grande annuncio: "Ascoltate tutti! Questa stessa notte partirò via barca per Paldea, ho sentito che lì vi trova un enorme cratere con una quantità immensa di ricchezze!" così dicendo corse subito via verso il mare e, prendendo la barca, se ne andò lontano. Dopo quel giorno nessuno lo vide più e in seguito si diffuse una diceria: vista la comparsa improvvisa del Pokémon Sandygast risalente sempre a 130 anni fa, molti credettero che è in realtà è la reincarnazione dell'anima di quell'uomo, divisa in migliaia di parti, dando vita a questi Pokémon... Che ve ne pare? - E' una leggenda molto interessante, ma sinceramente non ci credo... comunque ha visto sua nipote Sophie? - No, non l'ho vista... a dire la verità non la vedo da questa mattina e si girò di scatto verso la finestra: dei vestiti e delle scarpette erano sparpagliate nella sabbia Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
RoseRed Inviato 8 settembre, 2023 Condividi Inviato 8 settembre, 2023 Titolo della Storia: "I Sogni Son Desideri" Pokémon Scelto: Spectrier Racconto: Spoiler Amico mio, oggi ti voglio raccontare il mio ultimo viaggio, nonostante da un po' soffra di strane amnesie. In un afoso pomeriggio di agosto ero sdraiata sul letto. La luce che filtrava dalle persiane, semi-aperte, disegnava forme che svanivano velocemente. Prima riconobbi un Tatsugiri inseguito da un enorme Dondozo, poi fu la volta di un Grimer che avanzava fino al lampadario con il suo caratteristico strisciare ondeggiante. Oppure ero seduta in poltrona a leggere, chissà... Comunque, fu in quel preciso istante (o stavo facendo colazione?) che decisi di partire, nonostante la mia amica Martina o era Malvina...avesse deciso di non accompagnarmi, alle prese con uno dei suoi soliti colpi di fulmine... L'ottavo per la precisione...eheheh Galar aspettami sto arrivando, pensai! Caro non so dirti come arrivai a destinazione, se con un treno o una nave, ma sono quasi sicura di ricordarmi di un villaggio da fiaba, incastonato in una foresta con alberi imponenti. Il suo nome è Pique...Pique qualcosa...famoso perchè nella vetrina di un negozio di dolci (sai che vado matta per i bonbonfragola, vero?) o forse di un antiquario è esposta una rara teiera Polteageist forma autentica. E all'improvviso la prospettiva cambiò, mi trovavo in un posto simile alla brughiera scozzese. La chiamavano Landa..., quasi certamente. Ma perchè se io odio il freddo mi trovavo lì? La mente è strana, a volte ho come dei vuoti, ma una parola mi perseguita da allora, Spectrier, anche se non so cosa significhi... Mi sembra di aver vagato per un tempo infinito nelle fredde notti, come di essermi sentita osservata, se da un Pokémon o da un umano, però, non l'ho ancora capito e l'ultima cosa che ricordo fu un dolore lancinante alle spalle, il buio più profondo e poi più nulla... Caro diario, avrei voluto dirti altro sulla mia vacanza, ma la memoria, come ti ho già detto, in questo momento non mi assiste... Scusami! In quel preciso istante la mia cara amica di penna sorrise, senza saperne il motivo... L'anno passato per lei era stato molto impegnativo, durante l'ultimo Natale aveva perso tutta la sua famiglia in un bruttissimo incidente sulla neve e faticava a riprendersi. Aveva riempito le mie pagine con tutto il suo dolore e il suo senso di solitudine e smarrimento, alcune porteranno per sempre la testimonianza delle sue lacrime. Così decise di inseguire un sogno, l'unico che la teneva ancora in vita. Cominciò a sperare che la leggenda dello Spectrier senza testa fosse vera. Si narra, infatti, che nella Landa Corona, oltre allo Spectrier dalla criniera viola se ne aggiri un altro senza testa. Si dice che sia nato dalle lacrime di una fanciulla che aveva perso, nel giorno delle nozze, il suo amato sposo e che aveva implorato il cielo di darle la forza per uccidersi oppure che le facesse dimenticare tutto ciò che l'addolorava così nel profondo. Questo cavallo, nel caso in cui si senta minacciato nel suo ambiente, sembrerebbe sferrare calci ai suoi ipotetici aggressori. Calci così potenti da avere la particolarità di far perdere per sempre i ricordi brutti della vita a questi poveri malcapitati... Non so se la leggenda abbia un fondo di verità, posso, però, dirvi che da quel momento la mia amica è cambiata, si, soffre di vuoti di memoria, ma è tornata a raccontarmi cose allegre e si capisce che ha di nuovo ritrovato la fiducia nel futuro! Bentornata cara^^ Sprite by Alemat Sprites by Freedom RoseRed-Malefica Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Alemat Inviato 9 settembre, 2023 Condividi Inviato 9 settembre, 2023 Titolo della storia: Tratto da una storia vera? Pokémon Scelto: Drifloon Racconto (sotto spoiler): Spoiler Sono nato a Giardinfiorito e ho vissuto parte della mia infanzia lì, in casa con mia madre. Mi ricordo di una storia che mi raccontava per convincermi a fare il bravo e per non farmi allontanare troppo da casa. Parlava di un bambino, vissuto in quelle zone tantissimi anni fa. Viveva con la nonna in una casupola e passava tutte le sue giornate da solo. Era timido e non giocava mai con gli altri. Gli unici suoi amici erano i palloncini che la nonna ogni tanto gli procurava. Li adorava così tanto che li portava in giro tutti i giorni e li chiamava addirittura per nome. Questa cosa lo rendeva molto strambo agli occhi degli altri bambini, i quali lo prendevano in giro per questa sua bizzarra abitudine. Inoltre capitava spesso che durante le sue passeggiate, alcuni bulletti lo aggredissero per rubargli i palloncini e farli esplodere davanti ai suoi occhi. Non c'era mai nessuno che prendesse le sue difese e ciò lo portò a sviluppare sentimenti di sfiducia e astio verso i suoi coetanei. Ogni volta rientrava a casa in lacrime e con i pezzi dei suoi palloncini che gli avevano fatto scoppiare. Ma l'affetto che provava verso i suoi veri amici era molto forte e nonostante fossero a pezzi, provava a rimetterli insieme utilizzando gli strumenti di cucito della nonna, disegnando un volto su di essi come per ridonargli una nuova vita. Per quanto possa apparire una cosa insensata, dato che il palloncino sarebbe stato troppo fragile per poter tornare come prima, a lui non importava. Era una cosa che lo rendeva davvero felice. Un giorno, era un Giovedì secondo la storia, stava passeggiando con un palloncino viola su una collinetta molto ventosa situata un po' più lontano da dove oggi sorge Giardinfiorito, più precisamente dove è stato poi costruito l'Impianto Turbine. Ai lati della collinetta scorreva un fiume dal quale egli si teneva sempre alla larga perché non aveva mai imparato a nuotare. Purtroppo, i bulletti lo avevano seguito anche quel giorno e lo aggredirono, facendo volare via il suo palloncino. Disperato, il bambino si liberò con tutta la sua forza dalla presa degli altri ragazzini e corse verso il palloncino per tentare di recuperarlo. Tuttavia non si accorse di aver raggiunto le sponde del fiume e vi cadde dentro, venendo trascinato via dalla corrente e morendo affogato. I bulli, terrorizzati dall'accaduto, fuggirono via piangendo a dirotto a causa dei sensi di colpa. Il giorno dopo, uno di loro si diresse nuovamente verso la collinetta, nella speranza che il bambino si fosse salvato e si trovasse ancora in quella zona. I suoi amici non lo seguirono, poiché erano ancora spaventati e lo aspettarono al villaggio, ma non lo videro tornare. Allora due di loro, un po' più temerari, si fecero coraggio e provarono a cercarlo. Raggiunsero la collinetta, ma non trovarono nessuno. Alzarono la testa e videro un palloncino di colore viola scendere dal cielo e raggiungere dolcemente la posizione in cui si trovavano. Quel palloncino aveva un volto disegnato, una toppa gialla e sembrava essere dotato di vita propria. Aveva poi due cordicelle attaccate alla base. Il più piccolo dei due ragazzini afferrò una cordicella e istantaneamente il palloncino iniziò a trascinarlo via con sé in aria provando ad afferrare con la seconda corda l'altro bambino. Questi però gli sfuggì e corse via in lacrime per raggiungere il resto del gruppo. Arrivò dagli altri quasi delirante e raccontò loro tutto ciò a cui aveva assistito. Aggiunse, urlando, che secondo lui il bambino che era morto il giorno prima si era reincarnato nel palloncino e che ora voleva vendicarsi di tutti i bambini che lo avevano trattato male quando era in vita. I bambini corsero terrorizzati nelle loro case e raccontarono la storia alle loro famiglie. Il giorno dopo gli adulti del villaggio si diressero verso quella collina, ma non trovarono nessun palloncino viola. Tuttavia i casi di sparizione di bambini non si fermarono e si ripetevano quasi ogni settimana, sempre lo stesso giorno. Motivo per il quale gli adulti iniziarono a proibire ai bambini di visitare quella zona. La storia è arrivata così fino ai miei giorni, con mia madre che concludeva il suo racconto con una mezza minaccia: "Se mi disobbedirai e andrai a giocare vicino alle pale eoliche, Drifloon ti porterà via da me e non mi vedrai mai più!" Drifloon era il nome che era stato assegnato a quel palloncino, ormai classificato da tutti come un Pokémon Spettro. Io non avevo mai creduto tanto a quella favola, sono sempre stato un tipo razionale e mi sembrava bizzarro che un bambino potesse reincarnarsi in un palloncino disperso e soprattutto che un palloncino avesse la forza di trascinare via un ragazzino. Ma non avevo comunque il coraggio di disobbedire a mia madre. Tuttavia conoscevo una bambina al villaggio, si chiamava Gemma, era sempre allegra e spensierata. Un Venerdì, dalla finestra della mia capanna, la vidi correre in direzione della centrale eolica. Lì per lì non diedi molto peso alla cosa, ma la mattina dopo mi svegliai sentendo un grosso tumulto fuori casa e vidi mia madre che si affrettava a preparare le valigie. Le chiesi cosa fosse accaduto e lei mi rispose frettolosamente dicendo che ci saremmo trasferiti subito in un'altra città, dove viveva il resto della sua famiglia. Prese tutte le borse e uscimmo rapidamente di casa senza nemmeno chiudere la porta. Mentre attraversavamo il villaggio, intravidi la casa di Gemma. Fuori la porta c'era un agente di polizia che parlava con suo padre, mentre la madre piangeva disperata. Da quel giorno non seppi più nulla di Gemma né della sua sorte e non tornai mai più a Giardinfiorito. Da quel giorno ogni volta che provo a rievocare quella giornata con mia madre, lei non risponde mai e il suo volto si riempie di angoscia. Da quel giorno è nata in me la convinzione che la storia del bambino e di Drifloon corrispondesse realmente alla verità. VISITATE LAMIA GALLERY Cliccate sul banner! IL TRIO POLITICO! "The important thing is not how long you live. It's what you accomplish with your life. When I live, I want to shine. I want to prove that I exist. If I could do something really important, that would definitely carry on into the future. And so, if I were to disappear, I think that all I have accomplished will go on. That is, that would mean that it’s living, right?" -Grovyle, Pokemon Mystery Dungeon Explorers of Sky Bambola Vincitore Programma Fedeltà 2021 targhetta staff Project X by @Riolu007 Riolu su un kart by @evilespeon Targhetta vincitore GDR TD Regions, piccola flexatina per la prima cosa buona che ho fatto su PM By @Vale Patronus Ball aka Secsi Ball. Grandi Tassi! By @Chube Sede e membri del Project X by @Taka (Io sono il Riolu sulla panchina) Immagine del profilo by @AdvosArt su X Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Carl-J90 Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo della storia: Che fine ha fatto l'Anna? Pokémon scelto: Dhelmise Racconto: Spoiler Il ragazzino, seduto sul bordo del pontile con le gambe a penzoloni, sembrava essere rapito da ciò che stava osservando al punto da non essersi accorto della nebbia che era calata intorno a lui. Un vecchio pescatore presente in zona, annoiato dalla pesca magra e incuriosito dal ragazzino, posò il suo Amo Vecchio su un apposito sostegno e dopo essersi assicurato di tenerlo in vista si avvicinò al giovane. Gli chiese cosa stesse ammirando con sguardo così sognante e il ragazzino, distogliendo lo sguardo quasi controvoglia lo osservò per qualche istante. Adorava, quando ne aveva occasione, recarsi al porto di Aranciopoli e sedersi per ammirare l'imponenza della M/N Acqua...era incuriosito da come un'imbarcazione così grossa potesse comunque navigare rapidamente e agilmente in mare. Gli piacevano le navi e da grande gli sarebbe piaciuto seguire le orme del padre e imbarcarsi come marinaio. L'uomo si sedette a fatica al suo fianco e osservando l'orizzonte pensoso comunicò al ragazzo di come le navi che approdavano nel porto fossero sì belle e veloci, ma che in certe situazioni potevano risultare anche alquanto fragili o spaventose...d'altronde chi poteva saperlo più di lui che da giovane era stato un marinaio. Interessato dalle parole dell'uomo e dal suo passato da Mightyena di mare, il giovane gli chiese cosa intendesse e l'uomo gli chiese se avrebbe voluto sentire un racconto risalente alla sua giovinezza, quando ancora viaggiava per mare. Vedendo il suo interlocutore annuire, l'anziano pescatore si mise più comodo e cercando di ricordare iniziò a raccontare di come, in passato, ad Aranciopoli era solita approdare una sfarzosa nave da crociera. L'imbarcazione dal nome M/N Anna era molto rinomata per le sue crociere in giro per il mondo e, ogni volta che tornava li, il personale di bordo in accordo con la gente del posto era solito fermarsi qualche giorno organizzando lussuosi eventi mondani a bordo. Tuttavia, l'atmosfera fiabesca e idilliaca che permeava le sale della Anna durante i party esclusivi, tendeva a sparire molto velocemente una volta che questi finivano lasciando il posto a maree di turisti interessati solo a rilassarsi e godersi qualche gita in terra straniera. A memoria, l'ultimo viaggio a cui prese parte l'anziano era diretto verso la regione di Alola, meta da sogno per molte persone solitamente abituate a vivere per lo più in ambienti privi di spiagge dove rilassarsi o divertirsi. L'uomo raccontò di come durante il viaggio sembrava andare tutto bene, forse fin troppo bene. Il mare era calmo, il clima piacevole e la nave era addirittura in anticipo sulla sua tabella di marcia...molto probabilmente sarebbero arrivati ad Alola già il giorno successivo. Il ragazzino, sentendo le parole e il tono di voce dell'uomo, percepì qualcosa di strano, ma preso come era dal racconto non gli diede troppo peso. Il pescatore, dal canto suo, continuò a narrare le vicende fino a quando, come preso da una specie di amnesia, affermò di come non si ricordasse lucidamente l'arrivo a destinazione. Ciò che ricordava era una notte serena e illuminata dal chiaro di luna, le stelle del firmamento visibili a perdita d'occhio e la fatica di provvedere alle sue mansioni per permettere alla nave di approdare in sicurezza l'indomani mattina. Come dal nulla, tuttavia, una brezza gelida iniziò a soffiare lungo il ponte della nave facendogli venire i brividi. Tutt'intorno, a pelo d'acqua una sottile nebbia a spire iniziò a riempire la visuale al punto da rendere difficoltoso mettere a fuoco ciò che aveva vicino. Guardandosi intorno sempre più preoccupato, gli parve di vedere strisce di nebbia più scura avvilupparsi sempre più intorno allo scafo e al ponte. Poi, in pochi secondi, le luci interne dell'imbarcazione si spensero, un forte scricchiolio iniziò a pervadere l'aria e un poderoso urto lo fece precipitare oltre al parapetto vicino a lui finendo nelle gelide acque sottostanti. Per fortuna, alcuni suoi colleghi dovevano averlo sentito urlare mentre cadeva in acqua perché un fascio di luce lo illuminò accecandolo poco prima che il gelo intenso dell'acqua e l'aria lo facessero svenire. L'ultima cosa che ricordava di aver visto prima di perdere i sensi erano grosse fasce di uno strano materiale vischioso intorno allo scafo della nave e un'ancora più imponente di quella che era solito vedere. Quando riprese i sensi, trovandosi nella sua cabina in compagnia di un collega non diede più peso a ciò che gli sembrava di aver visto e una volta ripresosi completamente venne accompagnato a terra dato che la nave era approdata ad Alola. Facendosi più meditabondo l'uomo affermò di essere rimasto un poco stranito, seppur era notte inoltrata, di vedere il porto e le strade di Hau'oli così deserte come se in quel momento non fossero presenti turisti e la gente del posto stessero dormendo nelle loro case. Il ragazzo, questa volta confuso da ciò che aveva sentito si apprestò a chiedere cosa intendesse dire, ma prima che potesse farlo il suo interlocutore si voltò di scatto guardandosi alle spalle e sentendo il campanello della sua canna da pesca tintinnare si alzò e congedandosi con un saluto rapido si recò presso l'oggetto per vedere se aveva effettivamente abboccato qualcosa. Dopo essere rimasto per qualche secondo interdetto, il ragazzino si ricompose e vedendo come la nebbia si stesse diradando si alzò per tornare a casa. Guardando a terra, si accorse che l'anziano pescatore aveva scordato li il suo cappellino e deciso a riportarglielo si incamminò nella direzione in cui si era recato. Quando arrivò poco più in là vide che la canna da pesca del pescatore giaceva a terra e, assieme all'attrezzatura da pesca, era avvolta da sottili filamenti verdi, mentre del proprietario non vi era traccia. Non sapendo come mai l'anziano avesse abbandonato le sue cose lì, il ragazzo provò a cercarlo con lo sguardo ma non vedendolo decise di recarsi alla reception del porto per lasciare li il cappello e chiedere allo staff di riconsegnarlo al pescatore se fosse passato di li. Una volta entrato nella sala d'attesa del porto e dirigendosi al bancone, il ragazzino vide che alcuni membri dello staff stavano montando dei mobili e decorando l'ambiente circostante in vista di alcune celebrazioni che si sarebbero svolte sul posto per rendere omaggio alle vittime del mare nel giorno dell'anniversario della sparizione di una vecchia nave da crociera. Avvicinandosi a un cartello appeso alla parete di fondo, il giovane vide come l'anniversario in questione riguardasse la lussuosa M/N Anna...il cappello che teneva in mano gli cadde a terra, tra le foto delle presunte vittime della sparizione spiccava il volto ringiovanito del pescatore con cui aveva parlato poco prima. Sentendo il campanello del suo Amo Vecchio suonare, il pescatore si avviò verso l'oggetto per vedere se avesse pescato qualcosa. Trovò la canna da pesca riversa a terra e quando si chinò, confuso, per raccoglierla uno strano scricchiolio attirò la sua attenzione. Il rumore pareva provenire da tutte le direzioni intorno a lui e dal mare iniziarono a strisciare fuori alghe e filamenti verdognoli vari che si avvolsero pian piano intorno a vari oggetti presenti sul posto. Intimorito da quello che stava succedendo l'uomo iniziò a indietreggiare quando un improvviso flash di ricordi lo fece immobilizzare. In pochi secondi si ricordò tutto ciò che era successo nel suo ultimo viaggio sulla M/N Anna, mentre come in trance iniziò a dirigersi verso la riva. Appena immerse un piede in acqua le alghe vi si avvolsero intorno senza stringere o causandogli dolore...le alghe lo avvolsero e iniziarono delicatamente, quasi gentilmente, a trascinarlo in mare. Quando si immerse, si accorse di riuscire a vedere e respirare sotto acqua e una volta toccato il fondale comprese di poter camminare come se fosse sulla terraferma. Istintivamente seguì una serie di rifiuti incagliati al suolo fino ad arrivare al largo dove, in una specie di radura sottomarina, si ritrovò a osservare una sagoma in lontananza avvicinarsi sempre più. La sagoma si rivelò essere una enorme e fatiscente nave da crociera, trascinata da varie alghe mentre sulla prua della stessa spiccava una enorme ancora che muovendosi gli fece capire subito capire di essere un pokémon. Mentre era intento a osservare il Dhelmise trascinare il relitto a cui era avvolto, l'anziano pescatore si ritrovò accecato da un fascio di luce. Il vecchio collega con cui era solito condividere la sua cabina mentre viaggiavano lo guardava dal ponte della nave tenendo in mano una torcia...sorridendo fece calare lungo lo scafo una scaletta in corda. L'anziano pescatore, inconsciamente afferrò la corda e iniziò a salire mentre a ogni piolo che superava si sentiva come ringiovanire. Una volta salito a bordo della nave, guardandosi intorno l'uomo vide tutti i suoi vecchi colleghi intenti nel guardarlo sorridendo...il suo compagno di cabina lo abbracciò e dopo essersi divincolato dallo stesso gli parlò: "Bentornato sulla Anna, ti stavamo aspettando da tanto tempo". My TSV ---> Pokémon Y= 2832; Pokémon AlphaSapphire= 2515; Pokémon Luna= 1219; Pokémon UltraSole= 0426; My Friend's Code ---> Pokémon Go= 9873 2614 0563; Pokémon Masters Ex= 2495-3101-4679-3356; Squadra su Pokémon Argento SoulSilver: Squadra su Pokémon Nero: Squadra su Pokémon Bianco2: Squadra su Pokémon Y: Squadra su Pokémon Zaffiro Alpha: Squadra su Pokémon Luna: Squadra su Pokémon UltraSole: Squadra su Pokémon Let's Go, Eevee: Squadra su Pokémon Spada: Squadra su Pokémon Perla Splendente: Squadra su Leggende Pokémon Arceus*: Squadra su Pokémon Scarlatto: *I tre starter di Leggende sono nelle loro forme Hisui. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Marco9 Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo della storie: Lo spirito dell' apocalisse. NO!Sei tu allora! Pokémon scelto: Spiritomb Racconto: Spoiler No,sei tu! Tu no,aiutooo! paf! No fermo! paf! Aiuto mammaaa! PAAAFFF!!! Sono un comune bambino di 9 anni e vivo in una tranquillissima contrada, e ho molti amici. Quando sono in camera guardo sempre la foto di famiglia,che belli che siamo. Aspetta,papà appare e scompare dalla foto ma che succede. No aiuto che succede! Che sta uscendo dalla foto! Ma è uno spirito, maligno! Cosa vuoi,lasciami giocare. No,fermo non mi aggredire fermo,MAMMAA! Così tutte le sere questo spirito veniva a perseguitare la mia famiglia. Mi chiedo se fosse colpa mia.SOB! Mamma che ore sono le 20 giusto. No sta per tornare quello spirito. Vuole uccidermi mamma,aiutami. SOB!Ma perchè a me,che ti ho fatto dannato spirito!. Voglio tornare a scuola dove non sei mai venuto. VATTENE! E nel frattempo che mi perseguita a morte guardo la foto di famiglia e piango. Meglio che mi uccida per il bene di mamma e mio fratello Addio mamma e fratellino vi voglio bene. Ma papà,non c'è in foto. No! Allora tu sei!NOO! E si!Era una famiglia tranquilla. ERA... Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
ZedeFire Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo: Il folletto delle miniere Pokémon scelto: Sableye Racconto: Spoiler Britannia, DCCCLXXVIII. Schiavi e minatori lavorano assiduamente per costruire il Vallum Hadriani, muro che avrebbe separato la Caledonia dalla Britannia, proteggendo i territori di Roma dai feroci Pitti, che minacciavano quelle terre. Sembrava filare tutto per il meglio. Tuttavia, la realtà era ben lontana dalle apparenze. Infatti, da qualche tempo si aggiravano dei folletti nelle cave che rifornivano il Vallum, seminando il panico tra i minatori, che si astenevano dal proseguire gli scavi, bloccando la costruzione del muro. L’Imperatore Adriano, che voleva che il Vallum fosse costruito nel minor tempo possibile per scongiurare la possibilità di subire attacchi dai Pitti, ordinò agli ingegneri a capo del progetto di ispezionare le cave. Perciò, alcuni uomini furono mandati a controllare le miniere in cerca dei misteriosi folletti. Non fecero neanche in tempo ad entrare, che già schizzarono fuori dalla miniera ad una velocità sovrannaturale urlando terrorizzati. Quando si furono calmati, dissero tremanti che i folletti li erano comparsi davanti all'improvviso, emettendo versi rauchi e minacciosi. Informarono anche gli ingegneri che i folletti sembravano avere delle gemme al posto degli occhi e che quelli più grossi, che dovevano essere i più importanti, ne avevano una molto grande, che sembrava fungere da scudo. Intanto però i lavori erano completamente fermi, pertanto gli ingegneri organizzarono una ricognizione nelle miniere, armati di tutto punto, con grosse torce per illuminare chiaramente le misteriose creature. Alcuni giorni dopo il primo controllo, la squadra di ricognizione era pronta per esplorare, quindi, senza indugiare oltre, venti uomini equipaggiati per ogni evenienza entrarono nella cava. Dopo aver percorso alcune perticae, videro i folletti: erano piccoli, di colore viola, con una pietra preziosa rossa sul petto ed altre sulla schiena, mentre gli occhi erano sempre gemme quasi trasparenti, che rilucevano malignamente nell'oscurità. Quelli più grossi in realtà non presentavano differenze di corporatura con gli altri, ma la “gemma-scudo” rossa faceva sembrare loro più imponenti e sembrava essere proprio parte dei folletti, che la tenevano come se fosse la cosa più importante per loro. Riuscirono anche a scorgere le lucenti gemme rosse che fungevano da occhi. Gli uomini erano sorpresi, non si capacitavano di come quei piccoli esserini alti poco più di un cubitus regnassero nel buio sottosuolo, sopravvivendo apparentemente senza cibo né acqua, ma poi notarono alcuni di loro che sgranocchiavano pietre, rendendo ovvia la loro alimentazione e facendo ipotizzare che bevevano i liquidi che scorrevano nelle pareti delle grotte. Passarono oltre, mentre molte paia di brillanti occhi, o bisognerebbe dire gemme, li seguivano, incuriosite. E qui ci fu un’altra sorpresa: c’era un paio di folletti giallo oro con le gemme verdi smeraldo, che dovevano essere molto rari. Probabilmente la loro colorazione deriva dalle gemme di cui si nutrono, ma questa è solo una teoria un po’ stravagante. I folletti non sembravano aggressivi, forse per la loro stazza alquanto piccola, però scavavano con facilità la roccia, grazie ai loro solidi artigli, simili a quelli delle talpe. Gli uomini giudicarono sufficiente la quantità di informazioni raccolta, così tornarono sui propri passi e, appena fuori dalla miniera, andarono dritti dagli ingegneri a riferire tutto ciò che sapevano. Loro ascoltarono attentamente, scrissero molti appunti, li inviarono immediatamente all’Imperatore e diedero finalmente un nome al folletto: Sableye, che in lingua locale è misto tra “scuro” ed “occhio”, ma può anche voler dire “dotato di buona vista”, in riferimento alla sua capacità di individuare gemme anche attraverso la roccia. L’Imperatore fece vedere gli appunti ai suoi consiglieri ed anche ad alcuni eminenti scienziati, che suggerirono di comune accordo di tentare l’addomesticazione dei Sableye a scopo di facilitare gli scavi e trovare più facilmente metalli rari e pietre preziose. Adriano, entusiasta dell’idea, scrisse immediatamente agli ingegneri dicendo loro di applicare il progetto suggeritogli dai suoi sapienti. Quando ricevettero le istruzioni, gli architetti offrirono gemme e metalli ai Sableye per vari giorni, dimostrandosi amichevoli nei loro confronti e stabilendo rapidamente un legame, fino a quando loro si mostrarono fuori dalla miniera ed iniziarono a seguire gli ordini dei minatori, aiutandoli ad individuare le rocce adatte alla costruzione del Vallum. Fu l’inizio di una duratura collaborazione fra umani e quei piccoli esserini, vantaggiosa per entrambi. "Dio crea i dinosauri, Dio distrugge i dinosauri, Dio crea l'uomo, l'uomo distrugge Dio, l'uomo crea i dinosauri." Ian Malcolm, Jurassic Park Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Lotta Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo della storia: I semi dell'invidia Pokémon scelto: Bramblin Storia: Spoiler La piccola Estela amava sempre più l'atmosfera che si respirava in quel luogo. Suoni, profumi, colori. Il luccichio delle increspature del mare. La frizzante aria del mattino che ad ogni alba sapeva di nuova vita. 'Accorrete, signore e signori! Sta per cominciare l'asta odierna! Non crederete ai vostri occhi per quanto belle e polpose siano queste bacche!'. La bimba si alzò sulla punta dei piedi per poter vedere meglio quelle delizie violacee. 'Prendine tantissime, nonnina! L'ultima volta Quaquaval se l'è mangiate tutte!'. 'Ma certo cara, non ti preoccupare' rispose l'anziana signora 'Ne farò una bella scorta. Quel golosone dovrebbe smetterla di prendersi anche la parte degli altri'. Estela osservò la donna controbattere l'offerta degli altri clienti e ottenere le Bacchemora migliori, il visetto concentrato in un pensiero che le si era appena affacciato alla mente. 'Nonnina!' esclamò infine 'Ma perché compriamo le bacche al mercato? Non potremmo coltivarle come gli altri ortaggi? Ne avremmo un'infinità!' e allargò buffamente le braccia per enfatizzare l'affermazione. L'anziana signora sorrise. 'Sarebbe certo la scelta più sostenibile, ma il terreno qui a Paldea non è adatto alla loro coltivazione, cara. Per questo motivo alcuni prodotti importanti per la salute vengono fatti arrivare da altre regioni. A proposito...' aggiunse 'questo mi fa tornare alla mente una vecchia storia che mi raccontavano come monito quando io avevo la tua età e Quaquaval era solo un piccolo uovo. Vorresti sentirla mentre torniamo a casa? O pensi che possa fare troppa paura?'. 'Io non ho paura, nonnina! Dai, racconta!' disse Estela alzando i pugni in segno di forza. 'Benissimo, allora. Dunque... Molto tempo fa, ai margini di un villaggio, viveva una bimba. Ella era rimasta orfana di padre in tenerissima età a causa di un brutto incidente avvenuto col suo carro ma l'affetto della madre, con la quale viveva giornate di sole nel cuore, colmava ogni vuoto. Non passarono tuttavia molti anni che la donna si ammalò di un male intenso e rapido. Da un giorno all'altro la bimba, divenuta ormai ragazza, si ritrovò sola, i tiepidi e confortanti raggi dentro sé improvvisamente scacciati da gelida pioggia battente. Ma non poteva lasciarsi andare alla tristezza. Inoltre, i pochi risparmi messi da parte dalla madre non le avrebbero permesso di sopravvivere a lungo. Stabilì che si sarebbe rimboccata le maniche e sarebbe divenuta la ragazza forte e indipendente, ma soprattutto felice, che i genitori avrebbero desiderato. Caso volle che proprio in quel periodo si stessero facendo strada le prime grandi importazioni. Grosse e saporite bacche arrivavano sulle tavole da Johto e da Hoenn; incantevoli fiori rossi da Alola venivano posti sul capo delle danzatrici. Oh, erano uno spettacolo per gli occhi. Se solo la mamma avesse avuto modo di annusare il profumo di quei fiori, se solo avesse potuto assaggiare quei ricchi frutti, certamente sarebbe guarita. Ma all'epoca, in quel piccolo villaggio era difficile reperire tali prodotti. La ragazza prese quindi la decisione di coltivarli e di fornire così agli abitanti cibi nutrienti senza dover costringere a spostamenti. Nessuno avrebbe più dovuto patire le sofferenze che la vita aveva inflitto alla madre, per la quale lei non era stata in grado di fare niente. Affrontò dunque un lungo viaggio e giunse proprio qui, a Marinada, ove acquistò delle belle bacche appena arrivate. Una volta tornata a casa, ne estrasse i semi e li sotterrò nel suo orticello. Non vedeva l'ora di poter ammirare quelle piante delle quali aveva tanto sentito parlare, che crescevano forti e sane in qualunque stagione e con qualunque clima. Tuttavia i rovi che spuntarono erano quasi del tutto spogli, e le poche bacche che producevano erano piccole e striminzite. Il terreno non aveva permesso una crescita ottimale ma questo la fanciulla, in un'epoca nella quale era difficile reperire informazioni, non lo sapeva. Si convinse di aver sbagliato qualcosa nel modo in cui aveva piantato i semi, o forse nel modo in cui li aveva annaffiati. Continuò a tentare, e tentare. E tentò ancora, usando le poche bacche ottenute, che divenivano sempre più brutte e sterili. Fu allora che nel suo cuore si fece strada, insidioso e prepotente, un nuovo sentimento. Perché altri riuscivano ad ottenere risultati e lei no?, si chiedeva. Non si rese conto che la mancanza della famiglia ed il desiderio iniziale di curare chi stava male avevano fatto esplodere la sua fragilità latente e stavano divenendo un'ossessione, il tentativo di redenzione per il senso di colpa che la attanagliava era divenuta ormai mero astio personale, sfociando in un'invidia profonda verso tutti coloro che erano invece riusciti a realizzarsi. Cominciò a rifiutare l'aiuto offertole dai vicini e li allontanò bruscamente. Come se i rovi la chiamassero e l'attirassero a sé, trascorreva ormai tutto il tempo sola con essi. In quel modo un giorno si ammalò, prigioniera della sua stessa mente. Fu in un inverno stranamente rigido che uscì dalla soglia di casa, pronta a fare un nuovo, disperato tentativo al quale tuttavia mai arrivò. I vicini, preoccupati per lei nonostante il trattamento ricevuto, la trovarono a pochi passi dall'orto. Un gelido vento scostò i capelli del corpicino riverso a terra, passando poi attraverso quei rovi ormai morti. Nella mano esangue stringeva ancora gli ultimi due semi che le erano rimasti. Qualche tempo dopo, un bizzarro Pokémon mai visto prima apparve a quegli stessi abitanti: un groviglio di rovi secchi con due semini per occhi. Non era aggressivo. Si limitava ad osservare e poi se ne andava, trasportato dal vento...'. 'Era... era la ragazza? Il Pokémon? Il suo spirito era entrato nei rovi? E aveva compreso i suoi errori?' chiese Estela, affascinata dalla storia, mentre lei e la nonna erano ormai quasi giunte a casa. 'Chissà. E' possibile che sia così. Quel che so è che tutt'oggi, nel linguaggio delle piante, i rovi simboleggiano l'invidia. Fai sempre attenzione a non cadere in questa trappola, mia cara bambina, e a non deviare mai dalla strada giusta'. La nipotina annuì, convinta. 'Te lo prometto, nonnina'. 'Brava. Ed ora affrettiamoci a rientrare. Il vento si sta alzando. Comincia a fare freddo'. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Shutmylazer Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo della storia: La spada senza più un nome Pokémon Scelto: Honedge Racconto: Spoiler Ci sono molte spade a cui viene dato un nome, ma solo alcune diventano degne delle leggende, Excalibur, Durlindana, Balisarda, Gramr… Spade diventate famose, che si sono guadagnate la loro fama con storie tramandate nei secoli, che tutti vorrebbero, ma che solo gli eroi dei miti sono degni di impugnare. Questa sera sono qui per raccontarvi proprio di una di queste spade, questa spada però nessuno vuole chiamarla per nome e chiunque sarebbe terrorizzato dal trovarsela in mano. C’era una volta, in un regno ormai dimenticato, uno spadaccino, che si era allenato con suo nonno da quando era solo un bambino. Il nonno del giovane era stato un gran maestro di spada, ma purtroppo era malato da tempo e non essendo più in grado di combattere e sapendo di non avere molti anni decise di insegnare tutti i suoi segreti al nipote. Raggiunti i diciotto anni, appena dopo la morte del nonno, il giovane spadaccino partì dal villaggio, facendo ritorno cinque anni dopo, ma sembrando invecchiato di almeno venti, con una straordinaria spada al fianco. La fattura era delle più pregiate, il metallo da cui era forgiata sembrava cambiare colore, e aveva disegni e curve che non si erano mai visti neanche nelle stoffe più pregiate, la lama sembrava illuminarsi di luce propria, l’elsa era scolpita a mano e sul fondo aveva un panno fatto dalla seta più preziosa. Tutti rimasero sbalorditi Il giorno stesso del suo ritorno si ritirò a vivere su una montagna lì vicino per allenarsi senza mai scendere. Si sparsero voci e storie, gesta incredibili gli venivano attribuite dagli abitanti, e venivano raccontate specialmente dai bambini. -“Io ho sentito che ha distrutto un castello con un solo fendente”. -“Io ero nella foresta e l'ho visto allenarsi tagliando in due una cascata”. -“Vedete quella montagna senza la cima, mio nonno dice che è stato lui a tagliarla perché copriva il tramonto”. Era ormai difficile distinguere verità e finzione, e anche io in tutta onestà non saprei dirvi se quelle gesta le avesse davvero compiuto. Anche il re seppe di queste storie e lo fece chiamare a corte per chiedergli di diventare il suo primo cavaliere: -“Insegna le tue tecniche ai miei soldati, creeremo un esercito inarrestabile e conquisteremo tutte le terre dell’Est, giurami fedeltà e ti coprirò d’oro” Il guerriero rifiutò, e senza dire altro si incamminò fuori dal castello. -“Fermati! Sono il tuo re e tu mi obbedirai, guardie fermatelo!” Venti guardie reali circondarono lo spadaccino sguainando le spade -“Sarai anche imbattuto nei duelli, ma non puoi di cer…” Il re non fece in tempo a finire la frase e un bagliore illuminò la stanza come un lampo. Tutte le spade delle guardie si spezzarono all’istante, nessuno se ne era accorto ma lo spadaccino aveva sguainato la spada. Le guardie rimasero immobili, mentre il re si mise a fissare l’incredibile spada che veniva rinfoderata lentamente, e sentì un brivido. “Non ho niente da insegnare” Senza dire altro lo spadaccino si incamminò di nuovo, nessuno si mosse. Dopo l’accaduto il re si chiuse nella sua stanza e ne uscì solo la sera tre giorni dopo, era frenetico, si armò, prese il suo cavallo e ordinò alle guardie di non seguirlo. “HAHAHAHA! Ho capito! Quello non è altro che un imbroglio! Non è lui, è la spada che ha poteri magici! La voglio! Avrò quella spada, e poi non mi servirà nessun esercito!” Nel cuore della notte il re raggiunse la casa dello spadaccino sulla montagna, entrò di nascosto, poggiata su un supporto al muro c’era la spada. Il re la fissò per un attimo, sembrava quasi chiamarlo, la prese lentamente e la tolse dal fodero e si fermò ad ammirarla. “Adesso nessuno potrà fermarmi, conquisterò tutto e nessuno potrà opporsi al mio volere”. Un pensiero morboso crebbe nella testa del re. “Nessuno potrà più opporsi a me” Aprendo lentamente la porta della camera dello spadaccino lo vide dormiente “Nessuno può opporsi al mio volere” pensò ad alta voce mentre trafisse alle spalle il guerriero inerme. E così veloce come era arrivato, tornò al castello prima dell’alba e raggiunto il castello, in preda alla sua follia si chiuse nella sua stanza e stette ad ammirare il suo tesoro. Arrivata la sera chiamò tutte le guardie a raccolta nella piazza della città. Quando li raggiunse rimasero tutti inorriditi, la spada era avvinghiata al suo braccio, che sembrava secco come un ramo morto. “Provate ad attaccarmi, coraggio! Posso battervi tutti ad occhi chiusi! Non ho più bisogno di voi e ve lo dimostrerò!" Il re sembrava pazzo, agitava la spada in aria delirando, nessuno aveva il coraggio di andargli vicino. “Avete paura?! Allora vi attaccherò io!”. Con un balzo si sferrò contro i suoi stessi uomini e cominciò a falciarli uno ad uno. “Incapaci! Non mi servite a niente! Sono più forte di tutti voi!” E così caddero, tutti, prima i soldati, e quando non c’erano più soldati il re inizio a sfondare le porte delle case. Per tutta la notte girò assetato di sangue, fino all’alba quando tornò nel suo castello. La capitale era deserta non c’era più nessuno in vita, ma non bastava il re ormai schiavo della sua brama di sangue decimò tutto il regno, passò di città in città, una per notte, a compiere stragi finché non rimase solo. Solo con la sua spada, la spada che l’aveva reso imbattibile. Arrivato al confine del regno vicino si fermò sotto un albero, in un bosco, ormai non c’era più vita in quel corpo tutto rinsecchito, non mangiava e non beveva da più di dieci giorni. “Conquisterò… anche questo regno… nessuno può opporsi al mio volere” La spada lasciò andare il braccio del re, il suo corpo diventò polvere al vento. Così sotto quell’albero, rimase ad aspettare il suo nuovo proprietario, quella spada che una volta era conosciuta col nome di… Honedge. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Icarus Inviato 10 settembre, 2023 Condividi Inviato 10 settembre, 2023 Titolo della storia: Il naufragio del Nautilus 5000 Pokémon scelto: Cursola Storia: Spoiler Correva il mese di Agosto e a Johto la gente si apprestava a festeggiare la Giornata dei Corsola, dei pokémon graziosi venerati per i loro poteri curativi. Non tutti sanno, però, la vera storia legata al pokémon corallo. Una storia oscura e misteriosa, che si tramanda solo in questa regione. Tanto tempo fa, a Olivinopoli, la pesca rappresentava l'economia principale e le città erano sempre affollate. C'erano navi e barche ovunque, oltre a decine di mercati che offrivano le pietanze più disparate: dalle code Slowpoké alle chele di Krabby. Quella notte, tuttavia, il capitano Nathan e il suo equipaggio erano disposti a spingersi fin oltre la barriera corallina, dove nessuno si era mai sognato di arrivare. Con il suo maestoso Nautilus 5000, la più imponente imbarcazione dell'epoca, iniziò a navigare in mare aperto, fiero e orgoglioso più che mai. ''Sento che oggi faremo un gran bottino, eheheh!'' Giunti a destinazione, issarono le ancore e lanciarono in acqua una grande rete elettrica, con cui intrappolarono orde di Luvdisc, Finneon e Goldeen; in seguito avvelenarono diversi Sharpedo agguerriti e infilzarono a morte un enorme Wailord con un arpione di ferro. Tuttavia c'era chi resisteva inerme agli attacchi dei pescatori: una vasta distesa di Corsola, ammassati uno accanto all'altro, andava a costituire una vera muraglia vivente, che risplendeva dei caldi raggi solari. ''Ragazzi! Sapete quanto valgono i coralli rossi? Fior di quattrini! Ho un'idea per far collassare la barriera, statemi a sentire!'' Il capitano ordinò di espellere in mare tutti i rifiuti accumulati durante il viaggio, andando a creare una pozza d'acqua sporca e inquinante, che generava un odore alquanto nauseabondo. ''Bene, adesso andiamo a dormire. Vedrete che domani saranno tutti belli che morti!'' Fu una notte silenziosa, ma era solo la calma prima della tempesta... ''Andatevene da qui o sarà peggio per voi...'', sussurrò una voce nella testa del capitano, che si alzò di botto. ''Chi va là?" Nella sua cabina non c'era nessuno oltre a lui, così si apprestò a svegliare gli altri, quando a un tratto una fitta nebbia avvolse l'intero equipaggio, offuscando la vista ai presenti. Nathan prese dunque una lanterna e si incamminò lentamente a poppa per controllare cosa stesse succedendo. Faceva piuttosto freddo e iniziava a tirare un bel venticello, ma il comandante non mostrava alcuna paura. Ad attenderlo ci fu una sorpresa inattesa: i Corsola dolci e profumati erano diventati tetri e pallidi e galleggiavano a testa in giù per tutta la barriera. Con un ghigno di soddisfazione ordinò alla ciurma di raccoglierli, così un marinaio scese giù con una scialuppa e ne caricò con sé un bel po'. ''Stupidi pokémon! Pensavate di farla franca? Gli umani sono avanti in tutto!" L'equipaggio si armò di lame affilate per tagliare quei rari coralli, ma appena tirò su la scialuppa incappò in una macabra visione. ''AHAHAHAHAHAHA!!!" "Che succede?" Il loro amico era appena stato tramutato in pietra e dal terrore tutti lasciarono le funi, fino a farlo cadere in mare in mille pezzi. Poi d'un tratto qualcosa urtò lo scafo della nave. "SCRASHHHHH!" Ci fu un grande botto, e poi un altro...La nave incominciò a traballare a destra e sinistra e dalla nebbia emersero dei lunghi e pungenti coralli bianchi che incominciarono a distruggere ogni cosa. "SI SALVI CHI PUOOOOO'!!!" Quella specie di Kraken iniziò a trafiggere i pescatori uno ad uno, schizzando sangue dappertutto e mietendo vittime a dozzine: erano tutti in preda al panico ma nessuno riuscì a salvarsi dalla morsa di quel mostro infernale. ''A babordo! A babordo!" Urlò il capitano a squarciagola, mentre tentava disperatamente di far ripartire la nave. Purtroppo per lui, quei rami maligni si moltiplicavano a vista d'occhio, macchiandosi di un rosso sangue e bloccando l'elica del timone. ''E' tardi...è troppo tardi'', riecheggiò la voce di prima... Il vento batteva ancora più impetuoso e all'improvvisò incominciò a piovere a dirotto: lampi e fulmini si abbatterono sull'albero maestro, spezzandolo in due e tramortendo il sottoufficiale Jeffery. ''Oh no, Jeff! Resisti!" Nathan sollevò subito una trave e portò in spalla l'amico, cercando di spingersi a prua e trovare un modo per salvarsi. Qualcosa però lo interruppe, poiché le braccia del compagno diventarono subito gelide... ''Per te è la fine!" Gli occhi di Jeff divennero rossi, come se fosse stato posseduto da un essere demoniaco. ''Jeff...lasciami stare...che ti prende??'' Non fece in tempo a finire di parlare che venne ferito alla gamba con un coltello, dopodiché fra i due si accese un lungo scontro a suon di calci e pugni. Messo alle strette, il comandante condusse il nemico fino a stiva, riuscendo a legarlo al volo con delle catene metalliche, fino a che dal corpo del sottoufficiale non emerse uno spirito bianco, ricoperto da uno strano guscio di ectoplasma. ''Finalmente ci incontriamo...caro Nathan." "Chi sei?" ''Mi chiamo Cursola, e sono nato dal male che voi umani avete arrecato alla fauna marina. Per tre volte ti ho avvisato con il mio canto arcano, ma tu non mi hai dato retta...Adesso, all'ultimo rintocco, perirai allo stesso modo con cui hai ucciso i miei fratelli''. Dal mare incominciò ad alzarsi una maestosa onda anomala, alta almeno 30 metri, che inghiottì la nave in un sol colpo, facendola ribaltare e scaraventando in acqua tutto l'equipaggio. Il comandante arrancava tra una bracciata e l'altra, ma intorno a lui c'era solo disperazione: la pioggia continuava a battere forte da ogni parte e dei suoi amici non c'era più traccia. ''AIUTOOO!!! VI PREGOOO!!!" Cursola riemerse dietro di lui e iniziò a creare un gigantesco vortice marino che risucchiò tutto ciò che gli capitava attorno. ''Buon viaggio, capitano!" Nathan venne intrappolato dal mulinello e a poco a poco perse la vista, poi il respiro e infine la vita, venendo sommerso negli abissi insieme alla sua imbarcazione. Nessuno ha mai ritrovato i resti del Nautilus e di Cursola si persero completamente le tracce. Una cosa è certa: da quel giorno a Johto tutti hanno il più assoluto rispetto degli oceani e nessuno si azzarda più a torcere un dito ai docili pokémon corallo. Pokémon Mystery Dungeon: Musharna's Dream Millennium Express: Isole di Alola Total Drama Regions Harmonia Houses Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
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